Tag: wine

  • Vino sfuso in Italia,  garanzia di vendite all’estero 2024

    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all’estero 2024

    Il mercato del vino sfuso in Italia: garanzia, dinamiche, protagonisti e sfide

    di Carol Agostini

    Il mercato del vino sfuso italiano rappresenta una componente essenziale dell’industria vinicola nazionale e internazionale. Conosciuto per il commercio di vino in cisterna o a litri, questo segmento consente la distribuzione di grandi quantità di vino destinato al confezionamento, al blending o all’uso industriale. Dietro a questa pratica si nasconde una filiera complessa e ben regolamentata, che coinvolge produttori, mediatori, grandi cantine e attori della logistica.

    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all'estero 2024 foto di Carol Agostini
    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all’estero 2024 foto di Carol Agostini

    Le dimensioni del mercato: statistiche e dati di produzione

    Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) e del Ministero dell’Agricoltura italiano, l’Italia è il principale produttore mondiale di vino, con oltre 50 milioni di ettolitri prodotti nel 2022. Di questi, una parte significativa è destinata al mercato del vino sfuso. Si stima che circa il 30% del vino italiano venga commercializzato in cisterna, con destinazioni che includono l’esportazione verso paesi come Germania, Francia, e Stati Uniti.

    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all'estero 2024 foto di Picjumbo
    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all’estero 2024 foto di Picjumbo

    Tra i vitigni maggiormente rappresentati nel mercato del vino sfuso troviamo:

    Trebbiano: noto per la sua alta resa, viene utilizzato principalmente per vini da taglio e produzione industriale.

    Sangiovese: diffuso soprattutto in Toscana e nelle regioni centrali, è usato sia per blend che per vini di qualità.

    Montepulciano: apprezzato per la versatilità, rappresenta una scelta comune nel centro-sud Italia.

    Glera: la base del Prosecco, spesso venduta sfusa per imbottigliamento in loco o produzione di spumanti.

    Primitivo e Nero d’Avola: rappresentano i vitigni rossi più esportati nel formato sfuso, grazie alla loro struttura e intensità aromatica.

    Pinot Grigio: il vitigno più venduto al mondo

    I volumi annuali di vino sfuso commercializzato superano i 10 milioni di ettolitri, con transazioni che spaziano dai piccoli lotti per aziende artigianali a grandi accordi commerciali tra multinazionali.

    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all'estero 2024 foto di David Bartus
    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all’estero 2024 foto di David Bartus

    Protagonisti del settore: le cantine sociali e i mediatori

    Le cantine sociali italiane, che rappresentano oltre il 50% della produzione vinicola nazionale, svolgono un ruolo cruciale nel mercato del vino sfuso. Queste cooperative, che riuniscono migliaia di piccoli produttori, offrono grandi volumi di vino a prezzi competitivi, garantendo un approvvigionamento stabile e di qualità per i compratori.

    Accanto alle cantine sociali, i mediatori svolgono una funzione indispensabile. Questi professionisti facilitano le transazioni tra produttori e acquirenti, utilizzando piattaforme digitali o reti consolidate di contatti. In un mercato in cui la fiducia e la trasparenza sono fondamentali, i mediatori assicurano che il vino rispetti le specifiche contrattuali, sia per caratteristiche organolettiche che per conformità alle norme.

    Tra gli acquirenti si distinguono:

    Aziende imbottigliatrici che utilizzano il vino sfuso per produrre etichette proprie.
    Industrie alimentari e cosmetiche che impiegano il vino come ingrediente.
    Importatori e distributori internazionali che acquistano grandi volumi per mercati esteri.

    Normative e regolamentazioni

    Il commercio del vino sfuso è regolamentato da normative stringenti sia a livello nazionale che europeo. Tra le principali disposizioni troviamo:

    La legge 238/2016 (Testo Unico del Vino): stabilisce le norme per la produzione, la classificazione e la tracciabilità del vino, garantendo trasparenza e qualità lungo tutta la filiera.
    Regolamento UE 1308/2013: disciplina l’organizzazione comune dei mercati agricoli, incluso il vino, specificando i requisiti per l’etichettatura, la denominazione e il trasporto.
    Codice Doganale dell’Unione Europea: regola le esportazioni di vino sfuso, imponendo controlli su dazi e documentazione.
    Accordi internazionali sui dazi doganali: Paesi come gli Stati Uniti e la Cina, principali importatori di vino sfuso italiano, applicano tariffe diverse, influenzando i costi e le dinamiche commerciali.

    Un aspetto fondamentale è la tracciabilità: ogni cisterna deve essere accompagnata da un documento di trasporto (MVV – Modello di Vendita Vino), che riporta origine, caratteristiche tecniche e denominazione del prodotto.

    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all'estero 2024 foto da internet,pexel
    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all’estero 2024 foto da internet,pexel

    Vino sfuso e qualità: un connubio possibile?

    Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il vino sfuso non è sinonimo di bassa qualità. Molti produttori utilizzano questo formato per vendere eccedenze o per soddisfare ordini specifici di blend richiesti dal mercato estero. Ad esempio, il mercato tedesco spesso acquista vini italiani sfusi per imbottigliarli localmente, mantenendo un’etichettatura conforme alle normative UE.

    Tra i vini di qualità venduti in cisterna spiccano:

    Chianti e Chianti Classico: spesso acquistati da imbottigliatori europei per il confezionamento in loco.
    Prosecco DOC: una parte significativa viene esportata sfusa per essere lavorata in mercati strategici come gli USA.
    Vini bianchi aromatici: tra cui Pinot Grigio e Sauvignon Blanc, molto richiesti in Nord Europa e Nord America.

    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all'estero 2024 foto di Carol Agostini
    Vino sfuso in Italia, garanzia di vendite all’estero 2024 foto di Carol Agostini

    Sfide e opportunità del settore

    Il mercato del vino sfuso affronta sfide legate alla concorrenza internazionale e alla sostenibilità. Paesi emergenti come l’Australia e il Sudafrica offrono vini sfusi a prezzi competitivi, spingendo l’Italia a puntare su qualità e certificazioni. Inoltre, il cambiamento climatico incide sulle rese e sulla qualità del prodotto, rendendo essenziale investire in tecnologie di precisione e innovazione agricola.

    Dal lato delle opportunità, la crescente domanda di vino in Asia e America Latina apre nuovi orizzonti per l’esportazione. La digitalizzazione del settore, con piattaforme online dedicate al commercio di vino sfuso, facilita le transazioni e amplia la rete di contatti tra produttori e compratori.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/guida-pecora-nera-premia-ristorante-degli-angeli/

    Penso che…

    Il mercato del vino sfuso italiano è un pilastro dell’industria vinicola nazionale, in grado di coniugare tradizione, innovazione e competitività. Grazie alla sua capacità di rispondere alle esigenze di un mercato globale sempre più esigente, rappresenta una risorsa preziosa per valorizzare le eccellenze italiane e promuovere un consumo consapevole e sostenibile.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis

    “Non me la bevo” 2024: presentazione del libro e degustazione dei vini di Cascina Melognis al Mercato Centrale di Roma

    di Cristina Santini

    Pochi giorni fa, Matteo, Marco e Riccardo di Vinario4 hanno organizzato una serata di presentazione del libro “Non me la bevo” e degustazione di vini piemontesi. L’evento, moderato dal comunicatore del vino Jacopo Manni, ha visto la partecipazione di Michele Antonio Fino, professore UNISG, divulgatore giuridico e autore del libro presentato, nonché di Giampaolo Gravina, docente di Estetica del Vino presso il Master in Cultura del Vino dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il Master in Filosofia del Cibo e del Vino dell’Università Vita & Salute di Milano, oltre che autore di diversi libri.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Michele Antonio Fino, viticoltore originario di Revello, nella regione Piemonte, ha recentemente pubblicato il libro intitolato “Non me la bevo – Godersi il vino consapevolmente senza marketing né mode”. Questo titolo stimolante riflette il suo ammirevole tentativo di contrastare le narrazioni distorte e i falsi miti che a volte hanno macchiato la comprensione del vino da parte del pubblico.

    Il vino si trova in un’epoca complessa, con un glorioso passato ma incertezza sul futuro. In questo contesto, è difficile discernere cosa sia giusto o bello.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Produco vino senza aver fatto studi enologici – ci racconta Fino – Sono passato da obiettore di coscienza a gestore delle vigne di famiglia, dopo 10 anni di sbagli e 14 anni di altre esperienze. Così è iniziata la storia di Cascina Melognis, 24 anni prima di assaggiare gli attuali vini di stasera.

    Continuo a battermi contro narrazioni che influenzano troppo i giovani. Ho una crescente insofferenza verso storie spicce, mitologie tradizionaliste e narrazioni generose che inventano dettagli di charme quando mancano. Tanto che male c’è! Invece il male inquina la comprensione e la consapevolezza delle persone, ed è un grande peccato, dato che il vino non ha bisogno di scorciatoie per piacere.”

    Tanti i discorsi che potremmo affrontare in questo spazio, tante le cose da dire. Per far capire meglio al lettore il significato di questo libro, riprendiamo il paratesto ovvero tutto quello che gira intorno al contenuto vero e proprio del libro e di cui affronteremo alcuni spunti.

    No, non è vero che il vino si è sempre fatto nello stesso modo dalla notte dei tempi. No, non è vero che il vino contadino è sempre meglio di quello industriale. Sì, fino a Pasteur, la riuscita del vino era affidata a buone pratiche, ma spesso senza che se ne conoscesse il senso. E ancora no, non è per nulla scontato che il vino naturale sia più naturale del vino trattato.

