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  • Birrificio del Ducato vi aspetta il 27 maggio 2023 in festa

    Birrificio del Ducato vi aspetta il 27 maggio 2023 in festa

    Birrificio del Ducato invita a Ducato³ al Cubo! La festa per tutti gli amanti della birra

    Redazione – Carol Agostini

    Il birrificio parmense invita tutti il 27 maggio a Ducato³ al Cubo, una giornata aperta al pubblico per celebrare la produzione brassicola dei marchi Birrificio del Ducato, Chouffe, Duvel e Maredsous con cibo, musica, assaggi e degustazioni. Appuntamento presso Cubo, ‘variegato contenitore culturale’ della città emiliana.

    Logo, articolo: Birrificio del Ducato vi aspetta il 27 maggio 2023 in festa, immagine da comunicato stampa
    Logo, articolo: Birrificio del Ducato vi aspetta il 27 maggio 2023 in festa, immagine da comunicato stampa

    Il 27 maggio è la data che tutti gli intenditori, appassionati e amanti della birra devono segnare in agenda. Infatti andrà in scena Ducato³ al Cubo, la festa di Birrificio del Ducato, organizzata presso Cubo, la struttura multifunzionale in Via La Spezia 90 a Parma.

    Un’occasione da non perdere, un appuntamento aperto a tutti coloro che hanno il piacere e la voglia di scoprire le eccellenze brassicole dell’azienda parmense, il Birrificio italiano più premiato al mondo, e di alcuni marchi del Gruppo Duvel Moortgat di cui fa parte e di cui si occupa della distribuzione e promozione per il mercato italiano dal 2022, come Chouffe, Duvel e Maredsous.

    Una giornata intensa di attività e proposte che aprirà i battenti alle ore 12:00 presso il Cubo di Parma con 12 birre alla spina (in aggiunta anche qualche specialità in bottiglia) ‘firmate’ Ducato, Duvel, Chouffe e Maredsous, tutte accompagnate da street food a cura de I Due Gatti, pizzeria nata nella Food Valley – oggi con diversi punti vendita – conosciuta a livello internazionale.

    Locandina, articolo: Birrificio del Ducato vi aspetta il 27 maggio 2023 in festa, immagine da comunicato stampa
    Locandina, articolo: Birrificio del Ducato vi aspetta il 27 maggio 2023 in festa, immagine da comunicato stampa

    Programma della giornata

    Alle ore 14:30 ci sarà la presentazione del Gruppo Duvel Moortgat a cura di Eline Warrinnier, General Manager. Dalle 15:00 circa fino alle 18:00 circa ci saranno workshop e i Laboratori del Gusto, percorsi tecnico-degustativi sugli stili birrari a partire da due degli ingredienti principali, ossia malto e lievito: “Il malto nel bicchiere, degustazione di birre selezionate” (ore 15:00) e “Alla scoperta del lievito belga, un viaggio tra sapori e tradizioni” (ore 16:30).

    I Laboratori saranno tenuti dai birrai di Birrificio del Ducato e sarà possibile partecipare solo su prenotazione fino a esaurimento posti (costo 10 euro a corso); tutti coloro che vorranno scoprire e vivere da vicino i ‘segreti’ che ruotano attorno alla birra potranno prenotare sul sito del birrificio.

    Tutta da vedere la mostra “Arte in bottiglia”, un’esposizione delle opere d’arte dell’illustratrice Daniela Panfilo attiva per le etichette del Birrificio del Ducato. Dalle 18:30 in poi aperitivo con il concerto dei Rumba Pesa. La festa Ducato al Cubo³ proseguirà con ManaDj set dalle ore 21:30 sino alle 24:00.

    L’ingresso alla giornata è gratuito; a pagamento i workshop con la degustazione di 3 birre per ogni laboratorio, con un massimo di 30 partecipanti e della durata di circa 2 ore: costo 10 euro per ogni laboratorio, comprensivo di assaggi.

    Birrificio del Ducato

    Nel 2007 a Roncole Verdi di Busseto (Pr), il paese natale di Giuseppe Verdi, si aprono le porte del Birrificio del Ducato. Un’importante realtà che ha saputo valorizzare al meglio la lunga tradizione territoriale della provincia di Parma, tanto da classificarsi, nel giro di pochi anni, come il Birrificio italiano più premiato al mondo con oltre 100 riconoscimenti.

    Notevoli risultati ottenuti grazie a una ricerca scrupolosa di materie prime, ‘ingredienti’ che si intrecciano a una lavorazione rispettosa che porta alla produzione di birre invitanti, equilibrate e piacevoli da bere, frutto anche di metodi all’avanguardia e di un sistema automatizzato. In più, Birrificio del Ducato si avvale di un laboratorio interno che esegue analisi microbiologiche, chimiche e sensoriali, oltre alla decisione di non filtrare o pastorizzare le birre per preservare le caratteristiche organolettiche delle materie prime.

    Premi e riconoscimenti – come la doppia vincita a Birrificio dell’Anno nel 2010 e nel 2011 – hanno incrementato la fama del Birrificio che, da sempre, ha l’obiettivo dell’alta qualità. Forte del suo valore e dopo l’apertura della nuova sede a Soragna, nel 2016 la famiglia belga Moortgat acquisisce il 35% delle quote, nel 2018 il 70% e, nel 2020, il 100%. Oggi, Birrificio del Ducato si collocata tra le realtà brassicole le cui birre risultano essere le più richieste dal mercato italiano, dal mercato internazionale e dai beerlovers.

    Duvel Moortgat

    Quella della famiglia Moortgat è una lunga storia, iniziata nel 1871 per mano di Jan-Leonard Moortgat e della moglie, quando crearono il loro birrificio a Puurs-Sint-Amands, in Belgio. L’attività, successivamente, passò ai figli Albert e Victor che contribuirono in maniera consistente a produrre la birra oltre a darle il nome.

    Dopo la Prima Guerra Mondiale, proprio Albert Moortgat produsse una birra seguendo l’amato ‘stile inglese’, chiamandola, per celebrare la fine del conflitto bellico, Victory Ale. Si narra che assaggiando la birra, un amico di famiglia, abbia commentato: “Questa è un vero Diavolo (Duvel)”. Un’affermazione forte ma avvincente, tanto da utilizzare dal 1923 il nome Duvel sulle etichette.

    Oggi, con la quarta generazione della famiglia Moortgat al comando, le birre Duvel Moortgat sono riconosciute a livello internazionale come standard per le birre speciali rifermentate in bottiglia e sono sinonimo di qualità ed eccellenza, frutto di attente selezioni delle materie prime pure e dell’utilizzo dello stesso ceppo di lievito dal 1918.

    Brasserie D’Achouffe

    Nella suggestiva Valle delle Fate, in Belgio, verso la fine del 1970, i cognati Pierre Gobron e Chris Bauweraerts decisero di concretizzare la loro passione: produrre birra! Così, dopo una piccola lavorazione avviata nel garage della suocera di Chris, nell’arco di pochi anni, il Birrificio D’Achouffe, ampliò i suoi spazi e, nel 1986, i due soci acquistarono la fattoria dove, da qualche tempo, producevano l’amata birra. I consensi da parte dei consumatori crebbero a dismisura e in parallelo agli ettolitri di birra che, nel 1992, arrivarono a 5.000!

    All’epoca la produzione comprendeva solo bottiglie da 75cl e fusti da 20 l; finalmente, nel 2009 apparvero anche le bottiglie da 33cl. Ma… qual è il significato del nome Chouffe e degli gnomi che compaiono sulle etichette? Il termine ‘Chouffe’, come hanno sempre raccontato i due fondatori, non ha nessun senso. È un termine un po’ storpiato e pronunciato per caso da un amico Chris mentre ingoiava un boccone di cibo!

    L’idea degli gnomi, invece, nasce dal voler legare la produzione della birra non esclusivamente alle abbazie ma a un qualcosa di magico, una ricetta trovata in un libro di incantesimi o il frutto di divertenti avventure. Così Chris, dopo aver visto un acquarello nel quale era raffigurato uno gnomo che osservava una fattoria, nascosto tra ciuffi d’erba d’alta, pensò che il simpatico personaggio, assieme ad altri amici, potesse essere il testimonial adatto per le birre.

