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  • Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025

    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025

    Formaggi Chiodetti: L’Arte Casearia Contemporanea Incontra la Tradizione all’Evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025

    di Carol Agostini

    In occasione dell’evento enogastronomico “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025, tenutosi presso l’Istituto Omnicomprensivo Sandro Pertini di Magliano Sabina, l’azienda Formaggi Chiodetti si è distinta come uno degli sponsor principali, offrendo ai partecipanti un’esperienza gustativa unica attraverso i suoi rinomati formaggi artigianali.

    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto di Carol Agostini
    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto di Carol Agostini

    Questa manifestazione, svoltasi sabato 18 gennaio dalle 15:00 alle 19:00, ha rappresentato un’opportunità straordinaria per l’azienda di far conoscere i propri prodotti a un pubblico variegato, composto da studenti, docenti e visitatori esterni, rafforzando così il legame tra la produzione locale e la comunità.

    Formaggi Chiodetti: Una Storia di Passione e Tradizione

    Situata a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, l’azienda Formaggi Chiodetti rappresenta un’eccellenza nel panorama caseario italiano. La storia dell’azienda affonda le sue radici nella tradizione pastorale abruzzese, con la famiglia Chiodetti che discende da pastori che praticavano la transumanza nella Tuscia viterbese. Questa terra è diventata poi la sede definitiva per l’agricoltura, l’allevamento e il caseificio, dando vita a una realtà imprenditoriale che ha saputo coniugare tradizione e innovazione.

    Dal 1969, Formaggi Chiodetti si dedica alla produzione di formaggi di alta qualità, puntando su latte a km0, artigianalità e un processo produttivo curato nei minimi dettagli. L’azienda si distingue per la sua filosofia basata sul rispetto per la tradizione casearia, l’innovazione nelle tecniche di produzione e l’attenzione alla qualità delle materie prime.

    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto da sito
    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto da sito

    La Qualità come Filosofia Aziendale

    Formaggi Chiodetti ha fatto della qualità il suo mantra. Ogni fase della produzione, dalla raccolta del latte alla stagionatura dei formaggi, è sottoposta a rigorosi controlli per garantire l’eccellenza del prodotto finale. L’azienda utilizza esclusivamente latte 100% italiano proveniente da allevamenti selezionati, dove le migliori mucche e pecore sono nutrite in modo naturale.

    Il processo produttivo di Formaggi Chiodetti si basa su alcuni principi fondamentali:

    1. Utilizzo di latte fresco di raccolta a km zero
    2. Pastorizzazione controllata per preservare le qualità organolettiche del latte
    3. Controlli di laboratorio costanti per garantire la sicurezza alimentare
    4. Ambiente di produzione controllato per assicurare l’igiene e la qualità del prodotto finale
    Questi standard elevati si traducono in una produzione giornaliera di circa 300 forme di formaggio, utilizzando 85.000 litri di latte al mese forniti da 20 allevatori selezionati.

    L’Eccellenza dei Prodotti Chiodetti

    La gamma di prodotti offerti da Formaggi Chiodetti è vasta e variegata, spaziando dai formaggi freschi a quelli stagionati, dai pecorini ai formaggi di mucca. Tra le eccellenze dell’azienda spiccano:

    1. Fiocco della Tuscia: Un formaggio a crosta fiorita dal sapore delicato e avvolgente, simbolo dell’arte casearia contemporanea di Chiodetti.
    2. Pecorino Falisco Stagionato: Un formaggio dal gusto deciso e complesso, frutto di una lunga stagionatura che ne esalta le caratteristiche organolettiche.
    3. Ricotta Fiore della Tuscia: Una ricotta fresca e cremosa, ideale sia per preparazioni dolci che salate.
    4. La Dolce Amerina: Un formaggio senza lattosio, che combina tradizione e innovazione per soddisfare le esigenze dei consumatori intolleranti.
    5. Pecorini Affinati: Una linea di formaggi stagionati in foglie di noce, vinaccia, alloro o affinati nel vino rosso, che rappresentano l’apice della ricerca e sperimentazione di Chiodetti.

    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto da sito
    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto da sito

    La Partecipazione all’Evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025

    La presenza di Formaggi Chiodetti all’evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025 ha rappresentato un momento significativo sia per l’azienda che per la comunità di Magliano Sabina. L’evento ha offerto una piattaforma ideale per celebrare le eccellenze enogastronomiche locali e rafforzare il legame tra la scuola, le aziende del territorio e la comunità.

    Durante l’evento, Formaggi Chiodetti ha allestito un banco di assaggio dove studenti, docenti e visitatori hanno avuto l’opportunità di degustare e apprezzare la vasta gamma di formaggi offerti dall’azienda. Questo spazio è diventato rapidamente uno dei punti focali dell’evento, attirando l’attenzione di tutti i presenti grazie alla qualità e alla varietà dei prodotti proposti.

    Il Ruolo Educativo di Formaggi Chiodetti

    La partecipazione all’evento scolastico ha sottolineato il ruolo educativo che Formaggi Chiodetti svolge nel territorio. Attraverso la sua presenza, l’azienda ha contribuito attivamente alla promozione di una cultura alimentare consapevole, educando i consumatori, e in particolare le giovani generazioni, sull’importanza di una dieta equilibrata e basata su prodotti locali di qualità.

    Durante l’evento, gli studenti si sono studiati i prodotti e  illustrato il processo di produzione dei formaggi, l’importanza della qualità del latte e il legame tra il prodotto e il territorio. Queste sessioni informative hanno offerto agli studenti e ai visitatori un’opportunità unica di apprendimento, permettendo loro di comprendere il valore della filiera corta e l’importanza delle produzioni locali per l’economia e la cultura del territorio.

    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, logo aziendale
    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, logo aziendale

    L’Impatto sulla Comunità

    La presenza di Formaggi Chiodetti all’evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025 ha avuto un impatto significativo sulla comunità locale. Ha rafforzato il legame tra l’azienda e il territorio, dimostrando l’importanza delle realtà produttive locali nel tessuto sociale ed economico della regione.

    L’evento ha anche evidenziato come la collaborazione tra scuole, istituzioni e aziende locali possa creare sinergie positive, promuovendo lo sviluppo economico sostenibile e valorizzando le risorse del territorio. Formaggi Chiodetti si è dimostrata non solo un’eccellenza produttiva, ma anche un attore attivo nella vita della comunità, capace di contribuire alla formazione delle nuove generazioni e alla promozione del territorio.

    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto di Carol Agostini
    Formaggi Chiodetti, sensazionale arte casearia 2025, foto di Carol Agostini

    Innovazione e Tradizione: Il Futuro di Formaggi Chiodetti

    Il successo ottenuto durante l’evento apre nuove prospettive per Formaggi Chiodetti. L’azienda, che già si distingue per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, sta valutando la possibilità di intensificare la collaborazione con l’Istituto Omnicomprensivo Sandro Pertini, offrendo opportunità di stage e visite guidate presso la propria sede.

    L’azienda continua a investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti, mantenendo sempre un occhio di riguardo per la tradizione casearia del territorio. La linea di formaggi senza lattosio e i pecorini affinati sono esempi di come Formaggi Chiodetti sia in grado di rispondere alle esigenze del mercato moderno senza perdere di vista le proprie radici.

    LEGGI ANCHE: https://www.lagazzettadimassaecarrara.net/enogastronomia/evento-enogastronomico-scuola-aperta-un-tuffo-nelle-origini-2025?fbclid=IwY2xjawIAdZpleHRuA2FlbQIxMAABHZywefJ7Gpftd71aVeCB4cARgECZF4xOsyaOLu8BpwAJb5fLyNaXdOZwHw_aem_BSzS38Wp_LDwpenAttDhBg

    La partecipazione di Formaggi Chiodetti all’evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025 ha rappresentato un momento significativo non solo per l’azienda, ma per l’intera comunità di Magliano Sabina e della Tuscia viterbese. Ha dimostrato come un’azienda casearia possa essere molto più di un semplice produttore di formaggi, diventando un vero e proprio ambasciatore del territorio, un educatore e un promotore di sviluppo sostenibile.

    La qualità dei formaggi Chiodetti, unita all’impegno per la sostenibilità e alla volontà di coinvolgere attivamente la comunità, fanno di questa azienda un esempio virtuoso nel panorama dell’agricoltura e dell’artigianato alimentare italiano. Il successo ottenuto durante l’evento scolastico non è che l’ultima conferma del valore di un’impresa che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, qualità e sostenibilità, produzione e educazione.

