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  • Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023

    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023

    Degustazioni, Consulenza, formazione, innovazione, PARTESA A HOSPITALITY Disegna il futuro del Fuoricasa

    Redazione

    Dal 6 al 9 febbraio Partesa partecipa a Hospitality con due stand e un ricco programma di incontri, masterclass e degustazioni di birra e vino, tra novità ed eccellenze dall’Italia e dal mondo capaci di intercettare nuove abitudini e gusti in continua evoluzione. E dedica due corner per scoprire servizi digitali, consulenza e formazione per costruire business solidi e vincere le nuove sfide del mercato.

    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023, foto da comunicato stampa di Alessandro Rossi
    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023, foto da comunicato stampa di Alessandro Rossi

     Dove e quando?

    6 – 9 febbraio 2023 Hospitality – Quartiere Fieristico Riva del Garda Padiglione C3, Stand F01 e F04

    Degustazioni, incontri, consulenza, formazione, servizi digitali: Partesa, azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., inaugura il 2023 aprendo una finestra sul futuro del fuoricasa a Hospitality, la più completa fiera italiana B2B dedicata al settore dell’ospitalità e della ristorazione, in programma dal 6 al 9 febbraio 2023 presso il Quartiere Fieristico di Riva del Garda.

    Partesa sarà presente con due stand, uno dedicato alla birra e uno al vino, due protagonisti assoluti del suo portfolio di oltre 8.000 referenze di qualità (birra, vino e spirits in primis, ma anche acqua, soft drink e snack), variegato e in continua evoluzione per intercettare sempre nuovi gusti, tendenze e abitudini di consumo fuoricasa.

    BIRRA. Riflettori puntati sulla birra allo stand C3 – F01, dotato di un impianto con 18 spine, frigovetrine con le referenze del Gruppo, insieme a un cellar e il Blade firmato Partesa.

    All’assaggio specialità da tutto il mondo (dalla siciliana Messina Cristalli di Sale alle californiane di Lagunitas), le ultime novità, come Heineken Silver, e un’anteprima 2023: Ichnusa Ambra Limpida (5% alc. vol.), lager dal gusto fresco, aroma intenso e una nota di morbidezza data dall’aggiunta di riso coltivato in Sardegna, che, lanciata a fine dicembre solo alla spina nei locali sardi, nelle prossime settimane sbarcherà nel “Continente” anche in bottiglia.

    Non solo, Partesa organizzerà ben sei degustazioni (due al giorno, alle 12.00 e alle 16.00) guidate dai mastri birrai e dagli esperti Partesa, per scoprire storia, caratteristiche, abbinamenti e consigli per un servizio sempre perfetto:

    si inizia lunedì 6 con Ichnusa Ambra Limpida, martedì 7 sarà la volta delle referenze del birrificio brianzolo Hibu, che ha saputo distinguersi per qualità, creatività e una buona dose ironia che anima anche i personaggi che popolano le sue etichette, mentre mercoledì 8 riflettori puntati su Beavertown, il birrificio londinese dallo spirito rock fondato da Logan Plant, figlio del leggendario frontman dei Led Zeppelin.

    VINO

    Anche lo stand dedicato al vino (C3 – F04) propone un vero e proprio viaggio in assaggi tra le eccellenze delle cantine italiane ed europee partner di Partesa, tutte da gustare e condividere sui social, dove Partesa per il Vino è recentemente sbarcata con la nuova pagina Instagram Partesa For Wine. Un focus particolare sarà dedicato al Veneto: ogni pomeriggio, dalle 12.00 alle 16.00, lo stand di Partesa accoglierà infatti i patron di tre diverse cantine del territorio, che stapperanno bottiglie speciali mentre raccontano le loro storie, terre e produzioni.

    Si inizia il 6 con Roeno, storica azienda agricola fondata da Rolando Fugatti negli Anni Sessanta, quindi il 7 con Gorgo, che con il suo stile moderno, eclettico e versatile ha conquistato i palati di Italia, Europa e Stati Uniti, e infine l’8 con Ca’ Rugate, che attraverso quattro generazioni ha firmato un secolo di storia del Vino in Italia.

    Non solo: in programma, presso la Sala Convegni, anche tre masterclass curate da Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa, che offrirà uno sguardo privilegiato sui vini Bianchi (lunedì 6 alle 11.00), sulle Bollicine (lunedì 6 alle 15.00) e sui Rossi (martedì 7 alle 11.00).

    Ichnusa Ambra Limpida della Gamma Partesa, foto da comunicato stampa
    Ichnusa Ambra Limpida della Gamma Partesa, foto da comunicato stampa

    FORMAZIONE & INNOVAZIONE

    Ma non solo degustazioni. Perché, oltre all’ampio portfolio, l’elevata efficienza logistica e la consulenza personalizzata, a distinguere Partesa sono la sua attenzione alla formazione continua e la sua attitudine all’innovazione che i visitatori di Hospitality potranno scoprire e approfondire nei due corner dedicati.

    Il primo ospita Università della Birra, l’innovativo hub di formazione professionale promosso da HEINEKEN Italia, che offre ai dipendenti del Gruppo e ai professionisti del fuoricasa un ricco programma di corsi (in aula e online) per approfondire la cultura di prodotto e per costruire e consolidare le proprie competenze in ambito commerciale, manageriale e digitale.

    Il secondo corner è invece dedicato a Partesa per Te, la piattaforma digitale, disponibile come app per smartphone e tablet, frutto dei costanti investimenti di Partesa in una digitalizzazione al servizio delle persone, che rende più veloci ed efficienti le operazioni di routine e permette di dedicare più tempo di qualità e risorse allo sviluppo della propria attività.

    Tramite l’app Partesa per Te, infatti, i gestori dei locali possono in ogni momento consultare il catalogo prodotti, valutare offerte mensili e promozioni dedicate, fare ordini in pochi click (anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale), consultare e gestire i documenti amministrativi, e, in caso di necessità, contattare il servizio di assistenza via chat, dove a rispondere non è una chatbot, ma il team Sales Support, appositamente formato per fornire un supporto rapido, diretto e personalizzato.

    Massimo Reggiani, AD di Partesa, foto da comunicato stampa
    Massimo Reggiani, AD di Partesa, foto da comunicato stampa

    «Nonostante le criticità degli ultimi mesi, il settore Ho.Re.Ca. inizia il 2023 con una forte volontà di ricominciare a crescere. Il contesto è indubbiamente sfidante e, mai come prima d’ora, richiede ai gestori dei locali di comprendere il nuovo pubblico di consumatori, intercettandone gusti e abitudini, e di confrontarsi con le nuove frontiere aperte dal digitale – spiega Massimo Reggiani, AD di Partesa.

    Un compito difficile, nel quale vogliamo affiancare i professionisti del fuoricasa non solo come distributore, con un ampio portfolio di referenze e un servizio logistico capillare ed efficiente, ma anche e soprattutto come partner, offrendo consulenza personalizzata, formazione continua, servizi e tecnologie innovative. In poche parole: tutti gli strumenti necessari per costruire, insieme, attività più solide e un futuro di crescita».

    Beavertown Gammay Ray di partesa, foto da comunicato stampa
    Beavertown Gammay Ray di partesa, foto da comunicato stampa

    PARTESA è una società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca.
    Attiva da 34 anni, oggi opera in 13 regioni con 40 depositi, impiega circa 1.000 persone e conta oltre 42.000 clienti, a cui offre un ampio portfolio di prodotti di qualità (oltre 8.000 referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food), nonché efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business.

    Partesa è parte del Gruppo HEINEKEN Italia.

    Da comunicato stampa


    Sito Azienda: https://www.partesa.it/

    Sito ufficio stampa: https://www.fruitecom.it/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023

    Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023

    Altra proposta di Ais Bologna per un’esperienza oltre Oriente

    Redazione

    La delegazione Ais Bologna organizzerà il primo evento dedicato al sake giapponese, previsto per il giorno 10 febbraio alle ore 20:30 presso il Best Western Plus Tower Hotel in Viale Lenin 43 a Bologna.

    Altra proposta di Ais Bologna per un'esperienza oltre Oriente, foto da comunicato stampa
    Altra proposta di Ais Bologna per un’esperienza oltre Oriente, foto da comunicato stampa

    Relatore della serata Gaetano Cataldo socio AIS di lungo corso e sommelier professionista con un master in Food & Beverage Management. Reduce del successo di Mosaico per Procida, prima bottiglia a celebrare una capitale della cultura, e recentemente nominato Miglior Sommelier dell’Anno alla 31^ edizione del Merano Wine Festival, sarà lui a guidare i partecipanti in questo viaggio attraverso la storia del fermentato di riso.

    Gaetano Cataldo esperto di Sake Giapponese, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo esperto di Sake Giapponese, foto da comunicato stampa

    Infatti Gaetano Cataldo è anche sake sommelier certificato SSA, co-fondatore della Scuola Italiana Sake creata da Giovanni Baldini , col quale collabora redigendo contenuti su Sake News, e caporedattore enogastronomico per Mediterranea Online. Durante la serata si disquisirà dalla nascita del sake alla sua influenza nella società giapponese, dagli ingredienti del sake al processo produttivo, con cenni sul servizio, gli abbinamenti e tantissime altre curiosità.

    Il servizio del sake, articolo da comunicato stampa: Il Sake giapponese approva a Bologna con AIS 2023, foto da comunicato stampa
    Il servizio del sake, articolo da comunicato stampa: Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023, foto da comunicato stampa

    Verranno messi in degustazione un tokubetsu junmai della prefettura di Yamagata, un junmai ginjo della prefettura di Tottori, un junmai daiginjo della prefettura di Tohoku e infine uno specialie sake della tipologia genshu direttamente dalla prefettura di Hyogo.

    La lungimirante delegazione emiliana ha voluto organizzare tale evento tenendo conto della diffusione del sake nel nostro Paese e della necessità di dotare i futuri sommelier di nuove matrici sensoriali, avviando così questo percorso inedito in Emilia Romagna, anche in considerazione della compatibilità tra la Dieta Mediterranea e questa millenaria bevanda.

