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  • Letrari Lucia e i suoi Trentodoc, lussuria, gola e vita 2023

    Letrari Lucia e i suoi Trentodoc, lussuria, gola e vita 2023

    Trentodoc: L’eccellenza degli spumanti del Trentino rappresentata dalla Cantina Letrari

    Di Carol Agostini

    Il Trentodoc è un’eccellenza italiana nel panorama dei vini spumanti, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Tra le cantine che si distinguono per la produzione di questi spumanti di alta qualità, la Cantina Letrari rappresenta un punto di riferimento nella regione del Trentino. Fondata nel 1976 da Leonello Letrari, l’azienda ha sviluppato una reputazione solida e duratura grazie alla sua dedizione all’arte della produzione di spumanti Metodo Classico.

    Leonello Letrari, foto originale dall'azienda
    Leonello Letrari, foto originale dall’azienda

    La storia del Trentodoc

    Il Trentodoc ha una storia radicata nel territorio del Trentino. Nel 1993, è stata riconosciuta come denominazione di origine controllata, garantendo la qualità e l’autenticità dei vini spumanti prodotti nella regione. Il Metodo Classico utilizzato per la produzione dei Trentodoc prevede una seconda fermentazione in bottiglia, seguita da un periodo di affinamento sui lieviti, che conferisce ai vini caratteristiche di complessità e finezza.

    Letrari vista vigneti a broghetto, foto originale della cantina
    Produttori e zone produzione Trento doc vigneti Letrari a Borghetto (TN), foto originale dall’azienda

    La Cantina Letrari – L’eccellenza del Trentodoc

    La Cantina Letrari, situata nella suggestiva Vallagarina si distingue per la produzione di spumanti Trentodoc di alta qualità. Fondata da Leonello Letrari, l’azienda è stata pioniera nella produzione di spumanti nel Trentino, concentrandosi sulla coltivazione di uve autoctone come Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco.

    Leonello Letrari con la nipote Margherita figlia di Lucia, foto originale dall'azienda
    Leonello Letrari con la nipote Margherita figlia di Lucia, foto originale dall’azienda, vendemmia 2010

    L’arte della produzione

    La Cantina Letrari si impegna a creare spumanti di eccellenza attraverso un processo artigianale e attento ai dettagli. Le uve vengono raccolte a mano e selezionate con cura, garantendo la massima qualità delle materie prime. Il Metodo Classico viene seguito scrupolosamente, con una fermentazione in bottiglia e un lungo periodo di affinamento, che varia da 24 oltre i 120 mesi, a seconda dell’etichetta.

    Letrari, attimi di vendemmia, foto dall'azienda
    Letrari, attimi di vendemmia, foto dall’azienda

    La gamma di spumanti Letrari

    La Cantina Letrari offre una gamma di spumanti Trentodoc che soddisfa tutti i palati. Tra le loro etichette più apprezzate ci sono il Trentodoc Brut, un vino dal gusto fresco e vivace, con note di frutta matura e lievi sentori di lievito, e il Trentodoc Rosé, un elegante spumante di colore rosa tenue, con aromi floreali e fruttati. Inoltre, la Cantina produce anche il Trentodoc Riserva, che si distingue per la sua struttura complessa e la capacità di invecchiamento.

    La famiglia Letrari, foto originale dall'azienda
    La famiglia Letrari, foto originale dall’azienda in barricaia

    Riconoscimenti e prestigio

    La qualità dei vini della Cantina Letrari è stata riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Nel corso degli anni, i loro spumanti hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, attestando l’impegno costante dell’azienda nella produzione di vini di alta qualità. Questi riconoscimenti sono il risultato della passione, dell’esperienza e della dedizione dei vignaioli e del team di enologi della Cantina Letrari.

    Ha una storia di oltre cinquant’anni caratterizzata da passione e qualità. Oltre a ciò, l’azienda dimostra un profondo rispetto per l’ambiente attraverso l’utilizzo di tecniche di viticoltura a sistema integrato SQNPI e sostenibile. Oggi, Letrari è considerata una delle realtà più interessanti nella produzione di vini del Trentino. Le uve di Chardonnay e Pinot Nero, coltivate lungo la zona della Vallagarina, vengono ancora vendemmiate a mano per creare gli eleganti Trentodoc Metodo Classico.

    Attualmente, l’azienda gestisce 13 ettari di vigneti, coltivando anche altri nobili vitigni come Marzemino, Pinot Grigio, Teroldego e Moscato Rosa. A capo della cantina c’è Lucia Letrari, il cui impegno e creatività si riflettono nelle circa 140.000 bottiglie prodotte annualmente.

