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  • Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia

    Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia

    18-19 OTTOBRE 2022 Tenuta Mazzolino, una verticale unica per inaugurare il restauro della Villa di famiglia e celebrare la quarantesima vendemmia

    Redazione

    Verranno aperte annate storiche della cantina privata di Enrico Braggiotti, fondatore, anima, mente e cuore di Tenuta Mazzolino, oggi guidata dalla nipote Francesca Seralvo

     

    Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia, Francesca Seralvo, foto da comunicato stampa
    Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia, Francesca Seralvo, foto da comunicato stampa

     

    Sarà anche l’occasione per omaggiare lo storico ristoratore – Oreste Corradi – patron di Locanda Vecchia Pavia al Mulino (una stella Michelin), amico di sempre della cantina

    “Avevamo il desiderio di ricreare l’atmosfera delle cene di un tempo, quelle che organizzava mio nonno, in cui si riunivano personaggi del vino del calibro di Luigi Veronelli e Giacomo Bologna”, spiega Francesca Seralvo, terza generazione alla guida della Tenuta di Corvino San Quirico, 20 ettari dolcemente adagiati sulle colline a denominazione d’origine controllata Oltrepò Pavese, sulla riva destra del fiume Po, lungo il 45° parallelo.

    “Per questo abbiamo deciso di invitare giornalisti e amici, con i quali condividere bottiglie storiche, alcune provenienti dalla cantina privata di mio nonno, per poter celebrare insieme la fine della nostra quarantesima vendemmia, e, al tempo stesso, confrontarsi e discutere di vino nelle stanze della villa storica di famiglia, appena restaurata”.

    18-19 OTTOBRE 2022 Tenuta Mazzolino, una verticale unica per inaugurare il restauro della Villa di famiglia e celebrare la quarantesima vendemmia, foto da comunicato stampa
    18-19 OTTOBRE 2022 Tenuta Mazzolino, una verticale unica per inaugurare il restauro della Villa di famiglia e celebrare la quarantesima vendemmia, foto da comunicato stampa

    Un sapiente restauro conservativo che ha riportato la struttura agli antichi splendori, mantenendo intatto il fascino di un tempo, permettendo di dare risalto ai suoi elementi architettonici, che nel tempo hanno subito pochissime trasformazioni. Dalla struttura sono state ricavate 12 camere, pensate per un’ospitalità esclusiva, riservata ad amanti e cultori del vino.

    L’appuntamento sarà anche l’occasione per un saluto speciale a Oreste Corradi, patron di Locanda Vecchia Pavia al Mulino che ha deciso – dopo tanti anni di attività e una stella Michelin custodita addirittura dal 1988 – di chiudere il ristorante, ma non l’attività. “Sarà al nostro fianco per progetti speciali, come questa cena”, spiega Francesca. “Insieme abbiamo l’obiettivo di esaltare le eccellenze di questo territorio”. E sarà proprio Oreste Corradi con il suo staff a prendersi cura della cena esclusiva del 18 sera, ospitata nelle sale della villa.

    Alcune vigne della Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa
    Alcune vigne della Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa

    L’obiettivo a lungo termine di questa iniziativa, “è di trasformare Tenuta Mazzolino in un vero hub di cultura, arte e confronto sul mondo del vino”, spiega Francesca. “Vogliamo aprire le porte della villa e della cantina ai grandi appassionati di vino come noi per condividere quell’atmosfera unica che qui si è sempre respirata quando ci riuniamo a tavola intorno a grandi bottiglie”. Primo fra tutti il Pinot Noir, enfant terrible dei vitigni, che in bottiglia si trasforma in un rosso di razza. Proprio come il Noir di Tenuta Mazzolino, che sarà possibile degustare – anche in annate storiche – durante l’esclusiva verticale in programma il 19 mattina.

    Oltre ad essere un’occasione di incontro con amici e stampa”, conclude Stefano Malchiodi, enologo della Cantina, “la verticale del 19 ottobre ci darà, come sempre, l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo dall’evoluzione dei nostri vini nel tempo, di apprezzare le sfumature delle diverse annate e di discutere sull’incredibile ecosistema da cui provengono; vecchie vigne su suoli vivi, argillosi, dalle forti pendenze tipicamente oltre padane, in cui la forte presenza di vene calcareo-gessose nelle quali le nostre vigne affondano le radici si riflette nella sorprendente freschezza del calice anche dopo parecchi anni”.

    Logo della cantina Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa
    Logo della cantina Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa

    Un appuntamento davvero esclusivo in un’atmosfera speciale, per aprire bottiglie uniche che sapranno raccontare la storia della cantina e di un intero territorio.

    Da Comunicato Stampa


    Sito cantina: https://www.tenuta-mazzolino.com/

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  • Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Francesco Mazzei confermato alla guida di A.VI.TO, l’Associazione Vini Toscani Dop e Igp

    Redazione

    Si è tenuta questa mattina l’Assemblea elettiva di A.VI.TO, Associazione Vini Toscani Dop e Igp, in cui è stato confermato all’unanimità l’attuale presidente Francesco Mazzei, alla guida del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.

    Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi, foto da comunicato stampa
    Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi, foto di marco di Lauro/Getty Images

    “Ringrazio i colleghi per la fiducia, è assolutamente necessario portare avanti la linea intrapresa dall’Associazione e continuare a lavorare in maniera sinergica, non solo per dar voce a quella pluralità di esperienze che è il patrimonio della viticoltura toscana ma anche, in questo particolare momento, per affrontare tematiche delicate che si stanno e si potrebbero riflettere con conseguenze gravi sulla filiera”, ha dichiarato Mazzei mettendo l’accento sulle questioni più imminenti da affrontare e da sottoporre ai tavoli istituzionali.

    “L’Associazione deve schierarsi compatta in difesa della viticoltura di fronte alla guerra all’alcol portata avanti dall’OMS, che non tiene conto della cultura che sta dietro al prodotto vino e dei risvolti che tali provvedimenti avrebbero sull’economia di molti Paesi come l’Italia. Bisogna inoltre agire per difendere le imprese dalla deriva speculativa sui prezzi di produzione, aggravati da quelli del settore energetico; vanno concordate azioni per affrontare il cambiamento climatico che sta mettendo a dura prova le vigne, aggiungendosi alle criticità causate dalla fauna.”

    Cartina dei vini toscani, da sito: http://www.worldwinecentre.com/magazine/news/avito-consorzio-dei-consorzi-dei-vini-di-toscana
    Cartina dei vini toscani, da sito: http://www.worldwinecentre.com/magazine/news/avito-consorzio-dei-consorzi-dei-vini-di-toscana, articolo: Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Questi i temi principali da affrontare per l’Associazione – dove nel Consiglio d’Amministrazione risiedono tutti i presidenti dei Consorzi associati – che rappresenta tutta la Toscana vitivinicola, dalle realtà più grandi a quelle più piccole, delineando un percorso comune tra organizzazioni che per decenni hanno curato interessi legati alle singole denominazioni e ai singoli territori.

