Eccellenze nel Bicchiere a Terre di Toscana 2024 in Versilia
Di Adriano Guerri
Nei giorni 24 e 25 marzo 2024 a Lido di Camaiore, all’interno degli splendidi saloni dell’Hotel Versilia Lido I Una Esperienze si è svolta con grande soddisfazione sia per i produttori sia per i visitatori la 16°edizione di Terre di Toscana “Eccellenze nel Bicchiere “.
Vi erano presenti oltre 140 espositori provenienti da ogni angolo di Toscana con oltre 700 etichette in degustazione. Questa fantastica kermesse viene ben organizzata da AcquaBuona.it. Come suggerisce il nome l’evento è dedicato totalmente a tutte le denominazioni della regione Toscana. I vini in degustazione erano tutti di eccellente qualità, proporrei un focus sui vini della denominazione “Vernaccia di San Gimignano“, dei 5 produttori presenti. Alcuni cenni su l’enclave, anticipano l’analisi sensoriale dei vini degustati a Lido di Camaiore.
La Vernaccia di San Gimignano è una gemma enologica italiana nella terra dei vini rossi, è stato il primo vino italiano ad ottenere la denominazione di origine controllata nel 1966, seguentemente nasce il Consorzio della Vernaccia che contribuirà fortemente a dare nuovo entusiasmo per la produzione di qualità, conseguendo nel 1993 la meritatissima Docg. San Gimignano è una ridente cittadina che si trova nella parte nord-ovest della provincia di Siena.
Dichiarata dall’ Unesco World Heritage, nota in tutto il globo per le sue torri medievali, che le hanno valso l’epiteto di Manhattan del Medioevo. In questo meraviglioso lembo di Toscana si producono anche ottimi vini rossi, ma la produzione maggiore è riservata alla Vernaccia che da disciplinare si deve realizzare rigorosamente con almeno un 85% dell’ omonimo vitigno. Ciò nonostante, molti produttori optano per l’ ottenimento in purezza. Un vino bianco italiano dotato di una apprezzabile capacità d’ invecchiamento, incentivo convincente per essere prodotto anche nella tipologia ” Riserva“. Un vino che gode di fama planetaria, dovuto alla sempre più crescente riscontro qualitativo.
Ecco i vini:
Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione – Colore giallo paglierino brillante, al naso arrivano sentori di fiori di campo, pesca, susina, cedro e mandorla, al palato è avvolgente ed appagante.
Vernaccia di San Gimignano Riserva Ori 2021 Il Palagione – Di un bel colore giallo giallo dorato luminoso, al naso libera sentori di nettarina, zafferano, mango, papaya, ananas e mandarino, sorso avvolgente, fresco, saporito, armonioso e lunghissimo.
Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi – Bellissima tonalità giallo dorato, al naso sprigiona sentori di banana, melone, ananas, lime, e vaniglia, gusto saporito e dinamico, rinfrescante ed ammaliante.
Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani– Colore Giallo paglierino con riflessi dorati , emana note di fiori di montagna, mela golden, pompelmo e pietra focaia, la freschezza stimola il sapido sorso e rimane in bocca a lungo.
Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara – Color giallo paglierino con sfumature oro, rivela sentori di pera, mela, pesca con nuances agrumate e speziate, al gusto è piacevolmente fresco, coerente, pieno e duraturo.
Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea – Colore giallo paglierino luminoso, al naso rimanda note di, pera, melone erbe aromatiche e una piacevole scia agrumata, il sorso è vibrante, sapido e decisamente persistente.
Terza tappa del mio viaggio in Champagne alla maison di Champagne Canard-Duchêne
Di Elsa Leandri
Verde e oro sono i due colori, il cui accostamento trasmette immediatamente regalità, che rappresentano questa azienda. Forse non è tra le cantine maggiormente conosciute in Italia ma il suo nome e le sue etichette sono sempre presenti in Francia dai supermercati alle enoteche fino a diventare proprio quest’anno, nel 2024, il fornitore ufficiale dell’Académie des Arts et Techniques du Cinéma: si tratta di Canard-Duchêne.
Storia
La storia di questa cantina nasce, nel 1868, dall’unione di Léonie Duchêne, figlia di viticoltore, e di Victor Canard, fabbricante di botti, nel cuore del parco naturale della Montagne de Reims a Ludes, uno dei 44 villaggi classificati come Premier Cru della Champagne.
I proprietari particolarmente attenti alle dinamiche del mercato vedono, non a torto, un potenziale cliente nella Russia.
Lo zar Nicola II diventa, infatti, un grande estimatore dello champagne prodotto da questa Maison e in suo omaggio viene introdotto nello stemma di Canard Duchêne l’aquila bicipite, blasone della famiglia Romanov, accanto alla sciabola che rievoca invece gli ussari di Napoleone i quali avevano l’abitudine di sciabolare le bottiglie di champagne in occasione delle vittorie.
La nostra guida Isabel, una brasiliana che si è trasferita in Champagne, ci conduce nel dedalo delle cantine sotterranee che sono state scavate a mano nella craie e che si estendono per 6 chilometri ad una profondità che varia da 12 a 38 metri.
Durante il percorso riviviamo oltre ai vari step del processo produttivo anche la fastosità del Château de Ludes, il castello che si ergeva anticamente laddove si trova l’attuale proprietà e che è stato distrutto durante le due guerre mondiali. Quello che ne rimane sono unicamente le cantine abbellite oggi da incantevoli vetrate dell’antica cappella che sono state restaurate dall’Atelier dei mastri-vetrai Simon-Marq e che vigilano sui nostri passi.
Rimaniamo sempre estasiati e affascinati da quelle stanze in cui vengono custodite le bottiglie sur lattes e quelle più vecchie sur pointe proprio per evitare l’eccessivo contatto tra i lieviti e il volume liquido in modo da custodire quanto più possibile gli aromi imprigionati.
