Pitti Taste: nelle bellissima Fortezza Da Basso, edizione straordinaria per location ed aziende
Di Marco Maria Marcialis
Tra il 2 e il 5 febbraio, si è tenuta a Firenze presso l’imponente Fortezza Da Basso la 17ª edizione del Pitti Taste. Questo evento ha sempre avuto un allure forte e potente con un interessante mix di partecipanti tra addetti del settore e veri gourmand e food lover. Accoglienza e desk pienamente organizzati hanno aperto le porte a un viaggio che si prospetta davvero gustoso e goloso.
Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis
Diversi padiglioni dedicati al TASTE Italia, dove stand organizzati in modo pregevole hanno accolto gli ospiti in modo straordinario. La lista delle pantagrueliche leccornie è davvero lunghissima, con particolare rilievo per i salumi delle regioni più vocate come la Toscana ed l’Emilia Romagna. Ma un grande plauso ed apprezzamento vanno agli affinatori di formaggi, figure vere e proprie di Cheese Maker o Cheese Master che partendo da formaggi artigianali di alto livello danno spazio a gusto e fantasia, ubriacando i formaggi con vini o distillati e poi adornandoli con spezie, foglie e frutta che ne elevano ancora di più il sapore.
Una bellissima scoperta è stata l‘Italico Caviale di Royal Food, che con i suoi allevamenti di storione crea una selezione di caviale che crea letteralmente scintille in bocca tra sapidità, aromaticità e persistenza. Note di pregio anche per l’abbinamento con i vini di Chiara Soldati di La Scolca, tra cui il metodo classico e la Riserva 100 anni che riescono a stregare in pairing con il caviale.
Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis
Ottima la presenza della Sicilia con i distillati di Amara, che raccontano la potenza e il fascino dell’Etna e delle arance rosse coltivate nelle zone pedemontane. Il Tonno, le acciughe e le lavorazioni ittiche della famiglia Testa, partendo dal borgo marinaro di Ognina, hanno conquistato grandi mercati internazionali e molte tavole stellate.
Per rinfrescare il palato, le birre artigianali di Bruno Ribadi, con un packaging accattivante che non passa inosservato, partendo da Palermo fino ad arrivare a Catania, creano birre che sanno di siciliana meraviglia.
Un plauso speciale va alla preparazione, passione, entusiasmo e ricchezza di contenuti con cui ogni singolo espositore racconta il suo personale pezzetto di gusto italiano.
Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis
Devo proprio ammettere che è stata un’esperienza piena di “Taste”.
Il Pitti Taste è una delle più prestigiose manifestazioni italiane dedicate al cibo di alta qualità e al settore gastronomico. Si tiene annualmente a Firenze presso la Fortezza da Basso, una delle più importanti strutture storiche della città.
Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano
Il Paestum Wine Festival 2024: Una Celebrazione dell’Arte Enogastronomica Nel Cuore dell’Antica Magna Grecia
Di Carol Agostini
Nel suggestivo scenario di Capaccio Paestum, tra le imponenti vestigia dei templi dell’antica città, si è svolta con grande successo la tredicesima edizione del Paestum Wine Festival 2024. Questo evento, che unisce sapientemente cultura, tradizione e gastronomia, ha rappresentato un vero e proprio trionfo dell’arte enogastronomica nel cuore dell’antica Magna Grecia.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa
Il festival ha offerto ai visitatori l’opportunità unica di immergersi nella ricchezza del patrimonio vitivinicolo locale e nazionale, celebrando le eccellenze della produzione vinicola italiana. Oltre 800 aziende vinicole hanno partecipato, presentando le proprie etichette e offrendo degustazioni guidate che hanno permesso di apprezzare la varietà e la qualità dei vini proposti.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa
Ma il Paestum Wine Festivalnon è stato solo un’occasione per scoprire pregiati vini, è stato anche un viaggio alla scoperta delle radici culturali e storiche di questo territorio. I templi dorici di Hera e di Nettuno, risalenti al VI secolo a.C., hanno fatto da cornice suggestiva all’evento, ricordando ai partecipanti l’importanza storica di Paestum nell’antica Magna Grecia e la sua ricca tradizione enologica che affonda le radici nei secoli.
Tempio di Nettuno a Paestum, foto da internet
La gastronomia locale ha avuto un ruolo di primo piano durante il festival, offrendo ai visitatori l’opportunità di assaporare i piatti tipici della cucina cilentana e campana, rigorosamente accompagnati dai vini della zona. Dalle mozzarelle di bufala DOP ai salumi, dai formaggi ai piatti a base di pesce fresco del Mediterraneo, ogni pietanza ha raccontato la storia e le tradizioni culinarie di questo territorio ricco di sapori autentici.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini
Ma il Paestum Wine Festival non è stato solo un’esperienza gastronomica, è stato anche un momento di condivisione e di festa, durante il quale i visitatori hanno potuto partecipare a spettacoli teatrali, concerti di musica tradizionale e mostre d’arte, arricchendo ulteriormente il loro viaggio nel mondo dell’enogastronomia e della cultura.
L’edizione 2024 del Paestum Wine Festival ha dimostrato ancora una volta di essere un evento imprescindibile per gli amanti del buon vino e della cultura, unendo in modo armonioso tradizione e innovazione, storia e gastronomia. Con la promessa di nuove scoperte e di nuove esperienze, i partecipanti già non vedono l’ora di tornare l’anno prossimo per vivere ancora una volta l’incanto di questo straordinario festival.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini, con Rosa Falluto Cantina Solopaca
Da comunicato stampa
SUCCESSO SENSAZIONALE AL PAESTUM WINE FEST 2024: 24.000 PRESENZE, 7.200 OPERATORI DI SETTORE E 800 AZIENDE
La tredicesima edizione del Paestum Wine Fest 2024 si è conclusa con un entusiasmo travolgente, con numeri record e partecipazione eccezionale che già proiettano lo sguardo verso il futuro. Con 24.000 visitatori, 7.200 operatori Ho.Re.Ca, 300 espositori e 800 aziende coinvolte, il successo dell’evento è stato celebrato grazie alla collaborazione di figure chiave come Angelo Zarra, Ceo del Paestum Wine Fest, Alessandro Rossi, direttore, e Ottavio Gabriel Sorrentino e Francesco Balbi, co-fondatori.
Il clima di fervore tra gli organizzatori anticipa già l’edizione 2025, con l’annuncio imminente delle prossime date, mentre il direttore Rossi esprime fiducia nel futuro, proiettando il festival verso un’ambizione ancora maggiore di internazionalizzazione e focus sul business.
La cerimonia di premiazione ha visto l’assegnazione di numerosi riconoscimenti ai protagonisti dell’evento, tra cui Paolo Lauciani, Charlie Arturaola, Luciano Ferraro, Alessandra Moneti e Elsa Mazzolini, seguiti da altri illustri personaggi del mondo del vino.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis
La partecipazione di esperti del settore, tra cui Luciano Pignataro, Riccardo Cotarella e Federico Gordini, ha confermato il prestigio del Paestum Wine Fest come punto di riferimento nel panorama enogastronomico.
Il fondatore Angelo Zarra ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’evento, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra e il supporto delle aziende e dei partecipanti.
Tra le novità di quest’anno, l’annuncio della collaborazione con Poste Italiane per la realizzazione dell’annullo filatelico dedicato all’evento, e la creazione del primo Wine Club “Paestum Wine Fest”.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis
Un gruppo selezionato di sommelier è stato coinvolto nel programma “Paestum Wine Fest Limited Edition”, mentre la giornata si è conclusa con la consegna dell’esclusivo cavatappi personalizzato e della bottiglia magnum Gillo Dorfles dell’azienda San Salvatore 19.88 ai membri del Wine Club.
Matteo Zappile, Official Brand Ambassador del Paestum Wine Fest, ha espresso soddisfazione per l’edizione di quest’anno, proiettando il focus verso una maggiore valorizzazione del territorio e dei sommelier.
L’evento ha visto la partecipazione di nomi di spicco del mondo dell’enologia, della comunicazione e dell’imprenditoria, consolidando il successo del Paestum Wine Fest 2024 e aprendo le porte a una nuova edizione ancora più entusiasmante.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis con Carol Agostini, Cristina Santini e Andrea Moscariello
Curiosità
La Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia: Due Eccellenze Casearie Campane
La Campania è rinomata in tutto il mondo per le sue prelibatezze gastronomiche, tra cui spiccano la Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia, due eccellenze casearie che rappresentano il meglio della tradizione lattiero-casearia della regione.
La Mozzarella di Bufala di Paestum è un formaggio DOP(Denominazione di Origine Protetta) prodotto principalmente nei comuni della pianura del Sele, tra cui appunto Paestum. Ottenuta esclusivamente dal latte di bufala allevata in quest’area, questa mozzarella si contraddistingue per la sua consistenza cremosa e il suo sapore delicato, che la rendono un vero e proprio tesoro della gastronomia campana. Il latte fresco viene cagliato e lavorato artigianalmente secondo antiche tradizioni, dando vita a un formaggio dal gusto unico e inconfondibile.
Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis, Carol Agostini con Charlie Arturaola
Diversa è la Zizzona di Battipaglia, un’altra eccellenza casearia della provincia di Salerno. Si tratta di una mozzarella di bufala di dimensioni eccezionali, che può arrivare anche a pesare diversi chilogrammi. La particolarità di questo formaggio sta nella sua lavorazione: la Zizzona viene prodotta utilizzando solo il latte proveniente da bufale di razza mediterranea, che conferisce al prodotto finale un sapore intenso e deciso, accompagnato da una consistenza morbida e filante.
