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    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei

    Prosecco: un tesoro enologico d’Italia  da Aureliano Acanti

    Di Carol Agostini

    Il Prosecco, uno dei tesori enologici d’Italia, non è solo un vino. È una tradizione millenaria, un paesaggio mozzafiato e un’eccellenza enologica che ha conquistato il mondo. Da Conegliano e Valdobbiadene, le colline Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, al calice che brilla nelle mani di chiunque celebri un momento speciale, il Prosecco ha una storia da raccontare.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Storia

    La storia di questo vino risale all’antichità, quando i Romani, abili vignaioli, coltivavano la vite nei colli veneti. Il nome “Prosecco” deriva dalla città di Prosecco, situata tra Trieste e Gorizia, dove questa varietà di uva era originariamente coltivata. Tuttavia, nel tempo, la produzione si è spostata nelle colline intorno a Conegliano e Valdobbiadene, nella regione del Veneto.
    La prima menzione documentata risale al 1754, quando il naturalista italiano Aureliano Acanti lo citò in un suo scritto. Nel corso dei secoli successivi, la produzione di codesto si è consolidata nella regione del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Territorio

    Le colline di Conegliano e Valdobbiadene, in provincia di Treviso, sono considerate il cuore del territorio di produzione del vino in questione. Queste colline sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019, grazie alla loro importanza storica e alla bellezza del paesaggio. Il clima mite, il suolo ricco di minerali e l’altitudine moderata conferiscono alle uve Glera, utilizzate per produrre il Prosecco, le condizioni ideali per esprimere il loro potenziale aromatico.

    Produzione Artigianale e Metodologia

    E’ prodotto principalmente con l’uva Glera, ma può essere affiancato da piccole percentuali di altri vitigni come il Bianchetta, il Verdiso, il Perera e il Glera Lunga. La vinificazione prevede una fermentazione in acciaio inox, che conserva le caratteristiche aromatiche dell’uva, e una seconda fermentazione in autoclave, responsabile della spumosità del vino.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Il Prosecco è disponibile in diverse varianti:

    1. Prosecco Tranquillo: Senza effervescenza, simile a un vino bianco tradizionale.
    2. Prosecco Frizzante: Leggermente frizzante, con bollicine più sottili.
    3. Prosecco Spumante: Totalmente spumante, con bollicine fini e persistenti.
    4. Prosecco Superiore: Prodotto nelle colline più prestigiose, offre una qualità superiore.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Caratteristiche organolettiche generali

    Questo vino spumante si caratterizza per il suo gusto fruttato e fresco, con note di mela verde, pera e fiori bianchi. La sua acidità equilibrata lo rende un compagno ideale per l’aperitivo, ma è altrettanto adatto a essere abbinato a piatti leggeri, come frutti di mare, antipasti e formaggi freschi.
    Uno dei segreti del suo successo è la sua versatilità. È spesso utilizzato nella preparazione di cocktail famosi come l’Aperol Spritz, che ha contribuito a promuovere ulteriormente la bevanda. E’ adatto anche come base per cocktail creativi e rinfrescanti.

    Il vino Prosecco ha guadagnato un seguito appassionato e, grazie alla sua accessibilità e prezzo relativamente contenuto, è diventato una scelta popolare per molte celebrazioni e occasioni speciali. La sua crescita costante nell’interesse dei consumatori e la sua presenza in tutto il mondo dimostrano che è destinato a rimanere uno dei vini italiani più amati e iconici.

    Statistiche Globali

    Il Prosecco è uno dei vini più popolari al mondo, con un tasso di crescita delle esportazioni notevole. Nel 2020, l’Italia ha esportato oltre 459 milioni di bottiglie di Prosecco, con gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania tra i principali mercati di destinazione. Questo vino è diventato sinonimo di celebrazione e gioia, spesso servito in occasioni speciali.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Leggi di Produzione e Classificazione

    Il Prosecco è regolamentato da rigide leggi di produzione. La Denominazione di Origine Controllata (DOC) e la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) stabiliscono i requisiti per la produzione del Prosecco. La DOCG Prosecco Superiore ha norme più severe e copre le colline di Conegliano e Valdobbiadene.

    Divulgazione generica

    Numerosi testi letterari, storici e enologici che trattano del Prosecco e della sua storia, anche le guide come la popolare “Gambero Rosso” spesso recensiscono e valutano vini inclusi quelli a base di Prosecco. Molte opere culinarie includono suggerimenti su come abbinare questo vino a piatti specifici, offrendo idee su come gustare al meglio il Prosecco in combinazione con la cucina

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    Aforismi e Frasi Storiche

    Il Prosecco ha ispirato aforismi e frasi celebri nel corso del tempo

    • “Nel Prosecco, trovo la felicità.” – Anonimo
    • “L’effervescenza del Prosecco è la gioia in una bottiglia.” – Sophia Loren
    • “Niente può rendere più speciale un momento di festa come una bottiglia di Prosecco aperta.” – Ernest Hemingway

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    Prosecco Bottega al Vertice delle Vendite nei Duty Free: Un Successo Veneto Celebrato da Luca Zaia

    In una dimostrazione di eccellenza enologica, il Prosecco continua a raggiungere vette sempre più alte, riscuotendo successo nei mercati internazionali e dimostrando di essere un tesoro di inestimabile valore per la regione Veneto. Questa affermazione giunge dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, mentre celebra il trionfo di Bottega Gold Prosecco DOC, che ha guadagnato il prestigioso titolo di leader nel settore “Champagne e spumanti” per le vendite nei duty free internazionali, secondo il recente ranking IWSR 2022.

    Il Presidente Zaia ha evidenziato l’importanza di questo risultato, sottolineando come il Prosecco, nel corso degli anni, sia passato da semplice tendenza a fenomeno globale di grande rilievo. Il successo del Prosecco non è legato soltanto all’eccezionale qualità del prodotto, ma anche alla dedizione e all’impegno degli imprenditori vinicoli veneti, che hanno sfidato con successo i giganti della produzione di vino oltre confine.
    I dati IWSR rappresentano un punto di riferimento nel settore delle bevande alcoliche, offrendo approfondite analisi sul consumo e sulle tendenze globali.

