Tag: piemonte

  • Cascina Galarej, hotel 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe

    Cascina Galarej, hotel 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe

    Cascina Galarej, hotel di charme 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe

    Redazione

    La nuova struttura del Villaggio Narrante in Casa E. di Mirafiore & Fontanafredda che unisce storicità e contemporaneità, natura e sostenibilità per una vacanza di benessere nelle Langhe Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

    Cascina Galarej, hotel di charme 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe
    Cascina Galarej, hotel di charme 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe

    Inaugurata ufficialmente Cascina Galarej, il nuovo hotel del Villaggio Narrante in Fontanafredda & Casa E. di Mirafiore, che offre agli ospiti un’esperienza di totale relax e benessere con vista a 360 gradi sui vigneti che danno vita ai grandi vini della Langa. Nata dalla ristrutturazione di una cascina di Fontanafredda risalente al 1867 con un progetto che ha posto molta attenzione all’aspetto ecosostenibile, l’hotel offre dieci camere con arredamento di design, una palestra con vista sulle colline, una spa dotata di piscina riscaldata interna ed esterna, sauna finlandese, bagno turco, docce emozionali, tino idromassaggio, trattamenti con mosto d’uva di Barbera e Nebbiolo.

    La proposta culinaria, ad opera degli Chef del Villaggio, comprende prima colazione, light lunch e aperitivi con prodotti tipici di Langa.

    Attività sportiva in mezzo alle vigne, immersi nelle colline piemontesi
    Attività sportiva in mezzo alle vigne, immersi nelle colline piemontesi

    La novità in tema di ospitalità al Villaggio Narrante in Fontanafredda & Casa E. di Mirafiore si chiama Cascina Galarej, hotel di charme 4 stelle inaugurato ufficialmente lo scorso 1° novembre. Situata sul crinale della sinuosa collina Gallareto (da qui il nome Galarej) che permette di godere di una vista a 360 gradi sui 120 ettari di vigneto coltivati a BIOLOGICO e sul Castello di Grinzane Cavour, l’hotel nasce da un progetto di ristrutturazione basato sul concetto di ‘ospitalità diffusa’ attuata attraverso il recupero di edifici esistenti da riqualificare ad uso ricettivo, nel caso specifico, una cascina di Fontanafredda costruita nel 1867 e abitata per anni dai mezzadri delle cantine.

    Cascina Galarej
    Cascina Galarej

    Cascina Galarej unisce storicità, contemporaneità e natura: la struttura esistente è stata valorizzata con l’inserimento di grandi vetrate e l’utilizzo di materiali naturali come il legno e la pietra, arredi di design curati da Green Pea Home e impreziositi da cimeli storici di Vittorio Emanuele II conservati nella Villa Reale. Il rapporto con la natura circostante, la chiave del progetto, si estende nel design esterno con la nuova serra e una zona di pergolati verdi.

    La cura degli spazi esterni si gioca sull’equilibrio tra paesaggio agrario e spazi privati con l’obiettivo di costruire un vero e proprio vigneto-giardino che, per mantenere la biodiversità del luogo, affianca vigne a specie perenni ornamentali. Gli spazi interni, progettati dal team di architetti ACC naturale architettura e Plac, comprendono dieci camere accoglienti e raffinate, con arredamento di design, suddivise in tre tipologie: classic, exclusive e suite; presenti inoltre due camere family.

    Piscina riscaldata nel vecchio fienile
    Piscina riscaldata nel vecchio fienile

    Nell’ex fienile, dalla tipica struttura in mattoni a vista completamente rinnovata, la spa di 500 mq con piscina riscaldata interna (16 metri) ed esterna (9 metri), docce emozionali, tino idromassaggio, sale trattamenti, sauna finlandese e bagno turco. Il nuovo hotel diffuso del Villaggio Narrante offre ai propri ospiti un’esperienza di totale benessere anche per i più sportivi, grazie alla palestra con vista sulle colline.

    Il panorama dalle camere di Cascina Galarey
    Il panorama dalle camere di Cascina Galarej

    Il progetto della Cascina Galarej si è molto concentrato sull’aspetto ecosostenibile ed ecocompatibile, con scelte rivolte a prodotti di serie o su misura e materiali certificati. Per il riscaldamento della piscina e delle camere è stato adottato l’impianto di cogenerazione e teleriscaldamento presente nel Villaggio, mentre per l’illuminazione della strada che conduce all’hotel una serie di panelli fotovoltaici con sensori di movimento. Dal punto di vista dell’impatto visivo ambientale sono stati utilizzati colori conformi al paesaggio circostante e che richiamano gli edifici storici del Re Vittorio Emanuele II grazie alle righe orizzontali tipiche del Villaggio Narrante.

    A Cascina Galarej una grande attenzione è posta anche alla cucina, con la proposta firmata dallo Chef Fabio Nitti
    A Cascina Galarej una grande attenzione è posta anche alla cucina, con la proposta firmata dallo Chef Fabio Nitti

    A Cascina Galarej una grande attenzione è posta anche alla cucina, con la proposta firmata dallo Chef Fabio Nitti di una prima colazione alla carta, light lunch e aperitivi con prodotti tipici di Langa. Non manca poi la possibilità di vivere le restanti esperienze all’interno del Villaggio Narrante come la vista alle cantine storiche di Re Vittorio Emanuele II e quelle di suo figlio Emanuele Alberto, la passeggiata nel Bosco dei Pensieri, la degustazione dei grandi vini delle Langhe e della tradizione all’interno dei ristoranti della famiglia Alciati.

