Dal 25 al 27 gennaio 2025 a Siena torna la decima edizione di Wine&Siena – Capolavori del gusto.
di Adriano Guerri
Il Complesso Museale Santa Maria Della Scala e Palazzo Squarcialupi di Siena aprono i battenti a Wine&Siena, questo importante appuntamento dà il via agli eventi organizzati da The WineHunter.
Come consuetudine andrà in scena all’interno degli ampi e suggestivi saloni del Santa Maria Della Scala e Palazzo Squarcialupi, prospiciente al maestoso Duomo di Siena. Uno dei primi grandi eventi enoici in Italia. L’appassionante evento enogastronomico viene organizzato dal Presidente del Merano WineFestival, Helmuth Köcher, evento al quale Helmuth ha fortemente creduto e voluto, assieme a Stefano Bernardini, Presidente di Confcommercio Siena, Andrea Vanni, scomparso qualche anno fa e Gianpaolo Betti, tre senesi purosangue.
Alla decima edizione parteciperanno oltre 100 espositori attentamente selezionati dalle commissioni d’assaggio di The WineHunter, provenienti da ogni regione dello stivale e non solo, ma ai banchi d’assaggio ci saranno anche alcune eccellenze gastronomiche locali. Numerose le etichette in degustazione delle più prestigiose cantine e di ogni tipologia,bollicine, vini bianchi, vini rosa, vini rossi e vini dolci, capaci di soddisfare ogni palato, anche quelli più esigenti.
In programma varie masterclass, guidate da esperti sommelier che si svolgeranno nell’ incantevole salone delle Feste del Grand Hotel Continental Starhotels Collezione, a poca distanza dal Santa Maria della Scala. Ci saranno anche alcuni Talks, incentrati sui cambiamenti climatici e non solo. Tre giorni all’ insegna di momenti emozionanti, in un contesto unico.
L’ultimo giorno, lunedì è dedicato interamente agli operatori professionali e alla stampa. Siena è una città d’ arte che vanta un ingente patrimonio e un’ambita meta turistica, nota per le sue tante magnificenze, chiese, imponenti palazzi, torri e piazze, una su tutte, Piazza del Campo, pertanto, trascorrere un week-end a Siena, può diventare un’esperienza immersiva tra arte, vino e gastronomia.Nel 1995 il centro storico di Siena è iscritto al Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Attorno al capoluogo si trovano prestigiose e apprezzate denominazioni Docg e Doc della Toscana che godono di fama planetaria. Un territorio articolato da rilievi collinari affascinanti e tra i più belli al mondo con vigneti curati come giardini, oliveti, castelli e piccoli nonché suggestivi borghi. Wine&Siena inizia il 24 gennaio con la Small Plates Dinner, a Palazzo Squarcialupi fissata per le ore 20:00 e realizzata da Ristoranti d’eccellenza locali.
Per conoscere il programma, vi consiglio di visitare il sito dedicato: www.wineandsiena.com
La Sardegna di Vinodabere: 45 aziende ed oltre 200 vini a Roma il 18 e 19 gennaio per scoprire un vero e proprio piccolo continente
Sabato 18 e domenica 19 gennaio 2025
Terza edizione di: La Sardegna di Vinodabere
Evento esclusivo dedicato ai vini dell’isola
redazione – Carol Agostini
Hotel Belstay, Via Bogliasco, 27 – Roma
La Sardegna di Vinodabere: un viaggio tra i sapori di un piccolo continente
Per il terzo anno consecutivo, torna “La Sardegna di Vinodabere”, un evento ideato per valorizzare e far conoscere la straordinaria varietà e complessità della produzione vitivinicola sarda, paragonabile a quella di un vero e proprio piccolo continente.
45 aziende e oltre 200 vini in degustazione
Sabato 18 e domenica 19 gennaio, l’Hotel Belstay di Roma ospiterà i banchi di assaggio di ben 45 produttori provenienti da tutta la Sardegna. I partecipanti avranno l’opportunità di scoprire più di 200 etichette, tra bianchi, rosati, rossi, vini dolci, ossidativi e persino spumanti. L’obiettivo è celebrare la ricchezza enologica dell’isola, incontrando i vignaioli che la rappresentano e assaporando nei calici l’eccellenza raggiunta dalla viticoltura sarda.
Un percorso sensoriale tra le sub-regioni dell’isola
L’evento sarà un vero e proprio viaggio sensoriale attraverso le diverse aree vitivinicole della Sardegna: da Alghero ad Anglona, passando per Gallura, Mamoiada, Mandrolisai, Ogliastra, Oliena, Orgosolo, Oristanese, Romangia, Sulcis e il sud Sardegna. Alcuni di questi territori saranno protagonisti delle masterclass in programma sabato 18 gennaio, con approfondimenti che permetteranno di scoprire le peculiarità di ciascuna zona.
Tutti i dettagli sulle masterclass e sull’evento saranno presto disponibili sul sito ufficiale vinodabere.it. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati di vino e per chi desidera immergersi nella cultura enologica di una terra unica al mondo.
Programma
Sabato 18 Gennaio
Durante la mattina masterclass e orari da definire
dalle 13:30 alle 15:30
Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com
Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com
Apertura banchi di assaggio per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso): kit di degustazione 25 euro.
dalle 15:30 alle 19:30
Apertura banchi di assaggio per il pubblico (kit di degustazione 30 euro con calice incluso), per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso kit di degustazione 25 euro).
Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com
Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com
Domenica 19 gennaio
Dalle 10:30 alle 13:30
Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com
Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com
Apertura banchi di assaggio per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso): kit di degustazione 25 euro.
dalle 13:30 alle 19:00
Apertura banchi di assaggio per il pubblico (kit di degustazione 30 euro con calice incluso), per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso kit di degustazione 25 euro).
Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com
Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com
Per conoscere le aziende ed i vini presenti nei banchi di assaggio e per ogni altra informazione sull’evento collegatevi qui.
Vinodabere (www.vinodabere.it) è una testata giornalistica on line che da anni promuove con i suoi articoli e con i suoi eventi la cultura enogastronomica, dando visibilità a realtà già note e storiche come a quelle nuove e da scoprire.
I territori, i vini e le specialità gastronomiche della Sardegna sono sempre stati, sin dalla sua nascita, al centro dell’attenzione della testata giornalistica Vinodabere e del suo direttore Maurizio Valeriani.
La Guida ai Migliori Vini della Sardegna (link), giunta alla settima edizione, pubblicata on line tra agosto e settembre 2024, ha visto un numero di letture incredibile (oltre 500 mila).
Finanziato dalla Regione Lazio ai sensi della DGR n. 68/22, questo innovativo progetto nasce da un’idea di Confesercenti in collaborazione con Umberto Trombelli, il miglior Sommelier del Lazio, e realizza una filiera produttiva intercomunale mirando a valorizzare le eccellenze agroalimentari locali e a promuovere il territorio.
L’iniziativa coinvolge sei Comuni dei Castelli Romani: Albano, Ariccia, Lanuvio, Genzano di Roma, Nemi, Velletri; ventuno le aziende che hanno aderito, di cui 16 sono produttori di vino e olio, un forno e un panificatore, un’Azienda agro-ecologica di coltivazione e trasformazione di erbe officinali e prodotti botanici edibili, un’Azienda che produce capsule e tappi per l’industria vinicola e olearia, tre agriturismi che offrono vitto o vitto e alloggio.
Numerose sono state le presenze istituzionali e gli interventi, a partire dalla Presidente della Rete, Nina Farrell (Azienda Agr. Bio Carafa-Jacobini), dal Vice Presidente Paolo Iacoangeli (Azienda Agr. Iacoangeli Mauro), dalla Manager operativa Saula Giusto, dalle Aziende della rete e dal partner progettuale CAT, Centro Assistenza Tecnica di Confesercenti di Roma e del Comprensorio dei Castelli Romani, rappresentato da Guido Ciarla.
