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  • Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994

    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994

    Marco Porello dal 1994 succede al nonno Cesare nella conduzione dell’azienda di famiglia

    Di Elsa Leandri

    A sud del Piemonte nella zona di Roero, il cui nome deriva dagli omonimi conti Roero, rappresentanti di una delle maggiori famiglie di Asti appartenenti alle casane astigiane, sorge l’azienda agricola Marco Porello.

    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994, foto da sito
    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994, foto da sito

    Marco è alla guida della cantina dal 1994 e segue le orme della famiglia facendosene portavoce e dimostrando un gran rispetto per la terra che calpesta quotidianamente. La famiglia Porello possiede dei vigneti fin dagli inizi del Novecento, ma è stato con il nonno Cesare Porello, negli anni Trenta, che si è assistito a un importante cambiamento con la trasformazione della proprietà in una vera e propria azienda vitivinicola. Successivamente i due fratelli Riccardo e Ettore ne hanno preso le redini e si sono fatti custodi di questa realtà per tramandarla a Marco, figlio di Riccardo.

    Ad oggi la proprietà è di circa 15 ettari vitati di cui alcuni sono localizzati nel comune di Vezza d’Alba caratterizzato da un terreno sabbioso, di origine marina e ricco di minerali ideale per l’allevamento di nebbiolo, favorita e arneis e altri, caratterizzati da unottima esposizione sud-ovest, sono invece a Canale d’Alba in cui il suolo diventa più ricco d’argilla e in cui barbera e nebbiolo, che sarà utilizzato per il Roero Toretta DOCG, trovano il loro idoneo habitat.

    Marco si dedica alla produzione di 10 etichette differenti in cui i protagonisti sono esclusivamente i vitigni autoctoni (arneis, favorita, barbera, nebbiolo e moscato) tanto è indissolubile e viscerale il legame tra loro e la loro espressione legata a questo territorio di origine pliocenica che si trova sulla riva sinistra del fiume Tanaro.

    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994, foto da internet
    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994, foto da internet

    In fase degustativa sono stati proposti il Langhe Nebbiolo Doc 2021, la Barbera d’Alba Mommiano 2021 e il Moscato d’Asti 2021.

    Langhe Nebbiolo 2021 – 100% nebbiolo proveniente dal comune di Vezza d’Alba. Il calice si riempie di un vivido rubino da cui si elevano dei sentori fragranti di ciliegia e lampone su un tappeto di violetta e di rosa rossa. In chiusura echi empireumatici di cacao e tabacco e note delicatamente speziate. La freschezza dinamicizza la bocca e accompagna dei tannini fruttati in fase di integrazione riuscendo a bilanciare in parte la nota calorica. Chiusura su pralina di amarena.

    Barbera d’Alba Mommiano 2021 – 100% barbera proveniente dal comune di Canale. Rubino luminoso. L’olfatto intrigante verte su confettura di lampone e di marasca e su petali di giacinto e lillà cosparsi da effluvi di vaniglia e di rabarbaro. La freschezza vibrante tipica del vitigno si coniuga con un tannino levigato e sostiene la nota pseudo-calorica lasciando il cavo orale su un finale delicatamente amaricante.

    Barbera d’Alba Mommiano 2021, foto dell'autrice, articolo: Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994
    Barbera d’Alba Mommiano 2021, foto dell’autrice, articolo: Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994

    Moscato d’Asti 2022 – 100% moscato d’Asti proveniente da Calosso, uno dei tre comuni riconosciuti patrimonio mondiale dell’Unesco per la coltivazione e la produzione di questo straordinario vitigno. La veste verdolina con riflessi paglierini è impreziosita da fini bollicine. L’aromaticità tipica del moscato offre echi di rosa bianca, salvia e muschio accompagnati da ricordi di pesca e ananas e da brezze di lemongrass e verbena. La delicata dolcezza viene sostenuta dalla freschezza offrendo un sorso equilibrato ed elegante stuzzicato dalla leggera effervescenza. Si dissolve lentamente su una scia di cedro candito.