    Comunicato stampa

     

    Cascina Galarej, hotel 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe
    Cascina Galarej, hotel 4 stelle con vista sui vigneti delle Langhe

     


    Sito Villaggio Narrante: https://www.villaggionarrante.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

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  • Barolo di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, al 78° posto di Wine Spectator 2022

    Barolo di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, al 78° posto di Wine Spectator 2022

    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022

    Redazione

    Grande traguardo per Fontanafredda che con il suo vino più iconico, prima menzione comunale al mondo, dal 1988, il Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022. Sono venti in tutto i vini italiani premiati dalla rivista americana tra le più influenti nel mondo del vino, che ogni anno seleziona i migliori 100 tra i vini recensiti negli ultimi 12 mesi. Il “Barolo della Speranza” di Fontanafredda compare, inoltre, come primo Barolo inserito nella graduatoria.

    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance
    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance

    Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, il vino più rappresentativo di Fontanafredda, si aggiudica il 78° posto nella classifica dei 100 migliori vini del mondo di Wine Spectator 2022 ed è il primo Barolo a comparire nella graduatoria. Un grande traguardo sancito da una delle riviste americane più importanti e influenti del settore, che, ogni anno, premia cantine, regioni e annate, dopo un’attenta selezione dei Top 100 tra i vini recensiti negli ultimi 12 mesi in base a qualità, valore, disponibilità ed eccellenza.

    Arrivo in Tenuta Fontanafredda
    Arrivo in Tenuta Fontanafredda

    Prima menzione comunale al mondo, dal 1988, il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, “il Barolo della Speranza”, è stato presentato lo scorso 21 marzo, in occasione dei 30 anni dalla prima uscita sul mercato. Un Barolo identitario, che unisce la potenza del terroir di Serralunga d’Alba e l’eleganza stilistica di Fontanafredda, in un connubio riconosciuto dalla critica nazionale e internazionale. Floreale, balsamico, vibrante, fresco e dopo 30 anni anche Biologico, il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance al naso presenta una bellissima florealità con un profumo netto e intenso, in bocca è morbido, setoso con un tannino vibrante.

    “Questa è una bella espressione di sapori di ciliegia, rosa e minerali, con freschezza e purezza. Mostra una solida base di tannini densi ma raffinati. Finale lungo. Il meglio dal 2025 al 2042.” Lo descrive così Bruce Sanderson, Senior Editor di Wine Spectator e degustatore per l’Italia.

    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022
    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022

    Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance è il primo di una collezione che, ogni anno per 10 anni, celebrerà i 10 sentimenti che nella storia della civiltà hanno dato origine alle rinascite collettive. Un progetto volto a risvegliare lo spirito critico con il contributo di grandi scrittori e illustratori italiani stimolando riflessioni sui sentimenti per una nuova umanità.

    I luoghi di vinificazione e affinamento di Fontanafredda
    I luoghi di vinificazione e affinamento di Fontanafredda

    La cura del sentimento della Speranza è stata affidata al pluripremiato scrittore contemporaneo Marco Missiroli, con la monografia dal titolo: 12, gli umani potrebbero chiamarla Speranza, ed Elisa Talentino, giovane illustratrice e pittrice piemontese riconosciuta a livello internazionale, che, attraverso la libertà di una Cocorita Blu ci racconta la speranza.

    Cresce l’attesa per l’uscita a marzo 2023 dell’annata 2019, seconda edizione del progetto Renaissance, dedicata al sentimento della Fiducia, già disponibile in anteprima sul sito di Fontanafredda ad un prezzo esclusivo per tutti gli appassionati.

    Comunicato stampa

    Comunicato stampa Degustazione privata solo per FoodandWineAngels a Fontanafredda

    Degustazione privata solo per FoodandWineAngels a Fontanafredda


    Sito Tenuta: https://www.fontanafredda.it/

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  • Azienda Agricola Luigi Boveri fa il pieno di premi 2022

    Azienda Agricola Luigi Boveri fa il pieno di premi 2022

    Azienda Agricola Luigi Boveri fa il pieno di premi 2022

    Redazione Carol Agostini

    Tre Bicchieri, Vino Slow e Corona: nel trentennale l’Azienda Agricola Luigi Boveri fa il pieno di premi.

    Azienda Agricola Luigi Boveri fa il pieno di premi 2022 Famiglia Boveri
    Azienda Agricola Luigi Boveri fa il pieno di premi 2022 Famiglia Boveri

    Il Filari di Timorasso 2020 si aggiudica i Tre Bicchieri del Gambero Rosso e il Vino Slow di Slowine. Premiato anche la Barbera Poggio delle Amarene. L’azienda sarà presente sabato 8 ottobre dalle 14.00, con una propria postazione al banco di degustazione di Slowine presso Superstudio Più, e a quello di Gambero Rosso a Roma, previsto per sabato 15 ottobre.

    Filari Azienda Agricola Boveri Luigi
    Filari Azienda Agricola Boveri Luigi

    Ottobre 2022. Un anno importante per l’Azienda Agricola Luigi Boveri, che festeggia i 30 anni di attività facendo incetta di premi conferiti dalle maggiori guide di settore. Il campione di quest’anno, già pluripremiato in passato, è il Filari di Timorasso 2020 che si aggiudica i Tre Bicchieri del Gambero Rosso e il premio Vino Slow di Slowine.

