Le eccellenze vinicole della famiglia Moretti Cuseri premiate nel 2022 dalle guide e riviste più autorevoli del panorama internazionale
Redazione
I vini delle cantine toscane Tenuta Sette Ponti e Orma, e della siciliana Feudo Maccari apprezzati dalla critica internazionale nel 2022. Spiccano i toscani Vigna dell’Impero, Oreno e Orma, produzioni rappresentative della famiglia Moretti Cuseri, autentica espressione di vigneti storici e internazionali iconici che narrano il territorio, la passione e la costante ricerca della massima qualità da parte di Antonio Moretti Cuseri e dei suoi figli Amedeo e Alberto.
Famiglia Moretti Cuseri articolo: Famiglia Moretti Cuseri premiate nel 2022 dalle guide e riviste di settore, foto da comunicato stampa
Si conferma anno dopo anno l’eccellenza dei vini prodotti dalla famiglia Moretti Cuseri nelle realtà toscane Tenuta Sette Ponti e Orma, ma anche in Sicilia con Feudo Maccari: stile ed eleganza frutto dell’unione tra esperienza in vigna, viticoltura biologica, lavoro di squadra e continua ricerca della massima qualità possibile.
Vini rappresentativi dei territori in cui nascono, provenienti da vigneti autoctoni e internazionali coltivati in aree vinicole tra le più rinomate al mondo, apprezzati dalla critica internazionale del panorama wine, come dimostrano le edizioni 2022 delle guide di riferimento.
Tenuta Orma a Bolgheri, Famiglia Moretti Cuseri, foto da comunicato stampa di linda Vukaj-Aicod
Gli alti riconoscimenti per identità e qualità dei vini sono arrivati da Bibenda, guida edita da Fondazione Italiana Sommelier, da Vitae, guida redatta ed edita dall’Associazione italiana Sommelier, dalla Guida del Gambero Rosso, dalla Guida Veronelli, dalla Guida Vinibuoni d’Italia del Touring Club Italiano e dalla guida I Migliori 100 vini e vignaioli d’Italia a cura di Luca Gardini (Gardini Notes) e Luciano Ferraro. Importanti gratificazioni internazionali sono stati inoltre i punteggi assegnati da James Suckling, considerato uno dei critici di vino più influenti al mondo, e Falstaff, guida redatta dalla più antica rivista enologica austriaca, distribuita anche in Germania e Svizzera.
Feudo Maccari della famiglia Moretti Cuseri, foto da comunicato stampa
In particolare, tra le eccellenze prodotte dalla famiglia Moretti Cuseri, hanno brillato:
Oreno 2020: 100/100 Guida I Migliori 100 vini e vignaioli d’Italia, 100 Gardini Notes, Tre Bicchieri e Stella Gambero Rosso, 97 James Suckling, 95 Wine Spectator, 97 Falstaff, 94 Vinous, 94 Wine Advocate, 98 WinesCritic, 94 punti e Tre Stelle I Vini di Veronelli, 4 tralci Vitae. Orma 2020: 5 grappoli Bibenda, 95 punti, Tre Stelle e 1 faccino Doctor Wine, 95 punti e Tre Stelle da I Vini di Veronelli, 97 James Suckling, 96 Falstaff, 94 Wine Advocate, Tre Bicchieri Gambero Rosso. Vigna dell’Impero 2018: 5 grappoli Bibenda, la corona di Vini Buoni d’Italia, 92 doctorwine, 96 Jamessuckling, 95 Vinous, 95 Falstaff, 93 Wine Spectator e 97 WinesCritic. Crognolo 2020: 93 James Suckling, 92 Falstaff, 95 WinesCritic, 2 Bicchieri Gambero Rosso. Crognolo 25th Anniversary: 94 James Suckling, 96 WinesCritic
Moretti Cuseri, Vigne feudo Maccari, foto da comunicato stampa
Grande soddisfazione anche per le altre etichette che hanno riportato riconoscimenti meritevoli: i siciliani Olli (Grillo Sicilia DOC) che è stato inserito anche nella guida “Vini per tutte le tasche” di Cernilli e Rosé Neré (Nero d’Avola) di Feudo Maccari, oltre al toscano Vigna di Pallino di Tenuta Sette Ponti.
Vigne Moretti Cuseri in vegetazione, foto da comunicato stampa
I premi e riconoscimenti ottenuti nel 2022 dalle cantine della famiglia Moretti Cuseri sono il risultato di un lavoro costante e autentico, di un’arte enoica che affonda le sue radici nella storia e nelle tradizioni ma con uno sguardo al futuro e al gusto internazionale, sempre all’insegna della sostenibilità e di un profondo amore per la vigna.
Qualità, ricerca e innovazione unite alla salvaguardia degli antichi saperi, si rivelano il segreto per la produzione di grandi vini che ottengono consenso e lode sia nel panorama vinicolo italiano che internazionale.
Divinea Wine Tech SYmposium 2022: si rafforza l’idea di un ecostistema digitale per conoscere e ingaggiare I Wine Lover
Redazione
Il simposio – promosso dall’impresa tecnologica Divinea a Milano – si è trasformato in un hub di riflessioni e confronti sul mondo delle vendite dirette al consumatore e sull’enoturismo.
“Il momento di spingere l’acceleratore digitale nel mondo del vino è adesso” è l’appello della giornata di talk.
Innovazione digitale, vendite al consumatore e mondo del vino. Sono i tre temi intrecciati nel Wine Tech Symposium, l’evento annuale promosso dall’impresa tecnologica Divinea che quest’anno si è tenuto per la prima volta a Milano, rafforzando la sua identità di hub di riflessione su tecnologia e innovazione e di confronto sui temi legati al mondo del vino e dei suoi protagonisti. Una terza edizione che conferma il trend in crescita e che si presenta con un passo in più rispetto all’edizione precedente.
“Quest’anno abbiamo scelto una location che ci consentisse di raddoppiare il numero di partecipanti in presenza, ma questo non è stato sufficiente! Abbiamo dovuto organizzare su richiesta la diretta streaming per dare accesso a tutti quelli che non sono riusciti ad iscriversi.” Continua Roberto Villa, CMO di Divinea: “per noi la soddisfazione più grande è vedere l’atmosfera che si crea al Symposium: cantine da tutta Italia che si scambiano opinioni, prendo spunto dalle strategie dei colleghi e si portano a casa valore concreto per la loro quotidianità”.
Al centro di questa edizione il tema “Connecting The Dots – Un ecosistema digitale per conoscere, comunicare e ingaggiare wine lover e visitatori”. “L’edizione di quest’anno – spiega Matteo Ranghetti – co-fondatore di Divinea – si è trasformata in un vivace incubatore di riflessioni sulla tematica delle vendite dirette al consumatore e su come si possa crescere attraverso l’innovazione.
Abbiamo riunito voci e menti del mondo del vino e della tecnologia per aiutare le cantine e i produttori a vedere tutto il potenziale che è racchiuso nelle vendite dirette in cantina e di quanto sia fondamentale avere una visione unica di ogni punto di contatto del cliente con il brand – dalla visita in cantina all’acquisto on line o al wine club.
Il mercato vitivinicolo ha un grandissimo potenziale da esprimere in questo canale diretto con il consumatore, un’opportunità che va colta spingendo sull’acceleratore dell’innovazione. E questo è il momento perfetto perché è in atto una vera esplosione dell’enoturismo. Lo dicono anche i dati di Airbnb: le case in prossimità di un vigneto hanno registrato un vero e proprio boom di prenotazioni durante l’ultima stagione estiva”.
Alcuni ospiti della conferenza durante il talk di milano, foto da comunicato stampa
Ad aprire i lavori, l’intervento di Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’associazione de Le donne del Vino, e di Dario Stefàno, Onorevole del Senato della Repubblica, coautori del testo “Turismo del vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche “(Edagricole, Milano, 2020). “Dobbiamo prendere i turisti per la gola”, ha affermato Cinelli Colombini. “La maggior attrattiva dell’Italia verso gli stranieri non è tanto l’arte, ma l’enogastronomia”. L’enoturismo è il tema centrale del Symposium e soprattutto tutti gli strumenti per favorirlo, tra cui appunto la digitalizzazione.
“Il Covid ha dato un’accelerazione alla digitalizzazione non solo negli uffici pubblici”, ha infatti osservato Stefano. “anche nelle famiglie. Oggi abbiamo la necessità che anche le Cantine rispondano a queste esigenze. Ci agevola questo cambio generazionale. I giovani sono più attenti e predisposti, più attenti alla sfida del digitale, un recente censimento ISTAT mostra come le imprese agricole giovani, guidate da under 35, siano più digitalizzate, multifunzionali e competitive. Ora abbiamo una cultura diversa per poterlo fare e abbiamo anche risorse messe a disposizione. Possiamo sfruttarli per connettersi con il mondo”.
Il primo talk tutto al femminile e moderato da Cecilia Zanasi (fondatrice di ZedComm) è stato centrato sulla costruzione di una relazione duratura con i propri clienti in dialogo con imprenditrici vitivinicole di rilievo. Prima di tutte Chiara Soldati (Cavaliere del Lavoro) dell’azienda vinicola La Scolca che ha raccontato come l’azienda ha cercato di evolvere continuamente le forme di interazione con il cliente, a partire da una prima App nel 2005, e di come questo sia un percorso lungo, continuo, che trova risultati quando c’è professionalità.
