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  • Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare

    Gambero Rosso e il Consorzio Vini Toscana uniti in un evento di territorio

    Di Cristina Santini

     

    Nel mese di ottobre, il Gambero Rosso e il Consorzio Vino Toscana hanno ospitato un evento per celebrare i vini IGT Toscana, i Supertuscan, una categoria di cui si parla molto da oltre 30 anni, ma che aveva già segnato il rinnovamento del vino italiano nei primi anni ’70.
    Durante la degustazione tenutosi presso l’Academy di Roma, Marco Sabellico del Gambero Rosso ha presentato e discusso 23 etichette di vino. Al suo fianco Stefano Campatelli, Direttore di uno dei più grandi consorzi vitivinicoli italiani, ha condiviso la visione del consorzio per il futuro e le sue importanti potenzialità di crescita.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    “Il Consorzio Vino Toscano IGT ha una lunga storia, ma è un’impresa relativamente giovane”, afferma il Direttore. “Se la denominazione IGT Toscana è nata oltre 30 anni fa, poco è stato fatto per promuoverla e non c’era praticamente nessun consorzio attivo a rappresentare i produttori. Tuttavia, negli ultimi tre anni, abbiamo lavorato duramente per riunire tutti i produttori e capitalizzare davvero questa indicazione geografica, poiché crediamo fermamente che il nome Toscana meriti di essere celebrato al meglio”.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina SantiniToscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    La denominazione Indicazione Geografica offre una flessibilità significativamente maggiore rispetto alla classificazione di Denominazione di Origine Controllata (DOC). I produttori possono lavorare con uno qualsiasi dei 97 vitigni autorizzati nella regione, ad eccezione dei vini spumanti. Ciò nondimeno, è stata presentata al Ministero una modifica al disciplinare di produzione e si spera che entro l’annata 2025 saranno consentiti sia il metodo Martinotti che quello Classico.

    Il Consorzio Vino Toscano ha ricevuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e delle Foreste con Decreto n. 423141 del 21 agosto 2023. Questo importante traguardo segna il completamento con successo del progetto di rinnovamento avviato nel 2019, in concomitanza con l’inizio della presidenza di Cesare Cecchi.
    Se tutto ciò che è stato raggiunto finora è un punto di partenza, di pari importanza è la realizzazione di iniziative promozionali per aumentare ulteriormente la conoscenza e l’apprezzamento dei vini Toscana IGT sia a livello nazionale che globale. Si tratta di un nuovo ruolo per il Consorzio, che andrà ad integrare le già consistenti responsabilità di gestione, tutela e promozione dei vini Toscana IGT.

    Facciamo chiarezza. Per essere riconosciuto dal MASAF, un Consorzio deve rappresentare almeno il 35% dei produttori e il 51% della produzione della Denominazione o Indicazione Geografica Protetta che intende tutelare. Il Consorzio Vino Toscana supera significativamente questi requisiti, rappresentando oltre il 39,5% dei produttori e più del 58% della produzione.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    La Toscana IGT comprende l’intera Regione, con oltre 1.500 aziende imbottigliatrici, un numero molto significativo. Una realtà, con oltre 13.000 ettari vitati e una produzione media annua di quasi 100 milioni di bottiglie ripartita in vini rossi 77%, vini bianchi 18%, vini rosati 5%. Per cui è quasi diventato obbligatorio considerare seriamente le strategie di crescita. Il rendimento degli Igt supera i 495 milioni di euro, con una ripartizione del 31% sul mercato italiano e il 69% verso l’export. Sensibile l’evoluzione delle vendite estere negli ultimi 10 anni, con un +126%. I principali mercati esteri sono l’Europa (46%), gli Stati Uniti (33%) e l’Asia (6%). Il restante 15% è distribuito su tutte le altre aree geografiche.

    Nel 1992 è stato istituito il sistema dei vini IGT, che ha finalmente previsto una denominazione formale. Tuttavia, molti di questi vini iconici sono stati creati prima di questa data. Ad esempio, il Sassicaia di Incisa della Rocchetta, così come la lunga serie di vini “Supertuscan” di produttori come Antinori, si erano già distinti utilizzando vitigni internazionali come Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Syrah. Questi erano gli unici vitigni dell’epoca in grado di attrarre costantemente il mercato internazionale e di godere di un prestigio diffuso. Di conseguenza, le cantine di tutta Italia hanno iniziato a piantare queste stesse varietà nello stesso periodo, anche prima che entrasse in vigore la classificazione formale IGT.