    In un’epoca in cui la consapevolezza alimentare e l’attenzione all’ambiente sono temi sempre più centrali, Formaggi Chiodetti si pone come un modello da seguire, dimostrando come sia possibile produrre eccellenze gastronomiche nel rispetto della natura e delle tradizioni locali, contribuendo al contempo allo sviluppo economico e culturale del territorio. Il futuro dell’azienda si prospetta ricco di nuove sfide e opportunità, sempre nel segno della qualità, della sostenibilità e del legame profondo con la terra e la comunità della Tuscia viterbese.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento: https://formaggichiodetti.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/ 

    https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota

    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota

    Merano Wine Festival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann

    di Danilo Amapani

    In occasione del Merano WineFestival 2024 si è tenuto un incontro tra due colossi dell’enologia italiana: Hans Terzer e Silvio Jermann. Merano WineFestival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann

    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di repertorio
    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di repertorio

    Merano WineFestival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann

    Hans Terzer, winemaker della cantina di St. Michael-Eppan,  si avvicina sin da piccolo all’enologia e da quando prende le redini della cantina di San Michele Appiano ha saputo elevare al massimo i vini prodotti dedicandosi ad un lavoro spasmodico per portare alto il nome dell’Alto Adige.
    Nel corso della sua lungimirante carriera, Hans Terzer è stato il primo della zona altoatesina a vinificare bianchi in barrique e a scoprire le potenzialità di uno dei vitigni che hanno fatto e stanno facendo la storia di questa zona, il Pinot Nero.

    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani
    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani

    Silvio Jermann è il più rappresentativo vignaiolo friulano. A capo dell’azienda di famiglia Jermann, dopo un’esperienza in Canada, comincia la sua produzione di vini per valorizzare a pieno il suo territorio. Inoltre Silvio Jermann è stato premiato da Gambero Rosso nel 2016 come miglior produttore nel mondo di vini bianchi italiani, oggi continua nel suo lavoro di valorizzazione del territorio.
    È stato proprio questo il fulcro dell’incontro, in occasione del Merano Wine Festival, con questi due produttori: la valorizzazione di un territorio che continua a stupire di anno in anno.

    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani
    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani

    Da Gorizia a Bolzano, la caratteristica che accomuna entrambi è l’attenzione alla qualità e alla tipicità dell’area, con un focus sull’utilizzo di vitigni autoctoni a bacca bianca. Questo ha permesso a entrambe le cantine di evolversi e di diventare un caposaldo della viticoltura italiana.
    Un altro tema rilevante è stato la successione delle cantine. In giovane età, insieme ad altri colleghi, hanno sempre alimentato la voglia di imparare, di sporcarsi le mani sia in vigna che in cantina. Questo purtroppo non sempre accade fra i giovani che si approcciano a questo mondo, poiché, per citare le parole di Hans Terzer, “presi dalle tecnologie e smartphone di oggi, non colgono le occasioni di imparare dagli esperti”.

    In occasione di questa colloquio, abbiamo avuto il piacere di assaggiare due grandi vini i quali hanno fatto la storia delle due cantine.

    Merano Wine Festival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann

    L’Appius di St. Michael-Eppan, un’idea di Hans che ha saputo mettere in atto aspettato il momento giusto. Questo momento è avvenuto nel 2010, anno in cui è stata prodotta la prima bottiglia, composta prevalentemente da Chardonnay e da percentuali che cambiano in base alle annate di Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon Blanc. Fermentazione e affinamento in barrique, assemblaggi dei vari vitigni dopo un anno e un affinamento in tini di acciaio per tre anni per poi essere messo in commercio.

    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani
    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani

    Abbiamo assaggiato quattro annate:

    2010. Giallo dorato, con profumi intensi euna grandissima complessità che virano fino a note tostate. Una persistente avvolgenza contornata da una decisa mineralità.
    2016.Giallo paglierino carico e olfatto intenso deciso da grandi sentori erbacei e floreali. Grande equilibrio al gusto, con presenza di un finale vanigliato.
    2018. Giallo paglierino con riflessi verdolini e presenza olfattiva di frutta esotica, pesca, mela renetta. Grande freschezza al palato e bevibilità.
    2021.Annata in anteprima assoluta. Si presenta con un colore giallo verdolino; profumi di ananas e pesca accompagnati da sentori floreali e accenni di chiodi di garofano. Al palato una grande freschezza e vivacità che invogliano la beva.

    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani
    Merano WineFestival 2024: Masterclass ad alta quota, foto di Danilo Amapani

    Silvio Jermann ci ha voluto omaggiare con tre bottiglie esclusive:
    2007.In onore del padre venuto a mancare. Ribolla Gialla, intensità e complessità immensa. Grande freschezza nonostante i 28 anni d’età.
    2010. Vino in occasione dei 65 anni di matrimonio dei genitori. Vitigno autoctono, Tocai Friulano. Giallo dorato intenso, profumo di scorza d’arancia e leggera mandorla amara, quest’ultimo viene ritrovata anche al gusto.
    2018. Vino in occasione del centenario dell’azienda. Pinot Bianco 100%. Giallo Paglierino, profumi di mela golden, agrumi e zenzero con gusto deciso, succoso e grande persistenza.

    Danilo Amapani, Pugliese DOC, Annata ’98; sommelier AIS dal ’19. Wine lover & traveller
    Danilo Amapani, Pugliese DOC, Annata ’98; sommelier AIS dal ’19. Wine lover & traveller

    Siti di riferimento cantine: https://www.jermann.it/_it/silvio_jermann  https://www.stmichael.it/

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  • Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024

    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024

    Merano WineFestival 2024, nuove scoperte vinicole e tanti assaggi

    di Adriano Guerri

     

    A Merano in occasione dell’evento enogastronomico glamour più atteso dell’anno, Merano WineFestival, svoltosi dall’ 8 al 12 novembre 2024, come consuetudine nei suggestivi saloni del Kurhaus, ho partecipato ad alcune masterclass che sono state organizzate al prospiciente Hotel Therme. Quella in descrizione riguarda una perla enologica dell’Alto Adige “ Schiava non per scelta! – DNA Schiava“.

    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024, foto dell'autore, Il Kurhaus visto dal Ponte che attraversa il Passirio
    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024, foto dell’autore, Il Kurhaus visto dal Ponte che attraversa il Passirio

    La masterclass è stata magistralmente curata da Riccardo Polo e Hartmann Dona’.
    La varietà Schiava è considerata una varietà autoctona dell’Alto Adige, qui ha trovato condizioni pedoclimatiche propizie e viene allevata sin dal Cinquecento. Capace di dare origine a vini espressivi e di grande piacevolezza di beva, tuttavia, viene allevato anche in Trentino, Veneto e Lombardia. Il suo baricentro è tra il Lago di Caldaro e Merano.

    L’etimologia del termine viene ipotizzato che derivi dal latino, dal quale la vite veniva legata ad un supporto. Nota anche come Vernatsch o Trollinger nel sud della Germania. Dopo un periodo poco felice per questo singolare vitigno, da qualche anno a questa parte è stato riscoperto e ha avuto la valorizzazione e considerazione che merita.

    Discende dal Pinot Nero ed è genitore sia del Lagrein sia del Marzemino . Quattro sono le varietà tra le più diffuse: Schiava Nera, Schiava Gentile, Schiava Grossa e Schiava Grigia con caratteristiche ampelografiche diverse. Un vino molto apprezzato in gioventù, tuttavia, è molto piacevole anche con qualche anno in più sulle spalle.

    A tavola è il vino ideale a tutto pasto, si abbina bene con salumi, soprattutto lo speck, canederli, secondi piatti a base di carne bianca, zuppe e formaggi semi stagionati, io da toscano, lo vedo bene anche con cacciucco alla livornese.