Chiara Lungarotti di Cantine Lungarotti da giovanissima ha invece preso in mano le redini dell’azienda e negli anni ha dato grande luce all’Umbria facendola conoscere fuori dall’Italia e portando avanti un percorso d’innovazione prima intrapreso dal padre Giorgio, che è stato pioniere nella definizione di un museo aziendale per diffondere la cultura del vino, attrarre visitatori in azienda e comunicare il proprio brand.
“Nel 1974 la mia famiglia ha creato il Museo del vino di Torgiano – spiega Lungarotti – giudicato dal “The New York Times” “il migliore in Italia” per la qualità delle collezioni esposte, oltre tremila reperti che raccontano la storia del vino dagli etruschi ad oggi, un museo che ha incentivato in maniera determinante l’enoturismo nel territorio”.
Sabrina Tedeschi di Soc. Agricola F.lli Tedeschi rappresenta una delle famiglie storiche della Valpolicella e ha testimoniato come l’enoturismo sia in crescita e di come, attraverso la tecnologia Wine Suite, riescono oggi a rimanere in contatto con il visitatore e a farlo tornare. Marzia Varvaglione di Cantina Varvaglione è titolare di un’azienda di grandi numeri che riesce a gestire con successo la relazione con i propri clienti in Puglia, una terra dove non esisteva enoturismo e che l’azienda ha fatto crescere investendo molto in innovazione:
oltre ad essere tra le primissime aziende ad aver creduto in Divinea e nella soluzione Wine Suite, in occasione dell’ultimo Vinitaly hanno presentato un wine game con un App Mobile sviluppata per l’occasione.
Alcuni ospiti della conferenza, Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale, Wine Suite, foto da comunicato stampa
Connettere i processi aziendali in un’unica soluzione
Tema del secondo talk è stato “connettere i processi aziendali in un’unica soluzione” moderato da Veronica Mariani. Al centro tanti racconti di innovazione virtuosa, come quello di Giulia Corcos – Responsabile servizi B2B Tannico ha portato l’esperienza della divisione WinePlatform di Tannico che aiuta le aziende vitivinicole a gestire l’eCommerce e la spedizione di vino in tutto il mondo, e che di recente ha formalizzato la partnership con Divinea per connettere WinePlatform con Wine Suite.
Altri ospiti del talk di Milano, Divinea Wine Suite, l’ecosistema digitale per le cantine e winelovers, foto da comunicato stampa
“Una collaborazione che nasce dalla visione comune di voler semplificare il percorso digitale delle cantine – spiega Corcos – soprattutto in questo momento di rapida digitalizzazione. Puntare sul crm è fondamentale per guidare l’audience e aumentare la frequentazione di acquisto e lo scontrino medio, soprattutto per una cantina che ha un’offerta molto vasta e che ha quindi bisogno di targettizare la propria comunicazione”
O ancora Caterina Tienforti, Responsabile commerciale perSpotty Wi-Fi, che con la loro tecnologia offrono alle aziende vitivinicole la possibilità di raccogliere i dati e i relativi consensi gdpr delle persone che si collegano alla rete Wi-Fi della cantina. “La nostra esperienza viene dal mondo dell’hospitality, e abbiamo iniziato nella nostra città di provenienza, Riccione. – spiega Tienforti – Qui la concorrenza è altissima e i dati fanno la differenza. La nostra intuizione è stata quella di semplificare il passaggio della richiesta del wi-fi per attingere ai dati dei clienti, che prima non venivano tracciati.
A questo abbiamo aggiunto anche la richiesta di un commento sull’ospitalità per migliorare l’esperienza” Matteo Cunial, Chief Revenue Officer xFarm, ha portato l’esperienza della sua startup che punta alla digitalizzazione dell’agricoltura, fornendo strumenti innovativi che possono affiancare gli imprenditori agricoli e gli attori della filiera agroalimentare nella gestione delle loro aziende.
Nata da agricoltori e disegnata su misura per il settore agrario, ha come focus principale la semplicità di utilizzo, l’intuitività e la completa adattabilità alle realtà agricole. “Abbiamo costruito un ecosistema digitale per migliorare il prodotto che viene raccolto nel campo, facendo digitalizzazione allo scopo di rispondere alla sempre maggiore sensibilità sulla tematica della sostenibilità: vogliamo essere degli alleati delle aziende per valorizzare il loro prodotto sul mercato, valorizzando i dati che raccogliamo direttamente sul campo, attraverso un’applicazione agricola”.
Alessandro Manoni, Area Manager APRA, ha presentato questa azienda italiana nata più di 40 anni fa, facente parte dell’ecosistema Var Group, leader italiano nel settore dell’Information Technology, che da anni accompagna le imprese nel percorso di digitalizzazione grazie ad una profonda conoscenza del settore e delle tecnologie abilitanti alla crescita aziendale. “i-Wine è molto più di un sistema gestionale – spiega Alessandro Manoni – è la soluzione ERP al servizio delle aziende che affrontano le sfide di un mercato in continua evoluzione. La Suite gestisce tutte le esigenze della filiera vitivinicola: campagna, cantina, laboratorio, produzione, supply chain, qualità, finance e molto altro”.
Altro argomento trattato del talk è stato quello spinoso e delicato del trattamento dei dati, ma assolutamente necessario dal punto di vista normativo. A questo proposito è intervenuto André Luiz Silva, Chief Tecnology e Data Officer di Divinea, che ha sottolineato: “Noi di Divinea fin dall’inizio, abbiamo gestito il processo di raccolta e trattamento dei dati nel pieno rispetto delle normative, con l’intento di semplificare le attività per le cantine. Per noi è prioritario raccogliere da subito tutti i consensi di privacy possibile e a tutti i livelli, per poi tracciare l’origine dei dati, anche quelli raccolti su piattaforme esterne. Non ultimo, diamo alle cantine la capacità di usarli nella maniera giusta rispettando tutte le normative. Quando si parla di privacy non si può sbagliare, c’è un rischio altissimo e le regole devono essere rispettate”.
Nel terzo talk il tema di discussione è stata la definizione di una formula per incrementare le vendite direct-to-consumer con la moderazione di Francesco Minetti di Well Com. Raffaele Boscaini – Masi, in rappresentanza di un marchio storico del vino italiano con 250 anni di storia, ha sviluppato progetti di eccellenza enoturistica italiana come la Masi Wine Experience con 20k visitatori annui e condiviso un progetto di prossimità verso il consumatore finale, con wine shop in ognuna delle nostre tenute e punti di somministrazione e wine bar per creare una relazione diretta con il consumatore.
“Gli ultimi anni hanno portato dei cambiamenti molto importanti e hanno segnato una discontinuità che ha accelerato un processo in essere, quello di arrivare al consumatore finale. – spiega Raffaele Boscaini – Il passaggio di Masi Wine Experience non è stato un passaggio facile, ma molto meditato. L’occasione è nata ancora una volta dalla discontinuità che ha permesso di essere vicini al consumatore attraverso l’online. Masi Wine Experience è iniziato con l’apertura delle tenute, attrezzandole con rivendite e punti di ristorazione caratterizzati dal nostro vino.
Un concetto di ristorazione nuovo, che noi chiamiamo “wine first”, che ha preso forma dal Lago di Garda a Zurigo, da Cortina d’Ampezzo a Monaco di Baviera nella via della moda. Tanti luoghi lontani tra loro dove la raccolta dei dati è un punto complesso, e diventa fondamentale avere gli strumenti per coordinare tutti i punti e tutti i dati raccolti”.
Altra presenza importante, quella di Alessandro Marzotto di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, con una testimonianza positiva: l’azienda è uscita dal biennio della pandemia con un fatturato record che nel 2021 si è attestato a 220,4 milioni di euro con un EBITDA pari al 35,9% – record sia in termini di ricavi che di redditività. Per ottenere i risultati il Gruppo ha operato con una strategia multicanale (export, horeca, presenza sulle principali piattaforme eCommerce e vendite dirette) e potenziando la digitalizzazione dell’azienda.
A inizio del 2022 è stato ufficializzato l’acquisto della maggioranza della cantina ROCO Winery in Oregon, una possibilità ulteriore di vendere i vini del Gruppo direttamente al consumatore finale in alcuni Stati americani. “La sfida, – sottolinea Marzotto – iniziata ma non ancora vinta, è quella di riuscire a cambiare l’approccio. Bisogna partire dal bisogno del consumatore di oggi e riuscire a definire un sistema capace di mettere in relazione i punti di contatto che sono tantissimi: la presenza fisica, gli eventi e tutto il mondo digitale, dai social all’ e-commerce”.
Martina Arditi – Cinque Quinti è testimone di un percorso vitivinicolo certamente più recente, ma che è già una referenza per il mondo enoturistico e per le vendite dirette al consumatore. “Abbiamo lavorato – spiega Martina Arditi – per dare al consumatore la possibilità di restare da noi. Abbiamo investito sugli spazi, con una corte e una terrazza panoramica, e alla classica degustazione abbiamo integrato un servizio wine bar. Cerchiamo poi di offrire sempre esperienze nuove, come il cinema sotto le stelle, trekking, wine dinner o l’invito di persone conosciute”.