Riemergiamo dalle cantine e ci accomodiamo in sala degustazione concentrando la nostra attenzione alle cuvée e ai millesimi che hanno visto fino ad oggi la luce grazie alle sapienti mani dello chef de caveLaurent Fédou, il quale, avendo ormai raggiunto l’età della pensione, lascerà il passo nel 2025 a Cynthia Fossier.
Degustazione
Charles VII – Blanc de Blancs– 100% Chardonnay- 30% vins de réserve- 6g/L
Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Impatto olfattivo floreale su ricordi di gelsomino e di mughetto accompagnato da sentori di pesca gialla, pera e da un delicato finale agrumato di scorza di pompelmo. L’avvolgenza del cavo orale è dinamicizzata dal formicolio dell’effervescenza e dall’elegante chiusura sapida.
Millésime 2015 – 35% Pinot Nero, 35% Chardonnay, 30% Meunier- 7g/L
Giallo paglierino vivace con riflessi verdolini. Rimandi di albicocca e di bergamotto si accostano alle note di pasticceria e di burro. Regala al sorso un’ampiezza sublime che si dissolve lentamente su echi di zest di limone.
Cuvée Léonie – 50% Pinot Nero, 30% Meunier, 20% Chardonnay- 35% vins de réserve- 7g/L
Il nome di questo champagne, come è facilmente intuibile, è un omaggio alla co-fondatrice.
Giallo verdolino vivace con un’effervescenza continua. Si declina su frutti di bosco come lampone e ciliegia arricchiti da mango e da effluvi di anice stellato e di vaniglia anticipando un sorso incentrato sulla gourmandise e dotato di un’elevata lunghezza.
Charles VII – Blanc de Noirs – 100% Pinot Nero- 50% vins de réserve di cui 25% metodo solera- 7g/L
Paglierino con riflessi ramati con treni di bolle numerosi e continui. Kumquat, scorza di arancia e mirabelle sono i protagonisti a livello olfattivo che vengono impreziositi da brezze di tabacco e caffè. Attraente in bocca per l’entrata ampia e fruttata ravvivata dalla freschezza e dalla sapidità su rimandi di liquirizia.
V Vintage 2012 – Blanc de Noirs – 70% Pinot Nero, 30% Meunier- Pas Dosé
Il nome di questo Champagne vuole omaggiare, invece, il co-fondatore della cantina Victor Canard.
Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Susina gialla, mela cotogna, pesca tabacchiera, eleganti soffi di sottobosco e caffè tostato guidano verso un sorso elegante dettato dalla freschezza e dalla verticalità di bocca sorretta da un’effervescenza delicata. Lungo finale di lampone.
Grandi emozioni giovedì 29 febbraio al Teatro dei Marsi di Avezzano con lo spettacolo “A Teatro con Gusto”, di e con Corrado Oddi.
Di Marina Denegri
L’evento, inserito nel cartellone della stagione di prosa 2023-2024, ha riempito il teatro al massimo della sua capienza e riscosso lunghissimi applausi e una standing ovation finale.
Corrado Oddi, alternando sul palcoscenico momenti di leggerezza e di divertimento a spunti di riflessione, ha dimostrato tutta la sua capacità di connettersi emotivamente con il pubblico. Trascinando gli spettatori nella sua arte, incantandoli e facendo vivere loro un’esperienza immersiva ed esclusiva. Infondendo loro la voglia di continuare ad ascoltarlo anche dopo novanta minuti di live.
Musica, teatro e cibo sono stati il mix perfetto di una serata che si é aperta con l’interpretazione da parte di Oddi di un lungo ed intenso monologo incentrato sul rapporto che gli italiani hanno con il cibo. O, per meglio dire, sull’”atto del mangiare”. Dopo é stato dato spazio al cooking show della raffinata chef Letizia Cucchiella, che, durante l’intervallo, ha deliziato il palato dei presenti con una “pizzella” da lei stessa preparata con farina di solina e marmellata di bacche di sambuco.
Un prodotto tipico abruzzese, accompagnato per l’occasione da una degustazione di vini della storica Cantina del Fucino. in grado di far rivivere i sapori di una volta e tutto il gusto della tradizione. D’altronde, lo scopo di “A Teatro con Gusto”, oltre a quello di promuovere la cultura eno-gastronomica italiana attraverso il veicolo teatrale, é anche quello di far riscoprire antiche ricette tradizionali e di raccontare il territorio e l’identità culturale dei suoi abitanti. In chiusura di spettacolo Corrado Oddi ha letto e interpretato, in chiave comica ed ironica, alcune poesie e sonetti a tema di Trilussa e Giuseppe Gioacchino Belli.
Sul palco l’attore é stato accompagnato dalle note virtuose della fisarmonica e della chitarra di Fabio Orfanelli e dalla voce suadente di Emanuela Vitale. L’evento ha visto la partecipazione straordinaria di Sandro Scapicchio, artista a 360 gradi che ha calcato molti palcoscenici d’Italia.
Montepulciano – Podere Casa al Vento: le sfide enologiche per il futuro tra territorialità e diversità
Di Cristina Santini
In occasione dell’anteprima del Vino Nobile, la nostra redazione ha visitato Podere Casa al Vento, Azienda agricola vitivinicola e olearia a conduzione familiare, situata a Sant’Albino, a soli 5 km da Montepulciano, immersa tra le verdi colline della Val di Chiana e della Val D’Orcia.
Qui, tra vigneti e uliveti, gli ospiti possono godere anche di sistemazioni a ristorazione indipendente, arredate in stile rustico e dotate di ogni confort.
La visione è ben definita: radici profonde nel passato, ma uno sguardo fiducioso verso il futuro che bilancia tradizione e innovazione, creando un terreno fertile per la crescita, obiettivo fondamentale per questa realtà che punta ad aumentare la produzione nei prossimi cinque anni, con il conseguente investimento sulla cantina, per un mercato non solo territoriale.