    Zaia ha affermato:Questo risultato riflette chiaramente come il Prosecco sia passato da semplice moda a una realtà consolidata nei mercati mondiali. Ha fidelizzato milioni di consumatori in tutto il mondo grazie alla qualità straordinaria del nostro vino e all’abilità dei nostri produttori, individui illuminati che hanno portato non solo il prodotto ma anche la cultura e l’identità del nostro territorio all’estero. Le aziende venete svolgono ora un ruolo di ambasciatori per l’intera regione, e il successo del Prosecco sta aprendo nuove porte per le altre produzioni tipiche, contribuendo a posizionare il Veneto come punto di riferimento nell’export agroalimentare.”

    Inoltre, Zaia ha menzionato un fenomeno relativamente nuovo: il turismo enogastronomico estero, che sta registrando una crescita straordinaria verso il territorio veneto. Questo modello, incentrato sulla sostenibilità e l’ecologia, sta diventando uno strumento fondamentale per la promozione delle Colline del Prosecco e di altre zone regionali.
    Il trionfo di Bottega Gold Prosecco DOC rappresenta un capitolo ineguagliabile nella storia di successo del Prosecco veneto, dimostrando come il vino possa diventare un ambasciatore culturale e commerciale della regione, portando l’arte dell’enologia veneta a nuovi livelli di prestigio.

    La Confraternita: Custodi del Valdobbiadene D.O.C.G. dal 1946, Prosecco, foto di Carol Agostini
    La Confraternita: Custodi del Valdobbiadene D.O.C.G. dal 1946, Prosecco, foto di Carol Agostini

    La Confraternita: Custodi del Valdobbiadene D.O.C.G. dal 1946

    Nata nel 1946, in un’epoca segnata dalle conseguenze del secondo conflitto mondiale, la Confraternita del Valdobbiadene D.O.C.G. si ergeva come baluardo contro l’abbandono dei vigneti e come faro di supporto morale e materiale per gli agricoltori. Da allora, la Confraternita si è fatta portavoce di una missione chiara: lo sviluppo e la promozione del rinomato Valdobbiadene D.O.C.G.
    Composta da esperti enologi e da figure autorevoli del mondo vitivinicolo, la Confraternita rappresenta oggi una sorta di università del Prosecco. Il suo impegno si estende ben oltre il semplice amore per il vino; si tratta di un’autentica dedizione a un’arte millenaria e all’essenza stessa del territorio.

    La Confraternita lavora instancabilmente per creare un legame indissolubile tra le persone, le cantine, il territorio e il suo prodotto di punta, il Valdobbiadene D.O.C.G. Questo legame non è solo una questione di commercio, ma un patto di reciproca crescita, dove il territorio fornisce il frutto e l’identità, mentre le persone e le cantine lo trasformano in un’opera d’arte da condividere con il mondo.

    Questa storica Confraternita rappresenta una testimonianza tangibile del potere dell’unione e della passione quando si tratta di preservare e promuovere un vino di eccellenza. Nel cuore delle colline di Valdobbiadene, queste personalità illuminate lavorano instancabilmente per garantire che il Valdobbiadene D.O.C.G. continui a brillare come un gioiello dell’enologia italiana, unendo il passato all’avvenire attraverso il potere del Prosecco.

    Ingresso Confraternita del Prosecco, foto di Carol Agostini
    Ingresso Confraternita del Prosecco, foto di Carol Agostini

    Da oltre settant’anni, la Confraternita di Valdobbiadene (precedentemente nota come Confraternita del Prosecco) si è impegnata a vigilare e promuovere un prodotto che va ben oltre il semplice vino, rappresentando anche storia, tradizione e passione. La sua missione, fin dall’inizio, è stata quella di trasmettere l’impegno, la dedizione e l’amore per questa terra e il suo nettare prezioso.

    Il Gran Maestro della Confraternita ha sottolineato come l’attività della Confraternita abbia contribuito a preservare e arricchire la cultura degli uomini che hanno reso possibile il successo economico di questo vino. Questo vino, che si presta così bene alle parole di Luigi Veronelli, “comincia sempre col rifiutarsi” e si concede solo a coloro che desiderano comprenderne l’anima oltre al corpo.

    Bottiglie annate vecchie di Prosecco conservate dalla Confraternita, foto di Carol Agostini
    Bottiglie annate vecchie di Prosecco conservate dalla Confraternita, foto di Carol Agostini

    Le radici della Confraternita affondano in gran parte nelle condizioni difficili del periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. In quel contesto, il settore vitivinicolo era minacciato dall’esodo degli agricoltori dalla collina verso lavori più remunerativi e sicuri nella pianura. Ciò portava al rischio di abbandono totale dei vigneti, minacciando la perdita di un patrimonio che solo l’uomo poteva tramandare.

    Per evitare questa catastrofe, sono state necessarie azioni concrete e protettive, non solo dal punto di vista morale ma soprattutto materiale. I fondatori di quella che sarebbe diventata la Confraternita di Valdobbiadene non hanno lesinato sforzi nell’offrire assistenza tecnica e professionale, aiutando gli agricoltori a superare quel difficile periodo.

    Negli anni, la Confraternita ha assunto il ruolo di un’autentica università del Prosecco. La sede della Confraternita, ricavata da una vecchia cantina a volta, ospita una collezione di bottiglie rari, alcune risalenti al lontano 1919, che costituiscono una testimonianza storica dell’evoluzione del vino nella regione.

    La Confraternita è cresciuta nel tempo e oggi conta tra i suoi membri tecnici e figure di spicco del settore vitivinicolo, tutti impegnati nell’obiettivo di sviluppare il sodalizio e, soprattutto, di accrescere il prestigio del Prosecco e del suo territorio. La Confraternita di Valdobbiadene è diventata un faro di passione, tradizione e dedizione per il mondo del Prosecco, difendendone l’identità e promuovendone l’eccellenza attraverso i decenni.

    Assaggi di Prosecco annate vecchie, glera passito, foto di Carol Agostini
    Assaggi di Prosecco annate vecchie, glera passito, foto di Carol Agostini

    La Bottiglia Selezione 2023 Presentata con Pompa e Stile dalla Confraternita

    Nella pittoresca cornice di Valdobbiadene, terra del rinomato Prosecco, la Confraternita di Valdobbiadene ha svelato con orgoglio la Bottiglia di Valdobbiadene D.O.C.G. selezionata per il 2023. Questo evento di risonanza ha visto la Bottiglia del confratello Mirco Balliana, dell’azienda agricola Andreola, essere eletta come ambasciatrice ufficiale della tipicità e della qualità dell’annata.

    La cerimonia ufficiale, svoltasi ieri sera con la partecipazione di numerose autorità, è stata un’occasione emozionante e carica di significato. Per presentare con stile la Bottiglia scelta per il 2023, la Confraternita di Valdobbiadene ha scelto la terrazza del ‘Municipio 1815 Boutique Hotel’ a San Pietro di Barbozza, uno scenario iconico che rappresenta la bellezza senza tempo di questa regione vinicola.