Gianni Daniele dell’azienda Tredaniele in Cilento, una zona con flussi turistici costanti, ma non sempre legati all’enoturismo. L’azienda ha avviato la sua attività enoturistica come esperimento solo tre anni fa, arrivano quest’anno a gestire più di 3.000 visitatori nella sola stagione estiva. “Ha funzionato parlare non solo di vino, ma anche di cibo, musica e tradizione. Nel futuro la nostra idea è quella di studiare progetti nuovi, coinvolgendo altre attività, come il trekking”.
Divinea, nata nel 2019, è l’impresa tecnologica specializzata in prodotti e servizi digitali per il settore vitivinicolo. L’obiettivo è quello di incentivare l’incontro tra le cantine italiane e i consumatori finali, attraverso tecnologie digitali disegnate per incrementare le vendite di vino dirette e migliorare l’esperienza d’acquisto dei consumatori finali. Wine Suite è la piattaforma di CRM e marketing sviluppata da Divinea e utilizzata da oltre 200 aziende vitivinicole.
È uno strumento unico e integrato che permette di: vendere più vino direttamente ai consumatori privati migliorare e personalizzare l’esperienza di acquisto del cliente sia in cantina che online risparmiare tempo nella gestione delle attività enoturistiche, dalla promozione alla vendita con pagamento online automatizzare la raccolta dati dei clienti per ingaggiarli e fidelizzarli attraverso attività di marketing mirato
Sulle piste da sci di Coppa del Mondo si brinda con il Valdobbiadene DOCG Drusian
Redazione
Domenica 18 e lunedì 19 dicembre in Alta Badia torna la Coppa del Mondo di sci alpino maschile sulla mitica Gran Risa. Nell’area hospitality protagoniste le bollicine della Cantina Drusian.
Logo Cantina Drusian da comunicato stampa
È una delle piste più tecniche e impegnative di tutto il Circo Bianco, sulle sue ripide curve e vertiginose pendenze Alberto Tomba ha celebrato alcuni dei suoi più grandi successi e tanti altri atleti, da Bode Miller e Marcel Hirscher, si sono dati appuntamento per cercare di salire sul gradino più alto del podio.
Domenica 18 e lunedì 19 dicembre, sulla pista Gran Risa in Alta Badia, torna la Coppa del Mondo di sci alpino maschile. Tantissimi appassionati assisteranno dal vivo a due giorni di grande agonismo dove i migliori sciatori internazionali cercheranno di vincere gli slalom giganti in programma.
Alta Badia Coppa del Mondo Sci, foto da comunicato stampa
Nella area hospitality Red Bull Energy Lounge sarà possibile assistere alle gare in compagnia di un calice di Valdobbiadene DOCG Drusian. Le bollicine della storica azienda veneta che opera nel cuore delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio UNESCO, sarà presente in questa esclusiva location, che include un’ampia terrazza nel parterre della Gran Risa, adiacente alla Team Zone che ospita gli atleti.
Francesco Drusian titolare Cantina, foto da comunicato stampa
“In questa mitica pista dell’Alta Badia si celebra da sempre una delle gare più entusiasmanti della Coppa del Mondo di sci alpino, immersi in uno scenario emozionante e che dà lustro a questo magnifico territorio, le Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, circondati da tante persone che condividono la stessa passione per la montagna e lo sci”
spiega Francesco Drusian, terza generazione al timone dell’azienda di famiglia e che rappresenta una delle realtà più significative all’interno del territorio della DOCG Conegliano-Valdobbiadene.
“Per noi è stato quindi spontaneo pensare di collaborare con Alpine Ski World Cup, perché abbiamo grande affinità con i valori che animano questo sport e questi luoghi: il profondo legame e il desiderio di valorizzazione del territorio di appartenenza insieme alla grande passione per il proprio lavoro che ci guida quotidianamente”.
Drusian Valdobbiadene DOCG nelle piste da sci 2022, le colline con le vigne della cantina, foto da comunicato stampa
Gli ospiti della Red Bull Energy Lounge potranno degustare il Valdobbiadene DOCG Brut, ottenuto esclusivamente con uve Glera di collina raccolte a mano e spumantizzate in autoclave con il metodo Martinotti Charmat. “È un vino di grande finezza, fruttato e dal sorso asciutto – conclude Francesco Drusian –. È ideale come aperitivo o anche con piatti più impegnativi, ma in generale è perfetto da condividere in compagnia in occasione di momenti spensierati ed emozionanti, come certamente vivranno coloro che saranno presenti sulla Gran Risa”
Seguiamo scrupolosamente tutte le operazioni in vigna, perché un buon vino nasce per prima cosa da una vite sana e forte, coltivata con attenzione e nel rispetto dell’ambiente. Solo in questo modo possiamo ottenere grappoli d’uva dalle caratteristiche tanto speciali che in bottiglia non occorre aggiungere altro.
Chiudete gli Occhi e Assaporate la Pura Espressione delle Uve Glera.
Nelle nostre colline la vendemmia avviene esclusivamente a mano. Questo ci consente di preservare l’integrità dei grappoli che, una volta arrivati in cantina, vengono sottoposti ad una pressatura soffice, per salvaguardare la qualità del mosto.
I lieviti che utilizziamo sono autoctoni, ideali per le loro caratteristiche di purezza e finezza fermentativa perché il nostro Prosecco Superiore deve essere la pura espressione della fine aromaticità delle uve Glera.
Lo storico gruppo vinicolo presenta i risultati della propria strategia di sviluppo sostenibile e i traguardi previsti per il 2025, tra i quali la completa conversione al biologico delle 9 tenute. Con una dotazione finanziaria ingente, di quasi un terzo degli investimenti annuali, Ruffino mira ad avere un ruolo di traino per la rivoluzione sostenibile del comparto enologico.
Logo azienda Ruffino da comunicato stampa
Si è svolto ieri mattina a Palazzo Mezzanotte – noto come Palazzo della Borsa – l’evento stampa voluto da Ruffino per fare un punto sulla propria strategia di sviluppo sostenibile, Ruffino Cares. Per l’ampiezza degli obiettivi ambientali e sociali posti, il volume degli investimenti stanziati e il numero di portatori di interesse toccati, Ruffino costituisce oggi uno dei player più ambiziosi nell’intero comparto enologico italiano. Forte di circa 29 milioni di bottiglie annualmente prodotte, 83 paesi del mondo serviti e 123,2 mln di Euro di fatturato (2022), il gruppo vuole imprimere uno stimolo decisivo per tutto il settore.
Il panel dell’evento è stato guidato da Marco Frey, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso la Scuola Superiore Universitaria Sant’Anna di Pisa e presidente della Fondazione Global Compact Italia, organismo delle Nazioni Unite. Sono intervenuti Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato di Ruffino, Thomas Blasi, CSR & Environment Specialist di Ruffino e Lorena Troccoli, Agronoma e Ruffino Estate Manager.
Ruffino oltre la sostenibilità. L’agenda 2025, foto da comunicato stampa
Ruffino Cares, progetto nato nel 2018 come marchio contenitore di iniziative legate alla Responsabilità Sociale d’Impresa, oggi vera e propria strategia, mette al centro lo sviluppo sostenibile come rappresentato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) applicati al comparto vitivinicolo. L’ambiente è solo uno dei quattro pilastri che sorreggono questo percorso, accanto a politiche aziendali orientate alla diversità e all’inclusione, promozione del bere responsabile a vantaggio della società e del comparto, impegno verso gli altri e in particolare verso le comunità locali. L’obiettivo più generale è quello di trasformare il glorioso brand toscano in un brand for purpose, ossia un brand che antepone il benessere delle persone in qualsiasi scelta.
Ruffino ha infatti stanziato un budget senza precedenti di circa 11 milioni di euro, cioè il 28% sugli investimenti annuali del gruppo, distribuito su sette anni (dal 2019 al 2025), per mettere in pratica il processo di conversione delle proprie attività produttive verso ambiziosi quanto necessari standard.
“Casi come quello di Ruffino – sostiene il prof. Marco Frey – mostrano un assunto fondamentale della sostenibilità: è possibile, oltre che necessario, fare meglio con meno. Il volume di vino prodotto negli ultimi decenni in Italia è assai diminuito, ma il comparto è cresciuto perché sono cresciuti il valore della produzione, la qualità e l’export. In questo senso, l’enologia italiana sta compiendo un percorso emblematico che rispecchia il ruolo cruciale delle aziende, accanto alle istituzioni e ai cittadini, nel rendere il cambiamento possibile”.
Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato di Ruffino e vice presidente di Unione Italiana Vini, foto da comunicato stampa
Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato di Ruffino e vice presidente di Unione Italiana Vini, afferma: “In questa gara non c’è chi arriva primo e chi arriva ultimo, ma bisogna arrivare tutti. Le attività del settore vitivinicolo sono in regime di interdipendenza con la disponibilità di risorse naturali (risorse energetiche, acqua, clima, suolo, aria ed ecosistema) e col tessuto socioeconomico nel quale si collocano”.
Per questo è fondamentale, in un’ottica di sostenibilità complessiva e a lungo termine, che un’impresa vitivinicola che si voglia dire sostenibile adotti sistemi produttivi e condotte che preservino le risorse naturali, ne affinino le modalità di utilizzo e migliori anche le condizioni sociali ed economiche del proprio territorio” conclude Sartor.
