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  • Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Terza tappa del mio viaggio in Champagne alla maison di Champagne Canard-Duchêne

    Di Elsa Leandri

    Verde e oro sono i due colori, il cui accostamento trasmette immediatamente regalità, che rappresentano questa azienda. Forse non è tra le cantine maggiormente conosciute in Italia ma il suo nome e le sue etichette sono sempre presenti in Francia dai supermercati alle enoteche fino a diventare proprio quest’anno, nel 2024, il fornitore ufficiale dell’Académie des Arts et Techniques du Cinéma: si tratta di Canard-Duchêne.

    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Storia

    La storia di questa cantina nasce, nel 1868, dall’unione di Léonie Duchêne, figlia di viticoltore, e di Victor Canard, fabbricante di botti, nel cuore del parco naturale della Montagne de Reims a Ludes, uno dei 44 villaggi classificati come Premier Cru della Champagne.
    I proprietari particolarmente attenti alle dinamiche del mercato vedono, non a torto, un potenziale cliente nella Russia.

    Lo zar Nicola II diventa, infatti, un grande estimatore dello champagne prodotto da questa Maison e in suo omaggio viene introdotto nello stemma di Canard Duchêne l’aquila bicipite, blasone della famiglia Romanov, accanto alla sciabola che rievoca invece gli ussari di Napoleone i quali avevano l’abitudine di sciabolare le bottiglie di champagne in occasione delle vittorie.

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice in primo piano durante la sua visita.
    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice in primo piano durante la sua visita.

    La nostra guida Isabel, una brasiliana che si è trasferita in Champagne, ci conduce nel dedalo delle cantine sotterranee che sono state scavate a mano nella craie e che si estendono per 6 chilometri ad una profondità che varia da 12 a 38 metri.

    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Durante il percorso riviviamo oltre ai vari step del processo produttivo anche la fastosità del Château de Ludes, il castello che si ergeva anticamente laddove si trova l’attuale proprietà e che è stato distrutto durante le due guerre mondiali. Quello che ne rimane sono unicamente le cantine abbellite oggi da incantevoli vetrate dell’antica cappella che sono state restaurate dall’Atelier dei mastri-vetrai Simon-Marq e che vigilano sui nostri passi.

    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Rimaniamo sempre estasiati e affascinati da quelle stanze in cui vengono custodite le bottiglie sur lattes e quelle più vecchie sur pointe proprio per evitare l’eccessivo contatto tra i lieviti e il volume liquido in modo da custodire quanto più possibile gli aromi imprigionati.

    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Riemergiamo dalle cantine e ci accomodiamo in sala degustazione concentrando la nostra attenzione alle cuvée e ai millesimi che hanno visto fino ad oggi la luce grazie alle sapienti mani dello chef de cave Laurent Fédou, il quale, avendo ormai raggiunto l’età della pensione, lascerà il passo nel 2025 a Cynthia Fossier.

    Degustazione

    Charles VII – Blanc de Blancs– 100% Chardonnay- 30% vins de réserve- 6g/L
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Impatto olfattivo floreale su ricordi di gelsomino e di mughetto accompagnato da sentori di pesca gialla, pera e da un delicato finale agrumato di scorza di pompelmo. L’avvolgenza del cavo orale è dinamicizzata dal formicolio dell’effervescenza e dall’elegante chiusura sapida.

    Charles VII - Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Millésime 2015 – 35% Pinot Nero, 35% Chardonnay, 30% Meunier- 7g/L
    Giallo paglierino vivace con riflessi verdolini. Rimandi di albicocca e di bergamotto si accostano alle note di pasticceria e di burro. Regala al sorso un’ampiezza sublime che si dissolve lentamente su echi di zest di limone.

    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Cuvée Léonie – 50% Pinot Nero, 30% Meunier, 20% Chardonnay- 35% vins de réserve- 7g/L
    Il nome di questo champagne, come è facilmente intuibile, è un omaggio alla co-fondatrice.
    Giallo verdolino vivace con un’effervescenza continua. Si declina su frutti di bosco come lampone e ciliegia arricchiti da mango e da effluvi di anice stellato e di vaniglia anticipando un sorso incentrato sulla gourmandise e dotato di un’elevata lunghezza.

    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Charles VII – Blanc de Noirs – 100% Pinot Nero- 50% vins de réserve di cui 25% metodo solera- 7g/L
    Paglierino con riflessi ramati con treni di bolle numerosi e continui. Kumquat, scorza di arancia e mirabelle sono i protagonisti a livello olfattivo che vengono impreziositi da brezze di tabacco e caffè. Attraente in bocca per l’entrata ampia e fruttata ravvivata dalla freschezza e dalla sapidità su rimandi di liquirizia.

    Charles VII - Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    V Vintage 2012 – Blanc de Noirs – 70% Pinot Nero, 30% Meunier- Pas Dosé
    Il nome di questo Champagne vuole omaggiare, invece, il co-fondatore della cantina Victor Canard.
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Susina gialla, mela cotogna, pesca tabacchiera, eleganti soffi di sottobosco e caffè tostato guidano verso un sorso elegante dettato dalla freschezza e dalla verticalità di bocca sorretta da un’effervescenza delicata. Lungo finale di lampone.