    Dobbiamo lavorare per proporre soluzioni condivise, è necessario accelerare anche la sburocratizzazione del comparto se si vuole puntare sull’innovazione per poter competere con successo sui mercati internazionali”, conclude Mazzei.

    Costituita nel 2016, l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP è il primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità. L’Associazione si propone di collaborare con le Istituzioni – a tutti i loro livelli -, le Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Professionali per sviluppare programmi di lavoro che puntino al rafforzamento del settore, accrescendone la competitività e migliorandone il posizionamento sui mercati di tutto il mondo.

    Al momento hanno aderito ad A.VI.TO. 24 Consorzi di Tutela in rappresentanza di circa 6.000 imprese, per una produzione annua di circa 285 milioni di bottiglie, un giro di affari stimato in oltre un miliardo di euro e una quota export superiore al 60%.

    Vino rosso toscano, vino che racconti territori
    Vino rosso toscano, vino che racconti territori, articolo: Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Elenco Consorzi aderenti a A.VI.TO.:

    Bianco di Pitigliano e Sovana Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Brunello di Montalcino Vino Chianti Classico Chianti Colli Fiorentini Chianti Colli Senesi Vino Chianti Chianti Rùfina Vini delle Colline Lucchesi Morellino di Scansano Vino Nobile di Montepulciano Vini di Carmignano Vini Cortona Vini Montecucco Vino Orcia Valdarno di Sopra DOC Vino Vernaccia di San Gimignano Vini della Maremma Toscana Vino Toscana Vini Valdichiana Vini Terre di Pisa Suvereto Wine Vini Terre di Casole Vino Pomino.

    Da Comunicato Stampa

    Collegamenti da siti:

    Un progetto non banale, nella Toscana celebre anche per i suoi tanti “campanili”, nella presentazione ufficiale, che ha messo le radici nel 2014, quanto i consorzi del vino di Toscana si compattarono, con successo, contro il Piano di Indirizzo Territoriale proposto all’epoca dalla Regione, in qui, in sintesi, si sosteneva che ci fosse troppa vigna e si proponeva, in alcuni casi, addirittura di espiantarla e riconvertire il terreno a bosco, pascolo o seminativo.

    Una collaborazione che è proseguita anche su altri temi di interesse generale delle imprese vitivinicole, a partire dalla questione degli ungulati che ha portato alla recente approvazione di una specifica Legge Obiettivo da parte del Consiglio Regionale, e che ora si formalizza con la costituzione del “primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità.

    Un avvenimento storico per il nostro settore e la nostra Regione – si legge in una nota – perché sancisce formalmente l’avvio di un percorso comune tra organizzazioni che per decenni hanno prevalentemente curato interessi legati alle singole denominazioni ed ai singoli territori”.

    Obiettivo di A.Vi.To., sarà quello di fare “lobby” a livello politico in maniera ancora più efficace, visto che l’associazione “dovrà rappresentare gli interessi unitari di tutto il comparto, dei Consorzi più grandi come di quelli più piccoli, dando voce a quella pluralità di esperienze che costituisce il vero patrimonio della viticultura toscana, nonché uno dei fattori di successo che l’hanno portata ad affermarsi come uno dei principali attori del mercato internazionale. L’Associazione si propone di collaborare con le istituzioni, le associazioni di categoria e le organizzazioni professionali, per sviluppare programmi di lavoro che puntino al rafforzamento del settore, accrescendone la competitività ed il posizionamento sui mercati di tutto il mondo”.

    Carol Agostini titolare Agenzia FoodandWineAngels mentre degusta un vino rosso toscano
    Carol Agostini titolare Agenzia FoodandWineAngels mentre degusta un vino rosso toscano

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  • Reboro. Territorio & passione 2022

    Reboro. Territorio & passione 2022

    Reboro. Territorio & passione 2022

    Redazione

    Venerdì 21 e sabato 22 ottobre la Valle dei Laghi (TN) ospita la quinta edizione dell’appuntamento dedicato al grande rosso da appassimento trentino, in due giorni di convegni, degustazioni guidate e tour tra le cantine del territorio.

    Reboro. Territorio & passione 2022, foto da comunicato stampa
    Reboro. Territorio & passione 2022, foto da comunicato stampa

    Ottobre 2022, Valle dei Laghi (TN)_Venerdì 21 e sabato 22 ottobre torna nella Valle dei Laghi (TN) l’appuntamento con “Reboro. Territorio e Passione”. Organizzato dall’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino DOC, l’evento sarà l’occasione per conoscere e approfondire questo vino da appassimento trentino che si sta facendo apprezzare sempre di più per le sue peculiarità e il grande potenziale di invecchiamento: un rosso morbido e intenso e allo stesso tempo un vino di montagna, con sentori donati dai venti e dall’influenza del lago.

    le degustazioni durante la giornata, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni durante la giornata, foto da comunicato stampa

    Per questa quinta edizione, come da tradizione, il Reboro ospiterà un altro grande vino come il Buttafuoco Storico dell’Oltrepò Pavese, in un gemellaggio che permetterà di apprezzare similitudini e differenze tra i due territori e le loro etichette.

    Logo Assoziazione Vignaioli Vino Santo Trentino, foto di luca Riviera da comunicato stampa
    Logo Assoziazione Vignaioli Vino Santo Trentino, foto di luca Riviera da comunicato stampa

    Ad aprire l’evento venerdì 21 ottobre alle ore 10.00 sarà il convegno scientifico “Qualità e certificazioni. Il vino tra disciplinari e produttori”, tenuto da Alessandro Torcoli nell’Antica Distilleria da Lorenzin a Santa Massenza. Un momento di approfondimento dedicato a storia e potenzialità del vitigno Rebo ma anche al tema del marchio collettivo, nato dal lavoro di squadra dei vignaioli del Vino Santo per la valorizzazione di un progetto comune e di nicchia come quello del Reboro.

    Evento Reboro. Territorio & passione 2022, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Evento Reboro. Territorio & passione 2022, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    “Il grande vino nasce da vari stimoli, talvolta individuali, altre volte collettivi, come nel caso del Reboro”, ha dichiarato Alessandro Torcoli in preparazione dell’evento. “Riconosciamo a questa associazione di piccoli produttori d’aver pensato a un approccio originale, ma non casuale o forzato: la consuetudine locale con il Vino Santo, quindi dell’appassimento, è messa al servizio di un nuovo vino dall’animo antico”.

