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  • Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero

    Giornate del pinot nero 2024, Blauburgundertage 2024, degustazione dei VINCITORI delle Regioni italiane

    Di Rosaria Benedetti

    Il Concorso legato alle Giornate del Pinot Nero/Blauburgundertage giunto alla sua 26° edizione, si è svolto a Montagna nelle giornate precedenti l’Evento, mentre nel Week End dal 10 al 13 maggio si sono susseguite le Masterclass e le libere degustazioni dei più di 100 pinot nero presentati.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, foto dell'autrice
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, foto dell’autrice

    In particolare sabato 11 maggio si è svolta la Masterclass con la presentazione dei Campioni, i migliori Pinot Nero classificati in Concorso di ciascuna regione italiana. La Presidente Ines Giovanett, Donna del Vino TAA ha sottolineato il grande apprezzamento che le Giornate del Pinot Nero di Egna e Montagna, veri centri di eccellenza della varietà, riscuotono nel panorama vitivinicolo italiano attirando nella bassa atesina produttori, enologi, appassionati e giornalisti.

    La presidente delle Giornate del Pinot Nero Ines Giovanett e il Sommelier André Senoner, foto dell'autrice, articolo: Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero
    La presidente delle Giornate del Pinot Nero Ines Giovanett e il Sommelier André Senoner, foto dell’autrice, articolo: Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero

    Guida di spessore per questa degustazione André Senoner, miglior Sommelier del Pinot Nero nel 2021: chi meglio di lui! nato all’ombra dei vigneti altoatesini, esperto relatore, docente e raffinato cultore di questa varietà. Il suo breve prologo illustra le caratteristiche ampelografiche che il pinot nero richiede per produrre vini di qualità: buona esposizione ma zone fresche, asciutte e ventilate, con escursioni termiche importanti.

    Padre riconosciuto e oscuro genitore di molte varietà ad oggi ascritte nell’elenco degli autoctoni, il pinot nero è di fatto vitigno internazionale. Il variegato panorama italiano è ricco di interpretazioni legate a clima, latitudine e gestione enologica. L’Italia, con i suoi quasi 6000 ettari è al quarto posto per superfice vitata dedicata al pinot nero, dopo Francia, Stati Uniti e Germania.

    “Provarci” con questa varietà è una sfida per moltissimi produttori in tutto il mondo, ma rimane indiscutibile la vocazionalità del territorio altoatesino e in particolare dei vigneti di Mazon e Gleno. Statisticamente l’Alto Adige presidia con il pinot nero, ca 600 ettari, dei ca 3700 di superficie vitata, una presenza che contribuisce non poco ad innalzare il già elevato spessore qualitativo della produzione nazionale.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    La sequenza dei Campioni delle singole regioni, tutti 2021, non può che partire dal vincitore assoluto.

    ALTO ADIGE: Elena walch – Suedtirol/Alto Adige Doc Pinot Nero “Ludwig” 2021.

    Già primo classificato per tre volte in annate diverse, il vino è l’accurata sintesi della vinificazione di alcune vocate parcelle collocate sui versanti opposti della valle, a Gleno sulla sinistra dell’Adige e a Caldaro sulla destra. La varietale trasparenza rosso rubino si fa più fitta nel centro calice, quasi ad anticipare l’efficace consistenza del sorso. Lampone e piccoli frutti scuri ricorrono con costanza, lasciando affiorare di tanto in tanto delicate note di pepe. Il segno del passaggio in barrique è piacevolmente percepibile in sottofondo, mentre l’ingresso di bocca fresco apre un sorso deciso, asciutto ma ricco, dalla trama tannica ben integrata e di lunga persistenza gustativa.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    Tenuto conto che i limiti climatici impongono severe selezioni e che il Concorso prevede un numero minimo di partecipanti per stabilire un vincitore regionale (almeno 5 vini per regione presenti in Concorso) la sequenza di degustazione risale l’Italia dal basso verso l’alto, dal sud, si fa per dire, al nord. Si parte dal centro Italia, latitudine al di sotto della quale difficilmente il pinot nero trova efficaci collocazioni, fatte salve alcune pregevoli produzioni numericamente esili.

    https://www.elenawalch.com/it/

    UMBRIA: Azienda Agricola Poggio Petroso – Umbria Igt Pinot nero “Fab” 2021

    Un vigneto di 20 ca in zona ventilata a ca 500 mt/slm è la culla del Pinot Nero 1° classificato per la regione Umbria. Il calice si presenta con una colorazione decisa, rosso rubino dal riflesso violaceo, quasi fitto. Un importante affinamento in anfora di cocciopesto (antica tradizione risalente all’impero romano) dopo la fermentazione, conferisce al vino una cifra personalissima al naso, ricco di piccoli frutti rossi, che lascia la speziatura in sottofondo per mettere in risalto un piacevole timbro giovanile.

    Il sorso è asciutto con entrata fresca e un centro bocca che richiama la ricchezza del frutto; ancora molto efficace la trama tannica che sostiene a lungo la persistenza e fa presagire longevità.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.poggio-petroso.com/?lang=it

    TOSCANA: Fattoria San Felo – Toscana Igt Pinot Nero 2021

    Un Pinot Nero di Maremma, prodotto in un areale quanto meno insolito, dove sangiovese e vermentino la fanno da padroni. Si presenta con una veste calda, e una trasparenza tipica della varietà. Il frutto rosso maturo si fa strada tra sentori di foglie di tabacco essiccate, erbe aromatiche e rosa appassita. Più delicata la presenza speziata che conferisce comunque insieme alla leggera vaniglia un tratto maturo. Il sorso è coerente, con entrata fresca e centro bocca affilato. Una tannicità piacevole ed elegante allunga la beva che nel retrogusto racconta di mandorla.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://fattoriasanfelo.com/

    PIEMONTE: Bricco Maiolica – Lange Doc Pinot Nero “Perlei” 2021

    Un omaggio all’anima femminile del Pinot Nero nel nome di questo vino, prodotto nelle Langhe su un versante ombroso di nord-est, soggetto a importanti escursioni termiche. Il calice rosso rubino è luminoso e brillante, presagio di freschezza. Piccoli frutti e note floreali di rosa rossa si alternano con una decisa speziatura. Il sorso si conferma giovanile, con un centro bocca sottile e ben modulato. I nove mesi in rovere hanno affilato i tannini che rimangono comunque grintosi e prolungano la persistenza dal ritorno vanigliato.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.briccomaiolica.it/

    VALLE D’AOSTA: Grosjean Vins – Valle d’Aosta Doc Pinot Noir “Vigne Tzeriat” 2021

    L’altitudine, con il vigneto a 900 mt/slm, è la cifra indiscutibile di questo pinot nero, rubino luminoso e trasparente. Il frutto scuro, prugna e mora, si cela dietro le tonalità vanigliate del passaggio in tonneaux per rivelarsi in bocca. Sorprende, dopo l’ingresso fresco, la morbidezza che avvolge setosa il palato; una tannicità già domata e ben integrata arricchisce il gusto asciutto e accompagna lungamente la percezione di una piacevole sapidità finale.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://grosjeanvins.it/

    LOMBARDIA: Conte Vistarino – Pinot Nero dell’Oltrepò pavese Doc “Pernice” 2021

    Prodotto di spicco dell’Azienda, tra le prime in Italia a produrre Pinot Nero, si presenta nel calice con la tradizionale trasparenza ed un riflesso color carminio che lo caratterizza. Sottili note fruttate accompagnato un eco di spezie dolci, liquirizia e sottobosco. Austero ed elegante il sorso ma ancora dinamico, aperto a prospettive di longevità. Non indugia a morbidezze eccessive; il centro bocca snello sfoggia tannini raffinati mentre i 12 mesi in barriques segnano il finale vanigliato.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.contevistarino.it/

    VENETO: Borgo Stajnbech – Tre Venezie Igt Pinot Nero 2021

    Nato nel Veneto orientale, questo pinot nero non conosce passaggi in legno e possiede un timbro decisamente fresco e giovanile. Rubino scarico, trasparente nel calice, si fa un poco attendere prima di sprigionare le varietali componenti fruttate, ciliegia in primis, che ben si legano a timidi profumi di macchia, timo e rosmarino. Il sorso è sottile, vi prevale con coerenza la freschezza mentre la trama tannica sfuma in un finale dalla vena floreale di viola.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.borgostajnbech.com/