    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024, foto dell'autore, Riccardo Polo e Hartmann Dona'
    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024, foto dell’autore, Riccardo Polo e Hartmann Dona’

    Ecco i vini degustati a Merano

    Fliederhof Gran Marie Sankt Magdalener Klassisch Alto Adige Doc 2022 Fliederhof – Bellissimo color rosso rubino intenso e trasparente, al naso sprigiona sentori di ciclamino, lampone, mora e ribes, il sorso è fresco, saporito, armonioso e leggiadro.
    Sito di riferimento: www.fliederhof.it

    Upupa Vigneti Dolomiti Igt 2021 Martin Abraham – Rosso rubino brillante, al naso emana sentori di rosa, fragola, lampone, ciliegia e mirtillo, al palato è setoso, vibrante, fine e persistente.
    Sito di riferimento: www.weingutabram.it

    Arena 2021 Alto Adige Doc Tenuta Oberstein – Joachim Wolf – Rosso rubino trasparente, al naso giungono sentori di violetta, ciliegia, frutti di bosco e mandorla, al gusto è avvolgente, coerente e accattivante.
    Sito di riferimento: www.oberstein.it

    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024, foto dell'autore, i vini in degustazione
    Merano autentico paese di assaggi vinicoli 2024, foto dell’autore, i vini in degustazione

    Sea Kalterersee Klassisch 2018 Andi Soelva – Rosso rubino con riflessi che virano sul granato, sviluppa note di viola, ciliegia, lampone, pepe nero e liquirizia, al palato è pieno ed appagante con tannini setosi e un finale lungo e saporito.
    Sito di riferimento:www.andisoelva.com

    Der Pfannenstiel Alto Adige Doc Sankt Magdalener Classico 2015 Pfannenstiel – Rosso rubino con sfumature granato, al naso rimanda sentori di mammola, ciliegia matura, pepe, mandorla e spezie dolci, il sorso è avvolgente, appagante e incredibilmente persistente.
    Sito di riferimento: www.pfannenstielhof.it

    Dona’ Rouge 2011 Mitterberg Igt Hartmann Donà – Rosso granato intenso, trasparente e consistente, all’olfatto arrivano sentori di confettura di marasche, pepe, ginger, noce moscata e eucalipto, al palato è rotondo e di buona corrispondenza gusto-olfattiva, lungo e duraturo.
    Sito di riferimento: www.hartmanndona.it

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    siti di riferimento: https://meranowinefestival.com/

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024

    Enogastronomia italiana, quale sarà lo sviluppo nel 2025, crisi confermata nel 2024?

    di Carol Agostini

     

    Il futuro dell’enogastronomia italiana, in un periodo segnato da crisi economiche e cambiamenti nei modelli di consumo, rappresenta una sfida complessa ma anche un’opportunità per innovare e consolidare la posizione di eccellenza del nostro Paese in questo settore. Nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi e alla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane, il comparto enogastronomico continua a essere uno dei pilastri dell’economia nazionale, sia a livello interno che internazionale.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto da Pexel
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto da Pexel

    Il panorama attuale: una ripresa ancora fragile

    Secondo il report Deloitte “Foodservice Market Monitor 2023”, il mercato della ristorazione italiana è in ripresa dopo il crollo causato dalla pandemia, con un valore complessivo di 75 miliardi di euro. Tuttavia, la crisi economica, caratterizzata dall’aumento dell’inflazione e dal calo del potere d’acquisto delle famiglie, ha modificato in modo significativo i comportamenti di consumo, spingendo molti consumatori a ridurre la frequenza con cui mangiano fuori casa o acquistano prodotti gourmet. La ripresa globale del settore della ristorazione, che ha raggiunto i 2.600 miliardi di euro nel 2022, ha visto il delivery aumentare la sua quota di mercato fino al 19%, a conferma di un cambiamento strutturale nelle abitudini di consumo che sembra destinato a perdurare.

    A livello mondiale, il mercato della cucina italiana ha un valore complessivo di 228 miliardi di euro, con un tasso di crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. Il marchio “Italia” continua a essere sinonimo di qualità e autenticità, con la cucina italiana che rappresenta il 19% del mercato globale dei ristoranti tradizionali. Tuttavia, l’Asia-Pacifico e il Nord America dominano il mercato della ristorazione, mentre l’Europa, pur rimanendo un attore chiave, mostra segni di stagnazione.

    Uno degli aspetti più critici per l’enogastronomia italiana riguarda l’aumento dei costi di produzione, che colpisce in particolare i produttori di vino e olio d’oliva, due simboli del nostro patrimonio alimentare. Gli agricoltori e i produttori devono far fronte a una combinazione di fattori avversi: l’aumento dei prezzi dell’energia, dei trasporti e delle materie prime, nonché le conseguenze dei cambiamenti climatici, come le recenti siccità che hanno ridotto la resa delle colture.
    Inoltre, la competizione sui mercati internazionali è sempre più agguerrita.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Karolina Grabowska
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Karolina Grabowska

    Se da un lato il “Made in Italy” continua a essere apprezzato e richiesto, dall’altro i produttori devono affrontare sfide legate alle contraffazioni e alle imitazioni di prodotti italiani, che danneggiano l’immagine e la qualità percepita dei prodotti originali. La valorizzazione delle denominazioni d’origine e delle certificazioni di qualità rappresenta una leva fondamentale per contrastare questo fenomeno e per mantenere alta la competitività del settore.

    Nonostante le difficoltà, esistono numerose opportunità per rilanciare il settore enogastronomico italiano. Una di queste è rappresentata dalla crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità. Le aziende che riescono a coniugare tradizione e innovazione, investendo in produzioni biologiche, a basso impatto ambientale e in filiere corte, possono distinguersi e conquistare nuove fette di mercato, sia in Italia che all’estero.

    Il turismo enogastronomico rappresenta un altro segmento in forte crescita, con i viaggiatori che scelgono sempre più spesso destinazioni italiane per vivere esperienze culinarie autentiche. Secondo l’Osservatorio sul Turismo Enogastronomico Italiano, questo settore ha mostrato segnali di ripresa già nel 2022, grazie alla domanda crescente da parte di turisti stranieri, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti e dai Paesi asiatici.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska

    Le prospettive per il 2024 e oltre

    Le previsioni per il futuro dell’enogastronomia italiana sono contrastanti. Da un lato, le difficoltà economiche e l’incertezza politica a livello internazionale potrebbero continuare a influire negativamente sulla domanda interna ed estera. Dall’altro, le aziende italiane hanno dimostrato nel tempo una grande capacità di adattamento e innovazione, riuscendo a rimanere competitive anche nei momenti di crisi.

    Secondo recenti studi di mercato, l’export dei prodotti enogastronomici italiani continuerà a crescere nei prossimi anni, soprattutto nei mercati emergenti come la Cina e l’India, dove la domanda di prodotti alimentari di alta qualità è in aumento. Tuttavia, per cogliere queste opportunità, sarà fondamentale investire in strategie di marketing innovative e in canali di distribuzione digitali, che consentano alle aziende italiane di raggiungere un pubblico globale.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska
    Riflessione personale

    In qualità di titolare dell’agenzia Foodandwineangels, Carol Agostini conosce bene le sfide e le opportunità del settore enogastronomico. La sua esperienza nel mondo dell’export e della selezione di prodotti per mercati esteri le ha permesso di comprendere l’importanza di creare connessioni solide tra produttori italiani e distributori internazionali. In un contesto globale sempre più competitivo, è essenziale che le aziende italiane riescano a distinguersi non solo per la qualità dei loro prodotti, ma anche per la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

    Il futuro dell’enogastronomia italiana dipenderà dalla capacità delle imprese di innovare, di investire in sostenibilità e di valorizzare le eccellenze locali, mantenendo al contempo un forte legame con le tradizioni. Solo in questo modo sarà possibile superare le sfide attuali e garantire un futuro prospero a uno dei settori più iconici del nostro Paese.

    L’esportazione di vino da Malta verso il mercato internazionale, compreso quello americano, è un settore di nicchia ma in crescita. Secondo i dati del 2022, Malta ha esportato vino per un valore di circa 300.000 dollari, con i principali mercati di destinazione che includono Paesi europei come Paesi Bassi, Francia, Spagna e Grecia. Tuttavia, gli Stati Uniti non risultano tra le principali destinazioni dell’esportazione di vino maltese, suggerendo che la penetrazione di questo prodotto in America è limitata.

    Per quanto riguarda l’importazione, Malta ha importato vino per un valore di circa 30,5 milioni di dollari nel 2022, principalmente dall’Italia, seguita dalla Francia e dalla Spagna. Questa dipendenza dai mercati europei potrebbe indicare che gli sforzi per esportare verso altre regioni come gli Stati Uniti non sono ancora così sviluppati, ma esistono opportunità di crescita.

    Se ti servono ulteriori dettagli o dati specifici sulle esportazioni vinicole maltesi verso l’America, puoi consultare le statistiche pubblicate dall’Osservatorio del Complesso Economico (OEC) o dal National Statistics Office di Malta.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Gustavo Fring
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Gustavo Fring

    L’esportazione di vino dall’Italia verso gli Stati Uniti, in particolare verso regioni come New York, continua a ricoprire un ruolo fondamentale nel commercio globale del vino. Secondo rapporti recenti, gli Stati Uniti rimangono il maggior importatore di vino al mondo, con importazioni che hanno raggiunto i 6,79 miliardi di dollari nel 2022. L’Italia rappresenta uno dei principali esportatori verso questo mercato, con circa 2,03 miliardi di dollari di vino esportato, posizionandosi come il secondo maggior fornitore dopo la Francia. I vini italiani sono particolarmente apprezzati per la loro qualità e varietà, con etichette popolari come Chianti, Barolo e Prosecco in testa alle vendite.

