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  • Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale

    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale

    Prime riflessioni sull’annata 2023 per Camparo

    Redazione – Carol Agostini

    Conoscenza delle vigne, rigenerazione dei suoli ed esposizioni: tre fattori fondamentali per affrontare le difficoltà delle ultime annate e per provare a delineare un andamento futuro.

    Camparo e l'annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa
    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa

    Si è appena conclusa la vendemmia anche dell’Azienda Agricola Camparo di Diano d’Alba (CN). Per la famiglia Drocco, che in mezzo ai vigneti che coltiva vive e vinifica da quattro generazioni, è quindi venuto il tempo di fare un primo bilancio di un’annata della quale già molto si è parlato, non soltanto in questo lembo di Langa da Barolo.

    Sin dall’inizio del ciclo vegetativo di quest’anno, il leitmotiv generale è stato quello delle difficoltà di gestione dei vigneti. A una primavera tra le più piovose degli ultimi decenni – che ha fatto registrare come conseguenza un’ondata di peronospora di grande intensità – è seguita una stagione estiva estremamente calda e siccitosa.

    Camparo e l'annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa
    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa

    Tuttavia, nonostante le premesse e le previsioni fossero tutt’altro che rosee, a Camparo ci si dichiara comunque soddisfatti dei risultati: a fronte di un calo produttivo medio del 20% – che ha riguardato soprattutto la Barbera nel comune di Nizza Monferrato e che è stato, invece, meno evidente sul Nebbiolo nei comuni Langaroli di Diano, La Morra e Grinzane Cavour – la qualità dell’uva arrivata in cantina è stata decisamente soddisfacente, con alcol e fermentazioni nella norma. Nel complesso, la 2023 si va ad allineare, sul piano qualitativo, alla vendemmia 2022, un’annata caratterizzata soprattutto dalla mancanza di acqua e da temperature sopra la media ma che, ha dispetto delle previsioni, ha regalato risultati inattesi.

    La famiglia Drocco non ha dubbi: “Lavorando con metodo biologico da ormai 23 anni, possiamo dire che qui l’esperienza e la conoscenza dei propri vigneti è indispensabile ed è un fattore che fa la differenza, soprattutto in momenti così critici in cui bisogna intervenire con efficacia ed immediatezza per combattere le malattie fungine”. L’azienda è, infatti, certificata dal 2000, tra le prime di tutte le Langhe e la prima del suo Comune di appartenenza.

    Salvaguardia della biodiversità, sostenibilità e rigenerazione dei suoli costituiscono gli obiettivi da perseguire e si si possono raggiungere solo prestando quotidianamente la massima attenzione al vigneto e alla sua condizione sanitaria. In questo senso, le tecniche agronomiche adottate come inerbimento dei terreni e sovescio sono rivolte a ristrutturare il suolo, limitando al massimo l’evaporazione dell’acqua ed evitando fenomeni come il compattamento, l’asfissia, lo stress idrico.

    Un altro aspetto importante per Camparo, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei vigneti di più recente acquisizione, è quello della loro esposizione. Rispetto ad un passato neanche troppo remoto, quando i migliori appezzamenti erano universalmente considerati i sorì, ovvero quelle parcelle esposte a mezzogiorno, oggigiorno, con gli effetti del cambiamento climatico che si fanno sempre più sensibili – temperature medie estive in costante aumento e fenomeni di escursione termica giorno-notte meno evidenti, cicli vegetativi anticipati e, conseguentemente, vendemmie anticipate di parecchie decadi, col rischio di maturità polifenoliche incomplete – si cercano esposizioni più fresche, rispetto alle tradizionali giaciture a sud e sud-ovest.

    Camparo e l'annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa
    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa

    I vigneti.

    I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari dislocati nei comuni di Diano D’Alba – dove si trovano il corpo principale e la cantina -, La Morra e Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di

    recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis e Viognier.

    Vini prodotti.