È perciò indispensabile che tutti gli stakeholder siano coinvolti in questo progetto, a partire dalle aziende coinvolte nell’intera filiera. Parallelamente alla conversione biologica delle 9 tenute che sarà completata con la vendemmia 2024, gli obiettivi Ruffino 2025 prevedono di rendere la propria filiera al 100% sostenibile, facendo da traino anche per le realtà più piccole del proprio indotto, attraverso un taglio delle emissioni del 15% per arrivare al 50% nel 2030, un aumento del 15% dei rifiuti mandati in riciclo per arrivare a zero rifiuti nel 2050, una riduzione dell’utilizzo dell’acqua integrata a un aumento del 25% delle acque riutilizzate nel processo di produzione.
Da Sinistra Marco Frey, Lorena Troccoli, Sandro Sartor, Thomas Blasi, foto da comunicato stampa
A questi obiettivi, si aggiungono le molte necessarie certificazione e azioni come quelle sulla valorizzazione della biodiversità, sul sostegno al tessuto sociale locale e sull’inclusione di categorie svantaggiate portando una visione olistica che vuole andare oltre lo stesso concetto di sostenibilità. E l’attiva adesione a tutte le iniziative collettive possibili, tra cui il contributo diretto alla redazione di un “Disciplinare del sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola” che fornisca un quadro normativo condiviso in Italia.
Ruffino Oltre la sostenibilità 2023, foto da comunicato stampa
Con l’anno fiscale 2022 Ruffino ha pubblicato il suo quarto bilancio di sostenibilità certificato. Sebbene non esista per legge un modello unico a cui attenersi, le informazioni che Ruffino ha rendicontato seguono le linee guida internazionalmente riconosciute del Global Reporting Initiative. La verifica della solidità dei dati presenti nel bilancio di sostenibilità, c.d. assurance, è stata affidata alla società DNV assicurando il raggiungimento delle linee guida prefissate da Ruffino.
Le 130 aziende selezionate,simbolo della vernice di Vinitaly, il 1° Aprile 2023
OperaWine, articolo: OperaWine 2023: “The italian Wine dream”, foto da comunicato stampa
8 novembre 2022: nella cornice di Veronafiere, all’interno dell’appuntamento annuale di Wine2Wine, i vertici della fiera e Wine Spectator rivelano i nomi delle 130 aziende selezionate all’interno dell’ambìta selezione di Operawine, destinate a varare ogni nuova edizione di Vinitaly, anno dopo anno.
Il meglio del Made in Italy enologico che dialoga con il mercato estero, in particolare con quello americano, in tutte le sue sfumature: vini rossi, bianchi, rosati e bollicine iconiche. È dunque un vero e proprio Italian Wine Dream quello che fa del vino italiano un’incontrastata passione per gli americani.
La Toscana detiene il primato numerico con la partecipazione di 35 cantine, seguita dalle 19 del Piemonte, poi il Veneto rappresentato da 19 aziende, 10 cantine dalla Sicilia e 8 quelle Campane.
Ecco i numeri relativi alle macroaree, per comprendere la portata del prestigioso tasting: 57 imprese dal nord, 44 dal Centro e 29 dal Sud.
Immagine di rappresentanza da sito ufficiale
I 10 nuovi ingressi rispetto alla selezione del 2022 confermano quanto Wine Spectator sia in grado di influenzare le scelte di Lifestyle enoico dei consumatori nei mercati di riferimento. Gli Stati Uniti rappresentano storicamente lo sbocco principale in materia di export di vino italiano, con circa 2,3 miliardi di euro a valore registrati nel 2021, il che significa quasi 1/3 delle esportazioni statunitensi.
La forza del dollaro ha fatto sì che la domanda americana soffrisse in misura minore rispetto ad altri surplus dei costi dovuti all’inflazione: secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly – le importazioni di bollicine italiane sono ancora in terreno positivo (+6% in volume e +8 in valore) mentre è in calo la domanda dei vini fermi tricolore (-7,2% in volume e -1,3% in valore).
Restate sintonizzati, o forse sarebbe meglio dire stay tuned, per scoprire quali saranno i vini interpreti dell’eccellenza, presenti il 1° aprile a Verona.
Foto di copertina eventi da sito
L’ELENCO COMPLETO DEI PRODUTTORI DI OPERAWINE 2023
Le aziende selezionate da Wine Spectator per l’edizione di quest’anno sono 130 (come nel 2022, contro i 186 del 2021, edizione speciale per il decimo anniversario, 103 del 2019 e 107 del 2018).
Abruzzo Masciarelli
Basilicata d’Angelo
Basilicata Elena Fucci
Basilicata Grifalco della Lucania
Calabria Librandi
Campania Mastroberardino
Campania Feudi di San Gregorio
Campania Quintodecimo
Campania Montevetrano
Campania San Salvatore
Campania Colli di Lapio
Campania Terredora di Paolo
Campania Salvatore Molettieri
Emilia-Romagna Tenuta Pederzana
Friuli/Venezia-Giulia Vie di Romans
Friuli/Venezia-Giulia Marco Felluga
Friuli/Venezia-Giulia Bastianich
Friuli/Venezia-Giulia Livio Felluga
Friuli/Venezia-Giulia Gravner
Friuli/Venezia-Giulia Jermann
Lazio Famiglia Cotarella
Liguria Cantine Lunae Bosoni
Lombardia Guido Berlucchi
Lombardia Ca’ del Bosco
Lombardia Conte Vistarino
Lombardia Nino Negri
Lombardia Bellavista
Lombardia Arpepe
Lombardia Rainoldi
Marche Umani Ronchi
Marche Garofoli
Marche Bisci
Molise Catabbo
Piemonte Produttori del Barbaresco
Piemonte Pio Cesare
Piemonte Cavallotto
Piemonte Giacomo Borgogno & Figli
Piemonte Vietti
Piemonte Paolo Scavino
Piemonte Aldo Conterno
Piemonte Marchesi di Barolo
Piemonte Massolino
Piemonte Elvio Cogno
Piemonte G.B. Burlotto
Piemonte G.D. Vajra
Piemonte Oddero
Piemonte Pecchenino
Piemonte Renato Ratti
Piemonte Giuseppe Mascarello & Figlio
Piemonte Falletto di Bruno Giacosa
Piemonte Luciano Sandrone
Piemonte Roagna
Puglia Tormaresca (Antinori)
Puglia Masseria Li Veli
Puglia Leone de Castris
Sardegna Agricola Punica
Sardegna Argiolas
Sicilia Cusumano
Sicilia F. Tornatore
Sicilia Planeta
Sicilia Morgante
Sicilia Donnafugata
Sicilia Tasca d’Almerita
Sicilia Feudo Montoni
Sicilia Benanti
Sicilia Tenuta delle Terre Nere
Sicilia Graci
Trentino-Alto Adige Cantina Nals Margreid
Trentino-Alto Adige Elena Walch
Trentino-Alto Adige Cantina Terlano
Trentino-Alto Adige Ferrari
Trentino-Alto Adige Tenuta San Leonardo
Toscana Tenuta San Guido
Toscana Tenuta Sette Ponti (Feudo Maccari)
Toscana Ornellaia
Toscana San Filippo
Toscana Castello Banfi
Toscana Siro Pacenti
Toscana Biondi-Santi
Toscana Casanova di Neri
Toscana Il Poggione
Toscana Poggerino
Toscana Barone Ricasoli
Toscana Rocca delle Macìe
Toscana Istine
Toscana San Felice
Toscana Lamole di Lamole
Toscana San Giusto a Rentennano
Toscana Tenuta di Trinoro (Passopisciaro)
Toscana Vecchie Terre di Montefili
Toscana Le Macchiole
Toscana Mazzei (Castello di Fonterutoli)
Toscana Petrolo
Toscana Altesino
Toscana Canalicchio di Sopra
Toscana Carpineto
Toscana Castello di Monsanto
Toscana Castello di Volpaia
Toscana Marchesi de’ Frescobaldi
Toscana Valdicava
Toscana Boscarelli
Toscana Castellare di Castellina (Rocca di Frassinello & Feudi del Pisciotto)
Toscana Fattoria di Fèlsina
Toscana Fontodi
Toscana Castello di Albola
Toscana Castello di Ama
Toscana Rocca di Montegrossi
Umbria Scacciadiavoli
Umbria Tabarrini
Umbria Arnaldo Caprai
Umbria Lungarotti
Umbria Antinori /Castello della Sala
Valle d’Aosta Les Crêtes
Veneto Romano Dal Forno
Veneto Tommasi (Paternoster)
Veneto Masi
Veneto Tommaso Bussola
Veneto Zenato
Veneto Tedeschi
Veneto Allegrini
Veneto Monte del Frà
Veneto Gini
Veneto Leonildo Pieropan
Veneto Prà
Veneto Roberto Anselmi
Veneto Suavia
Veneto Bertani
Veneto Zymè
Veneto Masottina
Veneto Nino Franco
Ed ecco le 10 le aziende che parteciperanno per la prima volta a OperaWine:
1.Colli di Lapio
2.San Salvatore
3.Conte Vistarino
4.Masottina
5.Giacomo Borgogno & Figli
6.Feudo Montoni
7.Cantina Nals Margreid
8.Lamole di Lamole
9.Vecchie Terre di Montefili
10.Monte del Frà
Graziano Prà affida a Zed-comm le attività di ufficio stampa e media relation
Redazione
Per raccontare i suoi vini, che nascono sulle colline del Soave, Graziano Prà ha scelto Zed_Comm come partner per le attività di comunicazione, ufficio stampa e pubbliche relazioni.