    FRIULI: Castello di Spessa – Collio Doc Pinot Nero “Casanova” 2021

    Da Collio Goriziano un pinot nero cromaticamente ricco, color rubino con riflesso quasi aranciato. Un fondo speziato con slanci di piacevole tostatura dovuti ai 12 mesi di passaggio in barrique di legno francese, fa da sfondo alle note di piccoli frutti rossi maturi, quasi in confettura. Dopo l’entrata fresca, il centro bocca è morbido e avvolgente e la trama tannica, già vellutata, ha il compito di affilare il sorso e prolungarne la piacevolezza gustativa.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.castellodispessa.it/

    TRENTINO: Tenuta Le Volpare – Trentino Doc Pinot Nero “Tenuta Volpare”2021

    Il Pinot Nero trentino, dai vigneti delle colline di Trento, è intrigante e per certi aspetti sorprendente. Rubino vivace e brillante espone subito l’elegante marchio di delicate tostature dovute al passaggio in legno cui si affiancano le note dei tradizionali piccoli frutti, di buccia d’agrume rosso e un sottile ricordo di erbe aromatiche. Senza eccedere in struttura, la beva è carezzevole e setosa mentre la tannicità scorrevole dona eleganza al sorso sostenendo e prolungando il retrogusto speziato.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.tenutavolpare.com/

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Siti evento: https://www.blauburgunder.it/?lang=it

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ 

    https://www.papillae.it/

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  • Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023

    Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023

    Masterclass Castelfeder al Merano WineFestival 2023

    Di Adriano Guerri

    Lo scorso 4 novembre in occasione del Merano WineFestival,  evento che dal 1992 va in scena nella ridente cittadina meranese, ho partecipato alla masterclass dell’azienda vitivinicola Castelfeder.  Nella suggestiva cornice dell ‘Hotel Therme,alle spalle del Kurhaus i fratelli Giovanett ci hanno illustrato la storia dell’azienda e presentato alcuni dei loro capolavori.

    Ines e Ivan Giovanett all' hotel terme di Merano, articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023
    Ines e Ivan Giovanett all’ hotel terme di Merano, articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023

    L’ azienda vitivinicola Castelfeder è localizzata  a Cortina sulla Strada del Vino dell’ Alto Adige (Weinstrasse), in Trentino Alto Adige, più precisamente in provincia di Bolzano. L’ Azienda a conduzione familiare è immersa tra frutteti e vigneti mantenuti come giardini. Avviata da Alfons Giovanett nel 1969 e dopo un ventennio il figlio Günther ha preso in mano le redini  dell’azienda assieme alla moglie Alessandra.

    Oggi sono stati affiancati dai dinamici figli Ivan e Ines. La superficie vitata è di circa 70 ettari e mediamente ogni anno vengono prodotte oltre 500.000 bottiglie.  Le diverse posizioni dei vigneti con altimetrie variabili, la diversa composizione dei terreni e i molteplici microclimi dei vigneti della Bassa Atesina rendono possibile la coltivazione e la crescita dell’intera gamma di varietà di vitigni presenti in Alto Adige.

    Prevalentemente vengono coltivati vitigni a bacca bianca, tuttavia, anche un buon 30% a bacca nera. Amo i loro vini e almeno tre volte all’anno mi presento sempre molto volentieri al loro banco d’assaggio a Wine & Siena,  a Vinitaly e da ultimo,  non per ordine di importanza a Merano WineFestival.

    I vini in degustazione:

    Chardonnay Riserva Burgum Novum 2020 – Giallo paglierino brillante, al naso sprigiona sentori di fiori bianchi ananas, passiflora e cedro, al palato è piacevolmente fresco, cremoso ed avvolgente.
    Chardonnay Kreuzweg Family Reserve 2020 – Giallo paglierino luminoso, al naso dipana sentori di melone, pesca, rosa bianca e pietra focaia, al palato è sapido con chiusura lunga e fresca.

    Chardonnay Riserva Burgum Novum e  Chardonnay Kreuzweg Family Reserve, articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023, foto di Adriano Guerri
    Chardonnay Riserva Burgum Novum e  Chardonnay Kreuzweg Family Reserve, articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023, foto di Adriano Guerri

    Chardonnay Kreuzweg Family Reserve 2019 – Giallo dorato, al naso emana sentori di mela, mango, papaya e burro,  al palato è molto coerente e decisamente persistente.
    Chardonnay Kreuzweg Family Reserve 2018 – Giallo dorato, al naso rimanda sentori di banana, pera, zagara e pompelmo,  al palato è  rinfrescante, sapido, dinamico e lungo.

    Pinot Nero Riserva Burgum Novum, articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023
    Pinot Nero Riserva Burgum Novum, articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023, foto di Adriano Guerri

    Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2018 – Rosso rubino trasparente e consistente, al naso rivela note di mirtillo rosso, fragolina di bosco, viola e pepe, al palato è pieno ed avvolgente, dotato di una lunga persistenza aromatica.
    Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2013 – Rosso granato, al naso libera note di ciliegia, marasca, mora, gelsomino e sottobosco, al palato è contraddistinto da una setosa trama tannica e da una interminabile duratura.

    Articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023, foto di Adriano Guerri
    Articolo: Castelfeder e gli assaggi al Merano WineFestival 2023, foto di Adriano Guerri

    Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2007 – Rosso granato, al naso emergono sentori di frutti maturi, muschio, resina, spezie dolci e tabacco, al palato è generoso, avvolgente e molto coerente. Chapeau
    Pinot Nero Riserva Burgum Novum 1989 – Primo anno di produzione – Rosso granato, al naso si percepiscono note di confettura di frutti di bosco, bacche di ginepro, viola appassita e tabacco,  al palato è vibrante e sapido, tannino setoso e dotato di una interminabile persistenza gustativa.

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

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  • Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi

    Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi

    Lago di Toblino, il suo castello e i vini della Cantina Toblino tra specchi di acqua e la brezza “Ora del Garda”

    Di Elsa Leandri

    Conoscete il Lago di Toblino? È considerato il più romantico della zona della Valle dei Laghi anche per la presenza, su una penisola, dell’omonimo Castel di Toblino, che dona un particolare fascino e che regala un’atmosfera onirica tanto da far sognare tutte le coppie innamorate di baci rubati, parole sussurrate e turbinii di balli. Qui le montagne custodiscono gelosamente e proteggono numerosi altri specchi d’acqua alpini con le loro acque trasparenti che offrono pace all’anima desiderosa di quiete e di bellezza.

    Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto della Strada del vino e dei sapori del Trentino
    Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto della Strada del vino e dei sapori del Trentino

    Questa zona è resa ancora più magica dalla vegetazione che ci riporta paradossalmente lungo le coste tirreniche grazie alla presenza di un clima mediterraneo che permette la crescita di piante come lecci, olivi, limoni e rosmarino: profumi e immagini creano un mondo paradisiaco.
    Non lontano da questo lago possiamo scorgere la Cantina Toblino, una cantina cooperativa attiva dal 1960 che accoglie ad oggi più di 600 soci conferitori, tutti aventi i propri vigneti nella zona compresa tra la sponda nord del lago e il confine a sud del paese Pergolese.

    Enologo Lorenzo Tomazzoli, Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto da internet, giornale Trentino
    Enologo Lorenzo Tomazzoli, Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto da internet, giornale Trentino

    Si capisce chiaramente che la mission della cantina sia quella di valorizzare il proprio territorio ponendo un’attenzione particolare non solo nell’introduzione di macchinari nuovi o di pannelli fotovoltaici ma anche nell’accoglienza turistica con Hosteria, un’osteria che propone i piatti tradizionali accompagnati dai vini della cantina.
    I vini prodotti sono numerosi andando dai vini bianchi ai dolci passando per rosati e rossi, di cui diversi anche bio rispondendo così a tutte le esigenze dei palati.

