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    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo

    Il Tartufo: Storia e Tradizione dal Passato ai Giorni Nostri

    di Carol Agostini

    Il tartufo è un fungo ipogeo dalle origini antiche e misteriose, tanto da essere spesso avvolto nel mito. La sua storia affascinante parte dall’antica Grecia e si snoda attraverso i secoli, arrivando fino ai giorni nostri. Questo pregiato fungo è apprezzato per il suo aroma unico e il suo sapore inimitabile, capace di arricchire i piatti più diversi.

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Origini Mitologiche e Prime Testimonianze

    Le prime testimonianze del tartufo risalgono all’antichità. Secondo un mito greco, il tartufo nacque dall’unione tra la pioggia e i fulmini scagliati da Zeus contro una quercia. Giovenale e Plutarco furono tra i primi a descriverne l’origine in termini mitologici, mentre Teofrasto, considerato il primo botanico della storia, tentò di catalogarlo scientificamente nel terzo secolo a.C.
    I Greci credevano che il tartufo avesse proprietà afrodisiache e Galeno, medico dell’antica Grecia, lo descriveva come un alimento capace di stimolare il piacere.

    Il Tartufo nell’Antica Roma e nel Medioevo

    Anche i Romani apprezzavano il tartufo, considerandolo un cibo prelibato. Plinio il Vecchio lo menzionava nei suoi scritti, sottolineando come fosse apprezzato anche nelle regioni africane da cui spesso proveniva. Marco Gavio Apicio, celebre gastronomo romano, suggeriva varie ricette per esaltarne il sapore, come arrostirlo e condirlo con mosto e miele o lessarlo con porri e spezie.
    Durante il Medioevo, tuttavia, il tartufo cadde in disgrazia. Spesso associato a pratiche oscure e ritenuto velenoso, fu visto con sospetto. Solo con il Rinascimento, grazie al rinnovato interesse per la cultura classica, il tartufo tornò a essere apprezzato. Papi e nobili come Lucrezia Borgia e Caterina de’ Medici ne erano grandi estimatori…

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Rinascimento e Settecento: Il Tartufo come Cibo di Lusso

    Nel Rinascimento, il tartufo divenne simbolo di raffinatezza culinaria. Alfonso Ceccarelli, medico del Cinquecento, raccolse aneddoti e storie sui tartufi nel suo “Opusculus de Tuberis”. Nel Settecento, il tartufo era un esclusivo lusso riservato alle corti europee. Il botanico Carlo Vittadini, nel 1831, pubblicò la “Monographia Tuberacearum”, una pietra miliare negli studi sui tartufi.

    Oggi, il tartufo è protagonista di importanti fiere e mercati. Alba, in Piemonte, è famosa per la sua Fiera del Tartufo Bianco, mentre Norcia, in Umbria, celebra il tartufo nero pregiato. Anche San Miniato, in Toscana, ha una lunga tradizione legata al tartufo, con una fiera annuale che attira visitatori da tutto il mondo.

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Il Tartufo di San Miniato: Tradizione Toscana

    San Miniato, cittadina situata tra Pisa e Firenze, è famosa per il suo pregiato tartufo bianco. Ogni anno, tra ottobre e novembre, la città ospita la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato, un evento che celebra questa prelibatezza con degustazioni, mercati e attività culturali.

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Ricette Tradizionali con il Tartufo di San Miniato

    Il tartufo di San Miniato è protagonista di molte ricette toscane. Ecco alcune delle più celebri:

    Tagliolini al Tartufo Bianco

    Ingredienti:
    • 400 g di tagliolini freschi
    • 50 g di burro
    • 1 tartufo bianco di San Miniato
    • Sale q.b.
    • Parmigiano Reggiano grattugiato (facoltativo)
    Procedimento:
    1. Cuocere i tagliolini in abbondante acqua salata.
    2. Nel frattempo, sciogliere il burro in una padella ampia senza farlo friggere.
    3. Scolare i tagliolini al dente e trasferirli nella padella con il burro.
    4. Amalgamare bene e impiattare.
    5. Grattugiare generosamente il tartufo bianco sui tagliolini appena serviti.
    6. A piacere, aggiungere una spolverata di Parmigiano Reggiano.