Prà Wines, foto da comunicato stampa
L’obiettivo è quello di mettere in luce la tradizione vitivinicola dell’azienda che produce vini di prestigio nel rispetto del territorio del Soave, veicolando ai media locali e nazionali notizie corporate, lanci di prodotti ed eventi per avvicinare la stampa del settore vinicolo, ma anche food e lifestyle.
Graziano Prà è un vignaiolo autentico, cresciuto come viticoltore e diventato enologo, che dal 1983 ha deciso di produrre i suoi vini solo da uve autoctone per far emergere e quindi esaltare ciò che dona il suo territorio. Lo studio legato alla longevità dei suoi grandi Soave e la ricerca di un prodotto dalla qualità sempre eccellente, ha portato l’azienda ad essere tra i pionieri e primi sostenitori in Italia del tappo a vite, con cui oggi imbottiglia tutti i suoi vini bianchi.
Graziano Prà e il mondo della comunicazione 2022, foto da comunicato stampa
Oggi Graziano Prà produce cinque etichette provenienti dai terreni del Soave – Otto, Staforte, Monte Grande, Colle Sant’Antonio e Passito Bianco delle Fontane – e la linea Morandina dai vigneti in Valpolicella, con i rossi Valpolicella, Ripasso e Amarone della Valpolicella.
Barricaia della cantina Prà, foto da comunicato stampa
L’obiettivo dell’agenzia sarà quello di valorizzare al meglio il posizionamento di Prà e dei suoi vini, entrando nel dettaglio dell’attività dei vignaioli e delle scelte in cantina, dando voce ai protagonisti, aumentandone le occasioni di visibilità mediatica e rafforzando la mission dell’azienda. La stessa strategia farà da guida anche sui profili Facebook ed Instagram, dove il pubblico di consumatori potrà appassionarsi al lavoro dell’azienda.
I vini della cantina Prà, foto da comunicato stampa
Zed_Comm, con sedi a Milano e Verona, opera da 25 anni offrendo strategie di comunicazione tailor-made in grado di potenziare la reputation dei clienti. Nata dall’esperienza della sua fondatrice Cecilia Zanasi nei settori della pubblicità e dell’organizzazione di eventi a livello internazionale, oggi è composta da un team di professionisti con esperienze polivalenti nella comunicazione.
Questo permette di operare nelle pubbliche relazioni, offrendo forme di comunicazione innovative, organizzazione di eventi, progetti di marketing, social media e digital PR che vengono proposti ai Clienti accanto ai tradizionali servizi di ufficio stampa, consulenza pubblicitaria e media relation.
Le Eccellenze di Castello di Spessa: una riserva aziendale di vini di alta qualità e rari distillati, custoditi nella storica cantina di invecchiamento
Redazione
Alta qualità senza compromessi: è questo il principio che viene perseguito a Castello di Spessa.
Sin dagli anni ‘80, il proprietario Loretto Paliha compreso il potenziale di invecchiamento dei vini del Collio e la vocazione alla base della lunga tradizione vitivinicola di Castello di Spessa. Per questo motivo, è nata la selezione Le Eccellenze, di cui fanno parte il metodo classico Amadeus V.S.Q. Brut Millesimato, il Collio Bianco D.O.C. San Serff e il Collio Rosso D.O.C. San Serff.
Si tratta dei vini più rappresentativi dell’azienda, che escono sul mercato dopo un lungo periodo di affinamento nelle cantine medievali di Castello di Spessa, e in quella ricavata nel bunker militare sotterraneo, realizzato nel 1939 e riscoperto durante i lavori di ristrutturazione del 1987. Alla profondità di 18 metri e con una temperatura costante di 14°C, è il luogo ideale per la conservazione e la maturazione dei vini secondo la visione di Loretto Pali.
Loretto Pali con Enrico Paternoster, articolo: Le Eccellenze di Castello di Spessa 2022
A queste riserve, si aggiungono due rarità nel campo della distillazione: il Brandy Casanova X.O. e la Grappa Riserva del Conte Ludovico di Spessa, realizzate in collaborazione con una storica distilleria della zona, attiva dalla fine dell’‘800 e lungamente invecchiate anch’esse nella cantina del castello.
Ogni anno, dalla selezione Le Eccellenze vengono prelevate circa mille bottiglie per tipologia, destinate alla riserva aziendale, un tesoro di vecchie annate che ha pochi eguali.
Oggi, la cantina ne custodisce qualche migliaio di esemplari che, oltre a costituire un patrimonio aziendale di inestimabile valore, rappresentano la memoria storica di Castello di Spessa.
Etichette senza tempo che richiamano una vocazione viticola lunga secoli e una visione lungimirante iniziata 40 anni fa.
Azienda Agricola Castello di Spessa, foto da comunicato stampa
LE ECCELLENZE
Amadeus V.S.Q. Brut Millesimato 2017. 83% Chardonnay, 17% Pinot Nero. Ottenuto da mosti di prima qualità: raccolta manuale delle uve e pressatura soffice a grappolo intero, con resa massima del 50%. La prima fermentazione avviene parte in acciaio e parte in barrique di rovere francese, per enfatizzarne la complessità. Successivamente alla presa di spuma, riposa per 40 mesi sur lattes per esprimere al meglio un perlage finissimo.
Collio Bianco D.O.C. San Serff 2013. Prevalentemente da uve Pinot Bianco, accuratamente selezionate e coltivate in un vigneto del 1993. La fermentazione alcolica e quella malolattica avvengono in barrique, dove il vino sosta per circa 6 mesi; segue, poi, un lunghissimo affinamento in bottiglia. Vino di straordinaria struttura che ne consente un lungo invecchiamento.
Collio Rosso D.O.C. San Serff 2007. Un blend di Merlot e Cabernet Sauvignon, da una vigna del 1998. La fermentazione alcolica avviene in tini di rovere, mentre la malolattica in acciaio. Seguono la permanenza in barrique per 24 mesi, quindi un lunghissimo affinamento in bottiglia. Vino avvolgente e complesso.
Brandy Casanova X.O. Da vini bianchi del Collio, distillati in alambicchi. Invecchiato per oltre 40 anni in botte di rovere, è un distillato da meditazione raro e dall’ampio bouquet aromatico.
Grappa Riserva del Conte Ludovico di Spessa. Dalla distillazione di vinacce di Merlot e Cabernet Sauvignon, invecchiata per circa 20 anni in barrique di Allier. Grappa di grande morbidezza e dalle molte sfumature.
Vigna dell’azienda agricola Castello di Spessa, foto da comunicato stampa
L’ORIGINE DEI NOMI
Uomini illustri sono passati o hanno risieduto a Castello di Spessa. I nomi scelti per Le Eccellenze, etichette che fidano il tempo, rendono omaggio alla storia secolare del castello e ai suoi ospiti, quando il Collio era una cerniera tra mondi e culture diverse.
A Wolfgang Amadeus Mozart è dedicato il Metodo Classico Amadeus V.S.Q. Brut Millesimato. Il librettista di Mozart, Lorenzo Da Ponte, fresco di esilio da Venezia, trovò rifugio al Castello di Spessa attorno al 1780, in qualità di cappellano privato del Conte Luigi della Torre. In favore del suo protetto, il conte organizzò la cena di Capodanno del 1780, al termine della quale si disputò, tra la vasta cerchia di amici invitati, una partita di gioco allo scopo di fornire Da Ponte dei mezzi utili ad affrontare il viaggio da Gorizia a Dresda, dove avrebbe intrapreso la sua fortunata attività di librettista. Nelle sue memorie, Da Ponte ricorderà sempre con affetto e gratitudine il gesto del “Conte Torriano”.
La Vendemmia a castello di Spessa, foto da comunicato stampa
Le due riserve Collio Bianco D.O.C. San Serff e Collio Rosso D.O.C. San Serff sono in onore del barone triestino e uomo di affari Demetrio Economo di San Serff che, agli inizi del ‘900, acquistò il castello e gli appezzamenti limitrofi, ricostituendo l’integrità originaria della tenuta, andata parzialmente smembrata nei due secoli precedenti. San Serff provvide inoltre a ristrutturare i vigneti e il magnifico parco che, ancora oggi, circonda il maniero. Grazie a lui iniziarono i lavori per modificare anche la parte del palazzo che comprende le cantine.
Il Conte Luigi Torriani, omaggiato con la grappa a lunghissimo invecchiamento Grappa Riserva del Conte Ludovico di Spessa, fu un personaggio illustre, le cui origini risalgono a Carlo Magno. Uomo eclettico e deciso, fu famoso per le sue molte attività e per l’amicizia e l’ospitalità verso i personaggi e gli uomini di cultura più in vista del suo tempo. Fu un magnifico padrone di casa, che omaggiava i suoi ospiti con sontuosi banchetti e con l’ottimo vino prodotto a Spessa, già famoso per la sua qualità.
Il Brandy Casanova X.O. celebra un altro grande nome legato a Castello di Spessa, quello di Giacomo Casanova, che qui fu ospite nel corso del 1773, poco prima del rientro a Venezia. Nella sua opera “Histoire de ma vie”, il celebre libertino dedica svariate pagine alla sua permanenza al castello, dove raccontava di un “vin bianco eccellente” prodotto dalle vigne di proprietà. Furono l’amore per la servetta Sgualda e la conseguente gelosia del Conte Luigi Torriani a interromperne rocambolescamente il soggiorno
Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022
Di Elsa Leandri
Andiamo in Sicilia, a Butera, in provincia di Caltanissetta. Città medievale che sorge su una collina di circa 400 m s.l.m. In questo territorio scosceso, come ricorda la stessa etimologia araba della città (بوتيرة -Butirah- luogo scosceso), si trova la cantina PietraCava, di proprietà della famiglia Ortoleva.