    Gaetano Cataldo relatore di sake, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo relatore di sake, foto da comunicato stampa

    Destinata sia ai soci AIS che al grande pubblico, il fermentato più famoso del Sol Levante sarà degustato assieme a 3 formaggi attentamente selezionati, proprio per dimostrare quanto l’abbinamento con il sake è in sintonia con il nostro modello alimentare. Inoltre, l’incremento di tendenza al consumo di sushi e sashimi nel nostro Paese, per non parlare dell’aumento dei ristoranti fusion, richiedono, a maggior ragione, proprio una costante formazione anche sul bere giapponese.

    Gaetano Cataldo pronto a raccontare tutto sul sake giapponese, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo pronto a raccontare tutto sul sake giapponese, foto da comunicato stampa

    Quindi la Sommellerie non può non tenere conto dei nuovi modelli del bere e delle tendenze culinarie influenzate dall’Estremo Oriente: di conseguenze si intuisce facilmente che avere più matrici sensoriali in faretra non può che rendere più competitivi sul mercato del lavoro figure come barman, chef che approcciano ad un dato modello di cucina, e tutti gli operatori della ristorazione che vogliano accrescere le loro competenze.

    Per info ed adesioni basterà scrivere a eventi.bo@aisemilia.it oppure collegarsi qui.

    Da Comunicato stampa

    (altro…)

  • Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini

    Lo zafferano, stress e sbalzi d’umore, regoliamo?

    Di Carol Agostini

    Una spezia

    Lo zafferano è una spezia pregiata con un aroma e gusto inconfondibili, utilizzata per colorare e valorizzare varie pietanze. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che lo zafferano, o Crocus sativus, è un vero nutraceutico, ovvero un alimento-farmaco che ha proprietà benefiche per la salute umana.

    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi

    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi, foto da internet
    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi, foto da internet

     Origini

    La pianta è originaria di Iran e Afghanistan e viene coltivata in tutta Italia principalmente in Abruzzo, Marche, Toscana e Sardegna, dove nel 2009 è stata riconosciuta la certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta), non a caso il nome del promontorio sardo Capo Teulada significa “Capo Zafferano“, dove la coltivazione dello Zafferano risale ai tempi dei Fenici ed è attualmente stimata in una superficie coltivata di circa 35 ettari, dei 45 coltivati in totale in tutta Italia.

    Riproduzione pianta

    Riproduzione della pianta, foto da internet
    Riproduzione della pianta, foto da internet

    La pianta si riproduce solo tramite clonazione dei “bulbi-figli” e la droga, ovvero la parte della pianta con proprietà officinali, sono gli stimmi, ovvero la parte femminile del fiore( insieme a ovario e stilo).

    Il nome Zafferano deriva dall’arabo “Za’feràn“, termine che indica il colore giallo-oro che questa spezia conferisce alle pietanze, e già nella tradizione popolare araba lo Zafferano era utilizzato come rimedio per tanti disturbi.

    Gli stimmi, dal colore rosso-arancio acceso, sono raccolti a mano durante la fioritura e successivamente essiccati per essere utilizzati come spezia o per estrarre i principi attivi. Gli stimmi di zafferano contengono crocina, crocetina e safranale, sostanze con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, anti-stress e anti-depressive.

    Zafferano, coltivazione effimera – lo si può coltivare nello stesso campo solo per 4 o 5 anni consecutivi. La rosa dello zafferano esaurisce la terra in cui viene coltivata. Trascorso questo periodo è necessario attendere almeno un decennio per riprogettare lo zafferano. In questo tempo di attesa, gli agricoltori approfittano del terreno per altre colture.

    La raccolta

    La raccolta dei fiori e degli stimmi, foto da internet
    La raccolta dei fiori e degli stimmi, foto da internet

    I bulbo-tuberi cormi, si interrano alla fine di agosto e l’aiuto della pioggia si provvederà a favorire il loro ciclo vitale con lo sviluppo delle radici e delle sottili foglie molto strette e allungate, quasi fossero dei sottili fili di erba, color verde intenso, riunite in ciuffi da una guaina, al centro della quale spuntano i fiori maestosi, solitamente da 3 a 5 per ciascun bulbo, secondo la sua grossezza.

    Ogni bulbo produce anche i bulbi secondari, o bulbilli, piccoli “bulbi-figli” che servono autenticamente alla riproduzione: la pianta è sterile, in quanto la sua struttura genetica la rende incapace di produrre semi.

    La raccolta dei fiori avviene nei mesi di ottobre e novembre a seconda del luogo di produzione, e da ciascun fiore, colto all’alba esclusivamente a mano, con un processo lento e delicato si asportano i tre stimmi.

    Da consuetudine sarda si ungono le dita con olio extravergine di oliva, dopo di che vengono posti a seccare rapidamente vicino a una fonte di calore moderata per evitare processi di fermentazione o di decomposizione ma deve comunque mantenersi elastico.

    Proprio la necessità di utilizzare moltissima manodopera per la sua raccolta rende questa spezia unica e costosa, ma ricordo che il suo uso culinario è reso accessibile a tutti poiché si impiega una minima quantità per una grande resa, grazie all’alta concentrazione delle sue sostanze aromatiche.

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet
    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet

    È con l’essiccazione e il calore che gli stimmi, inodori e insapori da freschi, generano le sostanze organolettiche caratteristiche, utilizzate in campo gastronomico, come eupeptico per stimolare le funzioni digestive, e come fonte di salute e bellezza per l’alto potere antiossidante come accennato poc’anzi, utile come coadiuvante per contrastare alcune malattie.

    Questa pianta ha la necessità di un terreno argilloso e ricco di nutritivi e di un clima piovoso in primavera e secco in estate.

    Studi clinici, attività biologica

    Gli stimmi, foto da internet
    Gli stimmi, foto da internet

    Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo di estratti di zafferano può aiutare a migliorare l’umore e a ridurre i sintomi di depressione e ansia. Inoltre, l’uso di zafferano può anche aiutare a migliorare la qualità del sonno, aumentare la libido e migliorare la funzione cognitiva.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito lo Zafferano fra le monografie delle piante officinali: “Stigma Croci” (cioè gli Stimmi del Croco, in latino) si raccontano le proprietà biologiche e gli usi medicinali.

    E’ importante scegliere solo quello di qualità per avere la certezza di beneficiare delle sue proprietà.

    L’utilizzo di quello contraffatto o di bassa qualità, infatti, può essere dannoso per la salute e non avere gli stessi effetti benefici.

    Inoltre, l’utilizzo di integratori a base dell’oro rosso può interagire con alcuni farmaci, come gli antidepressivi, e pertanto è sempre importante informare il proprio medico prima di utilizzarli.

    La moderna letteratura scientifica riconosce agli stimmi essiccati la presenza di oltre 150 sostanze aromatiche e volatili, fra le quali spicca l’alta percentuale di carotenoidi dall’alto potere antiossidante, come licopene, zeaxantina, crocetina, picrocrocina, crocina, responsabile quest’ultima del colore giallo-oro conferito alle pietanze, e safranale, che conferisce la tipica fragranza olfattiva.

    La bellezza del Safron, foto da internet
    La bellezza del Safron, foto da internet

    Costituenti chimici
    • Glicosidi: crocina, picrocrocina;
    • Olio essenziale;
    • Coloranti;
    • Carotenoidi;
    • Licopene.

    Da tenere a mente che il safranale e la crocina, oltre alle loro peculiari proprietà organolettiche, favoriscono l’incremento dei neurotrasmettitori cerebrali serotonina e dopamina, responsabili del tono dell’umore, e la cui carenza può essere da stati ansiosi e depressivi che possono causare ansietà, angoscia, inquietudine.
    Una maggiore presenza di serotonina e dopamina può favorire un normale tono dell’umore, contrastare l’eccessiva tensione nervosa e i disturbi causati dallo stress, e mitigare i sintomi tipici della sindrome premestruale come sbalzi di umore e irritabilità delle donne affette.

    Sequenza di infusione, foto di Carol Agostini
    Sequenza di infusione, foto di Carol Agostini

    Le proprietà antiossidanti e anti-radicali liberi esercitano un’azione protettiva nei confronti delle cellule, sono vantaggiose per migliorare la circolazione sanguigna, stimolare la memoria e le capacità di apprendimento.
    Ciò viene associata all’azione afrodisiaca dello zafferano, per una probabile migliore irrorazione delle aree genitali, che ne aumenta la sensibilità, azione supportata anche dallo stimolo sulle ghiandole surrenali che producono ormoni, come cortisolo e adrenalina, che regolano e tonificano l’attività sessuale.

    Il licopene e zeaxantina costituiscono un alimento utile per proteggere la vista, in particolare la zona della retina chiamata macula.

    Infusione dell'oro rosso per creare un infuso benefico, foto di carol Agostini
    Infusione dell’oro rosso per creare un infuso benefico, foto di carol Agostini

    L’infuso di Zafferano può lenire le infiammazioni del cavo orale, infatti era utilizzato per strofinare le gengive dolenti e infiammate dei bambini, durante la prima dentizione, spesso miscelato al miele.
    Questa spezia può essere utilizzata anche in cosmesi per migliorare lo stato della pelle, renderla più luminosa e dorata, e in particolare per le pelli acneiche.

    Carol Agostini nell'esecuzione di un dolce a base di zafferano
    Carol Agostini nell’esecuzione di un dolce a base di zafferano

    Dosaggio

    Un’altra cosa importante da considerare è il giusto dosaggio di zafferano, in quanto l’abuso eccessivo può causare effetti collaterali come nausea, vomito, diarrea e irritazione gastrica.
    L’impiego di zafferano durante la gravidanza e l’allattamento deve essere evitato, in quanto non ci sono abbastanza informazioni sulla sicurezza dell’utilizzo di zafferano in questi periodi.

    Da tenere a mente che questa spezia non deve sostituire una terapia medica per la depressione o l’ansia, ma accostata come integratore per migliorare l’effetto del trattamento. Inoltre, non deve essere usato come unico metodo per trattare disturbi dell’umore o problemi di salute. È sempre importante seguire una dieta equilibrata e uno stile di vita sano per ottenere i migliori benefici per la salute.

    E’ sempre importante acquistare zafferano da fonti affidabili e verificare che sia stato coltivato e lavorato in modo sostenibile e che sia stato certificato come DOP. Ciò garantirà che si stia acquistando zafferano di qualità e che si stia sostenendo i coltivatori locali.