    Uova al Tegamino con Tartufo Bianco

    Ingredienti:
    • 4 uova fresche
    • 50 g di burro
    • 1 tartufo bianco di San Miniato
    • Sale e pepe q.b.
    Procedimento:
    1. Sciogliere il burro in un tegamino.
    2. Rompere le uova nel tegamino, facendo attenzione a non rompere i tuorli.
    3. Cuocere a fuoco lento fino a quando gli albumi sono cotti ma i tuorli ancora morbidi.
    4. Salare e pepare a piacere.
    5. Grattugiare il tartufo bianco sulle uova prima di servire.

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Toscana e Tartufo: Un Legame Indissolubile

    Il tartufo ha una forte connessione con la cultura e la tradizione italiana. Le regioni centrali e settentrionali dell’Italia, in particolare il Piemonte, l’Umbria e la Toscana, sono famose per la produzione di tartufi di alta qualità. Il tartufo bianco di Alba e quello di San Miniato sono tra i più apprezzati al mondo.

    In Toscana, il tartufo non è solo un ingrediente culinario, ma anche parte integrante della cultura locale. Le foreste di querce, pioppi e noccioli offrono l’ambiente ideale per la crescita di questo fungo. Le tradizioni legate alla caccia al tartufo, spesso condotta con l’ausilio di cani appositamente addestrati, sono tramandate di generazione in generazione.

    Le fiere e i mercati del tartufo non sono solo occasioni di commercio, ma veri e propri eventi culturali che celebrano la storia, le tradizioni e le eccellenze gastronomiche del territorio. Partecipare a una fiera del tartufo in Toscana significa immergersi in un’atmosfera unica, fatta di sapori, profumi e racconti antichi.
    Il tartufo ha attraversato i secoli mantenendo intatto il suo fascino e il suo valore.

    Dall’antichità ai giorni nostri, questo prezioso fungo ha saputo conquistare il palato di re, nobili e appassionati gourmet di tutto il mondo. In Toscana, e in particolare a San Miniato, il tartufo è molto più di un ingrediente: è simbolo di una tradizione culinaria e culturale che affonda le sue radici nella storia e che continua a vivere e a evolversi, portando con sé il profumo e il sapore di un passato lontano ma sempre attuale.

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Di generazione in generazione, l’azienda Tartufi Nacci raccoglie tutte le varietà di tartufo che crescono nel cuore della Toscana, utilizzando ancora oggi cani appositamente addestrati Maya e Birba, una splendide bestioline che accolgono chiunque tra coccole e scodinzolamenti.

    Questa raccolta avviene con pazienza, amore e una conoscenza tramandata esclusivamente da padri a figli. Grazie all’esperienza accumulata negli anni, alla passione e alla serietà, Monica Nacci è in grado di offrire i migliori tartufi freschi e conservati, permettendo di assaporare il loro gusto raffinato e soddisfacendo i palati più esigenti in ogni stagione.

    Come ci hanno spiegato Monica Nacci e il marito Riccardo Cei la ricerca dei tartufi è un’arte antica che richiede non solo competenza umana, ma anche l’ausilio indispensabile dei cani addestrati. I loro cani, noti come “cani da tartufo”, sono selezionati per il loro olfatto eccezionale e la capacità di individuare i preziosi funghi ipogei nascosti nel terreno.

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    Le razze più utilizzate includono il Lagotto Romagnolo, noto per la sua attitudine alla ricerca di tartufi, ma anche altre razze come il Cocker Spaniel, il Beagle e vari meticci dimostrano spesso notevoli abilità in questo campo.