I vini in campionatura della cantina Pietra Cava, articolo: Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022
L’AZIENDA
Nella Contrada di Chiarchiaro ad affiancare Domenico Ortoleva, che dal 2004 si è completamente dedicato alla viticoltura, è entrato da poco in azienda il figlio Antonino, biotecnologo di formazione. Con Antonino si va a ampliare il percorso iniziato dal padre Domenico puntando a un’ulteriore consapevolezza del proprio territorio: studio delle varie parcelle (conformazione del terreno, esposizione, altitudine, etc.) per individuare il giusto habitat per i diversi vitigni.
Sui 20 ettari di proprietà principalmente di natura calcarea si esprimono numerose varietà nazionali (Grillo, Inzolia, Nero d’Avola) e internazionali (Chardonnay, Syrah), vinificate rigorosamente in purezza seguendo i dettami dell’agricoltura biologica.
L’azienda propone 4 linee di vini in produzione: I Camei, ideali per un aperitivo tra amici, i Monili, che offre vini semplici ma al contempo di valore, Le Luci, in cui co-protagonista vuole essere il territorio siciliano sempre baciato dal sole, e infine Le Terrecotte, con vini maturati in ambiente ossidoriduttivo.
LA DEGUSTAZIONE
In degustazione abbiamo avuto modo di assaggiare tre di queste linee produttive.
I CAMEI
SOFALÉ 2020- Moscato 100%
Giallo Paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo vegetale con sentori di timo, salvia e macchia mediterranea accompagnato da cenni agrumati e floreali di gelsomino, fiori d’arancio e biancospino. In bocca è caratterizzato da una decisa sapidità che lascia la bocca, un po’ troppo velocemente, con richiami di pompelmo.
Questo vino è stato degustato nell’annata 2018 da Piergiorgio Ercoli in “Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato PietraCava”.
SOFALÉ 2020- Moscato 100% Pietra cava
I MONILI
ÒNEIROS 2018- Syrah 100%
Rubino vivace. Si apre con frutta di bosco quale mora e ciliegia per poi svelare sentori floreali di rosa rossa e un ricco corredo vegetale ( incenso, oliva nera, rosmarino e macchia mediterranea). In chiusura leggera spaziatura. Entra avvolgente con un tannino elegantemente integrato. Finale di confettura di prugna.
ÒNEIROS 2018- Syrah 100% Pietra Cava
SEPTIMO 2019- Nero d’Avola 100%
Rosso carminio impenetrabile. Al naso ci racconta dei frutta scura e in confettura, di pot pourri di
rosa e peonia. Eleganti le note vegetali e speziate di tamarindo, bacche di ginepro e cardamomo. Tannino ancora scalpitante che non offre una completa piacevolezza di beva. Qualche anno in bottiglia sono ancora necessari per poterlo apprezzare appieno.
SEPTIMO 2019- Nero d’Avola 100% Pietra Cava
LE LUCI
MANAAR 2016- Nero d’Avola 100%
Carminio fitto con riflessi rubino. Echi di confettura di mora e di prugna, di rosa e glicine appassiti arricchiti da note speziate di cannella, cardamomo e liquirizia e di tabacco e cuoio. Al sorso è piacevole con un tannino ben sostenuto dalla freschezza che dinamicizza la bocca. Finale con effluvi mentolati.
Calice di Manaar Pietra Cava, articolo: Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022
Degustazione eseguita da Elsa Leandri
Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
Ecco un assaggio delle centinaia di realtà vitivinicole che si sono già registrate non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono centinaia gli espositori che hanno già confermato la loro presenza alla seconda edizione che si terrà a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023, per affrontare insieme il dibattito sulla crisi climatica, scambiarsi idee e buone pratiche produttive e per farsi portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra.
Locandina evento di febbraio 2023 BolognaFiere, articolo da comunicato stampa: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e il ruolo culturale e sociale che le aziende vitivinicole possono giocare nei territori in cui operano. Dal nord al sud del Paese, ecco qualche piccola anticipazione sul panorama vitivinicolo italiano che sarà presente alla
Slow Wine Fair.
Trentino-Alto Adige
A San Giuseppe Lago, frazione del comune di Caldaro, nella provincia autonoma di Bolzano, la Tenuta Manincor porta avanti una perfetta simbiosi tra viticoltura biodinamica e fermentazioni spontanee. Sostenibilità e tradizione sono infatti i pilastri che Michael Goëss-Enzenberg tramanda dal 1996, secondo una visione illuminata che ha trovato nell’enologo Helmuth Zozin mani sicure per essere concretizzata al meglio.
Lombardia
Tenuta Mazzolino, foto da sito Slow Wine Fair
Sono trascorsi pochi anni da quando Francesca Seralvo, terza generazione della famiglia proprietaria della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (Pavia), ha deciso di gettarsi a capofitto nella gestione dell’azienda. L’ha fatto con umiltà, visione e voglia di apprendere dai colleghi più virtuosi dell’Oltrepò. Senza dimenticare la determinazione che 40 anni fa ha spinto suo nonno Enrico a sfruttare le potenzialità che la cosiddetta collina del Pinot Nero poteva offrire.
Piemonte
Marco Capra foto da sito di Slow Wine Fair, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Nonostante la giovane età, Marco Capra ha reso l’attività di famiglia una realtà di riferimento per la produzione artigianale di Santo Stefano Belbo (Cuneo), comune troppo spesso associato soltanto all’industria spumantistica. Sulla collina di Seirole, tra Langhe e Monferrato, Marco porta avanti la tradizione familiare dando la giusta spinta innovativa, privilegiando i vini autoctoni, frutto del miglior connubio tra vitigno e territorio, e una produzione limitata che rende a pieno le potenzialità del vigneto.
Un altro giovane produttore è Nicholas Altare che, dopo un decina di anni di lavoro presso la cantina di Ferdinando Principiano (Dogliani, Cuneo), dove afferma di avere imparato tutto quello che sa del mestiere, ha deciso di dedicarsi solo alle vigne di famiglia, piantate in prevalenza a
dolcetto. Il suo stile parla di vini immediati e diretti, prodotti in modo tradizionale, senza filtrazioni e con pochissima solforosa totale.
Toscana
«Gli scarti sono risorse»: questo è il pensiero lungimirante che guida Francesco Galgani e Flavia Del Seta, titolari dell’azienda Cappellasantandrea situata a San Gimignano (Siena).
Protagonisti di una rinascita contadina rimasta fedele ai profumi e ai sapori di una volta, Francesco e Flavia portano avanti questa realtà biodinamica in cui viti, alberi da frutto e animali convivono in perfetta sinergia, secondo un’ottica di azienda a ciclo chiuso orientata a preservare la biodiversità. Un valore fondamentale anche per l’Erta di Radda, il progetto di Diego Fenocchi nato nel 2006 dalle forti pendenze dei vigneti situati a pochi passi dal centro storico di Radda in Chianti (Siena). L’azienda è il frutto del legame di Diego con il territorio, che viene lavorato secondo i princìpi della produzione biologica, nel rispetto dell’ambiente e del suolo.
Veneto
Incastonata sulle sponde del fiume Adige, tra il Monte Baldo e l’Altopiano della Lessinia, l’azienda agricola Roeno di Brentino Belluno (Verona) sorge nella cosiddetta Terra dei Forti, avamposto di confine in cui la famiglia Fugatti custodisce oltre 200 anni di storia, fortemente influenzata dalla convivenza con queste valli aspre e dure scavate dal secondo corso d’acqua più lungo d’Italia.
La curiosità e lo studio ininterrotto delle potenzialità del territorio hanno reso l’azienda, condotta dai fratelli Giuseppe, Cristina e Roberta, uno tra i più espressivi testimoni e interpreti dei vini della zona. Merito anche di un patrimonio di
vigne centenarie invidiabile, tra le quali spicca il vigneto a piede franco di enantio, da quest’anno Presidio Slow Food.
Emilia Romagna
A Imola (Bologna), l’azienda Tre Monti custodisce il lavoro di due generazioni: quella dei fondatori, Sergio Navacchia e la moglie Thea, e quella dei loro figli David e Vittorio, che hanno saputo far crescere l’azienda senza mai fermarsi nel campo della ricerca e della sperimentazione, arrivando anche a cambiare lo stile dei propri vini. Ne sono un esempio i rossi, sempre coerenti con le zone d’origine, resi più leggeri grazie a un minore impatto del legno.
Lazio
L’azienda agricola Damiano Ciolli si trova a Olevano Romano, borgo medievale a circa 600 metri slm, ai piedi del Monte Celeste, 45 chilometri a est della Capitale. In questo areale vocato alla viticoltura, Damiano inizia la sua attività nel 2001, forte di una tradizione familiare dedita alla vendita dello sfuso. Fin da subito si concentra sulla produzione di qualità, convinto che dal Cesanese si possano ottenere vini pregiati. Oggi, insieme alla compagna Letizia Rocchi, cerca di esprimere al meglio l’interazione tra suolo, microclima e vitigno attraverso un lavoro in campo sempre più curato e una grande conoscenza del territorio.
