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  • Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022

    Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022

    Vino, Vinitaly: Seoul chiude Roadshow Globale, Italian Lifestyle Paradigma per crescita vino italiano in Corea del Sud

    Bricolo (Pres. VeronaFiere): potenziato presidi su principali mercati obiettivo.Campagna Incomung eccezionale anche per investimento.Ora guardiamo a Vinitaly e al suo sviluppo.

    Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022, immagine da sito
    Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022, immagine da sito

    Redazione

    “In questo Paese il vino tricolore sta diventando sinonimo di cultura e di italian lifestyle. Un paradigma di eleganza e bellezza e di forte attrattività che già coinvolge altri settori dal posizionamento più maturo come la moda, il design e l’arredamento. Il vino non è un prodotto di consumo abituale. Per questo serve fare leva sul forte richiamo del ‘brand Italia’ e sulla capacità dei nostri vini di adattarsi perfettamente alla dieta locale e non solo in abbinamento ai menù occidentali”.

    Così l’Ambasciatore d’Italia in Corea del Sud, Federico Failla, intervenuto ieri sera alla tappa conclusiva del Roadshow di Vinitaly a Seoul, all’High Street Italia – lo showroom del made Italy di Ice – Agenzia, partner di Veronafiere nella campagna straordinaria di promozione e incoming iniziata il 19 gennaio scorso a Rust (Austria).

    Vinitaly RoadShow Globale 2022, in foto Ferdinando Gueli, Federico Failla, Federico Bricolo, foto da comunicato stampa
    Vinitaly RoadShow Globale 2022, in foto Ferdinando Gueli, Federico Failla, Federico Bricolo, foto da comunicato stampa

    Un mercato, quello della Corea del Sud, ad alto potenziale di crescita, che dopo l’exploit dell’import a volume segnato nel 2021, con i vini fermi – in particolare i rossi – protagonisti di un rimbalzo a +60% sull’anno Covid, registra ora lo scatto degli sparkling tricolori, che anche nel 2022 hanno rilevato un incremento delle importazioni del 25%.

    “La Corea del Sud è la piazza emergente forse più interessante al mondo – ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, in chiusura di evento -, con una domanda sempre più competente e interessata a tutte le tipologie di vini. Un mercato in grande fermento che Veronafiere intende presidiare.

    Chiudiamo un Roadshow eccezionale, anche sotto il profilo dell’investimento, con i primi risultati dell’incoming che saranno già evidenti al prossimo Vinitaly. Il potenziamento delle relazioni con i partner istituzionali della promozione sui diversi mercati ci consentirà di proseguire il piano di sviluppo della manifestazione”.

    Carol Agostini Press al Vinitaly da anni
    Carol Agostini Press al Vinitaly da anni

    Presenti all’incontro una selezione di nuovi top buyer, importatori e stakeholder sudcoreani, oltre a una delegazione di operatori già da tempo in portfolio della manifestazione e che considerano “Vinitaly la piazza fondamentale per conoscere i vini italiani”.

    Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la tipologia di vino italiano più esportata è quella dei vini rossi, che nell’ultimo decennio ha segnato una crescita media annua del 13%, seguita dai bianchi (+8% annuo) e dagli spumanti, che grazie al balzo registrato nel 2021 (+100% netto) – e ora quello del 2022 – sono arrivati a sfiorare la soglia di 3 milioni di litri venduti, il 25% del totale vini made in Italy commercializzati.

    Momenti di degustazione durante il Vinitaly RoadShow Seoul 2022, foto da comunicato stampa
    Momenti di degustazione durante il Vinitaly RoadShow Seoul 2022, foto da comunicato stampa

    Per Ferdinando Gueli, direttore Ice-Agenzia ufficio di Seoul: “Il crescente successo del consumo di vino in Corea ha determinato in questi ultimi anni un andamento molto positivo per il nostro export, come dimostrano i recenti dati che ci indicano un raddoppio sia in valore che in quantità avvenuto in meno di 3 anni.

    Questo trend ci incoraggia ad esplorare modalità innovative di promozione come l’idea di proporre l’abbinamento del vino italiano ai cibi della tradizione culinaria coreana, che abbiamo condiviso con i partner di Vinitaly con l’obiettivo di aprire nuovi ed inesplorati spazi di mercato per i nostri produttori”.

    Nel dettaglio, il valore delle importazioni totali di vino nel 2022 è stato di circa 565 milioni di dollari, di questi 86 milioni di dollari sono di vino italiano, con un’incidenza di oltre il 15% sul totale mercato.

    Vinitaly dal 2 al 5 aprile 2023, foto da internet
    Vinitaly dal 2 al 5 aprile 2023, foto da internet

    Rispetto al 2011, anno dell’accordo di libero scambio con l’Ue, la domanda sudcoreana di vino importato è aumentata in valore del 324%.

    Vinitaly chiude così un Roadshow articolato in 13 tappe nell’ambito delle quali è stata presentata anche la 55ª edizione della rassegna.

    Una campagna di incoming senza precedenti che ha potuto contare sulla collaborazione di Ice e dei delegati Veronafiere in 9 Paesi di 3 Continenti (America, Europa, Asia) ma anche sull’adesione delle Ambasciate e del Sistema camerale all’estero.

     

    I 9 Paesi selezionati da Vinitaly per le missioni promozionali rappresentano i due terzi del valore e del volume di vino tricolore esportato nel 2022.

    Vinitaly la fiera italiana del vino, foto da internet
    Vinitaly la fiera italiana del vino, foto da internet
    Informazioni utili

    Servizio Stampa Veronafiere
    Tel.: + 39.045.829.83.50 – 82.42 – 82.10
    Capo Ufficio Stampa: Carlo Alberto Delaini (delaini@veronafiere.it)

    E-mail: pressoffice@veronafiere.it;
    Twitter: @pressVRfiere | Facebook: @veronafiere
    Web: www.veronafiere.it

    Ispropress
    Benny Lonardi (393.455.5590; direzione@ispropress.it)
    Simone Velasco (327.9131676; simovela@ispropress.it)

    Da comunicato stampa

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  • DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma

    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma

    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023

    Redazione

    Arriva nella Capitale diVino, la selezione Decanter Wine Academy, oltre 80 cantine provenienti da tutta Italia, e non solo, con più di 240 etichette in degustazione.
    L’evento si svolgerà nella suggestiva location di Villa Piccolomini, sull’Aurelia Antica con un giardino che si affaccia sul Cupolone di San Pietro. La villa tra l’altro è dotata di un ampio parcheggio interno, gratuito per gli ospiti della manifestazione.

    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma, foto da comunicato stampa
    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma, foto da comunicato stampa

    Protagonisti saranno gli stessi vignaioli che offriranno in degustazione ai banchi d’assaggio le loro etichette più rappresentative, raccontando direttamente i loro vini ai giornalisti, agli operatori del settore e ai winelovers.
    Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del settore, un tour emozionale tra le cantine d’Italia, la nazione con più vitigni autoctoni al mondo.

    Logo DiVino, immagine da comunicato stampa
    Logo DiVino, immagine da comunicato stampa

    Programma

    Sabato 25 Febbraio ore 16.00 apertura banchi d’assaggio
    Ore 22.00 chiusura banchi d’assaggio
    Domenica 26 febbraio Ore 13.00 pranzo con i produttori a Villa Piccolomini
    Ore 16.00 apertura banchi d’assaggio

    Ore 17.30 Masterclass “Viaggio alla riscoperta dei territori della Regione Lazio attraverso i suoi vitigni autoctoni e biodiversi” Relatori: Pierpaolo Pirone e Roberto Mazzer enologi ATWine, Angelo Petracci Referente Guida Vitae Ais Lazio
    Ore 20.00 chiusura banchi d’assaggio

    Villa Piccolomini, foto da comunicato stampa, evento DiVino 2023
    Villa Piccolomini, foto da comunicato stampa, evento DiVino 2023
    Informazioni utili:

    Costo del biglietto 25 euro

    Il biglietto comprende la degustazione dei vini delle 70 cantine presenti e finger food del catering di Villa Piccolomini, primi piatti caldi e salumi e formaggi.
    Sommelier Ais, Ars, Assoenologi, Degustibuss, Fis, Fisar, Onav, Ses riduzione del biglietto, costo 20 euro presentando all’ingresso la tessera dell’associazione.

    Stampa e operatori del settore possono mandare una mail a accrediti@decanterwineacademy.org entro giovedì 23 febbraio

    Info: 347-6649100 392-2401451
    info@decanterwineacademy.org
    collegati alla nostra pagina diVino per info e acquisto del biglietto online

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  • Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 di Elsa Leandri

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 di Elsa Leandri

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023

    Di Elsa Leandri

    San Gimignano e le sue torri hanno un fascino unico e fiabesco che quasi sembra di vivere in una favola in cui la Regina Bianca, Vernaccia, sorveglia e difende il borgo dagli attacchi dei Re Rossi Toscani, affascinanti e famosi.

    Il Panorama di San Gimignano, articolo: Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 di Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Il Panorama di San Gimignano, articolo: Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 di Elsa Leandri, foto dell’autrice

    Forse non tutti sanno che Sua Maestà ha due personalità: talvolta il suo carattere è giovanile, ribelle e irruente e altre volte è seducente, nobile e matura. Noi siamo curiosi di scoprire questi due volti celati sotto un unico nome e pertanto abbiamo deciso di partecipare, nella settimana delle Anteprime Toscane, alla Vernaccia di San Gimignano Wine Experience presso la Rocca di Montestaffoli.

    In questa occasione erano presentate la nuova annata 2022, la Riserva 2021 e le annate anche precedenti non ancora uscite sul mercato. Erano presenti 41 cantine, per un totale di 96 campioni.

     

    La Vernaccia di San Gimignano DOCG, foto di Elsa Leandri
    La Vernaccia di San Gimignano DOCG, foto di Elsa Leandri

    Prima di passare alle degustazioni è bene fare un focus sull’andamento delle due annate protagoniste.
    Da un punto di vista climatico, come in tutta la Toscana, la 2022 è stato un anno difficile: nel periodo estivo a causa dell’elevata siccità la vite è andata infatti in sofferenza, ma al momento della vendemmia, grazie alle pioggia di fine agosto, l’uva era sana e con una maturazione equilibrata.

    La 2021 è stata invece più lineare e con l’affinamento più lungo riesce, in generale, a mitigare quell’esuberanza giovanile e attraente che l’ultima annata manifesta offrendo quindi una beva di maggiore complessità e un profilo organolettico più delineato.

    Oltre ai classici sentori di frutta gialla, talvolta esotica, fiori di tiglio e ginestra, un aspetto che ritroviamo in quasi tutti i campioni è una sapidità marcata la cui causa è da imputare al profilo pedologico di questa zona in cui i terreni, atti alla viticoltura, sono costituiti da depositi pliocenici marini ricchi di tufo (sabbie gialle) e di calcare.

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa
    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa

    Di seguito riportiamo i nostri migliori assaggi in ordine alfabetico.