    Riprese per alcune ricette a base di zafferano, in video Carol Agostini
    Riprese per alcune ricette a base di zafferano, in video Carol Agostini

    Ci sono altri modi per beneficiare degli effetti positivi della spezia in questione oltre al consumo alimentare. Ad esempio, ci sono creme e lozioni con estratto di zafferano che possono essere utilizzate per trattare la pelle secca o irritata, o per migliorare l’aspetto dei capelli. Anche l’utilizzo di oli essenziali di zafferano è stato dimostrato avere effetti positivi sull’umore e sullo stress.

    La preparazione di tisane e decotti può essere un modo semplice ed efficace per beneficiare delle sue proprietà, resta importante seguire le istruzioni di preparazione per evitare di utilizzare una quantità eccessiva di zafferano e causare effetti collaterali.
    Avvertenze

    La dose massima giornaliera di zafferano che si può assumere è di 1,5 g., le controindicazioni riguardano solo l’abuso di quantità molto elevate: a dosaggi eccessivi lo Zafferano è nocivo in gravidanza, perché può indurre contrazioni uterine, fino a divenire abortivo (10 grammi). Una dose di 20 grammi può essere potenzialmente mortale.

    Effetti collaterali

    Il Sovra-dosaggio comporta sintomi quali: vertigini, torpore e sanguinamento da riduzione del numero di piastrine ( porpora, enterorragia, ematuria), vomito, coliche intestinali di varia gravità, sanguinamento uterino, ingiallimento della cute e delle mucose e paralisi centrale, aborti.
    In alcuni casi è stato curato il sovra-dosaggio con la somministrazione di carbone attivo o lavanda gastrica.

    Il fiore aperto con i tre stimmi, foto da internet
    Il fiore aperto con i tre stimmi, foto da internet

    In Omeopatia

    E’ giunta la notizia delle sua attività dimagrante, esercitata attraverso la riduzione dell’appetito e mediante l’aumento del senso di sazietà, questo ha comportato l’invasione in commercio di molteplici integratori alimentari. Ad ogni modo, per confermare i risultati preliminari ad oggi ottenuti, dovrebbero essere condotti ulteriori e più approfonditi studi clinici.
    Sempre in omeopatia si usa questa spezia come detto prima per i trattamenti di epistassi, dismenorrea, mestruazioni emorragiche e isteria.

    Cenni storici

    Già da tempi remoti le proprietà di questa spezia erano note: si trovano citazioni nei papiri egiziani, nell’Iliade e nel Cantico dei Cantici.

    Nel Medioevo e nel Rinascimento si riteneva che lo Zafferano fosse una toccasana per qualsiasi malanno; ingrediente per preparare unguenti per la salute e la bellezza della pelle, per tingere di giallo-arancio brillante i tessuti più pregiati, consuetudine diffusa anche in India, Cina, Tibet per tingere le tuniche dei monaci Indù e Buddisti, mentre i Persiani, i Greci e i Romani ne individuavano già allora le proprietà afrodisiache, convinti che risvegliasse il desiderio e l’energia sessuale.

    Anche la Medicina Ayurvedica, antica medicina tradizionale indiana, lo espone fra le piante considerate contemporaneamente alimento e farmaco, ritenendolo in grado di curare depressioni, essere uno stimolatore per vari aspetti e situazioni, essere afrodisiaco come abbiamo accennato prima e regolatore antispasmodico del sistema ormonale femminile ed emmenagoghe.

    Nella medicina cinese, invece, è somministrato nelle patologie di menorragia, amenorrea, bronchiti, mal di gola, febbre e vomito.

    Il risotto al nero di seppia con mousse di zafferano ed erba cipollina, piatto eseguito da Carol Agostini
    Il risotto al nero di seppia con mousse di zafferano ed erba cipollina, piatto eseguito da Carol Agostini

    In cucina

    E’ una pianta usata in ambito culinario, con benefici digestivi. Infatti, assunto a piccole dosi è in grado di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, favorendo, in questo modo, la digestione.
    Per quanto riguarda l’impiego in cucina, può essere usato per insaporire risotti, zuppe, carni, pesce e molti altri piatti. Quello in polvere deve essere conservato in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di luce e di calore, mentre gli stimmi essiccati possono essere conservati in un contenitore ermetico per alcuni mesi.

    Curiosità e miti sullo zafferano

    Per la nascita dello zafferano gli antichi greci avevano creato addirittura due miti, tutte e due legati alla figura di Croco (che è diventato il nome tecnico del fiore dello zafferano) e questo la dice lunga sull’importanza che rivestiva anche in passato.

    Il primo riguarda un amore tra lo stesso Croco e una ninfa avversato dagli dei che trasformarono Croco in questo prezioso fiore.

    La seconda vuole che Mercurio per errore colpì Croco con un fulmine e per ricordare l’amico tinse i pistilli del fiore con il suo sangue. Conosciamo le sue origini antiche, è citato anche nell’Antico Testamento ed è presente in alcuni papiri Egizi.

    Un dolce con mousse di zafferano eseguito da Carol Agostini
    Un dolce con mousse di zafferano eseguito da Carol Agostini

    Pare che il fiore proveniente dall’India e sia stato introdotto in Spagna dai conquistatori arabi. Fu un monaco dell’inquisizione a introdurlo in Italia e qui la sua coltura si è sviluppata soprattutto nelle regioni del centro, grazie a viaggiatori e pellegrini e grazie alla tipologia del terreno e clima.

    Attualmente i principali paesi europei produttori sono la Spagna, la Grecia e l’Italia appunto, dove si ottiene l’oro rosso più pregiato.

    Per produrre 1 kg di spezia sono necessari 100.000 fiori, che occupano circa un ettaro di terreno e più di 400 ore di manodopera.

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet
    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet

    Amato in tutto il mondo come spezia trova un grande sostenitore in Enrico VIII d’Inghilterra. Il re in quel momento considerava l’oro rosso una straordinaria rarità e doveva essere curato e rispettato fino all’estremo. Pertanto, proibì alle donne di usarlo per tingere i capelli e gli uomini a fare lo stesso con le loro vesti. Inoltre, ordinò l’esecuzione di cittadini del suo regno che osarono adulterarlo.

    Curcuma e zafferano differenza? – Sono la stessa cosa? Assolutamente no. La riproduzione dello zafferano deriva dal bulbo, come scritto in precedenza non ha semi. La sua coltivazione inizia con l’impianto di una madre bulbo, che genererà nuovi bulbi.

    Mentre, la curcuma, a volte usata come sostituto dello zafferano o adulterato quando presentata come una polvere, viene riprodotta dai semi. Chi vuole piantare questa spezia pregiata dovrà comprare solo i bulbi dello zafferano.

    Un luogo preciso in suo onore – Saffron Walden, una cittadina di oltre 15 mila abitanti della contea dell’Essex, in Inghilterra, prende appunto il nome dalla spezia (in inglese zafferano si dice saffron) in quanto è il centro del commercio inglese di esso.

    Crema allo zafferano eseguita da Carol Agostini
    Crema allo zafferano eseguita da Carol Agostini

    Quanto fa bene? – Il famoso dottore Avicenna lo raccomanda nei suoi libri di medicina. Nei suoi diversi trattati e scritti, appare come un antidoto contro tante malattie. Tra le altre proprietà, Avicenna ha parlato della capacità di migliorare la circolazione sanguigna e la respirazione.

    Alessandro Magno si lavava i capelli nello zafferano per mantenerne il vivace colore arancione lucido e senza badare a spese perché, all’epoca, era raro come i diamanti e più costoso dell’oro.

    Anche la regina Cleopatra lo usava come crema di bellezza, per dare un colore dorato alla sua pelle, per tingere le guance, le unghie e i capelli, aggiungendolo spesso a bagni, ungenti e oli.

    A Roma era un vero status symbol, nelle domus più ricche i commensali sedevano sui cuscini riempiti di petali di zafferano, mentre la polvere di zafferano cadeva sui convitati che sorseggiavano vino mescolato a stimmi di zafferano.

    Era una spezia talmente tanto esclusiva che nel Medioevo, le adulterazioni dello zafferano erano punite con la morte e chiunque veniva sorpreso a farlo con ingredienti meno pregiati veniva bruciato o sepolto vivo con il suo prodotto illegale.

    Simbolo e auspicio di felicità coniugale,ancora oggi in Oriente si usa regalarlo come augurio di lunga vita poiché evoca calore, energia, benessere.

    Oggi è l’Iran che fornisce il 90% della quantità a livello mondiale, ma in Italia lo troviamo in tutte le regioni, specialmente in Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, Toscana, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Marche, ed è oggi molto conosciuto, apprezzato e utilizzato in mille occasioni anche se, sentendolo nominare, pensiamo immediatamente al Risotto allo zafferano, la cui origine è davvero curiosa.

    Leggende e…

    Secondo la leggenda si narra di un cuoco abruzzese emigrato a Milano dove aveva aperto una piccola osteria ma, costretto a servire solo grandi piatti di riso lesso, in un periodo di carestia, vi aggiunse un po’ di polvere di zafferano ricevuto in pagamento da un pittore spiantato che non aveva soldi per pagare il pasta consumato. I clienti ne furono entusiasti e il cuoco divenne ricco e famoso.

    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Tuttavia, la più accreditata racconta che sempre a Milano, verso la fine del 1300, quando si lavorava alla costruzione del Duomo e un maestro vetraio belga, un certo Valerio di Fiandra, incaricato per la realizzazione di alcune vetrate, aveva portato un giovane di grande bravura, soprannominato Zafferano, che usava aggiungere un pizzico di questa spezia all’impasto preparato dei colori, per renderli più luminosi.

    Il giovane, dopo anni di sopportazione poiché Valerio di Fiandra si divertiva a dirgli che prima o poi avrebbe finito per mettere l’oro rosso anche nel riso, proprio durante i festeggiamenti organizzato per il matrimonio della figlia del maestro vetraio, decide di escogitare uno scherzo e, con la complicità del cuoco, colora il risotto preparato per il pranzo di nozze con la polvere gialla.

    Alla vista dell’eccentrica portata, tutti i commensali assaggiano e consumano di buon gusto: la beffa non era andata a buon fine, ma il giovane Zafferano aveva creato una delle più prelibate ricette gastronomiche italiane.

    Il suo aroma così avvolgente diverta determinante n tante ricette a base di pesce, carni, cereali, verdure, legumi e per la pasticceria e non solo.