Dei sette ettari vitati complessivi condotti in regime biologico, cinque sono attualmente in produzione, mentre due sono stati acquisiti nel 2021 ed entreranno in produzione l’anno prossimo. Un passo positivo per un nuovo traguardo.
Nel 2023, sono stati piantati mille ulivi tra le varietà Leccino e Frantoio, che si affiancano ai 250 ulivi più vecchi, inclusi quelli di Pendolino e Moraiolo. Questo ampliamento contribuirà a una produzione di olio più grande.
Il Vino Nobile di Montepulciano ha rappresentato una ricca ed emozionante esperienza gustativa, racchiusa nel territorio, nella cultura e nella passione di questa terra ed è indubbiamente il re di queste zone. E’ nato su questi colli che circondano la patria del poeta Poliziano, ma non è il solo e unico elemento in gioco.
Su un terreno prevalentemente argilloso limoso, fertile e ricco di humus, accanto ai cinque cloni di Sangiovese e Canaiolo Nero che coprono quattro ettari totali, negli ultimi anni sono state messe a dimora varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Syrah, Pinot Nero che hanno trovato il loro habitat ideale.
Questa diversità ha consentito e consente di sperimentare e creare vini unici, uscendo anche dal classicismo, a patto che non si corra per arrivare sul mercato, altrimenti si rischierebbe di perdere quell’essenza speciale. L’unicità richiede tempo.
Il Cabernet Sauvignon che ha dato vita a Brutus dal 2017 è sicuramente una vittoria degna di nota. Tuttavia essendo piantato da pochi anni, il Pinot Nero richiederà ancora un po’ di pazienza prima di poterlo assaporare.
La cura e l’attenzione dedicate alla vigna si ripagano nella qualità del vino che abbiamo degustato. La raccolta manuale delle uve è un processo laborioso ma essenziale. Dopo la vinificazione, il mosto viene fatto affinare in botti di rovere di grande capacità raggiungendo complessità e carattere durante il periodo di invecchiamento. L’uso del metodo biologico e di lotta integrata, come per esempio il sistema della confusione sessuale, contribuiscono non solo al rispetto della natura, tema fondamentale, ma anche a produrre uve sane e a creare vini molto apprezzati.
La produzione attuale si aggira intorno alle 10000 bottiglie a fronte di un potenziale di circa 20000, limitata oggi a 4 etichette:
Rosso di Montepulciano Doc 2019, Sangiovese in purezza affinato in acciaio.
Il Rosso di Montepulciano, in questi ultimi anni, sorprende e continua a guadagnare popolarità affiancando con devozione il Nobile. Il suo colore rosso rubino trasparente con iniziali riflessi granati ai bordi è affascinante, e la verticalità delle spezie con un tocco di peperoncino dolce suona intrigante.
Nonostante i 14,9 gradi, morbidezza e alcolicità sono ben bilanciate, rendendolo un piacere da bere anche come aperitivo. I tannini setosi e la lunghezza persistente suggeriscono che sia un vino da invecchiare. Inoltre, il palato pulito e ampio con note di tabacco, cacao e liquirizia leggera lo rendono ancora più interessante.
E’ come un racconto avvincente, che si svela a ogni sorso, regalando emozioni e nuovi piaceri sensoriali.
Nobile di Montepulciano Docg 2018, Sangiovese in purezza che esce quest’anno sul mercato, 24 mesi di affinamento in botti di rovere francese da 20 hl.
La freschezza dell’anguria si fonde con la nota balsamica mentolata, le ciliegie, immerse nel loro liquore, rilasciano una dolcezza intensa e fruttata, come la sensazione ferrosa conferisce profondità e persistenza. Un tocco di asprezza e rugosità dovuta ai tannini non permette ancora la sua massima esternazione.
Il sorso è godibile, nonostante la giovane età e una sinfonia di sapori danzano al gusto come l’essenzialità del cacao. L’acidità vivace si sposa con la freschezza fruttata, creando un equilibrio armonioso. Il sapore spedito, centrale, persiste a lungo nella bocca poi così ampia come un viaggio senza fine.
E’ un giovane guerriero, pronto a conquistare il mondo.
Nobile di Montepulciano Riserva Docg 2016, 100% Sangiovese affinato per 36 mesi in botti di rovere francese e 6 mesi in bottiglia. Imbottigliato nel 2020 e ancora non in commercio.
Intenso e limpido il suo colore rosso rubino dai riflessi granati che evoca calore, profondità e maturità. Il profumo è raffinato e piacevole, ricco di frutto rosso maturo, con sentori leggermente speziati e delicati sbuffi erbacei. Freschezza e piacevolezza di beva sono le sue caratteristiche che assieme ad una struttura tannica sono come un poema in sospeso, un quadro incompleto che attende ancora il suo ultimo pennello. Un vino coinvolgente che deve trovare la sua pienezza e invecchiare ulteriormente. In generale, sembra abbia potenziale e stia evolvendo nella giusta direzione.
Nobile di Montepulciano Riserva Docg 2015
Completamente diverso dall’annata precedente, questa ottima Riserva offre una ciliegia sotto spirito, una speziatura dolce, sfumature più evolute di cuoio e cioccolato nero. L’equilibrio è notevole, con tannini integrati e una persistenza significativa e duratura. L’acidità è ben bilanciata, rendendo questo vino molto elegante, maturo e pronto per essere gustato. Questo calice ci ricorda Caravaggio quando nel suo “Bacco” cattura l’intensità e la sensualità del momento, rendendo il vino parte integrante dell’opera.
Brutus Toscana Igt 2019, Cabernet Sauvignon invecchiato 24 mesi in botti di rovere francese da 20 hl.