    Il mercato di New York, in particolare, riveste un’importanza cruciale grazie al suo status di centro culturale ed economico, caratterizzato da una scena ristorativa vivace e da una base di consumatori sofisticata. La domanda di vini italiani premium continua a crescere, supportata dalla numerosa popolazione italo-americana della città e dall’influenza di sommelier di alto livello e critici del vino. Inoltre, eventi come Vinitaly International e altre fiere vinicole tenute a New York aiutano i produttori italiani a connettersi con i distributori americani, contribuendo ulteriormente all’aumento delle esportazioni.

    Tuttavia, non mancano le sfide. L’aumento dei costi di produzione, insieme all’inflazione e all’incertezza economica, ha influenzato le abitudini di spesa dei consumatori, causando una leggera diminuzione nell’acquisto di vini di lusso. Allo stesso tempo, le difficoltà logistiche, comprese le tariffe e le interruzioni della catena di approvvigionamento, hanno impattato il flusso generale di vino tra Italia e Stati Uniti. Nonostante questi ostacoli, gli analisti rimangono ottimisti sulla resilienza dei vini italiani nel mercato americano, soprattutto perché i consumatori più giovani stanno mostrando un interesse crescente per vini biologici e sostenibili.

    In conclusione, sebbene l’industria vinicola italiana affronti alcune difficoltà, la sua forte presenza a New York e nel mercato statunitense più ampio, supportata da solidi legami culturali e da una tradizione di eccellenza, suggerisce una prospettiva positiva per una crescita e un successo continui.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Merano WineFestival 2024, autentico evento food e Wine

    Merano WineFestival 2024, autentico evento food e Wine

    Il Merano WineFestival, giunto alla sua 33ª edizione dall’8 al 12 novembre 2024

    di Carol Agostini

     

    E’ un evento imperdibile per gli appassionati di vino e del settore enogastronomico. Questo festival, che si svolge nella splendida cornice di Merano, in Alto Adige, rappresenta non solo un’occasione per celebrare le eccellenze del vino a livello internazionale, ma anche un momento di scambio culturale e di riflessione sui futuri sviluppi del mondo vitivinicolo.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, foto da comunicato stampa
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, foto da comunicato stampa

    Il Cuore del Festival: Premiazioni e Eccellenza

    Al centro del festival c’è la guida The WineHunter, curata dal fondatore Helmuth Köcher e dal suo team di esperti, che seleziona ogni anno le migliori etichette di vini e prodotti gastronomici. Nel corso del 2024, sono state degustate oltre 8.000 etichette di vino e 600 prodotti food, spirits e birre. Durante il festival, vengono assegnati diversi premi, tra cui i prestigiosi WineHunter Award Rosso, Gold e, il massimo riconoscimento, Platinum. Quest’anno, si distinguono anche nuovi premi dedicati a diverse categorie, come il WH Food Award e il WH Spirits Award.

    Una delle novità più attese del 2024 è il riconoscimento The WineHunter Stars – I Magnifici Sette, che premierà personalità di spicco nel mondo del vino e del cibo in sette categorie, tra cui miglior enologo, produttore, giornalista enogastronomico e artista del vino.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Bio&Dynamica e Sostenibilità

    Un aspetto fondamentale del festival è l’attenzione alla sostenibilità. Il primo giorno, l’8 novembre, sarà dedicato a bio&dynamica, una sezione che mette in evidenza vini biologici e biodinamici, certificati Equalitas e SQNPI, e vitigni resistenti come i Piwi. Ci saranno anche degustazioni di vini affinati in anfora e underwater, evidenziando l’innovazione nelle tecniche di vinificazione e l’impatto sul terroir.

    La sostenibilità è uno dei temi principali anche del Summit Respiro e Grido della Terra, in cui esperti del settore discuteranno l’impatto dei cambiamenti climatici sulla viticoltura e le possibili soluzioni per un futuro più rispettoso dell’ambiente.

    Merano: Una Tradizione di Eleganza e Cultura

    Merano, con il suo fascino alpino e la lunga tradizione enogastronomica, è il luogo ideale per ospitare un evento di tale prestigio. Questa città, conosciuta per il suo clima mite e per la bellezza paesaggistica, ha una storia antica legata alla produzione vinicola e all’ospitalità di alto livello. Il festival riflette la cultura locale del buon vivere, unendo il mondo del vino alle eccellenze gastronomiche regionali.
    Nuovi Progetti e Focus Internazionale

    Un’importante novità dell’edizione 2024 sarà la tavola rotonda “Quo Vadis?”, un momento di confronto internazionale sulle sfide della viticoltura moderna. Si discuterà di pratiche sostenibili, dell’apertura verso mercati esteri e delle nuove tecnologie che stanno cambiando il volto della viticoltura.

    Inoltre, il 12 novembre sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un viaggio tra le migliori bollicine internazionali, con un focus su Champagne e Metodo Classico, abbinate a prelibatezze gastronomiche.

    Il Merano WineFestival non è solo un evento di degustazione, ma un vero e proprio salotto culturale che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità. Con premi di altissimo prestigio e un programma sempre più internazionale, il festival si conferma un punto di riferimento per tutti coloro che lavorano nel mondo del vino e del food, offrendo una vetrina di eccellenze provenienti da tutto il mondo.

    L’edizione del 2024, con i suoi nuovi progetti, promette di essere un evento indimenticabile, ricco di novità e di riflessioni importanti sul futuro dell’enologia e della gastronomia.

    Helmuth Köcher the WineHunter, foto da comunicato stampa, articolo: Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023
    Helmuth Köcher the WineHunter, foto da comunicato stampa, articolo: Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/wine/

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  • 2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale

    Cibo e vino,  le radici antiche: vitale l’inizio della civilizzazione alimentare

    di Carol Agostini

    Il mondo del cibo e vino, così centrale nella cultura e nelle dinamiche sociali di ogni epoca, ha subito profondi cambiamenti nel corso della storia. Le abitudini alimentari, i gusti e i modi in cui il cibo e il vino vengono prodotti, consumati e percepiti si sono evoluti in risposta a fattori sociali, economici e culturali. Dalle antiche civiltà fino ai giorni nostri, questo settore ha influenzato e, allo stesso tempo, è stato influenzato dai cambiamenti della società.

    Il cibo e vino hanno avuto un ruolo fondamentale fin dall’antichità, quando l’agricoltura iniziò a svilupparsi e le comunità umane abbandonarono il nomadismo per stabilirsi in insediamenti stabili. Le civiltà della Mesopotamia, dell’Egitto e della Grecia antica hanno lasciato testimonianze evidenti della loro attenzione verso la coltivazione e la produzione alimentare.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Nella Mesopotamia, la coltivazione del grano e dell’orzo ha dato vita a una delle prime culture agricole, mentre l’introduzione della fermentazione ha portato alla produzione delle prime birre e vini. La birra, più che il vino, era considerata una bevanda per le masse, e il suo consumo era strettamente legato a celebrazioni religiose e occasioni comunitarie.

    Gli antichi Egizi, d’altro canto, sono noti per il loro sofisticato sistema agricolo lungo il Nilo, che permetteva la produzione di alimenti come pane, verdure, carne, e soprattutto vino, una bevanda riservata principalmente alla nobiltà e ai rituali religiosi. I banchetti e le feste egiziane riflettevano una gerarchia sociale ben definita: il cibo e il vino erano simboli di potere, prosperità e divinità.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    In Grecia e Roma, la viticoltura e l’olio d’oliva diventarono pilastri dell’economia e della cultura. Il vino, in particolare, aveva un ruolo sacrale e sociale. Nell’antica Grecia, ad esempio, il vino era centrale nel simposio, un incontro conviviale dove il consumo di vino era accompagnato da conversazioni filosofiche, musica e intrattenimento. Questo tipo di consumo rafforzava le gerarchie sociali e la cultura della condivisione.

    Anche a Roma, il vino era onnipresente e consumato da tutti i ceti sociali, sebbene con qualità diverse: mentre i ricchi si dedicavano ai vini più pregiati, le classi popolari dovevano accontentarsi di prodotti di qualità inferiore. Il cibo e il vino rappresentavano in modo evidente il benessere sociale, ma erano anche strumenti di coesione e integrazione culturale, come dimostra l’introduzione di nuovi ingredienti e vini provenienti dalle province dell’impero.

