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    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025

    La Fattoria del Giglio: Eccellenza Enogastronomica a Km Zero

    di Carol Agostini

    In occasione dell’evento enogastronomico “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025, tenutosi sabato 18 gennaio presso l’Istituto Omnicomprensivo Sandro Pertini di Magliano Sabina, la Fattoria del Giglio si è distinta come uno degli sponsor principali, offrendo ai partecipanti un’esperienza gustativa autentica e genuina. Questa manifestazione ha rappresentato un’opportunità unica per l’azienda di Luca Varasconi di far conoscere i propri prodotti a chilometri zero a un pubblico variegato, composto da studenti, docenti e visitatori esterni.

    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025, foto di Patrizia Poggetti
    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025, foto di Patrizia Poggetti

    La Fattoria del Giglio: Un’Azienda Radicata nel Territorio

    Situata nel cuore della Sabina, precisamente in Vocabolo Madonna del Giglio 3/A a Magliano Sabina (Rieti), la Fattoria del Giglio è molto più di una semplice azienda agricola. Rappresenta una realtà imprenditoriale che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, puntando sulla qualità dei prodotti e sul rispetto per l’ambiente.

    Luca Varasconi, titolare dell’azienda, porta avanti con passione una storia che affonda le radici in un passato ricco di tradizioni. La Fattoria del Giglio si distingue per la sua filosofia di vendita diretta, offrendo ai consumatori prodotti tipici e tradizionali del territorio Sabino a chilometro zero. Questo approccio non solo garantisce freschezza e genuinità, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale legato ai trasporti e alla distribuzione.

    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025, foto di Carol Agostini
    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025, foto di Carol Agostini

    L’Offerta della Fattoria del Giglio

    L’azienda si caratterizza per una vasta gamma di prodotti che spaziano dalla carne ai salumi, dai formaggi al vino, dall’olio alla frutta e verdura. Ogni prodotto racconta una storia di qualità e autenticità:

    1. Carne e Salumi: La Fattoria del Giglio è rinomata per la sua carne di alta qualità. L’offerta include carne bovina, ovina, vitelli, maiali, polli ruspanti e conigli. Tra i salumi, spiccano specialità come lonza, lonzino, capocollo, guanciale, lombetto, salsicce, salame, pancetta tesa e arrotolata, prosciutto e la famosa porchetta. Un prodotto particolarmente apprezzato è la “mazzafegata”, una salsiccia tradizionale che incarna i sapori autentici della regione.

    2. Latticini e Formaggi: Il reparto caseario offre una selezione di prodotti di altissima qualità. Le caciotte di latte di mucca, le mozzarelle fresche e le forme di pecorino rappresentano l’eccellenza della produzione locale. Il fiore all’occhiello è il “fiocco” di Magliano Sabina, un formaggio preparato secondo l’antica tradizione casearia dell’alto Lazio.

    3. Pane e Dolci: La panetteria della Fattoria del Giglio propone una varietà di prodotti da forno che deliziano il palato. Dal pane “Filo” al pane sciapo, dalle trecce all’anice alle pizze farcite con verdure di stagione, ogni prodotto è realizzato con ingredienti freschi e genuini. Non mancano le specialità dolci come crostate, maritozzi semplici e maritozzi con uvetta.

    4. Frutta e Verdura: L’orto della Fattoria del Giglio offre una ricca selezione di prodotti stagionali. Carciofi, fave, asparagi selvatici, pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, fichi (inclusi i tradizionali “ficoccetti”), pesche, susine, albicocche, cavoli, cicorie, limoni e mele sono solo alcuni esempi della vasta offerta di frutta e verdura fresca.

    5. Vino e Olio: La produzione vinicola include vini sfusi e imbottigliati, con varietà come Malvasia del Lazio e della Toscana, Gialla e di Spagna, Grechetto, Trebbiano, Sangiovese e Merlot. L’olio extravergine di oliva, prodotto con olive Leccino, Frantoio e Moraiolo, rappresenta un’altra eccellenza dell’azienda.

    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto di Carol Agostini
    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto di Carol Agostini

    La Qualità come Filosofia Aziendale

    La Fattoria del Giglio ha fatto della qualità il suo cavallo di battaglia. Ogni prodotto viene realizzato seguendo metodi tradizionali, rispettando i cicli naturali e garantendo la massima freschezza. L’azienda si impegna a offrire ai propri clienti solo il meglio, controllando ogni fase della produzione, dalla coltivazione alla trasformazione, fino alla vendita diretta.