Il suo colore rubino profondo promette una ricchezza sensoriale che si rivela nel bouquet aromatico. Le note di violetta e garofano danzano insieme ai frutti rossi maturi, come il ribes nero e le prugne. L’affinamento in legno dona un leggero tocco di vaniglia, mentre il pepe nero e le erbe speziate aggiungono complessità.
In bocca, i sapori della frutta rossa si fondono con accenni di cioccolato fondente e tabacco, creando un’esperienza gustativa avvolgente e persistente. Tuttavia, i tannini ancora verdi suggeriscono che questo vino non è ancora pronto per la sua massima espressione. Il tempo è galantuomo e rivelerà tutta la sua bellezza.
Brutus Tuscany Igt 2018, Cabernet Sauvignon affinato 12 mesi in botti di rovere francese da 20 hl.
La descrizione di questo vino evoca un quadro sensoriale intrigante e sofisticato che intreccia profumi fruttati di prugna, combinata ad un dattero succoso avvolto in una brezza fresca di menta. Sensazioni più evolute di tabacco e una nota eterea di goudron chiudono il sorso in un finale memorabile. L’annata 2018 sembra essere un vero capolavoro, con acidità elevata, complessità e un carattere avvolgente, superando addirittura la grande annata 2019. La sua struttura tannica potente e la sensazione di pulizia al palato la rendono davvero ammaliante e poliedrica.
Lo scorso 19 febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze è andata in scena l’Anteprima dei vini di Toscana provenienti da areali e consorzi più piccoli riuniti in un’unica Kermesse.
La degustazione era rivolta alla stampa nazionale ed internazionale, dalle ore 9:00 alle 14:00 e dalle 14:00 alle 19:00 anche a operatori del settore e winelover, vi erano vini delle DOP e IGP:
Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana.
È dell’enclave di Suvereto che vogliamo condividere le nostre impressioni sui vini degustati, alcuni cenni della denominazione anticipano le note di degustazione.
L’areale della denominazione Suvereto si trova in Val di Cornia in provincia di Livorno, contermine con la provincia di Grosseto a sud, a poca distanza dal mare. Siamo sulla Costa degli Etruschi ed in Maremma Toscana.
La produzione di vini è estesa a tutto il comune di Suvereto. La docg è nata nel 2011 dalla sottozona Val di Cornia Doc, da allora è possibile produrre vini con etichetta Docg Suvereto.
Quattro sono le tipologie: Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot e Suvereto Cabernet Sauvignon. I vitigni che danno origine a questo singolare vino sono il Cabernet Sauvignon, il Merlot ed il Sangiovese, tuttavia, tra i filari si trovano anche altri vitigni autoctoni e alloctoni sia bianchi che rossi. I terreni sono in prevalenza argillosi e sabbiosi ed anche ricchi di limo.
In questo meraviglioso lembo di Toscana, a due passi dal Mar Tirreno e a poca distanza dalle colline Metallifere con una vicinanza all’Isola d’ Elba, beneficia di buona ventilazione, un toccasana per le piante e di buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, la vite ha trovato un habitat ideale ed è capace di dare origine a vini di elevata qualità. Le rese per ettaro nei vigneti sono molto basse. Il suggestivo Borgo é di origine medievale e nel punto più alto ci sono i ruderi dell’antica Rocca Aldobrandesca.
La Rocca porta il nome dell’antica famiglia comitale degli Aldobrandeschi. Suvereto, inoltre, fa parte del circuito de ”I Borghi più belli d’Italia”. Ma, ora passiamo all’analisi sensoriale di alcuni vini che mi hanno maggiormente colpito.
Bulichella Suvereto Docg Coldipietrrosse 2018 – Cabernet Sauvignon 70%, Merlot 20 % e Petit Verdot 10% – Rosso rubino vivace, rilascia note di ribes, mirtillo, fragola, tabacco e polvere di cacao, buona e setosa la trama tannica e la lunga persistenza aromatica.
Macchion dei Lupi Costa Toscana Merlot Igt 2016 – Merlot 100% – Rosso rubino profondo, si percepiscono netti sentori di confettura di frutti di bosco, resina, spezie orientali e eucalipto, sorso articolato, ricco e di buona struttura.
Sito di riferimento: www.info@macchiondeilupi.it
Petra Toscana Merlot Igt Quercegobbe 2021 – Merlot 100% – Rosso rubino scuro, libera sentori di amarena, cassis, erbe aromatiche, e macchia mediterranea, sorso fresco ed appagante con finale duraturo.
Sito di riferimento: www.petrawine.it
Petricci Del Pianta Suvereto Sangiovese Docg Buca di Cleonte 2020 – Sangiovese 100% – Rosso rubino trasparente e consistente, rimanda note di rosa, ciliegia, prugna, bacche di ginepro e tabacco, gusto avvolgente e generoso.
Sito di riferimento: www.petriccidelpianta.it
Renis Toscana Rosso Igt Renis 2021 – Syrah 100% – Rosso rubino impenetrabile, sprigiona note di mora, mirtillo, prugna e liquirizia, sorso fresco, accattivante e durevole.
Sito di riferimento: www.renis.it
San Rocco Costa Toscana Syrah Igt San Rocco 19 2021 – Syrah 100% – Rosso rubino profondo, dipana sentori di violetta, amarena, ribes e pepe nero, al palato è setoso e armonioso, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: www.agriturismosanrocco.it
Tenuta La Batistina Costa Toscana Rosso Igt Nero Galestro 2021 – Merlot 60%, Cabernet Franc 30% e Malbech 10% – Rosso rubino vivace, rivela note di marasca, frutti di bosco, tamarindo e macchia mediterranea, sorso sapido, leggiadro e decisamente lungo.
