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  • Letrari Lucia e i suoi Trentodoc, lussuria, gola e vita 2023

    Letrari Lucia e i suoi Trentodoc, lussuria, gola e vita 2023

    Trentodoc: L’eccellenza degli spumanti del Trentino rappresentata dalla Cantina Letrari

    Di Carol Agostini

    Il Trentodoc è un’eccellenza italiana nel panorama dei vini spumanti, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Tra le cantine che si distinguono per la produzione di questi spumanti di alta qualità, la Cantina Letrari rappresenta un punto di riferimento nella regione del Trentino. Fondata nel 1976 da Leonello Letrari, l’azienda ha sviluppato una reputazione solida e duratura grazie alla sua dedizione all’arte della produzione di spumanti Metodo Classico.

    Leonello Letrari, foto originale dall'azienda
    Leonello Letrari, foto originale dall’azienda

    La storia del Trentodoc

    Il Trentodoc ha una storia radicata nel territorio del Trentino. Nel 1993, è stata riconosciuta come denominazione di origine controllata, garantendo la qualità e l’autenticità dei vini spumanti prodotti nella regione. Il Metodo Classico utilizzato per la produzione dei Trentodoc prevede una seconda fermentazione in bottiglia, seguita da un periodo di affinamento sui lieviti, che conferisce ai vini caratteristiche di complessità e finezza.

    Letrari vista vigneti a broghetto, foto originale della cantina
    Produttori e zone produzione Trento doc vigneti Letrari a Borghetto (TN), foto originale dall’azienda

    La Cantina Letrari – L’eccellenza del Trentodoc

    La Cantina Letrari, situata nella suggestiva Vallagarina si distingue per la produzione di spumanti Trentodoc di alta qualità. Fondata da Leonello Letrari, l’azienda è stata pioniera nella produzione di spumanti nel Trentino, concentrandosi sulla coltivazione di uve autoctone come Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco.

    Leonello Letrari con la nipote Margherita figlia di Lucia, foto originale dall'azienda
    Leonello Letrari con la nipote Margherita figlia di Lucia, foto originale dall’azienda, vendemmia 2010

    L’arte della produzione

    La Cantina Letrari si impegna a creare spumanti di eccellenza attraverso un processo artigianale e attento ai dettagli. Le uve vengono raccolte a mano e selezionate con cura, garantendo la massima qualità delle materie prime. Il Metodo Classico viene seguito scrupolosamente, con una fermentazione in bottiglia e un lungo periodo di affinamento, che varia da 24 oltre i 120 mesi, a seconda dell’etichetta.

    Letrari, attimi di vendemmia, foto dall'azienda
    Letrari, attimi di vendemmia, foto dall’azienda

    La gamma di spumanti Letrari

    La Cantina Letrari offre una gamma di spumanti Trentodoc che soddisfa tutti i palati. Tra le loro etichette più apprezzate ci sono il Trentodoc Brut, un vino dal gusto fresco e vivace, con note di frutta matura e lievi sentori di lievito, e il Trentodoc Rosé, un elegante spumante di colore rosa tenue, con aromi floreali e fruttati. Inoltre, la Cantina produce anche il Trentodoc Riserva, che si distingue per la sua struttura complessa e la capacità di invecchiamento.

    La famiglia Letrari, foto originale dall'azienda
    La famiglia Letrari, foto originale dall’azienda in barricaia

    Riconoscimenti e prestigio

    La qualità dei vini della Cantina Letrari è stata riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Nel corso degli anni, i loro spumanti hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, attestando l’impegno costante dell’azienda nella produzione di vini di alta qualità. Questi riconoscimenti sono il risultato della passione, dell’esperienza e della dedizione dei vignaioli e del team di enologi della Cantina Letrari.

    Ha una storia di oltre cinquant’anni caratterizzata da passione e qualità. Oltre a ciò, l’azienda dimostra un profondo rispetto per l’ambiente attraverso l’utilizzo di tecniche di viticoltura a sistema integrato SQNPI e sostenibile. Oggi, Letrari è considerata una delle realtà più interessanti nella produzione di vini del Trentino. Le uve di Chardonnay e Pinot Nero, coltivate lungo la zona della Vallagarina, vengono ancora vendemmiate a mano per creare gli eleganti Trentodoc Metodo Classico.

    Attualmente, l’azienda gestisce 13 ettari di vigneti, coltivando anche altri nobili vitigni come Marzemino, Pinot Grigio, Teroldego e Moscato Rosa. A capo della cantina c’è Lucia Letrari, il cui impegno e creatività si riflettono nelle circa 140.000 bottiglie prodotte annualmente.

    Lucia Letrari con la figlia Margherita, foto originale dall'azienda
    Lucia Letrari con la figlia Margherita, foto originale dall’azienda

    Trentodoc  Dosaggio Zero Mon Amour

    Per coloro che non vogliono fare compromessi con il proprio palato, il Trentodoc Talento Dosaggio Zero di Letrari è una scelta quasi obbligata. Questo Metodo Classico rappresenta l’autenticità massima del meraviglioso terroir della Vallagarina e delle alte colline dolomitiche. Realizzato da una cuvée di uve Chardonnay e Pinot Nero, il vino matura sui propri lieviti per almeno 24 mesi prima di essere sboccato e senza aggiunta di sciroppo di dosaggio.

    Di colore giallo paglierino brillante, questa bollicina presenta un perlage particolarmente sottile e persistente. Al naso rivela una buona intensità e una finezza assoluta, con leggeri sentori di mela e crosta di pane. Anche al palato, il protagonista è il frutto fresco. Asciutto e deciso, richiama i sentori fruttati percepiti in precedenza, con un piacevole tocco di acidità. Accompagnato da prosciutto crudo e scaglie di parmigiano, questo spumante rende indimenticabile ogni merenda. A tavola, si abbina perfettamente ad antipasti di pesce, crostacei, sushi e sashimi, oca e foie gras, pasta fresca all’uovo e tanto altro…

    Letrari vigneti, foto originale dall'azienda
    Letrari vigneti, foto originale dall’azienda

    Ospitalità e turismo enogastronomico

    La Cantina Letrari accoglie visitatori presso la propria struttura, offrendo degustazioni guidate e visite guidate dei vigneti e della cantina stessa. Durante le visite, gli appassionati di vino hanno l’opportunità di conoscere da vicino il processo di produzione dei vini spumanti e di apprezzare la bellezza dei vigneti che circondano l’azienda. L’ospitalità e l’accoglienza offerte dalla Cantina Letrari completano l’esperienza enogastronomica offerta ai visitatori.

    Letrari vigneto Campom, foto originale dall'azienda
    Letrari vigneto Campom, foto originale dall’azienda

    Vigneti

    I vigneti sono situati nelle zone più vocate della Vallagarina e della Terra dei Forti, dove il clima mediterraneo temperato, influenzato dall’Adige e dall’Ora del Garda, favorisce la coltivazione delle viti. Nel 1976, Leonello Letrari (purtroppo scomparso) fondò la sua azienda, emergendo fin da subito come un punto di riferimento per il Trentodoc e portando l’azienda a crescere fino al punto di svolta del 2000, con il completamento della moderna cantina, che rappresenta un equilibrato connubio tra tradizione ed efficienza innovativa.