    A seguire, l’appuntamento è all’Azienda Agricola Francesco Poli con la degustazione guidata “Reboro e Buttafuoco Storico – Assaggi a confronto”, degustazione di 8 calici di vino con la presenza dei Vignaioli della Valle dei Laghi e dell’Oltrepò Pavese.

    Al termine della degustazione sarà offerto a tutti i partecipanti un piatto autunnale a cura del Cuoco dell’Alleanza Slow Food Matteo Zanoni, chef dell’Osteria Le Servite di Arco, accompagnato da dolci della tradizione del panificio pasticceria Tecchiolli di Cavedine.

    Le degustazioni di Reboro fatte durante l'evento, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni di Reboro fatte durante l’evento, foto da comunicato stampa

    Si prosegue sabato 22 ottobre dalle 10.00 alle 18.00 con un tour nelle cantine della Valle dei Laghi. Un viaggio alla scoperta del Reboro, del Vino Santo Trentino e del Buttafuoco Storico. Ogni vignaiolo trentino ospiterà nella propria cantina un collega lombardo, dando la possibilità a tutti gli ospiti di degustare entrambe le etichette.

    I tour per piccoli gruppi e su prenotazione partiranno dalla Casa Caveau Vino Santo di Padergnone per continuare poi nelle cantine, con abbinamenti di finger food del territorio. Nel tour sono comprese le cantine Francesco Poli che ospiterà Poggio Rebasti, Maxentia con l’azienda Giorgi Franco, Giovanni Poli con i vini di Massimo Piovani, Gino Pedrotti con l’azienda Piccolo Bacco dei Quaroni, Pisoni con l’azienda agricola Quaquarini e Pravis i vini del Club del Buttafuoco Storico.

    Alcuni produttori protagonisti della giornata dedicata al Reboro, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Alcuni produttori protagonisti della giornata dedicata al Reboro, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    In occasione di Reboro. Territorio e Passione, sabato 22 ottobre dalle ore 19.00 lo chef Peter Brunel, da sempre fortemente legato al territorio della Valle dei Laghi, proporrà nel suo ristorante una stella Michelin ad Arco (TN) uno speciale menu a 130 euro con piatti creati appositamente per l’evento, a cui saranno abbinati Reboro e Buttafuoco Storico.

    Michele Purin durante la selezione delle uve di Reboro, foto da comunicato stampa
    Michele Purin durante la selezione delle uve di Reboro, foto da comunicato stampa

    Il Reboro.

    Il Reboro è un vino frutto di una lunga avventura enologica e nato dall’amicizia dei Vignaioli della Valle dei Laghi, piccola vallata appena sopra Riva del Garda dove ci si immerge tra floridi vigneti e brillanti specchi d’acqua, come il Lago di Toblino e di Santa Massenza.

    In questo territorio incontaminato a fine ‘800 nasce Rebo Rigotti (dal tedesco Rebe, vite), che diventerà agronomo e genetista. Negli anni ’50, da un errore durante l’incrocio di vitigni nell’Istituto di San Michele all’Adige, Rigotti dà vita a un incrocio tra il Merlot e una delle varietà principi del Trentino come il Teroldego: ne nasce un’uva resistente, dai sentori intensi e verticali, perfetta per essere appassita sulle arele utilizzate per la Nosiola.

    Per anni dimenticato, il Rebo viene recuperato negli anni Duemila e dà vita al Reboro: vino rosso ottenuto dai vigneti migliori, i cui grappoli sono lasciati appassire fino a novembre inoltrato e che dopo la vinificazione matura per tre anni in botti di rovere. Un processo lento, che dona un vino morbido ed elegante, ma scattante e dal grande potenziale di invecchiamento.

    Momenti di dialogo e confronto sul Reboro e sui territori, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Momenti di dialogo e confronto sul Reboro e sui territori, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    Il Buttafuoco Storico.

    Il 7 febbraio del 1996 nasce il club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi.

    Oggi i produttori di Buttafuoco Storico sono 17 e l’intento è quello di collaborare nella produzione, tutela e valorizzazione di un vino di alto livello, le cui regole di produzione sono più severe della DOC Buttafuoco. Le uve provengono da una zona storica e vocata, con pratiche colturali attente e l’utilizzo di sole varietà autoctone del territorio, oltre ad un affinamento di minimo 12 mesi in botti di rovere e poi in bottiglia storica almeno 6 mesi.

    Il vino che ne nasce è caldo e perfettamente equilibrato, dai profumi di fiori freschi a cui si aggiungono note speziate e piacevoli note di cioccolato, amaretto e vaniglia.

     

    L’evento è realizzato da Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, in collaborazione con Garda Dolomiti e la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali (#trentinowinefest).

    Da Comunicato Stampa


    Sito Associazione: https://www.facebook.com/vinosantotrentino/

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  • Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020

    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020

    Venti anni di Ficiligno, lo storico blend bianco di Baglio di Pianetto che sfida il tempo

    Redazione

    Nato da un’intuizione del Conte Paolo Marzotto è uno dei vini bianchi più apprezzati dell’azienda siciliana.

    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, logo cantina da comunicato stampa
    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, logo cantina da comunicato stampa

    Da una parte l’Insolia, una delle varietà autoctone siciliane più diffusa nell’isola e che in Sicilia trova la sua massima espressione in alta collina, dall’altra il Viognier, vitigno che ha da secoli la sua culla d’elezione nella Valle del Rodano in Francia ma che anch’esso straordinariamente si esprime ad alti livelli nei vigneti della Tenuta Pianetto.

    Venti anni di Ficiligno, lo storico blend bianco di Baglio di Pianetto che sfida il tempo, le vigne SCristina Gela, foto da comunicato stampa
    Venti anni di Ficiligno, lo storico blend bianco di Baglio di Pianetto che sfida il tempo, le vigne SCristina Gela, foto da comunicato stampa

    Coltivati entrambi nelle alte colline, a Santa Cristina Gela, a pochi chilometri da Palermo, danno origine in blend al Ficiligno, uno dei vini bianchi più iconici di Baglio di Pianetto, longevo nel tempo e che ben rappresenta quello stile ricercato del Conte Paolo Marzotto, voluto anche per la sua azienda siciliana nata nel 1997 e totalmente a regime biologico.