    Filari di Timorasso 2020 Boveri Luigi
    Filari di Timorasso 2020 Boveri Luigi

    Proveniente da terreni marnoso-calcarei, questo bianco da invecchiamento è segnato da profumi eleganti e complessi di pesca bianca, susina, bergamotto, spezie dolci e netti ricordi di miele d’acacia.

    Il sorso è ampio, meravigliosamente strutturato, con freschezza e buona sapidità, molto lungo ed elegante.

    Il Filari di Timorasso 2020 ha una struttura e intensità tali da permettere abbinamenti impensabili per un bianco, andando persino sulle carni, come un coniglio arrosto alle castagne e un risotto alla Robiola di Roccaverano.

     

    Barbera Poggio delle Amarene 2019 Boveri Luigi
    Barbera Poggio delle Amarene 2019 Boveri Luigi

    Ma non finisce qui, perché anche la Barbera Poggio delle Amarene 2019, già recensito sul Corriere nell’aprile scorso, è stato premiato con la Corona, il più alto riconoscimento previsto da Vini Buoni d’Italia, la guida sui prodotti da vitigni autoctoni.

    Proveniente da terreno argilloso calcareo, questa Barbera che affina 12 mesi in cemento vetrificato, si veste di rubino nel calice, segnata da un intenso naso intenso di amarena, germoglio di ribes e ricordi balsamici.

    Un vino al sorso di buona struttura, lungo e fresco, ideale con tutte le carni a partire da una tagliata al sangue, i formaggi stagionati ed erborinati.

     

    Anche le due Edizioni Limitate e Numerate, nate per celebrare i questi 30 anni di vita della famiglia Boveri nei Colli Tortonesi fatti di amore, lavoro e passione, sono entrati in una prestigiosa guida di settore come Doctorwine, aggiudicandosi, nel caso del Filari di Timorasso Colli Tortonesi Doc 2015, i 94/100.

    “Siamo felici e onorati che i nostri vini siamo stati apprezzati così tanto dalle guide di settore. – commenta Luigi Boveri – Sono riconoscimenti importanti che ci danno il senso del lavoro che ogni giorno, con dedizione e fatica, tutta la nostra famiglia porta avanti”.

    Da sinistra Luigi e Francesco Boveri
    Da sinistra Luigi e Francesco Boveri

    Questo anno ha portato anche l’apertura di una nuova sala degustazione, con ampia terrazza sulle vigne, che da maggio è diventata un luogo d’incontro di tutti i winelover in cerca di vini territoriali. Ampia oltre 120mq, più 50mq di terrazzo, può accogliere 50-70 persone a sedere, un centinaio in piedi.

    La prosecuzione naturale di molti altri anni di lavoro nel segno della passione per il territorio dei Colli Tortonesi.

     


    INFORMAZIONI

    Sito Cantina: boveriluigi.com

    Facebook https://www.facebook.com/luigi.boveri.3

    Instagram https://www.instagram.com/aziendaagricolaboveriluigi/

    Partner articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    MURAY Moscato D’Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D’Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.

    Di Carol Agostini

    Gli abbinamenti dell’azzardo per giocare di sensi che alla fine ha reso un semplice tagliere composto da quiche lorraine farcita da speck di Asiago, zucchine, gorgonzola piccante, formaggio Asiago semi stagionato, con varie salse di accompagnamento, un momento di sperimentazione.

    La Quiche Lorraine è una torta salata farcita tipica della cucina francese, in particolare della regione Lorena, da cui prende il nome: “Quiche” significa appunto rustico, da qui Quiche Lorraine.

    Ricetta Quiche Lorraine e Moscato D'Asti DOCG
    Ricetta Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG eseguita da Carol Agostini

    Sono riuscita a sfatare il mito di abbinamenti classici per uno invece che ha sorpreso tutti, me compresa.
    Il connubio tra dolce e salato con una presenza leggermente piccante e sapida tra trovato armonia, anche se, non perfettamente equilibrato, ma il tutto con una sinergia di sapori e profumi invitanti ed intriganti soprattutto al palato.

    Uva del MURAY Moscato D'Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D'Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.
    Uva del MURAY Moscato D’Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D’Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.

     

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) se leggete nel loro sito troverete che nella tradizione vecchia ed antica della zona i terreni erano invasi da piante di gelsi, invece la famiglia Marino decise di impiantare piante di Moscato perchè si accorse che la resa dava un prodotto estremamente interessante e di soddisfacente qualità.

    Il vino che porta questo nome al naso è fruttato, da albicocca alla pesca, note di arancia gialla, fiori fianchi e gialli, miele di acacia, note di vaniglia che si mescolano con profumi dolci di caramello e papaya, litchi, tiglio e malva.

    In bocca è fresco, piacevolmente dolce e non stucchevole, l’ingresso è prorompente con aromi di frutta e fiori, di leggera speziatura dolce in chiusura, miele e nocciole.