    Questo impegno verso la qualità si riflette non solo nei prodotti, ma anche nel rapporto con i clienti. Il negozio della Fattoria del Giglio, gestito da un team affiatato composto da Antonia, Fabiola, Pamela e Valentina, oltre allo stesso Luca, offre un’esperienza di acquisto personalizzata, dove ogni cliente può scoprire e apprezzare le eccellenze del territorio.

    L’Impegno per la Sostenibilità

    La Fattoria del Giglio non si limita a produrre alimenti di qualità, ma si impegna attivamente per la sostenibilità ambientale. La filosofia del chilometro zero non solo garantisce prodotti più freschi, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale legato ai trasporti. Inoltre, l’azienda adotta pratiche agricole rispettose dell’ambiente, limitando l’uso di pesticidi e favorendo la biodiversità.

    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto da sito
    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto da sito

    La Partecipazione all’Evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025

    L’evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025, organizzato dall’Istituto Omnicomprensivo Sandro Pertini di Magliano Sabina, ha rappresentato per la Fattoria del Giglio un’occasione unica per mostrare il proprio impegno verso la comunità locale e per far conoscere i propri prodotti a un pubblico più ampio.

    Durante l’evento, che si è svolto sabato 18 gennaio dalle 15:00 alle 19:00, la Fattoria del Giglio ha allestito un banco di assaggio dove studenti, docenti e visitatori hanno potuto degustare e apprezzare le specialità dell’azienda. Questa partecipazione ha permesso di creare un ponte diretto tra produttore e consumatore, offrendo un’esperienza educativa e gustativa al tempo stesso.

    I prodotti della Fattoria del Giglio sono stati protagonisti di degustazione nel banco di assaggio, permettendo ai partecipanti di comprendere appieno il valore della filiera corta e l’importanza di una alimentazione basata su prodotti locali e di stagione. Gli studenti dell’istituto hanno avuto l’opportunità di lavorare direttamente con questi ingredienti di alta qualità, imparando a valorizzarli nelle loro preparazioni culinarie.

    La presenza della Fattoria del Giglio all’evento ha contribuito significativamente al successo della manifestazione, arricchendo l’offerta gastronomica e permettendo ai partecipanti di scoprire i sapori autentici del territorio sabino. L’azienda ha dimostrato come la produzione alimentare locale possa essere non solo un’attività economica, ma anche un potente strumento educativo e di coesione sociale.

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    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto da sito
    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto da sito

    Il Ruolo Educativo della Fattoria del Giglio

    La partecipazione all’evento scolastico ha sottolineato il ruolo educativo che la Fattoria del Giglio svolge nel territorio. L’azienda si impegna attivamente nella promozione di una cultura alimentare consapevole, educando i consumatori, e in particolare le giovani generazioni, sull’importanza di una dieta basata su prodotti locali, stagionali e di qualità.

    Attraverso la sua presenza all’evento, la Fattoria del Giglio ha offerto agli studenti dell’Istituto Alberghiero un’opportunità unica di apprendimento pratico. Gli alunni hanno potuto toccare con mano la qualità delle materie prime, comprendere l’importanza della filiera corta e imparare a valorizzare i prodotti del territorio nelle loro creazioni culinarie.

    Questo approccio educativo non si limita agli eventi speciali, ma fa parte della filosofia quotidiana dell’azienda. Il punto vendita della Fattoria del Giglio non è solo un luogo di commercio, ma uno spazio di incontro e di scambio, dove i clienti possono approfondire la loro conoscenza sui prodotti, sulle tecniche di produzione e sulle tradizioni gastronomiche locali.

    L’Impatto sulla Comunità

    La partecipazione della Fattoria del Giglio all’evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025 ha avuto un impatto significativo sulla comunità locale. Ha rafforzato il legame tra l’azienda e il territorio, dimostrando l’importanza delle realtà produttive locali nel tessuto sociale ed economico della regione.