    Si prenda nota che i vigneti europei hanno al massimo duecento anni, non millenni, perché purtroppo, a causa del diffondersi di alcuni parassiti, vennero quasi tutti distrutti a fine Ottocento. Poi, il vino si comincia a degustare a partire dalla corretta lettura dell’etichetta. E infine sì, un buon bicchiere di vino fa bene all’umore e alle relazioni; non si può semplicemente dire che faccia bene alla salute”.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Il primo capitolo di questo libro pone un interrogativo d’attualità: il vino che beviamo oggi è davvero lo stesso di un tempo, o è stato stravolto? È vero che il vino odierno non fa più bene perché il suo processo di produzione è cambiato, mentre il vino di una volta era benefico in quanto realizzato in maniera diversa?

    Il vino di oggi – continua l’autore – è stravolto perché 160 anni fa abbiamo scoperto come si produce. Per fare il vino come prima di Pasteur, oggi dovremmo essere persone che hanno seguito solo pratiche tradizionali, non sanno leggere e non hanno mai parlato con nessuno che abbia fatto vino con conoscenze enologiche. La tradizione è morta come ha scritto di recente Piercarlo Grimaldi. Cosa vuol dire? Vuol dire che oggi più niente passa per pura tradizione, cioè gestualità e oralità.

    C’è sempre il medium della scrittura per cui non è più tradizione, è necessariamente anche educazione. Quindi oggi il vino non si può fare come 160 anni fa, si può decidere che pur sapendo tutta una serie di cose, non si fanno tutta una serie di cose. Quello stato di natura non è più recuperabile, dove è arrivata la cultura, la tradizione ha ceduto il passo. In tutto il mondo l’enologia è arrivata sulle ali della cultura e ha informato tutti i modi di fare il vino.”

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Questa bevanda è una parte essenziale della cultura culinaria del nostro Paese, con una lunga e leggendaria storia che incarna significativi valori identitari. Alcuni hanno tentato di sfruttare queste narrazioni per commercializzare il prodotto in modo più attraente, anche con toni nazionalisti che lo legano a un’ipotetica identità mediterranea, in particolare italiana.

    Il problema è che c’è un netto cambiamento prima e dopo il 1860, quando Pasteur, microbiologo francese al quale si deve l’epocale differente prospettiva dell’enologia moderna, comprese e dimostrò che la produzione del vino era una questione di microbiologia. Fino a quel momento, vi era un forte dibattito anche tra gli esperti a livello scientifico: alcuni sostenevano che il vino fosse una questione puramente fisica o chimica, e non microbiologica (ovvero i lieviti che trasformano gli zuccheri naturalmente presenti nell’uva in alcol).

    Prima di quella data, le pratiche di produzione prevedevano tecniche ripetitive che avevano funzionato in passato. Tuttavia, dopo la pubblicazione degli studi di Pasteur, tutti hanno acquisito una comprensione scientifica della vinificazione. Ciò li ha portati a iniziare a produrre vini secchi applicando le stesse procedure standardizzate.

    Per cui i vini sono diventati uniformemente limpidi, profumati e serbevoli. A un certo punto, non era più considerato “cool” produrre i vini intensi e torbidi che abbiamo assaggiato a questo evento, i due rifermentati in bottiglia di cui parleremo tra poco. Quando c’è predominio sul mercato, una nicchia diventa un porto sicuro.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Altra questione è che parlare di vino sui social media può essere impegnativo. Il semplice riferimento al “vino” non è più sufficiente, poiché il panorama ora comprende termini come biodinamico, biologico e naturale come potete trovare nel capitolo dedicato: biodinamica, biologico, vino naturale, dire soltanto vino non basta più. Il vino è diventato più di una semplice bevanda: è un prodotto attraverso il quale molte persone cercano di proiettare un’immagine di sé, piuttosto che semplicemente esplorare una regione o scoprire etichette che apprezzano veramente.

    Le persone spesso bevono determinati vini per trasmettere un’immagine, un senso di appartenenza o una convinzione. Sebbene ciò sia comprensibile, ha anche trasformato il vino in un bene di consumo che richiede di difendersi dalle opinioni divergenti.

    L’industria vinicola ha subito cambiamenti radicali dal 1992. L’idea che “non bevo vino biologico perché puzza” è superata. Il vino biologico, un tempo un prodotto di nicchia, è diventato sempre più mainstream, perdendo parte della sua esclusività. Ciò ha dato origine a nuove tendenze più estreme, poiché l’etichetta biologica non rappresenta più accuratamente i bevitori a cui era destinata.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    In risposta, il movimento del “vino naturale” ha preso piede, frammentando ulteriormente il mercato in sottocategorie come vini artigianali, alchemici e antiscientifici. Da una prospettiva di mercato, questa frammentazione in nicchie e sotto-nicchie ha perfettamente senso: consente la fedeltà dei clienti e vendite garantite, indipendentemente dal contenuto effettivo della bottiglia.

    I capitoli che affrontano il rapporto tra vino e salute, così come leggere le etichette sulle bottiglie, un argomento estremamente importante, sono interessanti da molteplici prospettive. L’autore continua il suo lavoro di demistificazione e diffusione di informazioni su questi argomenti. Così facendo, fornisce ai lettori ulteriori, preziosi strumenti per la comprensione e l’analisi futura.

    I lettori rimarranno appassionati di vino, ma con maggiore consapevolezza. Tuttavia, continuiamo a dirci che “il vino fa buon sangue”.

    Purtroppo tale consumo comporta senza ombra di dubbio rischi per la salute. Tuttavia, se siamo consapevoli di questi rischi e li accettiamo, è accettabile. La chiave è bere consapevolmente e responsabilmente. Ancora più importante, nessuno dovrebbe cercare di convincerci del contrario semplicemente evitando di discutere del problema.

    Stiamo tutti assumendo una sostanza psicotropa, che da dipendenza, che ha effetti sul nostro sistema complessivo documentati indubitabili, e che circola nel nostro sistema sanguigno per più o meno tempo a seconda di quanto ne beviamo. Per cui il rischio connesso all’alcol è dose correlato, quindi quanto più beviamo tanto più rischiamo. La scoperta degli ultimi anni è che non esiste la dose al di sotto della quale si possa dire qua è a rischio zero. E questo nonostante noi digeriamo l’alcol.”

    Allora come si concilia il consumo di una bevanda alcolica come il vino con il concetto di salute? Ovviamente non con il concetto di salute come assenza di malattia, non si può fare è sleale. Il vino non fa bene; semplicemente facciamo scelte che comportano aumento di rischi, ma che ci definiscono, fanno parte della nostra identità, perché se non possiamo farle siamo infelici. Bere vino è una scelta libera (quindi non essere dipendenti e poter scegliere) e consapevole (decidere di consumare necessariamente in moderazione sapendo le caratteristiche che ha questo consumo e le conseguenze che comporta). Tutto il resto è marketing!

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio

    Di fatto, il produttore inserisce avvertenze su ogni etichetta, anche se non obbligatorie, per essere trasparente. Non c’è motivo di temere la chiarezza, poiché i recenti crolli di mercato non sono stati causati dalle indicazioni in etichetta dei rischi connessi al consumo di alcol adottate dall’Irlanda, come alcuni sostengono. Piuttosto, si tratta di un esperimento sociale non propriamente controllato, come afferma Michele Fino.

    Affrontiamo l’altro concetto, quello del “vino contadino” che ovviamente si è evoluto negli anni. Un tempo era visto, alla Soldati, come il prodotto artigianale di produzione limitata, senza l’uso di macchinari per la vinificazione o persino di etichette (il che gli conferiva ulteriore credibilità agli occhi di quegli esploratori alla ricerca di un qualcosa di veramente speciale).

    In seguito, nel senso di Veronelli, è arrivato a significare “genuino“, in netto contrasto con la manipolazione e la standardizzazione del vino industriale. Sfortunatamente, questa definizione è stato fraintesa e confusa, arrivando a essere associata al vino prodotto senza mezzi tecnici o competenza, una perversione da cui persino i pionieri del movimento del vino naturale hanno recentemente cercato di prendere le distanze.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio

    Passiamo alla presentazione della cantina e alla degustazione dei tre vini in vetrina: Cascina Melognis, sotto l’egida dell’Azienda Agricola Vanina Maria Carta, moglie di Michele Fino, che insieme hanno rilanciato la viticoltura in questa parte del nostro Paese.

    Fondata alla fine del 2008, l’Azienda è situata all’ingresso della Valle Po, incastonata tra le colline di terra rossa di Saluzzo e il confine di Revello. In tempi antichi, queste terre erano rinomate per la loro acclamata produzione vinicola. Tuttavia, nel corso dell’ultimo secolo, fattori come l’epidemia di fillossera, l’aumento della coltivazione intensiva di frutta e la vicinanza alla regione delle Langhe, hanno gradualmente ridotto i terreni disponibili per i vigneti.

    Le note di degustazione anticipano i colori luminosi e gli aromi intensi e distintivi. In Piemonte, la percezione dei vini spumanti si è evoluta negli ultimi anni, grazie a tendenze emergenti come i vini rifermentati in bottiglia . Questi offrono un profilo aromatico e un approccio gustativo differente che si sposa bene con i salumi e attraggono le generazioni più giovani che potrebbero non condividere l’entusiasmo per gli stili tradizionali.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Colline Saluzzesi Doc Pelaverga “Divicaroli” 2023:

    Ha un bel colore rosso trasparente, con un naso preciso, simile alla fragolina di bosco, con note di salvia, pepe e chiodi di garofano. C’è una speziatura rinfrescante, insieme a sentori di eucalipto, rosa e arancia rossa. Al palato, dovrebbe essere preso a sorsi pieni senza esitazione: eloquente, liscio e senza alcuna particolare astringenza.