    Tra i partecipanti all’evento figuravano il Gran Maestro Enrico Bortolomiol, accompagnato da una nutrita rappresentanza di Confratelli, tutti in eleganti mantelli scarlatti, oltre alla presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G., Elvira Bortolomiol, la vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, e amministratori locali.

    Il Gran Maestro Enrico Bortolomiol ha aperto la cerimonia con parole di orgoglio e gratitudine, sottolineando il ruolo centrale della Confraternita nel promuovere la tipicità e la qualità del Valdobbiadene D.O.C.G. Oltre a essere un’etichetta di Valdobbiadene D.O.C.G. extra dry per l’annata vendemmiale 2022, la Bottiglia selezionata rappresenta l’identità di questa terra generosa e unica.

    Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G., ha sottolineato l’importanza della Confraternita nel tracciare le linee guida per la viticoltura e l’enologia, contribuendo così a preservare la qualità del Conegliano Valdobbiadene D.O.C.G.
    La vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, ha sottolineato la visione condivisa tra la Confraternita e la Strada del Prosecco, entrambe impegnate nella promozione del territorio con serietà e rispetto.
    Anche l‘assessore al turismo del Comune di Valdobbiadene, Marco Miotto, ha elogiato il ruolo della Confraternita nel promuovere il Valdobbiadene D.O.C.G. e nel richiamare turisti da tutto il mondo nelle colline circostanti.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    La Bottiglia selezionata per il 2023 è stata scelta dai Confratelli enologi attraverso una degustazione alla cieca. Prodotta da Mirco Balliana dell’azienda agricola Andreola, questa bottiglia è destinata a diventare un ambasciatore ufficiale per un anno, rappresentando il meglio dell’annata. Mirco Balliana ha descritto la bottiglia come un’opera di complessità aromatica, caratterizzata da una bolla fine e croccante, e il risultato delle uve provenienti da diverse zone di Valdobbiadene.
    Il Gran Maestro Enrico Bortolomiol ha concluso: “La Bottiglia della Confraternita diventa dunque veicolo e summa della qualità di un prodotto di eccellenza.”

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    La Confraternita di Valdobbiadene è la prima di questo genere in Italia e non a carattere religioso. Fondata da enologi visionari come Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti, Doretto Brunoro e Mario Geronazzo, la Confraternita ha una lunga storia di passione e impegno per la qualità del prodotto e il rispetto dell’ambiente. La Bottiglia selezione 2023, veicolo per la conoscenza del Valdobbiadene D.O.C.G., è già disponibile sul mercato, distribuita dall’azienda agricola Andreola. Un totale di cinquemila etichette numerate e contraddistinte dal logo della Confraternità di Valdobbiadene rappresentano i valori e la cultura di una regione che vanta con orgoglio il riconoscimento UNESCO.
    http://www.confraternitadivaldobbiadene.it

    Questo articolo è scritto da una champagnista che vive in zona prosecchista
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Merano WineFestival 2023 e il +futuro dell’enogastronomia

    Merano WineFestival 2023 e il +futuro dell’enogastronomia

    Merano WineFestival: dalle origini al futuro dell’enogastronomia passando per la sostenibilità.

    Redazione – Carol Agostini e F.P.

    La 32^ edizione della nota rassegna internazionale supera il concetto di eccellenza con le nuove menzioni: Iconic, Unique, Platinum e Next Platinum. E alla Terra, preda di sconvolgimenti climatici, dedica il summit “Respiro e Grido della Terra” che mette al centro il tema della sostenibilità.

    Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023, foto da comunicato stampa
    Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023, foto da comunicato stampa

    Nella “Città delle Palme” più a nord d’Europa è in programma dal 3 al 7 novembre Merano WineFestival. L’appuntamento con gli amanti della qualità enogastronomica quest’anno segna anche il ritorno al format lanciato dal patron Helmuth Köcher: bio&dynamica e GourmetArena in apertura, seguita dalle giornate centrali di The Festival, con espositori presenti per tutte le giornate di sabato, domenica e lunedì.

    Un ritorno alla tradizione che guarda, però, al futuro. Le nuove menzioni speciali che certificano una selezione oltre ogni aspettativa (ICONIC, UNIQUE, PLATINUM e NEXT PLATINUM), più spazio per gli espositori internazionali, super Masterclass nella cornice del Castello Principesco, un’area dedicata a Luca D’Attoma “Luca D’Attoma: percorrendo l’Italia” ma anche il Summit internazionale sulla Sostenibilità “Respiro e Grido della Terra”, oltre al The WH Buyers’ Club che andrà a completare il programma della manifestazione.

    «La ricerca dell’eccellenza nel mondo dell’enogastronomia non ha mai fine, perché l’evoluzione stessa delle tecnologie e delle tecniche agricole non ha limiti definiti. Eccellenza è un concetto che deve andare di pari passo con il rispetto per la fertilità del nostro pianeta. Dove l’uomo non accarezza il territorio nel quale vive, la Terra risponde con tutta quella serie di stravolgimenti che sempre più osserviamo», sono le parole con le quali Helmuth Köcher inaugura la 32^ edizione del Merano WineFestival, dal 3 al 7 novembre 2023.

    Sostenibilità è la parola chiave, perché solo in questa direzione è possibile perseguire eccellenza, fino a superarla, come certificato dalle nuove menzioni: ICONIC, UNIQUE, PLATINUM e NEXT PLATINUM. La 32^ edizione del Merano WineFestival rinnova l’appuntamento con il Summit sulla sostenibilità a 360°: “Respiro e Grido della Terra” dove si fa il punto della situazione dopo un anno di eventi targati The WineHunter legati al cambiamento climatico che questa estate, nella siccità e nelle inondazioni, ha mostrato segnali inequivocabili.

    Sempre più internazionale, unico nel suo genere per via del perfetto connubio tra eventi riferibili al mondo dell’enologia e quelli relativi alla gastronomia oltre a una serie di eventi collaterali, Merano WineFestival 2023 spinge ancora di più in alto l’asticella della qualità tra eleganza, cultura e business.

    merano va in scena, merano Winefestival 2022, foto da comunicato stampa
    Merano Winefestival, foto da comunicato stampa edizione 2022

    32^ EDIZIONE ALL’INSEGNA DELLE NOVITÀ

    Ritorno alla tradizione ormai decennale, per la 32^ edizione del Merano WineFestival con venerdì 3 novembre dedicato alla rassegna bio&dynamica che suggella l’importanza del focus sul biologico, biodinamico, organico e orange.

