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  • ‘A Ricchigia di Bronte 2024, delizioso pistacchio di qualità

    ‘A Ricchigia di Bronte 2024, delizioso pistacchio di qualità

    ‘A Ricchigia di Bronte: Tradizione, Innovazione e Eccellenza nel Mondo del Pistacchio

    di Carol Agostini

    L’azienda ‘A Ricchigia di Bronte rappresenta una delle eccellenze nel panorama agroalimentare siciliano, specializzata nella produzione di pesto di pistacchio, salsa di mandorle e una vasta gamma di prodotti derivati da questi pregiati ingredienti. La storia di ‘A Ricchigia è intimamente legata al territorio di Bronte, un piccolo comune situato alle pendici dell’Etna, conosciuto in tutto il mondo per la coltivazione del Pistacchio Verde di Bronte DOP. In questo articolo esploreremo il territorio, la cultura e la tradizione legata al pistacchio di Bronte, illustreremo alcune ricette tradizionali, e analizzeremo il mercato globale del pistacchio e dei suoi derivati.

    'A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto di Carol Agostini
    ‘A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto di Carol Agostini

    Il Territorio di Bronte: La Culla del Pistacchio

    Bronte, situato nella provincia di Catania, vanta un microclima unico e terreni vulcanici particolarmente fertili che creano condizioni ideali per la coltivazione del pistacchio. Questo territorio offre un ambiente perfetto per la crescita del Pistacchio Verde di Bronte, conosciuto anche come “oro verde”, rinomato per le sue caratteristiche organolettiche uniche, il sapore intenso e il colore verde brillante.

    Il legame tra Bronte e il pistacchio ha radici profonde. La coltivazione del pistacchio in questa regione risale al periodo arabo, quando i Saraceni portarono con sé la pianta e le tecniche di coltivazione. Grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla dedizione degli agricoltori locali, Bronte è diventata una delle principali aree di produzione di pistacchio in Italia e nel mondo.

    'A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto da internet
    ‘A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto da internet

    La Storia e la Cultura del Pistacchio

    Il pistacchio ha una lunga storia che risale a migliaia di anni fa. Originario del Medio Oriente, il pistacchio era già conosciuto e apprezzato dalle antiche civiltà. I Babilonesi e gli Assiri coltivavano questa pianta e la consideravano un simbolo di ricchezza e fertilità. Anche i Greci e i Romani utilizzavano il pistacchio sia in cucina che come ingrediente medicinale.
    La diffusione del pistacchio nel bacino del Mediterraneo si deve in gran parte agli Arabi, che durante le loro conquiste portarono la pianta in Sicilia e in altre regioni del sud Italia. Da allora, il pistacchio è diventato una coltura importante in queste aree, con Bronte che si è affermata come la capitale italiana del pistacchio.

    ‘A Ricchigia: Eccellenza e Tradizione

    L’azienda ‘A Ricchigia è nata con l’obiettivo di valorizzare il pistacchio di Bronte e altri prodotti tipici siciliani. Fondata da una famiglia di agricoltori locali, ‘A Ricchigia ha saputo coniugare la tradizione con l’innovazione, sviluppando una gamma di prodotti di alta qualità che rispettano le tecniche artigianali e i sapori autentici del territorio.
    Tra i prodotti di punta dell’azienda troviamo il pesto di pistacchio, una deliziosa salsa che esalta il sapore intenso e unico del pistacchio di Bronte. Accanto a questo, ‘A Ricchigia produce una squisita salsa di mandorle, marmellate, creme spalmabili e dolci tipici, tutti realizzati con ingredienti selezionati e secondo ricette tradizionali.

    'A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto di Andrea Longhini, gli studenti dell'Ipsia Asiago
    ‘A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto di Andrea Longhini, gli studenti dell’Ipsia Asiago

    Ricette con i Prodotti di ‘A Ricchigia

    Ecco alcune ricette tradizionali che utilizzano i prodotti di ‘A Ricchigia, perfette per esaltare il sapore unico del pistacchio di Bronte e delle mandorle siciliane.

