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  • Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia

    Il Paestum Wine Festival 2024: Una Celebrazione dell’Arte Enogastronomica Nel Cuore dell’Antica Magna Grecia

    Di Carol Agostini

    Nel suggestivo scenario di Capaccio Paestum, tra le imponenti vestigia dei templi dell’antica città, si è svolta con grande successo la tredicesima edizione del Paestum Wine Festival 2024. Questo evento, che unisce sapientemente cultura, tradizione e gastronomia, ha rappresentato un vero e proprio trionfo dell’arte enogastronomica nel cuore dell’antica Magna Grecia.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa

    Il festival ha offerto ai visitatori l’opportunità unica di immergersi nella ricchezza del patrimonio vitivinicolo locale e nazionale, celebrando le eccellenze della produzione vinicola italiana. Oltre 800 aziende vinicole hanno partecipato, presentando le proprie etichette e offrendo degustazioni guidate che hanno permesso di apprezzare la varietà e la qualità dei vini proposti.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa

    Ma il Paestum Wine Festival non è stato solo un’occasione per scoprire pregiati vini, è stato anche un viaggio alla scoperta delle radici culturali e storiche di questo territorio. I templi dorici di Hera e di Nettuno, risalenti al VI secolo a.C., hanno fatto da cornice suggestiva all’evento, ricordando ai partecipanti l’importanza storica di Paestum nell’antica Magna Grecia e la sua ricca tradizione enologica che affonda le radici nei secoli.

    Tempio di Nettuno a Paestum, foto da internet
    Tempio di Nettuno a Paestum, foto da internet

     

    La gastronomia locale ha avuto un ruolo di primo piano durante il festival, offrendo ai visitatori l’opportunità di assaporare i piatti tipici della cucina cilentana e campana, rigorosamente accompagnati dai vini della zona. Dalle mozzarelle di bufala DOP ai salumi, dai formaggi ai piatti a base di pesce fresco del Mediterraneo, ogni pietanza ha raccontato la storia e le tradizioni culinarie di questo territorio ricco di sapori autentici.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini

    Ma il Paestum Wine Festival non è stato solo un’esperienza gastronomica, è stato anche un momento di condivisione e di festa, durante il quale i visitatori hanno potuto partecipare a spettacoli teatrali, concerti di musica tradizionale e mostre d’arte, arricchendo ulteriormente il loro viaggio nel mondo dell’enogastronomia e della cultura.

    L’edizione 2024 del Paestum Wine Festival ha dimostrato ancora una volta di essere un evento imprescindibile per gli amanti del buon vino e della cultura, unendo in modo armonioso tradizione e innovazione, storia e gastronomia. Con la promessa di nuove scoperte e di nuove esperienze, i partecipanti già non vedono l’ora di tornare l’anno prossimo per vivere ancora una volta l’incanto di questo straordinario festival.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini, con Rosa Falluto Cantina Solopaca
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini, con Rosa Falluto Cantina Solopaca

    Da comunicato stampa

    SUCCESSO SENSAZIONALE AL PAESTUM WINE FEST 2024: 24.000 PRESENZE, 7.200 OPERATORI DI SETTORE E 800 AZIENDE

    La tredicesima edizione del Paestum Wine Fest 2024 si è conclusa con un entusiasmo travolgente, con numeri record e partecipazione eccezionale che già proiettano lo sguardo verso il futuro. Con 24.000 visitatori, 7.200 operatori Ho.Re.Ca, 300 espositori e 800 aziende coinvolte, il successo dell’evento è stato celebrato grazie alla collaborazione di figure chiave come Angelo Zarra, Ceo del Paestum Wine Fest, Alessandro Rossi, direttore, e Ottavio Gabriel Sorrentino e Francesco Balbi, co-fondatori.

    Il clima di fervore tra gli organizzatori anticipa già l’edizione 2025, con l’annuncio imminente delle prossime date, mentre il direttore Rossi esprime fiducia nel futuro, proiettando il festival verso un’ambizione ancora maggiore di internazionalizzazione e focus sul business.
    La cerimonia di premiazione ha visto l’assegnazione di numerosi riconoscimenti ai protagonisti dell’evento, tra cui Paolo Lauciani, Charlie Arturaola, Luciano Ferraro, Alessandra Moneti e Elsa Mazzolini, seguiti da altri illustri personaggi del mondo del vino.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis

    La partecipazione di esperti del settore, tra cui Luciano Pignataro, Riccardo Cotarella e Federico Gordini, ha confermato il prestigio del Paestum Wine Fest come punto di riferimento nel panorama enogastronomico.
    Il fondatore Angelo Zarra ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’evento, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra e il supporto delle aziende e dei partecipanti.

    Tra le novità di quest’anno, l’annuncio della collaborazione con Poste Italiane per la realizzazione dell’annullo filatelico dedicato all’evento, e la creazione del primo Wine Club “Paestum Wine Fest”.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis

    Un gruppo selezionato di sommelier è stato coinvolto nel programma “Paestum Wine Fest Limited Edition”, mentre la giornata si è conclusa con la consegna dell’esclusivo cavatappi personalizzato e della bottiglia magnum Gillo Dorfles dell’azienda San Salvatore 19.88 ai membri del Wine Club.
    Matteo Zappile, Official Brand Ambassador del Paestum Wine Fest, ha espresso soddisfazione per l’edizione di quest’anno, proiettando il focus verso una maggiore valorizzazione del territorio e dei sommelier.

    L’evento ha visto la partecipazione di nomi di spicco del mondo dell’enologia, della comunicazione e dell’imprenditoria, consolidando il successo del Paestum Wine Fest 2024 e aprendo le porte a una nuova edizione ancora più entusiasmante.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis con Carol Agostini, Cristina Santini e Andrea Moscariello
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis con Carol Agostini, Cristina Santini e Andrea Moscariello

    Curiosità

    La Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia: Due Eccellenze Casearie Campane

    La Campania è rinomata in tutto il mondo per le sue prelibatezze gastronomiche, tra cui spiccano la Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia, due eccellenze casearie che rappresentano il meglio della tradizione lattiero-casearia della regione.

    La Mozzarella di Bufala di Paestum è un formaggio DOP (Denominazione di Origine Protetta) prodotto principalmente nei comuni della pianura del Sele, tra cui appunto Paestum. Ottenuta esclusivamente dal latte di bufala allevata in quest’area, questa mozzarella si contraddistingue per la sua consistenza cremosa e il suo sapore delicato, che la rendono un vero e proprio tesoro della gastronomia campana. Il latte fresco viene cagliato e lavorato artigianalmente secondo antiche tradizioni, dando vita a un formaggio dal gusto unico e inconfondibile.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis, Carol Agostini con Charlie Arturaola
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis, Carol Agostini con Charlie Arturaola

    Diversa è la Zizzona di Battipaglia, un’altra eccellenza casearia della provincia di Salerno. Si tratta di una mozzarella di bufala di dimensioni eccezionali, che può arrivare anche a pesare diversi chilogrammi. La particolarità di questo formaggio sta nella sua lavorazione: la Zizzona viene prodotta utilizzando solo il latte proveniente da bufale di razza mediterranea, che conferisce al prodotto finale un sapore intenso e deciso, accompagnato da una consistenza morbida e filante.

    Nonostante entrambe le mozzarelle siano ottenute da latte di bufala, presentano alcune differenze significative. Innanzitutto, la Mozzarella di Bufala di Paestum è più piccola e ha una consistenza più cremosa, mentre la Zizzona di Battipaglia è caratterizzata dalle sue dimensioni imponenti e dal sapore più deciso. Inoltre, la zona di produzione delle due mozzarelle è diversa: Paestum per la prima e Battipaglia per la seconda.