    L’addestramento inizia spesso quando il cane è ancora cucciolo. Si utilizzano tartufi veri o essenze di tartufo per familiarizzare il cane con l’odore specifico. L’addestramento prevede giochi e esercizi in cui il cucciolo deve trovare il tartufo nascosto, ricevendo una ricompensa quando riesce nell’impresa. La costanza e la pazienza sono fondamentali per sviluppare l’abilità del cane senza stressarlo.

    Una volta addestrati, i cani accompagnano i cercatori di tartufi nelle foreste e nei campi. Durante la ricerca, i cani sono guidati a esplorare il terreno, e quando rilevano l’odore del tartufo, iniziano a scavare con entusiasmo. A questo punto, l’addestratore interviene per estrarre il tartufo senza danneggiarlo. La collaborazione tra cane e cercatore è essenziale per garantire una raccolta efficace e rispettosa dell’ambiente.

    Tartufi Nacci 2024 e l'affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini
    Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo, foto di Carol Agostini

    Importanza della Sinergia

    Come abbiamo potuto vedere, “toccare con mano” ma soprattutto vivere il successo nella ricerca dei tartufi dipende dalla sinergia tra cane e cercatore. La comprensione reciproca e l’affiatamento sono cruciali per individuare i tartufi in maniera efficiente. Questa relazione si basa su fiducia e rispetto, con il cane che diventa un vero e proprio partner nell’avventura della raccolta.
    Birba e Maya sono totalmente in simbiosi con il contesto ambientale, la natura e i “Padroni” o meglio compagni di avventura, coccolate con ricompense “premio” ad ogni tartufo trovato e a volte addentato.

    La ricerca dei cani da tartufo è una pratica che unisce tradizione e competenza, rendendo possibile la raccolta di uno dei prodotti più pregiati della gastronomia italiana. Grazie all’olfatto straordinario dei cani e all’abilità dei loro addestratori, il tartufo continua a essere una delizia sulle tavole di tutto il mondo, testimoniando l’importanza di questa antica arte.

    I tartufi trovati durante la nostra “caccia al tartufo della mattina” sono stati usati nel pranzo offerto da Podere Pellicciano, menù eseguito dallo Chef Armando Bregaj Olivum Osteria, coi vini in abbinamento della cantina citata, che ci ha regalato un magnifico press-tour organizzato da Claudia Marinelli.

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti di riferimento: https://www.tartufi-nacci.com/ https://www.olivumosteria.it/

    Sito cantina: https://poderepellicciano.it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024

    Chef Armando di Olivum Osteria di Ponte a Elsa

    di Carol Agostini

    Parto dal menù e abbinamento dei vini del Podere Pellicciano per raccontarvi chi è Chef Armando Bregaj

    VINI IN DEGUSTAZIONE: 6 vini in assaggio

    1. InFermento IGT Toscana Rosato, sangiovese 100% rifermentato in bottiglia 2023
    2. Cimba IGT Toscana Rosato, sangiovese, malvasia nera e canaiolo 2023
    3. Fonte Vivo IGT Toscana Trebbiano, trebbiano 100% (macerato) 2022
    4. Egola IGT Toscana Rosso, malvasia nera 100% 2019
    5. Buccianello IGT Toscana Rosso, colorino 100% 2019
    6. Grifo Vin Santo del Chianti DOC Occhio di Pernice, sangiovese 100% 2010 campione da caratello prima annata come Occhio di Pernice.

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini, Lineup dei vini degustati
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini, Lineup dei vini degustati

    MENÙ PRANZO:

    Battuta di Manzo al coltello, melanzane alla scapece, mousse di parmigiano e polvere di pomodoro
    Tortello ripieno di coniglio arrosto saltato nel fondo di carne, carbo crema e guanciale
    Guancia di manzo brasata, fondo di guancia arrosto, purè alla francese e fungo piastrato
    Risolatte al cocco, sorbetto di mango e cocco fresco

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto da sito
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto da sito

    Olivum Osteria di Ponte a Elsa, gestita dallo Chef Armando e sua moglie Daniela, è un gioiello nascosto nel cuore della Toscana, in località Ponte a Elsa vicino San Miniato. Questo ristorante è un vero omaggio al territorio toscano, con una forte enfasi sulla qualità degli ingredienti e sulle tradizioni culinarie locali.

