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  • La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025

    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025

    La Sardegna di Vinodabere: 45 aziende ed oltre 200 vini a Roma il 18 e 19 gennaio per scoprire un vero e proprio piccolo continente

    Sabato 18 e domenica 19 gennaio 2025

    Terza edizione di: La Sardegna di Vinodabere

    Evento esclusivo dedicato ai vini dell’isola

    redazione – Carol Agostini

    Hotel Belstay, Via Bogliasco, 27 – Roma

    La Sardegna di Vinodabere: un viaggio tra i sapori di un piccolo continente

    Per il terzo anno consecutivo, torna “La Sardegna di Vinodabere”, un evento ideato per valorizzare e far conoscere la straordinaria varietà e complessità della produzione vitivinicola sarda, paragonabile a quella di un vero e proprio piccolo continente.

    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, locandina da comunicato stampa
    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, locandina da comunicato stampa

    45 aziende e oltre 200 vini in degustazione

    Sabato 18 e domenica 19 gennaio, l’Hotel Belstay di Roma ospiterà i banchi di assaggio di ben 45 produttori provenienti da tutta la Sardegna. I partecipanti avranno l’opportunità di scoprire più di 200 etichette, tra bianchi, rosati, rossi, vini dolci, ossidativi e persino spumanti. L’obiettivo è celebrare la ricchezza enologica dell’isola, incontrando i vignaioli che la rappresentano e assaporando nei calici l’eccellenza raggiunta dalla viticoltura sarda.

    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, foto da comunicato stampa
    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, foto da comunicato stampa

    Un percorso sensoriale tra le sub-regioni dell’isola

    L’evento sarà un vero e proprio viaggio sensoriale attraverso le diverse aree vitivinicole della Sardegna: da Alghero ad Anglona, passando per Gallura, Mamoiada, Mandrolisai, Ogliastra, Oliena, Orgosolo, Oristanese, Romangia, Sulcis e il sud Sardegna. Alcuni di questi territori saranno protagonisti delle masterclass in programma sabato 18 gennaio, con approfondimenti che permetteranno di scoprire le peculiarità di ciascuna zona.

    Tutti i dettagli sulle masterclass e sull’evento saranno presto disponibili sul sito ufficiale vinodabere.it. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati di vino e per chi desidera immergersi nella cultura enologica di una terra unica al mondo.

    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, foto da comunicato stampa

    Programma

    Sabato 18 Gennaio

    Durante la mattina masterclass e orari da definire

    dalle 13:30 alle 15:30

    Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com

    Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com

    Apertura banchi di assaggio per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso): kit di degustazione 25 euro.

    dalle 15:30 alle 19:30

    Apertura banchi di assaggio per il pubblico (kit di degustazione 30 euro con calice incluso), per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso kit di degustazione 25 euro).

    Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com

    Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com

    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, foto da comunicato stampa
    La Sardegna, prezioso evento territoriale 2025, foto da comunicato stampa

    Domenica 19 gennaio

    Dalle 10:30 alle 13:30

    Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com

    Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com

    Apertura banchi di assaggio per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso): kit di degustazione 25 euro.

    dalle 13:30 alle 19:00

    Apertura banchi di assaggio per il pubblico (kit di degustazione 30 euro con calice incluso), per sommelier e assaggiatori ONAV (con tessera in corso di validità da mostrare all’ingresso kit di degustazione 25 euro).

    Apertura banchi di assaggio per operatori (ristoratori, agenti, distributori, enotecari, n.1 accredito per attività commerciale) con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a operatorivinodabere@gmail.com

    Apertura banchi di assaggio per stampa con richiesta di accredito scrivendo una mail entro il 17 gennaio (e ricevendo poi conferma) a stampavinodabere@gmail.com

    Per conoscere le aziende ed i vini presenti nei banchi di assaggio e per ogni altra informazione sull’evento collegatevi qui.

    Vinodabere (www.vinodabere.it) è una testata giornalistica on line che da anni promuove con i suoi articoli e con i suoi eventi la cultura enogastronomica, dando visibilità a realtà già note e storiche come a quelle nuove e da scoprire.

    I territori, i vini e le specialità gastronomiche della Sardegna sono sempre stati, sin dalla sua nascita, al centro dell’attenzione della testata giornalistica Vinodabere e del suo direttore Maurizio Valeriani.

    La Guida ai Migliori Vini della Sardegna (link), giunta alla settima edizione, pubblicata on line tra agosto e settembre 2024, ha visto un numero di letture incredibile (oltre 500 mila).

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento: https://vinodabere.it/category/la-sardegna-di-vinodabere/

    Siti partners articolo:​ https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis

    “Non me la bevo” 2024: presentazione del libro e degustazione dei vini di Cascina Melognis al Mercato Centrale di Roma

    di Cristina Santini

    Pochi giorni fa, Matteo, Marco e Riccardo di Vinario4 hanno organizzato una serata di presentazione del libro “Non me la bevo” e degustazione di vini piemontesi. L’evento, moderato dal comunicatore del vino Jacopo Manni, ha visto la partecipazione di Michele Antonio Fino, professore UNISG, divulgatore giuridico e autore del libro presentato, nonché di Giampaolo Gravina, docente di Estetica del Vino presso il Master in Cultura del Vino dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il Master in Filosofia del Cibo e del Vino dell’Università Vita & Salute di Milano, oltre che autore di diversi libri.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Michele Antonio Fino, viticoltore originario di Revello, nella regione Piemonte, ha recentemente pubblicato il libro intitolato “Non me la bevo – Godersi il vino consapevolmente senza marketing né mode”. Questo titolo stimolante riflette il suo ammirevole tentativo di contrastare le narrazioni distorte e i falsi miti che a volte hanno macchiato la comprensione del vino da parte del pubblico.

    Il vino si trova in un’epoca complessa, con un glorioso passato ma incertezza sul futuro. In questo contesto, è difficile discernere cosa sia giusto o bello.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Produco vino senza aver fatto studi enologici – ci racconta Fino – Sono passato da obiettore di coscienza a gestore delle vigne di famiglia, dopo 10 anni di sbagli e 14 anni di altre esperienze. Così è iniziata la storia di Cascina Melognis, 24 anni prima di assaggiare gli attuali vini di stasera.

    Continuo a battermi contro narrazioni che influenzano troppo i giovani. Ho una crescente insofferenza verso storie spicce, mitologie tradizionaliste e narrazioni generose che inventano dettagli di charme quando mancano. Tanto che male c’è! Invece il male inquina la comprensione e la consapevolezza delle persone, ed è un grande peccato, dato che il vino non ha bisogno di scorciatoie per piacere.”

    Tanti i discorsi che potremmo affrontare in questo spazio, tante le cose da dire. Per far capire meglio al lettore il significato di questo libro, riprendiamo il paratesto ovvero tutto quello che gira intorno al contenuto vero e proprio del libro e di cui affronteremo alcuni spunti.

    No, non è vero che il vino si è sempre fatto nello stesso modo dalla notte dei tempi. No, non è vero che il vino contadino è sempre meglio di quello industriale. Sì, fino a Pasteur, la riuscita del vino era affidata a buone pratiche, ma spesso senza che se ne conoscesse il senso. E ancora no, non è per nulla scontato che il vino naturale sia più naturale del vino trattato.

    Si prenda nota che i vigneti europei hanno al massimo duecento anni, non millenni, perché purtroppo, a causa del diffondersi di alcuni parassiti, vennero quasi tutti distrutti a fine Ottocento. Poi, il vino si comincia a degustare a partire dalla corretta lettura dell’etichetta. E infine sì, un buon bicchiere di vino fa bene all’umore e alle relazioni; non si può semplicemente dire che faccia bene alla salute”.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Il primo capitolo di questo libro pone un interrogativo d’attualità: il vino che beviamo oggi è davvero lo stesso di un tempo, o è stato stravolto? È vero che il vino odierno non fa più bene perché il suo processo di produzione è cambiato, mentre il vino di una volta era benefico in quanto realizzato in maniera diversa?

    Il vino di oggi – continua l’autore – è stravolto perché 160 anni fa abbiamo scoperto come si produce. Per fare il vino come prima di Pasteur, oggi dovremmo essere persone che hanno seguito solo pratiche tradizionali, non sanno leggere e non hanno mai parlato con nessuno che abbia fatto vino con conoscenze enologiche. La tradizione è morta come ha scritto di recente Piercarlo Grimaldi. Cosa vuol dire? Vuol dire che oggi più niente passa per pura tradizione, cioè gestualità e oralità.

    C’è sempre il medium della scrittura per cui non è più tradizione, è necessariamente anche educazione. Quindi oggi il vino non si può fare come 160 anni fa, si può decidere che pur sapendo tutta una serie di cose, non si fanno tutta una serie di cose. Quello stato di natura non è più recuperabile, dove è arrivata la cultura, la tradizione ha ceduto il passo. In tutto il mondo l’enologia è arrivata sulle ali della cultura e ha informato tutti i modi di fare il vino.”

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Questa bevanda è una parte essenziale della cultura culinaria del nostro Paese, con una lunga e leggendaria storia che incarna significativi valori identitari. Alcuni hanno tentato di sfruttare queste narrazioni per commercializzare il prodotto in modo più attraente, anche con toni nazionalisti che lo legano a un’ipotetica identità mediterranea, in particolare italiana.

    Il problema è che c’è un netto cambiamento prima e dopo il 1860, quando Pasteur, microbiologo francese al quale si deve l’epocale differente prospettiva dell’enologia moderna, comprese e dimostrò che la produzione del vino era una questione di microbiologia. Fino a quel momento, vi era un forte dibattito anche tra gli esperti a livello scientifico: alcuni sostenevano che il vino fosse una questione puramente fisica o chimica, e non microbiologica (ovvero i lieviti che trasformano gli zuccheri naturalmente presenti nell’uva in alcol).