Nonostante entrambe le mozzarelle siano ottenute da latte di bufala, presentano alcune differenze significative. Innanzitutto, la Mozzarella di Bufala di Paestum è più piccola e ha una consistenza più cremosa, mentre la Zizzona di Battipaglia è caratterizzata dalle sue dimensioni imponenti e dal sapore più deciso. Inoltre, la zona di produzione delle due mozzarelle è diversa: Paestum per la prima e Battipaglia per la seconda.
Entrambe le mozzarelle rappresentano un’eccellenza enogastronomica della Campania e sono amate sia a livello locale che internazionale. Sono ingredienti fondamentali in molte ricette della cucina campana e vengono spesso apprezzate da sole, magari accompagnate da un filo d’olio extravergine d’oliva e pomodorini freschi. La Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia sono due autentiche gemme della tradizione culinaria campana, da gustare e apprezzare in tutta la loro bontà e genuinità.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
Accessoridavino: Innovazione e Passione per il Mondo del Vino
Di Carol Agostini
L’universo del vino è intriso di passione, storia e gusto. Ed è proprio in questo contesto che Accessoridavino ha trovato la sua vocazione, offrendo oggetti di alta qualità che abbracciano l’essenza e il fascino di questo mondo unico. Fondata come divisione della rinomata Busini Srl, un’azienda leader nel settore promozionale con oltre 50 anni di esperienza, Accessoridavino si è rapidamente affermata come punto di riferimento nel campo degli accessori per vino.
Accessoridavino 2024, un anno ricco di eventi per l’azienda, logo da sito
L’azienda si dedica completamente ai produttori di vino, alle enoteche e ai ristoranti, offrendo una vasta gamma di “oggetti per farsi ricordare” di alta qualità. Grazie alla personalizzazione dei prodotti, diventati in pochi anni un elemento essenziale nel merchandising professionale del settore vitivinicolo, Accessoridavino ha saputo conquistare un posto d’onore nel cuore degli appassionati del vino.
Tra gli accessori più richiesti figurano calici e decanter, cavatappi e apribottiglie, ice bag, secchielli, spumantiere, tappi, drop stop e accessori da degustazione, pensati per regalare sempre la migliore esperienza ai clienti.
Accessoridavino 2024, un anno ricco di eventi per l’azienda, foto da sito
La personalizzazione è uno dei punti di forza di Accessoridavino, che offre un’ampia gamma di tecniche di stampa per adattarsi alle esigenze dei clienti:
Serigrafia: con macchine specializzate fino a 8 colori.
Tampografia: con stampa tampografica fino a 4 colori.
Incisione laser: su tutti i materiali con tecnologia Laser CO2 – Yag.
Plotter: per la stampa digitale di banner, striscioni e roll-up.
Quadricromia: grazie alla stampante digitale UV, per stampare su ogni tipo di supporto con foto in HD di piccola, media e grande dimensione.
Ma Accessoridavino non è solo un fornitore di accessori. Nel corso degli anni ha consolidato diverse partnership e sponsorizza alcuni dei più importanti eventi vitivinicoli, come Vinitaly, Hostaria, Merano Wine Festival, Wine & Siena, Regina Ribelle e molti altri. Partecipa ad oltre 30 eventi in tutta Italia durante l’anno, offrendo consulenza sul mondo dell’accessoristica e distribuendo piccoli regali per rendere ancora più memorabile l’esperienza dei visitatori.
Accessoridavino 2024, un anno ricco di eventi per l’azienda, foto da sito
Il team di Accessoridavino è composto da professionisti esperti e appassionati:
Tommaso Bisori: Responsabile commerciale
Jacopo Micheletti: Commerciale
Massimo Biondi: Commerciale
Diego Tazioli: Commerciale
Accessoridavino 2024, un anno ricco di eventi per l’azienda, foto da sito
Per ulteriori informazioni e per consultare il catalogo, è possibile visitare il sito ufficiale www.accessoridavino.com o seguire Accessoridavino sui social media:
Il 10 Novembre un Giorno Memorabile per la DOC Etna: Un’Intervista Esclusiva a Seby Costanzo
Di Marco Maria Marcialis
Gennaio 2024
Il 10 novembre del 2023 si è rivelato un giorno senza precedenti per la DOC Etna, con l’approvazione del percorso ufficiale verso la prestigiosa DOCG. Questo passo epocale ha suscitato emozioni e riflessioni da parte di coloro che lavorano instancabilmente per portare avanti la missione di promuovere l’eccellenza enologica dell’Etna.
Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, foto di repertorio
Intervista
1) Il tuo stato d’animo
“Personalmente sono molto soddisfatto della decisione che è stata presa. In qualche modo, ci siamo formalmente obbligati a lavorare con l’obiettivo di un miglioramento continuo e della salvaguardia delle limitazioni a sistemi produttivi non coerenti con i nostri principi. Questo aspetto è determinante per dimostrare che la notorietà e gli apprezzamenti che stiamo ricevendo non sono frutto di una moda passeggera ma di un sistema ben consolidato.”
2) Sogni e Dubbi
“Mi piacerebbe che si rafforzasse sempre più il concetto unitario che stiamo perseguendo. Il successo attrattivo che ha avuto l’area Etna negli ultimi anni, per esempio al Vinitaly, dove ci siamo presentati con un’immagine unica, rappresentativa del territorio e che comunicava unicità nel complesso delle sue meravigliose diversità, è stato il mio sogno che è diventato realtà. I dubbi, sotto questo aspetto, sono oggi tutti fugati e ci proponiamo di consolidare quanto è stato fatto: vedremo man mano.”
3) Unanimità o Perplessità
“Avevamo pensato, già nel 2019, che fosse maturo il tempo perché la DOC Etna diventasse una DOCG. Poi 2020 e 2021 sono stati due anni difficili per tutti i produttori a causa della stasi di mercato dovuta al periodo di restrizioni Covid. Con il rinnovo del CdA, già da subito a inizio 2022, il presidente Cambria dichiarava che l’evoluzione della DOC era un obiettivo principale.
Oltre un anno di incontri e confronti tesi alla massima condivisione tra i soci del Consorzio, nella loro eterogeneità, hanno caratterizzato il percorso che ha portato alla storica decisione votata all’unanimità avendo superato tutte le perplessità, soprattutto tra i produttori più piccoli. È stato un lavoro corale che ci ha resi molto soddisfatti e orgogliosi.”
Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, Monte Ilice, foto di repertorio
4) Confronto parallelo con altre DOCG
“La distinzione tra DOC E DOCG è un fattore essenzialmente italiano, poiché, per l’Unione Europea, entrambe rientrano nella definizione DOP. La differenza sta nella garanzia massima offerta al consumatore. I vini con marchio DOCG sono creati seguendo un disciplinare molto attento e restrittivo, teso a creare un prodotto di altissima qualità e naturalmente di origine strettamente controllata. Un sacrificio che l’Etna non poteva declinare, anche per le sollecitazioni stimolate dai numerosi stakeholder, vista la crescente reputazione che i vini Etna continuano a consolidare a livello internazionale.”
Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, foto di repertorio
5) Era meglio prima o lo sarà dopo
“Ritengo che sarà meglio dopo. Un sistema di regole più chiare e trasparenti è foriero di garanzie per tutti, produttori e consumatori. Del resto, ci abbiamo creduto fermamente e voglio immaginare solo miglioramenti e rispetto del territorio che saranno alimentati anche da un lavoro di coinvolgimento della Città di Catania, riferimento dei 20 Comuni nei quali si producono vini etnei, dalla tutela dell’area su cui insiste la denominazione e dal rispetto delle regole.”
Annunciati ufficialmente gli incontri vinicoli di Chianti Lovers e Rosso Morellino 2024, fissati per il 18 febbraio.
Di Carol Agostini
Gennaio 2024
Mentre aspettiamo ulteriori dettagli, riportiamo di seguito l’articolo redatto sulla scorsa edizione, fornendo già un’anticipazione di ciò che ci attende.
Chianti Lovers e Rosso Morellino 2024, altri assaggi, logo da sito
Anteprime 2023: Oltre 400 Etichette in Degustazione a Chianti Lovers & Rosso Morellino
Chianti Lovers e Rosso Morellino – Anteprima 2023 ha presentato oltre 400 etichette di Chianti e Morellino in degustazione. La metà di queste erano nuove annate offerte in anteprima sia agli addetti ai lavori che agli appassionati da più di 110 aziende. L’evento si è svolto il 12 febbraio 2023 presso la Fortezza da Basso di Firenze. Di seguito, una sintesi delle informazioni per partecipare e il link al sito ufficiale. Inoltre, cliccando sul tag “Eventi Toscana” alla fine dell’articolo, si potevano scoprire le eno-degustazioni più interessanti della regione, mentre qui erano elencati gli eventi enogastronomici da non perdere nel 2023.
Chianti Lovers e Rosso Morellino 2024, altri assaggi, logo da sito
Perché Partecipare
L’evento, inserito nel contesto delle Anteprime di Toscana, farà ritorno nella consueta location della Fortezza fiorentina, abituata ad accogliere oltre 4mila persone per la degustazione delle migliori etichette delle due denominazioni. Si potranno degustare i vini di annate interessanti.
Chianti Lovers e Rosso Morellino 2024, altri assaggi, foto da sito consorzio
Come Partecipare
Quando: 18 Febbraio 2024.
Orari Pubblico: Dalle 16:00 alle 21:00 con biglietto.