    La Filosofia di Olivum

    La filosofia di Olivum è radicata nell’impegno, nella determinazione e nella realizzazione. Armando e Daniela selezionano personalmente i produttori e la filiera dei prodotti per garantire che ogni piatto sia composto da ingredienti pregiati e di origine etica. Gli ortaggi provengono dalla loro terra e l’olio dai loro olivi, garantendo una connessione autentica con il territorio.

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini

    La Carriera dello Chef Armando

    Chef Armando ha sviluppato una carriera segnata dalla passione per la cucina e dalla dedizione alla qualità. La sua esperienza è palpabile in ogni piatto che crea, dove la tradizione incontra l’innovazione. Armando ha saputo trasformare la sua Osteria in un luogo dove i sapori autentici della Toscana vengono celebrati e reinventati.
    Questo luogo magico conosciuto per la sua cucina ambiziosa e perfettamente eseguita. Il menù è un viaggio attraverso i sapori della Toscana, con una particolare attenzione ai dettagli e alla presentazione.

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini

    La carta dei vini è accuratamente studiata per completare l’offerta culinaria, con vini locali che esaltano i piatti proposti.

    Tra i piatti tipici proposti dallo Chef Armando, spiccano le preparazioni a base di tartufo, un prodotto iconico del territorio di San Miniato. Il tartufo, presente tutto l’anno, diventa protagonista in diverse preparazioni, dai primi piatti ai secondi di carne. Inoltre, piatti di pesce freschissimo e carni locali sono sempre presenti nel menù, garantendo un’ampia scelta per i palati più esigenti.

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini

    Quindi, non è solo un ristorante, ma un luogo dove le tradizioni toscane prendono vita. La cucina di Armando è profondamente radicata nella cultura locale, rispettando e valorizzando le tradizioni culinarie toscane. Ogni piatto racconta una storia di territorio, di stagionalità e di autenticità.

    Come precedentemente accennato, situato a Ponte a Elsa, vicino a San Miniato, Olivum Osteria gode di una posizione privilegiata immersa nella campagna toscana. Questa località è famosa per la sua produzione di olio d’oliva e tartufi, elementi che diventano protagonisti nei piatti dello chef. La terrazza del ristorante offre una vista incantevole sulla natura circostante, creando un ambiente perfetto per godere di un’esperienza culinaria unica.

    Olivum Osteria e la Tradizione

    L’Olivum Osteria di Armando non solo rende omaggio alle tradizioni culinarie medievali di San Miniato, ma le rivitalizza e le presenta in una forma contemporanea. L’uso di ingredienti locali e stagionali, molti dei quali coltivati direttamente dallo chef e dalla sua famiglia, garantisce che ogni piatto sia fresco e autentico.

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini

    Piatti Rievocativi

    Piatti come la zuppa di farro, il cinghiale in umido e le pappardelle al ragù di lepre sono esempi di come lo Chef Armando integri le antiche ricette con un approccio moderno. L’uso del tartufo bianco di San Miniato in varie preparazioni rappresenta un collegamento diretto con le tradizioni culinarie medievali, trasformando ogni pasto in un viaggio attraverso il tempo e la storia del territorio.

    Questo luogo molto più di un semplice ristorante; è un’esperienza gastronomica che celebra la Toscana in ogni dettaglio e che vi invito a testare, provare per deliziarvi. La passione dello Chef Armando per la cucina di qualità, la sua dedizione alle tradizioni locali e l’attenzione ai prodotti del territorio fanno di Olivum un luogo imperdibile per chi desidera scoprire i veri sapori toscani. Con un menù che cambia stagionalmente per garantire la freschezza degli ingredienti e una carta dei vini che valorizza i produttori locali, Olivum è il perfetto connubio tra tradizione e innovazione.