    “Sempre” Dolcetto di Diano d’Alba D.O.C.G., “Sarà” Barbera d’Alba D.O.C., “Adesso” Langhe Rosso D.O.C., “Qui e ora” Langhe Rosato D.O.C., “Quando” Langhe Bianco D.O.C., “Così” Langhe Nebbiolo D.O.C. , “Domani”Barolo D.O.C.G.. “Domani” Barolo Boiolo Docg, “Domani” Barolo Coste di Vergne Docg

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Campàro Società Agricola Semplice,Via Carzello, 21 bis,12055 Diano d’Alba (CN) info@camparo.co,+39 0173 23 17 77

    Sito cantina: https://www.camparo.it/it/

    Sito ufficio stampa: https://www.affinamenti.it/progetti/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia

    Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia

    Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia

    Redazione

    Saranno 58 i produttori della denominazione presenti a Verona all’interno del padiglione dell’isola. Due gli appuntamenti organizzati dal Consorzio dedicati all’affinamento dei vini in fondo al mare e alle donne del vino dell’Etna.

    Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia
    Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia

    Sarà un Vinitaly 2023 ricco di appuntamenti e incontri quello che si appresta a vivere la delegazione etnea che sarà presente alla 55^ edizione della più importante fiera al mondo del vino italiano, che si terrà come sempre nei padiglioni di VeronaFiere dal 2 al 5 aprile 2023.

    All’interno dello spazio di Regione Sicilia (Pad 2 | Stand A-B-C-40) saranno presenti 58 aziende che operano all’interno della denominazione, 50 delle quali nell’area del Consorzio di Tutela Vini Etna DOC.

    “Quest’anno la nostra compagine è la più numerosa tra quelle presenti all’interno del padiglione dell’isola” afferma Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC. “Poco più del 50% delle aziende all’interno dello spazio allestito da Regione Sicilia sono realtà che operano ai piedi del vulcano più alto d’Europa, e questo è certamente un segnale di coesione molto importante per tutti noi”.

    Saranno due gli appuntamenti che vedranno come protagonista il Consorzio Tutela Vini Etna DOC all’interno dell’area istituzionale della Regione Sicilia.

    Il primo si svolgerà domenica 2 aprile alle ore 14.00 e avrà come titolo: “Vini dell’Etna: come affinano in fondo al mare. I risultati scientifici di una ricerca dell’Università di Catania in collaborazione con la start-up innovativa Orygin”.

    Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia
    Etna DOC al Vinitaly con la delegazione più numerosa della Sicilia

    Durante l’incontro interverranno, oltre a Francesco Cambria e Maurizio Lunetta, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, anche Riccardo Strada, Direttore Area Marina Protetta Isola Ciclopi, Elena Arena, Professore associato di Scienze e tecnologie alimentari dell’Università degli Studi di Catania, Luca Catania, Giuseppe Leone e Riccardo Peligra, Fondatori della start-up Orygini. Al termine seguirà una degustazione condotta da Aldo Fiordelli.

    Lunedì 3 aprile alle ore 13:30, il secondo appuntamento avrà come titolo: “Le donne del vino dell’Etna nei quattro versanti del vulcano”. Intervengono Maurizio Lunetta, Direttore Consorzio vini Etna DOC, Aurora Ursino, Vice Presidente dell’Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali provincia di Catania, Mauro Coltelli dell’INGV di Catania, Roberta Urso, Responsabile regionale Associazione Donne del Vino e quattro produttrici in rappresentanza dei quattro versanti dell’Etna.

    “Siamo certi che sarà un’edizione del Vinitaly molto proficua per tutte le aziende della nostra denominazione” conclude Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio. “Un folto gruppo di buyer esteri prevenienti da diversi paesi nord europei, asiatici e dagli USA, incontreranno i produttori all’interno di un fitto calendario di appuntamenti. La manifestazione di Verona rappresenta sempre un’occasione imprescindibile per far conoscere i vini Etna DOC, sempre più apprezzati sia in Italia che all’estero”.