Orari Operatori: Dalle 9:30 alle 21:00 (solo area espositiva Padiglione Cavaniglia).
Orari Giornalisti: Dalle 9:00 alle 18:00 (sala stampa con servizio sommelier) – Dalle 9:00 alle 21:00 (area espositiva Padiglione Cavaniglia).
Dove: Fortezza da Basso di Firenze.
Costo Ingresso: Da 27,50.
Accredito Gratuito: Media, stampa e operatori di settore con procedura telematica. (altro…)
Record di Successo al 12º Mercato FIVI dei Vini dei Vignaioli Indipendenti: Esordio Trionfale a Bologna!
Di Carol Agostini
La prima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti a Bolognaha superato ogni aspettativa, consolidando nuovi record con una partecipazione massiccia di 985 vignaioli, 2 associazioni di vignaioli stranieri e 29 olivicoltori della FIOI. Questo evento, organizzato per la prima volta a BolognaFiere, ha segnato un’importante unione tra produttori agricoli, richiamando un afflusso straordinario di oltre 26.000 visitatori distribuiti nei tre giorni di manifestazione.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
I nuovi spazi di BolognaFiere hanno offerto un ambiente accogliente e luminoso per gli oltre 985 stand dei vignaioli, facilitando gli incontri e gli assaggi tra i visitatori.
Lorenzo Cesconi, Presidente FIVI, esprime soddisfazione per il successo ottenuto: “Abbiamo dimostrato che il cuore di questa manifestazione sono le Vignaiole e i Vignaioli, con i loro vini, a raccontare tanti tasselli del grande puzzle dell’Italia del vino.”
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
La filosofia di eguaglianza e democraticità della FIVI è stata enfatizzata dall’assegnazione casuale degli spazi fieristici a ogni partecipante, indipendentemente dalla loro storia aziendale. Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere, ha dichiarato soddisfazione per l’entusiasmo suscitato e ha evidenziato l’importanza di questo evento nel consolidare il ruolo di BolognaFiere come punto di riferimento per i vini di eccellenza.
Questa edizione ha confermato il Mercato dei Vini come un appuntamento fondamentale nel panorama vitivinicolo italiano, attirando non solo un pubblico numeroso ma anche l’attenzione di operatori del settore e piccoli trader esteri. Il successo è stato riflesso dalla copertura mediatica e dall’attività sui social media.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023, Cameli Irene
Oltre alla vetrina enologica, l’Assemblea annuale dei soci della FIVI ha posto l’attenzione sulla manutenzione del territorio e il ruolo cruciale dei vignaioli in questo ambito. Durante questa sessione, è stato presentato un dossier che ha sottolineato l’importanza del disegno di legge in esame sulla figura dell’agricoltore custode dell’ambiente del territorio.
L’evento si è concluso con la consegna di importanti premi, tra cui il Premio “Leonildo Pieropan” 2023 assegnato a Emidio Pepe, Vignaiolo in Abruzzo e storico socio FIVI, e il nuovo premio “Vignaiolo come noi” consegnato al musicista Stefano Belisari, noto come Elio.
Il 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti a Bologna ha segnato un trionfo senza precedenti, sottolineando l’importanza del settore vinicolo indipendente nel contesto agricolo e culturale italiano.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
Formazione, sviluppo, progetti e vita di Carol Agostini
Redazione
Carol Agostini
Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, foto di Carol Agostini
Sommelier, commissario enologico internazionale, cuoca e creativa partita dall’Accademia del Gusto e divenuta, successivamente, Chocolate Tester, degustatore di olio, formaggi e miele.
Ama ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, tecnica e vini ai suoi piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze.
Marketing strategist, titolare dell’agenzia FoodandWineAngels, e, soprattutto, esploratrice appassionata del gusto italiano, sempre alla ricerca di sensazioni organolettiche e della chimica dei componenti sensoriali.
Qualificata come Maestro Sun, insegna e organizza corsi di cucina asiatica.
Selezionatrice food&wine per mercati esteri e e-commerce internazionale, scrive su testate nazionali di settore.
Altro giurato, Carol Agostini a lavoro al Concorso Emozioni dal Mondo
Conduce presso alcuni canali web radio una serie di trasmissioni basate sul format ”Il viaggio degli Umami”.
Carol è curatrice di masterclass e degustazioni guidate in eventi fieristici del settore.
Inoltre, conduce una rubrica dal nome “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, attraverso visite e interviste con i produttori.
Instancabile networker, è sempre alla ricerca di sinergie e opportunità per progetti che uniscono persone e professionisti vincenti.
Autrice del libro “Cena con Fattura D’amore” pubblicato ad ottobre 2021 da Ronca Editore, un libro sulla gastronomia sensoriale ripercorsa sotto forma di romanzo, con una componente di manuale e di crescita introspettiva personale per raggiungere lo scopo di stare bene attraverso la complicità e i sensi.
I sensi, ricette, Cena con Fattura D’Amore di Carol Agostini
Titolare dell’Agenzia FoodandWineAngels che opera nel settore enogastronomico, editore del Magazine Papillae.it
Nadia Toppino scrittrice, e foodwriter in alcune testate di settore svizzere e Blog Storie di Cibo
Ideatore del progetto editoriale che comprende radio web e altre testate di settore con lo scopo di fare squadra editoriale di divulgazione e comunicazione.
Selezionatrice di prodotti per realtà estere con una carriera di molti anni consolidati dagli assaggi di ogni singolo prodotto con una analisi accurata tramite una scheda organolettica sensoriale e commerciale che io stessa ho creato moltissimi anni fa.
Ogni prodotto assaggiato viene fotografato, abbinato, schedato nelle mia attuale anagrafica che contiene ormai 40 mila attività nel settore food&wine, il tutto viene documentato con un report e una micro articolo in regalo alle attività in cambio delle campionature omaggio.
Siamo un magazine online specializzato nel settore Food & Wine con approfondimenti di vario genere: prodotti Made in Italy e il resto del mondo, fine dining, turismo, ospitalità italiana, eventi nazionali e internazionali, ricette e l’internalizzazione dei prodotti nella sua eccezione più ampia.
Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
La nostra redazione è composta da giornalisti, blogger, sommelier ed esperti/ critici enogastronomici con esperienza ultra decennale, capitanati dalla fondatrice Carol Agostini, commissario internazionale enologico, esperta enogastronomica e consulente di settore.
Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
Siamo partner di FoodandWineAngels di Carol Agostini, agenzia di sviluppo progetti di comunicazione e marketing, ufficio stampa ( su richiesta ), creazione e realizzazione di eventi sul territorio e su misura, ricerca di mercati italiani ed esteri con posizionamento e sviluppo di prodotti enogastronomici, consulenze di vario genere tecniche e sensoriali, formazione e docenze di settore.
Davide Zilio consulente, formatore, docente e produttore di vino
Siamo aperti a collaborazioni di vario genere, disponibili a divulgare informazioni sulle vostre attività e notizie.
Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
Vogliamo espandere la nostra presenza fisica in eventi, guide e commissioni con lo scopo di raccontare ai nostri lettori ciò che accade nel panorama enogastronomico italiano.
Michele Nasoni sommelier, autore del libro Wineblogger Wine Not? fondatore del blog sommelier naso dvino
A richiesta siamo disponibili ad accostarvi coi nostri servizi di divulgazione ( articoli lingua italiana e inglese, social media partner) e di agenzia.
Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance“Amo tutto di lui, amo i suoi difetti, la sua brutta abitudine di mordere e urlare. La sua assoluta autenticità, annata dopo annata” di Zombiwine
Vi racconto un po’ il libro
L’amore e la passione travolgono il cuore e la mente e questa è una storia di sensi.
Cornelia è alla ricerca dell’amore, ma soltanto dopo un intenso percorso di confronto e di crescita riuscirà a esprimere la propria personalità anche attraverso ricette e piatti speciali che accendono la passione.
Due uomini entrano nella sua vita, quale sceglierà? Riuscirà poi a conquistarlo seducendolo con la sua cucina? L’intreccio tra cibo e passione è per lei fondamentale, ma è anche una fonte di energia vitale e di comunicazione con il prossimo.
The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini
Infine, le venti semplici ricette proposte in coda al libro serviranno da guida per accendere i sensi e per aprire nuovi orizzonti nel mondo della seduzione.
Questa è la trama che racconta la storia, ma è una storia che racchiuse in forma romanzata la Gastronomia sensoriale, quella dottrina nata molti secoli fa ad opera dei nostri avi, che ha un ruolo molto importante ma spesso non ci facciamo caso, quanto un percorso di crescita introspettiva, dove il rapporto con noi stessi, anima e consapevolezza sono fonte di energia come il cibo e vino, come l’accettazione e l’amore.
Se iniziate a farci caso molti piatti particolarmente elaborati, con ingredienti selezionati creano sensazione di benessere nell’immediato, basta solo guardarli per sentire vibrazioni positive.
Il potere di stimolare ogni nostro senso e sensazione derivante dal cibo e vino diventa molte volte la soluzione a problemi di carattere amoroso, senza rendercene conto a tavola consumando un determinato cibo rispetto ad un altro, la nostra apertura e predisposizione di accoglienza verso i problemi e verso l’altra persona sfumano in gesti più naturali e meno arrabbiati.
Carol Agostini, foodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, libro “Cena con Fattura D’Amore” Ronca Editore di Carol Agostini
Ci sono appunto alimenti che suscitano in noi sentimenti di dolcezza, di tenerezza, di pace, attraverso la produzione di “sostanze amiche” portandoci alla capacità di guardare la persona davanti a noi senza provare odio.