    Oggi, l’azienda è nelle sapienti mani della figlia Lucia, enologa come il padre, che con grande spirito imprenditoriale gestisce la cantina insieme al fratello Paolo. Le vigne di Chardonnay e Pinot Nero vengono ancora lavorate a mano e, una volta raggiunta la vicina cantina di Rovereto, riposano su lieviti selezionati e zucchero di canna per la rifermentazione in bottiglia secondo il metodo classico. Nella gamma dei vini Letrari, spiccano il Dosaggio Zero Riserva e la Riserva del Fondatore, dove la migliore selezione di uve riposa sui lieviti per non meno di 120 mesi.

    Leonello Letrari con la figlia enologa Lucia, foto originale dall'azienda del 1987
    Leonello Letrari con la figlia enologa Lucia, foto originale dall’azienda del 1987

    Lucia Letrari

    Lucia Letrari, enologa e proprietaria dell’azienda di famiglia omonima dal 1987, si è diplomata alla Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige. Fin da quando era bambina, ha seguito le orme di suo padre Leonello tra i vigneti e in cantina, e dopo il diploma è diventata responsabile della produzione dei Trentodoc e dei vini con il marchio di famiglia. La passione di Lucia per l’agricoltura e il vino è così grande che ha fatto della sua passione una professione a tutto tondo, portando la sua esperienza in varie associazioni di promozione del territorio trentino e nazionale.

    In qualità di figura di spicco della Cantina Letrari, ha dimostrato nel corso degli anni una straordinaria forza e tenacia. Nell’ambiente prevalentemente maschile del settore vinicolo, dove le donne si scontrano spesso con molteplici ostacoli, Lucia ha saputo dimostrare una devozione totale e un coraggio indomabile, alimentati da una passione profonda.

    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall'azienda
    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall’azienda

    I TrentoDoc prodotti:

    Cuvèe Blanche (100% Chardonnay)

              Dosaggio Zero Trentodoc

    Brut Trentodoc

    Brut Rosè Trentodoc

    Quore Riserva Trentodoc

    Quore PieNne Riserva Trentodoc
    Dosaggio Zero Riserva Trentodoc

    Brut Riserva Trentodoc

    +4 Rosè Riserva Trentodoc

    976 Riserva del Fondatore Trentodoc

    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall'azienda
    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall’azienda
    Emozioni…

    Lucia Letrari, oltre ad essere un’imprenditrice che ammiro e stimo, è anche una vera amica. È sempre stata al mio fianco nei momenti difficili, offrendomi conforto, parole di sostegno e vicinanza. Spesso, basta un semplice messaggio da parte sua con delle emoticon che mi fanno sorridere e mi regalano un senso di compagnia, evitando così di sentirmi sola. Tra noi c’è un intenso rispetto e una complicità che non è facile trovare e stabilire, ma è accaduto tutto in modo naturale e spontaneo.

    Famiglia Letrari, foto originale dall'azienda
    Famiglia Letrari, foto originale dall’azienda

    E’ una donna che ha saputo assimilare gli insegnamenti di suo padre e farli propri, aggiungendo il suo tocco personale e sperimentando costantemente. Non si è mai fermata, sempre alla ricerca di innovazione e qualità. Ha dimostrato la capacità di conciliare famiglia, lavoro e affetti con coraggio e perseveranza, incarnando la semplicità di una donna dal carattere forte e determinato. Può essere un po’ schietta e decisa, ma questo è motivato dalla sua volontà di riscatto e dalla consapevolezza di raggiungere risultati in un mondo impegnativo.

    Lucia Letrari, imprenditrice, enologa, amica e donna del vino del trentino, foto originale dall'azienda
    Lucia Letrari, imprenditrice, enologa, amica e donna del vino del trentino, foto originale dall’azienda

    Lucia si racconta attraverso i suoi vini, alcuni dei quali, a mio parere, la descrivono nelle sue molteplici sfaccettature. Non è mai scontata o arrendevole, ma piuttosto intensa, attenta e generosa nel rapporto con gli altri, soprattutto con le donne. È sempre pronta a tendere una mano, offrendo tutto se stessa. Ti conquista con la sua risata, con battute ironiche e piene di verità. In certi aspetti è dolce e materna, presente e allo stesso tempo amica anche quando deve essere una leader.

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  • Monastero dei Frati Bianchi, le nuove annate dalla 2021

    Monastero dei Frati Bianchi, le nuove annate dalla 2021

    I vitigni rari del Monastero dei Frati Bianchi. Presentate alla stampa le nuove annate

    Redazione – Carol Agostini

    La società agricola a sede a Fivizzano (MS), dal 2004 è impegnata nel recupero e valorizzazione dei vitigni storici di questo angolo di Toscana.

    Pranzo degustazione Monastero dei Frati Bianchi, alcune immagini, foto da comunicato stampa
    Pranzo degustazione Monastero dei Frati Bianchi, alcune immagini, foto da comunicato stampa

    Sono state presentate ieri nel corso di un evento di degustazione press l’Osteria Pratellino a Firenze, le nuove annate dei vini del Monastero dei Frati Bianchi (MS), l’azienda nata nella primavera del 2004 grazie a Giorgio Tazzara che intravide la possibilità di ristrutturare i suoi vigneti e impiantarne di nuovi recuperando le antiche terre che erano già possedimenti dell’antico Monastero. Dal 2019, con l’entrata in società della famiglia Bernardini, iniziano le opere di ampliamento dei vigneti: dopo “Monte dei Bianchi”, nasce il vigneto “La Rocca.

    Monastero dei Frati Bianchi, le nuove annate dalla 2021, alcune foto da comunicato stampa
    Monastero dei Frati Bianchi, le nuove annate dalla 2021, alcune foto da comunicato stampa

    La società agricola Monastero dei Frati Bianchi è situata nella parte più settentrionale della Toscana, la Lunigiana è circondata dall’Appennino Tosco-Emiliano, le Alpi Apuane ed il Mar Tirreno. 7 ettari vitati inseriti in una terra aspra e selvaggia, con vallate e colline soleggiate su cui poggiano antichi borghi di rara bellezza. Uno di questi è sicuramente Monte dei Bianchi che a 400 m di altitudine domina l’intera Valle del Lucido.

    I vitigni rari del Monastero dei Frati Bianchi. Presentate alla stampa le nuove annate, foto da comunicato stampa
    I vitigni rari del Monastero dei Frati Bianchi. Presentate alla stampa le nuove annate, foto da comunicato stampa

    La formazione di queste colline deriva dai fondi degli antichi oceani, dove rocce magmatiche nel corso dei millenni sono state ricoperte da depositi marini, argille abissali e calcari marnosi. L’innalzamento delle catene montuose ha fatto affiorare in superficie queste terre e dato origine all’attuale composizione geologica del terreno dove l’Alberese ed il Galestro si presentano in grande abbondanza.