    Collemucioli 
    Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva 2021
    Dorato vivace. Profilo olfattivo con echi di fiori di tiglio e ginestra, scorza di pompelmo e cedro. Eleganti note idrocarburiche e di pietra focaia. Sapidità marcata che colpisce. Chiusura con il tipico finale ammandorlato.

    Fattoria la Torre
    Vernaccia di San Gimignano Docg Acquaiole 2022:
    Giallo paglierino emana sentori di erbette aromatiche accompagnate da pesca e fiori bianchi. Entra in bocca deciso, vibrante e saporito. Lungo finale di bocca con richiami di scorza di pompelmo. Un vino seducente e rappresentativo della denominazione.

    Fattorie Melini
    Vernaccia di San Gimignano Docg Le Grillaie 2022
    Paglierino vivace. Naso con richiami tropicali di ananas fresco, scorza di lime e cedro accompagnati da un bouquet floreale di fiori gialli e da una leggera nota fumé e di nocciola tostata. Sorso elegante con una sapidità che allunga la persistenza agrumata.

    Calici di Vernaccia di San Gimignano di diversi produttori, foto di Elsa Leandri
    Calici di Vernaccia di San Gimignano di diversi produttori, foto di Elsa Leandri

    Il Colombaio di Santa Chiara
    Vernaccia di San Gimignano Docg Campo della Pieve 2021
    Paglierino con riflessi dorato. Vivacità data dalle erbette aromatiche che ravvivano i richiami floreali di tiglio e fruttati di pesca nettarina e mela gialla. Ottima freschezza con lungo finale di scorza di pompelmo.

    Panizzi
    Vernaccia di San Gimignano Docg Vigna Santa Margherita 2021
    Giallo paglierino di media intensità. Il profilo olfattivo si apre con sentori floreali di tiglio, ginestra e acacia, contornati da pesca nettarina e cedro. Leggero ricordo speziato di vaniglia e zenzero in chiusura. Vibrante e saporito con un finale ammandorlato che richiama un ulteriore sorso.

    Pietraserena
    Vernaccia di San Gimignano Docg 2022
    Paglierino vivace. Lemongrass, fiori di acacia e di tiglio, susina e pesca attraggono e invitano alla beva. Decisa freschezza sorretta da una sapidità marcata regalano una chiusura di bocca con echi di frutta gialla.

    Teruzzi
    Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva Sant’Elena 2019
    Giallo dorato e brillante. Elegante al naso con richiami di fiori di tiglio, pesca matura, pera, arricchiti da una leggera nota idrocarburica. In bocca si ha corrispondenza con quanto individuato all’analisi olfattiva. Il sorso è vibrante e sapido con una chiusura avvolgente e speziata.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://vernaccia.it/news/anteprima-vernaccia-di-san-gimignano-2023/

    Siti Partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Ciociaria da Bere 2023, alla scoperta del Basso Lazio e dei suoi vini naturali

    Di Cristina Santini

    Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Il 31 gennaio, nello Spazio Fare del Mercato Centrale di Roma è stata presentata, alla stampa e agli operatori di settore, l’Associazione “Ciociaria Naturale”, a cura di Andrea Petrini di Slow Food Roma e con la partecipazione del Presidente Amedeo Iafrati e dei produttori che ne fanno parte.

    Al termine della conferenza stampa abbiamo approfondito e degustato ai banchi d’assaggio i vini di queste piccole realtà vitivinicole che rappresentano un sodalizio nato durante il periodo pandemico 2020, oggi costituito da dieci Aziende unite nel promuovere e dare un nuovo slancio al territorio del basso Lazio, nel far emergere il potenziale dei vitigni autoctoni locali e incentivare l’enoturismo.

    Ciociaria da Bere 2023, alla scoperta del Basso Lazio e dei suoi vini naturali, foto di Cristina Santini
    Ciociaria da Bere 2023, alla scoperta del Basso Lazio e dei suoi vini naturali, foto di Cristina Santini

    Dalle parole di Amedeo Iafrati: “Tutto è iniziato dall’incontro di quattro amici (Palazzo Tronconi, D.S. Bio, Fra i Monti e Il Vecchio Poggio) per buttare giù un’idea e fare qualcosa insieme, far struttura, un progetto per creare una grande entità vitivinicola, enologica, enogastronomica. Un’idea spontanea nata per trasformare la Ciociaria in un territorio turistico di grandi aspettative.”

    La Ciociaria è un’area che si estende da Nord Ovest a Sud Est seguendo la direzione degli Appennini e comprende la Valle Latina, una depressione valliva, che separa i complessi montuosi.

    Territori differenti caratterizzano la regione: nella zona nord-ovest, quella del Piglio, i vigneti si coltivano a 600/700 mt di altitudine su terre rosse di origine vulcanica e arenarie con componenti di argilla – i suoli perfetti per il Cesanese del Piglio e la Passerina del Frusinate. Le terre rosse donano vini molto più scorrevoli e gentili mentre le arenarie argillose vini più tesi, più compatti.

    A sud est c’è l’altra zona che comprende Arce, Isola del Liri, Cassino, Pescosolido dove l’altitudine cambia notevolmente da comune a comune e il suolo calcareo dona una mineralità importante in tutti i vini rendendoli unici e diversi l’uno dall’altro con un profilo che identifica il territorio di origine.

    Il territorio: "una sorta di mosaico", foto di Cristina Santini
    Il territorio: “una sorta di mosaico”, foto di Cristina Santini

    Una sorta di mosaico – come afferma Andrea Petrini – che va a comporre quest’area meridionale con tutte le sue caratteristiche morfologiche differenti e con i vini che raccontano un territorio al 100%.

    È una filosofia di fare vino naturale che non disdegna un filo comune: sono vini senza lieviti aggiunti, con una quantità di solfiti mediamente bassa, senza filtrazioni e chiarificazioni, caratterizzati da una qualità tale da non poter generalizzare quando si parla di difetti sul “naturale”. Seguire le pratiche e produrre vini naturali è sicuramente più complicato rispetto alla classica vinificazione. Per cui “Date a Cesare quel che è di Cesare….”

    Vi presento le Aziende degustate e qualche mia impressione sui vini:

    Vitivinicola Cioffi di Anselmo Ernesto Cioffi

    Azienda biologica e biodinamica di circa 1,5 ettaro ubicata a Pescosolido in alta collina a 500 mt slm con una produzione di 3500 bottiglie l’anno. I suoli sono composti da sabbia calcarea bianca e più in alto da roccia calcarea dura. Anselmo è un agronomo nella vita e nel 2020 decide di vinificare le proprie uve. I vini sono ottenuti dalla vinificazione in purezza di Passerina, Pampanaro, Campolongo bianco e un blend da Lecinaro nero, Maturano Nero e Uva Giulia.

    Pampanaro Igt 2021, vitigno autoctono antico e raro affinato in acciaio, avvolgente al naso in modo intrigante con sentori che ricordano la mela e il litchi, cenni mediterranei fanno da sfondo al profilo olfattivo. Sorso appagante, di buon corpo, mostra una struttura acida importante con un finale ricco, salino e leggermente balsamico.

    Pampanaro Igt 2021 di Anselmo Ernesto Cioffi, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Pampanaro Igt 2021 di Anselmo Ernesto Cioffi, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Fra i Monti di Rocco Toti e Benedetto Leone

    Rocco Toti: “Il vino penso che sia l’elemento liquido più interessante per ricordare; un evento del genere è determinante per ricordare un grandissimo concetto fatto di Vigneron, di Donne, di Uomini che ci credono, si appassionano, hanno un progetto agricolo serio che punta al biologico, al biodinamico, alla ricerca più possibile pulita, a fermentazioni spontanee non filtrate, non chiarificate, un vero esempio di prodotto sano nel bicchiere.”

    Situata a Terelle in provincia di Frosinone, l’Azienda nasce nel 2017 con il progetto di recupero di vecchi vigneti allevati su terre rosse limose e argillose, tra i 500 e i 1000 mt di altitudine. In Cantina vengono utilizzati serbatoi di cemento in vetroresina e anfore di terracotta per le lavorazioni del Maturano bianco, un’uva autoctona della Valle di Comino, Pinot nero coltivato a 920 mt di altitudine, Merlot e Cabernet Sauvignon. Produzione annua: 25000 bottiglie.

    Sempre in due igt 2021 Maturano bianco proveniente da una piccola parcella con bassissime rese e affinato otto mesi in anfora sulle proprie fecce. È un vino macerato dai bellissimi riflessi aranciati che sorprende all’olfatto per le sue note di frutta fresca di papaya, mela gialla, pesca. La beva di piacevole freschezza denota una certa complessità e una buona spalla acida. Un bel finale con ritorni agrumati e nuance erbacee di sottofondo.

    Fra i Monti di Rocco Toti e Benedetto Leone, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Fra i Monti di Rocco Toti e Benedetto Leone, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Carlo Noro

    L’Azienda agricola Carlo Noro, situata nel Comune di Piglio, rappresenta il punto di riferimento per la Biodinamica in Italia.

    Nasce come produzione di ortaggi alla fine degli anni ’70 ad opera del Papà Carlo fino al 2009 quando, ristrutturata la vecchia casa di famiglia, i fratelli Noro, Simone e Valerio, decidono di creare l’azienda vitivinicola.

    Simone Noro afferma: “Uno dei capisaldi del movimento è la libertà di espressione, è un vino libero, dove la fermentazione spontanea è il tassello finale. C’è ben altro prima! Mi riferisco alla professionalità agricola nel gestire i terreni e il contesto. Se migliora il contesto, migliora il mio vino anche a livello imprenditoriale.”

    I cinque ettari vitati sono micro appezzamenti parcellizzati coltivati sulle terre rosse di origine pozzolanica ricche di argilla per una produzione totale di 20000 bottiglie l’anno. Di proprietà anche mille piante di olive sul Monte Scalambra e altri 5 ettari attorno al corpo aziendale che un tempo erano coltivati a ortaggi e che oggi invece sono utilizzati a scopo di ricerca sull’agricoltura biodinamica.

    Due vini in degustazione: Oncia Bianca Igp 2020 Passerina e Malvasia di Candia e Collefurno IGP 2020 Cesanese di Affile.

    Collefurno IGP 2020 Cesanese di Affile, foto di Cristina Santini
    Collefurno IGP 2020 Cesanese di Affile, foto di Cristina Santini

    Il Cesanese Collefurno fermenta a contatto con le bucce per 18 giorni, matura dieci mesi in tonneaux esausti e affina dodici mesi in bottiglia. L’accostamento al naso rivela un mix di frutta rossa anche più scura molto generosa (Visciola, mora, Ciliegie) che incontra le note di fiori secchi.

    Il Sorso è agile e di grande concentrazione, avvolgente e succoso con tannini fitti. Una bella vitalità che chiude in un finale persistente di note speziate e richiami terrosi.