    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994, foto vigneti da sito
    Marco Porello e il suo Asti che incanta i palati dal 1994, foto vigneti da sito

    Dalla degustazione di questi tre campioni ritroviamo i concetti che l’attuale proprietario pone al primo posto: l’espressione delle caratteristiche del vitigno e del proprio territorio di cui lui stesso ne diventa difensore e garante per far sì che ogni peculiarità e tipicità del Roero si svelino ad ogni assaggio. Un’attenzione scrupolosa dalla vigna alla cantina guidata dalla passione offre prodotti di estrema piacevolezza ideali per accompagnare un momento tra amici attorno a una tavola imbandita con il Langhe, a una merenda con il Barbera d’Alba Mommiano o anche più semplicemente a un aperitivo con il Moscato d’Asti.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.porellovini.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

     

  • Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Di Elsa Leandri

    La storia della cantina affonda le sue radici all’inizio del ‘900 con il bisnonno Giuseppe. Il nonno Clario e i figli Giorgio e Arturo pongono le basi di un’azienda agricola in cui non solo si coltiva vite ma ci si dedica anche all’allevamento della razza piemontese. Siamo in periodo di migrazione dalle campagne e molti dei cugini Filippa si spostano nella città delle Mole Antonelliana portando con sé dei prodotti tipici della loro terra: immancabile il vino, il dolcetto, che diventa in questo modo conosciuto e apprezzato dai torinesi.

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, logo cantina, articolo di Elsa Leandri
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, logo cantina, articolo di Elsa Leandri

    Ed è così che l’azienda inizia ad affermarsi nella capitale sabauda, con il passaparola: la gestione attenta del nonno è tale che a primavera prendeva carta e calamaio e scriveva ai suoi clienti spiegando come era stata l’annata e quali erano le caratteristiche del vino che aveva a disposizione dando la possibilità di ordinarlo e di ritirarlo direttamente alla stazione di Porta Nuova: l’era delle prime newsletter e delle prime spedizioni che viaggiavano su rotaie!

    Una volta finito l’istituto professionale nel 2015, Diego entra attivamente in cantina rinnovandola e dando vita nel 2018 all’attuale cantina Diego Filippa. È con emozione e con fierezza che racconta che tra i suoi più fedeli acquirenti annovera ancora i discendenti dei primi clienti che Clario aveva fidelizzato all’inizio della sua attività.

    Passato e futuro. Diego sa bene che quello che ha e che sa lo deve proprio al suo bisnonno, a suo nonno e a suo padre. Tutto questo è racchiuso nel simbolo che rappresenta l’azienda agricola ovvero l’albero della vita stilizzato. È un modo per sottolineare la rinascita di una cantina storica con un’impronta più giovanile, ovvero una nuova era per questa realtà che si fonda su basi solide. E le basi solide sono la conoscenza e la vicinanza del padre Arturo e del fratello Mirco, l’enologo di famiglia che segue la parte più tecnica.

    La gestione dei 13 ettari vitati che si trovano tra Castiglione Tinella e Agliano Terme sono gestiti da Diego, che supervisiona e segue ogni sua barbatella. I terreni a Castiglione Tinella, che sono calcareo arenacei, sono maggiormente vocati alla produzione di uve a bacca bianca, mentre in quelli calcareo-argillosi di Agliano Terme sono i vitigni a bacca nera a esprimersi. Inutile dire che la produzione maggiore è rappresentata dal moscato bianco fiore all’occhiello della cantina e vitigno che occupa un posto di privilegio nel cuore di Diego.

    “Perché il moscato è quella cosa che offri quando ti arriva qualcuno a casa all’improvviso, è convivialità”. Il vino al centro della convivialità o forse meglio dire la convivialità che ruota attorno al calice, Diego lo trasmette nelle etichette di tutte le sue bottiglie in cui è raffigurato un bicchiere rovesciato che delinea anche due volti di profilo.

    La degustazione

    In degustazione tre dei vini prodotti dall’azienda, il Langhe Bianco, la Barbera d’Asti e il Moscato d’Asti.

    Langhe Bianco DOC 2022 (85% chardonnay, 15% cortese). Qui il vitigno autoctono incontra l’internazionale offrendo sentori di ginestra e acacia, di pesca nettarina e di scorza di agrumi con in chiusura rimandi di erba tagliata, maggiorana e lemongrass. Fresco e sapido al sorso tale da accompagnare un carpaccio di tonno.

    Langhe Bianco DOC 2022, calice e bottiglia, Diego Filippa, foto di Elsa Leandri
    Langhe Bianco DOC 2022, calice e bottiglia, Diego Filippa, foto di Elsa Leandri

    Nel Barbera d’Asti DOCG 2022 spiccano i sentori varietali: rosa, lampone e sottobosco. Al sorso la freschezza della barbera è accompagnata da un tannino non perfettamente integrato con un finale speziato.