    Con il crollo dell’Impero Romano, l’Europa attraversò un periodo di grandi trasformazioni economiche e sociali. Durante il Medioevo, la Chiesa ebbe un ruolo predominante nel plasmare il rapporto della società con il cibo e il vino. I monasteri divennero importanti centri di produzione vinicola, con i monaci che affinavano le tecniche di vinificazione e introducevano nuove varietà di vitigni. I vigneti dei monasteri, in particolare in Francia e Germania, divennero i precursori delle moderne regioni vinicole europee.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Dal punto di vista sociale, il consumo di cibo e vino era influenzato dai precetti religiosi e dalle festività. Il digiuno e l’astinenza erano pratiche comuni imposte dalla Chiesa, ma durante i giorni festivi o le celebrazioni religiose, i banchetti erano momenti di abbondanza. Il vino, usato anche per la celebrazione della messa, manteneva un ruolo sacro, oltre che conviviale.

    Le dinamiche alimentari durante il Medioevo riflettevano forti disuguaglianze sociali. I banchetti dei signori e dei re erano fastosi e includevano carni, pesci, spezie e vini pregiati, mentre i contadini e le classi più povere si nutrivano di zuppe di verdure, pane scuro e birra. Tuttavia, proprio durante questo periodo iniziò a emergere una cultura culinaria più ricca e complessa, grazie anche agli scambi commerciali con l’Oriente che portarono nuove spezie e prodotti, come lo zucchero e il riso.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Rinascimento: il cibo come status simbol

    Con il Rinascimento e l’avvento del commercio internazionale, soprattutto attraverso le rotte marittime verso le Americhe e l’Asia, l’Europa vide un cambiamento significativo nelle abitudini alimentari. Ingredienti esotici come il cacao, il pomodoro, le patate e il caffè iniziarono a essere integrati nella cucina europea, dando origine a nuove preparazioni culinarie.

    In questo periodo, il cibo divenne sempre più un status symbol. La cucina delle corti rinascimentali, come quella dei Medici a Firenze o dei duchi di Borgogna, era raffinata e opulenta. I banchetti diventavano una vetrina del potere e della ricchezza, con tavole imbandite che rappresentavano non solo la capacità di procurarsi ingredienti rari, ma anche la competenza degli chef nel creare piatti sofisticati. Anche il vino, in particolare nelle regioni del sud della Francia e in Italia, iniziò a essere prodotto con tecniche migliorate, e il suo consumo si diffuse tra le classi più agiate.

    Con la Rivoluzione Industriale nel XIX secolo, la produzione e il consumo di cibo e vino subirono trasformazioni epocali. Le innovazioni tecnologiche permisero la produzione su larga scala di alimenti e la conservazione di prodotti deperibili grazie a invenzioni come la refrigerazione e la conservazione in scatola. Questo periodo vide anche la nascita di una nuova cultura alimentare urbana, in cui il cibo divenne più accessibile alle masse grazie all’industrializzazione.

    Il vino, da parte sua, cominciò a essere prodotto in quantità maggiori e a prezzi più accessibili, anche grazie all’introduzione di tecniche agricole e vitivinicole avanzate. Tuttavia, il consumo di alcol subì un’attenzione negativa in alcune parti del mondo, come dimostra il movimento proibizionista negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo.

    Nel XX secolo, le dinamiche alimentari furono profondamente influenzate dalla globalizzazione. Il commercio internazionale rese disponibili in tutto il mondo prodotti che una volta erano considerati locali o stagionali. L’industria alimentare divenne sempre più globalizzata, con grandi multinazionali che influenzavano le abitudini alimentari su scala mondiale.

    Tuttavia, verso la fine del secolo, ci fu anche un movimento di ritorno alle origini, una riscoperta del locale e dell’artigianale. Movimenti come lo Slow Food, fondato in Italia negli anni ‘80, cercavano di contrastare la standardizzazione alimentare, promuovendo prodotti locali, tecniche di produzione tradizionali e una cultura del cibo più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

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    Anche il mondo del vino ha vissuto un’evoluzione simile: da una produzione dominata dalle grandi aziende vitivinicole, si è tornati a valorizzare le produzioni locali e i vini artigianali. Le denominazioni di origine controllata (DOC) e le certificazioni di qualità hanno contribuito a tutelare i vini prodotti secondo tecniche tradizionali e con una forte connessione al territorio.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Il presente: sostenibilità e identità culturale

    Nel XXI secolo, le dinamiche sociali e culturali nel mondo del cibo e vino sono sempre più orientate verso la sostenibilità e la ricerca di identità culturale. I consumatori sono diventati più consapevoli riguardo alle implicazioni ambientali delle loro scelte alimentari, e c’è una crescente attenzione verso la produzione biologica, la riduzione degli sprechi alimentari e il rispetto delle risorse naturali.

    Il cibo e  vino sono sempre più visti non solo come beni di consumo, ma come esperienze culturali. Vi è una crescente domanda di trasparenza nella filiera produttiva, con consumatori che cercano prodotti che rispecchino i valori etici e le tradizioni locali. Le degustazioni, le visite in cantina e le esperienze gastronomiche immersive sono diventate strumenti per esplorare le culture locali e le identità regionali.

    In questo contesto, il cibo e vino non sono solo alimenti o bevande, ma raccontano storie, tradizioni e relazioni umane, influenzando profondamente le dinamiche sociali, culturali ed economiche del nostro tempo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Fèlsina, un percorso degustativo audace e avvolgente 2024

    Fèlsina, un percorso degustativo audace e avvolgente 2024

    Fèlsina, una famiglia, vini e terroir strepitoso toscano

    di Adriano Guerri

     

    Lo scorso 21 settembre, Fisar Nazionale (Federazione Italiana Sommelier Alberghi Ristoranti) con il coordinamento di Fisar Italia Cento ha organizzato presso l’azienda vitivinicola Fèlsina una degustazione guidata di 11 Chianti Classico Gran Selezione provenienti dalle 11 UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) di questo straordinario lembo di Toscana. In collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico, l’Istituto Alberghiero B. Ricasoli di Colle Val d’Elsa, l‘Associazione Cuochi Senesi e il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.

    Gli studenti di 4° dell' Istituto Alberghiero B. Ricasoli di Colle Val d'Elsa (SI), foto dell'autore
    Gli studenti di 4° dell’ Istituto Alberghiero B. Ricasoli di Colle Val d’Elsa (SI), foto dell’autore

    Ha moderato con grande destrezza l’esperto Sommelier e Presidente Emerito Fisar, Nicola Masiello, sono intervenuti la Dott.ssa Carlotta Gori, Direttore del Consorzio Vino del Chianti Classico, Roberto Donadini, Presidente Nazionale Fisar, il Dott. Simone Franceschi, Direttore della rivista “Il Sommelier”, rivista ed organo ufficiale di Fisar, il Dott. Marco Barbi Direttore Commerciale di Fèlsina.

    Fèlsina, un percorso degustativo audace e avvolgente 2024, foto dell'autore
    Fèlsina, un percorso degustativo audace e avvolgente 2024, foto dell’autore

    La degustazione è stata guidata dai provetti Sommeliers Michele Cuto, Gianluca Passaponti, Giovanni D’Alessandro e Nicola Masiello. Un’occasione unica per celebrare il centenario del Consorzio Vino del Chianti Classico e dei primi 10 anni della tipologia “Gran Selezione”, legata alle UGA, nel suggestivo scenario come quello della barricaia di Fèlsina.

    Il Presidente Nazionale Fisar Roberto Donadini con Nicola Masiello Presidente Emerito Fisar, foto dell'autore
    Il Presidente Nazionale Fisar Roberto Donadini con Nicola Masiello Presidente Emerito Fisar, foto dell’autore

    Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini degustati, propongo alcuni cenni sul Chianti Classico e su Fèlsina.

    La zona di produzione del Chianti Classico è situata a cavallo tra le provincie di Siena e Firenze. I comuni del territorio senese, sono: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, e in parte, alcune zone dei comuni di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi, e quelli del territorio fiorentino, sono: Greve in Chianti e parte dei Comuni di Barberino Val d’Elsa/Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano val di Pesa.

    Il Chianti Classico viene prodotto in tre tipologie: Chianti Classico (Annata), Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione. Il vitigno principe è il Sangiovese che da disciplinare può essere prodotto con la percentuale minima dell’80%, al completamento concorrono altri vitigni a bacca nera, sia autoctoni sia alloctoni, i principali sono il Canaiolo, il Colorino, la Malvasia Nera, il Merlot ed il Cabernet Sauvignon. Tuttavia, numerosi produttori optano per la purezza. Per la tipologia “Gran Selezione” la percentuale minima del Sangiovese sale al 90% ed il restante 10% potrà essere completato unicamente con i vitigni autoctoni autorizzati e, sarà in vigore dal 1° gennaio 2027.