Sito di riferimento: www.tenutalabatistina.it
Tua Rita Toscana Sangiovese Igt Perlato del Bosco Rosso 2021 – Sangiovese 100% – Rosso rubino intenso, emana sentori di violacciocca, una cascata di frutta rossa, sottobosco e ginepro, sorso vibrante, avvolgente e durevole.
Elsa Leandri e i suoi viaggi alla scoperta delle bollicine francesi
Di Elsa Leandri
Percorrendo la statale che collega Reims a Epernay si vede da lontano, ad indicarci la via, l’emblematico faro di Verzenay, attualmente sede del Museo della Vite. Oggi, in questa giornata piovosa, siamo proprio diretti in questo villaggio della Montagne de Reims, che fa parte dei 17 Grand Cru della Champagne.
Come in tutti i paesi della zona non mancano le indicazioni stradali di molte cantine di vigneron. Se a volte è bello lasciarsi guidare dall’istinto questa volta ci siamo organizzati e andiamo a colpo sicuro da Frédérique et Cédric Lahémade, i proprietari di Champagne Jean-Claude Mouzon.
Quando arriviamo c’è un piccolo gruppo di turisti anglofoni che sta ultimando gli assaggi e gli acquisti tra risate e sorrisi ed il tutto ci mette di buonumore. È Cédric, impegnato fino ad ora nella filtrazione delle ultime cuvée, che ci guiderà nella visita della cantina.
Appena arriva il suo sorriso ci conquista e traspare immediatamente la sua gentilezza. Inizia subito a raccontarci come questo progetto di amore e di vita sia nato su un tatami, in quanto è proprio a lezione di arte marziale che ha conosciuto sua moglie Frédérique.
La maison, a conduzione familiare, è stata fondata all’inizio degli anni 80 da Jean Claude Mouzon, suocero di Cédric, ed è dal 2002 che sono subentrati i coniugi Lahémade diventando custodi e in parte innovando quello che è stato loro tramandato. Ad ora sono proprietari di 4 ettari suddivisi in 45 piccole parcelle impiantate a Chardonnay e Pinot Nero e localizzate nei comuni di Verzenay, Verzy, Beaumont-sur-Vesle e Mailly–Champagne.
La loro produzione annuale conta circa 20000 bottiglie di cui la metà è destinata all’export verso USA, Danimarca, Italia ma anche Giappone e, come spesso è consuetudine per i piccoli vigneron, una parte della loro uva viene venduta alle grandi maison di Champagne quali Krug e Bollinger.
Nella cantina oltre alle immancabili cuvée inox ci colpisce la presenza di 6 tonneau destinati alla produzione dello champagne “Les Déliés”.
Queste botti sono prodotte, per rimarcare il legame con il territorio della Montagne de Reims, con le querce locali di Verzy dalla Tonnellerie de Champagne di cui vi invitiamo a leggere l’articolo dedicato se non lo avete già fatto.
Quando si pensa a quest’altro villaggio Grand Cru, istantaneamente viene fatta l’associazione di idee con i Faux de Verzy, alberi unici (faggi principalmente, ma anche querce e castagni) che hanno subito una mutazione genetica spontanea, ancora inspiegata da un punto di vista scientifico, e che presentano dei rami tortuosi e contorti il cui fascino viene magistralmente catturato dal fotografo Emmanuel Goulet (https://www.instagram.com/manugoulet/?hl=fr).
Piccola chicca della visita è la parte finale in cui ci mostra la zona in cui vengono custodite le vecchie annate sotto l’occhio vigile di Dom Mouzon.
Candeur D’Esprit Blanc de Blancs (100% Chardonnay. 50% vendemmia 2019 e 50% vin de réserve, 5g/L)
La freschezza dei fiori bianchi viene accompagnata dai sentori di pompelmo e di mandarino. Effluvi di zenzero in chiusura. In bocca il sorso è verticale e si allunga con una mineralità che rievoca il kumquat.
Reverse (50% Chardonnay-50% Pinot Nero. 40% vendemmia base 2021 e 60% vin de réserve, 5 g/L)
È impossibile non notare l’elevata percentuale dei vini di riserva tant’è che come ci fa notare Cédric il nome Reverse altro non è che l’anagramma di Réserve.
La frutta si declina dalla pesca, alla mela renetta, alla carambola con una delicata nota floreale di biancospino. Lievi ricordi di polvere di caffè. Avvolgente in bocca conquista per la sua chiusura di cedro candito e per la sua freschezza.
Et sans ciel?
(65% Pinot Nero- 30% Chardonnay- 5% Meunier vendemmia base 2021 e 25-30% vin de réserve, 5g/L)
Et sans ciel…la cui pronuncia in francese rimanda a “Essentiel” (essenziale) proprio come vuole essere.
Menta limone, lemongrass, gelsomino, mughetto, pompelmo si intrecciano alla viennoiserie anticipando un sorso che verte inizialmente sulla verticalità per poi espandersi su echi di nocciola tostata.
Grand Bouquin
(70% Pinot Nero- 30% Chardonnay 20-25% vin de réserve, 5g/L)
Il nome è un omaggio al paese di Verzenay essendo composto da Grand, che rimanda al fatto di essere tra i 17 Grand Cru della Champagne, e Bouquin, che indica il nome con cui vengono chiamati i suoi abitanti. La traduzione letterale è anche Grosso Libro e questo nome gli si addice pienamente essendo uno champagne dalle mille sfaccettature che si svela gradualmente con rimandi di pesca di vigna, lampone, fragola di bosco e ribes rosso, di pasticceria, pasta di mandorle, tiglio e acacia. L’entrata orizzontale seducente invoglia ed è ravvivata da una freschezza di piccola frutta rossa.
Virdunacus 2015 (80% Pinot Nero- 20% Chardonnay, extra brut, 3g/L)
Di questo millesimo sono state prodotte volutamente unicamente 2015 bottiglie. Il nome che significa “verdeggiante” ci rimanda all’etimologia romana di Verzenay.