    Per capire meglio la loro filosofia abbiamo avuto modo di degustare i vini che riportiamo qui di seguito:

    • Trentino Doc Gewurtztraminer 2022
    • Trentino Doc Muller Thurgau 2021
    • Trentino Doc Sauvignon 2021
    • Trentino Doc Kerner 2021
    • Trentino Doc Lagrein 2021
    • Trentino Doc Pinot Nero 2021
    • Trentino Doc Schiava 2020
    • Vigneti delle Dolomiti IGT Teroldego 2020
    • Trentino Doc Moscato Giallo 2021

    Vini ricevuti in assaggio dalla Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Vini ricevuti in assaggio dalla Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Da tutti gli assaggi In questa occasione non tratteremo tutte le etichette degustate, ma ci soffermeremo sulle 3 che ci hanno emozionato maggiormente che sono tra l’altro rappresentative dei vigneti tipicamente trentini:

    Trentino Doc Kerner 2021

    Il kerner è definito l’uva di montagna per definizione tanto che l’uva proviene dall’area del Bleggio in cui i vitigni sono a un’altitudine di circa 750 m. s.l.m

    Paglierino con riflessi verdolini. Profilo olfattivo varietale in cui la verbena e il lemongrass formano un tappeto ravvivato da sentori di cedro e di mela con echi di caprifoglio e acacia. L’entrata in bocca vibrante dinamicizza la bocca dissolvendosi lentamente con saporosità su una scia agrumata.

    Cantina Toblino Kerner 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Cantina Toblino Kerner 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Trentino Doc Schiava 2020

    Ottenuto principalmente da Schiava Gentile con un appicco percentuale di Schiava Grossa. In questo caso i vigneti sono a 450-500 m. s.l.m. e i terreni sono di origine alluvionale.

    Carminio lucente. Impatto olfattivo elegante che si delinea su un bouquet di glicine, viola e ciliegia accarezzato da effluvi balsamici e da richiami di erbette aromatiche. La sensazione pseudocalorica viene mitigata dalla freschezza fruttata che si interseca su dei tannini ancora in integrazione.

    Cantina Toblino Schiava 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Cantina Toblino Schiava 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Trentino doc Lagrein 2021

    Il Lagrein viene coltivato nella piana alluvionale creata dal fiume Sarca con la presenza di terreni pietrosi e calcarei.

    Rubino di media intensità. Mirtilli, mora, ribes e marasca si susseguono su un manto floreale di peonia e violetta. Leggeri echi speziati di liquirizia e vaniglia e di humus in chiusura. La sinergia tra freschezza e grip tannico è tale da offrire un sorso pieno e vivace che si allunga su un finale di gelatina di lampone.

    Cantina Toblino Lagrein, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Cantina Toblino Lagrein, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Tutti gli assaggi sono stati considerevoli ma questi si sono davvero distinti e se volessimo aggiungere altre due etichette sarebbero il Vigneti delle Dolomiti Teroldego 2020 e il Trentino Doc Muller Thurgau 2021: il legame tra vitigni autoctoni e territorialità è davvero molto apprezzabile ed è egregiamente custodita da Cantina Toblino.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.toblino.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

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  • Cantina Girlan al Vinitaly 2023 a VeronaFiere

    Cantina Girlan al Vinitaly 2023 a VeronaFiere

    Vini che sanno di AltoAdige a Vinitaly 2023

    Di Adriano Guerri

    A Verona nell’ occasione della 55esima edizione di Vinitaly, andata in scena dal 2 al 5 aprile, ho visitato lo stand della Cantina Girlan. Conosco i loro vini da anni, tuttavia mi ha fatto molto piacere degustare i loro vini, ma anche avere nozioni sulla cantina altoatesina. Pertanto, prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, propongo alcuni cenni dell’azienda.

    Adriano Guerri al Vinitaly 2023 per la degustazione cantina Girlan, foto dell'autore
    Adriano Guerri al Vinitaly 2023 per la degustazione cantina Girlan, foto dell’autore

    La storica Cantina Girlan si trova a Cornaiano a poca distanza dal Lago di Caldaro e da Bolzano, sulla strada del vino ( Weinstraße ). Nata un secolo fa, nel 1923 per volontà di 23 soci fondatori, che attualmente sono diventati circa 200. Gli ettari vitati sono oltre 220 con appezzamenti posti nelle migliori zone di questo meraviglioso lembo di terra in Alto Adige.

    Adriano Guerri alla degustazione della Cantina Girlan, foto dell'autore
    Adriano Guerri alla degustazione della Cantina Girlan, foto dell’autore

    I vigneti sono posti ad altimetrie che variano dai 220 agli 850 metri s.l.m,. con terreni composti prevalentemente da argilla e marne. Il clima è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra le ore diurne e le ore notturne. I vitigni maggiormente coltivati sono il Pinot Nero, la Schiava, il Merlot, il Lagrein e il Cabernet Sauvignon, e poi ancora di Pinot Bianco, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Gewürztraminer, Chardonnay e Sauvignon Blanc.

    I vini prodotti sono senza ombra di dubbio di elevata qualità. In Alto Adige le Cantine cooperative funzionano molto bene. Tutto è ben monitorato e ben organizzato sia nei vigneti sia in cantina. Un areale altamente vocato per la coltivazione della vite e i vitigni sopra menzionati hanno trovato un habitat ideale per dare origine a vini identitari sia quelli ottenuti con uve provenienti da vitigni autoctoni sia quelle da alloctoni.

    Enoteca Cantina Girlan, articolo di Adriano Guerri, foto da sito cantina
    Enoteca Cantina Girlan, articolo di Adriano Guerri, foto da sito cantina

    Nel 2010 la cantina è stata completamente ristrutturata e munita di attrezzature tecnologiche più moderne. La produzione di vino si attesta per un 55 % di bianchi ed il restante 45 % di rossi per una media totale di circa 1.500.000 bottiglie all’ anno. Nel calice si riscontra grande qualità, dovuta alle rese basse nei vigneti che difficilmente superano i 60 hl/ ha.

    La gamma dei loro vini è ampia e si declina in quattro versioni, Classici, Vigneti, Flora e Solisti al top.

    I vini degustati nel capoluogo venet0

    Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino cristallino, rivela sentori di fiori bianchi, mela, pera e agrumi, al palato è fresco e minerale, leggiadro e di buona persistenza.

    Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022, Cantina Girla, foto di Adriano Guerri
    Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022, Cantina Girla, foto di Adriano Guerri

    Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino brillante, emana sentori di frutta gialla matura, agrumi, ananas, biancospino e mela golden, equilibrato, morbido e piacevolmente fresco.

    Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022, Cantina Girlan foto di Adriano Guerri
    Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022, Cantina Girlan foto di Adriano Guerri

    Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino luminoso, rimanda sentori di pesca bianca, pompelmo e scorza di limone, costa di sedano e note iodate, morbido e vibrante, fresco e sapido, dotato di una lunga persistenza.

    Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 – Giallo dorato brillante, sprigiona sentori di frutta esotica, fiori di campo che ben si integrano con sottili note di cedro e pepe bianco, generoso, armonioso e gustoso.

    Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 – Rosso rubino intenso, trasparente e consistente, dipana sentori di frutti di bosco e ciliegia, rosa e tabacco, vellutato e dotato di una piacevole trama tannica, incredibilmente lungo.

    Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 – Rosso rubino vivace, libera sentori di ciliegia e marasca, accompagnate da sottili note speziate, pieno e soddisfacente, nonché persistente.

    Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 – Rosso granato intenso, percettibili sentori di rosa, frutti di bosco maturi, prugna, nuances tostate e speziate, appagante, elegante e decisamente duraturo.

    Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 – Rosso granato intenso, rilascia una cascata di sentori, quali ciliegia e marasca, frutti di bosco, in particolare lampone e una leggera nota di marzapane, note speziate e di tabacco dolce, fine e rotondo, ma che buon vino!.

    Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

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  • Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022

    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022

    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano da mettere sotto l’albero per impreziosire i brindisi delle Feste. Dalla cuvée APPIUS, al Sauvignon ed il Pinot Noir Riserva della The Wine Collection, fino alle Annate Storiche Sanct Valentin.