    L’evento ha anche evidenziato come la collaborazione tra scuole, istituzioni e aziende locali possa creare sinergie positive, promuovendo lo sviluppo economico sostenibile e valorizzando le risorse del territorio. La Fattoria del Giglio si è dimostrata non solo un’eccellenza produttiva, ma anche un attore attivo nella vita della comunità, capace di contribuire alla formazione delle nuove generazioni e alla promozione del territorio.

    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto da sito
    La Fattoria del Giglio, spettacolare azienda sabina 2025 foto da sito

    Prospettive Future

    La partecipazione della Fattoria del Giglio all’evento “SCUOLA APERTA: UN TUFFO NELLE ORIGINI” 2025 ha rappresentato un momento significativo non solo per l’azienda, ma per l’intera comunità di Magliano Sabina. Ha dimostrato come un’azienda agricola possa essere molto più di un semplice produttore di alimenti, diventando un vero e proprio ambasciatore del territorio, un educatore e un promotore di sviluppo sostenibile.

    La qualità dei prodotti della Fattoria del Giglio, unita all’impegno per la sostenibilità e alla volontà di coinvolgere attivamente la comunità, fanno di questa azienda un esempio virtuoso nel panorama dell’agricoltura italiana. Il successo ottenuto durante l’evento scolastico non è che l’ultima conferma del valore di un’impresa che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, qualità e sostenibilità, produzione e educazione.

    In un’epoca in cui la consapevolezza alimentare e l’attenzione all’ambiente sono temi sempre più centrali, la Fattoria del Giglio si pone come un modello da seguire, dimostrando come sia possibile produrre eccellenze gastronomiche nel rispetto della natura e delle tradizioni locali, contribuendo al contempo allo sviluppo economico e culturale del territorio. Il futuro dell’azienda si prospetta ricco di nuove sfide e opportunità, sempre nel segno della qualità, della sostenibilità e del legame profondo con la terra e la comunità di Magliano Sabina.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento: http://www.fattoriadelgiglio.com/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • La Cecina di León…non chiamatela Bresaola nel 2022

    La Cecina di León…non chiamatela Bresaola nel 2022

    La Cecina di León…non chiamatela Bresaola nel 2022

    Di Gaetano Cataldo

    Pare fosse conosciuto ben prima che Lucio Giunio Moderato Columella ne descrivesse il procedimento di produzione nel suo De Re Rustica: è la Cecina di León, salume bovino d’eccellenza originario della regione di Castiglia e León, il cui etimo deriva dal latino siccus ossia secco, essiccato.

    La cecina di León (pronunciato sesìna) è una varietà di conserva animale che si elabora nella provincia di León (Spagna🇪🇸)con carne bovina. È catalogata dal 1994 come Indicazione Geografica Protetta. La Cecina de León" puó definirsi come carne bovina seccata e affumicata proveniente dalla parte posteriore dell'animale. La cecina presenta esteriormente un colore tostato-abbrustolito, leggermente scuro, dovuto al processo della elaborazione.
    La cecina di León (pronunciato sesìna) è una varietà di conserva animale che si elabora nella provincia di León (Spagna🇪🇸)con carne bovina. È catalogata dal 1994 come Indicazione Geografica Protetta.
    La Cecina de León” puó definirsi come carne bovina seccata e affumicata proveniente dalla parte posteriore dell’animale. La cecina presenta esteriormente un colore tostato-abbrustolito, leggermente scuro, dovuto al processo della elaborazione, la trovate da Facciolati 93.

    Storia del prodotto

    La Cecina di León...non chiamatela Bresaola nel 2022
    La Cecina di León…non chiamatela Bresaola nel 2022

    Per quanto si reputi che la prelibata Cecina abbia origini risalenti persino al I secolo a.C il suo consumo ha avuto maggior diffusione a partire dal XVI secolo, divenuta popolare a quei tempi grazie ai contadini che la producevano e la raccomandavano ai locandieri dell’epoca; il famoso agronomo spagnolo Gabriel Alonso de Herrera riporterà, nel suo Trattato di Agricoltura Generale del 1513, un capitolo a sé sulla cecina e le tecniche di salagione delle carni, mentre sono a cavallo tra il 1835 ed il 1839 le testimonianze riportate nella raccolta Tierra de León di Patrocinio Garca Gutiérrez in cui si evince che il consumo di cecina in un lustro fosse di ben 4800 arrobas, ossia 528 quintali.