    Fèlsina, un percorso degustativo audace e avvolgente 2024, foto di repertorio evento
    Fèlsina, un percorso degustativo audace e avvolgente 2024, foto di repertorio evento

    Nel 1716, il Granduca di Toscana Cosimo III de’Medici in un editto aveva stabilito 4 zone in Toscana ad alta vocazione vitivinicola, tra cui il Chianti, una Doc ante litteram. Con le crescenti aree al di fuori del Chianti, alla zona originale le verrà conferito il suffisso “Classico” per differenziarsi come zona storica. La Denominazione di Origine Controllata risale al 1967, ma sarà nel luglio del 1984, l’anno in cui il Chianti Classico viene elevato con la meritatissima DOCG. Le dolci colline chiantigiane, punteggiate da ordinati vigneti, oliveti, cipressi, boschi che coprono il 65% del territorio, castelli, ville e suggestivi borghi tracciano un paesaggio di incomparabile fascino.

    Tavolo di degustazione nella suggestiva barricaia di Fèlsina, foto dell'autore
    Tavolo di degustazione nella suggestiva barricaia di Fèlsina, foto dell’autore

    Come ci ha ricordato Carlotta Gori il Gallo Nero é il simbolo del Consorzio, che ha il preciso scopo di tutelare la promozione del Chianti Classico Gallo Nero.
    La leggenda narra che per stabilire la fine di scontri armati, tra Firenze e Siena che si protraevano da anni, e per segnare i confini, avrebbero affidato la prova a due Cavalieri, partendo dalle rispettive città. Sarebbero dovuti partire al canto del gallo. I Senesi optarono per un gallo bianco e lo ingozzarono di becchime, mentre i Fiorentini per un gallo nero che tennero a digiuno. Nel punto, ove si fossero incrociati sarebbero stati marcati i confini tra le due province. Il gallo nero fiorentino, inizio a cantare molto prima di quello bianco senese, perché era affamato e l’incontro accadde a pochi km da Siena.

    Il territorio del Chianti Classico è suddiviso in 11 aree specifiche chiamate UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) e sono: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina, San Donato in Poggio. Un lavoro meticoloso, durato anni per individuare le varie peculiarità naturali e umane di un territorio grande ma anche di un grande territorio, oltre agli aspetti pedoclimatici. Al momento le UGA si trovano in etichetta solamente con la tipologia “Gran Selezione”, un marchio registrato che non potrà essere utilizzato in altre denominazioni.

    L’azienda vitivinicola Fèlsina si trova nel comune di Castelnuovo Berardenga, a poca distanza dall’incantevole Borgo, all’interno dell’areale del Chianti Classico, tuttavia, l’azienda vanta anche vigneti nella sottozona del Chianti Colli Senesi. Castelnuovo Berardenga è il comune più a sud di tutto l’areale del Chianti Classico, considerato il più senese, proprio per la sua vicinanza alla città. Il vitigno principe è sua maestà “ Sangiovese ” con il quale da sempre la Fattoria di Fèlsina ha dato origine a vini in purezza. L’azienda possiede circa un centinaio di ettari vitati, posti ad un’altitudine compresa tra i 350 e i 430 metri s.l.m.. Di proprietà, ormai da tre generazioni della famiglia Poggiali, originari di Ravenna. Una splendida realtà che ha saputo coniugare molto bene elevata qualità ed espressione di un meraviglioso terroir.

    Nicola Masiello, Roberto Donadini, Carlotta Gori e Simone Franceschi, foto dell'autore
    Nicola Masiello, Roberto Donadini, Carlotta Gori e Simone Franceschi, foto dell’autore

    Ecco i vini:

    1 Chianti Classico Gran Selezione 2020 Carpineto – Sangiovese 100% – Rubino intenso, emana sentori di frutti di bosco, frutta matura, vaniglia, spezie dolci, il sorso è fresco, avvolgente, coerente e persistente.
    Sito di riferimento: https://www.carpineto.com/

    2 Chianti Classico Gran Selezione Terrazze di San Leolino 2020 Fontodi – Sangiovese 100% – Rubino vivace, sprigiona note di mora, frutti di bosco, sottobosco e bacche di ginepro, gusto vibrante, rotondo, saporito e decisamente lungo.
    Sito di riferimento: https://www.fontodi.com/

    3 Chianti Classico Gran Selezione 2019 Fattoria Montecchio – Sangiovese 100% Rubino intenso, libera sentori di mora, ribes, floreale di violetta, poi tabacco e pepe, al palato è setoso, fresco, con tannini nobili, lungo e duraturo.
    Sito di riferimento: https://www.fattoriamontecchio.com/

    4 Chianti Classico Gran Selezione Altiero 2019 – Sangiovese 100% – Rubino intenso e trasparente, sviluppa note di frutti rossi maturi, violetta, spezie, tabacco e note mentolate, attacco morbido, caldo, deciso e lungo.
    Sito di riferimento: https://www.altieroinchianti.it/

    5 Chianti Classico Gran Selezione Campolungo 2019 Lamole di Lamole – Sangiovese 100% – Rubino intenso, con sentori floreali di iris, ciclamino, prugna, cannella e chiodi di garofano, al gusto è rotondo, saporito e coerente.
    Sito di riferimento: https://www.lamole.com/

    6 Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 Rocca delle Macie – Sangiovese 100% – Rubino intenso, al naso svela note di frutti di bosco, ciliegia, prugna, spezie e nuances balsamiche, il sorso è avvolgente, vibrante e persistente.
    Sito di riferimento: https://roccadellemacie.com/

    Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 Rocca delle Macie, foto dell'autore
    Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 Rocca delle Macie, foto dell’autore

    7 Chianti Classico Gran Selezione 2019 Capannelle – Sangiovese 100% – Rubino intenso, rimanda sentori di viola, rosa, frutti rossi, tabacco e spezie, al gusto è accattivante, invitante, coerente e fine .
    Sito di riferimento: https://web.capannelle.it/

    8 Chianti Classico Gran Selezione Vigna Sessina 2019 Dievole – Sangiovese 100% – Rubino vivace, giungono note floreali di giaggiolo, arancia sanguinella, amarena e sottobosco, il sorso è setoso, leggiadro, duraturo e equilibrato.
    Sito di riferimento: https://dievole.it/

    9 Chianti Classico Gran Selezione Colonia 2019 Fèlsina – Sangiovese 100% – Rubino intenso, piacevoli note speziate, sandalo, lampone e ribes, il sorso è piacevolmente morbido, leggiadro, elegante, ammaliante e persistente.
    Sito di riferimento: https://www.felsina.it/

    10 Chianti Classico Gran Selezione 2019 La Sala del Torriano – Sangiovese 100% – Rubino trasparente, arrivano al naso note di frutti rossi, lampone, viola, iris, sottobosco, attacco tannico poderoso ma setoso, deciso, fresco, coerente e elegante.
    Sito di riferimento: https://www.lasala.it/

    11 Chianti Classico Gran Selezione Vigna il Corno 2017 Castello di Radda – Rubino tendente al granato, si percepiscono note di frutta matura, erbe officinali, spezie dolci, sottobosco, attacco caldo, setoso, tannini copiosi, austero, armonioso e durevole.
    Sito di riferimento: https://www.castellodiradda.com/

    Calici di Chianti Classico Gran Selezione, foto dell'autore
    Calici di Chianti Classico Gran Selezione, foto dell’autore

    Dopo la degustazione ci siamo recati nel prato di fronte all’Enoteca per assaporare alcuni prodotti tipici locali presenti su un ricco buffet e accompagnati da una selezione di vini dell’azienda Agricola Fèlsina.

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito cantina: https://www.felsina.it/

    Blog dell’autore: https://cloudwine9.com/

    Diti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

     

  • 42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio

    42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio

    42° Forum della Cultura del Vino e Festa dei Sommelier, con i Vini del Lazio per l’Estate

     

    Redazione – Carol Agostini

    Dove, quando?

    Lunedì 1° luglio – ore 11.30

    Hotel Rome Cavalieri Hilton

    Via Alberto Cadlolo, 110 – Roma

    Intervengono

    Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio

    Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare della Regione Lazio

    Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario Arsial

    Franco Maria Ricci, Presidente della Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda Editrice

    È in programma lunedì 1° luglio a Roma, all’Hotel Rome Cavalieri a partire dalle 11.30, il 42° Forum della Cultura del Vino, curato dalla Fondazione Italiana Sommelier con il contributo di Regione Lazio e Arsial.

    42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio
    42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio

    Il “Forum” è un evento annuale di particolare rilevanza nel panorama enologico nazionale, dedicato alla celebrazione della cultura del vino. Riunisce sommelier, produttori, esperti del settore, appassionati e operatori dell’enogastronomia con l’obiettivo di esplorare tematiche cruciali come la degustazione, la produzione vinicola, le nuove tendenze del mercato, la sostenibilità e l’educazione enologica.

