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  • Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato

    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato

    Scoprire San Miniato Attraverso i Vini di Podere Pellicciano: un viaggio enogastronomico tra tradizione, cultura e bellezze paesaggistiche

    Di Carol Agostini

    San Miniato, incastonata tra le colline toscane, è una città che incanta con la sua ricca storia, le tradizioni secolari e una cultura enogastronomica senza pari. Al centro di questo microcosmo, Podere Pellicciano si erge come simbolo della dedizione al territorio e alla qualità, producendo vini che sono veri e propri ambasciatori dei vitigni autoctoni locali.

    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato, foto di Carol Agostini

    Podere Pellicciano: L’anima del vino toscano

    La storia di Podere Pellicciano inizia nel 2003, quando Concetta e Gerardo Caputo acquistarono una casa di campagna con l’idea di creare uno spazio conviviale per la famiglia e gli amici. Da questa semplice iniziativa, è nata un’azienda vitivinicola che oggi si estende su 8,5 ettari di vigneto e 2,5 di oliveti, con una produzione annua di circa 50.000 bottiglie. I vitigni autoctoni coltivati includono malvasia nera, sangiovese, colorino, malvasia bianca, trebbiano e colombana, riflettendo la ricchezza del patrimonio ampelografico toscano.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Il legame con il territorio

    San Miniato è famosa per il Tartufo Bianco, considerato uno dei migliori al mondo. I suoli argillosi e tufacei della zona, ideali per la viticoltura, contribuiscono anche alla crescita di questo prezioso tubero. Ogni autunno, la città ospita la Sagra del Tartufo Bianco, un evento che attira appassionati da ogni dove e offre l’opportunità di degustare piatti tradizionali a base di tartufo, come le tagliatelle al tartufo, uova al tegamino con tartufo e carpaccio di manzo al tartufo.

    Un’esperienza turistica completa

    Oltre alla straordinaria esperienza enogastronomica offerta da Podere Pellicciano, San Miniato vanta numerose attrazioni storiche e culturali. Il Duomo di San Miniato, con il suo splendido campanile detto “La Torre di Matilde”, e la Rocca di Federico II, che offre una vista panoramica mozzafiato sulla Val d’Elsa, sono tappe imperdibili. Il Museo Diocesano d’Arte Sacra custodisce una ricca collezione di opere d’arte religiosa, mentre la Chiesa di San Domenico e il Convento di San Francesco raccontano storie di fede e arte.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Tradizioni e feste in un territorio unico

    San Miniato è un luogo dove le tradizioni sono ancora vive. Oltre alla Sagra del Tartufo, altre feste importanti includono la Festa del Grillo, che celebra la primavera, e la Festa di San Genesio, patrono della città. Durante queste feste, i visitatori possono immergersi nelle tradizioni locali, assaporare piatti tipici e partecipare a eventi folkloristici.

    Piatti tipici e ingredienti locali

    La cucina di questa cittadina è una celebrazione dei sapori toscani. Oltre ai piatti a base di tartufo, il cinghiale in umido, la ribollita, una zuppa di verdure e pane raffermo, e la pappa al pomodoro, sono piatti che raccontano la storia e la cultura del luogo. Ingredienti come l’olio extravergine di oliva, i salumi toscani e i formaggi locali, completano l’offerta gastronomica.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Un viaggio da vivere attraverso le degustazioni in cantina di Podere Pellicciano

    Un viaggio in questa zona è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. La visita a Podere Pellicciano, con le sue degustazioni di vini autoctoni, offre un tuffo nella viticoltura toscana, mentre le bellezze storiche e naturali della città arricchiscono il soggiorno di cultura e meraviglia. Assaporare i piatti tipici in una trattoria locale, partecipare a una delle numerose feste e passeggiare tra le colline toscane, rende San Miniato una meta ideale per chi cerca autenticità e tradizione.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto da internet
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto da internet

    Questo podere non è solo un’azienda vitivinicola, ma un punto di partenza per scoprire e vivere la vera essenza di San Miniato, un luogo dove la storia, la cultura e la gastronomia si intrecciano in un’esperienza indimenticabile.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://poderepellicciano.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/

    Riferimenti del press-tour: DarWine&Food di Claudia Marinelli  eventi@darwineandfood.com

    Riferimenti: https://www.terredipisa.it/

  • Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024

    La Tuscia e il suo splendido territorio attraverso l’olio Traldi

    Di Carol Agostini – Degustazione di Rosaria Benedetti

    L’Oleificio Traldi, situato nel cuore della Tuscia, è un simbolo della tradizione olearia di un territorio ricco di storia, cultura e sapori autentici. La Tuscia, regione che si estende tra Lazio, Umbria e Toscana, offre un paesaggio collinare unico, ideale per la coltivazione dell’olivo grazie al suo clima mite e terreno fertile.

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito, Resort dell'Oleificio Traldi
    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito, Resort dell’Oleificio Traldi

    Territorio, Storia e Tradizione

    La Terra della Tuscia

    La Tuscia, conosciuta anche come Etruria, è una terra che affonda le sue radici nella storia antica. Qui, gli Etruschi, e successivamente i Romani, hanno lasciato un’eredità culturale e agricola straordinaria. Il territorio è caratterizzato da borghi medievali, necropoli etrusche e paesaggi rurali che sembrano dipinti. La posizione geografica della Tuscia, con il suo mix di influenze climatiche marittime e continentali, crea condizioni ideali per la produzione di olio di oliva di altissima qualità.

    Prodotti Tipici e Tradizioni Gastronomiche

    La gastronomia della Tuscia è un viaggio attraverso sapori autentici e ricette tramandate di generazione in generazione. Tra i piatti tipici della regione spiccano la zuppa di legumi, i pici all’aglione e la celebre acquacotta, una zuppa di verdure e pane raffermo arricchita con l’olio extravergine d’oliva locale.

    Una ricetta tradizionale che esalta l’olio dell’Oleificio citato è la bruschetta con olio novello: pane casareccio tostato, strofinato con aglio e condito con olio appena franto, un vero e proprio inno alla semplicità e alla bontà dei prodotti locali.

    Personaggi Storici e Culturali della Tuscia

    La Tuscia ha dato i natali a numerosi personaggi illustri. Tra questi spicca la figura di Fra’ Giovanni da Pian del Carpine, uno dei primi esploratori europei a raggiungere la Mongolia nel XIII secolo. Inoltre, il territorio è stato una fonte d’ispirazione per artisti come il pittore rinascimentale Benozzo Gozzoli, le cui opere adornano diverse chiese della regione.