    In seguito Enrique Gil y Carrasco, scrittore romantico, dedicherà ampio spazio, nel suo “Il Pastore Transumante” del 1843, alla vita dei “figli della montagna” ed alle commoventi separazioni coi familiari per condurre le greggi lungo i tratturi, portando con loro fiambreras, ossia recipienti da viaggio tipici per conservare le provviste, colmi di cecina e prosciutto. Oggigiorno si stima che il 95% della cecina consumata in Spagna e nei paesi della Comunità Europea venga prodotta ed affinata nella sola León.

    Divenuta un’indicazione geografica protetta nel 1994, la produzione di cecina è consentita nel solo comprensorio di León, Zamora e paesi limitrofi, tutti comunque facenti parte della provincia di León che, grazie al fattore pedoclimatico e ad un’altitudine media attorno agli 800 metri sul livello del mare, offre le condizioni ideali: infatti col suo clima asciutto e ben ventilato l’area di produzione ben si presta alla stagionatura della cecina, conferendo quella sua caratteristica delicatezza.

    Classificazione, taglio, produzione

    Generalmente la cecina viene classificata a seconda del taglio carneo, pertanto avremo a partire dal maggior peso la cecina de contra, taglio di petto o sotto fesa, la cecina de tapa, ossia del muscolo o fesa, la cecina de babilla, corrispondente alla parte posteriore della coscia o noce e la cecina de cadera, ossia dell’anca o scamone.

    La salagione dei pezzi di carne
    Cos’è la salagione della carne? salare i vari tagli di carne

    I tagli carnei provengono esclusivamente da mattatoi autorizzati ed il processo produttivo prevede le seguenti fasi: la rifilatura, la salagione a base di sale grosso marino, il lavaggio, il riposo, l’affumicatura della durata di 12-16 giorni, impiegando legna di quercia, rovere o leccio, ed infine l’asciugatura in camere naturali con il tradizionale metodo di regolazione di apertura e chiusura delle finestre.

    La Cecina di León...non chiamatela Bresaola
    La Cecina di León…non chiamatela Bresaola

    Tale filiera di produzione, a partire dalla salagione, avrà una durata non inferiore ai sette mesi, al termine dei quali viene assegnata l’etichetta certificativa numerata a patto che l’organismo di disciplina (Consejo Regulador) abbia riscontrato qualità e rispondenza durante l’esame organolettico, garantendo quindi la tracciabilità a seconda che il prodotto sia intero, oppure avvolto o imbustato, porzionato o confezionato affettato e sottovuoto.

     

     

    Esame organolettico

    Dall’esame visivo si evince che la colorazione esterna della cecina assume toni di marrone scuro, mentre al taglio l’aspetto assume un colore variabile tra la polpa di ciliegia matura ed il granato a seconda della stagionatura, i quali tendono ad accentuarsi verso i bordi; inoltre è possibile vedere quanto al taglio sia visibile una raffinata marezzatura.

    I profumi rievocano note tostate e di affumicato senza prevaricazione, profumi che aggiungono alla delicatezza durante l’assaggio un aroma inconfondibile; un lieve accenno sapido e di grassezza, che piuttosto che patinare il palato conferiscono nell’insieme una piacevole succulenza, completano il quadro armonico grazie ad una fibra tenera ed una gradevole persistenza.

    Evocazione e tradizione

    La cecina è un prodotto di grande evocazione storica e davvero tradizionale che si abbina perfettamente al Pinot Grigio, allo Chardonnay ed ai più satinati Franciacorta ma che si sposa benissimo anche con vini più territoriali come un Verdejo della denominazione Rueda un rosato a base di uve Prieto Picudo.

    Di Gaetano Cataldo


    Dove acquistare online: https://jamonjamonds.com/prodotto/cecina-de-leon-i-g-p-1-kg-circa/

    https://www.kuccagnamarket.it/it/cecina-de-leon/806-cecina-de-leon.html

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

    https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Abbinamento vino e salumi 2022

    Abbinamento vino e salumi 2022

    Abbinamento vino e  salumi 2022

    Di Gaetano Cataldo

     

    Abbinamento vino e salumi di Carol Agostini Cantina Fattoria Il Colombaio di Monteriggione
    Abbinamento vino e salumi di Carol Agostini Cantina Fattoria Il Colombaio di Monteriggione con Lombo di Bufalo e Speck di Gaetano Mastrantoni

    Molto, decisamente tantissimo tempo prima che termini anglofoni come “snack” e “breakfast” diventassero di uso comune nella nostra lingua, e venissero addentate certe stramberie, i panini col salame, col prosciutto e con la mortadella erano diventati già da un bel pezzo un’istituzione celebrata a colazione, a pranzo oppure durante spuntino mattutino o pomeridiano da tutti gli italiani di ogni generazione, a prescindere dalla posizione sociale, dalla professione o dalla latitudine di provenienza.