Ecco perché viene definita gastronomia sensoriale, dove la pace dei sensi è uguale alla pace delle emozioni.
In questa pratica si usa maggiormente la frutta, gli ortaggi, le radici, la cioccolata, i prodotti ittici tendenzialmente crudi, le spezie, tutto in piccole porzioni o mono.
Associazioni visive, collegamenti sensoriali, gesti e movenze, le giuste ricette e l’ambiente confortevole aprono il paradiso dell’anima attraverso le vibrazioni dei sensi.
Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023
I viaggi sensoriali di Carol, biografia
La mia gavetta nel mondo enogastronomico parte nel 1997, sono andata alla ricerca di informazioni sul cacao, elemento da me sempre amato.
Proprio dall’esigenza di comprendere la sua composizione e suoi benefici ha avuto inizio il mio viaggio.
Dopo qualche mese mi sono avvicinato al mondo vitivinicolo; mi sono formata e sono diventata un commissario enologico internazionale.
Con il tempo è cresciuto il mio desiderio di conoscere nella propria essenza ogni singolo prodotto gastronomico che potrebbe accompagnare ogni sorso degustato.
Con il passare del tempo sono diventata sommelier, chocholate taste tester, maestro Sun, e ho avuto l’onore di frequentare dei master impegnativi sulle tecniche di cottura degli alimenti, sulla micro-pasticceria, sulla cioccolateria artistica, sui sottovuoto, e tanto altro.
Amo ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, esplorare tecniche di rielaborazione della materia che prima seleziono e scelgo appositamente nei miei piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze.
Carol Agostini con Roberto Cipresso a Vinitaly VeronaFiere
Passano gli anni e la mia curiosità è cresciuta sempre di più. Ho iniziato il mio percorso verso la programmazione neuro linguistica e verso il marketing, acquisendo una qualifica in marketing strategist e approfondendo sempre più il gusto italiano per quello che riguardano le mie competenze enogastronomiche.
Sempre affamata di conoscenze, sempre pronta a ogni sfida, sento l’esigenza di vivere di emozioni, di continue prove tecniche, di assaggi, di viaggi.
Colgo il bello in una pentola bruciata, vissuta da cotture veloci, da quelle lente, dagli ingredienti che spesso dimentico sul fuoco e l’odore di bruciato invade tutta la cucina.
Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini
Ciò nonostante mi sento gratificata, perché ho avuto la possibilità di sperimentare e di sbagliare.
Mi entusiasmo nel cercare soluzioni ai miei errori, ai calcoli sbagliati sulle dosi e ai tempi di cottura non precisi.
Dai miei errori inizio a consolidare la mia abilità di esecuzione e di risoluzione.
Imparo, sbaglio, correggo, insegno e scrivo, un nuovo viaggio, mediante la cucina asiatica che amo, quella sudamericana, la cucina medioevale, quella futurista che mi insegna ad apprezzare ogni consistenza e forma.
A volte penso di compiere un viaggio senza fine, di quelli che hanno senso solo se vissuti direttamente e non attraverso le foto o i racconti altrui.
Mi entusiasma sempre di più condividere i miei errori agli altri affinché questi non vengano ripetuti.
Ed è proprio questo percorso come insegnante che mi porta a frequentare sempre di più ristoratori, chef, cucine.
The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Carol Agostini, Attilio Scienza, Nere Pederzolli
Cresce la mia esperienza come selezionatrice, occupandomi di prodotti enogastronomici per mercati esteri e per importanti e-commerce di settore.
Ne parlo ma anche ne scrivo e questo mi porta a collaborare costruttivamente con testate nazionali di settore. Non per ultima arriva la TV con alcune partecipazioni a trasmissioni televisive e, subito dopo, la radio con un mio format dal nome “Il viaggio degli Umami”, nel quale racconto le esperienze degustative in occasione di concorsi nazionali ed internazionali vinicoli.
Ciò mi porta a curare personalmente masterclass e degustazioni guidate in occasioni di eventi fieristici del settore.
Per quello che riguarda le attività audio, porto avanti altri progetti in parallelo, ad esempio la rubrica “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, con le visite e interviste ai produttori.
Renato Rovetta Guida Rosa Rosati Rosè e Carol Agostini dell’Agenzia FoodandWineAngels
In tutto questo strutturo squadre di collaboratori che mi seguono spesso in weekend end impegnativi, finalizzati al network ing fra professionisti del settore.
La mia gavetta continua, non smetto mai di studiare, di aggiornare la mia conoscenza, i miei corsi diventano sempre più frequentati e le diverse Camere di Commercio mi ingaggiano per sviluppare progetti formativi.
Cantine sociali mi chiedono progetti di sviluppo territoriale e di identità produttiva.
Insomma, sfide su sfide, che accrescono la mia voglia di fare parte di questo mondo.
Qualche anno fa sono stata contattata da una casa editrice che mi chiesto di scrivere un ricettario, proposta che si è di fatto trasformata in un libro sulla gastronomia sensoriale, “Cena con Fattura D’amore” pubblicato a fine ottobre 2021 da Ronca Editore si tratta di un libro che ripercorre sotto forma di romanzo la gastronomia sensoriale, dove i sensi la fanno da padrone in ogni nostra azione.
Alessandro Scorsone e Carol Agostini al Merano Winefestival
La caratteristica di questo romanzo è proprio al componente di manuale e di crescita introspettiva personale per raggiungere lo scopo di stare bene attraverso la complicità dei sensi.
Sono passati due mesi e siamo già alla seconda ristampa, un successo inaspettato per me.
Scrivendo queste righe ho potuto guardare indietro il mio percorso con occhi diversi, con una consapevolezza totalmente priva di giudizio, anche se sento ancora il peso dei sacrifici e delle rinunce.
Sono soddisfatta di tutto il mio viaggio?Si, ma non è ancora finito, ci sono tante cose che devo ancora assaggiare, esplorare e conoscere.
La scrittura mi permette di registrare nel mio cervello ogni sensazione, ogni emozione che ho vissuto ad ogni morso e a ogni sorso.
Sono grata anche di questo, perché la ragazzina di vent’anni che approcciava questo mondo ora è una donna.
Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi
FoodandWineAngels
Ho fondato la mia agenzia si chiama “FoodandwineAngels”, unica agenzia in Italia in grado di applicare le più avanzate attività di marketing intelligence al settore dell’enogastronomia.
Ho una squadra di professionisti al mio fianco, facciamo valutazioni tecniche accurate di prodotti agroalimentari ed enologici, indagini di mercato basate sui più avanzati concetti di marketing intelligence, servizi di comunicazioni alle imprese e supporto alla vendita a livello di territorio nazionale e internazionale.
Questi sono solo alcuni dei tanti servizi che espletiamo nel panorama enogastronomico italiano.
Carol Agostini con Iginio Massari
Con lo staff di specialisti dell’agenzia garantiamo valutazioni approfondite organolettiche e degustative di prodotti, basandoci su schede tecniche di analisi che io stessa ho ideato e creato.
Crediamo, così, di dare un grande supporto alla nostra rete vendita, attraverso anche servizi di comunicazione avanzata mediante i canali tradizionale e digitali (giornalistici e social).
Insomma, sono molto orgogliosa di questa agenzia che prepara le basi per strategie commerciali avanzate e mirate, offrendo alle aziende-partner la soluzione dei numerosi problemi di vendita e di brand awareness che costituiscono oggi lo scoglio più arduo da superare nel settore enogastronomico.
Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione con Luca Gardini
Conclusione
In un mondo veramente complesso, fortemente concorrenziale, in cui la qualità e l’unicità dei prodotti deve essere evidenziata e portata alla luce nel modo più efficace.
Il mio obiettivo è quello del mio staff è quello di diventare un punto di riferimento per produttori e distributori, un partner che consenta di massimizzare le vendite e la presenza sul mercato, ma anche e soprattutto offrire a quei produttori che ancora non dispongano di una visibilità accurata e di una presenza capillare sul mercato una soluzione ai loro problemi.
Il mio viaggio, quindi, ancora oggi, non ha una fine, ma solo mete da raggiungere.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
FoodeWine, elenco eventi per dei percorsi sensoriali di emozioni
Redazione – Carol Agostini
In Italia e oltre confine, le fiere gastronomiche rappresentano un’opportunità imperdibile per gli operatori attivi nel settore agroalimentare e dell’ospitalità. Questi eventi non si limitano a essere semplici esposizioni di prodotti, ma fungono da piattaforme di networking, spazi in cui si concretizzano affari, si incontrano nuovi clienti e si stringono collaborazioni commerciali di rilievo.
Stai cercando una fiera enogastronomica mirata al tuo settore? O forse sei interessato alle esposizioni che offrono opportunità di crescita sia a livello nazionale che internazionale? Conoscere gli eventi fondamentali in Italia e nel mondo è essenziale per sviluppare e rafforzare la tua presenza nell’ambito del food.
Per soddisfare le tue esigenze, abbiamo preparato due elenchi dettagliati. Il primo elenco si concentra sulle fiere alimentari organizzate nel nostro paese, mentre il secondo elenco riguarda le principali esposizioni gastronomiche che prendono vita in diverse parti del mondo. Questi eventi rappresentano opportunità uniche per entrare in contatto con potenziali clienti o partner commerciali e per rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del settore.
In sintesi, che tu stia cercando una fiera enogastronomica locale o desideri esplorare le esposizioni alimentari a livello internazionale, qui troverai tutte le informazioni necessarie per pianificare la tua prossima mossa nel mondo del food & beverage.