    Le infiltrazioni di acqua nei millenni hanno disgregato queste rocce rendendole materia viva, liberando quei sali minerali, traccia distintiva di questo territorio, che rappresentano la vera identità del Monastero dei Frati Bianchi. Le viti nel cercare la profondità trovano questi minerali nascosti, che nutrendo la pianta, ne addomesticano i frutti e quindi il vino dove risuona l’eco della sua origine.

    Il clima è caratterizzato da due periodi ben definiti: uno autunnale-primaverile durante il quale le precipitazioni sono abbondanti e uno estivo con intervalli anche prolungati di assenza di precipitazioni con una conseguente ed opportuna tensione idrica alle vigne.

    Monastero dei Frati Bianchi, foto da comunicato stampa
    Monastero dei Frati Bianchi, foto da comunicato stampa

    I VIGNETI

    La splendida posizione collinare con esposizione a Sud Ovest permette un forte irraggiamento solare su tutto il podere; inoltre, grazie all’altitudine e alla vicinanza delle montagne, il clima è spesso fresco, ventilato ed asciutto.

    L’abbondante presenza di Galestro ed Alberese ne fanno tra i tipi di terreno più vocati alla viticoltura. Grazie alla tessitura ricca di scheletro sono molto drenanti, asciugano in fretta e consentono alla vite di concentrare il frutto.

    Tra i vitigni internazionali, abbiamo scelto il Syrah ed il Merlot, ma più recentemente abbiamo investito nella valorizzazione di vitigni autoctoni come la Barsagliana e la Pollera. I nuovi impianti al Podere “La Rocca“ sono infatti dedicati interamente a Barsaglina e Pollera.

    • LA POLLERA

    Cenni storici sulla viticoltura indicano la presenza del Pollera nel comprensorio Lunigianese già prima del 1800. La Pollera si presenta con grappoli serrati di medie dimensioni che talvolta possono avere un’ala. Le bucce sono sottili, gli acini di media grandezza e quando raggiungono la loro maturazione, assumono sfumature che variano tra il rosa ed il viola. Il vino si caratterizza per l’eleganza dei profumi. Al palato la buona struttura è affiancata da tannini setosi e buona acidità che ne sospingono lo sviluppo gustativo verticale nel finale persistente.

    • LA BARSAGLINA

    La Barsaglina è un vitigno autoctono della provincia di Massa e Carrara, dove fin dalle prime ricerche ampelografiche, se ne riscontra la presenza. Per decenni lo si ritrova coltivato quasi esclusivamente nei dintorni del capoluogo, dove il vino ottenuto è da sempre chiamato la Massaretta. Le uve si presentano con un grappolo di media grandezza alato, con acidi medio – piccoli e spargoli dai colori che variano nelle tonalità del rosso rubino. Il vino, al naso, risulta complesso, con profumi intensi. Al palato, ha grande corpo e struttura. La buona acidità e l’importante componente tannica gli donano grande profondità gustativa e longevità.

    Monastero dei Frati Bianchi, vini in degustazione, foto da comunicato stampa
    Monastero dei Frati Bianchi, vini in degustazione, foto da comunicato stampa

    MONASTERO FRATI BIANCHI

    Il primo Monastero risale al VII secolo d.c. e fu edificato per volere di Ato, figlio di Egenio il Longobardo, il quale donò parte dei suoi possedimenti a Padre Fratellus e lo incaricò di costruirvi un centro di culto.

    Alcuni secoli dopo, nel 1106, Papa Pasquale II inviò in questi luoghi il monaco benedettino Bernardo degli Uberti per incontrare i discendenti di Rodolfo da Casola e dei Bosoni della Verrucola. Questi dopo aver ascoltato le suppliche delle due famiglie, decise di far edificare un nuovo Monastero sulle fondamenta del precedente e di dedicarlo a San Michele annettendolo al dominio della potente Abazia di Canossa.

    A gestirne le attività furono chiamati i frati canonici regolari, detti anche Frati Bianchi per il colore del loro saio ed anche per una certa etica morale ben diversa dalla corruzione diffusa negli ambienti monastici del tempo.

    Monastero dei Frati Bianchi, foto da comunicato stampa
    Monastero dei Frati Bianchi, foto da comunicato stampa

    LA FAMIGLIA D’HERBERIA

    In seguito, il Monastero ed il borgo che vi si formò intorno vennero ereditati dalla famiglia D’Herberia originaria di Rubiera di Modena. Qui la famiglia spostò il centro amministrativo delle proprie attività, conservando come centro religioso e sepolcro gentilizio il Cenobio di San Michele.

    La vita del Monastero si protrasse fino al 1500 circa quando l’avvento dei Malaspina in Lunigiana segnò profondi cambiamenti tra cui l’acquisizione dei possedimenti della famiglia D’Herberia. La Parrocchia del Monte dei Bianchi rimase il punto di riferimento ecclesiastico della zona.

    TRADIZIONE E IDENTITÀ LOCALE

    Le colture tipiche dei luoghi collinari divennero ben presto simbolo e tradizione del luogo. Nei secoli i vari parroci che hanno prestato la loro opera spirituale e guidato la comunità locale si sono anche impegnati nelle attività agricole con l’ausilio di mezzadri e contadini.

    I vini prodotti e degustati

    Margine 2021

    UVE: Vermentino 50% | Albarola 20% | Durella 20% | Chardonnay 10%
    ALTITUDINE : 200/250 m s.l.m.
    ESPOSIZIONE: Sud-Ovest
    ETÀ: 20 anni
    RACCOLTA UVE: 2°/3° decade di Settembre

    RESA PER ETTARO: 80q

    BOTTIGLIE PRODOTTE: 3000

    MATURAZIONE: 9 MESI IN VASCA DI ACCIAIO E 6 MESI IN BOTTIGLIA, da vitigni locali Albarola e Durella e varietà internazionali Vermentino e Chardonny , nasce quello che al momento e l’ unico vino bianco dell’ azienda e raggruppa tutte le uve che coltiviamo .Leggermente macerativo (sulle bucce per 3giorni) con naso territoriale e minerale con frutti gialli, ed erbe aromatiche, in bocca è sapido, piacevole  e dotato di una buona struttura che lo rende adatto a molti piatti dal aperitivo al pesce e dagli antipasti alle carni bianche.

    Barsarè 2020

    UVE: Barsaglina 100% vitigno autoctono della provincia di Massa Carrara

    ZONA PRODUZIONE: Monte dei Bianchi , Lunigiana.

    ALTITUDINE : 350/400 m s.l.m.

    SUOLO: Galestro-Alberese

    ESPOSIZIONE: Est | Sud-Est
    ETÀ: 15-18 anni

    RESA PER ETTARO : 60 q circa

    RACCOLTA UVE: 3° decade di Settembre

    MATURAZIONE : 15 MESI IN TONNEAU e 12 MESI IN BOTTIGLIA

    BOTTIGLIE PRODOTTE: 2000

    DESCRIZIONE :Dai profumi ricorda il territorio con sentori di piccoli frutti scuri, spezie balsamiche  e un abbraccio minerale. Al gusto ha un tannino presente ma di buona maturazione e ottima profondità gustativa. Adatto a primi piatti importanti, carni e cacciagione, formaggi stagionati.