    Sua Maestà lo zafferano, un vero toccasana dall’aroma unico ed inebriante, una spezia d’eccellenza, dalle molteplici utilizzazioni della quale ormai non sappiamo più fare a meno.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022

    Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022

    Etna DOC, non si ferma la grande crescita dell’imbottigliato

    Redazione

    Nel 2022 cresce di oltre il 28% il numero degli ettolitri imbottigliati rispetto al 2021. Etna Rosso e Bianco in cima.
    Francesco Cambria:“Un exploit che conferma la grande qualità e credibilità dei nostri vini, premiata dal grande interesse dei consumatori”.

    Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022, logo da comunicato stampa
    Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022, logo da comunicato stampa

    Catania, 17 gennaio 2023 – Se il 2021 ha rappresentato l’anno della auspicata ripresa, con dati in linea con gli anni precedenti l’inizio della pandemia, il 2022 certifica in modo chiaro l’ottimo stato di salute del vino prodotto alle pendici dell’Etna. È quanto emerge dai numeri relativi all’imbottigliato dell’anno solare 2022, analizzati e diffusi dal Consorzio di Tutela Etna DOC.

    Nell’anno appena conclusosi sono stati imbottigliati 43.651,09 ettolitri di vino, pari a poco più di 5,8 milioni di bottiglie, con una crescita del 28,68% rispetto al 2021. Un dato che, se confrontato con il 2019, ultimo anno prima dell’inizio della crisi pandemica e che si era chiuso già in modo molto positivo, sale al 34,6%.

    Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, foto da comunicato stampa
    Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, foto da comunicato stampa

    “Se gli ottimi dati del 2021 potevano essere visti come un normale rimbalzo rispetto all’anno precedente, flagellato dall’inizio della pandemia, grazie soprattutto alla riapertura del mondo Horeca, quelli relativi al 2022 certificano ora in modo inconfutabile la grande e costante crescita della richiesta sia sul mercato nazionale che internazionale” commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC.

    “Al di là dell’andamento generale e delle differenze presenti nelle singole tipologie della nostra denominazione, emerge un aspetto che probabilmente è quello che più di tutti ci riempie di orgoglio e dona grande fiducia per il futuro: la credibilità. I nostri vini sono riusciti a conquistarsi una posizione di grande prestigio all’interno del mercato locale, nazionale e anche nei principali Paesi dell’export grazie a scelte oculate da parte di tutta la base produttiva, che puntano a preservare la qualità e la tipicità del nostro terroir”.

    l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, foto da comunicato stampa
    l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, foto da comunicato stampa

    Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, cresce del 28,36%, pari a 23.365,31 ettolitri. Crescita altrettanto sostenuta anche per la seconda tipologia più imbottigliata, l’Etna Bianco, con il 28,08%, pari a 14.366,09 ettolitri.

    Spiccano, anche se su numeri complessivi più piccoli, le ottime performance di due tipologie sempre più richieste e apprezzate dai consumatori, vale a dire l’Etna Bianco Superiore, le cui uve devono provenire esclusivamente dal Comune di Milo sul versante est del vulcano, che cresce del 67,19% con 746,48 ettolitri imbottigliati, e l’Etna Rosato, salito del 45,53% con 3.880,61 ettolitri imbottigliati. Stabile, ma sempre in crescita l’Etna Spumante, +5,85% con 792,65 ettolitri imbottigliati.

    Gli unici dati con segno meno sono relativi all’Etna Rosso Riserva, -26,30% con 146,87 imbottigliati, e all’Etna Spumante Rosato, -19,73% con 353,08 ettolitri imbottigliati, che derivano più da singole scelte produttive che non da minori richieste da parte del mercato.

    Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio, foto da comunicato stampa
    Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio, foto da comunicato stampa

    “I dati sono evidenti e certificano una crescita che possiamo certamente definire da record – aggiunge Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio – Negli ultimi 10 anni la superficie dei vigneti Etna Doc e la produzione di bottiglie è quasi raddoppiata. Si può affermare che la crescita è legata sia al rafforzamento dei mercati in cui siamo già presenti e sia alla forte spinta data dall’enoturismo, che vede l’Etna tra le destinazioni più ambite dai wine lovers di ogni parte del mondo.I numeri ci danno ci danno grande energia e fiducia e confermano la necessità di gestire la crescita della denominazione con oculatezza e responsabilità”.

    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia, foto da comunicato stampa
    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia, foto da comunicato stampa

    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia.

    Nel 1994 viene istituito il Consorzio di Tutela Etna DOC che per la sua rappresentatività, con il decreto ministeriale del 18 febbraio 2018, ottiene il riconoscimento Erga Omnes. Il Consorzio svolge le funzioni di tutela e valorizzazione del brand Etna Doc, del territorio e delle sue produzioni e vigila sul rispetto delle norme previste dal disciplinare di produzione a garanzia dei consumatori e dei produttori.

    Inoltre promuove la crescita di visibilità e reputazione del marchio e dei vini in Italia e all’estero attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore e l’organizzazione di eventi autoprodotti. Il Consorzio di Tutela Etna DOC con la sua governance partecipa attivamente ai temi di interesse vitivinicolo, favorisce le relazioni tra i produttori e i mercati e lo sviluppo della cultura legata al mondo del vino tra i consumatori.

    Da comunicato stampa


    Sito Consorzio: https://www.consorzioetnadoc.com/
    Sito ufficio stampa: http://www.fruitecom.it
    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023

    ANTEPRIMA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO, 16 febbraio 2023, a San Gimignano

    Redazione

    Giovedì 16 febbraio si terrà a San Gimignano l’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano DOCG, con la presentazione delle nuove annate alla stampa italiana e internazionale, all’interno del programma delle Anteprime di Toscana.
    Protagonisti i vini dell’ultima vendemmia, la 2022, e l’annata 2021 per la tipologia Riserva.

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa
    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa

    La degustazione dei 96 vini in anteprima di 41 aziende, verrà ospitata nelle sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, nel centro storico di San Gimignano, che sarà aperto con orario continuato dalle 9.00 alle 18.30.

    Alle ore 9.00 si terrà nella Sala Dante del Palazzo Comunale una masterclass – riservata alla stampa e su prenotazione – dal titolo “Timeless Vernaccia di San Gimignano”. Si tratterà di una verticale di annate vintage condotta dal primo Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli, che si concentrerà sulla potenzialità e sulla capacità evolutiva della Vernaccia di San Gimignano con il trascorrere del tempo.

    Foto dell'edizione 2022 dell'Anteprima Vernaccia di San Gimignano edizione precedente, foto da comunicato stampa
    Foto dell’edizione 2022 dell’Anteprima Vernaccia di San Gimignano edizione precedente, foto da comunicato stampa

    In assaggio 12 Vernaccia di San Gimignano DOCG da lui stesso selezionate di annate comprese fra il 1997 e il 2018, per raccontare un vino bianco italiano d’eccellenza.

    La giornata dell’Anteprima si concluderà con la cena stampa dislocata nei ristoranti della città, presenti i produttori, e con un menu specifico pensato in abbinamento alla Vernaccia di San Gimignano.

    Quest’anno ritorna anche la formula tradizionale dell’apertura agli operatori di settore e ai wine lover, che potranno accedere gratuitamente durante tutta la giornata e incontrare i produttori ai banchi di assaggio.

    Il territorio toscano in degustazione all'anteprima, foto da comunicato stampa
    Il territorio toscano in degustazione all’anteprima, foto da comunicato stampa

    Anteprima della Vernaccia di San Gimignano 2023:

    Abbazia Monteoliveto, Alessandro Tofanari, Cappellasantandrea, Casa alle Vacche, Casa Lucii, Casale Falchini, Cesani, Collemucioli, Collina dei Venti, Fattoria di Fugnano, Fattoria La Torre, Fattoria Poggio Alloro, Fattoria San Donato, Fattorie Melini, Fornacelle, Geografico, Guicciardini Strozzi, Guidi, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Lastra, La Roccaia , Macinatico, Montenidoli, Mormoraia, Palagetto, Panizzi, Pietraserena, Podere Le Volute, Poderi Arcangelo, Poderi del Paradiso, San Benedetto, San Quirico, Signano, Tenuta La Vigna, Tenuta Le Calcinaie, Terre di Sovernaja, Teruzzi, Tollena, Vagnoni.

    Nei weekend del 18-19-20 e 25-26-27 febbraio si svolgerà inoltre l’ormai consueto appuntamento alla Rocca di Montestaffoli, Degusta le nuove annate, dove – su prenotazione – sarà possibile per operatori e pubblico assaggiare le nuove annate di Vernaccia di San Gimignano. Ciascuna giornata prevede tre sessioni di tasting della durata di un’ora e mezzo ciascuna, alle 11.30, alle 15.00 e alle 17.30.

    Da comunicato stampa


    Sito consorzio: https://www.vernaccia.it/

    Sito ufficio stampa: http://www.affinamenti.it

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Valtellina, Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023

    Valtellina, Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023

    Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023 nella splendida Valtellina

    Di Carol Agostini

    Intro

    Un ringraziamento speciale a Michele Pompucci per la sua determinazione, impresa e bontà, grazie per il regalo goloso che mi hai fatto, con tanta stima!

    Michele Pompucci, foto da internet
    Michele Pompucci, foto da internet

    L’azienda Dolci del Forno di Michele Pompucci, utilizzando ingredienti locali e tradizionali, crea biscotti di alta qualità che riflettono la storia e la cultura della Valtellina. Inoltre, la Valtellina è una destinazione turistica molto popolare sia per gli sport invernali che per quelli estivi, come escursioni e mountain bike, famosa per le sue specialità gastronomiche come i formaggi, i salumi e i vini, tra cui il famoso Inferno, Sassella e Grumello, entrambi ottenuti dal vitigno Nebbiolo.

    Basìn de Sundri

    L’azienda è conosciuta per i suoi biscotti Basìn de Sundri, che sono prodotti con ingredienti locali e tradizionali, una specialità gastronomica della Valtellina, originaria dell’800. Inizialmente erano una versione economica della bisciola, un tipico pane dolce valtellinese con fichi secchi e noci, ma con forma e peso ridotti.

    Gli ingredienti erano poveri, ma solo dopo la prima guerra mondiale vengono prodotti come biscotti secchi da pasticceria. Non riscontrando successo commerciale i basìn de Sundri sono stati accantonati per decenni.