    Il sorso salino ti invita a salivare e immaginare qualcosa da abbinare. Mostra una consistenza sferica e vellutata, con una dolcezza iniziale, ma è anche vibrante e sorprendente nella sua vivacità. Il finale è senza sforzo, aggraziato, con un tannino leggero che pulisce il palato.

    Il pelaverga è un vitigno a bacca grande, dal colore incerto che matura molto tardi, tanto quanto il nebbiolo. Ha una bassa acidità e una buccia molto sottile, il che lo rende piacevole da mangiare.

    Subisce una fermentazione spontanea, con un periodo di macerazione di 10 giorni e due rimontaggi giornalieri. È invecchiato in acciaio e imbottigliato sei mesi fa.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Cà Melò rosè Pet Nat 2023 

    E’ un frizzante davvero accattivante che rifermenta interamente in bottiglia durante i mesi primaverili: l’enologo aggiunge un tocco di mosto d’uva fresco, quindi sigilla la bottiglia con un tappo a corona e lascia che il vino faccia il resto. Questa delicata fermentazione a bassa temperatura si traduce in un calice vivace ed effervescente, ma straordinariamente morbido e accessibile al gusto.

    La base è composta principalmente dall’uva locale Neretta cuneese, una varietà altamente produttiva che conferisce un colore delicato, color salmone, non soggetta a riduzione.

    Una piccola percentuale di uve Barbera e Chatus coltivate nello stesso vigneto aggiunge un ulteriore strato di intensità aromatica e struttura. Sviluppa un perlage fine e delizioso e un complesso bouquet di frutta secca, pompelmo rosa e pane appena sfornato.

    In entrata, la sua qualità dolce e zuccherina è perfettamente bilanciata da un’acidità rinfrescante e da una struttura tannica sottile e integrata. L’effervescenza danza continuamente sulla lingua e influenza il profilo aromatico complessivo in modo progressivo, lento e meditativo.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Cà Melò bianco Pet Nat 2023

    Mette in mostra le caratteristiche uniche della Malvasia moscata, altra varietà autoctona che, attraverso un processo di rifermentazione, sfoggia una deliziosa effervescenza che aggiunge un elemento giocoso e vivace all’esperienza di degustazione. Il suo potenziale aromatico interagisce magistralmente con i lieviti e con il tempo in bottiglia, creando un profilo davvero sfaccettato.

    Il vino offre un bouquet inebriante di fiori d’arancio, pesca matura e basilico fresco, un’accattivante fusione di note floreali, fruttate ed erbacee che stuzzica immediatamente i sensi.

    Al palato, è altrettanto seducente, con una sensazione sostanziosa per gentile concessione di lievito vivace e una struttura rustica e tannica che conferisce una dimensione terrosa e saporita. Il carattere persistente del basilico si mescola con una salinità distintiva, evocando l’essenza di una birra in stile saison. In tutto, un’effervescenza delicata e persistente aggiunge un carattere arioso ed etereo all’esperienza complessiva di bevuta, conferendo un innegabile senso di eleganza.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini assieme all'autore
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini assieme all’autore
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

     


    Sito di riferimento: https://www.facebook.com/cascina.melognis/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024

    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024

    L’evoluzione della figura del bartender, un mix di arte, innovazione e crescita professionale, come quella di Alessandro Silvi

    di Carol Agostini

    La figura del bartender è diventata sempre più centrale nel panorama della ristorazione e del lifestyle globale. Questo professionista non si limita più a preparare cocktail: oggi è un artista della miscelazione, un esperto di esperienza sensoriale e un ambasciatore della cultura del bere responsabile.

    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona
    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona

    La professione del bartender: dati e crescita

    Il settore del bartending ha conosciuto una forte crescita negli ultimi anni, con un’accelerazione significativa post-pandemia. In Italia, le retribuzioni medie di un bartender oscillano tra i 1.500€ e i 2.500€ al mese, con possibilità di guadagni superiori per i professionisti esperti che lavorano in locali di alto livello. La domanda di bartender specializzati è in aumento, con un numero crescente di corsi professionali che formano nuove generazioni di mixologist.

    A livello globale, il mercato della mixology e del bartending sta evolvendo rapidamente. Ad esempio, negli Stati Uniti, il valore del mercato delle bevande alcoliche è cresciuto del 2,9% annualmente dal 2017, con il segmento dei cocktail di fascia alta che rappresenta una parte significativa di questa crescita. Anche in Europa, l’industria sta sperimentando un’espansione, con un rinnovato interesse per la tradizione e l’innovazione nella preparazione dei drink.

    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona
    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona

    La mixology è oggi considerata una vera e propria forma d’arte. Non si tratta solo di mescolare ingredienti, ma di creare esperienze uniche attraverso una combinazione perfetta di sapori, estetica e narrazione. Cocktail come il Negroni o il Manhattan sono reinterpretati in chiave moderna, mantenendo un legame con la tradizione ma introducendo tecniche avanzate come la miscelazione molecolare.

    Alessandro Silvi, noto bartender di Lanuvio, incarna questa fusione di tradizione e innovazione con il suo progetto Skill Up Bartender. La sua collezione di sei cocktail iconici confezionati sottovuoto (inclusi il Sazerac e il Boulevardier) dimostra come l’arte della miscelazione possa essere adattata alle esigenze moderne senza perdere di vista la qualità. Questo approccio non solo valorizza la creatività del bartender, ma permette anche di offrire esperienze raffinate a un pubblico più ampio, portando i cocktail di alta gamma direttamente nelle case.

    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona
    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona

    La figura del bartender oggi e nel futuro

    Oggi, il bartender è molto più che un semplice barman. È un mixologist, un consulente per i gusti dei clienti, e spesso anche una figura mediatica. Come gli chef stellati, i bartender stanno acquisendo sempre più visibilità, grazie anche alla popolarità dei social media. Piattaforme come Instagram sono diventate un veicolo per mostrare le proprie creazioni e attirare clienti in cerca di esperienze uniche e “instagrammabili”.

    Tra le sfide future per la professione, si evidenziano:

    • Digitalizzazione: molti bartender stanno esplorando modi per integrare la tecnologia nel loro lavoro, ad esempio con menu digitali interattivi o con l’uso di strumenti avanzati per la preparazione dei cocktail.
    • Sostenibilità: cresce l’attenzione verso l’uso di ingredienti a chilometro zero e metodi di lavoro ecologici.
    • Espansione globale: la cultura del cocktail si sta diffondendo in nuove aree geografiche, aprendo opportunità per bartender di tutto il mondo.
    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona
    Alessandro Silvi, abile Bartender innovativo e creativo 2024, foto di Manuel Gabriele Lampasona

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/lanuvio-viaggio-meraviglioso-eccellenze-foodewine/

    Penso che…

    La figura del bartender non è mai stata così rilevante e apprezzata. Professionisti come Alessandro Silvi dimostrano come creatività e competenza possano trasformare un mestiere in un’arte. Grazie a progetti innovativi e alla crescente attenzione verso la qualità e l’esperienza del cliente, il futuro della mixology appare più brillante che mai. Sia in Italia che nel mondo, il bartender è destinato a diventare un’icona culturale, simbolo di tradizione, innovazione e convivialità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Collegamento di riferimento: https://www.facebook.com/skillupbartender/?_rdr 

    https://www.instagram.com/skill_up_bartender/?api=1%2F&hl=zh-cn

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024

    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024

    BEVIAMOCI SUD – VI EDIZIONE 7, 8, 9 Dicembre 2024 – Grand Hotel Palatino, Roma

    redazione – Carol Agostini

    Riserva Grande è lieta di annunciare il ritorno di Beviamoci Sud, l’evento dedicato ai grandi vini del Sud Italia, giunto alla sua sesta edizione. Dal 7 al 9 dicembre 2024, presso il Grand Hotel Palatino, nel cuore di Roma (via Cavour 213/M, Rione Monti), vi aspetta una manifestazione imperdibile che celebra l’eccellenza della viticoltura del Meridione.

    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione
    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione

    Un’esperienza unica tra banchi di assaggio e masterclass
    Con oltre 100 espositori, tra consorzi, grandi e piccole cantine, e più di 300 vini in degustazione, Beviamoci Sud offre un’occasione straordinaria per scoprire il potenziale di una delle aree vitivinicole più affascinanti del mondo.
    L’evento si distingue per il suo approccio didattico, con 4 masterclass esclusive che approfondiscono storia, cultura e tradizioni delle terre del Sud Italia.

    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione
    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione

    LE MASTERCLASS DA NON PERDERE

    1. Verticale storica del Fiano di Avellino – Celebriamo il ventennale della cantina Rocca del Principe di Lapio con una verticale imperdibile guidata dal maestro Ercole Zarrella.
    2. I Sapori dei Castelli Romani – Una masterclass che unisce cibo e vino, presentando ben 17 produttori dei Castelli Romani.
    3. La Sardegna enoica – Un viaggio nei terroir sardi con il Movimento Turismo del Vino Sardegna, alla scoperta dei migliori vini di ogni zona dell’isola.
    4. Il Nero di Troia – Per la prima volta a Roma, l’Associazione Terre d’Alta Puglia racconta le sfumature di questo vitigno straordinario.

    Novità 2024: i vini in vendita direttamente in loco!
    Quest’anno, sarà possibile acquistare i vini degustati direttamente all’evento, a prezzi scontati.