    Barbera d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Barbera d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri

    E per concludere il Moscato d’Asti DOCG 2022. L’aromaticità del vitigno si esprime con le tipiche note di salvia che si intrecciano a effluvi di mughetto, amamelide e pesca bianca. La delicata dolcezza è ravvivata dalla viva freschezza e dalle leggere bollicine che solleticano il palato risultando molto piacevole. Finale di cedro candito.

    Moscato d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Moscato d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Abbinamento dell’autrice
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, foto di Elsa Leandri
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, foto di Elsa Leandri, crostino di burro e acciughe del Cantabrico con il calice di Moscato d’Asti

    Su suggerimento di Diego l’ho abbinato, anziché a un dolce, a un crostino con burro e acciughe del Cantabrico, un accostamento che personalmente non avrei mai osato e che invece mi ha sorpreso e sedotto!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.facebook.com/filippaazagrfilippadiego/?locale=it_IT

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

  • Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Un nuovo Barolo per Camparo

    Redazione – Carol Agostini

    Con il Coste di Vergne l’azienda langarola punta su tre etichette per rappresentare le diversi espressioni del territorio.

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d'Alba, foto da sito
    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba, foto da sito

    Camparo completa la collezione “Domani” col Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017.

    L’azienda di Diano d’Alba (CN), esce per la prima volta sul mercato con tre etichette di Barolo: “Domani” Barolo D.O.C.G. 2019 da La Morra e Grinzane Cavour; “Domani” Barolo Boiolo D.O.C.G. 2019 da La Morra; e, infine, l’ultimo nato, “Domani” Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017, da uno dei vigneti più alti del Comune di Barolo.

    Collezione "Domani", foto da sito
    Collezione “Domani”, foto da sito

    Tre espressioni diverse di Barolo e del Nebbiolo che Camparo coltiva in tre diversi areali di questo straordinario e cangiante territorio che sono le Langhe, lavorando da oltre vent’anni secondo un modello di sostenibilità e biodiversità, che ne ha fatto una tra le prime aziende biologiche certificate di queste colline.

    Infatti, l’obiettivo è proprio quello di tradurre la complessità territoriale. Se il Barolo vuole essere un’espressione di bevibilità dell’annata, Boiolo riporta tutta la balsamaticità e la profondità tipiche delle marne di Sant’Agata e dell’esposizione ad est, mentre nel Coste di Vergne prevale il frutto e la rotondità grazie all’altitudine, all’esposizione a sud e alla ricchezza dei terreni.

    Un nuovo tassello va quindi ad arricchire la linea “Domani” che, proprio nel concetto di tempo, trova la propria essenza più vera, in quanto collezione di tre Barolo D.O.C.G. Il vino che più di ogni altro è, per sua stessa natura, proiettato al futuro. All’attesa. A “Domani”, appunto.

    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito
    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito

    Camparo

    L’azienda agricola Camparo si trova a Diano d’Alba (CN), nelle Langhe del Barolo e nasce negli anni ’80, quando Mauro Drocco decide di dedicarsi a tempo pieno ai vigneti di famiglia. Oggi l’azienda è gestita da Mauro con la moglie Mirella, insieme ai figli Sara, Alberto, Alessio e a Debora Bonora, responsabile commerciale export. Camparo è, così, giunta alla quarta generazione.

    L’azienda è certificata biologica dal 2000, una delle prime in Langa, e la gestione di piante e suoli è orientata alla sostenibilità e alla rigenerazione dei suoli. Proprio per valorizzare questi concetti è stato scelto come logo aziendale la farfalla.

    I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari nei comuni di Diano D’Alba – dove si trova il corpo principale -, di La Morra e di Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Arneis e Viognier.

    L'azienda Camparo a Diano d'Alba, foto da sito
    L’azienda Camparo a Diano d’Alba, foto da sito

    Vini prodotti

    “Sempre” Dolcetto di Diano d’Alba D.O.C.G., “Sarà” Barbera d’Alba D.O.C., “Adesso” Langhe Rosso D.O.C., “Qui e ora” Langhe Rosato D.O.C., “Quando” Langhe Bianco D.O.C., “Così” Langhe Nebbiolo D.O.C. , “Domani”Barolo D.O.C.G.. “Domani” Barolo Boiolo Docg, “Domani” Barolo Coste di Vergne Docg

    (altro…)

  • Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico

    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico

    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico festeggia le 40 vendemmie

    Redazione

    L’autunno e la stagione ideale per scoprire le bellezze delle Langhe del Barolo. Un paesaggio unico, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, scandito da vigneti e noccioleti che tingono le colline di mille sfumature.