    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Armando di Olivum Osteria e Podere Pellicciano 2024, foto di Carol Agostini

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  • Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso

    Brassica Osteria Contemporanea: Un Angolo di Tradizione e Innovazione a San Miniato

    Di Carol Agostini

    Nel cuore di San Miniato, l’Osteria Brassica rappresenta un perfetto connubio tra tradizione culinaria toscana e innovazione gastronomica. Situata in una posizione suggestiva che permette di ammirare le bellezze paesaggistiche della zona, Brassica è diventata rapidamente un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina e del buon vino.

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini
    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini

    Un Menù che Celebra il Territorio

    L’Osteria si distingue per l’uso di ingredienti freschi e locali, provenienti dalle campagne circostanti e dai produttori della zona. Il menù varia stagionalmente, riflettendo la disponibilità dei prodotti e mantenendo un legame stretto con le tradizioni culinarie toscane. Tra i piatti più apprezzati troviamo la ribollita, una zuppa di verdure e pane tipica della regione, e il cinghiale in umido, cucinato secondo antiche ricette tramandate di generazione in generazione.

    Il Tartufo Bianco di San Miniato

    Un elemento distintivo di Brassica Osteria Contemporanea è la sua celebrazione del Tartufo Bianco di San Miniato. Durante la stagione del tartufo, il menù si arricchisce di piatti raffinati come le tagliatelle al tartufo bianco, l’uovo al tegamino con tartufo e il carpaccio di manzo al tartufo. Ogni piatto è studiato per esaltare il sapore unico di questo prezioso tubero, rendendo ogni pasto un’esperienza culinaria unica.

    L’atmosfera è accogliente e rustica, con un tocco di eleganza che rende l’ambiente adatto sia per cene intime che per eventi speciali. Le sale interne, arredate con gusto, richiamano le antiche osterie toscane, mentre la terrazza esterna offre una vista panoramica sulle colline di San Miniato, creando l’ambiente perfetto per una cena al tramonto.

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini
    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini

    La cantina è ben fornita di vini locali, con un’attenzione particolare ai vitigni autoctoni della Toscana. Gli ospiti possono scegliere tra una selezione di Chianti, Vernaccia di San Gimignano e altre eccellenze enologiche, consigliate e abbinate con cura dai sommelier della casa per esaltare i sapori dei piatti.

    Un’Esperienza da Non Perdere

    Brassica Osteria Contemporanea non è solo un luogo dove mangiare, ma un vero e proprio viaggio nella cultura gastronomica toscana. Con la sua dedizione alla qualità e alla tradizione, unita a un’innovazione che rispetta i sapori autentici, Brassica è una tappa obbligata per chi visita San Miniato. Che si tratti di una cena romantica, di una festa tra amici o di un’occasione speciale, il ristorante promette un’esperienza indimenticabile, capace di soddisfare i palati più esigenti e di far innamorare chiunque della cucina toscana.

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Fabio Caputo durante la cena di Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini
    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Fabio Caputo durante la cena di Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini

    Chi è Andrea Madonia?

    Chef Andrea Madonia: Il Custode della Tradizione e Innovatore della Cucina a San Miniato

    Nel panorama enogastronomico di San Miniato, lo chef Andrea Madonia si distingue per la sua capacità di unire tradizione e innovazione, creando piatti che raccontano la storia e la cultura del territorio toscano. Alla guida dell’Osteria, Madonia ha saputo trasformare questo locale in un punto di riferimento per gli amanti della cucina autentica e raffinata.