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito,
    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito

    L’Oleificio Traldi: Tradizione e Innovazione

    Si distingue per l’eccellenza dei suoi prodotti, ottenuti da olive coltivate con cura e passione. Le varietà di olive tipiche della Tuscia includono il Canino, il Frantoio e il Leccino, ognuna con caratteristiche organolettiche uniche. L’olio extravergine d’oliva prodotto da queste varietà si contraddistingue per il suo gusto fruttato, con note di erba fresca e carciofo, e per la sua bassissima acidità, segno di qualità superiore.

    Valorizza i frutti della terra con una visione anticonformista e una cura quotidiana. Le scelte dell’azienda mirano a creare capolavori dedicati a chi apprezza la bellezza pura della natura, offrendo un gusto autentico nell’olio extra vergine di oliva.

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito
    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito

    La Storia dell’Azienda

    Nel 1960, Angelo Traldi, in controtendenza rispetto all’industrializzazione, acquistò una tenuta agricola a Vetralla, nella rigogliosa Tuscia. Oggi, la figlia Elisabetta Traldi e la nipote Francesca Boni portano avanti questa visione con dedizione, creando esperienze sensoriali uniche.

    L’Evoluzione dell’Oleificio Traldi

    • 1960: Nasce l’Azienda Agricola con l’acquisto della tenuta a Vetralla.
    • 1988: Elisabetta Traldi affianca il padre nella gestione, espandendo le relazioni con il mercato romano.
    • 2014: Francesca Boni lancia il marchio Olio Traldi.
    • 2015: Debuttano i primi oli con il marchio in questione: Eximius, Elektia e Athos, premiati a livello nazionale e internazionale.
    • 2016: Apre il Resort Traldi Agriwellness, arricchendo l’esperienza con il benessere degli oliveti.
    • 2019: l’Olio riceve il premio Flos Olei per il miglior olio fruttato intenso.
    • 2020: L’immagine dell’olio viene rinnovata con etichette artistiche e creative.
    • 2023: Il Resort Traldi Agriwellness inaugura il ristorante EaT, dedicato alla valorizzazione dell’Olio Traldi e della buona cucina.

    L’Azienda Agricola

    L’azienda si estende per 150 ettari sulle colline di Vetralla, con 5.550 olivi di varietà tipiche del Centro Italia, inclusa la Caninese. Recentemente, sono state aggiunte 1.200 piante di cultivar dal Sud Italia per oli più delicati. L’oliveto si alterna a campi seminativi e frutteti che producono pere, mele, ciliegie, e molti altri frutti.

    Produzione e Qualità

    Si distingue per un profilo sensoriale eccezionale, frutto di studio e cura costante. Le olive sono raccolte nelle prime ore del mattino e portate in frantoio entro 4 ore per minimizzare i processi ossidativi. L’olio è conservato in contenitori saturi di ozono e imbottigliato solo al momento dell’ordine, garantendo freschezza e qualità.

    Con le sue scelte visionarie e anticonformiste, l’Oleificio Traldi crea autentici capolavori sensoriali, mantenendo vivo l’amore per la natura e la tradizione.

    L’Oleificio Traldi non è solo un produttore di olio d’oliva, ma un custode della tradizione e della cultura della Tuscia. Ogni bottiglia racchiude il sapore di una terra antica e generosa, portando sulla tavola dei consumatori un pezzo di storia e di natura. La sinergia tra tradizione e innovazione rende l’Oleificio Traldi un esempio brillante di come l’eccellenza locale possa competere su scala globale, mantenendo intatta l’autenticità dei suoi prodotti.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco

    CANTINA DIVINJA dal 2008

    La tradizione della famiglia Barbanti e il Lambrusco come si faceva una volta

    di Rosaria Benedetti

    La Cantina Divinja è una Azienda situata alle porte di Sorbara, in provincia di Modena, gestita fin dai primi del 1900 dalla famiglia Barbanti. Dei ca 6 ettari di proprietà, ben 5 erano, prima degli anni 2000, vocati a frutteto con l’immancabile, per la zona, coltivazione delle pere. All’unico ettaro restante erano destinati alcuni vigneti rigorosamente con sistema “semibelucci”, per l’allevamento di varietà storiche come l’uva d’oro e naturalmente il lambrusco di Sorbara.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito

    Negli anni 2000 la diffusione drammatica del “colpo di fuoco batterico” ha costretto la famiglia a estirpare completamente il frutteto sostituendolo definitivamente con un moderno impianto a spalliera dedicato in via definitiva al lambrusco di Sorbara.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, logo da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, logo da sito

    Porta la data dell’8 dic. 2008, la conversione dell’azienda agricola in cantina vitivinicola, un primo passo verso progetti futuri purtroppo interrotti nel 2012 dal grave sisma che ha colpito la regione e nel 2014 dall’alluvione del Secchia. La conseguente ricostruzione ha dato origine alla nuova efficiente cantina tecnologica dove ha attualmente sede l’Azienda.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito

    Vi operano Denis Barbanti coadiuvato dalla consulenza dell’enologo Enzo Mattarei. I vini vengono prodotti oggi ancora nei poderi a Sorbara di Bomporto in provincia di Modena secondo la tradizionale alternanza delle due varietà nel vigneto che per favorire l’impollinazione, deve essere rigorosamente composto come da disciplinare: Lambrusco di Sorbara 60% e salamino 40%. Si lavora secondo il sistema di lotta integrata, solo con prodotti naturali e lieviti selezionati.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, Denis Barbanti, foto da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, Denis Barbanti, foto da sito

    Quattro dei vini prodotti sono lavorati dal mosto, con metodo tradizionale, come si faceva una volta; una tipologia di lavorazione che richiede tempo e una lunga refrigerazione delle celle.

    Tutti i vini rossi provengono da varietà esclusivamente in purezza. Oggi la Cantina Divinja con i suoi 6 ha di vigna ca, ne dedica 5 alla produzione del Lambrusco riservando il restante al pignoletto (su terreni di limo e sabbia) e a una ridottissima produzione di merlot, per una media di ca. 60.000 bottiglie l’anno. Delle 10 etichette, escludendo il merlot, ben sette sono dedicate al lambrusco (di cui una al salamino) e tre ai bianchi.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto dell'autrice dei vini degustati
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto dell’autrice dei vini degustati

    IN DEGUSTAZIONE:

    UNICO – Lambrusco di Sorbara DOC Brut 2023 – lambrusco di sorbara 100%

    Presa di spuma in autoclave prolungata per 90 giorni. Colore rosso rubino, illuminato da un perlage fitto e persistente con una brillante vena rosata. Decisamente fragrante al naso con tracce di viola e sentori fruttati di ciliegia e fragola. Sorso fresco, di bell’ equilibrio con finale sapido e un ritorno delle note di piccoli frutti.