Il Vicesindaco di Lanuvio Valeria Viglietti, l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Velletri Cristian Simonetti, la Consigliera della Città Metropolitana di Roma Marta Elisa Bevilacqua e numerosi esponenti politici ed amministrativi del Comune di Genzano di Roma, capofila del progetto, tra cui il Sindaco Carlo Zoccolotti, hanno partecipato alla conferenza con i propri interventi.
Nina Farrell ci ha fornito una panoramica delle azioni intraprese finora e dei piani per il futuro.
Sicuramente favorire la sinergia tra le imprese locali per raggiungere un bene comune è l’elemento principale fondamentale, in quanto promuove anche il turismo enogastronomico, valorizza i prodotti locali e rafforza le relazioni tra produttori e consumatori.
“Abbiamo già avviato diverse iniziative che hanno riscosso un ottimo successo, tra cui tre serate di degustazione e una serie di assaggi organizzati in occasione della Festa del Pane di Genzano – un grande esempio di sinergia tra i comuni e le nostre aziende, in questo splendido territorio. Inoltre, abbiamo tenuto masterclass guidate dal noto Umberto Trombelli, presentando i nostri prodotti di eccellenza. Solo questa settimana, abbiamo partecipato a una delle manifestazioni enologiche più importanti del Centro-Sud, “Beviamoci Sud”, con una masterclass condotta da Luciano Pignataro e un ricco banco d’assaggio che ha unito vini, pane e prodotti artigianali.”
Il calendario degli eventi di inizio anno 2025 sembra fitto. A febbraio, la V.I.P. ospiterà un evento di degustazione di due giorni al WeGil di Roma, con la domenica aperta al pubblico e il lunedì riservato alla stampa e ai funzionari, con masterclass che copriranno più del solo vino. Poi a marzo, si terrà l’evento di tre giorni Roma Wine Expo, con vari incontri e discussioni.
Media e Comunicazione:
La rete ha già stabilito una forte presenza online, con account sui social media attivi e un sito Web completo che copre tutti gli aspetti organizzativi. Sono stati creati materiali promozionali e badge di affiliazione alla rete per le aziende associate con il logo della Regione Lazio.
Inoltre, è prevista una guida esperienziale dove la prima parte introdurrà tutti i membri della rete, mentre la seconda parte presenterà le varie esperienze disponibili nella regione dei Castelli Romani includendo i pacchetti turistici. Ciò rappresenta una sinergia tra produttori, aziende, ristoratori e l’industria del turismo.
Saranno avviate delle presentazioni ufficiali in ogni comune, con masterclass, conferenze e postazioni di degustazione. Ciò fornirà visibilità a tutte le aziende partecipanti e rafforzerà le relazioni con le autorità locali.
Oltre a ciò, sono previsti corsi introduttivi sul vino, guidati da Riserva Academy, Ars e Assovini, e la partecipazione alle manifestazioni fuori regione, come Vinitaly e l’Italian Wine Expo di Milano. L’obiettivo è quello di essere presenti ad eventi e occasioni che possano far conoscere e promuovere le aziende e i comuni associati, contribuendo ad accrescerne la visibilità e a valorizzarne l’offerta.
Ergo dopo due anni di attività, il progetto finalmente prende forma. Di seguito riportiamo l’intervento di Guido Ciarla:
“Noi di Confesercenti abbiamo creduto in questa rete unica, che è atipica, perché come sapete le reti si formano tipicamente all’interno dei singoli comuni. Abbiamo immaginato una rete intercomunale perché volevamo mettere in mostra le realtà e le eccellenze dei territori. I comuni che ne fanno parte hanno chiaramente il vino come eccellenza primaria, e questo si è esteso anche all’industria del pane.
Attualmente, ci sono 21 aziende partecipanti, ma ce ne sono già altre che vogliono aderire, poiché si tratta di una nuova rete. Eravamo decisi a stabilirlo qui a Genzano e ringrazio il sindaco Carlo Zoccolotti che per primo ha sostenuto questa iniziativa, facendo di Genzano il comune capofila. Ringrazio anche tutti gli altri comuni che hanno creduto e sostenuto questo progetto.
Oggi è una realtà, con molte attività già intraprese e altre in arrivo. Al di là della fase iniziale di stesura del progetto, che è stato finanziato dalla Regione Lazio e ha ricevuto il loro investimento, la rete deve ora essere pronta ad andare oltre il programma esistente sviluppando un nuovo progetto per ottenere ulteriori finanziamenti.”
Il Vice Presidente Iacoangeli ha preso la parola: “Viviamo in un territorio dove non è mai stato facile fare rete e collaborare con aziende dello stesso settore. Questa rete mira a ribaltare l’eredità che abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti, qualcosa che i nostri predecessori non sono riusciti a capire, ovvero che se lavoriamo insieme, abbiamo maggiori possibilità di distinguerci e crescere. Se un intero territorio cresce, cresciamo tutti insieme. La rete non consiste nell’elevare un’azienda, due aziende o tre aziende, ma nel valorizzare tutte le imprese e l’intero territorio.
Abbiamo creato appositamente questi pacchetti turistici non solo per le degustazioni, ma per mostrare il nostro territorio, le sue meraviglie architettoniche e offrire un’esperienza immersiva. La guida servirà proprio a questo scopo: creare esperienze per turisti, romani e visitatori internazionali. Viviamo in un territorio davvero unico, con un ecosistema architettonico e ambientale unico nel suo genere, e un’offerta enogastronomica di alta qualità”.
Il sindaco Zoccolotti del Comune di Genzano di Roma afferma che le reti d’impresa, un modello italiano esportato nel mondo, rappresentano una sfida importante per la Regione Lazio, che negli ultimi anni ha cercato di stimolarle. Crede particolarmente in questo progetto, poiché ci sono tante belle aziende e nuove generazioni imprenditoriali che si stanno affacciando, soprattutto nel settore vitivinicolo, con grandi sfide da affrontare per rappresentare il territorio dei Castelli Romani.
Aderendo a questo progetto – continua il Sindaco – ” non vogliamo solo sfruttare il finanziamento regionale, che è stato lo spunto per mettere insieme le aziende e ragionare insieme come rete, creando sinergie e confronti. L’obiettivo è che possa essere d’esempio per altre esperienze imprenditoriali di gruppo che in passato non sono andate bene. Anche i Comuni stanno adottando questa modalità di fare rete.
Inoltre, questo Comune è stato riconosciuto come Città del Vino 2025, il che garantirà una particolare attenzione a questo territorio l’anno prossimo, con Marino come capofila. Questa ulteriore iniziativa rappresenta un’opportunità anche per la rete di aziende.”
A maggior ragione, in occasione del Vinitaly, il 7 aprile 2025, si terrà la presentazione delle Città del Vino dei Castelli Romani. Queste città avranno uno spazio espositivo all’interno dello stand della Regione Lazio.
“L’iniziativa Città del Vino 2025 è la sintesi di una rete fiorente, spiega Simonetti, Assessore all’Agricoltura di Velletri, che funziona quando tutti i membri condividono l’obiettivo comune di crescita e valorizzazione dei nostri prodotti e specialità. Il prossimo anno porterà la sfida del Giubileo e sono sicuro che molti visitatori che verranno a Roma faranno tappa anche nella regione dei Castelli Romani. Questo sarà un potente motore per noi per creare sinergie, come la Rete VIP, per portare persone nei nostri territori.”
In chiusura, l’invito a partecipare ad un momento conviviale di degustazione dei vini e dei prodotti a buffet dell’azienda Fermenti 2020, tutti parte del network.