    Santo Stefano Bio Moscato D'Asti DOCG
    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Santo Stefano Bio, il nome del vino ricollega il nome del paese dove risiede la famiglia e la cantina, vicino il torrente Belbo che fu anche luogo natio dallo scrittore italiano del Novecento Cesare Pavese: “ La vita non è ricerca di esperienze, ma di se stessi. Scoperto il proprio strato fondamentale ci si accorge che esso combacia col proprio destino e si trova la pace”.(Il mestiere di vivere)

    Al naso questo Moscato è intenso, diretto con note di frutta a pasta gialla e bianca da albicocca e pesca, litchi, miele, mughetto e biancospino, glicine bianco, pera.

    In bocca la sensazione di dolce è sorretta dall’acidità che rende tutto armonico, in equilibrio senza essere stucchevole e troppo dolce, anzi buona componente quasi salmastra, gessosa alternata ai sentori primari dell’uva di Moscato, con bolla fine ed elegante.

    Conclusioni degustative
    Territorio e vigne della Cantina Beppe Marino Vini
    Territorio e vigne della Cantina Beppe Marino Vini

    Due vini rappresentativi di un territorio fatto di correnti d’aria fresca, pendii collinari dolci, con stradine che si introducono all’orizzonte in appezzamenti di vigne bacati dal sole.

    Luogo di racconti, di tradizione e di fantasia che racchiudono poesia e ottimi vini.

    Ricetta Quiche Lorraine

    Ingredienti per 8 persone
    • 500 g di zucchine fresche
    • 100 g di Speck affettato sottile
    • 150g di gorgonzola cremoso piccante
    • 3 cucchiai di olio EVO
    • sale quanto basta a piacere
    • pepe nero e pepe rosa macinato al momento
    • 1 uovo intero
    • 200 ml di latte intero
    • 250 g di pasta sfoglia
    • 30 g di Grana Padano grattugiato
    Esecuzione:
    1. Lavare le zucchine, eliminare le estremità e tagliarle a julienne (piccole striscioline tipo fiammifero sottili).
    2. Tagliare lo speck a striscioline larghe mezzo centimetro e lunghe 4-5 centimetri al massimo, acquistate un affettato morbido e non troppo stagionato.
    3. Mettere l’olio in una padella, farlo scaldare quindi unire le zucchine, un pizzico di sale e farle saltare per 4 minuti a fiamma vivace.
    4. Unire lo speck, una generosa macinata di pepe e proseguire la cottura, mescolando, per un paio di minuti.
    5. Spegnere il fuoco, coprire e tenere da parte.
    6. Rompere l’uovo in una ciotola e sbattere bene. Deve risultare fluido e perdere viscosità.
    7. Unire il latte a filo, mescolare, unire un pizzico di sale e pepe macinato al momento.
    8. Foderare una teglia di 26 cm di diametro con carta da forno e mettervi la pasta sfoglia.
    9. Bucherellare il fondo con i denti di una forchetta, è essenziale farlo per una cottura ottimale.
    10. Cospargere sul fondo le zucchine, il gorgonzola ridotto a cubetti, quindi versare la crema coprendo uniformemente il ripieno.
    11. Cospargere il tutto con il Parmigiano grattugiato.
    12. Ripiegare i bordi della pasta sfoglia verso l’interno, arricciandoli leggermente.
    13. Infornare per 25-30 minuti a 180° C, prolungando di poco la cottura se l’aspetto non dovesse risultare ben dorato, i tempi di cottura possono variare a seconda della potenza del vostro forno.
    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D'Asti DOCG
    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG eseguita da Carol Agostini
    Conclusioni degustative

    Due vini rappresentativi di un territorio fatto di correnti d’aria fresca, pendii collinari dolci, con stradine che si introducono all’orizzonte in appezzamenti di vigne bacati dal sole.

    Luogo di racconti, di tradizione e di fantasia che racchiudono poesia e ottimi vini.

    Un ottimo abbinamento con la nostra ricetta golosa, da presentare anche come pasto unico in occasione di amici ospiti.

    Di Carol Agostini


    Sito Cantina: https://www.beppemarino.it/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Quando le scelte guidano 2022, Cantina Volpi

    Quando le scelte guidano 2022, Cantina Volpi

    Quando le scelte guidano 2022, Cantina Volpi

    Di Elsa Leandri

    Le scelte che ogni persona compie sono tali da permettere la crescita di ogni individuo, tanto da arricchirlo e da dargli gli strumenti per proseguire il proprio cammino. Ogni imprenditore si trova quotidianamente ad affrontare delle scelte che modificheranno l’iter dell’azienda.

    Cantine Volpi è un esempio di scelte lungimiranti tanto da garantire attualmente una produzione di 4 milioni di bottiglie senza però tralasciare l’identità del proprio territorio di origine.

    Colli Tortonesi-Derthona- Timorasso 2019 Cascina la Zerba di Volpedo
    Colli Tortonesi-Derthona- Timorasso 2019 Cascina la Zerba di Volpedo

    Cantine Volpi

    L’azienda, che vede attualmente impegnati Carlo, Laura e Marco (entrato in cantina nel 2020), nasce nel 1914 a Tortona quando Cristina, nonna di Carlo, sceglie d’acquistare un’osteria in centro a Tortona, il Cappello Verde, iniziando la vendita di vino al bicchiere. Nel 1957 viene costruito lo stabilimento di Viguzzolo e cinque anni dopo la sede a Tortona per affinamento e imbottigliamento: dal 2019 è stato dismesso il primo stabilimento e tutta la lavorazione viene accentrata a Tortona in modo da favorire una migliore gestione e ottimizzazione delle risorse.