    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, foto da comunicato stampa
    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, foto da comunicato stampa

    “Il Ficiligno è un po’ l’emblema dei nostri vini di Alta Collina – spiega Francesco Tiralongo, amministratore delegato di Baglio di Pianettofrutto di un’intuizione del Conte Paolo Marzotto, che voleva esprimere in un unico vino, l’eleganza francese ed il carattere degli autoctoni di Sicilia, dimostrando, ed il tempo gli è stato testimone, che in Sicilia è possibile produrre vini bianchi molto longevi. L’annata 2001 del Ficiligno per esempio, a vent’anni dalla sua uscita, ancora oggi esprime una freschezza sorprendente”.  

    È un vino che non teme la sfida del tempo, con sfumature che lo rendono adatto sia ai winelovers meno esperti sia ai palati più esigenti. Ficiligno, un vino biologico dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, con il passare del tempo sfuma su tonalità sempre più intense; in prima uscita esprime grande esuberanza e ricchezza fruttata, mai con note eccessive. Nel corso della sua evoluzione, questi sentori virano su sfumature più mature che lo rendono un vino complesso e avvolgente che sorprende per la sua freschezza inaspettata.

    Quercia Vigneti SCristina Gela, Cantina Baglio di Pianetto, foto da comunicato stampa
    Quercia Vigneti SCristina Gela, Cantina Baglio di Pianetto, foto da comunicato stampa

    Dotato di una grande personalità, il Ficiligno è un ottimo alleato a tavola in grado di esprimere il suo carattere al meglio se abbinato a risotti a base di crostacei o a molte tipologie di formaggi non stagionati nei primi anni dalla sua uscita, saprà però, nel tempo, dare soddisfazione anche con preparazioni più ricche di sapori e ingredienti, tipicamente quelle delle tavole natalizie.

    Insieme al Ramione infatti, sapiente blend rosso di Nero d’Avola e Merlot, è proposto in una confezione speciale dedicata alle prime due storiche etichette di Baglio di Pianetto “Le Origini”, sicuramente un regalo ricercato; in edizione limitata per il ventennale del Ficiligno, da regalare in vista del Natale.

    Da Comunicato Stampa

    Collegamenti da sito:

    Sostenibilità…L’AMORE PER IL VINO È AMORE PER LA NATURA

    Nel 2017 Baglio di Pianetto ha raggiunto il traguardo della sua ventesima vendemmia. Numeri che non sono soltanto simbolici, perché contestualizzano un processo che, al suo culmine, ha raggiunto la piena maturità produttiva. Un risultato frutto di scelte precise e virtuose, soprattutto in materia di ecosostenibilità.
    BAGLIO DI PIANETTO, PATRIMONIO BIO, immagine da sito
    BAGLIO DI PIANETTO, PATRIMONIO BIO, immagine da sito

    BAGLIO DI PIANETTO, PATRIMONIO BIO

    Baglio di Pianetto lavora nel pieno rispetto della legislazione europea in materia di ecosostenibilità: la conduzione in biologico di vigneti e uliveti, l’istallazione di un impianto fotovoltaico di terza generazione (256,6 Kwp)  per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’abbattimento delle emissioni di CO2 (184.488 kg all’anno) costituiscono, insieme ad una gestione razionale delle risorse idriche in agricoltura, il profilo green di un’azienda impegnata a coniugare qualità in bottiglia col rispetto per l’ambiente.


    Sito Cantina: https://bagliodipianetto.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.fruitecom.it/

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  • Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020. Un’edizione limitata, dedicata a Franco Ziliani

    Redazione

    Un prezioso e unico Metodo Classico, cuvée di Syrah e Merlot, prodotto in sole 7.000 bottiglie distribuite esclusivamente in Toscana.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020, foto da comunicato stampa
    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020, foto da comunicato stampa

    Un’assoluta novità, una vera e propria eccezione sia per il territorio di Bolgheri che per Caccia al Piano. Si chiama CaP Rosé il primo Metodo Classico che la famiglia Ziliani ha deciso di produrre nella sua tenuta di Castagneto Carducci in Toscana.

    “Il desiderio di volerci confrontare anche all’interno di questo meraviglioso territorio con il Metodo Classico rappresentava per noi una sfida, ma soprattutto un sogno, lo stesso che animò mio padre più di 60 anni fa” spiega Paolo Ziliani al timone di Caccia al Piano e, insieme ai fratelli Cristina e Arturo, alla guida dell’azienda Berlucchi creata dal padre, pioniere della nascita del Franciacorta, Franco Ziliani.

    “CaP Rosé non è solo uno spumante, ma un modo di assaporare la vita, cercando di cogliere l’essenza di un territorio, quello bolgherese, con vitigni che qui hanno trovato luoghi e posizioni perfette per dare il meglio di sé, anche al servizio di un vino spumante”.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020. Un’edizione limitata, dedicata a Franco Ziliani, foto da comunicato stampa
    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020. Un’edizione limitata, dedicata a Franco Ziliani, foto da comunicato stampa

    CaP Rosé 2020 nasce dall’unione in parti uguali di Syrah e Merlot allevati in due specifici cru di Caccia al Piano, San Biagio e Le Grottine. Il primo, il più importante e grande dell’azienda con i suoi 12 ettari di estensione, si trova nella frazione di Castiglioncello a circa 180 metri di altitudine: qui il Syrah riesce a esprimere la sua spiccata aromaticità varietale e acidità.

    Caccia Al Piano le bottiglie in catasta per il metodo classico, foto da comunicato stampa
    Caccia Al Piano le bottiglie in catasta per il metodo classico, foto da comunicato stampa

    Le Grottine, che ha un’estensione di 5 ettari e un orientamento Est-Ovest, è da sempre “la casa” del Merlot di Caccia al Piano: grazie alla presenza di terreni ricchi di limo, argilla e scheletro, conferisce note fruttate, fini ed eleganti ed un’ottima struttura.

    Dopo la vendemmia, a fine agosto, le uve vengono vinificate separatamente in tini di acciaio inox con una pressatura molto soffice delle uve intere al fine di preservare gli aromi primari del succo. In primavera avviene il cosiddetto tiraggio, vale a dire l’imbottigliamento, e la seconda fermentazione con la successiva sosta a contatto con i propri lieviti per circa 10 mesi.

    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa
    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa

    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut – il dosaggio di liqueur è di soli 3 g/l – si presenta con un color rosa cipria e un perlage di grande finezza e persistenza. Note di frutti rossi freschi che ricordano il ribes e l’uva spina si fondono con quelli più decisi e intensi di polpa di fico d’India. Una buona struttura, sostenuta da una calibrata acidità e un finale leggermente tannico, caratterizzano questo Rosé che riesce ad armonizzare la potenza del Merlot bolgherese insieme all’eleganza del Syrah.