    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

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    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Maison: https://www.canard-duchene.fr/fr/

    Siti Partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Cesena in Bolla 2024 e non solo…viaggi sensoriali

    Cesena in Bolla 2024 e non solo…viaggi sensoriali

    Cesena in bolla, trionfo alle bollicine italiane e straniere 2024

    Di Carol Agostini

    L’evento “Cesena in Bolla, Non solo bollicine”, dedicato alle migliori spumanti Metodo Classico italiani e stranieri, si è svolto con successo il 12 e 13 febbraio presso i padiglioni di Pieve sestina della Cesena Fiera. Rivolto ai professionisti del settore, agli appassionati di vino e ai sommelier, la manifestazione ha offerto l’opportunità di degustare una vasta selezione di spumanti provenienti da 156 cantine e rappresentati da circa 900 etichette.

    Cesena in Bolla 2024 e non solo...viaggi sensoriali, locandina evento da comunicato stampa
    Cesena in Bolla 2024 e non solo…viaggi sensoriali, locandina evento da comunicato stampa

    Le bollicine in mostra includevano pregiati vini provenienti da territori italiani noti per la produzione di spumanti come Franciacorta, Trento Doc, Oltrepò Pavese e Alta Langa, insieme a una varietà di Champagne, Cremant e Cava provenienti dall’estero. Oltre alle spumanti, i visitatori hanno avuto l’occasione di assaggiare grandi vini rossi e bianchi, accompagnati da proposte culinarie di alta qualità.

    L’organizzazione dell’evento, curata da Taste Production, ha permesso agli operatori del settore di partecipare gratuitamente previa registrazione online, mentre agli appassionati di vino e ai sommelier è stato richiesto un ingresso a pagamento, con un numero limitato di biglietti disponibili per garantire un’esperienza di degustazione ottimale.

    Cesena in Bolla 2024 e non solo...viaggi sensoriali, foto di Carol Agostini
    Cesena in Bolla 2024 e non solo…viaggi sensoriali, foto di Carol Agostini

    L’evento, nato nel 2014 e inizialmente ospitato al Golf Club di Forlì, ha trovato la sua collocazione definitiva presso la Cesena Fiera a Pieve sestina nel 2022, per garantire una maggiore accessibilità e soddisfare le esigenze del settore dell’Horeca proveniente da diverse regioni del Nord Italia e dalla Riviera romagnola.

    La presenza dei produttori di vino durante l’evento ha consentito loro di promuovere i propri prodotti, raccogliere ordini e stabilire nuove relazioni commerciali con gli operatori del settore.

    La prossima edizione dell’evento si terrà il prossimo anno, offrendo nuovamente un’esperienza unica nel mondo delle bollicine di alta qualità.

    Cesena in Bolla 2024 e non solo...viaggi sensoriali, foto di Carol Agostini
    Cesena in Bolla 2024 e non solo…viaggi sensoriali, foto di Carol Agostini

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  • Letrari Lucia e i suoi Trentodoc, lussuria, gola e vita 2023

    Letrari Lucia e i suoi Trentodoc, lussuria, gola e vita 2023

    Trentodoc: L’eccellenza degli spumanti del Trentino rappresentata dalla Cantina Letrari

    Di Carol Agostini

    Il Trentodoc è un’eccellenza italiana nel panorama dei vini spumanti, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Tra le cantine che si distinguono per la produzione di questi spumanti di alta qualità, la Cantina Letrari rappresenta un punto di riferimento nella regione del Trentino. Fondata nel 1976 da Leonello Letrari, l’azienda ha sviluppato una reputazione solida e duratura grazie alla sua dedizione all’arte della produzione di spumanti Metodo Classico.

    Leonello Letrari, foto originale dall'azienda
    Leonello Letrari, foto originale dall’azienda

    La storia del Trentodoc

    Il Trentodoc ha una storia radicata nel territorio del Trentino. Nel 1993, è stata riconosciuta come denominazione di origine controllata, garantendo la qualità e l’autenticità dei vini spumanti prodotti nella regione. Il Metodo Classico utilizzato per la produzione dei Trentodoc prevede una seconda fermentazione in bottiglia, seguita da un periodo di affinamento sui lieviti, che conferisce ai vini caratteristiche di complessità e finezza.

    Letrari vista vigneti a broghetto, foto originale della cantina
    Produttori e zone produzione Trento doc vigneti Letrari a Borghetto (TN), foto originale dall’azienda

    La Cantina Letrari – L’eccellenza del Trentodoc

    La Cantina Letrari, situata nella suggestiva Vallagarina si distingue per la produzione di spumanti Trentodoc di alta qualità. Fondata da Leonello Letrari, l’azienda è stata pioniera nella produzione di spumanti nel Trentino, concentrandosi sulla coltivazione di uve autoctone come Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco.

    Leonello Letrari con la nipote Margherita figlia di Lucia, foto originale dall'azienda
    Leonello Letrari con la nipote Margherita figlia di Lucia, foto originale dall’azienda, vendemmia 2010

    L’arte della produzione

    La Cantina Letrari si impegna a creare spumanti di eccellenza attraverso un processo artigianale e attento ai dettagli. Le uve vengono raccolte a mano e selezionate con cura, garantendo la massima qualità delle materie prime. Il Metodo Classico viene seguito scrupolosamente, con una fermentazione in bottiglia e un lungo periodo di affinamento, che varia da 24 oltre i 120 mesi, a seconda dell’etichetta.