    IL MORRO – Lambrusco di Modena Doc Extra Dry 2023 – lambrusco salamino 100%

    Presa di spuma in autoclave per un minimo di 60 giorni. Rosso rubino deciso e intenso con spuma vivace e continua. I marcatori di frutta rossa scura, la mora e il lampone, si alternano a fugaci tocchi vegetali. Il vino è corposo, asciutto e quasi austero, con buon equilibrio gustativo e un finale delicatamente speziato.

    S. AMALIA – Pignoletto di Modena Brut 2023 – pignoletto 85% trebbiano 15% malvasia 5%4

    Metodo Charmat. Il colore giallo paglierino tenue, è solcato da un finissimo perlage. Il bouquet rilascia note floreali eleganti e fresche. In bocca il sorso è vivace, piacevolmente acidulo e croccante. Il finale agrumato richiama i sentori della primavera.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/piwi-sara-una-rivoluzione-di-rosaria-benedetti/

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    Per saperne di più:

    SEMIBELUCCI: termine dialettale utilizzato in Emilia-Romagna, in particolare nella zona di Modena, per indicare un tradizionale metodo di coltivazione del vitigno lambrusco che consiste nel tirare i tralci altissimi da un filare all’altro creando un affascinante effetto a scacchiera.

    LAMBRUSCO DI SORBARA: vitigno autoctono di antiche origini, che deriva dall’addomesticamento di viti selvatiche, la Vitis Labrusca, detta anche “uzelina” o “oselina, viti che crescevano spontaneamente al limitare dei boschi e venivano depredate dagli uccelli. Sua caratteristica peculiare è l’acinellatura: solo alcuni acini sul grappolo arrivano a maturazione, mentre i restanti rimangono del diametro di pochi millimetri. Il fenomeno è dovuto ad una anomalia floreale e provoca una sensibile perdita di prodotto nonché una concentrazione di acidi superiore alla media.

    L’antico metodo dei “semibelucci” è oggi ampiamente sostituito dal guyot ma permane rigidamente sancito dal disciplinare l’obbligo per la denominazione di alternare nel vigneto le due varietà salamino e sorbara con un rapporto da due a uno: durante la fase di fioritura, il polline del Salamino feconda i fiori del Sorbara, assicurando così la produzione. La zona classica e storicamente più vocata in provincia di Modena si trova compresa tra i fiumi Panaro e Secchia.

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    https://www.cantinadivinja.com

    https://enotecaemiliaromagna.it

    https://lambrusco.net

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    I Magnifici 16

    Di Adriano Guerri

    Martedì 16 aprile, durante la 56° edizione di Vinitaly ho partecipato ad una degustazione guidata dei vini delle Marche, magistralmente condotta dall’esperta Wine Educator Cristina Mercuri. Avvenuta in Sala Raffaello,all’interno del Padiglione Marche. Le Marche sono una splendida regione e tutta da scoprire soprattutto per quanto riguarda l’enoturismo, ho sottolineato il Presidente di IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini) Michele Bernetti. Concordo pienamente con il presidente, durante le mie visite in alcuni areali della regione, ho scoperto e visitato alcuni suggestivi e medievali borghi di rara bellezza con panorami mozzafiato. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, alcuni cenni sulle Marche vinicole.

    Cristina Mercuri in Sala Raffaello, foto dell'autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell'esperta Cristina Mercuri
    Cristina Mercuri in Sala Raffaello, foto dell’autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    I magnifici 16 sono appunto 16 denominazioni, di cui 4 sono Docg e 12 sono Doc di questa stupenda regione tutelate da IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini). Le Docg sono : Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Conero Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva, Vernaccia di Serrapetrona. Le Doc, Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica.

    I Magnifici 16 delle Marche dell'esperta Cristina Mercuri, vini degustati, foto dell'autore
    I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri, vini degustati, foto dell’autore

    Un territorio piuttosto variegato contraddistinto dal 70% di rilievi collinari ed il 30% montuosi. Il clima è di carattere mediterraneo lungo la fascia costiera verso sud e più continentale nell’entroterra verso nord. Le escursioni termiche tra le ore diurne e notturne sono notevoli ovunque. Le condizioni pedoclimatiche sono propizie per l’allevamento della vite nell’intero territorio collinare. I vitigni che affondano le radici sono sia autoctoni sia alloctoni, per quanto riguarda le varietà a bacca bianca è il Verdicchio il più diffuso, ma anche Pecorino, Passerina, Trebbiano, Malvasia e Biancame, tra quelli a bacca nera, Montepulciano, Sangiovese, Vernaccia Nera e Lacrima.

    Al tavolo di degustazione, foto dell'autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell'esperta Cristina Mercuri
    Al tavolo di degustazione, foto dell’autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    Sedici le Denominazioni, 12 i vini degustati:

    1) Garofanata Marche Igt Bianco 2022 Terracruda – Giallo paglierino con sfumature dorate, rivela note di fiori di campo, agrumi e spezie, piacevole spalla fresca e altrettanto la vena sapida, coerente e persistente.
    Sito di riferimento: www.terracruda.it

    2) Ribona ‘D’ Colli Maceratesi Doc 2022 Saputi – Giallo paglierino luminoso, emana note di fiori di camomilla, pesca, albicocca e frutta esotica, sorso vibrante e saporito, lungo e duraturo.
    Sito di riferimento: www.saputi.it

    3) Il Famoso Grottino 2022 Marche Bianco Igt Bruscia – Giallo paglierino, al naso arrivano note di rosa bianca, litchi, maracuja e pepe bianco, palato coerente e saporito, il sorso rimane in bocca a lungo.
    Sito di riferimento: www.brusciavini.it

    4) Bellantonio Marche Igt 2021 Tenuta Santi Giacomo e Filippo – Incrocio Bruni 54 – Giallo paglierino tenue, rimanda sentori di fiori di campo, mela verde, susina e lime, gusto fresco e ben equilibrato, armonioso e lungo.
    Sito di riferimento: www.tenutasantigiacomoefilippo.it

    5) Chiaraluce Bianchello del Metauro Doc Superiore 2021 Crespaia – Giallo paglierino brillante, sprigiona note di albicocca, pesca e zagara, palato delicato e leggiadro.
    Sito di riferimento: www.crespaia.it

    6) Fiori Pergola Doc Aleatico Rosato 2023 Fattoria Villa Ligi – Rosa tenue, dipana note di fragolina di bosco, ribes e rosa canina, sorso accattivante e persistente
    Sito di riferimento: www.villaligi.it

    7) Guardengo Lacrima di Morro d’Alba Superiore Guardengo 2022 Lucchetti – Rosso rubino con riflessi carminio, con note di amarena, ribes, tamarindo e pepe nero, palato carezzevole, pieno, appagante e durevole.
    Sito di riferimento: mariolucchetti.it