    L’edizione del 1° luglio è interamente dedicata al Lazio, alla sua crescita qualitativa e al fatto che, nonostante la presenza di aziende e produzioni di livello altissimo, i vini della nostra regione non abbiano ancora ottenuto il riconoscimento che meritano, a causa di pregiudizi radicati che ne hanno storicamente limitato l’apprezzamento. ll “Forum” rappresenta, quindi, un’importante piattaforma di dialogo, per discutere di strategie e soluzioni, finalizzate a promuovere una valorizzazione più equa e consapevole, rapportata alla grande qualità dei vini laziali.

    Al “Forum” prenderanno parte, in qualità di relatori, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, l’Assessore con deleghe a Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare della Regione Lazio Giancarlo Righini, il Commissario Straordinario di Arsial Massimiliano Raffa e il Presidente della Fondazione Italiana Sommelier e di Bibenda Editrice Franco Maria Ricci, coadiuvati da un parterre importante, composto da esperti e operatori del settore.

    L’evento si accompagna alla Festa del Sommelier, durante la quale saranno nominati 350 sommelier del vino e dell’olio, oltre alla consegna degli attestati d’onore per i 10, 15, 20, 25 e 30 anni di appartenenza alla Fondazione Italiana Sommelier. In questa cornice, , a partire dalle 16.00, sarà allestito un grande banco di assaggio con la partecipazione di oltre 50 aziende del Lazio, che proporranno in degustazione più di 300 etichette di vini bianchi, rosati e spumanti di loro produzione.

    “Dichiarazione dell’Assessore Righini – da inserire”

    “Regione Lazio e Arsial hanno scelto di sostenere la 42° edizione del forum della cultura del vino che per quest’anno è dedicato ai vini e alle cantine della nostra regione. È una grande opportunità per tutto il nostro settore vitivinicolo, che si colloca nel solco della strategia di promozione che stiamo portando avanti da un anno in sinergia con l’Assessorato, mirata al racconto del Lazio come regione di eccellenza enologica, con elevati standard qualitativi e un proprio modello di sviluppo, che abbiamo chiamato appunto ‘Modello Lazio’. Crediamo nella qualità e siamo convinti, sulla scia dei risultati che stiamo raccogliendo, che i territori del Lazio siano pronti per competere con le regioni più blasonate, senza temere confronti, né sul mercato interno, né nei contesti internazionali”.

    Nel complesso, il “42° Forum della Cultura del Vino” e la “Festa dei Sommelier”, rappresentano un’occasione di confronto e crescita per il settore enologico, finalizzata alla promozione del patrimonio vitivinicolo del Lazio e alla sua valorizzazione, anche oltre i confini nazionali. Maggiori informazioni sull’iniziativa, incluso il programma della giornata, sono disponibili sui siti della Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda (www.bibenda.it) e Arsial (www.arsial.it).

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti di riferimento: http://www.bibenda.it http://www.arsial.it

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda

    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda

    “Hospitality – Il Salone dell’Accoglienza: Un Viaggio nell’Eccellenza dell’Ospitalità e della Ristorazione”

    Di Carol Agostini

    Dal 5 all’8 febbraio 2024, Rimini

    È con grande attesa che si avvicina il ritorno di uno degli eventi più significativi nel panorama dell’ospitalità e della ristorazione: Hospitality – Il Salone dell’Accoglienza. Già noto come Expo Riva Hotel, questa fiera si presenta come un’opportunità straordinaria per esplorare le ultime novità nel settore dell’alimentazione, dell’ospitalità e dei prodotti tipici di qualità. Il programma promette quattro giorni intensi, arricchiti da dibattiti, corsi, case history, tavole rotonde e degustazioni, offrendo ai partecipanti un’esperienza completa e coinvolgente.

    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda, foto edizione precedente da sito
    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda, foto edizione precedente da sito

    Un’Esplorazione a 360 Gradi: Le 4 Aree Tematiche

    La manifestazione si svilupperà attraverso quattro aree tematiche distintive, ciascuna focalizzata su aspetti cruciali del settore:

    Food&Equipment: Quest’area sarà un paradiso per gli amanti della gastronomia e degli operatori del settore. Dalla food industry italiana a prodotti alimentari di alta qualità, materie prime fresche, attrezzature all’avanguardia e macchinari innovativi, gli espositori si preparano a mostrare il meglio del loro repertorio.

    Contract&Wellness: L’artigianalità, il design e l’attenzione ai dettagli saranno al centro dell’attenzione in questa sezione. Un’occasione per esplorare soluzioni creative e raffinate per gli spazi dedicati all’ospitalità.

    Beverage: Dalle torrefazioni alle cantine, dalle distillerie alle aziende di acqua, birra e infusi, questa area metterà in luce la vastità e la diversità del mondo delle bevande. Una tappa fondamentale per gli appassionati e i professionisti del settore.

    Renovation&Tech: L’attenzione si sposterà su tematiche cruciali come la sostenibilità, il risparmio energetico, la riqualificazione edilizia e l’introduzione delle nuove tecnologie. Un’area fondamentale per chi desidera mantenere la propria attività all’avanguardia in un mondo in continua evoluzione.

    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda, foto edizione precedente da sito
    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda, foto edizione precedente da sito

    Aree Speciali e Eventi Collaterali: Un Plus di Eccellenza

    Oltre alle quattro aree principali, la fiera presenterà delle aree speciali e eventi collaterali, arricchendo ulteriormente l’esperienza dei visitatori. Tra questi, spiccano:

    Winescape: Un’area dedicata al vino, dove produttori nazionali e internazionali si daranno appuntamento per esporre le loro migliori selezioni, accompagnate da degustazioni guidate.

    Hospitality Academy: Un’occasione imperdibile per acquisire conoscenze approfondite attraverso una serie di seminari tecnici curati da esperti di comunicazione e strategie di management nel settore ricettivo.

    Solobirra: Un evento ideato per promuovere la cultura della birra artigianale, con l’esposizione di birrifici nazionali e internazionali, degustazioni, incontri formativi e concorsi tecnici.

    Riva Pianeta Mixology: Una celebrazione della cultura del “bere bene”, del “bere miscelato” e del “bere consapevole”, con una selezione di aziende del settore, degustazioni e masterclass di alto livello.

    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda, foto edizione precedente da sito
    Hospitality 2024, una fiera nella cornice di Riva del Garda, foto edizione precedente da sito

    Date e Orari: Un Appuntamento da Non Perdere

    La fiera aprirà le sue porte il 5 febbraio, prolungandosi fino all’8, offrendo agli appassionati e agli operatori del settore l’opportunità di immergersi completamente nelle novità presentate. Le giornate saranno scandite dalle 10.00 alle 18.00 dal lunedì al mercoledì, con una chiusura anticipata alle 17.00 il giovedì. Questi orari generosi garantiranno a tutti i partecipanti di sfruttare appieno le opportunità di networking, apprendimento e scoperta offerte dalla manifestazione.

    In conclusione, Hospitality – Il Salone dell’Accoglienza si presenta come un evento imperdibile per chiunque abbia un interesse nel mondo dell’ospitalità e della ristorazione. Una piattaforma completa che abbraccia l’innovazione, l’artigianalità, la sostenibilità e l’eccellenza culinaria. Prepariamoci a un’immersione nell’ospitalità di alta qualità, un’esperienza che soddisferà i palati più esigenti e stimolerà le menti più creative.

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  • Merano WineFestival 2023: i vincitori del The WineHunter

    Merano WineFestival 2023: i vincitori del The WineHunter

    Trionfo di Eccellenza al Merano WineFestival: Annunciati i Vincitori del The WineHunter Award Platinum 2023

    Di Carol Agostini e F.P.

    Nell’ambito della 32^ edizione del prestigioso Merano WineFestival, il patron della rassegna Helmuth Köcher ha svelato ieri sera i nomi dei vincitori del rinomato The WineHunter Award Platinum 2023. Un’atmosfera carica di emozione ha caratterizzato la serata di apertura, dove Köcher, affiancato dalla sua commissione d’assaggio, ha conferito il massimo riconoscimento, il Platinum Award, a 36 produttori nella categoria Wine e a 28 eccellenze culinarie, distillati e birre nella sezione Food – Spirits – Beer.

    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, foto da comunicato stampa
    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, foto da comunicato stampa

    In un’iniziativa che ha sorpreso gli appassionati del settore, quest’anno sono stati introdotti 5 premi speciali dedicati ai produttori, un tocco inedito per celebrare l’arte e la dedizione dietro ogni azienda produttiva. Questi premi, ispirati agli elementi di Genialità, Famiglia, Innovazione, Conquista e Territorio, hanno aggiunto un ulteriore livello di prestigio alla già rinomata manifestazione.