    Redazione

    Vini di produzione limitata, ottenuti dalle selezioni di punta dell’azienda vitivinicola leader in Alto Adige, sono il regalo perfetto da mettere sotto l’albero o sulla tavola per brindare alle Feste. Appius, il vino da sogno firmato dal winemaker Hans Terzer, il Sauvignon ed il Pinot Noir Riserva della The Wine Collection, il cofanetto con le Annate Storiche Sanct Valentin sono le etichette da collezione che arricchiscono il periodo più atteso dell’anno con l’inconfondibile eccellenza qualitativa e la sorprendente longevità dei vini della Cantina San Michele Appiano.

    Cantina San Michele Appiano vini per le feste 2022, foto da comunicato stampa
    Cantina San Michele Appiano vini per le feste 2022, foto da comunicato stampa

    Per stupire gli amici winelovers ed arricchire la tavola nei giorni delle feste natalizie, la Cantina San Michele Appiano propone le sue etichette da collezione più pregiate e di produzione limitata: Appius, la cuvée da sogno firmata dal winemaker Hans Terzer, il Sauvignon e il Pinot Noir Riserva della The Wine Collection e le Annate Storiche Sanct Valentin. Vini che esprimono tutto il talento della longevità e l’eccellenza qualitativa della realtà vitivinicola fondata nel 1907, oggi riconosciuta come “Cantina eccellenza in Alto Adige”.

    APPIUS è la cuvée dei vitigni bianchi più importanti della Cantina San Michele Appiano con il meglio delle annate (dalla 2010 alla 2018) ed un design unico che si rinnova ogni anno. Dalla prima alla nona edizione, la “formula” di composizione è rimasta la stessa, con delle variazioni (nelle proporzioni delle singole varietà di uve, determinate a seconda dell’annata) che rendono l’incontro con questo grande vino un’esperienza sempre unica. APPIUS si compone di diversi vigneti storici del Comune di Appiano.

    Appius 2018 Vintages Cantina San Michele Appinao, foto da comunicato stampa
    Appius 2018 Vintages Cantina San Michele Appinao, foto da comunicato stampa

    Nella prima cuvée la varietà principale è lo Chardonnay (che rimarrà predominante in tutte le edizioni, tranne che in Appius 2011), il resto è ripartito tra Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon. Il design moderno e minimalista è in linea con la filosofia della Cantina. La serigrafia dorata dell’etichetta è caratterizzata da una simbologia che, seppur con un proprio significato, rimane volutamente aperta alla libera interpretazione dei collezionisti. L’ultima edizione, Appius 2018, presentata a novembre di quest’anno, con la sua freschezza, bevibilità e carattere è la scelta perfetta per accompagnare menu di pesce e delicate pietanze a base di vitello.

    Alto Adige DOC Sauvignon The Wine Collection Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    Alto Adige DOC Sauvignon The Wine Collection Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Il Sauvignon The Wine Collection 2018 giunto alla quarta edizione, rappresenta l’uva bianca più famosa della Cantina San Michele Appiano. La linea, lanciata nel 2018, nasce dal desiderio del winemaker Hans Terzer di dare l’opportunità di degustare alcune limitatissime produzioni in purezza.

    Le uve che compongono il Sauvignon TWC provengono esclusivamente dalla zona di Appiano Monte da parcelle selezionatissime tra le tante a disposizione.

    Ottimo da abbinare ad un menu di pesce o di carni bianche, si presta ad esaltare molte varianti di risotto.

    AltoAdige DOC Pinot Nero Riserva The Wine Collection, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    AltoAdige DOC Pinot Nero Riserva The Wine Collection, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Il Pinot Noir Riserva The Wine Collection 2018 rispecchia la ricerca della perfezione da parte di Hans Terzer nella sfida con il vitigno a bacca rossa da lui più amato.

    L’ingresso del Pinot Nero nella The Wine Collection coincide con la scelta del winemaker di selezionare, dopo vent’anni di attesa, una micro-partita in due aree molto vocate, con lo scopo di dimostrare che un grande Pinot Nero può essere prodotto anche in una zona abbastanza giovane ed ancora non riconosciuta come meriterebbe.

    Dotato di aromi fruttati (in particolare, frutti di bosco, more, ciliegie mature) il Pinot Noir TWC 2018 al palato ha una struttura netta, elegante, con un’ampia persistenza che ben si sposa con piatti a base di agnello, capriolo, capretto e formaggi stagionati.

    Il cofanetto con le Annate Storiche Sanct Valentin presenta una selezione speciale di riserve della linea nata nel 1986.

    Vini con oltre 10 anni di affinamento ed in grado di evolvere ancora in Cantina, stappati, degustati e – se considerati all’altezza delle aspettative – ritappati. Il tutto firmato da Hans Terzer.

    Per chi ama sorsi eleganti, intensi e con un finale lunghissimo, i tre Pinot Bianco (2008-2009-2010) sono la scelta perfetta per accompagnare il menu delle Feste.

    Tutti i vini da collezione San Michele Appiano sono acquistabili in diversi formati con disponibilità limitata nell’e-shop www.shop.stmichael.it, un’idea regalo capace di sorprendere e durare nel tempo, con tutta la qualità della Cantina eccellenza in Alto Adige.

     

     

    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022, annate storiche Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022, annate storiche Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Da Comunicato Stampa

    Collegamenti da sito:

    In cantina avviene la metamorfosi dell’uva. Un connubio tra antiche ed innovative tecniche di vinificazione. Il “rispetto del frutto” è la regola più importante per la produzione di vini longevi e di grande personalità.

    Le uve vengono vinificate rigorosamente per peculiarità al fine di esaltare ogni singolo vigneto. I vini poi affinano in acciaio o in botti di legno per enfatizzare le singole caratteristiche.

    Saltano subito all’occhio le quattro antiche botti da 150 hl che, aggraziate da antichi intagli, raffigurano vicende storiche a partire dal 1907, immagine da sito
    Saltano subito all’occhio le quattro antiche botti da 150 hl che, aggraziate da antichi intagli, raffigurano vicende storiche a partire dal 1907, immagine da sito

     


    Sito Cantina: https://www.stmichael.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Le Eccellenze di Castello di Spessa 2022

    Le Eccellenze di Castello di Spessa 2022

    Le Eccellenze di Castello di Spessa: una riserva aziendale di vini di alta qualità e rari distillati, custoditi nella storica cantina di invecchiamento

    Redazione

    Alta qualità senza compromessi: è questo il principio che viene perseguito a Castello di Spessa.

    Sin dagli anni ‘80, il proprietario Loretto Pali ha compreso il potenziale di invecchiamento dei vini del Collio e la vocazione alla base della lunga tradizione vitivinicola di Castello di Spessa. Per questo motivo, è nata la selezione Le Eccellenze, di cui fanno parte il metodo classico Amadeus V.S.Q. Brut Millesimato, il Collio Bianco D.O.C. San Serff e il Collio Rosso D.O.C. San Serff.

    Si tratta dei vini più rappresentativi dell’azienda, che escono sul mercato dopo un lungo periodo di affinamento nelle cantine medievali di Castello di Spessa, e in quella ricavata nel bunker militare sotterraneo, realizzato nel 1939 e riscoperto durante i lavori di ristrutturazione del 1987. Alla profondità di 18 metri e con una temperatura costante di 14°C, è il luogo ideale per la conservazione e la maturazione dei vini secondo la visione di Loretto Pali.

     

    Loretto Pali con Enrico Paternoster, articolo: Le Eccellenze di Castello di Spessa 2022
    Loretto Pali con Enrico Paternoster, articolo: Le Eccellenze di Castello di Spessa 2022

    A queste riserve, si aggiungono due rarità nel campo della distillazione: il Brandy Casanova X.O. e la Grappa Riserva del Conte Ludovico di Spessa, realizzate in collaborazione con una storica distilleria della zona, attiva dalla fine dell’‘800 e lungamente invecchiate anch’esse nella cantina del castello.

    Ogni anno, dalla selezione Le Eccellenze vengono prelevate circa mille bottiglie per tipologia, destinate alla riserva aziendale, un tesoro di vecchie annate che ha pochi eguali.