    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa
    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa

    La prima edizione di CaP Rosé di Caccia al Piano è prodotta in un’edizione limitata di sole 7.000 bottiglie ed è dedicata a Franco Ziliani. Verrà distribuita esclusivamente in Toscana per dare la possibilità di godere delle caretteristiche qualitative di questo vino nella magica atmosfera della sua terra di origine.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://cacciaalpiano.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.fruitecom.it/

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  • Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022

    Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022

    Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022

    Redazione

    Una selezione di etichette di Morellino di Scansano nell’area hospitality e nel backstage del grande evento musicale della città gigliata con God Save The Wine, partner dell’evento.

    Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022, logo del Consorzio Tutela Morellino di Scansano, logo da comunicato stampa
    Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022, logo del Consorzio Tutela Morellino di Scansano, logo da comunicato stampa

    Tutto pronto per il grande ritorno di Firenze Rocks, dopo due anni di stop forzato dovuto alla pandemia. Da giovedì 16 a domenica 19 giugno la Visarno Arena del Parco delle Cascine ospiterà la IV edizione della rassegna, uno degli eventi musicali più importanti e attesi d’Italia che nel prossimo week end vedrà alternarsi sul palco alcune della band più importanti del panorama internazionale: Metallica, Green Day, Red Hot Chili Peppers, Muse, Placebo, Weezer, Greta Van Fleet e molti altri.

    Il Consorzio Morellino di Scansano sarà tra i protagonisti con una selezione di oltre 40 etichette tra le tipologie Riserva e Annata che firmeranno alcuni momenti all’interno degli spazi dell’area hospitality attraverso God Save the Wine, partner dell’evento, e saranno a disposizione della band nel backstage.

    Maremma tra vigne e territorio, articolo: Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022, foto da comunicato stampa
    Maremma tra vigne e territorio, articolo: Il Morellino di Scansano protagonista a Firenze Rocks 2022, foto da comunicato stampa

    Guidati da Andrea Gori, gli ospiti conosceranno le sfumature e le peculiarità produttive del Sangiovese che nasce vicino al mare della costa toscana, in un territorio caratterizzato da specifiche condizioni pedoclimatiche che danno vita al profilo aromatico unico del Morellino di Scansano DOCG.

    “A Firenze Rocks – spiega Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio ci lega l’attitudine orientata alla ricerca di una personalità distintiva. Come quella messa in campo ogni giorno dai nostri associati che puntano con il loro lavoro a far emergere quelle peculiarità che caratterizzano il Morellino di Scansano DOCG e che lo rendono unico nel panorama enologico italiano”.

    Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio, foto da comunicato stampa
    Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio, foto da comunicato stampa

    LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO

    Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano ha da poco festeggiato i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007.

    LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO, vigne, territorio, Maremma e vini di qualità, foto da comunicato stampa
    LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO, vigne, territorio, Maremma e vini di qualità, foto da comunicato stampa

    Attivo in questa opera di promozione e tutela il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato.

    Da Comunicato Stampa

    Collegamenti da sito:

    Il Consorzio Tutela del Vino Morellino di Scansano nasce nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori, decisi a supportare e valorizzare il proprio prodotto a Denominazione di Origine Controllata, attraverso azioni di promozione e tutela.

    Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato.

    Storia da sito:

    Etruschi e Romani

    I numerosi ritrovamenti archeologici risalenti al periodo etrusco, rinvenuti nelle zone di Scansano e nella valle dell’Albegna, dimostrano come la produzione della vite fosse un elemento importante per la locale comunità etrusca. Orci di terracotta, risalenti al V secolo a.c., nei quali sono stati ritrovati semi di vitis vinifera, statuette bronzee raffiguranti offerenti che impugnano la roncola, strumento tipico del vendemmiatore fino quasi ai nostri giorni, sono solo alcuni dei reperti rinvenuti presso la località rurale degli Usi, fra il comune di Scansano e Semproniano, e presso il sito di Ghiaccioforte, località tra Scansano e Saturnia.

    Ed è proprio con la conquista della Fortezza di Ghiaccioforte, nel 280 a.C. circa, che i romani si impossessano dei territori scansanesi, dando ulteriore sviluppo all’agricoltura tramite la nascita di numerose colonie. Veniva così prodotto vino, destinato alle province occidentali dell’impero, come testimoniato dal ritrovamento del relitto di una nave nel mare antistante Marsiglia: il relitto racchiudeva infatti un gran numero di anfore vinarie marchiate con le lettere SES, le iniziali della potente famiglia romana dei Sestii, proprietari terrieri nella zona di Cosa, l’attuale Ansedonia, e già attivi commercianti.

    L’esistenza di fornaci per la produzione di anfore vinarie nella zona di Albinia, databili al 200 a.C., confermano la crescita esponenziale delle produzioni vinicole avvenuta sotto i romani, che trovavano sbocco commerciale anche sulla capitale dell’impero, attraverso la via Aurelia e la via Clodia.


    Sito Consorzio: https://www.consorziomorellino.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.fruitecom.it/

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  • Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018

    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018

    APPIUS 2018, la danza aromatica nel calice dei più preziosi vitigni a bacca bianca di San Michele Appiano. Svelata la nona Cuvée da sogno del winemaker Hans Terzer in occasione di Merano WineFestival

    Redazione

    La Cantina San Michele Appiano ha presentato la nona edizione del vino da sogno di Hans Terzer, in occasione del 31° Merano WineFestival, oggi al via ufficiale. La cuvée di vini bianchi, creata con selezioni personalmente individuate dal winemaker dell’azienda vitivinicola leader in Alto Adige, rappresenta il meglio dell’annata 2018, climaticamente caratterizzata da un buon andamento e da un ciclo vegetativo leggermente anticipato. Un vino stilisticamente in linea con le edizioni precedenti, dritto e preciso, votato alla longevità.

    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018 tra le vigne, foto da comunicato stampa
    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018 tra le vigne, foto da comunicato stampa

    Si è svolta ieri alla Cantina San Michele Appiano la presentazione ufficiale della nona edizione di APPIUS, il vino da sogno del winemaker Hans Terzer. A un passo dal decennale, il massimo capolavoro della Cantina leader in Alto Adige svela il meglio dell’annata 2018, annata caratterizzata da un buon andamento climatico, con un ciclo vegetativo leggermente anticipato.

    APPIUS 2018 Alto Adige DOC Bianco, Chardonnay (52%), il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%), foto da comunicato stampa
    APPIUS 2018 Alto Adige DOC Bianco, Chardonnay (52%), il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%), foto da comunicato stampa

    Frutto del meticoloso lavoro di selezione, in fase di raccolta delle uve e di assemblaggio, APPIUS 2018 dimostra un profilo lineare, dritto e preciso, con una composizione in cui predomina la varietà dello Chardonnay (52%) a cui si aggiungono il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%).