    Pasta al Pesto di Pistacchio

    Ingredienti:
    • 400 g di pasta (spaghetti o penne)
    • 200 g di pesto di pistacchio ‘A Ricchigia
    • 100 ml di panna fresca
    • 50 g di parmigiano grattugiato
    • 1 spicchio d’aglio
    • Olio extravergine di oliva
    • Sale e pepe q.b.
    Procedimento:
    1. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata.
    2. In una padella, scaldare un filo d’olio e rosolare l’aglio schiacciato.
    3. Aggiungere il pesto di pistacchio e la panna fresca, mescolando bene per ottenere una crema omogenea.
    4. Scolare la pasta al dente e saltarla nella padella con il pesto, aggiungendo un po’ di acqua di cottura se necessario.
    5. Spolverare con parmigiano grattugiato e pepe nero prima di servire.

    'A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto di Andrea Longhini, gli studenti dell'Ipsia Asiago
    ‘A Ricchigia di Bronte 2024, pistacchio di grande qualità, foto di Andrea Longhini, gli studenti dell’Ipsia Asiago

    Dolcetti alle Mandorle

    Ingredienti:
    • 300 g di mandorle pelate
    • 200 g di zucchero
    • 2 albumi
    • Scorza grattugiata di un limone
    • Zucchero a velo q.b.
    Procedimento:
    1. Tritare finemente le mandorle pelate fino a ottenere una farina.
    2. In una ciotola, montare gli albumi a neve ferma con lo zucchero.
    3. Aggiungere la farina di mandorle e la scorza di limone, mescolando delicatamente fino a ottenere un impasto omogeneo.
    4. Con l’impasto, formare delle palline e rotolarle nello zucchero a velo.
    5. Disporre i dolcetti su una teglia rivestita di carta da forno e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 15-20 minuti, fino a leggera doratura.

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  • Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice

    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice

    Guida ai Vini di Sicilia 2024: Un’Esplorazione Sensoriale in un Paradiso Enogastronomico

    Di Marco Maria Marcialis

    Sabato 27 gennaio, presso il San Paolo Palace Hotel di Palermo, si è svolta la suggestiva presentazione della Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, un evento fortemente mediterraneo che ha entusiasmato i presenti. Iniziare l’anno con una spinta tutta siciliana tra suoli e areali che conquistano i palati e fanno sognare i wine lover di tutto il mondo, i quali percorrono decine di migliaia di chilometri per visitare questa terra baciata dal sole e dagli dei.

    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice, foto dell'autore
    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice, foto dell’autore

    In un meraviglioso equilibrio tra occidente e oriente, tra mare e montagna, più di 170 aziende sono state recensite nella guida di quest’anno. Trentadue di esse hanno ricevuto il massimo riconoscimento delle 4 Viti AIS; in questo olimpo enoico, ben sei sono stati riconosciuti come “Gemme”.

    Da sommelier siciliano e winelover di lungo corso, è con immenso piacere che constato la crescita del vino siciliano, sia in termini di godibilità sia di modernità, rispettosa comunque della tradizione e con una visione proiettata verso il futuro. Modernità e Visione a cui è stata dedicata una masterclass e un wine talk intitolati “Next Generation“, incentrati sui più pregevoli e accurati cambi generazionali nella conduzione di importanti aziende vitivinicole, tra cui Fina, Nicosia, Barone Sergio e Baglio del Cristo di Campobello.

    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice, foto dell'autore articolo
    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice, foto dell’autore articolo

    Ulteriore enfasi è stata data dalla doppia conduzione di Orazio e Claudio di Maria, padre e figlio appunto, quest’ultimo insignito nel 2023 come Migliore Sommelier di Sicilia.

    Tra i banchi di assaggio si respirava un clima di condivisione e passione per la Sicilia e i suoi vini, arricchita dalla presenza corale di tutte le delegazioni territoriali.

    Durante l’evento, ho posto alcune domande a Francesco Baldacchino, presidente regionale, e a Mariagrazia Barbagallo, delegata responsabile per la sezione di Catania.

    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice
    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice

    Al presidente Baldacchino ho chiesto:

    1. Cosa rappresenta per te questo evento? Per lui è un’emozione vivere l’evento come coronamento del lavoro di un anno alla scoperta del territorio ed eccellenze che si svolge nei panel di degustazione che attraversano l’anno, divisi tra Palermo, Agrigento e Catania.
    2. Cosa rappresenta la Sicilia in questo momento nel panorama vitivinicolo nazionale? Per Baldacchino, è motivo di grande orgoglio rappresentare la sua regione, che in modo forte ed efficace in ogni ambito, dai spumanti ai bianchi, ai rosati, offre vini di riconosciuta qualità e identità, con grande impegno dei produttori e dei sommelier nel veicolare le meraviglie della Sicilia.
    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice, foto dell'autore articolo
    Guida AIS ai Vini di Sicilia 2024, sole e mare nel calice, foto dell’autore articolo

