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  • Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Di Elsa Leandri

    La storia della cantina affonda le sue radici all’inizio del ‘900 con il bisnonno Giuseppe. Il nonno Clario e i figli Giorgio e Arturo pongono le basi di un’azienda agricola in cui non solo si coltiva vite ma ci si dedica anche all’allevamento della razza piemontese. Siamo in periodo di migrazione dalle campagne e molti dei cugini Filippa si spostano nella città delle Mole Antonelliana portando con sé dei prodotti tipici della loro terra: immancabile il vino, il dolcetto, che diventa in questo modo conosciuto e apprezzato dai torinesi.

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, logo cantina, articolo di Elsa Leandri
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, logo cantina, articolo di Elsa Leandri

    Ed è così che l’azienda inizia ad affermarsi nella capitale sabauda, con il passaparola: la gestione attenta del nonno è tale che a primavera prendeva carta e calamaio e scriveva ai suoi clienti spiegando come era stata l’annata e quali erano le caratteristiche del vino che aveva a disposizione dando la possibilità di ordinarlo e di ritirarlo direttamente alla stazione di Porta Nuova: l’era delle prime newsletter e delle prime spedizioni che viaggiavano su rotaie!

    Una volta finito l’istituto professionale nel 2015, Diego entra attivamente in cantina rinnovandola e dando vita nel 2018 all’attuale cantina Diego Filippa. È con emozione e con fierezza che racconta che tra i suoi più fedeli acquirenti annovera ancora i discendenti dei primi clienti che Clario aveva fidelizzato all’inizio della sua attività.

    Passato e futuro. Diego sa bene che quello che ha e che sa lo deve proprio al suo bisnonno, a suo nonno e a suo padre. Tutto questo è racchiuso nel simbolo che rappresenta l’azienda agricola ovvero l’albero della vita stilizzato. È un modo per sottolineare la rinascita di una cantina storica con un’impronta più giovanile, ovvero una nuova era per questa realtà che si fonda su basi solide. E le basi solide sono la conoscenza e la vicinanza del padre Arturo e del fratello Mirco, l’enologo di famiglia che segue la parte più tecnica.

    La gestione dei 13 ettari vitati che si trovano tra Castiglione Tinella e Agliano Terme sono gestiti da Diego, che supervisiona e segue ogni sua barbatella. I terreni a Castiglione Tinella, che sono calcareo arenacei, sono maggiormente vocati alla produzione di uve a bacca bianca, mentre in quelli calcareo-argillosi di Agliano Terme sono i vitigni a bacca nera a esprimersi. Inutile dire che la produzione maggiore è rappresentata dal moscato bianco fiore all’occhiello della cantina e vitigno che occupa un posto di privilegio nel cuore di Diego.

    “Perché il moscato è quella cosa che offri quando ti arriva qualcuno a casa all’improvviso, è convivialità”. Il vino al centro della convivialità o forse meglio dire la convivialità che ruota attorno al calice, Diego lo trasmette nelle etichette di tutte le sue bottiglie in cui è raffigurato un bicchiere rovesciato che delinea anche due volti di profilo.

    La degustazione

    In degustazione tre dei vini prodotti dall’azienda, il Langhe Bianco, la Barbera d’Asti e il Moscato d’Asti.

    Langhe Bianco DOC 2022 (85% chardonnay, 15% cortese). Qui il vitigno autoctono incontra l’internazionale offrendo sentori di ginestra e acacia, di pesca nettarina e di scorza di agrumi con in chiusura rimandi di erba tagliata, maggiorana e lemongrass. Fresco e sapido al sorso tale da accompagnare un carpaccio di tonno.

    Langhe Bianco DOC 2022, calice e bottiglia, Diego Filippa, foto di Elsa Leandri
    Langhe Bianco DOC 2022, calice e bottiglia, Diego Filippa, foto di Elsa Leandri

    Nel Barbera d’Asti DOCG 2022 spiccano i sentori varietali: rosa, lampone e sottobosco. Al sorso la freschezza della barbera è accompagnata da un tannino non perfettamente integrato con un finale speziato.

    Barbera d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Barbera d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri

    E per concludere il Moscato d’Asti DOCG 2022. L’aromaticità del vitigno si esprime con le tipiche note di salvia che si intrecciano a effluvi di mughetto, amamelide e pesca bianca. La delicata dolcezza è ravvivata dalla viva freschezza e dalle leggere bollicine che solleticano il palato risultando molto piacevole. Finale di cedro candito.

    Moscato d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Moscato d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Abbinamento dell’autrice
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, foto di Elsa Leandri
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, foto di Elsa Leandri, crostino di burro e acciughe del Cantabrico con il calice di Moscato d’Asti

    Su suggerimento di Diego l’ho abbinato, anziché a un dolce, a un crostino con burro e acciughe del Cantabrico, un accostamento che personalmente non avrei mai osato e che invece mi ha sorpreso e sedotto!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.facebook.com/filippaazagrfilippadiego/?locale=it_IT

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

  • Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG

    MURAY Moscato D’Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D’Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.

    Di Carol Agostini

    Gli abbinamenti dell’azzardo per giocare di sensi che alla fine ha reso un semplice tagliere composto da quiche lorraine farcita da speck di Asiago, zucchine, gorgonzola piccante, formaggio Asiago semi stagionato, con varie salse di accompagnamento, un momento di sperimentazione.

    La Quiche Lorraine è una torta salata farcita tipica della cucina francese, in particolare della regione Lorena, da cui prende il nome: “Quiche” significa appunto rustico, da qui Quiche Lorraine.