    Basin de Sundri di Michele Pompucci, biscotti valtellinesi, foto da sito
    Basin de Sundri di Michele Pompucci, biscotti valtellinesi, foto da sito

    E’ solo negli ultimi anni che la ricetta originale è stata recuperata da Michele Pompucci, un fornaio di Sondrio, che ha arricchito gli ingredienti ai gusti odierni e registrato il prodotto e il marchio. La passione per le preparazioni artigianali e tipiche ha spinto appunto Michele a dedicarsi alla creazione dei famosi Basìn de Sundri, dedicando tempo e selezionando le materie prime per ottenere un prodotto dal sapore unico, tanto da registrarne nome e ingredienti per salvaguardare il più possibile un dolce tradizionale che ormai era andato perduto.

    Michele che ho conosciuto personalmente, usa solo ingredienti di alta qualità, come farina di grano tenero, burro di qualità superiore e noci locali, per creare i Basìn de Sundri, fatti a mano, con metodi tradizionali, per garantire che il gusto e la qualità siano sempre eccezionali.

    Biscutin al lac de cavra di Michele Pompucci, Valtellina, foto da sito
    Biscutin al lac de cavra di Michele Pompucci, Valtellina, foto da sito

    Storia e tradizione

    Il suo forno si dedica alla promozione della cultura e della tradizione valtellinese attraverso i suoi prodotti, per permettere ai consumatori di assaporare un pezzo della storia e della cultura della regione.

    Il laboratorio artigianale di pasticceria della Famiglia Pompucci è un’azienda con una lunga tradizione di oltre 3 generazioni, legata alla cultura della Valtellina. La famiglia ha sempre cercato di tramandare e recuperare le ricette tradizionali delle valli, le materie prime locali più impiegate sono: la segale, le noci, i fichi, il miele, la grappa di montagna e il burro d’alpeggio.

    Biscotti di solo saraceno della Valtellina, foto da sito
    Biscotti di solo saraceno della Valtellina, foto da sito

    Michele Pompucci, utilizzando moderni macchinari, non rinuncia ad affiancare ad essi utensili più artigianali, per garantire che ogni singolo prodotto di pasticceria sia realizzato con passione e amore. Ciò rende i Basìn de Sundri unici, poiché la manualità nei dosaggi e nella lavorazione fa sì che non ve ne sia uno identico ad un altro, come avverrebbe se venissero utilizzati sistemi di produzione industrializzati.

    Prodotti

    La Bisciola valtellinese di Michele Pompucci, foto da sito
    La Bisciola valtellinese di Michele Pompucci, foto da sito

    Altro prodotto tipico prodotto nel forno di Michele è la bisciola valtellinese sempre un dolce della regione, che si può trovare soprattutto durante il periodo natalizio, ma non solo.

    La leggenda narra che sia stata creata durante il passaggio di Napoleone in Valtellina, ma in realtà non ci sono prove storiche che lo confermano e si ritiene che sia stata creata in tempi più antichi dalle popolazioni povere del territorio, per creare una pietanza dolce per le feste usando pochi ingredienti che si conservavano durante il periodo invernale.

    La bisciola odierna è diventata un dolce da pasticceria a tutti gli effetti e, in particolare, la bisciola del Forno di Michele Pompucci è arricchita con eccellenti materie prime del territorio, come uova, burro e grappa, per garantire un sapore unico e autentico.

    Bitto

    Carol Agostini in visita al Centro del Bitto Storico Ribelle
    Carol Agostini in visita al Centro del Bitto Storico Ribelle

    Il Bitto è un formaggio tipico della Valtellina, a pasta dura, a stagionatura lunga, che viene prodotto con latte crudo di vacche della razza Valtellina, che pascolano nei pascoli alpini della zona. Il Bitto è conosciuto per la sua lunga stagionatura, che può durare fino a 10 anni, e per il suo gusto intenso e complesso. Il Bitto è stato riconosciuto come prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) dall’Unione Europea.

    Centro del Bitto di Gerola Alta, con una Casèra di stagionatura vero e proprio fiore all’occhiello del territorio
    Centro del Bitto di Gerola Alta, con una Casèra di stagionatura vero e proprio fiore all’occhiello del territorio

    Bresaola

    La bresaola valtellinese è un prodotto tipico della regione della Valtellina, in Lombardia, Italia. E’ un insaccato crudo di carne di manzo, che viene stagionato per alcune settimane o mesi, in modo da conferirgli un sapore unico e intenso. La bresaola valtellinese è un prodotto di qualità elevata, ottenuta solo con carne di manzo di qualità superiore e stagionato con sale e spezie naturali.

    La produzione di Bresaola valtellinese è riservata esclusivamente ai produttori delle valli di Sondrio, Bormio, Morbegno, Sondalo, Tirano e Valchiavenna. La preparazione prevede l’utilizzo solo di carni magre di manzo, l’utilizzo di spezie naturali e l’affumicatura per conferire al prodotto un aroma particolare.
    La Bresaola Valtellinese è un prodotto DOP, il suo gusto intenso e delicato, il suo aroma caratteristico e la sua consistenza morbida e leggermente

    Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi
    Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi

    I piatti tipici della Valtellina includono:

    • Pizzoccheri, una pasta fatta di farina di grano saraceno e farina bianca, condita con burro fuso, formaggio bitto e verze
    • Bresaola, un insaccato di carne di manzo essiccato e stagionato
    • Sciatt, frittelle di formaggio bitto o di fontina

    • Pizzoccheri (o gnocchetti) di Chiavenna, in alcune zone della Valtellina, con la parola “pizzoccheri” si intendono gli gnocchetti di Chiavenna, preparati con farina di frumento e pane secco ammollato nel latte. Sono accompagnati da patate e cosparsi di formaggio.
    • Taroz da purè di patate, fagioli e fagiolini conditi con burro e formaggio locale
    • Polenta taragna, una polenta preparata con un misto di farina di mais e di grano saraceno
    • Formaggi locali come il bitto, il casera e lo strachitunt.

    La felicità di avere la Valtellina in un piatto tipico
    La felicità di avere la Valtellina in un piatto tipico

    La Valtellina e i muretti a secco

    I muretti a secco sono una tecnica antica di coltivazione del terreno, tipica della Valtellina, in Lombardia, Italia. Consistono nell’utilizzo di pietre e terra per creare piccoli muretti a secco, senza l’utilizzo di malta o cemento, che servono a delimitare i campi e a contenere i terreni in pendenza.
    Questi muretti sono stati utilizzati per secoli nella Valtellina per creare piccoli appezzamenti di terreno in pendenza, che sarebbero altrimenti stati difficili da coltivare. La tecnica è stata tramandata di generazione in generazione, e ancora oggi molti contadini locali continuano a utilizzarla.

    Sono stati inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2011, come parte dei Paesaggi vitivinicoli delle Alpi. Questo riconoscimento è stato attribuito perché i muretti a secco rappresentano una parte importante della cultura e della storia della Valtellina, e perché sono stati utilizzati per creare un paesaggio unico e distintivo nella regione.

    Il libro scritto da alcuni colleghi sommelier e giornalisti a cui ho partecipato come degustatore durante gli assaggi dei vini della Valtellina, in foto Carol Agostini
    Il libro scritto da alcuni colleghi sommelier e giornalisti a cui ho partecipato come degustatore durante gli assaggi dei vini della Valtellina, in foto Carol Agostini

    Territorio

    Livigno è un paese di montagna situato nella Valtellina. È conosciuto per essere una località turistica molto popolare sia per gli sport invernali che per lo shopping, poiché è esente dalle tasse. Livigno è anche famosa per il suo ambiente naturale incontaminato e le sue attività all’aria aperta come escursioni, pesca e ciclismo.

    Livigno, foto da internet
    Livigno, foto da internet

    Bormio è una cittadina situata nella Valtellina, nota per le sue terme termali e per essere una località turistica molto popolare sia per gli sport invernali che estivi. Le terme di Bormio sono famose per le loro proprietà curative e per la loro posizione unica, con viste sulla catena montuosa delle Alpi.

    Trepalle è un comune italiano in Valtellina, in Lombardia, situato nella provincia di Sondrio. È noto per essere una località turistica molto popolare per gli sport invernali, come lo sci e lo snowboard.

    Si trova a un’altitudine a 2069-2 172 m  sopra il livello del mare, e offre una vista spettacolare sulle montagne circostanti.Località montana molto amata per la bellezza del paesaggio, per le attività all’aria aperta come lo sci e per la sua cultura enogastronomica come a Livigno. Offre una vasta gamma di attrazioni turistiche, come escursioni, pesca, ciclismo, sci e snowboard e alcuni negozi dove poter acquistare i prodotti tipici locali appunto come il Bitto e la Bresaola valtellinese.Oltre a ciò, Trepalle è anche un luogo ideale per vacanze in famiglia o per scappare dalla città e godersi la tranquillità della montagna.

    La Valtellina, foto da internet
    La Valtellina, foto da internet
    Per finire…

    Per cinque anni ho vissuto la Valtellina personalmente, ho ancora alcuni amici che mi accolgono di tanto in tanto, è una valle di cui ci si innamora per la bellezza panoramica e prodotti, consiglio a tutti di visitarla.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    er, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Sito forno: https://basindesundri.com

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

    sito libro Valtellina: https://www.amazon.it/I-luoghi-del-vino-Valtellina/dp/8886916337/ref=asc_df_8886916337/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=459571049443&hvpos=&hvnetw=g&hvrand=15091875109399012069&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=20619&hvtargid=pla-945592491515&psc=1

  • La Golosa e la passione di Maurizio Curi 2023, Carol Agostini

    La Golosa e la passione di Maurizio Curi 2023, Carol Agostini

    La Golosa, tradizione, ricerca, regionalità e passione, Maurizio Curi

    Di Carol Agostini

    La Golosa è un’azienda agricola situata nelle Marche, in Italia, che si dedica alla produzione di frutta di alta qualità per succhi di frutta, composte e marmellate. La loro specialità è la mela rosa, una varietà unica della regione che offre un sapore delicato e un aroma intenso.

    La Golosa, Maurizio Curi con la madre, articolo di Carol Agostini
    La Golosa, Maurizio Curi con la madre, articolo di Carol Agostini

    (altro…)

  • Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality

    Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality

    Tenuta Zai is a family-run winery located in Alonte, Italy.

    Di Carol Agostini

    The winery is situated on a hill called “Colle del Corin” and is surrounded by the natural beauty of the Colli Berici. The grapes used to produce Tenuta Zai’s wines are hand-picked and processed in a winery located close to the vineyards.

    Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality
    Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality

    The focus of the winery is on producing high-quality wines that reflect the unique characteristics of the terroir and the authenticity of a small producer. The winery has about 4 hectares of vineyards and an additional hectare of forest, which promotes biodiversity and enhances the environment.

    They offer a variety of enotourism activities including vineyard walks, picnics among the olive trees, guided tastings, winery tours, and wellness activities such as yoga and forest bathing. The winery is relatively new, having started its first harvest in 2017, but has already received positive recognition for its wines. The soil is clay and limestone and is well suited for growing red grapes, particularly merlot which makes up the majority of their production.

    Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality
    Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality

    In addition to the enotourism activities, Tenuta Zai also hosts events and gatherings such as wine tastings and dinners. They also offer the opportunity to participate in the winemaking process, from grape picking to bottling, for those who want to experience the behind-the-scenes of winemaking.

    The winery is committed to sustainable practices and is constantly seeking ways to reduce its environmental impact. This includes using organic methods in the vineyard, recycling materials, and minimizing the use of chemical fertilizers and pesticides.

    Tenuta Zai’s wines are available for purchase at the winery, through their website, and at select wine shops and restaurants. They also offer wine club memberships for those who want to receive regular shipments of their wines. Overall, Tenuta Zai offers an authentic and immersive wine-tasting experience, providing visitors with a chance to learn about the winemaking process, the terroir and the culture of the region, and to taste the wines that reflect the passion, genuineness, creativity and sharing of the family.

    winery hospitality for guests
    winery hospitality for guests

    In addition to their commitment to sustainable practices, Tenuta Zai also places a strong emphasis on traditional winemaking techniques. This includes using natural fermentation methods, aging the wines in oak barrels, and allowing the wines to rest for a period of time before bottling to enhance their flavor and complexity.

    The winery also has a strong focus on research and experimentation, constantly experimenting with new grape varietals and winemaking techniques to improve the quality and uniqueness of their wines. They also actively participate in wine competitions and tastings to gain feedback and recognition for their wines.

    Tenuta Zai’s wines are well-regarded by both critics and wine enthusiasts alike for their high quality, unique character and the expression of the terroir. Visitors can expect to taste wines that are well-balanced, full-bodied, and have a good structure. They are a perfect expression of the land and the winery’s passion for winemaking.

    The winery seen from above with its vineyards
    The winery seen from above with its vineyards

    In conclusion, Tenuta Zai is a winery that offers a unique and authentic experience, combining a deep respect for tradition, a passion for innovation and a commitment to sustainability. The wines are a reflection of the family’s dedication to their craft, and a perfect embodiment of the terroir. Tenuta Zai is a must-visit destination for wine lovers looking to discover the beauty and tradition of the Venetian winemaking.

    Bordocolle is a red wine IGT Veneto made from a blend of Merlot and Cabernet grapes. The 2017 vintage of Bordocolle was awarded at the International Wine Challenge in the United Kingdom, and the 2018 vintage received an award for quality-price and received 2 glasses from the Gambero Rosso guide 2022.

    Corin is a Merlot DOC Colli Berici. The 2017 vintage was awarded at the International Wine Challenge in the United Kingdom and the 2018 vintage received 2 glasses from the Gambero Rosso guide 2022.

    Altura is a Merlot DOC Colli Berici. The 2017 vintage was awarded a silver medal at the Mondo Merlot competition and a bronze medal at the International Wine Challenge in the United Kingdom. Altura is a very limited production, made from a selection of the best grapes in the vineyard, only in the best vintages.

    Syrah IGT Veneto is a red wine made from the Syrah grape, a varietal that is not commonly grown in the Veneto region. It represents the winery’s commitment to experimentation and research, and it’s a good expression of the terroir.

    Cellar ownership
    Cellar ownership

    All wines from Tenuta Zai are highly-regarded by critics and wine enthusiasts for their high quality, unique character, and the expression of the terroir. Visitors can expect to taste well-balanced, full-bodied wines with good structure, that are a perfect expression of the land and the winery’s passion for winemaking.
    Tenuta Zai may also produce other wines or limited edition wines depending on the vintage and their experimentation. They may also produce wines from other varietals that are grown in the vineyard.

    Tenuta Zai also offers wine tastings and tours, which allow visitors to learn about the winemaking process and taste the wines in a relaxed and welcoming atmosphere. Visitors can expect to learn about the history and culture of the region, the terroir, and the unique characteristics of the wines.

    The wines of Tenuta Zai are perfect for pairing with traditional Venetian dishes such as pasta with ragù, risotto, grilled meats and fish, and cheeses. The wines are also versatile and can be enjoyed on their own or with a variety of other dishes.

    In conclusion, Tenuta Zai is a winery that offers a wide variety of high-quality wines that are a true expression of the terroir. The winery’s commitment to tradition, innovation, and sustainability can be found in each sip of their wines. Whether you’re a wine enthusiast or a casual drinker, Tenuta Zai’s wines are sure to delight and impress.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Sito cantina: https://www.tenutazai.com/

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  • Caffè e l’arte 2°parte, la polvere nera  Carol Agostini

    Caffè e l’arte 2°parte, la polvere nera Carol Agostini

    Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.

    Di Carol Agostini

    Il caffè è stato spesso rappresentato nell’arte, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo, a testimonianza della sua importanza nella cultura e nella società.

    Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C. Carol Agostini, foto da internet
    Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C. Carol Agostini, foto da internet

    Nel periodo Barocco, questa bevanda era spesso rappresentata in dipinti di genere, raffigurando scene di vita quotidiana, come il caffè al caffè, dove le persone si incontravano per discutere e socializzare.
    Nel Settecento, divenne un soggetto popolare nei dipinti di paesaggio, raffigurando le piantagioni di produzione e le scene di raccolta dei chicchi.
    Nel XIX secolo, è stato rappresentato in dipinti di genere d’epoca, rappresentando le scene di vita quotidiana e le abitudini degli abitanti delle città.

    Alcuni artisti contemporanei hanno utilizzato il caffè come elemento artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere nera come materiale.
    E’ stato anche utilizzato come fonte di ispirazione per la creazione di alcune opere letterarie, poesie, musica e film perché rappresenta un’esperienza universale di socializzazione e convivialità.

    La polvere nera, foto da internet
    La polvere nera, foto da internet, articolo: Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.

    Curiosità e notizie interessanti sulla polvere nera

    E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia:

    • Introdotto in Europa dai commercianti veneziani nel XV secolo e si diffuse rapidamente in tutta Europa diventando una delle bevande più popolari.
    • Bandito in diversi paesi in diverse epoche storiche. Ad esempio, in Arabia nel 1511, in Venezia nel 1615 e in Cina nel 1740.
    • La pianta del caffè è originaria dell’Etiopia, ma oggi è coltivata in tutto il mondo, con Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia che rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.

    • Utilizzato come moneta nell’antichità, in alcune culture.
    • Utilizzato come mezzo di scambio commerciale, perché era considerato un bene prezioso e di grande importanza economica.

    E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia, foto da internet
    E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia, foto da internet

    • Utilizzato come medicina nell’antichità, per trattare malattie come la depressione, la gotta e le emicranie.
    • Utilizzato come stimolante per gli studenti e per i lavoratori, poiché aumenta la concentrazione e la resistenza.
    • Utilizzato come elemento di raffigurazione in molte arti, come la pittura, la scultura, la letteratura e la musica.

    • Utilizzato come mezzo per incontrarsi e socializzare in molte culture, come il famoso “caffè al caffè” in Europa.
    • E’ uno dei prodotti più esportati al mondo.

    Il caffè ha una lunga e complessa storia, che ha visto l’uso di esso in molte culture, in molte forme e per molte ragioni. Queste curiosità e notizie interessanti mostrano come sia stato un elemento importante della cultura umana e come continua ad esserlo ancora oggi, infatti, il caffè e l’arte sono il binomio e la connessione di vissuti e di vizi, di preferenze e desideri.

    Gli artisti italiani e il caffè

    In Italia ci sono molti artisti e scrittori che hanno utilizzato il caffè come fonte di ispirazione o come elemento artistico nelle loro opere.
    Uno dei più famosi scrittori italiani legati alla polvere nera è senza dubbio Italo Calvino, che nella sua opera “Le città invisibili” descrive una città immaginaria chiamata “Eutropia” dove il caffè è un elemento fondamentale della vita quotidiana e sociale dei personaggi.

    Le città invisibili di Italo calvino, foto da internet
    Le città invisibili di Italo calvino, foto da internet

    Questo ingrediente è stato spesso raffigurato nella pittura italiana, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo. Un esempio è il pittore vissuto a Venezia Giovanni Antonio Fasolo del ‘500, conosciuto per i suoi dipinti di scene di caffè. Come lui molti artisti contemporanei italiani hanno lo utilizzano come materiale artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere come materiale, dove il caffè e larte sono i protagonisti assoluti e indiscussi.

    In generale, il caffè è stato un elemento importante della cultura italiana e un’espressione della vita quotidiana e sociale, spesso rappresentato nell’arte e nella letteratura come simbolo di convivialità e di un’esperienza universale.

    L'atmosfera che può creare il momento di una tazza di caffè, foto da internet
    L’atmosfera che può creare il momento di una tazza di caffè, foto da internet

    In successione:

    Primo Levi, scrittore e chimico italiano, nel suo libro “Se questo è un uomo” descrive il caffè come una delle poche cose che gli dava conforto e speranza durante la sua prigionia nei campi di concentramento.
    Giuseppe Pontiggia, scrittore e giornalista italiano, nel suo libro “Il caffè del mattino” racconta la sua esperienza personale con il caffè, descrivendo come il caffè gli ha dato la forza e la motivazione per affrontare la vita quotidiana.

    Alessandro Baricco, scrittore e regista italiano, nel suo libro “Caffè” racconta la storia di un caffè dal 1817 al 1997, raccontando la storia e le tradizioni del caffè in Italia.
    • Luciano De Crescenzo, scrittore e filosofo italiano, nel suo libro “Storia del caffè” racconta la storia e la tradizione del caffè, dalle sue origini in Etiopia fino alla sua diffusione in Europa e in America.