    Quindi, da sabato 4 a lunedì 6 novembre la scena è per le selezioni del The WineHunter nella cornice liberty del Kurhaus che dal 1874 ospita eventi di respiro internazionale. Da quest’anno, ancora più ricca la sezione International con selezioni provenienti dai cinque continenti. Come da tradizione, il martedì è targato Catwalk Champagne per gli amanti delle bollicine d’oltralpe, ma anche nazionali.

    Wine ma anche Food al festival meranese, con la Gourmet Arena capace di sprigionare i sapori della tradizione gastronomica italiana del Food – Spirits and Beer. Merano WineFestival è anche sinonimo di show cooking, che partiranno già venerdì alla Gourmet Arena negli spazi dedicati alla Campania e all’Abruzzo, così molti eventi collaterali e Masterclass tra il Fuori Salone e l’Hotel Therme Merano.

    OLTRE L’ECCELLENZA CI SONO “ICONIC”, “UNIQUE”, “PLATINUM” e “NEXT PLATINUM”

    La sezione “The Festival” è come al solito dedicata alle menzioni speciali del The WineHunter Helmuth Köcher con uno sguardo che dalla tradizione guarda a 360 gradi al futuro. Quest’anno Helmuth Köcher ha voluto spingersi oltre l’eccellenza, già raggiunta con la menzione PLATINUM, per quei prodotti che nel 2023 hanno raggiunto un punteggio superiore a 95/100, e NEXT PLATINUM dove sono racchiuse le promesse del futuro già insignite del The WineHunter Award Gold nelle diverse categorie.

    «Eccellenza significa rappresentatività iconica del territorio ma anche unicità di prodotti che nascono solo in condizioni particolarissime e non riproducibili in altri contesti. Un patrimonio che deve essere tanto protetto quanto valorizzato al punto che abbiamo immaginato nuove e specifiche menzioni: ICONIC, UNIQUE, PLATINUM E NEXT PLATINUM», spiega The WineHunter.

    Presentante anche le due nuove menzioni: ICONIC, attribuita a quei vini che rappresentano un riferimento di eccellenza nazionale ed internazionale per un territorio, insigniti del The WineHunter Award Gold; presenti sul mercato da almeno 25 anni, vengono prodotti da aziende storiche, con almeno 50 anni di attività. UNIQUE, invece, è la menzione che certifica i prodotti unici per tipologia di vinificazione e/o affinamento, così come per vitigno unico oppure per condizioni pedo-climatiche estreme se non eroiche, anche questi già riconosciuti dal The WineHunter Award Gold.

    Alcune degustazioni al Merano Winefestival 2022
    Alcune degustazioni al Merano Winefestival edizione 2022

    HIGHLIGHTS, I CONSIGLI DEL WINEHUNTER. GLI EVENTI DA NON PERDERE.

    Il Merano WineFestival è come un menu dalle mille portate capace di solleticare qualsiasi tipo di palato. Difficile se non impossibile fare una selezione tra eventi nel e fuori dal Festival. Partendo da venerdì, imperdibile la super Masterclass al Kurhaus con Luca D’Attoma, enologo sperimentatore della viticoltura biologica in Italia capace di innovare fino alle eccellenze biodinamiche della sua cantina senese.

    Venerdì è anche la giornata del DNA Vernatsch, ovvero la schiava gentile caratteristica dell’Alto Adige in presenza di nove produttori locali nelle sale del Kurhaus.

    Venerdì pomeriggio appuntamento alla Palm Lounge dell’Hotel Therme Merano con la presentazione del libro “Terradivina” di Riccardo Corazza. Nell’ambito di bio&dynamica, inoltre, dalle ore 14:30 alle 16:00, la Masterclass “Resistenti Nicola Biasi – I vini del futuro” con Helmuth Köcher, Attilio Scienza e Nicola Biasi.

    Sabato mattina è in programma dalle ore 10:00 in Piazza della Rena, il “Mercato della Terra” a cura di Slow Food Alto Adige. Alle ore 13:00, nella cornice del Teatro Puccini il Summit “Respiro e Grido della Terra” con esperti che si confronteranno sul tema della sostenibilità. Alle ore 15.00 alla Palm Lounge presentazione del libro “”Intrepide, Storie di donne, vino e libertà” firmato da Laura Donadoni. Dalle 16:00 alle 17:00 la Masterclass “Eccellenza dall’Albania” by Cobo Winery con il wine critic Luca Gardini. Alle ore 20:00 presso la GourmetArena Campania showcooking con Antonio Tubelli e Umberto Mazza.

    Domenica la presentazione della Guida Vini Buoni d’Italia al Teatro Puccini, dalle ore 10:30 e dalle dalle ore 11:00 alle ore 13:00 nella Sala dei 30 presso l’Hotel Therme Merano Tavolo Rotondo e Masterclass “La nuova filosofia del calice sensoriale secondo Italesse L’importanza della cultura del calice per esaltare l’unicità di ogni singolo vino” organizzato in collaborazione con Italesse e, a seguire, alle ore 14:00 Masterclass Georgia con i “Vini Qvevri – I vini in anfora”.

    Dalle ore 17:00 alle ore 19:00 presso il Castello Principesco: “La Storia di Masseto”, degustazione di 3 annate in una tavola rotonda a cura di Roberto Camuto Wine Storyteller con la presenza di Lamberto Frescobaldi. Imperdibile il lunedì, dalle 10:00 alle 12:00 al Castello Principesco assieme a Oscar Farinetti, Albiera Antinori e Priscilla Incisa della Rocchetta l’evento “Le Vite Parallele di Tignanello & Sassicaia” delle annate 1990/2008/2018.

    Alle ore 16:00, invece, Premio Godio meets Premio Zierock che celebra la cucina genuina e vicina al territorio nonché una visione olistica della produzione del vino e alle ore 19.30 presentazione della Guida “Osterie D’Italia” by Slow Wine alla Cantina di Merano. Quindi, martedì dalle ore 15.30 al Kursaal premiazione del concorso “Emergente Sala 2023”.