    Se non infagottati in un bel panino caldo da portarsi a scuola per la ricreazione, piuttosto che a lavoro durante lo spacco, i salumi, consumati comodamente seduti e con le posate al piatto, piuttosto che catturati furtivamente con le dita direttamente dal tagliere, hanno sempre avuto un ruolo da protagonista nello stile di vita e nelle consuetudini alimentari di tutti noi italiani.

    Maggiore età permettendo, basta immaginare di consumarli con un innocuo bicchiere d’acqua per rabbrividire: infatti non c’è salume che non venga degnamente celebrato con un bel sorso di vino in nome di un matrimonio enogastronomico che, a seconda delle circostanze, riesce ad essere straordinariamente pop e ricercato allo stesso tempo.

    Tagliere eseguito da Carol Agostini, salame in abbinamento ad una schiava rosè della Valdadige
    Tagliere eseguito da Carol Agostini, salame in abbinamento ad una schiava rosè della Valdadige con noci e pane integrale ai cereali e mousse di formaggio caprino fresco

    Un matrimonio però che, per poter riuscire, deve essere officiato con la buona e virtuosa pratica di abbinare i reciproci elementi per concordanza e per contrapposizione.
    Se un semplice panino al salame con un buon calice di rosso frizzante potrebbe mettere apparentemente tutti d’accordo nel rispetto dell’abbinamento territoriale, d’altra parte la ricerca dell’armonia del gusto necessita ragionamenti più complessi, proprio per la natura del salume stesso di assumere consistenze e note sensoriali diversissime a seconda dei casi.

    Tagli di salumi di varie carni
    Tagli di salumi di varie carni

    Carni suine, bovine ed equine, caprine ed ovine, danno vita assieme alle carni di selvaggina da piuma o da pelo ad un ventaglio di salumi incredibilmente vasto che, a sua volta, va a differenziarsi ulteriormente a seconda di “texture”, percentuale di grassezza, tendenza dolce e speziatura, sapidità ed aromaticità, persistenza gusto-olfattiva, i tempi e le modalità di stagionatura e l’impiego gastronomico.

     

    Ebbene, a pezzi interi o insaccati, crudi o cotti, i salumi si presentano in una moltitudine di forme, colori e profumi e basterebbe aumentarne lo spessore di una sola fetta per accrescere la succulenza indotta, elemento che per contrapposizione vorrebbe vi si associ un vino che abbia tenore alcolico, tannicità o entrambi, con una buona modulazione di frequenza degli stessi a seconda di quanto il palato debba essere disidratato da queste due componenti del vino, fermo restando che il tenore alcolico stesso del vino costituisca anche un ottimo contrappeso alla presenza di grassi nel salume in considerazione.

    Un altro abbinamento proposto da Carol Agostini con carne di bufalo e vino Brigante Aglianico Colli di Salerno IGP di Casula Vinaria
    Un altro abbinamento proposto da Carol Agostini con carne di bufalo e vino Brigante Aglianico Colli di Salerno IGP di Casula Vinaria

    Sempre per contrapposizione vediamo la grassezza del salume abbinata alla freschezza del vino, termine quest’ultimo che ne indica l’acidità che può essere, a seconda dei casi, accentuata dalle basse temperature e dal “perlage”, da adottarsi specialmente quando la patina di grasso oppone maggior resistenza ad essere rimossa; anche la tendenza dolce richiede contrasto: un vino con buona mineralità darà il suo valido contributo.