    Comunque, qualcuno non si rassegnava a vedere il declino del vero Sangiovese di Montalcino – quello con la buccia spessa e i grappoli piccoli. La ricostruzione viticola e la nascita dei vari cloni di Sangiovese è una storia recente; negli anni ’70, nessuno sapeva cosa significasse. Solo negli anni successivi si è cominciato a lavorare seriamente sul Sangiovese, ma ci sono voluti più di dieci anni per produrre vini di rilievo.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    Degustazione 23 Etichette Igt Toscana
    Questa masterclass è una delle prime del suo genere nelle attività di promozione regionale e i vini presentati questa serata rappresentano la diversità e il potenziale di questa denominazione: diversi vitigni, stili diversi e abbondanti possibilità.

    Data la qualità costantemente elevata dell’intera gamma, condividerò solo le mie impressioni più significative. Poiché non mi piace assegnare punteggi e non esiste una classifica personale, le note di degustazione saranno presentate in ordine numerico di servizio. Complessivamente, i vini mostrano una gamma di sapori espressivi, alcuni dei quali sono più tenui e meno impattanti di altri. In alcuni casi, il frutto è messo in ombra dall’uso del legno, mentre in altri i vini sono vere gemme vitivinicole, dei capolavori.

    1. Quattro chiacchiere a oltrepoggio, Chardonnay 2022, Colognole in Pontassieve. Azienda della famiglia dei Conti Spalletti Trivelli, proprietaria da oltre 150 anni della moltitudine di case coloniche al suo interno che oggi prende il nome di Country Wine Estate Colognole. Il vigneto si trova a 330 metri di altitudine a La Rufina, una zona situata nei pressi di Firenze.
    Fermentazione malolattica svolta, maturazione per un quarto in acciaio e il resto in barrique. Dopo un lungo periodo di invecchiamento in bottiglia, il vino mostra un bouquet di frutta a polpa bianca, acidità tonificante, tannini setosi, freschezza, mineralità e note di nocciole e pepe bianco. Al palato, offre un’esperienza di beva lunga, ampia ed espansiva.

    2. Acciaiolo 2020 Cabernet Sauvignon, Castello di Albola in Radda in Chianti, appartenuta alle più nobili famiglie della Toscana, oggi di proprietà della Famiglia Zonin.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    3. Farnito 2019 Cabernet Sauvignon, Carpineto.
    Acclamata a livello internazionale, la Cantina è stata fondata da due enologi concentrati sulla produzione di vini per l’esportazione. Giunta alla seconda generazione di viticoltori, attualmente possiede 220 ettari di vigneti nelle zone più prestigiose della Toscana, tra cui Montalcino, Montepulciano e Chianti e produce 3,5 milioni di bottiglie all’anno.
    Il vino presenta un’intensa ricerca di austerità, con un importante carattere tannico che contribuisce a una struttura piena, ricca e verticale. Il colore è nitido e molto pulito, con sfumature viola decise e note erbacee tipiche del vitigno, oltre a sentori di sottobosco. La complessità aromatica è data dall’utilizzo di botti di diverse dimensioni, tra cui grandi botti, tonneau e piccole botti di secondo passaggio.

    4. Olmaia 2018, Cabernet Sauvignon, Tenuta Col d’Orcia in Montalcino, un’oasi biologica ed ora biodinamica appartenente alla Famiglia Marone Cinzano.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    5. Arcanum 2019, Cabernet Franc, Tenuta di Arceno.
    Situata nella parte meridionale del Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga, la tenuta, di proprietà di un’influente famiglia americana, oggi produce vini eccellenti. Questo grazie al coinvolgimento di giovani enologi italiani che lavorano a fianco della consulente francese Pierre Seillan, su terreni argillosi.
    Il vino mostra note di liquirizia, erba tagliata e prugna, mantenendo una tensione piacevolmente acida e una grande eleganza. Sebbene manchi del carattere vegetale tipico dell’uva, l’uso sapiente del legno, dell’invecchiamento e della macerazione da parte dell’enologo ha prodotto un vino di impressionante profondità, morbidezza e raffinatezza. La qualità sapida è ben integrata, mai prepotente, e la freschezza è splendidamente bilanciata in tutto.