    A Mariagrazia Barbagallo ho chiesto:

    1. Quanto appeal ha oggi la figura del sommelier?Questa figura, soprattutto nei giovani, è molto riconosciuta e ambita perché rappresenta modernità, conoscenza e curiosità, con approccio positivo e propositivo anche nel mondo del lavoro negli ultimi anni, confermandosi una figura molto dinamica.”
    2. Quanto è unita e compatta AIS Sicilia nelle manifestazioni e nella programmazione?Abbiamo creato nella dirigenza un gruppo che si occupa di eventi in tutta la Sicilia. La forza del gruppo è vincente. Ognuno con le proprie conoscenze contribuisce e completa la macchina organizzativa complessa ed articolata.”

    Felice e appagato del sole isolano in ogni calice, do l’arrivederci alla prossima edizione.

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  • Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC

    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC

    Il 10 Novembre un Giorno Memorabile per la DOC Etna: Un’Intervista Esclusiva a Seby Costanzo

    Di Marco Maria Marcialis

    Gennaio 2024

    Il 10 novembre del 2023 si è rivelato un giorno senza precedenti per la DOC Etna, con l’approvazione del percorso ufficiale verso la prestigiosa DOCG. Questo passo epocale ha suscitato emozioni e riflessioni da parte di coloro che lavorano instancabilmente per portare avanti la missione di promuovere l’eccellenza enologica dell’Etna.

    Per svelare il dietro le quinte di questo importante traguardo, abbiamo intervistato Seby Costanzo, Vice Presidente del Consorzio di Tutela Etna Doc, figura di spicco nel mondo vitivinicolo dell’Etna.

    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, foto di repertorio
    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, foto di repertorio

    Intervista

    1) Il tuo stato d’animo

    “Personalmente sono molto soddisfatto della decisione che è stata presa. In qualche modo, ci siamo formalmente obbligati a lavorare con l’obiettivo di un miglioramento continuo e della salvaguardia delle limitazioni a sistemi produttivi non coerenti con i nostri principi. Questo aspetto è determinante per dimostrare che la notorietà e gli apprezzamenti che stiamo ricevendo non sono frutto di una moda passeggera ma di un sistema ben consolidato.”

    2) Sogni e Dubbi

    “Mi piacerebbe che si rafforzasse sempre più il concetto unitario che stiamo perseguendo. Il successo attrattivo che ha avuto l’area Etna negli ultimi anni, per esempio al Vinitaly, dove ci siamo presentati con un’immagine unica, rappresentativa del territorio e che comunicava unicità nel complesso delle sue meravigliose diversità, è stato il mio sogno che è diventato realtà. I dubbi, sotto questo aspetto, sono oggi tutti fugati e ci proponiamo di consolidare quanto è stato fatto: vedremo man mano.”

    3) Unanimità o Perplessità

    “Avevamo pensato, già nel 2019, che fosse maturo il tempo perché la DOC Etna diventasse una DOCG. Poi 2020 e 2021 sono stati due anni difficili per tutti i produttori a causa della stasi di mercato dovuta al periodo di restrizioni Covid. Con il rinnovo del CdA, già da subito a inizio 2022, il presidente Cambria dichiarava che l’evoluzione della DOC era un obiettivo principale.

    Oltre un anno di incontri e confronti tesi alla massima condivisione tra i soci del Consorzio, nella loro eterogeneità, hanno caratterizzato il percorso che ha portato alla storica decisione votata all’unanimità avendo superato tutte le perplessità, soprattutto tra i produttori più piccoli. È stato un lavoro corale che ci ha resi molto soddisfatti e orgogliosi.”

    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, Monte Ilice, foto di repertorio
    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, Monte Ilice, foto di repertorio

    4) Confronto parallelo con altre DOCG

    “La distinzione tra DOC E DOCG è un fattore essenzialmente italiano, poiché, per l’Unione Europea, entrambe rientrano nella definizione DOP. La differenza sta nella garanzia massima offerta al consumatore. I vini con marchio DOCG sono creati seguendo un disciplinare molto attento e restrittivo, teso a creare un prodotto di altissima qualità e naturalmente di origine strettamente controllata. Un sacrificio che l’Etna non poteva declinare, anche per le sollecitazioni stimolate dai numerosi stakeholder, vista la crescente reputazione che i vini Etna continuano a consolidare a livello internazionale.”