    D.S. Bio di Danilo Scenna

    Torniamo verso la parte appenninica, a Pescosolido, con un’Azienda che nasce nel 2012 per seguire le due passioni di Danilo, il vino e i cavalli. Si alleva il Pony di Esperia, una razza in via di estinzione del basso Lazio e si coltivano vitigni autoctoni della media Valle del Liri e della Valle di Comino come Maturano bianco, Lecinaro, Uva Giulia, Maturano nero, Capolongo, Pampanaro.

    Dieci appezzamenti parcellizzati e allevati in regime biodinamico in un raggio di sei chilometri con sei suoli completamente diversi. Sei vini per sei etichette frutto di sei morfologie diverse di suolo.

    Arcaro Igt 2020 è il Maturano bianco coltivato su suolo ricco di scheletro e sedimenti calcarei a 630 mt di altitudine, affinato in cemento sulle fecce fini per qualche mese.

    Al naso un dolce richiamo di sensazioni agrumate che si legano a leggere note speziate. Il sorso pieno, scattante di freschezza ha una bella mineralità molto netta. Un vino territoriale armonioso e di buona persistenza gustativa.

    Arcaro Igt 2020 di Danilo Scenna, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Arcaro Igt 2020 di Danilo Scenna, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

     I Ciacca

    Vicino Picinisco, in piena valle del Comino, troviamo l’Azienda agricola dell’Avvocato italo-scozzese Cesidio Di Ciacca nata nel 2012 che coltiva solo Maturano in unico appezzamento di circa 5 ettari a 600 mt slm. È stato un progetto molto ambizioso, legato anche alla sostenibilità, che ha riguardato la riqualificazione del vecchio Borgo rurale Di Ciacca appartenuto alla Famiglia e risalente al XVI secolo. Il Borgo ospita, oltre la Cantina di vinificazione, una Scuola internazionale di agronomia ed enogastronomia, un’enoteca, un albergo con sala di degustazione e ospitalità.

    Vigneto spettacolare a filiera biologica dal quale escono tre tipologie di Maturano.

    I Ciacca, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    I Ciacca, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Maria Ernesta Berucci

    Da Presidente della “Strada del Vino Cesanese” a Vigneron con 3,5 ettari condotti insieme al marito Geminiano nella zona del Piglio.

    Radici vinicole antiche quelle della Famiglia Massimi Berucci, ma di recente costituzione l’azienda che nasce nel 2008 ad opera del fratello Francesco.

    Nel 2015 Maria incontra Geminiano, uomo dalle numerose esperienze anche all’estero in vari campi, e oltre ad unire le loro vite, uniscono le vigne, le idee progettuali dando vita all’azienda vitivinicola attuale, orientata verso il più naturale dei metodi, l’agro-omeopatia, favorendo la biodiversità e lavorando in funzione del benessere produttivo.

    Attualmente producono 15.000 bottiglie l’anno divise in varie tipologie e concentrate soprattutto sul Cesanese del Piglio e Passerina del Frusinate.

    Dalle parole di Maria: “Ciociaria Naturale per me è la conferma che questo areale – che è stato sempre un fanalino di coda del Lazio – in realtà va, si lavora con una grande serietà e rispetto per la vite in un contesto paesaggistico che non sempre è tutelato da chi lo governa. Invece chi lo lavora da diversi anni fa un lavoro molto differente e forse grazie a realtà come le nostre, non unite a caso, incentrate sulla professionalità, qualcosa sta cambiando anche nel consumatore che assaggia i nostri vini.”

    Maria Ernesta Berucci, la sua produzione, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Maria Ernesta Berucci, la sua produzione, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Raphaël Cesanese del Piglio Docg 2021 blend di uve Cesanese di Affile e Nostrano provenienti dal vigneto di 1h di 45 anni di età coltivato su terreno di matrice vulcanica misto ad argilla e rocce calcaree. Vinificazione e affinamento in vasche di cemento con travasi di illimpidimento e anfore da 500 lt.

    Un concentrato di frutta rossa e speziatura che dal naso si amplifica al palato riscontrando una facilità di beva, una freschezza vivace e una trama setosa. Conquista per il suo sorso lungo e persistente.

    La Visciola – Piglio

    Realtà che nasce nel 2005 dalla passione di Piero Macciocca e la moglie Rosa con 1,5 h da subito adottando i principi della biodinamica e con una produzione di partenza di 700 bottiglie all’anno. Oggi ne producono 15000 provenienti da vigneti parcellizzati; ogni appezzamento è un vino diverso, vinificato separatamente. Una Cantina piccola ma con una grande qualità che produce quattro Cru da uve Cesanese di Affile, un vino base misto con uve degli altri appezzamenti e una Passerina rifermentata e in versione macerata.

    Due vini in degustazione: Donna Rosa Passerina del Frusinate Igt 2019 e Priore Mozzatta Cesanese del Piglio Docg 2019

    Il Cru “Mozzatta” è un Cesanese d’Affile che affina 12 mesi in Tonneaux e 24 mesi in bottiglia. Ha una grande eleganza che domina nel calice con una progressione impressionante ogni volta che si assaggia. La complessità di naso, tra visciola e ciliegia, sentori di sottobosco e note speziate si riscontra anche alla beva trascinata da una buona componente acido-sapida e una finezza di tannini ben integrati. Grande potere evolutivo.

    Alcuni vini della produzione, foto di Cristina Santini
    Alcuni vini della produzione, foto di Cristina Santini

    Palazzo Tronconi di Marco Marrocco

    Siamo ad Arce, nella Valle del Liri, quasi al confine con la Campania.

    Marco non era un vignaiolo e, spinto dalla passione per il suo territorio arcese, da ingegnere abbandona la professione e la vita romana per trasferirsi in campagna e dedicarsi al vino.

    Oggi l’Azienda coltiva 33 ettari di cui 14,5 di vigna, 7,5 di uliveti, 1h di noccioleto ed è costituita dalla Cantina, dall’osteria e dal b&b all’interno di Palazzo Tronconi.

    Nel 2010 compra i terreni e pianta le prime viti allevate in regime biodinamico.

    Laureatosi poi in Enologia nel 2014 e grazie ad alcune conoscenze nel campo vitivinicolo, come il Prof. Gaetano Ciocchi – che è stato il primo a registrare nel 2009 queste rare varietà – punta sulla coltivazione di antichi vitigni come Lecinaro, Olivella, Maturano, Capolongo e Pampanaro, sconosciuti al Catasto Vitivinicolo prima di quell’anno.

    “È sempre presente lo studio, la sperimentazione e il giocarsi tutto in campo perché poi quando l’uva arriva in cantina i giochi sono fatti non potendo utilizzare tutti quei stratagemmi che vengono usati nell’enologia moderna.”

    Tra i vini in degustazione ho scelto di parlarvi di Zi’tore Lecinaro Igt 2021 che affina 15 mesi in vasche di cemento.

    I suoi profumi di prugna e di cannella accolgono cenni di tabacco in foglia per un’armonia impressionante. Ingresso al palato pieno e succoso guidato da tannini morbidi.

    Il vino in degustazione di Marco marrocco, foto di Cristina Santini
    Il vino in degustazione di Marco Marrocco, foto di Cristina Santini

    Aurete

    L’Azienda, nata nel 2016 ad Esperia, nel Sud del Lazio, all’interno del Parco Naturale dei Monti Aurunci, ha una superficie vitata di 4 ettari di cui 1,5 h costituiscono il vigneto “Aurete” piantato nel 2018, 2 h il vigneto “Via Romana” e mezzo ettaro il vigneto più antico pre-fillossera di fine ‘800, a piede franco, il “Cariano”.

    Nel corso dei millenni, l’erosione carsica e la sedimentazione di minerali a valle dovuta alle piogge ha determinato la formazione di suoli rosso scuro ricchi di ferro e magnesio, molto interessanti dal punto di vista geologico e ideali per la viticoltura. Un territorio completamente diverso dagli altri.

    I movimenti tettonici frequenti hanno portato alla luce nel 2000 orme di dinosauri nei vigneti. Ecco spiegate le etichette!

    Inseriti nel 2021 dall’Arsial nel Registro Nazionale, spiccano la Reale bianca semiaromatica dalla quale viene prodotto un Orange wine e il Raspato Nero, vinificati entrambi in anfora di terracotta con fermentazioni spontanee, riposo in anfora o clayver.

    Theron 2020 Aurete, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Theron 2020 Aurete, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Il Thero 2020 ottenuto da Reale bianca e un piccolo saldo di Trebbiano è un Orange wine dalla lunga macerazione di 45 giorni sulle bucce, svinatura, pressatura e continui bâtonnage durante il suo affinamento in anfora.

    Il suo gradevole aroma di margherite e primule accompagna l’intensa nota agrumata e le sue spezie dolci. La beva così palpitante, minerale e fresca si allunga in un finale meraviglioso di frutta esotica.

    Il Vecchio Poggio

    A Isola del Liri si trova l’Azienda agricola di Amedeo Iafrati e sua moglie Graziella, nata nel 2017 ma legata alla viticoltura dagli anni ’60, con un ettaro di vigna messo a dimora su una collina ben esposta.

    Amedeo Iafrati racconta: “L’idea di piantare la vigna mi è venuta quando ero bambino, a sei anni, perché già bevevo vino. C’è sempre stata questa idea. Poi ho piantato un po’ di vigna lì dove avevo due ettari di terreno. Abbiamo fatto la Cantina e la sala degustazione nuove e stiamo cercando di promuovere i nostri vini fatti principalmente da Syrah.”

    Dopo varie sperimentazioni, si coltiva Syrah, Lecinaro, Passerina (da poco piantata che uscirà tra qualche anno), Malvasia del Lazio e Riesling da cui viene prodotto il bianco. Per gli affinamenti la scelta è orientata sulle anfore Tava, fuori terra e in ceramica fatte a mano, che riescono ad esaltare, nei vini, il territorio fatto di pietra calcarea argillosa.

    In degustazione Puddinga IGP 2019 85% Cabernet Sauvignon e 15% Syrah ottenuto dalla macerazione di 20 giorni sulle bucce e 20 mesi di affinamento in anfora.

    Un olfatto ricco di frutti rossi di Cassis e Ribes nero, sbuffi di cacao e liquirizia che vertono sulle note speziate e leggere di tabacco al profilo gustativo. Un vino leggiadro, goloso, di ottimo equilibrio.

     

    Il Vecchio Poggio, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Il Vecchio Poggio, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • WineESiena 2023 il fermento senese, di Elsa Leandri

    WineESiena 2023 il fermento senese, di Elsa Leandri

    Wine&Siena 2023, il fermento senese

    Di Elsa Leandri

    A fine gennaio a Siena vicino al Duomo c’è fermento, un brulichio di persone che entra e esce da Santa Maria della Scala con dei carrelli pieni di bottiglie o prodotti alimentari: è il via vai dei produttori che si stanno preparando all’ottava edizione del Wine&Siena tanto voluta da Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini.