    Allo spettacolo della natura si aggiungono le eccellenze enogastronomiche che rendono questo angolo del Piemonte famoso in tutto il mondo.

    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico, foto da comunicato stampa
    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico, foto da comunicato stampa

    Tra queste il Barolo Ginestra D.O.C.G. Ciabot Mentin di Domenico Clerico, storica cantina di Monforte d’Alba che, con l’annata 2018, festeggia la quarantesima vendemmia di questo primo vino con cui Clerico si fece conoscere nel mondo.

    Un barolo intenso, deciso, elegante e profondo che al naso rivela aromi di fragola fresca , ciliegia e succo d’arancia rossa che si fondono con note di menta, cioccolato fondente e spezie. Il sorso è armonioso con una trama tannica setosa, morbida ed elegante.

    Sono passati quarant’anni dalla prima annata di questo vino che ha scritto la storia della denominazione e il cui nome ha una storia affascinante da raccontare: il “Ciabot” è una casa nelle vigne, quasi un ricovero degli attrezzi; mentre “Mentin” era il proprietario (il diminutivo di “Clemente” in dialetto Piemontese) da cui Domenico acquistò l’appezzamento.

    Dopo la vendita, Il nome della vigna è rimasto lo stesso, come tradizione vuole, perché i proprietari passano, ma la terra resta.

    L’autunno è la stagione clou nelle Langhe non solo per degustare i vini, ma anche per assaporare un’ altra prelibatezza simbolo del territorio: il tartufo. Un ingrediente che rende speciale qualsiasi piatto, dal più semplice al più elaborato: dall’uovo al burro con scaglie di tartufo, al risotto, fino ai tradizionali tajarin o la battuta di Fassona. Piatti da accompagnare con un buon calice di Barolo Ciabot Mentin.

    Cantina

    Domenico Clerico è un grande nome del Barolo in Italia e nel mondo.

    La storia di questa prestigiosa cantina di Monforte d’Alba coincide con la storia di un uomo che ha rivoluzionato il concetto della viticoltura nelle Langhe, animato dal desiderio di sperimentare per raggiungere l’eccellenza che da sempre caratterizza i suoi vini.

    Domenico Clerico è stato un precursore nello studio del Nebbiolo , ma anche della Barbera D’Alba e del Dolcetto, il vino da cui ha iniziato a costruire il suo sogno già dal 1976.

    Il suo legame intenso con la terra, il lavoro instancabile tra i filari e le peculiarità dei suoi vigneti hanno costruito negli anni un patrimonio unico.

    Un’eredità raccolta dalla moglie Giuliana e portata avanti da un team di collaboratori guidato oggi da Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale, nell’assoluto rispetto dell’impronta schietta e senza compromessi del suo fondatore.

    Alcune vigne della cantina Domenico Clerico in Piemonte, foto da comunicato stampa
    Alcune vigne della cantina Domenico Clerico in Piemonte, foto da comunicato stampa

    La Cantina

    L’azienda oggi conta 21 ettari vitati, per un totale di 110.000 bottiglie prodotte ogni anno e coltiva unicamente i tre vitigni piemontesi per eccellenza, Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, esportando in oltre 40 paesi del mondo. La gamma comprende 9 etichette: Visadì Langhe Dolcetto DOC, Trevigne Barbera D’Alba DOC, Capisme-e Langhe Nebbiolo DOC, Arte Langhe Rosso DOC, Barolo DOCG del Comune di Monforte d’Alba, Pajana Barolo DOCG, Ciabot Mentin Barolo DOCG e AereoplanServaj Barolo DOCG, Percristina Barolo DOCG .

    Comunicato Stampa

    Collegamenti da sito cantina
    La vite unisce il cielo alla terra…
    “Sin dall’inizio privilegiai il lavoro tra i filari, convinto che per ottenere vini buoni si debba allevare la vigna con amore e dedizione, instaurando con la terra un legame intenso di scambio continuo.
    Curiosità storiche da sito cantina

    …Nel 1977 ho acquistato un piccolo appezzamento nel cuore della “Bussia”, che mi ha permesso di produrre il mio primo Barolo: “Briccotto Bussia”. Qualche anno più tardi riesco ad ottenere una fantastica vigna nel cru “Ginestra” dalla quale ho iniziato a produrre il mio Barolo “Ciabot Mentin” e poco dopo un’altra vigna in questo splendido cru da dove ottengo il Barolo “Pajana”.

