Nei giorni 13 e 14 maggio 2023 ha avuto luogo la 7° edizione di Vignaioli Contrari.
Di Adriano Guerri
L’ appassionante evento si è svolto all’interno degli ampi spazi della medievale Rocca Rangoni a Spilamberto in provincia di Modena.
A Spilamberto Vignaioli Contrari 2023, assaggi e notizie, foto di Adriano Guerri
Facilmente raggiungibile in auto, localizzata a poca distanza dell’uscita dell’autostrada A1. Oltre sessanta produttori provenienti da ogni regione italiana erano presenti dietro ai loro banchi d’assaggio, ben lieti di farci degustare i loro vini.
Rocca di Spilamberto, evento Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
L’evento è anche mostra mercato, pertanto, vi era la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Gli espositori che hanno preso parte a questa intrigante due giorni sono piccole realtà artigianali e devono possedere alcuni requisiti ben precisi, quali, la valorizzazione dei vitigni autoctoni, coltivare la terra direttamente con principi sostenibili, biologici, biodinamici e in linea con principi di rispetto per l’ambiente.
Locandina e manifesto evento Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
L’evento aveva in programma anche alcune interessanti masterclass alle quali, mio malgrado non ho partecipato. Ho avuto, comunque il tempo necessario per potermi presentare di fronte al banco d’assaggio di un considerevole numero di produttori, anche se non di tutti. Un evento ben organizzato in una splendida location. Nella retrocopertina del fascicolo ritirato all’ ingresso ci sono le date per la prossima edizione che sarà nei giorni 11 e 12 maggio 2024.
A seguire note di alcuni assaggi da me effettuati
Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter– Ottenuto con 80% di Chardonnay e 20% Pinot Nero, la permanenza sui lieviti è di 72 mesi. Si presenta nella flûte con una bellissima tonalità giallo dorato brillante, al naso rivela note di mango, ananas e papaya, impreziosite da nuances di pasticceria da forno e pepe bianco, al palato è piacevolmente fresco e coerente, ricco, suadente e decisamente persistente.
Sito di riferimento: https://www.balter.it/
Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati– Ottenuto interamente da uve di Nebbiolo , si veste di un bellissimo colore rosso granato, al naso sprigiona sentori di rosa, viola, frutti di bosco e arancia sanguinella, ben integrati con note speziate, al palato è pieno ed appagante, tannini poderosi ma setosi, equilibrato e armonioso dal finale lunghissimo.
Sito di riferimento: https://www.facebook.com/people/Az-agricola-Andrea-Manfrinati/100062998970844/
Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono– Ottenuto con uve di Monica, Cannonau e Muristreddu, è di un bellissimo colore rosso rubino intenso e profondo, al naso rimanda sentori di lavanda, prugna, amarena e lampone che seguono una scia di cacao e note tostate, al palato è generoso con tannini fitti ma ben levigati, avvolgente nonché persistente.
Sito di riferimento: https://www.garagistidisorgono.com/
Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
Boca Doc 2019 Le Piane – Ottenuto con 85 Nebbiolo e 15% Vespolina, di un bellissimo colore rosso rubino intenso e trasparente, al naso dipana sentori di violetta, frutti di bosco, melograno e scorza d’arancia che ben si fondono con note di tabacco e spezie, al palato è rotondo, fine, leggiadro e incredibilmente durevole.
Sito di riferimento: https://www.bocapiane.it/en/
Boca Doc 2019 Le Piane, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
Elba Rosso Doc Riserva 2020 Arrighi– Ottenuto con uve di Sangiovese, svela nel calice un colore rosso rubino intenso, trasparente e consistente, al naso libera note di frutti di bosco, rosa, viola e macchia mediterranea, seguono poi sentori di bacche di ginepro e sottobosco, al palato è piacevolmente tannico, fresco e sapido, nonché morbido, armonioso e dotato di una lunga persistenza aromatica.
Sito di riferimento: https://www.arrighivigneolivi.it/
Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof– Ottenuto interamente da uve dell’omonimo vitigno, è di un colore rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, trasparente e consistente, al naso si percepiscono netti sentori di frutti di bosco, ciclamino e note speziate, al palato è piacevolmente avvolgente, suadente e decisamente persistente. Chapeau
Sito di riferimento: https://www.klosterhof.it/it
Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof, Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
Arete’ Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis – Ottenuto con uve dell’omonimo vitigno, è di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul verdolino, al naso svela note di mela, banana, ananas, maracuja e litchi unite a sentori di zagara e lime, al palato è piacevolmente fresco e sapido, fine ed armonico, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: https://www.anabasis.it/
Arete’ Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis, Vignaioli Contrari, foto di Adriano GuerriAdriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
Con il Coste di Vergne l’azienda langarola punta su tre etichette per rappresentare le diversi espressioni del territorio.
Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba, foto da sito
Camparo completa la collezione “Domani” col Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017.
L’azienda di Diano d’Alba (CN), esce per la prima volta sul mercato con tre etichette di Barolo: “Domani” Barolo D.O.C.G. 2019 da La Morra e Grinzane Cavour; “Domani” Barolo Boiolo D.O.C.G. 2019 da La Morra; e, infine, l’ultimo nato, “Domani” Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017, da uno dei vigneti più alti del Comune di Barolo.
Collezione “Domani”, foto da sito
Tre espressioni diverse di Barolo e del Nebbiolo che Camparo coltiva in tre diversi areali di questo straordinario e cangiante territorio che sono le Langhe, lavorando da oltre vent’anni secondo un modello di sostenibilità e biodiversità, che ne ha fatto una tra le prime aziende biologiche certificate di queste colline.
Infatti, l’obiettivo è proprio quello di tradurre la complessità territoriale. Se il Barolo vuole essere un’espressione di bevibilità dell’annata, Boiolo riporta tutta la balsamaticità e la profondità tipiche delle marne di Sant’Agata e dell’esposizione ad est, mentre nel Coste di Vergne prevale il frutto e la rotondità grazie all’altitudine, all’esposizione a sud e alla ricchezza dei terreni.
Un nuovo tassello va quindi ad arricchire la linea “Domani” che, proprio nel concetto di tempo, trova la propria essenza più vera, in quanto collezione di tre Barolo D.O.C.G. Il vino che più di ogni altro è, per sua stessa natura, proiettato al futuro. All’attesa. A “Domani”, appunto.
Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito
Camparo
L’azienda agricola Camparo si trova a Diano d’Alba (CN), nelle Langhe del Barolo e nasce negli anni ’80, quando Mauro Drocco decide di dedicarsi a tempo pieno ai vigneti di famiglia. Oggi l’azienda è gestita da Mauro con la moglie Mirella, insieme ai figli Sara, Alberto, Alessio e a Debora Bonora, responsabile commerciale export. Camparo è, così, giunta alla quarta generazione.
L’azienda è certificata biologica dal 2000, una delle prime in Langa, e la gestione di piante e suoli è orientata alla sostenibilità e alla rigenerazione dei suoli. Proprio per valorizzare questi concetti è stato scelto come logo aziendale la farfalla.
I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari nei comuni di Diano D’Alba – dove si trova il corpo principale -, di La Morra e di Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Arneis e Viognier.
La Toscana è una regione ricca di storia, ogni strada che percorriamo ci riporta inevitabilmente a qualche evento dell’antichità. Pensiamo per esempio alla planimetria di molte città che ci catapultano immediatamente all’epoca dei comuni, in cui la presenza di una cinta muraria era fondamentale.