    Dario Fo, foto da Wikipedia
    Dario Fo, foto da Wikipedia

    Dario Fo, scrittore, attore e premio Nobel per la letteratura italiano, nel suo libro “Mistero buffo” fa uso del caffè come metafora della vita.
    • Antonio Tabucchi, scrittore e docente italiano, nel suo libro “Sostiene Pereira” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita del protagonista, Pereira, rappresentando la sua solitudine e la sua nostalgia per la vita passata.

    Natalia Ginzburg, scrittrice italiana, nel suo libro “Lessico Famigliare” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita quotidiana della famiglia, rappresentando la convivialità e l’intimità.
    Umberto Eco, scrittore e semiotico italiano, nel suo libro “Il nome della rosa” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita monastica, rappresentando la cultura e la conoscenza.

    Questi sono solo alcuni esempi di scrittori italiani che hanno scritto di caffè in modo diverso, ci sono molti altri autori che hanno utilizzato il caffè come elemento nella loro scrittura, rappresentando diversi aspetti culturali, sociali e personali.

    Le fasi dell' essicazione e tostatura dei chicchi di caffè, foto da internet
    Le fasi dell’ essicazione e tostatura dei chicchi di caffè, foto da internet, articolo: Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.

    Cinema e la polvere nera

    Il cinema e il caffè sono due esperienze spesso associate tra loro; è spesso servito nelle sale cinematografiche come una bevanda per accompagnare la visione del film. I coffee Bistrot e i bar che proiettano film dal vivo, sono un’altra forma di intrattenimento popolare.

    Spesso compagnato alla cultura del cinema, con molte scene di film che si svolgono in caffetterie o bar.
    Fonte di ispirazione per molti registi e sceneggiatori; spesso le caffetterie sono state usate come ambientazione per molte scene di film, poiché rappresentano luoghi di incontro e di socializzazione.

    La polvere nera è collegata alla creatività e alla produttività, ed è stata impiegata come metafora per rappresentare il processo creativo della sceneggiatura e della regia, sotto ogni forma di arte.
    Ci sono molti film che includono scene in cui i personaggi bevono caffè, alcuni esempi includono:

    • “La Dolce Vita” di Federico Fellini, in cui il personaggio principale, interpretato da Marcello Mastroianni, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e osserva la vita intorno a lui.
    • “The Godfather” di Francis Ford Coppola (Il padrino), in cui il personaggio di Marlon Brando, Vito Corleone, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre discute affari e pianifica la sua ascesa nella criminalità organizzata.

    • “The Third Man” di Carol Reed (Il terzo uomo), in cui il personaggio di Orson Welles, Harry Lime, è spesso visto seduto in una caffetteria di Vienna mentre discute affari e intrattiene i suoi amici.
    • “Midnight in Paris” di Woody Allen, in cui il personaggio principale, interpretato da Owen Wilson, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre scrive e incontra alcuni dei più grandi scrittori e artisti del passato.

    Lavorazione dei chicchi per creare la polvere nera, foto da internet
    Lavorazione dei chicchi per creare la polvere nera, foto da internet

    Mi vengono in mente altre scene, inquadrature, contesti che riportano a questa bevanda, come traino, strumento e mezzo di condivisione, di vizio, di sfogo oppure semplicemente di gola:

    • “The Big Lebowski” di Joel e Ethan Coen ( Il grande lebowski), in cui il personaggio di Jeff Bridges, “The Dude”, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e cerca di risolvere un caso di scambio di persona.
    • “The Graduate” di Mike Nichols  (Il laureato), in cui il personaggio principale, interpretato da Dustin Hoffman, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre medita sulla sua vita e sulla sua relazione con una donna più anziana.

    • “Groundhog Day” di Harold Ramis (Ricomincio da capo),in cui il personaggio principale, interpretato da Bill Murray, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre ripete lo stesso giorno all’infinito.
    • “The Social Network” di David Fincher, in cui il personaggio di Jesse Eisenberg, Mark Zuckerberg, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre sviluppa e lancia il sito di Facebook.

    • “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson, in cui il personaggio di Ralph Fiennes, Gustave H, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre intrattiene i suoi amici e ospiti dell’hotel.
    • “The Shawshank Redemption” di Frank Darabont (Le ali della libertà), in cui i personaggi principali, interpretati da Tim Robbins e Morgan Freeman, sono spesso visti seduti nella caffetteria della prigione mentre discutono di speranza e riscatto.

    • “Goodfellas” di Martin Scorsese ( Quei bravi ragazzi), in cui i personaggi principali, interpretati da Robert De Niro e Ray Liotta, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre pianificano i loro crimini.
    • “The Breakfast Club” di John Hughes, in cui i personaggi principali, interpretati da Emilio Estevez, Judd Nelson e Molly Ringwald, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre discutono dei loro problemi e delle loro vite.

    Questi sono solo alcuni esempi di film famosi in cui il caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione. Ci sono molti altri film che hanno scene simili, potrei continuare la lista per pagine intere.

    caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell'ambientazione, foto da internet
    Caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione, foto da internet

    Considerazioni finali, caffè e l’arte in ogni sua forma e genere

    E’ stato a lungo utilizzato come stimolante per aumentare la concentrazione e la resistenza, nonché come mezzo per incontrarsi e socializzare.
    In alcune culture, il caffè è stato abbinato all’idea di seduzione e corteggiamento, poiché è stato tradizionalmente consumato in luoghi pubblici come caffè e ristoranti. Tuttavia, questa è un’interpretazione culturale e non ci sono prove scientifiche che dimostrino un legame tra caffè e comportamenti sessuali.

    In generale, il caffè è stato tradizionalmente consumato come una bevanda comune e non ha una connotazione sessuale. E’ importante evitare di associare il caffè ad usi non appropriati e rispettare la cultura e le tradizioni di ogni paese.

    La polvere nera, caffè e l'arte, profumi,aroma e seduzione, foto da internet
    La polvere nera, caffè e l’arte, profumi,aroma e seduzione, foto da internet

    La polvere nera e la seduzione possono essere coinvolti in diversi modi. Il caffè, come bevanda sociale, un pretesto per incontrare qualcuno in un ambiente informale e casuale, impiegato come elemento seduttivo, ad esempio offrendo una tazza di caffè caldo e profumato come gesto di cortesia e generosità verso una persona di interesse.
    Il gusto del caffè può anche essere connotato come metafora per la seduzione, poiché può essere forte e deciso, oppure delicato e sottile, a seconda delle preferenze della persona.

    Come per la seduzione, il gusto del caffè può essere piacevole o meno a seconda delle preferenze personali.
    Inoltre, questa bevanda può essere adoperata come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, come un appuntamento a lume di candela in una caffetteria. In questo senso si può parlare di un gioco di gusti.

    Un gioco di complicità, di condivisione, di profumi, caffè e l'arte come forma di intrigo e sintonia foto da internet
    Un gioco di complicità, di condivisione, di profumi, caffè e l’arte come forma di intrigo e sintonia foto da internet

    In sintesi, il caffè e  la seduzione possono essere collegati in diversi modi, sia come pretesto per incontri casuali, come elemento seduttivo, come metafora per la seduzione e come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, in un gioco di percezioni gustative, aggiungo che fare un buon caffè è una gustosa forma d’arte.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

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  • Il caffè dal 701 d.C. tra leggenda e commercializzazione

    Il caffè dal 701 d.C. tra leggenda e commercializzazione

    Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci?

    Di Carol Agostini

    Origini

    Il caffè è una pianta originaria dell’Etiopia, ma oggi viene coltivata in tutto il mondo, principalmente in America Latina, Asia e Africa. La pianta produce dei chicchi di che vengono raccolti e poi tostati per produrre la polvere che conosciamo, che si trasforma con l’aggiunta di acqua, in una buonissima bevanda.

    Il caffè dall'VIII secolo, leggenda e commercializzazione, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Pianta, dall’VIII secolo, leggenda e commercializzazione, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    La leggenda

    Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci? foto da internet
    Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci? foto da internet

    Come anticipato questo ingrediente è originario dell‘Etiopia, precisamente dalle regioni del Kaffa e del Harar.

    La leggenda vuole che un pastore etiope, chiamato Kaldi, abbia scoperto le proprietà stimolanti del caffè intorno all’VIII secolo, quando notò che i suoi capre diventavano più attive dopo aver mangiato i frutti di un certo arbusto.

    La storia reale  inizia intorno all’IX secolo, quando gli abitanti dell’Etiopia iniziarono a utilizzare i chicchi di caffè tostati e macinati per preparare una bevanda stimolante. Nel corso dei secoli successivi, il caffè si diffuse in Medio Oriente e in Africa, dove divenne una bevanda popolare e un importante bene commerciale.

    Nel XV secolo, il caffè iniziò a diffondersi in Europa, e nel XIX secolo divenne una delle bevande più popolari del mondo. Oggi viene coltivato in tutti i continenti, tranne in Antartide, e il commercio del caffè è uno dei più grandi al mondo.

     

    Chicchi di caffè pre essicamento, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Essicamento, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    La sua diffusione fu graduale, e iniziò in Medio Oriente. Il primo paese a commerciarlo fu l’Arabia, dove i monaci del monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai utilizzarono i chicchi per preparare una bevanda stimolante per resistere alle lunghe preghiere notturne. Successivamente si estese in Egitto, Turchia e Persia.

    Nel XIV secolo,  arrivò in India e in Indonesia, e nel 1583, questo alimento era già conosciuto in Venezia. Nel 1615 in Europa, e nel 1645, il primo caffè fu aperto a Venezia. Nel 1683, giunse anche a Vienna, e nel 1689 a Parigi.

    Nel 1714, un botanico olandese, Pieter van Reymborgk, portò i semi in Olanda, e da lì iniziò la sua diffusione in America.

    Nel 1723, un colono francese, Gabriel Mathieu de Clieu, portò i chicchi in America del Sud, e da lì iniziò la diffusione del caffè in Brasile, che divenne poi il maggiore produttore mondiale.

    In generale, è possibile dire che la storia del caffè è lunga e complessa, e ha radici antiche e profonde nella cultura e nella società di molte regioni del mondo.

    Composizione chimica

    E’ composto principalmente da acqua, caffeina, acido cloro genico e acido trigonellico.

    La caffeina è la sostanza psicoattiva più comune ed è responsabile dell’effetto stimolante che il caffè ha sul sistema nervoso centrale. Lacido cloro genico e l’acido trigonnelico sono due composti antiossidanti presenti in questa bevanda.

