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  • Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso

    Concorso Internazionale Enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme”: Un Incontro di Eccellenza tra Vitigni e Cultura Vinicola

    di Carol Agostini

    Nel vasto panorama enologico internazionale, il concorso “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” rappresenta uno degli eventi più prestigiosi dedicati a due delle varietà di uva più conosciute e apprezzate al mondo: il Merlot e il Cabernet. La manifestazione, organizzata ogni anno a Bergamo, in Italia, non è solo un’occasione per celebrare il vino, ma anche un momento di confronto tra culture vinicole diverse, unite dalla passione per la qualità e l’innovazione. Questo evento, che raccoglie vini da ogni angolo del globo, rappresenta un omaggio ai vitigni che hanno modellato l’industria vinicola mondiale e continua a farlo anno dopo anno.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, foto di repertorio di tutti i commissari
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, foto di repertorio di tutti i commissari

    Il Fascino del Concorso “Emozioni dal Mondo”

    Dal 2005, il concorso internazionale enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” riunisce produttori, esperti e appassionati del vino in un evento unico nel suo genere. Organizzato dal Consorzio Tutela Valcalepio, in collaborazione con l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e con il patrocinio di enti pubblici e privati, l’evento si svolge in provincia di Bergamo, una delle zone vinicole emergenti del nord Italia.

    La particolarità del concorso risiede nel fatto che i vini protagonisti sono tutti ottenuti da almeno l’85% di uve Merlot e/o Cabernet Sauvignon o Cabernet Franc, due vitigni che hanno scritto la storia del vino sia in Europa che nel resto del mondo. Ogni anno, centinaia di produttori inviano i propri vini da oltre 30 paesi per partecipare a questa competizione, che offre un palcoscenico internazionale per mettere in luce la qualità e la diversità delle produzioni basate su questi vitigni iconici.

    Merlot e Cabernet: Due Protagonisti del Mondo Vinicolo

    Per comprendere appieno l’importanza di questo concorso, è essenziale esplorare le caratteristiche e il ruolo che i vitigni Merlot e Cabernet hanno giocato nella storia del vino.

    Il Merlot: Eleganza e Morbidezza

    Il Merlot è uno dei vitigni più coltivati al mondo, apprezzato per la sua capacità di dare vita a vini morbidi, rotondi e dal carattere fruttato. Originario della regione di Bordeaux, in Francia, il Merlot si distingue per la sua versatilità e capacità di adattarsi a diversi terroir, contribuendo a creare vini di grande fascino. Il Merlot è spesso associato a note di frutti rossi maturi come ciliegie, prugne e more, arricchite da toni speziati e cioccolatosi nelle versioni invecchiate.

    È un vitigno che si presta sia alla vinificazione in purezza sia all’assemblaggio, dove spesso apporta morbidezza e rotondità ad altri vini più strutturati.
    La popolarità del Merlot ha superato i confini francesi, trovando una seconda patria in paesi come l’Italia, gli Stati Uniti (particolarmente in California e Washington), il Cile e l’Australia. La sua capacità di adattarsi a climi diversi e di esprimere caratteristiche uniche a seconda del terroir lo rende un vitigno estremamente apprezzato sia dai produttori che dai consumatori.

    Il Cabernet Sauvignon: Struttura e Longevità

    D’altro canto, il Cabernet Sauvignon è universalmente riconosciuto come uno dei vitigni più nobili del mondo. Anche questo vitigno ha le sue origini a Bordeaux, dove è spesso utilizzato insieme al Merlot per creare i famosi vini della regione. Il Cabernet Sauvignon si distingue per la sua struttura tannica, la sua longevità e la complessità aromatica, che varia dai frutti neri come ribes e mirtilli, alle spezie, al tabacco, al cuoio, fino alle note erbacee e mentolate.

    Grazie alla sua buccia spessa e al suo elevato contenuto di tannini, il Cabernet Sauvignon produce vini con un’ottima capacità di invecchiamento. Nel corso degli anni, questi vini sviluppano una complessità straordinaria, con l’integrazione perfetta di frutta, spezie e componenti terziarie. Oltre alla Francia, dove è il re indiscusso dei vini di Bordeaux, il Cabernet Sauvignon è coltivato con successo in numerosi altri paesi, tra cui l’Italia, la Spagna, gli Stati Uniti, il Sudafrica, l’Australia e il Cile.