FoodeWine, elenco manifestazioni più importanti del 2024, foto da internet
Elenco fiere food 2023-2024 Italia
MARCA by BOLOGNAFIERE
Data: 18 – 19 Gennaio
Descrizione: Mostra convegno dedicata al mondo della marca commerciale
Milano e Modena, due città con un legame storico alla gastronomia d’eccellenza e all’innovazione nel settore alimentare, continuano ad emergere come centri focali di eventi fieristici di grande importanza. TUTTOFOOD si afferma come un faro per tutti i professionisti desiderosi di seguire le più recenti tendenze del food a livello globale. Dall’altro lato, iMEAT a Modena rappresenta l’opportunità perfetta per coloro che operano nel mondo della carne, un evento che fonde con maestria tradizione e innovazione.
FoodeWine, elenco manifestazioni più importanti del 2024, foto da internet
25-27 Febbraio 2024 Bologna
SLOW WINE FAIR
Fiera Internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto
14-17 aprile 2024 Verona Vinitaly
56^ edizione Salone internazionale dei vini e distillati
7-10 maggio 2024 Parma CIBUS
Salone internazionale dell’alimentazione
14-17 aprile 2024 Verona
Sol&Agrifood
Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità
FoodeWine, elenco manifestazioni più importanti del 2024, foto da internet
Titolo: “Il Mondo del FoodeWine: Eventi da non Perdere nel 2023/2024”
Introduzione: Il panorama globale del food&wine è una sinfonia di sapori, tradizioni e innovazioni che si manifestano in eventi straordinari in tutto il mondo. Dal cuore dell’Europa alle spiagge tropicali dell’Oceania, queste celebrazioni gastronomiche attraggono intenditori, chef stellati e appassionati della buona tavola per un’esperienza culinaria unica.
Paragrafo Principale: Tra i vari eventi spicca il “Taste of London“, una festa culinaria che richiama l’elite gastronomica nella capitale britannica. I visitatori possono deliziare il palato con prelibatezze firmate da rinomati chef e scoprire le ultime tendenze gastronomiche in un’atmosfera vibrante e cosmopolita.
Negli Stati Uniti, il “Food and Wine Classic” di Aspen è un punto di riferimento per gli amanti del cibo e del vino. Questo evento iconico offre una panoramica di degustazioni esclusive, seminari con esperti del settore e dimostrazioni culinarie di altissimo livello.
L’Asia non è da meno con il “Hong Kong Wine and Dine Festival“. Nella scintillante metropoli asiatica, i visitatori possono immergersi in una varietà di sapori provenienti da tutto il mondo, accompagnati da una selezione dei migliori vini internazionali.
Paragrafo Secondario: In Sud America, la “Feria Masticar” a Buenos Aires è un’ode alla cucina argentina. L’evento mette in mostra le radici culinarie del Paese, offrendo ai partecipanti un viaggio attraverso la vasta gamma di sapori unici e autentici della cultura gastronomica argentina.
In Italia, la “Vinitaly” a Verona è un appuntamento imprescindibile per gli amanti del vino. Questa fiera internazionale del vino presenta una vasta selezione di etichette provenienti da tutte le regioni d’Italia, oltre a offrire occasioni di networking e condivisione di conoscenze nel mondo vinicolo.
L’anno 2023 offre un bouquet di eventi food & wine, ciascuno con la sua unicità e offerte gastronomiche che invitano ad esplorare nuovi sapori e a celebrare le tradizioni culinarie di tutto il mondo. Con un’esperienza culinaria così variegata e globale, gli amanti del food&wine possono godere di un viaggio sensoriale attraverso continenti, scoprendo e apprezzando la diversità e l’eccellenza gastronomica che ogni evento offre, attendiamo con entusiasmo il 2024, altrettanto ricco di eventi e manifestazioni di settore.
Conclusioni
La varietà e la ricchezza delle fiere italiane nel 2024 sottolineano quanto il settore alimentare nel nostro paese sia dinamico, pieno di vitalità e costantemente allineato alle evoluzioni del mercato. Dalle regioni settentrionali a quelle meridionali, le occasioni di scoperta, apprendimento e business sono innumerevoli. Che si tratti dell’esplorazione di nuove tecnologie, della degustazione di prodotti di alta qualità o dello scambio di best practices, l’Italia rimane una guida nel panorama alimentare globale.
Per le aziende e i professionisti del settore, partecipare o visitare queste fiere rappresenta un’opportunità irripetibile per espandere la propria rete di contatti, scoprire le più recenti tendenze e tecnologie, e rafforzare la propria posizione sul mercato. Il 2024 si prospetta come un anno ricco di novità e opportunità nel settore alimentare italiano. Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di essere protagonisti!
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
PROGETTO ROMA DOCet 2023, Secondo Tour sul bordo del Vulcano
Di Cristina Santini
Dopo avervi parlato del primo tour itinerante (da leggere) e della storia di alcune cantine situate all’interno dell’areale dei Castelli Romani, un’area di natura vulcanica, a sud est della Capitale, originata dal crollo del Vulcano Laziale centinaia di migliaia di anni fa, è il momento di raccontarvi di un altro complesso, sempre vulcanico ma differente. Dall’area tuscolana che comprende Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora che guarda verso Roma, ci spostiamo nella parte opposta verso la costa ovvero nell’area lanuvina e parte dell’area artemisia.
Cantina sociale GOTTO D’ORO, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
A parlare sono state le aziende del Consorzio di Tutela Vini Roma Doc, promotrici della Denominazione e del patrimonio naturale e vitivinicolo, che ci hanno ospitato e raccontato la storia aziendale e il territorio sul quale abbiamo camminato.
La prima tappa ci porta al GOTTO D’ORO, la Cantina Sociale che da quasi otto decenni, ormai, per il territorio dei Castelli Romani, è stata molto più di una semplice cantina. E ce la racconta Marco Zanibellato.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, questa realtà produttiva ha rappresentato un’autentica scintilla di speranza, un messaggio deciso, nell’unica direzione allora possibile: la rinascita attraverso la resilienza. Una capacità che ha portato in questi anni ad una nuova identità per i vini dei Castelli che da tempo sembrava essersi appannata.
Lo stabilimento di Marino del Gotto d’Oro, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La cooperativa, nata nel 1945 nello stabilimento di Ciampino andato poi distrutto, arrivata a Marino nei primi anni ‘70, si occupa della lavorazione delle uve raccolte dai 200 soci conferitori, situati nelle zone di Roma Sud fino alla provincia di Latina, al confine con Cisterna e Aprilia per un totale di 1000 ettari. Segue tutte le fasi, dalla vinificazione, all’affinamento, all’imbottigliamento, allo stoccaggio di magazzino fino alla distribuzione dei prodotti in tutta Italia e in buona parte del mondo per un totale di sette milioni di bottiglie vendute all’anno.
Le uve, conferite il giorno stesso della raccolta (40 giorni di vendemmia, da fine agosto con le precoci fino al 10/15 di ottobre con le più tardive), giunte in cantina, vengono pesate sulle grandi bilance, nelle postazioni di ricezione, ed eseguite le prime analisi sullo stato di salute, vengono destinate alle differenti Doc.
In questo stabilimento si producono 3 Doc: Marino, Castelli Romani e Roma Doc nella doppia linea, Vinea Domini per la ristorazione e la linea Settantacinque75 per la grande distribuzione. Paolo Peira è il consulente enologo che ha intrapreso il percorso di Vinea Domini.
Cantina di vinificazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
All’interno, osserviamo l’immenso panorama delle 10 presse pneumatiche chiuse, utilizzate per la pressatura soffice, e le grandi vasche di cemento risalenti al 1971, non tutte in uso, che grazie ai finanziamenti europei sono state rinnovate e riutilizzate. Tre livelli di cantina composti, come la vecchia tecnologia enologica prevedeva, da Silos in cemento armato autoportante, utili per una decantazione agevole e uno stoccaggio più lungo del vino poiché neutri e inerti rispetto all’acciaio. Ovviamente ci sono anche le vasche in acciaio e sono adottati entrambi i sistemi.
Il video di Luigi Caporicci, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Riportiamo una breve citazione tratta dalle parole del Presidente Luigi Caporicci, purtroppo scomparso prematuramente quest’anno, mandata in onda nella sala prima della degustazione: “In questi anni abbiamo fatto lavori per migliorare tutta la produzione del calore, caldo-freddo, la produzione di energia elettrica con l’impianto fotovoltaico, la depurazione delle acque anche per l’utilizzo quotidiano con un impianto di osmosi che è all’avanguardia. La Regione Lazio e i fondi europei sono stati un grosso incentivo per gli operatori laziali. Attingere ai fondi del programma di sviluppo rurale della Regione Lazio è una buona opportunità. Nei prossimi 10 anni il nostro obiettivo è quello di valorizzare il prodotto per far si che il Lazio sia una regione apprezzata per quello che è”.
Ma veniamo alla degustazione dei sei vini raccontata da Paolo Peira e Marco Zanibellato.
Il primo calice è un DOC Roma Bianco 2021, Malvasia Puntinata in purezza, della Linea Settantacinque75, un entry level che ricorda i 75 anni di vita della Cantina. Le uve vengono raccolte volutamente più tardi per raggiungere una certa struttura, per arrivare ad un vino che all’olfatto è nel pieno della sua maturità, quindi da una parte ha perso quella freschezza che inizialmente aveva nei primi mesi, per lasciare il posto ad una aromaticità più decisa e più sostenuta che va verso frutti e fiori un po’ più maturi. E’ un vino di facile beva che dopo un anno di bottiglia ha una certa morbidezza e un’acidità che ha ceduto il passo a dei composti più morbidi.