    Oggi, la cantina ne custodisce qualche migliaio di esemplari che, oltre a costituire un patrimonio aziendale di inestimabile valore, rappresentano la memoria storica di Castello di Spessa.

    Etichette senza tempo che richiamano una vocazione viticola lunga secoli e una visione lungimirante iniziata 40 anni fa.

    Azienda Agricola Castello di Spessa, foto da comunicato stampa
    Azienda Agricola Castello di Spessa, foto da comunicato stampa

    LE ECCELLENZE

    Amadeus V.S.Q. Brut Millesimato 2017. 83% Chardonnay, 17% Pinot Nero. Ottenuto da mosti di prima qualità: raccolta manuale delle uve e pressatura soffice a grappolo intero, con resa massima del 50%. La prima fermentazione avviene parte in acciaio e parte in barrique di rovere francese, per enfatizzarne la complessità. Successivamente alla presa di spuma, riposa per 40 mesi sur lattes per esprimere al meglio un perlage finissimo.

    Collio Bianco D.O.C. San Serff 2013. Prevalentemente da uve Pinot Bianco, accuratamente selezionate e coltivate in un vigneto del 1993. La fermentazione alcolica e quella malolattica avvengono in barrique, dove il vino sosta per circa 6 mesi; segue, poi, un lunghissimo affinamento in bottiglia. Vino di straordinaria struttura che ne consente un lungo invecchiamento.

    Collio Rosso D.O.C. San Serff 2007. Un blend di Merlot e Cabernet Sauvignon, da una vigna del 1998. La fermentazione alcolica avviene in tini di rovere, mentre la malolattica in acciaio. Seguono la permanenza in barrique per 24 mesi, quindi un lunghissimo affinamento in bottiglia. Vino avvolgente e complesso.

    Brandy Casanova X.O. Da vini bianchi del Collio, distillati in alambicchi. Invecchiato per oltre 40 anni in botte di rovere, è un distillato da meditazione raro e dall’ampio bouquet aromatico.

    Grappa Riserva del Conte Ludovico di Spessa. Dalla distillazione di vinacce di Merlot e Cabernet Sauvignon, invecchiata per circa 20 anni in barrique di Allier. Grappa di grande morbidezza e dalle molte sfumature.

    Vigna dell'azienda agricola Castello di Spessa, foto da comunicato stampa
    Vigna dell’azienda agricola Castello di Spessa, foto da comunicato stampa

    L’ORIGINE DEI NOMI

    Uomini illustri sono passati o hanno risieduto a Castello di Spessa. I nomi scelti per Le Eccellenze, etichette che fidano il tempo, rendono omaggio alla storia secolare del castello e ai suoi ospiti, quando il Collio era una cerniera tra mondi e culture diverse.

    A Wolfgang Amadeus Mozart è dedicato il Metodo Classico Amadeus V.S.Q. Brut Millesimato. Il librettista di Mozart, Lorenzo Da Ponte, fresco di esilio da Venezia, trovò rifugio al Castello di Spessa attorno al 1780, in qualità di cappellano privato del Conte Luigi della Torre. In favore del suo protetto, il conte organizzò la cena di Capodanno del 1780, al termine della quale si disputò, tra la vasta cerchia di amici invitati, una partita di gioco allo scopo di fornire Da Ponte dei mezzi utili ad affrontare il viaggio da Gorizia a Dresda, dove avrebbe intrapreso la sua fortunata attività di librettista. Nelle sue memorie, Da Ponte ricorderà sempre con affetto e gratitudine il gesto del “Conte Torriano”.

    La Vendemmia a castello di Spessa, foto da comunicato stampa
    La Vendemmia a castello di Spessa, foto da comunicato stampa

    Le due riserve Collio Bianco D.O.C. San Serff e Collio Rosso D.O.C. San Serff sono in onore del barone triestino e uomo di affari Demetrio Economo di San Serff che, agli inizi del ‘900, acquistò il castello e gli appezzamenti limitrofi, ricostituendo l’integrità originaria della tenuta, andata parzialmente smembrata nei due secoli precedenti. San Serff provvide inoltre a ristrutturare i vigneti e il magnifico parco che, ancora oggi, circonda il maniero. Grazie a lui iniziarono i lavori per modificare anche la parte del palazzo che comprende le cantine.

    Il Conte Luigi Torriani, omaggiato con la grappa a lunghissimo invecchiamento Grappa Riserva del Conte Ludovico di Spessa, fu un personaggio illustre, le cui origini risalgono a Carlo Magno. Uomo eclettico e deciso, fu famoso per le sue molte attività e per l’amicizia e l’ospitalità verso i personaggi e gli uomini di cultura più in vista del suo tempo. Fu un magnifico padrone di casa, che omaggiava i suoi ospiti con sontuosi banchetti e con l’ottimo vino prodotto a Spessa, già famoso per la sua qualità.

    Il Brandy Casanova X.O. celebra un altro grande nome legato a Castello di Spessa, quello di Giacomo Casanova, che qui fu ospite nel corso del 1773, poco prima del rientro a Venezia. Nella sua opera “Histoire de ma vie”, il celebre libertino dedica svariate pagine alla sua permanenza al castello, dove raccontava di un “vin bianco eccellente” prodotto dalle vigne di proprietà. Furono l’amore per la servetta Sgualda e la conseguente gelosia del Conte Luigi Torriani a interromperne rocambolescamente il soggiorno

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://www.castellodispessa.it/

    Sito Ufficio Stampa: http://www.affinamenti.it

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?

    Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?

    Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?

    Di Olfa Haniche

    Ho avuto il piacere di incontrare Laurent Ternynck e sua moglie Marie – Noëlle a Parigi durante il Wine Paris.

    Un mio carissimo amico che conosce bene il mio approccio diffidente verso i vini Naturali / Biodinamici (soprattutto per certe appellations), mi consigliò di andare ad assaggiare i loro vini dicendomi semplicemente che ne valeva la pena.

    Marronniers Mauperthuis Vignes, articolo Figli d’arte nel vino… Si o No? Domaine Ternynck 2022
    Marronniers Mauperthuis Vignes, articolo Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?

    Grata per questo prezioso consiglio mi avvio al padiglione della Borgogna piena di curiosità ed aspettative, anche se non avendo appuntamento temevo già di ricevere poca considerazione… Ma così non è stato, Laurent mi riceve con un incoraggiante sorriso e mi fa accomodare per iniziare la degustazione senza troppe chiacchiere, un uomo pratico, competente e con tutto il suo focus sui vini (di solito ti fanno il terzo grado sul chi sei, cosa vuoi e in do vai ).

    Cominciamo con uno Petit Chablis 2020 di un bel giallo oro brillante, mentre ne godo i profumi fruttati e minerali Laurent ribadisce che tutti i suoi vini sono Biologici e Biodinamici, a questa affermazione il mio naso insiste a cercare puzze e difetti ma non ne trova.

    Degustazione

    Petit Chablis Bottiglia Domaine Ternynck
    Petit Chablis Bottiglia Domaine Ternynck

    Il Petit Chablis di Laurent è pulito, si apre ancora regalando sentori di albicocca polposa ed un piacevole finale agrumato. Al palato spicca la freschezza che fa salivare invitando ad un nuovo sorso che mi fa gustare una buona sapidità. Un vino fine senza eccessiva struttura, il che lo rende ancor più apprezzato per una quotidianità ed abbinamenti non troppo impegnativi.

    Si passa al Premier Cru Côte de Jouan, nel calice un luminoso giallo oro con una bella intensità che mi fa presagire una notevole complessità che in effetti non tarda a manifestarsi all’olfatto: Profumi di roccia bagnata, sambuco, nocciola ed un lieve accenno di vaniglia mi confermano il suo importante affinamento in botti di varie dimensioni (da 132l a 400l).

    Al palato è rotondo, equilibrato con una bella armonia tra le sue durezze e morbidezze. Un vino elegante che chiude con note di caramello ed una notevole lunghezza.