    Flag Wine&Siena 2023, I capolavori del Gusto, articolo di Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Flag WineESiena 2023, I capolavori del Gusto, articolo di Elsa Leandri, foto dell’autrice

    Il 27 gennaio Helmuth, patron del Merano WineFestival e ottimo padrone di casa di questa manifestazione toscana, controlla che tutto sia in ordine per dare il via all’evento che proporrà le eccellenze premiate dal The WineHunter Award.

    Oltre ai numerosi banchi di assaggio che permettono di viaggiare lungo la penisola con circa 600 etichette in degustazione e 60 prodotti alimentari sono state organizzate masterclass presso il Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione, incontri dedicati al mondo del vino e dell’agricoltura e visite guidate all’archivio di stato e al palazzo Sansedoni, che ospita la Collezione Opere d’Arte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, sponsor della manifestazione.

    Il Duomo di Siena, articolo: Wine&Siena 2023, il fermento sienese di Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Il Duomo di Siena, articolo: WineESiena 2023, il fermento senese di Elsa Leandri, foto dell’autrice

    L’ideale sarebbe stato poter essere presente tutti e quattro i giorni dell’evento enogastronomico così da approfittare di ogni iniziativa proposta, ma purtroppo a volte dobbiamo fare delle scelte e il nostro Wine&Siena si è svolto nella giornata di domenica 29 gennaio.

    Siena

    Elsa Leandri all'evento Wine&Siena, foto dell'autrice
    Elsa Leandri all’evento WineESiena, foto dell’autrice

    Un passaggio tra i banchi di assaggio e poi di corsa al Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione a seguire le tre Masterclass della giornata il cui servizio è stato affidato, sotto la guida del Professor Francesco Piacenti, alla 5^E del corso di Enologia IIS Ricasoli.

    Le Masterclass

    “Ricoltivazione di un cru storico della Mosella – Verticale di Riesling Renano”

    Ivan Giovannett, cognome che riporta la mente alla nota cantina altoatesina Castelfeder, è qui per raccontarci, affiancato da Antonio Aquilino, degustatore AIS, il suo sogno oltralpe che è diventato realtà: dedicarsi al Riesling Renano nel territorio d’elezione, la Mosella.

    In foto Giovanett, degustazione di riesling al Wine&Siena 2023, foto di Elsa Leandri
    In foto Ivan Giovanett, degustazione di riesling al WineESiena 2023, foto di Elsa Leandri

    Questo zona così bella e allo stesso tempo poco popolata ha visto un graduale abbandono dei vigneti durante gli anni novanta e Ivan con il suo amico Tobias Treis hanno investito le proprie energie in 9,5 ettari di vigneto, laddove la Mosella fa la curva di 360°. Siamo a Sorentberg (lett. montagna di Sorrento) con una pendenza dell’80%-110% in piena esposizione Sud e con un terreno della tanto rara ardesia rossa.

    Parte così nel 2012 il reimpianto delle viti e la scoperta inaspettata e fortuita di 1000 piante di Riesling centenarie a piede franco poste nella parte più alta della montagna. Il percorso effettuato dai due amici è tale da permetterci di degustare oggi il Riesling prodotto sia dalle piante giovani che dalle vecchie vigne in due annate differenti la 2019 e la 2016.

    Foto delle bottiglie della Masterclass di riesling, immagine di Elsa Leandri
    Foto delle bottiglie della Masterclass di riesling, immagine di Elsa Leandri

    Sorentberg 2019 Riesling Rotschiefer Trocken
    Dorato luminoso. Il naso si apre con sentori fruttati e varietali di pesca e di mirabelle, echi di fiori di ginestra e di camomilla. Si arricchisce con una leggera speziatura di zafferano. In bocca una decisa freschezza e sapidità che offre un’elevata persistenza con finale di scorza di pompelmo.

    Sorentberg 2019 Riesling Von 1000 Alte Reben
    Dorato intenso. Apertura di agrumi canditi e in marmellata. La pesca gialla matura, il fiore giallo essiccato e la nota di zafferano completano il quadro olfattivo. Vibrante abbandona il cavo orale lentamente lasciando un ricordo agrumato.

    Sorentberg 2016 Riesling Rotschiefer Trocken
    Dorato vivace. Stupisce per i sentori iniziali di miele di tarassaco, pasticceria e di marzapane a cui si susseguono note di mango, papaya e di fiori gialli essiccati. Leggeri echi di idrocarburo. Freschezza importante con un finale di bocca di kumquat.

    Sorentberg 2016 Riesling Von 1000 Alte Reben
    Dorato brillante. L’elegante speziatura di curcuma e zafferano accompagna la frutta disidratata e il pot pourri di fiori gialli. In bocca si percepisce una maggior morbidezza ma permane in chiusura una freschezza importante con note di frutta candita.

    Per concludere la masterclass Ivan ci ha proposto Sorentberg 2020 Riesling Kabinett e Sorentberg 2018 Riesling Auslese che si differenziano ovviamente per la percezione di morbidezza e di dolcezza. Il primo ci porta verso note decisamente agrumate con richiami di pesca e di mela gialla fresca e con un finale vegetale di lemongrass; l’impatto è dolce ma la verticalità di beva è decisa. Il secondo ci offre delle note più calde di zafferano, di pesca sciroppata ravvivati da echi balsamici di menta e salvia e in bocca la dolcezza viene mitigata da una decisa acidità.

    “Catwalk Champagne”

    La seconda masterclass della giornata è stata dedicata unicamente alla bollicine per antonomasia: lo Champagne. A condurre questa chiacchierata parlando di zone e vitigni Helmuth Köcher affiancato dagli importatori italiani. In degustazione 6 vini che ci hanno permesso di toccare le diverse zone vitivinicole passando dalla Côte des Bar alla Vallée de la Marne alla Côte des Blanc con un profilo sensoriale differente dettato anche dalla presenza di percentuali diverse dei tre vitigni principali Pinot Nero, Chardonnay e Meunier. La degustazione inizia con una sciabolata effettuata da Helmuth stesso.

    Helmuth Köcher Wine&Siena 2023, foto di Elsa Leandri
    Helmuth Köcher WineESiena 2023, foto di Elsa Leandri

    Champagne Lombardi Cuvée Axiome
    70% Pinot Nero, 30% Chardonnay. 20% vini di Riserva. 8g/L.
    Ottimo champagne per iniziare la degustazione in cui si percepiscono dei sentori prevalentemente agrumati con accenni floreali di ginestra. In bocca sprigiona una freschezza elevata percepita da un agrume citrino correlato anche a una decisa sapidità.

    Champagne A.Robert Alliances N°16
    60% Meunier, 20% Pinot Nero, 20% Chardonnay. 40% vini di Riserva. 6,5g/L.
    Il n°16 sta a indicare il sedicesimo assemblaggio della maison in cui la protagonista è l’annata 2015.
    Apre con sentori di frutta gialla come mirabelle e mela gialla matura. Leggere note di pasticceria e di nocciola. Ottima freschezza che si chiude con un finale di scorza di arancia.

    Champagne Froment-Griffon Cuvée Grande Réserve 1er Cru
    50% Chardonnay, 35% Meunier, 15% Pinot Nero. 20% vini di Riserva. 9g/L.
    Elegante introduzione floreale che viene accompagnata da note di scorza di pompelmo e di frutta gialla. In chiusura pasticceria. Bocca ben bilanciata con un’adeguata persistenza.

    Champagne Froment-Griffon Sélection 1er Cru
    40% Chardonnay, 40% Pinot Nero, 20% Meunier. 9g/L.
    Profilo olfattivo molto interessante che si svela gradualmente: ginestra, acacia, mirabelle, si susseguono con effluvi di erbette aromatiche e pepe bianco. In chiusura miele di zagara. Sorso ampio e strutturato che appaga.

    Champagne A. Bergère Blanc de Blancs Solèra
    100% Chardonnay. 50% vini di Riserva in Solera dal 2013. 5g/L.
    La protagonista di questa annata è la 2020 a cui concorrono il 50% di vini di riserva. Sorprendentemente fresco il profilo olfattivo con richiami di melone bianco, erba tagliata e pompelmo, echi di papaya e ananas. Decisa freschezza con una lunga persistenza.

    Champagne A. Bergère Blanc de Blancs Grand Cru 38-40
    100% Chardonnay. Annata 2012. 5g/L.
    Ottenuto da una selezione di vecchie viti di oltre 30 anni nei Grand Cru Avize e Oger con una sosta sui lieviti di 90 mesi non può che offrire una palette olfattiva ricca di sentori di viennoiserie, di crema pasticceria e di nocciola che accompagnano i più comuni ricordi fruttati. Delicata speziatura. Bocca ben strutturata che abbandona lentamente il cavo orale lasciando un aroma di pompelmo candito.

    Catwalk 2023 Wine&Siena, foto di Elsa Leandri
    Catwalk 2023 WineESiena, foto di Elsa Leandri

    “Chianti Classico: microzone a confronto”

    L’ultima masterclass della giornata è stata dedicata invece al vitigno per eccellenza toscano e nella sua espressione come solista o in orchestra: il Sangiovese. A condurre l’evento Andrea Frassinetti, delegato Onav Siena, accompagnato dai produttori delle varie etichette. Le sette etichette selezionate hanno permesso di toccare solo alcune delle nove aree di produzione: nello specifico Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Radda in Chianti e Greve in Chianti.

    L’annata protagonista è stata la 2019.

    Foto della Masterclass di Chianti Classico 2019, immagine di Elsa Leandri
    Foto della Masterclass di Chianti Classico 2019 al WineESiena, immagine di Elsa Leandri

    Vallepicciola Chianti Classico 2019
    100% sangiovese.
    Carminio vivace. Offre sentori di frutti di bosco, arancia sanguinella e viola mammola. In chiusura echi di liquirizia e di cioccolato al latte. Tannini ben integrati e persistenza non molto lunga con un retrogusto amaricante.

    Tenuta Di Arceno Chianti Classico 2019
    90% sangiovese, 10% merlot.
    Carminio fitto e vivace. La tipica ciliegia con effluvi vegetali e l’elegante speziatura dolce di vaniglia e cannella caratterizza il profilo olfattivo. Sorso pieno con un’ottima freschezza e con tannini non ancora perfettamente levigati. Lunga chiusura.

    Castello di Fonterutoli Chianti Classico Gran Selezione 2019
    100% sangiovese.
    Carminio con riflessi granato. Naso ben strutturato: viola, ciliegia matura, tocchi speziati e balsamici. Ricordi di cioccolato e di note ferrose. Tannini saporiti rinvigoriti da un’acidità decisa. Abbandona la bocca lentamente con un finale agrumato.

    Tenuta Villa Trasqua Chianti Classico 2019
    80% sangiovese, 10% merlot, 10% cabernet sauvignon.
    Carminio di media intensità. Ciliegia marasca, melagrana con sentori di rosa e viola sono ravvivati da richiami balsamici e speziati. Al palato appare fresco ma con un tannino ancora graffiante.