    Nel 1995 scelgo un appezzamento in altro cru chiamato “Mosconi” ed inizia la vita del mio Barolo “Percristina”.
    Con molte fatiche e buona volontà siamo arrivati a costruire un’azienda che oggi è composta da circa 21 ettari per un totale di 110.000 bottiglie annue.

    Non pago, nel periodo tra il 2005 e il 2006 ho fortemente cercato un nuovo obiettivo che mi desse lo stimolo giusto per mettermi, ancora una volta, in discussione.
    Nasce così il mio Barolo da un comune molto vicino a Monforte d’Alba e per certi versi molto diverso, Serralunga d’Alba. Prende vita così Aeroplanservaj.

    Domenico ci ha lasciato un grande regalo, una filosofia che attraversa il tempo, fra la tradizione di una terra che regala grandi emozioni e l’innovazione, il volersi migliorare continuamente.


    Sito cantina: https://domenicoclerico.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.fruitecom.it/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore

    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore

    Tartufo Regale, nasce il primo tartufo d’Alba al cioccolato dello chef stellato Ugo Alciati. Con il Vermouth di Torino Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore, l’abbinamento perfetto è servito

    Redazione

    Si chiama Tartufo Regale ed è l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Dall’estro di Ugo Alciati, chef di Guidoristorante al Villaggio Narrante di Fontanafredda e ambasciatore del tartufo nel mondo, nasce una rarità piemontese realizzata con il cioccolato più pregiato al mondo e che riproduce fedelmente un vero tartufo per forma e colore e che può essere lamellato. Una unicità nel settore del cioccolato perfetta da abbinare a un vino aromatizzato altrettanto “regale”: il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore.

    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore, foto da comunicato stampa
    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore, foto da comunicato stampa

     

    È nel cuore delle Langhe Patrimonio Mondiale dell’Unesco, al Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, che nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Questa rara creazione artigianale nasce dall’estro dello chef di Guidoristorante, Ugo Alciati, storica stella Michelin del Piemonte e ambasciatore del tartufo nel mondo. Una unicità nel settore del cioccolato che riproduce fedelmente per forma e colore un vero tartufo, tanto che nemmeno i “Trifulau” (ricercatori di tartufo) della zona di Alba sono stati in grado di riconoscerlo. Richiesta la registrazione per marchio, design e idea così da poter esserne gli unici produttori a livello europeo.

    Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato,foto da comunicato stampa
    Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato,foto da comunicato stampa

    REALIZZAZIONE DEL TARTUFO REGALE

    Di produzione limitatissima, il Tartufo Regale è proposto in un cofanetto (che ne contiene cinque, diversi per forma, dimensione e peso) numerato e autografato a mano dallo chef Ugo Alciati.

    «Per realizzare il “Tartufo regale” sono necessari oltre 30 passaggi manuali, il primo dei quali è la selezione dei migliori tartufi d’Alba da riprodurre fedelmente con gli ingredienti della mia ricetta» spiega lo Chef Ugo Alciati. «Viene utilizzato il cioccolato più pregiato al mondo – attualmente è solo lo 0,01% del cioccolato presente sul mercato – il Criollo del Venezuela e la nocciola Tonda Gentile I.G.P. Piemonte; al suo interno non vi è aggiunta di coloranti, aromi artificiali o conservanti, e può essere lamellato come un vero e proprio tartufo»

    Tartufo Regale in abbinamento al Vermouth Rosso Mirafiore, foto da comunicato stampa
    Tartufo Regale in abbinamento al Vermouth Rosso Mirafiore, foto da comunicato stampa

    L’ABBINAMENTO

    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore
    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore

    Il vino da abbinare per gustare al meglio il Tartufo Regale, è consigliato da Piero Alciati, fratello di Ugo e maître-sommelier di Guidoristorante, ed è il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore. I sensuali profumi del Vermouth, enfatizzati dalla base di vino moscato e caratterizzati dalla verve del nebbiolo, il tutto abbracciato dalla nobile presenza del cardamomo, spezia storicamente abbinata al cioccolato, trovano un connubio ideale con questa delizia artigianale che gioca di equilibri tra dolcezza, aromi e il calore del cioccolato.