    Prima di quella data, le pratiche di produzione prevedevano tecniche ripetitive che avevano funzionato in passato. Tuttavia, dopo la pubblicazione degli studi di Pasteur, tutti hanno acquisito una comprensione scientifica della vinificazione. Ciò li ha portati a iniziare a produrre vini secchi applicando le stesse procedure standardizzate.

    Per cui i vini sono diventati uniformemente limpidi, profumati e serbevoli. A un certo punto, non era più considerato “cool” produrre i vini intensi e torbidi che abbiamo assaggiato a questo evento, i due rifermentati in bottiglia di cui parleremo tra poco. Quando c’è predominio sul mercato, una nicchia diventa un porto sicuro.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    Altra questione è che parlare di vino sui social media può essere impegnativo. Il semplice riferimento al “vino” non è più sufficiente, poiché il panorama ora comprende termini come biodinamico, biologico e naturale come potete trovare nel capitolo dedicato: biodinamica, biologico, vino naturale, dire soltanto vino non basta più. Il vino è diventato più di una semplice bevanda: è un prodotto attraverso il quale molte persone cercano di proiettare un’immagine di sé, piuttosto che semplicemente esplorare una regione o scoprire etichette che apprezzano veramente.

    Le persone spesso bevono determinati vini per trasmettere un’immagine, un senso di appartenenza o una convinzione. Sebbene ciò sia comprensibile, ha anche trasformato il vino in un bene di consumo che richiede di difendersi dalle opinioni divergenti.

    L’industria vinicola ha subito cambiamenti radicali dal 1992. L’idea che “non bevo vino biologico perché puzza” è superata. Il vino biologico, un tempo un prodotto di nicchia, è diventato sempre più mainstream, perdendo parte della sua esclusività. Ciò ha dato origine a nuove tendenze più estreme, poiché l’etichetta biologica non rappresenta più accuratamente i bevitori a cui era destinata.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini

    In risposta, il movimento del “vino naturale” ha preso piede, frammentando ulteriormente il mercato in sottocategorie come vini artigianali, alchemici e antiscientifici. Da una prospettiva di mercato, questa frammentazione in nicchie e sotto-nicchie ha perfettamente senso: consente la fedeltà dei clienti e vendite garantite, indipendentemente dal contenuto effettivo della bottiglia.

    I capitoli che affrontano il rapporto tra vino e salute, così come leggere le etichette sulle bottiglie, un argomento estremamente importante, sono interessanti da molteplici prospettive. L’autore continua il suo lavoro di demistificazione e diffusione di informazioni su questi argomenti. Così facendo, fornisce ai lettori ulteriori, preziosi strumenti per la comprensione e l’analisi futura.

    I lettori rimarranno appassionati di vino, ma con maggiore consapevolezza. Tuttavia, continuiamo a dirci che “il vino fa buon sangue”.

    Purtroppo tale consumo comporta senza ombra di dubbio rischi per la salute. Tuttavia, se siamo consapevoli di questi rischi e li accettiamo, è accettabile. La chiave è bere consapevolmente e responsabilmente. Ancora più importante, nessuno dovrebbe cercare di convincerci del contrario semplicemente evitando di discutere del problema.

    Stiamo tutti assumendo una sostanza psicotropa, che da dipendenza, che ha effetti sul nostro sistema complessivo documentati indubitabili, e che circola nel nostro sistema sanguigno per più o meno tempo a seconda di quanto ne beviamo. Per cui il rischio connesso all’alcol è dose correlato, quindi quanto più beviamo tanto più rischiamo. La scoperta degli ultimi anni è che non esiste la dose al di sotto della quale si possa dire qua è a rischio zero. E questo nonostante noi digeriamo l’alcol.”

    Allora come si concilia il consumo di una bevanda alcolica come il vino con il concetto di salute? Ovviamente non con il concetto di salute come assenza di malattia, non si può fare è sleale. Il vino non fa bene; semplicemente facciamo scelte che comportano aumento di rischi, ma che ci definiscono, fanno parte della nostra identità, perché se non possiamo farle siamo infelici. Bere vino è una scelta libera (quindi non essere dipendenti e poter scegliere) e consapevole (decidere di consumare necessariamente in moderazione sapendo le caratteristiche che ha questo consumo e le conseguenze che comporta). Tutto il resto è marketing!

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio

    Di fatto, il produttore inserisce avvertenze su ogni etichetta, anche se non obbligatorie, per essere trasparente. Non c’è motivo di temere la chiarezza, poiché i recenti crolli di mercato non sono stati causati dalle indicazioni in etichetta dei rischi connessi al consumo di alcol adottate dall’Irlanda, come alcuni sostengono. Piuttosto, si tratta di un esperimento sociale non propriamente controllato, come afferma Michele Fino.

    Affrontiamo l’altro concetto, quello del “vino contadino” che ovviamente si è evoluto negli anni. Un tempo era visto, alla Soldati, come il prodotto artigianale di produzione limitata, senza l’uso di macchinari per la vinificazione o persino di etichette (il che gli conferiva ulteriore credibilità agli occhi di quegli esploratori alla ricerca di un qualcosa di veramente speciale).

    In seguito, nel senso di Veronelli, è arrivato a significare “genuino“, in netto contrasto con la manipolazione e la standardizzazione del vino industriale. Sfortunatamente, questa definizione è stato fraintesa e confusa, arrivando a essere associata al vino prodotto senza mezzi tecnici o competenza, una perversione da cui persino i pionieri del movimento del vino naturale hanno recentemente cercato di prendere le distanze.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in assaggio

    Passiamo alla presentazione della cantina e alla degustazione dei tre vini in vetrina: Cascina Melognis, sotto l’egida dell’Azienda Agricola Vanina Maria Carta, moglie di Michele Fino, che insieme hanno rilanciato la viticoltura in questa parte del nostro Paese.

    Fondata alla fine del 2008, l’Azienda è situata all’ingresso della Valle Po, incastonata tra le colline di terra rossa di Saluzzo e il confine di Revello. In tempi antichi, queste terre erano rinomate per la loro acclamata produzione vinicola. Tuttavia, nel corso dell’ultimo secolo, fattori come l’epidemia di fillossera, l’aumento della coltivazione intensiva di frutta e la vicinanza alla regione delle Langhe, hanno gradualmente ridotto i terreni disponibili per i vigneti.

    Le note di degustazione anticipano i colori luminosi e gli aromi intensi e distintivi. In Piemonte, la percezione dei vini spumanti si è evoluta negli ultimi anni, grazie a tendenze emergenti come i vini rifermentati in bottiglia . Questi offrono un profilo aromatico e un approccio gustativo differente che si sposa bene con i salumi e attraggono le generazioni più giovani che potrebbero non condividere l’entusiasmo per gli stili tradizionali.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Colline Saluzzesi Doc Pelaverga “Divicaroli” 2023:

    Ha un bel colore rosso trasparente, con un naso preciso, simile alla fragolina di bosco, con note di salvia, pepe e chiodi di garofano. C’è una speziatura rinfrescante, insieme a sentori di eucalipto, rosa e arancia rossa. Al palato, dovrebbe essere preso a sorsi pieni senza esitazione: eloquente, liscio e senza alcuna particolare astringenza.

    Il sorso salino ti invita a salivare e immaginare qualcosa da abbinare. Mostra una consistenza sferica e vellutata, con una dolcezza iniziale, ma è anche vibrante e sorprendente nella sua vivacità. Il finale è senza sforzo, aggraziato, con un tannino leggero che pulisce il palato.

    Il pelaverga è un vitigno a bacca grande, dal colore incerto che matura molto tardi, tanto quanto il nebbiolo. Ha una bassa acidità e una buccia molto sottile, il che lo rende piacevole da mangiare.

    Subisce una fermentazione spontanea, con un periodo di macerazione di 10 giorni e due rimontaggi giornalieri. È invecchiato in acciaio e imbottigliato sei mesi fa.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Cà Melò rosè Pet Nat 2023 

    E’ un frizzante davvero accattivante che rifermenta interamente in bottiglia durante i mesi primaverili: l’enologo aggiunge un tocco di mosto d’uva fresco, quindi sigilla la bottiglia con un tappo a corona e lascia che il vino faccia il resto. Questa delicata fermentazione a bassa temperatura si traduce in un calice vivace ed effervescente, ma straordinariamente morbido e accessibile al gusto.

    La base è composta principalmente dall’uva locale Neretta cuneese, una varietà altamente produttiva che conferisce un colore delicato, color salmone, non soggetta a riduzione.

    Una piccola percentuale di uve Barbera e Chatus coltivate nello stesso vigneto aggiunge un ulteriore strato di intensità aromatica e struttura. Sviluppa un perlage fine e delizioso e un complesso bouquet di frutta secca, pompelmo rosa e pane appena sfornato.

    In entrata, la sua qualità dolce e zuccherina è perfettamente bilanciata da un’acidità rinfrescante e da una struttura tannica sottile e integrata. L’effervescenza danza continuamente sulla lingua e influenza il profilo aromatico complessivo in modo progressivo, lento e meditativo.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Cà Melò bianco Pet Nat 2023

    Mette in mostra le caratteristiche uniche della Malvasia moscata, altra varietà autoctona che, attraverso un processo di rifermentazione, sfoggia una deliziosa effervescenza che aggiunge un elemento giocoso e vivace all’esperienza di degustazione. Il suo potenziale aromatico interagisce magistralmente con i lieviti e con il tempo in bottiglia, creando un profilo davvero sfaccettato.

