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  • Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, assaggi e storia

    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, assaggi e storia

    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, tre generazioni per una scelta di continuità territoriale

    Di Rosaria Benedetti

    Una ventina di ettari di vigneto, tra proprietà e affitto, circondano l’Azienda di Fabio Perrone nel cuore dell’astigiano a Valdivilla, frazione di Santo Stefano Belbo. Fondata da Mario negli anni 70, passata a Mauro, l’Azienda è oggi con Fabio alla sua terza generazione.

    Tre generazioni della famiglia Perrone

    Immutati nel tempo gli obiettivi di grande rispetto peri i ritmi naturali della terra e per la meticolosa cura della filiera gestita per intero dalla famiglia.
    Le referenze, tra le più classiche dalla viticoltura piemontese, riflettono vocazionalità e carattere del territorio mentre sulle etichette, nel delicato tratto figurativo che riproduce antiche piante di vigna, diverso per ogni tipologia, si specchia la positiva immagine della famiglia Perrone: tre tralci, tre generazioni in vigna.

    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, tre generazioni per una scelta di continuità territoriale, foto dal sito
    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, tre generazioni per una scelta di continuità territoriale, foto dal sito

    DA LEGGERE ANCHE: https://www.papillae.it/piwi-sara-una-rivoluzione-di-rosaria-benedetti/

     

    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, assaggi e storia. foto dal sito
    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, assaggi e storia. foto dal sito

    Vigneti a Valdivilla

    Azienda Agricola FABIO PERRONE dal 1970, assaggi e storia, Barbera D'Asti DOCG Superiore
    FABIO PERRONE Barbera D’Asti DOCG Superiore 2021

    Barbera d’Asti Docg Superiore – 2021

    Prodotto a 350 mt slm e affinato per ca 12 mesi in botti di rovere, si presenta con una bella complessità olfattiva, giocata sui tocchi floreali e fruttati con gradevoli ricordi di spezie dolci. In bocca entra fresco, la trama tannica ancora dinamica, per farsi poi generoso in centro bocca e riprendere nel finale il timbro fruttato arricchito di delicata vaniglia. Piacevolissimo.

    FABIO PERRONE Dolcetto d’ Alba DOC “Fontana” - 2022
    FABIO PERRONE Dolcetto d’ Alba DOC “Fontana” – 2022

    Dolcetto d’ Alba doc “Fontana” – 2022

    Colore rubino brillante, possiede un olfatto delicato dove primeggiano fiori e piccoli frutti. Il sorso è immediato e recupera in bocca un gradevole tratto speziato. La trama tannica, mai invadente, contribuisce all’equilibrio gustativo tra morbidezza e acidità. Vino quotidiano.

    FABIO PERRONE Langhe DOC Nebbiolo “Ciabot” 2021
    FABIO PERRONE Langhe DOC Nebbiolo “Ciabot” 2021

    Langhe doc Nebbiolo “Ciabot” 2021

    Rubino di bella trasparenza e olfatto ricco di note speziate, fiori rossi e frutti di bosco. Il sorso è varietale, fresco in ingresso, con trama tannica astringente ma già domata dalla buona struttura e dal prolungato contatto con il legno di secondo passaggio, che conferisce un gradito timbro vanigliato al finale.

    FABIO PERRONE Moscato d’Asti DOCG - 2022 Cascina Galletto
    FABIO PERRONE Moscato d’Asti DOCG – 2022 Cascina Galletto

    Moscato d’Asti DOCG – 2022 Cascina Galletto

    Dalla varietà più tradizionale, moscato bianco di Canelli, il vino simbolo dell’Azienda Perrone: Moscato d’Asti DOCG. Prodotto con passaggio in autoclave, il moscato conserva nel calice giallo dorato, l’ampio spettro aromatico varietale: generose note fruttate primarie legano con coerenza l’olfatto al sorso, generando una continuità gustativa fresca e piacevole. L’equilibrio tra acidità e residuo zuccherino garantisce l’armonia della beva.

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Sito cantina: https://www.fabioperrone.com/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio

    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio

    Casera Frontin

    Di Carol Agostini

    Un vecchio scrittore sconosciuto ha detto: “Nulla eguaglia la gioia dell’uomo che beve, se non la gioia del vino di essere bevuto”. Baudelaire, con questa frase si introduco l’azienda Casera Frontin

    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, Maurizio Donadi e Fabiola Collatuzzo
    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, Maurizio Donadi e Fabiola Collatuzzo, foto di Carol Agostini

    A Trichiana, nella pittoresca Valbelluna, Maurizio Donadi (l’anima di Casa Belfi) e Fabiola Collatuzzo danno vita a un progetto intimo e familiare, tutto intorno alla loro accogliente casetta di montagna, immersa nei rigogliosi boschi e circondata da una natura incontaminata a circa 500 metri sul livello del mare. Qui, tra prati punteggiati da erbe selvatiche, fiori spontanei, frutteti di meli e alberi di ciliegio, piantano varietà di uva come il Pinot Grigio e varietà resistenti come il Bronner, il Solaris e il Johannitter.

    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, le anfore di Maurizio Donadi
    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, le anfore di Maurizio Donadi, foto dell’autrice

    Questo angolo di mondo è un tributo alla natura e alla sua straordinaria diversità, un regno dove regnano l’armonia e la pace. È impossibile non rimanere affascinati dalla bellezza della vita e dai suoi sgargianti colori. Qui prende vita un unico vino, in sintonia con l’esperienza di Maurizio: un vino rifermentato in bottiglia. Questo metodo è in grado di catturare, in una bottiglia, tutti gli elementi distintivi di un’intera annata: l’uva, la stagione, i lieviti. Il risultato è un vino fresco, vivace e rigenerante, un autentico dipinto della vitalità stessa.

    “CASERA FRONTIN UNA VIA VERSO IL VERO, VERSO IL BERE “SANO”, VERSO TUTTO CIO’ CHE E’ GENIUNO COME I TITOLARI DELLA CANTINA”

    Maurizio Donadi: Il Cuore Vinicolo di San Polo di Piave e la Rinascita Enologica della Valbelluna

    Nel cuore della rinomata area vinicola della Valbelluna sorge un territorio che ha trovato un nuovo splendore grazie al contributo straordinario dell’enologo Maurizio Donadi. La sua visione e il suo impegno hanno ridefinito le prospettive enologiche di questa zona, facendo emergere vini di pregio e ricchi di storia.

    Maurizio Donadi rappresenta il nucleo pulsante dell’evoluzione vinicola di due zone produttive: San Polo di Piave e Trichiana. La sua collaborazione con Casa Belfi è stata una svolta significativa per la zona, portando un vento di cambiamento nella produzione di vini locali. La sua passione per la valorizzazione dei vitigni autoctoni e il suo rispetto per le tradizioni hanno lasciato un’impronta indelebile sulla scena enologica locale.

    Territori dalle potenzialità uniche per la viticoltura, dalle colline al microclima particolare offrono terreni fertili per la coltivazione di varietà autoctone come il Raboso Piave, glera Prosecco ai vitigni resistenti PIWI. Maurizio Donadi ha compreso appieno il valore di questi vitigni, lavorando per esaltarne le caratteristiche e il legame profondo con il territori.

    L'area di vinificazione di Maurizio Donadi, articolo: Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio
    L’area di vinificazione di Maurizio Donadi, articolo: Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, foto di Carol Agostini

    La rinascita della Valbelluna a livello vinicolo è il frutto di un lavoro meticoloso e appassionato. Donadi ha adottato un approccio artigianale, basato sul rispetto per la natura e la tradizione. Ha promosso l’agricoltura biologica e la biodinamica, abbracciando pratiche agronomiche che valorizzano l’ecosistema circostante, garantendo la produzione di uve di qualità superiore.

    La cantina di San Polo di Piave è diventata un simbolo di eccellenza vinicola, con una produzione che riflette l’impegno costante nel mantenere vivo il patrimonio enologico locale. Le etichette che portano la firma di Maurizio Donadi incarnano l’autenticità del territorio, raccontando storie antiche attraverso ogni sorso.

    Il successo di Donadi e la rinascita enologica di San Polo di Piave non si limitano solo alla produzione di vini di alta qualità. Rappresentano un esempio di come la passione, l’innovazione e il rispetto per la terra possano trasformare un territorio, rendendolo un punto di riferimento nel mondo del vino.

    La Valbelluna, grazie alla determinazione di Maurizio Donadi, ha riacquistato una posizione di rilievo sulla mappa enologica, dimostrando al mondo che la tradizione può convivere armonicamente con l’innovazione, dando vita a vini unici che portano con sé la storia e l’anima di questa terra straordinaria.

    La sinergia ed energia che si respirano entrando nella vita produttiva di questa meravigliosa coppia si percepiscono anche nei loro vini, che hanno intensità olfattiva, persistenza gustativa, carattere e personalità, il tutto in un profondo assaggio. Compagni di vita, nel lavoro e nella vivacità di rendere magica la loro passione ad ogni sorso.

    Maurizio Donadi con il giornalista Flavio Birri, articolo: Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, foto di Carol Agostini
    Maurizio Donadi con il giornalista Flavio Birri, articolo: Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, foto di Carol Agostini

    Casa Belfi: Riscoprire le Tradizioni Vinicole con Passione e Rispetto per il Territorio

    La storia di Casa Belfi è una narrazione di passione, tradizione e rispetto per la natura, incarnata dalla stretta collaborazione tra il produttore Albino Armani e l’enologo Maurizio Donadi. L’azienda ha trovato dimora a San Paolo di Piave, nel cuore di Treviso, un luogo intriso di storia e potenziale vitivinicolo.

    L’obiettivo ambizioso di riscoprire le storiche tradizioni enologiche trevigiane ha trovato casa in questa tenuta, dove le metodologie di produzione antiche vengono rivisitate con cura e rispetto. Casa Belfi si è posta la sfida di preservare la meticolosa artigianalità, rinunciando completamente all’uso di sostanze chimiche e tecnologie invasive.

    Ogni fase del processo produttivo è permeata dalla filosofia dell’azienda, caratterizzata dall’amore e dal rispetto per la natura, il territorio e le tradizioni. I vigneti antichi, recuperati e curati con metodi esclusivamente biologici, diventano il fulcro della produzione, garantendo uve sane e naturali.

    Il lavoro nei campi segue lo stesso rigore: senza concimi, pesticidi o diserbanti chimici, l’azienda si attiene ai ritmi naturali delle stagioni. La cura delle piante è meticolosa, assicurando un raccolto di eccellente qualità.

    In cantina, l’approccio è altrettanto scrupoloso. Casa Belfi cerca di minimizzare gli interventi durante la maturazione del vino, bilanciando l’utilizzo della tecnologia con la tradizione. Evita correzioni e filtrazioni, lasciando che il vino fermenti con lieviti indigeni e maturi senza stabilizzazioni o chiarificazioni.

    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, un vino di Casa Belfi
    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, un vino di Casa Belfi, foto dell’autrice

    L’azienda abbraccia la biodinamica, un metodo agronomico proposto da Rudolf Steiner negli anni ’20. Questo approccio considera l’azienda come un organismo vivente armonico, fondamentale per una produzione fruttuosa e autentica.

    Casa Belfi ritorna alle antiche metodologie di produzione, riportando in auge la fermentazione in bottiglia sui lieviti (“sur lie”) utilizzata dai nonni. La cantina è diventata una stella emergente nell’universo vinicolo veneto, i cui vini esprimono una maturità stilistica ammirevole, combinando intensità, vitalità ed espressione naturale.

    I vini di Casa Belfi sono sinonimo di bevibilità spontanea, di uno stile contemporaneo e di una forte identità territoriale. Oltre alle mode del momento, l’azienda abbraccia le tradizioni, offrendo vini che raccontano una storia autentica e appassionante.

    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, un vino di Casa Belfi
    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, un vino di Casa Belfi, foto di Carol Agostini

    La Biodinamica nel Mondo del Vino: Una Filosofia Che Va Oltre il Gusto

    La biodinamica nel mondo del vino non è semplicemente una tecnica di coltivazione, ma una filosofia che abbraccia la connessione tra la terra, le piante e l’uomo. Nata negli anni ’20 dal pensiero di Rudolf Steiner, questa pratica agronomica si basa sull’idea che la vigna e la cantina siano parte di un unico ecosistema.

    Principi e Tecniche

    La biodinamica poggia su pilastri fondamentali che comprendono l’utilizzo di composti vegetali, il rispetto per i cicli naturali della terra e l’uso di preparati biodinamici. Questi preparati, come il 500 (letame di mucca imbottigliato in corna di vacca e lasciato a maturare sotto terra), vengono applicati secondo precisi ritmi cosmici.

    Le fasi lunari, planetarie e stellari hanno un ruolo centrale: si ritiene che influenzino le attività agricole, determinando il momento ideale per seminare, potare o raccogliere. Il vignaiolo biodinamico cerca di sfruttare queste influenze astrali per ottenere uve di qualità superiore.

    Le pratiche biodinamiche non si limitano solo alla vigna ma coinvolgono l’intero ciclo produttivo, inclusa la cantina. L’intervento umano è minimizzato, permettendo al vino di esprimere al massimo la sua personalità e la tipicità del terroir.

    Line up di Casera Frontin, evento Beux 2023, foto di Carol Agostini
    Line up di Casera Frontin, evento Beux 2023, foto di Carol Agostini

    Collegamenti Storici e Culturali

    La biodinamica attinge a radici antiche, recuperando tradizioni agricole legate a credenze e pratiche spirituali. Rudolf Steiner si ispirò alle antiche pratiche agricole, integrando conoscenze scientifiche con concetti filosofici e spirituali.

    Territori storici, come la Champagne in Francia, la Toscana in Italia e la Valle del Rodano, sono diventati centri di eccellenza per la biodinamica, testimonianza del legame tra tradizione e innovazione.

    Rudolf Steiner, foto da internet
    Rudolf Steiner, foto da internet

    I Grandi Nomi della Biodinamica

    In Italia, numerosi produttori si sono distinti per la loro adozione della biodinamica. Aziende come Azienda Agricola Paolo Bea in Umbria e Querciabella in Toscana hanno abbracciato questa pratica, producendo vini di grande personalità e rispetto per l’ambiente.

    All’estero, produttori come Domaine Leroy in Borgogna, Domaine de la Romanée-Conti in Francia e Nikolaihof in Austria hanno implementato la biodinamica, guadagnando riconoscimenti e ammirazione internazionale per la qualità e l’autenticità dei loro vini.

    La biodinamica, come pratica agricola e filosofia di produzione vinicola, impone requisiti rigorosi sia in vigna che in cantina. Ecco alcuni dei requisiti principali per ottenere la certificazione biodinamica:

    Requisiti in Vigna:

    1. Pratiche Agronomiche Biologiche: La coltivazione biologica costituisce la base, eliminando l’uso di sostanze chimiche sintetiche e pesticidi.
    2. Preparati Biodinamici: L’applicazione di preparati specifici (come il 500, preparato da letame fermentato) seguendo ritmi astronomici e cicli lunari.
    3. Rispetto per i Cicli Naturali: Il rispetto dei cicli naturali della terra, ad esempio la semina e la potatura in armonia con le fasi lunari.
    4. Biodiversità: Favorire la biodiversità nell’ambiente circostante, promuovendo la crescita di piante diverse, erbe spontanee, e conservando e stimolando l’habitat naturale.
    5. Compostaggio: Utilizzo di compostaggio naturale per migliorare la salute del terreno e la fertilità del suolo.