    Il Ruolo dell’Assemblaggio: Merlot e Cabernet Insieme

    La combinazione di Merlot e Cabernet è una delle più celebri e iconiche della storia del vino, soprattutto nella regione di Bordeaux. Questi due vitigni si completano a vicenda: il Merlot apporta morbidezza, rotondità e frutto, mentre il Cabernet contribuisce con struttura, tannini e capacità di invecchiamento. È questa sinergia tra i due vitigni che ha dato vita ai grandi vini di Bordeaux, e che è celebrata con tanta passione nel concorso “Emozioni dal Mondo”.

    L’arte dell’assemblaggio tra Merlot e Cabernet non è tuttavia limitata alla Francia. Questo blend è stato adottato con grande successo in altre parti del mondo, dove i produttori sperimentano diverse percentuali e tecniche per esaltare le caratteristiche uniche dei due vitigni, creando vini che riflettono il terroir locale pur mantenendo la firma inconfondibile del blend Merlot-Cabernet.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo di OIV, partner del concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo di OIV, partner del concorso

    Il Concorso: Oltre il Vino

    Seppur focalizzato su Merlot e Cabernet, il concorso “Emozioni dal Mondo” è molto più di una semplice competizione enologica. Ogni anno, l’evento diventa un’opportunità di incontro e scambio tra professionisti del settore, con degustazioni, seminari e conferenze che esplorano le nuove tendenze del mercato, le tecniche di vinificazione all’avanguardia e l’importanza della sostenibilità nella produzione vinicola.

    Uno degli aspetti più interessanti del concorso è la giuria internazionale. Composta da enologi, giornalisti, sommelier e esperti del settore provenienti da tutto il mondo, la giuria valuta i vini partecipanti attraverso una degustazione alla cieca, garantendo imparzialità e rigore. I vini vengono giudicati non solo per la loro qualità intrinseca, ma anche per la loro capacità di emozionare, un criterio che pone l’accento sulla connessione emotiva che un vino può creare con chi lo degusta.

    I premi assegnati durante il concorso sono un riconoscimento importante per i produttori, poiché offrono visibilità internazionale e la possibilità di entrare in nuovi mercati. Le categorie principali comprendono le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, ma vengono assegnati anche riconoscimenti speciali per i vini che si distinguono per particolari caratteristiche o innovazioni.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso

    L’Impatto sul Territorio

    Nonostante la vocazione internazionale del concorso, l’evento ha anche un forte impatto sul territorio locale. Bergamo e la sua provincia, con le sue colline e vigneti, sono diventate una destinazione sempre più apprezzata dagli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Il concorso contribuisce a promuovere l’immagine del territorio come una zona di eccellenza vinicola, mettendo in luce non solo i produttori locali, ma anche le ricchezze storiche, culturali e gastronomiche della regione.

    Il Valcalepio, il vino simbolo della zona, è spesso protagonista durante il concorso, permettendo ai partecipanti di scoprire una delle denominazioni più interessanti del panorama vinicolo lombardo. Ottenuto da uve Merlot e Cabernet Sauvignon, il Valcalepio rappresenta un perfetto esempio di come i vitigni internazionali possano essere interpretati in modo originale e autentico in un contesto locale.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso

    Il concorso internazionale “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” è una celebrazione dell’eccellenza vinicola, che unisce produttori e appassionati di vino da tutto il mondo. Attraverso la competizione, i vini a base di Merlot e Cabernet trovano una vetrina prestigiosa dove esprimere la propria unicità e qualità, mentre la giuria internazionale garantisce un giudizio imparziale e rigoroso.

    L’evento non solo promuove i vini di eccellenza, ma favorisce anche il dialogo e lo scambio tra culture vinicole diverse, contribuendo a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per questi due vitigni iconici. Il concorso rappresenta, infine, un’opportunità per il territorio di Bergamo di affermarsi sempre più come una meta di riferimento per il turismo enologico e culturale, consolidando il suo ruolo nel panorama vinicolo internazionale.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito concorso: https://www.emozionidalmondo.it/it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia

    Frontiera asiatica: l’export dei Fine Wines italiani nei paesi del futuro secondo le indagini di mercato condotte da Wine Monitor e Istituto Grandi Marchi

    Di Cristina Santini

    L’incontro con l’Istituto Grandi Marchi e Wine Monitor Nomisma tenutosi il 13 dicembre, nelle sale del NH Collection Palazzo Cinquecento a Roma, ha messo in evidenza numeri, dati sul posizionamento dei Fine Wines italiani e abitudini di consumo con riferimento al Far East, in particolare verso due mercati, Giappone e Corea del Sud.