    Lucia Letrari con la figlia Margherita, foto originale dall'azienda
    Lucia Letrari con la figlia Margherita, foto originale dall’azienda

    Trentodoc  Dosaggio Zero Mon Amour

    Per coloro che non vogliono fare compromessi con il proprio palato, il Trentodoc Talento Dosaggio Zero di Letrari è una scelta quasi obbligata. Questo Metodo Classico rappresenta l’autenticità massima del meraviglioso terroir della Vallagarina e delle alte colline dolomitiche. Realizzato da una cuvée di uve Chardonnay e Pinot Nero, il vino matura sui propri lieviti per almeno 24 mesi prima di essere sboccato e senza aggiunta di sciroppo di dosaggio.

    Di colore giallo paglierino brillante, questa bollicina presenta un perlage particolarmente sottile e persistente. Al naso rivela una buona intensità e una finezza assoluta, con leggeri sentori di mela e crosta di pane. Anche al palato, il protagonista è il frutto fresco. Asciutto e deciso, richiama i sentori fruttati percepiti in precedenza, con un piacevole tocco di acidità. Accompagnato da prosciutto crudo e scaglie di parmigiano, questo spumante rende indimenticabile ogni merenda. A tavola, si abbina perfettamente ad antipasti di pesce, crostacei, sushi e sashimi, oca e foie gras, pasta fresca all’uovo e tanto altro…

    Letrari vigneti, foto originale dall'azienda
    Letrari vigneti, foto originale dall’azienda

    Ospitalità e turismo enogastronomico

    La Cantina Letrari accoglie visitatori presso la propria struttura, offrendo degustazioni guidate e visite guidate dei vigneti e della cantina stessa. Durante le visite, gli appassionati di vino hanno l’opportunità di conoscere da vicino il processo di produzione dei vini spumanti e di apprezzare la bellezza dei vigneti che circondano l’azienda. L’ospitalità e l’accoglienza offerte dalla Cantina Letrari completano l’esperienza enogastronomica offerta ai visitatori.

    Letrari vigneto Campom, foto originale dall'azienda
    Letrari vigneto Campom, foto originale dall’azienda

    Vigneti

    I vigneti sono situati nelle zone più vocate della Vallagarina e della Terra dei Forti, dove il clima mediterraneo temperato, influenzato dall’Adige e dall’Ora del Garda, favorisce la coltivazione delle viti. Nel 1976, Leonello Letrari (purtroppo scomparso) fondò la sua azienda, emergendo fin da subito come un punto di riferimento per il Trentodoc e portando l’azienda a crescere fino al punto di svolta del 2000, con il completamento della moderna cantina, che rappresenta un equilibrato connubio tra tradizione ed efficienza innovativa.

    Oggi, l’azienda è nelle sapienti mani della figlia Lucia, enologa come il padre, che con grande spirito imprenditoriale gestisce la cantina insieme al fratello Paolo. Le vigne di Chardonnay e Pinot Nero vengono ancora lavorate a mano e, una volta raggiunta la vicina cantina di Rovereto, riposano su lieviti selezionati e zucchero di canna per la rifermentazione in bottiglia secondo il metodo classico. Nella gamma dei vini Letrari, spiccano il Dosaggio Zero Riserva e la Riserva del Fondatore, dove la migliore selezione di uve riposa sui lieviti per non meno di 120 mesi.

    Leonello Letrari con la figlia enologa Lucia, foto originale dall'azienda del 1987
    Leonello Letrari con la figlia enologa Lucia, foto originale dall’azienda del 1987

    Lucia Letrari

    Lucia Letrari, enologa e proprietaria dell’azienda di famiglia omonima dal 1987, si è diplomata alla Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige. Fin da quando era bambina, ha seguito le orme di suo padre Leonello tra i vigneti e in cantina, e dopo il diploma è diventata responsabile della produzione dei Trentodoc e dei vini con il marchio di famiglia. La passione di Lucia per l’agricoltura e il vino è così grande che ha fatto della sua passione una professione a tutto tondo, portando la sua esperienza in varie associazioni di promozione del territorio trentino e nazionale.

    In qualità di figura di spicco della Cantina Letrari, ha dimostrato nel corso degli anni una straordinaria forza e tenacia. Nell’ambiente prevalentemente maschile del settore vinicolo, dove le donne si scontrano spesso con molteplici ostacoli, Lucia ha saputo dimostrare una devozione totale e un coraggio indomabile, alimentati da una passione profonda.