L’ELENCO DELLE AZIENDE ADERENTI:
AZIENDA AGRICOLA PESOLI GIULIO (VINO/ OLIO/GELATINE DI VINO – ARICCIA)
CANTINA COSTANTINI (VINO/ OLIO/CONFETTURE – GENZANO DI ROMA)
AZIENDA AGRICOLA CARAFA JACOBINI (VINO BIO/OLIO BIO – GENZANO DI ROMA)
CANTINAMENA – AZ. AGRICOLA MINGOTTI (VINO BIO/OLIO BIO – LANUVIO)
LA LUNA DEL CASALE (VINO BIO/OLIO BIO – LANUVIO)
OMINA ROMANA – SOCIETA’ AGRICOLA FORESTALE LA TORRE (VINO/OLIO – VELLETRI)
CANTINA TENUTA IACOANGELI (VINO/OLIO – GENZANO DI ROMA)
AZIENDA AGRICOLA LE ERBE DELLA LUNA (ERBE OFFICINALI E PRODOTTI BOTANICI EDIBILI – NEMI)
METALSUGHERO (PRODUZIONE TAPPI E CAPSULE PER BOTTIGLIE – GENZANO)
Vini spumanti secchi italiani 2025 : Le “Cinque Sfere” e le tendenze del settore nella nuova guida SPARKLE
di Cristina Santini
Quest’anno, l’atmosfera di festa pervade tutti noi con l’apertura della ventitreesima edizione di Sparkle 2025, evento curato da Francesco d’Agostino, direttore responsabile della Rivista Cucina & Vini, che celebra il 25° anniversario della pubblicazione.
“Nel 1999, un gruppo di amici sommelier ha lanciato l’idea di creare una rivista nazionale, spinti dalla passione e da uno spirito giocoso. Venticinque anni fa, mia moglie Alessandra Marzolini e io abbiamo fondato questa pubblicazione. Nel tempo, il gruppo è cresciuto, concentrandosi principalmente sul vino, e il numero di sommelier è aumentato sotto la sua guida. A un certo punto, la nostra passione è diventata così forte che abbiamo deciso di rilevare la rivista e farla nostra.”
“Sparkle” è l’occasione perfetta per esplorare il mondo degli spumanti e discutere del presente e del futuro di un fenomeno che conta oltre un miliardo di bottiglie all’anno. I dati dipingono un quadro positivo: i numeri parlano da soli e le cifre delle esportazioni per questa categoria di vini continuano a crescere in modo incoraggiante. La produzione sta crescendo, superando le vendite, indicando una prospettiva ottimistica tra i produttori. Nonostante sia l’unico vino in crescita negli ultimi dieci anni, il consumo rimane stabile nei mercati tradizionali ma è in calo in patria (ne consumiamo meno ogni anno). Tuttavia, ci sono alcuni aspetti critici nel riepilogo di quest’anno.
Francesco D’Agostino ha continuato, notando due tendenze distinte. Nei distretti spumantistici del nord, la produzione continua a vedere una crescita media sostanziale, in particolare nell’intera regione subalpina e nelle zone principali. D’altro canto, è curioso che la produzione di vini Spumante VS e VSQ stia crescendo anche in tutta Italia, sebbene l’aumento sia più pronunciato nelle aree in cui possono essere utilizzate più denominazioni, il che è un dato interessante.
Utilizzare prodotti di dubbia qualità senza alcun legame a una denominazione per raccontare il proprio spumante comporta un rischio elevato. Sebbene in questo caso il brand aziendale possa prevalere, ciò non è sufficiente. Oggi è necessario creare gruppi coesi, con membri identificati da nome e cognome, che condividano un legame con il territorio.
Ci sono preoccupazioni critiche riguardo il prossimo Decreto sui vini dealcolati. Questo mercato in espansione potrebbe portare a un grande business per i vini italiani senza denominazione di origine (come DOCG, DOC e IGT), che rappresentano una grossa fetta del settore. Sebbene sia giusto soddisfare la domanda dei consumatori, è necessario codificare attentamente questi prodotti e, allo stesso tempo, difendere le altre categorie di vini di qualità.
Il direttore afferma che è una questione estremamente critica il fatto che alcune nazioni, come la Francia, vendano vini spumanti dealcolati a prezzi esorbitanti e che le persone li acquistino effettivamente. Questa situazione richiede che i distretti dello spumante facciano sforzi ancora maggiori per enfatizzare la loro identità unica. Il rischio è che i consumatori non si rendano conto che il prodotto che viene loro venduto ha un profilo basso ma ha un prezzo elevato semplicemente perché porta un marchio forte. Inoltre, anche il mercato italiano è pronto a essere inondato da questi prodotti, il che dovrebbe spingere i nostri produttori a impegnarsi in una profonda riflessione.
È necessaria anche una comunicazione più chiara ed energica, poiché manca una vera cultura del Prosecco, ad esempio. Tutto viene banalizzato e ridotto semplicemente alla parola “Prosecco”, che invece andrebbe identificata con la lettera maiuscola per sottolinearne l’importanza come denominazione di un territorio specifico. È fondamentale far comprendere bene questo aspetto.
Il 30 novembre è stata presentata al The Westin Excelsior Hotel di Roma la 23a edizione della guidaSPARKLE 2025 ai migliori vini spumanti secchi nazionali. Diamo un’occhiata più da vicino ad alcuni dati chiave sulla produzione dei vini italiani presenti in questa guida. Gli ultimi dati ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) sulla stagione di produzione vinicola 2023/2024 confermano una produzione stabile e una situazione eccellente sia per i vini Metodo Classico che per quelli Metodo Martinotti, comprese le annate degli ultimi due o tre anni.
Una statistica curiosa è che il 25,02% della produzione totale è costituito da vini senza nome (Vino Semplice e Vino Spumante di Qualità), con una percentuale ancora più alta nelle regioni del Centro-Sud. Tuttavia, questa tendenza potrebbe giustificare una revisione per considerare l’utilizzo di Indicazioni Geografiche o altre denominazioni.
In termini di produzione (numero di bottiglie), i dati più notevoli sono i cali per Asti DOCG (-13,96%), Conegliano Valdobbiadene DOCG (-4,84%) e Alta Langa (-3,97%). Sorprendentemente, il Prosecco DOC, il vino più prodotto in Piemonte, ha superato negli ultimi anni l’Asti, rinomato a livello mondiale, registrando un aumento del 2,31%. Nel frattempo, Asolo DOCG continua a crescere costantemente (23,34%), così come Franciacorta DOCG (17,40%), mentre Trento DOC sta vedendo un progresso più graduale del 2,94%.
I dati ufficiali ISTAT che confrontano le esportazioni 2020/2024 sono incoraggianti. Il valore delle esportazioni è cresciuto in modo significativo in questo periodo, da 1.473 milioni di euro nel 2020 a 2.378 milioni di euro ad agosto 2024. Analogamente, il numero di bottiglie esportate è aumentato da 544 milioni nel 2020 a 741 milioni nel 2024.
Tuttavia, mentre la crescita del volume delle bottiglie ha superato la crescita del valore delle bottiglie, indicando una leggera diminuzione del valore medio per bottiglia. In altre parole, i volumi di produzione ed esportazione sono in aumento, ma il prezzo medio per bottiglia è diminuito leggermente. Nel complesso, i dati indicano una sana crescita delle performance delle esportazioni dell’Italia nel periodo 2020-2024.
La Guida di quest’anno presenta alcuni numeri interessanti: • 937 i vini selezionati, con 68 etichette in più della passata edizione; • ancora una volta la regina indiscussa è la Lombardia (339 vini), seguita da Veneto (260), Trentino (131), Piemonte (86); • le Denominazioni che governano questa dinamica sono aumentate rispetto allo scorso anno e sono la Franciacorta con 273 vini, Conegliano Valdobbiadene con 237, Trento con 129 e l’Alta Langa con 68; • I premi assegnati quest’anno includono 87 ambitissime sfere d’eccellenza, un traguardo importante e un obiettivo da mantenere nel tempo. La Lombardia è ancora una volta in testa con 33 allori, seguita dal Trentino con 19, dal Veneto con 16, dal Piemonte con 7, dall’Alto Adige e dall’Abruzzo con 3 ciascuno, dalla Puglia con 2 e dal Friuli Venezia Giulia, dalla Toscana, dal Lazio e dalla Sicilia con 1 sfera ciascuno.
Continua ad essere decretato, per la ventunesima volta, il “vino dell’emozione”, ovvero quel vino che seduce, il più emozionante ma non il super 5 sfere, che segue criteri di giudizio soggettivi e non fisiologici del gusto. Premiato a Sparkle 2025 il Franciacorta Riserva Nobile Alessandro Bianchi Rna 15 anni Extra Brut 2007 di Villa Franciacorta.