    6. Vas 2019 Merlot, Villa a Sesta in Castelnuovo Berardenga.

    7. Guardiavigna 2019 Cabernet Franc biologico e biodinamico, Podere Forte, nella regione della Val d’Orcia, a Castiglione d’Orcia.
    500 ettari allevati su un terreno scistoso vitale con una presenza di argilla, di proprietà dell’imprenditore milanese Pasquale Forte dove uomini, piante e animali coesistono armoniosamente, rendendo il tutto autosufficiente e sostenibile. I vini maturano in legni nuovi, soprattutto in tonneaux al posto delle barrique.
    Questo vino offre un intenso aroma di ciliegia e frutti rossi, con un carattere fresco e raffinato e un colore non troppo forte. L’espressione complessiva è di eleganza e finezza, con un risultato eccellente. I tannini sono fini e setosi, con note di cacao. Succoso e carnoso al palato, dona una sensazione morbida e avvolgente, raffinata.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    8. Auritea 2018 Cabernet Franc in biologico, Tenuta Podernovo appartenente alla Famiglia Lunelli, nel comune di Terricciola, all’interno della pregiata ed emergente zona vinicola delle colline pisane, a pochi km dalla costa toscana.

    9. Fsm 2019 Merlot, Castello Vicchiomaggio di John e Paola Matta in Greve in Chianti.

    10. Oreno 2022 45% Merlot, 40% Cab. Sauvignon, 10% Cab. Franc, 5% Petit Verdot, Tenuta Sette Ponti in Castiglion Fibocchi, Arezzo. Una storia antica: dalla Casa Reale Savoia-Aosta alla Famiglia Moretti Cuseri.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    11. Prima Pietra 2021 50% Merlot, 35% Cab. Sauvignon, 15% Cab. Franc, Tenuta Prima Pietra.
    Situato a nord di Bolgheri a Riparbella, questo resort di prim’ordine si estende su ben 200 ettari, di cui 11 dedicati ai vigneti e il resto ricoperto di foresta. Ciò che distingue Prima Pietra è il suo vigneto elevato, situato a un’altitudine di 450 metri, il più alto lungo la costa toscana.
    Cecilia Leoneschi, rinomata enologa, ha creato questo vino ben bilanciato e raffinato. Esalta il frutto del Merlot, la speziatura del Cabernet Franc e sfumature di cioccolato, erba appena tagliata e bacche rosse. Il vino è prodotto con un uso giudizioso di rovere di qualità, parte del quale è nuovo. Nel complesso, questo è un vino delizioso e armonioso da gustare.

    12. Ghiaie della Furba 2020, 40% Cab. Sauvignon, 25% Merlot, 35% Syrah, Tenuta di Capezzana in Carmignano della Famiglia Contini Bonacossi.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    13. Monteti 2019, 55% Petit Verdot, 25% Cab. Sauvignon, 20% Cab. Franc, Tenuta Monteti della Famiglia Baratta.
    Questa storica dimora, adagiata sulle colline della Maremma meridionale nei pressi di Capalbio, custodisce 30 ettari circondati da vasti boschi e accarezzati dalle dolci brezze che lambiscono l’intera valle.
    Naso accattivante in un mix di fresche note mediterranee, sentori di erbe selvatiche, muschio e un sottile carattere salino che riflette la sua posizione vicina al mare. Un delicato carattere speziato e la maturazione in un mix di botti di rovere francese nuove e usate conferiscono complessità. I ​​tannini sono maturi e vellutati, sostenendo un finale lungo e generoso che smentisce il suo contenuto alcolico del 14,5%. Un vino straordinariamente profondo e ricco.

    14. Banditaccia 2023, Ciliegiolo, Le Rogaie in Magliano in Toscana.

    15. Il Poderone 2021, Ciliegiolo di anfora, Terre dell’Etruria.
    Questa è una cooperativa di 3.660 aziende agricole associate, rappresentando la più importante realtà imprenditoriale del settore agricolo in Toscana. Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, conta 70 soci con circa 100 ettari vitati che conferiscono tutta la loro uva all’unica cantina della cooperativa, situata a Magliano (GR) e nota come Poderone.
    L’esperienza è estremamente gradevole e intensa, con un bouquet che si avvicina a sottili note affumicate e a una speziatura emergente, piuttosto che al caratteristico aroma di ciliegia. Entra nel palato in modo fluido e aggraziato, con un carattere fresco e un piacevole contrasto saporito prolunga il sorso sottolineando la bevibilità disarmantemente facile del vino. Energia gustativa da vendere.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    16. Il Legato 2020, Mammolo, Azienda Agricola Cincinelli posizionata nel territorio del Chianti, sulle colline che sovrastano la città di Capolona, piccolo paese a poca distanza da Arezzo.