    Maredsous Abbaye Abdij

    Fondata nel 1872 nella Valle della Molignée (Belgio) dai monaci benedettini, l’Abbazia Maredsous, oltre a essere un rilevante centro storico-artistico, è un importante punto di riferimento per la gastronomia del territorio e per la tradizione brassicola. Infatti, questa dimora benedettina porta il nome della rinomata linea di birre Maredsous Abbey Ales.

    Una tradizione che ben si coniuga alle moderne tecnologie di lavorazione, un connubio perfetto che dà vita a birre dai sapori fruttati e caramellati, con gradazione alcolica che oscilla dai 6% ai 10% in base alla tipologia.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito birrificio: https://www.birrificiodelducato.it/#

    Sito ufficio stampa: https://rossiebianchi.com/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005

    Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005

    Cresce l’interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona

    Redazione – Carol Agostini

    Walter Massa: “Il Derthona Timorasso è già presente nei migliori ristoranti. Ora dobbiamo fare comunità, promuovendo le peculiarità gastronomiche del territorio”  

    Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, QuoVadis Derthona 2023, foto da comunicato stampa
    Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, QuoVadis Derthona 2023, foto da comunicato stampa

    Si è chiuso tra gli applausi e con un “compito a casa” per tutti gli appassionati di prodotti enogastronomici di qualità l’appuntamento di lunedì scorso “Quo vadis Derthona? – Voci autorevoli da territori di successo”, svoltosi al Teatro Civico di Alessandria.

    Cresce l'interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, logo del progetto, immagine da comunicato stampa
    Cresce l’interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, logo del progetto, immagine da comunicato stampa

    Una tavola rotonda di ospiti d’eccezione ha infatti dibattuto, davanti a una platea di oltre 300 persone (tutto esaurito a teatro e nei locali collegati all’iniziativa) su come raccontare e rilanciare il territorio tortonese e le sue produzioni tipiche, a partire da peculiarità come il vino Derthona Timorasso. Le conclusioni affidano una responsabilità ben precisa a tutto il “turismo lento”: gli operatori locali devo infatti operare insieme e creare comunità, ma l’ultima parola in termini di promozione del territorio spetta a chi lo visita e soprattutto lo “gusta”.

    QuoVadis Derthona, articolo: Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, foto da comunicato stampa
    QuoVadis Derthona, articolo: Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, foto da comunicato stampa

    Correva l’anno 2005 quando Walter Massa, presidente e ideatore del marchio “Terre Derthona”, nonché anima del progetto di valorizzazione del territorio Tortonese, lanciò una sfida che allora poteva suonare come una provocazione.

    “Entro 15 anni – disse di un evento pubblico di allora – tutti i ristoranti e le enoteche di livello avranno nelle loro carte un vino dei Colli Tortonesi”. Lunedì scorso, Massa ha ricordato quella sorta di “profezia” fatta in tempi non sospetti e ha introdotto i prossimi passi su cui il territorio dovrà lavorare. “Oggi – ha detto il presidente del marchio “Terre Derthona” – il nostro vino è davvero presente nei migliori ristoranti.

    Ciò deve fungere da traino e da modello per tutto il paniere delle eccellenze del nostro territorio: il formaggio Montebore, il salame nobile del Giarolo, le pesche di Volpedo, le ciliegie di Garbagna, i tartufi dell’Appennino, gli ortaggi della Valle Scrivia”.

    Cresce l'interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, foto da comunicato stampa
    Cresce l’interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, foto da comunicato stampa

    Infine, Massa ha dettato i prossimi passi per un’autentica ed efficace promozione territoriale. “Come operatori economici locali – ha aggiunto – è importante lavorare insieme, creando condivisione e comunità. Ma i primi ambasciatori dovranno essere proprio i turisti amanti del cibo e del buon vino, che sostando nelle nostre zone potranno raccontare le tante peculiarità che siamo in grado di offrire, dal salame del Giarolo tagliato “obbligatoriamente” a 45 gradi al Tartufo di San Sebastiano Curone, solo per fare due esempi.

    Logo Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, immagine da comunicato stampa
    Logo Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, immagine da comunicato stampa

    In altri termini, l’apporto da parte di chi visita e approfondisce la conoscenza del territorio sarà fondamentale per tagliare con successo il prossimo traguardo. La case history del vino Derthona Timorasso, da parte sua, sta indicando a tutti gli operatori del territorio la giusta strada da percorrere”.

    Oltre a Walter Massa, durante la tavola rotonda di lunedì scorso si sono susseguiti i contributi del fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, dello storico e scrittore Luciano Bertello, del presidente di Banca d’Alba Tino Cornaglia, del direttore artistico di R&P Davide Rampello e del titolare del ristorante 3 stelle Michelin “Dal Pescatore” di Canneto sull’Oglio (Mantova), Antonio Santini. Ai massimi livelli anche la presenza istituzionale, con l’intervento del sindaco di Tortona, Federico Chiodi.

    Da comunicato stampa (altro…)

  • Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Un nuovo Barolo per Camparo

    Redazione – Carol Agostini

    Con il Coste di Vergne l’azienda langarola punta su tre etichette per rappresentare le diversi espressioni del territorio.

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d'Alba, foto da sito
    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba, foto da sito

    Camparo completa la collezione “Domani” col Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017.

    L’azienda di Diano d’Alba (CN), esce per la prima volta sul mercato con tre etichette di Barolo: “Domani” Barolo D.O.C.G. 2019 da La Morra e Grinzane Cavour; “Domani” Barolo Boiolo D.O.C.G. 2019 da La Morra; e, infine, l’ultimo nato, “Domani” Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017, da uno dei vigneti più alti del Comune di Barolo.

    Collezione "Domani", foto da sito
    Collezione “Domani”, foto da sito

    Tre espressioni diverse di Barolo e del Nebbiolo che Camparo coltiva in tre diversi areali di questo straordinario e cangiante territorio che sono le Langhe, lavorando da oltre vent’anni secondo un modello di sostenibilità e biodiversità, che ne ha fatto una tra le prime aziende biologiche certificate di queste colline.

    Infatti, l’obiettivo è proprio quello di tradurre la complessità territoriale. Se il Barolo vuole essere un’espressione di bevibilità dell’annata, Boiolo riporta tutta la balsamaticità e la profondità tipiche delle marne di Sant’Agata e dell’esposizione ad est, mentre nel Coste di Vergne prevale il frutto e la rotondità grazie all’altitudine, all’esposizione a sud e alla ricchezza dei terreni.

    Un nuovo tassello va quindi ad arricchire la linea “Domani” che, proprio nel concetto di tempo, trova la propria essenza più vera, in quanto collezione di tre Barolo D.O.C.G. Il vino che più di ogni altro è, per sua stessa natura, proiettato al futuro. All’attesa. A “Domani”, appunto.

    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito
    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito

    Camparo

    L’azienda agricola Camparo si trova a Diano d’Alba (CN), nelle Langhe del Barolo e nasce negli anni ’80, quando Mauro Drocco decide di dedicarsi a tempo pieno ai vigneti di famiglia. Oggi l’azienda è gestita da Mauro con la moglie Mirella, insieme ai figli Sara, Alberto, Alessio e a Debora Bonora, responsabile commerciale export. Camparo è, così, giunta alla quarta generazione.

    L’azienda è certificata biologica dal 2000, una delle prime in Langa, e la gestione di piante e suoli è orientata alla sostenibilità e alla rigenerazione dei suoli. Proprio per valorizzare questi concetti è stato scelto come logo aziendale la farfalla.

    I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari nei comuni di Diano D’Alba – dove si trova il corpo principale -, di La Morra e di Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Arneis e Viognier.