     

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, articolo e foto di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, articolo e foto di Cristina Santini

    Prima di tutto, l’istituto è un gruppo di famiglie del vino, famiglie storiche, ciascuna delle quali nel proprio territorio ha una forte rappresentatività nella produzione e commercializzazione di vino di pregio, che sostengono il modello del vino italiano attraverso due pilastri fondamentali, il brand territoriale e il brand privato che coincide, in questo caso, con il nome di una famiglia. Diciotto, tra le più importanti Aziende Vitivinicole Italiane, unite nel promuovere la cultura e la tradizione del vino di qualità nel mondo.

    Quando sono famiglie che in ciascuno territorio fanno tanto per portare valore a casa per tutti – ricorda il Presidente IGM Piero Mastroberardino – è chiaro che non viaggia un gruppo di imprese, ma viaggia il vino italiano. Ogni mese si fa una missione in giro per il mondo e il 2023 è stato un anno interminabile perché abbiamo cercato di cogliere al massimo tutte le opportunità di un ritorno a pieno regime dei viaggi, dei mercati, della disponibilità ad accogliere gli importatori, ristoratori, clienti in genere.

    Tanti gli investimenti in eventi sempre più efficaci e la concretizzazione quest’anno di un progetto che vede la partecipazione di un gruppo di giovani nella realizzazione di format del vino di pregio per i target più vicini a loro perché ci siamo resi conto che ci sono buchi generazionali che stiamo attraversando e che impattano su certi numeri di mercati che abbiamo sotto gli occhi.

    Un impegno necessario per la crescita delle nuove generazioni del vino italiano, tenendo al contempo la mente aperta a luoghi, occasioni, modalità di consumo che ci consentono di rimanere focalizzati sul vino di grande pregio, ma in un contesto che sta cambiando giorno per giorno.

    Da sx Stefano Carboni di Mg Logos, Denis Pantini Resp. Nomisma Wine Monitor e il Presidente dell’IGM Piero Mastroberardino, foto di Cristina Santini, articolo: Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia
    Da sx Stefano Carboni di Mg Logos, Denis Pantini Resp. Nomisma Wine Monitor e il Presidente dell’IGM Piero Mastroberardino, foto di Cristina Santini, articolo: Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia

    Le indagini di mercato hanno interessato quattro città tra Corea del Sud e Giappone: Tokyo, Osaka, Seoul e Busan dove sono stati intervistati 1600 consumatori di vino in relazione a comportamenti di consumo e al posizionamento dei vini italiani, soprattutto dei Fine Wines.

    I segni meno del vino in tutti i principali mercati, al netto del 2023, non sono incoraggianti ma quanto meno utili, dopo decise flessioni nell’export, per rivolgere l’attenzione verso aree dove i consumi di vino sono molto cresciuti, aspettando tempi migliori per quelli che hanno un segno negativo o sono stabili. In rosso c’è praticamente tutta l’Europa, mentre dagli Stati Uniti all’Asia il segno è positivo.

    Ci siamo concentrati sul Far East – afferma Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitorperchè i consumi di vino si spostano e abbiamo evidenziato in verde i paesi che nel giro di vent’anni hanno aumentato il volume ed in rosso chi l’ha diminuito; si vede chiaramente come l’area tradizionale dell’Europa sia in un contesto dove il consumo progressivamente diminuisce anno dopo anno. Mentre tutto il resto del Mondo, a parte qualche zona del Sud America come Argentina o paesi più piccoli dell’Africa, vedono invece una crescita importante e tra questi c’è sicuramente l’Asia.

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    L’Asia, da un punto di vista della percentuale di concentrazione di consumi di vino, pesa ancora poco, circa l’8%, su 240 milioni di ettolitri consumati nel Mondo. I due mercati presi a campione, sono il Giappone, identificato come un mercato maturo/consolidato, che conta quasi tre milioni di ettolitri, e la Corea del Sud che è un mercato emergente, consuma meno di un milione di ettolitri (740) ed è in rapida espansione grazie allo sviluppo economico.