    Pòlleo 2020

    UVE: Pollera 100% varietà autoctona della Lunigiana
    ESPOSIZIONE: Est | Sud-Est

    ETÀ: 15-16 anni

    RACCOLTA UVE: 2°/3° decade di Settembre

    RESA PER ETTARO: 70q

    BOTTIGLIE PRODOTTE: 2000

    MATURAZIONE : 15 MESI IN TONNEAU, varietà storica della Lunigiana che si contraddistingue per trama fine ed elegante. ll profumo e molto identitario con ricordi che spaziano dal minerale ai piccoli frutti rossi e bacche di ginepro. Bocca di eleganza,  freschezza e lunghezza gustativa con tannini morbidi e setosi, si incontra con i piatti che hanno nella delicatezza le propri caratteristiche portanti , un pesce saporito le carni bianche i piatti della tradizione contadina , le verdure ripiene le torte d’ erbi i formaggi freschi o semi stagionati e il panigaccio della Lunigiana

    Deir 2018

    UVE: Syrah 60% | Merlot 40%
    ESPOSIZIONE: Est | Sud-Est
    ETÀ: 16-17 anni
    RACCOLTA UVE: 3° decade di Settembre / 1° decade di Ottobre

    RESA PER ETTARO: 50q

    BOTTIGLIE PRODOTTE: 5000

    MATURAZIONE : 15 mesi in Barrique e Tonneaux, dalla selezione delle migliori uve di Syrah e Merlot nasce il vino Deir . Naso di grande espressività con ciliegia, pepe nero, spezie ed erbe officinali. Al gusto ha una struttura importante e al contempo piacevolezza gustativa, i tannini sono maturi e donano una beva di grande pienezza e persistenza. Adatto a piatti di buona struttura , i primi piatti le carni i formaggi purché vi sia complessità di aromi.

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  • Radda nel bicchiere 2023 a Radda in Chianti Toscana

    Radda nel bicchiere 2023 a Radda in Chianti Toscana

    Lo scorso weekend, il 20 e 21 maggio 2023 nel ridente Borgo medievale di Radda in Chianti è andata in scena la 26esima edizione di Radda nel bicchiere.

    Di Adriano Guerri

    Evento organizzato dalla Proloco di Radda in Chianti con il patrocinio del Consorzio del Chianti Classico. Durante i 2 giorni vi era la possibilità di degustare i migliori vini di 32 aziende del Comune chiantigiano. Il Borgo ha messo a disposizione dei suoi visitatori ed enoturisti, banchi d’ assaggio, lungo il viale Matteotti, attorno alle mura, dal quale l’occhio beneficia di un panorama unico, digradante verso le dolci colline del Chianti, il cui baricentro è il Castello di Volpaia.

    Adriano Guerri all'evento: Radda bel bicchiere 2023 a Radda in Chianti Toscana
    Adriano Guerri all’evento: Radda bel bicchiere 2023 a Radda in Chianti Toscana

    In degustazione oltre 100 etichette, con varie tipologie di Chianti Classico, quali, annata, riserva, gran selezione, vini bianchi,  rosa, supertuscan e qualche vin santo.

    L’atmosfera è ammaliante, oltre a trovare vini in degustazione e parlare con i produttori, si incontrano anche molti turisti di ogni parte del mondo, i quali in questo periodo animano il Chianti soggiornando in molte strutture d’accoglienza in zone limitrofe.

    Scatti vari durante l'evento Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Scatti vari durante l’evento Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    All’ingresso del Borgo si ritira il calice per cimentarsi in un percorso sensoriale, semplicemente presentandosi ai banchi d’assaggio. In questo evento si possono acquistare i vini direttamente dai produttori. Il sabato e la domenica mattina hanno avuto luogo due seminari che ahimè mi sono perso.
    In questa edizione il tempo meteorologico non è stato troppo clemente, tuttavia, mi  ha consentito di avvicinarmi al banco d’assaggio di svariati produttori.

    Radda in Chianti evento Radda nel Bicchiere 2023 panorama, foto di Adriano Guerri
    Radda in Chianti evento Radda nel Bicchiere 2023 panorama, foto di Adriano Guerri

    Radda in Chianti si trova in provincia di Siena e ai confini con quella di Firenze,  posta a 535 metri s.l.m,  il dislivello altimetrico comunale va da un minimo di 280 metri s.l.m. ad un massimo di 854 metri s.l.m. Si può produrre Chianti Classico in tutto il territorio. Il Borgo è immerso tra splendidi vigneti, oliveti, secolari boschi e da pievi, ville, poderi e castelli. Il Sangiovese, vitigno principe, mediamente va in maturazione più tardi rispetto ad altre zone  dell’ intero areale, anche i vini ivi prodotti vanno attesi per qualche mese in più e ne vale davvero la pena.

    Scatti vari allevento: Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Scatti vari allevento: Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Le tipologie di Chianti Classico:

    Chianti Classico Gran Selezione, vino prodotto da vigna singola o da selezione delle migliori uve esclusivamente di proprietà aziendale, l’invecchiamento minimo è di 30 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia.
    Chianti Classico Riserva, l’invecchiamento minimo è di 24 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia
    Chianti Classico Annata, l’invecchiamento minimo: 12 mesi

    Alcuni assaggi da me effettuati

    Chianti Classico 2019 Az. Caparsa – Sangiovese in purezza,  colore rosso rubino intenso, al naso sprigiona sentori di violetta,  marasca, bacche di ginepro ben uniti a note di sottobosco,  al palato è fresco e leggiadro, dotato di una straordinaria piacevolezza di beva.

    Sito di riferimento: https://caparsa.it

    Chianti Classico Caparsino Riserva 2018 Az. Caparsa – Sangiovese in purezza,  rosso rubino con sfumature granata,  al naso rivela note di violacciocca, ribes, mirtillo rosso e amarena che ben si integrano con spezie, al palato è dinamico e piacevolmente tannico,  avvolgente e persistente.

    Sito di riferimento: https://caparsa.it

    Chianti Classico Caparsino Riserva 2017 Az. Caparsa – Sangiovese in purezza,  colore rosso granato intenso,  al naso svela note di frutta rossa matura,  prugna, rosa appassita  e nuances tostate, al palato è piacevolmente morbido,  pieno e appagante,  contraddistinto da una interminabile persistenza aromatica. Sito di riferimento: https://caparsa.it

    Chianti Classico 2019 - Chianti Classico Caparsino Riserva 2018 e 2017, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico 2019 – Chianti Classico Caparsino Riserva 2018 e 2017, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Chianti Classico Marangole Gran Selezione  2015 Castello d’Albola – Sangiovese 100%, rosso rubino vivace e trasparente, con sfumature granata, sprigionante sentori di viola appassita, ciliegia e mora mature, sottobosco ed erbe aromatiche,  al palato è vellutato e sapido con chiusura lunga, un vino decisamente armonico.