    Buñuelo al cumino con crema di melanzane, salsa di yogurt, manzo marinato, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini
    Buñuelo al cumino con crema di melanzane, salsa di yogurt, manzo marinato, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini

    Ha iniziato il suo viaggio culinario con una formazione nelle più prestigiose scuole di cucina italiane, arricchendo la sua esperienza con stage e collaborazioni in rinomati ristoranti stellati. La sua passione per la cucina è radicata in una profonda conoscenza delle materie prime e delle tecniche tradizionali, che ha saputo reinterpretare con un tocco moderno e creativo.

    La filosofia dello chef si basa su un rispetto rigoroso per gli ingredienti locali e di stagione. Ogni piatto è pensato per esaltare i sapori autentici del territorio, utilizzando prodotti freschi e di alta qualità provenienti dai migliori fornitori locali. Il Tartufo Bianco di San Miniato, le carni toscane, l’olio extravergine di oliva e i formaggi artigianali sono solo alcuni degli elementi che compongono il suo repertorio culinario.

    Lo chef Madonia è un maestro nell’arte di bilanciare tradizione e innovazione. Nei suoi piatti, si possono trovare le radici della cucina toscana, come la ribollita e il cinghiale in umido, rivisitate con tecniche moderne e presentazioni eleganti. Il suo obiettivo è offrire agli ospiti un’esperienza culinaria che sia al contempo familiare e sorprendente, facendo riscoprire sapori antichi attraverso una lente contemporanea.

    Battuta di manzo al coltello, maionese all'aglio nero, salsa al cocco e biscotto al parmigiano, Cena abbinamento vini Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini
    Battuta di manzo al coltello, maionese all’aglio nero, salsa al cocco e biscotto al parmigiano, Cena abbinamento vini Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini

    Riconoscimenti e Premi

    Grazie al suo talento e alla sua dedizione, Andrea Madonia ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera. La sua cucina ha attirato l’attenzione di critici gastronomici e riviste specializzate, consolidando la sua reputazione come uno dei chef più promettenti e innovativi della Toscana.

    Un’Esperienza Indimenticabile all’Osteria Brassica

    Sotto la guida dello chef, il ristorante è diventato una destinazione imperdibile per chi visita San Miniato. Ogni piatto servito è una celebrazione del territorio e della sua storia, un invito a esplorare la ricchezza della cultura enogastronomica toscana. Che si tratti di un pranzo informale o di una cena gourmet, l’esperienza culinaria all’Osteria Brassica promette di essere un viaggio indimenticabile attraverso i sapori autentici e raffinati della Toscana.

    Lo chef Andrea Madonia rappresenta un punto di riferimento per la cucina toscana a San Miniato, grazie alla sua capacità di innovare nel rispetto della tradizione, offrendo piatti che raccontano storie di territorio e passione.

    Risotto allo zafferano, liquirizia e bocconcini di piccione arrosto, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini
    Risotto allo zafferano, liquirizia e bocconcini di piccione arrosto, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini

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  • Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite

    La Toscana in Purezza: Un Viaggio tra i Vitigni Autoctoni Toscani di Podere Pellicciano

    Redazione – Carol Agostini

    Storia di una casa di campagna che diventa una prospettiva di vita

    Nel 2003, Concetta e Gerardo Caputo decisero di acquistare una casa in campagna per ospitare gli amici sportivi dei loro figli. Fabio e Federico erano impegnati a livello agonistico nel ciclismo, mentre la figlia Martina si dedicava agli studi. La scelta ricadde su un “Podere” che faceva parte dei Poderi storici della Famiglia Migliorati, una delle ultime famiglie nobili di San Miniato. La proprietà produceva già vino, olio e cereali, ma inizialmente nessuno pensava che potesse diventare il futuro della famiglia.