    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione
    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione

    PROGRAMMA DELL’EVENTO

    • Sabato 7 Dicembre 2024
      • 14:00: Apertura banchi di assaggio
      • 14:00: Masterclass – Verticale storica Fiano di Avellino
      • 18:00: Masterclass – I Sapori dei Castelli Romani
      • 20:00: Chiusura banchi di assaggio
    • Domenica 8 Dicembre 2024
      • 14:00: Apertura banchi di assaggio
      • 14:30: Masterclass – La Sardegna enoica
      • 18:00: Masterclass – Terre d’Alta Puglia e il Nero di Troia
      • 20:00: Chiusura banchi di assaggio
    • Lunedì 9 Dicembre 2024
      • 11:00: Apertura banchi di assaggio
      • 14:00: Premiazione Concorso “Eccellenze di Beviamoci Sud”
      • 16:00: Premiazione Concorso “Ambasciatori di Beviamoci Sud”
      • 17:00: Chiusura banchi di assaggio

    MODALITÀ DI INGRESSO

    • Ingresso all’evento: €25 (acquisto presso il desk accoglienza).
    • Biglietto ridotto (€20) per gli amici di Riserva Grande e per i sommelier (previa comunicazione o convenzione).
    • Acquisto online e prenotazione masterclass: www.riservagrande.com
    • Masterclass acquistabili, salvo disponibilità, presso il desk dell’evento.
    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione
    Beviamoci Sud, un evento ispiratore per la qualità 2024, locandine di altri eventi della stessa organizzazione

     

    ULTERIORI EVENTI IN PROGRAMMA

    • 13 Dicembre 2024: Verticale di Barolo “Aurelio Settimo” (Barolando).
    • 17 Dicembre 2024: Cena di Natale Riserva Grande.

    Per maggiori dettagli sui vini in degustazione e costi delle masterclass, visitate il sito ufficiale: www.riservagrande.com.

    Non mancate a questa tre giorni di cultura, tradizione e passione per il vino del Sud Italia.
    Vi aspettiamo per vivere insieme un’esperienza indimenticabile!

    Riserva Grande Academy
    Marco, Andrea, Luciano e tutto lo staff di Beviamoci Sud

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento evento: https://www.beviamocisudroma.it

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ 

    https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso

    Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso

    Berebene 2025: 34° edizione della Guida del vino dal miglior rapporto qualità prezzo secondo Gambero Rosso

    Di Cristina Santini

     

    Si è conclusa ieri, 18 novembre, a Palazzo Brancaccio a Roma con la chiusura della degustazione al banco d’assaggio, la presentazione della nuova edizione della guida “Berebene 2025” – I Migliori Vini d’Italia sotto i 20 euro, curata da William Pregentelli e dal team del Gambero Rosso sotto la direzione di Lorenzo Ruggeri.
    Il Bere Bene quest’anno ha raggiunto un nuovo record, con 937 etichette premiate che soddisfano sia il gusto che il budget. In particolare, 92 di questi hanno un prezzo inferiore ai 10 euro, e la selezione comprende 6 premi nazionali e 21 premi regionali, in rappresentanza di ciascuna delle regioni vinicole italiane.

    Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    Lorenzo Ruggeri, Direttore del Gambero Rosso, racconta:

    “Questa mattina ho esaminato attentamente i dati Istat sull’export vinicolo. Sorprendentemente, nel 2024 la bilancia commerciale risulta in attivo, addirittura del 4%, con il valore delle esportazioni che cresce più dei volumi.
    Gli Stati Uniti, mercato storico di riferimento, stanno attualmente performando bene, con un prezzo di riferimento relativamente basso di 3,46 euro al litro. Ciò indica che abbiamo ancora del lavoro da fare, poiché rimaniamo un paese concentrato sulla quantità.
    Mentre è vero che le generazioni più giovani bevono meno alcol, le abitudini di consumo della mia generazione e di quella di William erano molto diverse 18 anni fa. All’epoca non si acquistavano vini di fascia alta, né si spendeva tanto per il vino quanto si spende oggi.

    Il consumo di vino tende a coincidere con alcune fasi della vita, ad esempio quando le persone hanno un reddito più elevato, mettono su famiglia o raggiungono un punto di maggiore stabilità finanziaria. Questo perché il vino è spesso associato a determinati valori e momenti significativi nella vita.
    Questa guida all’accessibilità del vino deve continuamente sperimentare e comunicare le sue informazioni in modo altamente efficace. Nonostante le sfide, l’industria vinicola richiede ancora uno sforzo concertato da parte di giornalisti e produttori per comprendere appieno il panorama attuale e fornire approfondimenti significativi.”

    Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    William Pregentelli, curatore della guida, spiega che i modelli di consumo del vino stanno cambiando. Osserva che il consumo giornaliero sta diminuendo, probabilmente a causa dello stile di vita moderno più veloce rispetto a 20, 30 o 40 anni fa. Inoltre, il vino sta diventando più un’esperienza sociale e celebrativa da gustare fuori casa piuttosto che all’interno. Di conseguenza, l’apertura di una bottiglia a casa è in calo, mentre il consumo nei ristoranti e nei bar è in aumento. Dovremmo infatti riflettere su queste tendenze di consumo in evoluzione.

    L’edizione di quest’anno ha mantenuto la struttura dello scorso anno, che ha subito un’importante revisione e presenta un’ampia carta dei vini con 937 recensioni e valutazioni fino ai centesimi, novità dell’anno precedente. Si tratta della più grande edizione del “Bere Bene” fino ad oggi.

    Bisavolo ‘22 Barbera d’Asti Superiore Docg di Roberto Ferraris, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Bisavolo ‘22 Barbera d’Asti Superiore Docg di Roberto Ferraris, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    La denominazione più premiata è la Barbera d’Asti, con 16 vini, in testa ai riconoscimenti del Piemonte come la regione con la migliore selezione per il consumo di qualità, vantando 112 vini. Seguono il Veneto con 92 vini e la Toscana con 84.

    Si tratta di vini etichettati impropriamente come “base”, eppure dimostrano come la serietà di un’azienda si misuri dalla qualità di queste etichette. Non è necessario cercare i vini più costosi per gustare un buon vino: queste opzioni più convenienti possono comunque catturare l’identità di una regione vinicola, i tratti distintivi di un vitigno e la filosofia di produzione di un enologo o di un’azienda vinicola.

    Albena ‘23 Romagna Albana di Assirelli, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Albena ‘23 Romagna Albana di Assirelli, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    La guida non solo evidenzia la qualità e l’economicità, ma presenta anche vini di grande carattere e tipicità. I vini degustati ai banchi d’assaggio offrono freschezza, ottima bevibilità e memorabili note di frutta o terziarie. Seppur giovanili di età, sono di notevole fascino, rispettando i vitigni e i terroir da cui provengono. In sostanza, si tratta etichette da bere tutti i giorni. Questo è l’obiettivo della guida.

    Chlamys ‘23 Vermentino di Sardegna di Tenute Fois - Accademia Olearia, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Chlamys ‘23 Vermentino di Sardegna di Tenute Fois – Accademia Olearia, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    Novità a breve

    Il sito del Gambero Rosso è stato completamente rivisto e ottimizzato per una fruizione mobile. La grafica e alcuni elementi chiave sono stati aggiornati per migliorare la lettura. Inoltre, oltre un mese fa è stata lanciata la piattaforma OTT di Gambero Rosso TV, che offre una vasta libreria di contenuti, tra cui reportage dall’Italia e dal mondo, talent show, ricette e viaggi. È inoltre possibile visualizzare il canale lineare di Gambero Rosso TV sul digitale terrestre al canale 257. In questo modo, gli utenti possono accedere ai contenuti ovunque si trovino. Saranno pubblicati tre nuovi contenuti a settimana, e da gennaio verranno introdotti ulteriori contenuti completamente nuovi.

    L’ultima proposta è un corso on-demand di 150 ore dal titolo “Il vino del futuro”, sviluppato in collaborazione con il Professor Scienza. Il programma in quattro moduli copre una gamma completa di argomenti critici, dall’agronomia alla comunicazione e includono lo storytelling, il linguaggio, l’uso efficace dei social media e la massimizzazione dell’identità digitale del marchio attraverso i canali essenziali di oggi.

    Aedes ‘23 Etna bianco di I Custodi delle Vigne dell’Etna, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Aedes ‘23 Etna bianco di I Custodi delle Vigne dell’Etna, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    Concludiamo con i dati essenziali:

    937 vini premiati di cui 64 spumanti e frizzanti, 412 vini bianchi, 69 vini rosati, 377 vini rossi, 15 vini dolci.

    FCO Pinot Grigio Ramato ‘23 di Sirch, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    FCO Pinot Grigio Ramato ‘23 di Sirch, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    6 Premi Nazionali:

    Miglior Bollicina: La Matta Dosaggio Zero ’23, Casebianche
    Miglior Bianco: Falerio Pecorino Maree ’23, Madonnabruna
    Miglior Rosato: FCO Pinot Grigio Ramato ’23, Sirch
    Miglior Rosso: Chianti Cl. ’21, Borgo Salcetino
    Miglior Dolce: Canelli Tenuta del Fant ’23, Il Falchetto
    Miglior Vino sotto i 10 euro: Barbera d’Asti Sup. Savej ’21, Terre Astesane

    Le Terrazze ‘21 Rosso Conero di Fattoria Le Terrazze, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Le Terrazze ‘21 Rosso Conero di Fattoria Le Terrazze, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    21 Campioni Regionali:

    Valle d’Aosta: VdA Petite Arvine ’23, Les Crêtes
    Piemonte: Barbera d’Asti Sup. I Tre Vescovi ’22, Vinchio Vaglio
    Liguria: Riviera Ligure di Ponente Vermentino ’23, Durin
    Lombardia: RGC Groppello ’23, Cantrina
    Trentino: Trentino Riesling ’23, Maso Poli
    Alto Adige: A. A. Pinot Bianco ’23, Kettmeir
    Veneto: Bardolino Montebaldo Delara ’22, Guerrieri Rizzardi
    Friuli Venezia Giulia: FCO Pinot Bianco ’23, Roberto Scubla
    Emilia Romagna: Romagna Albana Albena ’23, Assirelli