    Requisiti in Cantina:

    1. Intervento Minimale: Limitare al massimo gli interventi durante il processo di vinificazione, lasciando che il vino si sviluppi naturalmente.
    2. Lieviti Indigeni: Preferire l’utilizzo di lieviti naturali presenti nell’ambiente per la fermentazione, invece di lieviti selezionati.
    3. Evitare Correzioni: Evitare correzioni o aggiunte chimiche al vino durante il processo di vinificazione.
    4. Biodinamica in Cantina: Alcuni produttori biodinamici applicano pratiche specifiche in cantina, come l’osservazione delle fasi lunari durante la messa in bottiglia.
    5. Rispetto per l’Anima del Vino: La filosofia biodinamica considera il vino come un essere vivente e cerca di preservarne l’individualità e l’espressione del terroir.

    Ottenere la certificazione biodinamica richiede tempo e dedizione, ma rappresenta un impegno verso una produzione vinicola sostenibile e rispettosa dell’ambiente, promuovendo al contempo la biodiversità e la salute del terreno.

    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, uno dei vini dell'azienda, foto dell'autrice
    Casera Frontin a Beux 2023 per la promozione del territorio, uno dei vini dell’azienda, foto dell’autrice

    DA LEGGERE ANCHE: https://www.papillae.it/beux-bellussera-user-experience-vendemmia-tardiva/

    Associazioni di categoria Biodinamica

    Ci sono diverse associazioni e organismi a livello nazionale e internazionale che rappresentano e certificano i produttori biodinamici. Alcune delle principali sono:

    1. Demeter International:
      • Sito Web: Demeter International
      • Cosa Fanno: Demeter è una delle organizzazioni più riconosciute a livello mondiale per la certificazione biodinamica. Fornisce standard e certificazioni per agricoltura e produzione vinicola biodinamica.
    2. Associazione Biodinamica (Biodynamic Association):
      • Sito Web: Biodynamic Association
      • Cosa Fanno: L’Associazione Biodinamica negli Stati Uniti promuove la biodinamica attraverso risorse, eventi ed educazione. Offre anche programmi di certificazione biodinamica.
    3. Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica (AIAB):
      • Sito Web: AIAB Biodinamica
      • Cosa Fanno: AIAB è un’associazione italiana che supporta l’agricoltura biologica e biodinamica in Italia. Fornisce anche informazioni, risorse e promuove eventi relativi alla biodinamica.
    4. Associazione Demeter Italia:
      • Sito Web: Demeter Italia
      • Cosa Fanno: Demeter Italia è la sezione italiana di Demeter International. Certifica e promuove la produzione biodinamica in Italia.
    5. Associazione Biodinamica in Francia (Association Biodynamie en France):
      • Sito Web: Association Biodynamie en France
      • Cosa Fanno: L’associazione in Francia promuove la biodinamica e fornisce supporto e risorse per i produttori e gli appassionati di agricoltura biodinamica.
    6. Associazione Biodinamica in Germania (Bund für Biologisch-Dynamische Wirtschaftsweise – Demeter e.V.):
      • Sito Web: Demeter Germania
      • Cosa Fanno: L’associazione in Germania, affiliata a Demeter International, promuove l’agricoltura biodinamica e fornisce standard e certificazioni.

    Queste associazioni svolgono un ruolo chiave nel promuovere e supportare i produttori che seguono i principi della biodinamica, fornendo orientamenti, certificazioni e una comunità di scambio di conoscenze.

    Il Futuro della Biodinamica

    La biodinamica nel mondo del vino continua a crescere, attraendo sempre più appassionati e produttori desiderosi di un approccio sostenibile e consapevole alla viticoltura. La sua forza risiede nella capacità di fondere tradizione e innovazione, testimoniando che il gusto di un vino va oltre la sua composizione chimica, riflettendo piuttosto l’armonia tra uomo, terra e natura.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • BEUX 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva

    BEUX 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva

    La Rivoluzione della Forma di Allevamento Bellussera: Un Connubio Tra Tradizione e Innovazione nell’Agricoltura Vitivinicola, BEUX 2023

    Di Carol Agostini

    “Siamo tutti mortali fino al primo bacio e al secondo bicchiere di vino. (Eduardo Hughes Galeano)”

     

    Logo di Beux 2023, da sito
    Logo di Beux 2023, da sito

    Nel panorama della viticoltura, una forma di allevamento ha destato notevole interesse per la sua fusione armoniosa tra la tradizione secolare e le più recenti innovazioni tecnologiche: la Bellussera. Questo metodo, nato da un’originale intuizione e perfezionato nel corso degli anni, si è affermato come una soluzione all’avanguardia nell’arte della coltivazione della vite.

    La Rivoluzione della Forma di Allevamento Bellussera: Un Connubio Tra Tradizione e Innovazione nell'Agricoltura Vitivinicola, Beux 2023, foto da internet
    La Rivoluzione della Forma di Allevamento Bellussera: Un Connubio Tra Tradizione e Innovazione nell’Agricoltura Vitivinicola, Beux 2023, foto da internet

    L’origine di questa forma di allevamento può essere ricondotta alla genialità dei fratelli Girolamo e Antonio, due agricoltori di Tezze di Piave (TV). Partendo dalla necessità di consentire ai tralci fruttiferi della vite di rimanere al di fuori della zona d’ombra prodotta dai tutori, i due fratelli svilupparono un metodo che prevedeva l’alzamento dei vitigni a circa 2,50 metri da terra. Questa prima fase, pur brillante, presentava però inconvenienti di ingombro e fragilità.

    Tuttavia, l’ingegno dei fratelli Bellussi non si fermò qui. Apportarono modifiche sostanziali, introducendo un palo alto 4 metri accanto al tutore vivo, che sorreggeva fili di ferro disposti in modo tale da permettere ai tralci di assumere direzioni oblique. Questa evoluzione non solo conferì maggiore stabilità al sistema ma ridusse significativamente l’uso di pali, rendendo il metodo più efficiente ed economico.

    Il riconoscimento dell’eccezionalità di questa innovazione arrivò con l’investitura di Antonio Bellussi a Cavaliere del Lavoro, un tributo meritato per l’impatto rivoluzionario di questa forma di allevamento.

    Oggi, la Bellussera rappresenta un punto cardine nell’ambito dell’agricoltura vitivinicola, grazie alla sua capacità di adattarsi alle esigenze moderne mantenendo intatto il legame con la tradizione. La sua flessibilità si evidenzia nella varietà di sistemi di coltivazione adottati, dal GDC alla contro spalliera, che garantiscono la produzione di uve di alta qualità.

    Il vigneto di Bellussera dell'azienda Enotria Tellus con l'impianto di nuove piante, Beux 2023, foto dell'autrice
    Il vigneto di Bellussera dell’azienda Enotria Tellus con l’impianto di nuove piante, Beux 2023, foto dell’autrice

    La sostenibilità è un valore fondamentale di questa pratica: i trattamenti antiparassitari seguono criteri di lotta integrata, guidati dalle direttive tecniche del Consorzio di Difesa di Treviso, per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

    L’evoluzione tecnologica ha poi affiancato l’antica manualità della vendemmia con macchinari moderni, mentre in cantina sistemi avanzati di vinificazione mantengono elevati standard qualitativi, gestendo grandi quantità d’uva senza comprometterne la qualità.

    In cantina dei fratelli Bellussi ad esempio, sistemi all’avanguardia di pigiatura e vinificazione mantengono intatta la qualità, anche con grandi quantità d’uva. Tutto ciò è orchestrato da un sofisticato software che ottimizza la produzione, combinando sapientemente l’esperienza millenaria con la tecnologia contemporanea.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, grappolo di Raboso, foto da internet
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, grappolo di Raboso, foto da internet

    Vantaggi Innati per un’Eccellenza Enologica

    La forma di allevamento Bellussera, ha rivoluzionato la viticoltura non solo per la sua praticità ma anche per i benefici tangibili che apporta alla qualità dell’uva, alla resa della produzione vinicola e ai requisiti organolettici e chimici che definiscono un vino di alta qualità.

    Una delle chiavi del successo di questa tipologia risiede nell’elevazione dei vitigni da terra, permettendo ai tralci fruttiferi di beneficiare di maggiore esposizione alla luce solare. Questo si traduce in un processo di fotosintesi più efficace, con un’ottimizzazione della maturazione dell’uva. La distribuzione uniforme della luce solare contribuisce alla produzione di uve più sane e dall’equilibrata concentrazione di zuccheri, acidi e polifenoli.

    La disposizione dei fili di ferro su pali alti 4 metri, che sorreggono i tralci in direzioni oblique, favorisce una corretta aerazione della vegetazione, riducendo l’umidità e mitigando il rischio di malattie fungine. Questo sistema, insieme a un’adeguata gestione dei trattamenti antiparassitari, seguendo i criteri della lotta integrata, contribuisce a preservare la salute delle viti e a ridurre l’uso di pesticidi dannosi per l’ambiente.

    Flavio Birri e Carol Agostini tra gli ospiti di Beux 2023
    Flavio Birri e Carol Agostini tra gli ospiti di Beux 2023

    La Bellussera si rivela anche un alleato prezioso per la resa della produzione vinicola. L’altezza dei vitigni agevola l’operatività durante la vendemmia, permettendo una raccolta più agevole e con minori rischi di contaminazione delle uve. L’uso di macchinari moderni affiancati alla manualità garantisce una raccolta efficiente senza compromettere la qualità dell’uva.

    La gestione ottimizzata del vigneto, supportata da un sistema di conduzione dei tralci più arioso e ben esposto alla luce, si riflette nei requisiti organolettici e chimici del vino. Le uve provenienti da sistemi Bellussera offrono una maggiore concentrazione di aromi e composti fenolici, conferendo al vino una complessità e un carattere distintivo. La combinazione di fattori come l’equilibrio tra zuccheri e acidi, uniti alla presenza di tannini ben sviluppati, contribuisce a vini strutturati e di lunga conservazione.

    Beux 2023, foto di Carol Agostini
    Beux 2023, foto di Carol Agostini

    Questa forma di allevamento non solo rappresenta un metodo di coltivazione innovativo ma incarna una filosofia enologica che mira a esaltare la qualità dell’uva e a preservare l’autenticità del vino. La sua capacità di coniugare tradizione e innovazione continua a essere una fonte di ispirazione per produttori e enologi, assicurando la creazione di vini di pregio e di carattere distintivo.

    L’eccezionale eredità dei fratelli Bellussi continua a vivere attraverso l’operato dei discendenti, che mantengono viva la passione e l’eccellenza nel settore vitivinicolo.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini

    Tre anni fa nasce Beux: un evento alla scoperta della tradizione vitivinicola veneta, ideato dalla Cantina Enotria Tellus, anche quest’anno porta avanti egregiamente il progetto.

    Questo straordinario evento affonda le sue radici nel desiderio di congiungere le forze, mirando a diffondere la cultura delle terre vitivinicole che si estendono lungo le rive del fiume Piave.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, Anisa e Fabio di Enotria Tellus
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, Anisa e Fabio di Enotria Tellus

    La terza edizione di questo evento è stato coadiuvato da cinque realtà del nostro territorio: Enotria Tellus, Bonotto Vini, Tenuta Giol, Casera Frontin e Casa Roma, incarnando così lo spirito di collaborazione e unione.

    Beux, acronimo di Bellussera User Experience, è nato con l’intento appunto, di promuovere questo metodo di coltivazione dell’uva unico e affascinante: il sistema a Bellussi (o Bellussera). Questo innovativo metodo di coltivazione, osservato da una prospettiva sopraelevata, svela l’incredibile schema a rete disegnato con maestria dai filari.

    Oltre a garantire una maggiore esposizione alla luce per le viti, aumentando la produzione, tiene le piante lontane dal suolo, dove il pericolo della peronospora si sviluppava, permettendo allo stesso tempo l’impiego dello spazio sottostante per altre colture.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini

    L’avvento dell’abbandono della mezzadria ha modificato anche l’approccio alla viticoltura, ma il fascino della Bellussera non è affatto scemato. Ha invece continuato a preservare le tradizioni tramandate da generazioni passate.

    Con questo evento, si vuole celebrare e valorizzare questo antico metodo di coltivazione, portandolo alla ribalta anche al di fuori di questa limitata regione. È nato così un evento esclusivo che ha attirato esperti comunicatori del vino, wine blogger, giornalisti e operatori turistici.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, alcuni produttori del progetto
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, alcuni produttori del progetto

    Durante due giornate impeccabilmente organizzate, gli ospiti sono stati accolti nella suggestiva tenuta di Enotria Tellus, con la calorosa presenza dei proprietari Anisa e Fabio. La giornata è stata arricchita dalla partecipazione di Maurizio Donadi e Fabiola di Casera Frontin, insieme a Jacopo di Casa Roma, i quali hanno dato il benvenuto agli ospiti durante un aperitivo imbandito con prelibatezze della gastronomia G&g Catering e Banqueting di Ponzano Veneto.

    Le attività della giornata sono proseguite con assaggi alla cieca e un contest interno sul tema della “vendemmia tardiva”, sia in vigna che in cantina. La giornata si è conclusa con una sontuosa cena di gala presso il Castello Papadopoli Giol, in compagnia delle cinque realtà vitivinicole, guidate da Vittorio dell’Azienda Agricola Giol (Tenuta Giol). Prima della cena, sono stati proposti assaggi dei vini delle diverse cantine e durante il pasto sono stati serviti i vini selezionati dai produttori in perfetto abbinamento ai piatti.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini

    Il secondo giorno è stato dedicato alla visita delle diverse realtà partecipanti all’evento. Le visite sono state ricche di storia, cultura del territorio, assaggi enologici e piacevoli conversazioni sul vino.

    Tesori Enogastronomici Lungo il Fiume Piave: Vitigni Autoctoni e Case Vinicole Uniche

    Il territorio che si estende lungo il corso del fiume Piave, nella regione veneta, è una vera e propria culla di tradizioni enogastronomiche, ricco di vitigni autoctoni e case vinicole che incarnano l’autenticità del territorio.

    I vitigni locali, conosciuti per la loro resilienza e caratteristiche uniche, si sono radicati in queste terre grazie a un connubio perfetto di suolo, clima e antiche tecniche di coltivazione. Il Refosco dal Peduncolo Rosso, vigoroso e dal carattere deciso, è uno dei più emblematici vitigni autoctoni della zona, offrendo vini robusti e strutturati, tipici delle terre che si affacciano sul Piave.