    Questa varietà storica e tradizionale di uva, un tempo utilizzata come componente complementare nei blend di Montepulciano, è ora vinificata da sola, producendo un vino di notevole freschezza. Ha un livello moderato di antociani, che forniscono colore, ed è fermentato in vasche di acciaio prima di invecchiare per un anno in grandi botti di rovere francese.
    Presenta note di frutto, spezie ed erbe aromatiche, con un piacevole bilanciamento di dolcezza e acidità data dal balsamico. Al palato è ampio, elegante e delicato, con sentori di more, mirtilli neri e uvetta. Un’interessante interpretazione del vitigno.

    17. Giramonte 2021, Merlot, Sangiovese, Marchesi Frescobaldi in Castiglioni.

    18. Concerto 2021, 80% Sangiovese, 20% Cab. Sauvignon, Castello di Fonterutoli in Castellina in Chianti della Famiglia Mazzei.

    19. Modus 2020 55% Merlot, 20% Sangiovese, 25% Cab. Sauvignon, Ruffino 1877 prodotto nella Tenuta di Poggio Casciano, cuore pulsante dell’Azienda. Della Famiglia Folonari in partnership con Icon Estates, nota realtà californiana di proprietà dell’azienda statunitense Constellation Brands.

    20. Balifico 2020 65% Sangiovese, 35% Cab. Sauvignon, Castello di Volpaia in Radda in Chianti.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    21. Isacco 2020 50% Teroldego, 50% Merlot, Tenuta Matteraia in Vicchio, nel cuore delle campagne del Mugello.

    22. Badesco 2019, 60% Sangiovese, 20% Merlot, 20% Cab. Sauvignon, Bonacchi in Quarrata vicino Pistoia.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    23. Solengo 2019, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Merlot e Sangiovese, Tenuta di Argiano, all’epoca della Famiglia Marone Cinzano, oggi nelle mani dell’imprenditore Bernardino Sani.

    Il grande Supertuscan, l’eredità di G. Tachis per Montalcino, è un vino di potenza e longevità. Il legno è perfettamente integrato con il frutto, dando vita a un carattere fresco e vibrante. Note di confettura di amarene e foglie di peperone si mescolano a sentori di tabacco. Al palato, i tannini saporiti regalano una struttura potente ma elegante. Il naso è sorprendentemente ricco, raffinato e armonioso: non un singolo elemento è fuori posto. I tannini setosi creano un equilibrio meraviglioso e un’esperienza straordinariamente bevibile.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi:

    Uovo morbido, Cavolo nero e Alici
    Funghi, Topinambur e Castagne
    Trippa, Fegatini, Cannellini e Olive
    Ravioli di Cinghiale, salsa verde e fonduta di Pecorino

    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi, articolo: Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi, articolo: Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

     

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti di riferimento: http://www.consorziovinotoscana.it/

  • Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona

    Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona

    Chianina and Syrah: Il Festival delle Eccellenze Enogastronomiche della Valdichiana

    Di Carol Agostini

    Nella suggestiva cornice della Valdichiana toscana, si è svolto il prestigioso evento Chianina and Syrah, unendo due eccellenze del territorio: i rinomati vini della Cortona DOC e la pregiata carne di Chianina IGP. L’evento ha dato spazio ai grandi Syrah italiani e a una selezione di importanti Syrah internazionali, celebrando così il connubio perfetto tra tradizione enologica e gastronomica.

     

    Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona, logo da comunicato stampa
    Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona, logo da comunicato stampa

    La città di Cortona si è rivelata non solo capitale, ma anche laboratorio della Syrah in Italia, grazie all’intuizione della famiglia D’Alessandro che molti anni fa ha intrapreso questo percorso. Il festival ha celebrato il lavoro e i frutti di questa terra, patria della Chianina e di questo vitigno, esplorando le sfumature e le peculiarità che caratterizzano il territorio.

    Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona, foto da sito
    Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona, foto da sito

    Il Vino

    L’evento ha offerto un’anteprima dei Syrah della Cortona DOC e dei Syrah d’Italia, con la partecipazione di ospiti speciali provenienti da altre nazioni. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di degustare una selezione dei migliori vini della zona, esplorando la ricchezza e la complessità dei Syrah italiani e internazionali.

    I Sapori

    Le serate sono state allietate da cene di gala e degustazioni di piatti a base della pregiata carne di Chianina, preparati da chef locali e chef stellati. I partecipanti hanno potuto deliziare il palato con i sapori unici e autentici della tradizione toscana, accompagnati dai pregiati vini della zona.

    Le Esperienze

    Tra le varie attività proposte, sono stati organizzati cooking show, laboratori e masterclass dedicati alla scoperta della Chianina. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di approfondire le proprie conoscenze sulla produzione e l’utilizzo della carne di Chianina, esplorando i segreti della cucina tradizionale toscana.

    Chianina and Syrah 2024, un binomio che stimola ed emoziona, logo da comunicato stampa
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    Masterclass

    Giornalisti, sommelier ed esperti enologi hanno guidato i partecipanti in un viaggio alla scoperta del mondo del Syrah, offrendo approfondimenti sulle caratteristiche sensoriali, le tecniche di vinificazione e le tendenze attuali legate a questo affascinante vitigno.
    “Chianina and Syrah” ha rappresentato un’occasione unica per immergersi nella cultura enogastronomica della Valdichiana, esplorando le eccellenze del territorio e celebrando la ricchezza della tradizione culinaria toscana.

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  • Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano

    Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano

    CHIANINA E SYRAH 2023

    Di Elsa Leandri

    Cortona ha accolto dal 17 al 19 marzo la sesta edizione di Chianina e Syrah in cui l’amore per questa pregiata razza animale e per il vitigno, emblema di questa antica lucumonia, si uniscono e ravvivano le strade cittadine.

    Cortona, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Cortona, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    L’evento si è svolto presso il centro convegni Sant’Agostino ospitando più di 40 cantine nazionali e francesi e ben 50 chef, di cui 12 stellati. Il tutto è stato ravvivato da preparazioni culinarie con protagonista la Chianina e da interessanti masterclass volte a approfondire questo magnifico vitigno.

    CORTONA E LA SYRAH

    Se pensiamo a questo lembo di terra compreso tra la Val di Chiana e l’Appennino Tosco-Emiliano, a pochi passi dall’Umbria non possiamo non pensare al vitigno emblematico di questo areale : la Syrah.
    Eppure l’introduzione in terra cortonese di questa uva francese non è storia antica ma contemporanea.

    È ricollegabile all’anno 1967 in cui la cantina Tenimenti d’Alessandro inizia a sperimentare per introdurre nuovi vitigni internazionali, tali da sostituire gli autoctoni sangiovese, malvasia e trebbiano. Grazie alla collaborazione con il Prof. Attilio Scienza e con l’Università di Milano viene identificato in questo angolo toscano un territorio che ricorda la Valle del Rodano: è in un particolare clone di Syrah, vigneto che predilige terreni argillo-limosi, che si trova la risposta.

    Da una parte la vicinanza al Lago Trasimeno che funge da termoregolatore garantendo importanti escursioni termiche giorno/notte, fondamentale per favorire lo sviluppo di sostanze aromatiche, e dall’altra la ventilazione che evita la formazione di patogeni sono elementi che contribuiscono nel rendere questo areale privilegiato alla viticoltura.

    Vista panoramica da Cortona, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Vista panoramica da Cortona, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    Con il senno del poi potremmo parlare di una scommessa vincente ed è grazie anche all’attività di altre cantine, che hanno creduto nel potenziale di questa uva, che si è instaurato questo legame indissolubile e simbiotico tra Syrah e Cortona.
    Nel 1999 nasce la Doc Cortona che comprende diversi vitigni sia bianchi che rossi ma la Doc Cortona Syrah è quella che maggiormente la identifica.