    SOSTENIBILITA’: MERANO WINEFESTIVAL RACCOGLIE IL “GRIDO DELLA TERRA”

    «La scorsa è stata una estate che dal punto di vista climatico ha mostrato una serie di eventi naturali come siccità e inondazioni di una intensità che non si era mai vista prima d’ora» sottolinea Helmuth Köcher. «Dalle terrazze del Kurhaus dal quale storicamente si snoda il Merano WineFestival è quasi possibile intravedere le cime orientali dei ghiacciai del Similaun che di anno in anno si ritirano sempre di più. È del 2017 la notizia che dopo 7000 anni di inerzia anche il ghiacciaio sul monte Ortles ha iniziato a ritirarsi.

    Allo stesso tempo, la viticoltura sale di quota ben oltre i 1000 m e nel fondovalle il caldo torrido e la siccità rendono sempre più complessa l’agricoltura». Non c’è da meravigliarsi quindi che al patron del festival Helmuth Köcher stia particolarmente a cuore l’appuntamento con il Summit “Respiro e Grido della Terra”: momento riflessivo caratterizzante il venerdì pomeriggio al Merano Wine Festival.

    Quali sono le proposte di soluzione alle conseguenze del cambiamento climatico in corso, in particolare quando si parla di viticoltura e agricoltura? Una domanda sulla quale, dalle ore 13:00 alle ore 15:00 di venerdì 3 e sabato 4 novembre presso il Teatro Puccini, un panel di esperti internazionali si confronteranno, sistematizzando il materiale raccolto dal WineHunter e dai suoi collaboratori nel corso dell’ultimo anno.

    I NUMERI DEL MERANO WINEFESTIVAL

    Le giornate di festival, 10.000 visitatori attesi, più di 600 espositori, oltre 1.500 vini in degustazione, 350 etichette nella WineHunter Area, più di 1750 WineHunter Awards, 26 masterclass, 22 showcooking, 2 presentazioni di libri e 6 talk al Summit “Respiro e Grido della Terra”.

    LA PRESENZA DELLE ISTITUZIONI

    Numerose le istituzioni presenti durante le giornate del festival, coinvolti anche in cerimonie, tavole rotonde e talk in programma nel Summit e non solo. Tra i nomi spiccano: il Sottosegretario di stato Luigi D’Eramo, il Vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, l’Assessore alle politiche agricole Calabria Gianluca Gallo, l’Assessore alle politiche agricole Piemonte Marco Protopapa, l’Assessore alle politiche agricole Campania Nicola Caputo, l’Assessore alle politiche agricole Molise Nicola Cavaliere, il Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, il Presidente Slow Food Italia Barbara Nappini, il Console della Nuova Zelanda Austin Brik.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Sito partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • OIKOS di Fonzone alla Milano Wine Week 2023

    OIKOS di Fonzone alla Milano Wine Week 2023

    OIKOS – GRECO DI TUFO RISERVA 2021 DI FONZONE ALLA MILANO WINE WEEK

    Redazione – Carol Agostini

    La Riserva di Greco di Tufo dell’azienda Irpina, conosciuta come OIKOS, ha recentemente ricevuto una serie di prestigiosi riconoscimenti. Sarà uno dei vini principali nella Masterclass guidata da Luca D’Attoma, un esperto riconosciuto nel mondo del vino, durante la Milano Wine Week.

    OIKOS – Greco di Tufo DOCG Riserva 2021, prodotto dall’azienda Fonzone, è alla sua seconda annata ed è stato premiato con il massimo riconoscimento Tre Bicchieri dal Gambero Rosso, è stato inserito nella categoria Top Wine dalla Guida Slow Wine 2024 e ha ottenuto la Medaglia Gold al Merano Wine Festival 2023.

    OIKOS di Fonzone alla Milano Wine Week 2023, immagine da comunicato stampa
    OIKOS di Fonzone alla Milano Wine Week 2023, immagine da comunicato stampa

    Questo eccezionale vino bianco è realizzato esclusivamente con uve provenienti da un clone rarissimo di Greco Antico, caratterizzato da acini più piccoli e un succo molto concentrato. OIKOS è un vino bianco strutturato, complesso e profumato che conquista immediatamente con le sue caratteristiche evolutive piacevoli. Al naso, si possono percepire profumi di grande intensità e complessità, con leggere note iodate, sentori di mela gialla matura e una leggera speziatura con accenni di noce moscata. Al palato, emerge il fiore di lavanda. L’acidità, pur essendo importante, non rende il vino secco, ma contribuisce a creare un equilibrio unico.

    Inoltre, Fonzone Caccese è una cantina con una ricca storia di famiglia, fondata nel 2005, che si trova nel cuore dell’Irpinia, in provincia di Avellino. La cantina è circondata da vigneti coltivati in modo sostenibile e produce una gamma di vini che riflettono l’amore per il territorio e l’impegno per la qualità.

    OIKOS - GRECO DI TUFO RISERVA 2021 DI FONZONE ALLA MILANO WINE WEEK, immagine da sito
    OIKOS – GRECO DI TUFO RISERVA 2021 DI FONZONE ALLA MILANO WINE WEEK, immagine da sito

    Storia aziendale

    L’azienda agricola Fonzone Caccese è stata fondata nel 2005 ed è situata nelle affascinanti campagne di Paternopoli, uno dei diciassette comuni all’interno della prestigiosa DOCG Taurasi, nella provincia di Avellino, nel cuore dell’Irpinia. La cantina moderna, che si estende su 2000 mq, si trova su un colle nella sottozona “Campi Taurasini”, circondato da vigneti situati a un’altitudine che varia dai 360 ai 430 metri sul livello del mare.

    Fonzone Caccese produce un totale di 8 diverse etichette, seguendo un approccio sostenibile e mettendo in evidenza le varietà autoctone come l’Aglianico, la Falanghina, il Fiano d’Avellino e il Greco di Tufo. Questo è un marchio che si concentra sulla produzione di vini artigianali di alta qualità, anziché sulla quantità. L’enologo di fama internazionale Luca D’Attoma è un pilastro di supporto per questa azienda a conduzione familiare.

    Situata su un colle di circa trenta ettari, nelle campagne di Paternopoli, all’interno della DOCG Taurasi, la cantina domina un paesaggio straordinario caratterizzato da vigneti di Aglianico, Falanghina, Fiano d’Avellino e Greco di Tufo. Questa è la terra dell’Irpinia, famosa per i suoi grandi vini ammirati in tutto il mondo. La famiglia Fonzone Caccese coltiva con passione le varietà autoctone per produrre 8 vini artigianali che riflettono l’amore per il territorio e la tradizione di una famiglia unita dalla passione per la viticoltura di precisione e l’alta qualità.