Borgo di Stomennano, foto da sito
Molti paesi del resto sono stati edificati proprio con lo scopo di difendere l’accesso alle città più importanti, basti pensare per esempio a Monteriggioni, il cui castello fortificato è stato costruito per volontà del podestà Guelfo da Porcari tra il 1214 e il 1219 per poter assicurare alla Repubblica Senese una posizione di controllo sulla via Francigena, arteria importante che collegava la Francia a Roma, e sulle valli dell’Elsa e dello Staggia in direzione Firenze (sua acerrima nemica).
Ambienti della Villa del Borgo di Stomennano, foto da sito
Il Castello di Monteriggioni è davvero imponente con le sue 14 torri quadrate esterne ed è stato più volte teatro di lotte tra Firenze e Siena nel corso dei secoli fino al 1544 anno in cui Giovacchino Zeti lo cedette al Marchese di Marignano, comandante delle truppe imperiali.
Nel 1555 la Repubblica Senese sarà definitivamente sconfitta dai Medici.
La struttura del Borgo di Stomennano, foto da sito
La costruzione di questa opera difensiva è talmente maestosa che anche lo stesso Dante Alighieri ne rimane folgorato al punto tale da citarlo nel XXXI Canto dell’Inferno proprio quando si imbatte nella figura dei Giganti che Alighieri inizialmente scambia per delle torri:
“[…]
però che come su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così [’n] la proda che ‘l pozzo circonda
torreggiavano di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tuona.” (Inferno, Canto XXXI, vv 40-45)
Per poter aver questa visione d’insieme su Monteriggioni molto probabilmente Dante si è recato, con il suo tutore Maestro Brunetto Latini nel Borgo di Stomennano. In questa località, il cui nome deriva probabilmente da Strumentum pacis, proprio davanti alla Chiesa medesima è stato firmato il trattato di pace tra Siena e Firenze l’11 giugno del 1254, in cui il maestro dello scrittore toscano era presente come delegato della parte fiorentina.
Borgo di Stomennano calice di Chianti classico 2019, foto di Elsa Leandri
In seguito alla conquista medicea i proprietari di Monteriggioni e Stomennano sono stati la famiglia Golia, Accarigi e attualmente lo sono i discendenti diretti della famiglia Griccioli, ovvero i Grassi, i quali furono parte attiva nell’amministrazione e nella gestione della Repubblica Senese: in un certo qual modo sia Monteriggioni che Stomennano sono tornati sotto l’influenza senese!
IL BORGO STOMENNANO
Attualmente questo borgo che sorge a qualche chilometro da Monteriggioni e da cui ci si può tuttora deliziare con una vista sul Castello risponde e offre la classica immagine di villa toscana, quell’idea che rispecchia le aspettative degli stranieri, soprattutto anglofoni.
Vi si accede infatti tramite un viale alberato di cipressi che si apre su una corte su cui si affacciano due edifici simmetrici costruiti nel 1700: uno è adibito alla ricezione turistica e l’altro ospita invece le cantine dedicate alla produzione di vino. Vagando per il giardino all’italiana ci si imbatte in case che precedentemente erano abitate dai contadini e che ora sono stati riconvertite in eleganti locazioni turistiche.
Borgo di Stomennano calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri
Infine tutto intorno al borgo si delineano vigneti, oliveti, boschi e terreni seminativi.
Inutile dire che questo angolo toscano si presta ad essere la scenografia di eleganti e raffinati matrimoni, tanto che molti stranieri decidono di suggellare qui la loro promessa.
I VINI STOMENNANO
Per concludere la panoramica non ci rimane che parlare dei vini che vengono prodotti qui.
Il vigneto di proprietà è di circa 11 ettari impiantati principalmente a sangiovese con la presenza anche di uve auctone e alloctone da cui Matteo Lupi Grassi ricava tre etichette lo Stomennano Bianco, il Chianti e il Chianti Classico.
Dal momento che quest’enclave senese è terra di rossi abbiamo deciso di concentrarci unicamente sul Chianti 2022 e Chianti Classico 2019. Il primo è un uvaggio di sangiovese, merlot e colorino che viene sottoposto a una fermentazione in acciaio e un passaggio in cemento per alcuni mesi: se ne ottiene un prodotto dal colore carminio con riflessi purpurei con dei sentori di frutta scura come mora di gelso e prugna accompagnati da note floreali di iris e da una leggera speziatura di cardamomo e liquirizia; in bocca la freschezza accompagna il tannino con un finale di arancia sanguinella.
Borgo di Stomennano bottiglia e calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri
Il Chianti Classico 2019 è costituito invece da sangiovese e colorino e subisce, oltre alla fermentazione in acciaio, una maturazione di un anno in barrique francesi di vari passaggi: di colore carminio vivace si apre con cenni di ciliegia marasca, arancia, iris e viola impreziositi da echi empireumatici di tabacco biondo e cacao. Il sorso pieno è ravvivato dalla freschezza con tannini ben integrati e da una chiusura avvolgente su ricordi fruttati.
Borgo di Stomennano bottiglia e calice di Chianti Classico 2019, foto di Elsa Leandri
Con questa location e con questi vini i turisti italiani e stranieri avranno un fantastico scorcio toscano di cui poter approfittare durante il loro soggiorno!
Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
TERRE DI TOSCANA 2023 – AD ALTO IMPATTO DEGUSTATIVO
Di Elsa Leandri
Terre di Toscana 2023 è giunta alla quindicesima edizione. Si è svolta nell’ultimo week end di marzo all’UNA Hotel Esperienze a Lido di Camaiore, location ormai ben rodata.
Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Dopo le varie anteprime dei mesi precedenti questo è il primo evento che racchiude tutta la Toscana in un luogo permettendo di spaziare da Bolgheri alle Colline Lucchesi, dal Chianti Classico alla Vernaccia di San Gimignano, dal Morellino di Scansano al Brunello di Montalcino offrendo in questo modo un vero e proprio elogio della produzione in terra etrusca.
Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Circa 140 cantine presenti tra le quali dei nomi di eccezione come Tenuta San Guido, Ricasoli, Petra, Montevertine, Panizzi, Il Marroneto, Tiezzi, Due Mani.. solo per citarne alcune; nomi che parlano anche a quelle persone che conoscono poco il mondo enologico e che sono diventati quasi uno status symbol della Toscana. Le vecchie annate protagoniste del lunedì hanno offerto inoltre delle degustazioni uniche, rare e indimenticabili.
Alcune bottiglie degustate a Terre di Toscana 2023, foto di Elsa Leandri
Organizzazione eccellente con un’area food ben isolata dalle sale di assaggio in cui venivano proposti dei prodotti tipici toscani quali salumi o formaggi. Tuttavia potrebbe essere migliorabile la distanza tra un produttore e l’altro così da permettere una maggiore fruibilità. Speriamo inoltre che nella sedicesima edizione, che avrà luogo il 24 e 25 marzo 2024, tornino nuovamente le Degustazioni de l’Acquabuona che nel 2020 avevano avuto come argomenti il Brunello di Montalcino, la Syrah e i vini passiti.
Alcune bottiglie degustate a Terre di Toscana 2023, foto di Elsa Leandri
Come tante api volano di fiore in fiore, così i vari avventori si muovono da un banchetto all’altro: alcuni hanno preparato un percorso studiato a tavolino, altri si fanno semplicemente attrarre dallo styling di un’etichetta, altri pur avendo un iter ben prestabilito non resistono e si lasciano comunque sedurre da una bottiglia che esula dai “progetti” iniziali.