    Entrambe le mozzarelle rappresentano un’eccellenza enogastronomica della Campania e sono amate sia a livello locale che internazionale. Sono ingredienti fondamentali in molte ricette della cucina campana e vengono spesso apprezzate da sole, magari accompagnate da un filo d’olio extravergine d’oliva e pomodorini freschi. La Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia sono due autentiche gemme della tradizione culinaria campana, da gustare e apprezzare in tutta la loro bontà e genuinità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.paestumwinefest.it/

  • Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani

    Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    Di Cristina Santini

    L’Irpinia, terra campana, è un territorio dalle valenze ambientali e paesaggistiche notevoli, caratterizzato da una bellezza naturale che affascina chiunque vi ponga lo sguardo.

    Deve il suo nome agli Irpini, in latino Hirpis, una tribù di stirpe sannitica e di lingua osca, Hirpus in osco ossia lupo, che abitava in epoca preromana vaste zone dell’Appennino campano.

    La leggenda narra che un lupo avrebbe guidato gli Irpini fino alle terre in cui essi si sarebbero poi insediati.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    La Regione, che ospita la più alta concentrazione di vigneti, è circondata da valli ed alture, attraverso le quali si inerpicano numerosi fiumi e torrenti. L’orografia del territorio, con altitudini comprese tra i 300 e i 1800 metri sul livello del mare, contribuisce a creare microclimi unici che variano a seconda delle zone e consentono di produrre differenti tipologie di vini.

    In particolare, il versante Tirrenico, che è quello più adatto alla viticoltura, è montuoso e discontinuo, ricco di vegetazione e di acque, con terreni di origine argilloso-calcarei e vulcanici che hanno beneficiato dell’attività effusiva delle tre zone vulcaniche circostanti: il Vulture, il Vesuvio e i monti del casertano. Nel corso dei secoli, l’accumulo di diversi strati di cenere e lapilli ha dato vita a depositi tufacei e arricchimenti in minerali.

    L’area vitata è suddivisa in due zone: una che costeggia il fiume Calore, dove l’Aglianico regna sovrano; l’altra, sulle colline attraversate dal fiume Sabato, è più favorevole ai vitigni a bacca bianca. Sui suoli di arenarie, in pendenza media, prospera l’antico vitigno Greco, mentre il Fiano è allevato su terreni leggeri e profondi di origine vulcanica.

    In questo luogo, dove le idee hanno preso forma e qualcosa di straordinario è nato, Francesco De Stefano, un giovane imprenditore irpino, ha dato vita nel 2017 al progetto dell’azienda vitivinicola Vini De Stefano. Guidato dalla passione per la propria terra e l’enologia e seguendo le orme del nonno, ha creato un’azienda dinamica e innovativa con l’obiettivo di produrre vini di alta qualità con una forte attenzione alla tradizione e all’autenticità del territorio.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    Venti ettari di terreno coltivati su questa generosa e fertile terra, producono circa 70.000 bottiglie all’anno. Attualmente, la distribuzione è principalmente a livello nazionale, ma con un occhio rivolto al mercato internazionale, in particolare in paesi come Giappone, Germania e Svizzera.

    L’Irpinia è stata riscoperta grazie all’enologo Antonio Mastroberardino che ha dimostrato come la combinazione di metodi tradizionali e tecnologia moderna possa creare vini di alta qualità e nel tempo ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) per tre vini di fama internazionale: Taurasi, Greco di Tufo e Fiano d’Avellino.

    Esploriamo allora con attenzione la selezione completa dei vini bianchi e rossi di Francesco De Stefano con le nostre considerazioni di rito:

    FREJA, Falanghina Igt 2022, il cui nome si rifà ad una dea dall’aspetto elegante e raffinato e dall’indole coraggiosa e determinata, veneratissima dai popoli nordici.

    Ha un impatto olfattivo elegante con sentori di frutta bianca esotica, pesca gialla, note agrumate e con una leggera nota alcolica. Si percepiscono anche sentori di miele e un leggero tocco floreale. La beva è piacevole, con un’acidità spiccata che risalta all’inizio e si conclude con un dolce finale. Tuttavia, sembra che l’equilibrio sia ancora sbilanciato verso l’acidità, probabilmente per la sua giovane età, ma allo stesso tempo è un vino che rimane a lungo in bocca, lasciando sensazioni e sapori che persistono dopo averlo degustato.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    ADAMAS, in latino diamante, attribuito al Greco di Tufo Docg 2022 che, proprio come il minerale di origine naturale più duro che si conosca, è in grado di resistere nel tempo. Il suo processo di vinificazione e affinamento è identico agli altri bianchi.

    Profumo intenso e gradevole della mela golden, fiori di camomilla e del rosmarino appena colto. il sapore fresco e seducente che si posa sul palato, come un bacio leggero è giunto a noi senza perdere il suo fascino.

    Ma c’è di più. La freschezza spiccata che si fa strada, come una brezza mattutina e la nota minerale aggiungono ulteriore complessità insieme alle intriganti trame di pietra focaia. È come se avessimo assaporato un pezzo di eternità, racchiuso in una fragranza.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    APIA’, Fiano di Avellino Docg 2022 che porta il nome dell’uva di una vigna antica che originariamente era chiamata “uva apiana” e della città di Apia del Peloponneso. Furono proprio gli abitanti di questa città i fautori della nascita di questo vitigno a bacca bianca. La sua vinificazione avviene con una pigiatura a grappoli interi, una malolattica svolta parzialmente e un affinamento di un anno in silos di acciaio.

    E’ un vino intrigante e complesso. Origano, fiori di campo, pesca gialla e un carattere minerale e vulcanico si fondono in un bouquet aromatico. La lunghezza e la balsamicità sono accompagnate da una piacevole acidità e freschezza bilanciate. La salivazione importante invita ad un altro sorso che insieme all’elemento erbaceo aggiunge un tocco di natura. Si caratterizza per la sua sbalorditiva beva e godibilità che può migliorare nel tempo.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    SALUBER è il nome scelto per l’Irpinia Campi Taurasini Doc 2019, per omaggiare la salubrità di questa terra.

    La sua vinificazione consiste nella macerazione per 12 gg circa, starter di lieviti autoctoni e malolattica svolta completamente in legno. Affinamento in barrique di rovere francese per tre anni e 4 mesi in bottiglia.

    Questo Aglianico in purezza, situato nei dintorni dei fiumi irpini, regala un aroma intrigante e coinvolgente di fico, prugna e rosa, una sfumatura di vaniglia che si fa strada amalgamandosi alla nota speziata di liquirizia conferendo profondità al vino.

    La struttura sembra promettente, l’acidità vivace, mentre i tannini potrebbero aver bisogno di un po’ più di tempo per ingentilirsi. Si fa notare con una presenza decisa e una lunga persistenza in bocca. In definitiva, abbiamo tra le mani un vino degno di nota che ha ancora spazio per evolversi e rivelare ulteriori sfaccettature.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    CORTICI’, Irpinia Aglianico Igt 2021, un rosso energico e vigoroso le cui uve provengono dai vigneti allevati su una collinetta nota come “Coticimolo” tra i Comuni di Contrada e Montoro. Passa il suo tempo affinandosi in barrique per dieci mesi e sei mesi bottiglia.

    Il bouquet intenso e profumato come la rosa violetta e la fragranza dei frutti rossi maturi, concentrati come more, prugne, e ribes promette un’esperienza sensoriale avvolgente. Al sorso, l’eleganza si manifesta con ciliegia, tannini setosi e un’acidità perfettamente bilanciata. Questo vino è fresco, godurioso, persistente e armonioso. Una bella bevuta per gli amanti del vino, da gustare con piacere.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice, Tesori enologici d’Irpinia: le creazioni della Cantina Vini De Stefano

    TAURASI, Aglianico Docg 2019 nasce da uve attentamente selezionate nei vigneti allevati sui pendii del Calore, del Sabato e dell’Ofanto. Affina in tonneaux e barrique di Allier nuove di media tostatura per quattro anni e ulteriore riposo in bottiglia.

    Il naso, attraente e intenso, danza tra le sensazioni di marmellata di more, ribes nero e un tocco di put pourri.

    Il sorso super avvolgente, come un abbraccio caloroso, richiama la beva come una melodia che si ripete nella mente. Il calore si fonde con i tannini e l’acidità creando un equilibrio armonioso. Un mix di caffè tostato, cioccolato fondente e speziatura leggermente piccante gioca con un legno ben integrato, molto gradevole che lascia un segno indelebile. Ha grande potere di invecchiamento, come un libro che si apre lentamente nel tempo.