    L'azienda Camparo a Diano d'Alba, foto da sito
    L’azienda Camparo a Diano d’Alba, foto da sito

    Vini prodotti

    “Sempre” Dolcetto di Diano d’Alba D.O.C.G., “Sarà” Barbera d’Alba D.O.C., “Adesso” Langhe Rosso D.O.C., “Qui e ora” Langhe Rosato D.O.C., “Quando” Langhe Bianco D.O.C., “Così” Langhe Nebbiolo D.O.C. , “Domani”Barolo D.O.C.G.. “Domani” Barolo Boiolo Docg, “Domani” Barolo Coste di Vergne Docg

    (altro…)

  • Il Borgo di Stomennano 2023, un viaggio tra storia e realtà

    Il Borgo di Stomennano 2023, un viaggio tra storia e realtà

    IL BORGO DI STOMENNANO: STORIA, PAESSAGGIO E VINO

    Di Elsa Leandri

    La Toscana è una regione ricca di storia, ogni strada che percorriamo ci riporta inevitabilmente a qualche evento dell’antichità. Pensiamo per esempio alla planimetria di molte città che ci catapultano immediatamente all’epoca dei comuni, in cui la presenza di una cinta muraria era fondamentale.

    Borgo Stomennano, foto da sito
    Borgo di Stomennano, foto da sito

    Molti paesi del resto sono stati edificati proprio con lo scopo di difendere l’accesso alle città più importanti, basti pensare per esempio a Monteriggioni, il cui castello fortificato è stato costruito per volontà del podestà Guelfo da Porcari tra il 1214 e il 1219 per poter assicurare alla Repubblica Senese una posizione di controllo sulla via Francigena, arteria importante che collegava la Francia a Roma, e sulle valli dell’Elsa e dello Staggia in direzione Firenze (sua acerrima nemica).

    Ambienti della Villa del Borgo di Stomennano, foto da sito
    Ambienti della Villa del Borgo di Stomennano, foto da sito

    Il Castello di Monteriggioni è davvero imponente con le sue 14 torri quadrate esterne ed è stato più volte teatro di lotte tra Firenze e Siena nel corso dei secoli fino al 1544 anno in cui Giovacchino Zeti lo cedette al Marchese di Marignano, comandante delle truppe imperiali.
    Nel 1555 la Repubblica Senese sarà definitivamente sconfitta dai Medici.

    La struttura del Borgo Stomennano, foto da sito
    La struttura del Borgo di Stomennano, foto da sito

    La costruzione di questa opera difensiva è talmente maestosa che anche lo stesso Dante Alighieri ne rimane folgorato al punto tale da citarlo nel XXXI Canto dell’Inferno proprio quando si imbatte nella figura dei Giganti che Alighieri inizialmente scambia per delle torri:

    “[…]
    però che come su la cerchia tonda
    Monteriggion di torri si corona,
    così [’n] la proda che ‘l pozzo circonda

    torreggiavano di mezza la persona
    li orribili giganti, cui minaccia
    Giove del cielo ancora quando tuona.” (Inferno, Canto XXXI, vv 40-45)

    Per poter aver questa visione d’insieme su Monteriggioni molto probabilmente Dante si è recato, con il suo tutore Maestro Brunetto Latini nel Borgo di Stomennano. In questa località, il cui nome deriva probabilmente da Strumentum pacis, proprio davanti alla Chiesa medesima è stato firmato il trattato di pace tra Siena e Firenze l’11 giugno del 1254, in cui il maestro dello scrittore toscano era presente come delegato della parte fiorentina.

    Borgo Stomennano calice di Chianti classico 2019, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano calice di Chianti classico 2019, foto di Elsa Leandri

    In seguito alla conquista medicea i proprietari di Monteriggioni e Stomennano sono stati la famiglia Golia, Accarigi e attualmente lo sono i discendenti diretti della famiglia Griccioli, ovvero i Grassi, i quali furono parte attiva nell’amministrazione e nella gestione della Repubblica Senese: in un certo qual modo sia Monteriggioni che Stomennano sono tornati sotto l’influenza senese!

    IL BORGO STOMENNANO

    Attualmente questo borgo che sorge a qualche chilometro da Monteriggioni e da cui ci si può tuttora deliziare con una vista sul Castello risponde e offre la classica immagine di villa toscana, quell’idea che rispecchia le aspettative degli stranieri, soprattutto anglofoni.

    Vi si accede infatti tramite un viale alberato di cipressi che si apre su una corte su cui si affacciano due edifici simmetrici costruiti nel 1700: uno è adibito alla ricezione turistica e l’altro ospita invece le cantine dedicate alla produzione di vino. Vagando per il giardino all’italiana ci si imbatte in case che precedentemente erano abitate dai contadini e che ora sono stati riconvertite in eleganti locazioni turistiche.

    Borgo Stomennano calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri

    Infine tutto intorno al borgo si delineano vigneti, oliveti, boschi e terreni seminativi.
    Inutile dire che questo angolo toscano si presta ad essere la scenografia di eleganti e raffinati matrimoni, tanto che molti stranieri decidono di suggellare qui la loro promessa.

    I VINI STOMENNANO

    Per concludere la panoramica non ci rimane che parlare dei vini che vengono prodotti qui.
    Il vigneto di proprietà è di circa 11 ettari impiantati principalmente a sangiovese con la presenza anche di uve auctone e alloctone da cui Matteo Lupi Grassi ricava tre etichette lo Stomennano Bianco, il Chianti e il Chianti Classico.

    Dal momento che quest’enclave senese è terra di rossi abbiamo deciso di concentrarci unicamente sul Chianti 2022 e Chianti Classico 2019. Il primo è un uvaggio di sangiovese, merlot e colorino che viene sottoposto a una fermentazione in acciaio e un passaggio in cemento per alcuni mesi: se ne ottiene un prodotto dal colore carminio con riflessi purpurei con dei sentori di frutta scura come mora di gelso e prugna accompagnati da note floreali di iris e da una leggera speziatura di cardamomo e liquirizia; in bocca la freschezza accompagna il tannino con un finale di arancia sanguinella.

    Borgo Stomennano bottiglia e calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano bottiglia e calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri

    Il Chianti Classico 2019 è costituito invece da sangiovese e colorino e subisce, oltre alla fermentazione in acciaio, una maturazione di un anno in barrique francesi di vari passaggi: di colore carminio vivace si apre con cenni di ciliegia marasca, arancia, iris e viola impreziositi da echi empireumatici di tabacco biondo e cacao. Il sorso pieno è ravvivato dalla freschezza con tannini ben integrati e da una chiusura avvolgente su ricordi fruttati.

    Borgo Stomennano bottiglia e calice di Chianti Classico 2019, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano bottiglia e calice di Chianti Classico 2019, foto di Elsa Leandri

    Con questa location e con questi vini i turisti italiani e stranieri avranno un fantastico scorcio toscano di cui poter approfittare durante il loro soggiorno!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito borgo: https://stomennano.it/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Città di Castello ospita l’evento Only Wine Festival 2023

    Città di Castello ospita l’evento Only Wine Festival 2023

    Only Wine Festival 2023 un viaggio negli assaggi

    Di Adriano Guerri

    Only Wine è un appassionante evento enoico che va in scena ogni anno a Città di Castello in provincia di Perugia ed è giunto alla decima edizione. I giorni scelti per l’anno 2023 sono stati il 22 e 23 aprile. La location attuale è negli ampi spazi esterni di Palazzo Vitelli.

    Città di Castello ospita l'evento Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Città di Castello ospita l’evento Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    I produttori presenti dietro ai loro banchi d’assaggio erano ben 118 e provenienti da ogni regione italiana. Sono coinvolte aziende vitivinicole che hanno almeno uno di questi tre requisiti: under 40, meno di 15 anni di storia e al di sotto di 7 ettari vitati.

    Atmosfera durante la manifestazione Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Atmosfera durante la manifestazione Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    L’evento è stato ideato da Andrea Castellani e organizzato sin dai suoi albori da A.I.S. Umbria con il patrocinio del Comune di Città di Castello.  Only Wine è una Mostra Mercato, pertanto, vi è la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Nel programma erano previste masterclass. Il percorso con il calice in mano iniziava con le bollicine più famose al mondo,  4 maisons di champagne provenienti da differenti zone della Champagne e di varie tipologie e dosaggi, proseguiva con le regioni del nord Italia,  per passare al centro, e terminare con il sud dello Stivale.

    Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Molti visitatori in questa edizione hanno varcato le logge di Palazzo Vitelli.
    Kermesse ideale per coloro che amano scoprire nuove e giovani realtà, senza dover rinunciare  alla qualità. Un format avvincente con aziende partecipanti, selezionate secondo standard qualitativi elevati.