    Letrari, attimi di vendemmia, foto dall'azienda
    Letrari, attimi di vendemmia, foto dall’azienda

    La gamma di spumanti Letrari

    La Cantina Letrari offre una gamma di spumanti Trentodoc che soddisfa tutti i palati. Tra le loro etichette più apprezzate ci sono il Trentodoc Brut, un vino dal gusto fresco e vivace, con note di frutta matura e lievi sentori di lievito, e il Trentodoc Rosé, un elegante spumante di colore rosa tenue, con aromi floreali e fruttati. Inoltre, la Cantina produce anche il Trentodoc Riserva, che si distingue per la sua struttura complessa e la capacità di invecchiamento.

    La famiglia Letrari, foto originale dall'azienda
    La famiglia Letrari, foto originale dall’azienda in barricaia

    Riconoscimenti e prestigio

    La qualità dei vini della Cantina Letrari è stata riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Nel corso degli anni, i loro spumanti hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, attestando l’impegno costante dell’azienda nella produzione di vini di alta qualità. Questi riconoscimenti sono il risultato della passione, dell’esperienza e della dedizione dei vignaioli e del team di enologi della Cantina Letrari.

    Ha una storia di oltre cinquant’anni caratterizzata da passione e qualità. Oltre a ciò, l’azienda dimostra un profondo rispetto per l’ambiente attraverso l’utilizzo di tecniche di viticoltura a sistema integrato SQNPI e sostenibile. Oggi, Letrari è considerata una delle realtà più interessanti nella produzione di vini del Trentino. Le uve di Chardonnay e Pinot Nero, coltivate lungo la zona della Vallagarina, vengono ancora vendemmiate a mano per creare gli eleganti Trentodoc Metodo Classico.

    Attualmente, l’azienda gestisce 13 ettari di vigneti, coltivando anche altri nobili vitigni come Marzemino, Pinot Grigio, Teroldego e Moscato Rosa. A capo della cantina c’è Lucia Letrari, il cui impegno e creatività si riflettono nelle circa 140.000 bottiglie prodotte annualmente.

    Lucia Letrari con la figlia Margherita, foto originale dall'azienda
    Lucia Letrari con la figlia Margherita, foto originale dall’azienda

    Trentodoc  Dosaggio Zero Mon Amour

    Per coloro che non vogliono fare compromessi con il proprio palato, il Trentodoc Talento Dosaggio Zero di Letrari è una scelta quasi obbligata. Questo Metodo Classico rappresenta l’autenticità massima del meraviglioso terroir della Vallagarina e delle alte colline dolomitiche. Realizzato da una cuvée di uve Chardonnay e Pinot Nero, il vino matura sui propri lieviti per almeno 24 mesi prima di essere sboccato e senza aggiunta di sciroppo di dosaggio.

    Di colore giallo paglierino brillante, questa bollicina presenta un perlage particolarmente sottile e persistente. Al naso rivela una buona intensità e una finezza assoluta, con leggeri sentori di mela e crosta di pane. Anche al palato, il protagonista è il frutto fresco. Asciutto e deciso, richiama i sentori fruttati percepiti in precedenza, con un piacevole tocco di acidità. Accompagnato da prosciutto crudo e scaglie di parmigiano, questo spumante rende indimenticabile ogni merenda. A tavola, si abbina perfettamente ad antipasti di pesce, crostacei, sushi e sashimi, oca e foie gras, pasta fresca all’uovo e tanto altro…

    Letrari vigneti, foto originale dall'azienda
    Letrari vigneti, foto originale dall’azienda

    Ospitalità e turismo enogastronomico

    La Cantina Letrari accoglie visitatori presso la propria struttura, offrendo degustazioni guidate e visite guidate dei vigneti e della cantina stessa. Durante le visite, gli appassionati di vino hanno l’opportunità di conoscere da vicino il processo di produzione dei vini spumanti e di apprezzare la bellezza dei vigneti che circondano l’azienda. L’ospitalità e l’accoglienza offerte dalla Cantina Letrari completano l’esperienza enogastronomica offerta ai visitatori.

    Letrari vigneto Campom, foto originale dall'azienda
    Letrari vigneto Campom, foto originale dall’azienda

    Vigneti

    I vigneti sono situati nelle zone più vocate della Vallagarina e della Terra dei Forti, dove il clima mediterraneo temperato, influenzato dall’Adige e dall’Ora del Garda, favorisce la coltivazione delle viti. Nel 1976, Leonello Letrari (purtroppo scomparso) fondò la sua azienda, emergendo fin da subito come un punto di riferimento per il Trentodoc e portando l’azienda a crescere fino al punto di svolta del 2000, con il completamento della moderna cantina, che rappresenta un equilibrato connubio tra tradizione ed efficienza innovativa.

    Oggi, l’azienda è nelle sapienti mani della figlia Lucia, enologa come il padre, che con grande spirito imprenditoriale gestisce la cantina insieme al fratello Paolo. Le vigne di Chardonnay e Pinot Nero vengono ancora lavorate a mano e, una volta raggiunta la vicina cantina di Rovereto, riposano su lieviti selezionati e zucchero di canna per la rifermentazione in bottiglia secondo il metodo classico. Nella gamma dei vini Letrari, spiccano il Dosaggio Zero Riserva e la Riserva del Fondatore, dove la migliore selezione di uve riposa sui lieviti per non meno di 120 mesi.

    Leonello Letrari con la figlia enologa Lucia, foto originale dall'azienda del 1987
    Leonello Letrari con la figlia enologa Lucia, foto originale dall’azienda del 1987

    Lucia Letrari

    Lucia Letrari, enologa e proprietaria dell’azienda di famiglia omonima dal 1987, si è diplomata alla Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige. Fin da quando era bambina, ha seguito le orme di suo padre Leonello tra i vigneti e in cantina, e dopo il diploma è diventata responsabile della produzione dei Trentodoc e dei vini con il marchio di famiglia. La passione di Lucia per l’agricoltura e il vino è così grande che ha fatto della sua passione una professione a tutto tondo, portando la sua esperienza in varie associazioni di promozione del territorio trentino e nazionale.