Mela cotogna e pesca gialla si esprimono su un attraente sfondo di mandorla e nocciola tostate e di caffè. Avvolgente e sinuoso al palato si dissolve lentamente lasciando una reminiscenza di liquirizia.
Le Déliés 2007 (100% Pinot Nero) e Le Déliés 2013 (100% Chardonnay)
Prima di riportare le degustazioni di questi ultimi vini è necessario fare un approfondimento su questa etichetta. La sua prima produzione risale a venti anni fa ed ogni anno viene effettuata con il vitigno che maggiormente si è espresso in quella annata proveniente da una sola parcella: ad oggi infatti contiamo dieci Le Déliés a base Chardonnay e dieci a base Pinot Nero.
Un vitigno, una parcella, un’annata: il tutto per racchiudere la massima espressione di quel particolare anno.
Il vino viene vinificato nei tonneau per un anno dopodiché effettua l’affinamento sur lie sempre in legno per undici anni.
Les Déliés 2007
Ampio ed elegante sotto il profilo olfattivo: pesca nettarina, fragolina di bosco, ciliegia, burro, panna, pasticceria, caffè, cioccolato al latte, burro di arachidi e liquirizia. I profumi si declinano a mano a mano che la temperatura si scalda nel bicchiere regalandoci un’esperienza indelebile. Importante e distintiva l’entrata in bocca che seduce complice un’elevata persistenza su echi di marmellata di agrumi.
Les Déliés 2013
Bouquet di fiori bianchi, ananas, mango, mandarino cinese, fieno, cedro candito e un soffio di pepe bianco ci introducono a un sorso avvolgente e confortante con un affascinante finale di sapidità agrumata.
Con questi ultimi assaggi a malincuore lasciamo Cédric e Frédérique con la promessa di andarli a trovare nuovamente non appena sarà possibile.
In Champagne e le Tonnellerie francesi di Hermonville
Di Elsa Leandri
Tutti quelli che parlano di vino spesso sono talmente concentrati a valutare il prodotto nel calice che si accontentano (erroneamente) di ricevere delle informazioni (come recipiente usato per affinamento o maturazione) finalizzate unicamente alla valutazione del campione. Ma se incominciassimo a chiederci che tipo di legno è stato usato, qual è la dimensione del contenitore o quale tostatura è stata effettuata saremmo spinti ad approfondire l’argomento al punto d’andare a visitare una Tonnellerie.
Pensando alle botti vengono in mente immediatamente quelle, maggiormente diffuse, ottenute da rovere americano e da rovere francese, anche se sappiamo che possono essere utilizzate altre tipologie di legno come quello di acacia o di castagno, giusto per citarne alcune.
La curiosità ci ha spinto fino in Champagne (l’amore per questa regione è atavico) a visitare una delle cento Tonnellerie francesi, la Tonnellerie de Champagne Ardenne che si trova a Hermonville a Nord-Ovest di Reims la quale vanta due certificati: uno il PEFC (Programme de reconnaissance des certifications forestières) che identifica la gestione sostenibile delle foreste e l’altro è l’EPV (Entreprise du Patrimoine Vivant) che racchiude le imprese francesi che si distinguono per il loro savoir faire.
A farci da Cicerone è stato Jérôme Viard, che ha fondato questa impresa nel 1998 e che ci ha accompagnato lungo il percorso che il legno subisce per venir trasformato da albero in barrique o in botti di grandi dimensioni.
Il primo lavoro che viene effettuato è quello di Jérôme Fournaise, il merrandier, che si occupa di selezionare in foresta le querce (unicamente della specie sessile o peduncolata), la cui età può essere compresa tra gli 80 e i 250 anni, tenendo comunque conto che è ideale che il diametro sia di almeno 40 cm.
Come per la vite anche per gli alberi il terreno in cui crescono dona e offre determinate caratteristiche: nel caso specifico della Tonnellerie di Champagne, che opera principalmente nei boschi della Champagne Ardenne, si può passare da un terreno limoso-argilloso nella Montagne de Reims con dei sentori più incisivi a un terreno ricco di gaize (roccia sedimentaria composta di silice) che verterà invece su note più eleganti.
Una volta selezionato l’albero questo viene trasportato alla tonnellerie dove viene segato (per ottenere botti di grandi dimensioni) o spaccato ( nel caso di barrique o tonneau) a seconda della grandezza del recipiente che si vuole ottenere: questo processo determina comunque una perdita di materiale tra il 70-80%, in quanto si devono considerare unicamente le sezioni in cui i raggi midollari hanno un andamento orizzontale.
In caso contrario, infatti, avremmo un prodotto ad elevata permeabilità con conseguente fuoriuscita del liquido e con un elevato passaggio di ossigeno all’interno del recipiente che determinerebbe quindi un carattere ossidativo non ricercato.
Le doghe ottenute vengono poste all’aria aperta per minimo 3 anni, in modo che la pioggia ne lavi via la clorofilla e i tannini verdi e che il vento e il sole essicchino il legno. Trascorso questo periodo sono lavorate in modo da ottenere una configurazione bombata verso l’esterno e concava verso l’interno e successivamente sono allineate le une a fianco alle altre per andare a costituire la botte; la loro posizione viene assicurata da un cerchio di metallo.Si procede quindi al riscaldamento della struttura a 180°C così da far in modo che il legno riesca a curvarsi e che quindi sia flessibile così da ottenere la classica forma curvilinea.
Lo step successivo prevede la tostatura della botte. Questo è il momento più importante e più delicato in quanto, in questa fase, i sentori presenti nel legno si modificano e saranno quelli che caratterizzeranno il vino: se la tostatura è veloce saranno presenti marcatamente i classici richiami associati all’uso del legno come vaniglia, noce di cocco, spezie, mentre se il processo viene effettuato per un periodo di tempo più lungo a temperature controllate oltre a degradare i tannini del legno si avrà anche una modifica dei sentori presenti ottenendo in tal modo delle note più evolute come quelle di pasticceria, panificazione, caffè, caramello, cacao. Jérôme predilige delle tostature lente e a basse temperature proprio per far in modo che il legno accompagni il vino e che non lo sovrasti.