    Ma non è solo il Refosco a regnare sovrano: lungo queste sponde, troviamo anche il Raboso Piave, un’uva particolarmente adatta al territorio grazie alle sue peculiarità e al suo adattamento al microclima locale. Questo vitigno regala vini intensi, dal colore profondo e dai profumi intriganti, rappresentando una vera e propria gemma dell’enologia veneta.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, alcuni vini degustati durante il contest
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, alcuni vini degustati durante il contest

    Le case vinicole situate lungo il corso del Piave non sono solo luoghi di produzione, ma autentiche custodi di una cultura millenaria. L’ubicazione strategica di queste cantine, che si susseguono lungo le sponde del fiume, non solo offre un paesaggio mozzafiato ma garantisce anche un’ottima logistica per la coltivazione e la produzione vinicola.

    Queste cantine, immerse in una cornice naturale di straordinaria bellezza, sfruttano le risorse offerte dal fiume Piave: un’abbondante riserva d’acqua che, oltre a favorire la coltivazione dei vigneti, conferisce un’impronta unica ai vini prodotti in queste zone. La freschezza dei venti che scendono dalle vicine montagne, la varietà dei suoli e il clima mediterraneo contribuiscono a creare condizioni ideali per la viticoltura.

    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, alcuni vini degustati durante il contest
    Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva, articolo e foto di Carol Agostini, alcuni vini degustati durante il contest

    In questo contesto, le case vinicole diventano vere e proprie ambasciatrici della tradizione locale, promuovendo una produzione che si fonda sull’esperienza tramandata da generazioni. Esse rappresentano il connubio tra passato e presente, dove la tecnologia si incontra con la saggezza dei metodi tradizionali per ottenere vini che portano in sé l’anima di queste terre.

    Questi vigneti e cantine lungo il Piave non sono solo luoghi di produzione vinicola, ma autentiche oasi di cultura, tradizione e passione enologica. La loro posizione strategica e l’attenzione alla qualità della produzione rendono questi vini dei veri e propri gioielli da scoprire e assaporare, offrendo un viaggio attraverso sapori unici e una storia millenaria.

    La commissione di Beux 2023, foto dell'autrice
    La commissione di Beux 2023, foto dell’autrice

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    Un Tributo a Giorgio Cecchetto: Custode della Tradizione del Raboso del Piave

    La scomparsa di Giorgio Cecchetto ha lasciato un vuoto nel mondo dell’enologia, in particolare tra coloro che hanno conosciuto e ammirato il suo impegno instancabile nel preservare e promuovere il Raboso del Piave.

    Giorgio Cecchetto non era solo un viticoltore, ma un custode della tradizione, un appassionato devoto alla valorizzazione di uno dei vitigni più iconici e rappresentativi della regione veneta. La sua dedizione al Raboso del Piave era palpabile in ogni vigneto, in ogni grappolo d’uva, in ogni sorso di vino.

    Carol Agostini ospite di Giorgio Cecchetto, articolo: Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva
    Carol Agostini ospite di Giorgio Cecchetto, articolo: Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva

    La sua storia è intrecciata con la storia stessa di questa terra. Le sue mani, segnate dal lavoro nei campi, incarnavano la perseveranza e l’amore per la viticoltura. Cresciuto tra i filari di Raboso, ha imparato fin da giovane l’importanza di coltivare e preservare questo vitigno autoctono.

    Giorgio non si limitava a essere un produttore di vino, ma un ambasciatore della cultura enologica veneta. Ogni sua bottiglia di Raboso del Piave raccontava una storia: la storia di una terra, delle sue tradizioni, dei suoi saperi tramandati di generazione in generazione.

    La passione di Giorgio Cecchetto per il Raboso del Piave si rifletteva non solo nella qualità dei suoi vini, ma anche nella sua volontà di diffondere la conoscenza su questo vitigno e sulla sua storia. Era solito condividere con chiunque fosse interessato la sua conoscenza, la sua esperienza e la sua visione per il futuro del Raboso.

    Giorgio Cecchetto, articolo: Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva
    Giorgio Cecchetto, articolo: Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva

    Il suo impegno non si limitava alla produzione, ma abbracciava anche la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. Giorgio era consapevole dell’importanza di custodire e preservare non solo il Raboso del Piave, ma anche l’ecosistema che lo circondava.

    La sua eredità vive nei vigneti che ha curato con tanto amore, nei vini che ha prodotto con maestria e nella passione che ha trasmesso a coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.

    Giorgio Cecchetto, articolo: Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva
    Giorgio Cecchetto, articolo: Beux 2023, Bellussera User Experience tra Raboso e vendemmia tardiva

    Giorgio Cecchetto resterà un faro nell’universo dell’enologia veneta, un’icona che ha incarnato l’autenticità e la dedizione per il Raboso del Piave. La sua memoria continuerà a ispirare generazioni future di viticoltori, rimanendo un punto di riferimento per coloro che desiderano scoprire e apprezzare la ricchezza dei vini della regione, portando avanti il suo prezioso lascito.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Cortigiane veneziane, Casanova, seduzione, cacao nel 1700

    Cortigiane veneziane, Casanova, seduzione, cacao nel 1700

    “La Seduzione a Tavola: Riflessi delle Cortigiane Veneziane nell’Arte Gastronomica”

    Di Carol Agostini

    Nell’arte dell’eros e della seduzione, le donne hanno spesso incarnato ruoli chiave, attingendo a una varietà di sfaccettature per affascinare, intrigare e conquistare. Le cortigiane veneziane, celebri per la loro abilità nel conquistare cuori e menti, non solo attraverso il fascino personale, ma anche attraverso l’arte del cibo.

    Cortigiane veneziane, Casanova, seduzione, cacao nel 1700, foto di Alessandro Manzoli
    Cortigiane veneziane, Casanova, seduzione, cacao nel 1700, foto di Alessandro Manzoli

    Ispirandosi a queste storie intriganti, la cultura popolare ha riportato alla luce le vicende delle donne che animavano la Venezia dei secoli passati. Queste storie, un misto di realtà e fantasia, raccontano episodi curiosi e singolari, intrecciati alle vite tanto dei nobili quanto dei plebei. È proprio dalla fusione tra l’alta società e il popolo che nasce un affascinante quadro comico, rivelando come il potere seduttivo possa superare le barriere di classe, trovando nel cibo un filo conduttore.

    Questo tema attinge dalla complessa e vibrante storia di Venezia, culla di intrighi, amori e una tradizione gastronomica ricca di sfumature. Il cibo, da sempre simbolo di passione e piacere, diventa uno strumento per superare le barriere sociali, unificando le diversità attraverso il gusto e la passione per la buona tavola.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto di Wolfgang
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto di Wolfgang

    Attraverso la rappresentazione artistica di questo legame tra seduzione e cucina, emergono le dinamiche umane che vanno oltre le differenze di classe, mostrando come il cibo possa diventare un linguaggio universale capace di unire, intrigare e affascinare.

    Questa commistione tra storia, società e gusto culinario conferma come la seduzione sia un’arte che trascende le barriere sociali, gettando le basi per relazioni umane profonde, avvolte nella passione per il buon cibo e l’incanto della seduzione.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari

    Come anticipato nelle righe precedenti nel cuore di Venezia nel XVIII secolo, un mondo affascinante e sfrontato prendeva vita tra i vicoli e i canali della città. Le cortigiane, figure leggendarie della Venezia settecentesca, non erano semplici donne d’intrattenimento ma vere e proprie abitatrici di una sottile linea tra cultura, potere e desiderio.

    Contesto Storico e Culturale:

    Venezia nel XVIII secolo era un vivace crogiolo culturale, con una società stratificata che rifletteva l’eccentricità e l’opulenza della Repubblica Serenissima. La città, ricca di commercio e di scambi culturali, vantava una ricchezza senza pari, attirando artisti, scrittori e mercanti da tutto il mondo.

    Cortigiane veneziane, Casanova, seduzione, cacao nel 1700, foto di Carolina Spork
    Cortigiane veneziane, Casanova, seduzione, cacao nel 1700, foto di Carolina Spork

    Le Corti e la Cultura Lagunare:

    Le cortigiane, conosciute come “corti” o “cortigiane di luce” in riferimento ai loro sontuosi abiti luminosi, erano donne di grande intelligenza e abilità sociale. Oltre ad essere esperte nell’arte dell’amore, queste donne erano raffinate e istruite, svolgendo un ruolo cruciale nella vita culturale della città.

    Le Cortigiane come Protettrici delle Arti:

    Molte di loro non si limitavano al mero intrattenimento. Erano mecenati delle arti, sostenendo pittori, scultori e musicisti emergenti. La loro influenza si estendeva ai salotti letterari, dove le menti più brillanti si riunivano per discutere di letteratura, politica e filosofia.

    Un Simbolo di Potere e Intrighi:

    Le cortigiane avevano un ruolo ambiguo nella società veneziana, tanto ammirate quanto oggetto di critiche. Mentre alcune di loro godevano del favore dei potenti e dell’alta società, altre si trovavano al centro degli intrighi politici e delle lotte di potere.

    Il Declino delle “Corti” Lagunari:

    Con il declino della Repubblica Serenissima alla fine del XVIII secolo, anche il mondo delle cortigiane iniziò a sbiadire. Le tradizioni e i costumi che avevano reso Venezia così vibrante e affascinante furono soppiantati dall’ascesa di nuove ideologie e dalla trasformazione sociale.

    Eredità e Memoria:

    Tuttavia, l’eredità delle cortigiane veneziane sopravvisse nel racconto delle loro storie, nella pittura e nella letteratura, offrendo uno sguardo affascinante su un’epoca di sfarzo e controversia nella storia di Venezia.

    Le cortigiane del XVIII secolo veneziano, con la loro intrinseca connessione con la cultura e la storia lagunare, restano un simbolo affascinante di un’epoca contraddittoria e intrigante nella vita della Serenissima.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto da internet
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto da internet

    Venezia: Il Regno dell’Eros e Casanova: Il Leggendario Seduttore

    La città lagunare di Venezia, da sempre fonte di mistero, storia, e arte, ha un fascino che va oltre il suo retaggio culturale. È stata e continua ad essere il palcoscenico di passioni ardenti e racconti seducenti. È qui che nasce la storia di “Desiderio“, romanzo di Ricardo Belnome, un’opera che racchiude la sete erotica e l’ispirazione tra le sue pagine.

    Il genere dei romanzi erotici ha catturato l’attenzione di molti lettori, con “Desiderio” di Belnome che non fa eccezione. Questi romanzi, che spesso diventano best-seller internazionali e persino adattamenti cinematografici, godono di una vasta platea di lettori, in particolare tra il gentil sesso. E Venezia, con il suo suggestivo e sensuale sfondo, è stata protagonista anche di queste storie intriganti.

    Il romanzo “Desiderio” ci porta nel mondo dello scrittore francese Daniel Daniélou, che, a Parigi, si trova a cimentarsi nella creazione di un romanzo erotico. La ricerca di ispirazione lo conduce a Venezia, affiancato dal suo editore e da Julie, la giovane assistente. La città diventa il palcoscenico perfetto per un’opera che si distingue per l’intreccio tra arte classica, moderna, e una sofisticata teoria della letteratura erotica.

    Venezia: Il Regno dell'Eros e Casanova: Il Leggendario Seduttore, articolo: Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto da internet
    Venezia: Il Regno dell’Eros e Casanova: Il Leggendario Seduttore, articolo: Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto da internet

    Venezia è stata da sempre una culla di mistero e fascino, dove l’erotismo si intreccia con la storia e l’arte. Le atmosfere nebbiose e le feste in maschera si uniscono a storie di amore e passione, richiamando alla mente il grande Giacomo Casanova. Casanova, tra il 1725 e il 1798, è stato avventuriero, scrittore, e un seduttore senza eguali. Le sue gesta, la sua abilità nel conquistare il cuore di cortigiane, nobili, e donne di ogni ceto sociale, lo rendono una figura leggendaria nell’arte della seduzione.

    In confronto alle migliaia di conquiste di altri seduttori, Casanova si distingueva per il suo approccio: non mirava alla quantità, ma all’arte della passione. Questo lo differenziava da Don Giovanni, il quale collezionava conquiste senza alcun coinvolgimento emotivo. Casanova, al contrario, si appassionava sinceramente ad ognuna delle sue donne.

    Se state cercando un esempio di seduzione, Venezia e le storie di Casanova offrono una lezione che trascende il tempo: l’arte della seduzione non si limita alla mera conquista, ma si fonda sull’abilità di coinvolgere ed appassionare veramente il cuore di chi si desidera conquistare.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto da internet
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto da internet

    “Analisi critica di Toni Veneri: Il Profilo Sfaccettato di Casanova e il Dominio del Desiderio”

    Nella recente opera di Toni Veneri, emerge una prospettiva intrigante sul celebre personaggio di Casanova, evidenziando le molteplici strade tortuose che il suo desiderio sembra percorrere. Veneri, in parallelo con le riflessioni di Massimo Recalcati, espone l’idea che il nocciolo di ogni manifestazione del desiderio risieda nell’esperienza di sentirsi sopraffatti, nella perdita di controllo di una forza che supera l’Io individuale, sfuggendo a qualsiasi padronanza (2012: 26-29).

    Questo approccio apre a una nuova interpretazione del complesso destino di Casanova, spiegando il susseguirsi di caricature e rappresentazioni contrastanti nel mito che lo circonda. Il personaggio emerge come una figura sfuggente, capace di assumere molteplici identità, spesso contraddittorie, proprio a causa di un desiderio che lo sovrasta costantemente, trascinandolo in una ricerca inesauribile al di là di sé stesso, generando non solo piacere ma anche fatica, dubbio, tormento e una costante messa in discussione (Casanova 2009: III, 285).

    Il paradosso che emerge, sottolineato da Recalcati, affronta ogni appassionato lettore di Casanova: la contrastante presunzione di un uomo che si crede capace di sedurre chiunque, risolvere complessi enigmi scientifici o ingannare l’intero universo, ma che, a causa di un eccesso di desiderio, non riesce mai a raggiungere una piena realizzazione di sé stesso.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto di Helena Jankovicova
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto di Helena Jankovicova

    Inoltre, Veneri contestualizza questa analisi nel secolo in cui Casanova visse, sottolineando la differenza tra la sua figura e l’attuale malattia contemporanea, strettamente legata all’egemonia del discorso capitalistico. Casanova, al contrario, si opponeva fermamente a una visione autoreferenziale e narcisistica dell’Io, evidenziando l’alterità del desiderio come un elemento contrapposto a tale mentalità (Casanova 2009: I, 101-102).

    Attraverso riferimenti alle massime della letteratura sapienziale antica e al precetto stoico del “sequere Deum“, Casanova incarna un atteggiamento vitale, non passivamente abbandonato, ma piuttosto orientato ad accettare ciò che il destino presenta, senza una resistenza eccessiva.

    L’analisi di Veneri offre una visione intrigante della complessità del desiderio e della sua relazione con l’identità, evidenziando come il personaggio di Casanova sia stato continuamente sopraffatto da questa forza trascendente, rendendolo una figura tanto affascinante quanto inafferrabile.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto di Emily Geibel
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto di Emily Geibel

    Giacomo Casanova: L’Esteta del Cacao e la Sua Arte della Seduzione a Venezia

    La leggenda di Giacomo Casanova non si limitava solo al fascino per le belle donne, ma abbracciava anche una passione inestinguibile per la cioccolata. Nella sua “Storia della mia vita”, confessò di aver dedicato la sua esistenza alla coltivazione dei piaceri sensoriali, definendo il suo amore per il sesso opposto e la buona tavola come priorità fondamentali.