    Vecchie Terre di Montefili Chianti Classico 2019
    100% sangiovese.
    Carminio vivace. Offre sentori di frutta scura quale mora e susina e di viola. Note di humus, di cardamomo e di liquirizia affiancano le note empireumatiche di cioccolato e di polvere di caffé. In bocca ha una struttura importante che potrà sicuramente evolvere in quanto sorretto da freschezza e da tannini ancora in evoluzione. Chiusura raffinata di arancia sanguinella.

    Arillo in Terrabianca Sacello Chianti Classico 2019
    100% sangiovese.
    Carminio di media intensità. Si apre con eleganti sentori floreali a cui si susseguono ciliegia marasca, ribes rosso e melagrana. L’elevata freschezza e il tannino setoso rendono la bevuta piacevolmente immediata e di compagnia.

    Carpineto Chianti Classico 2019
    Sangiovese, canaiolo e altre varietà a bacca rossa.
    Carminio vivace. Note fruttate di ciliegia matura, mora e susina e floreali. Offre una beva non impegnativa ideale per accompagnare una merenda toscana.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://wineandsiena.com/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023, il nebbiolo e le sue suadenti sfumature

    Di Ilaria Castagna

    Nelle sale dell’Hotel Palatino in via Cavour a Roma, il 14 e il 15 gennaio 2023, l’agenzia Riserva Grande di Marco Cum, come sempre, ci ha stupito e affascinato con il suo evento “ Nebbiolo nel cuore”, arrivato ormai alla nona edizione. Ben 50 cantine partecipanti, oltre 300 etichette degustate e circa 1.500 visitatori per promuovere culturalmente tutte le espressioni, così suadenti, di quello che è da tutti considerato un grande, nobile e potente vitigno, il Nebbiolo.

    Locandina evento da sito, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna
    Locandina evento da sito, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Novità assoluta di questa edizione è stata la presentazione, alla presenza della stampa e dei produttori presenti,della guida di “Nebbiolo nel cuore”. La prima, in assoluto, su questa varietà nella quale i vini prodotti e le varie aziende sono presentati distintamente per valorizzare le molteplici espressioni di uno dei più grandi vitigni di tutti i tempi.

    Verrà realizzata tramite un’APP gratuita, legata alla manifestazione, per tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle cantine e dei territori differenti dove il Nebbiolo si esprime nel migliore dei modi.

    Piccoli e grandi produttori, venuti per raccontarci le loro storie, la loro terra e tutti i loro sacrifici, legati ai vari terroirs che, da sempre, caratterizzano la regione del Piemonte. Dal Barolo al Barbaresco, dal Ghemme al Boca, dal Roero al Gattinara fino al Lessona, sono stati tanti i vini in degustazione che ci hanno fatto palpitare ed emozionare.

    Molte le conferme ma in questa edizione devo ammettere, molteplici scoperte di piccole aziende che stanno emergendo e che mi hanno sorpreso e meravigliato. Di seguito, ve ne riporto alcune.

    Azienda Le Strie, Ponte in Valtellina: 2 ettari di vigneto ed una produzione di 10.000 bt l’anno. Il Nebbiolo, localmente chiamato lì Chiavennasca, dona dei rossi potenti e strutturati, di grande finezza. Una menzione particolare va al loro Sforzato di Valtellina D.O.C.G . affinato due anni in grandi botti di rovere ed in seguito all’imbottigliamento, riposa altri quattro anni prima della commercializzazione. Un connubio perfetto di frutti rossi, spezie ed una frutta sotto spirito amalgamata in maniera affascinante.

    La linea dell’azienda LE STRIE, foto di Ilaria Castagna
    La linea dell’azienda LE STRIE, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Luigi Vico, Serralunga D’Alba: realtà nata ufficialmente nel 2016 con 2,1 ettari di vigneto nella zona del Barolo. Ottiene una produzione, molto limitata, di Barolo del comune di Serralunga d’Alba e di Barolo Prapò. Per l’affinamento del suo Barolo, ha scelto il legno della foresta di Fontainebleau e Slavonia. Qui una grande conferma di vari assaggi, con un finale strepitoso, il loro Vermouth di Torino Ambrato. Un sublime vino Moscato con erbe, spezie, agrumi e piante officinali segrete. Un elisir che provoca dipendenza, Sublime!

    La linea dell’azienda Luigi Vico Serralunga CasaMia, foto di Ilaria Castagna
    La linea dell’azienda Luigi Vico Serralunga CasaMia, foto di Ilaria Castagna

    Fabrizio Battaglino, Vezza D’Alba: piccola azienda di 5 ettari con 25 anni di produzione già alle spalle. Davvero notevole tutta la sua linea, da menzionare in particolare il Roero DOCG Riserva Colla 2018. Piccola curiosità: La vigna Colla, di proprietà della sua famiglia da generazioni, è stata la prima a veder nascere un Roero DOCG nel 2005. E’ sicuramente per loro motivo di orgoglio.

    Linea dell’azienda Fabrizio Battagliano, foto di Ilaria Castagna
    Linea dell’azienda Fabrizio Battagliano, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Azienda Agricola Renato Fenocchio, Neive. 6 ettari tra i comuni di Barbaresco, Neive e Treiso. Produce in media 27.000 bt totali. Ho scoperto dei vini sinceri, rispettosi, non omologati e incredibilmente unici e affascinanti. La sua linea a partire dal Nebbiolo 2020 passando dal Barbaresco 2019 “Starderi” fino ad arrivare al suo strabiliante Barbaresco 2016 sono stati per me, una vera e propria scoperta. Straordinari!

    Linea Azienda Renato Fenocchio, foto di Ilaria Castagna
    Linea dell’ Azienda Renato Fenocchio, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Aurelio Settimo, La Morra. L’etichetta AURELIO SETTIMO nasce nel ’62, ad oggi è la figlia Tiziana ad occuparsi della produzione. 5,60 ettari coltivati a Nebbiolo da Barolo e neanche 1 ha a Dolcetto d’Alba. 3,40 ha di Nebbiolo sono coltivati nel rinomato cru Rocche dell’Annunziata, una delle zone di maggior prestigio per la produzione del vino Barolo. Una sola parola per lui, eleganza. Davvero notevole il Barolo “Rocche dell’Annunziata” Riserva 2016. Un tripudio di frutta, vaniglia e spezie.

    Linea Azienda Aurelio Settimo, foto di Ilaria Castagna
    Linea dell’ Azienda Aurelio Settimo, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Massimo Clerico, Lessona. Una grande storia familiare che affonda le sue radici nel ‘700 nell’antica cantina di Lessona, in provincia di Biella. Il papà di Massimo, Sandrino Clerico fu uno dei primi 3 viticoltori in Lessona che vennero iscritti nell’albo dei produttori del vino. L’azienda fu poi ristrutturata nel 2004, da Massimo. Produce circa 10.000 bt/anno con 2 ha circa, suddivisi in quattro appezzamenti piantati principalmente a Nebbiolo ma anche a Vespolina, Croatina e Uva Rara. La sua linea si contraddistingue per un’eleganza salmastra unica dovuta anche ai suoi terreni molto particolari, di sabbia pliocenica (terreno sabbioso di origine marina ). Una piacevolissima sorpresa anche lui.

    La linea dell’azienda Massimo Clerico, foto di Ilaria Castagna
    La linea dell’azienda Massimo Clerico, foto di Ilaria Castagna

     

    Ilaria Castagna sommelier, winewriter,esperta vitivinicola
    Ilaria Castagna sommelier, winewriter,esperta vitivinicola

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  • Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023

    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023

    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati.

    Redazione

    Aperte le selezioni per la quarta edizione dell’evento-degustazione che si terrà dal 20 al 22 Maggio 2023 con tante novità e importanti riconferme.

    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati, foto da comunicato stampa, edizione 2022
    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati, foto da comunicato stampa, edizione 2022

    Dopo il successo dello scorso anno, torna la quarta edizione dell’evento-degustazione Best Wine Stars, regalando ancora una volta alla città coinvolgenti occasioni di approfondimento sia per gli esperti che per gli appassionati del settore enogastronomico e dei distillati.

    Per il secondo anno consecutivo, Best Wine Stars avrà luogo presso Palazzo del Ghiaccio, lo splendido edificio in stile Liberty che nel suo inconfondibile parterre di oltre 2400 metri quadrati, ospiterà per tre giorni le oltre 200 aziende selezionate.

    Realizzato da Prodes Italia srl, Best Wine Stars è un progetto annuale che si pone l’obiettivo di proporre un’esperienza esclusiva tra le nuove tendenze, le strategie social e le tecnologie emergenti. La cultura del vino e dei distillati viene, infatti, promossa a 360° grazie alla divulgazione della storia e dell’unicità di ogni singolo prodotto e azienda attraverso vari canali e differenti strategie. L’occasione è quindi un’ottima opportunità per presentarsi al grande pubblico e a tutti gli addetti al settore.

    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023, foto edizione 2022 da comunicato stampa
    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023, foto edizione 2022 da comunicato stampa

    Novità assoluta di quest’edizione, in linea con i trend di mercato che premiano questa categoria, sarà la presenza di un’area bio, interamente dedicata alle aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro mission. Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale e Best Wine Stars vuole rispecchiare le tendenze della nostra contemporaneità e le esigenze del pubblico, proponendo una selezione di eccellenze bio e naturali.

    In seguito all’ottimo riscontro ottenuto nell’edizione precedente, si amplia l’offerta relativa alle aziende internazionali e ai distillati, che rappresentano una nicchia piuttosto forte e molto apprezzata dai consumatori.

    Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale, foto da comunicato stampa edizione 2022
    Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale, foto da comunicato stampa edizione 2022

    Come per le precedenti edizioni, saranno assegnati i Best Wine Stars Awards, importanti riconoscimenti conferiti ai partecipanti al progetto. Quest’anno ci saranno due nuove categorie: Best Spirits e Best Rosè Wine, oltre ai già presenti Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Logo e Best Label.

    I vincitori dei premi Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Spirits e Best Rosè Wine vinceranno la partecipazione gratuita all’edizione 2024, mentre le cantine che si aggiudicheranno Best Logo e Best Label avranno l’opportunità di essere coinvolte come Wine Sponsor in eventi internazionali organizzati da Prodes Italia.

    Le degustazioni guidate durante la manifestazione, edizione 2022, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni guidate durante la manifestazione, edizione 2022, foto da comunicato stampa

    Riconfermato anche per il 2023 il Premio Landini grazie alla partnership tra BWS e il brand italiano appartenente al Gruppo Argo Tractors, che in veste di Main Sponsor, selezionerà la miglior cantina che si aggiudicherà la targa celebrativa e un buono per l’acquisto di un trattore agricolo Landini. Questa collaborazione vuole promuovere l’eccellenza vitivinicola italiana, creando proficue relazioni tra i protagonisti della filiera e incoraggiandone competitività e presenza sul mercato

    “Landini – commenta Mario Danieli, Country Manager Italia di Argo Tractorsè un prestigioso marchio dell’industria italiana, simbolo del Made in Italy e di quella eccellenza riconosciuta anche al di fuori dei confini nazionali, come sinonimo di qualità. Valori che facilmente troviamo nei vini italiani, da sempre apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. Come i produttori coltivano e curano con dedizione, professionalità e passione le uve per creare vini d’eccellenza, allo stesso modo noi investiamo, ricerchiamo e lavoriamo per proporre sul mercato dei prodotti sempre più competitivi, efficienti e tecnologici”.