    Calice ‘22 Aglianico del Vulture Donato D’Angelo di Filomena Ruppi, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Calice ‘22 Aglianico del Vulture Donato D’Angelo di Filomena Ruppi, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

    Toscana: Chianti Colli Fiorentini Sorrettole ’22, La Querce
    Marche: Bianchello del Metauro Sup. Rocho ’22, Roberto Lucarelli
    Umbria: Spoleto Trebbiano Spoletino ’23, Le Cimate
    Lazio: Lepino ’20, Donato Giangirolami
    Abruzzo: Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino ’23, Tenuta I Fauri
    Molise: Molise Tintilia ’21, Tenute Martarosa
    Campania: Rosato ’23, Cenatiempo
    Basilicata: Aglianico del Vulture Synthesi ’20, Paternoster
    Puglia: Terra d’Otranto Negroamaro Notte Rossa ’22, Terre Di Sava
    Calabria: Cirò Rosso Cl. Sup. Colli del Mancuso Ris. ’21, Ippolito 1845
    Sicilia: Sicilia Giato ’23, Centopassi
    Sardegna: Vermentino di Sardegna Chlamys ’23, Tenute Fois – Accademia Olearia

    Suprema La Mortadella di Fiorucci dal 1850, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell'autrice
    Suprema La Mortadella di Fiorucci dal 1850, articolo: Berebene 2025, formidabile risultato della Guida del Gambero Rosso, foto dell’autrice

     

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito di riferimento: https://www.gamberorosso.it

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    Lanuvio celebra le eccellenze enogastronomiche e culturali: il successo della prima edizione del progetto “VerriGud Morning Lanuvio”

    di Carol Agostini

    Sabato 23, Lanuvio è stata protagonista della prima edizione del progetto “VerriGud Morning Lanuvio”, un evento che ha unito degustazioni, cultura e tradizione grazie alla partecipazione di straordinarie realtà italiane. L’iniziativa ha offerto un viaggio tra sapori autentici e storie di aziende che incarnano l’eccellenza del made in Italy.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell’autrice

    Tenuta Borgolano: biodiversità e sostenibilità nel cuore dell’Oltrepò Pavese

    Con i suoi 30 ettari di terreno nella provincia di Pavia, la Tenuta Borgolano si distingue per la viticoltura sostenibile e l’impegno nella valorizzazione della biodiversità. Fondata da Donatella Quaroni nel 1992, produce circa 100.000 bottiglie all’anno, distribuite in Italia e all’estero. Tra i vini di spicco, uno dei rossi della tenuta simboleggia il legame con il territorio e la qualità produttiva.

    Salumificio Gran Varzi: l’autenticità del Salame di Varzi DOP

    Il Salame di Varzi DOP Gran Varzi si distingue per la complessità sensoriale e il richiamo alla tradizione. Con profumi di carne stagionata e note vegetali, il salumificio celebra il patrimonio gastronomico locale con prodotti artigianali dal carattere unico.

    I Mandriani Carni: tre generazioni di tradizione e qualità

    Con un nuovo stabilimento che unisce tecnologia avanzata e lavorazione artigianale, I Mandriani si impone come eccellenza nella trasformazione delle carni. I prodotti sono naturalmente privi di glutine e lattosio, rappresentando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

    Sughi Vestalia: il sapore del “sugo del nonno” in un barattolo

    Nata nel 2020, durante la pandemia, l’azienda Vestalia si dedica alla produzione di sughi artigianali. Fondata da Roberto Guarino e Luca Chiaese, punta a portare il gusto della tradizione direttamente nelle case, con ricette autentiche e packaging che valorizza la qualità.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo
     VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    La Golosa di Maurizio Curi: il trionfo dell’artigianalità

    L’azienda agricola La Golosa si distingue per l’assenza di additivi chimici nei suoi prodotti, lavorati rigorosamente a mano. Tra le eccellenze spiccano le Mele Rosa, recuperate grazie all’impegno della Comunità Montana dei Sibillini, simbolo del legame tra tradizione e innovazione.

    Milletti Funghi: tecnologia e natura nei Castelli Romani

    Dal 1978, l’azienda agricola Milletti Funghi produce funghi naturali e nutrienti. Grazie a impianti tecnologici avanzati, garantisce elevati standard qualitativi, offrendo alimenti ricchi di proteine, vitamine e minerali.

    Mancini Pastificio Agricolo: dalla tradizione agricola alla pasta di qualità

    Nelle Marche, il Pastificio Mancini utilizza esclusivamente il grano dei propri campi per creare una pasta trafilata al bronzo e essiccata a bassa temperatura. Con una storia familiare che inizia nel 1938, rappresenta un esempio di unione tra tradizione e innovazione.

    Pura Crocus: lo zafferano biologico della Val d’Orcia

    Specializzata nella produzione di zafferano biologico, l’azienda Pura Crocus si distingue per la qualità dei suoi prodotti, tra cui miele e tisane aromatizzate, tutti rigorosamente privi di additivi artificiali.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto da pexel
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto da pexel

    La Meridiana Resort: ospitalità tra Roma e il mare

    Il Resort La Meridiana a Lanuvio è una cornice ideale per eventi, cerimonie e soggiorni rilassanti. Tra piscina, ristorante e camere raffinate, offre un’esperienza di charme in sintonia con la natura circostante.

    Tenuta Pantanacci: storia e natura nel cuore del Lazio

    La Tenuta Pantanacci affonda le radici nel passato di Lanuvio, con resti archeologici e tradizioni legate a riti propiziatori. Le visite guidate offrono un’immersione nella storia, tra rovine millenarie e passeggiate a cavallo.

    Petra Marzia Vini: tradizione e passione campana

    Nel Vallo di Lauro, l’azienda vinicola Petra Marzia produce vini che celebrano il territorio campano. Tra i prodotti spiccano il Taurasi DOCG Riserva “Parlami” e il bianco “Ramia” Fiano, frutto di una filosofia artigianale che unisce tradizione e modernità.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell'autrice
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell’autrice

    La prima edizione di “VerriGud Morning Lanuvio” ha offerto un’occasione unica per scoprire e valorizzare queste eccellenze, testimoniando il ricco patrimonio enogastronomico e culturale che rende l’Italia unica nel mondo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento: http://www.casaledellamandria.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare

    Gambero Rosso e il Consorzio Vini Toscana uniti in un evento di territorio

    Di Cristina Santini

     

    Nel mese di ottobre, il Gambero Rosso e il Consorzio Vino Toscana hanno ospitato un evento per celebrare i vini IGT Toscana, i Supertuscan, una categoria di cui si parla molto da oltre 30 anni, ma che aveva già segnato il rinnovamento del vino italiano nei primi anni ’70.
    Durante la degustazione tenutosi presso l’Academy di Roma, Marco Sabellico del Gambero Rosso ha presentato e discusso 23 etichette di vino. Al suo fianco Stefano Campatelli, Direttore di uno dei più grandi consorzi vitivinicoli italiani, ha condiviso la visione del consorzio per il futuro e le sue importanti potenzialità di crescita.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    “Il Consorzio Vino Toscano IGT ha una lunga storia, ma è un’impresa relativamente giovane”, afferma il Direttore. “Se la denominazione IGT Toscana è nata oltre 30 anni fa, poco è stato fatto per promuoverla e non c’era praticamente nessun consorzio attivo a rappresentare i produttori. Tuttavia, negli ultimi tre anni, abbiamo lavorato duramente per riunire tutti i produttori e capitalizzare davvero questa indicazione geografica, poiché crediamo fermamente che il nome Toscana meriti di essere celebrato al meglio”.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina SantiniToscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    La denominazione Indicazione Geografica offre una flessibilità significativamente maggiore rispetto alla classificazione di Denominazione di Origine Controllata (DOC). I produttori possono lavorare con uno qualsiasi dei 97 vitigni autorizzati nella regione, ad eccezione dei vini spumanti. Ciò nondimeno, è stata presentata al Ministero una modifica al disciplinare di produzione e si spera che entro l’annata 2025 saranno consentiti sia il metodo Martinotti che quello Classico.

    Il Consorzio Vino Toscano ha ricevuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e delle Foreste con Decreto n. 423141 del 21 agosto 2023. Questo importante traguardo segna il completamento con successo del progetto di rinnovamento avviato nel 2019, in concomitanza con l’inizio della presidenza di Cesare Cecchi.
    Se tutto ciò che è stato raggiunto finora è un punto di partenza, di pari importanza è la realizzazione di iniziative promozionali per aumentare ulteriormente la conoscenza e l’apprezzamento dei vini Toscana IGT sia a livello nazionale che globale. Si tratta di un nuovo ruolo per il Consorzio, che andrà ad integrare le già consistenti responsabilità di gestione, tutela e promozione dei vini Toscana IGT.

    Facciamo chiarezza. Per essere riconosciuto dal MASAF, un Consorzio deve rappresentare almeno il 35% dei produttori e il 51% della produzione della Denominazione o Indicazione Geografica Protetta che intende tutelare. Il Consorzio Vino Toscana supera significativamente questi requisiti, rappresentando oltre il 39,5% dei produttori e più del 58% della produzione.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    La Toscana IGT comprende l’intera Regione, con oltre 1.500 aziende imbottigliatrici, un numero molto significativo. Una realtà, con oltre 13.000 ettari vitati e una produzione media annua di quasi 100 milioni di bottiglie ripartita in vini rossi 77%, vini bianchi 18%, vini rosati 5%. Per cui è quasi diventato obbligatorio considerare seriamente le strategie di crescita. Il rendimento degli Igt supera i 495 milioni di euro, con una ripartizione del 31% sul mercato italiano e il 69% verso l’export. Sensibile l’evoluzione delle vendite estere negli ultimi 10 anni, con un +126%. I principali mercati esteri sono l’Europa (46%), gli Stati Uniti (33%) e l’Asia (6%). Il restante 15% è distribuito su tutte le altre aree geografiche.