    A Venezia, nel XVIII secolo, l’amore per la cioccolata era diffuso in tutte le classi sociali. Chiunque potesse permetterselo non rinunciava alla calda tazza mattutina di cioccolata, considerata un elisir di energia per iniziare la giornata. Persino Carlo Goldoni, celebre commediografo veneziano, ne era un estimatore e frequentatore abituale del Caffé dell’Abbondanza, dove amava gustare la fragrante bevanda.

    Casanova, viaggiatore instancabile, portava sempre con sé un frullino e una provvista personale di cioccolata, gratuggiata con cura per poi mescolarla in acqua o latte e frullarla fino a ottenere una bevanda omogenea e schiumosa.

    Nei suoi corteggiamenti, Casanova prediligeva offrire regali di cioccolata alle dame da sedurre, convinto dei poteri afrodisiaci del cacao. I suoi amici e le sue amanti condividevano questa passione, facendogli continui doni di cibi prelibati.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto di Ioannes Marc
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto di Ioannes Marc

    Per Casanova, nulla poteva eguagliare le sensazioni inebrianti della cioccolata, definita come il supremo elisir d’amore, capace di trasmettere un’intensa disinibizione e regalare momenti paradisiaci prima e dopo le fatiche d’amore.

    Organizzava talvolta gli “Ambigu“, feste esclusive dove invitava amici e affascinanti donne per cene sontuose e notti di piacere. La celebre Ambigu a Colonia, ricorda ostriche, vini pregiati, tartufi e Champagne, con Casanova che evita di descrivere le scene successive ma si limita a ricordare i suoni di piacere femminile.

    Oltre a queste gesta, esistono in commercio dolci come i “Baci di Casanova“, cioccolatini fondenti con un cuore piccante al peperoncino, e le praline Casanova, evocative della gioia e dell’allegria.

    Curiosamente, non solo Casanova attribuiva poteri seduttivi alla cioccolata: Gabriele d’Annunzio, grande amatore, si concedeva cioccolato fondente prima degli incontri amorosi, convinto dei suoi poteri afrodisiaci. Questa convinzione risale addirittura all’epoca dell’imperatore Montezuma, che consumava fino a cinquanta tazze al giorno per soddisfare le donne del suo harem affollato.

    Così, la cioccolata, simbolo di piacere e seduzione, ha lasciato il suo dolce segno nella storia degli amanti illustri, dalla Venezia del XVIII secolo fino ai giorni nostri.

    Il cacao è una meravigliosa pianta che offre una gamma di proprietà, che vanno dal livello chimico e fisico al potenziale impatto emotivo.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto di Pixabay
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto di Pixabay

    Proprietà Chimiche e Fisiche del Cacao:

    La composizione chimica è basata sulla Teobromina che è uno dei componenti principali del cacao, un alcaloide che stimola il sistema nervoso centrale. Ha effetti simili alla caffeina, ma con una durata più lunga.

    La Caffeina, anche se presente in minori quantità rispetto alla teobromina, la caffeina è un altro alcaloide che agisce come stimolante.

    La Feniletilamina, conosciuta come “molecola dell’amore”, è coinvolta nella regolazione dell’umore e può avere effetti positivi sull’euforia e sul benessere emotivo.

    I Flavonoidi, sono antiossidanti che possono aiutare a proteggere le cellule dai danni dei radicali liberi.

    Le proprietà fisiche sono il Sapore e Aroma:

    Il cacao ha un gusto ricco e complesso, che varia a seconda della varietà e del processo di lavorazione, contiene grassi che sono presenti nei semi del cacao, principalmente acidi grassi saturi e insaturi, che influenzano la consistenza e il profilo nutrizionale dei prodotti a base di cacao, mentre, le Proprietà Viscoelastiche del cacao conferiscono viscosità e elasticità ai prodotti alimentari.

    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L'Intrigante Mondo delle "Corti" Lagunari, foto di Karolina Grabowska
    Le Cortigiane di Venezia nel XVIII Secolo: L’Intrigante Mondo delle “Corti” Lagunari, foto di Karolina Grabowska

    Potenziali Impatti Emotivi del Cacao:

    Effetti sulla Salute Mentale:

    La stimolazione data dalla presenza di teobromina e caffeina può contribuire a uno stato di vigilanza e stimolazione, mentre, gli effetti di Benessere sono determinati da alcuni componenti del cacao, come la feniletilamina, sono associati a effetti positivi sull’umore e sul benessere emotivo.

    Associazioni Culturali e Psicologiche:

    Divise tra Associazioni Positive in cui il cacao è spesso associato a momenti di comfort e piacere, che possono influenzare positivamente lo stato d’animo, mentre, il Rituale Sociale: Il consumo di cacao è radicato in molte culture e spesso è legato a cerimonie, celebrazioni e momenti sociali, creando legami emotivi con questi eventi.

    Il cacao è un ingrediente intrigante che, oltre alle sue proprietà chimiche e fisiche, può avere effetti emotivi significativi creando momenti di piacere intensi e profondi.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida

    BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida

    BEREBENE 2024: la guida del Gambero Rosso con i migliori vini italiani entro i 20 euro

    Di Cristina Santini

    Pochi giorni fa si è concluso l’evento di presentazione della guida “Berebene 2024” – I migliori vini italiani entro i 20 euro, redatta dalla squadra del Gambero Rosso, la guida dei cambiamenti, rinnovata e pensata come una carta vini centrata sull’accessibilità del vino italiano. Una soglia di prezzo, per tutte le tasche, più alta rispetto allo scorso anno, che ha consentito l’ingresso a tante etichette, vitigni e stili differenti.

    BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

     Dall’Almanacco del berebene degli anni passati, nel tempo la pubblicazione è cambiata pur mantenendo sempre un’analogia con quegli anni, grazie al lavoro di ricerca, passione e curiosità dei suoi curatori, Lorenzo Ruggeri e William Pregentelli. Insieme a loro, sul palco a condurre e intrattenere la sala, anche Giuseppe Carrus e Marzio Taccetti della Redazione.

    Le splendide sale del Palazzo Brancaccio di Roma hanno ospitato oltre alla premiazione, anche il tour di degustazione ai banchi d’assaggio delle cantine che ha dato la possibilità a tutto il pubblico di assaggiare gli ottimi vini dal prezzo contenuto.

    Le sale di Palazzo Brancaccio, Roma, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Brancaccio, Roma, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Quando assaggiamo vini francesi – afferma Lorenzo Ruggeriil vino base è veramente un vino base, nove volte su dieci. Ecco quando assaggiamo un vino italiano, ci capita spesso che il prodotto d’ingresso superi l’aspettativa, almeno quanto i vini di fascia superiore e questo indica la serietà delle aziende. Quest’anno la guida, l’abbiamo veramente ripensata, siamo partiti immaginando di andare al ristorante, di sederci e di sfogliare le pagine di una carta dei vini.

    E’ suddivisa in categorie (bollicine, bianchi, rosati, rossi, dolci), abbiamo lavorato sul dettaglio e in profondità, aggiungendo una serie di informazioni di servizio per il lettore, dal numero di bottiglie alle specifiche di lavorazione, indicando il biologico e biodinamico solamente quando certificato, con tanto di finestra di consumo, perché tanti di questi vini che abbiamo premiato invecchiano benissimo, invecchiano di più rispetto a quella che è la percezione media.

    Ci sono vini bianchi italiani che possono invecchiare almeno 12 anni e l’abbiamo indicato, anche per le altre categorie. Poi la novità, il punteggio in centesimi: non l’abbiamo mai usato prima su una guida dei vini del Gambero Rosso e l’abbiamo declinato poi su quella che è la nostra visione del bere italiano; per noi un vino che ha 82 centesimi è già un gran bel vino mantenendo quella che è la struttura classica del Berebene, quindi premio qualità prezzo, premio regionale e nazionale”.

    Presentatori Gambero Rosso: da sx Giuseppe Carrus, Marzio Taccetti, William Pregentelli e Lorenzo Ruggeri, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Presentatori Gambero Rosso: da sx Giuseppe Carrus, Marzio Taccetti, William Pregentelli e Lorenzo Ruggeri, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Giuseppe Carrus chiede: “Sono tanti i vini che hanno preso il premio, possiamo parlare a prescindere dal prezzo che questi vini sono buoni, e per “buono” intendiamo quello che diciamo sempre al Gambero non semplicemente a livello organolettico, ma buoni anche perché sono vini che rispecchiano un territorio, la varietà, la denominazione? Possiamo dirlo questo?”

    Assolutamente sì – risponde William Pregentelli qui abbiamo recensito 921 vini, frutto di uno scrupoloso assaggio alla cieca nei consorzi e in redazione, una cinquantina in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo cercato di fare un lavoro completo, ovviamente recensire tutti i vini dall’ottimo rapporto qualità prezzo che ci sono in Italia sarebbe stato un lavoro tre volte più grande rispetto a questa guida, sarebbe stata un’altra guida dei vini. Quindi abbiamo messo quelli che sono davvero molto buoni, è una selezione della selezione di quelli che sono i vini con il miglior rapporto qualità prezzo in Italia”.

    Ecco allora i magnifici sei, come sono stati appellati, al vertice di ogni categoria che abbiamo degustato al seminario e che vi andiamo a presentare con le nostre considerazioni di rito.

    Premi Nazionali

    Lo spumante:

    Oltrepò Pavese Pinot Nero Metodo Classico Brut ’17 – Ca del Gè, azienda di piccole dimensioni di Montalto Pavese, zona di elezione per i Riesling e i Pinot Nero composta da suoli gessosi. Un metodo classico da 50 mesi sui lieviti che esprime tutta la qualità del pinot nero di alta collina che regala tanta intensità al naso, dalle sensazioni accentuate dei lieviti, di pan di spagna, al frutto rosso come il lampone, alle leggere note di liquirizia. In bocca c’è tanta freschezza: è succoso, pieno, un frutto rosso carnoso, un lampone pieno e maturo, largo, intenso, goloso, veramente gastronomico. Finale leggermente salino, con un residuo zuccherino (6 gr/l), caratterizzato da una ricchezza concentrata (17€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Il bianco:

    Frascati Superiore 2022 – Casale Marchese

    Sono 50 ettari situati all’interno del territorio del Frascati Docg di proprietà da oltre due secoli della Famiglia Carletti. E’ un vino molto mediterraneo, a livello olfattivo ha una grande carica aromatica, sorretto e bilanciato da una bellissima sapidità. Carattere sfumato, delicato, dal tratto aromatico dolce, molto equilibrato con note di mandorla, di rosa, cedro, anice dalle quali emerge e sfuma molto bene la sapidità. Rappresentativo, tipico, con una bella persistenza, complesso, sfaccettato. Bisogna attendere ancora qualche anno per degustarlo nella sua migliore fase di maturità, presentando ora leggere note di lievito soprattutto a livello di profumi ma dal sorso progressivo (9.90€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Il rosato:

    Chiaretto di Bardolino Classico Vigne Alte ’22 – Zeni 1870. Con questo calice siamo sulla sponda sud orientale del Garda, a base di Corvina, Rondinella e Molinara. All’olfatto è ricco di note floreali, frutti rossi, come lampone e fragola; alla bocca, la dolcezza viene un pò equilibrata da una bella acidità, una freschezza vivace con delle note agrumate sul fondo, di mandarino.

    Estremamente piacevole, dalle sensazioni fresche e solari. Essenziale, non alla moda e dai sentori scarni, è un bardolino di integrità, tensione, fragranza, con un grande carattere e una beva tesa, fine, dalla chiusura precisa, netta, con un sprint finale leggermente speziato di pepe bianco, di rafano, zenzero, che da un movimento sul palato, una piccola scossa molto leggiadra ed espressiva. Complessità, equilibrio e precisione ad un prezzo per chi è un appassionato di vino davvero interessante (8.40€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Giuseppe Carrus interviene: “A parte alcune zone che hanno sempre avuto il rosato come vino di riferimento, fortunatamente quel tempo è passato però negli anni ‘90 la qualità del vino rosato in Italia non è che fosse così alta. Veniva visto come completamento di gamma, e alla richiesta da parte di qualche commerciale per alcune zone o soprattutto per l’estero, veniva prodotto con uve rosse non utilizzate assolutamente per produrre un vino rosso.

    Questo ha portato ad un disinnamoramento, dell’Italia in particolare, nei confronti di questa tipologia, per cui tanti appassionati avevano il pregiudizio. Ci è voluto poi del tempo per ricominciare a far capire invece che il rosato può essere un grande vino, se fatto con la stessa concezione dei grandi bianchi e dei grandi rossi. Non a caso, da qualche anno a questa parte, abbiamo introdotto nella guida maestro, Vini d’Italia, il premio Vino Rosato dell’Anno che non c’era fino a qualche anno fa.”

    Il vino rosso:

    Primitivo di Manduria Anima di Primitivo ’21 – Tenute Eméra Claudio Quarta Vignaiolo

    Dalle parole di Alessandra Quarta: “Anima perché vuole essere l’essenziale del vitigno, andare a raccontare il territorio. Questa guida credo che valorizzi i vini più semplici a contatto con il territorio, non puntano ad essere particolarmente lavorati, anche la nostra è un’espressione abbastanza immediata del primitivo. A nome di tutti i pugliesi posso dire che è un grande orgoglio che venga riconosciuta la qualità delle nostre denominazioni, perchè sono stati vini da taglio per tantissimo tempo, c’è stato un forte riavvicinamento dei produttori al proprio territorio.

    Premio per un vino verticale, diretto, bevibile, piacevole, quotidiano. L’alcolicità si avverte ma non disturba il palato, è un vino di grande morbidezza che mantiene un ritmo di beva per nulla seduto, non un vino pesante marmellatoso, ma una grande interpretazione di Primitivo di Manduria.

    Una Puglia – continua Alessandrache non sia opulenta, ma che sia accessibile, piacevole da bere, da continuare a bere. Non è solo un lavoro della nostra azienda, il mercato si sta muovendo in questa direzione per cui abbiamo cercato di stemperare quei caratteri estremi del Primitivo di Manduria. Fa un brevissimo passaggio in legno di due/tre mesi solo di una parte del vino per avere un pò più di struttura perché è una varietà che ha pochissimo tannino.”

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Ha una trama tannica importante, un finale amaricante, e si rimane un pò spaesati da questa complessità che di solito non hanno i Primitivo di Manduria che oltre a dare struttura, ha tanta freschezza dovuta anche alla vicinanza al mare e ad un terreno un tempo sommerso dalle acque, una caratteristica ben diversa dal classico vitigno più grasso dell’entroterra che ha fatto da apripista.