    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice
    Vini De Stefano 2024, nei calici assaggi sensoriali campani, foto autrice

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/ciociaria-da-bere-2023-di-cristina-santini/

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito cantina: https://www.vinidestefano.eu/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése

    Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése

    Eccellenze nel Bicchiere a Terre di Toscana 2024 in Versilia

    Di Adriano Guerri

     

    Nei giorni 24 e 25 marzo 2024 a Lido di Camaiore, all’interno degli splendidi saloni dell’Hotel Versilia Lido I Una Esperienze si è svolta con grande soddisfazione sia per i produttori sia per i visitatori la 16°edizione di Terre di ToscanaEccellenze nel Bicchiere “.

    Vela all' ingresso della Kermesse, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vela all’ ingresso della Kermesse, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vi erano presenti oltre 140 espositori provenienti da ogni angolo di Toscana con oltre 700 etichette in degustazione. Questa fantastica kermesse viene ben organizzata da AcquaBuona.it. Come suggerisce il nome l’evento è dedicato totalmente a tutte le denominazioni della regione Toscana. I vini in degustazione erano tutti di eccellente qualità, proporrei un focus sui vini della denominazione “Vernaccia di San Gimignano“, dei 5 produttori presenti. Alcuni cenni su l’enclave, anticipano l’analisi sensoriale dei vini degustati a Lido di Camaiore.

    La Vernaccia di San Gimignano è una gemma enologica italiana nella terra dei vini rossi, è stato il primo vino italiano ad ottenere la denominazione di origine controllata nel 1966, seguentemente nasce il Consorzio della Vernaccia che contribuirà fortemente a dare nuovo entusiasmo per la produzione di qualità, conseguendo nel 1993 la meritatissima Docg. San Gimignano è una ridente cittadina che si trova nella parte nord-ovest della provincia di Siena.

    Dichiarata dall’ Unesco World Heritage, nota in tutto il globo per le sue torri medievali, che le hanno valso l’epiteto di Manhattan del Medioevo. In questo meraviglioso lembo di Toscana si producono anche ottimi vini rossi, ma la produzione maggiore è riservata alla Vernaccia che da disciplinare si deve realizzare rigorosamente con almeno un 85% dell’ omonimo vitigno. Ciò nonostante, molti produttori optano per l’ ottenimento in purezza. Un vino bianco italiano dotato di una apprezzabile capacità d’ invecchiamento, incentivo convincente per essere prodotto anche nella tipologia ” Riserva “. Un vino che gode di fama planetaria, dovuto alla sempre più crescente riscontro qualitativo.

    San Gimignano e le sue Torri medievali, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    San Gimignano e le sue Torri medievali, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Ecco i vini:

    Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione – Colore giallo paglierino brillante, al naso arrivano sentori di fiori di campo, pesca, susina, cedro e mandorla, al palato è avvolgente ed appagante.

    Vernaccia di San Gimignano Riserva Ori 2021 Il Palagione – Di un bel colore giallo giallo dorato luminoso, al naso libera sentori di nettarina, zafferano, mango, papaya, ananas e mandarino, sorso avvolgente, fresco, saporito, armonioso e lunghissimo.

    Sito di riferimento: https://www.ilpalagione.com/

    Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi – Bellissima tonalità giallo dorato, al naso sprigiona sentori di banana, melone, ananas, lime, e vaniglia, gusto saporito e dinamico, rinfrescante ed ammaliante.

    Sito di riferimento: https://www.panizzi.it/it/

    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani – Colore Giallo paglierino con riflessi dorati , emana note di fiori di montagna, mela golden, pompelmo e pietra focaia, la freschezza stimola il sapido sorso e rimane in bocca a lungo.

    Sito di riferimento: https://www.cesani.it/it/

    Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara – Color giallo paglierino con sfumature oro, rivela sentori di pera, mela, pesca con nuances agrumate e speziate, al gusto è piacevolmente fresco, coerente, pieno e duraturo.

    Sito di riferimento: https://colombaiosantachiara.it/

    Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea – Colore giallo paglierino luminoso, al naso rimanda note di, pera, melone erbe aromatiche e una piacevole scia agrumata, il sorso è vibrante, sapido e decisamente persistente.

    Sito di riferimento: https://www.cappellasantandrea.it/

    Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/romagna-albana-alla-55-edizione-di-vinitaly/

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

    Sito evento: https://terreditoscana.info/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Terza tappa del mio viaggio in Champagne alla maison di Champagne Canard-Duchêne

    Di Elsa Leandri

    Verde e oro sono i due colori, il cui accostamento trasmette immediatamente regalità, che rappresentano questa azienda. Forse non è tra le cantine maggiormente conosciute in Italia ma il suo nome e le sue etichette sono sempre presenti in Francia dai supermercati alle enoteche fino a diventare proprio quest’anno, nel 2024, il fornitore ufficiale dell’Académie des Arts et Techniques du Cinéma: si tratta di Canard-Duchêne.

    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Storia

    La storia di questa cantina nasce, nel 1868, dall’unione di Léonie Duchêne, figlia di viticoltore, e di Victor Canard, fabbricante di botti, nel cuore del parco naturale della Montagne de Reims a Ludes, uno dei 44 villaggi classificati come Premier Cru della Champagne.
    I proprietari particolarmente attenti alle dinamiche del mercato vedono, non a torto, un potenziale cliente nella Russia.

    Lo zar Nicola II diventa, infatti, un grande estimatore dello champagne prodotto da questa Maison e in suo omaggio viene introdotto nello stemma di Canard Duchêne l’aquila bicipite, blasone della famiglia Romanov, accanto alla sciabola che rievoca invece gli ussari di Napoleone i quali avevano l’abitudine di sciabolare le bottiglie di champagne in occasione delle vittorie.

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice in primo piano durante la sua visita.
    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice in primo piano durante la sua visita.

    La nostra guida Isabel, una brasiliana che si è trasferita in Champagne, ci conduce nel dedalo delle cantine sotterranee che sono state scavate a mano nella craie e che si estendono per 6 chilometri ad una profondità che varia da 12 a 38 metri.

    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Durante il percorso riviviamo oltre ai vari step del processo produttivo anche la fastosità del Château de Ludes, il castello che si ergeva anticamente laddove si trova l’attuale proprietà e che è stato distrutto durante le due guerre mondiali. Quello che ne rimane sono unicamente le cantine abbellite oggi da incantevoli vetrate dell’antica cappella che sono state restaurate dall’Atelier dei mastri-vetrai Simon-Marq e che vigilano sui nostri passi.

    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Rimaniamo sempre estasiati e affascinati da quelle stanze in cui vengono custodite le bottiglie sur lattes e quelle più vecchie sur pointe proprio per evitare l’eccessivo contatto tra i lieviti e il volume liquido in modo da custodire quanto più possibile gli aromi imprigionati.

    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Riemergiamo dalle cantine e ci accomodiamo in sala degustazione concentrando la nostra attenzione alle cuvée e ai millesimi che hanno visto fino ad oggi la luce grazie alle sapienti mani dello chef de cave Laurent Fédou, il quale, avendo ormai raggiunto l’età della pensione, lascerà il passo nel 2025 a Cynthia Fossier.

    Degustazione

    Charles VII – Blanc de Blancs– 100% Chardonnay- 30% vins de réserve- 6g/L
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Impatto olfattivo floreale su ricordi di gelsomino e di mughetto accompagnato da sentori di pesca gialla, pera e da un delicato finale agrumato di scorza di pompelmo. L’avvolgenza del cavo orale è dinamicizzata dal formicolio dell’effervescenza e dall’elegante chiusura sapida.

    Charles VII - Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Millésime 2015 – 35% Pinot Nero, 35% Chardonnay, 30% Meunier- 7g/L
    Giallo paglierino vivace con riflessi verdolini. Rimandi di albicocca e di bergamotto si accostano alle note di pasticceria e di burro. Regala al sorso un’ampiezza sublime che si dissolve lentamente su echi di zest di limone.