    Dai dati di previsione forniti dal Fondo Monetario Internazionale si vede come nei prossimi anni la Corea del Sud arrivi a valori pro- capite più alti di quelli italiani dove ci sono fasce di popolazione alto spendenti che sono in grado di comprare dei vini di alta qualità. Quello coreano è sicuramente un mercato dalle opportunità non indifferenti.

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    Altro aspetto che va considerato è la popolazione come si distribuisce dal punto di vista della generazionalità: intanto la Corea del Sud è molto più piccola rispetto al Giappone che ha una popolazione meno giovane dove gli over 60 rappresentano oltre il 35%, mentre al contrario le fasce più giovani in Corea del Sud hanno un’incidenza superiore (oltre il 17%) e rappresentano un mercato che cresce anche dal punto di vista economico.

    Anche nell’importazione di vino il Giappone è un mercato consolidato dove negli ultimi cinque anni si nota una certa stabilità a volume e una leggera crescita a valore (import per circa 1,8 miliardi di euro per 266 milioni di litri). Il 57% di questo valore è legato ai vini fermi dove i rossi sono predominanti. Stessa cosa in Corea, molto più rilevante la crescita in cinque anni (poco più di 550 milioni di euro di vino importato per circa 71 milioni di litri). Il peso dei vini fermi è ancora più rilevante, siamo all’ 80%.

    In entrambi i mercati, la Francia domina: in Giappone con una quota vicino al 58%, l’Italia seconda con il 12%. Suddividendo queste quote tra le categorie, la Francia è padrone assoluto del mercato degli spumanti con lo Champagne all’84% e 44% per i vini fermi, mentre l’Italia al 6% con un valore più alto, del 16%, per i fermi. Anche nel Sud Corea, la Francia si posiziona con una quota un pò più bassa, siamo al 35% suddivisa per categoria con il 73% sparkling e 28% vini fermi, mentre l’Italia ha una quota vicino al 15% suddivisa in eguale percentuale tra spumanti e vini fermi (15%).

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    I rossi, soprattutto quelli toscani e piemontesi rappresentano le due tipologie più vendute dal nostro paese sul mercato sia giapponese che coreano. Al terzo posto Prosecco e Asti.

    Osservando i dati degli ultimi 5 anni (fino al 2022), c’è stata una crescita dell’import di vino nei top mkt mondiali, anche durante la pandemia. Contrariamente, il 2023 è un anno complicato, con una battuta d’arresto nelle importazioni un po’ ovunque.

    L’aumento iniziale ha portato ad uno stoccaggio eccessivo rispetto a quello che il mercato poteva recepire, poi con la crisi economica, l’inflazione, ad oggi i mercati sono saturi e fanno fatica a comprare ulteriore vino. Paradossalmente in controtendenza l’unico dato positivo per l’Italia è rappresentato dalle vendite in Francia nei primi 10 mesi dell’anno degli spumanti, soprattutto del Prosecco (+8,5%).

    Nell’indagine sui consumatori, capiamo cosa rappresenta l’Italia per questi due Paesi: al primo posto troviamo passione, creatività attestate al 43% per i giapponesi, mentre per i coreani siamo soprattutto cultura e tradizione al 25%; tra i settori economici, l’arredamento e il design rappresenta il primo settore che viene in mente ad entrambi. Il cibo per i coreani arriva al secondo posto, il vino invece è in fondo alla classifica e questo sta ad indicare che l’Italia è conosciuta per altro rispetto all’ambito vitivinicolo.

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    Nei riguardi del consumo di vino in generale negli ultimi 12 mesi, il Giappone si attesta al 45% e al 39% il Sud Corea, sicuramente più alta la percentuale, in entrambi i casi, di chi lo consuma a casa. Interessante vedere come in un paese vecchio come Giappone, all’interno delle fasce generazionali, aumenti il consumo tra i Baby Boomer (49%), mentre invece in Sud Corea il tasso di predazione sia più basso essendo un mercato emergente che si è approcciato più tardi al suo utilizzo, con accezione al 46% della GenZ che sta a significare che tra gli under 25 è più alta la frequenza di chi ha bevuto vino negli ultimi 12 mesi.

    Vanno molto i piccoli formati (bottiglie fino a 375ml) soprattutto in Corea, sia tra le mura domestiche sia fuori casa, un dato legato alla nuova generazione. Ciò non incontra però il benestare della maggior parte dei produttori italiani quando si tratta di vino iconico.