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini, Federico Caputo
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini, Federico Caputo

    Con il tempo, Concetta iniziò a vedere nuove prospettive per la proprietà e a pensare di trasformarla in una vera e propria azienda. La sua determinazione e amore per il luogo portarono tutta la famiglia a credere nel progetto. Nel 2008, Federico iniziò a studiare Enologia e Agraria all’Università di Pisa, e la passione per la viticoltura si consolidò. La vigna passò da 2,5 ettari a 8,5 ettari di vigneto e 2,5 di oliveti, circa 800 piante.

    Il primo passo fu lo studio dei vigneti e del patrimonio ampelografico presente. Si scoprì che nella proprietà erano coltivati solo vitigni autoctoni: malvasia nera, sangiovese, colorino, malvasia bianca, trebbiano e colombana. Dopo le selezioni massali e su suggerimento dei vecchi contadini, si decise di vinificare in purezza, delineando la strada della produzione dei monovarietali o “purezze”.

    Negli anni successivi, i vigneti furono ampliati e ristrutturati. Nel 2019, furono acquisite le vigne di Bucciano, tutte a sangiovese, situate tra i 170 e i 280 metri sul livello del mare. Nel 2015, fu piantato il vermentino, e nel 2020, l’ultimo impianto vide la presenza di alcune piante di grenache, ritrovate in un vigneto abbandonato acquistato nel 2016.

    Fabio Caputo, articolo: Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini
    Fabio Caputo, articolo: Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini

    Fabio, dal 2014, si occupa del commerciale e dei rapporti con i clienti, mentre Federico gestisce la parte produttiva. Martina, dopo aver completato gli studi di legge, offre supporto alla famiglia quando necessario.

    La proprietà si estende su suoli prevalentemente argillosi, con una superficie tufacea, caratteristici del territorio di San Miniato, noto per il pregiato Tartufo Bianco. Il clima fresco e gli sbalzi termici tra giorno e notte favoriscono la viticoltura. I vigneti, con una densità di circa 5000/6000 piante per ettaro, sono allevati principalmente a Guyot monolaterale. L’azienda è certificata Biologica dal 2019.

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini

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    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, Fabio Caputo e lineup degustata durante il press-tour organizzato da Claudia Marinelli
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, Fabio Caputo e lineup degustata durante il press-tour organizzato da Claudia Marinelli

    La produzione annuale è di circa 50.000 bottiglie, suddivise in dieci etichette:

    Family: Biondo (vermentino), Cimba (rosato di sangiovese, canaiolo e malvasia) e Tricche (stesso uvaggio del rosato). I nomi rappresentano i soprannomi dei figli dati da Gerardo.
    Monovarietali: Egola (malvasia nera), Buccianello (colorino) e Fonte Vivo (trebbiano 100%).
    Tradizione: Chianti, In Fermento (rosato di sangiovese, rifermentato in bottiglia) e Griso (Vin Santo del Chianti DOCG Occhio di Pernice).
    Prato della Rocca: L’ultimo nato in azienda, rappresenta l’azienda nella sua completezza con un blend di malvasia nera, sangiovese, colorino e canaiolo.

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini

    Una curiosità riguarda il logo dell’azienda, che rappresenta un colino di bronzo etrusco usato per filtrare il vino, ritrovato negli scavi etruschi a San Genesio, l’antica Fonte Vivo.

    Questo viaggio tra i vitigni autoctoni toscani rappresenta non solo un’esperienza enogastronomica unica, ma anche una storia di passione e dedizione familiare che ha trasformato una casa di campagna in una realtà vitivinicola di successo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://poderepellicciano.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

    Riferimenti del press-tour: DarWine&Food di Claudia Marinelli  eventi@darwineandfood.com

  • Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato

    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato

    Scoprire San Miniato Attraverso i Vini di Podere Pellicciano: un viaggio enogastronomico tra tradizione, cultura e bellezze paesaggistiche

    Di Carol Agostini

    San Miniato, incastonata tra le colline toscane, è una città che incanta con la sua ricca storia, le tradizioni secolari e una cultura enogastronomica senza pari. Al centro di questo microcosmo, Podere Pellicciano si erge come simbolo della dedizione al territorio e alla qualità, producendo vini che sono veri e propri ambasciatori dei vitigni autoctoni locali.