    “In tal senso – aggiunge Danieliil nostro gruppo abbraccia questa manifestazione e i suoi protagonisti, sottolineando la naturale vicinanza a questo comparto grazie anche alla tecnologia dei nostri trattori specialistici, tecnologia che migliora ed ottimizza il lavoro nei vigneti. Argo Tractors è da anni impegnata nell’innovazione, grazie ai forti investimenti nel settore ricerca e sviluppo e al contempo coltiva la passione per il lavoro in agricoltura con una particolare attenzione al fattore umano”.

    Il pubblico in degustazione dei vini alla manifestazione 2022, foto da comunicato stampa
    Il pubblico in degustazione dei vini alla manifestazione 2022, foto da comunicato stampa

    Best Wine Stars, inoltre, è lieta di annunciare un’altra importante novità: la partnership con Iron 3, azienda specializzata in organizzazione di eventi, gestione di business contacts, realizzazione incontri B2B tra aziende vinicole e buyer esteri.
    In quasi dieci anni di attività, Iron3 ha sviluppato il know-how e le competenze necessarie all’organizzazione di vari tipi di eventi e manifestazioni di promozione del vino italiano all’estero, proponendo un servizio completo d’alta qualità, con personale qualificato, attività informativa e di ricerca, conoscenza del mercato.

    Punto fermo della manifestazione rimangono le masterclass, momenti di approfondimento organizzati in collaborazione con la sommelier e winewriter Adua Villa affiancata da un team di relatori di eccellenza, che nel corso degli anni hanno acquisito sempre più prestigio. Dodici in totale, le masterclass si divideranno tra verticali, incentrate su una singola azienda che verrà raccontata attraverso le degustazioni delle etichette più prestigiose, e di gruppo, che coinvolgeranno diverse aziende su differenti tematiche quali ad esempio il terroir, vinificazione, stile e tendenze.

    A seguito dell’evento le etichette delle aziende partecipanti saranno in vendita sulla piattaforma e-commerce www.bestwinestars.com.

    COMPANY PROFILE

    Best Wine Stars è un’iniziativa del gruppo Prodes Italia, che opera da anni nel settore dell’alta gioielleria, del design e dell’arte. Fondatore dell’evento annuale consolidato ormai negli anni Artistar Jewels, Prodes Italia rispecchia in questo nuovo progetto la medesima unicità e stile. Nel 2019 la società ha realizzato la prima edizione della Milano Jewelry Week, La Week Milanese che celebra la storia, la tradizione e l’innovazione dell’affascinante mondo del gioiello internazionale.

    Per candidarsi inviare una mail a: info@bestwinestars.com

    BEST WINE STARS

    20 / 21 / 22 Maggio 2023 – Palazzo del Ghiaccio – Milano
    info@bestwinestars.com
    www.bestwinestars.com
    Instagram Best Wine Stars: @bestwinestars
    Facebook Best Wine Stars: https://www.facebook.com/BestWineStars/

    Informazioni generali

    ORARI AL PUBBLICO
    Sabato: dalle 12:00 alle 21:00
    Domenica: dalle 12:00 alle 21:00
    Lunedì: dalle 12:00 alle 21:00
    INGRESSO: 25 euro – Open Tasting + Wine Glass

    Da comunicato stampa


    Sito evento: http://www.bestwinestars.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.prodesitalia.com/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023

    Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023

    Vallepicciola lancia la “nuova” linea Grandi Cru e va alla conquista del mondo.

    Redazione

    Nel cuore del Chianti Classico, Vallepicciola va alla conquista del mondo con la nuova linea “Grandi Cru”. Tre vini: Vallepicciola 2021 IGT Toscana Bianco Chardonnay 100%, Vallepicciola 2020 IGT Toscana Rosso Sangiovese 100%, Migliore’ 2019 IGT Toscana Rosso fondono l’amore per la tradizione, il desiderio di modernità, l’attenta cura e selezione delle uve in vigna.

    Vallepicciola lancia la “nuova” linea Grandi Cru e va alla conquista del mondo, alcuni giornalisti ospiti, foto da comunicato stampa
    Vallepicciola lancia la “nuova” linea Grandi Cru e va alla conquista del mondo, alcuni giornalisti ospiti, foto da comunicato stampa

    Oasi d’eccellenza nel cuore della Toscana, Vallepicciola è una delle realtà vitivinicole più rappresentative del territorio senese con i suoi 107 ettari di vigneto che racchiudono tutta l’essenza di una regione abituata a stupire per arte, storia, cultura e tradizioni.

    E a conquistare il mondo con l’infinita gamma di aromi e sapori che solo la ricchezza enologica della Toscana è capace di sprigionare. Da questo inestimabile patrimonio, Vallepicciola ha selezionato i suoi tre Grandi Cru con l’obiettivo di posizionarsi tra i primi a produrre vino di alta qualità nel mondo.

    Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023, foto da comunicato stampa
    Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023, foto da comunicato stampa

    Le Tre Eccellenze di Vallepicciola rispondono ai nomi di il Vallepicciola 2021 IGT Toscana Bianco Chardonnay 100%, uno Chardonnay in purezza e di grande struttura, il Vallepicciola 2020 IGT Toscana Rosso Sangiovese 100%, un Sangiovese in purezza, vitigno principe della zona, combina alla perfezione struttura ed eleganza.

    «Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida» spiega l'enologo e direttore generale Alessandro Cellai, foto da comunicato stampa
    «Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida» spiega l’enologo e direttore generale Alessandro Cellai, foto da comunicato stampa

    Infine, ma non ultimo, che completa la gamma dei Grandi Cru della cantina di Castelnuovo Berardenga il Migliore’ 2019 IGT Toscana Rosso, taglio bordolese, vendemmia 2019, tiratura molto limitata e fiore all’occhiello della cantina fondata da Bruno Bolfo e dalla sorella Giuseppina nel 1999 quando un ex convento di suore abbandonato venne trasformato in hotel di lusso.

    «Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida» spiega l’enologo e direttore generale Alessandro Cellai.
    «Qui risiede il mio modo di concepire il vino e nella linea dei Grandi Cru sono racchiusi quegli elementi che raccontano il territorio, il vitigno e l’anima di chi lo produce».

    Gli assaggi da parte dei giornalisti ed esperti ospiti di Vallepicciola, foto da comunicato stampa
    Gli assaggi da parte dei giornalisti ed esperti ospiti di Vallepicciola, foto da comunicato stampa

    Vallepicciola 2021 IG

    T Toscana Bianco Chardonnay 100% è uno Chardonnay in purezza forte di una interessante e loquace struttura. Invecchiato in barriques per 12 mesi con batonnage una volta al mese, il Vallepicciola Bianco Toscana 2021 si presenta di colore giallo paglierino a gradazione intensa, prima di concedere le sue note di albicocca, pesca e qualche sentore di ananas. Per Vallepicciola questo Chardonnay rappresenta il connubio perfetto tra ricchezza, eleganza e sapidità.

    Gli ospiti della degustazione in azienda, foto da comunicato stampa
    Gli ospiti della degustazione in azienda, foto da comunicato stampa

    Colore rosso rubino intenso, note di ciliegia al naso, ma anche ribes e viola con sfumature di cioccolato fondente per il Vallepicciola 2020 IGT Toscana Rosso Sangiovese 100% ottenuto da uve Sangiovese 100%. 20 i mesi di invecchiamento e 4 di affinamento in bottiglia per la terza eccellenza di Vallepicciola capace di esprimere tutta la sua eleganza al palato grazie anche a una trama tannica perfettamente integrata. Lungo il finale con inaspettato retrogusto di note balsamiche.

    La presentazione della giornata di degustazione a Vallepicciola, foto da comunicato stampa
    La presentazione della giornata di degustazione, foto da comunicato stampa

    Migliore’ 2019 IGT Toscana Rosso nasce tra i 370/430 metri di altitudine su un terreno calcareo con presenza di argilla, galestro e alberese. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot sono le uve che lo compongono in eguale proporzione, in prevalenza provenienti dai vigneti Montrepoli, Poggione e Mordese.

    Dopo la fermentazione in vasche di cemento a temperatura controllata, il vino prosegue l’invecchiamento per 24 mesi e completa il suo affinamento in bottiglia per altri 8. Rubino intenso, il suo colore e tra il ribes e l’amarena le tipiche note di degustazione, arricchite da tiepidi sentori di vaniglia. Morbido al palato e grande la struttura capace di sposare l’eleganza del Merlot con l’acidità dei Cabernet.

    La degustazione con ospitalità nei locali della cantina di Vallepicciola, foto da comunicato stampa
    La degustazione con ospitalità nei locali della cantina, foto da comunicato stampa

    C’è tutto il cuore della Toscana; il verde delle colline e l’azzurro del cielo, ma anche il sapore intenso della tradizione che si stringe all’arte della innovazione in questi tre Grandi Cru di Vallepicciola con i quali l’azienda lancia la sua sfida: dalle terre del Chianti Classico alla conquista del mondo in termini di produttori di grandi vini di qualità.

    Da Comunicato stampa


    Sito di riferimento: https://www.vallepicciola.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Alto Adige 2022 Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof

    Alto Adige 2022 Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof

    Alto Adige 2022 Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof

    Di Cristina Santini

    La partenza al mattino presto mi mette sempre un “friccico ner core“, è l’emozione di raggiungere la metà, è l’attesa che prepara all’incontro, al fascino delle vette che si ergono imponenti e solitarie sulle nostre vite.

    E quando sono arrivata in Alto Adige è stato come un bimbo alle prese con il suo primo giocattolo. Non sapevo dove guardare. Riflesso nei miei occhi il vasto scenario dei vigneti e dei frutteti immersi tra queste valli e maestose montagne, abitate e coltivate fino ad altezze e pendenze vertiginose, dominate da innumerevoli Tenute e Castelli.

    Una fiaba in un quadro e il quadro in una fiaba.

    Alto Adige 2022 Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, panorama altotesino
    Alto Adige 2022 Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, panorama altotesino, foto di Cristina Santini

    La Strada del Vino

    Il mio viaggio, che vi racconterò articolo dopo articolo, comincia sulla Strada del Vino, una delle più antiche d’Italia che serpenteggia pittoresca e accogliente ovunque l’occhio si posi. Alla scoperta della viticoltura altoatesina, ho attraversato il dolce ritmo della natura e i suoi paesini dislocati lungo il suo percorso totalmente “invaso” da vigneti e antiche Cantine.

    Autenticità è la parola chiave di questa terra straordinaria.