Locandina evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
In questa manifestazione possiamo dire che dove ti fermi non rimarrai deluso, tanto è elevato il livello qualitativo delle aziende presenti. Diventa pertanto difficile e superfluo stipulare una classifica dei migliori assaggi perché sarebbe fare un torto a altre cantine altrettanto meritevoli. Ci limiteremo quindi a indicare quelle bottiglie, forse meno conosciute ai più, che ci hanno suscitato un interesse e che speriamo che per voi siano una scoperta.
L’étrange 2020 (100% Vermentino) – Podere Sant’Agnese, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Giallo paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo accattivante con sentori di fiori di tiglio e ginestra, echi di albicocca e pesca e in chiusura pasta di mandorle. In bocca si distingue per una sapidità che prolunga il sorso su frutta candita.
Ventisei 2019 (100% Pinot Nero), Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Rosso carminio vivace. Apertura di ciliegia, mirtillo e mora con ricordi di erbette balsamiche arricchite da una spolverata di grafite. Freschezza e tannino ben integrato per un lungo finale di bocca.
Vintage 2017 (50% Vermentino e 50% Viognier)– Montepepe
Vintage 2017 (50% Vermentino e 50% Viognier), Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Paglierino con luminosi riflessi dorati. Attrattivi i sentori di ginestra e di fiori di acacia, con cenni di agrumi disidratati, propoli e note di pasticceria appena sfornata. Il sorso è pieno e avvolgente. La sapidità e una leggera tannicità ravvivano il cavo orale con un finale fruttato.
Somatico 2020 ( 100% Pugnitello) Podere Il Castellaccio, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Carminio impenetrabile. Insieme di frutti di bosco che si distinguono nitidamente dalla mora al mirtillo, dalla ciliegia al lampone. Cenni speziati e floreali ne completano il profilo. Tannino ben marcato con la freschezza che dinamicizza la beva promettendo una lunga evoluzione in bottiglia.
Rosso di Montalcino Il Jeccardo 2018 ( 100% sangiovese)– Fattoria del Pino
Rosso di Montalcino Il Jeccardo 2018 ( 100% sangiovese) – Fattoria del Pino, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Carminio di media intensità. Elegante apertura floreale di violetta e iris a cui seguono le classiche note di ciliegia marasca. Finale balsamico. Al sorso freschezza e tannini ci accompagnano e lasciano la bocca su una scia agrumata.
Malìe 2022 ( Vermentino 60%, Chardonnay 30%, Grechetto 10%)– Valle del Sole
Malìe 2022 ( Vermentino 60%, Chardonnay 30%, Grechetto 10%) – Valle del Sole, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
Paglierino vivace. Profilo olfattivo che trova nella pesca bianca, negli agrumi e nelle erbette aromatiche la sua essenza. Note di fiori di zagara in chiusura. La bocca viene scossa da una vibrante acidità che seduce il palato con ricordi di melissa e lemongrass.
Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
Antica Tenuta Palombo, memorie e tradizioni vinicole ad Atina: Radici profonde in una terra nobile
Di Cristina Santini
L’universalità della bellezza risiede in un luogo e nel suo trascorso che non può e non deve essere dimenticato e a volte l’unico punto di partenza è riprendere il filo da dove lo si è interrotto. Questa è la storia di Antica Tenuta Palombo di Atina, in provincia di Frosinone, Città dalle origini antichissime, patria di facoltose famiglie patrizie.
Antica Tenuta Palombo di Atina, foto di Cristina Santini
Con un press tour organizzato dai ragazzi di Vinario4, in collaborazione con l’Azienda ospitante e gli Enologi, Pierpaolo Pirone e Roberto Mazzer, di At Wine Consulenze Enologiche, abbiamo avuto prova di tanta bellezza osservando da vicino la Valle di Comino, circondata dall’Appennino abruzzese, fatta di paesaggi meravigliosi e molto generosa di una vegetazione differente dalle altre zone pedemontane del Lazio.
Piena di ruscelli, sorgenti, boschi è conservatrice di una lunghissima tradizione vitivinicola, esistente già in età romana, che ebbe inizio dalla coltivazione dei vitigni provenienti dal Medoc francese, impiantati più di 160 anni fa, fino ad arrivare ai nostri giorni alla riscoperta di rarità enologiche locali.
Il Press Tour all’Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini
Nel 1860 la zona ricadeva nel Regno delle due Sicilie e un tale Pasquale Visocchi, allora Ministro dell’Agricoltura del Regno di Napoli nonché nobile di zona, fu inviato per conto del Regno in missione in Francia. Appassionato di viticoltura, notando delle similitudini con il terreno di Atina, portò con sé varietà, come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Sauvignon Blanc, Sémillon per creare campi sperimentali in questo angolo di natura.
Giunti poi all’Unità d’Italia, la zona rimase rurale, esclusa dagli investimenti per lungo tempo fino al secondo dopoguerra, diventando terra di emigranti e rimanendo isolata e sconosciuta.
Anche dopo la morte del Visocchi, il tempo cancellò la memoria e le piante di Cabernet e Merlot furono confuse l’una con l’altra.
Si dovrà attendere gli anni ‘80 per vedere la ripresa territoriale e la produzione di vini di qualità con Giovanni Palombo, Fondatore dell’Antica Tenuta Palombo.
La Valle di Comino, articolo: Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini
L’areale è circondato dalle montagne che lo proteggono dai venti freddi del Nord. Circa 200 milioni di anni fa, l’Appennino era una barriera corallina che si trovava nell’attuale Mar Rosso; oggi troviamo un territorio, originato dal fondo del mare molto friabile, con tre fiumi principali che lo attraversano (il Liri, il Fibreno e il Melfa). Tutti questi corsi d’acqua in milioni di anni hanno eroso tutta la parte centrale dell’Appennino portando all’attuale conformazione caratterizzata da colline di marne calcaree che vanno dai 400 mt ai 700 mt di altitudine.
Questi rappresentano i terreni più nobili per la coltivazione della vite che regalano vini di grande profumo, di grande eleganza e acidità, con colori poco compatti, molto vivi, mai concentrati sull’estratto e sulla struttura.
Il suolo è abbastanza uniforme, cambia un pò la dotazione di scheletro con aree più ricche o più povere a seconda di quanto sono distanti dagli originari corsi d’acqua.
E’ una zona con una buona piovosità, anche durante il periodo estivo, con un clima continentale e precipitazioni nevose che creano disponibilità idrica per tutto l’anno e grandi escursioni termiche che vanno dai 30 gradi di giorno ai 20 nel pomeriggio.
Questo permette di spostare la maturità di tutte le uve di circa un mese più avanti rispetto a tutta la zona, avendo da una parte una grossa freschezza e dall’altra morbidezza, espressioni peculiari del territorio. L’escursione termica non regala sensazioni di grande corposità al palato ma vini comunque molto eleganti e ancora sconosciuti al grande pubblico.
I vigneti intorno alla Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice
Tutto inizia nel 1980 quando Giovanni Palombo, in principio per gioco poi per una vera e propria attività, inizia a produrre vino, in particolar modo il Cabernet di Atina. Ottenendo da subito i primi riconoscimenti continua nella sua espansione, aumentando la produzione. Credeva molto in questo progetto e nel 1999 spinse per la realizzazione della Denominazione Atina Dop Cabernet, per il riconoscimento di questa zona considerata di elite per la viticoltura e successivamente per la costituzione del Consorzio di Tutela Atina Dop.
Sala di degustazione Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini
Oggi il Consorzio consta di 17 aziende e ogni produttore ha una piccolissima produzione che copre soprattutto il consumo interno con qualche esportazione al di fuori del territorio. E’ una vera e propria nicchia enologica di grande qualità.