    L’azienda è stata fondata nel 2005 da Lorenzo Fonzone Caccese, un medico chirurgo appassionato di vino. Fin dall’inizio, l’azienda ha adottato un approccio sostenibile sia in vigna che in cantina, producendo vini bianchi, rossi e rosati aromatici, cremosi e longevi, rispettando i ritmi della natura e preservando la biodiversità. La nuova generazione della famiglia, rappresentata dai figli e dalle loro mogli, ha preso il testimone e continua a cercare l’eccellenza nella produzione di vini di alta qualità.

    I vigneti della tenuta coprono 30 ettari e coltivano le varietà simbolo dell’Irpinia: Aglianico, Fiano d’Avellino, Falanghina e Greco di Tufo. L’azienda pratica l’agricoltura sostenibile, evita l’uso di diserbanti chimici e segue i principi della lotta integrata per la difesa fitopatologica. Il suolo è trattato con concimi organici e sovesci, e la potatura è mirata a rispettare le piante e a mantenere basse rese per migliorare la qualità delle uve. L’azienda favorisce la biodiversità gestendo gli spazi tra le file di viti con l’inerbimento di piante spontanee.

    Il territorio di Paternopoli si colloca nella sottozona “Campi Taurasini” della DOCG Taurasi, ed è circondato da paesi come Villamaina, Castelfranci e Gesualdo. I vigneti beneficiano di esposizioni multiple e altitudini che variano dai 360 ai 430 metri sul livello del mare. I torrenti Fredane ed Ifalco influenzano il microclima, caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. Inoltre, la presenza di polvere vulcanica nel terreno, a causa delle eruzioni del Vesuvio avvenute nel corso dei secoli, aggiunge un elemento unico al territorio.

    Logo aziendale, articolo: OIKOS di Fonzone alla Milano Wine Week 2023, immagine da comunicato stampa
    Logo aziendale, articolo: OIKOS di Fonzone alla Milano Wine Week 2023, immagine da comunicato stampa

    Fonzone Caccese produce 8 vini monovarietali che esaltano le caratteristiche straordinarie delle varietà autoctone dell’Irpinia. Tra questi, spicca lo Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva, un Aglianico di grande struttura e complessità aromatica. Altri vini includono Mattoda’ Irpinia DOC Campi Taurasini, Irpinia Rosato DOC, Le Mattine Falanghina Irpinia DOC, Sequoia Fiano D’Avellino DOCG Riserva, Fiano d’Avellino DOCG, Greco di Tufo DOCG e Oikois Greco di Tufo DOCG Riserva.

    La cantina moderna, progettata per integrarsi con l’ambiente circostante, copre circa 2.000 mq ed è quasi completamente ipogea. Lo spazio dedicato alle bottiglie è caratterizzato da pavimenti rossi, elementi in vetro e acciaio, creando un ambiente visivamente accattivante per degustazioni e incontri. Fonzone Caccese è impegnata nel raggiungere la certificazione biologica e ha l’enologo consulente di fama Luca D’Attoma, esperto di viticoltura biologica e biodinamica, a guidarli in questo percorso.

    Conclusioni

    In sintesi, Fonzone Caccese è una cantina che incarna la passione per il vino, l’amore per il territorio dell’Irpinia e l’impegno per la produzione di vini di alta qualità, sottolineando il valore della tradizione familiare e della sostenibilità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: http://www.fonzone.it

    Sito ufficio stampa: https://www.zedcomm.it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale

    Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale

    Divinea Wine Tech SYmposium 2022: si rafforza l’idea di un ecostistema digitale per conoscere e ingaggiare I Wine Lover

    Redazione

    Il simposio – promosso dall’impresa tecnologica Divinea a Milano – si è trasformato in un hub di riflessioni e confronti sul mondo delle vendite dirette al consumatore e sull’enoturismo.

    “Il momento di spingere l’acceleratore digitale nel mondo del vino è adesso” è l’appello della giornata di talk.

    Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale
    Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale, foto da comunicato stampa

    Innovazione digitale, vendite al consumatore e mondo del vino. Sono i tre temi intrecciati nel Wine Tech Symposium, l’evento annuale promosso dall’impresa tecnologica Divinea che quest’anno si è tenuto per la prima volta a Milano, rafforzando la sua identità di hub di riflessione su tecnologia e innovazione e di confronto sui temi legati al mondo del vino e dei suoi protagonisti. Una terza edizione che conferma il trend in crescita e che si presenta con un passo in più rispetto all’edizione precedente.

    “Quest’anno abbiamo scelto una location che ci consentisse di raddoppiare il numero di partecipanti in presenza, ma questo non è stato sufficiente! Abbiamo dovuto organizzare su richiesta la diretta streaming per dare accesso a tutti quelli che non sono riusciti ad iscriversi.” Continua Roberto Villa, CMO di Divinea: “per noi la soddisfazione più grande è vedere l’atmosfera che si crea al Symposium: cantine da tutta Italia che si scambiano opinioni, prendo spunto dalle strategie dei colleghi e si portano a casa valore concreto per la loro quotidianità”.

    In cattedra i principali player del mondo del vino e di quello dell’innovazione, insieme a molte cantine con le loro case history di successo come quelli di Masi Agricola, Santa Margherita Gruppo Vinicolo e Cinque Quinti.

     

    Al centro di questa edizione il tema “Connecting The Dots – Un ecosistema digitale per conoscere, comunicare e ingaggiare wine lover e visitatori”. “L’edizione di quest’anno – spiega Matteo Ranghetti – co-fondatore di Divinea – si è trasformata in un vivace incubatore di riflessioni sulla tematica delle vendite dirette al consumatore e su come si possa crescere attraverso l’innovazione.

    Abbiamo riunito voci e menti del mondo del vino e della tecnologia per aiutare le cantine e i produttori a vedere tutto il potenziale che è racchiuso nelle vendite dirette in cantina e di quanto sia fondamentale avere una visione unica di ogni punto di contatto del cliente con il brand – dalla visita in cantina all’acquisto on line o al wine club.

    Il mercato vitivinicolo ha un grandissimo potenziale da esprimere in questo canale diretto con il consumatore, un’opportunità che va colta spingendo sull’acceleratore dell’innovazione. E questo è il momento perfetto perché è in atto una vera esplosione dell’enoturismo. Lo dicono anche i dati di Airbnb: le case in prossimità di un vigneto hanno registrato un vero e proprio boom di prenotazioni durante l’ultima stagione estiva”.