    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall'azienda
    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall’azienda

    I TrentoDoc prodotti:

    Cuvèe Blanche (100% Chardonnay)

              Dosaggio Zero Trentodoc

    Brut Trentodoc

    Brut Rosè Trentodoc

    Quore Riserva Trentodoc

    Quore PieNne Riserva Trentodoc
    Dosaggio Zero Riserva Trentodoc

    Brut Riserva Trentodoc

    +4 Rosè Riserva Trentodoc

    976 Riserva del Fondatore Trentodoc

    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall'azienda
    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall’azienda
    Emozioni…

    Lucia Letrari, oltre ad essere un’imprenditrice che ammiro e stimo, è anche una vera amica. È sempre stata al mio fianco nei momenti difficili, offrendomi conforto, parole di sostegno e vicinanza. Spesso, basta un semplice messaggio da parte sua con delle emoticon che mi fanno sorridere e mi regalano un senso di compagnia, evitando così di sentirmi sola. Tra noi c’è un intenso rispetto e una complicità che non è facile trovare e stabilire, ma è accaduto tutto in modo naturale e spontaneo.

    Famiglia Letrari, foto originale dall'azienda
    Famiglia Letrari, foto originale dall’azienda

    E’ una donna che ha saputo assimilare gli insegnamenti di suo padre e farli propri, aggiungendo il suo tocco personale e sperimentando costantemente. Non si è mai fermata, sempre alla ricerca di innovazione e qualità. Ha dimostrato la capacità di conciliare famiglia, lavoro e affetti con coraggio e perseveranza, incarnando la semplicità di una donna dal carattere forte e determinato. Può essere un po’ schietta e decisa, ma questo è motivato dalla sua volontà di riscatto e dalla consapevolezza di raggiungere risultati in un mondo impegnativo.

    Lucia Letrari, imprenditrice, enologa, amica e donna del vino del trentino, foto originale dall'azienda
    Lucia Letrari, imprenditrice, enologa, amica e donna del vino del trentino, foto originale dall’azienda

    Lucia si racconta attraverso i suoi vini, alcuni dei quali, a mio parere, la descrivono nelle sue molteplici sfaccettature. Non è mai scontata o arrendevole, ma piuttosto intensa, attenta e generosa nel rapporto con gli altri, soprattutto con le donne. È sempre pronta a tendere una mano, offrendo tutto se stessa. Ti conquista con la sua risata, con battute ironiche e piene di verità. In certi aspetti è dolce e materna, presente e allo stesso tempo amica anche quando deve essere una leader.

    (altro…)

  • Reboro. Territorio & passione 2022

    Reboro. Territorio & passione 2022

    Reboro. Territorio & passione 2022

    Redazione

    Venerdì 21 e sabato 22 ottobre la Valle dei Laghi (TN) ospita la quinta edizione dell’appuntamento dedicato al grande rosso da appassimento trentino, in due giorni di convegni, degustazioni guidate e tour tra le cantine del territorio.

    Reboro. Territorio & passione 2022, foto da comunicato stampa
    Reboro. Territorio & passione 2022, foto da comunicato stampa

    Ottobre 2022, Valle dei Laghi (TN)_Venerdì 21 e sabato 22 ottobre torna nella Valle dei Laghi (TN) l’appuntamento con “Reboro. Territorio e Passione”. Organizzato dall’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino DOC, l’evento sarà l’occasione per conoscere e approfondire questo vino da appassimento trentino che si sta facendo apprezzare sempre di più per le sue peculiarità e il grande potenziale di invecchiamento: un rosso morbido e intenso e allo stesso tempo un vino di montagna, con sentori donati dai venti e dall’influenza del lago.

    le degustazioni durante la giornata, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni durante la giornata, foto da comunicato stampa

    Per questa quinta edizione, come da tradizione, il Reboro ospiterà un altro grande vino come il Buttafuoco Storico dell’Oltrepò Pavese, in un gemellaggio che permetterà di apprezzare similitudini e differenze tra i due territori e le loro etichette.