    In qualità di figura di spicco della Cantina Letrari, ha dimostrato nel corso degli anni una straordinaria forza e tenacia. Nell’ambiente prevalentemente maschile del settore vinicolo, dove le donne si scontrano spesso con molteplici ostacoli, Lucia ha saputo dimostrare una devozione totale e un coraggio indomabile, alimentati da una passione profonda.

    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall'azienda
    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall’azienda

    I TrentoDoc prodotti:

    Cuvèe Blanche (100% Chardonnay)

              Dosaggio Zero Trentodoc

    Brut Trentodoc

    Brut Rosè Trentodoc

    Quore Riserva Trentodoc

    Quore PieNne Riserva Trentodoc
    Dosaggio Zero Riserva Trentodoc

    Brut Riserva Trentodoc

    +4 Rosè Riserva Trentodoc

    976 Riserva del Fondatore Trentodoc

    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall'azienda
    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall’azienda
    Emozioni…

    Lucia Letrari, oltre ad essere un’imprenditrice che ammiro e stimo, è anche una vera amica. È sempre stata al mio fianco nei momenti difficili, offrendomi conforto, parole di sostegno e vicinanza. Spesso, basta un semplice messaggio da parte sua con delle emoticon che mi fanno sorridere e mi regalano un senso di compagnia, evitando così di sentirmi sola. Tra noi c’è un intenso rispetto e una complicità che non è facile trovare e stabilire, ma è accaduto tutto in modo naturale e spontaneo.

    Famiglia Letrari, foto originale dall'azienda
    Famiglia Letrari, foto originale dall’azienda

    E’ una donna che ha saputo assimilare gli insegnamenti di suo padre e farli propri, aggiungendo il suo tocco personale e sperimentando costantemente. Non si è mai fermata, sempre alla ricerca di innovazione e qualità. Ha dimostrato la capacità di conciliare famiglia, lavoro e affetti con coraggio e perseveranza, incarnando la semplicità di una donna dal carattere forte e determinato. Può essere un po’ schietta e decisa, ma questo è motivato dalla sua volontà di riscatto e dalla consapevolezza di raggiungere risultati in un mondo impegnativo.

    Lucia Letrari, imprenditrice, enologa, amica e donna del vino del trentino, foto originale dall'azienda
    Lucia Letrari, imprenditrice, enologa, amica e donna del vino del trentino, foto originale dall’azienda

    Lucia si racconta attraverso i suoi vini, alcuni dei quali, a mio parere, la descrivono nelle sue molteplici sfaccettature. Non è mai scontata o arrendevole, ma piuttosto intensa, attenta e generosa nel rapporto con gli altri, soprattutto con le donne. È sempre pronta a tendere una mano, offrendo tutto se stessa. Ti conquista con la sua risata, con battute ironiche e piene di verità. In certi aspetti è dolce e materna, presente e allo stesso tempo amica anche quando deve essere una leader.

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  • Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023

    Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023

    Da champagnista che vive in zona prosecchista

    Di Carol Agostini

    Reims, Francia – L’eleganza dorata del vino più celebrato al mondo, lo Champagne, continua a far brillare le occasioni speciali in tutto il globo. Questo nettare delle viti, nato tra le dolci colline della regione francese, incanta gli intenditori di tutto il mondo con la sua irripetibile arte effervescente.

    Champagne: L'arte effervescente che incanta il mondo nel 2023, foto da internet
    Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo nel 2023, foto da internet

    E’ un simbolo di gioia, celebrazione e raffinatezza. Ogni sorso trasporta il palato in un’esperienza unica, attraverso le bollicine fini e persistenti che scaturiscono dal cuore stesso della bevanda. Le origini di questo vino raffinato risalgono a secoli fa, quando i monaci benedettini delle abbazie francesi scoprirono i segreti della fermentazione in bottiglia. Da allora, la regione francese dove si produce è diventata l’epicentro di una delle bevande più amate e iconiche del mondo.

    La storia e la tradizione si fondono nell’arte di produrre il metodo champenoise. Le uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, coltivate su terreni calcarei, conferiscono un carattere distintivo a questi vini. La pratica laboriosa e meticolosa di assemblaggio delle diverse varietà di uve conferisce a ogni maison (casa di produzione) la sua firma unica, mantenendo intatta la qualità e lo stile che contraddistinguono lo Champagne.

    Un calice di champagne, foto da internet
    Un calice di champagne, foto da internet

    Ma cosa rende davvero speciale lo Champagne? È il processo di doppia fermentazione in bottiglia, noto come metodo champenoise o metodo classico, che dona a questa bevanda la sua caratteristica effervescenza. Dopo la fermentazione primaria, il vino base viene imbottigliato con una miscela di zucchero e lieviti, creando la rifermentazione in bottiglia. Durante questo processo, si sviluppano le preziose bollicine, che conferiscono al vino quel tocco di magia.

    Oltre alla sua tecnica di produzione unica,  è anche sinonimo di prestigio. Le grandi maison francesi, come Dom Pérignon, Moët & Chandon, Veuve Clicquot e Krug, hanno costruito una reputazione solida nel corso dei secoli, offrendo champagne di alta qualità che hanno accompagnato celebrazioni in tutto il mondo.