     

    Alcuni ospiti della conferenza durante il talk di milano, foto da comunicato stampa
    Alcuni ospiti della conferenza durante il talk di milano, foto da comunicato stampa

    Ad aprire i lavori, l’intervento di Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’associazione de Le donne del Vino, e di Dario Stefàno, Onorevole del Senato della Repubblica, coautori del testo “Turismo del vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche “(Edagricole, Milano, 2020). “Dobbiamo prendere i turisti per la gola”, ha affermato Cinelli Colombini. “La maggior attrattiva dell’Italia verso gli stranieri non è tanto l’arte, ma l’enogastronomia”. L’enoturismo è il tema centrale del Symposium e soprattutto tutti gli strumenti per favorirlo, tra cui appunto la digitalizzazione.

    “Il Covid ha dato un’accelerazione alla digitalizzazione non solo negli uffici pubblici”, ha infatti osservato Stefano. “anche nelle famiglie. Oggi abbiamo la necessità che anche le Cantine rispondano a queste esigenze. Ci agevola questo cambio generazionale. I giovani sono più attenti e predisposti, più attenti alla sfida del digitale, un recente censimento ISTAT mostra come le imprese agricole giovani, guidate da under 35, siano più digitalizzate, multifunzionali e competitive. Ora abbiamo una cultura diversa per poterlo fare e abbiamo anche risorse messe a disposizione. Possiamo sfruttarli per connettersi con il mondo”.

    Il primo talk tutto al femminile e moderato da Cecilia Zanasi (fondatrice di ZedComm) è stato centrato sulla costruzione di una relazione duratura con i propri clienti in dialogo con imprenditrici vitivinicole di rilievo. Prima di tutte Chiara Soldati (Cavaliere del Lavoro) dell’azienda vinicola La Scolca che ha raccontato come l’azienda ha cercato di evolvere continuamente le forme di interazione con il cliente, a partire da una prima App nel 2005, e di come questo sia un percorso lungo, continuo, che trova risultati quando c’è professionalità.

    Chiara Lungarotti di Cantine Lungarotti da giovanissima ha invece preso in mano le redini dell’azienda e negli anni ha dato grande luce all’Umbria facendola conoscere fuori dall’Italia e portando avanti un percorso d’innovazione prima intrapreso dal padre Giorgio, che è stato pioniere nella definizione di un museo aziendale per diffondere la cultura del vino, attrarre visitatori in azienda e comunicare il proprio brand.

    “Nel 1974 la mia famiglia ha creato il Museo del vino di Torgiano – spiega Lungarotti – giudicato dal “The New York Times” “il migliore in Italia” per la qualità delle collezioni esposte, oltre tremila reperti che raccontano la storia del vino dagli etruschi ad oggi, un museo che ha incentivato in maniera determinante l’enoturismo nel territorio”.

    Sabrina Tedeschi di Soc. Agricola F.lli Tedeschi rappresenta una delle famiglie storiche della Valpolicella e ha testimoniato come l’enoturismo sia in crescita e di come, attraverso la tecnologia Wine Suite, riescono oggi a rimanere in contatto con il visitatore e a farlo tornare. Marzia Varvaglione di Cantina Varvaglione è titolare di un’azienda di grandi numeri che riesce a gestire con successo la relazione con i propri clienti in Puglia, una terra dove non esisteva enoturismo e che l’azienda ha fatto crescere investendo molto in innovazione:

    oltre ad essere tra le primissime aziende ad aver creduto in Divinea e nella soluzione Wine Suite, in occasione dell’ultimo Vinitaly hanno presentato un wine game con un App Mobile sviluppata per l’occasione.

    Alcuni ospiti della conferenza, Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale, WineSuite, foto da comunicato stampa
    Alcuni ospiti della conferenza, Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale, Wine Suite, foto da comunicato stampa

    Connettere i processi aziendali in un’unica soluzione

    Tema del secondo talk è stato “connettere i processi aziendali in un’unica soluzione” moderato da Veronica Mariani. Al centro tanti racconti di innovazione virtuosa, come quello di Giulia Corcos – Responsabile servizi B2B Tannico ha portato l’esperienza della divisione WinePlatform di Tannico che aiuta le aziende vitivinicole a gestire l’eCommerce e la spedizione di vino in tutto il mondo, e che di recente ha formalizzato la partnership con Divinea per connettere WinePlatform con Wine Suite.

    Altri ospiti del talk di Milano, Divinea WineSuite, l'ecosistema digitale per le cantine e winelovers
    Altri ospiti del talk di Milano, Divinea Wine Suite, l’ecosistema digitale per le cantine e winelovers, foto da comunicato stampa

    “Una collaborazione che nasce dalla visione comune di voler semplificare il percorso digitale delle cantine – spiega Corcos – soprattutto in questo momento di rapida digitalizzazione. Puntare sul crm è fondamentale per guidare l’audience e aumentare la frequentazione di acquisto e lo scontrino medio, soprattutto per una cantina che ha un’offerta molto vasta e che ha quindi bisogno di targettizare la propria comunicazione”

    O ancora Caterina Tienforti, Responsabile commerciale per Spotty Wi-Fi, che con la loro tecnologia offrono alle aziende vitivinicole la possibilità di raccogliere i dati e i relativi consensi gdpr delle persone che si collegano alla rete Wi-Fi della cantina. “La nostra esperienza viene dal mondo dell’hospitality, e abbiamo iniziato nella nostra città di provenienza, Riccione. – spiega Tienforti – Qui la concorrenza è altissima e i dati fanno la differenza. La nostra intuizione è stata quella di semplificare il passaggio della richiesta del wi-fi per attingere ai dati dei clienti, che prima non venivano tracciati.

    A questo abbiamo aggiunto anche la richiesta di un commento sull’ospitalità per migliorare l’esperienza” Matteo Cunial, Chief Revenue Officer xFarm, ha portato l’esperienza della sua startup che punta alla digitalizzazione dell’agricoltura, fornendo strumenti innovativi che possono affiancare gli imprenditori agricoli e gli attori della filiera agroalimentare nella gestione delle loro aziende.

    Nata da agricoltori e disegnata su misura per il settore agrario, ha come focus principale la semplicità di utilizzo, l’intuitività e la completa adattabilità alle realtà agricole. “Abbiamo costruito un ecosistema digitale per migliorare il prodotto che viene raccolto nel campo, facendo digitalizzazione allo scopo di rispondere alla sempre maggiore sensibilità sulla tematica della sostenibilità: vogliamo essere degli alleati delle aziende per valorizzare il loro prodotto sul mercato, valorizzando i dati che raccogliamo direttamente sul campo, attraverso un’applicazione agricola”.