    Sito di riferimento: https://albola.it

    Chianti Classico Marangole Gran Selezione  2015 Castello d'Albola, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico Marangole Gran Selezione  2015 Castello d’Albola, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Chianti Classico Riserva 2020 Castello di Volpaia – Sangiovese 100% , rosso rubino profondo,  al naso libera sentori di frutti di bosco, petali di rosa, liquirizia e spezie dolci,  al palato è succoso,  rotondo e coerente,  rimane in bocca a lungo.

    Sito di riferimento: https://volpaia.com/

    Chianti Classico Riserva 2020 Castello di Volpaia, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico Riserva 2020 Castello di Volpaia, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Merlot 550 2019 Az. Istine –  Ottenuto con l’omonimo vitigno in purezza, di un bellissimo colore rosso rubino intenso,  al naso dipana note di mirtillo, mora, ribes nero, erbe aromatiche e effluvi balsamici,  al palato è vibrante,  fresco e di buona corrispondenza gusto-olfattiva.

    Sito di riferimento: https://www.istine.it

    Merlot 550 2019 Az. Istine, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Merlot 550 2019 Az. Istine, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Chianti Classico Riserva 2017 Podere Capaccia – Sangiovese in purezza,  rubino vivace,  al naso emana sentori di amarena,  tè nero, vaniglia e tabacco  al palato è avvolgente,  aggraziato e fine. Lungo e duraturo.

    Sito di riferimento: https://www.poderecapaccia.com

    Chianti Classico Riserva 2017 Podere Capaccia, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico Riserva 2017 Podere Capaccia, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Chianti Classico Riserva 2020 Podere Terreno – Sangiovese 100%, rosso rubino intenso,  al naso si percepiscono sentori di susina, ciliegia,  lampone e tabacco, arrivano poi note di pepe, cannella e un sottofondo balsamico, al palato è deciso,  preciso e piacevolmente tannico. Finale lunghissimo.

    Sito di riferimento: https://www.podereterreno.it/en

    Chianti Classico Riserva 2020 Podere Terreno, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico Riserva 2020 Podere Terreno, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Chianti Classico 2020 Tenuta Carleone – Sangiovese in purezza,  rubino vivace,  emana sentori di visciola, cassis, lampone e arancia sanguinella accompagnate da note di cumino e ginepro,  al palato è dinamico e generoso con fitta trama tannica al contempo setosa. Un gran bel sorso.

    Sito di riferimento: http://winery.tenutadicarleone.com/

    Chianti Classico 2020 Tenuta Carleone, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico 2020 Tenuta Carleone, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri

    Chianti Classico Riserva Bugialla 2020 Az. Poggerino – Sangiovese 100%, rosso rubino intenso,  all’olfatto emana sentori di ciliegia,  frutti di bosco,  tabacco,  cuoio e grafite che seguono una scia speziata,  al palato è ben strutturato e   il sorso risulta piacevole e assolutamente lungo.

    Sito di riferimento: https://poggerino-chianti-italy.com

    Chianti Classico Riserva Bugialla 2020 Az. Poggerino, Radda enl Bicchiere, foto di Adriano Guerri
    Chianti Classico Riserva Bugialla 2020 Az. Poggerino, Radda enl Bicchiere, foto di Adriano Guerri
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://www.raddanelbicchiere.net/

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023

    Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023

    Da champagnista che vive in zona prosecchista

    Di Carol Agostini

    Reims, Francia – L’eleganza dorata del vino più celebrato al mondo, lo Champagne, continua a far brillare le occasioni speciali in tutto il globo. Questo nettare delle viti, nato tra le dolci colline della regione francese, incanta gli intenditori di tutto il mondo con la sua irripetibile arte effervescente.

    Champagne: L'arte effervescente che incanta il mondo nel 2023, foto da internet
    Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo nel 2023, foto da internet

    E’ un simbolo di gioia, celebrazione e raffinatezza. Ogni sorso trasporta il palato in un’esperienza unica, attraverso le bollicine fini e persistenti che scaturiscono dal cuore stesso della bevanda. Le origini di questo vino raffinato risalgono a secoli fa, quando i monaci benedettini delle abbazie francesi scoprirono i segreti della fermentazione in bottiglia. Da allora, la regione francese dove si produce è diventata l’epicentro di una delle bevande più amate e iconiche del mondo.

    La storia e la tradizione si fondono nell’arte di produrre il metodo champenoise. Le uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, coltivate su terreni calcarei, conferiscono un carattere distintivo a questi vini. La pratica laboriosa e meticolosa di assemblaggio delle diverse varietà di uve conferisce a ogni maison (casa di produzione) la sua firma unica, mantenendo intatta la qualità e lo stile che contraddistinguono lo Champagne.

    Un calice di champagne, foto da internet
    Un calice di champagne, foto da internet

    Ma cosa rende davvero speciale lo Champagne? È il processo di doppia fermentazione in bottiglia, noto come metodo champenoise o metodo classico, che dona a questa bevanda la sua caratteristica effervescenza. Dopo la fermentazione primaria, il vino base viene imbottigliato con una miscela di zucchero e lieviti, creando la rifermentazione in bottiglia. Durante questo processo, si sviluppano le preziose bollicine, che conferiscono al vino quel tocco di magia.

    Oltre alla sua tecnica di produzione unica,  è anche sinonimo di prestigio. Le grandi maison francesi, come Dom Pérignon, Moët & Chandon, Veuve Clicquot e Krug, hanno costruito una reputazione solida nel corso dei secoli, offrendo champagne di alta qualità che hanno accompagnato celebrazioni in tutto il mondo.

    Carol Agostini champagnista che vive in zona prosecchista, champagne tutta la vita
    Carol Agostini champagnista che vive in zona prosecchista, champagne tutta la vita

    Ma non è solo una bevanda per le occasioni speciali. Può essere apprezzato in molti modi, dall’aperitivo al brindisi finale. La sua versatilità culinaria lo rende un compagno ideale per una vasta gamma di piatti, dall’elegante abbinamento con il caviale ai sapori più audaci delle fusion food contemporanee.

    Non c’è dubbio che sia un’eccellenza da celebrare. La sua produzione è sostenuta da rigorosi standard qualitativi e da una denominazione di origine controllata, che garantisce che solo i vini prodotti nella regione di Champagne possano fregiarsi di tale nome.

    Mentre il mondo evolve, rimane una costante nella vita di molte persone. È una dichiarazione di stile, un simbolo di lusso e un’esperienza sensoriale unica. Ogni bottiglia racconta una storia di passione, dedizione e artigianato, trasportando chi la beve in un viaggio di piacere ed eleganza.

    In un mondo frenetico, questa tipologia produttiva ci ricorda l’importanza di rallentare e celebrare i momenti più speciali. È un omaggio all’arte del vivere, un’effervescenza di emozioni inebrianti. Lasciamoci catturare dalla magia dello Champagne e brindiamo a tutto ciò che rende la vita degna di essere celebrata.

    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne: L'arte effervescente che incanta il mondo 2023, foto originale
    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023, foto originale

    Ci sono diversi aspetti e collegamenti interessanti legati allo Champagne?