La Guida è inoltre arricchita dalla bacheca “Cinque Sfere”, che elenca le migliori aziende vinicole premiate che esemplificano la produzione costante e l’eccellenza delle migliori case spumanti italiane. Inoltre, c’è una sezione “acquisto attento” che presenta i vini con il miglior rapporto tra valutazione della guida e prezzo e una classifica che mostra le aziende che hanno ottenuto il maggior numero di riconoscimenti nel corso della storia di Sparkle.
La sezione “il tempo del vino” della degustazione “Vintage”, dedicata alle vecchie annate, offre un modo meraviglioso per comprendere l’evoluzione di un vino. Immergendosi completamente nel piacere, nella curiosità e nella scoperta di un mondo sconfinato, si può assaporare il vino senza impantanarsi in troppi tecnicismi. Grazie agli anni di esperienza maturata, Sparkle si è affermato come una guida ricca e affidabile nel variegato mondo degli spumanti italiani. Il suo volume è una lettura imprescindibile e un riferimento essenziale per orientarsi in questo effervescente settore.
Ecco l’elenco completo delle “5 Sfere” di Sparkle 2025 suddivise per Regione:
PIEMONTE • Alta Langa Bianc ’d Bianc Brut 2018 Giulio Cocchi • Alta Langa TotoCorde Brut 2018 Giulio Cocchi • Alta Langa Riserva Zero 140 Pas Dosé 2010 Enrico Serafino • Alta Langa Riserva Zero Pas Dosé 2018 Enrico Serafino • Alta Langa Riserva Cuvée 60 Mesi Brut 2013 Gancia • Soldati La Scolca D’Antan Brut 2012 La Scolca • Soldati La Scolca D’Antan Rosé Brut 2012 La Scolca
LOMBARDIA • Franciacorta Satèn Edizione 2020 Barone Pizzini • Franciacorta Pas Operé Extra Brut 2018 Bellavista • Franciacorta Riserva Palazzo Lana Extrême Extra Brut 2013 Guido Berlucchi • Franciacorta Rosé Extra Brut 2020 Bosio • Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Dosage Zéro 2015 Ca’ del Bosco • Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Rosé Extra Brut 2015 Ca’ del Bosco • Franciacorta Riserva Vintage Collection Dosage Zéro Noir 2015 Ca’ del Bosco • Franciacorta Nero Zero 2019 Colline della Stella • Franciacorta Blau Blanc de Noir Extra Brut 2016 Corte Aura • Franciacorta Riserva Raramè Dosaggio Zero 2012 Corte Aura • Franciacorta Rosé Brut Corte Fusia • Franciacorta Le Millésime Brut 2015 Derbusco Cives • Franciacorta Riserva 33 Non Dosato 2016 Ferghettina • Franciacorta Riserva Extra Brut 2016 Ferghettina • Franciacorta Satèn 2020 Freccianera Fratelli Berlucchi • Franciacorta Riserva Capitolo II Dosaggio Zero 2016 Le Vedute • Franciacorta Superno Dosaggio Zero 2016 Marzaghe • Franciacorta Satèn 2020 Mirabella • Franciacorta Satèn 2020 Mosnel • Franciacorta Riserva Villa Crespia Millè Brut 2014 Muratori • Franciacorta Satèn 2020 Tenuta Ambrosini • Franciacorta Ricciolina Satèn Terre d’Aenòr • Franciacorta Rosé Extra Brut 2020 Terre d’Aenòr • Franciacorta Comarì del Salem Extra Brut 2017 Uberti • Franciacorta Dequinque Cuvée 15 Vendemmie Extra Brut Uberti • Franciacorta Magnificentia Satèn 2020 Uberti • Franciacorta Cuvette Brut 2019 Villa Franciacorta • Franciacorta Diamant Pas Dosé 2019 Villa Franciacorta • Franciacorta Riserva Nobile Alessandro Bianchi Rna 15 anni Extra Brut 2007 Villa Franciacorta • Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Riva Rinetti Pas Dosé 2019 Calatroni • Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Dasdòt Pas Dosé 2019 Fradé • Lugana Brut Nature 2013 Perla del Garda • Mattia Vezzola Grande Annata Brut 2018 Costaripa
TRENTINO • Trento Riserva Collezione Luciano Lunelli Rosé Brut 2009 Abate Nero • Trento Riserva Graal Brut 2017 Altemasi • Trento Brut Balter • Trento Riserva Pas Dosé 2017 Balter • Trento Riserva 907 Extra Brut 2018 Cantina di Isera • Trento Riserva Brezza Riva Pas Dosé 2019 Cantina di Riva • Trento R Rosé Brut Cantina Rotaliana • Trento Riserva R Brut 2016 Cantina Rotaliana • Trento Riserva Oro Rosso Dosaggio Zero 2018 Cembra Cantina di Montagna • Trento 1673 Rosé Brut 2017 Cesarini Sforza • Trento Riserva Lunelli Extra Brut 2016 Ferrari Trento • Trento Riserva Masnen-Vignal Blanc de Blancs Extra Brut 2019 Klinger • Trento Riserva del Fondatore 976 Brut 2013 Letrari • Trento Riserva Dosaggio Zero 2019 Maso Martis • Trento Brut Nature 2018 Moser • Trento Riserva Tracce Extra Brut 2011 Moser • Trento Riserva Flavio Brut 2016 Rotari • Trento Maso Nero Dosaggio Zero 2019 Zeni • Trento Riserva Maso Nero Blanc de Noir Extra Brut 2017 Zeni
ALTO ADIGE • Alto Adige Riserva Extra Brut 2018 Arunda • Alto Adige Riserva 600 Blanc de Blancs Extra Brut 2018 Cantina Kurtatsch • Alto Adige Riserva 1919 Extra Brut 2018 Kettmeir
VENETO • Asolo Prosecco Superiore Extra Dry 2023 Commendator Pozzobon Rosalio • Valdobbiadene Rive di Colbertaldo Vigneto Giardino Asciutto 2023 Adami • Valdobbiadene Rive di Santo Stefano Dirupo Nazzareno Pola Etichetta del Fondatore Extra Dry 2023 Andreola • Valdobbiadene Rive di Soligo Mas de Fer Extra Dry 2023 Andreola • Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry 2023 Andreola • Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Soligo Extra Brut 2023 BiancaVigna • Valdobbiadene Prosecco Superiore BandaRossa Vigna di Collagù Extra Dry 2023 Bortolomiol • Valdobbiadene Prosecco Superiore Ius Naturae Brut 2023 Bortolomiol • Valdobbiadene Coste di Mezzodì Dry 2023 Col Vetoraz • Valdobbiadene Rive di Vidor Tittoni Dry 2023 La Tordera • Valdobbiadene Prosecco Superiore Cruner Dry Le Colture • Conegliano Valdobbiadene 20.10 Extra Dry 2023 Le Manzane • Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Rebuli • Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Farrò Particella 232 Extra Brut 2023 Sorelle Bronca • Lessini Durello Riserva Amedeo Évolution Pas Dosé 2012 Ca’ Rugate • Lessini Durello Riserva Amedeo Pas Dosé 2018 Ca’ Rugate
FRIULI VENEZIA GIULIA • Dom Jurosa Blanc de Blancs Extra Brut 2018 Lis Neris TOSCANA • Bolle di Borro Rosé Brut 2018 Il Borro LAZIO • Alarosa Rosé Brut Vigne del Patrimonio
ABRUZZO • Nicola Di Sipio Brut Di Sipio • Brut Marramiero • Rosé Brut Marramiero
PUGLIA • Daunia Bombino Bianco RN Brut 2019 d’Araprì • Gianfranco Fino Rosato Dosaggio Zero 2019 Gianfranco Fino
SICILIA • Etna Gaudensius Blanc de Noir Brut Firriato
SABATO 30 NOVEMBRE 2024 LA PRESENTAZIONE E LA GRANDE DEGUSTAZIONE PRESSO THE WESTIN EXCELSIOR HOTEL DI ROMA SPARKLE 2025: 87 I VINI PREMIATI CON LE “5 SFERE” DALLA VENTITREESIMA EDIZIONE DELLA GUIDA AI MIGLIORI VINI SPUMANTI SECCHI ITALIANI LA REGIONE PIÙ PREMIATA È LA LOMBARDIA (33) SEGUONO IL TRENTINO (19) E IL VENETO (16)
redazione Carol Agostini
Andrà in scena a Roma, sabato 30 novembre 2024, la presentazione di Sparkle 2025, 23esima edizione della guida ai migliori spumanti secchi italiani, edita dalla storica rivista di enogastronomia Cucina & Vini. A partire dalle ore 13.30, presso il The Westin Excelsior Hotel, saranno premiate con le ambite “5 sfere” 87 etichette tra le 936 presenti in guida, prodotte dalle migliori aziende vitivinicole del Bel Paese.