    Il vino offre un bouquet inebriante di fiori d’arancio, pesca matura e basilico fresco, un’accattivante fusione di note floreali, fruttate ed erbacee che stuzzica immediatamente i sensi.

    Al palato, è altrettanto seducente, con una sensazione sostanziosa per gentile concessione di lievito vivace e una struttura rustica e tannica che conferisce una dimensione terrosa e saporita. Il carattere persistente del basilico si mescola con una salinità distintiva, evocando l’essenza di una birra in stile saison. In tutto, un’effervescenza delicata e persistente aggiunge un carattere arioso ed etereo all’esperienza complessiva di bevuta, conferendo un innegabile senso di eleganza.

    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini assieme all'autore
    Non me la bevo 2024 intenso libro, notevole Cascina Melognis, foto di Cristina Santini assieme all’autore
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

     


    Sito di riferimento: https://www.facebook.com/cascina.melognis/

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  • VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    Lanuvio celebra le eccellenze enogastronomiche e culturali: il successo della prima edizione del progetto “VerriGud Morning Lanuvio”

    di Carol Agostini

    Sabato 23, Lanuvio è stata protagonista della prima edizione del progetto “VerriGud Morning Lanuvio”, un evento che ha unito degustazioni, cultura e tradizione grazie alla partecipazione di straordinarie realtà italiane. L’iniziativa ha offerto un viaggio tra sapori autentici e storie di aziende che incarnano l’eccellenza del made in Italy.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell’autrice

    Tenuta Borgolano: biodiversità e sostenibilità nel cuore dell’Oltrepò Pavese

    Con i suoi 30 ettari di terreno nella provincia di Pavia, la Tenuta Borgolano si distingue per la viticoltura sostenibile e l’impegno nella valorizzazione della biodiversità. Fondata da Donatella Quaroni nel 1992, produce circa 100.000 bottiglie all’anno, distribuite in Italia e all’estero. Tra i vini di spicco, uno dei rossi della tenuta simboleggia il legame con il territorio e la qualità produttiva.

    Salumificio Gran Varzi: l’autenticità del Salame di Varzi DOP

    Il Salame di Varzi DOP Gran Varzi si distingue per la complessità sensoriale e il richiamo alla tradizione. Con profumi di carne stagionata e note vegetali, il salumificio celebra il patrimonio gastronomico locale con prodotti artigianali dal carattere unico.

    I Mandriani Carni: tre generazioni di tradizione e qualità

    Con un nuovo stabilimento che unisce tecnologia avanzata e lavorazione artigianale, I Mandriani si impone come eccellenza nella trasformazione delle carni. I prodotti sono naturalmente privi di glutine e lattosio, rappresentando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

    Sughi Vestalia: il sapore del “sugo del nonno” in un barattolo

    Nata nel 2020, durante la pandemia, l’azienda Vestalia si dedica alla produzione di sughi artigianali. Fondata da Roberto Guarino e Luca Chiaese, punta a portare il gusto della tradizione direttamente nelle case, con ricette autentiche e packaging che valorizza la qualità.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo
     VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    La Golosa di Maurizio Curi: il trionfo dell’artigianalità

    L’azienda agricola La Golosa si distingue per l’assenza di additivi chimici nei suoi prodotti, lavorati rigorosamente a mano. Tra le eccellenze spiccano le Mele Rosa, recuperate grazie all’impegno della Comunità Montana dei Sibillini, simbolo del legame tra tradizione e innovazione.

    Milletti Funghi: tecnologia e natura nei Castelli Romani

    Dal 1978, l’azienda agricola Milletti Funghi produce funghi naturali e nutrienti. Grazie a impianti tecnologici avanzati, garantisce elevati standard qualitativi, offrendo alimenti ricchi di proteine, vitamine e minerali.

    Mancini Pastificio Agricolo: dalla tradizione agricola alla pasta di qualità

    Nelle Marche, il Pastificio Mancini utilizza esclusivamente il grano dei propri campi per creare una pasta trafilata al bronzo e essiccata a bassa temperatura. Con una storia familiare che inizia nel 1938, rappresenta un esempio di unione tra tradizione e innovazione.

    Pura Crocus: lo zafferano biologico della Val d’Orcia

    Specializzata nella produzione di zafferano biologico, l’azienda Pura Crocus si distingue per la qualità dei suoi prodotti, tra cui miele e tisane aromatizzate, tutti rigorosamente privi di additivi artificiali.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto da pexel
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto da pexel

    La Meridiana Resort: ospitalità tra Roma e il mare

    Il Resort La Meridiana a Lanuvio è una cornice ideale per eventi, cerimonie e soggiorni rilassanti. Tra piscina, ristorante e camere raffinate, offre un’esperienza di charme in sintonia con la natura circostante.

    Tenuta Pantanacci: storia e natura nel cuore del Lazio

    La Tenuta Pantanacci affonda le radici nel passato di Lanuvio, con resti archeologici e tradizioni legate a riti propiziatori. Le visite guidate offrono un’immersione nella storia, tra rovine millenarie e passeggiate a cavallo.

    Petra Marzia Vini: tradizione e passione campana

    Nel Vallo di Lauro, l’azienda vinicola Petra Marzia produce vini che celebrano il territorio campano. Tra i prodotti spiccano il Taurasi DOCG Riserva “Parlami” e il bianco “Ramia” Fiano, frutto di una filosofia artigianale che unisce tradizione e modernità.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell'autrice
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell’autrice

    La prima edizione di “VerriGud Morning Lanuvio” ha offerto un’occasione unica per scoprire e valorizzare queste eccellenze, testimoniando il ricco patrimonio enogastronomico e culturale che rende l’Italia unica nel mondo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento: http://www.casaledellamandria.it/

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  • Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione

    Merano WineFestival 2024: Inizia la 33^ Edizione del Salone Enogastronomico tra Eccellenze, Premi e Riflessioni sul Futuro

    di Carol Agostini

    Domani, venerdì 8 novembre, la città di Merano accoglie l’inizio della 33ª edizione del Merano WineFestival, uno degli eventi più attesi e raffinati del settore enogastronomico italiano e internazionale. Il festival, che proseguirà fino al 12 novembre, vedrà premi, degustazioni e incontri di approfondimento con focus sulle migliori eccellenze di vini, birre, distillati e prodotti gastronomici. Tra gli appuntamenti più importanti, l’assegnazione dei prestigiosi The WineHunter Award Platinum e delle nuove WineHunter Stars, oltre a una serie di eventi esclusivi nel suggestivo scenario del Castello Principesco.
    Inaugurazione con Premi e Novità: i The WineHunter Award Platinum e le WineHunter Stars.

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa
    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampaLa cerimonia di apertura si terrà nel prestigioso Pavillon des Fleurs, dove, a partire dalle ore 17:30, sarà assegnato il The WineHunter Award Platinum, massimo riconoscimento della guida The WineHunter che premia le eccellenze enogastronomiche valutate oltre i 95 punti, suddivise nelle categorie Wine, Food, Spirits e Beer. L’evento sarà presentato da Maurizio Di Maggio, noto conduttore di Radio Monte Carlo, e vedrà la partecipazione del patron Helmuth Köcher e del giornalista Andrea Radic, che conferiranno anche cinque premi speciali a produttori distintisi per Genio, Innovazione, Conquista, Famiglia e Territorio.

    La stessa sera, il Kurhaus ospiterà una cena di gala durante la quale saranno consegnate le nuove WineHunter Stars. Sette personalità di spicco del settore riceveranno questo premio per il loro contributo all’enogastronomia italiana e internazionale. Tra i vincitori, Gianna Nannini, premiata come Wine Producer; Oscar Farinetti, che riceverà la Communicator Star per il suo contributo alla diffusione della cultura del vino; e la chef Viviana Varese, insignita del titolo di Food Star per il suo impegno e talento nella ristorazione.

    Tra i premiati anche Riccardo Cotarella come Winemaker Star, Anna Scafuri di Tg1 Economia come Wine & Food Journalist, Stefano Vitale come Wine Artist, e Valentina Bertini come miglior Wine Manager.

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa
    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa

    “Intrecci di Vite”: Le Masterclass Esclusive al Castello Principesco

    Uno degli eventi più attesi del festival è Intrecci di Vite, un ciclo di quattro masterclass organizzate in collaborazione con Liber Experience, ospitate nella cornice storica del Castello Principesco. Questi incontri, esclusivi e di alto profilo, sono pensati per approfondire la cultura vitivinicola e sono condotti da nomi illustri del settore.

    Sabato 9 novembre, alle ore 10:30, il noto imprenditore Oscar Farinetti modererà una conversazione tra Maurizio Zanella e Vittorio Moretti, rappresentanti delle celebri cantine di Franciacorta Cà del Bosco e Bellavista. Alle 16:00, l’attenzione si sposterà sul Sangiovese, protagonista del Brunello di Montalcino e di altre grandi produzioni italiane, con un confronto tra diverse interpretazioni del celebre vitigno.
    Innovazione e Sostenibilità: Il Summit Quo Vadis?

    Un’importante occasione di dibattito sul futuro del settore vitivinicolo è rappresentata dal summit Quo Vadis?, che si terrà sempre venerdì 8 novembre. Il tema centrale sarà il futuro della viticoltura, con particolare attenzione a sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione. Tra i relatori, personalità di spicco del mondo agricolo e vitivinicolo si confronteranno sulle sfide e le opportunità per un settore in continua evoluzione, in risposta ai cambiamenti climatici e alle nuove tendenze di consumo.

    Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press
    Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press

    Il Cuore del Festival: Degustazioni, Showcooking e Incontri con 440 Aziende da Tutto il Mondo

    A partire da sabato 9 e fino a lunedì 11 novembre, il Merano WineFestival entrerà nel vivo, con 330 aziende vitivinicole italiane e 110 internazionali pronte a presentare i loro prodotti a un pubblico di esperti, appassionati e professionisti del settore. Gli eventi principali avranno luogo presso il Kurhaus, che ospiterà anche la GourmetArena, uno spazio dedicato a 130 aziende di prodotti gastronomici, birre e distillati, e che vedrà una serie di showcooking, masterclass e presentazioni di nuovi prodotti.

    Tra gli eventi di punta ci sarà il bio&dynamica & more, una rassegna dedicata ai vini biologici, biodinamici, Piwi (vini da vitigni resistenti), e vini prodotti con metodi innovativi, come quelli affinati in anfore o in ambiente subacqueo. In Piazza della Rena, il Mercato della Terra Slow Food offrirà al pubblico la possibilità di conoscere e acquistare prodotti locali sostenibili.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Catwalk Champagne & More: Chiusura tra le Bollicine

    Il gran finale del festival, martedì 12 novembre, sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un evento che celebrerà le bollicine del metodo classico. Più di 120 maison di Champagne e spumanti italiani e francesi offriranno degustazioni di alto livello, mettendo in evidenza la ricchezza delle bollicine d’autore. Sarà un’occasione unica per scoprire le migliori proposte nel panorama internazionale delle bollicine, tra cui maison rinomate e nuovi protagonisti del settore.
    Merano WineFestival: Un Evento di Respiro Internazionale tra Cultura, Business ed Eleganza

    Il Merano WineFestival, da sempre un punto di incontro per gli amanti dell’eccellenza enogastronomica, si fa quest’anno ancora più internazionale con l’introduzione di nuove iniziative come la WH Ambassador Exclusive Lounge e il WH Buyers’ Club. Questi spazi esclusivi sono stati pensati per incentivare incontri d’affari e scambi culturali tra produttori, esperti e acquirenti, consolidando Merano come una vetrina globale per i prodotti enogastronomici di alta qualità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/wine/

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  • Merano WineFestival 2024, autentico evento food e Wine

    Merano WineFestival 2024, autentico evento food e Wine

    Il Merano WineFestival, giunto alla sua 33ª edizione dall’8 al 12 novembre 2024

    di Carol Agostini

     

    E’ un evento imperdibile per gli appassionati di vino e del settore enogastronomico. Questo festival, che si svolge nella splendida cornice di Merano, in Alto Adige, rappresenta non solo un’occasione per celebrare le eccellenze del vino a livello internazionale, ma anche un momento di scambio culturale e di riflessione sui futuri sviluppi del mondo vitivinicolo.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, foto da comunicato stampa
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, foto da comunicato stampa

    Il Cuore del Festival: Premiazioni e Eccellenza

    Al centro del festival c’è la guida The WineHunter, curata dal fondatore Helmuth Köcher e dal suo team di esperti, che seleziona ogni anno le migliori etichette di vini e prodotti gastronomici. Nel corso del 2024, sono state degustate oltre 8.000 etichette di vino e 600 prodotti food, spirits e birre. Durante il festival, vengono assegnati diversi premi, tra cui i prestigiosi WineHunter Award Rosso, Gold e, il massimo riconoscimento, Platinum. Quest’anno, si distinguono anche nuovi premi dedicati a diverse categorie, come il WH Food Award e il WH Spirits Award.

    Una delle novità più attese del 2024 è il riconoscimento The WineHunter Stars – I Magnifici Sette, che premierà personalità di spicco nel mondo del vino e del cibo in sette categorie, tra cui miglior enologo, produttore, giornalista enogastronomico e artista del vino.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Bio&Dynamica e Sostenibilità

    Un aspetto fondamentale del festival è l’attenzione alla sostenibilità. Il primo giorno, l’8 novembre, sarà dedicato a bio&dynamica, una sezione che mette in evidenza vini biologici e biodinamici, certificati Equalitas e SQNPI, e vitigni resistenti come i Piwi. Ci saranno anche degustazioni di vini affinati in anfora e underwater, evidenziando l’innovazione nelle tecniche di vinificazione e l’impatto sul terroir.

    La sostenibilità è uno dei temi principali anche del Summit Respiro e Grido della Terra, in cui esperti del settore discuteranno l’impatto dei cambiamenti climatici sulla viticoltura e le possibili soluzioni per un futuro più rispettoso dell’ambiente.

    Merano: Una Tradizione di Eleganza e Cultura

    Merano, con il suo fascino alpino e la lunga tradizione enogastronomica, è il luogo ideale per ospitare un evento di tale prestigio. Questa città, conosciuta per il suo clima mite e per la bellezza paesaggistica, ha una storia antica legata alla produzione vinicola e all’ospitalità di alto livello. Il festival riflette la cultura locale del buon vivere, unendo il mondo del vino alle eccellenze gastronomiche regionali.
    Nuovi Progetti e Focus Internazionale

    Un’importante novità dell’edizione 2024 sarà la tavola rotonda “Quo Vadis?”, un momento di confronto internazionale sulle sfide della viticoltura moderna. Si discuterà di pratiche sostenibili, dell’apertura verso mercati esteri e delle nuove tecnologie che stanno cambiando il volto della viticoltura.

    Inoltre, il 12 novembre sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un viaggio tra le migliori bollicine internazionali, con un focus su Champagne e Metodo Classico, abbinate a prelibatezze gastronomiche.

    Il Merano WineFestival non è solo un evento di degustazione, ma un vero e proprio salotto culturale che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità. Con premi di altissimo prestigio e un programma sempre più internazionale, il festival si conferma un punto di riferimento per tutti coloro che lavorano nel mondo del vino e del food, offrendo una vetrina di eccellenze provenienti da tutto il mondo.

    L’edizione del 2024, con i suoi nuovi progetti, promette di essere un evento indimenticabile, ricco di novità e di riflessioni importanti sul futuro dell’enologia e della gastronomia.

    Helmuth Köcher the WineHunter, foto da comunicato stampa, articolo: Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023
    Helmuth Köcher the WineHunter, foto da comunicato stampa, articolo: Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/wine/

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  • Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso

    Concorso Internazionale Enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme”: Un Incontro di Eccellenza tra Vitigni e Cultura Vinicola

    di Carol Agostini

    Nel vasto panorama enologico internazionale, il concorso “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” rappresenta uno degli eventi più prestigiosi dedicati a due delle varietà di uva più conosciute e apprezzate al mondo: il Merlot e il Cabernet. La manifestazione, organizzata ogni anno a Bergamo, in Italia, non è solo un’occasione per celebrare il vino, ma anche un momento di confronto tra culture vinicole diverse, unite dalla passione per la qualità e l’innovazione. Questo evento, che raccoglie vini da ogni angolo del globo, rappresenta un omaggio ai vitigni che hanno modellato l’industria vinicola mondiale e continua a farlo anno dopo anno.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, foto di repertorio di tutti i commissari
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, foto di repertorio di tutti i commissari

    Il Fascino del Concorso “Emozioni dal Mondo”

    Dal 2005, il concorso internazionale enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” riunisce produttori, esperti e appassionati del vino in un evento unico nel suo genere. Organizzato dal Consorzio Tutela Valcalepio, in collaborazione con l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e con il patrocinio di enti pubblici e privati, l’evento si svolge in provincia di Bergamo, una delle zone vinicole emergenti del nord Italia.

    La particolarità del concorso risiede nel fatto che i vini protagonisti sono tutti ottenuti da almeno l’85% di uve Merlot e/o Cabernet Sauvignon o Cabernet Franc, due vitigni che hanno scritto la storia del vino sia in Europa che nel resto del mondo. Ogni anno, centinaia di produttori inviano i propri vini da oltre 30 paesi per partecipare a questa competizione, che offre un palcoscenico internazionale per mettere in luce la qualità e la diversità delle produzioni basate su questi vitigni iconici.

    Merlot e Cabernet: Due Protagonisti del Mondo Vinicolo

    Per comprendere appieno l’importanza di questo concorso, è essenziale esplorare le caratteristiche e il ruolo che i vitigni Merlot e Cabernet hanno giocato nella storia del vino.

    Il Merlot: Eleganza e Morbidezza

    Il Merlot è uno dei vitigni più coltivati al mondo, apprezzato per la sua capacità di dare vita a vini morbidi, rotondi e dal carattere fruttato. Originario della regione di Bordeaux, in Francia, il Merlot si distingue per la sua versatilità e capacità di adattarsi a diversi terroir, contribuendo a creare vini di grande fascino. Il Merlot è spesso associato a note di frutti rossi maturi come ciliegie, prugne e more, arricchite da toni speziati e cioccolatosi nelle versioni invecchiate.

    È un vitigno che si presta sia alla vinificazione in purezza sia all’assemblaggio, dove spesso apporta morbidezza e rotondità ad altri vini più strutturati.
    La popolarità del Merlot ha superato i confini francesi, trovando una seconda patria in paesi come l’Italia, gli Stati Uniti (particolarmente in California e Washington), il Cile e l’Australia. La sua capacità di adattarsi a climi diversi e di esprimere caratteristiche uniche a seconda del terroir lo rende un vitigno estremamente apprezzato sia dai produttori che dai consumatori.