    Logo Assoziazione Vignaioli Vino Santo Trentino, foto di luca Riviera da comunicato stampa
    Logo Assoziazione Vignaioli Vino Santo Trentino, foto di luca Riviera da comunicato stampa

    Ad aprire l’evento venerdì 21 ottobre alle ore 10.00 sarà il convegno scientifico “Qualità e certificazioni. Il vino tra disciplinari e produttori”, tenuto da Alessandro Torcoli nell’Antica Distilleria da Lorenzin a Santa Massenza. Un momento di approfondimento dedicato a storia e potenzialità del vitigno Rebo ma anche al tema del marchio collettivo, nato dal lavoro di squadra dei vignaioli del Vino Santo per la valorizzazione di un progetto comune e di nicchia come quello del Reboro.

    Evento Reboro. Territorio & passione 2022, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Evento Reboro. Territorio & passione 2022, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    “Il grande vino nasce da vari stimoli, talvolta individuali, altre volte collettivi, come nel caso del Reboro”, ha dichiarato Alessandro Torcoli in preparazione dell’evento. “Riconosciamo a questa associazione di piccoli produttori d’aver pensato a un approccio originale, ma non casuale o forzato: la consuetudine locale con il Vino Santo, quindi dell’appassimento, è messa al servizio di un nuovo vino dall’animo antico”.

    A seguire, l’appuntamento è all’Azienda Agricola Francesco Poli con la degustazione guidata “Reboro e Buttafuoco Storico – Assaggi a confronto”, degustazione di 8 calici di vino con la presenza dei Vignaioli della Valle dei Laghi e dell’Oltrepò Pavese.

    Al termine della degustazione sarà offerto a tutti i partecipanti un piatto autunnale a cura del Cuoco dell’Alleanza Slow Food Matteo Zanoni, chef dell’Osteria Le Servite di Arco, accompagnato da dolci della tradizione del panificio pasticceria Tecchiolli di Cavedine.

    Le degustazioni di Reboro fatte durante l'evento, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni di Reboro fatte durante l’evento, foto da comunicato stampa

    Si prosegue sabato 22 ottobre dalle 10.00 alle 18.00 con un tour nelle cantine della Valle dei Laghi. Un viaggio alla scoperta del Reboro, del Vino Santo Trentino e del Buttafuoco Storico. Ogni vignaiolo trentino ospiterà nella propria cantina un collega lombardo, dando la possibilità a tutti gli ospiti di degustare entrambe le etichette.

    I tour per piccoli gruppi e su prenotazione partiranno dalla Casa Caveau Vino Santo di Padergnone per continuare poi nelle cantine, con abbinamenti di finger food del territorio. Nel tour sono comprese le cantine Francesco Poli che ospiterà Poggio Rebasti, Maxentia con l’azienda Giorgi Franco, Giovanni Poli con i vini di Massimo Piovani, Gino Pedrotti con l’azienda Piccolo Bacco dei Quaroni, Pisoni con l’azienda agricola Quaquarini e Pravis i vini del Club del Buttafuoco Storico.

    Alcuni produttori protagonisti della giornata dedicata al Reboro, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Alcuni produttori protagonisti della giornata dedicata al Reboro, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    In occasione di Reboro. Territorio e Passione, sabato 22 ottobre dalle ore 19.00 lo chef Peter Brunel, da sempre fortemente legato al territorio della Valle dei Laghi, proporrà nel suo ristorante una stella Michelin ad Arco (TN) uno speciale menu a 130 euro con piatti creati appositamente per l’evento, a cui saranno abbinati Reboro e Buttafuoco Storico.

    Michele Purin durante la selezione delle uve di Reboro, foto da comunicato stampa
    Michele Purin durante la selezione delle uve di Reboro, foto da comunicato stampa

    Il Reboro.

    Il Reboro è un vino frutto di una lunga avventura enologica e nato dall’amicizia dei Vignaioli della Valle dei Laghi, piccola vallata appena sopra Riva del Garda dove ci si immerge tra floridi vigneti e brillanti specchi d’acqua, come il Lago di Toblino e di Santa Massenza.

    In questo territorio incontaminato a fine ‘800 nasce Rebo Rigotti (dal tedesco Rebe, vite), che diventerà agronomo e genetista. Negli anni ’50, da un errore durante l’incrocio di vitigni nell’Istituto di San Michele all’Adige, Rigotti dà vita a un incrocio tra il Merlot e una delle varietà principi del Trentino come il Teroldego: ne nasce un’uva resistente, dai sentori intensi e verticali, perfetta per essere appassita sulle arele utilizzate per la Nosiola.

    Per anni dimenticato, il Rebo viene recuperato negli anni Duemila e dà vita al Reboro: vino rosso ottenuto dai vigneti migliori, i cui grappoli sono lasciati appassire fino a novembre inoltrato e che dopo la vinificazione matura per tre anni in botti di rovere. Un processo lento, che dona un vino morbido ed elegante, ma scattante e dal grande potenziale di invecchiamento.