    E’ un discorso che si può affrontare sotto il profilo tecnico – dichiara il Presidente – però è bene capire quanto questo tema sia grande e quanto questo fenomeno sia l’eccezione rispetto alla maggior parte dei mercati. Il segmento che ci riguarda dei Fine Wines resta comunque focalizzato sulla bottiglia con formato più grande.

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    Nella scelta del vino, togliendo il prezzo, l’origine è un elemento molto importante che entrambi i consumatori guardano e riguarda i primi tre paesi per importazioni: Francia, Italia e Cile. Il passaparola non è da meno, il 15% dei consumatori quando sceglie un vino si fida di quello che dicono amici, sommelier o esperti del settore.

    A seguire le caratteristiche green che si posizionano al quarto posto con il 10% all’unisono e la percentuale aumenta tra le giovani generazioni coreane (14% GenZ). Il 12% per il brand prestigioso legato alla cantina storica è molto importante per i coreani rispetto ai giapponesi, e torna ad essere protagonista, tra gli attributi distintivi, anche nella scelta dei Fine Wines ove, tra l’altro, il prezzo elevato arriva come ultima indicazione proprio perché non si può affermare che un vino che costa tanto sia necessariamente un Fine Wines. Lo è in certi casi ma non è detto che per un consumatore sia l’unica ragione di acquisto.

    Al primo posto per i vini di pregio, c’è la questione delle eccezionali proprietà sensoriali ovvero tutto quello che fa la qualità di un vino è legato anche ad un Fine Wine. Il brand è visto come terzo indicatore di risposta soprattutto per il 19% degli intervistati coreani.

    Altro dato che desta curiosità è quello relativo all’acquisto di un vino di pregio, soprattutto in Corea del Sud dove i valori sono più alti e le percentuali incidono non solo per chi lo compra per regalarlo ma anche per conservarlo e rivenderlo come investimento.
    Il tasso di penetrazione dei Fine Wines arriva al 24% per i giapponesi e 18% per i coreani, per chi negli ultimi dodici mesi ha acquistato o consumato questa tipologia di vino. Non c’è molta differenza tra i canali di consumo.

    Tra i paesi di origine c’è sicuramente la Francia che ha un ruolo primario su questi mercati, al secondo posto l’Italia e poi il Cile, ma molto distaccato. Il 14% per il popolo giapponese e l’11% per quello coreano indica la percentuale di chi ha consumato Fine Wines italiani sul totale della popolazione (56% tra i consumatori giapponesi che hanno acquistato i Fine Wines negli ultimi anni e il 65% per i coreani).

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    I Packaging hanno un’importanza non indifferente: sull’estetica della bottiglia e su quali siano gli elementi che rafforzano i vini pregevoli, si denota al primo posto le rifiniture eleganti, gli elementi di lusso; al secondo la Regione di provenienza e tra le Regioni che vengono considerate maggiormente ci sono Toscana, Piemonte e Sicilia; il tappo rigorosamente in sughero è qualcosa che riguarda sì i giapponesi ma non necessariamente i coreani che pensano che un tappo in sughero non faccia un Fine Wines.

    Differente invece è il discorso in etichetta delle immagini di vigneti, di paesaggi naturali che invece la Corea del Sud sembra apprezzare.

    Visto la crescita negli ultimi cinque anni, visto l’andamento nel 2023, cosa ci dobbiamo aspettare per il 2024?

    Per quanto concerne il consumo dei Fine Wines italiani, nei prossimi due-tre anni la Corea del Sud ha un approccio più ottimistico, tra chi ha risposto che aumenterà l’acquisto e chi invece lo diminuirà, il saldo prodotto è comunque positivo (+31%); in Giappone un pò più bassi (+14%). A differenza di chi ha risposto che continuerà a non consumare questa tipologia di vino in entrambi i Paesi, dove la Corea ha una percentuale più bassa in merito (26%) rispetto al mercato consolidato giapponese dove la quota, di chi dice di non voler cambiare le proprie abitudini, è più importante (55%).

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    Per cavalcare quest’onda positiva, è stato chiesto ai consumatori quali siano le modalità migliori per approfondire o avvicinarsi al mondo dei Fine Wines italiani: su tutti svettano le degustazioni, gli eventi o show cooking presso i ristoranti legati soprattutto alla cucina italiana; il binomio cucina italiana e vini di pregio sembra essere vincente e rappresentare una leva in grado di aumentare ulteriormente la progressione dell’acquisto soprattutto per il popolo coreano.