    1. Feste e celebrazioni: è spesso associato alle festività e alle celebrazioni speciali. È una bevanda che simboleggia gioia, eleganza e momenti di festa. È tradizione brindare con Champagne durante matrimoni, anniversari, compleanni e altri eventi significativi.
    2. Cultura e arte: ha ispirato molti artisti, scrittori e musicisti nel corso degli anni. È stato protagonista in opere d’arte, romanzi e canzoni, diventando un simbolo di lusso, raffinatezza e stile di vita.
    3. Enoturismo: La regione di Champagne è una delle mete più popolari per gli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Le cantine e le maison aprono le loro porte per visite guidate, degustazioni e tour delle vigne, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia e nella produzione di questa bevanda straordinaria.
    4. Flûte di Champagne: La flûte di Champagne è il bicchiere tradizionalmente utilizzato per servire questa bevanda. La sua forma slanciata e allungata aiuta a mantenere le bollicine e a concentrare gli aromi, offrendo un’esperienza sensoriale ottimale.
    5. Mixology: può essere utilizzato come ingrediente in cocktail sofisticati e ricercati. Negli ultimi anni, la mixology ha visto la creazione di drink innovativi che combinano Champagne con altri liquori, succhi di frutta o ingredienti aromatici, ampliando la versatilità di questa bevanda.
    6. Associazione gastronomica:  è spesso abbinato a piatti di alta cucina e a specialità gastronomiche. Le sue caratteristiche, come l’acidità e l’effervescenza, lo rendono un accompagnamento ideale per frutti di mare, pesce, formaggi, foie gras e altri cibi pregiati.

    Questi sono solo alcuni dei collegamenti e degli aspetti affascinanti che ruotano attorno a queste bollicine. Questa bevanda ha un impatto significativo nella cultura, nella società e nel mondo dell’enogastronomia.

    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonare con le linguine del Pastificio Ducato d'Amalfi
    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d’Amalfi

    Piatti che spesso si abbinano bene allo Champagne?

    Ostriche: Le ostriche sono un classico abbinamento. La freschezza e la salinità delle ostriche si sposano perfettamente con l’acidità e l’effervescenza dello Champagne, creando un equilibrio armonioso di sapori.

    Salmone affumicato: Il sapore delicato e affumicato del salmone si sposa bene con la complessità e la struttura di molte bollicine. Si consiglia di abbinarlo con un Blanc de Blancs o uno Brut.

    Formaggi cremosi: Formaggi come il Brie, il Camembert o il triple-crème sono ottimi abbinamenti. L’acidità del vino aiuta a bilanciare la cremosità dei formaggi, creando un contrasto gustoso.

    Foie gras: Il foie gras, con la sua ricchezza e consistenza burrosa, può essere accompagnato da uno Champagne demi-sec o da uno rosé. L’effervescenza del vino aiuta a pulire il palato dopo ogni boccone.

    Caviar: Lo Champagne è spesso considerato l’abbinamento ideale per il caviar. La delicatezza dei grani di caviale si sposa con l’acidità e la sua freschezza, creando una sinfonia di sapori pregiati.

    Tartare di manzo: La vivacità e la struttura del metodo classico si sposano bene con il tartare di manzo. L’acidità del vino aiuta a tagliare la ricchezza della carne cruda, creando un abbinamento equilibrato.

    Questi sono solo alcuni esempi di piatti che si abbinano tradizionalmente al metodo classico francese. Tuttavia, ricorda che le preferenze personali possono variare, sarà magnifico esplorare e sperimentare per scoprire gli abbinamenti preferiti.

    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d'Amalfi, foto di Carol Agostini
    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d’Amalfi, foto di Carol Agostini

    Maison Olivier Herbert

    La maison Champagne Olivier Herbert, con sede a Reims, è un’affascinante realtà vinicola che porta avanti la tradizione e l’eccellenza dello Champagne. Sul loro sito web ufficiale, presentano con orgoglio la loro storia familiare e il loro impegno per la produzione di bollicine di alta qualità.

    Si distingue per la sua filosofia artigianale e per l’attenzione meticolosa dedicata a ogni fase della produzione del loro metodo champenoise. Con una passione per il territorio di Champagne e le sue uve, si impegnano a coltivare le vigne in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

    Champagne Olivier Herbert Brut Nature
    Champagne Olivier Herbert Brut Nature, foto di Carol Agostini

    Olivier Herbert si concentri principalmente sull’assemblaggio delle uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, utilizzando il metodo classico per la fermentazione in bottiglia.

    La maison Champagne Olivier Herbert potrebbe rappresentare un’eccellente aggiunta all’articolo, sottolineando l’importanza delle piccole realtà produttrici che contribuiscono al fascino e alla diversità del panorama dello Champagne.

    1. Chardonnay: Il Chardonnay è un vitigno a bacca bianca ampiamente coltivato nella regione di Champagne. È noto per conferire freschezza, eleganza e note di frutta bianca ai vini. Spesso utilizzato per creare Blanc de Blancs, che è prodotto esclusivamente con uve Chardonnay.
    2. Pinot Noir: Il Pinot Noir è un vitigno a bacca nera che offre struttura, complessità e aromi fruttati ai vini di Champagne. È spesso utilizzato nelle miscele per apportare corposità, intensità e sentori di frutti rossi.
    3. Pinot Meunier: Il Pinot Meunier è un altro vitigno a bacca nera che si trova ampiamente nella regione di Champagne. Contribuisce alla morbidezza, al fruttato e alla rotondità dei vini. Viene spesso utilizzato per bilanciare l’acidità e fornire una certa pienezza nei blend.

    Questi tre vitigni, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, sono noti come “cépages principaux” e sono i principali componenti delle tradizionali miscele di Champagne.

    Linguine Pastificio Ducato D'Amalfi in abbinamento allo champagne, foto di Carol Agostini
    Linguine Pastificio Ducato D’Amalfi in abbinamento allo champagne, foto di Carol Agostini

    Brut Rosè di Olivier Herbert in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato D’Amalfi

    Questo Champagne si distingue per un attacco vivace, che si caratterizza per la freschezza e l’equilibrio tra la finezza del Pinot Nero e l’eleganza dello Chardonnay, senza mai risultare aggressivo.

    Il suo colore rosa intenso e le delicate bollicine vi regaleranno un’esperienza gustativa fresca, arricchita dagli aromi di frutti rossi. Si rivelerà il compagno ideale per le vostre serate romantiche, aggiungendo un tocco di romanticismo a ogni sorso.

    Si consiglia di servirlo come aperitivo a una temperatura di 7/8 gradi Celsius e, a tavola, a una temperatura di 10/12 gradi Celsius.

    L’uvaggio comprende il 40% di Chardonnay, il 40% di Pinot Nero e il 20% di Pinot Meunier. In particolare, il 18% del vino è ottenuto da Pinot Nero proveniente da vecchie vigne e contribuisce al carattere rosso dell’assemblaggio.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito Maison: https://champagne-olivier-herbert.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    SIMEI, indagine Wine Meridian: cosa significa comunicare per le imprese del vino nel 2022?

    Redazione

    Obiettivi, attività, investimenti, organizzazione, valori. L’indagine di Wine Meridian fa emergere una considerazione: “Di fronte ad un mondo del vino che cambia, si continua a comunicare alla stessa maniera”.