    Alcuni assaggi a Città di Castello:

    Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, ottenuto da uve di Chardonnay e Pinot Nero,  la permanenza sui lieviti va dai 7 agli 8 anni. Si presenta nel flûte con un bellissimo colore giallo dorato, perlage fine e persistente, al naso sprigiona sentori di pane fresco, crème noisettes, scorza d’arancia, frutta tropicale,  al palato è piacevolmente avvolgente e decisamente persistente.
    Sito di riferimento: https://www.champagne-lecompte.fr/fr/  

    Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, Only Wine Festival, foto di Adriano Guerri
    Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, Only Wine Festival, foto di Adriano Guerri

    Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, si veste di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul dorato,  al naso emana sentori di fiori di campo,  camomilla,  pesca gialla,  papaya, mango, al palato è piacevolmente fresco e dotato di una buona piacevolezza di beva,  il sorso è duraturo.
    Sito di riferimento: http://tenutalapazzaglia.it/

     Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, ottenuto interamente con uve di Aleatico, è di un bellissimo color rame, dal quale prende il nome, al naso rivela note di rosa canina,  gelsomino,  albicocca e pesca gialla,  al palato è pieno ed appagante, fresco e armonioso.
    Sito di riferimento: http://www.vinipacchiarotti.it/azienda/

    Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore  Bianca  2020 Az. Socci. Colore giallo paglierino brillante, leggere sfumature oro, al naso libera note di camomilla,  tiglio, melone,  susina, mandorla e richiami agrumate, al palato è vibrante e sapido con chiusura lunga e retro-olfattiva di mandorla.
    Sito di riferimento: http://verdicchio.it/it/

    Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore  Bianca  2020 Az. Socci, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore  Bianca  2020 Az. Socci, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate. Rosso rubino molto intenso e impenetrabile, al naso rimanda sentori di prugna, mora, amarena,  mirtillo e violetta accompagnate da nuances di spezie e cacao,  al palato rivela una copiosa ma setosa trama tannica, rotondo e lunghissimo.
    Sito di riferimento: http://www.lecimate.it/

    Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe. Rosso rubino molto intenso, trasparente e consistente, all’olfatto si percepiscono sentori di ciliegia, ribes e mirtillo che seguono una scia di chiodi di garofano e pepe, al gusto è piacevolmente tannico, fine e equilibrato.
    Sito di riferimento: https://solagnadelprincipe.com/

    Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda. Ottenuto interamente con uve di Aglianico da vite franca di piede, rosso rubino profondo, al naso rilascia note di frutta rossa, fiori di campo, tabacco, pepe e liquirizia, al gusto è avvolgente, pieno e leggiadro. Un vino espressivo.
    Sito di riferimento: http://www.cantineaddimandataurasi.it/

    Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

     

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://onlywinefestival.it/

    Siti partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

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  • Fattoria Montellori, le terre del Chianti nel calice 2023

    Fattoria Montellori, le terre del Chianti nel calice 2023

    FATTORIA MONTELLORI, un viaggio immaginario attraverso le terre del Chianti

    Di Cristina Santini

    Ogni vino ci racconta una storia che parte da molto lontano, dalle sue origini, dai luoghi in cui è nato, dalle terre che lo hanno generato e dagli uomini che lo hanno prodotto.

    Fattoria Montellori nelle terre del Chianti, foto da sito
    Fattoria Montellori nelle terre del Chianti, foto da sito

    Acquistata nel 1895 dalla Famiglia Nieri di Fucecchio, in prov. di Firenze, la Fattoria Montellori, circondata da un bellissimo giardino ottocentesco vittoriano, ha da pochi anni compiuto il suo 120° Anniversario.
    Una tradizione vitivinicola lunghissima che ha avuto inizio grazie agli ingenti investimenti provenienti dal commercio di pelle di Giuseppe Nieri.

    Dall’uso domestico, il vino divenne il principale protagonista con l’entrata in scena del figlio di Giuseppe, Mario Nieri che acquistò ulteriori terreni impiantando soprattutto Sangiovese e Trebbiano.
    Con le 4 generazioni a succedersi, molte cose sono migliorate, cambiate, rinnovate: le botti sono state sostituite dalle vasche di cemento vetrificato fino all’introduzione dei serbatoi di acciaio inox e delle barrique di rovere per ottenere vini di maggior complessità e finezza.
    L’imbottigliamento del vino con il proprio nome e la propria etichetta iniziò nel 1950.

    I vigneti di Fattoria Montellori, articolo di Cristina Santini
    I vigneti di Fattoria Montellori, articolo di Cristina Santini

    Oggi l’azienda, guidata da Alessandro Nieri dal 1998, ha una superficie vitata di 55 ettari coltivati soprattutto a Sangiovese impiegato per le grandi etichette del Chianti. Ma vengono allevate anche varietà internazionali come Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Merlot.
    Il cuore pulsante di Montellori è il Sangiovese impiantato in due aree differenti: Cerreto Guidi e San Miniato.
    I poderi, il Moro e Montauto, di Cerreto Guidi sono piantati su un suolo argilloso calcareo a circa 150 mt slm. Il Podere Le Caselle di San Miniato è un areale situato a 200 mt slm su terreni argillosi ma ricchi di fossili e conchiglie.

    I vigneti di Chardonnay impianti nel 1985 sono più alti, a circa 475 mt slm e godono di un clima appenninico, con un’importante escursione termica tra il giorno e la notte. Il progetto dello Chardonnay ha richiesto tempo, dedizione, ricerca del territorio perfetto e tanti esperimenti prima di arrivare al prodotto finale per ottenere quella acidità importante necessaria a creare uno spumante degno di qualità e lunga vita. Per cui furono piantate 10000 barbatelle di vari cloni di Chardonnay su un altopiano ricco di arenarie e roccia, terreno ideale per il rifermentato in bottiglia.

    Il vigneto di Trebbiano situato intorno alla Tenuta ha più di 60 anni, è l’unico in pianura e permette di produrre il Vin Santo e un vino bianco di qualità.

    I vigneti di Fattoria Montellori, foto da sito, articolo di Cristina Santini
    I vigneti di Fattoria Montellori, foto da sito, articolo di Cristina Santini

    Vi presento due vini destinati al mercato estero che ho avuto il piacere di degustare, prodotti interamente con uve Sangiovese provenienti dalle colline di Cerreto Guidi, con le mie impressioni di rito:

    I due vini degustati della Fattoria Montellori per la selezione agenzia FoodandWineAngels di Carol Agostini, foto di Cristina Santini
    I due vini degustati della Fattoria Montellori per la selezione agenzia FoodandWineAngels di Carol Agostini, foto di Cristina Santini

    Chianti Docg 2018, le uve fermentano con macerazione di 20 giorni in acciaio e il mosto affina per dodici mesi parte in acciaio e parte in cemento. Di colore rosso rubino intenso tendente all’arancio, si mostra vigoroso all’olfatto con un bouquet fruttato di ciliegia e amarena, alla beva prevalgono sapidità e acidità in un connubio di erbe selvatiche e toni speziati. Lungo e persistente regala un palato piacevolmente integrato da tannini ben strutturati.

    Chianti Docg 2018 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini
    Chianti Docg 2018 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini

    Poggio alla luna Chianti Docg 2020 (acciaio) Il suo bellissimo colore rosso intenso e trasparente accompagna il naso delicato con profumi di violetta leggermente appassita e di marasca. Fresco e godibile, il suo sorso poco strutturato si allunga su sentori lievemente erbacei.

    Chianti Docg Poggio alla luna 2020 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini
    Chianti Docg Poggio alla luna 2020 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito azienda: http://www.fattoriamontellori.it/it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Wine Cube 2023 seminari e degustazioni di Partesa

    Wine Cube 2023 seminari e degustazioni di Partesa

    WINE CUBE 2023 Seminario “Lettura della Vinificazione in bianco” L’Autolisi dei lieviti A cura di Daniele Cernilli

    Di Cristina Santini

    Salone delle Fontane Eur Roma, foto di Cristina Santini
    Salone delle Fontane Eur Roma, foto di Cristina Santini

    Grande successo per la prima edizione romana di “Wine Cube – A Great Experience”, l’evento di Partesa, Azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., ospitata a marzo nel Salone delle Fontane all’EUR che ha portato tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino: Degustazione, Formazione e Comunicazione.Numeri impressionanti a Roma per il 25° anniversario del progetto di ”Partesa per il vino” con più di 1500 visitatori, oltre 400 etichette delle 67 Cantine Italiane ed Europee che hanno proposto i loro migliori assaggi.