A questo punto si mettono le teste della botte (che non sono tostate) e tra un asse di legno e l’altro per garantire un perfetto isolamento viene messo del giunco. Si effettua quindi un foro (cocchiume) dal diametro di 4 a 6 cm e eventualmente può essere fatto un foro più piccolo sul fondo in cui viene applicato un rubinetto.
Si capisce quindi che l’uso di un particolare legno, la sua dimensione e la tostatura modificano nettamente le percezioni che possiamo poi ritrovare nel calice, rendendo così ogni assaggio unico nel suo genere.
Jérôme ci ha fatto degustare per concludere la visita tre champagne in cui sono state utilizzate botti di dimensioni diverse per poterne apprezzare la differenza.
Champagne A&J. Demière Lysandre collection 2018 – 100% Meunier botte nuova da 1000L. I classici sentori di pera e mela cotogna sono accompagnati dalle note di miele di acacia e di brioche con un finale di agrume candito. In bocca offre un sorso elegante e seducente.
Champagne Guy de Chassey Blanc de Noirs Ecrin 2 2017 – 100% Pinot Noir botte nuova da 205L. I ricordi di mandarino e di lampone sono accarezzati da effluvi di scorza di cedro. Entrata diretta e minerale. Lascia lentamente il cavo orale su echi di kumquat.
Alain Bernard Blanc de Noirs – 100% Pinot Noir botte di 600L. Impatto olfattivo speziato in cui la liquirizia e l’anice stellato si intrecciano al frutto. Potente e gourmand al contempo con un finale dettato dalla mineralità.
Tre assaggi completamente differenti l’uno dall’altro nei quali si può apprezzare la manodopera del viticoltore che si intreccia alla maestria della Tonnellerie: entrambi hanno un unico obiettivo fare in modo che il calice seduca, conquisti e crei un ricordo indelebile!
Domani prende il via Beer&Food Attraction: le filiere dell’Eating Out si riuniscono a Rimini
Redazione – Carol Agostini
Le migliori birre italiane e internazionali, insieme ai soft drink e alla crescente tendenza del mondo della Mixology, si uniscono alle proposte alimentari che rispecchiano le nuove esperienze di consumo al di fuori di casa, dal fast casual dining al gourmet. Questo è BeerandFood Attraction – The Eating Out Experience Show, il salone organizzato da Italian Exhibition Group (IEG), giunto alla sua nona edizione, che da domani, 18 febbraio, fino a martedì 20, animerà la fiera di Rimini in contemporanea con la sesta edizione di BBTech Expo e la tredicesima edizione dell’International Horeca Meeting di Italgrob.
Con più di 600 marchi espositori provenienti da 16 Paesi e dislocati in 14 padiglioni, questa edizione si conferma sempre più internazionale, grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Agenzia ICE e il network dei regional advisor di Italian Exhibition Group. La cerimonia di apertura, prevista per domani alle 11:30 presso l’Horeca Arena, vedrà la partecipazione del Ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, insieme a rappresentanti di varie istituzioni e organizzazioni del settore.
Le arene che caratterizzano BeerandFood Attraction sono cinque, con l’aggiunta del Distretto dell’Innovazione. Oltre all’Horeca Arena, dove si svolge l’International Horeca Meeting di Italgrob, ci sono la BeerandTech Arena, il Mixology Circus, la Fic Arena e la Pizza Arena, ognuna dedicata a aspetti specifici del mondo dell’alimentazione e delle bevande.
BeerandFood Attraction rappresenta un importante punto di incontro per le filiere dell’Eating Out. Oltre alla birra, che ha registrato un valore di 10,2 miliardi di euro e generato 124mila posti di lavoro, l’evento offre uno sguardo sul settore del quick service restaurant, che ha registrato un aumento del 6,9% nel 2023. Inoltre, sono previste discussioni e presentazioni sui nuovi trend nel consumo alimentare fuori casa e sulle tendenze nel settore delle bevande, tra cui l’aumento delle acque analcoliche ‘sugar free’.
BeerandFood Attraction è organizzata da Italian Exhibition Group SpA ed è giunta alla sua nona edizione, con periodicità annuale. Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito ufficiale dell’evento: https://www.beerandfoodattraction.it/.
Per contatti stampa:
Responsabile delle relazioni con i media e della comunicazione aziendale: Elisabetta Vitali Responsabile dell’ufficio stampa: Marco Forcellini Coordinatore dell’ufficio stampa internazionale: Silvia Giorgi Email: media@iegexpo.it
Agenzia media di BeerandFood Attraction-BBTECH EXPO: Mind The Pop Contatti: Martina Vacca, Fabrizio Raimondi, Stefano Chiossi Email: martina@mindthepop.it Telefono: +39 339 748 4994 (Martina Vacca), +39 335 389 848 (Fabrizio Raimondi), +39 388 739 4358 (Stefano Chiossi)
Il presente articolo contiene previsioni e stime che riflettono le opinioni attuali del management riguardo alle performance future, agli investimenti e alla struttura finanziaria. I risultati effettivi possono variare significativamente in base a una serie di fattori, tra cui l’andamento dei mercati, le condizioni economiche generali e i cambiamenti normativi.
Cesena in bolla, trionfo alle bollicine italiane e straniere 2024
Di Carol Agostini
L’evento “Cesena in Bolla, Non solo bollicine”, dedicato alle migliori spumanti Metodo Classico italiani e stranieri, si è svolto con successo il 12 e 13 febbraio presso i padiglioni di Pieve sestina della Cesena Fiera. Rivolto ai professionisti del settore, agli appassionati di vino e ai sommelier, la manifestazione ha offerto l’opportunità di degustare una vasta selezione di spumanti provenienti da 156 cantine e rappresentati da circa 900 etichette.