    Ricetta Quiche Lorraine e Moscato D'Asti DOCG
    Ricetta Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG eseguita da Carol Agostini

    Sono riuscita a sfatare il mito di abbinamenti classici per uno invece che ha sorpreso tutti, me compresa.
    Il connubio tra dolce e salato con una presenza leggermente piccante e sapida tra trovato armonia, anche se, non perfettamente equilibrato, ma il tutto con una sinergia di sapori e profumi invitanti ed intriganti soprattutto al palato.

    Uva del MURAY Moscato D'Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D'Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.
    Uva del MURAY Moscato D’Asti DOCG e SANTO STEFANO BIO Moscato D’Asti DOCG della cantina Beppe Marino Vini.

     

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) se leggete nel loro sito troverete che nella tradizione vecchia ed antica della zona i terreni erano invasi da piante di gelsi, invece la famiglia Marino decise di impiantare piante di Moscato perchè si accorse che la resa dava un prodotto estremamente interessante e di soddisfacente qualità.

    Il vino che porta questo nome al naso è fruttato, da albicocca alla pesca, note di arancia gialla, fiori fianchi e gialli, miele di acacia, note di vaniglia che si mescolano con profumi dolci di caramello e papaya, litchi, tiglio e malva.

    In bocca è fresco, piacevolmente dolce e non stucchevole, l’ingresso è prorompente con aromi di frutta e fiori, di leggera speziatura dolce in chiusura, miele e nocciole.

    Santo Stefano Bio Moscato D'Asti DOCG
    Muray, dal Piemontese “Gelsi” (Mu) “Rari” (Ray) di Beppe Marino Vini

    Santo Stefano Bio, il nome del vino ricollega il nome del paese dove risiede la famiglia e la cantina, vicino il torrente Belbo che fu anche luogo natio dallo scrittore italiano del Novecento Cesare Pavese: “ La vita non è ricerca di esperienze, ma di se stessi. Scoperto il proprio strato fondamentale ci si accorge che esso combacia col proprio destino e si trova la pace”.(Il mestiere di vivere)

    Al naso questo Moscato è intenso, diretto con note di frutta a pasta gialla e bianca da albicocca e pesca, litchi, miele, mughetto e biancospino, glicine bianco, pera.

    In bocca la sensazione di dolce è sorretta dall’acidità che rende tutto armonico, in equilibrio senza essere stucchevole e troppo dolce, anzi buona componente quasi salmastra, gessosa alternata ai sentori primari dell’uva di Moscato, con bolla fine ed elegante.

    Conclusioni degustative
    Territorio e vigne della Cantina Beppe Marino Vini
    Territorio e vigne della Cantina Beppe Marino Vini

    Due vini rappresentativi di un territorio fatto di correnti d’aria fresca, pendii collinari dolci, con stradine che si introducono all’orizzonte in appezzamenti di vigne bacati dal sole.

    Luogo di racconti, di tradizione e di fantasia che racchiudono poesia e ottimi vini.

    Ricetta Quiche Lorraine

    Ingredienti per 8 persone
    • 500 g di zucchine fresche
    • 100 g di Speck affettato sottile
    • 150g di gorgonzola cremoso piccante
    • 3 cucchiai di olio EVO
    • sale quanto basta a piacere
    • pepe nero e pepe rosa macinato al momento
    • 1 uovo intero
    • 200 ml di latte intero
    • 250 g di pasta sfoglia
    • 30 g di Grana Padano grattugiato
    Esecuzione:
    1. Lavare le zucchine, eliminare le estremità e tagliarle a julienne (piccole striscioline tipo fiammifero sottili).
    2. Tagliare lo speck a striscioline larghe mezzo centimetro e lunghe 4-5 centimetri al massimo, acquistate un affettato morbido e non troppo stagionato.
    3. Mettere l’olio in una padella, farlo scaldare quindi unire le zucchine, un pizzico di sale e farle saltare per 4 minuti a fiamma vivace.
    4. Unire lo speck, una generosa macinata di pepe e proseguire la cottura, mescolando, per un paio di minuti.
    5. Spegnere il fuoco, coprire e tenere da parte.
    6. Rompere l’uovo in una ciotola e sbattere bene. Deve risultare fluido e perdere viscosità.
    7. Unire il latte a filo, mescolare, unire un pizzico di sale e pepe macinato al momento.
    8. Foderare una teglia di 26 cm di diametro con carta da forno e mettervi la pasta sfoglia.
    9. Bucherellare il fondo con i denti di una forchetta, è essenziale farlo per una cottura ottimale.
    10. Cospargere sul fondo le zucchine, il gorgonzola ridotto a cubetti, quindi versare la crema coprendo uniformemente il ripieno.
    11. Cospargere il tutto con il Parmigiano grattugiato.
    12. Ripiegare i bordi della pasta sfoglia verso l’interno, arricciandoli leggermente.
    13. Infornare per 25-30 minuti a 180° C, prolungando di poco la cottura se l’aspetto non dovesse risultare ben dorato, i tempi di cottura possono variare a seconda della potenza del vostro forno.
    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D'Asti DOCG
    Ricetta 2022 Quiche Lorraine e Moscato D’Asti DOCG eseguita da Carol Agostini
    Conclusioni degustative

    Due vini rappresentativi di un territorio fatto di correnti d’aria fresca, pendii collinari dolci, con stradine che si introducono all’orizzonte in appezzamenti di vigne bacati dal sole.

    Luogo di racconti, di tradizione e di fantasia che racchiudono poesia e ottimi vini.

    Un ottimo abbinamento con la nostra ricetta golosa, da presentare anche come pasto unico in occasione di amici ospiti.

    Di Carol Agostini


    Sito Cantina: https://www.beppemarino.it/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/