    È una strada che corre parallela al fiume Adige per 70 km attraverso località che hanno scritto la storia del vino, da Nalles a Salorno, lungo l’Oltradige fino ad arrivare alla Bassa Atesina. 4300 ettari coltivati a vite su un totale di 5114 che rappresentano l’83% dell’intero territorio vitivinicolo altoatesino.

    Il Podere di “Linticlar”

    Direttamente catapultata nelle tradizioni, la mia prima tappa è stata l’Azienda vitivinicola Schlosskellerei Turmhof, un tempo chiamata Podere di Linticlar citato per la prima volta in un documento del 1225.

    Ad accogliermi calorosamente c’è Andreas, responsabile del settore enogastronomico che mi racconta “in italiano” (perché qui siamo sembra di essere in Italia) la storia di questa bellissima Tenuta antica.

    TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini
    TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    Sabina e Christof Tiefenbrunner, figlio del Fondatore Herbert Tiefenbrunner, sono i titolari attuali dell’Azienda, giunti alla quinta generazione e da sempre viticoltori che hanno saputo unire le antiche tradizioni e lo spirito di innovazione, mantenendo la forte personalità dei loro vini e rispettando e proteggendo l’habitat naturale.

    La Famiglia acquisisce la Tenuta nel 1908, ma la fondazione della Cantina risale al 1848 e questo la rende una delle tenute più antiche dell’Alto Adige.

    Il Castello è suddiviso in una parte referenziale e una parte operativa: al posto della cantina storica prima vi erano le vecchie stalle e oggi rappresenta il tratto più antico risalente al 1200. Poi, nel corso degli anni, quando è aumentata la produzione, è stata creata la nuova cantina.

    I vigneti dai 200 ai 1000 metri

    Di proprietà totali sono circa 25 ettari situati tra Niclara, Cortaccia e Magrè ad altezze che vanno dai 200 ai 1000 metri s.l.m.

    Dieci ettari circondano il castello distribuiti sia di fronte nella bassa valle a 200 metri, sia alle spalle della cantina fino ai 1000 metri. È lavorata maggiormente la fascia montuosa sopra i 700/800 metri, altitudini che permettono la coltivazione di una grande varietà di uvaggi e una grande varietà stilistica.

    Poi ci sono i conferitori della zona che appunto conferiscono le loro uve e rappresentano ulteriori 54 ettari. Quindi 80 ettari in totale che vengono lavorati ogni anno.

    A seconda dell’annata, la media di bottiglie prodotte all’anno è di circa 650.000, di cui 300.000 sono per l’export mondiale e l’80% rappresenta la produzione di vini bianchi.

    A 1000 mt si trovano i vigneti del Müller Thurgau punta di diamante dell’azienda; da un lato della montagna sui 700 metri c’è l’altro Muller Thurgau e lato opposto sotto i 700 mt il Pinot Nero e il Sauvignon, areale ideale per queste due vitigni che non hanno bisogno di eccedere con spiccate note esotiche a renderli troppo pieni.

    Vigneti aziendali, foto di Cristina Santini
    Vigneti aziendali Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    Tra le quattro linee aziendali, solo la selezione “Vigna” è un vigneto di locazione, le altre portano nomi che definiscono la fascia di produzione, la qualità di uvaggio e non sono determinate da singoli vigneti.

    Le tre “Vigne”, Toren, Au e Feldmarschall sono nei pressi della Tenuta, mentre la Vigna Rachtl, è più lontano, a Nord, ai piedi del monte Sciliar. Sono dei Grandi Cru, i vini di punta dell’Azienda e sono coltivati su quattro singoli terreni diversi.

    Ad esempio il pluripremiato Feldmarschall Von Fenner, il Müller Thurgau di circa tre ettari, cresce a 1000 metri di quota su un altopiano con alle spalle una collina molto assolata che fa da riscaldamento artificiale e con i venti che passano in maniera differente su ogni filare. Tant’è che in certe annate c’è una differenza nella maturazione dell’uva di quasi due settimane che richiede dai due ai quattro passaggi di vendemmia.

    La bassa valle invece è la zona più calda dell’alto Adige ed è perfetta per il Cabernet Sauvignon della Vigna Toren che viene vendemmiato tardi, in autunno pieno, fine ottobre a volte inizi novembre.

    La Doc Alto Adige permette soltanto la raccolta a mano delle uve.

    Il carattere di questi vini dipende tutto dal clima mite e dai suoi terreni morenico calcarei, tendenzialmente argillosi in alcune zone, che donano una spiccata mineralità e una prorompente acidità, qualità comuni in tutta la gamma, soprattutto per i vini bianchi di alta quota.

    I bianchi aromatici, gewurztraminer e Sauvignon un po’ più in alto, sono coltivati verso la bassa valle insieme ad alcune varietà a bacca rossa come il Lagrein, mentre il Cabernet Sauvignon e il Merlot delle altre linee crescono su una collina esposta a sud ben soleggiata tutto il giorno.

    Il pinot nero è in alta quota, mentre lo Chardonnay a 350 metri su una media collina e poco più su il pinot bianco.

    In valle i terreni sono più sabbiosi, meno spessi, costituiti da detriti morenici di fondo valle.

    Il magazzino scavano nella montagna, TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini
    Il magazzino scavano nella montagna, TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    La sinergia tra l’antico e il nuovo

    Andreas mi porta a visitare sia la parte antica della cantina, sia la parte nuova costruita recentemente per ovviare al forte aumento, ogni anno, della produzione.

    Passando per il magazzino di stoccaggio mi viene spiegato che lo stemma della Famiglia Tiefenbrunner è diventato il simbolo esposto in etichettatura e rappresenta due cavalli a testimonianza dell’esistenza, in tempi remoti, in agricoltura, dei masi ognuno con uno stemma di famiglia.

    A seconda della linea, l’utilizzo della barrique anche nei bianchi tendenzialmente non è impegnativo, infatti trattasi di barrique usate di quarto passaggio. Ci sono botti di rovere francese che hanno più di vent’anni. Se impiegate nuove barrique, l’affinamento è fino ad un massimo del 40% della massa anche sui vini bianchi. Tutti i legni sono di media tostatura.

    La nuova zona di fermentazione, TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini
    La nuova zona di fermentazione, TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    Il nuovo ambiente di vinificazione

    La nuova cantina, progetto iniziato nella primavera del 2020, è posizionata due piani sotto, circa dieci metri di profondità, ed è caratterizzata, principalmente dalla zona di fermentazione.

    Prima la fermentazione era svolta in acciaio; ora il lavoro è più semplificato perché, a caduta libera, la materia prima scende direttamente dalle presse dei piani superiori nei serbatoi troncoconici Tulipe in cemento rivestiti all’interno da una particolare resina che migliora l’ossigenazione e vengono utilizzano sia per i bianchi sia per i rossi. Sono facili da pulire, molto comodi per controllare la temperatura in maniera efficace ed omogenea per tutto il processo fermentativo e hanno una grandezza che varia dai 45 ai 75 ettolitri.

    Principalmente sono utilizzati lieviti selezionati, ma ci sono anche vini dove avviene la fermentazione spontanea come per esempio nello Chardonnay.

    L’acciaio viene ancora utilizzato ma si sta passando gradualmente al cemento.

    Dopo la fermentazione, i vini proseguono per l’affinamento che, a seconda della linea, cambia e può essere in acciaio, in cemento o in barrique.

    Un terzo della produzione viene messo da parte, cioè non è in vendita da subito e continua l’affinamento in bottiglia uscendo sul mercato dopo dieci anni come annata storica. Quindi l’annata 2022, che solitamente fa un anno di barrique e due anni di bottiglia, uscirà nel 2035 come annata storica. Ovviamente sono vendite su prenotazione come anche per la selezione “Vigna” perché sono quantità piccolissime e sempre esaurite.

    La cantina storica, foto di Cristina Santini
    La cantina storica Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    La storica cantina

    Passiamo ad un altro lato dell’edificio dove si trova la cantina storica con le antiche vasche di cemento ancora in funzione e le sale con i soffitti a volta dove riposano le botti grandi e le barrique.

    Inebriata dal profumo di mosto che emanano queste stanze, attraverso la vecchia cantina che mi porta tra passato e presente a ricordi e immagini di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia, se ideale o reale, ma che si libera nella mente.

    Scendo ancora su scale ripide, ad una profondità di otto metri, che portano ad un nicchia, una grotta bellissima costituita da roccia calcarea.

    L’aria e la temperatura sono diverse qui. Ci sono 13/15 gradi costanti tutto l’anno con un’alta umidità, del 75/85%, con due cambi d’aria. Queste sono le condizioni perfette per la maturazione dei vini e per tenere sempre bello liscio il legno. Qui riposano in botti da 42 ettolitri i Cabernet Sauvignon che hanno un periodo di affinamento più lungo, cioè 24 mesi, e alcuni vini bianchi in barrique.

    Davanti i miei occhi si dipana una nicchia piena di bottiglie datate e impolverate con un quadro che racconta la storia di un’entrata segreta di collegamento al castello.

    Castrum Linticlar

    Così chiamato all’epoca questo castello, non era solo una cantina ma anche una tenuta residenziale, costruita tra il 1200 e il 1300 in una posizione strategica importante per il controllo delle valli.

    In quegli anni, i Vescovi del Tirolo e quelli del Trentino, si dichiararono guerra per il dominio del territorio e per questo fu edificata una fortezza, che oggi non c’è più, sulla collina alle spalle del castello e ad esso collegata tramite un tunnel sotterraneo lungo 150 metri.

    Oggi questo tunnel è stato murato e la nicchia funge da riposo per una parte delle storiche bottiglie patrimonio della Cantina. La fortezza fu abbandonata nel momento in cui i Vescovi hanno suddiviso il territorio, ognuno dalla parte opposta delle sponde dell’Adige. Successivamente fu trasformata in un tribunale contadino con annessa prigione finché fu tutto murato e dimenticato.

    Castrum Linticlar, foto di Cristina Santini
    Castrum Linticlar Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    La degustazione nel Bistrot Castel Turmhof

    Accanto al castello c’è il punto vendita e il Bistrot, una sala molto accogliente dove Andreas mi fa accomodare per degustare l’assortimento disponibile dei loro vini.

    La linea Classic MERUS

    “Merus” è un termine latino che significa puro e questo è il concetto che si vuole trasmettere in questa linea esaltando le proprietà del frutto puro dell’uva e la sua naturale eleganza.

    Questa linea è perfetta per capire bene l’essenza dell’uva che cresce in questa zona, con rese intorno ai 105/110 q/h, fermentazioni e affinamenti in cemento. Sono vini che vanno bevuti massimo entro 2/3 anni. A marzo dell’anno successivo la vendemmia, esce la nuova annata.

    Pinot bianco 2021

    Mostra al naso una profumazione intensa, chiaramente complice questo meraviglioso vitigno che esalta il frutto primario come la mela e la nota tropicale. Semplice e senza fronzoli.