    8) Focara Rive Colli Pesaresi Doc 2021 Fattoria Mancini – Di un bel rubino trasparente, palesa sentori di frutti di bosco, melagrana e spezie dolci, palato avvolgente, aggraziato e persistente.
    Sito di riferimento: www.fattoriamancini.com

    9) Collequanto Serrapetrona Doc 2018 Terre di Serrapetrona – Rosso rubino profondo con sfumature granata, emergono sentori di pot-pourri floreale, prugna, amarena, polvere di cacao e pepe, al gusto è rotondo e di buona corrispondenza gusto-olfattiva
    Sito di riferimento: www.terrediserrapetrona.it

    10) Il Cacciatore di Sogni 2022 Rosso Conero Doc La Calcinara – Montepulciano 100% – Rosso rubino intenso, naso intenso di prugna, marasca, sottobosco e bacche di ginepro, attacco tannico poderoso ma setoso, avvolgente e persistente.
    Sito di riferimento: www.lacalcinara.it

    11) Sassi Neri Conero Riserva Docg 2020 Fattoria Le Terrazze – Montepulciano 100% – Rosso rubino profondo con riflessi granata, libera sentori di frutti di bosco maturi, spezie orientali e balsamiche, al palato è deciso e preciso, armonico e lungo.
    Sito di riferimento: wwwfattorialeterrazze.it

    12) Luigi Fiorini Colli Pesaresi Riserva Doc 2019 Fiorini – Sangiovese 100% – Rosso rubino trasparente, si percepiscono note di violetta, ciliegia, ribes, mora e tabacco, al palato è fine, generoso ed armonioso.
    Sito di riferimento: wwwfioriniwines.it

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito: https://imtdoc.it/

    Sito Blog autore: https://cloudwine9.com/ 

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/

    https://www.foodandwineangels.com/

  • Il Viaggio Sensoriale “nascosto” della Memoria Gustativa 2024

    Il Viaggio Sensoriale “nascosto” della Memoria Gustativa 2024

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa: Un’Esplorazione Multidimensionale

    Di Carol Agostini

    Nel vasto panorama delle esperienze sensoriali umane, la memoria gustativa occupa un posto unico e affascinante. È un viaggio attraverso i ricordi, le culture, i sensi e i misteri del nostro corpo e della nostra mente. Attraverso le lenti della storia, della cultura, della psicologia e persino della chimica, possiamo esplorare la ricchezza e la complessità di questa meravigliosa facoltà umana.

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet
    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet

    Radici Storiche e Culturali:

    Le radici della memoria gustativa affondano profondamente nella storia e nella cultura umana. Fin dai tempi antichi, l’essere umano ha attribuito grande importanza alla cucina e al cibo. Le prime civiltà hanno sviluppato complesse tradizioni culinarie, trasmettendo conoscenze e sapori di generazione in generazione. Le spezie della Via della Seta, i piatti elaborati delle corti reali europee e le ricette tradizionali delle comunità indigene sono solo alcune delle testimonianze della ricchezza culturale legata al cibo.

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet
    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet

    Il Ruolo dei Sensi e del Corpo:

    La memoria gustativa coinvolge più di un senso. Oltre al gusto, il nostro olfatto, la vista e persino il tatto contribuiscono a plasmare le nostre esperienze gustative. I ricordi legati al cibo spesso evocano immagini vivide, odori distinti e sensazioni tattili. Il corpo stesso gioca un ruolo cruciale nella memoria gustativa. Le papille gustative sulla lingua e nel palato, insieme alle ghiandole salivari, svolgono un ruolo fondamentale nel percepire e nel ricordare i sapori.

    La Psicologia dietro i Ricordi Gustativi:

    La psicologia della memoria gustativa è un campo affascinante e complesso. I ricordi legati al cibo sono spesso potenti trigger emotivi. Un profumo o un sapore familiare possono scatenare un’onda di nostalgia o gioia. Questo fenomeno è conosciuto come “proustiano“, in onore dello scrittore francese Marcel Proust, che ha descritto la potenza dei ricordi gustativi nel suo romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”.

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto di Carol Agostini
    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto di Carol Agostini

    Il Linguaggio Chimico del Gusto:

    A livello chimico, la memoria gustativa è sorprendentemente intricata. I recettori gustativi presenti sulle papille gustative rilevano una vasta gamma di molecole chimiche, ognuna delle quali produce una sensazione gustativa unica. Ad esempio, le molecole di zucchero attivano i recettori del gusto dolce, mentre quelle del sale stimolano i recettori del gusto salato. Questa complessa interazione chimica tra le molecole alimentari e i recettori gustativi contribuisce alla formazione dei ricordi gustativi nel cervello.

    DA LEGGERE ANCHE:https://www.papillae.it/memoria-gustativa-la-curiosita-di-usare-i-sensi/

    Un’Esperienza Multisensoriale:

    La memoria gustativa è intrinsecamente legata a una vasta gamma di esperienze sensoriali. I ricordi gustativi spesso evocano immagini, suoni, odori e sensazioni tattili associate a esperienze passate. Ad esempio, il ricordo di un gelato al gusto di fragola potrebbe riportare alla mente il suono di una gelateria affollata, l’odore dolce delle fragole mature e la sensazione fresca e cremosa sulla lingua.

    Il Viaggio Sensoriale "nascosto" della Memoria Gustativa 2024
    Il Viaggio Sensoriale “nascosto” della Memoria Gustativa 2024

    L’Importanza Culturale e Sociale:

    Oltre a essere un fenomeno personale, la memoria gustativa ha anche un’importanza culturale e sociale significativa. Il cibo e le tradizioni culinarie sono spesso al centro delle celebrazioni culturali e delle interazioni sociali. I pasti condivisi con amici e familiari, le ricette tramandate di generazione in generazione e le festività culinarie sono tutti legati alla memoria gustativa e alla condivisione di esperienze sensoriali.

    E’ molto più di una semplice funzione sensoriale. È un viaggio multidimensionale attraverso la storia, la cultura, i sensi e la psicologia umana. Attraverso i ricordi legati al cibo, possiamo esplorare il nostro passato, connetterci con le nostre radici culturali e apprezzare la complessità e la bellezza delle esperienze sensoriali umane.

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024

    Sensorialità e Memoria Olfattiva: Un Viaggio tra Chimica, Psicologia e Cultura

    Di Carol Agostini

     

    L’olfatto è uno dei sensi più antichi e complessi, dotato di un potere unico nel suscitare emozioni e risvegliare ricordi. A differenza degli altri sensi, l’olfatto ha un legame diretto con il sistema limbico del cervello, il centro delle emozioni e della memoria. Questo articolo esplorerà la natura della sensorialità olfattiva, i suoi collegamenti chimici e fisici, il ruolo nel corpo umano, e il suo impatto psicologico. Inoltre, analizzeremo le implicazioni storiche, culturali e tradizionali di questo senso straordinario.