    Figli d’arte nel vino… Si o No? Domaine Ternynck 2022
    Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?, alcuni vini della gamma produttiva

    Laurent mi chiede se voglio continuare con i bianchi o se passiamo ai rossi dei quali vorrebbe con entusiasmo farmi conoscere un paio fatti in anfora nel villaggio di Irancy, ma in realtà assaggiati i primi due vini volevo saperne di più, no solo sui loro vini, ma su di loro come vignerons. Gli chiedo quindi la loro storia aspettandomi le solite “il mio bisnonno ha iniziato nel 1800 e rotti… di padre in figlio ect ect…”, ed invece no!

    Con uno sguardo carico di emozione guarda la moglie, impegnata in un’altra degustazione al tavolo accanto, e mi dice che più di 20 anni fa all’età di 25 anni, finiti gli studi di contabilità si lanciò nel mondo del vino per pura passione piantando le sue prime vigne, 3 anni dopo produce il suo primo vino che commercializza già l’anno successivo. 5 anni dopo anche Marie-Noëlle lascia la sua boutique a Parigi per raggiungerlo in Borgogna.

    Oltre a sposare lui sposa anche le vigne ed insieme crescono quello che è adesso Domaine Ternynck. Niente nonni quindi  e genitori che ti lasciano una storia secolare da mandare avanti.

    Intervista a Laurent e Marie Noëlle

    Qui la storia se la sono fatta con le proprie mani. Sempre più intrigata da questi personaggi, gli chiedo se secondo lui è più facile diventare vigneron avendo alle spalle generazioni di famiglia produttori di vino, ovvero, se pensa che sia più difficile in questo settore scrivere su una pagina totalmente bianca come hanno fatto loro?

    Mi risponde convinto che per loro è stato un bene il fatto di non avere famiglie e storie precedenti sulle quali appoggiarsi, ma anche paragonarsi e ahimè, misurarsi…
    Da soli forse ci è stato più facile crescere sempre di più, abbiamo cominciato da zero e adesso ci stiamo specializzando nei vini naturali con sempre più voglia di fare qualità eccellente rispettando il nostro terroir e la natura.

    Uva sana del Domaine Ternynck
    Uva sana del Domaine Ternynck

    Mentre riflettevo sul fatto che mi spiegavo perfettamente l’entusiasmo e la passione di questa coppia che li ha spinti a non accontentarsi di appartenere ad una regione chiamata Borgogna adagiandosi nel produrre vini Chablis e via, tanto meno si sono fatti intimorire dal fatto di non avere bisnonni vignerons proprietari terreni da secoli…

    D’altronde se non si è “Brave” come lo sono loro, la scelta di vita che hanno fatto neanche ti passa per il cervello, Laurent si scusa dicendomi che è arrivato il suo cliente con appuntamento e che mi aspettava più tardi per continuare con i rossi.

    Lascio lo stand con dispiacere ma anche con un paio di consapevolezze: non ci sarò tornata quel pomeriggio perché a mia volta avevo un paio di appuntamenti prima di andare in aeroporto, e soprattutto, che quei vini e questa coppia mi avevano lasciato una bella traccia, un misto di ammirazione e certezza che avrei trovato il modo di assaggiare i famosi vini rossi di Irancy!

    Marie-Noëlle et Laurent Ternynck
    Marie-Noëlle et Laurent Ternynck, articolo di Olfa Haniche Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?

    Giugno scorso dovevo organizzare una degustazione di Chablis con il tema affinamento acciao vs legno…Non c’ho pensato due volte: “Allo! Laurent, ti ricordi di me? Sono Olfa la sommelière italiana… ci siamo incontrati al Wine Paris, ho bisogno dei tuoi Chablis e magari se puoi fare un salto qui a Firenze!” …
    ” Ma certo Olfa che mi ricordo di te!!!….”

    E niente, la degustazione è stata assolutamente fantastica, non solo perché guidata maestosamente dal collega Davide d’Alterio dell’Enoteca Pinchiorri Firenze, ma anche perché al mio invito a Laurent di prendere un aereo e venire a Firenze a farsi conoscere da noi non ha esitato neanche un secondo.

    La passione è sempre il faro illuminante del meraviglioso percorso di queste rarissime persone che seguono il cuore in tutto quello che fanno.Ascoltare Laurent raccontare la sua relativamente recente ma intensa storia spiegando i suoi obiettivi al nostro pubblico è stata una vera soddisfazione.

    Degustazione con Laurent Ternynck e Davide d'Alterio dell'Enoteca Pinchiorri Firenze, organizzata da Olfa Haniche
    Degustazione con Laurent Ternynck e Davide d’Alterio dell’Enoteca Pinchiorri Firenze, organizzata da Olfa Haniche

    Ho cercato di ricambiare la gentilezza e considerazione da parte di Laurent andando di persona a Luglio a trovarli, spinta anche dalla mia di passione e della curiosità di quei vini rossi mancati a Parigi. Arrivo nel domaine e lo trovo che mi aspetta con stivali fangosi ed il solito sorriso incoraggiante.

    Non perde tempo neanche sta volta, mi fa visitare personalmente la sua bellissima tenuta,mi spiega le sue tecniche di affinamento, le sue anfore e parla di nuovi progetti eco sostenibili per le loro vigne: Sta infatti introducendo la selvicoltura nei vigneti per apportare ombra alle viti, ma anche per creare una rete di micorrize che aiuta le piante a comunicare tra loro ed assimilare gli elementi minerali della piante. Quest’uomo non si ferma mai!

    Irancy Bottiglia Domaine Ternynck
    Irancy Bottiglia Domaine Ternynck

    Ci raggiunge Marie – Noëlle e andiamo nella cave sotterranea ad assaggiare finalmente l’Irancy:
    Vino prodotto nel villaggio di Irancy nel Auxerrois, un altopiano vicino al fiume Yonne che scorre ai piedi dei vigneti esposti a sud, con spesso forti pendenze. Blend di Pinot nero e César, si dice vitigno portato dai romani ( Ave Cesare!).

    Nel calice color porpora con riflessi granati, sprigiona intensi profumi fruttati di cassis, mora e ciliegia matura ma dona un finale speziato grazie a questo singolare vitigno che da struttura e spalla tannica al Pinot nero. In bocca una bella armonia tra acidità e tannino integrato da una parte, morbidezza vellutata ed elegante dall’altra. Finale fruttato con una buona persistenza, una gran bella scoperta!

    Irancy Mazelot Bottiglia Domaine Ternynck
    Irancy Mazelot Bottiglia Domaine Ternynck

    Si passa a Irancy Mazelot: Vino prodotto da un’unica parcella (Cru) di vecchie vigne dove predomina la singolare geologia del terroir risalente al Kimmeridgiano, 100% Pinot Nero, di color porpora intenso e luminoso, al naso sprigiona intensi e molto piacevoli profumi fruttarti ma anche il floreale di violette ed un bel finale di chiodi di garofano, una travolgente complessità.

    Al palato è pulito con tannini setosi ed una bella struttura.

    Un gran bel vino…

    Irancy Mazelot: Vino prodotto da un'unica parcella (Cru) di vecchie vigne
    Irancy Mazelot: Vino prodotto da un’unica parcella (Cru) di vecchie vigne

    Ero più che soddisfatta e grata, ma il meglio doveva ancora arrivare in quanto Marie – Noëlle aveva già fissato la nostra cena in uno dei più tradizionali ristoranti; Le Mafoux Chablis, dove non solo mi sono gustata le buonissime “Escargots à la Chablisienne” ma ho avuto l’abbinamento più azzeccato provato fin’ora: Chablis Amphore 2018.

    Se mi avessero un giorno detto che un vino in anfora mi avrebbe lasciato senza parole avrei inteso tutto un altro senso della frase…invece le parole mancano perché c’è posto solo per l’emozione.

    Non avrei potuto chiudere meglio la giornata, avevo ancora da fare 300km per essere al mio appuntamento nel Beaujolais il giorno dopo… ma non avevo fretta, avevo tutta la notte ancora per guidare ripassando ogni singola emozione che mi hanno trasmesso questi vini.

    Figli d’arte nel vino… Si o No? Domaine Ternynck 2022
    Domaine Ternynck 2022…Figli d’arte nel vino…Si o no?