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  • Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti

    IL RUBESCO RISERVA VIGNA MONTICCHIO 2018 DI LUNGAROTTI SUL PODIO DEI MIGLIORI ROSSI D’ITALIA

    Redazione

    Il vino di punta della storica cantina umbra conquista il terzo posto dell’annuale classifica pubblicata dalla rivista Gentleman

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti, foto da comunicato stampa
    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti, foto da comunicato stampa

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti è il terzo vino più premiato dalle guide italiane. A rivelarlo, la classifica 2023 dei 100 migliori rossi stilata dal mensile Gentleman che vede il portabandiera della storica azienda umbra salire sul podio dopo Sassicaia 2019 e Montiano 2019.

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 è risultato terzo incrociando e sommando i punteggi delle sei guide italiane più autorevoli: Vini d’Italia (Gambero Rosso), I vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione Italiana Sommelier), Vitae (Associazione Italiana Sommelier), Annuario dei migliori vini italiani (Luca Maroni) e la Guida essenziale ai vini d’Italia (Daniele Cernilli). Un risultato importante per questa etichetta che ha scritto la storia di Lungarotti e dell’enologia italiana diventando uno dei rossi più conosciuti e apprezzati nel mondo.

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018, foto da comunicato stampa
    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018, foto da comunicato stampa

    “Siamo felici di avere raggiunto la vetta di questa prestigiosa classifica che ogni anno incorona i migliori rossi d’Italia – dichiara Chiara Lungarotti, Amministratore Delegato dell’azienda di famiglia. Un risultato che premia il nostro vino portabandiera, ma soprattutto il lavoro quotidiano di tutta la nostra fantastica squadra!”

    La prima vendemmia del Rubesco Riserva Vigna Monticchio (Torgiano Rosso Riserva DOCG) risale al 1964 quando Giorgio Lungarotti, fondatore dell’azienda e pioniere della moderna enologia italiana, capì che dalla vigna Monticchio, sulle colline di Torgiano, grazie anche ad una perfetta esposizione, si ottenevano delle uve Sangiovese straordinarie.

    Innovativo per i tempi, già dalla prima annata, questo Sangiovese in purezza si è fatto subito notare per la sua personalità netta. Il colore è rubino brillante e i caratteri sono quelli tipici della gente dell’Umbria, riservata ma generosa. Un vino di grande struttura, adatto a un lungo invecchiamento, che sfodera un equilibrio unico tra potenza ed eleganza e che viene prodotto solo nelle migliori annate.

    Note sull’annata 2018

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 è un vino di lunga vita in quanto la maturazione è stata perfettamente equilibrata, la gradazione alcolica più contenuta e l’acidità più marcata rispetto alla calda annata 2017. Il calice sprigiona l’intensità di una ciliegia sotto spirito, immediatamente rincorsa da note più profonde di liquirizia, china e polvere da sparo.

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti, foto da comunicato stampa
    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti, foto da comunicato stampa

    La spinta aromatica è tipica dell’annata, regista della complessa narrazione degli aromi di Vigna Monticchio. Al naso subentrano sentori di visciola, cacao amaro, marzapane, dattero e tè nero, tenuti insieme da una delicata balsamicità che accompagna verso una chiusura più mediterranea incentrata su arancia sanguinella e mirto.

    Il sorso palesa una dosata concentrazione che guida a un’intensità costante e armoniosa nell’esprimere un tannino sartoriale simile a una carezza. Un passo di danza perfettamente coordinato per un’annata di Vigna Monticchio che lascerà il segno.

    Simbolo dell’eccellenza enologica umbra, Lungarotti ha contribuito a scrivere la storia del vino italiano nel mondo. Una storia cominciata con Giorgio Lungarotti, pioniere della moderna enologia italiana che nel dopoguerra ha trasformato l’azienda agricola di famiglia, a Torgiano, in una cantina di successo.

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio - Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC, foto da comunicato stampa
    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC, foto da comunicato stampa

    Una storia che ancora oggi continua grazie all’impegno, la passione e la competenza di 3 generazioni della famiglia Lungarotti che hanno saputo innovare senza tradire il carattere inconfondibile di vini iconici come il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC.

    Lungarotti conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, certificata biologica dal 2014), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità.

    Tra i pilastri dell’azienda, anche la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) di Torgiano.

    Da comunicato stampa

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