    Salone delle Fontane Roma, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Salone delle Fontane Roma, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Un format nuovo, pensato per creare vere occasioni di condivisione, dialogo, business, orientato all’innovazione che mette al centro approccio digitale, fattore umano e presenza sul territorio, offrendo specializzazione, servizi su misura per essere un vero partner di tutti i professionisti del settore.
    Così abbiamo vissuto una delle due giornate intense, degustando molte delle referenze presenti ai banchi d’assaggio e partecipando ad una delle sei masterclass esclusive.

    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Il Seminario, di cui vi vogliamo raccontare, “Lettura della vinificazione in bianco” è stato condotto da Daniele Cernilli, Giornalista enogastronomico e ideatore della rivista online DoctorWine, alla presenza di Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa.

    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Se vogliamo capire in realtà il significato della vinificazione in bianco dobbiamo partire da concetti pur sempre tecnici ma molto semplici: parliamo di Terpeni, Fenoli, Tioli e dove trovarli.
    In questo processo la parte essenziale è cercare di mantenere ed estrapolare queste sostanze, prodotte da uve quasi sempre a bacca bianca ma anche, in alcuni casi, da uve a bacca rossa vinificate in bianco come con il pinot nero, e negli ultimi tempi anche con il Sangiovese e il Nebbiolo.
    Intanto partiamo dal presupposto che non tutte le uve hanno le stesse componenti e ce ne sono alcune molto fenoliche.

    Masterclass tenuta da Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, Foto di Cristina Santini
    Masterclass tenuta da Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, Foto di Cristina Santini

    Cosa sono i Fenoli? Sono tannini, antociani, sostanze presenti nei vinaccioli che anche se si vinifica in bianco in senza di bucce qualcosa ne esce sempre fuori. Abbiamo vitigni che sono fenolici come se fossero delle uve rosse tipo l’Albana o l’Ansonica; vitigni catechici che invece hanno picchi aromatici prefermentativi (i terpeni) come il Riesling o il Traminer, i Moscati, alcune Malvasie che si accumulano nell’acino durante la maturazione.

    I Tioli invece sono composti organici che si originano durante la fermentazione, rappresentano i precursori degli aromi che donano espressioni diverse e sono molto importanti e sensibili alle ossidazioni. Quindi le uve tioliche, come per esempio Sauvignon, Vermentino, Verdicchio, sono uve che se vogliamo ottenere queste espressioni varietali olfattive devono essere vinificate in riduzione, ovvero senza troppo ossigeno, altrimenti si determina la scomposizione delle sostanze tioliche, non si percepiscono più (anche se in alcuni casi può essere una scelta).
    Infine abbiamo gli Esteri che rappresentano l’unione di acidi e alcoli in fermentazione che danno luogo a profumi sostanzialmente fruttati.

    Da sx Alessandro Rossi e Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, foto di Cristina Santini
    Da sx Alessandro Rossi e Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, foto di Cristina Santini

    Come dice il Prof. Luigi Moio, Ordinario di Enologia all’Università Federico II di Napoli e Presidente OIV – Organisation Internationale du Vin – i vitigni italiani sono quasi tutti neutri, non hanno terpeni tranne piccole eccezioni, non hanno una grandissima capacità di creare in fermentazione proprietà tioliche, hanno spesso note di carattere fenolico, non hanno pirazine (sostanze aromatiche) che concorrono al bouquet varietale dei vitigni come ce l’hanno invece i Sauvignon, Cabernet, Merlot.

    Per cui spesso in degustazione questi vini non sono riconoscibili, è molto difficile distinguere un Albana da un Trebbiano, un Verdicchio da un Vermentino, non ci sono elementi determinanti che permettono di distinguerli come invece è facile distinguere un Sauvignon Blanc da un Riesling.
    Nel caso dei vitigni neutri l’origine dell’uva, ovvero il luogo dove viene coltivata, è più importante della varietà. Quindi sicuramente potremmo fare la distinzione dei vini prodotti nel Garda da quelli prodotti in Sicilia rispetto al riconoscimento del vitigno.

    C’è un sistema che fa sì che in alcuni casi si crei una serie di sostanze che amplificano, che danno più volume all’aspetto olfattivo: l’autolisi dei lieviti ovvero i saccaromiceti muoiono, non sono più in grado di riprodursi e si depositano sotto forma di una sostanza farinosa che è la feccia sottile.

    Le fecce sottili sono ricche di mannoproteine che in fase di stabilizzazione, in situazione riducente, determinano la formazione di particolari molecole odorose come per esempio quella che sa di pietra focaia, di combustione che troviamo spesso nei vini della Borgogna.
    I particolari sentori di queste molecole incontrandosi con gli odori fruttati degli esteri e con qualche nota fenolica che diventa un pochino più volatile sotto l’effetto dell’alcool che si è formato, donano ampiezza al vino che altrimenti non avrebbe.

    Batteria in degustazione alla Masterclass, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Batteria in degustazione alla Masterclass, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Daniele Cernilli ci suggerisce di assaggiare i vini serviti in questa degustazione con un’idea in testa: capire dall’analisi come il vitigno incrocia lo stile di vinificazione attraverso l’autolisi dei lieviti.
    Dalle sue parole: “Recuperare le fecce sottili non è un artificio enologico perchè fanno parte del vino, non è qualcosa di aggiunto, sono i residui della fermentazione che è del tutto naturale.”

    Ma veniamo alla descrizione nel dettaglio dei vini assaggiati con le nostre impressioni di rito:

    Tenuta La Chiusa Elba Ansonica Doc 2021
    Vino giovane affinato in acciaio con un colore tendente al dorato dovuto esclusivamente all’uva piuttosto fenolica.
    La sua intensità al naso sprigiona note agrumate (lime), sentori di nespola, mandorla fresca, frutti freschi che non hanno grande polpa. Il sorso ampio e minerale mostra una bella sapidità dovuta alla presenza dell’acido tartarico, una lieve e delicata nota tannica e una leggera ampiezza determinata dall’autolisi dei lieviti. Profilo di un vino dove il mare si tocca con caratteristiche quasi da vino rosso.

    Durin Pigato Riv. Ligure di Ponente Doc 2022
    Parliamo di un vino mediterraneo, parente stretto del vermentino, ma più fenolico. Molto profumato l’olfatto concentrato sul frutto della passione, pesca matura, muschio che si dipanano su note sulfuree, di combustione. La beva calda, ampia, di buon corpo regala un’acidità e una sapidità ben evidenti ma eleganti con un finale persistente di mandorla dolce. Un vino pieno, equilibrato, di grande carattere.

    Degustazione dei vini delle cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa
    Degustazione dei vini delle cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa

    La Lastra Vernaccia San Gimignano Docg Bio 2021
    Siamo un pò più distanti dal mare ma pur sempre in una Toscana Mediterranea, dove il mare si sente, con un vitigno che fino a qualche tempo fa veniva chiamato Greco per la sua somiglianza.
    Ciò che colpisce in questo calice non è tanto la frutta fresca ma la parte vegetale, con un sottofondo di autolisi che fa sì che non sia solo il frutto a dominare. Un vino che si distingue non tanto dal punto di vista varietale, ma territoriale con un aspetto gustativo tartarico, salato, profondo che lo rende molto identitario.

    Cà Rugate Soave Classico “Monte Fiorentine” Doc 2021
    La Garganega è una varietà che può esprimere sostanze tioliche con più facilità rispetto ad altre per cui escono al naso note sulfuree più accentuate, ma anche delicati profumi di frutta a polpa gialla tropicale seguiti da note di camomilla e nitidi richiami agrumati.
    Ha un gusto fresco, meno fenolico, con una bella spalla acida e una sapidità che la fanno da padrone grazie all’altitudine e al suolo vulcanico ricco di minerali. Anche qui c’è autolisi dei lieviti che amplifica la parte dei profumi, non si avvertono soltanto gli aromi primari, ma secondari di vinificazione e qualcosa in più dovuta all’evoluzione del vino stesso.