    Vigne della cantina Volpi
    Vigne della cantina Volpi

    Le scelte da un punto di vista di impianti di produzione vanno di pari passo con scelte di innovazione come nel 1974 quando venne prodotto il Cortese Frizzante Doc- Colli Tortonesi, nel 1978 l’azzardo, che si è rivelato vincente, di produrre vino novello oppure la creazione della linea Era alla fine degli anni ’90, una linea dedicata alla produzione di vino biologico di qualità.

    Ultimo step l’acquisizione nel 2003 di Cascina Zerba a Volpedo, per coronare il sogno del padre di Carlo che vedeva questo territorio ideale per la produzione di Barbera.

    Cascina Colli Tortonesi Derthona Timorasso 2019 in purezza Cascina la Zerba di Volpedo
    Colli Tortonesi Derthona Timorasso 2019 in purezza Cascina la Zerba di Volpedo

    Cascina Zerba

    Nel 2003 quando è stata acquisita questa proprietà era già presente un vigneto impiantato a Barbera ma molto trascurato. Carlo, grazie al consiglio e aiuto dell’enologo Giuseppe Noè, decide di recuperarlo ottenendo degli ottimi risultati tanto da avere numerosi riconoscimenti. Due anni dopo vengono impiantati anche dei filari di timorasso, nella zona individuata più idonea per quest’uva. Attualmente la cantina conta 10 ettari di filari impiantati e di alberi da frutto ed è, dal 2015, convertita a produzione biologica certificata. In degustazione avremo Colli Tortonesi-Derthona- Timorasso 2019, che con l’annata 2017 ha abbandonato l’affinamento in barrique, a favore del passaggio in acciaio.

    Colli Tortonesi-Derthona- Timorasso 2019 Cascina la Zerba di Volpedo

    Giallo paglierino vivace. Il corredo olfattivo elegante evoca profumi di pompelmo, cedro, pera, fiori d’acacia, di ginestra e di zagara, erbette aromatiche (timo e salvia) e un finale di pietra focaia. Il sorso pieno offre una bocca equilibrata e avvolgente dettata da una nota glicerica importante e da una decisa sapidità tale da garantire un lungo finale in bocca.

    Ricetta in abbinamento a questo vino eseguita da Carol Agostini:

    Crema di cipolla e ceci con praline di baccalà mantecato alla veneziana
    Crema di cipolla e ceci con praline di Baccalà mantecato alla Veneziana con granella di nocioline e pinoli tostati

    Ricetta: https://ricette.giallozafferano.it/Baccala-mantecato-alla-veneziana.html


    Ricetta eseguita da Carol Agostini in abbinamento al Timorasso Cantina Volpi
    Ricetta eseguita da Carol Agostini in abbinamento al Timorasso Cantina Volpi

    La ricetta è deliziosamente abbinata per la compensazione di consistenze e requisiti organolettici, in cui tendenza dolce, tostatura si accompagnano con sapidità, morbidezza e acidità.

    Un piatto semplice a vederlo ma complesso e completo nell’esecuzione, in cui la masticazione trova esaltazione tra molle, morbido e croccante.

    Un gioco senza fine di emozioni, tra sorsi e praline che si mescolano alla cremosità della vellutata.

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: https://www.cantinevolpi.it

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

  • Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018

    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018

    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018

    Di Elsa leandri

    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018
    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018

    Dietro il nome dell’azienda Mario Rivetti ci si potrebbe aspettare una conduzione prettamente maschile. A condurla, invece, un po’ come capitava negli anni del dopoguerra in Champagne, sono le donne della famiglia. Alla scoperta di questa realtà immersa nelle Langhe e del suo Dolcetto D’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018.

    In Barricaia di Mario Rivetti, Langhe, Piemonte
    In Barricaia di Mario Rivetti, Langhe, Piemonte

    L’azienda Mario Rivetti

    Siamo nelle Langhe, a Alba. L’azienda nasce alla fine degli anni 1960 quando Mario Rivetti inizia a vinificare e a imbottigliare il proprio vino, passando quindi da conferitore a produttore.

    Negli anni 2000 le figlie Anna Maria e Loredana, sono state improvvisamente coinvolte, in seguito alla dipartita del padre, nella gestione dell’azienda di famiglia. Trovarsi da un momento all’altro a prendere le redini dell’azienda non deve essere stato facile, ma tenendo a mente che il vino di qualità nasce da come si cura la vigna, era loro ben chiaro quali fossero gli step da seguire.

    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018
    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018 la barricaia

    Vigna e terreno Azienda Mario Rivetti

    Attenzione alla vigna e al terreno in primis si traducono quindi in attenzione all’ambiente e in impegno nella lotta integrata. I circa 10 ettari di vigneti che sono sopra Alba si trovano a un’altitudine di circa 300m s.l.m. con esposizione principalmente a Sud e con terreni argillosi-sabbiosi, con la presenza di Marne di Sant’Agata.

    Bricco Capre, la cui morfologia (conformazione assimilabile a un pascolo più che a una collina) e il cui nome evocano erroneamente pascoli verdi in cui brucano le caprette, è sinonimo d’eccellenza per la cantina: in questa zona, che presenta un terreno argilloso e calcareo, furono impiantati circa 40 anni fa nebbiolo, dolcetto e barbera dando vita a Nebbiolo d’Alba, Langhe Nebbiolo, Barbera d’Alba Superiore e Dolcetto d’Alba Superiore.