    Alessandro Manoni, Area Manager APRA, ha presentato questa azienda italiana nata più di 40 anni fa, facente parte dell’ecosistema Var Group, leader italiano nel settore dell’Information Technology, che da anni accompagna le imprese nel percorso di digitalizzazione grazie ad una profonda conoscenza del settore e delle tecnologie abilitanti alla crescita aziendale. “i-Wine è molto più di un sistema gestionale – spiega Alessandro Manoni – è la soluzione ERP al servizio delle aziende che affrontano le sfide di un mercato in continua evoluzione. La Suite gestisce tutte le esigenze della filiera vitivinicola: campagna, cantina, laboratorio, produzione, supply chain, qualità, finance e molto altro”.

    Altro argomento trattato del talk è stato quello spinoso e delicato del trattamento dei dati, ma assolutamente necessario dal punto di vista normativo. A questo proposito è intervenuto André Luiz Silva, Chief Tecnology e Data Officer di Divinea, che ha sottolineato: “Noi di Divinea fin dall’inizio, abbiamo gestito il processo di raccolta e trattamento dei dati nel pieno rispetto delle normative, con l’intento di semplificare le attività per le cantine. Per noi è prioritario raccogliere da subito tutti i consensi di privacy possibile e a tutti i livelli, per poi tracciare l’origine dei dati, anche quelli raccolti su piattaforme esterne. Non ultimo, diamo alle cantine la capacità di usarli nella maniera giusta rispettando tutte le normative. Quando si parla di privacy non si può sbagliare, c’è un rischio altissimo e le regole devono essere rispettate”.

    Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale WineSuite, foto da comunicato stampa
    Divinea Wine Tech SYmposium 2022: ecosistema digitale Wine Suite, foto da comunicato stampa

    Nel terzo talk il tema di discussione è stata la definizione di una formula per incrementare le vendite direct-to-consumer con la moderazione di Francesco Minetti di Well Com. Raffaele Boscaini – Masi, in rappresentanza di un marchio storico del vino italiano con 250 anni di storia, ha sviluppato progetti di eccellenza enoturistica italiana come la Masi Wine Experience con 20k visitatori annui e condiviso un progetto di prossimità verso il consumatore finale, con wine shop in ognuna delle nostre tenute e punti di somministrazione e wine bar per creare una relazione diretta con il consumatore.

    “Gli ultimi anni hanno portato dei cambiamenti molto importanti e hanno segnato una discontinuità che ha accelerato un processo in essere, quello di arrivare al consumatore finale. – spiega Raffaele BoscainiIl passaggio di Masi Wine Experience non è stato un passaggio facile, ma molto meditato. L’occasione è nata ancora una volta dalla discontinuità che ha permesso di essere vicini al consumatore attraverso l’online. Masi Wine Experience è iniziato con l’apertura delle tenute, attrezzandole con rivendite e punti di ristorazione caratterizzati dal nostro vino.

    Un concetto di ristorazione nuovo, che noi chiamiamo “wine first”, che ha preso forma dal Lago di Garda a Zurigo, da Cortina d’Ampezzo a Monaco di Baviera nella via della moda. Tanti luoghi lontani tra loro dove la raccolta dei dati è un punto complesso, e diventa fondamentale avere gli strumenti per coordinare tutti i punti e tutti i dati raccolti”.

    Altra presenza importante, quella di Alessandro Marzotto di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, con una testimonianza positiva: l’azienda è uscita dal biennio della pandemia con un fatturato record che nel 2021 si è attestato a 220,4 milioni di euro con un EBITDA pari al 35,9% – record sia in termini di ricavi che di redditività. Per ottenere i risultati il Gruppo ha operato con una strategia multicanale (export, horeca, presenza sulle principali piattaforme eCommerce e vendite dirette) e potenziando la digitalizzazione dell’azienda.

    A inizio del 2022 è stato ufficializzato l’acquisto della maggioranza della cantina ROCO Winery in Oregon, una possibilità ulteriore di vendere i vini del Gruppo direttamente al consumatore finale in alcuni Stati americani. “La sfida, – sottolinea Marzotto – iniziata ma non ancora vinta, è quella di riuscire a cambiare l’approccio. Bisogna partire dal bisogno del consumatore di oggi e riuscire a definire un sistema capace di mettere in relazione i punti di contatto che sono tantissimi: la presenza fisica, gli eventi e tutto il mondo digitale, dai social all’ e-commerce”. 

    Martina Arditi – Cinque Quinti è testimone di un percorso vitivinicolo certamente più recente, ma che è già una referenza per il mondo enoturistico e per le vendite dirette al consumatore. “Abbiamo lavorato – spiega Martina Arditi – per dare al consumatore la possibilità di restare da noi. Abbiamo investito sugli spazi, con una corte e una terrazza panoramica, e alla classica degustazione abbiamo integrato un servizio wine bar. Cerchiamo poi di offrire sempre esperienze nuove, come il cinema sotto le stelle, trekking, wine dinner o l’invito di persone conosciute”.

    Gianni Daniele dell’azienda Tredaniele in Cilento, una zona con flussi turistici costanti, ma non sempre legati all’enoturismo. L’azienda ha avviato la sua attività enoturistica come esperimento solo tre anni fa, arrivano quest’anno a gestire più di 3.000 visitatori nella sola stagione estiva. “Ha funzionato parlare non solo di vino, ma anche di cibo, musica e tradizione. Nel futuro la nostra idea è quella di studiare progetti nuovi, coinvolgendo altre attività, come il trekking”.

    Divinea, nata nel 2019, è l’impresa tecnologica specializzata in prodotti e servizi digitali per il settore vitivinicolo. L’obiettivo è quello di incentivare l’incontro tra le cantine italiane e i consumatori finali, attraverso tecnologie digitali disegnate per incrementare le vendite di vino dirette e migliorare l’esperienza d’acquisto dei consumatori finali. Wine Suite è la piattaforma di CRM e marketing sviluppata da Divinea e utilizzata da oltre 200 aziende vitivinicole.

    È uno strumento unico e integrato che permette di: vendere più vino direttamente ai consumatori privati migliorare e personalizzare l’esperienza di acquisto del cliente sia in cantina che online risparmiare tempo nella gestione delle attività enoturistiche, dalla promozione alla vendita con pagamento online automatizzare la raccolta dati dei clienti per ingaggiarli e fidelizzarli attraverso attività di marketing mirato

    Da Comunicato Stampa


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