     

    Conclusione e riflessione emozionale

    Prima di salutarvi torniamo insieme al titolo dell’articolo; Figli d’arte nel vino, Si o No? Personalmente la penso come Laurent, il farsi da soli può essere più difficile inizialmente e ci vuole più tempo ma si ha un’energia, una voglia di farcela ed una libertà di azione tali da ritenere questo status una benedizione…

    E voi cosa ne pensate?

    Di Olfa Haniche

    Olfa Haniche sommelier Ais e lavoro come export manager per alcuni produttori italiani e come consulente commerciale per i vini esteri sul mercato italiano
    Olfa Haniche sommelier Ais e lavoro come export manager per alcuni produttori italiani e come consulente commerciale per i vini esteri sul mercato italiano

    Sito Maison: https://ternynck.com/

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Di Carol Agostini

    Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Vitigno: 10%Pinot Noir – 60% Chardonnay – 30%  Meunier

    Uno champagne dal color oro intenso, colore del grano animato da esili e luminose bolle, ancora vivaci pur essendo un vintage.

    Degustazione

    Al naso è ampio e maturo, appena stappato emana  aromi di brioche, di lievito e burro fuso, su uno sfondo leggermente “affumicato”. Dopo si evolve con eleganza verso note speziate e di bosco, dai funghi al sentore di tartufo, terriccio, pepe nero e ginepro, leggero aroma di caffè, frutta esotica matura, albicocca, bergamotto e caramello. Aromatico con accenni di timo, pasta di mele cotogne, frangipane e miele, mandorla tostata in chiusura. È un naso complesso e molto elegante.

    Al palato è ampio e di corpo, consistente e pieno, rotondo ma vivace allo stesso tempo con una spiccata acidità ancora viva e presente. La consistenza del vino suggerisce la seta rendendolo raffinato con un’esplosione di sapori in continuo movimento, con un tannno morbido, aroma di mango, papaya, albicocca, ananas matura, sempre di degustare del tartufo bianco fresco, dei chicchi di caffè mescolati a delle spezie dolci e leggermente piccanti. In chiusura ritorna la mandorla sentita al naso. Il finale è franco, lungo, cremoso e fresco con note saline e gessose.

    Abbinamento

    Crocus Sativus Il fiore dello zafferano è un perigonio formato da 6 petali di colore violetto intenso
    Crocus Sativus Il fiore dello zafferano è un perigonio formato da 6 petali di colore violetto intenso

    Lo si potrebbe pensare in compagnia di pollame in camicia, risotto allo zafferano, ravioli farciti da selvaggina, da fegato di vitello e formaggi con delle stagionature importanti.

    Brasato di vitello affumicato in abbinamento a Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Brasato di vitello affumicato in abbinamento a Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Vari formaggi di diverse stagionature in abbinamento allo champagne degustato
    Vari formaggi di diverse stagionature in abbinamento allo champagne degustato

    Si abbina bene anche a poularde di Bresse in camicia con salsa di panna e funghi, quenelle di tartufo, animelle, brasato di vitello, châteaubriand con salsa di foie gras.

     

     

    (Trovate ricetta del risotto allo zafferano a fine articolo)

    Mission e terroir

    Le vigne si trovano sulla riva destra della Valle della Marna, dove regna il sole, donando calore e luce alla vite, curate nel massimo rispetto del territorio, una delle mission della Maison, fare di tutto per ottenre un raccolto di qualità perchè la seconda mission è quella di rispettare i clienti offrendo loro un vino seguito in tutte le sue fasi produttive.

    “Lo Champagne è segnato dal suo terroir ma anche dal suo viticoltore” citazione da sito della Maison Caillez Lemaire.

    L’etichetta del prodotto ha subito un rinnovamento, un nuovo look grafico, mantenendo il colore nero che la caratterizza.

    La Belle Époque

    La Belle Époque
    La Belle Époque, il convivio a tavola tra gola e lussuria

    E’ uno champagne che riporta a “La Belle Époque” a quel periodo storico, culturale e artistico che inizia dalla fine dell’Ottocento e si conclude con lo scoppio della prima guerra mondiale (1970-1914), che significa “bei tempi”, o “l’epoca bella“, termine coniato in Francia che rievocava una vera e propria realtà storica ricordandola con nostalgia.

    E’ l’epoca delle grandi scoperte come la radio, il cinema, l’illuminazione elettrica, le grandi comodità che garantirono alla persone il miglioramento della vita quotidiana, esplosione di correnti di tipo artistico-letterario e nelle capitali europee si viveva in modo intenso e brillante.

    In questo periodo le persone affrontavano la vita in modo spensierato, vivendo di ogni tipo di lusso, di scoperte enogastronomiche, del bello e dell’eccitante, proprio come questo champagne, intrigante a tal punto di ricondurre la mente a collegamenti storici e figurativi.

    Ricetta Risotto allo zafferano
    Polvere di zafferano ottenuta dagli stimmi
    Polvere di zafferano ottenuta dagli stimmi
    Ingredienti per 4 porzioni:

    2 l acqua circa1 coste di sedano
    1 carote
    1.5 cipolle una per il brodo e mezza per il risotto
    prezzemolo q.b.
    rosmarino q.b.
    salvia q.b.
    sale fino q.b.
    320 g riso per risotti
    0,125 g zafferano, 8 stimmi circa
    40 g formaggio grattugiato tipo grana o parmigiano
    30 g burro due noci
    olio extravergine di oliva q.b.
    100 ml vino bianco mezzo bicchiere
    pepe q.b.

    Esecuzione:    mettere subito a macerare gli stimmi in un bicchiere a temperatura ambiente di acqua e latte intero
    1. preparate il brodo. Riempite una pentola di acqua (circa 2 litri), immergete una cipolla, una costa di sedano, una carota e il mazzetto aromatico. Salate secondo i vostri gusti.
    2. Spostate la pentola sul fuoco e cuocete il brodo contando almeno mezz’ora dal momento del bollore.
    3. In una pentola capiente sciogliete una noce di burro insieme a un filo d’olio d’oliva, fate imbiondire la cipolla tritata finemente.
    4. Versate il riso e tostatelo un paio di minuti mescolandolo in continuazione. Sfumate col vino bianco.
    5. Evaporata la parte alcolica del vino, aggiungete lo zafferano precedentemente infuso in 200ml di acqua e 50ml di latte intero e cominciate a cuocere il riso a fiamma media, mescolando in continuazione e aggiungendo un mestolo di brodo per volta (quando il brodo sarà assorbito, aggiungetene un altro fino a terminare la cottura del riso).
    6. Cotto il riso tenendolo al dente, spegnete il fuoco, aggiungete il formaggio grattugiato e un’altra noce di burro e mantecare energicamente con un mescolo di legno (Fate riposare il riso in pentola per un paio di minuti prima di servirlo in tavola, chiudendo con un coperchio).
    7. A piacere spolverate il riso impiattato con una manciata di pepe nero.
    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    OTTIMO ABBINAMENTO CON IL NOSTRO CHAMPAGNE, GOLOSO, LUSSURIOSO E DI SENSI.

    Di Carol Agostini

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito Maison: https://www.champagne-caillez-lemaire.com/

    Mappa Maison: https://goo.gl/maps/ZC4bLL9MxYe94bQD8

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Fradé, il ritorno alla viticoltura dei giovani, Oltrepò 2022

    Fradé, il ritorno alla viticoltura dei giovani, Oltrepò 2022

    Fradé, il ritorno alla viticoltura dei giovani, Oltrepò 2022, i fratelli Piaggi.

    Di Elsa Leandri

    Un fenomeno degli ultimi anni vede i giovani under 35 anni ritornare verso l’agricoltura e la viticoltura con grande passione. Per approfondire questo fenomeno siamo andati in Oltrepò Pavese da Fradé, azienda agricola guidata dai fratelli Piaggi.