     

    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino
    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    Amorim Cork Italia, filiale italiana del Gruppo Amorim, prima azienda al mondo nella produzione di tappi in sughero, ha voluto essere presente con il proprio stand al SIMEI 2022, il Salone Internazionale delle macchine per enologia e imbottigliamento di Unione italiana vini (UIV), organizzato a Fiera Milano (Rho) dal 15 al 18 novembre 2022 e dedicato quest’anno al tema della sostenibilità.

    Lo stand di Amorim Cork Italia ha ospitato quattro interventi con alcune tra le più autorevoli firme del settore vino. La location ideale per un dialogo multidisciplinare sul tema del rispetto del vino in ogni sua accezione e su una visione positiva e sostenibile dell’evoluzione e del progresso.

    Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente Presidente e Direttore responsabile di Wine Meridian, chiamati a partecipare al confronto, hanno contribuito con un intervento dal titolo: “Confronto sulla strategia e la pianificazione necessaria alla narrazione del vino da parte di cantine che sono sempre più brand”.

    Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente Presidente e Direttore responsabile di Wine Meridian
    Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente Presidente e Direttore responsabile di Wine Meridian

    L’intervento si è focalizzato su una indagine condotta da Wine Meridian che ha coinvolto 324 aziende del vino con l’obiettivo di approfondire cosa significa oggi comunicare per le imprese del vino.

    Come le aziende comunicano la propria produzione, quanti investono nella comunicazione?, articolo SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino
    Come le aziende comunicano la propria produzione, quanti investono nella comunicazione?, articolo SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    Dall’indagine è emerso che la maggioranza (85%) delle aziende investe in comunicazione, il restante 15% non si occupa di questo aspetto ma afferma di avere delle motivazioni ben definite: assenza di budget, tempo, personale formato, consapevolezza reale.

    Far conoscere il proprio brand ed i valori aziendali risulta essere l’obiettivo più condiviso (59%) che le aziende mirano a raggiungere attraverso le attività di comunicazione. Il 29% del campione ritiene che l’obiettivo primario sia trovare nuovi clienti ed aumentare le vendite.

    Le attività di comunicazione più utilizzate negli ultimi 3 anni si sviluppano soprattutto sui social media, ma anche, in misura inferiore, attraverso la partecipazione a fiere/eventi, l’implementazione del sito web ufficiale, lo sviluppo dell’e-mail marketing e di prodotti redazionali.

    Solo il 14% delle imprese del vino ha una figura interna dedicata che si occupa di comunicazione, mentre il 19% del campione non ha nessuna risorsa impiegata su questo fronte. Il 20% delle aziende si affida ad agenzie esterne e la maggioranza (47%) utilizza una risorsa interna trasversale che svolge anche altri ruoli.

    Il 59% delle aziende del settore vino dedica alle attività di comunicazione una percentuale del fatturato che va dall’1% al 5%.

    Il 29% investe una percentuale del fatturato che va dal 6% al 20% ed il 7% del campione supera il 20% del fatturato. Il 5% non dedicata nessun investimento alla comunicazione.

    Il 57% delle imprese dichiarano di pianificare annualmente la comunicazione, il restante 43% non si occupa di questo aspetto.

    I 3 valori identitari maggiormente comunicati dalle aziende del vino fanno riferimento alla qualità dei prodotti, al territorio, alla famiglia. Mentre l’identità, la ricerca e l’originalità rimangono in fondo alla classifica.

    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino
    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

     

    “Le considerazioni finali che emergono da questa indagine riguardano il fatto che oggi il vino italiano si trova di fronte ad una rivoluzione culturale, ad un approccio da parte dei consumatori molto più laico, con meno pregiudiziali ideologiche” ha evidenziato Piccoli. “Si coltivano molte più tendenze rispetto al passato, però c’è un problema: c’è un mondo che cambia, molto più segmentato, però noi continuiamo a comunicare alla stessa maniera. Investendo poco, con poche competenze spesso delegate e con una difficoltà a selezionare i valori che ti rendono realmente unico e riconoscibile”.

    Comunicato Stampa


    Sito Wine Meridian: https://www.winemeridian.com/

    Partner Redaziona: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • “EMOZIONI DAL MONDO: MERLOT E CABERNET INSIEME” 18° Concorso Internazionale Enologico

    “EMOZIONI DAL MONDO: MERLOT E CABERNET INSIEME” 18° Concorso Internazionale Enologico

    18° Concorso Internazionale Enologico “EMOZIONI DAL MONDO: MERLOT E CABERNET INSIEME”

    Redazione Carol Agostini

     

    Il Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” nasce in seguito ad una serie di incontri dedicati al Taglio Bordolese nella realtà produttiva Bergamasca, svoltisi a Bergamo nel corso del 2004.

    Enologo Sergio Cantoni
    Enologo Sergio Cantoni

    In seguito a tali incontri, l’enologo Sergio Cantoni, propone di allargare la riflessione dedicata al Taglio di Merlot e Cabernet e di coinvolgere un bacino di utenza decisamente più ampio.
    Nasce quindi l’idea di un momento di confronto e scambio a livello internazionale che possa coinvolgere tutte le nazioni che producono vini Merlot, Cabernet e loro tagli.

    Cantoni ricerca la collaborazione delle realtà locali per realizzare questo progetto e incontra l’approvazione e il sostegno della Vignaioli Bergamaschi s.c.a. e del Consorzio Tutela Valcalepio che, da quel momento in poi, hanno in carico la realizzazione e gestione della manifestazione con Cantoni come supervisore e direttore.

    Il gruppo di giurati edizione 2021
    Il gruppo di giurati edizione 2021

    Vagliando diverse ipotesi, si riscontra che la formula più collaudata e di maggior impatto per questo tipo di incontri è quella dei Concorsi Enologici.

    Nel 2005 si svolge quindi la prima edizione del Concorso Enologico Internazionale Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”.

    Cena di gala con premiazione delle aziende vincitrici
    Cena di gala con premiazione delle aziende vincitrici

    La scelta del nome non è casuale: si sceglie di inserire all’interno del titolo della kermesse un elemento, all’epoca ancora sottovalutato, il valore emozionale intrinseco legato alla degustazione.

    Sin dalla sua prima edizione il Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” richiede e ottiene il patrocinio dell’OIV (Organisation International de la Vigne et du Vin).

    Riconoscimento di estrema importanza, in considerazione del fatto che OIV è l’ente internazionale che sovrintende ai concorsi enologici a livello mondiale e, da regolamento, può concedere il proprio patrocinio ad un unico concorso nel mondo per ogni tipologia di vino.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” è dal 2005 l’unico concorso enologico internazionale dedicato ai tagli di Merlot e Cabernet riconosciuto da OIV.

    “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”
    “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” i giurati del concorso

    In Italia i concorsi enologici con patrocinio OIV sono solo 5, ed “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” è uno di questi.