    Carol Agostini champagnista che vive in zona prosecchista, champagne tutta la vita
    Carol Agostini champagnista che vive in zona prosecchista, champagne tutta la vita

    Ma non è solo una bevanda per le occasioni speciali. Può essere apprezzato in molti modi, dall’aperitivo al brindisi finale. La sua versatilità culinaria lo rende un compagno ideale per una vasta gamma di piatti, dall’elegante abbinamento con il caviale ai sapori più audaci delle fusion food contemporanee.

    Non c’è dubbio che sia un’eccellenza da celebrare. La sua produzione è sostenuta da rigorosi standard qualitativi e da una denominazione di origine controllata, che garantisce che solo i vini prodotti nella regione di Champagne possano fregiarsi di tale nome.

    Mentre il mondo evolve, rimane una costante nella vita di molte persone. È una dichiarazione di stile, un simbolo di lusso e un’esperienza sensoriale unica. Ogni bottiglia racconta una storia di passione, dedizione e artigianato, trasportando chi la beve in un viaggio di piacere ed eleganza.

    In un mondo frenetico, questa tipologia produttiva ci ricorda l’importanza di rallentare e celebrare i momenti più speciali. È un omaggio all’arte del vivere, un’effervescenza di emozioni inebrianti. Lasciamoci catturare dalla magia dello Champagne e brindiamo a tutto ciò che rende la vita degna di essere celebrata.

    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne: L'arte effervescente che incanta il mondo 2023, foto originale
    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023, foto originale

    Ci sono diversi aspetti e collegamenti interessanti legati allo Champagne?

    1. Feste e celebrazioni: è spesso associato alle festività e alle celebrazioni speciali. È una bevanda che simboleggia gioia, eleganza e momenti di festa. È tradizione brindare con Champagne durante matrimoni, anniversari, compleanni e altri eventi significativi.
    2. Cultura e arte: ha ispirato molti artisti, scrittori e musicisti nel corso degli anni. È stato protagonista in opere d’arte, romanzi e canzoni, diventando un simbolo di lusso, raffinatezza e stile di vita.
    3. Enoturismo: La regione di Champagne è una delle mete più popolari per gli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Le cantine e le maison aprono le loro porte per visite guidate, degustazioni e tour delle vigne, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia e nella produzione di questa bevanda straordinaria.
    4. Flûte di Champagne: La flûte di Champagne è il bicchiere tradizionalmente utilizzato per servire questa bevanda. La sua forma slanciata e allungata aiuta a mantenere le bollicine e a concentrare gli aromi, offrendo un’esperienza sensoriale ottimale.
    5. Mixology: può essere utilizzato come ingrediente in cocktail sofisticati e ricercati. Negli ultimi anni, la mixology ha visto la creazione di drink innovativi che combinano Champagne con altri liquori, succhi di frutta o ingredienti aromatici, ampliando la versatilità di questa bevanda.
    6. Associazione gastronomica:  è spesso abbinato a piatti di alta cucina e a specialità gastronomiche. Le sue caratteristiche, come l’acidità e l’effervescenza, lo rendono un accompagnamento ideale per frutti di mare, pesce, formaggi, foie gras e altri cibi pregiati.

    Questi sono solo alcuni dei collegamenti e degli aspetti affascinanti che ruotano attorno a queste bollicine. Questa bevanda ha un impatto significativo nella cultura, nella società e nel mondo dell’enogastronomia.

    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonare con le linguine del Pastificio Ducato d'Amalfi
    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d’Amalfi

    Piatti che spesso si abbinano bene allo Champagne?

    Ostriche: Le ostriche sono un classico abbinamento. La freschezza e la salinità delle ostriche si sposano perfettamente con l’acidità e l’effervescenza dello Champagne, creando un equilibrio armonioso di sapori.

    Salmone affumicato: Il sapore delicato e affumicato del salmone si sposa bene con la complessità e la struttura di molte bollicine. Si consiglia di abbinarlo con un Blanc de Blancs o uno Brut.

    Formaggi cremosi: Formaggi come il Brie, il Camembert o il triple-crème sono ottimi abbinamenti. L’acidità del vino aiuta a bilanciare la cremosità dei formaggi, creando un contrasto gustoso.

    Foie gras: Il foie gras, con la sua ricchezza e consistenza burrosa, può essere accompagnato da uno Champagne demi-sec o da uno rosé. L’effervescenza del vino aiuta a pulire il palato dopo ogni boccone.

    Caviar: Lo Champagne è spesso considerato l’abbinamento ideale per il caviar. La delicatezza dei grani di caviale si sposa con l’acidità e la sua freschezza, creando una sinfonia di sapori pregiati.

    Tartare di manzo: La vivacità e la struttura del metodo classico si sposano bene con il tartare di manzo. L’acidità del vino aiuta a tagliare la ricchezza della carne cruda, creando un abbinamento equilibrato.

    Questi sono solo alcuni esempi di piatti che si abbinano tradizionalmente al metodo classico francese. Tuttavia, ricorda che le preferenze personali possono variare, sarà magnifico esplorare e sperimentare per scoprire gli abbinamenti preferiti.

    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d'Amalfi, foto di Carol Agostini
    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d’Amalfi, foto di Carol Agostini

    Maison Olivier Herbert

    La maison Champagne Olivier Herbert, con sede a Reims, è un’affascinante realtà vinicola che porta avanti la tradizione e l’eccellenza dello Champagne. Sul loro sito web ufficiale, presentano con orgoglio la loro storia familiare e il loro impegno per la produzione di bollicine di alta qualità.