    Dal colore luminoso, giallo-verdognolo con riflessi verde malachite, APPIUS 2018 al naso ha un impatto energico ed eloquente: dapprima frutta esotica matura (banana, melone, mango), riconducibile allo Chardonnay, poi frutti a polpa bianca (pera Williams, pesca, mela renetta, ribes bianco, uva spina) che palesano i ruoli di Pinot Bianco e Grigio.

    Presente il versante agrumato, riconducibile al pomelo, con la sua caratteristica nota piccantina ed una nota di legno di cedro che lascia spazio sul finale a sentori di miele di acacia e lavanda.

    Al palato la considerevole acidità, tratto essenziale e distintivo che dona freschezza e bevibilità al vino APPIUS e la modulazione sapida, altra peculiarità gustativa, incontrano il sostegno di un’ottima alcolicità.

    Il retrogusto rivela una nota di clorofilla, rivelatrice del quarto vitigno della cuvée, il Sauvignon e gli aromi terziari del legno: cioccolata bianca e un po’ di vaniglia, che si fondono con un fruttato di bacche di sambuco.

    APPIUS 2018 racconta la mano e lo stile delle annate precedenti, con la ricerca puntigliosa dell’eleganza e dell’armonia delle proporzioni, un vino votato alla longevità, dal profilo lineare, diretto e preciso.

     

    APPIUS, il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano, è nato nove anni fa con l’annata 2010, a cui sono seguite la 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017. Il progetto vuole realizzare anno dopo anno un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la creatività e la sensibilità del suo autore, Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta sono reinterpretati.

    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Lo scopo è di concepire una “wine collection” capace di appassionare gli amanti del vino di tutto il mondo. L’etichetta della nona edizione di APPIUS rappresenta il millesimo 2018 con un’armonica danza senza tempo tra i vitigni a bacca bianca più preziosi della Cantina San Michele Appiano, che, unendosi nel calice, diventano oro da assaporare.

    L’immagine permette sempre una libera interpretazione, affinché ogni wine lovers possa averne un’intima ispirazione. Come per le altre annate, anche questa edizione di APPIUS è limitata.

    Da Comunicato Stampa


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  • Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore

    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore

    Tartufo Regale, nasce il primo tartufo d’Alba al cioccolato dello chef stellato Ugo Alciati. Con il Vermouth di Torino Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore, l’abbinamento perfetto è servito

    Redazione

    Si chiama Tartufo Regale ed è l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Dall’estro di Ugo Alciati, chef di Guidoristorante al Villaggio Narrante di Fontanafredda e ambasciatore del tartufo nel mondo, nasce una rarità piemontese realizzata con il cioccolato più pregiato al mondo e che riproduce fedelmente un vero tartufo per forma e colore e che può essere lamellato. Una unicità nel settore del cioccolato perfetta da abbinare a un vino aromatizzato altrettanto “regale”: il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore.

    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore, foto da comunicato stampa
    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore, foto da comunicato stampa

     

    È nel cuore delle Langhe Patrimonio Mondiale dell’Unesco, al Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, che nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Questa rara creazione artigianale nasce dall’estro dello chef di Guidoristorante, Ugo Alciati, storica stella Michelin del Piemonte e ambasciatore del tartufo nel mondo. Una unicità nel settore del cioccolato che riproduce fedelmente per forma e colore un vero tartufo, tanto che nemmeno i “Trifulau” (ricercatori di tartufo) della zona di Alba sono stati in grado di riconoscerlo. Richiesta la registrazione per marchio, design e idea così da poter esserne gli unici produttori a livello europeo.

    Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato,foto da comunicato stampa
    Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato,foto da comunicato stampa

    REALIZZAZIONE DEL TARTUFO REGALE

    Di produzione limitatissima, il Tartufo Regale è proposto in un cofanetto (che ne contiene cinque, diversi per forma, dimensione e peso) numerato e autografato a mano dallo chef Ugo Alciati.

    «Per realizzare il “Tartufo regale” sono necessari oltre 30 passaggi manuali, il primo dei quali è la selezione dei migliori tartufi d’Alba da riprodurre fedelmente con gli ingredienti della mia ricetta» spiega lo Chef Ugo Alciati. «Viene utilizzato il cioccolato più pregiato al mondo – attualmente è solo lo 0,01% del cioccolato presente sul mercato – il Criollo del Venezuela e la nocciola Tonda Gentile I.G.P. Piemonte; al suo interno non vi è aggiunta di coloranti, aromi artificiali o conservanti, e può essere lamellato come un vero e proprio tartufo»

    Tartufo Regale in abbinamento al Vermouth Rosso Mirafiore, foto da comunicato stampa
    Tartufo Regale in abbinamento al Vermouth Rosso Mirafiore, foto da comunicato stampa

    L’ABBINAMENTO

    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore
    Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore

    Il vino da abbinare per gustare al meglio il Tartufo Regale, è consigliato da Piero Alciati, fratello di Ugo e maître-sommelier di Guidoristorante, ed è il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore. I sensuali profumi del Vermouth, enfatizzati dalla base di vino moscato e caratterizzati dalla verve del nebbiolo, il tutto abbracciato dalla nobile presenza del cardamomo, spezia storicamente abbinata al cioccolato, trovano un connubio ideale con questa delizia artigianale che gioca di equilibri tra dolcezza, aromi e il calore del cioccolato.

    Abbinamento di territorio oltreché di sapori, dove Vermouth e nocciole ricreano l’atmosfera Liberty di un tempo in cui il buono e il bello divennero una raffinata esigenza di gusto ed estetica. Nato nel XVIII secolo, apprezzato alla corte reale dei Savoia ma conosciuto in tutto il mondo, il Vermouth di Torino è un vino aromatizzato di cui Casa E. di Mirafiore iniziò la produzione nei primi anni del ‘900.

    Oggi è reinterpretato attraverso le storiche ricette a base di 46 elementi tra radici, fiori, frutti e spezie che vengono estratti naturalmente e miscelati al vino base secondo tradizione, con l’aggiunta di zucchero e alcool. Il Vermouth Rosso di Casa E. di Mirafiore è prodotto con vini bianchi piemontesi e uve di Moscato e Nebbiolo.

     

    DOVE TROVARE IL TARTUFO REGALE

    La produzione del Tartufo Regale è strettamente limitata. Il cofanetto numerato e autografato a mano da Ugo Alciati contenente i cinque Tartufi Regali è disponibile solo su prenotazione scrivendo a info@tartuforegale.it

    Da Comunicato Stampa

    Anguilla dello Chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
    Anguilla dello Chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
    Collegamenti da sito

    Chef Ugo Alciati, erede di una famigloia che ha scritto la storia della cucina italiana, menù di stagione,carta essenziale, altissima qualità delle materie prime e valorizzazione delle eccellenze del territorio sono da sempre i principi della cucina di GuidoRistorante.