    Fratelli Piaggi, Francesco e Federico Fradé Vignaioli Bio
    Fratelli Piaggi, Francesco e Federico Fradé Vignaioli Bio, articolo Fradé, il ritorno alla viticoltura dei giovani, Oltrepò 2022

    Overview sulla viticoltura e i giovani

    Fradè Vignaioli Bio
    Fradé Vignaioli Bio

    Un’analisi condotta da Albani et al. ( cfr. divulgastudi.it) mostra chiaramente come negli ultimi cinque anni i giovani si siano orientati maggiormente verso il settore agricolo (+8%) piuttosto che verso altri settori produttivi dove si registra un -11%. La difficoltà causata dal periodo pandemico e la crisi che ne è conseguita ha portato alla nascita di nuove imprese agricole (3%) e, tra queste, le aziende condotte da giovani registrano un valore ben 4 volte maggiore, pari al 12%. D’altro canto il tasso di mortalità delle aziende agricole under 35 (3%) è pari alla metà di quello complessivo( 6%).

    L’insieme di questi dati ci mostra chiaramente come la generazione zeta si stia affermando in termini di risoluzione e di resilienza: maggiore attenzione al terreno, alla sostenibilità, alla clientela finale, capacità di usare i canali social e grande volontà e passione si stanno dimostrando un mix vincente.

    La realtà di Fradé

    Fradè Vignaioli Bio
    Fradé Vignaioli Bio, le vigne, il panorama, la tenuta

    Per toccare con mano queste nuove identità siamo andati in Oltrepò Pavese dai Fratelli Piaggi. Francesco e Federico hanno rispettivamente 28 e 26 anni, uno è geometra e l’altro perito meccanico. La loro formazione è lontana dalla terra e dalla viticoltura, ma le loro origini familiari parlano di Lomellina e del protagonista indiscusso di questa zona, il riso.

    L’impegno che la terra richiede quotidianamente e la rispettiva fatica non sono una novità in casa Piaggi, tanto che decidono di dedicarsi a un nuovo progetto nel 2017: la produzione di vino. Percorrono l’Oltrepò Pavese in lungo e in largo fino a trovare a 300 metri s.l.m nella zona di Boffenisio, a Borgo Priolo, nella prima fascia collinare, il loro coup de cœur.

    Nel 2017 viene acquistata l’azienda di 25 ettari, di cui 9 vitati, e nasce Fradé il cui nome ha un duplice significato: in dialetto significa “fratelli”, ma è anche l’unione dei loro nomi Fra(ncesco) e De(de), come viene soprannominato Federico.
    Due cuori che battono per la terra, due menti piene di progetti.

    I Fratelli Piaggi

    I Fratelli Piaggi
    I Fratelli Piaggi

    Francesco e Federico non hanno alcun dubbio: la viticoltura deve essere condotta in regime biologico. Se hanno una grande preparazione in campo agricolo, in viticoltura devono imparare come muoversi e con umiltà e perseveranza seguono gli insegnamenti che vengono loro impartiti e si impegnano a risanare i vigneti, cosicché già nel 2018 escono con la loro prima produzione.

    Attualmente le etichette prodotte sono 8, ma sono destinate a aumentare nei prossimi anni, infatti sta già riposando un metodo classico a base di pinot nero, che dovrebbe uscire nel 2023 e più a breve non è da escludere un vino a base di riesling.

    I sogni nel cassetto sono molti:

    dalla costruzione di una nuova cantina (in atto), alla creazione di una struttura ricettiva, di un agriturismo, fino a posizionare una big bench in modo da poter godere di quel panorama avvolgente e ad ampliare le etichette prodotte.

    Uva Chardonnay Cantina Fradé Vignaioli Bio
    Uva Chardonnay Cantina Fradé Vignaioli Bio

    La produzione e le degustazioni

    Il territorio del Pavese, come ben sappiamo, è predisposto ad accogliere molti vitigni: oltre agli internazionali come il pinot nero, chardonnay, riesling, trovano spazio anche vitigni autoctoni come la barbera e la croatina. Tutte queste varietà le ritroviamo anche da Fradé, con qualche richiamo fuori dal coro come Bufnìs che è un taglio bordolese e Fagòt, che è a base di viognier.

    E se questa zona rievoca immediatamente le bollicine a base di pinot nero che dobbiamo ancora aspettare, nel mentre non ci rimane che degustare il loro metodo Martinotti BRUT a base di chardonnay “Nelmentre”.

    Nelmentre Metodo Martinotti Chardonnay in purezza
    Nelmentre Metodo Martinotti Chardonnay in purezza

    L’etichetta, curata nei minimi particolari, è stata ideata da Franco Fasulo, noto pittore agrigentino trapiantano nel Pavese, in cui viene rappresentato uno scorcio di questo magico territorio.

    In degustazione le bollicine fini e numerose fanno emergere un tripudio di note floreali e fruttate in cui la freschezza della mela, del pompelmo e del gelsomino giocano a nascondino con note vegetali di erbe aromatiche, quali la maggiorana e la salvia. La piacevole beva trova corrispondenza con il naso rendendolo ideale per un aperitivo o con un carpaccio di orata appena pescata.

    Fagot bottiglia e calice Fradè Vignaioli Bio
    Fagòt bottiglia e calice Fradè Vignaioli Bio

    Proseguiamo il nostro percorso con Fagòt 2019 ( 80% viognier, 20% chardonnay). Il manto giallo paglierino con riflessi dorati ci parla già di frutta matura: pesca, albicocca, ananas e banana catturano i nostri recettori olfattivi e successivamente si svelano note più delicate di tiglio, camomilla, timo e pepe bianco.

    In bocca questo vino si distingue per una decisa sapidità tale da accompagnare un risotto con gli asparagi o una trota iridea al forno.

    Alcuni vini degustati di Fradé Vignaioli Bio
    Alcuni vini degustati di Fradé Vignaioli Bio, Fradé, il ritorno alla viticoltura dei giovani Oltrepò 2022

    Per i loro vini di punta, Bufnìs e Sentóre, Francesco e Federico hanno puntato su un’etichetta molto particolare fatta di legno di ciliegio, così da rendere ogni bottiglia unica.

    Bufnis Bottiglia e calice in abbinamento a un piatto di Tordelli alla Lucchese
    Bufnis Bottiglia e calice in abbinamento a un piatto di Tordelli alla Lucchese

    Abbiamo avuto la fortuna di poter degustare il taglio bordolese Bufnìs 2018 ( 60% merlot, 30% cabernet sauvignon e 10% cabernet franc). Rosso carminio impenetrabile offre note di frutta scura come prugna e mora, floreale di viola e rosa appassita e in chiusura note di tabacco, cuoio, vaniglia e liquirizia riconducibili ai 12 mesi passati in botti piccole.

    Il sorso è pieno e caratterizzato da una freschezza capace di sorreggere il tannino e creare una dinamicità che va ad attenuare la percezione del grado alcolico. Uscendo dagli abbinamenti territoriali abbiamo osato con i tordelli alla lucchese.

     

    Bonarda dell'Oltrepò pavese Bottiglia e calice Fradé Vignaioli Bio
    Bonarda dell’Oltrepò pavese Bottiglia e calice Fradé Vignaioli Bio

    Infine è doveroso menzionare anche la loro Bonarda Oltrepò Pavese 2019, espressione tipica della territorialità. I sentori di frutta rossa e nera, di humus e violetta trovano corrispondenza in bocca in cui si amplificano con le caratteristiche fragoline di bosco. Il supporto delle bollicine, non invasive, rendono il sorso al contempo morbido e fresco tale da accompagnare un tagliere di salumi piacentini.

    Conclusioni

    In conclusione, possiamo affermare che la passione che i fratelli Piaggi mettono nel loro lavoro e la loro visione nei progetti futuri sono rappresentativi dei giovani di generazione zeta, che hanno una grande attenzione a valorizzare il proprio territorio, rispettandolo. Ci vediamo presto per degustare i prossimi vini e…avanti così!

    Barbera bottiglia e calice Fradè Vignaioli Bio
    Barbera bottiglia e calice Fradè Vignaioli Bio

     

     

    In abbinamento ai vini degustati i Tordelli alla Lucchese
    In abbinamento ai vini degustati i Tordelli alla Lucchese

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: http://www.fradewine.it/site/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/