    Si distingue per la sua filosofia artigianale e per l’attenzione meticolosa dedicata a ogni fase della produzione del loro metodo champenoise. Con una passione per il territorio di Champagne e le sue uve, si impegnano a coltivare le vigne in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

    Champagne Olivier Herbert Brut Nature
    Champagne Olivier Herbert Brut Nature, foto di Carol Agostini

    Olivier Herbert si concentri principalmente sull’assemblaggio delle uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, utilizzando il metodo classico per la fermentazione in bottiglia.

    La maison Champagne Olivier Herbert potrebbe rappresentare un’eccellente aggiunta all’articolo, sottolineando l’importanza delle piccole realtà produttrici che contribuiscono al fascino e alla diversità del panorama dello Champagne.

    1. Chardonnay: Il Chardonnay è un vitigno a bacca bianca ampiamente coltivato nella regione di Champagne. È noto per conferire freschezza, eleganza e note di frutta bianca ai vini. Spesso utilizzato per creare Blanc de Blancs, che è prodotto esclusivamente con uve Chardonnay.
    2. Pinot Noir: Il Pinot Noir è un vitigno a bacca nera che offre struttura, complessità e aromi fruttati ai vini di Champagne. È spesso utilizzato nelle miscele per apportare corposità, intensità e sentori di frutti rossi.
    3. Pinot Meunier: Il Pinot Meunier è un altro vitigno a bacca nera che si trova ampiamente nella regione di Champagne. Contribuisce alla morbidezza, al fruttato e alla rotondità dei vini. Viene spesso utilizzato per bilanciare l’acidità e fornire una certa pienezza nei blend.

    Questi tre vitigni, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, sono noti come “cépages principaux” e sono i principali componenti delle tradizionali miscele di Champagne.

    Linguine Pastificio Ducato D'Amalfi in abbinamento allo champagne, foto di Carol Agostini
    Linguine Pastificio Ducato D’Amalfi in abbinamento allo champagne, foto di Carol Agostini

    Brut Rosè di Olivier Herbert in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato D’Amalfi

    Questo Champagne si distingue per un attacco vivace, che si caratterizza per la freschezza e l’equilibrio tra la finezza del Pinot Nero e l’eleganza dello Chardonnay, senza mai risultare aggressivo.

    Il suo colore rosa intenso e le delicate bollicine vi regaleranno un’esperienza gustativa fresca, arricchita dagli aromi di frutti rossi. Si rivelerà il compagno ideale per le vostre serate romantiche, aggiungendo un tocco di romanticismo a ogni sorso.

    Si consiglia di servirlo come aperitivo a una temperatura di 7/8 gradi Celsius e, a tavola, a una temperatura di 10/12 gradi Celsius.

    L’uvaggio comprende il 40% di Chardonnay, il 40% di Pinot Nero e il 20% di Pinot Meunier. In particolare, il 18% del vino è ottenuto da Pinot Nero proveniente da vecchie vigne e contribuisce al carattere rosso dell’assemblaggio.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito Maison: https://champagne-olivier-herbert.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine

    Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine

    Cantina Morichelli 2023, un omaggio al passato e uno sguardo al futuro: le sfide di una piccola azienda in crescita.

    Di Ilaria Castagna e Cristina Santini

    Partners in Wine

    Vigneto Montecardeto, articolo: Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine, foto delle autrici
    Vigneto Montecardeto, articolo: Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine, foto delle autrici

    In una giornata tersa piena di vento, noi Partners in Wine, abbiamo visitato la Cantina Morichelli, dei fratelli Matteo e Pietro, a Trevignano Romano, località Monte Cardeto, nel cuore della Tuscia romana. Un antico borgo medievale situato sulle rive del lago di Bracciano e costruito su una rupe di lava leucitica all’estremità del cratere di un antico vulcano.

    Per raggiungere i vigneti, abbiamo percorso una bellissima strada immersa nel verde, la strada del vino delle Terre Etrusco Romane che corre lungo le sponde del lago, attraversa il Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano, una riserva naturale protetta del Lazio, e giunge fino a Cerveteri e Tolfa. Luogo a lungo vissuto dagli Etruschi e dai Romani che vi costruirono molte ville, alcune ora sott’acqua.

    Incontriamo Matteo, un ragazzo genuino e gentile, in uno dei suoi fazzoletti vitati e rimaniamo per un istante a contemplare questo piccolo angolo di paradiso, rapite dalla bellezza della vigna a riposo in questo periodo.

    Dormiente ma allo stesso tempo così viva. Mentre camminiamo tra i filari, Matteo ci racconta con entusiasmo la sua storia:

    “Abbiamo quattro ettari di vigneto di cui uno in affitto, tutte le nostre colline si affacciano sul Lago di Bracciano, di origine vulcanica, ed alcune delle nostre vigne hanno tra i 20 e i 25 anni di età impiantate dai miei nonni molti anni fa. Quella che vediamo qui ne ha nove ed è la più giovane e molto vigorosa.

    Sono circa 1,5 ettari a 270 metri di altitudine coltivati metà a Violone e metà a Vermentino; abbiamo deciso di tenere divisa la parte bassa per il rosso e quella alta per il bianco perché tra le due colline il terreno cambia tantissimo. In discesa è più argilloso e vulcanico quindi con una terra che drena tanto l’acqua, nel bene e nel male, fino ad arrivare ad un terreno quasi sabbioso. Questa è una zona molto ventosa, tutto l’anno, e questo ci consente di lavorare in biologico perché fa molto bene alle piante e, al contrario di quanto si possa pensare, qui c’è pochissima umidità”.