    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato, foto di Carol Agostini

    Podere Pellicciano: L’anima del vino toscano

    La storia di Podere Pellicciano inizia nel 2003, quando Concetta e Gerardo Caputo acquistarono una casa di campagna con l’idea di creare uno spazio conviviale per la famiglia e gli amici. Da questa semplice iniziativa, è nata un’azienda vitivinicola che oggi si estende su 8,5 ettari di vigneto e 2,5 di oliveti, con una produzione annua di circa 50.000 bottiglie. I vitigni autoctoni coltivati includono malvasia nera, sangiovese, colorino, malvasia bianca, trebbiano e colombana, riflettendo la ricchezza del patrimonio ampelografico toscano.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Il legame con il territorio

    San Miniato è famosa per il Tartufo Bianco, considerato uno dei migliori al mondo. I suoli argillosi e tufacei della zona, ideali per la viticoltura, contribuiscono anche alla crescita di questo prezioso tubero. Ogni autunno, la città ospita la Sagra del Tartufo Bianco, un evento che attira appassionati da ogni dove e offre l’opportunità di degustare piatti tradizionali a base di tartufo, come le tagliatelle al tartufo, uova al tegamino con tartufo e carpaccio di manzo al tartufo.

    Un’esperienza turistica completa

    Oltre alla straordinaria esperienza enogastronomica offerta da Podere Pellicciano, San Miniato vanta numerose attrazioni storiche e culturali. Il Duomo di San Miniato, con il suo splendido campanile detto “La Torre di Matilde”, e la Rocca di Federico II, che offre una vista panoramica mozzafiato sulla Val d’Elsa, sono tappe imperdibili. Il Museo Diocesano d’Arte Sacra custodisce una ricca collezione di opere d’arte religiosa, mentre la Chiesa di San Domenico e il Convento di San Francesco raccontano storie di fede e arte.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Tradizioni e feste in un territorio unico

    San Miniato è un luogo dove le tradizioni sono ancora vive. Oltre alla Sagra del Tartufo, altre feste importanti includono la Festa del Grillo, che celebra la primavera, e la Festa di San Genesio, patrono della città. Durante queste feste, i visitatori possono immergersi nelle tradizioni locali, assaporare piatti tipici e partecipare a eventi folkloristici.

    Piatti tipici e ingredienti locali

    La cucina di questa cittadina è una celebrazione dei sapori toscani. Oltre ai piatti a base di tartufo, il cinghiale in umido, la ribollita, una zuppa di verdure e pane raffermo, e la pappa al pomodoro, sono piatti che raccontano la storia e la cultura del luogo. Ingredienti come l’olio extravergine di oliva, i salumi toscani e i formaggi locali, completano l’offerta gastronomica.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Un viaggio da vivere attraverso le degustazioni in cantina di Podere Pellicciano

    Un viaggio in questa zona è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. La visita a Podere Pellicciano, con le sue degustazioni di vini autoctoni, offre un tuffo nella viticoltura toscana, mentre le bellezze storiche e naturali della città arricchiscono il soggiorno di cultura e meraviglia. Assaporare i piatti tipici in una trattoria locale, partecipare a una delle numerose feste e passeggiare tra le colline toscane, rende San Miniato una meta ideale per chi cerca autenticità e tradizione.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto da internet
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto da internet

    Questo podere non è solo un’azienda vitivinicola, ma un punto di partenza per scoprire e vivere la vera essenza di San Miniato, un luogo dove la storia, la cultura e la gastronomia si intrecciano in un’esperienza indimenticabile.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://poderepellicciano.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/

    Riferimenti del press-tour: DarWine&Food di Claudia Marinelli  eventi@darwineandfood.com

    Riferimenti: https://www.terredipisa.it/