    Nel finale c’è un ritorno di arancia amara, una lieve nota amaricante che contrasta la percezione olfattiva di dolcezza caratteristica del bouquet aromatico che parla di mora, mirtillo maturo, di ciliegia matura poi in bocca è tutt’altro registro. Un sorso che ha una bella dinamica conferita da questo ritmo dato dal tannino e soprattutto dominato da un finale in crescita, in spinta che non è banale, di leggera speziatura scura e che porta a berne ancora.

    E’ l’unione del frutto nero e della scorza di agrumi che dà una sensazione leggermente agrodolce che incentivano la beva e dà movimento al vino. E’ un calice che ha una concentrazione e una complessità da grande vino da abbinare a piatti importanti. Una visione sul Primitivo di Manduria che esprime dove può andare una Denominazione senza andare su un ricorso eccessivo di frutto, di concentrazione, di dolcezza. (12.80€)

    Ogni anno viene assegnato un ulteriore Premio Nazionale per il Miglior Vino sotto i 10 Euro:

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Aglianico del Vulture Baliaggio ’21 della Cantina di Venosa, cooperativa che nasce intorno alla seconda metà degli anni ‘50 a Venosa in Basilicata sul Vulture, un vulcano spento, con i suoi 350 conferitori situati anche in altri comuni per circa 800 ettari vitati.

    Un prezzo fin troppo ragionevole per un vino dalla costanza qualitativa che offre tanto al naso, dal frutto nero, alle note fumé che danno ricchezza; al palato si avverte una bella freschezza, al di là di cosa si possa pensare dell’Aglianico ovvero un vino pesante, ha tanta vivacità, scorrevolezza, piacevolissimo nella sua speziatura finale con un ritorno al frutto intenso che non lascia mai il sorso.

    Due profili diversi: c’è l’idea di non sovrastrutturare l’Aglianico, quindi di non andare sull’eccesso soprattutto in questa annata calda, e dall’altro lato si avverte sul finale, rispetto al precedente rosso a parità d’annata, una coda più calda e matura, più alcolica con un ritorno di tannino scuro, un pochino più chiuso, più cupo, con note di grafite, pepe nero.

    Il vino procede bene, non è contratto nonostante si avvertono picchi di tannini, di calore, di percezione calda molto accentuata, dall’inizio alla fine con continuità. Ampio, scorrevole che arriva in profondità con un tannino piacevole (6.40€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini, lineup degli assaggi fatti
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini, lineup degli assaggi fatti

    Il dolce:

    Moscato d’Asti Lumine ‘22 – Ca’ d’Gal

    A Valdivilla, frazione di Santo Stefano Belbo (CN), la Famiglia Boido ha saputo rilanciare i vini dolci frizzanti a base moscato. Percezione netta di pepe bianco, di noce moscata, di pesca, amalgamate a tante erbe aromatiche, con una leggera sfumatura di timo, salvia.

    Di grande complessità e carattere, mostra una leggera piccantezza e una bevibilità estrema che lascia un palato fresco dalle note fragranti, agrumate. Tutto molto accennato, molto elegante e fine, dalla dolcezza delicata che si avverte ma non è mai sovradosata. Un vino mosso, dalla bollicina che quasi sparisce nel calice ma riesce a dare quel bellissimo ritmo al sorso. Sicuramente più interessante tra un paio d’anni. (14 €).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    I sei premi nazionali in degustazione all’incontro, tutti vini di grande bevibilità e di grande carattere, sono stati egregiamente accompagnati dalle due Dop della Sardegna, il Pecorino Sardo, nella versione Dolce e Maturo, e il Fiore Sardo a latte crudo, eccellenze della tradizione casearia dell’isola.

    I formaggi “Filiera Qualità Sepi” rientrano in una nuova partnership tra produttori del latte virtuosi, 15 aziende agricole sarde e un’azienda di trasformazione, Sepi Formaggi. Un bellissimo progetto che coinvolge tutte le fasi e gli attori della filiera, a partire dai pascoli, dalla produzione agricola, fino alla trasformazione e stagionatura, coniugando l’esperienza e i valori millenari della produzione casearia sarda con i migliori standard qualitativi, garantendo la completa tracciabilità dei prodotti.

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Concludiamo con i premi regionali assegnati:

    Valle d’Aosta – VdA Nebbiolo Barmet ‘22 Caves de Donnas

    Piemonte – Verduno Pelaverga ‘22 G.B. Burlotto

    Liguria – Riviera Ligure di Ponente Vermentino ‘22 Deperi

    Lombardia – OP Riesling V. Costa ‘21 Bruno Verdi

    Trentino – Teroldego Rotaliano ‘21 Dorigati

    Alto Adige – A.A. Santa Maddalena Cl. ‘22 Tenuta Ansitz Waldgries

    Veneto – Soave Cl. Otto ‘22 Graziano Prà

    Friuli Venezia Giulia – Collio Pinot Bianco ‘22 Alessio Komjanc

    Emilia Romagna – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Rosato Sbiadì ‘22 Fattoria Moretto

    Toscana – Rosé Scuro ‘22 Val delle Corti

    Marche – Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. San Michele ‘22 Campanelli

    Umbria – Ciliegiolo ‘21 Marchesi Ruffo della Scaletta

    Lazio – Castore Bellone ‘22 Cincinnato

    Abruzzo – Cerasuolo d’Abruzzo Fonte Cupa ‘22 Camillo Montori

    Molise – Molise Tintilia 200 metri ‘22 Tenimenti Grieco

    Campania – Campi Flegrei Falanghina ‘22 La Sibilla

    Basilicata – Aglianico del Vulture Serra del prete ‘20 Musto Carmelitano

    Puglia – Castel del Monte Bombino Nero Pungirosa ‘22 Rivera

    Calabria – Cirò Bianco ‘22 Vigneti Vumbaca

    Sicilia – Rosse del Soprano ‘19 Palari

    Sardegna – Vermentino di Sardegna Tuvaoes ‘22 Giovanna Maria Cherchi

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito Guida: https://www.gamberorosso.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda

    Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda

    Alla Stazione Leopolda di Firenze, nei giorni 3 e 4 dicembre 2023 si è svolta la seconda edizione di Saranno famosi nel Vino e nel Gin.

    Di Adriano Guerri

    I battenti della Leopolda hanno aperto dalle ore 11:00 sia domenica sia lunedì, mentre la chiusura della domenica era alle 20:00 e lunedì alle 18:00, L’evento era aperto all’ampio pubblico di operatori professionali e appassionati che nelle due giornate hanno partecipato numerosi. Gli organizzatori sono molto felici per il risultato ottenuto e stanno già pensando alla terza edizione.

    Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto di Adriano Guerri
    Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto di Adriano Guerri

    In programma vi erano varie ed interessanti masterclass e nell’occasione sono stati consegnati gli attestati alle aziende premiate dalla guida Vitae. Presenti oltre 110 cantine vitivinicole emergenti che si sono fatte notare negli ultimi 5 anni e che sono nate da meno di dieci anni con circa 500 etichette in degustazione e 40 produttori di Gin.

    Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore articolo
    Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore articolo

    Interessanti realtà provenienti da tutt’Italia, con vini di varie tipologie e da varie denominazioni. Senza ombra di dubbio sentiremo parlare molto bene di queste aziende in futuro. L’evento è ideato dalla regina del vino, Donatella Cinelli Colombini.
    Personalmente ho partecipato il giorno 4 dicembre e ho cercato di degustare i vini di aziende da me sconosciute, la qualità dei vini era davvero elevata.

    Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto di Cottonbro Studio
    Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto di Cottonbro Studio

    Una passerella tra i banchi d’assaggio e note di degustazione.

    Pinot Nero Blanc de Noir Pas Dose’ Il Poggiolo – Pinot Nero 100% – Giallo paglierino brillante, perlage fine e persistente, sprigiona al naso sentori floreali e di frutti di bosco, seguiti da note di crosta di pane e pasticceria mignon, cremoso, fresco e durevole.
    Sito di riferimento: https://ilpoggiolovini.com/

    Pinot Nero Blanc de Noir Pas Dose' Il Poggiolo, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Pinot Nero Blanc de Noir Pas Dose’ Il Poggiolo, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore

    Roero Arneis Docg Loreto 2022 Az. Bruno Franco – Giallo paglierino luminoso, emergono sentori di camomilla, pesca, melone e scorza d’arancia, sapido, fresco e leggiadro.
    Sito di riferimento: https://brunofrancovini.it/

    Roero Arneis Docg Loreto 2022 Az. Bruno Franco, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Roero Arneis Docg Loreto 2022 Az. Bruno Franco, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore

    Ansonica dell’Elba Doc 2021 Chiesina di Lacona – Giallo dorato, emana note di mughetto, fiori di tiglio, mela, pera, pesca e agrumi, sorso rinfrescante, coerente e di ottima persistenza aromatica.
    Sito di riferimento: https://www.chiesinadilacona.it/

    Ansonica dell'Elba Doc 2021 Chiesina di Lacona, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Ansonica dell’Elba Doc 2021 Chiesina di Lacona, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore

    Grillo d’Altura Sicilia Doc 2022 Az. Lombardo – Giallo paglierino, rivela note di tè, zagara, pera, melone e scorza d’arancia, gusto avvolgente, sapido con chiusura di frutta tropicale.
    Sito di riferimento: https://www.tenutelombardo.it

    Grillo d'Altura Sicilia Doc 2022 Az. Lombardo, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Grillo d’Altura Sicilia Doc 2022 Az. Lombardo, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore

    Barbagia Bianco Igt 2022 Mertzeoro – Granatza 100% – Giallo paglierino luminoso, rilascia sentori di pera e mela cotogna, seguiti da sottili note agrumate, al palato è dinamico, vibrante e persistente.
    Sito di riferimento: https://cantinamertzeoro.com/

    Barbagia Bianco Igt 2022 Mertzeoro, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Barbagia Bianco Igt 2022 Mertzeoro, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore

    Gutturnio Classico Riserva 2016 Az. Ganaghello – Barbera e Croatina – Rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, dipana al naso note di prugna, mora di rovo, sottobosco e spezie dolci, grip tannico poderoso ma setoso, rotondo e ricco.
    Sito di riferimento: https://www.ganaghellovini.com/

    Gutturnio Classico Riserva 2016 Az. Ganaghello, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Gutturnio Classico Riserva 2016 Az. Ganaghello, articolo:Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore

    Barolo Rocche di Castiglione 2019 Monchiero – Rosso granato trasparente, libera sentori di violetta, ciliegia, fragola, liquirizia, tartufo e sbuffi balsamici, il sorso è fresco, pieno ed appagante.
    Sito di riferimento: https://www.monchierovini.com/

    Barolo Rocche di Castiglione 2019 Monchiero, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Barolo Rocche di Castiglione 2019 Monchiero, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore

    Mueller Thurgau Passito Umbria Igt 2021 Cimate – Giallo dorato intenso, con sentori di miele d’acacia, datteri, albicocca secca e fichi, in bocca è piacevolmente dolce, armonioso, vellutato e dotato di una lunga persistenza aromatica.
    Sito di riferimento: https://www.lecimate.it/

    Mueller Thurgau Passito Umbria Igt 2021 Cimate, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Mueller Thurgau Passito Umbria Igt 2021 Cimate, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://www.sarannofamosinelvino.it/

    Blog autore articolo: https://cloudwine9.com/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024

    By Carol Agostini

    The allure of red extends far beyond its hue: it embodies passion, an amour fou that intertwines with various aspects of life. It’s a color that exudes complexity, with meanings that delve into psychology, chromotherapy, fashion, and even beauty. According to Helen Venables, primary red is an essential color in every woman’s wardrobe, possessing the power to infuse strength and a healthy glow in those who wear it.
    Red instantly captivates attention; wherever it appears, the gaze naturally gravitates towards it. It represents energy, associated with movement, speed, and power. It embodies desire, passion, excitement, and fervor.

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet
    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet

    Food and wine, like inseparable siblings, walk hand in hand, seeking a common goal: delighting diners and transforming every meal into a noteworthy gastronomic journey. When it comes to food-wine pairing, commonly referred to as wine pairing, one enters a delicate, almost sacred territory. Broadly speaking, the relationships between food and wine can be narrowed down to two guiding principles: contrast and harmony.

    Contrasting pairings seek opposite characteristics in both the wine and the food, creating a delightful play of flavors. Conversely, harmony enhances the similarities between the two, accentuating shared traits and qualities.
    In the realm of culinary seduction, understanding these relationships is crucial. A successful pairing not only tantalizes the taste buds but also creates an experience that engages all the senses, inviting diners on an unforgettable exploration of flavors and sensations.

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet
    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet

    The Intricacy of Contrast and Harmony

    Contrast in pairings creates a dynamic experience, where opposing elements in both the food and wine combine to create a symphony of flavors. Imagine the richness of a decadent chocolate dessert heightened by the acidity of a robust red wine or the tanginess of a citrusy dish complemented by a buttery Chardonnay. These pairings engage in a delightful tug-of-war, each enhancing the uniqueness of the other.

    Contrasting pairings offer an intriguing path: the courage to juxtapose the sharpness of a dish with the elegance of a wine, generating a play of contrasts that brings out the best in both. The robustness of a red wine could perfectly balance a meat-based dish, while a buttery Chardonnay could splendidly contrast a light fish dish.

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet
    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet

    On the other hand, harmony aims to create a homogeneous blend of flavors. In this case, the goal is to find common ground between the food and the wine, marrying shared characteristics to elevate the culinary experience. For example, the delicate flavors of a fish-based dish might harmonize perfectly with an aromatic and sparkling white wine, enhancing the overall pleasure of the meal.

    However, harmony encapsulates a different magic. It’s the art of finding a perfect alignment, an intimate dialogue between the characteristics of the food and those of the wine. A fruity rosé wine might magnificently complement a fresh salad, while an aromatic white wine could embrace the delicate flavors of a cheese-based dish.

    The Art of Pairing: A Sensory Journey

    Mastering the art of food-wine pairing requires a delicate balance of knowledge, intuition, and experimentation. It’s an intricate dance between flavors, textures, aromas, and palates, where each combination tells a unique story.
    This journey is not just about taste but the sensory orchestra that unfolds with every bite and sip. It’s the subtle play of acidity, sweetness, bitterness, and umami that creates a tapestry of sensations that caress the senses.

    Food, wine, and the subtle game of seduction intertwine in a timeless sensory embrace, where red becomes the guiding thread of a fascinating story. This vibrant hue, loaded with meaning, transforms into an ideal companion in the dance of flavors and aromas.
    In the refined world of gastronomy, the art of pairing food and wine is more than just a mere union of flavors. It’s the synergy of two worlds, a meeting between the essence of elaborate dishes and the complexity of oenological notes, all orchestrated in a culinary ballet that engages the senses in a memorable experience.

    In this intricate maze of tastes, colors, and sensations, red continues to be the unbreakable thread that binds food, wine, and seduction, weaving together precision, passion, and understanding, transforming each meal into a gustatory poetry destined to be etched in memory. Whether in contrast or in harmony, the interaction reflects a timeless art that continues to fascinate and delight connoisseurs and enthusiasts.