    La vigna che genera dei vini strepitosi della cantina Morichelli, foto di partners in Wine
    La vigna che genera dei vini strepitosi della cantina Morichelli, foto di partners in Wine

    Notiamo come in questa vigna giovane la vigoria e il fusto delle piante cambi in così pochi metri e nonostante la sua tenera età abbia un diametro piuttosto grande in alcuni punti probabilmente per merito del terreno più ricco di minerali.

    I vigneti sono dislocati su tre colline, più o meno distanti un chilometro l’una dall’altra, caratterizzate tutte da suoli vulcanici e dove sono coltivati Violone, Sangiovese, Incrocio Manzoni, Vermentino e Syrah. L’anno prossimo verrà impiantata la Malvasia Puntinata al posto di una parte improduttiva dell’Incrocio Manzoni e acquistato un fazzoletto limitrofo sul quale verrà messo a dimora un altro vitigno a bacca rossa.

    Pochissimi i trattamenti impiegati, perlopiù rame, zolfo e un prodotto a base di tannino di castagno, il quale è molto funzionale contro peronospora e oidio. Una piccola curiosità ci viene raccontata sulle concimazioni che avvengono solo con il letame delle pecore del vicino.

    I filari del Vigneto Montecardeto, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    I filari del Vigneto Montecardeto, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    I Fratelli Morichelli lavorano insieme in vigna e si avvalgono della collaborazione di Roberto Muccifuori, agronomo e enologo di Orvieto. Certificati biologici, si occupano di tutte le fasi, dalle lavorazioni in campo alla cantina, fino alla vendita. È per questo che dal 2019, l’Azienda è entrata a far parte della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) e da quest’anno, grazie al suo impegno, Matteo ha assunto la carica di Vice Delegato del Lazio.

    Matteo continua:“L’azienda è nata ufficialmente nel 2017, la nostra prima vendemmia è stata quindi nel 2018. La mia famiglia è da sempre stata in vigna. Papà la maggior parte dell’uva la vendeva ai privati o alla Cantina Sociale di Cerveteri e una piccola parte provava a vinificarla; quando ha iniziato a vedere dei risultati positivi, ha lasciato le redini a noi figli. È rimasto ad aiutarci nel punto vendita che abbiamo proprio sul lago dove vendiamo anche il vino sfuso.”

    Le lavorazioni in vigna

    Il Montepulciano, localmente chiamato Violone, è un’uva unica, da sempre coltivata da queste parti. Ha trovato il suo habitat naturale su queste colline lagunari accarezzate da un clima caldo e ventilato. Per le potature, si lascia il ramo più lungo, soprattutto per questa varietà, perché tende a spezzarsi facilmente quando si va in legatura e poi si scorcia.

    Rappresenta un doppio lavoro ma fondamentale. Si esegue una potatura molto ramificata, rasando i rami superiori e non in basso e alternando la lavorazione dei filari di anno in anno. Si raccoglie alle prime ore del mattino, si porta in cantina dove l’uva viene pigiata e pressata. Quest’anno la vendemmia è partita i primi di agosto con la raccolta dell’Incrocio Manzoni, a seguire quella del Vermentino a fine agosto e infine dai primi di settembre fino ad Ottobre con le uve a bacca rossa.

    I capi a frutto e la legatura del Violone, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    I capi a frutto e la legatura del Violone, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Apprezziamo tantissimo il rispetto che questa Azienda ha nei confronti del territorio, dalle lavorazioni manuali in vigna e nella raccolta delle uve fino all’imbottigliamento, non da meno la scelta di utilizzare i tappi Nomacorc, un polimero della canna da zucchero completamente riciclabile e le etichette in fibra di cotone.

    Nella botte piccola c’è il vino buono

    La loro piccola ma funzionale cantina si trova interrata sotto il vigneto e nel passato era la capanna del nonno che poi è stata ristrutturata e adibita alla vinificazione. C’è tutto l’essenziale: la pressa, la pigiatrice, due tonneau e per finire quattro piccole barrique di rovere francese in un angolo, dove affina il Violone.

    La Cantina interrata, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    La Cantina interrata, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Matteo afferma:“Devo dire che io non amo molto il legno ma ammetto che per un vitigno come il Violone è fondamentale altrimenti non sprigionerebbe quei sentori unici che ha. Mentre in acciaio affina il Vermentino, l’Incrocio Manzoni e il blend rosso inizialmente nato da Violone e Syrah, sostituito quest’ultimo con il Sangiovese. Per quanto riguarda il nostro Spumante Metodo Classico è Violone in purezza, vinificato in bianco. Quest’anno ne abbiamo prodotte 850 bottiglie con un affinamento di 12 mesi sui lieviti ma arriverà nei prossimi anni a 24 mesi. In totale produciamo quasi 10.000 bottiglie l’anno”.

    Matteo Morichelli e il suo metodo classico, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Matteo Morichelli e il suo metodo classico, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Dopo aver passeggiato tra le vigne e visitato la cantina, riprendiamo le macchine per dirigerci verso il punto vendita situato nel borgo a due passi dalla riva del Lago di Bracciano, oggi un po’ burrascoso ma pur sempre affascinante.