    Al palato è molto fresco ed elegante, con una bella acidità e un fruttato leggero accompagnati da note minerali che lo rendono ideale per un aperitivo. È una bevuta piacevole che richiama il secondo calice. Percepisco una leggera astringenza dovuta sicuramente al poco residuo, quasi come una lama sulla lingua. Notevole nella pulizia del palato.

    Andreas mi racconta che il vino identitario è, per loro, il Pinot Bianco. Si beve durante gli aperitivi prima dei pasti, non ha una risonanza internazionale, non è molto venduto in Italia al di fuori dell’alto Adige, ma rappresenta il loro vino classico come se fosse un prosecco.

    Sauvignon Blanc 2021

    Un calice ancora più intenso del precedente, anche più aromatico, dove predominano freschezza e immediatezza del vitigno. Mostra vivacità con chiara presenza di note di erbe di montagna, di salvia e di ortica sua al naso sia al palato.

    Qui saliamo di quota, per cui il vino presenta un’acidità marcata, una bella sapidità, con frutto primario. Ancora più verticale del pinot Bianco, più diretto sulla lingua, più secco, molto minerale, con intense note citriche.

    Il tappo è lo Stelvin come la maggior parte delle bottiglie in degustazione.

    Andreas mi racconta che dal 2008 sono stati progressivamente sostituiti i tappi di sughero con i tappi a vite; un lavoro protratto nel tempo perché dieci anni fa c’era ancora il pregiudizio sulla qualità di un vino legata alla sua chiusura.

    Pinot Bianco e Sauvignon Blanc della linea Merus, foto di Cristina Santini
    Pinot Bianco e Sauvignon Blanc della linea Merus Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    La linea Selection TURMHOF

    “Turmhof” è il nome proprio del Castello riportato in etichetta. Gli uvaggi sono simili alla linea Merus ma sono vini che hanno una certa importanza per quanto riguarda l’affinamento, provengono da vigneti selezionati che raggiungono i 900 metri di altitudine, con rese inferiori (90 q/h). Sono vini più strutturati, più corposi, che utilizzano botti di legno per un anno circa ed hanno un bel potenziale di evoluzione da tre a cinque anni.

    Vengono immessi sul mercato nella primavera del secondo anno.

    Sauvignon Blanc 2020

    Suadente è il termine che designa questo calice che al naso colpisce con i suoi sentori classici di pietra focaia e di peperone verde. Equilibrato, piacevolmente fresco e minerale.

    Parte della fermentazione e la malolattica avvengono nel legno grande, l’altra parte in cemento. Sta sui lieviti della fermentazione per l’intero periodo di affinamento.

    Per cui risulta più rotondo, più corposo, più largo e avvolgente al palato. Affina e riposa 10 mesi in legno grande e 5 mesi in bottiglia; ha un’ottima acidità, provoca una prolungata salivazione e ha un grande potenziale di evoluzione dai 5 ai 7 anni.

    Moscato giallo 2020

    Caratteristica è la sua elegante aromaticità sia all’olfatto sia al palato, un’uva spettacolare da pasto, abbinabile con molti cibi territoriali ma anche crostacei, aragosta, gamberi. Inconfondibile la nota di noce moscata e i suoi aromi di agrumi. Un calice con una struttura fine, fresco e ben bilanciato su tutto il palato.

    Non è un vitigno proprio tipico della zona, utilizzato soprattutto per fare vini dolci, ed è raro trovarlo nella versione secca.

    È un vigneto storico che l’enologo Stephan Rohregger ha conservato e dedicato, non essendo amante dei vini dolci, alla produzione esclusiva di questa bottiglia.

    Un prodotto di nicchia prodotto in 4000 bottiglie.

    Pinot Noir 2020

    Siamo nella zona classica dedicata proprio a questo vitigno che si trova 700 mt slm, altitudine giusta per avere vini secchi, non troppo marmellatosi e alcolici.

    All’olfatto presenta un bel bouquet di frutta fresca, more, lamponi e ciliege. Sensazioni gustative di frutta rossa in amalgamate in perfetta sintonia con le note di tabacco.

    Affina dieci mesi tra legno nuovo grande e barrique di secondo e terzo passaggio e 5 mesi di riposo in bottiglia. Morbido e pieno, ancora molto giovane ma con una notevole personalità e struttura.

    Cabernet Sauvignon 2020

    Questo è un vigneto coltivato in collina con esposizione a Sud, a 300 mt slm, con il sole che batte tutto il giorno e favorisce una tarda vendemmia e una maturazione ottimale per l’uva.

    Le sue dolci note di ribes e more percepite al naso, avvolgono tutta la bocca. I tannini eleganti regalano potenza ed eleganza per un finale decisamente armonico e persistente.

    Affina dieci mesi tra legno grande e barrique come il pinot nero. È un vino da dimenticare in cantina per almeno 5 anni.

    Tardus Gewurztraminer 2018 Spätlese Vendemmia Tardiva

    Con i suoi 60 gr/l di residuo zuccherino, non è il classico vino dolce da abbinare al dessert ma si abbina facilmente a dei piatti particolari tipo foie gras, formaggi molto stagionati, formaggi muffati tipo Stilton o Roquefort con crosta amara, strudel di mele.

    Un calice d’oro di frutta secca, fiori, agrumi, miele in armonia tra loro dal naso al palato. È un vino forte, corposo, strutturato, piccante, speziato. Un bellissimo connubio tra dolcezza e acidità checreagala un finale saporito e succoso.

    Sauvignon Blanc, Moscato Giallo, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Gewurztraminer Vemmia Tardiva della linea Turmhof, foto di Cristina Santini
    Sauvignon Blanc, Moscato Giallo, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Gewurztraminer Vendemmia Tardiva della linea Turmhof, foto di Cristina Santini

    Le linee terminate: la Selection LINTICLARUS

    “Linticlarus” è la selezione Riserva con rese molto basse, siamo sui 40/50 q/h, vini che maturano totalmente in barrique per 12 mesi, ulteriori 6 mesi in legno grande e affinamento di 12 mesi in bottiglia.

    La linea Selection VIGNA: Grand Cru

    In etichetta possiamo trovare menzionate quattro vigne: Rachtl, Feldmarschall Von Fenner, Vigna Au, Toren.

    Ogni singolo vigneto ha un affinamento diverso.

    Il Rachtl Sauvignon Blanc Riserva fa Tonneau e legno più grande; Il Feldmarschall Müller Thurgau fa cemento e legno grande; il Vigna Au Chardonnay Riserva fa barrique per il 40% nuove e il Toren Cabernet Sauvignon Riserva fa solo barrique di primo passaggio.

    Andreas e la line up TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini
    Andreas e la line up TENUTA TIEFENBRUNNER Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    E tutt’intorno, come per incanto, le acque dello stagno circondano il Castello. Caverne, grotte, laghi e isole immerse nella natura e animate da statue di figure umane e animali che sono lì a contemplare la bellezza e ad accogliere noi in terra straniera.

    Così in primavera e per tutta l’estate potrò sedere fuori, nel cortile adiacente al parco del Castello godendomi la natura, alla luce delle lanterne, e assaggiando i prodotti locali da abbinare a questi meravigliosi vini altoatesini.

    Grata per l’ospitalità e la gentilezza!

    Lo stagno animato da statue intorno al castello, foto di Cristina Santini
    Lo stagno animato da statue intorno al castello Tenuta Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof, foto di Cristina Santini

    Di Cristina Santini

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito Cantina: https://www.tiefenbrunner.com/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Wine&Siena 2022 Capolavori del Gusto, ritorna nel 2023

    Wine&Siena 2022 Capolavori del Gusto, ritorna nel 2023

    ­Wine&Siena 2022 Capolavori del Gusto

    Redazione

    ­The WineHunter insieme alla Confcommercio di Siena, al Comune di Siena e alla Camera di Commercio Arezzo – Siena, presenta la settima edizione di Wine&Siena 2022 che è andata in scena dal 12 al 14 marzo presso Santa Maria della Scala, nello storico Palazzo Squarcialupi.

     

    Wine&Siena 2022, foto di Carol Agostini
    Wine&Siena 2022, foto di Carol Agostini

    Più di 130 espositori tra prodotti vitivinicoli, gastronomici e distillati nelle splendide sale storiche, incorniciate da un panorama unico, quello della città di Siena..

    Un viaggio tra le eccellenze enogastronomiche nazionali ed internazionali, un programma arricchito dai WineHunter Talks e Masterclass che vi hanno portato alla scoperta di territori unici.

    Wine&Siena 2022 Capolavori del Gusto, ritorna nel 2023, foto da comunicato stampa
    Wine&Siena 2022 Capolavori del Gusto, ritorna nel 2023, foto da comunicato stampa

    Questa settima edizione si vede affiancata da Partner leader nel settore, che accompagnano da anni il comparto enogastronomico.

    Tra i Technical Partner IP Industries aziende dagli elevati standard qualitative in materia di elettrodomestici e cantinette per lo stoccaggio di vino e altri prodotti. Arco Spedizioni “Ovunque con Cura”, azienda di eccellenza nel trasporto, in particolare per il comparto vitivinicolo, ne custodisce le qualità e ne garantisce il rispetto in tutte le fasi del trasporto.

    Gli sponsor della manifestazione della edizione 2022 Wine&Siena
    Gli sponsor della manifestazione della edizione 2022 Wine&Siena

    L’azienda garantisce inoltre la gestione quotidiana delle consegne presso il canale Horeca e GDO. Arco Spedizioni è presente ovunque: sia sul territorio nazionale dove in poco più di un decennio le filiali dell’azienda sono più che raddoppiate, raggiungendo quota 115, capillarità che si affianca ai numerosi accordi siglati con spedizionieri internazionali in Europa

    Sala espositiva del Wine&Siena 2022, foto di Carol Agostini
    Sala espositiva del Wine&Siena 2022, foto di Carol Agostini

    Pulltex, presente nelle migliori cantine ed aziende vitivinicole con la linea WINE TOOLS, dedicata agli accessori vino personalizzati, e nei migliori negozi del settore con la linea WINE CONCEPTS, dedicata agli articoli più prestigiosi da regalo.

    Evento Wine&Siena ritorna a fine gennaio 2023, foto da comunicato stampa
    Evento Wine&Siena ritorna a fine gennaio 2023, foto da comunicato stampaWine&Siena 2022, foto da comunicato stampa

    Da Re – Bibanesi, azienda storica per la produzione di prodotti da forno artigianali.

    RCR Cristalleria Italiana nata nel 1967 nel cuore della Toscana da un’idea di un gruppo di artigiani che, con coraggio e talento, ha espresso il livello più alto dell’arte vetraria.

    Tra i nostri Tecnica Partner anche Clean Accent che da oltre vent’anni si occupa di fornire servizi professionali nell’ambito della detergenza e della sanificazione.

    Dulcis in fundo Pasquini con oltre 35 anni di esperienza nel commercio, nella distribuzione capillare a domicilio, azienda di eccellenza nel panorama toscano.

     

    Da Comunicato Stampa


    Sito evento: https://wineandsiena.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.internationalgourmet.it/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/