    Nel 1992 è stato istituito il sistema dei vini IGT, che ha finalmente previsto una denominazione formale. Tuttavia, molti di questi vini iconici sono stati creati prima di questa data. Ad esempio, il Sassicaia di Incisa della Rocchetta, così come la lunga serie di vini “Supertuscan” di produttori come Antinori, si erano già distinti utilizzando vitigni internazionali come Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Syrah. Questi erano gli unici vitigni dell’epoca in grado di attrarre costantemente il mercato internazionale e di godere di un prestigio diffuso. Di conseguenza, le cantine di tutta Italia hanno iniziato a piantare queste stesse varietà nello stesso periodo, anche prima che entrasse in vigore la classificazione formale IGT.

    Comunque, qualcuno non si rassegnava a vedere il declino del vero Sangiovese di Montalcino – quello con la buccia spessa e i grappoli piccoli. La ricostruzione viticola e la nascita dei vari cloni di Sangiovese è una storia recente; negli anni ’70, nessuno sapeva cosa significasse. Solo negli anni successivi si è cominciato a lavorare seriamente sul Sangiovese, ma ci sono voluti più di dieci anni per produrre vini di rilievo.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    Degustazione 23 Etichette Igt Toscana
    Questa masterclass è una delle prime del suo genere nelle attività di promozione regionale e i vini presentati questa serata rappresentano la diversità e il potenziale di questa denominazione: diversi vitigni, stili diversi e abbondanti possibilità.

    Data la qualità costantemente elevata dell’intera gamma, condividerò solo le mie impressioni più significative. Poiché non mi piace assegnare punteggi e non esiste una classifica personale, le note di degustazione saranno presentate in ordine numerico di servizio. Complessivamente, i vini mostrano una gamma di sapori espressivi, alcuni dei quali sono più tenui e meno impattanti di altri. In alcuni casi, il frutto è messo in ombra dall’uso del legno, mentre in altri i vini sono vere gemme vitivinicole, dei capolavori.

    1. Quattro chiacchiere a oltrepoggio, Chardonnay 2022, Colognole in Pontassieve. Azienda della famiglia dei Conti Spalletti Trivelli, proprietaria da oltre 150 anni della moltitudine di case coloniche al suo interno che oggi prende il nome di Country Wine Estate Colognole. Il vigneto si trova a 330 metri di altitudine a La Rufina, una zona situata nei pressi di Firenze.
    Fermentazione malolattica svolta, maturazione per un quarto in acciaio e il resto in barrique. Dopo un lungo periodo di invecchiamento in bottiglia, il vino mostra un bouquet di frutta a polpa bianca, acidità tonificante, tannini setosi, freschezza, mineralità e note di nocciole e pepe bianco. Al palato, offre un’esperienza di beva lunga, ampia ed espansiva.

    2. Acciaiolo 2020 Cabernet Sauvignon, Castello di Albola in Radda in Chianti, appartenuta alle più nobili famiglie della Toscana, oggi di proprietà della Famiglia Zonin.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    3. Farnito 2019 Cabernet Sauvignon, Carpineto.
    Acclamata a livello internazionale, la Cantina è stata fondata da due enologi concentrati sulla produzione di vini per l’esportazione. Giunta alla seconda generazione di viticoltori, attualmente possiede 220 ettari di vigneti nelle zone più prestigiose della Toscana, tra cui Montalcino, Montepulciano e Chianti e produce 3,5 milioni di bottiglie all’anno.
    Il vino presenta un’intensa ricerca di austerità, con un importante carattere tannico che contribuisce a una struttura piena, ricca e verticale. Il colore è nitido e molto pulito, con sfumature viola decise e note erbacee tipiche del vitigno, oltre a sentori di sottobosco. La complessità aromatica è data dall’utilizzo di botti di diverse dimensioni, tra cui grandi botti, tonneau e piccole botti di secondo passaggio.

    4. Olmaia 2018, Cabernet Sauvignon, Tenuta Col d’Orcia in Montalcino, un’oasi biologica ed ora biodinamica appartenente alla Famiglia Marone Cinzano.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    5. Arcanum 2019, Cabernet Franc, Tenuta di Arceno.
    Situata nella parte meridionale del Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga, la tenuta, di proprietà di un’influente famiglia americana, oggi produce vini eccellenti. Questo grazie al coinvolgimento di giovani enologi italiani che lavorano a fianco della consulente francese Pierre Seillan, su terreni argillosi.
    Il vino mostra note di liquirizia, erba tagliata e prugna, mantenendo una tensione piacevolmente acida e una grande eleganza. Sebbene manchi del carattere vegetale tipico dell’uva, l’uso sapiente del legno, dell’invecchiamento e della macerazione da parte dell’enologo ha prodotto un vino di impressionante profondità, morbidezza e raffinatezza. La qualità sapida è ben integrata, mai prepotente, e la freschezza è splendidamente bilanciata in tutto.

    6. Vas 2019 Merlot, Villa a Sesta in Castelnuovo Berardenga.

    7. Guardiavigna 2019 Cabernet Franc biologico e biodinamico, Podere Forte, nella regione della Val d’Orcia, a Castiglione d’Orcia.
    500 ettari allevati su un terreno scistoso vitale con una presenza di argilla, di proprietà dell’imprenditore milanese Pasquale Forte dove uomini, piante e animali coesistono armoniosamente, rendendo il tutto autosufficiente e sostenibile. I vini maturano in legni nuovi, soprattutto in tonneaux al posto delle barrique.
    Questo vino offre un intenso aroma di ciliegia e frutti rossi, con un carattere fresco e raffinato e un colore non troppo forte. L’espressione complessiva è di eleganza e finezza, con un risultato eccellente. I tannini sono fini e setosi, con note di cacao. Succoso e carnoso al palato, dona una sensazione morbida e avvolgente, raffinata.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    8. Auritea 2018 Cabernet Franc in biologico, Tenuta Podernovo appartenente alla Famiglia Lunelli, nel comune di Terricciola, all’interno della pregiata ed emergente zona vinicola delle colline pisane, a pochi km dalla costa toscana.

    9. Fsm 2019 Merlot, Castello Vicchiomaggio di John e Paola Matta in Greve in Chianti.

    10. Oreno 2022 45% Merlot, 40% Cab. Sauvignon, 10% Cab. Franc, 5% Petit Verdot, Tenuta Sette Ponti in Castiglion Fibocchi, Arezzo. Una storia antica: dalla Casa Reale Savoia-Aosta alla Famiglia Moretti Cuseri.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    11. Prima Pietra 2021 50% Merlot, 35% Cab. Sauvignon, 15% Cab. Franc, Tenuta Prima Pietra.
    Situato a nord di Bolgheri a Riparbella, questo resort di prim’ordine si estende su ben 200 ettari, di cui 11 dedicati ai vigneti e il resto ricoperto di foresta. Ciò che distingue Prima Pietra è il suo vigneto elevato, situato a un’altitudine di 450 metri, il più alto lungo la costa toscana.
    Cecilia Leoneschi, rinomata enologa, ha creato questo vino ben bilanciato e raffinato. Esalta il frutto del Merlot, la speziatura del Cabernet Franc e sfumature di cioccolato, erba appena tagliata e bacche rosse. Il vino è prodotto con un uso giudizioso di rovere di qualità, parte del quale è nuovo. Nel complesso, questo è un vino delizioso e armonioso da gustare.

    12. Ghiaie della Furba 2020, 40% Cab. Sauvignon, 25% Merlot, 35% Syrah, Tenuta di Capezzana in Carmignano della Famiglia Contini Bonacossi.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    13. Monteti 2019, 55% Petit Verdot, 25% Cab. Sauvignon, 20% Cab. Franc, Tenuta Monteti della Famiglia Baratta.
    Questa storica dimora, adagiata sulle colline della Maremma meridionale nei pressi di Capalbio, custodisce 30 ettari circondati da vasti boschi e accarezzati dalle dolci brezze che lambiscono l’intera valle.
    Naso accattivante in un mix di fresche note mediterranee, sentori di erbe selvatiche, muschio e un sottile carattere salino che riflette la sua posizione vicina al mare. Un delicato carattere speziato e la maturazione in un mix di botti di rovere francese nuove e usate conferiscono complessità. I ​​tannini sono maturi e vellutati, sostenendo un finale lungo e generoso che smentisce il suo contenuto alcolico del 14,5%. Un vino straordinariamente profondo e ricco.

    14. Banditaccia 2023, Ciliegiolo, Le Rogaie in Magliano in Toscana.

    15. Il Poderone 2021, Ciliegiolo di anfora, Terre dell’Etruria.
    Questa è una cooperativa di 3.660 aziende agricole associate, rappresentando la più importante realtà imprenditoriale del settore agricolo in Toscana. Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, conta 70 soci con circa 100 ettari vitati che conferiscono tutta la loro uva all’unica cantina della cooperativa, situata a Magliano (GR) e nota come Poderone.
    L’esperienza è estremamente gradevole e intensa, con un bouquet che si avvicina a sottili note affumicate e a una speziatura emergente, piuttosto che al caratteristico aroma di ciliegia. Entra nel palato in modo fluido e aggraziato, con un carattere fresco e un piacevole contrasto saporito prolunga il sorso sottolineando la bevibilità disarmantemente facile del vino. Energia gustativa da vendere.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    16. Il Legato 2020, Mammolo, Azienda Agricola Cincinelli posizionata nel territorio del Chianti, sulle colline che sovrastano la città di Capolona, piccolo paese a poca distanza da Arezzo.