    Cristina Santini e Ilaria Castagna Partners in Wine con Matteo della Cantina Morichelli, foto delle autrici
    Cristina Santini e Ilaria Castagna Partners in Wine con Matteo della Cantina Morichelli, foto delle autrici

    Appena arrivate al locale ci piace molto curiosare tra le foto di famiglia e dei vigneti che troviamo appese sulle pareti e che ci confermano ancora una volta la passione per questo “mestiere” e la tradizione vitivinicola familiare tramandata alle generazioni.

    Il punto vendita sul Lago di Bracciano, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Il punto vendita sul Lago di Bracciano, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Degustazione vini cantina Morichelli

    Si parte con la degustazione iniziando dal Cardo 2021 Igt – Dal nome della zona Monte Cardeto ricca di cardi, questo Vermentino in purezza segue il processo di pigiatura, pressatura, chiarifica statica per 12 ore sulle fecce pesanti e fermentazione in acciaio per 7/10gg. Dopo la fermentazione riposa circa nove mesi sulle fecce fini prima della bottiglia.

    Cardo Vermentino, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Cardo Vermentino, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, all’olfatto domina la sua parte minerale preponderante per poi gradualmente aprirsi su sentori di frutta bianca fresca, di macchia mediterranea, uniti a sbuffi balsamici e fiori di camomilla che ricordano i prati in fiore.

    Al sorso mostra tutta la sua gioventù (imbottigliato da circa tre mesi), la sua nervatura e sorprende per acidità e sapidità. Un vino molto piacevole che arriva lungo nella sua complessità.

    Ci piacerebbe assaggiarlo nuovamente tra qualche mese.

    Prato di papaveri nei vigneti e Incrocio Manzoni Antheios cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Prato di papaveri nei vigneti e Incrocio Manzoni Antheios cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    ANTHEiOS 2020 Igt Incrocio Manzoni in purezza da vigne di 24 anni di età, stessa vinificazione del Cardo.

    Il nome deriva dalla parola greca Antheios che significa floreale, com’è il vino e com’è la vigna, costeggiata da papaveri e fiori. Il Manzoni ha un grande difetto quello di fare pochissima uva.

    A maggior ragione degustiamo questo gioiello lentamente apprezzando il suo colore giallo paglierino tendente al dorato, con una bella frutta gialla al naso come la pesca, fieno e leggere note ossidate di mandorla tostata.

    Alla beva è avvolgente, rotondo, bilanciato da una bella sapidità e un finale persistente di canditi. Ha tempo davanti per esprimere la stoffa da vero campione.

    Fenice Blend di Violone e Syrah cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Fenice Blend di Violone e Syrah cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    FENICE 2020 Igt 50% Syrah e 50% Violone, dal 2022 Sangiovese e Violone.

    Succoso e avvolgente nei suoi frutti rossi freschi, dalla ciliegia alla prugna, dove prevalgono più le sfumature ampie e fruttate del Violone rispetto alla speziatura del Syrah con lievi note di pepe nero in chiusura e un bel tannino morbido.

    Apertura organolettica più netta e chiara dopo qualche minuto atteso nel calice.

    Nato come Syrah in purezza, dopo l’incendio del 2019 che devastò più della metà delle piante, è stato sostituito dal Sangiovese.

    Violone in purezza cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Violone in purezza cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    VIOLO 2020 Igt.

    Vino di punta dell’azienda che affina 12 mesi in barriques e tonneaux piccole da 350 litri di secondo passaggio.

    Denso, dal colore impenetrabile e dalla speziatura dolce con richiami finali di cannella e pepe nero.

    La beva, ampia e sostanziosa, termina con una perfetta maturazione del frutto rosso. Persistente e intenso con un’ottima freschezza e un tannino vellutato, mostra il grande potenziale del vitigno. Sembra non finire mai.

    Sabatae Metodo Classico da Violone cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Sabatae Metodo Classico da Violone cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    SABATAE: la leggenda narra che la città di Sabate fu distrutta da un’entità divina facendola sprofondare in fondo al Lago di Bracciano per vendetta nei confronti dei suoi abitanti, risparmiando solo una fanciulla che fuggì sul colle dove oggi sorge la Chiesa della Madonna del Riposo.

    Dal punto di vista geologico, deriverebbe dal complesso vulcanico (quattro crateri) che poi crollando nel tempo ha formato una conca dalla quale si è generato il lago.
    E’ un Violone in purezza vinificato in bianco, pas dosé che affina al momento dodici mesi sui lieviti.

    Non viene pigiato e va diretto nel torchio a mano. Bellissimo colore rosa antico intenso, con un perlage fine ma non molto persistente.

    Un metodo classico con un’ottima struttura di base, pieno e complesso, che evidenzia un tannino levigato e un finale sapido. Non ancora in perfetta armonia e bisognoso di tempo per esprimere le sue meravigliose qualità intrinseche. Un grande destriero.

    Line Up della cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Line Up della cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    E’ il secondo anno che esce sul mercato ed è ancora in fase sperimentale. Grande scommessa la bollicina per questa Cantina che, dopo vari esperimenti sul Vermentino, ha deciso di utilizzare il Violone per il metodo classico. I primi a farlo in questa zona e con questa varietà. Riposando ulteriori mesi sui lieviti, siamo convinte che raggiungerà la complessità e quel passo in più verso quella profondità che si acquisisce solo con il tempo.

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito cantina: https://cantinamorichelli.it/
    Siti Partners: https://www.foodandwineangels.com

    https://carol-agostini.tumblr.com/