    Il Cabernet Sauvignon: Struttura e Longevità

    D’altro canto, il Cabernet Sauvignon è universalmente riconosciuto come uno dei vitigni più nobili del mondo. Anche questo vitigno ha le sue origini a Bordeaux, dove è spesso utilizzato insieme al Merlot per creare i famosi vini della regione. Il Cabernet Sauvignon si distingue per la sua struttura tannica, la sua longevità e la complessità aromatica, che varia dai frutti neri come ribes e mirtilli, alle spezie, al tabacco, al cuoio, fino alle note erbacee e mentolate.

    Grazie alla sua buccia spessa e al suo elevato contenuto di tannini, il Cabernet Sauvignon produce vini con un’ottima capacità di invecchiamento. Nel corso degli anni, questi vini sviluppano una complessità straordinaria, con l’integrazione perfetta di frutta, spezie e componenti terziarie. Oltre alla Francia, dove è il re indiscusso dei vini di Bordeaux, il Cabernet Sauvignon è coltivato con successo in numerosi altri paesi, tra cui l’Italia, la Spagna, gli Stati Uniti, il Sudafrica, l’Australia e il Cile.

    Il Ruolo dell’Assemblaggio: Merlot e Cabernet Insieme

    La combinazione di Merlot e Cabernet è una delle più celebri e iconiche della storia del vino, soprattutto nella regione di Bordeaux. Questi due vitigni si completano a vicenda: il Merlot apporta morbidezza, rotondità e frutto, mentre il Cabernet contribuisce con struttura, tannini e capacità di invecchiamento. È questa sinergia tra i due vitigni che ha dato vita ai grandi vini di Bordeaux, e che è celebrata con tanta passione nel concorso “Emozioni dal Mondo”.

    L’arte dell’assemblaggio tra Merlot e Cabernet non è tuttavia limitata alla Francia. Questo blend è stato adottato con grande successo in altre parti del mondo, dove i produttori sperimentano diverse percentuali e tecniche per esaltare le caratteristiche uniche dei due vitigni, creando vini che riflettono il terroir locale pur mantenendo la firma inconfondibile del blend Merlot-Cabernet.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo di OIV, partner del concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo di OIV, partner del concorso

    Il Concorso: Oltre il Vino

    Seppur focalizzato su Merlot e Cabernet, il concorso “Emozioni dal Mondo” è molto più di una semplice competizione enologica. Ogni anno, l’evento diventa un’opportunità di incontro e scambio tra professionisti del settore, con degustazioni, seminari e conferenze che esplorano le nuove tendenze del mercato, le tecniche di vinificazione all’avanguardia e l’importanza della sostenibilità nella produzione vinicola.

    Uno degli aspetti più interessanti del concorso è la giuria internazionale. Composta da enologi, giornalisti, sommelier e esperti del settore provenienti da tutto il mondo, la giuria valuta i vini partecipanti attraverso una degustazione alla cieca, garantendo imparzialità e rigore. I vini vengono giudicati non solo per la loro qualità intrinseca, ma anche per la loro capacità di emozionare, un criterio che pone l’accento sulla connessione emotiva che un vino può creare con chi lo degusta.

    I premi assegnati durante il concorso sono un riconoscimento importante per i produttori, poiché offrono visibilità internazionale e la possibilità di entrare in nuovi mercati. Le categorie principali comprendono le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, ma vengono assegnati anche riconoscimenti speciali per i vini che si distinguono per particolari caratteristiche o innovazioni.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso

    L’Impatto sul Territorio

    Nonostante la vocazione internazionale del concorso, l’evento ha anche un forte impatto sul territorio locale. Bergamo e la sua provincia, con le sue colline e vigneti, sono diventate una destinazione sempre più apprezzata dagli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Il concorso contribuisce a promuovere l’immagine del territorio come una zona di eccellenza vinicola, mettendo in luce non solo i produttori locali, ma anche le ricchezze storiche, culturali e gastronomiche della regione.

    Il Valcalepio, il vino simbolo della zona, è spesso protagonista durante il concorso, permettendo ai partecipanti di scoprire una delle denominazioni più interessanti del panorama vinicolo lombardo. Ottenuto da uve Merlot e Cabernet Sauvignon, il Valcalepio rappresenta un perfetto esempio di come i vitigni internazionali possano essere interpretati in modo originale e autentico in un contesto locale.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso

    Il concorso internazionale “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” è una celebrazione dell’eccellenza vinicola, che unisce produttori e appassionati di vino da tutto il mondo. Attraverso la competizione, i vini a base di Merlot e Cabernet trovano una vetrina prestigiosa dove esprimere la propria unicità e qualità, mentre la giuria internazionale garantisce un giudizio imparziale e rigoroso.

    L’evento non solo promuove i vini di eccellenza, ma favorisce anche il dialogo e lo scambio tra culture vinicole diverse, contribuendo a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per questi due vitigni iconici. Il concorso rappresenta, infine, un’opportunità per il territorio di Bergamo di affermarsi sempre più come una meta di riferimento per il turismo enologico e culturale, consolidando il suo ruolo nel panorama vinicolo internazionale.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito concorso: https://www.emozionidalmondo.it/it/

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  • Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico

    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico

    Raffaele D’Angelo e la sua accademia enogastronomica

    di Carol Agostini

    Raffaele D’Angelo è il fondatore e direttore della Wine&Food Academy di Parma, un’organizzazione che promuove la cultura enogastronomica locale ed è strettamente legata alla tradizione della Food Valley, la zona nota per le eccellenze alimentari italiane come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Parma, riconosciuta come Città Creativa per la Gastronomia dall’UNESCO, è il contesto perfetto per la sua iniziativa, che riunisce esperti del settore enogastronomico, imprenditori, accademici e appassionati del buon cibo e vino.

    La Wine&Food Academy organizza una serie di incontri e degustazioni che coinvolgono personalità di rilievo del mondo del vino e della gastronomia. L’obiettivo principale è creare un luogo di scambio di idee e promuovere le eccellenze del territorio, coinvolgendo non solo i professionisti del settore, ma anche il pubblico attraverso eventi gratuiti e aperti a tutti.

    Questi appuntamenti hanno un forte taglio culturale e didattico, puntando a sensibilizzare sui temi della qualità e della sostenibilità dei prodotti alimentari, sia a livello locale che nazionale.

    D’Angelo è noto per il suo impegno nella diffusione della cultura enogastronomica e per il suo lavoro con professionisti di rilievo, tra cui sommelier, giornalisti e accademici. La Wine&Food Academy non è solo una piattaforma per la promozione del buon cibo, ma un vero e proprio punto di incontro per discutere del futuro dell’enogastronomia italiana e del suo ruolo in un contesto globale

    Raffaele D'Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da comunicato stampa
    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da comunicato stampa

     

    Wine&Food Academy: un nuovo anno di sapori e di cultura enogastronomica

    Wine&Food Academy, nata a Parma nel 2016 come centro di promozione della cultura del buon cibo e del buon vino, annuncia il programma 2024-2025, ricco di eventi che esplorano l’universo enogastronomico in profondità. L’associazione, recentemente trasformata in APS, rinnova il suo impegno con una serie di incontri che vedranno protagonisti produttori, viticoltori, giornalisti e artigiani del gusto.

    Gli eventi della stagione

    La stagione 2024-2025 si apre con una serie di incontri che spaziano dal cibo al vino, toccando temi culturali, storici e scientifici. Tra gli appuntamenti principali:

    26 settembre 2024: “Il ruolo del pediatra nell’educazione alimentare del bambino”, un incontro dedicato alla prevenzione dell’obesità infantile, in collaborazione con il Circolo ARCI Golese. (già svolto)

    27 ottobre 2024: l’evento a San Giorgio in Piano (BO) vedrà protagonisti i vitigni resistenti della Toscana con la partecipazione del produttore Roberto Droandi e della presidente di Federbio Maria Grazia Mammuccini.

    22 Novembre 2024: degustazione dedicata alla Barbera, con un confronto tra i territori del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, guidato da sommelier esperti.
    7 Febbraio 2025: “I grandi maestri del vino” ha garantito la partecipazione Walter Massa, pioniere del Timorasso, uno dei vitigni autoctoni più pregiati dei colli tortonesi.

    Marzo 2025: anteprima della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025 presentata da Daniele Cernilli, in arte Doctor Wine, con degustazione di bollicine regionali.
    1 Giugno 2025: evento conclusivo “Le perle dell’Emilia”, una mostra mercato all’aperto con i migliori vini emiliani, accompagnata da una masterclass e un concerto jazz.

    Raffaele D'Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da facebook di Raffaele D'Angelo
    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da facebook di Raffaele D’Angelo

    La maggior parte degli eventi si terrà presso la Trattoria Gatto Gambarone a Noceto (PR).
    Patrocini: Consorzio del Parmigiano Reggiano, FenImprese Bologna e Circolo ARCI Golese.
    In collaborazione con: Osteria Gatto Gambarone, Sant’Ilario Rappresentanze, Arte & Gusto Suites, SALCAL (Salumi di Calabria), Amaro Milone, SA MURTA e Rotary Club San Giorgio di Piano Giulietta Masina

    Il programma completo è presente sul seguente link: https://www.wineandfoodacademy.it/iniziative/

    Wine&Food Academy, APS dal 2024, Strada Baganzola, 189/A 43126 Baganzola (PR) si propone di diffondere la cultura enogastronomica attraverso eventi che combinano il sapere e il sapore, nel cuore pulsante dell’Emilia, Parma – Città creativa UNESCO per la gastronomia.