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto di Carol Agostini
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto di Carol Agostini

    La Chimica e la Fisica dell’Olfatto

    L’olfatto inizia con le molecole odorose che si disperdono nell’aria e vengono inalate attraverso il naso. Queste molecole si legano ai recettori olfattivi situati nell’epitelio olfattivo, una piccola area di tessuto all’interno della cavità nasale.
    Struttura dei Recettori Olfattivi

    I recettori olfattivi sono proteine situate sulle membrane delle cellule olfattive. Ogni recettore è specifico per una particolare molecola odorosa o una classe di molecole. Quando una molecola odorosa si lega a un recettore, provoca un cambiamento conformazionale nella proteina, innescando una cascata di segnali chimici all’interno della cellula.

    Transduzione del Segnale

    La transduzione del segnale avviene quando il legame della molecola odorosa al recettore provoca l’attivazione di una proteina G, che a sua volta attiva una cascata di reazioni chimiche all’interno della cellula. Questo porta alla produzione di un segnale elettrico che viaggia lungo l’assone della cellula olfattiva fino al bulbo olfattivo nel cervello.

    Bulbo Olfattivo e Corteccia Olfattiva

    Il bulbo olfattivo è la prima stazione di elaborazione del segnale olfattivo. Qui, i segnali delle cellule olfattive vengono riorganizzati e trasmessi alla corteccia olfattiva, dove vengono ulteriormente elaborati. La corteccia olfattiva è collegata direttamente al sistema limbico, che include l’ippocampo (coinvolto nella memoria) e l’amigdala (coinvolta nelle emozioni).

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto di Carol Agostini
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto di Carol Agostini

    Il Ruolo del Corpo e la Psicologia dell’Olfatto

    Influenza sul Sistema Limbico

    L’olfatto è unico tra i sensi per la sua connessione diretta al sistema limbico, il che spiega perché gli odori possono evocare ricordi ed emozioni con tale intensità. Questa connessione permette agli odori di influenzare il nostro stato emotivo e mentale in modi profondi e immediati.

    Memoria Olfattiva

    La memoria olfattiva è sorprendentemente duratura. Studi hanno dimostrato che le persone possono ricordare un odore con precisione anche dopo diversi anni dall’esposizione iniziale. Questo fenomeno è dovuto alla forte connessione tra l’olfatto e l’ippocampo, l’area del cervello responsabile della formazione delle memorie a lungo termine.

    Condizionamento e Olfatto

    Gli odori possono essere potenti trigger di memorie e associazioni emotive. Questo fenomeno è noto come condizionamento olfattivo. Per esempio, l’odore di una determinata pietanza può riportare alla mente ricordi di infanzia, suscitando emozioni legate a quei momenti.

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto di Carol Agostini
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto di Carol Agostini

    Implicazioni Storiche e Culturali

    L’Antichità e il Valore dell’Olfatto

    Nelle antiche civiltà, l’olfatto aveva un ruolo centrale nella vita quotidiana e nelle pratiche religiose. Gli Egizi, per esempio, utilizzavano oli profumati e incensi non solo per piacere personale, ma anche per scopi spirituali e di purificazione. Anche i Greci e i Romani attribuivano grande importanza agli odori, utilizzando profumi e incensi nelle cerimonie religiose e nei riti funebri.

    Tradizioni e Riti

    Molte culture hanno tradizioni che coinvolgono l’uso degli odori per scopi rituali. Nella cultura indiana, gli incensi sono utilizzati durante le cerimonie religiose per purificare l’ambiente e creare un’atmosfera sacra. Anche nella tradizione cristiana, l’incenso ha un ruolo simbolico importante, rappresentando la preghiera che sale verso il cielo.

    La Modernità e il Marketing Olfattivo

    Nel mondo moderno, l’olfatto è diventato un potente strumento di marketing. Le aziende utilizzano fragranze specifiche nei loro negozi per creare un ambiente accogliente e influenzare il comportamento dei clienti. Questo approccio, noto come marketing olfattivo, si basa sulla capacità degli odori di evocare emozioni e migliorare l’esperienza del cliente.

    Sensorialità e Cibo

    L’Olfatto nella Degustazione

    L’olfatto gioca un ruolo cruciale nella degustazione del cibo e delle bevande. Quando mangiamo, le molecole odorose vengono rilasciate dal cibo e raggiungono i recettori olfattivi attraverso la via retronasale, ovvero attraverso la cavità orale. Questo contribuisce in modo significativo alla percezione del sapore.
    Gastronomia Sensoriale

    La gastronomia sensoriale è una disciplina che esplora l’interazione tra i sensi e la percezione del cibo. Chef e scienziati collaborano per creare esperienze culinarie che stimolino tutti i sensi, non solo il gusto. L’olfatto è particolarmente importante in questo contesto, poiché gli odori possono amplificare l’esperienza gustativa e influenzare la percezione del piatto.

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto da internet
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto da internet

    Il Futuro dell’Olfatto

    Innovazioni Tecnologiche

    La tecnologia sta aprendo nuove frontiere nello studio e nell’applicazione dell’olfatto. Gli scienziati stanno sviluppando “nasi elettronici”, dispositivi in grado di rilevare e analizzare gli odori con grande precisione. Questi dispositivi hanno potenziali applicazioni in vari campi, dalla sicurezza alimentare alla diagnosi medica.
    Terapia Olfattiva

    La terapia olfattiva è un campo emergente che utilizza gli odori per trattare vari disturbi psicologici e neurologici. Per esempio, alcune terapie utilizzano profumi specifici per aiutare i pazienti a rilassarsi o a evocare ricordi positivi. Questa tecnica si basa sulla comprensione dei profondi legami tra l’olfatto, le emozioni e la memoria.