In alcuni casi, alcune partite vengono raccolte prima della perfetta maturazione per avere un serbatoio di acidità naturale, per una certa freschezza atta a garantire il potenziale evolutivo, da poter poi assemblare con il resto della Malvasia.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La Vinea Domini è la nuova linea della Gotto d’Oro, un prodotto non di qualità superiore, ma di qualità diversa, fatto con intenzioni diverse. Il secondo calice è un DOC Roma Bianco Malvasia Puntinata 2022, la varietà autoctona della zona, una malvasia che non è aromatica come quella delle Lipari, non è così neutra come a volte è la Malvasia Istriana, ma è un’uva intermedia che a seconda del momento della raccolta, concede una risposta sensoriale distinta e netta. Raccolta anticipatamente regala un vino molto semplice, beverino, dotato di una pericolosa bevibilità; lasciata maturare come accade per la Doc Roma, raggiunge un carattere più importante e strutturato.
Questi primi due vini sono estremamente didattici: nel primo si ha l’idea della Malvasia raccolta in anticipo, agrumata, dalla spiccata acidità e mineralità; nel secondo quella della frutta più matura, con canditi, ricche note balsamiche e caratteristici accenni mentolati.
In quest’area dei Castelli Romani dove la Denominazione del Frascati rappresenta quasi la metà dei vini “castellani”, non poteva mancare nel nostro panel di degustazione il Frascati Superiore Docg 2022, composto da Malvasia di Candia e Trebbiano Toscano, imbottigliato da poche settimane, ancora molto fresco e delicato. Il disciplinare prevede l’obbligo di produrre, vinificare e affinare i vini di questa Denominazione nel proprio areale di produzione con, come in questo caso, la deroga dell’imbottigliamento nello stabilimento di Marino.
A differenza dei vini di Marino prodotti in un’area esposta all’influenza del mare, Frascati è tutt’altra zona con vigneti coltivati sulle colline di media altitudine, rivolte verso l’Appennino, dove l’influsso marino vien meno e regala vini un po’ più austeri, più verticali, più acidi, vini che sopportano meglio anche l’invecchiamento con una freschezza e una spinta aromatica distinta.
I vigneti, coltivati a filare, hanno superfici molto ridotte, si parla di singole proprietà e non aziende estensive, con un’età media di 30 anni, caratteristica peculiare della zona del Frascati.
La Malvasia di Candia è una varietà che ha pochi sentori e il Trebbiano Toscano o Procanico anch’esso abbastanza neutro. I profumi che avvertiamo al naso di rosa e banana sono i classici profumi di fermentazione liberati dai lieviti, attraverso lo shock termico grazie al quale vengono esaltate tutte le componenti aromatiche.
I vini di questa zona, siano essi Frascati, Marino o DOC Roma, hanno un carattere in comune che è dato dall’areale di provenienza, ovvero quella mineralità olfattiva che talvolta si traduce anche in una sapidità gustativa.
Oggi se ne parla molto rispetto al passato, si mette l’accento su questa mineralità, su questa sapidità, talvolta sbagliando facendo riferimento ai sali minerali del terreno. Sarebbe molto più facile dire che il vino è salato perchè c’è il sale, in realtà c’è il sale ma non è quello che determina questi caratteri, sono altri composti che derivano comunque da questi suoli vulcanici.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Passando ai rossi delle due linee, abbiamo assaggiato il DOC Roma Rosso 2020 della linea Settantacinque75 (60% Montepulciano e 40% Sangiovese) e il DOC Roma Rosso 2020 della linea Vinea Domini (60% Montepulciano e 40% Cesanese) dove la percentuale del Montepulciano, principale vitigno a bacca rossa, è prevista non meno del 50% come da disciplinare.
Il quarto calice rosso, nonostante sia una 2020, è ancora di un bel rosso rubino, porpora ai bordi, dove prevale il Montepulciano e vengono meno le note di violetta e di speziatura del Sangiovese. Si avverte più la frutta rossa, la marmellata di prugne, di amarene, anche un po’ mature. L’annata è stata splendida, l’escursione termica ha garantito il mantenimento dell’acidità nelle uve e la struttura polifenolica nei rossi. L’uso del legno è presente ma in maniera delicata partecipando alla complessità aromatica con una leggera speziatura sul finale, pur mantenendo le proprietà sensoriali dell’uva. E’ un vino che può stare ancora a lungo in bottiglia senza mostrare segnali di involuzione, con un tannino di grande morbidezza.
Il Montepulciano ha trovato la giusta connotazione sulle pendici dei Castelli Romani, matura tardi e quindi a volte si è costretti a raccoglierlo in anticipo più per ragioni di sanità che per ragioni di maturazione, specie nelle annate in cui l’autunno arriva molto presto. Raccolto troppo presto mostra un tannino un po’ rugoso, astringente.
Nel quinto calice, il Roma Doc Rosso Vinea Domini 2020, che affina sei mesi in barrique non di primo passaggio, ritroviamo la frutta rossa che ancora è percettibile, un ricco mix di note terziarie come la vaniglia, la noce di cocco, le spezie, la nota affumicata di salsa barbecue e descrittori che richiamano la cioccolata, il cacao e il tabacco da sigaro. Con un anno di ritardo sul mercato è un altro vino. Bisogna attenderlo.
Barricaia, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Ultimo ma non per importanza, il Cesanese del Piglio Docg 2021, da 100% Cesanese di Affile, altra DOCG Rossa del Lazio, prodotta veramente in numeri molto limitati. Siamo al Piglio, una zona con un’altitudine più elevata che garantisce la giusta maturazione e una varietà nuovamente tardiva, dalle rese minime, l’alter ego della Malvasia Puntinata.
E’ un vino che ha un impatto cromatico molto denso, profondo e sostenuto, segue un affinamento molto lungo in legno grazie al quale il Cesanese, oltre a mostrare intense note di more selvatiche, fragoline, regala sensazioni di fiori appassiti come la rosa. Etereo, balsamico, con un’impronta decisa di tostatura e una fusione particolare tra il caffè e la cioccolata bianca. Potenza di beva, freschezza acida pungente, ha comunque bisogno di riposare ancora in bottiglia per qualche mese, anche qualche anno. Insomma dà degli ottimi risultati a condizione che lo si lasci maturare.
Line up Gotto d’Oro, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Il nostro tour prosegue nelle Cantine SAN MARCO, una delle più importanti aziende vinicole della provincia di Roma. Un cammino iniziato tanto tempo fa grazie a due uomini, il pugliese Umberto Notarnicola e il piemontese Bruno Violo, originari quindi di Regioni famose per l’ottimo vino rosso che nel territorio dei Castelli Romani hanno dato vita nel 1972 alla Cantina situata sul Colle di San Marco, dal quale prende il nome. Il progetto è portato avanti oggi dai loro figli, Danilo Notarnicola e Pietro Violo che negli anni hanno introdotto nuovi vitigni e, allo stesso tempo, valorizzato le principali varietà autoctone del Lazio.
“Siamo più o meno nel centro della zona di produzione del Frascati – racconta Pietro Violo, Enologo e Responsabile del controllo qualità – come tipologia maggiormente importante, poi ovviamente abbiamo tutti i vini che si porta dietro il Lazio Castelli Romani. Ultima nata la DOC Roma, una denominazione giovane con una crescita lenta ma solida. Innanzitutto partiamo dal nome importante recepito forse più all’estero che non in casa nostra, questo però può essere un buon veicolo. Fortunatamente i quantitativi non sono così tanti, crescono ma impiegano il tempo delle produzioni agricole, piuttosto lentamente, ma è una cosa secondo me positiva”.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Tre linee di vinificazione equivalenti, fondamentalmente per dare la possibilità di lavorare più tipologie di prodotto e per riuscire a fare un maggior numero di selezione possibile sui prodotti stessi. Ovviamente il grosso delle vinificazioni riguarda i vini bianchi.
Le uve, provenienti sia dalle proprietà seguite direttamente sia dai circa 120 piccoli conferitori storici situati tra Frascati e Monteporzio Catone, vengono immediatamente pigiate e diraspate soprattutto le bianche per andare poi o direttamente in pressa oppure in vasca per la macerazione a freddo a 6/8°C. Si tratta di macerazioni che variano dalle 6 alle 8, anche 12 ore a seconda della tipologia di uva. Poi seguono le lavorazioni tradizionali.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La produzione, destinata equamente tra 50% all’estero e 50% in Italia e presente in tutti i mercati, si aggira appena al di sotto dei 3 milioni di bottiglie l’anno di cui Doc Roma intorno alle 70000 bottiglie, in crescita. Il Roma Doc si difende bene, inizia ad essere richiesto e questo è molto importante per la nuova denominazione.
La base del Bianco è Malvasia Puntinata, alla quale vengono aggiunti in blend, a seconda dell’andamento dell’annata e delle caratteristiche, Bellone e Bombino. Nel caso del Rosso, Montepulciano insieme al Sangiovese e parte del Syrah.