Nel 2000 viene costruita l’attuale struttura, realizzata da Roberto Mazzer, Architetto ed Enologo della Tenuta, inizialmente con fini di produzione, recuperando i vecchi vigneti e impiantandone di nuovi. Poi nel 2016 subentrata la nuova proprietà a supporto della quarta generazione del fondatore con Giacomo Palombo e suo fratello che sono ancora parte attiva nell’Azienda e portano avanti il lavoro del nonno. Un ulteriore salto di qualità è dato anche dalla nuova struttura ricettiva e ristorativa che mette a disposizione degli ospiti una cucina gourmet del territorio e sale per le degustazioni e gli aperitivi.
Oggi insieme ai vitigni internazionali si porta avanti la coltivazione degli autoctoni come Maturano, Capolongo, Lecinaro, Ottonese, impianti sperimentali già messi a dimora da Giovanni Palombo nel 1996, accuratamente selezionati per le microvinificazioni.
Attorno al corpo aziendale e nei vigneti sono state collocate anche delle splendide opere d’arte, realizzate dall’artista Mario Velocci, che si intrecciano perfettamente con questo meraviglioso paesaggio montano; una collezione permanente di sculture di arte contemporanea che compongono “La Collina Sonora”, un bellissimo connubio tra arte e vino.
La Collina Sonora, Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice
Passeggiando tra i vigneti, Pierpaolo Pirone, l’altro Enologo, ci racconta:
“Al momento l’Azienda dispone di 10 ettari: durante il periodo di fermo parte dei terreni sono stati dati in affitto e ogni anno che terminano i contratti tornano in proprietà. Il corpo principale dei vigneti si estende intorno alla struttura, verso le montagne c’è un anfiteatro dove sono piantati i vigneti storici di Cabernet e Merlot e proseguendo c’è un’altra terrazza con il Sauvignon dove le lavorazioni vengono fatte a mano per le pendenze accentuate. Di fronte le sale del ristorante invece si trova il vigneto sperimentale con il Maturano.
Qui nella parte nord est, più adatta per i bianchi, si andranno a piantare gli autoctoni Maturano, Capolongo, ma anche il Lecinaro adatto a comporre la base del nostro metodo classico. Questo è l’obiettivo principale: andare a riequilibrare la produzione che ad oggi è composta per l’80% dal rosso. Il Maturano e il Sauvignon sono produzioni ridotte che nell’ottica dovrebbero crescere nei prossimi anni come anche la parte delle uve impiegate per lo spumante.”
Aperitivo in barricaia, foto di Cristina Santini, Antica Tenuta Palombo 2023
Continua il nostro percorso all’interno della Cantina e giunti alla barricaia dove affinano i rossi, troviamo le pupitre dove riposa il Metodo Classico. Qui ci aspetta un gradito aperitivo di benvenuto con il Metodo Charmat e un piccolo buffet ad accompagnare i nostri calici. Degustiamo con curiosità un extra dry, 13 g/l e permanenza sui lieviti di 4 mesi in autoclave, molto fresco, immediato con una grande acidità. Questo prodotto, ideale per il ristorante e gli aperitivi, nasce per valorizzare quel poco di falanghina esistente.
Le Pupitre, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini
La sala è stata disegnata e progettata per produrre circa 150000 bottiglie, ma già dal prossimo anno, con l’aumento degli ettari tornati in proprietà e il Sauvignon già pronto, la produzione aumenterà del 50% e sarà in continua crescita per gli anni a venire. L’uva viene raccolta a mano e messa in cassette lasciate un’intera notte all’esterno della Cantina. Tutte le fasi vengono seguite da remoto, dai travasi ai tagli, al controllo delle temperature, alla fermentazione, ai rimontaggi, protocolli impostati al minuto per qualsiasi necessità.
Le fermentazioni sono lunghe (35 giorni) lente e continue, come anche le macerazioni, fino ad arrivare ad un mosto con la migliore pulizia olfattiva. L’obiettivo è la costanza.
Si parte con uve portate la mattina in cantina a sette gradi, messe nei serbatoi a fermentazione, innestati i lieviti con temperature che salgono lentamente.
Non lavorando all’istante le uve, si riesce a sfruttare il picco di maturazione che si ha al momento del distacco dalla pianta in risposta allo stress per la mancata alimentazione che si esaurisce nel giro di 24 ore. Al contrario si perderebbe questa maturazione naturale che rilascia altri aromi varietali.
Tutti i rossi sono affinati in barriques, come da tradizione, differenti per tostature e doghe di rovere francese provenienti da varie zone.
Il Cabernet riserva fa sempre legno nuovo per almeno un anno poi dipende dall’annata, e successivamente un anno in bottiglia.
Il Cabernet e il Merlot vengono fatti affinare nelle barrique che hanno più di un anno fino ai tre, a seconda di quanto ancora possono regalare ai vini. Una parte viene mantenuta in acciaio, l’altra parte fa legno di secondo o terzo passaggio. Dopo un anno in genere vengono assemblati e imbottigliati oppure continuano l’affinamento in legno o in acciaio fino ad ottenere un prodotto pronto e mai anticipato nei tempi.
Questa era la filosofia di Giovanni Palomboe lo è ancora tutt’oggi, la stessa che riporta in bottiglia vini in purezza, nonostante il disciplinare permetta un’elasticità del 15%.
Amantata Charmat Extra Dry Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice
Anche il Metodo Charmat nasce dal vigneto sperimentale, la falanghina, mentre una parte dell’aglianico insieme ad altre varietà autoctone a bacca bianca e rossa, che non possono essere vinificate in purezza, vengono impiegate per lo spumante Metodo Classico che verrà sboccato in primavera. In futuro sarà il Lecinaro, altro vitigno autoctono che si adatta meglio alla zona, ad essere la parte portante di questo spumante.
Tra due anni uscirà una nuova referenza, da sempre vino di punta dell’azienda: un taglio bordolese composto per il 50% Merlot e 50% Cabernet. Dal 2018 infatti si è cominciato a metter da parte, in due barrique nuove, una frazione di Merlot destinata alla riserva, e la migliore partita risultante dall’assemblaggio del Cabernet Riserva che viene poi inserita un altro anno in barrique nuove. Quindi l’affinamento dura due anni in legno e tre anni in bottiglia con una produzione limitata a 600 bottiglie. Questo era un prodotto che Giovanni Palombo amava produrre per sé o regalare come omaggio a personaggi illustri.
Terminata la visita, siamo stati ospitati nella bellissima sala del ristorante con vista sui vigneti dove abbiamo degustato i vini accompagnati da un gustoso pranzo a menù tradizionale curato dallo Chef Dino Notarianni che ci ha proposto e illustrato piatti e prodotti locali rivisitati in chiave moderna.
Maturano 2020 e la Vellutata di Cannellini di Atina, mousse al Blu di Picinisco e pancetta croccante, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini
La degustazione parte dal più atteso degli autoctoni, il Maturano 2020, vitigno poco aromatico, soprattutto nel primo anno di vinificazione, non ha un’estrema complessità, matura molto tardi e già di per sé non riesce a mantenere molto l’acidità. Quindi la raccolta delle uve è anticipata proprio per ottenere un vino fresco, piacevole, con note nette ed espressive del suolo marnoso calcareo. Per avere struttura ed equilibrio gustativo si esegue la stabulazione mantenendo il mosto torbido a bassa temperatura per diversi giorni.