    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, foto di repertorio
    Seby Costanzo intervista di Marco Marcialis 2024, Etna DOC, foto di repertorio

    5) Era meglio prima o lo sarà dopo

    “Ritengo che sarà meglio dopo. Un sistema di regole più chiare e trasparenti è foriero di garanzie per tutti, produttori e consumatori. Del resto, ci abbiamo creduto fermamente e voglio immaginare solo miglioramenti e rispetto del territorio che saranno alimentati anche da un lavoro di coinvolgimento della Città di Catania, riferimento dei 20 Comuni nei quali si producono vini etnei, dalla tutela dell’area su cui insiste la denominazione e dal rispetto delle regole.”

    VEDI ANCHE: https://www.papillae.it/amor-primera-copa-sicilia-spagna-in-calice/

    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano
    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano

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  • Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023

    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023

    Amor a Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in un calice

    Di Marco Fabio M. Marcialis

    Amor a Primera Copa non è un evento come ci tiene a specificare Castro, ma un incontro lungo con una serie di eventi, tra due terre che tanto ama e per le quali ha tanto contribuito a costruire.

    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023, foto di Marco Marcialis, Alessandro Castro, Marco Marcialis, il presidente della Cofradía dell'Alvariño e il poroteoatoro della Pluripremiata cantina Suertes del Marques
    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023, foto di Marco Marcialis, Alessandro Castro, Marco Marcialis, il presidente della Cofradía dell’Alvariño e il poroteoatoro della Pluripremiata cantina Suertes del Marques

    Il 24 Novembre a Tenerife in occasione della presentazione delle attività e del gran Capitulo della Cofradia de Los vinos de Las Canarias, si svolgerà un importante masterclass ideata tra confronti e parallelismi tra i vulcani Teide e Etna e della Sicilia orientale.

    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023, foto di Marco Marcialis, bottiglie delle cantine partecipanti sulla terrazza dell'iconica Bodega Monje
    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023, foto di Marco Marcialis, bottiglie delle cantine partecipanti sulla terrazza dell’iconica Bodega Monje

    Castro in quanto membro del direttivo della Cofradia ha voluto fortemente questo evento dove parteciperanno 4 Cantine Siciliane:
    Cantine Nicosia, Cantine Gurrieri, Verderame Winery, Licciardello Vini.

    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023, foto di Marco Marcialis con Alessandro Castro, Felipe Monje, Lorelay De Armas
    Amor Primera a Copa dalla Sicilia alla Spagna in calice 2023, foto di Marco Marcialis con Alessandro Castro, Felipe Monje, Lorelay De Armas

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  • Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023

    Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023

    Tenute Camilleri, assaggi, templi e viaggio siciliano

    Di Elsa Leandri

    Due delle mete imprescindibili quando si organizza un viaggio in Sicilia sono Agrigento e la Valle dei Templi. Agrigento si sviluppa su due colline, il colle dei Girgenti a ovest e la Rupe Atenea a est, con i suoi palazzi e i suoi viali da cui gli occhi si possono perdere in una vista infinita sul Mar Mediterraneo e sulla Valle dei Templi.

    Quest’ultima rappresenta il sito archeologico più grande d’Europa e del Mediterraneo, con i suoi numerosi templi in stile dorico, ricordo inesorabile di studi di lettere classiche e teatro di ispirazione per molti scrittori e pittori come Ludovico Ariosto, Maupassant, Alexandre Dumas e ancora Pirandello o Salvatore Quasimodo. Anche la persona meno sensibile viene conquistata grazie a questa magnificenza artistica.

    Territorio

    A pochi passi ci aspetta il Mar Mediterraneo con l’acqua turchese, le calette e le spiagge che invogliano a distendersi per qualche ora sotto il sole e a trovare refrigerio facendo un tuffo tra una visita e l’altra.
    È inevitabile cedere alla tentazione di uno, o magari di più, piatti locali: gli arancini, la pasta con le sarde, la caponata, la brioche con il gelato, la cassata siciliana e i cannoli sono solo alcuni degli esempi di questa genuina territorialità a cui le papille gustative non sanno resistere in alcun modo.

    È risaputo che il cibo richiama il vino e questo connubio viene sposato e promosso dalla Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, un’associazione, nata nel 2018, che conta 60 imprese, tra ristoranti, strutture alberghiere, enoteche, aziende agricole e ovviamente cantine, che hanno come scopo proprio quello di valorizzare il territorio della Trinarchia sud-occidentale più precisamente è delimitata dai fiumi Salso e Platani con al centro la valle dei Templi e parte della provincia di Caltanissetta.