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet
    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet

    The Seductive Power of Recipes: A Journey through Flavors

    Recipes are not just a combination of ingredients but an expression of creativity and culinary passion that can tantalize the senses and captivate the heart. In the vast world of cuisine, there are dishes that go beyond mere taste; they are authentic works of art capable of seducing not only the palate but also the soul.

    The Art of Seduction through Flavors

    Salmon Carpaccio with Cucumber and Mint Sauce A delicate combination of smoked salmon slices gracefully arranged on a bed of crisp vegetables, seasoned with a refreshing sauce made from cucumbers and mint. This recipe not only delights the palate but also fascinates with its elegant and sophisticated presentation.

    Porcini Mushroom and Black Truffle Risotto Creamy risotto, enriched by the depth of porcini mushrooms and the earthy note of black truffle, is a culinary poem that caresses the senses. Its enveloping aroma and comforting texture transform this dish into a culinary seduction.

    Dark Chocolate Dessert with Berries The seduction culminates in a sweet and irresistible finale. Dark chocolate, with its intensity and richness, elegantly pairs with the freshness of berries. A combination that evokes emotions and elicits an unforgettable sensory pleasure.

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet
    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by internet

    The Enchantment of the Table

    It’s not just the taste that plays a role in culinary seduction; presentation and preparation also contribute to the enchanting atmosphere. A carefully set table, the anticipation while preparing a seductive dish, and the aesthetic presentation of each course are vital components of this experience.

    The Sensory Experience

    Culinary seduction engages all the senses. From the captivating colors of the dishes to the enveloping aroma of spices, from the creamy and smooth textures to the crispy and succulent ones, each element collaborates to create an unforgettable experience.

    Ultimately, seductive recipes are not just a way to satiate hunger but an opportunity to immerse oneself in a world of emotions, creating connections through flavors and transforming a meal into a seductive and memorable experience.

    Exploring the Art of Seduction: When Food and Wine Enchant the Senses

    The relationship between food, wine, and seduction has captivated generations, inspiring authors and enthusiasts to explore the union between these elements. Texts, articles, and books rich in suggestions narrate stories and offer insights into this sensual and engaging synergy.
    Intriguing Books.

    In approaching this topic, I’ve had the fortune of reading these texts over the years:

    • “Like Water for Chocolate” by Laura Esquivel, a novel that tells the story of a woman whose emotional state is reflected in the preparation of dishes, connecting food to her inner world.
    “The Physiology of Taste” by Jean Anthelme Brillat-Savarin, a classic that explores the relationship between food, pleasure, and the senses, offering a rich perspective on gastronomy.
    “The Wine Bible” by Karen MacNeil, an exhaustive guide on wine that not only explores its characteristics but also its seductive union with food.
    Captivating Articles.

    For further exploration on the discussed theme:

    • Magazines and cooking websites often present articles exploring seductive culinary techniques, offering tips and ideas for irresistible dishes.
    • Esteemed Enogastronomic publications like “Wine Spectator” or “Decanter” provide insights into food-wine pairing in a seductive manner, with reviews and suggestions.

    Incisive Online Resources

    Food Blogs, where culinary bloggers share recipes and tips on creating captivating dishes, sometimes suggesting enticing wine-food pairings, as well as Enogastronomic websites, specialized portals in enogastronomy offering guides and advice on how to combine food and wine in a seductive manner, with detailed analyses of successful pairings.

    Exquisite Examples

    In “Like Water for Chocolate,” food becomes an emotional expression, conveying feelings that seduce and engage the reader. Novels exploring this dimension are often fascinating journeys through the senses.
    “The Wine Bible” by MacNeil offers an immersion into the world of wine, highlighting how the nuances of a good wine can amplify the culinary experience, creating an affinity between food and wine that stimulates curiosity and the desire to experiment.

    Additionally, articles in enogastronomic magazines such as “Wine Spectator” can provide insights into specific pairings that enhance the flavor of a dish and wine, transforming the culinary experience into a sensual journey.
    Online resources, including cooking blogs and enogastronomic websites, offer a practical approach, with suggestions on creating dishes and pairings that engage the senses.

    Ultimately, these texts and resources offer a broad perspective on the theme of seduction through food and wine, inviting exploration into a fascinating world where the senses intertwine in a ballet of flavors, aromas, and sensations.

    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by Wendel Moretti
    The Red Thread: Wine, Food, and Seduction Awaiting 2024, photo by Wendel Moretti

    The Sensory Chemistry

    It plays a significant role in the context of seduction at the table, influencing our sensory experiences and perception of food and wine. Sensory perception mainly involves the senses of smell, taste, and sight and can have a direct impact on how we relate to food and people during a seductive meal.

    Smell and Taste: The Power of Sensations

    Smell
    Smell is one of the key senses that influence our perception of food and wine. During a seductive encounter at the table, appetizing scents can evoke memories, emotions, and even influence our mood. The sensory chemistry of aromas can be engaging and incite an emotional connection by evoking past memories or creating a romantic atmosphere.

    Taste

    The variety of flavors and taste combinations during a seductive meal can stimulate the sensory chemistry of taste. Contrasting or harmonious flavors can create engaging sensory experiences. A food-wine pairing or refined dishes can delight the palate and add a level of sensory pleasure that enriches the overall experience.

    Impact on Emotional Well-being

    Sensory chemistry can also influence our emotional and mental well-being. Pleasant flavors and seductive aromas can trigger the production of endorphins, chemicals linked to pleasure and well-being in the brain. These chemical reactions can contribute to creating a more engaging and satisfying culinary experience, adding to the context of seduction at the table.

    Connection with Seduction

    In the context of seduction, the sensory experience can be instrumental in igniting an emotional spark between people. Smell and taste are intimately linked to attraction and emotions. A meal with surprising flavors or a wine with a seductive aroma can contribute to creating an intimate and engaging atmosphere, enhancing the connection and complicity between diners.

    Ultimately, sensory chemistry during a seductive meal can play a significant role in elevating the sensory experience and contribute to the emotional connection between people, adding an element of seduction and pleasure to the shared moment at the table.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024

    Rosso non solo una tonalità, c’è molto di più da scoprire e vivere.

    Di Carol Agostini

    Il fascino del rosso va ben oltre la sua tonalità: incarna la passione, un amour fou che si intreccia con vari aspetti della vita. È un colore che emana complessità, con significati che riguardano la psicologia, la cromoterapia, la moda e persino la bellezza. Secondo Helen Venables, il rosso primario è un colore essenziale per il guardaroba di ogni donna, in quanto possiede il potere di infondere forza e una sana luminosità a chi lo indossa.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Pixabay
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Pixabay

    Il rosso cattura l’attenzione all’istante; quando si presenta in qualsiasi ambiente, lo sguardo gravita naturalmente su di esso. Rappresenta l’energia, associata al movimento, alla velocità e al potere. Incarna il desiderio, la passione, l’eccitazione e il fervore.

    Il cibo e il vino, come fratelli inseparabili, camminano mano nella mano, cercando di raggiungere un obiettivo comune: deliziare i commensali e trasformare ogni pasto in un viaggio enogastronomico degno di nota. Quando si parla di abbinamento cibo-vino, comunemente chiamato wine pairing, si entra in un territorio delicato, quasi sacro. In linea di massima, le relazioni tra cibo e vino si possono restringere a due principi guida: contrasto e armonia.

    Gli abbinamenti contrastanti cercano caratteristiche opposte sia nel vino che nel cibo, creando un delizioso gioco di sapori. Al contrario, l’armonia esalta le somiglianze tra i due, accentuando i tratti e le qualità comuni.

    Nel regno della seduzione culinaria, la comprensione di queste relazioni è fondamentale. Un abbinamento riuscito non solo stuzzica le papille gustative, ma crea anche un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, invitando i commensali a un’indimenticabile esplorazione di sapori e sensazioni.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet

    L’intricatezza del contrasto e dell’armonia

    Il contrasto negli abbinamenti crea un’esperienza dinamica, in cui elementi opposti nel cibo e nel vino si uniscono per creare una sinfonia di sapori. Immaginate la ricchezza di un decadente dessert al cioccolato esaltata dall’acidità di un vino rosso deciso o il sapore acidulo di un piatto agrumato completato da un burroso Chardonnay. Questi abbinamenti si impegnano in un delizioso braccio di ferro, esaltando l’uno la peculiarità dell’altro.

    Resta il fatto che quelli contrastanti offrono una strada intrigante: il coraggio di mettere in gioco l’asprezza di un piatto con l’eleganza di un vino, generando un gioco di contrasti che esalta il meglio di entrambi. La robustezza di un vino rosso potrebbe perfettamente bilanciare un piatto a base di carne, mentre un Chardonnay burroso potrebbe contrastare splendidamente un piatto di pesce leggero.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Sam Lion
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Sam Lion

    Al contrario, l’armonia cerca di creare una miscela omogenea di sapori. In questo caso, l’obiettivo è trovare un terreno comune tra il cibo e il vino, sposando le caratteristiche condivise per elevare l’esperienza culinaria. Per esempio, i sapori delicati di un piatto a base di pesce potrebbero armonizzarsi perfettamente con un vino bianco aromatico e frizzante, migliorando il piacere complessivo del pasto.

    D’altro canto, l’armonia racchiude una magia diversa. È l’arte di trovare una perfetta sintonia, un dialogo intimo tra le caratteristiche del cibo e quelle del vino. Un vino rosato fruttato potrebbe sposarsi magnificamente con un piatto di insalata fresca, mentre un vino bianco aromatico potrebbe abbracciare i sapori delicati di un piatto a base di formaggi.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet

    L’arte dell’abbinamento: Un viaggio sensoriale

    Padroneggiare l’arte dell’abbinamento cibo-vino richiede un delicato equilibrio tra conoscenza, intuizione e sperimentazione. È una danza intricata tra sapori, consistenze, aromi e palati, in cui ogni combinazione racconta una storia unica.

    Questo viaggio non riguarda solo il gusto, ma l’orchestra sensoriale che si dispiega a ogni morso e a ogni sorso. È il sottile gioco di acidità, dolcezza, amarezza e umami che crea un arazzo di sensazioni che accarezzano i sensi.

    Cibo, vino e il sottile gioco della seduzione si intrecciano in un abbraccio sensoriale senza tempo, dove il rosso diventa il filo conduttore di una storia affascinante. Questa tinta vibrante, carica di significati, si trasforma in un compagno ideale nella danza dei sapori e degli odori.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Istock
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Istock

    Nel mondo della raffinata enogastronomia, l’arte di accostare cibo e vino è molto più di una semplice unione di sapori. È la sinergia di due mondi, un incontro fra l’essenza di piatti elaborati e la complessità delle note enologiche, tutto orchestrato in un balletto culinario che coinvolge i sensi in un’esperienza memorabile.

    DA LEGGERE QUESTO LIBRO ACQUISTABILE ONLINE: https://www.roncaeditore.it/site/index.php/varia/39-cena-con-fattura-d-amore

    In questo intricato labirinto di gusti, i sensi vengono solleticati, invitati a partecipare a una sinfonia di esperienze gastronomiche che stimolano non solo il palato ma anche l’anima.

    Tuttavia, la vera magia risiede nella capacità di trasformare un semplice pasto in un’esperienza seducente. L’esperienza sensoriale coinvolge tutti gli elementi: dalla tavola ben imbandita al profumo del vino appena versato, dai colori accattivanti dei piatti al sapore coinvolgente che cattura l’immaginazione.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet

    La seduzione enogastronomica è un gioco di sguardi tra i sensi, un’armonia di connessioni che va oltre il semplice atto di mangiare e bere. È una celebrazione dell’amore per il cibo, del rispetto per il vino e della gioia di condividere questi momenti con gli altri.

    Nel complesso universo dei sapori, dei colori e delle sensazioni, il rosso continua a essere il fil rouge che lega indissolubilmente il cibo, il vino e la seduzione, in un tessuto con precisione, passione e comprensione, trasformando ogni pasto in una poesia gustativa destinata a rimanere impressa nella memoria, che sia in contrasto o in armonia, l’interazione riflette un’arte senza tempo che continua ad affascinare e deliziare intenditori e appassionati.

    Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, libro "Cena con Fattura D'Amore" Ronca Editore di Carol Agostini
    Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, libro “Cena con Fattura D’Amore” Ronca Editore di Carol Agostini

    Il Potere Seducente delle Ricette: Un Viaggio attraverso i Sapori

    Le ricette non sono solo una combinazione di ingredienti, ma un’espressione di creatività e passione culinaria che può intridere i sensi e rapire il cuore. Nel vasto mondo della cucina, esistono piatti che vanno oltre il semplice sapore; sono autentiche opere d’arte capaci di sedurre non solo il palato ma anche l’anima.

    L’Arte di Sedurre attraverso i Sapori: Ricette

    Carpaccio di Salmone con Salsa di Cetrioli e Menta

    Una combinazione delicata di fettine di salmone affumicato disposte con grazia su un letto di verdure croccanti, condite con una salsa rinfrescante a base di cetrioli e menta. Questa ricetta non solo delizia il palato ma affascina anche con la sua presentazione elegante e sofisticata.

    Risotto ai Funghi Porcini e Tartufo Nero

    Il risotto cremoso, arricchito dalla profondità dei funghi porcini e dalla nota terrosa del tartufo nero, è una poesia culinaria che accarezza i sensi. Il suo aroma avvolgente e la consistenza avvolgente trasformano questo piatto in una seduzione culinaria.

    Dolce al Cioccolato Fondente con Frutti di Bosco

    La seduzione culmina in un finale dolce e irresistibile. Il cioccolato fondente, con la sua intensità e ricchezza, si sposa elegantemente con la freschezza dei frutti di bosco. Una combinazione che evoca emozioni e suscita un piacere sensoriale indimenticabile.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Cottonbro Studio
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Cottonbro Studio

    L’Incanto della Tavola

    Non è solo il gusto a giocare un ruolo nella seduzione culinaria; anche la presentazione e la preparazione contribuiscono all’atmosfera affascinante. La tavola imbandita con cura, l’attesa mentre si prepara un piatto seducente, e la presentazione estetica di ogni portata sono componenti vitali di questa esperienza.

    L’Esperienza Sensoriale

    La seduzione culinaria coinvolge tutti i sensi. Dai colori accattivanti dei piatti al profumo avvolgente delle spezie, dalla texture morbida e cremosa a quella croccante e succulenta, ogni elemento collabora per creare un’esperienza indimenticabile.

    In definitiva, le ricette seducenti non sono solo un modo per saziare l’appetito, ma un’opportunità per immergersi in un mondo di emozioni, creando connessioni attraverso i sapori e trasformando un pasto in un’esperienza seducente e memorabile.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet

    Esplorando l’Arte della Seduzione: Quando Cibo e Vino Incantano i Sensi

    Il rapporto tra cibo, vino e seduzione ha affascinato generazioni, ispirando autori e appassionati a esplorare il connubio tra questi elementi. Testi, articoli e libri ricchi di suggestioni narrano storie e offrono approfondimenti su questa sinergia sensuale e coinvolgente.