Dopo la fermentazione di circa 12 giorni, riposa sulle fecce fini per otto mesi e poi viene imbottigliato.
Le sue note delicate e citriche al naso sono inconfondibili come anche al sorso lo è la sua piacevole acidità, freschezza, apportata da sensazioni salivari tipiche che si presentano né dolci come la sapidità del mare nelle zone costiere, né tendenti all’amaro come nelle zone vulcaniche.
Grazie agli Enologi che hanno esaudito le nostre curiosità, abbiamo avuto il piacere di assaggiare da vasca il nuovo Maturano 2022 che risulta essere un buon vino profumato, intenso e aromatico con evidenti nuance balsamiche. Una partenza straordinaria!
Con il Sauvignon Blanc 2021 viene fatta la criomacerazione delle uve, per una maggior estrazione di aromi primari dalla buccia, per circa 8/10 ore a seconda dell’annata. Dopo una leggera pressatura e la decantazione statica a freddo, affina 10 mesi in acciaio sulle fecce fini e poi riposa in bottiglia. Il naso pulito e fresco mostra la sua parte vegetale dominante coadiuvata dagli inconfondibili sentori di frutto della passione e sambuco. Dal sorso intenso e persistente, emerge la sua acidità pronunciata e un leggero finale balsamico piacevolmente gradevole.
Sauvignon 2021 Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini
Per questo Merlot 2018 i suoi acini interi vengono diraspati e caricati direttamente nel serbatoio dove avvengono entrambe le fermentazioni, alcolica e malolattica. Il 30% affina in legno di secondo/terzo passaggio, la restante parte invece in acciaio per poi essere assemblate. Riposa otto mesi in bottiglia prima della sua uscita sul mercato, altrimenti rimane in vasca per un ulteriore affinamento.
Inizialmente atteso qualche minuto per essere capito, all’olfatto si è aperto poi su note di fiori appassiti e frutto rosso pieno e maturo. La sua beva morbida dalle sfumature erbacee lascia una sensazione di asciutto con un fondo amarognolo nella parte superiore del palato. Ci piacerebbe degustarlo prima di questa annata.
Il Cabernet Sauvignon 2018 segue lo stesso percorso di affinamento del Merlot e impressiona per la sua freschezza. Caratterizzato da un naso intenso e concentrato sulle note vegetali, è un vino morbido ed elegante, frutto del suo territorio e al contempo ben strutturato con una bella acidità che lo rende molto godibile.
Cabernet 2018 e Cacio e pepe affumicato con riduzione al Cabernet, Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice
Primo anno per il Duca Cantelmo Cabernet Sauvignon Riserva 2017, una referenza che non veniva prodotta dal 2005 che affina in barrique nuove di media tostatura per 12 mesi. Sono i grappoli migliori selezionati per questo vino che macerano per 65 giorni a serbatoio colmo con frequenti rimontaggi.
Note di marasca matura, erbette che accompagnano il naso in un connubio tra il legno e la frutta scura. Elegante il suo sorso compatto sorretto da tannini prestanti in uno stile raffinato e di grande longevità. Il ragazzo ha carattere da vendere.
La Riserva e lo Stracotto di manzo al Cabernet Palombo con patate morbide affumicate, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina santini
Sboccato per noi in anteprima, il Metodo Classico da Aglianico, Lecinaro, Falanghina, millesimato 2020 è un altro importante nuovo progetto in via di sperimentazione che avrà un dosaggio extra brut e 30 mesi sui lieviti con l’obiettivo di andare avanti per vederne l’evoluzione.
Ottima base di partenza.
Anteprima Metodo Classico Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice
Nella Valle di Comino si respira un’aria pura e frizzante, c’è una squisita fluidità di movimenti, un intenso ardore e tanta voglia di cogliere i frutti della terra camminando con decisione sulle orme del suo Fondatore.
Sabato 13 e Domenica 14 Maggio all’interno della splendida cornice della Rocca Rangoni di Spilamberto torna l’appuntamento con Vignaioli Contrari.
Redazione
La manifestazione, giunta alla settima edizione, si presenta come un punto di riferimento per il mondo dei vini artigianali, prodotti da vitigni autoctoni, con straordinari momenti dedicati alla conoscenza e alla degustazione, grazie a oltre sessanta produttori provenienti da tutta Italia e da diversi paesi Europei.
Vignaioli Contrari, a maggio con banchi e masterclass 2023 , foto da comunicato stampa
I produttori inviatati a prendere parte a Vignaioli Contrari hanno come obiettivo primario la valorizzazione delle varietà di vite autoctone e tradizionali del territorio di appartenenza e coltivano direttamente la terra secondo criteri sostenibili, biologici, biodinamici, in linea con un criterio di rispetto ambientale.
Durante la manifestazione sarà possibile degustare più di trecento etichette, tra cui quelle di un nutrito numero di produttori artigianali locali, ognuna delle quali verrà raccontata direttamente dal vignaiolo che ne ha curato tutta la produzione. La scelta di selezionare accuratamente le cantine partecipanti ha da sempre contraddistinto il tenore della manifestazione, elevando sempre di più la qualità dei vini che si potranno degustare.
Luoghi della manifestazione edizione 2022, Vignaioli Contrari, foto da comunicato stampa
Torneranno anche i laboratori A tavola col produttore, divenuti negli anni un vero e proprio segno distintivo dell’evento: quattro tavoli, quattro produttori, quattro terroir, quattro storie da raccontare. Una Roulette de Vin dove ogni Vignaiolo ha a disposizione venti minuti per dialogare con i partecipanti e proporre due vini, prima di passare a un nuovo tavolo e lasciare il posto a un nuovo produttore.
Apprezzatissimo dal pubblico e dai produttori, i laboratori A tavola col produttore hanno in particolare il merito di aver in ogni edizione messo in luce annate storiche o produzioni limitate di grande valore.
Inoltre Vignaioli Contrari rinnova e consolida il proprio legame con la Condotta Slow Food “Vignola e Valle del Panaro” che, per l’occasione, propone ai partecipanti l’opportunità di degustare i piatti ed i prodotti provenienti dai contadini ed artigiani del territorio.
Luoghi evento, Vignaioli Contrari 2022, foto da comunicato stampa
Infatti una grande novità di questa edizione sarà lo Slow Food Park, un’area all’interno del parco di Rocca Rangoni interamente dedicata al cibo ed ai prodotti tipici artigianali provenienti non solo dal nostro territorio. Saranno presenti banchetti allestiti per la vendita di prodotti (formaggi, salumi, latticini, liquori, ecc.) nonché punti degustazione per poter soddisfare tutte le esigenze e le curiosità degli ospiti. Slow Food Park sarà ad accesso libero da parte di tutti i visitatori e curiosi, quindi non riservato a chi avrà acquistato il biglietto d’ingresso a Vignaioli Contrari.
Esterno evento, Vignaioli Contrari, foto da comunicato stampa
Vignaioli Contrari e Condotta Slow Food “Vignola e Valle del Panaro” vogliono così mettere ancora una volta al centro il territorio, che dalla pianura alle colline, fino ad arrivare all’Appennino Modenese è ricchissimo di una biodiversità che è necessario preservare, tutelare, ma soprattutto far conoscere.