    Abbinamento di territorio oltreché di sapori, dove Vermouth e nocciole ricreano l’atmosfera Liberty di un tempo in cui il buono e il bello divennero una raffinata esigenza di gusto ed estetica. Nato nel XVIII secolo, apprezzato alla corte reale dei Savoia ma conosciuto in tutto il mondo, il Vermouth di Torino è un vino aromatizzato di cui Casa E. di Mirafiore iniziò la produzione nei primi anni del ‘900.

    Oggi è reinterpretato attraverso le storiche ricette a base di 46 elementi tra radici, fiori, frutti e spezie che vengono estratti naturalmente e miscelati al vino base secondo tradizione, con l’aggiunta di zucchero e alcool. Il Vermouth Rosso di Casa E. di Mirafiore è prodotto con vini bianchi piemontesi e uve di Moscato e Nebbiolo.

     

    DOVE TROVARE IL TARTUFO REGALE

    La produzione del Tartufo Regale è strettamente limitata. Il cofanetto numerato e autografato a mano da Ugo Alciati contenente i cinque Tartufi Regali è disponibile solo su prenotazione scrivendo a info@tartuforegale.it

    Da Comunicato Stampa

    Anguilla dello Chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
    Anguilla dello Chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
    Collegamenti da sito

    Chef Ugo Alciati, erede di una famigloia che ha scritto la storia della cucina italiana, menù di stagione,carta essenziale, altissima qualità delle materie prime e valorizzazione delle eccellenze del territorio sono da sempre i principi della cucina di GuidoRistorante.

    Alcuni piatti eseguiti dallo chef e brigata:

    Vitello Tonnato dello chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
    Vitello Tonnato dello chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito

    Sito di Riferimento: https://www.villaggionarrante.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti

    Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti

    Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti

    Di Piergiorgio Ercoli

    La Cantina Podere Moretti, nasce dall’unione di due famiglie : Moretti e Occhietti .
    Affonda le radici nella storia del suo territorio. Dal 1630 in quel di Monteu Roero (CN), costruisce un azienda vitivinicola che pur mantenendo viva la tradizione, riesce a guardare avanti e non trascurare le nuove tecniche enologiche nel rispetto del territorio, della vigna e del lavoro in cantina. “ Il vino ha bisogno di tempo perché possa esprimere al massimo il suo potenziale” cit. del titolare Francesco Moretti che racchiude la filosofia dell’azienda.

    Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti
    Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti

    Questa filosofia, ha portato Podere Moretti ad ottenere nel 2011, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia , il prestigioso riconoscimento come “IMPRESA STORICA D’ITALIA”.
    Riconoscimento dato a tutte quelle aziende storiche che hanno trasmesso il loro patrimonio di esperienze e valori alle nuove generazioni.

    Siamo nella Basa Langa , Roero, sul lato sinistro del fiume Tanaro.
    Territorio unico, caratterizzato da dolci colline e profonde insenature chiamate Rocche del Roero , risultato di un fenomeno di erosione causato dal fiume e da fenomeni sismici di molti anni fa.
    Il suolo è molto fertile , composto da arenarie, rocce di origine marina con strati di calcare e argilla e sopratutto sabbie ricche di fossili.
    Il clima concede sole anche nelle stagioni fredde e le piogge non sono abbondanti.

    Questo Arneis Riserva Occhetti 2019 DOCG, viene vinificato secondo un protocollo atto a garantirne la durata nel tempo.
    La sottoscrizione in etichetta del vigneto Occhetti, da cui provengono le uve, evidenzia l’importanza della MGA ( Mensione Geografica Aggiuntiva ).

    La vigna è situata a Sud de comune Monteu Roero, ed è allevata su un terreno ricco di sabbia di origine marina e in una zona non fredda. Dopo la raccolta mano delle uve, il mosto che ne deriva viene fatto fermentare in botti di legno di rovere e acacia sui propri lieviti per 12 mesi a temperatura controllata. Successivamente affina 6 mesi in bottiglia a temperatura controllata.

    Degustazione

    Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti
    Occhietti 2019 Roero Arneis Riserva DOCG Cantina Poderi Moretti

    Analisi visiva
    Cristallino, Giallo dorato tenue vivace , consistente

    Analisi olfattiva
    Intenso, complesso, fine. Decisa mineralità, frutta esotica matura, floreale, miele di acacia, spezia bianca,

    Analisi gusto-olfattiva
    Secco, caldo, morbido, di buona freschezza, sicuramente sapido e di corpo. Nel complesso una bella struttura.