Il 50% minimo delle varietà maggiori previsto dal disciplinare è stato un buon inserimento, soprattutto per il Montepulciano, scelta ben calata nel territorio dove matura bene, un territorio tardivo per cui sarebbe stato inutile scegliere come base un vitigno precoce. La scelta di dare delle date minime per far uscire i prodotti, il 15 marzo per i bianchi e i 2 anni per i rossi riserva, ha tolto la possibilità di fare vini da consumo eccessivamente veloce che spesso non hanno un riscontro o un’impronta qualitativa adeguata.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Gradualmente la Cantina è stata ampliata per cui storicamente sono conservate tutte le tipologie di vasche, dal cemento, alla vetroresina, all’acciaio. Articolata su due livelli con una profondità di 10 metri, nei tre lunghi corridoi si svolgono le fermentazioni, le lavorazioni e la conservazione dei vini. Le vasche hanno delle piastre di controllo temperatura, per cui ognuna può essere gestita singolarmente dando la possibilità di lavorare con temperature differenti ma nei medesimi tempi. Le barrique, di norma, non sono mai solo di primo passaggio, perché il legno deve risultare una sensazione riconoscibile ma leggera. La necessità del numero di botti è sempre più ridotta, la Riserva esce almeno con 24 mesi dopo la vendemmia, per cui si ha tutto il tempo di preparare una base che poi andrà assemblata con la parte in acciaio per ottenere un giusto equilibrio.
Il 90% dei controlli viene eseguito internamente attraverso un laboratorio per cui ogni movimentazione, filtrazione, aggiunta che genera un campione viene controllato, registrato nel software gestionale, in modo da garantire la tracciabilità del prodotto, dalla raccolta dell’uva al giorno dell’uscita della bottiglia.
Oltre la parte analitica, c’è l’assaggio dei vari prodotti e quindi ogni mese si ha già un’idea di ciò che si andrà poi ad utilizzare nel mese successivo, fino al post imbottigliamento. Periodicamente vengono prelevate alcune bottiglie per lotto per verificare da lì ai due anni successivi l’evoluzione del prodotto.
Laboratorio analisi, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Dalla Cantina ci spostiamo a fianco, ospiti della Vinoteca San Marco dove abbiamo degustato i vini aziendali legati ai piatti del territorio.
Line up Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
In degustazione: Frascati Doc vino spumante Brut nove mesi a contatto con i lieviti (20/30% Malvasia del Lazio, 40/50% Malvasia di Candia, 5/10% Bombino) abbinato alle gustose bruschette, un tripudio di colori e sapori e al tagliere di porchetta e prosciutto; Roma Doc Bianco 2022 (60% malvasia puntinata, 25% Trebbiano Verde, 15% Greco), macerazione di 12 gg sulle bucce e affinamento in acciaio che ha accompagnato un piatto di rigatoni alla gricia; Roma Doc Rosso 2019 composto dall’80% Montepulciano e 20% Sangiovese vinificati tradizionalmente insieme con ripetuti rimontaggi e affinamento tra il cemento e l’acciaio che è andato ad accostarsi ad un bel piatto di rigatoni all’amatriciana.
A chiudere un Roma Doc rosso riserva 2018 dell’Azienda Villa Cavalletti di Grottaferrata (80% Montepulciano e 20% Cesanese) che affina metà in acciaio e metà in barrique usate rovere di Tronçais.
Piatti della cucina romana, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Il tour prosegue nell’Azienda agricola GABRIELE GAFFINO, un produttore giunto alla terza generazione che nel 2014 ha deciso di lasciare il suo primo lavoro per dedicarsi alla terra acquistata all’inizio degli anni ‘60 dal nonno, nato a Glasgow da una Famiglia di contadini emigrati.
In principio c’era solo il terreno e un casale diroccato che poi è stato completamente ristrutturato e trasformato in un luogo visitabile. Il progetto è ancora in divenire e ospiterà altre sale di vinificazione e il magazzino. Dal vendere inizialmente la sua uva, pian piano Gabriele è giunto a imbottigliare i suoi vini con proprie etichette.
Azienda Agricola Gabriele Gaffino, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La proprietà di 32 ettari, di cui 28 vitati e 2,5 a oliveto, è disposta in un unico blocco intorno all’Azienda, situata nel comune di Ardea, in Provincia di Roma, a 15 km in linea d’aria dal mare. Si tratta di un territorio a metà strada tra la terra vulcanica e il mare, caratterizzato dal suolo vulcanico misto ad argilla, ricco di microelementi e sostanze minerali.
La vendemmia è manuale, con l’utilizzo di cassette, non tutto il quantitativo viene vinificato, poiché una grande parte delle uve viene ancora venduta ma Gabriele ci confida che vorrebbe arrivare ad imbottigliare il 100%.
I vigneti, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Sono stati mantenuti i vigneti più antichi, di Trebbiano Toscano e Malvasia di Candia, che hanno un’età media di 35/40 anni, reimpiantati nel tempo assieme a Montepulciano, Cesanese, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Sangiovese. Le varietà a bacca bianca in produzione, oltre le già citate, sono la Malvasia Puntinata, il Trebbiano Verde e il Viognier. E’ cosa certa che la posizione dei vigneti, così curati, e il vento costante che spira e asciuga perfettamente le uve aiutano nella gestione del biologico come anche il suolo dovuto alla vicinanza del Vulcano di Albano, il più antico del Lazio, quiescente.
L’azienda, ancora di piccole dimensioni, è cresciuta molto in questi anni, con una produzione di 75.000 bottiglie al momento, con l’intento di arrivare ad un numero maggiore. Per ora viene prodotto solo il Roma Doc rosso anche se nel piano di sviluppo è prevista la realizzazione del Roma Doc Bianco da Malvasia Puntinata in purezza.
Anche in questa realtà vige un rigido controllo in tutte le fasi e, avvalendosi del laboratorio interno, vengono eseguite tutte le analisi con l’enologo di cantina che permettono di avere una sorveglianza costante su quello che è l’andamento del vino e intervenire solamente al bisogno.
La Barricaia, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Piccoli vani nelle tre cantine ospitano i silos, molti dei quali di dimensioni considerevoli all’esterno, e la barricaia che un tempo era una cisterna dell’acqua piovana che veniva incanalata e utilizzata per i servizi del casale. Oggi chiusa, bonificata e resa una barricaia dove affinano i rossi.
Veniamo alla entusiasmante e concludente mini verticale del Roma Doc rosso, nelle annate 2018, 2019 e 2020, composto da uve provenienti dallo stesso appezzamento.
Line up cantina, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Risultato del blend 60% Montepulciano e 40% Sangiovese è un vino da lungo affinamento, 10/12 mesi in barrique di rovere francese di primo passaggio. Non tutta la massa matura in legno, a seconda delle annate si cerca di capire quanto utilizzarne per trovare il giusto equilibrio. In questo caso, il 40% della massa totale affina in barrique, poi segue il blend con la parte in acciaio. Dopo l’imbottigliamento, riposa quanto il tempo rimasto nella botte.
2020
Questa annata si distingue al naso per la sua intensità di frutta matura, anche sotto spirito e per la parte balsamica. Minerale, sapido e fresco il palato attorniato dalle note speziate decise di chiodi di garofano e meno di pepe nero, dalla viola leggermente appassita a chiudere in un finale pronunciato di liquirizia dopo qualche minuto. Un cavallo rampante giovane dal sorso ricco e copioso.
2019
Olfatto più evoluto per questo calice rispetto al precedente che inizialmente si è mostrato il più chiuso della batteria. Si riscontra al naso una consistenza golosa di marmellata di frutta rossa e tabacco che ritroviamo in bocca con un tannino integrato e una dolcezza invidiabile. Beverino e piacevole, è un vino che richiama alla beva senza annoiare.
2018
Il profumo della frutta nel tempo trascorso si trasforma in una sensazione balsamica vincente, combinata ad una leggera nota di anice. Il sorso ha una similitudine con la 2020, caratterizzato da una spalla acida importante e un velo tannico vivo ma carezzevole accompagnato dal cioccolato nero. Longevità, struttura, grinta, forza sono le peculiarità designate.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
A questo punto della giornata, ascoltiamo insieme al gruppo di degustazione i dubbi ancora presenti sulla direzione intrapresa dalla Denominazione Roma. Dopo aver assaggiato tutti vini differenti, viene spontaneo domandare, al Presidente del Consorzio Tullio Galassini e al Produttore Gabriele Gaffino, cosa voglia comunicare o far capire la Doc Roma.
Gabriele risponde: “Come produttore e come parte del Consorzio posso dire che vogliamo sicuramente produrre vini rappresentativi del territorio, da qui il problema principale di avere differenti suoli vulcanici a poca distanza gli uni dagli altri e dover comunicare questa diversità, quasi a parlare di zonazioni. Si stava ragionando giorni fa su questo argomento durante il CdA, sul fare delle zonazioni per avere la zona più vulcanica, la zona più sabbiosa in maniera tale da indirizzare il consumatore o il giornalista ad una migliore interpretazione dello stile di ogni produttore, della bevibilità e della differenza di un vino più semplice nella beva da quello più importante.
Stiamo cercando di capire anche noi in che direzione andare tutti insieme, chiaramente siamo nati nel 2018 come Consorzio, quindi siamo veramente giovani però la volontà c’è ed è quella di trasmettere il senso di innovazione, è quella di fare vini moderni, qualitativi e di essere qualcosa di nuovo rispetto al passato.”
Purtroppo, ci sembra di comprendere che la confusione si abbia sui blend, soprattutto sulla tipologia rosso. Forse utilizzare esclusivamente i vitigni maggiori potrebbe costituire un punto di partenza per avere quella differenziazione, avendo una base riconoscibile a tutti, tra i vari produttori, e rendere più importanti le diverse sfaccettature degli stessi vitigni.