    Momenti di dialogo e confronto sul Reboro e sui territori, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Momenti di dialogo e confronto sul Reboro e sui territori, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    Il Buttafuoco Storico.

    Il 7 febbraio del 1996 nasce il club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi.

    Oggi i produttori di Buttafuoco Storico sono 17 e l’intento è quello di collaborare nella produzione, tutela e valorizzazione di un vino di alto livello, le cui regole di produzione sono più severe della DOC Buttafuoco. Le uve provengono da una zona storica e vocata, con pratiche colturali attente e l’utilizzo di sole varietà autoctone del territorio, oltre ad un affinamento di minimo 12 mesi in botti di rovere e poi in bottiglia storica almeno 6 mesi.

    Il vino che ne nasce è caldo e perfettamente equilibrato, dai profumi di fiori freschi a cui si aggiungono note speziate e piacevoli note di cioccolato, amaretto e vaniglia.

     

    L’evento è realizzato da Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, in collaborazione con Garda Dolomiti e la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali (#trentinowinefest).

    Da Comunicato Stampa


    Sito Associazione: https://www.facebook.com/vinosantotrentino/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.zedcomm.it/

    Partners Redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022

    A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022

    A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022

    Di Elsa Leandri

    Quanto gli insegnamenti dei nonni si ripercuotano in noi stessi è incredibile: piccole attitudini e atteggiamenti iniziano a farsi strada, senza che ce se ne renda conto, diventando parte integrante di noi stessi e del nostro essere.

    A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.
    A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.

    Questo è quello che è successo a due dei 3048 abitanti del piccolo comune di Volano, situato nell’alta Vallagarina in provincia di Trento ( dato del 31 dicembre 2017).

    I protagonisti di oggi sono i fratelli Matté, Bruno e Michele.
    Proprio nel 1987, quando nasce il primogenito Bruno, il padre Marco decide, a causa della crisi nel settore, di chiudere l’azienda agricola, fondata nel 1946 dal bisnonno e conosciuta con il nome Azienda Agricola Mario Matté. La terra però non viene abbandonata ma anzi si continua, per tutti questi anni, a conferire l’uva e le mele alle cooperative sociali. Nel 1990 nasce il fratello Michele.

    Matté Calice Mener, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.
    Matté Calice Mener, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.

    L’infanzia dei due bambini si svolge a Volano, in alta Vallagarina. I giochi nei campi e nei boschi, le corse e le cadute su quella terra che sa di mela e di vite riempiono le loro giornate e quando tornano a casa non mancano le storie di nonno Fabio.

    I racconti di quando l’uva raccolta non andava alle cooperative, ma veniva vinificata in azienda e la vista di alcune bottiglie prodotte negli anni addietro dall’azienda di famiglia, fanno sognare i giovani Matté.

    Mi piace pensare che i due fratelli, dopo un racconto del loro nonno durante una notte in cui non riuscivano a dormire, si siano promessi che avrebbero dato nuovamente vita a quell’azienda vitivinicola e avrebbero prodotto le loro proprie bottiglie, così come aveva incominciato a fare il loro bisnonno subito nel dopoguerra.

    Matté calice Avell, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.
    Matté calice Avell, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.

    Durante l’adolescenza cominciano, quasi per gioco, le loro prime sperimentazioni di vinificazione. La passione di Bruno e Michele è talmente forte che proseguono i loro studi nel prestigioso Istituto Agricolo San Michele all’Adige.

    Il 2017 è l’anno decisivo: ripuliscono la cantina, rimettono le vasche di cemento in uso e, nel 2019, parte la loro nuova avventura familiare con la produzione di tre etichette e con il nome Azienda Agricola Matté.

    La promessa che si erano fatti è finalmente realtà!

    La scelta del simbolo per identificare la cantina non è casuale: una “emme” stilizzata, che ruotata di 90 gradi si trasforma in un bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno (personalmente preferisco la seconda opzione e che sia riempito di vino!) con tre cerchi di tre colori diversi per simboleggiare sia le tre tipologie prodotte (rosso, rosato e bianco), ma anche le tre generazioni che rivivono in questa nuova avventura.