    Alcuni piatti eseguiti dallo chef e brigata:

    Vitello Tonnato dello chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
    Vitello Tonnato dello chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito

    Sito di Riferimento: https://www.villaggionarrante.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

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  • Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022

    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022

    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano da mettere sotto l’albero per impreziosire i brindisi delle Feste. Dalla cuvée APPIUS, al Sauvignon ed il Pinot Noir Riserva della The Wine Collection, fino alle Annate Storiche Sanct Valentin.

    Redazione

    Vini di produzione limitata, ottenuti dalle selezioni di punta dell’azienda vitivinicola leader in Alto Adige, sono il regalo perfetto da mettere sotto l’albero o sulla tavola per brindare alle Feste. Appius, il vino da sogno firmato dal winemaker Hans Terzer, il Sauvignon ed il Pinot Noir Riserva della The Wine Collection, il cofanetto con le Annate Storiche Sanct Valentin sono le etichette da collezione che arricchiscono il periodo più atteso dell’anno con l’inconfondibile eccellenza qualitativa e la sorprendente longevità dei vini della Cantina San Michele Appiano.

    Cantina San Michele Appiano vini per le feste 2022, foto da comunicato stampa
    Cantina San Michele Appiano vini per le feste 2022, foto da comunicato stampa

    Per stupire gli amici winelovers ed arricchire la tavola nei giorni delle feste natalizie, la Cantina San Michele Appiano propone le sue etichette da collezione più pregiate e di produzione limitata: Appius, la cuvée da sogno firmata dal winemaker Hans Terzer, il Sauvignon e il Pinot Noir Riserva della The Wine Collection e le Annate Storiche Sanct Valentin. Vini che esprimono tutto il talento della longevità e l’eccellenza qualitativa della realtà vitivinicola fondata nel 1907, oggi riconosciuta come “Cantina eccellenza in Alto Adige”.

    APPIUS è la cuvée dei vitigni bianchi più importanti della Cantina San Michele Appiano con il meglio delle annate (dalla 2010 alla 2018) ed un design unico che si rinnova ogni anno. Dalla prima alla nona edizione, la “formula” di composizione è rimasta la stessa, con delle variazioni (nelle proporzioni delle singole varietà di uve, determinate a seconda dell’annata) che rendono l’incontro con questo grande vino un’esperienza sempre unica. APPIUS si compone di diversi vigneti storici del Comune di Appiano.

    Appius 2018 Vintages Cantina San Michele Appinao, foto da comunicato stampa
    Appius 2018 Vintages Cantina San Michele Appinao, foto da comunicato stampa

    Nella prima cuvée la varietà principale è lo Chardonnay (che rimarrà predominante in tutte le edizioni, tranne che in Appius 2011), il resto è ripartito tra Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon. Il design moderno e minimalista è in linea con la filosofia della Cantina. La serigrafia dorata dell’etichetta è caratterizzata da una simbologia che, seppur con un proprio significato, rimane volutamente aperta alla libera interpretazione dei collezionisti. L’ultima edizione, Appius 2018, presentata a novembre di quest’anno, con la sua freschezza, bevibilità e carattere è la scelta perfetta per accompagnare menu di pesce e delicate pietanze a base di vitello.

    Alto Adige DOC Sauvignon The Wine Collection Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    Alto Adige DOC Sauvignon The Wine Collection Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Il Sauvignon The Wine Collection 2018 giunto alla quarta edizione, rappresenta l’uva bianca più famosa della Cantina San Michele Appiano. La linea, lanciata nel 2018, nasce dal desiderio del winemaker Hans Terzer di dare l’opportunità di degustare alcune limitatissime produzioni in purezza.

    Le uve che compongono il Sauvignon TWC provengono esclusivamente dalla zona di Appiano Monte da parcelle selezionatissime tra le tante a disposizione.

    Ottimo da abbinare ad un menu di pesce o di carni bianche, si presta ad esaltare molte varianti di risotto.

    AltoAdige DOC Pinot Nero Riserva The Wine Collection, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    AltoAdige DOC Pinot Nero Riserva The Wine Collection, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Il Pinot Noir Riserva The Wine Collection 2018 rispecchia la ricerca della perfezione da parte di Hans Terzer nella sfida con il vitigno a bacca rossa da lui più amato.

    L’ingresso del Pinot Nero nella The Wine Collection coincide con la scelta del winemaker di selezionare, dopo vent’anni di attesa, una micro-partita in due aree molto vocate, con lo scopo di dimostrare che un grande Pinot Nero può essere prodotto anche in una zona abbastanza giovane ed ancora non riconosciuta come meriterebbe.

    Dotato di aromi fruttati (in particolare, frutti di bosco, more, ciliegie mature) il Pinot Noir TWC 2018 al palato ha una struttura netta, elegante, con un’ampia persistenza che ben si sposa con piatti a base di agnello, capriolo, capretto e formaggi stagionati.

    Il cofanetto con le Annate Storiche Sanct Valentin presenta una selezione speciale di riserve della linea nata nel 1986.

    Vini con oltre 10 anni di affinamento ed in grado di evolvere ancora in Cantina, stappati, degustati e – se considerati all’altezza delle aspettative – ritappati. Il tutto firmato da Hans Terzer.

    Per chi ama sorsi eleganti, intensi e con un finale lunghissimo, i tre Pinot Bianco (2008-2009-2010) sono la scelta perfetta per accompagnare il menu delle Feste.

    Tutti i vini da collezione San Michele Appiano sono acquistabili in diversi formati con disponibilità limitata nell’e-shop www.shop.stmichael.it, un’idea regalo capace di sorprendere e durare nel tempo, con tutta la qualità della Cantina eccellenza in Alto Adige.

     

     

    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022, annate storiche Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    Vini longevi della Cantina San Michele Appiano per Natale 2022, annate storiche Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Da Comunicato Stampa

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    In cantina avviene la metamorfosi dell’uva. Un connubio tra antiche ed innovative tecniche di vinificazione. Il “rispetto del frutto” è la regola più importante per la produzione di vini longevi e di grande personalità.

    Le uve vengono vinificate rigorosamente per peculiarità al fine di esaltare ogni singolo vigneto. I vini poi affinano in acciaio o in botti di legno per enfatizzare le singole caratteristiche.