Tullio Galassini interviene: “Se oggi devi creare una DOC nel 2023, il Ministero, la Comunità Europea dicono: devi individuare un gruppo A dal 50/65% e noi abbiamo messo Montepulciano per i rossi e Malvasia del Lazio per i bianchi; un gruppo B da minimo il 35% e massimo il 50%; un gruppo C eventuale che può arrivare fino al 15%. Quindi qualsiasi DOC che nasce dalla legge 238 del 2016 in poi – Testo unico vite e vino – è formata in questo modo. Questo vale per tutte le DOCG di nuova generazione, però tale confusione viene imputata solo a noi. Quello che vogliamo comunicare sono sicuramente tre vitigni, la Malvasia del Lazio, il Bellone e il Montepulciano che è un autoctono anche laziale e su suolo vulcanico esiste solo qui da noi, come la Malvasia del Lazio e il Bellone.”
Concludiamo affermando che grazie al Consorzio che sta puntando tantissimo sul discorso vulcano, c’è più coesione al suo interno, considerando che le aziende fino a un anno fa erano completamente distaccate. Adesso si percepisce un lavoro comune e far parte di un gruppo vuol dire agire insieme per un unico obiettivo. Stiamo assistendo comunque a qualcosa di importante, a prescindere se si tratti di un’azienda piccola o un’azienda più grande come quelle visitate in questo tour.
Entrambe le realtà devono puntare alla qualità e non basta avere solo un brand fortissimo in comune se poi nel calice non hai nulla da mostrare, sarebbe come distruggere il lavoro sapientemente fatto finora da ogni singolo produttore. Bisogna raggiungere quel pensiero, quella comunicazione che non generi più perplessità per poter affermare questo è il blend di Roma come il più famoso taglio bordolese, chiaro a tutti.
Lo stile della professionalità enogastronomica di qualsiasi genere come dev’essere nel 2023?
Di Carol Agostini
Nell’affascinante universo del food and wine, il dibattito sull’approccio stilistico della professionalità è sempre acceso. Si pone la domanda: dovrebbe adattarsi alla leggerezza dei tempi moderni o mantenere un tono elegante, sobrio e di buon gusto? È un dilemma che si riflette nella cultura gastronomica contemporanea, dove l’evoluzione dei gusti e delle tendenze incontra la tradizione e la raffinatezza.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Marcelo Verfe da internet
Il mondo del food and wine è un palcoscenico in continua evoluzione, dove chef, sommelier, critici gastronomici e esperti del settore si muovono con maestria tra creatività, conoscenza e precisione. La professionalità in questo ambito richiede un equilibrio sottile tra innovazione e rispetto per le radici, tra audacia e raffinatezza.
Da un lato, c’è chi sostiene che la modernità esiga una trasformazione nello stile della professionalità nel food and wine. L’era digitale e l’accelerazione del ritmo di vita portano ad una crescente predilezione per la semplicità, l’accessibilità e la leggerezza nelle esperienze gastronomiche. Questo approccio suggerisce che anche la professionalità debba adattarsi a un linguaggio più informale, vicino alle persone, meno formale e più inclusivo.
D’altro canto, vi è un’opinione ben radicata che sostiene la bellezza e il valore intrinseco della sobrietà ed eleganza nell’universo del food and wine. La professionalità è vista come un pilastro intoccabile, un’incarnazione di savoir-faire, dove il rispetto per la storia, l’etichetta e la raffinatezza dei gesti rimane imprescindibile. Quest’approccio sostiene che mantenere uno stile elegante e di buon gusto sia ciò che distingue veramente i professionisti in questo settore e che questo non dovrebbe mai essere sacrificato sull’altare delle tendenze moderne.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Leah Kelley da internet, food&winecritic
La sfida principale risiede nella capacità di trovare un punto d’incontro tra queste due prospettive apparentemente opposte. È possibile integrare l’innovazione e la freschezza dei tempi moderni senza compromettere la qualità e l’eleganza? La risposta potrebbe trovarsi nella flessibilità e nell’adattabilità degli operatori del settore, nell’arte di bilanciare l’antico e il nuovo, il sofisticato e il casual, senza perdere di vista l’essenza dell’esperienza enogastronomica.
Nel mercato globale, l’evoluzione dello stile professionale nel food and wine può influenzare significativamente il successo commerciale. La tendenza verso una comunicazione più accessibile e informale può attrarre una vasta gamma di consumatori, aumentando la visibilità e la popolarità di un brand o di un ristorante. Tuttavia, mantenere un approccio raffinato e di classe può garantire la fedeltà di un pubblico più tradizionale e sofisticato.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Shvets Production, food&wine influencer
Un esempio tangibile di questa sfida è rappresentato dalla presenza sempre più marcata dei social media nel mondo del food and wine. Piattaforme come Instagram e TikTok hanno rivoluzionato il modo in cui la gastronomia viene presentata e consumata. La domanda è: come possono i professionisti del settore adattare il loro stile e la loro professionalità a questi nuovi canali senza compromettere la loro integrità e qualità?
Il mondo del food and wine, con la sua varietà di sapori, aromi e culture, riflette la complessità dei gusti moderni. La professionalità in questo ambito non è solo una questione di competenza culinaria o enologica, ma anche di presentazione, comunicazione e adattabilità.
La semplicità e la leggerezza dei tempi attuali hanno portato una sorta di democratizzazione nel settore, spingendo molti a cercare esperienze culinarie più accessibili, meno formali ma altrettanto soddisfacenti. Questo ha influenzato non solo il modo in cui i piatti e i vini sono preparati e presentati, ma anche la comunicazione che circonda questi prodotti. L’uso dei social media e delle piattaforme digitali è diventato cruciale per raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato. La capacità di comunicare in modo chiaro, coinvolgente e autentico è diventata una parte essenziale della professionalità nel settore.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Pixabay da internet, Cuochi e Chef, brigata di cucina, personale di cucina
D’altro canto, c’è un’ancora solida base di consumatori che apprezzano e cercano l’eleganza, la raffinatezza e il buon gusto nelle loro esperienze gastronomiche. La professionalità per questo pubblico significa preservare la tradizione, rispettare la storia dietro ogni piatto e vino, mantenendo un livello di esclusività e distinzione.
Il punto di incontro tra queste due prospettive potrebbe essere rappresentato da una flessibilità intenzionale. Gli chef, i sommelier e gli esperti del settore del food and wine potrebbero adottare uno stile che abbracci sia l’approccio informale e moderno, sia l’eleganza e la sofisticatezza. Questo non significa compromettere la qualità o l’autenticità, ma piuttosto adattarsi alle esigenze mutevoli di una clientela diversificata.
In effetti, molte personalità di spicco nel mondo gastronomico hanno abbracciato questa idea, cercando di combinare il meglio dei due mondi. La presentazione di piatti prelibati in un contesto informale, la creazione di vini di alta qualità senza però essere eccessivamente elitari nella loro promozione sono solo alcune delle strategie adottate.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Ron Lach da internet, maitre e personale di sala
In termini di mercato, l’adattamento dello stile professionale sembra portare benefici tangibili. I brand e i ristoranti che hanno saputo adottare questa flessibilità hanno potuto raggiungere una platea più ampia, conquistando sia i consumatori tradizionali che quelli più moderni e giovani. L’importante sembra essere la coerenza nell’offerta di esperienze autentiche e di qualità, indipendentemente dallo stile comunicativo adottato.
Nel settore food and wine sono state osservate alcune tendenze di mercato legate all’evoluzione dello stile e della professionalità. Ad esempio, studi e analisi di mercato hanno evidenziato un aumento della domanda da parte dei consumatori per esperienze gastronomiche più accessibili, autentiche e meno formali, in linea con i cambiamenti sociali e culturali dei tempi moderni.
Questo cambiamento di tendenza ha spinto molti ristoranti, chef e produttori di vino a adottare strategie di marketing e comunicazione più informali e coinvolgenti, spesso attraverso i social media e altre piattaforme digitali. L’approccio informale, la valorizzazione della storia dietro ogni piatto o vino e la trasparenza nel processo di produzione sono diventati elementi chiave per catturare l’attenzione di un pubblico sempre più diversificato e attento alla qualità.
D’altra parte, c’è ancora una forte domanda per esperienze culinarie raffinate, esclusive e di alta classe. Ci sono segmenti di mercato che continuano a cercare la tradizione, l’eleganza e la sofisticatezza nelle loro esperienze enogastronomiche.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Mikael Blomkvist da internet, professionisti di marketing e comunicazione
Questa dualità nel mercato del food and wine ha spinto molti professionisti del settore a cercare un equilibrio tra questi due estremi, adottando approcci flessibili che possano soddisfare un’ampia gamma di consumatori.
Le strategie di marketing e comunicazione che mescolano elementi di semplicità e leggerezza con raffinatezza ed eleganza sembrano attrarre un pubblico più ampio e diversificato, permettendo ai brand e ai ristoranti di raggiungere una base di clienti più ampia e variegata.
Ricorda che il mercato del food and wine è estremamente dinamico e variegato, con molte sfaccettature e segmenti diversi. Le strategie di successo possono variare in base alla posizione geografica, al target di clientela e alle peculiarità del prodotto o del servizio offerto.
Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Ketut Subiyanto,camerieri e bartender
La professionalità nel mondo food and wine non è più unicamente definita da un’unica estetica o stile, ma piuttosto da un insieme di competenze, adattabilità e autenticità. Trovare un equilibrio tra la tradizione e l’innovazione, tra l’eleganza e la semplicità, sembra essere la chiave per un successo duraturo in un panorama culinario sempre in evoluzione, senza abbandonare completamente uno stile a favore dell’altro, ma mescolare entrambi per soddisfare un pubblico sempre più diversificato e esigente.