    Le degustazioni

    In degustazione abbiamo tre delle loro quattro etichette: un bianco, Avell 2019, e i due rossi Krèa 2019 e Menér 2019. Non abbiamo avuto l’occasione di poter degustare il loro rosato Fiorir de Soreie a base di Cabernet, il cui nome fa pensare al tramonto che si riverbera sulle Dolomiti: dovremo aspettare l’anno prossimo!
    Ogni etichetta ha un suo significato e rimanda a caratteristiche territoriali e storiche: scoprirle, come vedrete, è molto affascinante.

    Matté calice di Avell, Matté Calice Mener, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.
    Matté calice di Avell, Matté Calice Mener, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.

    Avell

    Avell rende omaggio al loro paese in quanto, secondo una delle teorie di toponimia, sembrerebbe che il nome Volano derivi dal latino avellana nux tale da indicare il noceto, “l’avellaneto”. A ragion di cronaca, tale ipotesi è però meno fondata rispetto al far collegare il nome a Avonland (presso l’acqua) facendo quindi riferimento ai numerosi corsi idrici che percorrono il territorio volanese.

    Fatto è che il nosiola, come si dice in Vallagarina, unico protagonista di questo vino, regala un corredo olfattivo ampio che spazia dai sentori freschi di pera, carambola, limone, mughetto e gelsomino a note speziate di pepe bianco e vegetali di salvia, menta e lemongrass per poi chiudere con una nota di nocciola che si manifesta sempre di più man mano che la temperatura aumenta nel bicchiere. L’impatto in bocca è deciso e vibrante con un finale lungo. Grande armonia tra le tre fasi della degustazione che porta a apprezzare appieno il nosiola nella sua tipologia.

    Matté Krea calice, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.
    Matté Krea calice, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.

    Krea

    Il primo vino rosso in degustazione è Krea 2019, Vallagarina Rosso IGP. In questo caso si fa riferimento proprio al territorio di Ziresi, zona vocata tra Isera e Volano alla coltivazione di marzemino e ricca di argilla, che in Trentino viene identificata con il nome di “crea”. Si deve avere tempo per lasciarsi trasportare dai profumi che questo manto carminio vivace sprigiona: l’iniziale nota vegetale si arricchisce di balsamicità, prugna, ciliegia ribes rosso e viola con echi di cuoio e cioccolato fondente.

    Il sorso è pieno e sorretto da freschezza e sapidità tale da richiamare una sella di coniglio con salsa di mirtilli magari accompagnata dai versi del Don Giovanni di Mozart “Versa il vino. Eccellente marzemino!” ( atto II Scena XIII)

    Matté Calice Mener, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.
    Matté Calice Mener, A Volano i fratelli Matté volano: una nuova storia familiare 2022.

    Menèr

    E concludiamo il nostro percorso con Mèner 2019, Vigneti delle Dolomiti IGP. Qualcuno si potrebbe aspettare l’etimologia legata ad un termine trentino, ma in realtà è la desinenza del vitigno carmenere: sull’etichetta leggiamo Cabernet ma come ben sappiamo in passato il Carmenere è stato spesso confuso in Italia con il Cabernet Franc, tanto da essere chiamato Cabernet Franc Italiano. Nel bicchiere abbiamo quindi un concerto di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Carmenere coltivati nella zona di Praolini in piena esposizione così da permettere una maturazione ottimale delle uve.

    Il preludio vegetale regala i classici sentori di peperone arrostito e una nota mentolata. La sinfonia si compone da note fruttate, floreali e dolci note speziate. In bocca il tannino è ancora scalpitante ed è necessario ancora dell’affinamento in bottiglia affinché tutti gli strumenti trovino la loro perfetta armonia.

    Uno sguardo al futuro

    Se Bruno e Michele ad oggi stanno dimostrando di saper mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti in famiglia e le innovazioni che derivano nel loro percorso formativo con ottimi risultati, di certo sono decisi a proporci altri esperimenti.

    La vibrante acidità del Nosiola spinge naturalmente verso una sua spumantizzazione e i due fratelli hanno ben colto questa potenzialità. La realizzazione di Trento Doc, ma anche di un uvaggio di Chardonnay, Sauvignon e Pinot Bianco o la vinificazione di Pinot Nero in purezza sono alcuni dei progetti che dovrebbero vedere il giorno nel prossimo futuro e che noi aspetteremo pazientemente.

    Riflessione conclusiva

    Sono sicura che se Mario, il loro bisnonno, tornasse a calpestare la terra tra i vigneti sarebbe molto fiero di questi due ragazzi e di quello che stanno costruendo con grande passione.

    Di Elsa leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: https://www.aziendagricolamatte.it/#it

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/