    Seguendo questo percorso, a 20 km della Valle dei Templi, nella contrada di Ciccobriglio, troviamo una struttura ben visibile per i suoi tetti merlati: è la Tenute Camilleri, associata alla Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi.

    Storia

    L’azienda nasce nel 1965 quando Tito investe in questo areale. Attualmente è il figlio Peppe, enologo, che, circondato dalla famiglia e da collaboratori fidati, monitora e controlla ogni passaggio produttivo al fine di immettere sul mercato dei prodotti, a nostro avviso, identitari.

    La vision della tenuta è quella di valorizzare e far emergere i vitigni autoctoni come perricone, nerello mascalese, nero d’Avola e grillo. Unico vitigno internazionale rappresentato è il merlot: il suo impianto risale alla fine degli anni ’90 quando Peppe individuò la possibilità che questo territorio fosse idoneo alla sua espressione.
    In totale sono sei le etichette prodotte e noi abbiamo avuto modo di degustare le seguenti.

    Vini degustati:

    Titous 2020 (dedicata al nonno Tito)
    Merlot 100%
    Carminio impenetrabile. Il profilo olfattivo evoca la ciliegia sia in confettura che sottospirito, il lampone maturo con dei rimandi a olive nere e rabarbaro. In chiusura attraenti echi di polvere di caffè, cioccolato e una delicata speziatura di chiodi di garofano. Avvolgente al sorso rivela gradualmente i tannini ancora in integrazione su una scia di prugna.

    Tenuta Camilleri Titous 2020, articolo: Tenuta Camilleri, l'origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri
    Tenute Camilleri Titous 2020, articolo: Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri

    Terraranni 2020
    Nero d’Avola 100%
    Rubino vivace. Tripudio vegetale di rosmarino, eucalipto e garrigue che impreziosisce il tappeto fruttato di durone e prugna. Cenni di grafite e pepe nero. L’entrata è ben equilibrata con un duetto tra freschezza e tannino che dinamicizza la bocca su un finale di menta piperita.

    Tenute Camilleri Terraranni 2020, articolo: Tenute Camilleri, l'origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri
    Tenute Camilleri Terraranni 2020, articolo: Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri

    Semprevento 2021
    Nerello Mascalese 100%
    Peonia vivo. Accattivante con sentori di ribes rosso, fragola, marasca che si intrecciano a un bouquet floreale di lavanda e peonia e a un soffio di timo e macchia mediterranea. Freschezza e sapidità concorrono nel regalare una salivazione continua che appaga dissolvendosi su delle note agrumate.

    Tenute Camilleri Semprevento 2021, articolo: Tenute Camilleri, l'origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri
    Tenute Camilleri Semprevento 2021, articolo: Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri

     

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://tenutecamilleri.it/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012

    Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012

    Dalla Trinacria a Terre Sikane

    Di Elsa Leandri

    Trinacria. Così veniva chiamata anticamente la Sicilia, racchiudendo nel nome stesso i “tre promontori” che identificano i tre vertici di questa magnifica isola.

    Trinacria. È anche il nome che viene dato al simbolo che la rappresenta: gli elementi che possiamo riconoscere sono la testa della Gorgone, figura mitologica nota per avere al posto dei capelli dei serpenti tali da pietrificare chiunque la guardasse, le spighe di grano e le tre gambe piegate all’altezza del ginocchio, ovvero i tre capi dell’isola, Capo Boeo, Capo Peloro e Capo Passero.

    Simbolo Trinacria, articolo: Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012, immagine da internet
    Simbolo Trinacria, articolo: Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012, immagine da internet

    Trinacria. È un’icona altresì carica di significati: la testa di Medusa grazie alla sua capacità di paralizzare ci mette al riparo del male, le spighe di grano richiamano la fertilità, i serpenti che effettuano la muta la rinascita e le tre gambe il cambiamento della vita o il tempo che scorre (passato, presente e futuro).

    Terre Sikane

    Sarà per tutto questo che Terre Sikane ha scelto come “marchio” una figura che richiama molto la Trinacria: sono infatti raffigurate tre S che rimandano alle iniziali della propria terra, la Sicilia, del popolo che abitava Butera e le zone limitrofe in periodo pre-ellenico, i Sicani, e della propria famiglia, i Sciacchitano.