    Il confronto di un dato importante da parte del consumatore giapponese (31%) al quale non interessa conoscerli meglio, dimostra quanto la Corea del sud abbia delle prospettive di crescita nei prossimi anni molto più rilevanti (3%) nei confronti dei Fine Wines italiani.

    Stessa cosa vale per i viaggi dedicati all’enoturismo nei territori di produzione dove è sempre la Corea del Sud ad essere più propensa verso il nostro Paese, mentre il dato equivalente in entrambi i mercati è il food pairing ad incuriosire maggiormente sia con la cucina italiana sia con quelle locali.

    La contaminazione culturale nel mondo sta producendo delle formule che spesso non si ricollocano più secondo i classici schemi e non metabolizzare questo porrebbe dei limiti. Il vino italiano può usare come volano la nostra cucina, uscendo dai propri confini e conquistando quella legittimazione verso la ristorazione in senso più ampio, soprattutto in paesi in cui la cultura delle cucine è così specifica.

    Questo è il modo migliore per entrare nella cultura di un popolo, uscire da una visione comunitaria di vestire italiano ed entrare invece in una logica più trasversale.

    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l'Asia, foto e articolo di Cristina Santini
    Export dei Fine Wines italiani da indagini 2023 verso l’Asia, foto e articolo di Cristina Santini

    Nella zona Asia – assicura Piero Mastroberardino – c’è una varietà culturale e un approccio ai consumi enorme. Il Giappone, dopo tanti anni di stasi, sembra iniziare il 2024 con un pò più di ottimismo dal punto di vista economico generale e ci auguriamo che questo possa essere interessante anche per noi. Quest’anno la Corea ha sofferto ma ha avuto una crescita importante negli anni precedenti e in questo momento sta accusando un problema di stock.

    Ma c’è grande entusiasmo, c’è grande attenzione sul vino di pregio, c’è la voglia di entrare sempre più nel concetto di brand, di storicità, di classicità e tutto questo richiede più attenzione nei prossimi mesi. La Cina è anche un altro mercato che sta soffrendo, pensavamo potesse ripartire dopo il fermo totale connesso alla fase pandemica, ci sono alcune zone che recuperano prima e altre che sono più lente a ripartire.

    Anche questo Paese non si annuncia come un mercato di grande traino per il 2024, ma in ogni caso ci si aspetta una ripartenza in modo diverso dopo il Covid. Il mercato sta cambiando strutturalmente, non siamo in grado di prevedere quando questi cambiamenti si tradurranno in valori e quindi bisogna presidiare.”

    L’Istituto Grandi Marchi ha programmato quest’anno investimenti rilevanti in Asia, rivalutando anche Paesi che per qualche anno non sono stati battuti. La grande partita verrà giocata sulla capacità di recuperare valore e remunerare gli investimenti, ci sono molti mercati più piccoli che sono interessanti:

    Hong Kong, al momento in fase riflessiva, continua ad essere un hub importante; Singapore è un altro piccolo mercato di grande immagine; il Vietnam è percepito come in trend favorevole (21% di vino italiano importato all’anno e circa venti milioni di euro di vini fermi, al netto degli spumanti) per il grande investimento in resorts e sta diventando una meta ricercata dai turisti asiatici e non solo.

    Su Taiwan, sebbene piccola, c’è una bella opportunità di crescita che si attesta al 14% con 18 milioni di euro di importazioni di vino italiano e la Thailandia con il 18% all’anno di crescita negli ultimi cinque anni con 18 milioni di euro di import.

    Il mercato asiatico, per quanto oggi sia ancora piccolo da un punto di vista dei consumi delle importazioni, si sta muovendo e trova conferma nei numeri. Per l’anno che verrà l’Istituto, come anche Wine Monitor, si dice fiducioso e pronto a scommettere sulla ripresa dei mercati.

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti di riferimento indagini: https://www.winemonitor.it/ https://www.istitutograndimarchi.it/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ 

    https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Gioia del Colle: Genesi e Futuro del Primitivo 2020 2019

    Gioia del Colle: Genesi e Futuro del Primitivo 2020 2019

    Gioia del Colle: Genesi e Futuro del Primitivo 2020 2019

    Di Rosaria Benedetti

     

    Nella culla del primitivo, dove queste uve hanno trovato antiche cure e innestato secolari tradizioni, l’Azienda Agricola Armònja sta realizzando un moderno progetto di valorizzazione del vitigno senza deviare dal solco di una mai sconfessata tradizione.