    L’olfatto è un senso straordinario con un potere unico nel connettere la mente, il corpo e le emozioni. Attraverso la chimica, la fisica e la psicologia, possiamo capire meglio come funziona l’olfatto e come influisce sulla nostra vita quotidiana. La storia e la cultura ci mostrano come gli odori abbiano sempre avuto un ruolo centrale nelle pratiche umane, mentre le innovazioni tecnologiche e le nuove applicazioni terapeutiche aprono nuove possibilità per il futuro. In definitiva, l’olfatto è un senso che continua a stupirci e a influenzare profondamente la nostra esistenza.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024

    L’arte antica di fare ristorazione di tradizione, di territorio e di passione: Vicolo della Neve

    Di Gaetano Cataldo

    Di ristoranti scintillanti, strafighi e iperbolici ne troverete una vagonata in Italia, ma è raro trovarne di così ricchi di storia da poterci scrivere un manuale di gastrosofia sociale e nel novero di quei pochi, potete contarci, ci ritroverete per certo il Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante, in quel di Salerno, nel cuore storico della città campana.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    La notizia, dopo la chiusura del 2021 a causa della pandemia virale, è che il Vicolo della Neve ha riacceso i fornelli sabato 25 maggio scorso e la riapertura, come potrete leggere di seguito dalla dichiarazione dei nuovi imprenditori, è tutta un programma:

    “Volevamo dare nuova vita alla storia ma soprattutto volevamo restituire ai salernitani radici e viscere che passano attraverso una cultura gastronomica che ricorda la semplicità delle mani delle nonne e di chi Salerno l’ha vissuta con sguardo attento e infinita saggezza. Il Vicolo è di tutti, è il filo rosso tra la città e chi la ama incondizionatamente. Vogliamo intraprendere un vero e proprio viaggio nel passato”.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    È stata una giornata che tutti i salernitani ricorderanno, perché un faro luminoso, tra i più vivi nel panorama gastronomico cittadino, torna ad inondare di luce un quartiere e frantuma le ombre di una malinconia che si avvertiva dalla improvvisa chiusura, privando la città granata di un suo importante riferimento, pure perché esso ha da sempre costituito un luogo per celebrare non soltanto il semplice piacere della tavola, bensì per essere una viva rappresentazione della vita cittadina, indipendentemente dall’estrazione sociale.

    Complimenti a chi, per la vita, se lo ricorderà davvero questo giorno e cioè Fiorenzo Benvenuto, Gerardo Ferrari e Marco Laudato, compagni di cordata coraggiosi in questa nuova avventura imprenditoriale, i quali promettono di alla città di Salerno un pezzo della sua storia, facendolo con orgoglio e commozione, tenendo fede alla tradizione golosa, tramandata da “Sciacquariello” e da “Peppiniello”, irriducibili deus ex machina del Vicolo della Neve ed artefici indiscussi del successo di questo locale.

    Ai tre fieri gestori va anche il merito di aver attinto dalla memoria civica locale, con grande commozione della cittadinanza, i tantissimi aneddoti di cui il Vicolo è protagonista, proprio come in una collana verbale di Antropologia.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Facciamo un salto nel tempo, entro le mura dell’antica Salerno, patria indiscussa della prima università ante litteram, facendo appello alla memoria collettiva salernitana che qui, con il Vicolo della Neve, diventa un cammino in equilibrio tra storia e leggenda: infatti, è inconfutabile che sia il Vicolo della Neve abbia costituito da sempre il baluardo gastronomico della città di San Matteo per tutto il ‘900, ma si narra che esistesse già nel XIV secolo, durante il periodo aragonese, per quanto altre fonti vorrebbero sia stato fondato, più verosimilmente, attorno al ‘700.

    Certo è che, nell’antica Salerno, questo locale prende il nome dal vicolo dove, poco più di un secolo fa, si vendeva anche la neve per gli usi più disparati, neve utile tanto ai pescivendoli che ai vinai, con in mezzo il core business dell’arte della pizza e della cucina popolare.

    Come detto prima però, non soltanto piatti tipici e tonde fumanti appena sfornate: tra i tavoli del Vicolo della Neve sono passate intere generazioni di letterati e politici, di saltimbanchi e sensali, attori e prostitute, artisti e clerici, operai e dottori, ecco perché ha costituito un condensato del genius loci salernitano, ove andavano stratificandosi culture, mestieri e condizioni economiche, tra le più disparate, di un’umanità trasversale che si riversava lietamente, ferocemente e appassionatamente tra i tavoli, affamata com’era di buon cibo e di viverlo come pretesto per socializzare, per forza o per piacere, per come si stava stretti.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Tra le pietanze che andavano per la maggiore c’erano quelli appartenenti alla cucina più squisitamente popolare del Sud e cioè pasta e fagioli, parmigiana di melanzane, peperoni imbottiti, polpette al sugo, calzoni con le scarole e la cotica di maiale, pietanze che ricevevano la carezza termica di un forno a legna, per non parlare della milza e del baccalà con le patate. Ma il vero condimento erano gli ospiti che, famosi o meno, industriali piuttosto che operai, diventavano tutti protagonisti e teatranti di un unico grande spettacolo che la vita tuttavia era e continua ad essere.

    Tra le armi segrete del nuovo Vicolo c’è la signora Maria Caputo, nonna di Gerardo Ferrari, che in fatto di tradizione se ne intende e, nella funzione di consulente gastronomica, certo darà qualche dritta a Marco Laudato, chef del “Vicolo della Neve” che saprà certo attirare l’attenzione con i profumi invitanti del ragù, della genovese e della lardiata.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Tra gli illustri ospiti merita doverosa menzione Clemente Tafuri, famosissimo pittore, che dipinse le pareti della pizzeria, di cui la rappresentazione dell’Inferno costituisce solo una parte dell’intera opera, oggi appartenente alla famiglia Carro, i vecchi proprietari del “Vicolo della Neve”, gestito
    da Matteo Bonavita a partire dagli anni ’70.

    Immancabilmente citiamo Alfonso Gatto, poeta ed habitué della storica locanda, attraverso i versi che le dedicò:

    “Il vicolo aveva nel gancio l’insegna contrabbandiera del c’era una volta il lontano racconto del tempo che fu. Straniero, se passi a Salerno in una notte d’inverno di luna a mezzo febbraio, se vedi il bianco fornaio che batte le mani sul tondo di quella faccia cresciuta, ascolta venire dal fondo degli anni la voce perduta. L’odore di menta t’invita, la tavola bianca, la stanza confusa dall’abbondanza. In quell’odore di forno per qualche sera la vita si scalda con le sue mani e quegli accordi lontani del tempo che fu”.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Hanno presenziato a questo lieto evento il governatore Vincenzo De Luca, quindi Vincenzo Napoli, primo cittadino di Salerno, Alfonso Amendola, professore di Sociologia dei Processi Culturali presso l’Università degli studi di Salerno, Massimo Cerulo, professore di Sociologia all’Università Federico II di Napoli, Marco Russo, presidente dell’associazione “Tempi Moderni”, Yari Gugliucci, regista e attore, Corrado De Rosa, psichiatra e scrittore, e tantissimi esponenti del mondo della cultura e del giornalismo locale e regionale con, inoltre, i “Neri per Caso”.

    La celebrazione della mattinata ha poi lasciato spazio ai preparativi per la serata: attorno alle 19:00, si è aperto nuovamente il sipario per l’inaugurazione del Vicolo della Neve e la folla che si contava è stata il vero metronomo per questa location dove la “salernitanità” si identifica.