    Chicchi di caffè pronti per la commercializzazione, foto da internet
    Chicchi di caffè pronti per la commercializzazione, foto da internet

    Benefici all’assunzione

    Ha molti benefici per la salute, tra cui:

    • miglioramento della funzione cerebrale
    • riduzione del rischio di malattie cardiovascolari
    • protezione contro il diabete di tipo 2
    • riduzione del rischio di malattie neuro degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson

    Svantaggi dell’assunzione in grandi dosi

    Tuttavia, questa bevanda può anche avere alcuni svantaggi per la salute se consumato in eccesso. La caffeina può causare insonnia, ansia e nervosismo, e può anche aumentare il rischio di osteoporosi se consumato in grandi quantità. In generale, si consiglia di non consumare più di tre tazze di caffè al giorno per evitare gli effetti negativi.

    Commercializzazione

    Attualmente, viene commercializzato in tutto il mondo. I principali paesi produttori sono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia. Essi rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.
    I paesi che importano maggiormente sono gli Stati Uniti, Germania, Francia, Italia e Giappone. Essi rappresentano oltre il 20% dell’importazione mondiale.

    Ancora oggi si usano i sacchi di Juta per il trasporto dei chicchi di caffè, foto da internet
    Ancora oggi si usano i sacchi di Juta per il trasporto, foto da internet

    Viene commercializzato sia come chicchi verdi, sia come torrefatto e macinato. Viene venduto in diverse forme, come solubile,  in grani, macinato,  in capsule,  in polvere e in tazze monodose. Inoltre, è anche utilizzato in molte bevande, come cappuccino, latte macchiato, caffè americano e espresso.

    La via del caffè

    La via del caffè è un concetto che si riferisce alle rotte commerciali utilizzate per trasportare i chicchi dalle zone di produzione ai mercati di consumo. E’ stata una delle principali rotte commerciali nella storia, poiché è stato un prodotto di grande importanza economica per molti paesi. E’ stato esportato dalle zone di produzione in Africa, America Latina e Asia verso i mercati di consumo in Europa e poi in America e Asia, attraverso una serie di rotte commerciali come il Mar Mediterraneo, l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano.

    Essicazione dei chicchi di caffè, foto da internet
    Essicazione dei chicchi, foto da internet

    Tuttavia, è importante notare che non esiste una singola via del caffè, ma piuttosto una serie di rotte che cambiano a seconda del periodo storico e delle regioni interessate.
    Il suo commercio ha avuto un grande impatto sulla storia e sull’economia di molte regioni e ha contribuito a creare reti commerciali e culturali tra i paesi produttori e i paesi consumatori. Anche oggi il commercio rimane un’attività economica importante e ancora oggi questa bevanda nera è uno dei prodotti più esportati al mondo.

    La dieta mediterranea e il caffè

    La dieta mediterranea è un modello alimentare tradizionale, tipico dei paesi lungo il Mediterraneo, che si basa su un alto consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva, e un moderato consumo di latticini, carne e vino.

    E’ una bevanda tradizionale nella dieta mediterranea, ma non è considerato un alimento principale, ed è  stato tradizionalmente consumato in piccole quantità, come accompagnamento ai pasti o come bevanda sociale. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che il consumo moderato, fino a 3-4 tazze al giorno, può avere benefici per la salute come miglioramento della funzione cerebrale e riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

    In generale, è importante sottolineare che questa bevanda dovrebbe essere consumata come parte di una dieta equilibrata e non dovrebbe essere utilizzata come sostituta dei principali alimenti della dieta mediterranea, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva.
    Inoltre, è importante evitare di aggiungere zucchero o latte, perché questo può aumentare l’apporto calorico e vanificare i benefici per la salute. Inoltre, è importante evitare di consumare caffè nelle ore notturne per non interferire con il sonno.

    Il caffè, l'alimentazione, lo sport, foto da internet
    Il caffè, l’alimentazione, lo sport, foto da internet

    La caffeina e gli sportivi

    La caffeina, una delle principali sostanze presenti, è nota per aumentare la performance fisica negli sportivi. La caffeina agisce a livello centrale e periferico, migliorando la concentrazione, la resistenza e la forza muscolare.
    Inoltre, la caffeina è un potente termogenico, che aumenta il metabolismo e quindi aiuta a bruciare i grassi e migliorare l’efficienza nell’utilizzo dei carburanti durante l’esercizio.

    Per gli sportivi, è una scelta valida come integratore alimentare perché la caffeina è stata approvata dalla World Anti-Doping Agency (WADA) per uso nello sport. Tuttavia, è importante notare che l’uso di caffeina deve essere monitorato poiché un consumo eccessivo può causare effetti negativi sulla salute e anche aumentare il rischio di squilibri idro-elettrolitici.

    In generale, si consiglia di non consumare più di 3-4 tazze di caffè al giorno e di evitare di assumere caffeina nelle ore notturne per non interferire con il sonno. Inoltre, gli sportivi dovrebbero considerare l’utilizzo di caffè solo come parte di una dieta equilibrata e di un programma di allenamento completo.

    Indagine di consumo italiano di caffè, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Indagine di consumo italiano di caffè, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    Indagine di consumo italiano della polvere nera

    L’Italia è nota per essere un paese con una lunga tradizione di consumo. Secondo le statistiche, gli italiani consumano in media circa 4,3 kg di caffè all’anno per persona. E’ la bevanda più diffusa dopo l’acqua e rappresenta una parte importante della cultura alimentare italiana.
    Il consumo in Italia è stato in costante crescita negli ultimi anni, con un aumento del 3% nel 2020 rispetto al 2019.

    Quello espresso è la forma più diffusa consumata in Italia, seguito da quello macinato e solubile. Inoltre, viene anche utilizzato come ingrediente in molte bevande calde, come cappuccino, latte macchiato,  caffè americano e espresso.
    Inoltre, il caffè italiano è molto apprezzato all’estero, per la sua qualità e per la sua tradizione. L’Italia è uno dei maggiori esportatori al mondo.
    In generale, il consumo in Italia rimane stabile e costante, e rappresenta una parte importante della cultura alimentare e sociale del paese.

    Pandemia Covid e consumo nel mondo

    Durante la pandemia COVID-19, ci sono state significative variazioni nell’uso a livello mondiale. Secondo le statistiche, il consumo  è aumentato in molte parti del mondo a causa del cambiamento nei modelli di consumo e dell’aumento del lavoro da casa e dello studio a distanza.
    In Europa, ad esempio, ci sono stati aumenti significativi nel consumo domestico, con molte persone che hanno iniziato a preparare il proprio  invece di acquistarlo nei bistrot e nei ristoranti.

    Inoltre, il consumo di solubile e in capsule è aumentato poiché le persone cercavano comodità e praticità nella preparazione a casa.
    In America, il consumo è stato generalmente stabile durante la pandemia, con un aumento del consumo da asporto e una diminuzione del consumo nei locali bistrot e nei ristoranti a causa della chiusura delle attività commerciali.
    In Asia, il consumo di caffè è stato generalmente stabile o leggermente inferiore a causa della chiusura delle attività commerciali e del calo dei consumi legati al turismo e all’intrattenimento.

    In generale, è importante notare che le statistiche potrebbero variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che gli effetti della pandemia COVID-19 sull’uso di questo ingrediente possono essere ancora in corso di analisi.

    La polvere nera, foto da internet
    La polvere nera, foto da internet

    ICO ( International Coffee Organization)

    Ci sono diverse fonti che forniscono statistiche sulla commercializzazione mondiale di questa bevanda.
    Secondo l’International Coffee Organization (ICO), nel 2020 il mondo ha prodotto circa 164,2 milioni di sacchi di caffè, di cui la maggior parte è stata prodotta in America Latina e in Africa. La produzione è stata influenzata dalla pandemia COVID-19 e da condizioni climatiche avverse.

    Inoltre, secondo le statistiche dell’ICO, nel 2020 le esportazioni mondiali sono state di circa 132,9 milioni di sacchi, con un valore di circa 20 miliardi di dollari. I principali esportatori dsono stati Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia.

    Inoltre, le statistiche dell’ICO mostrano che i principali importatori nel 2020 sono stati Stati Uniti, Germania, Italia, Paesi Bassi e Francia.
    In generale, è importante notare che le statistiche sulla commercializzazione mondiale possono variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che i dati possono essere soggetti a cambiamenti a causa di fattori come la pandemia COVID-19 e le condizioni climatiche.

    Bevande a base di caffè più usate in Italia, foto da internet
    Bevande a base di caffè più usate in Italia, foto da internet

    Bevande a base di polvere nera più usate in Italia

    Ci sono molte ricette che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:

    • Eespresso: è una delle forme più classiche e tradizionali. Per preparare un espresso, è necessario utilizzare una macchina per espresso, macinare i chicchi freschi e utilizzare acqua calda ad alta pressione per estrarre il caffè.
    • Caffè latte: è una delle bevande più popolari al caffè. Per preparare un caffè latte, è necessario preparare un espresso e aggiungere latte caldo e schiumoso.

    • Macchiato: è una bevanda composta da espresso e una piccola quantità di latte.
    • Cappuccino: è una delle bevande più popolari in Italia, consiste in una tazza di caffè espresso con una quantità uguale di latte caldo e schiumoso.
    • Lungo: è una variante dell’espresso, viene preparato utilizzando la stessa quantità di caffè ma più acqua.

    Ricette gastronomiche a base di caffè, il tiramisù, immagine da internet
    Ricette gastronomiche a base di caffè, il tiramisù, immagine da internet

    Ricette gastronomiche a base di caffè

    Ci sono molte ricette gastronomiche che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:

    • Tiramisù classico: è un dolce tradizionale italiano composto da strati di savoiardi imbevuti di espresso e mascarpone.
    • Panna cotta al caffè: è un dolce cremoso e delicato a base di panna, latte, zucchero e espresso.
    • Cheesecake al caffè: è una variante della classica cheesecake, con una base croccante di biscotti e un ripieno di formaggio cremoso aromatizzato al caffè.

    • Caffè affogato: è un dessert semplice ma delizioso, consiste nel versare del caffè caldo su una pallina di gelato alla vaniglia.
    • Filetto al caffè:  è una ricetta di carne in cui il filetto viene marinato in espresso, spezie e vino rosso prima di essere cotto.
    • Tiramisù al caffè: Il tiramisù con biscotti alla polvere nera.

     

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
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