A causa del limite alla capienza dell’evento si consiglia l’acquisto dei biglietti in prevendita. Sarà possibile acquistare i vini direttamente dai banchi dei produttori
Programma
Sabato 13 Maggio
Ore 10.45 – Inaugurazione: Saluto delle autorità
Ore 11.00 – Apertura dei banchi di assaggio
Ore 15 – Laboratorio “A tavola col produttore” – LE ANIME DEL TREBBIANO
Ore 19 – Chiusura primo giorno di manifestazione
Domenica 14 Maggio
Ore 10 – Apertura: apertura dei banchi di assaggio
Ore 16 – Laboratorio “A tavola col produttore” – tema in fase di definizione
Ore 19 – Chiusura manifestazione
Locandina evento da sito Vignaioli Contrari
Modalità di ingresso
Ingresso Giornaliero: 25€ – ridotto per soci Slow Food, AIS, AIES, FIS, FISAR, ONAV, ASSOSOMMELIER 20€ Abbonamento 2 giorni: 40€ – ridotto per soci Slow Food, AIS, AIES, FIS, FISAR, ONAV, ASSOSOMMELIER 35€ Partecipazione a laboratori “A tavola col produttore”: 20€ Cauzione calice: 5€ L’ingresso include: omaggio enologico professionale con logo Vignaioli Contrari, tasca porta-bicchiere, catalogo della manifestazione, assaggio libero dei vini presenti
I Vignaioli Contrari sono coloro che fanno comprendere il territorio di appartenenza e raccontano la loro storia mediante i vini che producono, con metodi artigianali ed autentici. Sono i responsabili del lavoro in vigna ed in cantina, nel pieno rispetto dell’ambiente e sono Contrari all’omologazione del gusto e alla standardizzazione dei vini.
Piccole realtà artigiane che cercano di valorizzare al meglio il vino prodotto da vitigni autoctoni, preservando la tradizione del terroir a cui appartengono.
Persone che danno continuità alla storia enologica del nostro Paese, impegnandosi a mantenere in vita le varietà di cultivar in via di estinzione, producendo vini di Terroir.
A Lido di Camaiore, all’interno degli ampi saloni dell’Hotel Versilia Lido I Una Esperienze ha avuto luogo la 15°edizione di Terre di Toscana “Eccellenze nel Bicchiere “. Una passerella tra 140 aziende vitivinicole toscane con la possibilità di degustare oltre 700 etichette . Un evento ben organizzato che porta la firma di Acquabuona.it. Uno stupendo evento dedicato interamente a tutte le denominazioni della Regione menzionata.
Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona, foto di Adriano Guerri
I vini in degustazione erano tutti di elevata qualità, proporrei alcuni assaggi di perle provenienti da Bolgheri, prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, qualche cenno su questa meravigliosa enclave.
Bolgheri
E’ uno straordinario lembo di terra nel Comune di Castagneto Carducci in provincia di Livorno. A poca distanza dal litorale etrusco. Patria e feudo dei Conti della Gherardesca. Un’areale noto per il viale di cipressi disposti in duplice filar, dei quali il poeta e premio Nobel Giosuè Carducci gl’ aveva dedicato ben 116 versi in una delle più celebri poesie, altresì nota per il Bolgheri Doc.
Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona, foto di Adriano Guerri
Un’areale che a differenza degli altri, posti nella stessa regione ha puntato su vitigni diversi dal Sangiovese. I Conti della Gherardesca prima dell’avvento della fillossera avevano già messo a dimora tra i filari vitigni di origine francese, quali Syrah, Gamay e Cabernet. Con l’attechimento di questo afide verranno distrutti totalmente i vigneti di questa enclave.
La svolta è arrivata con l’arrivo a Bolgheri del Marchese Mario Incisa della Rocchetta, piemontese e amante dei vini di Bordeaux, ivi trasferitosi dopo aver sposato la Contessa Clarice della Gherardesca. Aveva riscontrato alcune similitudini con i terreni della zona bordolese di Graves, pertanto inizia a piantare Cabernet nella vigna di Sassicaia a ridosso della costa. I vini prodotti, inizialmente erano consumati esclusivamente in famiglia e con amici.
Alcune degustazioni fatte da Adriano Guerri, articolo: Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona
Il 1968 è l’anno della svolta, esce la prima annata di Sassicaia, la cui commercializzazione è stata affidata al parente, Marchese Antinori. Attualmente, i vitigni maggiormente coltivati sono: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot, Syrah, Sangiovese, Sauvignon, Viogner e Vermentino. I vigneti sono posti ad un’ altitudine che varia dai 10 ai 380 metri s.l.m., le escursioni termiche tra le ore diurne e notturne sono notevoli, i terreni sono alcalini e composti da sabbia e argilla con forte presenza di scheletro.
A Bolgheri ci sono vigneti che superano il mezzo secolo di età, tuttavia l’età media dei vigneti è di 16 anni, pertanto, la qualità dei vini che è già ottima, diventerà eccellente nel prossimo futuro. La Doc Bolgheri prevede varie tipologie dal Bolgheri Bianco, Bolgheri Vermentino, Bolgheri Sauvignon, Bolgheri Rosato, Bolgheri Rosso, Bolgheri Rosso Superiore e Bolgheri Sassicaia (unica Doc in Italia ad avere un unico vino).
Nel 2021 è nata Bolgheri DiVino, un evento diffuso che ha luogo a Castagneto Carducci sia al Frantoio di Casa Carducci sia al Castello della Gherardesca. Bolgheri vanta sessantasei produttori. Alcuni assaggi a Terre di Toscana.
Bottiglia assaggiata durante l’evento, articolo: Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona, foto di Adriano Guerri
Tasting notes
Sapaio Toscana Igt 2019 Podere Sapaio– Ottenuto con uve di Cabernet Sauvignon 70% Cabernet Franc 10% e Petit Verdot 20%, rosso rubino intenso e impenetrabile, rivela eleganti sentori di frutti di bosco maturi, prugna, bacche di ginepro e humus che ben si fondono con note di spezie dolci, piacevolmente avvolgente, fine e decisamente lungo.
Sapaio Toscana Igt 2019 Podere Sapaio, articolo: Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona, foto di Adriano Guerri
Bolgheri Rosso Superiore Sondraia 2019 Poggio al Tesoro– Ottenuto con uve di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, si veste di un bellissimo colore rosso rubino intenso, sprigiona sentori di mora, ciliegia, prugna ed erbe aromatiche unite a sottili nuances speziate, pieno ed appagante, tannini poderosi ma setosi e anch’esso dura in bocca a lungo.
Bolgheri Rosso Superiore Sondraia 2019 Poggio al Tesoro, articolo: Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona, foto di Adriano Guerri
Guidalberto Toscana Igt 2021 Tenuta San Guido – Ottenuto con uve di Cabernet Sauvignon 60% e Merlot 40%, rosso rubino brillante, dipana note di rosa, fiori di glicine, lampone, ciliegia, note tostate e sottobosco, piacevolmente fresco, vivido e vibrante.
L’Alberello Bolgheri Superiore Rosso 2020 Grattamacco – Ottenuto da uve di Cabernet Sauvignon 70% e Cabernet Franc 30%, rosso rubino intenso, rimanda sentori di prugna, melagrana, mirtillo rosso e bacche di ginepro che vanno a seguire una scia balsamica, sorso pieno e morbido.
Petra Toscana Igt 2019 Petra (Suvereto)– Ottenuto con uve di Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 28% e Cabernet Franc 12%, rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, libera eleganti sentori di frutta rossa matura, macchia mediterranea ben unite a note balsamiche, attacco tannico poderoso, morbido e generoso. Finale duraturo.