Marche
A pochi chilometri da Ascoli Piceno, nella frazione di Colonnata Alta, Federica e Francesca dell’azienda Pantaleone portano avanti la coraggiosa scelta del padre Nazzareno Pantaloni, che aveva visto in quei terreni scoscesi e inframezzati da boschi il giusto potenziale per dare vita a uve speciali. Equilibrio, natura e territorio sono le parole chiave di questa realtà biologica, dove la valorizzazione delle viti autoctone si unisce al desiderio di lasciare alla future generazioni terre e vigne migliori.
Umbria
Filippo Antonelli è l’anima dinamica di Antonelli San Marco, impresa di famiglia di Montefalco, in provincia di Perugia, che negli anni ha saputo scrivere pagine memorabili del vino umbro. Dal 2009 l’azienda ha effettuato la conversione integrale all’agricoltura biologica, mentre è in fase di ampliamento la cantina: si sta realizzando un percorso sotterraneo che comprenda tutte le fasi della produzione, da quando il grappolo raccolto entra in pressa fino all’imbottigliamento.
Abruzzo
I vini concettuali dell’azienda Cataldi Madonna, immersa nel Forno d’Abruzzo, l’altopiano che giace sotto l’unico ghiacciaio degli Appennini, il Calderone, sono espressione del territorio di Ofena (Aquila) e della filosofia del titolare Luigi:«Per fare bisogna prima pensare, e senza pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura». Vinificati in purezza e in riduzione, ovvero in assenza di ossigeno, tutti i vini provengono da uve certificate biologiche dal 2016 e rispecchiano l’esclusività e l’autenticità della zona di produzione.
Campania
Espressione dell’eroica viticoltura di Tramonti (Salerno), nel cuore verde della Costa d’Amalfi, Tenuta San Francesco è l’ambiziosa avventura intrapresa nel 2004 da Gaetano Bove assieme ai soci Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano. L’azienda agricola, che si estende su 14 ettari, produce vini provenienti da viti ultracentenarie prefillossera, tra cui spiccano i vitigni autoctoni del territorio: tintore, piedirosso e aglianico per i rossi, falanghina, biancolella, biancazita, biancatenera, pepella e ginestra per quanto riguarda i bianchi.
Puglia
Circondata da circa 100 ettari di vigneti e gli uliveti, a Cutrofiano (Lecce) nel cuore del tacco d’Italia a metà strada tra Gallipoli e Otranto, la Masseria L’Astore è il luogo ideale per immergersi nella cultura e nella tradizione del Salento. Il progetto di fare vino dai vigneti intorno alla masseria di famiglia e al suo antico frantoio ipogeo è nato negli anni Novanta, ma la dedizione e la consapevolezza di Paolo Benegiamo, medico contadino, lo hanno poi radicalmente trasformato: i vitigni internazionali hanno ceduto il posto agli autoctoni, e la volontà di espressione del terroir si è fatta stella polare.
Sardegna
I Garagisti della Sardegna, foto da sito Slow Wine Fair
A Sorgono (Nuoro), piccolo comune nel centro della Sardegna, Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru si definiscono Garagisti. Se in Francia questo termine viene utilizzato per i vini di nicchia dai prezzi poco accessibili, qui si riferisce al fatto che le uve coltivate vengono poi lavorate proprio in un garage del paese, con attrezzature elementari ma efficaci. Il resto lo fanno il territorio, la storia, la vocazione e la passione dei produttori uniti da un sogno: valorizzare gli antichi vitigni impiantati dai nonni e genitori per fare della regione delMandrolisai la nuova frontiera dei vini sardi.
Sicilia
Dalla vendemmia alla cantina, dalla commercializzazione alla distribuzione: nell’azienda agricola Possente di Salaparuta (Trapani), nella Valle del Belice, ogni fase viene seguita con la massima attenzione. I fratelli Stefania, Maria e Antonio condividono l’esperienza trasmessa dal padre e continuano a lavorare in vigna rispettando il terreno e valorizzando le varietà autoctone, come il Catarratto, il Grillo e lo Zibibbo, che negli ultimi anni hanno acquisito maggiore definizione varietale e territoriale.
La commissione di assaggio
Per Slow Wine, il vino che vorremmo si definisce attraverso tre aggettivi: buono, pulito e giusto. Gli elementi del pulito e del giusto sono garantiti dall’adesione delle aziende al Manifesto, che durante la Slow Wine Fair sarà presentato nella sua forma aggiornata e arricchita dai contributi della Slow Wine Coalition. Una delle novità dell’edizione 2023, importante per certificare ulteriormente l’elemento del buono è la presenza di una commissione internazionale di assaggio composta da membri della redazione Slow Wine e da altri degustatori professionisti:
Antonio Boco, Paolo De Cristofaro e Giampaolo Gravina, per quanto riguarda l’Italia; Juan Gualdoni e Deborah Parker Wong, per quanto riguarda i vini internazionali. La commissione costituisce un importante elemento distintivo rispetto alle altre fiere del settore.
È uno dei più apprezzati wine writer italiani, con esperienza ventennale e collaborazioni di pregio con riviste e guide di settore. Curiosità, sensibilità e molte esperienze sul campo gli hanno permesso di accumulare un’enorme conoscenza dei più importanti territori del vino internazionale. Nel 2009, con il collega Paolo De Cristofaro, fonda il magazine online Tipicamente, spazio narrativo indipendente che di recente ha realizzato il podcast Vino al vino 50 anni dopo, sulle orme dei viaggi d’assaggio di Mario Soldati.
Nell’aprile 2010 l’Associazione Grandi Cru d’Italia gli conferisce il titolo di Miglior giovane giornalista del vino italiano.
Paolo De Cristofaro è giornalista, assaggiatore, divulgatore e autore radio-televisivo. Da circa 20 anni collabora con alcune fra le più importanti testate del settore, tra cui Enogea di Alessandro Masnaghetti, che ha coadiuvato nella realizzazione del libro Chianti Classico.
L’Atlante dei Vigneti e delle UGA (2022). Con l’amico e collega Antonio Boco ha fondato nel 2009 il magazine multimediale indipendente Tipicamente, per il quale ha ideato e curato la serie di podcast Vino al vino 50 anni dopo.
Già collaboratore delle riviste Enogea e Pietre Colorate, è stato coordinatore nazionale della guida I Vini d’Italia dell’Espresso dalla prima edizione del 2002 fino al 2015. Dal 2015 è docente a contratto presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nel master in Wine culture and communication, e presso l’Università San Raffaele di Milano, nel master in Filosofia del cibo e del vino. Tra i suoi libri più recenti, Vini e terre di Borgogna (con Camillo Favaro, Edizioni Artevino); Vini da scoprire – La riscossa dei vini leggeri (Giunti, 2016-17) e Vini artigianali italiani (Paolo Buongiorno Editore, 2018), tutti e tre scritti insieme ad
Deborah Parker Wong è una giornalista californiana specializzata in vini e distillati. Scrive da anni sulle prestigiose pubblicazioni The SOMM Journal e The Tasting Panel magazine. È insegnante ai corsi WSET ed è membro della California Teachers’ Association. Giudice nei principali concorsi mondiali e curatrice dal 2020 della guida Slow Wine USA, che recensisce 300 cantine di California, Oregon, Washington State e New York State.
I 15 anni di L’assemblea della FIVI e l’Assemblea nazionale dei soci
Tra gli espositori, molti fanno parte della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli indipendenti, che conta 1300 vignaioli iscritti e che si batte per difendere gli interessi di tutti i vignaioli che in Italia hanno lo stesso approccio alla vigna e alla produzione di vino.
Lorenzo Cesconi, presidente nazionale FIVI, racconta così il coinvolgimento della Federazione nella prossima edizione di Slow Wine Fair:
«Nel 2023 FIVI festeggerà i suoi primi 15 anni. È un’associazione ancora giovane, ma che in poco tempo si è ritagliata un ruolo centrale nella rappresentanza e nella valorizzazione del ruolo dei vignaioli e delle vignaiole italiane.
Questo successo lo dobbiamo a chi, nel 2008, vide lontano e mise le basi per costruire un’associazione basata su responsabilità e spirito di servizio, ma senza scordare mai il calore umano e il piacere dello stare assieme. Slow Food ebbe un ruolo importante, nella nascita di FIVI, e quindi è stato naturale per noi decidere di festeggiare questo compleanno nel contesto della Slow Wine Fair.
Domenica 26 febbraio ci sarà una piccola cerimonia, coi protagonisti di allora e di oggi, alla quale seguirà l’Assemblea nazionale dei soci»
Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
Vino e non solo…
Numerose, poi, le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico, che comprende vignaioli e vigneron, professionisti (importatori, distributori, osti, ristoratori, sommelier, enotecari e giornalisti) e winelover che frequentano il mondo del vino in modo consapevole.
Laprimaconsistenell’allargamentodellaplateadeglioperatoricoinvolti,che comprenderannoancheiproduttoridisoluzionitecnologicheinnovative,impianti, attrezzature e servizi connessialla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro. Slow Wine Fair proporrà, dunque, un’esperienza unica e completa,che va dall’aperitivo al dopo pasto.
La Fiera dell’Amaro d’Italia ospite di Slow Wine Fair
Tra le novità di questa edizione, Slow Wine Fair ospita la terza edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove produttori d’eccellenza potranno esporre i loro amari. Alcuni fra questi, selezionati daAmarotecae dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, potranno organizzare masterclass esclusive per raccontare la propria produzione.