    Saltano subito all’occhio le quattro antiche botti da 150 hl che, aggraziate da antichi intagli, raffigurano vicende storiche a partire dal 1907, immagine da sito
    Saltano subito all’occhio le quattro antiche botti da 150 hl che, aggraziate da antichi intagli, raffigurano vicende storiche a partire dal 1907, immagine da sito

     


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  • Gassenhof, un inverno di neve e benessere in hotel 2022/2023

    Gassenhof, un inverno di neve e benessere in hotel 2022/2023

    Al via la stagione invernale in Val Ridanna, Alto Adige. Dal 22 dicembre al 16 aprile al Gassenhof, l’intenso programma di attività sulla neve e benessere in hotel

    Redazione

    Tra impianti di risalita, piste per gli slittini e campi pratica per i principianti, parchi gioco per i bambini, sentieri per le ciaspole ed escursioni in quota il quattro stelle superior, immerso nella valle più a nord dell’Alto Adige, si prepara ad accogliere gli ospiti offrendo percorsi rigeneranti per mente, corpo e palato.

    Hotel Gassenhof durante il periodo invernale, foto da sito da comunicato stampa
    Hotel Gassenhof durante il periodo invernale, foto da sito da comunicato stampa

    Val Ridanna, il paradiso degli sport invernali. Per la vacanza immersiva con gli sci e le ciaspole ai piedi, è il luogo perfetto per lasciarsi catturare dalle meraviglie del territorio e farsi coccolare dalle diverse attività per la mente, il corpo e anche il palato. Il Gassenhof, il quattro stelle superior immerso in questa tranquilla valle, considerata la più a nord dell’Alto Adige, dal 22 dicembre al 16 aprile propone un programma di attività outdoor e indoor ricco di sorprese per gli ospiti grazie all’inventiva e creatività dei proprietari Stephan e Manfred Vollger.

    Camere dell'hotel Gassenhof proprietari Stephan e Manfred Vollger, foto da sito
    Camere dell’hotel Gassenhof proprietari Stephan e Manfred Vollger, foto da sito

    I due fratelli si impegnano quotidianamente a organizzare escursioni in quota per scoprire i punti più panoramici e scattare foto che immortalano gli skyline che, giorno dopo giorno, cambiano e creano una magia naturale ineguagliabile. Terminata la passeggiata, si gustano le eccellenze gastronomiche del territorio nelle malghe ad alta quota e al rientro in hotel la ricerca del benessere continua nella Spa dell’hotel di 3.000 metri quadrati tra trattamenti e puro relax.

    Luogo di relax all'hotel Gassenhof, foto da sito da comunicato stampa
    Luogo di relax all’hotel Gassenhof, foto da sito da comunicato stampa

    LE PROPOSTE OUTDOOR INVERNALI DEL GASSENHOF. SCI, SNOWBOARD E CIASPOLE PER TUTTE LE ETA’.

    L’offerta in Val Ridanna è tra le più diversificate dell’Alto Adige; chi sceglie di trascorre le proprie vacanze invernali in questo territorio trova nell’hotel Gassenhof un punto di partenza per le attività outdoor a contatto con la neve a cominciare dal vicino comprensorio sciistico Rancine-Giovo (2150 m di altezza). 60 chilometri di piste ben tracciate, 8 impianti di risalita e 16 diversi percorsi con vari gradi di difficoltà, la Val Ridanna può definirsi la patria dello sci per tutte le età. Patria anche dello snowboard grazie alla realizzazione dello skilift Gass, nella vicina località di Vipiteno, adatto ai più piccoli e a tutti coloro che scoprono lo sci per la prima volta.

    Le ciaspole sono poi una alternativa per divertirsi sulla neve e vivere un’esperienza a contatto con la natura. Per facilitare l’accesso a questi itinerari, il personale del Gassenhof organizza delle escursioni create ad hoc studiando, insieme all’ospite, il percorso più adatto ai propri desideri. Ad esempio, quello verso i caratteristici masi, tipiche strutture realizzate in legno e pietra locale, dove la stessa famiglia Volgger propone delle escursioni in quota per gustare i piatti tipici della tradizione altoatesina.

    Gassenhof, un inverno di neve e benessere in hotel 2022/2023, foto da sito da comunicato stampa
    Gassenhof, un inverno di neve e benessere in hotel 2022/2023, foto da sito da comunicato stampa

    TRATTAMENTI PER CORPO, MENTE E PALATO.

    Chiusi gli impianti e al rientro in hotel, relax garantito all’interno del Gassenhof nella Gassenbadl, 3mila metri quadrati di area wellness. L’area è suddivisa in due Spa con piscina (una esterna), zone relax, saune e massaggi completi o mirati ad una specifica zona del corpo, il rifugio ideale per riconquistare il benessere psicofisico. E cosa c’è di meglio di un trattamento nella Logen Beauty, magari un percorso decontratturante come il rilassante Massaggio Gratznhausl a base di una miscela calda con oli d’arancia, lavanda, sandalo e cedro o come l’immergersi in una vasca idromassaggio riscaldata dopo una sciata o una passeggiata.

     

    Chef Stefan Volgger del ristorante Gassenhof, foto da sito
    Chef Stefan Volgger del ristorante Gassenhof, foto da sito

     

    Non ultimo i trattamenti del Dr. Joseph con ingredienti selezionati e all’avanguardia per una pelle tonica e luminosa. La cura al benessere di corpo e mente si completa con quella del palato grazie alla passione in cucina dello chef Stefan Volgger che, con esperienza e passione, trasforma in creazioni artistiche le materie prime dell’Alto Adige servite ai tavoli del ristorante del Gassenhof con vista sulle montagne. La cucina del Gassenhof è molto attenta alle esigenze di ogni ospite con menu studiati e specifici per celiaci o intolleranti ad alcuni alimenti.

    Piatto dello Chef Stefan Volgger del Gassenhof, foto da sito
    Piatto dello Chef Stefan Volgger del Gassenhof, foto da sito

    Per concludere la serata in totale relax, un drink nella lounge del bar con musica dal vivo e, perché no, alla scoperta degli aromi che caratterizzano il gin Argintum, distillato in casa.

    i trattamenti del Dr. Joseph con ingredienti selezionati e all’avanguardia per una pelle tonica e luminosa, foto da sito
    I trattamenti del Dr. Joseph con ingredienti selezionati e all’avanguardia per una pelle tonica e luminosa, foto da sito all’hotel Gassenhof

    Il Gassenhof in Val Ridanna è la destinazione ideale per programmare una settimana bianca a tutto sport. Per vivere nella natura e divertirsi senza stress, un luogo a misura di famiglia e immerso in una delle valli più suggestive del nostro Bel Paese.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Hotel: http://www.gassenhof.com

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