Bottiglia di Petra, articolo: Bolgheri alla 15° edizione di Terre di Toscana di Acquabona, foto di Adriano Guerri
Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
IL CONSORZIO DEL VINO VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO PRESENTE A VINITALY 2023 CON EVENTI E UNA SALA RISERVATA AGLI ASSAGGI
Redazione
Il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, sarà presente a Vinitaly 2022 al Padiglione 9 stand C14 per promuovere i vini della denominazione, con uno spazio dedicato a degustazioni ed eventi pensati per gli operatori e i winelover.
Consorzio del vino vernaccia di San Gimignano Vinitaly 2023Consorzio del vino vernaccia di San Gimignano Vinitaly 2023, foto da comunicato stampa
La Regina Bianca di Toscana proporrà in assaggio – da domenica a mercoledì dalle 9:30 alle 11:30 e dalle 16:30 alle 18:00 e mercoledì dalle 9:30 alle 17:30 – oltre 90 etichette di vini, una degustazione che sarà ad accesso libero in sala dedicata.
Questo il programma degli eventi in calendario da domenica a martedì, tutti a ingresso gratuito e su prenotazione fino a esaurimento dei posti disponibili:
Domenica 2 Aprile ore 12:00
Simon Staffler
Dalla Toscana alle Terre d’Oltralpe: il successo della Vernaccia di San Gimignano in Germania
Domenica 3 Aprile ore 15:00
Winerylovers (Simone Roveda )
La bianca Toscana in un calice di Vernaccia di San Gimignano: alla scoperta del territorio.
Lunedì 3 Aprile ore 12:00
Chef Kohsuke Sugihara – Ristorante Campo Cedro
Vernaccia di San Gimignano e abbinamenti fusion: in viaggio tra Toscana e Oriente
Lunedì 3 aprile ore 15.00
Simona Geri
La versatilità della Vernaccia di San Gimignano
Martedì 4 Aprile ore 12:00
Andrea Gori – Ristorante Da Burde
Triangoli e duetti, la Vernaccia di San Gimignano e la cucina in toscana
Martedì 4 Aprile ore 15:00
Italian wines ( Stefano Quaglierini )
La Vernaccia, un vitigno da raccontare
LUCCA GUSTOSA E L’ANTEPRIMA VINI DELLA COSTA 2023: CIBO E VINO UN’UNIONE VINCENTE
Di Elsa Leandri
Potremmo forse parlare di una nuova rinascita? Questa è l’impressione che ci ha dato l’Anteprima Vini della Costa che si è svolta a Lucca presso il Real Collegio nel primo week end primaverile del 2023 (12-13 marzo), data insolita per questo evento che aveva solitamente luogo nei primi giorni di maggio.
Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
È entrata, infatti, a far parte di Lucca Gustosa, quest’anno alla sua prima edizione, in cui oltre a Anteprima Vini della Costa Toscana, si sono svolte molte iniziative in tutta la città: piazza dell’Anfiteatro con salumi, zuppe, castagne, mieli e formaggi, Piazza Napoleone con un mercato di prodotti tipici, l’Atelier Ricci con una mostra dei prodotti locali e Palazzo Pretorio con il Lounge Club Amici del Toscano.Iniziativa ampia e molto apprezzata che ha permesso di richiamare molte persone lucchesi e non all’interno della cinta muraria.
Sala Anteprima Vini della Costa di Elsa Leandri
Proprio per questo motivo al Real Collegio accanto alla presenza di diverse cantine (circa 70) rappresentanti le varie province di Lucca, Massa-Carrara, Livorno ( in misura minore rispetto alle aspettative), Pisa e Grosseto, ruolo importante lo ha svolto anche il food sia nella versione “Abbinamenti” che nella “Edizione Zero”, come l’ha definita Cristiano Tomei, noto chef stellato e conduttore di vari programmi culinari, di CONDI_MENTI.
Il legame indissolubile tra cibo e vino si fa sempre più stretto e Lucca risponde a piena voce.
Abbinamenti e CONDI_MENTI
“Abbinamenti” ha permesso a alcune realtà locali di proporre i propri prodotti dall’olio, ai salumi, al formaggio e le caratteristiche di ogni pietanza è stata sottolineata ed enfatizzata dall’accompagnamento con il vino proposto dai sommelier AIS.
Abbinamenti durante l’evento, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023 , foto di Elsa Leandri
CONDI_MENTI è invece il nuovo format che l’organizzazione ha offerto per potere Condire gustosamente le proprie Menti.
Locandina Condi-Menti, articolo: LUCCA GUSTOSA E L’ANTEPRIMA VINI DELLA COSTA 2023: CIBO E VINO UN’UNIONE VINCENTE, foto di Elsa Leandri
In questa “edizione zero” lo chef e direttore artistico Cristiano Tomei e il noto pasticciere Damiano Carrara, che trovano nella città di Lucca il palcoscenico della propria attività, si sono quindi susseguiti in diversi incontri il cui scopo era fondamentalmente quello di educare, attorno a una lunga tavolata, il consumatore alla scelta di prodotti eccelsi in termine di qualità e di porre maggiore attenzione nella preparazione e nella lavorazione del cibo.
Non sono mancati ospiti come Marco Malvaldi, scrittore di gialli (celeberrima la serie del Bar Lume e i casi di Pellegrino Artusi, padre della gastronomia italiana) e chimico o il giornalista Leonardo Romanelli.
Cristiano Tomei e Marco Malvaldi, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
In questo frangente, che potremmo assimilare a una chiacchierata tra amici, erano ospitati a rotazione anche tre produttori di vino che avevano in questo modo la possibilità di narrare la loro storia e il loro know-how: peccato che il concetto di abbinamento cibo-vino veniva messo in secondo piano dando l’impressione di viaggiare su due binari diversi e lasciando in questo modo il palato già educato interdetto e spiazzato.
Cibo e vino Condi-Menti, foto di Elsa Leandri, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023
Anteprima Vini Della Costa Toscana- 22esima edizione
Delle 69 cantine presenti erano preponderanti le cantine lucchesi e pisane, evidente la minor partecipazione della provincia di Massa Carrara, Livorno (che accoglie peraltro la doc più importante della parte costiera) e Grossetana. Purtroppo quest’anno non è stata proposta nessuna Masterclass che in passato suscitava sempre molto interesse e aspettativa.
Ci siamo pertanto dedicati ai banchi di assaggio e di seguito ne riportiamo alcuni aspettando la 23esima edizione con la speranza di poter contare sulla maggior presenza di produttori e di laboratori dedicati al nettare di Bacco.
Articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023 di Elsa Leandri
La Nascosta
Sita nel cuore della Val d’Orcia, Luca Mastrojanni sta investendo tutto se stesso puntando su vitigni internazionali. Senz’altro l’esperienza passata del padre di Luca nelle terre ilcinesi hanno permesso di affinare quelle proprietà e quelle attenzioni per ottenere dei prodotti di elevata fattura.
Produttore con bottiglia della cantina La Nascosta, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Moscaminer (50% Moscato e 50% Traminer) di cui abbiamo potuto apprezzare la diversità di espressione nell’annata 2020 piacevole e beverina con note di salvia e litchi e nella 2019 marcata da sentori agrumati e di lemongrass, vibrante e saporita.
Bottiglie La Nascosta, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Gisso 2019 (100% Sauvignon) che esplode nei sentori tropicali di papaya, frutto della passione e ananas mantenendo una vivacità in bocca squisitamente ravvivata da un lungo finale agrumato.
Chard’o’ 2020 (100% Chardonnay) Elegante e suadente con note di ananas, pompelmo giallo e di pietra bagnata. Bocca sedotta da un lungo finale con ricordi di lemongrass.