    CHIANINA E SYRAH

    Manifesto evento, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Manifesto evento, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    Durante la visita alla manifestazione ci siamo concentrati sulla Syrah nella denominazione Cortona DOC cercando di capire e carpire quale sia la sua espressione in questo lembo di terra. Se le sue caratteristiche fruttate sono dei marker ben identificabili, la stessa cosa non la possiamo dire per quella nota speziata riconducibile alla molecola del rotundone: infatti quest’ultima si percepisce solo in qualche campione. Eleganti i sentori balsamici e di erbette aromatiche che si ritrovano in quasi tutti gli assaggi.

    Di seguito riportiamo i nostri migliori assaggi

    APICE 2019- CORTONA DOC SYRAH- (100% Syrah) STEFANO AMERIGHI
    Prugna e piccoli frutti a bacca nera sorretti da refoli floreali di iris e di erbette aromatiche offrono un’eleganza che trova corrispondenza in una bocca dominata da viva freschezza da tannini ben cadenzati. Lunga chiusura con richiami di eucalipto e oliva nera.

    Stefano Amerighi Apice, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Stefano Amerighi Apice, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    CALICE 2020 – CORTONA DOC SYRAH- (100% Syrah) CANTINA CANAIO
    Una versione fresca e immediata di Syrah che seduce già all’olfatto per i sentori di lampone, viola, cardamomo e pepe nero. Vinificazione in acciaio che permette di apprezzare il vitigno nella sua esuberanza e nella sua totalità. Tannini presenti e di buona fattura finale con richiami di piccola frutta rossa.

    Cantina Canaio Calice, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Cantina Canaio Calice, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    CUCULAIA 2018- CORTONA DOC SYRAH- (100% Syrah) CANTINA DIONISIO
    Prodotto da un’unica vigna, ricca di scheletro, posta su una collina da cui prende nome il vino. Attraente al naso per le sue note fruttate che spaziano dal lampone alla mora abbracciando tutti i frutti di bosco. Il tutto è valorizzato da sentori balsamici e di erbette aromatiche che sono affiancate da leggera speziatura e da sottili note empireumatiche. Il sorso è pieno e avvolgente sorretto da freschezza e tannicità non invasiva. Lungo finale con richiami di mirtillo.

    Cantina Fabrizio Dionisio, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Cantina Fabrizio Dionisio, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    L’USCIOLO 2020- CORTONA DOC SYRAH- (100% Syrah) CANTINA DOVERI
    Fabrizio e i suoi 2 ettari di vigneti si concretizzano nella produzione di questo unico vino, facilmente riconoscibile per l’etichetta in iuta. Nonostante che il produttore ci ripeta che “questo è un vino da aspettare, da far evolvere nel bicchiere”, cerchiamo di trascrivere le sensazioni che ci ha trasmesso al momento dell’assaggio.

    Il frutto è ben deciso e delineato in cui si susseguono mora, mirtillo, ricordi floreali di viola e rosa e la caratteristica nota speziata di pepe nero, marker autentico. Cenni di cacao e tabacco in chiusura. Bocca opulenta con tannini precisi e metrici. Persistenza elevata e finale elegantemente speziato.

    Cantina Doveri Lusciolo, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Cantina Doveri Lusciolo, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    BOCCA DI SELVA 2020- CORTONA DOC SYRAH- (100% Syrah) TENUTA ANGELICI
    Relativamente nuovi nel mondo enologico ( la prima etichetta è del 2018) i loro vini sono identitari grazie anche all’altitudine del vigneto che è posto a 550 m s.l.m. ( i vigneti più alti della denominazione). La frutta si fa quindi più scura con sentori di mora, susina e mirtillo, il cardamomo e i chiodi di garofano ci hanno ammaliato. Il tannino nobile sorretto da una decisa freschezza offre un sorso lungo, pieno e strutturato.

    Tenuta Angelici Bocca di Selva, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Tenuta Angelici Bocca di Selva, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    CANDITO 2020- CORTONA DOC SYRAH- (100% Syrah) EREDI TREVISAN
    Accanto ai sentori suadenti di ciliegia e prugna e di speziature dolci, presenta un finale balsamico e di timo e salvia regalando un impatto olfattivo molto interessante. Il tannino si deve ancora pienamente integrare per poterlo apprezzare in toto. Lungo finale di bocca delicatamente amaricante.