    Gaetano Cataldo F&B Manager, docente di Sake, giornalista pubblicista, assaggiatore di salumi e sommelier professionista.
    Gaetano Cataldo F&B Manager, docente di Sake, giornalista pubblicista, assaggiatore di salumi e sommelier professionista.

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  • La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    LA SCUOLA DEL CONTADINO. UN PROGETTO AD ALTO IMPATTO SOCIALE

    Di Danilo Amapani

    Nasce a Gioia del Colle, provincia di Bari, la prima “Scuola del Contadino” del Sud Italia. Il progetto, proposto da Tracceverdi, ha origine nel 2019 con obbiettivo il coinvolgimento sociale di ragazzi con difficoltà in attività come agricoltura, riciclo del legno, erboristeria. 

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza
    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    Sin dal primo istante, il comune di Gioia del Colle ha aiutato questa cooperativa, capitanata da Cecilia Posca, nella crescita costante del progetto. Oggi a distanza di 5 anni è stato presentato il libro “- La Scuola del Contadino. Un Progetto ad Alto impatto sociale-“ con lo scopo di raccontare ciò che la cooperativa svolge insieme ai ragazzi e alle loro famiglie.

    Durante la presentazione sono intervenuti la senatrice Maria Nocco, membro della Commissione programmazione economica; Cecilia Posca, presidente della Cooperativa sociale Tracceverdi; Giovanni Barnaba, presidente della Cooperativa sociale Soleluna. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Giovanni Mastrangelo assieme all’assessora alle politiche sociali e giovanili del comune di Gioia del Colle Marianna Milano. Il tutto moderato da Rosangela Silletti, ufficio stampa e componente della Cooperativa Tracceverdi. 

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza
    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    Le parole che hanno accompagnato l’incontro sono state concretezza e comunità. Concretezza nel credere e tuffarsi pienamente nel progetto. Il sindaco ha ribadito più volte gli obiettivi: avvicinare i ragazzi al mondo contadino, un mondo che oramai si sta lasciando sempre più in secondo piano; integrazione e socialità, un risultato che può essere vincente solo con l’inclusione di questi ragazzi. 

    La difficoltà sta soprattutto nella continuità progettuale, una continuità che tutti i coordinatori devono trasmettere ai ragazzi poiché li forma come contadini, ma soprattutto come cittadini del futuro.

    L’’agricoltura è un cardine fondamentale per la società. Accresce il turismo e l’enogastronomia”, queste le parole della senatrice Maria Nocco che inoltre spiega come l’agricoltura diventa terapia per questi ragazzi divenendo anche un benessere psicofisico.

    Un punto importante è stata la proposta fatta alla senatrice di presentare in Senato il progetto con l’intento di far crescere la comunità portandone l’attenzione nelle altre regioni.

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza
    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    È Cecilia Posca che approfondisce e ci racconta le origini di questa iniziativa. Il libro è proprio un racconto di tutte le esperienze e dei lavori portati a termine nella scuola del contadino. Il grande lavoro svolto dai ragazzi è stato possibile anche grazie alle piccole aziende che hanno voluto collaborare con Tracceverdi: se ne contano circa 20.

    La pubblicazione del libro “La Scuola del Contadino. Un progetto ad alto impatto sociale” è il mezzo con cui la cooperativa Tracceverdi vuole portare il progetto ad un livello superiore: partendo da piccole realtà e arrivando a coinvolgere le aziende più grandi. Questo progetto può diventare promotrice dei prodotti di punta del territorio regionale e nazione, mantenendo lo scopo di scommettere su questi ragazzi per un’integrazione nel mondo lavorativo. (altro…)

  • Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica

    Vinitaly, grandi curiosità e scoperte per questa nuova edizione

    Di Carol Agostini

    Dal 14 al 17 aprile 2024, la storica città di Verona ha ospitato la 57ª edizione di Vinitaly, uno degli eventi enologici più prestigiosi a livello mondiale. Questo evento, che si tiene annualmente presso il centro fieristico di Verona Fiere, rappresenta un appuntamento imperdibile per professionisti del settore, appassionati di vino e curiosi, desiderosi di esplorare le ultime tendenze, innovazioni e prodotti dell’industria vinicola e dei distillati.

    Un Evento di Rilevanza Internazionale

    Vinitaly 2024 è stato un’esperienza unica, con oltre 4.500 espositori provenienti da circa 40 paesi diversi. Gli spazi espositivi hanno coperto un’area di 89.192 metri quadrati, offrendo una vasta gamma di vini, distillati, oli extravergine d’oliva e prodotti correlati. Tra i partecipanti, si sono contati più di 29.600 buyer internazionali, rendendo Vinitaly una piattaforma chiave per la promozione e la commercializzazione del vino italiano su scala globale.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024

    Le Aree Tematiche

    La manifestazione ha offerto diverse aree tematiche per soddisfare i gusti e gli interessi di tutti i visitatori:

    Sol – Salone Internazionale dell’Olio d’Oliva: Un’area dedicata all’olio d’oliva di alta qualità, dove i visitatori hanno potuto scoprire le eccellenze del settore oleario italiano e internazionale​.
    Vinitaly Bio: Spazio dedicato ai vini biologici certificati, italiani e stranieri, con degustazioni e un negozio di vini biologici.
    Micro Mega Wines: Una sezione esclusiva per le piccole produzioni di vini di alta qualità, sia autoctoni che internazionali, curata da Ian D’Agata​ .
    Mixology: Area dedicata ai cocktail e ai distillati, con masterclass tenute da bartender di fama nazionale e internazionale​.
    International Wine Hall: Una vetrina delle produzioni vinicole e dei distillati di cinque continenti, con un focus sui migliori vini internazionali​.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Luciano Pignataro
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Luciano Pignataro

    Attività e Degustazioni

    Il programma di Vinitaly 2024 è stato ricco di eventi, tra cui degustazioni guidate, masterclass e seminari. Tra le degustazioni più attese ci sono stati i “Grand Tastings”, che hanno incluso sessioni dedicate ai vini spumanti italiani, alle grandi denominazioni come Barbaresco, Barolo, Bolgheri e Brunello, e una esplorazione dei vini italiani in relazione al mercato cinese.

    Un’altra attrazione è stata l’evento “Walk Around Tasting”, organizzato da Gambero Rosso, che ha offerto ai partecipanti la possibilità di degustare una selezione dei migliori vini premiati con i Tre Bicchieri​​.