    Calice di Dolcetto D'Alba di Mario Rivetti
    Calice di Dolcetto D’Alba di Mario Rivetti

    In degustazione Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018

     

    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018
    Mario Rivetti e il suo Dolcetto d’Alba Superiore “Bricco Capre” 2018

     

    Mario Rivetti Bottiglia di Dolcetto D'Alba
    Mario Rivetti Bottiglia di Dolcetto D’Alba

    Rubino elegantemente vivace con riflessi amaranto. Un susseguirsi di piccola frutta matura rossa e nera (lampone, mora, mirtillo, ciliegia) e di rosa e iris viene completato da una nota speziata di chiodi di garofano e da effluvi balsamici.

    L’eccellente impatto olfattivo trova corrispondenza in bocca, in cui la tannicità (non fatevi trarre in inganno dal suo nome così “dolce”) viene ben bilanciata dalla nota alcolica e da una discreta acidità. Chiusura mediamente lunga con richiami di frutta nera.

    Di Elsa Leandri

     

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.mariorivetti.it/

    Partner:https://www.foodandwineangels.com/

     

  • Piemonte, Albugnano DOC e uno dei suoi produttori 2022: Alle Tre Colline.

    Piemonte, Albugnano DOC e uno dei suoi produttori 2022: Alle Tre Colline.

    Piemonte, Albugnano DOC e uno dei suoi produttori 2022: Alle Tre Colline.

    Di Elsa Leandri

    Il Piemonte

    Si sa essere regione di vini e di nocciole. Oltre alle celebri denominazioni Barolo e Barbaresco un piccolo paese di 500 anime, che si trova nel Monferrato nordoccidentale vicino a Torino, custodisce una delle 341 doc italiane, la Doc Albugnano, che prende nome dall’omonimo paese. Alla scoperta di questa denominazione e dei vitigni autoctoni piemontesi grazie all’azienda agricola “Alle tre colline”.

    Albugnano Doc e uno dei suoi produttori: Alle Tre Colline. Lineup dei vini rossi della cantina
    Albugnano DOC e uno dei suoi produttori 2022: Alle Tre Colline. Lineup dei vini rossi della cantina

    La denominazione Albugnano DOC e l’Associazione Albugnano 549

    La denominazione che abbraccia quattro comuni del territorio Astigiano (Albugnano, Pino d’Asti, Castelnuovo Don Bosco e Passerano-Marmorito) vede come protagonista il Vitigno Piemontese per eccellenza, ovvero il nebbiolo.

    Il territorio

    Le colline che si ergono sopra i 400m s.l.m. e la presenza di boschi danno il loro contributo a rinfrescare il clima, rendendolo idoneo alla coltivazione dello stesso nebbiolo su questo terreno di matrice marnosa. Già Pier De Crescenzi nel XIV secolo lodava tale zona e tale vitigno: “Quest’uva Nubiola è molto lodata nella città di Asti e in quelle parti” e in quello stesso secolo il nome del vitigno compare nei catasti di Chieri, paese non lontano da Albugnano.

    La realtà, purtroppo, è che tale denominazione, nonostante siano presenti condizioni ideali climatiche, territoriali e storiche per tale vitigno, appare ai più misconosciuta.

    Albugnano, Piemonte Cantine Le tre Colline Albarossa
    Albugnano, Piemonte Cantine Le tre Colline Albarossa bottiglia e calice

    La volontà dei viticoltori locali è quella di riuscire ad affermare tale area a denominazione, che conta 44 ettari, nel mondo vitivinicolo ed è per questo che nel 2017 è nata l’associazione 549, il cui nome fa riferimento al punto più alto del comune di Albugnano appunto 549m s.l.m.

    L’azienda “Alle Tre Colline”

    Uno dei 14 produttori che è attivo in questa rivalutazione territoriale è Franco Carossa, proprietario dell’azienda agricola Alle Tre Colline, che si trova a Albugnano. Il nome della cantina rievoca il fatto che questo paese si estende appunto su tre colline, quelle tre colline che Cristina, la moglie di Franco, vedeva quando tornava da Chieri verso casa.

    Famiglia Carossa, storia, Piemonte, Albugnano

    Seppur la storia della famiglia Carossa affonda le sue radici in viticoltura già all’inizio del 1800, è nel 1999 che Franco Carossa decide di fare il grande passo e di incominciare a non vendere solo vino sfuso, ma anche vini imbottigliati direttamente da loro.

    I Vini di Alle Tre Colline Albugnano, Piemonte
    I Vini di Alle Tre Colline Albugnano, Piemonte

    Oggi l’azienda conta 35 ettari complessivi di cui 12 ettari a noccioleto e 13 a vigneto, in cui sono impiantati principalmente vitigni autoctoni piemontesi come la freisa, la barbera, il grignolino, l’albarossa e ovviamente il nebbiolo.

    Unico vitigno internazionale presente è lo chardonnay, l’amore in bianco di Franco, che viene vinificato secondo tre lavorazioni: Chardonnay (vinificazione in acciaio e maturazione in legno), “An costi” (fermentazione in legno con conseguenza maturazione di 12 mesi a contatto con le fecce nobili) e “C’ha bugia”, novità del 2022, spumantizzato con metodologia classica con sosta di 24 mesi sui lieviti.