    Libri Intriganti

    Quando mi sono avvicinata all’argomento ho avuto la fortuna di leggere in questi anni questi testi: Like Water for Chocolate” di Laura Esquivel, un romanzo che racconta la storia di una donna il cui stato emotivo si riflette nella preparazione dei piatti, collegando il cibo al suo mondo interiore.

    “The Physiology of Taste” (Fisiologia del Gusto) di Jean Anthelme Brillat-Savarin, un classico che esplora la relazione tra cibo, piacere e i sensi, offrendo una prospettiva ricca sulla gastronomia.

    “The Wine Bible” di Karen MacNeil, Una guida esaustiva sul vino che non solo esplora le sue caratteristiche, ma anche il suo connubio seducente con il cibo.

    Articoli Accattivanti

    Per approfondire il tema trattato esistono:“The Art of Seductive Cooking”, Riviste e siti web di cucina spesso presentano articoli che esplorano tecniche culinarie seducenti, offrendo consigli e idee per piatti irresistibili, altre riviste Enogastronomiche fondate sulle pubblicazioni come “Wine Spectator” o “Decanter” offrono approfondimenti sull’abbinamento cibo-vino in modo seducente, con recensioni e suggerimenti.

    Risorse Online Incisive

    Come tutti ben sappiamo negli anni sono aumentati i Food Blogs, ovvero Blogger di cucina condividono ricette e consigli su come creare piatti affascinanti, talvolta suggerendo abbinamenti vino-cibo accattivanti; come del resto i siti Web Enogastronomici, cioè portali specializzati in enogastronomia offrono guide e consigli su come combinare cibo e vino in modo seducente, con dettagliate analisi di abbinamenti riusciti.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto da internet

    Esempi Incantevoli

    In Like Water for Chocolate, il cibo diviene espressione emotiva, trasmettendo sentimenti che seducono e coinvolgono il lettore. I romanzi che esplorano questa dimensione sono spesso affascinanti viaggi attraverso i sensi.

    La “Wine Bible” di MacNeil offre un’immersione nel mondo del vino, evidenziando come le sfumature di un buon vino possano amplificare l’esperienza culinaria, creando un’affinità tra cibo e vino che stimola la curiosità e il desiderio di sperimentare.

    Inoltre, articoli su riviste enogastronomiche come “Wine Spectator” possono fornire approfondimenti su specifici abbinamenti che esaltano il sapore di un piatto e di un vino, trasformando l’esperienza culinaria in un viaggio sensuale.

    Le risorse online, inclusi blog di cucina e siti web enogastronomici, offrono un approccio pratico, con suggerimenti su come creare piatti e abbinamenti che coinvolgano i sensi.

    In definitiva, questi testi e risorse offrono un’ampia prospettiva sul tema della seduzione attraverso cibo e vino, invitando a esplorare un mondo affascinante in cui i sensi si intrecciano in un balletto di sapori, profumi e sensazioni.

    La chimica sensoriale

    Gioca un ruolo significativo nel contesto della seduzione a tavola, influenzando le nostre esperienze sensoriali e la percezione del cibo e del vino. La percezione sensoriale coinvolge principalmente i sensi dell’olfatto, del gusto e della vista, e può avere un impatto diretto sul modo in cui ci relazioniamo al cibo e alle persone durante un pasto seducente.

    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Istock
    Il filo rosso: Vino, cibo e seduzione in attesa del 2024, foto di Istock

    Olfatto e Gusto: Il Potere delle Sensazioni

    Olfatto

    L’olfatto è uno dei sensi chiave che influenzano la nostra percezione del cibo e del vino. Durante un incontro seducente a tavola, gli odori appetitosi possono suscitare ricordi, emozioni e persino influenzare il nostro stato d’animo. La chimica sensoriale degli aromi può essere coinvolgente e incitare una connessione emotiva attraverso l’evocazione di ricordi passati o la creazione di un’atmosfera romantica.

    Gusto

    La varietà dei sapori e delle combinazioni gustative durante un pasto seducente può stimolare la chimica sensoriale del gusto. Sapori contrastanti o armoniosi possono creare esperienze sensoriali coinvolgenti. Un abbinamento cibo-vino o piatti raffinati possono incantare il palato e aggiungere un livello di piacere sensoriale che arricchisce l’esperienza complessiva.

    Impatto sul Benessere Emotivo

    La chimica sensoriale può anche influenzare il nostro benessere emotivo e mentale. Sapori piacevoli e aromi seducenti possono attivare la produzione di endorfine, sostanze chimiche legate al benessere e al piacere nel cervello. Queste reazioni chimiche possono contribuire a creare un’esperienza culinaria più coinvolgente e appagante, contribuendo al contesto di seduzione a tavola.

    Connessione con la Seduzione

    Nel contesto della seduzione, l’esperienza sensoriale può essere strumentale nell’accendere una scintilla emotiva tra le persone. L’olfatto e il gusto sono intimamente legati all’attrazione e alle emozioni. Un pasto con sapori sorprendenti o un vino dal profumo seducente possono contribuire a creare un’atmosfera intima e coinvolgente, migliorando la connessione e la complicità tra i commensali.

    In definitiva, la chimica sensoriale durante un pasto seducente può giocare un ruolo significativo nell’elevare l’esperienza sensoriale e contribuire alla connessione emotiva tra le persone, aggiungendo un elemento di seduzione e piacere al momento condiviso a tavola.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • In 2023, do various foodandwine professions have a style?

    In 2023, do various foodandwine professions have a style?

    “What should the style of professionalism in foodandwine be like in 2023?

    By Carol Agostini

     

    In the captivating universe of foodandwine, the debate on the stylistic approach to professionalism is always alive. The question is posed: should it adapt to the lightness of modern times or maintain an elegant, sober, and tasteful tone? It’s a dilemma reflected in contemporary gastronomic culture, where the evolution of tastes and trends meets tradition and sophistication.

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Carol Agostini
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Carol Agostini

    The world of foodandwine is a stage in constant evolution, where chefs, sommeliers, gastronomic critics, and industry experts move skillfully between creativity, knowledge, and precision. Professionalism in this field requires a subtle balance between innovation and respect for roots, between boldness and refinement.

    On one hand, there are those who argue that modernity demands a transformation in the style of professionalism in foodandwine. The digital era and the acceleration of the pace of life lead to a growing preference for simplicity, accessibility, and lightness in gastronomic experiences. This approach suggests that even professionalism should adapt to a more informal language, closer to people, less formal, and more inclusive.

    On the other hand, there is a firmly rooted opinion that advocates for the beauty and intrinsic value of sobriety and elegance in the world of food and wine. Professionalism is seen as an untouchable pillar, an embodiment of savoir-faire, where respect for history, etiquette, and the refinement of gestures remains essential. This approach argues that maintaining an elegant and tasteful style is what truly distinguishes professionals in this sector and should never be sacrificed on the altar of modern trends.

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Carol Agostini
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Carol Agostini

    The main challenge lies in the ability to find a meeting point between these seemingly opposite perspectives. Is it possible to integrate the innovation and freshness of modern times without compromising quality and elegance? The answer might lie in the flexibility and adaptability of industry operators, in the art of balancing the ancient and the new, the sophisticated and the casual, without losing sight of the essence of the food and wine experience.

    In the global market, the evolution of professional style in food and wine can significantly influence commercial success. The trend towards more accessible and informal communication can attract a wide range of consumers, increasing the visibility and popularity of a brand or restaurant. However, maintaining a refined and classy approach can ensure the loyalty of a more traditional and sophisticated audience.

    A tangible example of this challenge is represented by the increasingly prominent presence of social media in the world of food and wine. Platforms like Instagram and TikTok have revolutionized how gastronomy is presented and consumed. The question is: how can industry professionals adapt their style and professionalism to these new channels without compromising their integrity and quality?

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Kindel Media
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Kindel Media

    The world of food and wine, with its variety of flavors, aromas, and cultures, reflects the complexity of modern tastes. Professionalism in this field is not just a matter of culinary or oenological competence but also of presentation, communication, and adaptability.

    The simplicity and lightness of current times have brought about a sort of democratization in the sector, pushing many to seek more accessible, less formal but equally satisfying culinary experiences. This has influenced not only how dishes and wines are prepared and presented but also the communication surrounding these products. The use of social media and digital platforms has become crucial to reach an increasingly vast and diversified audience. The ability to communicate clearly, engagingly, and authentically has become an essential part of professionalism in the industry.

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Elina Sazonova
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Elina Sazonova

    On the other hand, there is still a solid base of consumers who appreciate and seek elegance, refinement, and good taste in their gastronomic experiences. Professionalism for this audience means preserving tradition, respecting the history behind each dish and wine, maintaining a level of exclusivity and distinction.

    The meeting point between these two perspectives could be represented by intentional flexibility. Chefs, sommeliers, and industry experts in foodandwine could adopt a style that embraces both the informal and modern approach as well as elegance and sophistication. This does not mean compromising quality or authenticity but rather adapting to the changing needs of a diversified clientele.

    In fact, many prominent figures in the gastronomic world have embraced this idea, trying to combine the best of both worlds. Presenting exquisite dishes in an informal context, creating high-quality wines without being excessively elitist in their promotion are just some of the strategies adopted.

    In terms of the market, adapting professional style seems to bring tangible benefits. Brands and restaurants that have embraced this flexibility have been able to reach a wider audience, appealing to both traditional and modern, young consumers. The key seems to be consistency in offering authentic and quality experiences, regardless of the adopted communicative style.

    In the foodandwine sector, market trends related to the evolution of style and professionalism have been observed. For instance, studies and market analysis have highlighted an increase in demand from consumers for more accessible, authentic, and less formal gastronomic experiences, in line with the social and cultural changes of modern times.

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Shvets Production
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Shvets Production

    This change in trend has led many restaurants, chefs, and wine producers to adopt more informal and engaging marketing and communication strategies, often through social media and other digital platforms. The informal approach, the valorization of the story behind each dish or wine, and transparency in the production process have become key elements in capturing the attention of an increasingly diverse and quality-conscious audience.

    On the other hand, there is still strong demand for refined, exclusive, and high-class culinary experiences. There are market segments that continue to seek tradition, elegance, and sophistication in their foodandwine experiences.

    This duality in the food and wine market has led many industry professionals to seek a balance between these two extremes, adopting flexible approaches that can satisfy a wide range of consumers. Marketing and communication strategies that blend elements of simplicity and lightness with refinement and elegance seem to attract a wider and diversified audience, allowing brands and restaurants to reach a broader and more varied customer base.

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo By Corinna Widmer
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo By Corinna Widmer

    Remember that the foodandwine market is extremely dynamic and varied, with many facets and different segments. Successful strategies can vary based on geographical location, target clientele, and the peculiarities of the product or service offered.

    Professionalism in the food and wine world is no longer solely defined by a single aesthetic or style but rather by a set of skills, adaptability, and authenticity. Finding a balance between tradition and innovation, between elegance and simplicity, seems to be the key to lasting success in an ever-evolving culinary landscape, without completely abandoning one style in favor of the other but rather blending both to satisfy an increasingly diversified and demanding audience.

    Italian gastronomy: A journey through culinary history that conquers the world

    Italian gastronomy is a true culinary saga that unfolds between the past and the present, having traversed epochs of triumphs and evolutions that have made it an icon of international cuisine. With a heritage of over 70,000 recipes, Italian cuisine rests its foundations on the quality of raw materials and the essence of regional flavors.

    The journey of this culinary tradition underwent an epochal transformation during the twentieth century. While in the 1950s, international tourism counted 25 million visitors worldwide, by 2014, this number exploded, reaching over one billion and one hundred million. Such growth triggered an exponential increase in the turnover of the tourism sector, with exports reaching 1,159 billion dollars (equivalent to 873 billion euros) in 2013.

    At a time when the United States was already experiencing mass tourism, Italy presented itself as a country undergoing transformation, with a predominant rural population and a newly initiated industrialization process. Tourism in Italy was then an elitist phenomenon, accessible to only a few privileged individuals.

    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Ron Lach
    In 2023, do various foodandwine professions have a style? Photo by Ron Lach

    Italian gastronomy has traversed centuries of evolution, stemming from a French hegemony that extended for over three centuries in Europe. The grand Italian hotels, emerging between the late nineteenth century and the First World War, bore French names like Des Bains, Excelsior, Ritz, Palace, Splendid, Royale, De Russie, D’Angleterre, Hermitage.

    During the Renaissance period, Italy not only dominated Europe culturally but also gastronomically. Italian cuisine was at the center of a European rebirth, serving as a bridge between the rich Islamic civilization of the southern Mediterranean and a resurging Europe emerging from Germanic invasions.

    Italy’s rise as a protagonist in global tourism manifested in the second half of the twentieth century, partly thanks to the Marshall Plan for the reconstruction of Europe. The country industrialized, became modern while retaining an ancient heart, a rebirth of the Renaissance.

    This international success was fueled by the valorization of the territory, excellent raw materials, and the aesthetics of the dishes. Italy, thanks to the Mediterranean climate and the diversity of its productions, boasts an enviable position in the world of food and wine.

    Italian cuisine, with its fusion of aristocratic and popular traditions, stands out for its antiquity and its use of excellent raw materials. This unique tradition has been enriched by international influences, transforming tomatoes, corn, potatoes, and other ingredients into Italian culinary symbols.

    The peak of Italian cuisine’s success reached its zenith between the mid-1970s and 1980s, marking the decline of French Nouvelle Cuisine. Italian superiority was manifested through the excellence of products, the technical skills of chefs, and the beauty in culinary presentation.

    Personalities like Carlo Petrini, the founder of Slow Food, and Oscar Farinetti, with Eatitaly, have contributed to valorizing and promoting Italian gastronomy worldwide, representing an excellent response to the dilemma of how to effectively promote the Italian enogastronomic style.

    Italy now positions itself as one of the most coveted enogastronomic destinations in the world, thanks to its ability to engineer its history and tradition, emerging with a combination of ancient flavors and rigorous contemporary techniques.

    The future of Italian Style lies in the valorization of the territory, cultural and biological biodiversity, natural agriculture, and respect for the biological cycles of plants and animals. EXPO 2015, held in Milan, was an occasion to compare the Italian approach with the chemical and GMO approaches of other countries, promoting Italianity with rigor, merit, and professionalism.

    Italy, with its enogastronomic heritage, continues to represent a winning marketing model, a blend of history and modernity, steeped in passion and tradition, which fascinates and conquers the world with its dishes, wines, and unparalleled culinary culture.”

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013

    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013

    Artimino Estate, a rare beauty jewel, UNESCO Heritage since 2013

    By Carol Agostini

    The Olmo Family and the Estate’s History

    Since 1989, the Artimino Estate has been the residence of the Olmo family, a place where wine and oil production have roots dating back to the 18th century. Its 700 hectares immerse visitors in the Tuscan countryside, embracing the renowned Medici Villa “La Ferdinanda,” a jewel erected in 1596 and now a UNESCO heritage site. Adjacent to this splendid villa stands the Tenuta di Artimino hotel, part of the Meliá Collection, and the renowned Biagio Pignatta restaurant, celebrated for its interpretation of Tuscan cuisine.