    La sapidità è decisa e ritorna nel finale lungo e persistente ma non va ad alterarne l’equilibrio e l’armonia perché dotato di una bella morbidezza.

    Il sorso evidenzia la corrispondenza fra naso e bocca caratterizzati da Ananas maturo, mango, spezie bianche e questa mineralità che fa pensare ad una sapidità marina ed invita al sorso successivo.
    E’un vino pronto, maturo, ma con prospettive di invecchiamento di ancora qualche anno.

     

    Ricetta in abbinamento eseguita da Carol Agostini

    Una ricetta composta da pochi ingredienti in un gioco di consistenze e sapori, forme e colori per un abbinamento decisamente intrigante quanto gustoso.

    Ingredienti per 4 porzioni:

    • 1 kg di Asparagi bianchi
    • 8 uova
    • olio Evo qb
    • sale qb
    • pepe nero qb

    Procedimento:

    • Tagliare la parte finale dell’asparago, in modo da eliminare la parte dura e pelatelo con l’aiuto di un pelapatate o un coltello in modo da eliminare i filamenti duri che rendono il tutto stopposo.

    • Per praticità potete legare a mazzetti di circa 10 asparagi con l’aiuto del spago da cucina e pareggiarli per far si che siano della stessa grandezza.

    • La cottura ottimale sarebbe per immersione nella parte finale e a vapore le punte, ecco che è ideale la pentola che si chiama asparagera, che è una pentola alta e stretta con uno cestello estraibile e un coperchio, per una cottura perfetta, al dente quanto basta senza avere gli asparagi troppo molli.

      • Se non se ne è provvisti si può usare la pentola più stretta che si ha e costruirsi dei distanziatori con della carta alluminio. Altrimenti si possono cuocere semplicemente per immersione, stando attenti però che le punte sono tenerissime e si potranno rompere, oppure cuocerli al vapore.

      • Portare a bollore dell’acqua e salarla leggermente, calare gli asparagi, coprire e cuocere per circa 15 / 20 minuti a seconda della grandezza dell’asparago o della durezza. Estrarre gli asparagi, scolarli per bene, disporli nel piatto condirli con pepe e olio extra vergine d’oliva.

      • Cuocere le uova in acqua bollente per circa 5 minuti se si vogliono barzotte, per circa 8/9 minuti se si preferiscono sode.Quando sono cotte passarle in acqua fredda spelarle e servirle tagliate a metà oppure sminuzzate. Impiattare gli asparagi accompagnati dalle uova i vostri asparagi con uova alla veneta sono pronti per essere serviti.

    Degustazione di Piergiorgio Ercoli

    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu

    Sito Cantina: https://www.morettivini.it/vigneti

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    MURAY Moscato D’Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D’Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.

    Di Carol Agostini

    Gli abbinamenti dell’azzardo per giocare di sensi che alla fine ha reso un semplice tagliere composto da quiche lorraine farcita da speck di Asiago, zucchine, gorgonzola piccante, formaggio Asiago semi stagionato, con varie salse di accompagnamento, un momento di sperimentazione.

    La Quiche Lorraine è una torta salata farcita tipica della cucina francese, in particolare della regione Lorena, da cui prende il nome: “Quiche” significa appunto rustico, da qui Quiche Lorraine.

    Ricetta Quiche Lorraine e Moscato D'Asti DOCG
    Ricetta Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG eseguita da Carol Agostini

    Sono riuscita a sfatare il mito di abbinamenti classici per uno invece che ha sorpreso tutti, me compresa.
    Il connubio tra dolce e salato con una presenza leggermente piccante e sapida tra trovato armonia, anche se, non perfettamente equilibrato, ma il tutto con una sinergia di sapori e profumi invitanti ed intriganti soprattutto al palato.

    Uva del MURAY Moscato D'Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D'Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.
    Uva del MURAY Moscato D’Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D’Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.

     

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) se leggete nel loro sito troverete che nella tradizione vecchia ed antica della zona i terreni erano invasi da piante di gelsi, invece la famiglia Marino decise di impiantare piante di Moscato perchè si accorse che la resa dava un prodotto estremamente interessante e di soddisfacente qualità.

    Il vino che porta questo nome al naso è fruttato, da albicocca alla pesca, note di arancia gialla, fiori fianchi e gialli, miele di acacia, note di vaniglia che si mescolano con profumi dolci di caramello e papaya, litchi, tiglio e malva.