    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Cuvée Léonie – 50% Pinot Nero, 30% Meunier, 20% Chardonnay- 35% vins de réserve- 7g/L
    Il nome di questo champagne, come è facilmente intuibile, è un omaggio alla co-fondatrice.
    Giallo verdolino vivace con un’effervescenza continua. Si declina su frutti di bosco come lampone e ciliegia arricchiti da mango e da effluvi di anice stellato e di vaniglia anticipando un sorso incentrato sulla gourmandise e dotato di un’elevata lunghezza.

    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Charles VII – Blanc de Noirs – 100% Pinot Nero- 50% vins de réserve di cui 25% metodo solera- 7g/L
    Paglierino con riflessi ramati con treni di bolle numerosi e continui. Kumquat, scorza di arancia e mirabelle sono i protagonisti a livello olfattivo che vengono impreziositi da brezze di tabacco e caffè. Attraente in bocca per l’entrata ampia e fruttata ravvivata dalla freschezza e dalla sapidità su rimandi di liquirizia.

    Charles VII - Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    V Vintage 2012 – Blanc de Noirs – 70% Pinot Nero, 30% Meunier- Pas Dosé
    Il nome di questo Champagne vuole omaggiare, invece, il co-fondatore della cantina Victor Canard.
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Susina gialla, mela cotogna, pesca tabacchiera, eleganti soffi di sottobosco e caffè tostato guidano verso un sorso elegante dettato dalla freschezza e dalla verticalità di bocca sorretta da un’effervescenza delicata. Lungo finale di lampone.

    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

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    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Maison: https://www.canard-duchene.fr/fr/

    Siti Partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    In Champagne e le Tonnellerie francesi di Hermonville

    Di Elsa Leandri

    Tutti quelli che parlano di vino spesso sono talmente concentrati a valutare il prodotto nel calice che si accontentano (erroneamente) di ricevere delle informazioni (come recipiente usato per affinamento o maturazione) finalizzate unicamente alla valutazione del campione. Ma se incominciassimo a chiederci che tipo di legno è stato usato, qual è la dimensione del contenitore o quale tostatura è stata effettuata saremmo spinti ad approfondire l’argomento al punto d’andare a visitare una Tonnellerie.

    Pensando alle botti vengono in mente immediatamente quelle, maggiormente diffuse, ottenute da rovere americano e da rovere francese, anche se sappiamo che possono essere utilizzate altre tipologie di legno come quello di acacia o di castagno, giusto per citarne alcune.

    La curiosità ci ha spinto fino in Champagne (l’amore per questa regione è atavico) a visitare una delle cento Tonnellerie francesi, la Tonnellerie de Champagne Ardenne che si trova a Hermonville a Nord-Ovest di Reims la quale vanta due certificati: uno il PEFC (Programme de reconnaissance des certifications forestières) che identifica la gestione sostenibile delle foreste e l’altro è l’EPV (Entreprise du Patrimoine Vivant) che racchiude le imprese francesi che si distinguono per il loro savoir faire.

    A farci da Cicerone è stato Jérôme Viard, che ha fondato questa impresa nel 1998 e che ci ha accompagnato lungo il percorso che il legno subisce per venir trasformato da albero in barrique o in botti di grandi dimensioni. 

    JEROME VIARD FOTO DI Tatiana Vereshchako, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    JEROME VIARD FOTO DI Tatiana Vereshchako, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Il primo lavoro che viene effettuato è quello di Jérôme Fournaise il merrandier, che si occupa di selezionare in foresta le querce (unicamente della specie sessile o peduncolata), la cui età può essere compresa tra gli 80 e i 250 anni, tenendo comunque conto che è ideale che il diametro sia di almeno 40 cm.

    Come per la vite anche per gli alberi il terreno in cui crescono dona e offre determinate caratteristiche: nel caso specifico della Tonnellerie di Champagne, che opera principalmente nei boschi della Champagne Ardenne, si può passare da un terreno limoso-argilloso nella Montagne de Reims con dei sentori più incisivi a un terreno ricco di gaize (roccia sedimentaria composta di silice) che verterà invece su note più eleganti.

    Jérôme Fournaise foto di Elsa leandri, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    Jérôme Fournaise foto di Elsa leandri, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Una volta selezionato l’albero questo viene trasportato alla tonnellerie dove viene segato (per ottenere botti di grandi dimensioni) o spaccato ( nel caso di barrique o tonneau) a seconda della grandezza del recipiente che si vuole ottenere: questo processo determina comunque una perdita di materiale tra il 70-80%, in quanto si devono considerare unicamente le sezioni in cui i raggi midollari hanno un andamento orizzontale.

    In caso contrario, infatti, avremmo un prodotto ad elevata permeabilità con conseguente fuoriuscita del liquido e con un elevato passaggio di ossigeno all’interno del recipiente che determinerebbe quindi un carattere ossidativo non ricercato.

    Alberi selezionati foto dell'autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    Alberi selezionati foto dell’autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Le doghe ottenute vengono poste all’aria aperta per minimo 3 anni, in modo che la pioggia ne lavi via la clorofilla e i tannini verdi e che il vento e il sole essicchino il legno.  Trascorso questo periodo sono lavorate in modo da ottenere una configurazione bombata verso l’esterno e concava verso l’interno e successivamente sono allineate le une a fianco alle altre per andare a costituire la botte; la loro posizione viene assicurata da un cerchio di metallo. Si procede quindi al riscaldamento della struttura a 180°C così da far in modo che il legno riesca a curvarsi e che quindi sia flessibile così da ottenere la classica forma curvilinea.

    Stagionatura delle doghe, foto dell'autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    Stagionatura delle doghe, foto dell’autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Lo step successivo prevede la tostatura della botte. Questo è il momento più importante e più delicato in quanto, in questa fase, i sentori presenti nel legno si modificano e saranno quelli che caratterizzeranno il vino: se la tostatura è veloce saranno presenti marcatamente i classici richiami associati all’uso del legno come vaniglia, noce di cocco, spezie, mentre se il processo viene effettuato per un periodo di tempo più lungo a temperature controllate oltre a degradare i tannini del legno si avrà anche una modifica dei sentori presenti ottenendo in tal modo delle note più evolute come quelle di pasticceria, panificazione, caffè, caramello, cacao. Jérôme predilige delle tostature lente e a basse temperature proprio per far in modo che il legno accompagni il vino e che non lo sovrasti.

    Doga curvata, Stagionatura delle doghe, foto dell'autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    Doga curvata, Stagionatura delle doghe, foto dell’autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    A questo punto si mettono le teste della botte (che non sono tostate) e tra un asse di legno e l’altro per garantire un perfetto isolamento viene messo del giunco. Si effettua quindi un foro (cocchiume) dal diametro di 4 a 6 cm e eventualmente può essere fatto un foro più piccolo sul fondo in cui viene applicato un rubinetto.

    Si capisce quindi che l’uso di un particolare legno, la sua dimensione e la tostatura modificano nettamente le percezioni che possiamo poi ritrovare nel calice, rendendo così ogni assaggio unico nel suo genere.

    Jérôme ci ha fatto degustare per concludere la visita tre champagne in cui sono state utilizzate botti di dimensioni diverse per poterne apprezzare la differenza.

    Champagne A&J. Demière Lysandre collection 2018 – 100% Meunier botte nuova da 1000L. I classici sentori di pera e mela cotogna sono accompagnati dalle note di miele di acacia e di brioche con un finale di agrume candito. In bocca offre un sorso elegante e seducente. 

    CHAMPAGNE A&J DEMIERE COLLECTION LYSANDRE 2018, foto dell'autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    CHAMPAGNE A&J DEMIERE COLLECTION LYSANDRE 2018, foto dell’autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Champagne Guy de Chassey Blanc de Noirs Ecrin 2 2017 – 100% Pinot Noir botte nuova da 205L. I ricordi di mandarino e di lampone sono accarezzati da effluvi di scorza di cedro. Entrata diretta e minerale. Lascia lentamente il cavo orale su echi di kumquat.