    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo from the internet
    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo from the internet

    Located near Florence and other fascinating art cities in the region, the estate overlooks the medieval village of Artimino. Here, viticulture is managed responsibly, blending advanced winemaking technologies in the cellar to support the natural vocation of the land. This area boasts a millennia-old winemaking history, beginning with the Etruscans and continuing with the de’ Medici family. Carmignano, in particular, played a key role in Cosimo III’s decree in 1716, considered the oldest oenological “discipline” in the world.

    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo of Villa Medici
    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo of Villa Medici

    The love for wine in Artimino has deep roots, tracing back to the Etruscan era. In the 17th century, the Medici family perpetuated this tradition, making Carmignano wines, particularly those of Artimino, among the most esteemed of the time. In 1716, with Cosimo III’s edict, a document was drafted defining the production boundaries of these wines, almost acting as a set of rules and classifying them as “wines fit for shipping,” ideal for exportation due to their longevity and quality.

    Medici and the Villa of Artimino: Guardians of Wine in Carmignano
    Medici and the Villa of Artimino: Guardians of Wine in Carmignano

    Since 1596, Artimino has been cherished by the Medici, especially by Ferdinando I, who, in a letter to his wife Cristina di Lorena dated January 19, 1596, wrote: “Today I was in Artimino, and believe me, Your Highness, I found a spring.” In just four years, based on the design by the famous architect Bernardo Buontalenti, Villa La Ferdinanda emerged, also known as Villa dei Cento Camini, forever becoming the epitome of a countryside residence.

    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo of Villa Medici
    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo of Villa Medici

    Artimino is undoubtedly the birthplace of Carmignano wine. For instance, the works around the Villa in 1680, commissioned by Cosimo III de’ Medici, led to the establishment of the first set of regulations ahead of its time. In the cellars of the Villa, within the estate’s ancient archive, documents related to vineyard work and rural life from that era are still preserved.

    Who was Cosimo III de’ Medici?

    The Long Winemaking Tradition of Carmignano

    Cosimo III de’ Medici (1642-1723), the penultimate Grand Duke of Tuscany, had a clear vision regarding the protection of the quality and reputation of Tuscan wines, which were already highly esteemed. This sovereign comprehended the economic importance of wine for the lands under his rule.

    On November 29, 1704, he issued a text of 84 pages known as the “Renewal of laws on wine, butchering, taxes, transporters,” which compiled laws on wine sales and circulation. Dissatisfied with the results, the following year, on September 25, 1705, he revoked the recently promulgated law, replacing it with the “Moderation of the new law on wine,” aiming to “further facilitate wine trade.”

    This new law allowed “landowners to freely purchase wine from farmers for sale or to settle debts, and farmers could bring their wine to Florence and trade it freely.”

    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo by Carol Agostini
    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo by Carol Agostini

    Cosimo III de’ Medici’s significant attention to the wine industry, coupled with his modern vision in this sector, is further highlighted by the establishment, in July 1716, of a new congregation dedicated to wine trade.

    On September 24 of the same year, the delegates of this congregation issued the “Edict on the delimitation of the boundaries of the four regions Chianti, Pomino, Carmignano, and Val d’Arno di Sopra.” This document, after delineating the boundaries of these four regions, seems to establish the geographical indication of the wine by stating that only wines produced and obtained within these boundaries could be “marketed as wines of Chianti, Pomino, Carmignano, and Val d’Arno di Sopra.”

    In detail, regarding the Carmignano wine in the Edict of 1716, it identifies, in line with current specifications of DOC and DOCG regulations, the “Zone of grape production,” ranging “from the Muro del Barco Reale near the Furba River, along the Ceoli Road that leads from the river to Bonistallo; then to the Villa of Mr. Marchese Bartolommei, up to the Muro del Barco Reale near the Arzana Gate.” These provisions, anticipating by 246 years, 9 months, 2 weeks, and 4 days the Desana law of July 12, 1963, which gave rise to the current system of Controlled Denominations of Origin, constitute the first references to Denominations of Origin and related regulations”.

    Who was Giuseppe Olmo?

    Giuseppe Olmo and Fausto Coppi, article: Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo from the internet
    Giuseppe Olmo and Fausto Coppi, article: Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo from the internet

    Passion for Artimino

    On a morning in 1924, an observer noticed Giuseppe Olmo returning from school, carrying his books tied to his bicycle frame. It was an era of great champions like Binda, Guerra, Bini, and Bartali. Olmo, with exceptional talent, achieved increasingly brilliant sporting results, earning a call-up to represent Italy at the 1931 World Championships in Denmark and the 1932 Olympics in Los Angeles. His successes were numerous, culminating in the historic Hour Record of 1935, setting a new record with 45.090 kilometres.

    World War II ended his sporting career, but it didn’t quell his entrepreneurial spirit and passion for cycling. After hanging up his bicycle, he began producing bicycles at the Celle Ligure factory. After the war, he expanded his production to include tyres and tubulars, creating from scratch companies that today represent global excellence.

    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo by Carol Agostini
    Artimino Estate: UNESCO Heritage Jewel since 2013, photo by Carol Agostini

    The Olmo Family: Continuity and Values

    Annabella Pascale and Francesco Spotorno are the third generation carrying forward Gepin’s legacy, leaving the family with timeless values: the solidity of the family, the importance of work, long-term perspective, and respect for the land as a refuge and source of sustenance.

    Annabella Pascale and Francesco Spotorno, article: Artimino Estate, a jewel of UNESCO Heritage since 2013, photo from the internet
    Annabella Pascale and Francesco Spotorno, article: Artimino Estate, a jewel of UNESCO Heritage since 2013, photo from the internet

    Giuseppe Olmo, known as Gepin, acquired the Artimino Estate in the ’80s, attracted by the love for the Tuscan countryside, the connection with the land, its history, and the beauty of the landscapes. Aware as both a man and an entrepreneur, Gepin understood that no one could ever deprive them of that heritage, while businesses could move elsewhere, and conflicts could compromise production.

    Currently, the Artimino Estate represents not just a residence for the Olmo family, but a place to protect, a treasure to enhance:

    “For us, it’s a great honor and a great responsibility to take care of something so dear to our grandfather and our family. A project aimed at quality and beauty, at the conservation of the territory, at the promotion of a fascinating and rich product, like our wine.”Annabella Pascale, CEO and General Manager

    The new management of the Artimino Estate has outlined a strategic project that includes new protocols for grape processing and, probably, new wines, as well as significant work to enhance the extensive wooded areas and olive groves of the company. Annabella, who firmly believes in the power of the territory and has long been active within the Consortium, hopes that more and more producers in the area will join forces to enhance and promote this small DOCG (Controlled and Guaranteed Denomination of Origin) that has much to offer to the world of oenology.

    Artimino Estate, a jewel of UNESCO Heritage since 2013, photo from the internet by Francesco Spotorno
    Artimino Estate, a jewel of UNESCO Heritage since 2013, photo from the internet by Francesco Spotorno

    In the first 10 years of this new direction, the company has significantly improved the management of the vineyards, focusing on quality, and has achieved significant results in the cellar, producing Carmignano wines that reflect the territory and are of high quality. Now it’s time to aim for new goals through significant investments both in oenology and in viticulture. My family feels the obligation to further grow and highlight the Artimino Estate in its historical role, dating back to the time of Ferdinando de’ Medici.

    It’s also easy to think of Caterina De’ Medici who, becoming queen of France, introduced Cabernet to Carmignano, still called “French grape” today, making it mandatory to regulate the use of this variety from 10% to 20% in the blend. The goal is to further enhance the entire area of Carmignano, according to the idea of Annabella Pascale and her family, “growing the entire region with Artimino, small but of great quality” (the area has one of the highest percentages of awards and recognitions for producers in Italy, demonstrating the potential of the territory).

    Article: Artimino Estate, a jewel of UNESCO Heritage since 2013, photo from the internet by Annabella Pascale
    Article: Artimino Estate, a jewel of UNESCO Heritage since 2013, photo from the internet by Annabella Pascale

    Changes at the Estate

    Starting from 2022, the renowned oenologist Riccardo Cotarella, along with his team, joined the oenological management of Artimino, dedicating his commitment to achieving the most excellent interpretation of wines from a land highly dedicated to viticulture.

    Who is Riccardo Cotarella?

    Riccardo Cotarella has innovated and perfected the role of a global oenologist and flying winemaker, advising numerous wineries worldwide. His approach focuses on the uniqueness of terroir and the individual characteristics of each wine, avoiding uniformity in terms of taste. The “Der Feinschmecker” award celebrates his extraordinary expertise and creative work in the global wine scene.

    As President of Assoenologi and co-president of the Union Internationale des Oenologues, Cotarella is also a producer with Famiglia Cotarella, a company he founded with his brother Renzo and now run by their daughters Dominga, Marta, and Errica. He is considered one of the most influential oenologist consultants not only in Italy but internationally. The “Wine Awards 2023” conferred in Hamburg by “Der Feinschmecker”, a prestigious German food and wine magazine, is a significant acknowledgment of his career and Italian oenology as a whole.

    Cotarella feels honored by the award, considering it an encouragement to further contribute to the world of wine and oenology. He deems it essential to impart knowledge, especially in a period like the present one. He emphasizes the importance of a scientific approach in the industry and is committed to sharing this perspective, particularly with young colleagues. The oenologist underscores the need for rigor and method, combined with passion, to excel in oenological work. In the current harvest, complex due to adverse climatic conditions, Cotarella highlights the importance of meticulous technique in ensuring superior quality grapes that will yield excellent wines.

    At the 2023 Merano WineFestival, the Artimino Estate Masterclass “The Carmignano of Artimino Estate: from the Medici to Champion Giuseppe Olmo”, conducted by Annabella Pascale and journalist Mauro Giacomo Bertolli, vintages in tasting:”

    • Vin Ruspo – Barco Reale di Carmignano DOC Rosato 2022

    The Sangiovese, Cabernet Sauvignon, and Merlot grapes that compose this rosé come from vineyards cultivated on loamy-sandy soils, enriched with good percentages of clay, at an average altitude of 135 meters above sea level.
    During the winemaking process, entirely carried out in steel tanks, the grapes underwent a pre-fermentation maceration of about two hours. Subsequently, the wine was aged on its own noble lees for two months.

    Characterized by a light salmon pink color, the Vin Ruspo 2022 presents a delicate and refined olfactory bouquet rather than intense: it reveals fruity and fresh hints of wild strawberries, red currants, loquat, and yellow peach, accompanied by elegant floral notes of red rose.
    The taste is fresh and lively yet simultaneously soft, with an enveloping and persistent structure, providing a long-lasting gustatory persistence.

    • Ser Biagio – Barco Reale di Carmignano DOC 2022

    The grapes are manually harvested and immediately transported to the cellar for vinification. After crushing, fermentation begins with a long maceration in stainless steel tanks, maintaining the temperature between 25°C and 30°C. During this process, which lasts about 20 days, daily pump-overs and delestage every 3 days are performed.

    The duration of the pump-overs is progressively reduced to avoid excessive extraction of unwanted tannins. Subsequently, the wine matures in steel for 6 months. It presents an intense ruby red color. On the nose, it stands out for its clarity and immediacy. Notes of ripe cherry emerge, accompanied by nuances of sweet spices, followed by hints of wild strawberries and violet. On the palate, it is decisive and characterized, a fresh wine but with evident substance. It concludes in a satisfying way, with delicate tannins.

    • Poggilarca Carmignano DOCG 2020

    This Carmignano DOCG is the result of Sangiovese, Cabernet Sauvignon, and Merlot grapes from vineyards located on slopes at an average altitude of 135 meters above sea level. These soils are characterized by loamy and sandy elements, with a significant presence of clay.

    After fermentation in steel tanks, the wines are aged in wood: Sangiovese matures in 30hl barrels, while the two Bordeaux varieties spend time in new and second-passage barriques.
    Of an intense ruby color, the Poggilarca 2020 opens on the nose with deep and refined notes of cherry, sour cherry, and pomegranate. After a short aeration, floral hints of violet emerge, accompanied by candy, powdered coffee, and a slight trace of vanilla, emphasizing the delicate use of wood. An elegant balsamic note runs through the whole, providing verticality to the bouquet.

    The wine is soft and full, supported by a well-balanced freshness and dense and sweet tannins, still slightly vigorous but pleasant. Despite its austere personality, this Carmignano DOCG surprises for its slender and graceful drinkability, maintaining a rich and complex structure with a long persistence.

    • Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2019

    The Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, and Syrah grapes selected for this Reserve come from vineyards positioned at an average altitude of 110 meters above sea level, cultivated on soils rich in silt and sand, also enriched by a good presence of clay. After vinification in steel, the Grumarello 2019 spent 24 months in large barrels and barriques, where it also completed malolactic fermentation.

    Of an intense ruby color, this Carmignano DOCG Reserve opens with hints of ripe cherry and touches of bitter red citrus, joined by floral notes of violet and light nuances of underbrush; the bouquet enriches with a fascinating selection of spices such as vanilla, black pepper, and licorice.

    On the palate, it appears rich and juicy, with a soft structure and a balanced equilibrium supported by a clear but well-amalgamated freshness and lively, high-quality tannins.
    Overall, the Grumarello 2019 is an agile and dynamic wine to savor, despite its significance, with a persistent closure that invites the next sip, ending with a pleasant mouth finish.

    • Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2012

    Grapes are harvested only when they reach perfect ripeness. Fermentation occurs in temperature-controlled steel containers with a maceration on the skins that lasts for three weeks. Subsequently, the wine matures for two years in Slavonian oak barrels, followed by an additional bottle aging period for a year. The ingredients are simple, as is the recipe, but the excellence of the result is confirmed by the Carmignano Riserva “Grumarello” produced by Tenuta di Artimino.

    This red wine is robust and full of character, perfect for accompanying dishes of red meat or game. It’s ideal for a dinner among friends and is unlikely to disappoint expectations.
    Its color is a beautiful ruby red with slight garnet reflections. Its aromatic bouquet is elegant, with initial notes of wildflowers that give way to a rich presence of black fruit and herbaceous shades. Finally, hints of tobacco, cloves, and leather emerge. On the palate, it’s warm and rightly tannic, robust, and persistent.

    • Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2009

    Like the other two, it’s an intense and deep wine with scents on the nose and palate that captivate; indeed, it enchanted the entire audience at the tasting. Enveloping like few Carmignano Riservas.

    • Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012

    The Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice from Artimino is born from the skillful combination of mainly red berry grapes collected in the Carmignano area, in the province of Prato.
    Clusters of Sangiovese, Canaiolo, and Aleatico, with a touch of Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca Lunga, and San Colombano, are left to dry on reed racks in the vinsantaia for about 4 months. After pressing, the must is placed in caratelli where it ferments and ages for at least 4 years.

    The result is a nectar with an amber yellow color. The intense and complex bouquet offers aromas of dried figs, walnut husk, candied apricot, and almond. On the palate, it’s structured and enveloping, with a perfect balance between minerality, sweetness, and freshness.
    Excellent to accompany chocolate desserts, it pairs well with aged and pit cheeses. It’s superb to be savored slowly while contemplating its aromas.