    In bocca è fresco, piacevolmente dolce e non stucchevole, l’ingresso è prorompente con aromi di frutta e fiori, di leggera speziatura dolce in chiusura, miele e nocciole.

    Santo Stefano Bio Moscato D'Asti DOCG
    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Santo Stefano Bio, il nome del vino ricollega il nome del paese dove risiede la famiglia e la cantina, vicino il torrente Belbo che fu anche luogo natio dallo scrittore italiano del Novecento Cesare Pavese: “ La vita non è ricerca di esperienze, ma di se stessi. Scoperto il proprio strato fondamentale ci si accorge che esso combacia col proprio destino e si trova la pace”.(Il mestiere di vivere)

    Al naso questo Moscato è intenso, diretto con note di frutta a pasta gialla e bianca da albicocca e pesca, litchi, miele, mughetto e biancospino, glicine bianco, pera.

    In bocca la sensazione di dolce è sorretta dall’acidità che rende tutto armonico, in equilibrio senza essere stucchevole e troppo dolce, anzi buona componente quasi salmastra, gessosa alternata ai sentori primari dell’uva di Moscato, con bolla fine ed elegante.

    Conclusioni degustative
    Territorio e vigne della Cantina Beppe Marino Vini
    Territorio e vigne della Cantina Beppe Marino Vini

    Due vini rappresentativi di un territorio fatto di correnti d’aria fresca, pendii collinari dolci, con stradine che si introducono all’orizzonte in appezzamenti di vigne bacati dal sole.

    Luogo di racconti, di tradizione e di fantasia che racchiudono poesia e ottimi vini.

    Ricetta Quiche Lorraine

    Ingredienti per 8 persone
    • 500 g di zucchine fresche
    • 100 g di Speck affettato sottile
    • 150g di gorgonzola cremoso piccante
    • 3 cucchiai di olio EVO
    • sale quanto basta a piacere
    • pepe nero e pepe rosa macinato al momento
    • 1 uovo intero
    • 200 ml di latte intero
    • 250 g di pasta sfoglia
    • 30 g di Grana Padano grattugiato
    Esecuzione:
    1. Lavare le zucchine, eliminare le estremità e tagliarle a julienne (piccole striscioline tipo fiammifero sottili).
    2. Tagliare lo speck a striscioline larghe mezzo centimetro e lunghe 4-5 centimetri al massimo, acquistate un affettato morbido e non troppo stagionato.
    3. Mettere l’olio in una padella, farlo scaldare quindi unire le zucchine, un pizzico di sale e farle saltare per 4 minuti a fiamma vivace.
    4. Unire lo speck, una generosa macinata di pepe e proseguire la cottura, mescolando, per un paio di minuti.
    5. Spegnere il fuoco, coprire e tenere da parte.
    6. Rompere l’uovo in una ciotola e sbattere bene. Deve risultare fluido e perdere viscosità.
    7. Unire il latte a filo, mescolare, unire un pizzico di sale e pepe macinato al momento.
    8. Foderare una teglia di 26 cm di diametro con carta da forno e mettervi la pasta sfoglia.
    9. Bucherellare il fondo con i denti di una forchetta, è essenziale farlo per una cottura ottimale.
    10. Cospargere sul fondo le zucchine, il gorgonzola ridotto a cubetti, quindi versare la crema coprendo uniformemente il ripieno.
    11. Cospargere il tutto con il Parmigiano grattugiato.
    12. Ripiegare i bordi della pasta sfoglia verso l’interno, arricciandoli leggermente.
    13. Infornare per 25-30 minuti a 180° C, prolungando di poco la cottura se l’aspetto non dovesse risultare ben dorato, i tempi di cottura possono variare a seconda della potenza del vostro forno.
    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D'Asti DOCG
    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG eseguita da Carol Agostini
    Conclusioni degustative

    Due vini rappresentativi di un territorio fatto di correnti d’aria fresca, pendii collinari dolci, con stradine che si introducono all’orizzonte in appezzamenti di vigne bacati dal sole.

    Luogo di racconti, di tradizione e di fantasia che racchiudono poesia e ottimi vini.

    Un ottimo abbinamento con la nostra ricetta golosa, da presentare anche come pasto unico in occasione di amici ospiti.

    Di Carol Agostini


    Sito Cantina: https://www.beppemarino.it/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/