    Attualmente Franco può contare sull’aiuto di tutta la sua famiglia: se Cristina, ex infermiera, ora è l’anima dell’agriturismo e delle lavorazioni con le nocciole, i tre figli Elisa, Paolo e Gabriella appena possono sono in azienda a “dare una mano”.

    La degustazione

    http://www.alletrecolline.com/i-vini/

    Partiamo dal più internazionale di tutti “An Costi” Piemonte Doc Chardonnay 2020
    Piemonte doc chardonnay An Costi Albugnano Alle Tre Colline
    Piemonte doc chardonnay An Costi Albugnano Alle Tre Colline

    La fermentazione che avviene in barrique e la successiva sosta sulle fecce nelle stesse barrique per 12 mesi offrono a questo vino un corredo olfattivo variegato che abbraccia frutti esotici, come la banana, ananas, pompelmo, cedro, fiori gialli, leggere erbette aromatiche e vaniglia. L’impatto in bocca offre una sensazione calorica percettibile e una sapidità decisa. Si chiude con un finale leggermente ammandorlato.

    E ora tuffiamoci nel mondo dei vitigni autoctoni: barbera, albarossa e nebbiolo accendiamo i riflettori su di voi!

    Barbera d’Asti DOCG 2020

    Il calice è impreziosito da un rosso rubino vivace. La freschezza della frutta rossa che spazia dal lampone, alle fragoline di bosco, alla ciliegia, la nota agrumata di arancia sanguinella con un eco di rosa e di mirto offrono un naso pulito e tipico di questo vitigno. Acidità schietta che spalleggia l’importante impatto calorico con tannini eleganti. Lunga chiusura con richiami fruttati.

    Piemonte Doc Albarossa 2019
    Albarossa DOC, Albugnano Piemonte Alle Tre Colline
    Albarossa DOC, Albugnano Piemonte Alle Tre Colline

    Prima di affrontare la degustazione due note su questo vitigno relativamente giovane. Nasce nel 1938 da un incrocio tra Nebbiolo e Barbera per volontà del Prof. Giovanni Dalmasso al fine di unire qualità e produttività. Solo più tardi negli anni Sessanta/Settanta gli studi ampelografici individuarono come progenitore, insieme alla Barbera, non tanto il Nebbiolo quanto lo Chatus (nebbiolo di Dronero).

    Rosso carminio vivace. Non lasciatevi incantare dalle note delicate di fragoline di bosco, mora, rosa e dal leggero finale amaricante di rabarbaro e di radice di liquirizia con echi di cipria, tabacco e caffè perché in bocca entra con prepotenza con un’alcolicità importante e un tannino che richiede ancora un po’ di affinamento in bottiglia. Saremmo curiosi di provare delle vecchie annate.

    Albugnano Doc 2020 (100% nebbiolo)

    Elegante veste carminia vivace che propone richiami di fragoline di bosco, lampone, melagrana con note di rosa e violetta. In chiusura refoli di pepe nero. Interessante l’impatto in bocca in cui freschezza e tannicità si sorreggono regalandoci un finale lungo, quasi cioccolatoso.

    Albugnano Doc Superiore “Va’Anait” 2018 (100% nebbiolo)
    Albugnano doc Superiore 549 Va’Anait Alle Tre Colline, Piemonte
    Albugnano doc Superiore 549 Va’Anait Alle Tre Colline, Piemonte

    È necessario spendere due parole sul nome che caratterizza questa etichetta in quanto richiama le parole che nonna Orsolina, al momento della vendemmia, indirizzava ai figli di Franco dicendo loro “Va’ Anait” (lett. “Datti una mossa”, “vai avanti”) perché anziché raccogliere l’uva pensavano a giocare tra i filari. Questa bottiglia rientra nella linea di produzione dell’associazione Albugnano 549 tanto che viene imbottigliata in un albeisa su cui è impresso il nome “Albugnano 549”.

    Veste carminia con riflessi aranciati. Il naso ci racconta di una ciliegia sottospirito e in confettura, di una confettura di lampone, di arancia essiccata. Accenni balsamici mentolati e richiami di pot pourri e cuoio completano elegantemente il quadro olfattivo. Decisa freschezza e tannino setoso caratterizzano la beva, offrendo, nel contempo, una chiusura persistente.

    Questo viaggio a Albugnano ci ha permesso di raccogliere una nuova identità del nebbiolo che in modo camaleontico sa trarre da ogni zona una sua peculiarità, non ci rimane che approfondire ulteriormente la conoscenza di questa realtà!

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Albugnano Doc e uno dei suoi produttori: Alle Tre Colline,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola
    Elsa Leandri autrice articolo: Albugnano Doc e uno dei suoi produttori: Alle Tre Colline,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola

    Sito Cantina:

    http://www.alletrecolline.com/

    Versione Inglese: https://thesensesoffoodandwine.blogspot.com/2022/07/blog-post.html

    Partner Agenzia FoodnadWineAngels:

    https://www.foodandwineangels.com/

  • A Cascina delle Rose: oltre il Barbaresco Parte 1°

    A Cascina delle Rose: oltre il Barbaresco Parte 1°

    A CASCINA DELLE ROSE: oltre il Barbaresco Parte 1°

    DI ELSA LEANDRI

    Quattro zone:Barbaresco, Neive, Treiso e San Rocco Seno d’Elvio. Viene subito in mente il nebbiolo, che si esprime in questi territori con la sua eleganza e suadenza nel Barbaresco DOCG. E se “la regina delle uve nere” è sinonimo di Langhe, di Piemonte e fa sognare donne e uomini, italiani e stranieri, in realtà la sua coltivazione non è poi così tanto diffusa.