Cantina Biagiotti
Azienda a conduzione familiare nata dalla passione del padre Ferdinando Biagiotti per la viticoltura e situata in Lucchesia in Valfreddana. Il motto del loro casato “Humilitas in coscientia” rispecchia egregiamente il modo con cui si pongono nel rapporto sia con la terra ma anche con la gente.
Produttore e bottiglia Donna Paola di Cantina Biagiotti, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Donna Paola 2020 IGT Toscana (Trebbiano, Vermentino, Malvasia e Moscato) è ottenuto grazie a una macerazione di 10 giorni sulle bucce. Attraente al naso con sentori di pesca matura, tiglio e camomilla e ricordi di pepe bianco. Offre un sorso appagante e lungo con richiami di mango.
Bottiglia Donna Paola Cantina Biagiotti, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Arrighi
Proprio dietro Porto Azzurro sull’isola d’Elba Antonio Arrighi, ora affiancato da sua figlia Giulia, continua a esplorare e a valorizzare la sua amata terra. Tantissimi prodotti proposti da un metodo classico a vini vinificati in anfora o in barrique. Molti ricorderanno questa cantina per il loro vino marino, Nesos, frutto di una collaborazione con il Prof. Attilio Scienza e del cortometraggio pluripremiato Vinum Insulae.
Bottiglia Valerius di Arrighi, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Valerius 2021 IGT Toscana (100% Ansonica). La lunga macerazione sulle bucce e l’affinamento in anfora regala dei sentori accattivanti di fiori di campo, erbette aromatiche e di frutta a polpa bianca. L’Impatto in bocca è sostenuto da una viva sapidità che lascia lentamente il cavo orale con echi di scorza d’agrumi.
Fattoria Ruschi Noceti
Siamo sopra Pontremoli. Questa cantina ci ha sorpreso per la sua proposta. Infatti crede molto nei vitigni tipici del territorio lunigianese tanto da aver collaborato nel 1994 con l’Università di Pisa per la creazione di un Vigneto Collezione, volto a individuare e a raccogliere i vitigni autoctoni di questa parte di Appenino Tosco-Emiliano.
Bottiglie di Ruschi Noceti, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Super Otto 2018 IGT Val di Magra (60% Durella, 40% altre uve autoctone) prodotto unicamente in questa annata in cui le condizioni climatiche sono state tali da permettere di ottenere un vino di notevole pregio. L’impatto olfattivo è ampio con richiami di frutta a polpa gialla quale ananas, pesca e albicocca, di pompelmo e cedro canditi e di un’elegante speziatura di zafferano. In bocca si percepisce una leggera astringenza, che affiancata dalla sapidità contribuisce a rendere il sorso indimenticabile.
Produttore Ruschi Noceti, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Super Pòllera 2018 IGT Val di Magra (100% Pollera) Viola e rosa rossa, confettura di ciliegia e lamponi, leggere note balsamiche trovano perfetta corrispondenza nel cavo orale. La gradevolezza al sorso dettata da morbidezza e da tannini ben integrati e di ottima fattura si conclude con un lungo finale con richiami di arancia sanguinella essiccata.
Podere Fedespina
Altra realtà lunigianese. Il podere dapprima si era dedicato alla vinificazione di Merlot e Ciliegiolo, ma in seguito all’acquisto di un vigneto sito in Valle di Caprio e teatro di una sperimentazione per produrre un metodo classico negli anni settanta, ha iniziato a dedicarsi anche alla produzione di un altro vino fermo a base di Pinot Nero.
Bottiglia Fedespina, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa Leandri
Fedepina 2019 IGT Toscana(100% Pinot Nero) è tipico e varietale. La piccola frutta rossa, la ciliegia, la viola e il glicine, le leggere note balsamiche e il lieve ricordo di sottobosco sono tutti cadenzati e ben identificabili. Arricchito infine da spezie dolci e non invasive. Freschezza e tannino ben integrato rendono il sorso elegante e durevole.
Produttore Fedespina, articolo: Vini della Costa, l’anteprima a Lucca Gustosa 2023, foto di Elsa LeandriElsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
Al Vinitaly il pluripremitato Filari di Timorasso 2020
Redazione
Per la prima volta a Vinitaly il pluripremiato Filari di Timorasso 2020 dell’Azienda Agricola Luigi Boveri.In assaggio anche il Sensazioni 2021, la Croatina che non ti aspetti prodotta solo sette volte in trent’anni.
Azienda Agricola Luigi Boveri, articolo: Filari di Timorasso 2020 dell’Azienda Agricola Luigi Boveri, foto da comunicato stampa
Una parte della famiglia all’opera nelle vigne, articolo: Filari di Timorasso 2020 dell’Azienda Agricola Luigi Boveri, foto da comunicato stampa
Un Vinitaly ricco di attese per l’Azienda Agricola Luigi Boveri, che dal 2 al 5 aprile, presso Veronafiere (stand H2 Padiglione 10), lancia il suo pluripremiato campione, il Filari di Timorasso 2020, il vino pigliatutto, che l’anno scorso si è aggiudicato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, il premio Vino Slow di Slowine e le Quattro Viti della guida Vitae di AIS.
La vite, articolo: Filari di Timorasso 2020 dell’Azienda Agricola Luigi Boveri, foto da comunicato stampa
Territorio e degustazione
Proveniente da terreni marnoso-calcarei, questo bianco da invecchiamento è segnato da profumi eleganti e complessi di pesca bianca, susina, bergamotto, spezie dolci e netti ricordi di miele d’acacia.
Il sorso è ampio, meravigliosamente strutturato, con freschezza e buona sapidità, molto lungo ed elegante. Il Filari di Timorasso 2020 ha una struttura e intensità tali da permettere abbinamenti impensabili per un bianco, andando persino sulle carni, come un coniglio arrosto alle castagne e un risotto alla Robiola di Roccaverano. In anteprima anche l’annata 2021 del Filari di Timorasso, appena uscito in commercio.
“Siamo felici di tornare quest’anno a Vinitaly con questo vino, che ci riempie di orgoglio da oltre un anno, per il quale immagino una potenzialità di invecchiamento che può tranquillamente superare la decina d’anni. – commenta il vignaiolo Luigi Boveri – I riconoscimenti di questo vino, e degli altri in tanti anni, ci danno il senso del lavoro che ogni giorno, con dedizione e fatica, tutta la nostra famiglia porta avanti”.
Ma non finisce qui, perché durante la quattro giorni veronese, la nota cantina di Costa Vescovato, presenterà anche il Sensazioni 2021, un rosso che esce solo nelle migliori annate, a base di Croatina in purezza, che affina 12 mesi in tonneaux, e che nella trentennale storia della Luigi Boveri è stato prodotto solo sette volte.
Proveniente da terreni argilloso-calcareo, con esposizione a sud-est, a 250 mt slm, questo rosso sa stupire per la sua complessità, che vira verso profumi di fiori rossi (garofano), karkadè, confettura di prugne, succo di mirtilli e ricordi di miele di castagna, sorso strutturato e lungo. Un rosso che sa permettersi abbinamenti complessi come un controfiletto con salsa alle prugne e un peposo toscano.
Un appuntamento importante quello di Vinitaly 2023 per il consolidamento e la crescita dell’export della Luigi Boveri, sia a livello internazionale che per l’Italia. E per chi non potrà assaggiare i loro vini durante Vinitaly, si può rimediare organizzando una degustazione a Costa Vescovato, provincia di Alessandria, presso la nuova sala degustazione, con ampia terrazza sulle vigne, che in pochi mesi è diventata un luogo d’incontro di tutti i winelover in cerca di vini territoriali.