    Vini Agricola Armònja, Gioia del Colle Primitivo
    Vini Agricola Armònja, Gioia del Colle Primitivo

    La Regola “Ora et Labora” dei monaci Benedettini e le testimonianze di dedizione e di buone pratiche enologiche degli eremiti Basiliani sono tracce storiche fondanti e indiscutibili che testimoniano la genesi antica della valorizzazione del primitivo nella zona di Gioia del Colle.

    La vite Alberello Agricola Armònja
    La vite Alberello Agricola Armònja, Gioia Del Colle Primitivo 2020 2019

    A farne poi un vero gioiello vitienologico hanno contribuito gli stessi viticoltori gioiesi che con intuito e determinazione, nei primi decenni del 19°secolo, hanno definito confini e mappe dei loro investimenti agricoli, consegnandoli contestualmente all’allevamento delle uve di primitivo del quale possono vantarsi di essere la storica italica culla.

    Il pregio delle uve e di conseguenza del vino raggiunse livelli talmente elevati da costituire valore “economico” incluso nella dote della contessina Sabini di Altamura:

    uno scrigno di preziose barbatelle fu infatti parte integrante del contratto delle sue nobili nozze con Don Tommaso, signorotto di Manduria, e siglò la “migrazione” del primitivo dalla zona di Gioia del Colle a Manduria e quindi la nascita dell’attuale Primitivo di Manduria.

    Più tardiva ancora la conferma della corrispondenza genetica con lo Zinfandel californiano.

    I vini Agricola Armònja Gioia Del Colle Primitivo
    I vini Agricola Armònja Gioia Del Colle Primitivo 2020 2019

    L’ambiente pedoclimatico e il vitigno Primitivo

    Oggi il primitivo di Gioia del Colle viene coltivato in quella che è definita, la Murgia di Sud-Est, o Murgia barese, un esteso altopiano carsico, che raggiunge i 350 mt ca slm, arricchito da componenti argillose: una sorta di quadrilatero che si allunga obliquamente nell’interno della provincia di Bari verso la Basilicata nord-orientale.

    Su questa terra rossa ricca di calcare, tra rocce affioranti che forzano le radici della vite a cercare la loro strada, si coltiva quello che era chiamato alla fine del ‘700 il “primativo”, l’attuale primitivo, una varietà robusta, caratterizzata da fioritura tarda e maturazione precoce, in grado di evitare eventuali condizioni atmosferiche avverse legate alla primavera e all’autunno.

    Allevamento Alberello Agricola Armònja Gioia Del Colle Primitivo
    Allevamento Alberello Agricola Armònja Gioia Del Colle Primitivo

    L’allevamento tradizionale è l’alberello pugliese oggi affiancato sempre più spesso dal cordone speronato. La quota elevata in ore di soleggiamento e una piovosità scarsa contribuiscono alla produzione di vini che pur esprimendo un elevato tenore alcolico, possiedono una beva agile e raffinata.

    Azienda AgricolaArmònja

    Di recentissima costituzione, dal 2019, l’Azienda è proprietà di Giuseppe Latorre che si avvale della consulenza enologica di Benedetto Lorusso, mentre nel vigneto operano Vito Ferri e Vincenzo Racano.

    Agli iniziali 3 ettari, in tempi brevissimi, se ne sono aggiunti altri per una proprietà attuale di 5 ettari di cui i due terzi già vitati e gli altri in fase di completamento.

    Agricola Armònja Gioa Del Colle Primitivo
    Agricola Armònja Gioia Del Colle Primitivo alcuni vini della cantina arrivati in Agenzia FoodandWineAngels di Carol Agostini

    Dedicati per ora esclusivamente alla produzione di primitivo di Gioia del Colle, i vigneti si estendono nella zona di Acquaviva delle Fonti, proprio nel centro della Doc, e hanno il loro cuore pulsante nella vigna più antica dove sono a dimora da più di 70 anni i ceppi storici allevati secondo il sistema tradizionale dell’alberello pugliese.

    La sezione di vigneto più recente a cordone speronato, completa poi la produzione.