    CHAMPAGNE ECRIN N 2 GUY DE CHASSEY, foto dell'autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville
    CHAMPAGNE ECRIN N 2 GUY DE CHASSEY, foto dell’autrice, articolo: Elsa Leandri in Champagne 2024, primo tour a Hermonville

    Alain Bernard Blanc de Noirs – 100% Pinot Noir botte di 600L. Impatto olfattivo speziato in cui la liquirizia e l’anice stellato si intrecciano al frutto. Potente e gourmand al contempo con un finale dettato dalla mineralità.

    Tre assaggi completamente differenti l’uno dall’altro nei quali si può apprezzare la manodopera del viticoltore che si intreccia alla maestria della Tonnellerie: entrambi hanno un unico obiettivo fare in modo che il calice seduca, conquisti e crei un ricordo indelebile!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito azienda: https://tonnellerie-artisanale.com/#index

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    Wine in Venice 2024

    Di Rosaria Benedetti

    Venti selezionate Aziende Vitivinicole, che hanno dato prova di saper interpretare concretamente principi di Etica e Sostenibiltà, si sono presentate nello splendore scenografico della Scuola Grande della Misericordia a Venezia dal 20 al 23 gennaio 2024.

    La Scuola Grande della Misericordia. Foto dal sito, articolo: Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative
    La Scuola Grande della Misericordia. Foto dal sito, articolo: Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    Il fascino di Venezia, la collocazione nello splendido complesso monumentale della Scuola Grande della Misericordia tra le calli e le fondamenta del vivace Sestriere di Cannaregio, insieme alla accurata ricerca delle Aziende più significative nel panorama delle produzioni sostenibili, sono la ricetta del successo di questa seconda edizione di Wine in Venice, che si collocherà negli anni a venire, a pieno diritto, tra i Grandi Eventi della Città lagunare.

    Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative, logo evento
    Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative, logo evento

    Nella maestosità scenica della Misericordia, dove una delle Confraternite dei Battuti operò per 500 anni divulgando carità, liturgia e catechesi, si è svolta dal 20 al 23 genniao 2024 la seconda edizione di una kermesse che vuole distinguersi. Tutte le 20 Aziende, una per regione d’Italia, ammesse gratuitamente nelle prestigiose sale della Grande Scuola devono infatti dimostrare di possedere un approccio innovativo ed etico attraverso il concreto successo di progettualità positivamente concluse nel segno della sostenibilità, non solo nella produzione del vino in sé, ma anche a favore del bene comune e del miglioramento del pianeta.

    Interni della Scuola Grande della Misericordia Foto dell'autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative
    Interni della Scuola Grande della Misericordia Foto dell’autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    L ’ edizione 2024 di Wine in Venice si è arricchita con numerosi interventi di contorno: oltre alle Masterclass di elevato spessore per la qualità dei vini e per la professionalità dei conduttori, spiccano le uscite sul territorio alla scoperta delle eccellenze enoiche della laguna e la presenza di partner esterni come l’ Apt Fiemme Cembra che con l’Ets Val di Cembra ha animato il buffet con i prodotti tipicamente trentini e proposto i vini cembrani in una degustazione loro dedicata con la presenza dei produttori.

    Interni della Scuola Grande della Misericordia Foto dell'autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative
    Interni della Scuola Grande della Misericordia Foto dell’autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    VITIS IN VULTURE

    Nell’esauriente serie di vini presentati, spiccano le differenti versioni di aglianico in purezza, specchio del progetto di questa Cantina cooperativa che conta ad oggi ca 50 Soci: riunire i vari processi di filiera in un unicum condiviso tra tutte le fasi di lavorazione, dal vigneto alla commercializzazione del prodotto.

    L’Azienda è oggi uno dei maggiori gruppi vitivinicoli della Basilicata. I vini sono precisi, disegnati sul vitigno senza sbavature, sia nelle linee immediate, sia nei vini da collezione. L’aglianico del Vulture vi si esprime con finezza, senza esagerazioni, dando luogo a sorsi di piacevole bevibilità.

    Sito di riferimento: www.vitisinvuture.com

    Degustazione Vitis in Vulture Foto dell'autrice, articolo: articolo: Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative
    Degustazione Vitis in Vulture Foto dell’autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    LUNAE

    Azienda Lunae, Foto dal sito, articolo: Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative
    Azienda Lunae, Foto dal sito, articolo: Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    Incastonata nell’angolo più orientale della Liguria, l’Azienda Lunae lavora un mosaico di vigneti che si estendono tra la zona collinare del versante sud delle alpi Apuane e il mar Tirreno. Oltre ai vigneti di proprietà l’Azienda, con il suo progetto “Terra Viva Lunae”, coinvolge ca. un centinaio di piccoli vignaioli locali dando voce ad un territorio estremamente parcellizato per rinsaldarne la vocazionalità.

    L’alternanza di suoli con composizioni differenti consente la diversificazione dei prodotti, quasi totalmente da uve autoctone, addirittura da varietà antiche. Grande protagonista il vermentino, anche nella varietà “nero”, la cui sapidità e ricchezza gustativa sono rintracciabili in ogni versione.

    Sito di riferimento: www.cantinelunae.com

    VAL DI CEMBRA Associazione Turistica Val di Cembra

    Masterclass “In Val di Cembra, nel cuore delle Dolomiti, la verticalità in un calice”

    La Val di Cembra è uno degli ambiti territoriali più affascinanti del Trentino grazie ai suoi paesaggi scenografici di interminabile suggestione con oltre 700 chilometri di muretti a secco che suggellano l’antica vocazionalità dei vigneti e ne percorrono le linee sinuose.

    Qui i vini sono una sintesi, talvolta estrema, di fattori geografici e climatici come l’altitudine, l’escursione termica, la duplice matrice del suolo, con calcari e porfido, ai quali ogni produttore sa dare una interpretazione territoriale univoca e personale. Nuovi metodo classico convivono con vinificazioni più tradizionali nel rispetto dei comuni denominatori, freschezza, copiosità olfattiva, verticalità del sorso e sapidità.

    Siti di riferimento: www.visitfiemme.it  www.visittrentino.it

    Degustazione: “la verticalità nel calice” ETS Val di Cembra Foto dell’autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calle, calici ed emozioni gustative
    Degustazione: “la verticalità nel calice” ETS Val di Cembra Foto dell’autrice, articolo: Wine in Venice 2024 tra calli, calici ed emozioni gustative

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/piwi-sara-una-rivoluzione-di-rosaria-benedetti/

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Sito evento: https://wineinvenice.com/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

     



  • WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024

    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024

    Le Masterclass di Wine&Siena

    Di Elsa Leandri

    Appuntamento ormai annuale la kermesse organizzata da Helmuth Köcher nella città medievale di Siena nella location unica e magnifica di Santa Maria della Scala che Adriano Guerri in WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024 ha introdotto in modo esemplare.

    In questo articolo non ci soffermeremo sugli assai fatti ma ci concentreremo sulle Masterclass che si sono svolte sabato 27 e domenica 28 gennaio e che si sono tenute, come di consueto, presso il Grand Hotel Continental Siena- Starhotels Collezione.