    Questa varietà storica e tradizionale di uva, un tempo utilizzata come componente complementare nei blend di Montepulciano, è ora vinificata da sola, producendo un vino di notevole freschezza. Ha un livello moderato di antociani, che forniscono colore, ed è fermentato in vasche di acciaio prima di invecchiare per un anno in grandi botti di rovere francese.
    Presenta note di frutto, spezie ed erbe aromatiche, con un piacevole bilanciamento di dolcezza e acidità data dal balsamico. Al palato è ampio, elegante e delicato, con sentori di more, mirtilli neri e uvetta. Un’interessante interpretazione del vitigno.

    17. Giramonte 2021, Merlot, Sangiovese, Marchesi Frescobaldi in Castiglioni.

    18. Concerto 2021, 80% Sangiovese, 20% Cab. Sauvignon, Castello di Fonterutoli in Castellina in Chianti della Famiglia Mazzei.

    19. Modus 2020 55% Merlot, 20% Sangiovese, 25% Cab. Sauvignon, Ruffino 1877 prodotto nella Tenuta di Poggio Casciano, cuore pulsante dell’Azienda. Della Famiglia Folonari in partnership con Icon Estates, nota realtà californiana di proprietà dell’azienda statunitense Constellation Brands.

    20. Balifico 2020 65% Sangiovese, 35% Cab. Sauvignon, Castello di Volpaia in Radda in Chianti.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    21. Isacco 2020 50% Teroldego, 50% Merlot, Tenuta Matteraia in Vicchio, nel cuore delle campagne del Mugello.

    22. Badesco 2019, 60% Sangiovese, 20% Merlot, 20% Cab. Sauvignon, Bonacchi in Quarrata vicino Pistoia.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    23. Solengo 2019, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Merlot e Sangiovese, Tenuta di Argiano, all’epoca della Famiglia Marone Cinzano, oggi nelle mani dell’imprenditore Bernardino Sani.

    Il grande Supertuscan, l’eredità di G. Tachis per Montalcino, è un vino di potenza e longevità. Il legno è perfettamente integrato con il frutto, dando vita a un carattere fresco e vibrante. Note di confettura di amarene e foglie di peperone si mescolano a sentori di tabacco. Al palato, i tannini saporiti regalano una struttura potente ma elegante. Il naso è sorprendentemente ricco, raffinato e armonioso: non un singolo elemento è fuori posto. I tannini setosi creano un equilibrio meraviglioso e un’esperienza straordinariamente bevibile.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi:

    Uovo morbido, Cavolo nero e Alici
    Funghi, Topinambur e Castagne
    Trippa, Fegatini, Cannellini e Olive
    Ravioli di Cinghiale, salsa verde e fonduta di Pecorino

    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi, articolo: Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi, articolo: Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

     

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti di riferimento: http://www.consorziovinotoscana.it/

  • Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione

    Merano WineFestival 2024: Inizia la 33^ Edizione del Salone Enogastronomico tra Eccellenze, Premi e Riflessioni sul Futuro

    di Carol Agostini

    Domani, venerdì 8 novembre, la città di Merano accoglie l’inizio della 33ª edizione del Merano WineFestival, uno degli eventi più attesi e raffinati del settore enogastronomico italiano e internazionale. Il festival, che proseguirà fino al 12 novembre, vedrà premi, degustazioni e incontri di approfondimento con focus sulle migliori eccellenze di vini, birre, distillati e prodotti gastronomici. Tra gli appuntamenti più importanti, l’assegnazione dei prestigiosi The WineHunter Award Platinum e delle nuove WineHunter Stars, oltre a una serie di eventi esclusivi nel suggestivo scenario del Castello Principesco.
    Inaugurazione con Premi e Novità: i The WineHunter Award Platinum e le WineHunter Stars.

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa
    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampaLa cerimonia di apertura si terrà nel prestigioso Pavillon des Fleurs, dove, a partire dalle ore 17:30, sarà assegnato il The WineHunter Award Platinum, massimo riconoscimento della guida The WineHunter che premia le eccellenze enogastronomiche valutate oltre i 95 punti, suddivise nelle categorie Wine, Food, Spirits e Beer. L’evento sarà presentato da Maurizio Di Maggio, noto conduttore di Radio Monte Carlo, e vedrà la partecipazione del patron Helmuth Köcher e del giornalista Andrea Radic, che conferiranno anche cinque premi speciali a produttori distintisi per Genio, Innovazione, Conquista, Famiglia e Territorio.

    La stessa sera, il Kurhaus ospiterà una cena di gala durante la quale saranno consegnate le nuove WineHunter Stars. Sette personalità di spicco del settore riceveranno questo premio per il loro contributo all’enogastronomia italiana e internazionale. Tra i vincitori, Gianna Nannini, premiata come Wine Producer; Oscar Farinetti, che riceverà la Communicator Star per il suo contributo alla diffusione della cultura del vino; e la chef Viviana Varese, insignita del titolo di Food Star per il suo impegno e talento nella ristorazione.

    Tra i premiati anche Riccardo Cotarella come Winemaker Star, Anna Scafuri di Tg1 Economia come Wine & Food Journalist, Stefano Vitale come Wine Artist, e Valentina Bertini come miglior Wine Manager.

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa
    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa

    “Intrecci di Vite”: Le Masterclass Esclusive al Castello Principesco

    Uno degli eventi più attesi del festival è Intrecci di Vite, un ciclo di quattro masterclass organizzate in collaborazione con Liber Experience, ospitate nella cornice storica del Castello Principesco. Questi incontri, esclusivi e di alto profilo, sono pensati per approfondire la cultura vitivinicola e sono condotti da nomi illustri del settore.

    Sabato 9 novembre, alle ore 10:30, il noto imprenditore Oscar Farinetti modererà una conversazione tra Maurizio Zanella e Vittorio Moretti, rappresentanti delle celebri cantine di Franciacorta Cà del Bosco e Bellavista. Alle 16:00, l’attenzione si sposterà sul Sangiovese, protagonista del Brunello di Montalcino e di altre grandi produzioni italiane, con un confronto tra diverse interpretazioni del celebre vitigno.
    Innovazione e Sostenibilità: Il Summit Quo Vadis?

    Un’importante occasione di dibattito sul futuro del settore vitivinicolo è rappresentata dal summit Quo Vadis?, che si terrà sempre venerdì 8 novembre. Il tema centrale sarà il futuro della viticoltura, con particolare attenzione a sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione. Tra i relatori, personalità di spicco del mondo agricolo e vitivinicolo si confronteranno sulle sfide e le opportunità per un settore in continua evoluzione, in risposta ai cambiamenti climatici e alle nuove tendenze di consumo.

    Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press
    Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press

    Il Cuore del Festival: Degustazioni, Showcooking e Incontri con 440 Aziende da Tutto il Mondo

    A partire da sabato 9 e fino a lunedì 11 novembre, il Merano WineFestival entrerà nel vivo, con 330 aziende vitivinicole italiane e 110 internazionali pronte a presentare i loro prodotti a un pubblico di esperti, appassionati e professionisti del settore. Gli eventi principali avranno luogo presso il Kurhaus, che ospiterà anche la GourmetArena, uno spazio dedicato a 130 aziende di prodotti gastronomici, birre e distillati, e che vedrà una serie di showcooking, masterclass e presentazioni di nuovi prodotti.

    Tra gli eventi di punta ci sarà il bio&dynamica & more, una rassegna dedicata ai vini biologici, biodinamici, Piwi (vini da vitigni resistenti), e vini prodotti con metodi innovativi, come quelli affinati in anfore o in ambiente subacqueo. In Piazza della Rena, il Mercato della Terra Slow Food offrirà al pubblico la possibilità di conoscere e acquistare prodotti locali sostenibili.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Catwalk Champagne & More: Chiusura tra le Bollicine

    Il gran finale del festival, martedì 12 novembre, sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un evento che celebrerà le bollicine del metodo classico. Più di 120 maison di Champagne e spumanti italiani e francesi offriranno degustazioni di alto livello, mettendo in evidenza la ricchezza delle bollicine d’autore. Sarà un’occasione unica per scoprire le migliori proposte nel panorama internazionale delle bollicine, tra cui maison rinomate e nuovi protagonisti del settore.
    Merano WineFestival: Un Evento di Respiro Internazionale tra Cultura, Business ed Eleganza

    Il Merano WineFestival, da sempre un punto di incontro per gli amanti dell’eccellenza enogastronomica, si fa quest’anno ancora più internazionale con l’introduzione di nuove iniziative come la WH Ambassador Exclusive Lounge e il WH Buyers’ Club. Questi spazi esclusivi sono stati pensati per incentivare incontri d’affari e scambi culturali tra produttori, esperti e acquirenti, consolidando Merano come una vetrina globale per i prodotti enogastronomici di alta qualità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/wine/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo

    Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo

    La Wine and Food Academy, in collaborazione con la Trattoria del Gatto Gambarone, ha presentato l’evento “Vini di Monastero” il 30 ottobre a Noceto (PR), nel contesto di un ricco programma che si svolge da ottobre 2024 a giugno 2025 e che mira a promuovere la cultura enogastronomica. Per l’occasione, i vini del Monastero di San Masseo di Assisi, prodotti dalla Comunità Monastica di Bose, sono stati abbinati a un menù parmense ideato per celebrare i sapori e le tradizioni locali. Il piatto protagonista della serata è stato lo stracotto di asinina, una specialità tipica della zona di Noceto, certificata DE.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), che rappresenta l’impegno della regione nella valorizzazione delle ricette e dei prodotti locali.