    Per maggiori informazioni e per eventuali chiarimenti:
    Email: info@wineandfoodacademy.it cell. 3281275933 Raffaele D’Angelo

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento:  www.consulentedelgusto.it

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  • Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024

    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024

    Giovanni Aiello, una vita dedica per amore all’enologia

    di Danilo Amapani

    La realtà enogastronomica pugliese continua la sua crescita a livello nazionale e internazionale. In particolar modo un viticoltore ha contribuito a divulgare il Primitivo e altri vitigni autoctoni pugliesi al di fuori dei nostri confini territoriali.
    Stiamo parlando di Giovanni Aiello, come ama definirsi “Enologo per Amore”.

    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, foto dell'autore
    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, foto dell’autore

    Giovanni Aiello è nato e cresciuto in Valle d’Itria. Dopo aver studiato enologia, è emigrato nel Nuovo Mondo per apprendere tecniche e lavorazioni enologiche sempre più avanzate. Dovunque andasse però non ha mai abbandonato le sue origini.
    Tornato a casa, decide di produrre un vino che rappresenti a pieno la sua terra. Nella sua vigna che si estende per 6 ettari, completamente alberelli, decide di piantare e valorizzare vari vitigni autoctoni come Primitivo, Verdeca, Maruggio e Marchione.

    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, foto dell'autore
    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, foto dell’autore

    Viene svolto manualmente sia il lavoro in vigna, affinché le uve vengano selezionate al meglio, che il lavoro di etichettatura. All’ingresso della bottaia è situato un tavolo lungo 10 metri dove avviene la creazione di ogni singola etichetta attraverso l’utilizzo di stampini e inchiostri colorati a seconda della tipologia del vino.

    Le etichette sono formate da diversi puntini per simboleggiare i Chakra. Per Giovanni, che ha deciso di chiamare proprio così la sua linea di vini, il Chakra rappresenta un legame indissolubile tra terra e vino, con l’obiettivo di far conoscere a tutti i profumi e la bellezza della Puglia.

    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, foto dell'autore
    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, foto dell’autore

    Degustazione vini

    CHAKRA ROSSO DOC

    Vitigno principe della Puglia, il Primitivo. Una volta raccolti i grappoli vengono utilizzati interi nei tini. Questo avviene affinché tutti i profumi che possiedono vengano trasmessi nel vino sotto forma di eleganza, corpo e per arricchire la complessità gusto-olfattiva. Questa tecnica di vinificazione nata in Borgogna, fa intuire che tutti gli studi di Giovanni vengano messi in atto per far sì che i suoi vini tirino fuori tutta la loro essenza.

    Il Chakra Rosso DOC successivamente svolge la fermentazione in barrique e tonneaux di secondo passaggio per non snaturare il vino e riposa in bottiglia per 6 mesi.

    Colore rosso rubino impenetrabile, bouquet olfattivo di una grande complessità: frutta rossa di ciliegia e amarena accompagnata da sentori di liquirizia e spezia dolce, vaniglia e pepe nero. Gustandolo la finezza fa da padrona. Una grande freschezza e sapidità invogliano un altro sorso; come nota finale la leggera tannicità, sottile e delicata.

    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, Primitivo Chakra Rosso foto dell'autore
    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, Primitivo Chakra Rosso foto dell’autore

    CHAKRA ESSENZA

    Secondo vino simbolo della cantina è “Chakra Essenza” al quale Giovanni Aiello è particolarmente legato.
    Prodotto da una vigna secolare, viene utilizzato un vitigno autoctono pugliese, la Verdeca. Un vitigno anch’esso molto antico, probabilmente di origine greca. C’è un legame emotivo con questo vino poiché abbraccia numerose sfaccettature della viticoltura: gli alberelli curati dagli uomini; una valorizzazione di un vitigno pugliese; la potenzialità di un terroir nobile.

    Per far coesistere tutte queste caratteristiche, Giovanni Aiello non poteva che metterci tutto il suo impegno nella realizzazione di questo vino. La vendemmia viene svolta con qualche giorno d’anticipo per ottenere nel vino più lieviti autoctoni possibili. Successivamente una parte del mosto fermenta in acciaio a temperatura controllata; una seconda parte viene vinificata con macerazione delle bucce.
    La maturazione viene svolta sulle fecce per un anno e vengono trattati con continui batonnage per dare maggiore complessità al gusto; infine rimane in bottiglia per 6 mesi.

    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, verdeca Chakra giallo, foto dell'autore
    Giovanni Aiello, eccellente enologo per Amore 2024, verdeca Chakra giallo, foto dell’autore

    Colore dorato e ricchezza di profumi: frutta disidratata, erbe aromatiche, miele, spezie dolci compongono il bouquet olfattivo di questo vino. Assaporandolo, nonostante il corpo abbastanza intenso, resta imponente la sua sapidità e acidità.

    Danilo Amapani, Pugliese DOC, Annata ’98; sommelier AIS dal ’19. Wine lover & traveller
    Danilo Amapani, Pugliese DOC, Annata ’98; sommelier AIS dal ’19. Wine lover & traveller

    Sito di riferimento protagonista:  https://www.giovanniaiello.it/it/vini/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024

    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024

    Corte Anna, vini che ispirano poesia, parole e storia

    di Elsa Leandri

     

    Sirmione, perla delle penisole
    E delle isole che appartengono a Nettuno,
    Nel mezzo di laghi cristallini e mare aperto…
    (Cit. Carme XXXI Catullo)

    Così Catullo, quando torna dalla guerra in Bitania, si rivolge a Sirmione, luogo di pace e di serenità, nonché sua città natale e dimora della sua famiglia e nella quale riesce a trovare un confortante rifugio. Questo lembo di terra che si affaccia sul lago di Garda, celebre per il suo clima simile a quello mediterraneo, oltre ad essere meta turistica per la sua bellezza e per le celeberrime Grotte di Catullo, ha il vanto di proporre dei vini bianchi qualitativi, che rientrano nella denominazione Lugana, il cui vitigno protagonista è il Trebbiano di Lugana conosciuto anche come Turbiana.

    Questa Doc che si estende a sud del lago, comprende cinque comuni di cui quattro (Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo) in Lombardia, in provincia di Brescia, e uno in Veneto (Peschiera), in provincia di Verona. La presenza di uva in questo territorio risale all’Età del Bronzo, così come è confermato dalla presenza di vinaccioli di Vitis Silvestris, ritrovati nelle palafitte site nel comune veronese.

    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    Questa terra in origine paludosa e acquitrinosa, grazie all’opera di bonifica iniziata nel Quattrocento ha permesso di offrire le caratteristiche territoriali idonee, grazie alla natura pianeggiante e argillosa, per la coltivazione di questo particolare vitigno.

    Per poter scoprire appieno questa denominazione è possibile seguire il percorso enoturistico che si estende per 45 km e che permette di avere una visione completa sia dei centri abitanti e delle loro opere artistiche, sia di visitare qualche cantina di Lugana Doc.

    Una di queste è la Cantina Corte Anna, di proprietà di Anna Palvarini, che si trova proprio nel paese natio del succitato poeta latino.
    Quest’azienda nasce nel 1978, in seguito all’acquisizione di 12 ettari, di cui 4 vitati. La volontà di questa incredibile donna di concentrare maggiormente le proprie energie verso la viticoltura ha fatto in modo che questa crescesse raggiungendo gli attuali 10 ettari impiantati principalmente con il celebre vitigno autoctono turbiana, anche se sono presenti alcuni ceppi di cabernet sauvignon.

    Al di là delle parole quello che ci permette di scoprire più da vicino questa realtà è l’assaggio del Lugana Doc e della Riserva, così da poter capire appieno le sue caratteristiche.

    Lugana Doc 2023
    (Vinificazione e affinamento in acciaio)

    Paglierino di media fittezza. Impatto olfattivo seducente che verte su richiami floreali di biancospino e caprifoglio, di timo, salvia e lemongrass e del suo tipico sentore di mandorla. Avvolgente inizialmente con cenni di pesca nettarina a cui sussegue un connubio tra freschezza e sapidità prolungandosi lungamente su un finale saporito dal flavor di scorza di pompelmo.

    Lugana Doc 2023, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Lugana Doc 2023, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020
    (Affinamento in acciaio per 18 mesi su fecce fini)

    Vivace dal color paglierino. Il giallo bouquet floreale di ginestra, mimosa si intreccia a ricordi d susina gialla, pesca e ananas. Elegante nei cenni balsamici, di mandorla tostata e di fieno. Spicca per la sua mineralità in bocca che regala una lunga chiusura su echi di scorza di cedro.

    Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    Questi due vini racchiudono le tipicità di questi prodotti: la presenza del profumo di mandorla, i richiami agrumati all’olfatto e, nel cavo orale, il dialogo tra la freschezza e la sapidità marcata accompagnato da un’avvolgenza iniziale.
    La base è ideale per accompagnare i piatti della cucina a base di pesce di lago, come un’insalata di lenticchie con trota affumicata, mentre la Riserva la possiamo consigliare anche con formaggi come la toma piemontese o una fontina.