La regione più rappresentata è la Lombardia, grazie ai 33 riconoscimenti ricevuti, 29 appartenenti alla denominazione Franciacorta DOCG, 2 all’area dell’Oltrepò Pavese; a quota 19 il Trentino, con soli Trento DOC; segue, con 16 premi il Veneto, 13 Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, due Lessini Durello DOC e un Asolo Prosecco Superiore DOCG; quindi Piemonte (7), Alto Adige (3), Abruzzo (3), Puglia (2), Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio e Sicilia con un 5 sfere.
“Ormai i nostri assaggi sono compressi nel periodo estivo e nella prima parte dell’autunno.Anche questo è un indice dell’incremento di qualità del vino spumante italiano – afferma Francesco D’Agostino, curatore della guida Sparkle – È necessario infatti aspettare un tempo più lungo dall’imbottigliamento (nel caso dei vini realizzati con metodo Charmat) o dalla sboccatura (per il metodo classico) rispetto a quanto accadeva dieci anni fa. Non solo, oggi sono vini capaci di mantenere la loro qualità in bottiglia per anni. Alla fine del nostro lavoro di ricerca e selezione sentiamo l’esigenza di confrontarci con i dati, con le dichiarazioni di spumantizzazione fatte da tutti i produttori italiani e collezionate da Icqrf per ogni annata vitivinicola, dal primo agosto 2023 al 31 luglio 2024 in questo caso.
I produttori italiani hanno spumantizzato l’equivalente di oltre un miliardo e ottanta milioni di bottiglie segnando un decremento dello 0,5%. È l’indicazione chiara di un settore in ottima salute che trova riscontro nei dati Istat di export da gennaio a luglio del 2024 che registrano un totale di un miliardo e duecentonovantasette milioni di euro, segnando una crescita del 7% sullo stesso periodo del 2023 e del 213% rispetto al 2014 (sempre gennaio-luglio).Unico neo è che quest’anno alla crescita in valore è corrisposta una crescita in volume percentualmente superiore e quindi un piccolo decremento in valore della bottiglia, oggi a 5,69 euro, lo scorso anno 5,87.” Conclude Francesco D’Agostino.
Si partirà alle 13.30 con la presentazione dell’edizione 2025 della guida Sparkle e la relativa consegna delle ambite 5 sfere (in allegato l’elenco completo). E poi, come di consueto, alle 16 inizia la grande degustazione di bollicine italiane con l’apertura al pubblico. Un’appassionante degustazione con oltre duecento tra i migliori spumanti secchi italiani, tra quelli presenti in guida, tutti da scoprire e degustare attraverso un percorso strutturato in base all’appartenenza territoriale. Anche quest’anno possiamo contare sul supporto di importanti brand nazionali e internazionali che hanno scelto il nostro evento come occasione di comunicazione e promozione.
Per la parte tecnica, un’importante conferma è la presenza consecutiva da ben 12 anni di Diam, marchio leader nella produzione di tappi tecnici in sughero presente in qualità di sponsor sin dalle prime edizioni del nostro evento. E poi la parte food che registra la quinta partecipazione di una grande famiglia dell’industria alimentare italiana di qualità. Parliamo di Antica Pasticceria Muzzi dal 1795, l’azienda dolciaria umbra leader nella produzione della pasticceria delle ricorrenze e non solo. Quest’anno, si unisce alla squadra di SparkleDay un altro noto marchio del made in Italy, parliamo di Caffè Toraldo, la storica torrefazione di Napoli che dal 1968 porta l’espresso napoletano in tutto il mondo.
Tutte le info su come partecipare ed elenco delle aziende presenti in aggiornamento su www.cucinaevini.it. La guida Sparkle 2025 è in vendita sul sito www.shop.cucinaevini.it.
GUIDA SPARKLE 2025
Presentazione riservata alla stampa e agli addetti ai lavori
Sabato 30 novembre 2024, ore 13.30
The Westin Excelsior Hotel (Via Vittorio Veneto, 125), Roma
In vendita su www.shop.cucinaevini.it.
SPARKLEDAY
Sabato 30 novembre 2024, dalle ore 16.00 alle 22.00
The Westin Excelsior Hotel (Via Vittorio Veneto, 125), Roma
Costo ingresso € 30,00 (sono inclusi calice e sacca porta bicchiere)
info@cucinaevini.it, 0698872584
Biglietteria on line: www.shop.cucinaevini.it
Riduzione sommelier: € 20 presentando la tessera associativa in biglietteria il giorno dell’evento.
Operatori: richiedere accredito scrivendo a: eventi@cucinaevini.it
Merano WineFestival 2024, nuove scoperte vinicole e tanti assaggi
di Adriano Guerri
A Merano in occasione dell’evento enogastronomico glamour più atteso dell’anno, Merano WineFestival, svoltosi dall’ 8 al 12 novembre 2024, come consuetudine nei suggestivi saloni del Kurhaus, ho partecipato ad alcune masterclass che sono state organizzate al prospiciente Hotel Therme. Quella in descrizione riguarda una perla enologica dell’Alto Adige “ Schiava non per scelta! – DNA Schiava“.
La masterclass è stata magistralmente curata da Riccardo Polo e Hartmann Dona’.
La varietà Schiava è considerata una varietà autoctona dell’Alto Adige, qui ha trovato condizioni pedoclimatiche propizie e viene allevata sin dal Cinquecento. Capace di dare origine a vini espressivi e di grande piacevolezza di beva, tuttavia, viene allevato anche in Trentino, Veneto e Lombardia. Il suo baricentro è tra il Lago di Caldaro e Merano.
L’etimologia del termine viene ipotizzato che derivi dal latino, dal quale la vite veniva legata ad un supporto. Nota anche come Vernatsch o Trollinger nel sud della Germania. Dopo un periodo poco felice per questo singolare vitigno, da qualche anno a questa parte è stato riscoperto e ha avuto la valorizzazione e considerazione che merita.
Discende dal Pinot Nero ed è genitore sia del Lagrein sia del Marzemino . Quattro sono le varietà tra le più diffuse: Schiava Nera, Schiava Gentile, Schiava Grossa e Schiava Grigia con caratteristiche ampelografiche diverse. Un vino molto apprezzato in gioventù, tuttavia, è molto piacevole anche con qualche anno in più sulle spalle.
A tavola è il vino ideale a tutto pasto, si abbina bene con salumi, soprattutto lo speck, canederli, secondi piatti a base di carne bianca, zuppe e formaggi semi stagionati, io da toscano, lo vedo bene anche con cacciucco alla livornese.
Ecco i vini degustati a Merano
Fliederhof Gran Marie Sankt Magdalener Klassisch Alto Adige Doc 2022 Fliederhof – Bellissimo color rosso rubino intenso e trasparente, al naso sprigiona sentori di ciclamino, lampone, mora e ribes, il sorso è fresco, saporito, armonioso e leggiadro.
Sito di riferimento: www.fliederhof.it
Upupa Vigneti Dolomiti Igt 2021 Martin Abraham – Rosso rubino brillante, al naso emana sentori di rosa, fragola, lampone, ciliegia e mirtillo, al palato è setoso, vibrante, fine e persistente.