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    Vinitaly e il Territorio

    Non è stato solo un’esposizione di vino, ma anche un’occasione per esplorare e apprezzare la ricchezza culturale e storica di Verona. La città, famosa per il suo patrimonio architettonico e per essere la città di Romeo e Giulietta, ha offerto un’ambientazione suggestiva per questo evento di portata mondiale. Durante il periodo della fiera, si è tenuto “Vinitaly and The City“, un evento parallelo che si è svolto nel centro storico di Verona e che ha permesso ai visitatori di godere di degustazioni, spettacoli e percorsi culturali​.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Roberto Cipresso
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Roberto Cipresso

    Innovazione e Tecnologia

    La manifestazione ha segnato anche la 25ª edizione di Enolitech, la fiera internazionale delle tecnologie applicate alla viticoltura, olivicoltura e alle bevande. Questo evento si è espanso ulteriormente, occupando un’area di 7.600 metri quadrati con circa 150 espositori, di cui il 10% provenienti dall’estero. Enolitech è stata un’opportunità per scoprire le ultime innovazioni tecnologiche che stanno trasformando l’industria vinicola e oleicola.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, foto di Carol Agostini
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, foto di Carol Agostini

    DA LEGGERE ANCHE. https://www.papillae.it/ca-rovere-al-vinitaly-momenti-scambio-assaggi/

    Come Partecipare

    Per partecipare è stato possibile acquistare biglietti giornalieri o richiedere un freebadge, riservato ai professionisti del settore. La registrazione poteva essere effettuata online, e il freebadge ha permesso l’accesso a tutte le aree della fiera e la partecipazione alle degustazioni gratuite incluse nel programma ufficiale​.
    Conclusione

    L’Evento si è rivelato come un evento imperdibile per tutti gli appassionati di vino e i professionisti del settore. Con la sua vasta gamma di espositori, eventi tematici, degustazioni e seminari, ha offerto un’opportunità unica per esplorare le tendenze globali del mercato vinicolo, fare networking e scoprire le eccellenze del territorio italiano. Verona, con la sua bellezza storica e culturale, ha fatto da cornice perfetta a questo straordinario evento, rendendo Vinitaly 2024 un’esperienza indimenticabile per tutti i partecipanti​.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.vinitaly.com/

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  • Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura in Condizioni Estreme

    Di Carol Agostini

    L’evento “Terre Estreme” si è confermato uno degli appuntamenti più significativi del 2024 nel panorama enogastronomico italiano. Questa manifestazione ha celebrato i vini prodotti in condizioni estreme, mettendo in risalto le sfide e le peculiarità della viticoltura in territori difficili e promuovendo una profonda connessione tra il vino e il territorio, sottolineando l’importanza della biodiversità e della sostenibilità.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, locandina da sito
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, locandina da sito

    Il Concept di Terre Estreme

    “Terre Estreme” si è focalizzato sui vini che nascono in aree con condizioni ambientali particolarmente impegnative, come terreni ripidi, altitudini elevate, climi severi o suoli poveri. Questi vini rappresentano il risultato di una viticoltura eroica, dove il lavoro dei vignaioli si fonde con la natura in un rapporto di rispetto e valorizzazione del territorio.

    Collegamenti con il Territorio

    La manifestazione si è svolta in diverse località italiane note per la loro viticoltura eroica, come la Valtellina, le Cinque Terre, il Trentino e la Sicilia. Questi territori offrono un panorama variegato di tradizioni vitivinicole che rispecchiano la diversità del paesaggio italiano. La scelta delle location non è stata casuale: ogni area ha rappresentato un esempio di come la viticoltura possa adattarsi e prosperare in condizioni estreme, creando vini unici e di alta qualità.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica,foto vigne cantina Walter De Battè
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica,foto vigne cantina Walter De Battè

    Attività e Programma

    L’edizione 2024 di “Terre Estreme” ha offerto una serie di attività pensate per coinvolgere sia gli appassionati di vino che i professionisti del settore. Tra gli eventi principali ci sono stati:

    Degustazioni Guidate: Masterclass con esperti sommelier e produttori che hanno guidato i partecipanti alla scoperta delle caratteristiche uniche dei vini estremi. Queste sessioni hanno offerto una panoramica sui metodi di produzione, le varietà di uve utilizzate e le peculiarità organolettiche di questi vini.

    Conferenze e Workshop: Seminari tematici su argomenti come la sostenibilità, la biodiversità e le tecniche innovative di viticoltura. Questi incontri hanno visto la partecipazione di ricercatori, agronomi e viticoltori che hanno condiviso le loro esperienze e conoscenze.

    Visite ai Vigneti: Tour guidati nei vigneti delle regioni ospitanti, permettendo ai visitatori di vedere da vicino le condizioni estreme in cui queste vigne crescono e di incontrare i produttori locali.

    Abbinamenti Enogastronomici: Esperienze culinarie con chef rinomati che hanno creato menu abbinati ai vini estremi, esaltando le caratteristiche di ogni vino attraverso piatti preparati con ingredienti locali.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Villa Corniole
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Villa Corniole

    Presenze e Partecipazione

    L’edizione 2024 è stata ricca di partecipazioni, con la presenza di oltre 100 produttori provenienti da diverse regioni d’Italia e dall’estero. Tra questi, ci sono state cantine famose per la loro produzione in condizioni estreme, come le aziende vinicole delle Cinque Terre, note per i loro terrazzamenti sul mare, e quelle della Valtellina, con i loro vigneti situati su pendii ripidissimi.

    L’evento ha attirato numerosi appassionati di vino, giornalisti, enologi e operatori del settore, rendendo “Terre Estreme” un’occasione imperdibile per networking e scambio di idee. Inoltre, la manifestazione è stata aperta al pubblico, offrendo a tutti la possibilità di scoprire e apprezzare i vini estremi attraverso degustazioni e attività didattiche.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Val di Scalve
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Val di Scalve

    Sostenibilità e Innovazione

    Un tema centrale di “Terre Estreme” è stata la sostenibilità. Molti dei produttori partecipanti adottano pratiche di agricoltura biologica e biodinamica, cercando di ridurre l’impatto ambientale e preservare la biodiversità del territorio. Durante l’evento, sono stati presentati progetti innovativi volti a migliorare la resilienza delle vigne e a promuovere una viticoltura sostenibile.
    Conclusione

    “Terre Estreme 2024” è stato un evento di grande importanza per il mondo del vino, mettendo in luce la passione e la dedizione dei viticoltori che lavorano in condizioni difficili. Questo appuntamento non ha solo celebrato i vini estremi e i territori da cui provengono, ma ha rappresentato anche un’opportunità per riflettere su temi cruciali come la sostenibilità e la biodiversità. Per chi ama il vino e la natura, “Terre Estreme” è stata un’occasione unica per scoprire e degustare vini straordinari e per approfondire la conoscenza di un settore in continua evoluzione.

     

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.vinidaterrestreme.com/

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