    Tenuta Roveglia Lugana Riserva “Vigne di Catullo” Doc 2019
    Il Turbiana detto anche Trebbiano di Lugana è di fatto un Verdicchio che vive nella zona pianeggiante meridionale del Lago di Garda in un clima mediterraneo su suolo molto calcareo.
    Si passa dalle fragranti note di acacia, lime e mele cotogne ad una mandorla tostata grazie al suo lungo affinamento di 24 mesi in botti di acciaio. La beva energica, complessa, fenolica, robusta e al tempo stesso vellutata regala dolcezza alcolica, acidità bassa che fa esaltare gli aspetti di morbidezza e quella sfaccettatura minerale dovuta ai suoi terreni argillosi calcarei. Un cavallo di razza.

    Degustazione dei vini cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa
    Degustazione dei vini cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa

    Umani Ronchi Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Bio “Vecchie Vigne” Doc 2020
    Da vecchie vigne impiantate negli anni ‘70 ad un’altitudine di circa 400 mt slm., figlio di una vinificazione a contatto con i lieviti in serbatoi di cemento, ha un’incredibile stoffa e profondità.
    Presenta un ampio bouquet di ginestra, camomilla, amaretto, con piacevoli sentori di erbe di campo, mandorla fresca con riverberi di mela verde.
    Il sorso succoso colpisce per la sua eleganza, freschezza con un’acidità vibrante bilanciata perfettamente con la morbidezza dell’alcool.
    Altro esempio che conferma che non è il vitigno a dominare ma il territorio, considerando che sembra più nordico questo verdicchio piuttosto che il precedente calice.

    Monchiero Carbone Roero Arneis Riserva “Vigna Renesio” Docg 2018
    Vigna Renesio è un Cru non solo di bianchi ma anche da uve Nebbiolo e questo Arneis così elegante rappresenta la nuova interpretazione che regala sensazioni agrumate che si fondono sinuosamente con quelle erbacee, una nota sulfurea evidentissima dovuta all’autolisi che è portata alle estreme conseguenze grazie a uve e mosti sani. La beva è potente e profonda con un’acidità vigorosa e un grande potenziale di evoluzione per un vino che affina sia in legno sia in acciaio.
    La cifra stilistica è inconfondibile, vince il terroir e lo stile di vinificazione, mostrando un aspetto nordico con un pizzico di mediterraneità.

    Ronco dei Tassi Bianco Collio “Fosarin” Doc 2020
    Si tratta dei vigneti più elevati nel cuore del Collio Goriziano coltivati su terrazzamenti ben esposti chiamati “Ronchi”. Il Fosarin nasce dall’assemblaggio di Friulano, Malvasia, Sauvignon Vert e Pinot bianco e affina circa sei mesi in barrique.
    Il suo bouquet ampio con sentori di frutta bianca matura, mallo della noce, scorza di limone accompagnano il sorso così pieno, agile e ricco.
    Un vino piacevole e di gran corpo dagli abbinamenti sostanziosi.

    Vini degustati durante l'evento Wine Cube da Cristina Santini
    Vini degustati durante l’evento Wine Cube da Cristina Santini

    Poggio della Dogana Romagna Albana “Belladama” Doc 2021
    Essendo uno dei vitigni più fenolici, i migliori Albana vengono prodotti nella versione passiti proprio perché nell’appassimento si perde acqua e si concentrano fenoli, zuccheri e acidità. Questi ultimi mitigano l’azione astringente dei polifenoli.
    Affascinante il suo colore giallo oro carico, al naso richiama la frutta gialla di grande profondità con bellissimi tocchi di fiori di ginestra. Al sorso è un’esplosione, grande espansione di palato, acidità elevata, caratteristica peculiare di questo vitigno. Finale lungo e persistente che regala emozioni come il nome che porta, un omaggio a uno dei campioni di scuderia del nonno di Aldo e Paolo Rametta.

    Roeno Riesling Renano “Collezione di Famiglia” Igt 2017
    I vigneti di questa meravigliosa azienda, che si trova a due passi dal confine con il Trentino, sono riparati dal sole dal Monte Baldo che determina una grande escursione termica.
    La vinificazione in autolisi dei lieviti è molto importante perchè è un vitigno semi aromatico quindi ha terpeni prefermentativi, già nell’uva, quindi bisogna in qualche modo conservarli. ll Riesling Collezione di Famiglia è una delle punte di diamante della famiglia Roeno ed è prodotto da una lenta vinificazione in acciaio e con affinamento di 18 mesi in botti di rovere.

    E’ uno dei pochissimi vitigni che riesce a sviluppare un particolare sentore in ambito terziario, l’idrocarburo, ovvero il sentore di cherosene che si forma in riduzione. E’ una complessità in riduzione. E’ ancora un vino giovane dove poco si intuisce l’idrocarburo, ora si percepiscono più che altro i profumi di pompelmo, cedro, agrumi classici premonitori del cherosene che arriverà successivamente con gli anni. Bella acidità e sapidità in assenza di tannini.

    Vini degustati da Cristina Santini al Wine Cube 2023
    Vini degustati da Cristina Santini al Wine Cube 2023

    Merotto Valdobbiadene Prosecco Superiore “Cuvée del Fondatore Graziano Merotto” Docg 2021
    E’ un fuoriclasse, qui c’è proprio il senso dell’autolisi dei lieviti che si esprime in tutta la sua precisione.
    Un millesimato le cui uve Glera provengono dalle Rive di Col San Martino a 230 mt slm. Ha una permanenza sui lieviti di 120 giorni che lo rende setoso, intenso, con note di frutta bianca e agrumi, accompagnate da una verve minerale. Un grande prosecco.

    Alessandro Rossi con Daniele Cernilli, foto di Cristina Santini al Wine Cube 2023
    Alessandro Rossi con Daniele Cernilli, foto di Cristina Santini al Wine Cube 2023

    Alessandro Rossi chiude: “Non smetterò mai di dire che questa lezione dovrebbe essere ripresa e proiettata alle Università perché è una delle più belle, perchè Daniele oltre ad essere il padre putativo della maggior parte delle generazioni che oggi portano avanti tra guide e master più importanti in assoluto, è una delle poche persone che ha la stessa conoscenza che potrebbe avere un enologo, sa spiegare tante cose in una maniera così semplice, è veramente da applausi.”

    Evento Wine Cube 2023 di partesa, foto di Cristina Santini
    Evento Wine Cube 2023 di partesa, foto di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito evento: https://www.partesa.it/partesaforwine-evento

    Sito distribuzione: https://www.partesa.it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • OnlyWine 2023, assaggi e considerazioni sulla manifestazione

    OnlyWine 2023, assaggi e considerazioni sulla manifestazione

    ONLYWINE, considerazioni finali della decima edizione

    Di Alberto Chiarenza

    Città di Castello, l’unica città dell’Umbria dove domina l’impronta rinascimente rispetto a quella medievale, in una cornice suggestiva quale il cinquecentesco Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, si è svolta ONLYWINE.

    OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    L’evento che promuove le piccole e giovani aziende, nasce da un’idea di Andrea Castellani, brillante e vivace giovane imprenditore che ha saputo portare nella storica cittadina dell’alta valle del Tevere, così tante persone.

    ONLYWINE 2023 si conferma così per il decimo anno consecutivo, un evento di grande rilievo per far emergere le eccellenze delle piccole cantine e dei giovani produttori e per far conoscere al grande pubblico le tradizioni vitivinicole italiane. Grazie alla sua impeccabile organizzazione, Andrea Castellani e il suo entourage di professionisti, ha inanellato un ulteriore successo di presenze in termini di produttori, addetti stampa, appassionati e operatori del settore HORECA.