    Eredi Trevisan Candito, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Eredi Trevisan Candito, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri

    E fuori dalla Doc ma sempre in zona…

    GRUCCIONE 2020- TOSCANA IGT- (100% Syrah) AZIENDA AGRICOLA FANI
    La storia di due ingegneri, marito e moglie, che 5 anni fa hanno deciso di cambiare vita dedicandosi alla propria azienda agricola, a conduzione biologica, sita a Marciano della Chiana, quindi fuori dalla Doc Cortona.
    Il frutto è succoso con sentori di ciliegia, cassis e lampone; lavanda, giacinto, ricordi balsamici e speziati ne completano il profilo. Tannini saporiti in evoluzione e un lungo finale di frutti di bosco rendono il sorso appagante.

    Azienda Agricola Fani Gruccione, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Azienda Agricola Fani Gruccione, articolo: Chianina e Syrah 2023, dove le sfumature di rouge dominano, foto di Elsa Leandri
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello

    Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello

    Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello

    Di Piergiorgio Ercoli

    Storia di una famiglia che trasforma un desiderio in realtà. Due fratelli, Tania e Luigi,ereditano dal padre Beniamino il sogno di realizzare un progetto.
    La passione per il vino, l’amore per la natura e la buona capacità imprenditoriale di Beniamino, hanno permesso alla generazione successiva di creare Tenuta Moriniello.

    Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello
    Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello

    La proprietà è stata acquisita da un altro titolare e siccome “ogni cambiamento nasce dalla conoscenza approfondita delle origini”, la famiglia ha mantenuto legami con la precedente gestione e con il suo enologo. Si mantiene la tradizione guardando al futuro.
    Lavorano in modo naturale senza l’utilizzo di sostanze chimiche per tutelare l’ecosistema e la biodiversità.

    Un proverbio rappresenta la loro filosofia “ la terra non è un’eredità ricevuta dai nostri padri, bensì un prestito da restituire ai nostri figli” da qui,un modello di agricoltura responsabile diventa un assoluto.

    Tania Moriniello e carol Agostinidirettamente dal tour fatto in tenuta Moriniello
    Tania Moriniello e carol Agostinidirettamente dal tour fatto in tenuta Moriniello

    La tenuta si trova a Montaione (FI), piccolo borgo toscano sito nel cuore della regione dove troviamo un areale privilegiato per la coltivazione della vite e la produzione di grandi vini.. I terreni sono prevalentemente di origine sedimentaria, composto da argille calcareo marnose, con arenaria e galestro. Circa 20 ht di superficie vitata una altitudine compresa tra i 280 e 450 m slm.

    Le condizioni pedoclimatiche fanno sì, che le uve maturino sviluppando caratteristiche alcoliche e fenoliche equilibrate che daranno vita ad corredo gusto olfattivo intenso ai vini.
    Producono 70.000 mila bottiglie di cui 55.000 dedicate al Chianti. Hanno dato vita a tre CRU al fine di esaltarle caratteristiche di ogni zona.
    L’azienda è certificata Biologica dal 1999.

    “ Il Gobbo Nero” 2015” è un Syrah in purezza
    “ Il Gobbo Nero” 2015” è un Syrah in purezza

    Il vino in degustazione “ Il Gobbo Nero” 2015” è un Syrah in purezza, prodotto da viti allevate su un terreno misto di origine sedimentaria con prevalenza di alberese del chianti,argilla, arenaria e galestro.
    Le uve raccolte rigorosamente a mano nella prima decade di Ottobre,vengono poi selezionate prima della diraspatura. Fermenta a temperatura controllata in tini di cemento e la macerazione sulle bucce dura circa un mese con rimontaggi e frollature manuali. L’affinamento avviene in barrique di rovere francese per oltre 16 mesi, e riposa ulteriori 12 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

    Le vigne della Tenuta Moriniello e il panorama sulle colline toscane
    Le vigne della Tenuta Moriniello e il panorama sulle colline toscane

    La peculiarità del suolo dove si allevano li viti, la cura e l’attenzione per il lavoro in cantina li ritroviamo alla beva. Morbido e potente, ricco, complesso con note speziate in prima battuta che ci accompagnano anche dopo aver deglutito, intervallate da frutti di bosco e una bella ciliegia presente anch’essa nel finale lungo e persistente.
    I tannini eleganti, si accordano bene ad una struttura solida e nell’insieme tutto è equilibrato.