Sito di riferimento: www.weingutabram.it
Arena 2021 Alto Adige Doc Tenuta Oberstein – Joachim Wolf – Rosso rubino trasparente, al naso giungono sentori di violetta, ciliegia, frutti di bosco e mandorla, al gusto è avvolgente, coerente e accattivante.
Sito di riferimento: www.oberstein.it
Sea Kalterersee Klassisch 2018 Andi Soelva – Rosso rubino con riflessi che virano sul granato, sviluppa note di viola, ciliegia, lampone, pepe nero e liquirizia, al palato è pieno ed appagante con tannini setosi e un finale lungo e saporito.
Sito di riferimento:www.andisoelva.com
Der Pfannenstiel Alto Adige Doc Sankt Magdalener Classico 2015 Pfannenstiel – Rosso rubino con sfumature granato, al naso rimanda sentori di mammola, ciliegia matura, pepe, mandorla e spezie dolci, il sorso è avvolgente, appagante e incredibilmente persistente.
Sito di riferimento: www.pfannenstielhof.it
Dona’ Rouge 2011 Mitterberg Igt Hartmann Donà – Rosso granato intenso, trasparente e consistente, all’olfatto arrivano sentori di confettura di marasche, pepe, ginger, noce moscata e eucalipto, al palato è rotondo e di buona corrispondenza gusto-olfattiva, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: www.hartmanndona.it
Wine in Antiquity: Between Pleasure, Nutrition and Culture
By Carol Agostini
Wine has accompanied man throughout his history since ancient times, evolving from a simple foodstuff to a cultural and ritual symbol. Different civilisations, both Italian and foreign, have interpreted wine in various ways, recognising its nutritional qualities, the pleasure it offered and, in some cases, its potential as a vice. This article will explore the importance of wine in ancient societies, highlighting its many uses and meanings and analysing how these are reflected in our modern relationship with this age-old beverage.
The origin of wine dates back over 7,000 years, with the earliest evidence of winemaking coming to us from the Caucasus region between present-day Georgia, Armenia and Iran. The earliest fermentation techniques used grapes as raw material to obtain a drink that was not only pleasing to the taste, but also capable of retaining nutrients for long periods. For this reason, wine soon acquired special importance in ancient farming communities, as it was a durable food, rich in calories and useful during long winters or lean periods.
In many ancient cultures, wine was associated with divinity and the sacred. For the ancient Egyptians, for example, wine was a symbol of abundance and fertility, reserved mainly for the noble classes and used in religious ceremonies. The tombs of the pharaohs often contained amphorae of wine, a sign of its importance for the afterlife.
The ancient Greeks were probably the first to give wine a more complex social and intellectual dimension. Wine was considered a gift from the gods, in particular Dionysus, the god of wine, joy and ecstasy. But Greek wine was not just a hedonistic pleasure; it was an integral part of intellectual and philosophical life.
The symposium, a social practice that took place during Greek banquets, was a gathering where the consumption of wine was accompanied by philosophical discussions, poems and music. The symposium was not just about drinking, but was a time of cultural sharing, reflection and learning. However, the Greeks paid much attention to moderation. Wine was often diluted with water to avoid drunkenness, which was considered undignified.
In Greece, wine was also an important economic commodity. Vines were cultivated in different areas of the peninsula and islands, and wine was exported to many parts of the Mediterranean. The quality of wine varied widely, and the wealthier classes could afford more valuable wines, often stored in sealed amphorae and destined for long journeys.
Rome: Wine as a Symbol of Power and Social Cohesion
In ancient Rome, wine was considered a central element of daily life and festivities. It was drunk by all social classes, from patricians to plebeians, although the qualities consumed varied considerably. During sumptuous Roman banquets, wine flowed abundantly and symbolised the wealth and refinement of the ruling class.
Moreover, wine played a fundamental role in religion and public ceremonies. The festivals dedicated to Bacchus, the Roman equivalent of Dionysus, were celebrations characterised by excesses of all kinds, including the large quantities of wine consumed. These festivals, known as Bacchanalia, became so wild that, at one point, they were banned by the Roman state for fear that they might destabilise the social order.
However, despite the excesses, the Romans also recognised the value of wine as food. It was often considered safer to drink than water, which could be contaminated, and therefore became part of the daily diet. Wine was mixed with spices, honey and water to improve its flavour and prolong its shelf life, a custom that persists in some Italian regions to this day.
Another interesting aspect of Roman wine culture was the focus on its production. The Romans improved many of the techniques of viticulture and winemaking, and many of today’s Italian wine regions, such as Tuscany and Latium, saw their origins in this period.
The Middle Ages and the Sacred Function of Wine
During the Middle Ages, wine maintained its importance not only as a foodstuff, but above all for its religious role. The Catholic Church, which became the dominant institution in Europe, used wine during the celebration of the Eucharist, in which it represented the blood of Christ. This link with the sacred ensured that wine production and consumption remained high, even during a period of economic and food crisis.
Christian monasteries became centres of wine production, refining cultivation and winemaking techniques that would be used in later centuries. In France, for example, Cistercian monks developed some of the finest vineyards, contributing to the birth of what we know today as high quality viticulture.
During this period, however, wine was still a precious commodity and often reserved for the wealthy classes. The working classes, especially in rural areas, mainly consumed beer or other fermented cereal-based drinks, which were cheaper and more readily available.
Wine and Globalisation: From the Discovery of America to the New World
The discovery of the Americas in the 15th century led to an exchange of products that would change the landscape of wine. European vines were planted in the New World, especially in the Spanish and Portuguese colonies, leading to the emergence of new wine regions in South America and California. This period marked the beginning of a new era for wine, which began to be produced and consumed on a global scale.
In the Italian context, the Renaissance saw a growing emphasis on wine refinement and quality, with nobles competing for the best products. Italian courts, such as that of the Medici in Florence, not only promoted wine production, but saw wine as a symbol of power and culture.
Una Degustazione “cieca” per dimostrare che del marzemino ci si può fidare sia per coltivarlo, che per vinificarlo, venderlo e naturalmente berlo!
La fantasia e l’impeccabile organizzazione di Sergio Valentini, eclettico ristoratore del Ristorante “Le Tre Chiavi” di Isera in stretta collaborazione con un tiepido pomeriggio di fine estate e un poco di clemenza da parte di Giove pluvio, hanno consentito di mettere a fuoco lo stato dell’arte relativo al vitigno più identitario ma anche più fragile della Vallagarina.
La sua storia ha conosciuto alterne fortune e il suo nome ha avuto eco indiscussa a causa di quel verso del Don Giovanni di Mozart nel quale si cita “l’eccellente marzemino”. Che sia tutto da dimostrare il legame storico dell’opera con il vitigno è un dato provato da numerosi studi, più certo è invece che il nome di quest’uva si sia trasformato nel tempo grazie alla vocazionalità della Vallagarina.
Qui infatti il marzemino si definisce “gentile” forse per differenziarlo da parenti veneti o friulani che hanno dimostrato minor finezza nel prodotto finale; la Vallagarina invece ne ha ingentilito il carattere affinando l’eleganza delle sue qualità originali. “il Marzemino…offre un gran vantaggio ai viticoltori lagarini – scriveva Mancinelli nel 1933 – quello di produrre bene solo nella loro valle” (da “La Vallagarina e il Marzemino”, Ed Stella 1999)
In Trentino questa varietà copre una superficie che non raggiunge il 3% dell’intero vigneto provinciale e si concentra nei settori più meridionali della provincia in particolare nei dintorni di Rovereto dove si estendono le Denominazioni Trentino Doc Marzemino (dal 1971) e Trentino Superiore Doc con identificazione delle due Sottozone Isera e Ziresi.
Al panoramico balcone, davvero in senso stretto, aperto sulla valle solcata dall’Adige ancora verdeggiante, si sono affacciati 16 marzemino di differenti tipologie e annate in un “Ottagono delle meraviglie” cui hanno partecipato produttori, enologi, addetti ai lavori e sommelier. L’obiettivo, oltre a quello di celebrare “La Vigna eccellente”, l’evento biennale fortemente voluto dal Comune di Isera che premia il miglior vigneto (un premio al lavoro in vigna, non al vino) di marzemino, aveva lo scopo di approfondire la conoscenza del vitigno nelle sue produzioni più attuali e di diffondere, obiettivo pienamente raggiunto, la consapevolezza che del marzemino ci si può fidare sia per coltivarlo, che per vinificarlo, venderlo e naturalmente berlo!