Un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore, gli appassionati e potenziali acquirenti per scoprire una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera dell’Amaro d’Italia.
Nessuna carta dedicata al ristorante, nessun sommelier, nessuna denominazione d’origine controllata, nessun consorzio. Eppure l’amaro è un prodotto tipico italiano per eccellenza: con una lunga tradizione, legata a ingredienti e ricette del territorio, un prodotto che all’estero non si trova quasi da nessuna parte.
Frale presenze confermate, l’azienda siciliana Paesano che presenterà l’Amaro al carciofo Paesano, realizzato con un ingrediente chiave davvero unico: ilcarciofo nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food. E ancora l’azienda abruzzese Scuppoz, l’unica in Italia con una sua produzione di Genziana Lutea.
Un evento a misura di buyer
Nord Europa, con prevalenza di Germania e Danimarca, e Stati Uniti sono stati i Paesi con la maggiore presenza di buyer a Slow Wine Fair 2022, i quali hanno espresso grande soddisfazione per l’altissima selezione delle cantine, con prevalenza di aziende biologiche e biodinamiche, per la salubrità dei vini naturali proposti e per l’attenzione alconsumo consapevole.
Tutti elementi che hanno fatto di Slow Wine Fair un nuovo punto di riferimento nel panorama fieristico internazionale per chi vuole soddisfare le esigenze di un mercato che va oltre alle caratteristiche del vino nel bicchiere e cercail buono a 360 gradi.
Nel 2023 la proposta dedicata ai professionisti del settore, forte anche della partnership con laItalian Trade Agency(ICE) e delMinistero degli affariesteri e della cooperazione internazionale(MAECI)si arricchisce, poiché la qualità dei vini esposti sarà ulteriormente certificata dal lavoro delle commissioni di assaggio italiana e internazionale e da incontri appositamente progettati per loro. Inoltre, la piattaformaB2Matchsvolgerà una funzione fondamentale nell’ambito di un evento fortemente connotato sul B2B.
Grazie a questo strumento, infatti, i buyer potranno profilare nella maniera più dettagliata possibile le aziende e le etichette che corrispondono ai loro interessi, individuando facilmente annate, terroir, tipologie di vini, ma anche dettagli relativi al terroir (ad esempio tutti i vini provenienti da un suolo argilloso, marnoso, sabbioso eccetera), all’affinamento, e alla commercializzazionedeivinistessi.Potranno inoltrecrearsiuna propria agendadi appuntamenti, in modo da rendere l’esperienza di visita il più proficua possibile.
Il premio alle migliori Carte dei vini
Appassionati e professionisti del settore sono chiamati a dar vita a una delle principali iniziative–e novità–di Slow Wine Fair 2023: il Premio alle migliori Carte dei vini. Si tratta di un ulteriore tassello per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, e per rafforzare il legame tra locali che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo e winelovers.
I premi, territoriali e tematici, saranno conferiti a 12 diverse categorie. Fra i premi territoriali italiani, migliore selezione di Barolo e di Chianti Classico (per le denominazioni più affermate)emiglioreselezionediviniirpiniediTrebbianod’Abruzzo(perle denominazioni emergenti). Per i premi territoriali internazionali i focus sono invece la Loira e la Mosella e, per quanto riguarda i territori emergenti l’Austria e la Slovenia.
Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Non solo i terroir!
Alla Slow Wine Fair diamo spazio anche ad alcune categorie tematiche, che rendono protagonisti i vitigni, le certificazioni, o l’idea stessa di vino buono, pulito e giusto.
•Migliore selezione di vini provenienti da vitigni autoctoni •Migliore selezione di vini certificati (biologici e/o biodinamici) •Migliore selezione di vini con un buon rapporto qualità/prezzo •Migliore selezione di vini italiani buoni, puliti egiusti all’estero
Per tutto dicembre, il pubblico potrà candidare i propri locali del cuore sul sito dell’evento e, dopo una prima scrematura, affidata sempre al voto degli appassionati, subentrerà il lavoro della giuria internazionale di esperti, che decreterà i tre indirizzi premiati per ogni categoria.
Federica Randazzo è vice curatrice nazionale della guidaSlow Wine. Metà altoatesina e metà siciliana, dopo una laurea in giurisprudenza e una diploma da sommelier inizia a occuparsi di vino. Oltre al lavoro di critica, scrive articoli, idea e cura progetti ed eventi, conduce degustazioni e corsi e crea contenuti per la comunicazione online ed offline.
Giancarlo Gariglio nel 2001 entra nelle commissioni regionali di degustazione della guida Vini d’Italia(Gambero Rosso e Slow Food), per poi entrare a far parte in pianta stabile delle commissioni finali che assegnano i Tre Bicchieri. È il curatore dell’edizione 2008 dellaGuida al vino quotidianodi Slow Food Editore. Nel 2007 organizza l’evento Vignerons d’Europe a Montpellier in Francia.
È tra i fondatori, il 29 luglio del 2008, della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti(FIVI). Il Consiglio Direttivo della FIVI lo sceglie come primo Segretario generale dell’associazione. Nel 2010 partecipa all’ideazione della guidaSlow Wine e dall’edizione 2011 diventa co–curatore della stessa. Dal 2021 è coordinatore della rete tematica internazionale dedicata al vino Slow Wine Coalition
Due grandi vini della tradizione e le bollicine del Brut Millesimato per festeggiare il Natale con Lungarotti
Redazione
Il Natale si avvicina ed è tempo di pensare ai regali e alla tavola delle feste.
Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022
Per rendere ancora più speciali i momenti di convivialità in famiglia, le serate con gli amici o semplicemente per andare sul sicuro regalando dei grandi vini, dal cuore dell’Umbria, Lungarotti propone due fuoriclasse come il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2017 – Torgiano Rosso Riserva DOCG, Sangiovese in purezza nato nel 1964 da una felice intuizione di Giorgio Lungarotti e oggi considerato tra i migliori rossi italiani.
Il Torre di Giano Vigna il Pino 2019 – Bianco di Torgiano DOC a base di Vermentino, Trebbiano e Grechetto, antesignano dei bianchi italiani affinati in legno, inserito quest’anno da Doctor Wine tra i migliori vini per rapporto qualità-prezzo.
Due etichette ideali da mettere sotto l’albero e da servire in abbinamento con i menu di carne e di pesce che onoreranno le nostre tavole da nord a sud del Bel Paese.
E per concludere in bellezza il 2022 e brindare al nuovo anno, la storica azienda umbra consiglia il suo Brut Millesimato – Vino Spumante Metodo Classico 2017 da uve Chardonnay e Pinot Nero, nato da un’idea di Giorgio Lungarotti che decise di provare a produrre a Torgiano un suo metodo classico, convinto che le peculiarità pedoclimatiche del territorio potessero dare uve di buona acidità ideali per realizzare degli ottimi spumanti. Intenso e avvolgente, il Brut Millesimato di Lungarotti è la scelta perfetta per festeggiare in allegria ogni nuovo inizio.
Rubesco Riserva Vigna Monticchio
Lungarotti Rubesco Riserva, foto da comunicato stampa
Sangiovese in purezza apprezzato per il suo straordinario equilibrio tra potenza ed eleganza.
Il colore è rubino brillante e i caratteri sono quelli tipici della gente dell’Umbria, riservata ma generosa.
Un vino di grande struttura, adatto a un lungo invecchiamento, che viene imbottigliato solo nelle migliori annate.
In particolare, la 2017 sorprende con una freschezza inattesa, viste le condizioni climatiche difficili che hanno caratterizzato la stagione e le rese particolarmente basse, rivelando un grande equilibrio.
Torre di Giano Vigna il Pino
A base di Vermentino, Trebbiano e Grechetto, è un vino bianco con una bella struttura, equilibrio ed eleganza.
Al naso presenta note floreali e di tiglio, timo e fiori di acacia che si alternano a delicate sfumature di cocco, vaniglia e cioccolato bianco.
Il gusto è sapido e fragrante con una lunga persistenza nel finale, bilanciato da un’acidità rinfrescante.
Brut Millesimato – Vino Spumante Metodo Classico
Spumante da uve Chardonnay e Pinot Nero. Dorato, limpido e brillante, con perlage a grana molto fine e persistente, ha un profumo intenso e avvolgente che richiama la mandorla, la nocciola e una lieve espressione di crosta di pane. Il gusto è secco e pieno, fruttato e di bella struttura, e lascia nel finale un tocco agrumato con un’acidità fresca e pulita.
Barricaia della Cantina Lungarotti foto da comunicato stampa
Simbolo dell’eccellenza enologica umbra, Lungarotti ha contribuito a scrivere la storia del vino italiano nel mondo. Una storia cominciata con Giorgio Lungarotti, pioniere della moderna enologia italiana che nel dopoguerra ha trasformato l’azienda agricola di famiglia, a Torgiano, in una cantina di successo.
Una storia che ancora oggi continua grazie all’impegno, la passione e la competenza di 3 generazioni della famiglia Lungarotti che hanno saputo innovare senza mai tradire il carattere inconfondibile dei loro vini iconici tra cui il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC.
Vini Natale Lungarotti foto da comunicato stampa
Lungarotti conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, certificata biologica dal 2014), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità. Tra i pilastri dell’azienda, anche la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) di Torgiano.