    Degustazione

    Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello
    Il Gobbo Nero 2015 Toscana Syrah IGT Tenuta Moriniello

    Analisi visiva
    Rosso rubino intenso e impenetrabile. Limpido e consistene nel bicchiere.

    Analisi olfattiva
    Intenso, complesso. Dominante fruttata di ciliegia e frutta rossa in confettura, poi sentori floreali, rosa rossa e viola. Arrivano i toni eleganti di spezia scura, tipicamente varietali. Non mancano terziari piacevoli con note di tostatura e cuoio.

    Analisi gusto-olfattiva
    Secco, caldo, morbido. Sorso pieno, potente e suadente. Corpo e struttura ben espressi, in una eleganza complessiva elevata.

    Ottimo lavoro sui polialcoli che regalano una piacevolezza tattile da grande vino. L’opulenza del sorso non si rivela mai tronfia però, restando su toni di grande equilibrio. Tannini morbidi. L’equilibrio fra morbidezze e durezze ammansisce i 14,5° di tenore alcolico dichiarati, tutto a favore della piacevolezza di beva.
    Elegante, armonico nel lungo finale, dove ritroviamo la corrispondenza olfattiva delle note speziate e di frutto.

    Gnocchi con ragù di cinghiale, fatti a mano in abbinamento al nostro vino degustato
    Gnocchi con ragù di cinghiale, fatti a mano in abbinamento al nostro vino degustato

    Ricetta in abbinamento eseguita da Carol Agostini

    Una ricetta composta da pochi ingredienti in un gioco di consistenze e sapori, forme e colori per un abbinamento decisamente intrigante quanto gustoso.

    Ingredienti per 4 porzioni:

    • Patate 1 kg
    • Uova 1
    • Farina 00 (q.b.)
    • Polpa di cinghiale 500 gr
    • Cipolla rossa1
    • Sedano1 costola
    • Carota1
    • Rosmarino1 rametto
    • Salvia 5 foglie
    • Alloro 3 foglie
    • Aglio 1 spicchio
    • Vino rosso della Tenuta Moriniello 2 bicchieri
    • Passata di pomodoro400 gr
    • Olio extra vergine di oliva(q.b.)
    • Sale (q.b.)
    • Pepe (q.b)

    Procedimento:

    Fare il ragù per prima cosa seguendo queste indicazioni: in una ciotola versate un bicchiere di vino della Tenuta Moriniello e lavate la polpa di cinghiale. Svuotate la ciotola e versate sulla polpa l’altro bicchiere di vino rimasto aggiungendo la salvia, l’alloro e il rosmarino, potete aggiungere anche altre erbe aromatiche a vostro piacimento; lasciate in infusione per una notte.

    Il giorno successivo, in una casseruola, preparate un trito con cipolla, sedano, carota e aglio. Fate rosolare con un po’ di olio Evo.
    Nel frattempo tagliate a pezzettini piccolissimi la polpa di cinghiale che unirete al trito; aggiungete la passata di pomodoro, il sale ed il pepe. Cuocete a fuoco moderato per circa 90 minuti, di tanto in tanto mescolate con un cucchiaio di legno.

    Per gli gnocchi: lavate le patate con la buccia, mettetele in un tegame ricoprendole con acqua fredda e fatele lessare; scolatele, passatele nello schiacciapatate e disponetele su una spianatoia di legno.
    Create una spezie di vulcano e nel mezzo al composto versateci l’uovo e un po’ di sale, impastate con l’aggiunta di un po’ di farina fino a quando non è tutto compatto. Formate delle palle che stenderete fino a formare delle lunghe strisce rotonde di circa 1 cm di diametro che successivamente taglierete ogni 2 cm circa (durante questa lavorazione spolverateci sopra un po’ di farina per evitare che si attacchino).

    Nel frattempo portate ad ebollizione l’acqua con un po’ di sale in una capiente pentola, quindi versateci gli gnocchi. Quando vengono a galla toglieteli con una schiumarola e metteteli in una zuppiera e conditeli con il ragù di cinghiale, impiattate possibilmente con piatti tenuti al caldo nel forno a circa 80°/100°, attenzione a non scottarvi.

    Degustazione di Piergiorgio Ercoli

    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu

    Sito Cantina: https://tenutamoriniello.com/
    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/