Trascurato dalle strategie di marketing e in qualche caso espiantato per far posto a varietà più remunerative, il marzemino, fino alla recente parabola discendente dal precipitare della quale sembrerebbe arduo riprendere quota, aveva conosciuto tempi brillanti ai quali si tenta di ritornare con buona pace di tutti i detrattori. Visti i risultati della degustazione di Isera, a bottiglie rigorosamente coperte, la strada giusta sembrerebbe imboccata. Il marzemino ha saputo sorprendere molto positivamente tutti per pulizia, corpo e coerenza con la varietà; le differenti interpretazioni non hanno fatto che evidenziarne i tratti più tipici.
A partire dai più semplici d’annata vinificati tradizionalmente fino ai più complessi Superiori, arricchiti da una contenuta resa per ettaro, da un prolungato affinamento e in qualche caso da una surmaturazione o da un breve appassimento di una percentuale delle uve, tutti i campioni degustati hanno raccolto consensi dimostrando che sia di Isera o dei Ziresi il Marzemino della Vallagarina è davvero gentile e piacevole sempre.
Le conclusioni del breve dibattito seguito alla degustazione sono sintetizzabili nell’ auspicio e nell’impegno affinchè questa varietà torni a produrre in quello che è il suo areale più vocato, un vino dal forte legame con il territorio: un vino da bere tutti i giorni, color rubino lucente, dal profumo di ciliegia e violetta con tannini delicati, adatto all’abbinamento soprattutto con la cucina trentina, quella della polenta e funghi o degli strangolapreti. Il suo valore aggiunto? Al marzemino non è obbligatorio chiedere di aspettare per anni in cantina, un’occasione per un marzemino si trova tutti i giorni.
TRENTINO DOC MARZEMINO 2021 – Lorenzo Bongiovanni
Rosso rubino leggermente trasparente. Naso varietale con prevalenza di sentori floreali e fruttati. L’ingresso in bocca di questo 2021 è già morbido ma conserva un ottimo slancio fresco che introduce un sorso dal tannino leggero. In chiusura emergono le tipiche note speziate.
Un Marzemino perfettamente rispondente alla varietà e alla tradizione della Vallagarina.
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO D’ISERA ETICHETTA VERDE 2021 – Cantina Isera
Il colore è impenetrabile, frutto di una attentissima selezione delle uve e di una severa quanto accurata vinificazione. Olfatto di frutta scura, ciliegia e prugna legati da tocchi speziati e decisa scia minerale. Deciso e vivace l’ingresso di bocca che evolve in un gusto armonico e persistente.
Vino iconico, che da sempre incarna i progetti di qualità della cantina di Isera.
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO D’ISERA 2021 – Az. Agricola Marco Tonini
Rubino fitto dal riflesso violaceo. Naso ricco di frutti rossi con la ciliegia e la mora in evidenza arricchito da tocchi floreali di viola, spezie ed erbe aromatiche. L’ingresso di bocca fresco e ancora croccante annuncia una beva coerente, armonica e piacevole, dalla tannicità moderata.
Prodotto esclusivamente dai vigneti cru di proprietà “Brom”, “Penìm” e “Braile”
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO DEI ZIRESI Rikrea 2020 – Az. Agricola Matté
Calice color rubino di buona trasparenza. Sentori fruttati di ciliegia matura si alternano a note in evoluzione di chiodi di garofano e caffè che testimoniano la surmaturazione delle uve in vigna e il passaggio in legno. Il sorso è elegante e ancora vivace con una chiusura che richiama le spezie dolci.
Vino prodotto con uve surmaturate in pianta e sottoposte a breve appassimento.
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO DEI ZIRESI 2021 – Maso Salengo
Colore rubino impenetrabile. Olfatto complesso con tocchi floreali e prevalenza delle note di ciliegia in confettura. Coerente il sorso che entra fresco e si fa ampio, intenso e armonico grazie alla tannicità delicata. La lunga persistenza lascia una piacevole scia speziata
Marzemino che nasce nel cuore della Sottozona dei Ziresi da antiche viti a pergola doppia.
Il Fascino di un Press Tour: Esperienze, Curiosità ed Emozioni, Chef Laura Marciani
di Carol Agostini
Immagina di essere invitato a partecipare a un press tour, un viaggio pensato per giornalisti e blogger, volto a scoprire e raccontare le meraviglie di un territorio. Il sole splende alto nel cielo mentre il gruppo di partecipanti si riunisce, pronto per un’avventura che promette di essere ricca di emozioni, sapori e storie.
L’Arrivo e la Prima Impressione
Il viaggio inizia con l’arrivo in una pittoresca cittadina, nascosta tra colline verdeggianti e vigneti dorati. L’aria è fresca e profuma di erba appena tagliata e fiori selvatici. La prima tappa è spesso un luogo di accoglienza, come una storica villa o un moderno agriturismo, dove i partecipanti possono lasciare i bagagli e rilassarsi prima di iniziare l’itinerario.
Il cuore del press tour è la scoperta del territorio. Le giornate sono scandite da visite guidate a luoghi di interesse storico e culturale. Ogni angolo racconta una storia: dalle antiche rovine romane ai castelli medievali, dalle chiese barocche ai piccoli borghi che sembrano essersi fermati nel tempo. Ogni tappa offre l’opportunità di conoscere la storia locale, arricchendo il viaggio con aneddoti e curiosità che solo una guida esperta può raccontare.
Uno dei momenti più attesi è la degustazione di vini e prodotti tipici. Il gruppo si ritrova in un’accogliente cantina, dove il proprietario, con passione e competenza, illustra le caratteristiche dei vini locali. Si assaggiano bianchi fruttati, rossi corposi e spumanti raffinati, accompagnati da formaggi, salumi e pane casereccio. Ogni sorso è un’esplosione di sapori, un viaggio sensoriale che permette di apprezzare la complessità e la ricchezza della produzione enologica locale.
Le serate spesso culminano in esperienze culinarie indimenticabili. Le lezioni di cucina con chef locali permettono ai partecipanti di mettere le mani in pasta e imparare i segreti delle ricette tradizionali. Si preparano piatti come la pasta fatta in casa, i ragù a lunga cottura e i dolci tipici, seguendo le indicazioni di maestri che conoscono ogni trucco del mestiere.
Le cene gourmet sono l’apice della giornata. Ristoranti di rinomati chef aprono le loro porte per offrire menu degustazione che esaltano i prodotti del territorio. Ogni piatto è un’opera d’arte, un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, capace di stupire e deliziare anche i palati più esigenti. La cura dei dettagli, la presentazione impeccabile e la qualità degli ingredienti rendono ogni cena un’esperienza memorabile.
Partecipare a un press tour non significa solo visitare luoghi e assaggiare cibi prelibati, ma anche entrare in contatto con le persone che rendono speciale quel territorio. Gli incontri con produttori, artigiani, cuochi e abitanti locali arricchiscono l’esperienza di umanità e autenticità. Ascoltare le loro storie, condividere passioni e scoprire tradizioni secolari crea un legame unico e indissolubile con il luogo visitato.
Il Ritorno e la Condivisione
Al termine del press tour, i partecipanti tornano a casa con un bagaglio carico di emozioni, esperienze e nuove conoscenze. Le foto scattate, i taccuini pieni di appunti e le ricette raccolte saranno la base per articoli, reportage e post sui blog, permettendo di condividere con il proprio pubblico la bellezza e l’unicità del viaggio appena vissuto.
Un press tour è più di un semplice viaggio; è un’opportunità per esplorare, imparare e raccontare. Ogni esperienza vissuta, ogni sapore assaggiato e ogni storia ascoltata diventano parte di un racconto più grande, che trasforma il viaggiatore in un ambasciatore del territorio scoperto.