    L’esclusività riservata al primitivo sarà integrata a breve dalla vinificazione di un bianco da uve autoctone, il minutolo di Gioia del Colle.

    Note di degustazione Primitivo assaggiato

    Le condizioni meteorologiche e le caratteristiche pedoclimatiche di questo altipiano collinare favoriscono una maturazione avanzata delle uve che vengono mediamente vendemmiate verso fine settembre o nella prima decade di ottobre, con gradazioni zuccherine elevate e conseguente potenza alcolica nel vino.

    Tartare di Angus in abbinamento al Primitivo con pomodori secchi, senape, olive taggiasche, peperoni rossi e cipolla caramellata
    Tartare di Angus in abbinamento vino Primitivo con pomodori secchi, senape, olive taggiasche, peperoni rossi e cipolla caramellata, piatto eseguito da Carol Agostini

    Quattro sono le tipologie di primitivo sulle quali si concentra oggi l’Azienda con risultati decisamente lusinghieri. Oltre all’IGT Puglia Primitivo Rosato “Lamarosa” e al Primitivo Gioia del Colle Doc Riserva “Terre di Monteschiavo”, sono pur nella loro diversità molto interessanti sia l’IGT Puglia “Primomiglio” 2020 che il più classico Gioia del Colle DOC “Corte Sant’Elia” 2019 che hanno entrambi il pregio di conservare nel vino il varietale gusto dell’uva di partenza.

    I vini arrivati in agenzia FoodandWineAngels
    I vini arrivati in agenzia FoodandWineAngels

    Il frutto rosso domina sia al naso che in bocca nel Primomiglio, che si presenta con un colore brillante, rubino acceso venato di porpora.

    Succoso e fresco con una trama tannica vivace e ben integrata, recupera in finale di bocca una nota agrumata di arancia rossa che favorisce nell’immediato un secondo sorso.

    Complesso e armonico il Corte Sant’Elia poggia su una potenza alcolica importante ben mitigata nella beva da una precisa freschezza.

    All’olfatto si intrecciano toni floreali di petali di rosa, note di piccoli frutti maturi, vaniglia e foglie di tabacco; il sorso è appagante, i tannini setosi, la chiusura intrigante grazie all’elegante velatura torbata.

    Entrambi i vini conducono ad abbinamenti territoriali con presenza di carne, in particolare il Corte Sant’Elia.

    Primitivo Gioia Del Colle IGT Puglia “Primomiglio” 2020
    Corte Sant’Elia Primitivo D.O.C. Gioia del Colle

    Nella culla del primitivo, dove questo vitigno ha trovato antiche cure e innestato secolari tradizioni, l’Azienda Agricola Armònja sta dando vita ad un progetto affascinante.

    A giudicare dalle premesse, la qualità dei loro vini contribuirà efficacemente a disegnare un moderno ritratto del primitivo di Gioia del Colle senza deviare dal solco di una mai sconfessata tradizione.

    Alberello pugliese

    L’allevamento della vite ad “alberello”, introdotto in Italia dalla colonizzazione greca nel VII sec a C. è una pratica viticola antichissima, che non fa uso di tutore per sostenere la vite.

    La forma attuale caratteristica dell’entroterra barese, sia di pianura che di collina, ha forma “a vaso” con basso ceppo centrale dal quale si diramano due o tre branche con carico di gemme molto ridotto. Ne conseguono basse rese per ettaro ed elevata qualità.

    Soggetta a varianti territoriali obbligate da microclimi di zona (es. variante “pantesca” o di Pantelleria con il ceppo infossato per la protezione dal vento) questa tecnica di coltivazione è presente in tutto il meridione soprattutto là dove è scarsa la disponibilità di acqua e dove il lavoro nel vigneto è svolto esclusivamente a mano.

    Di Rosaria Benedetti

    Rosaria Benedetti autrice dell'articolo GIOIA DEL COLLE: GENESI E FUTURO DEL PRIMITIVO 2020 2019, degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti autrice dell’articolo GIOIA DEL COLLE: GENESI E FUTURO DEL PRIMITIVO 2020 2019, degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

     


    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

    Versione Inglese:

    https://thesensesoffoodandwine.blogspot.com/2022/07/gioia-del-colle-genesis-and-future-of.html?zx=44d2fca103169da9

    Sito Cantina: https://www.agricolaarmonja.com