    Il cedro del Libano di La Morra nell'articolo A Cascina delle rose
    Il cedro del Libano di La Morra

    https://langhe.net/sight/cedro-del-libano/


    Sapete, invece, qual è il vitigno maggiormente prodotto in Piemonte? Andiamo a scoprirlo a Cascina delle Rose.

    Cascina delle rose Barbera D'Alba DOC Superiore 2016
    Cascina delle rose Barbera D’Alba DOC Superiore 2016 Donna Elena

    Cascina delle rose

    Cascina delle Rose è una piccola realtà vitivinicola con sede a Barbaresco, in provincia di Cuneo, di 5,5 ettari, di cui 4 a vigneto. L’acquisto di tale proprietà avvenne nel 1948 ad opera di Beatrice Rizzolio, ma furono Giovanna e Italo, che negli anni Novanta, decisero di commercializzare quei vini che venivano prodotti per uso familiare.

    Una sfida vincente che, oggi, vede coinvolti in cantina anche i figli Davide, in vigna e in cantina, e Riccardo, nella parte commerciale.

    Cascina delle rose Barbaresco
    Cascina delle rose Barbaresco

    I vigneti della cantina sono collocati principalmente nelle zone di Rio Sordo e di Tre Stelle, due delle 66 Menzioni Geografiche Aggiuntive del Barbaresco.

    Territorio Barbaresco Cascina delle rose
    Territorio Barbaresco Cascina delle rose

    Il territorio, vocato in connubio con l’attenzione che viene dedicata, non solo in vigna, ma anche in tutti i processi produttivi, regala prodotti degni di nota e se ne trova riscontro nei vini di punta dell’azienda il Barbaresco Tre Stelle DOCG e il Barbaresco Rio Sordo DOCG, vini ai quali si dovrebbe dedicare uno specifico articolo.

    Cascina delle rose e la Barbera D'Alba 2016 Donna Elena

    Cascina delle rose e la Barbera D’Alba 2016 Donna Elena

    Oggi però andiamo alla scoperta del vitigno maggiormente coltivato in Piemonte: la barbera.

    La famiglia Rizzolio infatti non si dedica unicamente al nebbiolo ma una parte della loro produzione vede protagonista, oltre che il dolcetto, anche la barbera nelle due versioni Barbera d’Alba Doc e Barbera D’Alba Doc Superiore Donna Elena, vino dedicato a “Zia Elena”, la sorella di Giovanna.

    Quest’ultima è prodotta da una singola parcella della MGA Tre Stelle, in cui le terre sono magre con la presenza di marne argillo/calcaree affioranti in superficie, presupposti ottimali per produrre vini eleganti.

    Barbera d’Alba di Cascina delle Rose

    In degustazione la Barbera d’Alba Doc Superiore Donna Elena 2016 presenta un manto rubino vivace con riflessi granato, che ci indica che siamo di fronte a un vino con una certa evoluzione. I sentori tipici della barbera, lampone e mora, si esprimono sotto forma di confettura, mentre l’iris essiccato lascia spazio a leggere note balsamiche.

    In chiusura accenni eleganti di vaniglia e di cacao e, con l’ulteriore passare del tempo, l’impatto olfattivo si modifica spostandosi ancora di più sulle note terziarie e rivelando anche sentori di tabacco. Già da queste prime evidenze ci rendiamo conto che le aspettative dell’assaggio in bocca diventano molto alte.

    Cascina delle rose, Barbaresco, Barbera D'Alba
    Cascina delle rose, Barbaresco, Barbera D’Alba

    Se in generale la barbera è sinonimo di acidità, quest’aspetto si riscontra nitidamente in questo vino: la freschezza riesce a bilanciare, insieme alla sapidità, quella nota alcolica importante (15%) regalando in questo modo un sorso appagante e pieno, con un’elevata lunghezza in bocca.

    In abbinamento Spaghetti Senatore Cappelli di Carla Latini con polpettine di manzo e cinghiale in rosso con pesco di noci e basilico ai vini di Cascina delle rose
    In abbinamento Spaghetti Senatore Cappelli di Carla Latini con polpettine di manzo e cinghiale in rosso con pesco di noci e basilico, piatto eseguito da Carol Agostini

    La famiglia Rizzolio, con questa barbera che si distingue per la sua eleganza rimanendo fedele alla sua identità, ci dimostra che su un terroir elettivo per il nebbiolo si possono produrre anche grandi barbera e quindi possiamo concludere dicendo: oltre il Barbaresco, c’è la Barbera d’Alba!

    E ci tornano in mente le parole di Giosuè Carducci:

    Generosa Barbera.

    Bevendola ci pare

    d’essere soli in mare

    sfidanti una Bufera”.

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri sommelier, blogger, esperta vitivinicola autrice articolo A Cascina delle Rose
    Elsa Leandri sommelier, blogger, esperta vitivinicola autrice articolo A Cascina delle Rose

    Versione inglese:

    https://thesensesoffoodandwine.blogspot.com

    Sito Cantina: https://www.cascinadellerose.it/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/