    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell'autrice
    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell’autrice

    Di seguito ne riportiamo il programma

    Nella prima giornata le masterclass hanno avuto i seguenti temi:

    Tocai… Il vino che cambia nome ma non perde la sua identità, condotta da Marcello Vagini – delegato AIS
    Un viaggio dal Piemonte all’Alto Adige, assapora le differenti armonie evolutive, condotta da Paola Castellani- delegata FISAR
    Arte in anfora: segreti e meraviglie del vino nella storia verso il futuro, condotta da Helmut Köcher

    Nella seconda giornata si è parlato di

    Bolle d’Italia: viaggio sensoriale tra le eccellenze delle bollicine italiane, condotta da Paolo Cepollaro- delegato FIS

    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, masterclass sulle bolle italiane, foto dell'autrice
    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, masterclass sulle bolle italiane, foto dell’autrice

    Sotto i cieli della Val d’Orcia: tesori vinicoli tra colline incantevoli e tradizioni autentiche, condotta da Andrea Frassineti – Consigliere Nazionale ONAV
    Sinfonia di terroir: Brunello di Montalcino – l’arte di un Rosso Inconfondibile, condotta da Vito Lacerenza di SlowFood SlowWine

    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, masterclass sul Brunello di Montalcino, foto dell'autrice
    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, masterclass sul Brunello di Montalcino, foto dell’autrice

    Personalmente abbiamo seguito due delle degustazioni della domenica tuffandoci dapprima tra le bolle italiane e successivamente alla scoperta di quel gran terroir che è quello di Montalcino.
    Riportiamo di seguito i nostri migliori assaggi delle due masterclass.

    Uva MatrisAstra Metodo classico Millesimato Brut Nature 2020 – 100% nebbiolo. Fermentazione e sosta di 8 mesi in barrique, rifermentazione in bottiglia con affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi.
    Ampio ventaglio olfattivo: mirabelle, pasta frolla, crema pasticciera, pietra bagnata, pepe bianco, torta di mele e infine un effluvio di ceralacca. Elegante tensione fresco-sapida che si prolunga su un finale di pesca candita cosparsa di salgemma.

    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, Uva Matris Astra, foto dell'autrice
    WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, Uva Matris Astra, foto dell’autrice

    Monsupello Monsupello Nature Metodo Classico- 90% pinot nero, 10% chardonnay. Fermentazione in acciaio. Rifermentazione e sosta sui lieviti per almeno 30 mesi.
    Un susseguirsi di sentori di mela cotogna, pera abate e pesca gialla si distendono su un tappeto floreale di fiori di tiglio. In chiusura echi di nocciola tostata, miele di acacia e timo. Un piacevole sorso equilibrato che lascia il cavo orale su una scia di frutti di bosco e kumquat candito.

    Monsupello- Monsupello Nature Metodo Classico, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell'autrice
    Monsupello- Monsupello Nature Metodo Classico, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell’autrice

    MirabellaMirabella Dom Riserva 2016 Franciacorta DOCG dosaggio zero- 50% chardonnay, 35% pinot nero, 15% pinot bianco. Fermentazione in vasche di cemento. Una parte dello chardonnay è sottoposta a una fermentazione condotta in barrique di rovere. Affinamento sui lieviti di minimo 85 mesi.

    Bouquet di fiori di acacia e di ginestra, pesca gialla, lemongrass una leggera nota balsamica e un tocco di speziatura accompagnano i delicati richiami di pasta frolla e vaniglia. Integrazione perfetta delle bollicine che solleticano il palato offrendo un’entrata opulenta, con una freschezza che vivacizza la bocca.

    Mirabella - Mirabella Dom Riserva 2016 Franciacorta DOCG dosaggio zero, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell'autrice
    Mirabella – Mirabella Dom Riserva 2016 Franciacorta DOCG dosaggio zero, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell’autrice

    Pian delle QuerciBrunello di Montalcino DOCG Riserva 2018. Varietale l’impatto olfattivo in cui ciliegia, lampone, mora, mirtillo si susseguono circondati da petali di rosa rossa e viola. In chiusura rimandi d’eucalipto. L’elevata freschezza accompagna i tannini fruttati offrendo un elegante epilogo su effluvi di salvia.

    Pian delle Querci- Brunello di Montalcino DOCG Riserva 2018, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell'autrice
    Pian delle Querci- Brunello di Montalcino DOCG Riserva 2018, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell’autrice

    RidolfiBrunello di Montalcino DOCG 2019. Attraente susseguirsi di sentori di mora, prugna, viola mammola e humus con sbuffi di pepe nero, liquirizia e cioccolato nero. Il grip tannico viene sorretto da una seducente freschezza che regala un sorso elegante.

    Ridolfi- Brunello di Montalcino DOCG 2019, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell'autrice
    Ridolfi- Brunello di Montalcino DOCG 2019, articolo: WineeSiena le masterclass seguite da Elsa Leandri 2024, foto dell’autrice

    Patrizia Cencioni- Brunello di Montalcino DOCG 2019. Espressione tipica del sangiovese: ciliegia marasca, viola e rosa con ricordi di liquirizia e di pepe nero. Ingresso ammaliante dotato di una freschezza decisa che sostiene la trama tannica speziata. (FOTO CENCIONI)

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://wineandsiena.com/

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  • diVino 2024, 2° edizione sarà un successo come la prima

    diVino 2024, 2° edizione sarà un successo come la prima

    Dopo il grande successo di pubblico della prima edizione, che ha registrato la partecipazione di oltre mille appassionati, l’evento diVino fa ritorno nella Capitale.

    Redazione – Carol Agostini

    Le date fissate sono il 3 e 4 Febbraio 2024, mantenendo la stessa location, Villa Piccolomini sull’Aurelia Antica.

    La selezione della Decanter Wine Academy porterà quest’anno ben 90 cantine provenienti da tutta Italia, offrendo oltre 230 etichette in degustazione. L’incantevole Villa Piccolomini, situata sull’Aurelia Antica con un giardino che si affaccia sul Cupolone di San Pietro, ospiterà l’evento. La villa dispone di un ampio parcheggio interno, gratuito per gli ospiti della manifestazione.

    Protagonisti dell’evento saranno i vignaioli stessi, i quali presenteranno in degustazione le loro etichette più rappresentative ai banchi d’assaggio. Avranno l’opportunità di raccontare direttamente i loro vini a giornalisti, operatori del settore e winelovers.

    Un appuntamento imperdibile per gli appassionati del settore, un viaggio emozionale tra le cantine d’Italia, la nazione con il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo.

    diVino 2024, 2° edizione sarà un successo come la prima, locandina evento
    diVino 2024, 2° edizione sarà un successo come la prima, locandina evento

    Programma:

    Sabato 3 Febbraio

    • Ore 16.00: Apertura banchi d’assaggio
    • Ore 17.30: Masterclass “Viaggio alla scoperta dei territori del Cesanese Docg” con i relatori Pina Terenzi, Presidente Consorzio Cesanese del Piglio Docg, e Pierpaolo Pirone, enologo AtWine consulenze. Prenotazione obbligatoria con posti limitati.
    • Ore 22.00: Chiusura banchi d’assaggio

    Domenica 4 Febbraio

    • Ore 16.00: Apertura banchi d’assaggio
    • Ore 17.30: Masterclass “La vie en rosa che attraversa l’Italia” con i relatori Angelo Petracci, Referente Guida Vitae Ais Lazio, e Fabio Mecca, enologo dell’anno 2021. Prenotazione obbligatoria con posti limitati.
    • Ore 20.00: Chiusura banchi d’assaggio

    Costo del biglietto: 30 euro. Il biglietto include la degustazione libera dei vini delle 90 cantine presenti e finger food del catering di Villa Piccolomini, con primi piatti caldi e assortimento di salumi e formaggi. I soci di associazioni come Sommelier Ais, Ars, Assoenologi, Assosommelier, Degustibuss, Fis, Fisar, Onav, Ses, avranno una riduzione del biglietto, al costo di 20 euro, presentando la tessera all’ingresso.

    Stampa e Operatori del Settore: Per accredito, è possibile inviare una mail a accrediti@decanterwineacademy.org entro sabato 20 gennaio, specificando testata, numero di tessera e il link di un articolo firmato sull’enogastronomia per i giornalisti, o tipo di attività e partita iva per gli operatori del settore. I blogger possono inviare una mail che verrà valutata dallo staff.