    • Genialità: Il Dott. Camillo Zulli della Bio Cantina Orsogna è stato premiato per la sua particolare attenzione alla sostenibilità e alla capacità di interpretare e coniugare gli elementi naturali per produrre vini di qualità.
    • Famiglia è vino: La Cantina Colosi è stata premiata per la sua tradizione secolare nella produzione vinicola, dove ogni membro della famiglia contribuisce con forza e bellezza.
    • Innovazione: Emanuele Kottakhs di UnderWaterWines è stato riconosciuto per la sua capacità di cambiare i paradigmi nel rispetto delle tradizioni.
    • Conquista: Maurizio Zanella, Fondatore di Ca’ Del Bosco, è stato premiato per il successo internazionale del marchio italiano nel mondo del vino.
    • Territorio: Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è stato premiato per la sua abilità nel creare un sistema consortile e associativo che sostiene i produttori e promuove la massima qualità nella produzione, contribuendo così al territorio.

    Il Merano WineFestival e The WineHunter Award continuano a essere una vetrina senza eguali per celebrare l’eccellenza nel mondo del vino e dell’enogastronomia.

    Carol Agostini il secondo giorno al Merano WineFestival 2023
    Carol Agostini al primo giorno del Merano WineFestival 2023

    ECCO L’ELENCO COMPLETO DEI PREMIATI CON THE WINEHUNTER AWARD PLATINUM:

    CATEGORIA WINE

    Abruzzo

    La Valentina
    2021 Docheio Montepulciano D’Abruzzo DOC

    Alto Adige – Südtirol

    Cantina Kurtatsch
    2020 Freienfeld Alto Adige / Südtirol Riserva Chardonnay DOC

    Kellerei St. Michael-eppan
    2018 Appius Alto Adige / Südtirol Bianco DOC

    Kellerei Terlan
    2010 Rarity Alto Adige / Südtirol Terlano Pinot Bianco DOC

    Nals Margreid
    2019 Nama Alto Adige / Südtirol Gran selezione Chardonnay DOC

    Schreckbichl – Colterenzio
    2019 Lr Alto Adige / Südtirol Riserva Bianco DOC

    Campania

    Cantine Antonio Mazzella
    2021 Gawem Ischia Biancolella DOC

    Cantine Iannella
    2012 “1920” Aglianico Del Taburno Doc Taburno DOC

    Quintodecimo
    2018 Vigna Quintodecimo Taurasi Riserva DOCG

    Vinosìa Luciano Ercolino
    2022 Sintonia Irpinia DOC

    Lombardia

    Bellavista
    2016 Riserva Vittorio Moretti Franciacorta Riserva Brut nature DOCG

    Bersi Serlini
    2007 Mia Franciacorta Riserva Nature Brut DOCG

    Ca’ Del Bosco
    2014 Annamaria Clementi Franciacorta Brut nature DOCG

    Monte Rossa
    Cabochon Fuoriserie N. 024 Franciacorta Metodo Classico Brut DOCG

    Piemonte

    Braida
    2020 Bricco Dell’Uccellone Barbera D’asti DOCG

    Conterno Fantino
    2019 Castelletto “Vigna Pressenda” Barolo DOCG

    Domenico Clerico
    2019 Ginestra Ciabot Mentin Barolo DOCG

    G.d. Vajra
    2019 Bricco Delle Viole Barolo DOCG

    Poderi Luigi Einaudi
    2020 Barbaresco DOCG

    Sardegna

    Attilio Contini
    1997 Vernaccia Di Oristano Riserva DOC

    Cantina Santadi
    Festa Norìa

    Sicilia

    Jamin Underwaterwines
    1980 Marsala Vergine Riserva Secco Doc Vintage 1980 Marsala DOP

    Toscana

    Duemani
    2020 Suisassi Costa Toscana IGP

    Il Marroneto
    2018 Selezione Madonna Delle Grazie Brunello Di Montalcino DOCG

    Ornellaia
    2020 Bolgheri Superiore DOC

    Tua Rita
    2020 Redigaffi Toscana Merlot IGT

    Vecchie Terre Di Montefili
    2019 Vigna Vecchia Toscana IGT

    Trentino

    Maso Martis
    2018 Monsieur Martis Trento Millesimato Rosè Brut DOC

    Valle d’Aosta

    Rosset Terroir
    2020 Chardonnay 770 Valle D’Aosta DOC

    Veneto

    Bertani
    2013 Amarone Della Valpolicella Classico DOCG

    Carlo Ferragù
    2016 Amarone Della Valpolicella DOCG

    De Buris
    2011 De Buris Amarone Della Valpolicella Riserva Classico DOCG

    Scriani
    2008 Twenty – 20° Anniversary Verona Rosso IGT

    Francia

    CHAMPAGNE ENCRY
    2012 Champagne Millesimato Le Mesnil Sur Oger Blanc De Blancs Grand Cru

    Svezia

    CANTINE BLAXSTA
    S.A. Mulled Apple Spice

    Cipro E
    KFRASEIS
    2021 Madari Hills Collection Xinisteri

    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, area Food della manifestazione, foto di Carol Agostini
    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, area Food della manifestazione, foto di Carol Agostini

    CATEGORIA BEER

    Umbria

    Mastri Birrai Umbri
    Cacao Porter

    Giancarlo De Rosa e Carol Agostini a merano WineFestival 2023, foto dell'autrice
    Giancarlo De Rosa e Carol Agostini a merano WineFestival 2023, foto dell’autrice

    CATEGORIA FOOD

    Abruzzo

    Ursini
    Sugo Al Baccala’

    Alto Adige – Südtirol

    Apicoltura Apis Aurum
    Metessig

    Campania

    Hera Nei Campi
    Riso Magnum

    Raffaele Caldarelli Pasticciere
    Panettone Bianca

    Emilia-Romagna

    Acetaia La Bonissima
    Aceto Balsamico Di Modena IGP

    Bottega Da Re
    Passata Di Pomodorini Datterini Con Aglio E Basilico

    Fratelli Pelizziari Prosciutti
    Fiocco Di Prosciutto Con Cotenna

    Il Vascello Del Monsignore
    Balsamico Il Principe Nero – Invecchiato 25 Anni

    Up Stream Italiana
    Upstream Baffa Royal

    Lombardia

    Calvisius Caviar
    Calvisius Beluga Royal

    Marche

    Apicoltura Colibazzi Filippo
    Miele Di Castagno

    La Pasta Di Aldo
    Tagliatelle

    Molise

    Il Nido Del Pettirosso
    Crema Di Peperoni E Zenzero

    Sardegna

    Accademia Olearia
    Gran Riserva Giuseppe Fois Fruttato Verde

    Toscana

    Noalya Cioccolato Coltivato
    Crema Spalmabile Alla Nocciola 55% Senza Latte

    Slitti Experience
    Crema Da Spalmare Riccosa – 250g

    Trentino

    Black Sheep Pasticceria Di Alta Qualità Bio, Raw E Vegan
    Green Raw Energy

    Fratelli Corrà
    Speck All’Origano

    Umbria

    Tartufi Bianconi
    Salsa Di Fegatini

    Veneto

    Fontanabio
    Mostarda Di Fragole Biologica

    Frantoio Bonamini
    Vert De Vertes

    La Casearia Carpenedo
    Blugins

    Pasticceria Giotto Oltre La Dolcezza
    Panettone Mela Cannella E Spezie

    Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini
    Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini

    CATEGORIA SPIRITS

    Abruzzo

    Scuppoz Liquori
    Amaro Del Fondatore Scuppoz Con Brandy Invecchiato

    Dipartimento del Gers, regione dell’Occitania

    Cuspid Selections
    Cuspid Spirits – Bas Armagnac 1986

    Friuli-Venezia Giulia

    Nonino Distillatori
    Nonino Gran Riserva Acquavite D’uva Monovitigno® Merlot Aged 12 Years

    Toscana

    Nannoni Grappe
    Grappa Riserva Di Brunello 10 Anni

    Merano WineFestival 2023, Cantina IoMazzucato, foto di Carol Agostini
    Merano WineFestival 2023, Cantina IoMazzucato, foto di Carol Agostini

    DOLCISSIMO

    Alto Adige

    Schreckbichl – Colterenzio
    2019
    Cathus
    Vigneti Delle Dolomiti
    Weinberg Dolomiten
    Passito IGT

    Italia
    Donnafugata
    2021 Ben Ryè
    Pantelleria
    DOC

    (altro…)