    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    A questo punto non vi rimane che testare gli abbinamenti suggeriti e provarne anche altri!
    Buona degustazione e Buon Appetito!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://corteanna.com/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024

    2024 ALBANIA: LA KANTINA BALAJ E IL PROGETTO SEB WINERY (1 PARTE)

    di Cristina Santini

    Sebbene non sia ampiamente conosciuta a livello internazionale come altre nazioni vinicole, l’Albania vanta in realtà una delle più antiche tradizioni di produzione del vino al mondo, risalente addirittura all’età del bronzo, circa 3.000 anni fa.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Situata nell’antica regione degli Illiri, il territorio ha ospitato un fiorente settore vitivinicolo già molto prima dell’espansione dell’Impero Romano, il quale contribuì ulteriormente alla sua crescita e sviluppo. Tuttavia, durante i lunghi secoli di dominio ottomano, questo importante comparto produttivo subì un drastico declino, dovendo attendere la dichiarazione di indipendenza del 1912 per poter conoscere una vera e propria rinascita, con un incremento della superficie vitata che arrivò a toccare i 15.000 ettari. Nonostante ciò, nel corso della sua storia millenaria, il Paese ha dovuto affrontare numerose alterne vicende che hanno portato il settore enologico a sperimentare più volte momenti di recessione e crisi, prima di riuscire a risollevarsi e riaffermarsi come una delle nazioni vinicole più antiche dell’intero Vecchio Continente.

    Nel 1933, la devastante epidemia di fillossera ha gravemente danneggiato i vigneti di gran parte del mondo, compresa l’Albania. L’industria è stata messa in ginocchio, con interi appezzamenti di vigneti spazzati via. Poi, all’indomani della seconda guerra mondiale, seguì un lungo periodo di ripresa e crescita, mentre il paese lavorava per ricostruire le sue capacità di produzione vinicola.

    E’ stato solo con la parziale privatizzazione delle proprietà terriere in seguito alla caduta del regime di Enver Hoxha che l’industria vinicola ha potuto riguadagnare la sua posizione e iniziare a riaffermare il suo ruolo. Oggi l’Albania vanta oltre 26.000 ettari di vigneti e il settore è tornato a essere in ascesa.
    Questa rinascita è dovuta in gran parte a un afflusso di investimenti esteri e al sostegno dei programmi di finanziamento dell’Unione Europea.
    Tuttavia, forse il fattore più importante è l’immenso orgoglio e la determinazione del popolo albanese nel valorizzare le caratteristiche del proprio terroir attraverso la produzione di vini di grande qualità. Il futuro della viticoltura appare luminoso, poiché questo settore resiliente continua a risorgere dalle sfide del passato.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Oggi la sfida più importante è quella di convincere i ristoranti e gli alberghi albanesi a proporre i vini locali.
    Circa una trentina sono le cantine che producono vino, molte delle quali gestite da imprenditori albanesi che hanno avuto l’opportunità di studiare e fare stage in diverse parti d’Italia. Forti di questa preziosa esperienza maturata all’estero, questi giovani viticoltori stanno ora mettendo in pratica le loro competenze per dar vita a vini autenticamente albanesi, che riflettono la ricchezza e la diversità dei terroir locali.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Una di queste realtà di successo è la Kantina Balaj di Mifol, nel Distretto di Valona, che abbiamo avuto il piacere di visitare durante il nostro soggiorno estivo in questa meravigliosa terra dalle mille sfaccettature. Qui abbiamo apprezzato da vicino l’impegno e la passione di un vignaiolo determinato a valorizzare il patrimonio enologico del suo Paese e a farlo conoscere e apprezzare non solo sul suo territorio ma anche fuori dai confini nazionali.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Artan Balaj ci racconta che dopo 17 anni in Italia è tornato in Albania per avviare quello che è sempre stato il suo sogno: fare vino nella sua Patria. “Quando ero in Italia avevo già la convinzione di avere una grande terra, tutte le premesse che avevo in mente sono divenute realtà con grandi risultati direi. Il nostro lavoro, facendo biologico e naturale, ha portato a grandi sfide ma anche a grandi soddisfazioni. Ci dà tanta speranza per continuare su questa strada, penso che con la natura che ci circonda e il territorio che abbiamo ci aspettano grandi cose in futuro.”

    Ad un certo punto della storia, nel 2021 nasce il progetto SEB winery – Vlore, insieme a Vincenzo Vitale di Ais Club Albania e Daniela, guidato dal sogno di produrre vini che ricordino il passato.

    Vincenzo ci racconta il progetto: “Stiamo cercando di fare una linea di vini per il mercato internazionale, quindi un pò per tutta l’Europa, compresi i Paesi asiatici e gli Stati Uniti. Siamo pronti, abbiamo fatto delle degustazioni per vedere se il vino può piacere. Abbiamo portato avanti questo lavoro non perché i vini della Cantina Balaj non siano buoni.

    I vini di questa cantina hanno una territorialità, una produzione locale che rispetta il gusto degli albanesi legato soprattutto ad un’alcolicità importante, a vini complessi, strutturati, tannici, per cui Artan ha costruito la Cantina per vendere in Albania questa tipologia di vini. Quando poi ha cominciato a capire che ci poteva essere un mercato all’estero e ho cominciato ad insistere, sono subentrato facendo un piccolo investimento cercando di portare avanti il progetto Seb al di fuori dell’Albania con varietà esclusivamente autoctone, ma soprattutto con vini più facili da bere, più gastronomici, con un tannino non troppo invadente, con una grande freschezza perché il vino in qualche modo deve rinfrescare la bocca, con un corpo medio. Insomma vini che vanno bene a livello gastronomico con diversi piatti.”

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Difatti, la sera successiva alla nostra visita, abbiamo partecipato all’evento-cena organizzato dalla Cantina Balaj e Seb Winery con il Ristorante Bujar di Valona, di cui vi parlerò nella seconda puntata, dove abbiamo avuto la certezza di quanto appena descritto: vini freschi, di bassa alcolicità, versatili e rossi di 12,5/13 gradi abbinati piacevolmente al pesce. Quindi l’idea è quella di arrivare alla maggior versatilità con prodotti di bassa alcolicità dai risultati soddisfacenti come abbiamo potuto appurare.

    Ma facciamo un passo indietro.

    La Cantina di produzione si trova all’interno di un tunnel, un tempo abbandonato e ristrutturato negli anni da Artan, scavato dagli italiani nel 1928 e utilizzato per far passare il treno che trasportava la ghiaia dal fiume. La temperatura costante di 12°C tutto l’anno al suo interno è una sfida significativa, soprattutto per i vini naturali, data la posizione remota della galleria rispetto alla residenza e la mancanza di controllo delle temperature. Ci troviamo in un’azienda che produce 20000 bottiglie l’anno in dieci etichette dai disegni veramente accattivanti.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, cantina
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, cantina

    I sette ettari di vigneti, dislocati in vari punti sulle colline di fronte alla baia di Valona, a due passi dal mare Adriatico e dalle splendide saline naturali, affondano le radici in terreni di origine alluvionale, sabbiosi e ciottolosi.
    Alcune di queste piante sono ancora allevate ad alberello con delle rese bassissime, tra i 20 e i 40 quintali per ettaro.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, le vigne
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, le vigne

    Durante la nostra visita, abbiamo avuto a disposizione una vasta gamma di campioni provenienti da diversi affinamenti che ci hanno lasciato molto colpiti dall’eccezionale lavoro svolto qui. In prima linea c’e lo Shesh i bardhe, un vitigno autoctono a bacca bianca che è il più coltivato nell’Albania centrale, originario del villaggio di Shesh vicino a Ndroqi, nella periferia della capitale Tirana.

    Quest’uva così versatile mostra una notevole acidità e potenziale di invecchiamento, favorevole all’impiego di una vasta gamma di tecniche per esaltarne la piena espressione, dalle lunghe macerazioni sulle bucce alla maturazione in una varietà di recipienti tra cui acciaio, cemento, anfora e rovere.
    Abbiamo avuto la fortuna di degustare l’intero spettro delle interpretazioni di questo vitigno, che ci hanno offerto una prospettiva unica, che si trattasse della mineralità tesa della versione non invecchiata, della sontuosa consistenza impartita dal tempo passato in anfora o della complessa stratificazione di sapori ottenuta attraverso l’uso giudizioso del rovere francese.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, le vigne
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, le vigne

    Oltre al fiore all’occhiello Shesh i bardhe, abbiamo anche assaggiato una serie di altri vitigni autoctoni e internazionali che hanno ulteriormente messo in mostra la diversità del patrimonio viticolo albanese. È stato entusiasmante approfondire questo interessante programma enologico e assistere in prima persona alla passione e all’abilità che si celano in ogni bottiglia.

    Di seguito, raccontiamo un breve riepilogo di tutti i calici degustati. Per quanto fosse necessario menzionarne solo alcuni, abbiamo ritenuto doveroso descrivervi ognuno di essi, poiché abbiamo voluto evidenziare la loro eccellente qualità e il notevole impegno profuso in questi anni.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vino degustato
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vino degustato

    Lagune 2023 è l’autentica espressione del territorio miscelando tre vitigni: Shesh i Bardhë, Debinë bianca di Përmet e Pulës di Berat, le cui uve sono allevate intorno alla cantina di Mifol.
    Questo vino è realizzato senza l’aggiunta di solforosa e con un processo di fermentazione spontaneo, rinunciando alla filtrazione e optando per un periodo di maturazione per ora di tre mesi in vasche di cemento appositamente progettate. Questi recipienti presentano un interno a forma di uovo che crea un delicato vortice circolare, imitando il processo naturale del batonnage. Le pareti lisce dei serbatoi riducono al minimo l’attrito, consentendo al vino di invecchiare con grazia e sviluppare un profilo complesso e stratificato.

    Sia all’olfatto che al palato, presenta un’abbondanza di frutta candita e spezie coltivate in montagna, con una gradazione alcolica di 12% e un’acidità vibrante e purificante che persiste a lungo dopo ogni sorso. La natura tonica e persistente del vino evoca l’aroma fresco e maturo dell’albicocca, invitando ad assaporare ogni sfumatura e ad apprezzare la meticolosa attenzione ai dettagli.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vino degustato
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vino degustato

    Shesh i Bardhe 2023 rappresenta un allontanamento significativo dall’offerta dell’anno precedente. Mentre l’edizione 2022 prevedeva un periodo di macerazione prolungato di 40 giorni e una gradazione alcolica più elevata (ne parleremo nel prossimo articolo in abbinamento al cibo), la versione 2023 adotta un approccio nettamente diverso.