    Salame e parametri organolettici
    Salame di cinghiale molto persistente con parametri organolettici complessi

    Più un salume avrà persistenza gustativa e più l’abbinamento per concordanza con un vino di pari persistenza aromatica intensa dovrà essere tenuto in considerazione, parimenti al corpo ed alla speziatura che dovranno trovare un degno compagno per corrispondenti virtù gustative. Bisogna a questo punto fare una piccola considerazione: se è vero che la grandezza di un salume richiede un vino di pari dignità è altrettanto vero che non bisognerà mai rincorrere le irruenze dei salumi con le irruenze del vino perché la loro somma diventerebbe alla lunga troppo impattante per il palato, tanto che la saggezza popolare del buon pane insipido, tra l’altro non necessariamente presente in tutte le regioni, sarebbe un accorgimento del tutto insufficiente.

    Non è quindi la predilezione per tal salume e tal vino a rendere piacevole l’insieme, per quanto de gusti bus non disputandum est, ma l’equilibrio armonico di un abbinamento che al palato non vedrà mai prevaricare l’uno sull’altro.

    Abbinamento vino e  salumi 2022
    Abbinamento vino e  salumi 2022, in foto prosciutto cotto di pecora Veneto

    Lo zampone ed il “bal ‘d luc” abbinati ad un Barbera del Monferrato o ad un Lambrusco di Sorbara troverebbero un degno compagno a prescindere che il contorno sia a base di lenticchie o purè; I

    l prosciutto cotto di pecora, comune a Sardegna, Toscana e Veneto, col suo delicato sentore di timo potrebbe incontrare i favori di un Pigato ligure già a partire dalle assonanze olfattive, ma neanche una Falanghina del Beneventano o un delicato spumante rosato a base di Pinot Nero non sarebbero male.

     

     

    salumi e Franciacorta, articolo Abbinamento vino e salumi 2022
    salumi e Franciacorta, articolo Abbinamento vino e salumi 2022

    Il violino di capra ed il Valtellina Superiore della sotto zona di Valgella potrebbe essere un’interessante scommessa; i prosciutti crudi equilibrati, di buona stagionatura e delicati come il San Daniele ed il crudo di Parma possono essere accompagnati dalle bollicine satinate della Franciacorta, mentre il Culatello di Zibello ed un ottimo guanciale di suino nero casertano, decisamente più complessi, con un Metodo Classico trentino da lunga permanenza sui lieviti, piuttosto che un profumatissimo Sauvignon Blanc dei Colli Orientali del Friuli o magari un Viognier.

     

    Naturalmente quando l’appeal rustico si accentua nei prosciutti, come spesso accade nelle aree centro-meridionali e montane della penisola, i vini possono salire di struttura a patto che i tannini non siano troppo marcati: Vermentino Nero delle Alpi Apuane, Rosso Conero e Sangiovese di Romagna.

    Intrigante l’abbinamento tra la Finocchiona e la Vernaccia di Serrapetrona, piuttosto che un più morbido e territoriale Morellino di Scansano; lo Speck e la pancetta tesa affumicata trovano nel Gewürztraminer un compagno aromaticamente molto indicato ma anche una Ribolla Gialla da lunghissime macerazioni in anfora, per quanto più modesta in termini di aromaticità, troverebbe nella persistenza un valido pretesto per farsi bere con questi salumi dal carattere deciso.

    Una straordinaria mortadella un Fiano di Avellino di buona morbidezza e calibrata freschezza, un Catarratto oppure una Malvasia Bianca lucana; la piccantezza della ‘Nduja la si potrebbe spegnere con un rosato da uve Primitivo di Gioia del Colle, piuttosto che col territoriale Cirò Marina rosso, ma qualcuno pare abbia anche osato col Sirah Cortona e con il Carignano del Sulcis, promettendo che il “match” sia ben riuscito a patto che tali vini non siano proposti nelle loro versioni più strutturate.

    Abbinamento vino e salumi 2022
    Abbinamento vino e salumi 2022

    Una tipica specialità piemontese come il salame al Barolo vede immediata assonanza ma si può certamente volare fuori regione e prediligere un Taurasi di lungo affinamento, abbinamenti questi che si attagliano altrettanto magnificamente con il prosciutto di Cinghiale.

    Conclusioni

    Insomma, basta lasciarsi guidare dagli abbinamenti tradizionali dettati dalle consuetudini territoriali ma anche farsi coraggio e tentare sperimentazioni gustative provenienti dal connubio tra prodotti di altre terre e da interpretazioni enologiche mai considerate prima, purché la gioia del proprio palato sia raggiunta ed appagata.

    Di Gaetano Cataldo


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