    Visitatori durante la manifestazione OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Visitatori durante la manifestazione OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    La ricetta del successo ha nei suoi ingredienti persone come Sandro Camilli, Presidente della Associazione Italiana Sommelier, la famosa giornalista Chiara Giannotti, Francesco Saverio Russo, wine blogger di successo, Chiara Giorleo critica enogastronomica e docente AIS, la giornalista free lance Sara Cintelli e altre persone note che hanno reso unico e senza cliché, l’evento che si è svolto in un clima gioviale che si instaura in un ambiente raffinato e coinvolgente nello stesso tempo, rendendo gli assaggi, un momento divertente e informale.

    Alcuni dei giornalisti della manifestazione OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Alcuni dei giornalisti della manifestazione OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Quasi 200 le cantine presenti tra cui anche una dalla Svizzera Italiana, ovvero dal Canton Ticino, e poi tant’è belle cantine provenienti da ogni regione.

    Piccola o giovane non significa assolutamente poco valore, tutt’altro, infatti grazie a Francesco Saverio Russo, a ONLYWINE erano presenti aziende che esprimevano la vera essenza del territorio. Anche se non sono riuscito a provarle tutte, ho trovato tanta passione che nei fatti si esprime con vini di grande finezza e qualità.

    Panoramica della manifestazione OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Panoramica della manifestazione OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Tra le cantine che ho provato ne cito alcune che mi sono piaciute in modo particolare.

    Ho iniziato gli assaggi proprio con il Lazio dove ho trovato Antonella Pacchiarotti, conosciuta come “La donna dell’aleatico” in quanto lo vinifica in nove versioni del bianco al passito. La cantina si trova a Grotte di Castro in provincia di Viterbo dove il vigneto è vicino al lago di Bolsena e gode di un microclima e terreni particolari che conferiscono ai vini di Antonella caratteristiche uniche.

    Antonella Pacchiarotti, conosciuta come “La donna dell’aleatico” con Alberto Chiarenza
    Antonella Pacchiarotti, conosciuta come “La donna dell’aleatico” con Alberto Chiarenza

    Rimanendo a nord della regione, ho provato i vini della Tenuta La Pazzaglia che si trova a Castiglione in Teverina provincia di Viterbo, dove Laura mi ha parlato della piccola azienda a conduzione familiare che produce quattro tipologie di vini a base di vari cloni di Grechetto insieme alla sorella.

    Laura di Tenuta La Pazzaglia, OnlyWine festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Laura di Tenuta La Pazzaglia, OnlyWine festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Andando invece nella zona del Cesanese, era presente la famosa Cantina Giovanni Terenzi dove Cecilia mi ha fatto provare, anche se a me già noti, tre versioni di Cesanese del Piglio DOCG. Il Classico Velobra, il Superiore Colle Forma e il Riserva Vajoscuro. Ottime interpretazioni di un vitigno molto particolare e di difficile vinificazione, ma che grazie alla sapienza e esperienza Di Giovanni Terenzi, sono riusciti ad ottenere vini di grande struttura ed eleganza.

    Cantina Giovanni Terenzi, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Cantina Giovanni Terenzi, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Passando nelle Marche ho avuto il piacere di conoscere Oreta Manieri della Cantina Casaleta nel territorio del Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi. Dopo la morte del marito, Alberto Biancini, Oreta e la figlia Cristina Biancini hanno continuato il lavoro iniziato da Alberto portando avanti la viticoltura di vigneti di 70 anni e selezionando le piante migliori, hanno riprodotto i cloni ampliando la produzione di vini, con rese basse e tanta qualità.

    Casaleta vini, foto di Alberto Chiarenza
    Casaleta vini, foto di Alberto Chiarenza

    Grazie alla nota freschezza delle uve Verdicchio, producono una gamma di vini che va dalla bolla Metodo Classico al vino ottenuto da uve appassite. Dal 2010 ad oggi è stata una evoluzione continua che ha portato ad ottenere vini senza alcun utilizzo di fitofarmaci e senza utilizzare rame o zolfo.

    Oreta Manieri della Cantina Casaleta, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Oreta Manieri della Cantina Casaleta, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Altra azienda che ho apprezzato molto, sempre nelle Marche ma a Massignano in provincia di Ascoli,è COSSIGNANI L.E. TEMPO. Edoardo e Letizia, fratelli, hanno vitigni tra i 200 e i 400 mslm e producono soltanto spumante Metodo Classico. Un Sangiovese in purezza nella versione rosata e Pecorino 100% nella versione blanc de blanc. Terreni molto particolari costituiti essenzialmente da arenaria, scheletro e calcare conferiscono freschezza e mineralità oltre che sapidità.

    COSSIGNANI L.E. TEMPO. OnlyWine Festival, foto di Alberto Chiarenza
    COSSIGNANI L.E. TEMPO. OnlyWine Festival, foto di Alberto Chiarenza

    Tra i Vignaioli dell’Alta Calabria ho incontrato Simona Belmonte della Cantina L’Antico Fienile Belmonte in località Altomonte. Costituiscono una rete d’impresa tra dieci piccoli produttori appunto dell’Alta Calabria che valorizzano il loro vitigno autoctono, il Magliocco.

    Simona Belmonte della Cantina L’Antico Fienile Belmonte, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Simona Belmonte della Cantina L’Antico Fienile Belmonte, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    In Sicilia ho conosciuto Calogero della Cantina Leonarda Tardi di Salaparuta in provincia di Trapani. Leonarda Tardi è la mamma di Calogero e della sorella con cui condivide il lavoro in azienda producendo quattro vini a bacca bianca e un rosso. Partendo dai vini bianchi, un blend di Catarratto e Chardonnay, uno Chardonnay in purezza, è un grillo. Per i vini rossi la bacca è quella del Nero d’Avola.

    Cantina Leonarda Tardi di Salaparuta, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Cantina Leonarda Tardi di Salaparuta, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Tommaso Cavalli della Azienda Piccolo Bacco dei Quaroni in Lombardia, siamo esattamente in Oltrepo Pavese. Una estensione di dieci ettari di cui sei sono vitati a Pinot Nero. Quindi una produzione di varie tipologie di vino esclusivamente fatti con lo stesso vitigno, a partire da un Metodo Classico 36 mesi sulle fecce fini, un Metodo Martinotti e un vino fermo.

    Azienda Piccolo Bacco dei Quaroni in Lombardia, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza
    Azienda Piccolo Bacco dei Quaroni in Lombardia, OnlyWine Festival 2023, foto di Alberto Chiarenza

    Una azienda che produce vino dagli inizi dello scorso secolo, acquisita nel 2000 dai genitori facendone una azienda a conduzione familiare, ma che Tommaso porta avanti dal 2017. La filosofia di famiglia è produrre vini naturali con metodo biologico e massimo rispetto dell’ambiente.

    Conclusioni
    Alberto Chiarenza alla manifestazione OnlyWine Festival 2023
    Alberto Chiarenza alla manifestazione OnlyWine Festival 2023

    Queste sono solo alcune delle esperienze dirette tra le numerose aziende presenti che hanno consentito di tastare il polso della crescita nella produzione vitivinicola italiana che vede un significativo incremento di giovani che si mettono in gioco e contribuiscono a fare vino. Un successo dell’evento che ha attratto tanti visitatori e che fa ben sperare per le prossime edizioni.

    Alberto Chiarenza, Winelover, sommelier e assaggiatore esperto
    Alberto Chiarenza, Winelover, sommelier e assaggiatore esperto

    Sito manifestazione: https://onlywinefestival.it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Terre di Toscana 2023 – Ad alto Impatto degustativo

    Terre di Toscana 2023 – Ad alto Impatto degustativo

    TERRE DI TOSCANA 2023 – AD ALTO IMPATTO DEGUSTATIVO

    Di Elsa Leandri

    Terre di Toscana 2023 è giunta alla quindicesima edizione. Si è svolta nell’ultimo week end di marzo all’UNA Hotel Esperienze a Lido di Camaiore, location ormai ben rodata.

    Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Dopo le varie anteprime dei mesi precedenti questo è il primo evento che racchiude tutta la Toscana in un luogo permettendo di spaziare da Bolgheri alle Colline Lucchesi, dal Chianti Classico alla Vernaccia di San Gimignano, dal Morellino di Scansano al Brunello di Montalcino offrendo in questo modo un vero e proprio elogio della produzione in terra etrusca.

    Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Circa 140 cantine presenti tra le quali dei nomi di eccezione come Tenuta San Guido, Ricasoli, Petra, Montevertine, Panizzi, Il Marroneto, Tiezzi, Due Mani.. solo per citarne alcune; nomi che parlano anche a quelle persone che conoscono poco il mondo enologico e che sono diventati quasi uno status symbol della Toscana. Le vecchie annate protagoniste del lunedì hanno offerto inoltre delle degustazioni uniche, rare e indimenticabili.

    Alcune bottiglie degustate a Terre di Toscana 2023, foto di Elsa Leandri
    Alcune bottiglie degustate a Terre di Toscana 2023, foto di Elsa Leandri

    Organizzazione eccellente con un’area food ben isolata dalle sale di assaggio in cui venivano proposti dei prodotti tipici toscani quali salumi o formaggi. Tuttavia potrebbe essere migliorabile la distanza tra un produttore e l’altro così da permettere una maggiore fruibilità. Speriamo inoltre che nella sedicesima edizione, che avrà luogo il 24 e 25 marzo 2024, tornino nuovamente le Degustazioni de l’Acquabuona che nel 2020 avevano avuto come argomenti il Brunello di Montalcino, la Syrah e i vini passiti.

    Alcune bottiglie degustate a Terre di Toscana 2023, foto di Elsa Leandri
    Alcune bottiglie degustate a Terre di Toscana 2023, foto di Elsa Leandri

    Come tante api volano di fiore in fiore, così i vari avventori si muovono da un banchetto all’altro: alcuni hanno preparato un percorso studiato a tavolino, altri si fanno semplicemente attrarre dallo styling di un’etichetta, altri pur avendo un iter ben prestabilito non resistono e si lasciano comunque sedurre da una bottiglia che esula dai “progetti” iniziali.

    Locandina evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Locandina evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    In questa manifestazione possiamo dire che dove ti fermi non rimarrai deluso, tanto è elevato il livello qualitativo delle aziende presenti. Diventa pertanto difficile e superfluo stipulare una classifica dei migliori assaggi perché sarebbe fare un torto a altre cantine altrettanto meritevoli. Ci limiteremo quindi a indicare quelle bottiglie, forse meno conosciute ai più, che ci hanno suscitato un interesse e che speriamo che per voi siano una scoperta.

    L’étrange 2020 (100% Vermentino)Podere Sant’Agnese

    L’étrange 2020 (100% Vermentino) - Podere Sant’Agnese, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    L’étrange 2020 (100% Vermentino) – Podere Sant’Agnese, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Giallo paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo accattivante con sentori di fiori di tiglio e ginestra, echi di albicocca e pesca e in chiusura pasta di mandorle. In bocca si distingue per una sapidità che prolunga il sorso su frutta candita.

    Ventisei 2019 (100% Pinot Nero) Il Rio

    Ventisei 2019 (100% Pinot Nero), Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Ventisei 2019 (100% Pinot Nero), Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Rosso carminio vivace. Apertura di ciliegia, mirtillo e mora con ricordi di erbette balsamiche arricchite da una spolverata di grafite. Freschezza e tannino ben integrato per un lungo finale di bocca.

    Vintage 2017 (50% Vermentino e 50% Viognier) Montepepe

    Vintage 2017 (50% Vermentino e 50% Viognier), Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Vintage 2017 (50% Vermentino e 50% Viognier), Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Paglierino con luminosi riflessi dorati. Attrattivi i sentori di ginestra e di fiori di acacia, con cenni di agrumi disidratati, propoli e note di pasticceria appena sfornata. Il sorso è pieno e avvolgente. La sapidità e una leggera tannicità ravvivano il cavo orale con un finale fruttato.

    Somatico 2020 ( 100% Pugnitello) – Podere il Castellaccio

    Somatico 2020 ( 100% Pugnitello) Podere Il Castellaccio, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Somatico 2020 ( 100% Pugnitello) Podere Il Castellaccio, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Carminio impenetrabile. Insieme di frutti di bosco che si distinguono nitidamente dalla mora al mirtillo, dalla ciliegia al lampone. Cenni speziati e floreali ne completano il profilo. Tannino ben marcato con la freschezza che dinamicizza la beva promettendo una lunga evoluzione in bottiglia.

    Rosso di Montalcino Il Jeccardo 2018 ( 100% sangiovese) Fattoria del Pino

    Rosso di Montalcino Il Jeccardo 2018 ( 100% sangiovese) - Fattoria del Pino, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Rosso di Montalcino Il Jeccardo 2018 ( 100% sangiovese) – Fattoria del Pino, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Carminio di media intensità. Elegante apertura floreale di violetta e iris a cui seguono le classiche note di ciliegia marasca. Finale balsamico. Al sorso freschezza e tannini ci accompagnano e lasciano la bocca su una scia agrumata.

    Malìe 2022 ( Vermentino 60%, Chardonnay 30%, Grechetto 10%) Valle del Sole

    Malìe 2022 ( Vermentino 60%, Chardonnay 30%, Grechetto 10%) - Valle del Sole, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri
    Malìe 2022 ( Vermentino 60%, Chardonnay 30%, Grechetto 10%) – Valle del Sole, Evento Terre di Toscana, foto di Elsa Leandri

    Paglierino vivace. Profilo olfattivo che trova nella pesca bianca, negli agrumi e nelle erbette aromatiche la sua essenza. Note di fiori di zagara in chiusura. La bocca viene scossa da una vibrante acidità che seduce il palato con ricordi di melissa e lemongrass.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://www.acquabuona.it/2023/01/terre-di-toscana-2023-in-vendita-i-biglietti-on-line/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione

    Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione

    Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione

    Redazione

    Carol Agostini

    Riserva Grande, in collaborazione con Andrea Petrini di Percorsi di Vino e con il giornalista Luciano Pignataro, anche quest’anno realizzerà la manifestazione Beviamoci Sud Roma, giunta alla sua quinta edizione, dedicata esclusivamente ai grandi vini del Sud Italia, con una rappresentanza anche di vini del Lazio, quale regione che ospita l’evento.

    Per questa nuova edizione, l’evento si svolgerà presso il Grand Hotel Palatino di Roma il 6, 7 e 8 maggio 2023.

    Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione, locandina da comunicato stampa
    Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione, locandina da comunicato stampa

    Beviamoci Sud quest’anno presenterà un programma arricchito con nuove idee e novità, finalizzate ad ottenere una valorizzazione ancora maggiore della grande qualità enoica, storica e culturale del Sud d’Italia vitivinicolo.

    Luciano Pignataro e Chiara Giannotti, foto da comunicato stampa, Beviamoci Sud
    Luciano Pignataro e Chiara Giannotti, foto da comunicato stampa, Beviamoci Sud

    Data la rilevanza e importanza di tali novità, l’organizzazione ha deciso di indire una conferenza stampa a cui siamo lieti di poterLa invitare, che si terrà mercoledì 26 aprile, alle ore 18.00, presso il locale Astemio Wine&Food, in via Cavour, 93, Roma.

    Momenti dell'edizione passata, Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione
    Momenti dell’edizione passata, Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione

    A conclusione della conferenza, ai partecipanti verrà offerto un brindisi con vini che saranno anche presenti in degustazione nella manifestazione.

    Si prega di comunicare, entro e non oltre il 20 p.v., conferma della propria presenza (in risposta al presente indirizzo mail), con l’avvertenza che i posti presso il locale sono limitati e che verrà, pertanto, assicurata la partecipazione ad esaurimento degli stessi.

    Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione, foto da comunicato stampa
    Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione, foto da comunicato stampa
    Informazioni utili

    Saula Giusto Ufficio Stampa, Comunicazioni e Relazioni Pubbliche Tel. 393 285 4426 saula.giusto@riservagrande.com

    Marco Cum tel: 339 623 1232 amministrazione@beviamocisudroma.it

    Andrea Petrini tel: 377 161 5140 info@beviamocisudroma.it;

    Web site: https://www.beviamocisudroma.it/

    Mail to: info@beviamocisudroma.it

    Social media:

    Facebook @Beviamoci Sud a Roma

    Instagram @beviamocisud_roma

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/