    Il tempo di macerazione è molto più breve, di soli 20 giorni, con conseguente riduzione del livello alcolico del 12%, una differenza immediatamente evidente e di grande impatto. Il profilo è più fresco e vibrante, con sapori di frutta che assumono un carattere più leggero, dalle note di erbe di montagna e fiori di camomilla che aggiungono una delicata complessità aromatica, completando l’ampia e ricca struttura e la vivace acidità del vino.
    Questa interazione di freschezza, fruttato e presenza materica crea un’esperienza di consumo assolutamente piacevole, rendendo lo Shesh i Bardhe 2023 un’opzione altamente versatile, adatta sia per sorseggiare un aperitivo che per accompagnare piatti di carne più sostanziosi.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    Shesh i Bardhe “Orange” 2022 è un orange wine davvero straordinario che viene sottoposto a un meticoloso processo di macerazione di 30 giorni sulle bucce, conferendogli una profondità di sapore e aroma per poi affinare 12 mesi in anfora. Al naso è profondamente espressivo, ricco di un bouquet di seducenti note terziarie che evocano un senso di raffinatezza.

    La sua impressionante freschezza ed il suo equilibrio sono la testimonianza della mano esperta. Possiede una seducente qualità balsamica che danza sul palato, fornendo un seducente gioco di sapori. Nonostante la sua gradazione alcolica di 14,5%, l’alcol si integra perfettamente, senza mai sovrastare le delicate sfumature del vino. In bocca è ampio e generoso, con una notevole struttura in grado di reggere il confronto con carni rosse o formaggi complessi.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vini in degustazione
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vini in degustazione

    In un ameno colpo di scena, Vincenzo, Artan e Daniela ci portano all’esterno per farci degustare un tesoro sepolto nella terra, un Orange 2022 che riposa in grandi damigiane scolme per una ventina di centimetri. Questa tecnica unica conferisce sottili note di ossidazione che aggiungono un ulteriore strato di complessità al vino, elevandolo a nuove vette di eccellenza. La tonalità dorata risultante, simile al miele, è una rappresentazione visiva della profondità e del suo carattere. Questo è un vino che chiede di essere assaporato e apprezzato per il capolavoro che è.

    Dall’anfora alle damigiane interrate, lo Shesh i Bardhë viene anche lasciato riposare da ben 17 anni in barriques molto usate, infondendo complessità e profondità sorprendenti. Un connubio di note intense e avvolgenti di creme caramel, fieno secco e vaniglia tostata che crea un bouquet olfattivo estremamente elegante e intrigante.

    Ciò che rende ancora più affascinante questo vino è il processo di lavorazione perpetuo, in cui si preleva un po’ di vino e si integra con del nuovo, creando così una specie di “rabbocco perpetuo” che, da un lato, mescola le annate e, dall’altro, si carica di tutte le sostanze organolettiche cedute dalla botte, favorendo una perfetta integrazione degli aromi e una struttura tannica morbida e setosa. Il risultato finale è un calice da meditazione, in grado di regalare un’esperienza sensoriale profonda e avvolgente, ideale per essere degustato e apprezzato con calma e attenzione. Questa è la magia di un vino pensato per durare in eterno.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Con una composizione di 50% Kallmet, 35% Shesh i Zi e 15% Vlosh, Sason 2023 offre armoniose e prominenti note di rosa canina, evocando le immagini di un rigoglioso giardino in fiore. Intrecciati sono sentori di erbe balsamiche, che conferiscono una complessità rilassante e terrosa che bilancia il profilo del vino. Mentre bevi un sorso, i sapori di frutta matura prendono vita, avvolgendo il palato in un abbraccio succulento. La bocca ampia ed espansiva invita ad assaporare ogni momento, incoraggiando a gustarlo fresco per il massimo ristoro. È un vino che affascina fin dalla prima mescita con un’esperienza di bevuta immediata e gratificante, accessibile e sofisticata. Ideale sia abbinato a un pasto leggero o sorseggiato da solo.

    Il Plaku 2023 è un vino rosso dalla gradazione alcolica di 12,5% che raggiunge un equilibrio armonico, non travolge ma nemmeno delude il palato. L’assemblaggio è una sinfonia di varietà, con oltre il 50% di Shesh i Zi, il 25% di Vlosh e una minoranza di uve Cabernet, tutte vinificate separatamente per preservare le loro caratteristiche uniche. La cuvée risultante viene poi assemblata in recipienti di cemento, dove subisce un processo di maturazione di 12 mesi, seguito da un breve periodo in acciaio inox prima dell’imbottigliamento.

    A partire dal 2024, verrà utilizzato esclusivamente il cemento, evitando l’uso di botti di rovere. Come afferma giustamente Artan, l’influenza del legno è ora considerata obsoleta, permettendo alla vera essenza del terroir di risplendere senza ostacoli. Il naso è intenso e profondamente aromatico, ricco di note di ribes nero, bitume e un mellifluo sottofondo minerale. L’acidità è notevolmente fresca e veemente, mentre i tannini sono morbidi ed elastici, creando un’esperienza di beva immediata e allettante. Incarna uno stile intrinsecamente moderno, ma saldamente radicato nelle tradizioni e nel terroir delle sue origini.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Al contrario il Plaku 2022 matura in grandi botti di castagno di terzo passaggio concedendogli un carattere distintivo.
    Il vino assume profumi combinati di fichi, frutta secca e bacche rosse, mentre l’aggiunta di carruba conferisce una qualità terrosa, quasi radicale. L’elevata acidità fornisce una spina dorsale rinfrescante, bilanciando i tannini setosi e vellutati.
    Questa intricata combinazione di sapori e consistenze crea un’esperienza di consumo davvero ipnotica, con ogni sorso che rivela nuove dimensioni di questa straordinaria annata. In questo caso, siamo un pò contrari all’abbandono del legno.

    Il Vlosh 2022 attira subito l’attenzione. Ha un profilo strutturato e corposo e un’impressionante gradazione alcolica che si aggira intorno ai 15,3%. Al naso, aromi palpitanti di fragola fresca e uva sultanina carnosa avvolgono i sensi, suggerendo la profondità e la complessità a venire. La maggior parte delle viti utilizzate per la produzione di questo vino sono ancora allevate con il metodo tradizionale dell’alberello, che conferisce una qualità elegante e artigianale al prodotto finito.

    Quando il vino si apre nel bicchiere, rivela un palato sontuoso e dalle spalle larghe, ricco di sapori di frutta matura, quasi gommosi che ricoprono la lingua di una ricchezza vellutata. La struttura e l’intensità complessiva di questo grande vino da agnello mostrano un grande senso di peso e sostanza che persiste a lungo dopo ogni sorso. Una miscela armoniosa di potenza, finezza e puro piacere sensoriale.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vino degustato
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini, vino degustato

    Per il Merlot, l’annata 2022 è stata una delle più belle della memoria recente per questo celebre vitigno, con le uve provenienti dal pionieristico vigneto Balian che è stato piantato per la prima volta nel 2010. Purtroppo, le viti originali di questo prezioso appezzamento hanno ceduto alle malattie, rendendo necessario un reimpianto con la resistente uva Vlosh. Eppure questa avversità è servita solo ad aumentare l’eccezionale qualità del vino che ne è derivato.

    Al naso è un bouquet inebriante di violette, bacche scure e spezie sottili. Alla beva è a dir poco corposo con una perfetta integrazione di tannini maturi e setosi che forniscono struttura senza astringenza.
    C’è una notevole profondità e concentrazione in questo Merlot, che trasmette un profondo senso del luogo, ma rimane elegante ed equilibrato, i sapori di frutta matura si estendono fino a un finale lungo e appagante. E’ un vino che cattura i sensi, una vera testimonianza della resilienza di questo vigneto.

    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini
    La Kantina Balaj di Mifol nel distretto di Valona 2024, foto di Cristina Santini

    Il Caberlot 2022 è un rosso complesso che stuzzica i sensi. Al primo naso, l’aroma è profondo e provocante, evocando il profumo ricco e confetturato delle prugne secche mescolato alle note di cioccolato fondente. Man mano che il vino si apre, i tannini diventano più pronunciati, creando una sensazione di secchezza al palato che è comunque raffinata ed elegante, piuttosto che aspra o astringente. Questo è un vino, dal grande potenziale di invecchiamento, che implora di essere abbinato a piatti sostanziosi e saporiti, il tipo audace che può resistere alla ricchezza di una bistecca succosa o all’umami saporito di un pezzo di selvaggina ben scottato.

    In chiusura vi raccontiamo il Syrah 2022 che è stato meticolosamente invecchiato in acciaio, cedendo purezza e vivacità al suo profilo. Quando portiamo il bicchiere al naso, l’aroma ci avvolge, rivelando note terrose di muschio e sottobosco, a testimonianza del legame del vino con la terra. Al palato, attira l’attenzione la sua gradazione alcolica che supera i 15%, creando una presenza audace e assertiva.

    I sapori di grafite e carruba danzano sulla lingua, intrecciandosi con l’essenza distinta del torso di banana matura, aggiungendo strati di complessità e intrigo. È un calice che invita alla contemplazione, coinvolgendo il bevitore ad assaporare ogni sorso e a scoprire la miriade di sensazioni che ha da offrire.

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

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