Vi racconto attraverso le foto di questo articolo la stima che provo per questa Mamma Chef, zia di ognuno di noi, di tutti coloro che si avvicinano alla sua cucina, vi voglio portare alla lussuria gustativa più profonda in un percorso di immagini che trasmettono gola e emozioni.
Progetto Roma DOCet 2023, le attività e il grande lavoro del Consorzio
Di Cristina Santini
Roma DOCetè un progetto ad ampio respiro che segue percorsi paralleli e fortemente collegati tra loro, azioni che non si esauriranno nei prossimi mesi ma che proseguiranno mettendo al centro dell’attenzione temi come promozione, turismo, business, ma anche formazione, attenzione per la sostenibilità, rapporti con i media attraverso iniziative culturali, promozionali e b2b, avendo come punto di riferimento la Capitale.
Presentato il 27 aprile alla Stampa e agli Addetti del settore alla presenza dei numerosi Produttori del Lazio nella bellissima cornice del ristorante all’interno del Palazzo Esposizioni, il progetto mette al centro delle operazioni Roma, una città che offre tante opportunità, eccellenze e una ristorazione in continua crescita e questo è un vantaggio che va sfruttato al meglio.
Diversi appuntamenti caratterizzano il 2023, messi a punto dal Consorzio di Tutela Vini Roma DOC, a cominciare dal primo incontro accademico con gli studenti avvenuto in una sede prestigiosa come l’Aula Moscati dell’Università di Roma Tor Vergata, Macroarea di Lettere e Filosofia. Nella tavola rotonda “DallaRoma Caput Vini alla Roma DOC”, un viaggio attraverso i millenni, è emerso il ruolo fondamentale che il vino ha sempre avuto nella storia di Roma.
In questa occasione, il Consorzio ha provato a raccontare il vino ai giovani approfondendo tematiche storiche, sociali e culturali allo scopo di promuovere un consumo basato sulla conoscenza.
“La missione principale di un Consorzio – ha sottolineato Tullio Galassini, Presidente Consorzio Roma DOC – è quella di promuovere le etichette del proprio territorio, effettuare dei controlli, operare nella comunicazione. Ma quando si porta in giro un nome come Roma, viene spontaneo muoversi anche su altri sentieri.
Quello dell’educazione e della narrazione del vino come trait d’union tra storia, cultura e sociale, rappresenta per tutti noi un quid plus irrinunciabile. La partnership con Tor Vergata ci consente di avere un contatto diretto con i giovani, cosa che riteniamo fondamentale per il nostro progetto Roma DOCet. Un progetto che si svilupperà nei prossimi anni e per il quale sappiamo di poter contare sulla necessaria collaborazione delle istituzioni”.
Il progetto si muove su più fronti e finora ha visto la partecipazione del Consorzio e delle aziende consortili alle più importanti manifestazioni di settore, anche fuori dai confini regionali, in Italia e all’Estero. Dopo il successo del Merano Wine Festival è stata la volta del Prowein di Dusseldorf con risultati importanti da parte della stampa estera che prima non si avevano, ma anche del Vinitaly dove c’è stata molta attenzione al territorio e del Vitignoitalia a Napoli.
Il 5 giugno si è tenuto un incontro fondamentale con il Trade romano ospitato sulla terrazza all’ultimo piano del Rome Marriott Grand Hotel Flora di Via Veneto con una vista unica sulla Città Eterna. Anche qui risultati ottimali che hanno visto la presenza di 78 esercizi commerciali registrati tra ristoranti ed enoteche.
Ma indispensabile è stata anche la presenza su Roma. Infatti si sono appena conclusi il Vinòforum e Hortus Vini di Roma, due eventi che hanno avuto consenso di pubblico e fatto conoscere le tante cantine appartenenti al progetto con etichette esemplari legate alla storia di Roma tra bianchi, rosati e rossi.
Sempre durante i mesi di maggio e giugno il Consorzio ha organizzato una serie di press tour permettendo alla stampa di settore di approfondire la conoscenza sulle diverse aree che caratterizzano il territorio della denominazione, un grande areale fatto di terra vulcanica che a seconda delle colate laviche più recenti o più antiche, delle altitudini o della distanza dal grande cratere dona ai vini la specificità e peculiarità territoriale.
La Denominazione Roma Doc (2011) e il suo Consorzio (2018) sono molto giovani, un impegno partito con un gruppo di dieci aziende giunto ad oggi ad una realtà associativa di 54 viticoltori, con le migliori intenzioni, la forza e la volontà di portare avanti programmi ben distinti intenti a promuovere e valorizzare il territorio, al riconoscimento della qualità, alla comunicazione e all’internazionalizzazione.
I vini che si fregiano di tale Denominazione nascono all’interno dell’area geografica della Regione Lazio che si estende su una superficie di circa 28.000 ettari e comprende i territori litoranei, la Sabina romana, i Colli Albani, i Colli Prenestini e parte della Campagna romana in Provincia di Roma.
La ricchezza è nel suo suolo che risale al Quaternario, il periodo geologico più recente, quello in cui viviamo ancora oggi, caratterizzato da due principali unità geologiche: la prima, quella delle aree pianeggianti della valle del Tevere e dell’Aniene dove si trovano sedimenti marini costituiti da un substrato di sedimenti alluvionali; la seconda, quella interna determinata dalle eruzioni del Vulcano laziale, dove i terreni sono composti da vari tipi di tufo a cui si sono sovrapposti ceneri e lapilli depositati in strati di notevole spessore e cementati in misura diversa.
L’area dei Castelli Romani si estende in forma circolare attorno all’antico apparato vulcanico dei Colli Albani, attivo fino a diecimila anni fa. La zona ha interessato tre diverse fasi intervallate da periodi di calma generando la formazione di laghi che oggi occupano il fondo dei crateri offrendo paesaggi sorprendenti. Ad esempio nella prima fase l’accumulo delle lave arrivate fino alle future porte di Roma e la successiva sedimentazione di scorie formò un cono largo 60 km. Nelle fasi successive l’attività intensa generò altre bocche laterali culminando in forti e numerose esplosioni freatiche.
Per cui la scelta del versante del vulcano, la distanza da esso e l’altitudine che può arrivare a 600 metri slm., costituiscono fattori importanti che influenzano ogni tipologia di etichetta e per tale motivo un unico vitigno, come ad esempio la Malvasia del Lazio detta Puntinata, genera diversi vini e tutti peculiari a suo modo.
Ma gli autoctoni lazialiche sono idonei alla produzione dei bianchi sono anche Bellone, Bombino bianco, Trebbiano Verde, Trebbiano Giallo e il Greco bianco. Sia la Malvasia che il Bellone nascono anche in purezza ma da disciplinare la prima è obbligatoria per almeno il 50% e il secondo in uvaggio per il 35%. Per i rossi abbiamo il Montepulciano che viene utilizzato in blend minimo al 50% con Cesanese comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah da soli o congiuntamente per almeno il 35%.
“Roma ha un cuore divino” rappresenta la mappa dei 6 itinerari organizzati per la stampa italiana ed estera che ha coinvolto parte delle aziende appartenenti al Consorzio che hanno saputo raccontare con tanta energia la propria storia, dando ospitalità, aprendo le porte della propria cantina e concedendoci il privilegio di assaggiare non solo le etichette della Roma Doc ma anche qualche altra referenza a dimostrazione della qualità raggiunta in questi ultimi anni con impegno e dedizione.
Vi racconteremo, in maniera più dettagliata, nei prossimi articoli i quattro Tour ai quali abbiamo partecipato: il primo TOUR DA FRASCATI AI MONTI PRENESTINI con Fontana Candida, Poggio Le Volpi, Principe Pallavicini e Vinicola Federici; il secondo TOUR SUL BORDO DEL VULCANO con il Gotto D’Oro, Cantine San Marco e Cantina Gaffino; il terzo TOUR CISTERNENSE – NETTUNO con Cantina Amena, Tenimenti Leone, La Giannettola e Casa Divina Provvidenza; il quarto TOUR MARINO – AGRO ROMANO con Terre del Veio e Cantina Castello Torreinpietra.