    Per ulteriori informazioni:

    LISTA CANTINE PRESENTI:

    • Abruzzo: Antica Tenuta Palombo
    • Lazio: Az. agr. biologica De Sanctis, Azienda agricola Giovenzo, Azienda Agricola Rossi, Borgo D’Angelo
    • Campania: Bortolomiol, Brigante Vigneti e Cantina
    • Calabria: Cantina Alagna
    • Sicilia: Cantina Bacco
    • Lazio: Cantina di Santadi
    • Sardegna: Cantina Le Macchie
    • Lazio: Cantina Villa Gianna, Cantine Apicella, Cantine Capitani, Cantine De Biase, CapalBio
    • Toscana: Capinera, Casa Setaro
    • Campania: Casale della Ioria
    • Lazio: Casata Mergè, Castel De Paolis, Corte Normanna, Donne del Vico, Errico Vini
    • Puglia: Giancarlo Ceci, Giovanni Terenzi Vini, I Pampini, Il Cerchio Bio
    • Toscana: Ippolito 1845, La Batistina, La Fonte, La Riballina, La Vigna sul Mare, Le Marenghe
    • Abruzzo: Le Sode di Sant’Angelo, Marchesi di Montalto, Migliosi vitivinicola
    • Umbria: Moroni Wine
    • Emilia Romagna: Palazzo Prossedi, Papalino, Podere Alona
    • Abruzzo: Podernuovo, Rossi di Medelana
    • Lazio: San Michele a Ripa
    • Marche: Solis Terrae
    • Lazio: Tenuta 12
    • Toscana: Tenuta Antonini
    • Abruzzo: Tenuta Cervelli
    • Lazio: Tenuta del Priore, Tenuta di Pietra Porzia
    • Marche: Tenuta Recchi Franceschini
    • Puglia: Tenuta Viglione
    • Sicilia: Terenzi Vini, Terre D’Aquesia
    • Lazio: Terre del Veio, Tolomei
    • Veneto: Valdonica
    • Toscana: Vini Biagi
    • Abruzzo: Zazzera

    Consorzi Partecipanti:

    • Consorzio Orvieto Doc
    • Rosae Maris, rosati di Maremma
    • Consorzio Roma Doc
    • Corsorzio Atina Cabernet Dop
    • Consorzio Cori Doc
    • Consorzio Tutela Cesanese del Piglio Docg: Giovanni Terenzi Vini, L’Avventura, Luca Sbardella, Maria Elena Sinibaldi, Pileum, Marletta Teresa, Tiziana Vela, Az. Agr. Rapillo, Federici, Antiche Cantine Mario Terenzi, Casale della Ioria.

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  • WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024

    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024

    Suggellata con grande successo la 9°edizione di WineeSiena Capolavori del Gusto.

    Di Adriano Guerri

    Andata in scena dal 27 al 29 gennaio 2024 all’interno dei meravigliosi saloni del Complesso Museale Santa Maria della Scala e Palazzo Squarcialupi di Siena. Evento che segna la partenza della macchina organizzativa del WineHunter Helmut Köcher, Patron del Merano WineFestival con eventi enogastronomici in Italia. Ideato dallo stesso Köcher assieme a Stefano Bernardini, Presidente di Confcommercio Siena e ad Andrea Vanni , socio di Gourmet International, scomparso prematuramente due anni fa.

    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell'autore
    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell’autore

    Tre giorni molto partecipati ed intensi che hanno registrato il sold out con visitatori interessati a varcare la soglia del Santa Maria della Scala per degustare vini, alcuni dei quali hanno colto anche l’occasione per visitare i musei della città. Il museo vanta importanti opere d’arte realizzate da famosi pittori, pertanto roteando il calice, hanno catturato l’attenzione per essere ammirate.

    Siena è immersa tra prestigiose Docg, tra le prime in Toscana e in Italia ad aver ottenuto questo importante riconoscimento e Doc che godono di fama planetaria, pertanto, vi erano molti espositori provenienti da queste denominazioni, ma molti altri da varie regioni italiane. Il Grand Hotel Continental Starhotels Collezione ha messo a disposizione il suggestivo contorno del Salone delle feste per le masterclass. L’ultimo giorno, lunedì è dedicato agli operatori del settore professionale.

    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell'autore
    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell’autore

    L’entusiasmante appuntamento è cresciuto gradualmente, riuscendo a fomentare coinvolgimento da parte degli amanti del vino. La decima edizione di Wine & Siena è in programma dal 25 al 27 gennaio 2025. Ho partecipato sabato 27 gennaio e mi sono avvicinato ad un buon numero di banchi d’assaggio. Ma vorrei parlarvi di una Doc che è capace di farsi apprezzare con i suoi vini e con il suo straordinario territorio. Avete già capito, è l’Orcia Doc.

    La Doc Orcia è nata nel giorno in cui viene celebrata la ricorrenza degli innamorati, in un anno giubilare, 14 febbraio 2000. Per volontà di alcuni produttori fondatori del Consorzio del Vino Orcia, con la finalità di salvaguardare e fomentare l’immagine del vino e del suo, unico e straordinario territorio. Il vitigno principale che dà origine ai vini Orcia é il Sangiovese, vitigno e perla dell’enologia italiana che ha trovato un habitat ideale in tutto il centro Italia, capace di dar vita a vini identitari, talvolta elitari e di indubbia qualità e in varie sfumature. Le altre varietà coltivate e più diffuse nell’intero areale sono gli autoctoni, Foglia Tonda, Colorino e Trebbiano e gli alloctoni Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Merlot.

    Le tipologie proposte sono: Orcia Bianco, Orcia Rosato, Orcia Rosso, Orcia Rosso Riserva, Orcia Sangiovese, Orcia Sangiovese Riserva e dulcis in fundo Orcia Vinsanto.
    I toponimi di Vignoni e Bagno Vignoni sono una testimonianza che nell’enclave la coltivazione della vite affonda le radici in tempi remoti. I produttori sono autentici vignerons, i quali dedicano anima e corpo al proprio mestiere, dall’inizio del processo nel vigneto fino alla vendita del prodotto finito.

    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell'autore
    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell’autore

    L’evoluzione della Doc è coincisa anche con i cambiamenti climatici, con il conseguente aumento delle temperature che ha ridotto il rischio di gelate primaverili nei vigneti. La maggiore esperienza dei produttori, oggi e l’età più adulta delle viti hanno inciso in un miglioramento qualitativo dei vini.
    La zona di produzione dell’Orcia Doc si incunea tra due grande denominazioni, ossia, Brunello di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano, territori altamente vocati e che non hanno bisogno di presentazioni.

    I comuni ove viene prodotto questo piacevole nettare sono dodici nella denominazione, localizzati nella parte sud della provincia di Siena: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia e Trequanda. Parte, inoltre, dei comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.

    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell'autore
    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell’autore

    L’area è vasta e presenta aspetti pedo-climati variabili, caratterizzata da notevoli escursioni termiche tra le ore diurne e notturne. Il terreno è di origine marina, preminentemente ricco di fossili, di argilla, di sabbia e limo. Lo splendore dei paesaggi in Val d’Orcia, contraddistinti da panorami unici e borghi medievali incantevoli, ha portato a un riconoscimento internazionale. Dal 2 luglio del 2004, la Val d’Orcia è stata inserita nella lista “World Heritage” dell’Unesco, evidenziando la sua rilevanza storica e culturale.

    La valle è attraversata dal fiume Orcia al centro e dalla Via Francigena, è un’ambita meta turistica, in passato veniva percorsa da pellegrini.
    A San Quirico d’Orcia, in concomitanza con il ponte del 25 aprile, ogni anno ha luogo l’Orcia Wine Festival, l’occasione ideale per scoprire i vini di questa Denominazione.
    I vitivinicoltori sono oltre 60, tuttavia, non tutti iscritti al Consorzio del Vino Orcia.
    L’attuale Presidente del Consorzio è Giulitta Zamperini di Poggio Grande, succeduta a Donatella Cinelli Colombini artefice della rinascita dell’intero areale.
    Lo slogan “Orcia il vino più bello del mondo” è stato ben azzeccato.

     WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell'autore
    WineeSiena in scena con grandi novità a gennaio 2024, foto dell’autore

    I vini degustati

    Sesterzo Orcia Sangiovese 2019 Poggio Grande – Rosso rubino trasparente, al naso sprigiona note di ciliegia, mora, tabacco, cacao, ciclamino, pepe nero e chiodi di garofano, al palato è piacevolmente tannico ben equilibrato, la freschezza stimola il sorso, armonico e decisamente persistente.
    Sito di riferimento: https://www.aziendapoggiogrande.it/

    Aetos Orcia Riserva 2019 Tenuta Sanoner – Rosso rubino consistente, emana sentori di violaciocca, rosa, lamponi, marasca, e prugna, su scia speziata e balsamica, al gusto leggiadro, generoso, fresco con tannini poderosi ma setosi, finale durevole.
    Sito di riferimento: https://www.tenuta-sanoner.it/it/cantina-toscana-vino-olio/13-0.html

    Orcia Sangiovese 2020 Sasso di Sole – Rosso rubino vivace, al naso emergono note di pervinca, rosa canina, amarena e prugna alternate da pepe nero e tabacco, al palato è pieno ed appagante, con buona vena fresca e finale sapido.
    Sito di riferimento: https://www.sassodisole.it/

    Frasi Orcia Sangiovese Riserva 2020 Capitoni – Sangiovese con piccole percentuali di Colorino e Canaiolo, colore rubino intenso, rivela sentori di ciliegia, mora, mirtillo, cacao, con effluvi speziati di cannella e pepe nero, al palato il sorso ricco, pieno, avvolgente, armonioso e incredibilmente persistente.
    Sito di riferimento: https://capitoni.eu/

    Il Tocco di Campotondo Orcia Sangiovese 2019 – Sangiovese 100%, rosso rubino vivace, al naso libera sentori di geranio, prugna, , cacao, mora, liquirizia, accompagnate da nuances speziate, il sorso è appagante, pieno, avvolgente e lunghissimo.
    Sito di riferimento: https://www.cantinacampotondo.it/

    Miraggio Rosso Orcia Sangiovese 2020 Bagnaia – Sangiovese 100% – Rosso rubino con sfumature granato, al naso dipana note di geranio, elicriso, vaniglia, rabarbaro, frutta rossa matura e tabacco, al palato è setoso, armonioso, equilibrato e coerente.
    Sito di riferimento: http://www.agriturismobagnaia.it/prodotti.html

    Orcia Riserva 2016 Az. Atrivm – Sangiovese 100%, rubino intenso, trasparente e consistente, rimanda sentori di ciclamino, rosa rossa, mirtillo, prugna, ribes, vaniglia e pepe, al gusto è piacevolmente fresco e tannico, al contempo avvolgente e persistente, un vino fine e generoso.
    Sito di riferimento: https://atrivm.it/

    Giovesone Orcia Rosso 2019 La Nascosta – Sangiovese 100%, rosso rubino trasparente, con sentori di fragolina di bosco, mora, prugna, tabacco e sottobosco, impreziositi da note speziate, gusto pieno e soddisfacente, elegante e dotato di un finale molto lungo.
    Sito di riferimento: https://lanascosta.it/it/

     

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://wineandsiena.com/

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024

    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024

    Un viaggio nei sensi in Umbria alla Cantina Barberani

    Di Adriano Guerri

    Gennaio 2024

     

    Assieme ad amici della Delegazione AIS Siena ci siamo recati presso la Cantina Barberani per una visita e degustazione dei loro vini.
    La Cantina si trova a Baschi, a poca distanza dal centro storico di Orvieto, nel cuore  verde dell’Umbria e nell’areale dell’Orvieto Classico.

    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, foto da sito
    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, foto da sito

    La cantina

    La tenuta è immersa tra le dolci colline attorno al Lago di Corbara e vanta 55 ettari vitati, sui quali affondano le radici di varietà sia alloctone sia autoctone,  quali, Cabernet, Merlot, Chardonnay e Sauvignon, Grechetto, Trebbiano Procanico, ossia il Trebbiano toscano, Moscato e Sangiovese. I suoli sono di origine vulcanica e ricchi di calcare e argilla, il clima è ideale per l’allevamento della vite e caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra le ore diurne e notturne.

    La dedizione a questa passione é di ben tre generazioni, fondata nel 1961 da Vittorio Barberani, il quale passerà il timone negli anni ’70 a Luigi e Giovanna Barberani, i cui figli Bernardo e Niccolò che attualmente guidano l’azienda,  le hanno dedicato un vino nel 2011 per l’occasione del 50°  anniversario dell’azienda. I coniugi Barberani erano molto lusingati del vino a loro dedicato,  ma al contempo scettici e non troppo d’accordo con la scelta dei figli.

    Sempre rispettosi dell’ambiente e della natura, Barberani pratica il regime biologico da diversi anni. I vini sono  caratterizzati da una grande finezza, da uno stile nitido e lineare. Nel periodo autunnale nei vigneti attorno al lago si sviluppano fitte nebbie che sono ideali per lo sviluppo della muffa nobile (Botrytis Cinerea) e che danno origine al Muffato Calcaia. La cantina è circondata  dai vigneti ed è munita di tutte le più moderne attrezzature per la produzione del vino. La famiglia Barberani si avvale della collaborazione dell’esperto enologo Maurizio Castelli, assistito da Niccolò Barberani.

    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, foto dell'autore
    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, foto dell’autore

    La DOC

    L’Orvieto Doc è un noto vino bianco italiano che gode di una fama planetaria . La cittadina orvietana è  molto legata a questo vino, fiore all’occhiello dell’ enologia italiana, che con enorme piacere le ha donato il proprio nome. L’areale si estende intorno alla meravigliosa cittadina umbra in provincia di Terni per quanto riguarda la denominazione Orvieto Classico,  mentre per la denominazione Orvieto si estende sino ad arrivare nel Lazio, nella contermine provincia di Viterbo, trattasi di denominazione interregionale.

    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, foto dell'autore, Vista sul Lago di Corbara
    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, foto dell’autore Vista sul Lago di Corbara

    I vitigni prevalentemente coltivati e utilizzati per la produzione della Doc, sono il Procanico derivante dal Trebbiano Toscano ed il Grechetto,  tuttavia possono essere impiegati altri vitigni bianchi come il Verdello, la Malvasia Toscana ed il Drupeggio. I terreni sono in  prevalenza vulcanici e capaci di dare origine a vini sapidi e minerali. Il vino “Orvieto” viene prodotto nelle tipologie secco, abboccato, amabile, Superiore e dolce; ottenuto da uve botritizzate.

    Orvieto si erge su una rupe di tufo, al di sotto della quale si trovano  cantine scavate nel tufo, ove i vini vinificano e maturano. L’Orvieto Doc, a tavola trova abbinamento con molte preparazioni culinarie e in base alla tipologia va bene  dall’antipasto al dessert.

    I vini degustati :

    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, vini degustati da Adriano Guerri, foto autore
    Cantina Barberani, vicino a Orvieto primi assaggi del 2024, vini degustati da Adriano Guerri, foto autore

    Castagnolo Orvieto Classico Superiore Doc 2022 – Grechetto 70% e Procanico 30% – Giallo paglierino, al naso è  intenso e complesso con sentori di fiori di campo, mela, susina e agrumi, al gusto è piacevolmente fresco, sapido e persistente, suadente e dotato di una buona piacevolezza di beva.

    Luigi e Giovanna Orvieto Classico Superiore Doc 2021 – Grechetto 80% e Trebbiano Procanico 20% – Giallo paglierino intenso, emana note di ananas,  mango, papaya e zagara, al palato è avvolgente, armonioso e incredibilmente persistente.

    Polvento Umbria Igt Rosso 2019 – Sangiovese,  Merlot e Cabernet Sauvignon – Rosso rubino intenso, all’olfatto si percepiscono sentori di lampone,  ribes,  amarena e spezie dolci, al palato è  setoso, coerente e decisamente duraturo con freschezza che invita ad un sorso successivo.

    Calcaia Orvieto Doc Classico Superiore Muffa Nobile 2020 – Grechetto e Trebbiano Procanico – Giallo dorato, naso elegante  di mielie d’ acacia, fichi secchi, zafferano e datteri, al palato è  suadente, piacevolmente  morbido, dolce e persistente.

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

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