    Terre Sikane di Francesco Sciacchitano, logo da sito
    Terre Sikane di Francesco Sciacchitano, logo da sito

    Terre Sikane è un’azienda di Riesi, fondata nel 2012 e che conta 58 ettari di terreno di cui 23 impiantati a vigneto siti nel comune di Butera, nelle contrade di Turchiotto-Gurgazzi.

    Fin dai primi passi in viticoltura Francesco e Rosy, affiancati dal savoir faire dell’enologo Francesco Paolo Urone, hanno investito moltissimo in questa terra sita a un’altezza di circa 400m s.l.m. dove arrivano le brezze marine a accarezzare le vigne.

    La famiglia Sciacchitano, con i prodotti ottenuti da questo areale, ha affermato fin da subito sia la propria filosofia, in cui tradizione abbraccia innovazione, che la propria qualità nel mercato internazionale riportando moltissimi e prestigiosi premi.

    Vitigni autoctoni e vitigni internazionali sono le varietà coltivate in questo lembo sicano che vengono vinificati come monovitigno o in uvaggio e che andremo a scoprire con grande curiosità.

    Porta Reale Gran Galà Vino Spumante (Grillo e Chardonnay)
    Questo metodo Martinotti ci regala delle bollicine fini che ravvivano il calice paglierino con riflessi verdolini. Si esprime con accattivanti sentori di gelsomino e di fiori di zagara freschi, abbracciati da note agrumate, di frutta tropicale (ananas, melone bianco) e di lemongrass e salvia. La bolla solletica piacevolmente il cavo orale offrendo un finale che evoca il mandarino.

    Calice e bottiglia di Porto Reale Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia di Porto Reale Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Turchiotto Grillo Sicilia Doc 2021 (100% Grillo)
    Paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo che evoca erbe officinali come timo e salvia. Biancospino, frutto della passione e una leggera speziatura di noce moscata ne completano il profilo. Vibrante e saporito persiste a lungo lasciando richiami ammandorlati.

    Calice e bottiglia di Turchiotto Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia di Turchiotto Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Il Sikano Sicilia Doc 2021 (60% Merlot- 40% Nero d’Avola)
    Rubino impenetrabile. Si apre con ricordi di ciliegia e prugna accarezzati da effluvi di lavanda e di macchia mediterranea. In chiusura paté d’oliva. Il sorso è appagante con tannini e freschezza che vanno a braccetto. Prolungato epilogo con cenni di pepe nero.

    Calice e bottiglia Il Sikano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia Il Sikano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Turchiotto Rosato Nero D’Avola Sicilia Doc 2021 (100% Nero D’Avola)
    Veste salmone con riflessi ramato. Si declina con echi di lavanda, peonia e garrigue; attraenti richiami di ciliegia, ribes rosso e fragolina di bosco. La beva è piacevole grazie al connubio di freschezza e sapidità. Il sorso si allunga su cenni di buccia di mandarino.

    Calice e bottiglia Turchiotto Rosato Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia Turchiotto Rosato Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Turchiotto Syrah e Merlot Sicilia Doc 2021 (60% Syrah- 40%Merlot)
    Rubino fitto. Si avvertono immediatamente i sentori di ciliegia matura e mora di gelso cosparsi da pepe nero e cacao. Tannini vigorosi sovrastano il palato. Finale leggermente amaricante.

    Calice e bottiglia Turchiotto Syrah e Merlot Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia Turchiotto Syrah e Merlot Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Frasciano Rosso Nero D’Avola Sicilia Doc 2020 (100% Nero d’Avola)
    Carminio vivace. Al naso è una scoperta continua: ciliegia, prugna, mirtillo si rincorrono su un sottofondo di macchia mediterranea, menta ed eucalipto. Speziatura di cannella e chiodi di garofano, note empireumatiche di tabacco dolce e cacao ne completano il profilo. Ottima piacevolezza in bocca in cui il tannino è ben integrato. Chiusura su echi balsamici.

    Calice e bottigllia Frasciano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottigllia Frasciano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Oltre alla produzione di varie tipologie di vini, una parte degli ettari della proprietà trovano dimora degli oliveti che accolgono le cultivar locali come la Tonda Iblea, la Nocellara Messinese e la Nocellara Etnea da cui si ottiene l’autentico olio extravergine d’oliva.

    Bottiglia Orofino Sikano, Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Bottiglia Orofino Sikano, Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.terresikane.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/