Le bollicine in mostra includevano pregiati vini provenienti da territori italiani noti per la produzione di spumanti come Franciacorta, Trento Doc, Oltrepò Pavese e Alta Langa, insieme a una varietà di Champagne, Cremant e Cava provenienti dall’estero. Oltre alle spumanti, i visitatori hanno avuto l’occasione di assaggiare grandi vini rossi e bianchi, accompagnati da proposte culinarie di alta qualità.
L’organizzazione dell’evento, curata da Taste Production, ha permesso agli operatori del settore di partecipare gratuitamente previa registrazione online, mentre agli appassionati di vino e ai sommelier è stato richiesto un ingresso a pagamento, con un numero limitato di biglietti disponibili per garantire un’esperienza di degustazione ottimale.
L’evento, nato nel 2014 e inizialmente ospitato al Golf Club di Forlì, ha trovato la sua collocazione definitiva presso la Cesena Fiera a Pieve sestina nel 2022, per garantire una maggiore accessibilità e soddisfare le esigenze del settore dell’Horeca proveniente da diverse regioni del Nord Italia e dalla Riviera romagnola.
La presenza dei produttori di vino durante l’evento ha consentito loro di promuovere i propri prodotti, raccogliere ordini e stabilire nuove relazioni commerciali con gli operatori del settore.
La prossima edizione dell’evento si terrà il prossimo anno, offrendo nuovamente un’esperienza unica nel mondo delle bollicine di alta qualità.
RISERVA GRANDE PRESENTA ROME WINE EXPO III EDIZIONE
Redazione – Carol Agostini
Il 2/3/4 marzo 2024 presso il GRAND HOTEL PALATINO in via Cavour 213/M, Roma, ROME WINE EXPO ritorna a Roma per la III edizione.
Attraverso banchi di assaggio e masterclass dedicate, potremo scoprire il potenziale di nuovi vini e nuove cantine che parteciperanno all’evento per la prima volta. Come sempre la didattica sarà prevalente, con masterclass straordinarie volte a raccontare la ricchezza assoluta di queste terre. Cultura, volti, sorrisi, tradizioni, esperienze di vita, racconti, emozioni… questo è ROME WINE EXPO.
Produttori dall’Italia e dal mondo riempiranno le sale del Grand Hotel Palatino.
Per la prima volta in Italia l’evento ospiterà alcuni produttori della Catalogna che presenteranno i loro vini sia in un banco di assaggio che in una prestigiosa masterclass dedicata. Presenti ancora una volta produttori della Georgia e della Francia a cui verranno dedicate due masterclass sulla Borgogna e sulla Champagne.
Il consorzio di Spoleto-Montefalco sarà presentre con cinque produttori per un focus sul Trebbiano spoletino, altre 2 masterclass saranno dedicate ai grandi vini italiani: l’Amarone e i bianchi laziali di Emiliano Fini. (info espositori: www.romewinexpo.com)
Informazioni varie
QUANDO E DOVE:
il 2/3/4 marzo 2024 presso il Grand Hotel Palatino (Rione Monti)
via Cavour 213/M – Roma
MODALITA’ DI INGRESSO ALLA MANIFESTAZIONE
E’ CONSENTITO UN INGRESSO GRATUITO PER OPERATORE
NEI GIORNI 2/3 MARZO
E 2 INGRESSI LUNEDì 4 MARZO
PER ACCREDITARSI OCCORRE COMUNICARE NOME E COGNOME IN RISPOSTA ALLA PRESENTE E-MAIL
PER ACCEDERE OCCORRE ACQUISTARE IN LOCO
CALICE E PORTACALICE AL COSTO DI 5€
EVENTUALI ULTERIORI ACCOMPAGNATORI POSSONO ACCEDERE
AL COSTO SCONTATO DI 15€
(attenzione: non è possibile introdurre calici personali)
PROGRAMMA
SABATO 2 MARZO 2024
•ore 12:00 Masterclass Sfida all’Amarone. Degustazione comparata, alla cieca, di grandi Amarone, Ripasso e Superiore di diverse sottozone della Valpolicella.
•ore 14:00 Apertura Banchi di Assaggio
•ore 15:00 Masterclass “Il mito leggendario della Borgogna”
•ore 17:30 Masterclass “L’evoluzione del Trebbiano spoletino”
•ore 20:00 Chiusura Banchi Di Assaggio
DOMENICA 3 MARZO 2024
•ore 12:00 Masterclass “I grandi bianchi di Emiliano Fini, nati tra il Tirreno e il grande vulcano laziale”. Sei annate di Malvasia Puntinata Lavente e Grechetto Cleto in doppia verticale e in comparata, dalla 2017 alla 2022.
•ore 14:00 Apertura Banchi di Assaggio
•ore 14:00 Masterclass “Lo Champagne. Il vino più celebrato del mondo”
•ore 17:00 Masterclass “Finca Qualificada. Il riflesso del terroir nei grandi vini della Catalogna” (ingresso riservato su inviti)
•ore 20:00 Chiusura Banchi di Assaggio
LUNEDI’ 4 MARZO 2024
•ore 11:00 Apertura Banchi di Assaggio
•ore 14:00 Premiazione vini del concorso enologico e vini selezionati dai partecipanti.
•ore 17:00 Chiusura evento
E’ possibile partecipare alle masterclass in programma secondo disponibilità. Gli operatori interessati possono prenotarsi in risposta alla presente e-mail.
Di seguito trovate le locandine delle 5 masterclass in programma. (info vini presenti alle masterclass: www.romewinexpo.com)