    Trattoria del Gatto Gambarone, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D'Angelo
    Trattoria del Gatto Gambarone, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D’Angelo

    La Wine and Food Academy, fondata a Parma nel 2016 e oggi sotto la guida di Raffaele D’Angelo, si è distinta negli anni come un importante punto di riferimento per la promozione dei prodotti enogastronomici di alta qualità. L’evento presso la Trattoria del Gatto Gambarone, recentemente riaperta sotto la nuova direzione dello chef Urbano Tozzi, ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione, tra cui frate Michele Badino della Comunità Monastica di Bose e Lamberto Colla, presidente della Commissione DE.C.O. di Noceto. Durante la cena, frate Michele ha condiviso aneddoti e riflessioni sull’esperienza della vinificazione, comparando il ciclo della vite alla vita spirituale, in cui il dolore della potatura riflette le difficoltà che portano a una rinascita, simboleggiata dal germogliare primaverile.

    Il percorso di degustazione ha avuto inizio con il Grechetto Assisi DOP Biologico 2023, vinificato in purezza e affinato in acciaio, accompagnato a un piatto d’antipasto di zampone in crosta di pane con zabaione, che ha esaltato la freschezza e le note acidule del vino. Al primo, invece, è stato servito il Masseum 2022, un Grechetto affinato per sei mesi in barrique, accostato a tagliatelle con ragù di pasta di salame.

    Vetrofania, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D'Angelo
    Vetrofania, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D’Angelo

    La serata è proseguita con il Rubeum Rosso Umbria IGT 2023, vino rosso giovane da uve Merlot e Malbec, abbinato al celebre stracotto di asinina. L’affinamento in acciaio ha conservato la freschezza del vino, che ha equilibrato la ricchezza aromatica delle spezie del brodo dello stracotto. La cena si è conclusa con una torta di noci, accompagnata dal Doron, un passito da uve Grechetto, e dal pregiato Vermut del monastero, arricchito da erbe officinali e caratterizzato da note balsamiche e agrumate​.

    La serata ha anche segnato un importante riconoscimento per la Trattoria del Gatto Gambarone, che ha ricevuto ufficialmente la vetrofania DE.C.O. per lo stracotto di asinina, impegnandosi a rispettare rigorosamente la ricetta tradizionale. Il piatto rappresenta uno degli emblemi della cucina locale e appare nel ricettario Noceto a tavola, una raccolta di ricette curata dalla Proloco di Noceto per preservare e tramandare le specialità tipiche del territorio, come l’asinina della frazione di Costamezzana.

    Piatto in degustazione, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D'Angelo
    Piatto in degustazione, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D’Angelo

    Oltre a eventi di valorizzazione come questo, la Wine and Food Academy, ora riconosciuta come Associazione di Promozione Sociale (APS), continua a promuovere iniziative che coinvolgono produttori, viticoltori e appassionati di enogastronomia. Tra gli appuntamenti più prossimi, è prevista una degustazione di Barbera piemontesi ed emiliane il 22 novembre, guidata dai sommelier Roberta Lanero e Thomas Coccolini Haertl. Il calendario completo delle iniziative, che esploreranno fino all’estate 2025 il mondo del cibo e del vino, è disponibile sul sito ufficiale della Wine and Food Academy

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Informazioni generali

    Nella foto di gruppo: Barbara Boni, Raffaele D’Angelo, Nelso Bazzini, Raffaele D’Angelo, Pasquale Massaro, Desolina Bizzi e Lamberto Colla.

    Foto:Trattoria Gatto Gambarone

    Foto vetrofonia De.C.O.Noceto

    Foto: Stracotto di Asinina De. C.O. Noceto

    Link interviste:

    Frate Michele Badino

    https://youtu.be/4Uybrl5Kyn0

    Lamberto Colla Presidente De. CO Noceto

    Nelso Bazzini Pro Loco di Costamezzana

    https://youtu.be/6ayGsgw659s

     

    Wine and Food Academy – APS

    Via Baganzola 189 – loc. Baganzola (PR)

    www.wineandfooacademy.it – info@wineandfoodacademy.it

  • Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    CON IL CUORE NEL PIATTO PER SLOW SOCIAL MARKET: UNA SERATA DI GUSTO E SOLIDARIETÀ AL PALAZZO DEL FREDDO

    Di Carol Agostini

    Il prossimo 14 novembre alle ore 19:00, le porte del celebre Palazzo del Freddo – Gelateria Artigianale Fassi, in Via Principe Eugenio 65-67, si apriranno per una speciale serata all’insegna della solidarietà: Con il cuore nel piatto per Slow Social Market. L’evento, organizzato da Slow Social Market, in collaborazione con Associazione Con il Cuore nel Piatto, Slow Food Roma, Nonna Roma e con il supporto di Gelateria Artigianale Fassi e Carol Agostini (FoodandWineAngels) sarà un’occasione unica per unire alta cucina e sostegno alle persone in difficoltà.

    Chef Laura Marciani di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Chef Laura Marciani di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Più di 15 chef parteciperanno all’evento, allestendo postazioni culinarie in cui realizzeranno piatti gourmet per gli ospiti, che con un contributo di 50 euro potranno accedere su prenotazione via email a una serata esclusiva di degustazione. I fondi raccolti saranno interamente destinati a sostenere. Slow Social Market, l’emporio solidale nel Rione Esquilino nel quale si distribuisce cibo e beni di prima necessità per contrastare concretamente la povertà, rendendo accessibili prodotti di qualità a tutte e tutti, indistintamente dalle condizioni economiche.

    Chef Marco Davi di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Chef Marco Davi di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Cos’è Slow Social Market?

    Lo Slow Social Market è stato inaugurato a dicembre 2023 e al momento supporta circa 80 famiglie, anche con minori, del I Municipio di Roma, in particolare all’Esquilino, un territorio di frontiera dove, per la presenza della Stazione Termini e di diverse strutture di ospitalità, si concentrano marginalità e privazione. Le richieste sono in costante aumento a causa dell’acuirsi del disagio legato alla povertà alimentare. In questo spazio si incontrano il lavoro che Nonna Roma porta avanti in vari territori periferici e l’azione di Slow Food Roma per affermare il diritto universale al cibo buono e sano, che rispetta la biodiversità ambientale e i lavoratori.

    Chef Davide Del Duca di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Chef Davide Del Duca di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Attività di Slow Social Market

    L’ Emporio si oppone ad un sistema alimentare iniquo e si batte per un diverso modello sociale ed economico che contrasti la povertà e tenga insieme la lotta per la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale. Si prodiga per affermare il diritto inalienabile di ogni individuo di scegliere ciò che desidera mangiare attraverso un sistema di distribuzione che rispetti la dignità e garantisca l’autodeterminazione.

    Gelatiere Andrea Fassi di Gelateria Fassi, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Gelatiere Andrea Fassi di Gelateria Fassi, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Inoltre, è spazio antirazzista, dedicato a Jerry Essan Masslo, rifugiato politico sudafricano che si batteva contro razzismo e schiavitù del caporalato, vittima della criminalità a Villa Literno (Caserta). Siamo in un bene confiscato, sottratto alle mafie e restituito alla collettività. Lavoriamo in stretto contatto con i servizi
    sociali del Primo Municipio e con le altre realtà del territorio.

    Pastificio Mauro e Arianna Secondi di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Pastificio Mauro e Arianna Secondi di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Perché partecipare a “Con il Cuore nel piatto per Slow Social Market”?

    Partecipare a “Con il cuore nel piatto per Slow Social Market” non è solo un modo per gustare piatti gourmet, ma anche un gesto concreto di sostegno alla comunità. Ogni piatto preparato dagli chef presenti contribuirà a mantenere attivo l’emporio solidale e a garantire cibo e beni essenziali alle famiglie assistite da
    Slow Social Market. Gli chef che partecipano a questa serata mettono il loro talento al servizio di una causa importante, schierandosi a favore di un sistema alimentare più giusto e inclusivo.

    Chef Giuseppe Verri di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Chef Giuseppe Verri di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    L’intero ricavato della serata sarà fondamentale per continuare a supportare le famiglie più vulnerabili che ogni giorno si affidano a Slow Social Market per poter mettere un pasto in tavola. Grazie alla rete di solidarietà che Slow Social Market ha costruito, ogni euro raccolto rappresenta un passo avanti nella creazione di una comunità più equa e solidale.

    Chef Gabriele Amicucci di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Chef Gabriele Amicucci di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Informazioni utili:

    Data e ora: 14 novembre 2024, ore 19:00
    Luogo: Palazzo del Freddo – Gelateria Artigianale Fassi, Via Principe Eugenio, 65-67, 00185 Roma
    Costo di partecipazione: 50,00 €
    Prenotazioni ingresso evento: Obbligatorie tramite email slowsocialmarket@gmail.com
    Organizzato da: Slow Food Roma e Nonna Roma
    In collaborazione con: Associazione Con il Cuore nel Piatto
    Con il sostegno di Gelateria Artigianale Fassi, Carol Agostini (FoodandWineAngels), Pastificio Secondi di Mauro e Arianna Secondi
    Con il sostegno tecnico di S.C.IMPIANTI

    Patrocinato da CNA Artigiani Imprenditori d’Italia Roma -Area Metropolitana

    Chef Pierluigi Gallo di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa
    Chef Pierluigi Gallo di Con il Cuore nel Piatto, articolo: Slow Social Market 2024, una serata completamente gustosa

    Per ulteriori informazioni e per prenotazioni, è possibile contattare Slow Social Market all’indirizzo email indicato e al numero whatsapp 3666731161.
    Partecipate per sostenere il diritto al cibo dignitoso e di qualità per tutte e tutti. Insieme possiamo fare la differenza!

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners articolo:  https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/

    https://www.conilcuorenelpiatto.com/

    Sito di riferimento: https://www.conilcuorenelpiatto.com/ https://www.slowfoodroma.it/