    Il Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” ha inoltre l’autorizzazione ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

    Per poter garantire la massima serietà e affidabilità del Concorso Enologico Internazionale si ricerca un partner d’eccellenza, in grado di affiancare il Consorzio Tutela Valcalepio e la Vignaioli Bergamaschi nella gestione dell’evento. Viene selezionato il Centro Studi Assaggiatori di Brescia che, da quel momento in avanti, si occupa della supervisione e certificazione delle attività di degustazione nel corso del Concorso Enologico Internazionale. Il Concorso, inoltre, può contare sull’appoggio e la collaborazione dell’Università Cattolica degli Studi di Piacenza.

    i vini vengono degustati tutti alla cieca
    I vini vengono degustati tutti alla cieca al Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”

    Nel corso delle passate edizioni il Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” è stato riconosciuto il Concorso Enologico con il più alto rapporto numerico tra giudici e campioni degustati. Sin dalla prima edizione, inoltre, il comitato organizzatore ha puntato all’internazionalità tanto dei giudici quanto dei campioni, nel tentativo di coinvolgere il maggior numero di paesi possibile nelle degustazioni.

    La formula scelta per “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” è unica nel suo genere: si è deciso di utilizzare questo importante appuntamento come momento di promozione del territorio e della sua produzione enologica, ma non solo.

    Altro giurato, Carol Agostini a lavoro al Concorso
    Altro giurato, Carol Agostini a lavoro al Concorso

    A questo scopo, il Concorso Enologico Internazionale non ha una sede fissa: ogni anno “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” cambia location in modo da permettere agli ospiti italiani e internazionali di conoscere una nuova zona della provincia di Bergamo.

    Inoltre durante i tre giorni del Concorso Enologico vengono organizzate visite turistiche e tecniche, nel corso delle quali i degustatori hanno modo di entrare in contatto con le realtà turistiche e produttive del territorio.

    I giurati a lavoro per giorni intensi di assaggio e visite a cantine e realtà produttive della zona
    I giurati a lavoro per giorni intensi di assaggio e visite a cantine e realtà produttive della zona

    La struttura di “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” è piuttosto concentrata ma, allo stesso tempo, mirata a riassumere al meglio l’anima del territorio che ospita la manifestazione.
    Il Concorso si sviluppa su tre giornate, storicamente un giovedì, un venerdì e un sabato.

    Nel corso del mercoledì e del giovedì sono previsti gli arrivi degli ospiti internazionali.
    Il giovedì pomeriggio viene organizzato un primo tour di tipo turistico, mirato a portare gli ospiti alla scoperta del territorio bergamasco.

    Il giovedì sera ha luogo la cena di benvenuto.
    La giornata di Venerdì è sicuramente il cuore pulsante di “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”. E’ infatti nel corso del venerdì mattina che si svolgono le degustazioni dei vini in concorso.

    Il venerdì pomeriggio viene dedicato ai tour alla scoperta del territorio ospite.

    I giutati a lavoro durante "Emozioni dal Mondo"2021
    I giutati a lavoro durante “Emozioni dal Mondo”2021

    I degustatori possono scegliere tra un tour di tipo turistico o uno di tipo più tecnico, con visita ad alcune aziende vitivinicole.

    La giornata del venerdì si conclude con una cena di gala.
    Il sabato mattina viene organizzato un convegno dedicato a temi tecnico scientifici nel corso del quale sono invitati relatori di fama internazionale.

    Al termine del convegno vengono resi pubblici i vini che si sono aggiudicati medaglia nel corso delle sessioni di degustazione.

    A questo punto i vini vincitori sono messi in degustazione con un grande banco d’assaggio aperto anche al pubblico.

    Scheda di degustazione che dal 2021 è utilizzabile tramite tablet, rendendo tutto in digitale per facilitare i controlli e voti dei giurati
    Scheda di degustazione che dal 2021 è utilizzabile tramite tablet, rendendo tutto in digitale per facilitare i controlli e voti dei giurati

    P R O G R A M M A

    18° Concorso Internazionale Enologico “EMOZIONI DAL MONDO: MERLOT E CABERNET INSIEME”

    Giovedì 13 Ottobre
    Arrivo degli ospiti e sistemazione presso il PALACE HOTEL ZINGONIA
    (Corso Europa, 2, 24040 Verdellino BG)
    15.30 Partenza del Bus dall’hotel per Sotto il Monte Giovanni XXIII
    16.00 Tour guidato di Sotto il Monte
    Durata visita circa 2h
    18.00 Rientro in hotel
    20.30 Cena di benvenuto presso PALACE HOTEL ZINGONIA

    Venerdì 14 Ottobre
    08.30 Partenza del Bus dal PALACE HOTEL ZINGONIA
    09.00 Inizio sessioni assaggio presso Villa Martinelli
    (via T. Tasso – 24030 Mapello – .BG)
    13.00 Pranzo a buffet presso la location
    14.30 Partenza del Bus in direzione Almenno
    15.00 – 17.00 Itinerario dedicato al Romanico ad Almenno
    17.30 Rientro in Hotel
    19.30 Partenza dal PALACE HOTEL ZINGONIA con il Bus per la Cena di gala presso
    Villa Martinelli
    23.30 Rientro in hotel con bus

    Sabato 15 Ottobre
    09.30 Partenza del Bus dal PALACE HOTEL ZINGONIA
    10.00 “Dall’analisi Sensoriale alle Neuroscienze”
    Simposio presso la Sala Mosaico della Camera di Commercio di Bergamo
    (Largo Belotti, 16 – Bergamo)
    12.00 Proclamazione vini vincitori della 18° edizione del Concorso Enologico Internazionale
    “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”
    12.30 Pranzo e Saluti Ufficiali.


    Sito Concorso: https://www.emozionidalmondo.it/it/

    Partner di Redazione:https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

  • “Scalinatella longa, longa, Strettulella”: l’Alberata Aversana 2022

    “Scalinatella longa, longa, Strettulella”: l’Alberata Aversana 2022

    “Scalinatella longa, longa, longa, Strettulella Strettulella”: l’Alberata Aversana 2022

    Di Elsa Leandri

    La canzone “Scalinatella” di Fausto Cigliano, ci parla di una scalinata lunga, lunga, lunga e stretta, stretta che dovrà percorrere per trovare la sua amata. Sarà questo sottofondo musicale, sarà il bicchiere indorato d’Asprinio e il pensiero vola alle uve maritate, all’Alberata Aversana e al percorso iniziato verso il riconoscimento di Patrimonio Immateriale da parte dell’Unesco.

    L'uva sana di Tenuta Fontana, articolo “Scalinatella longa, longa, longa, Strettulella Strettulella”: l’Alberata Aversana
    L’uva sana di Tenuta Fontana, articolo “Scalinatella longa, longa, longa, Strettulella Strettulella”: l’Alberata Aversana 2022

    L’Alberata Aversana

    In 22 comuni campani troviamo una particolare coltivazione, un legame stretto e indissolubile tra un albero infruttifero, come il pioppo o l’olmo, e la vite: questo tipico allevamento noto come alberata aversana trae le sue origini già in epoca etrusca, periodo in cui si iniziava ad addomesticare la vite.

    La disposizione delle alberate ricalca però molto la centurazione romana, ovvero la suddivisione dei territori agricoli secondo una disposizione ortogonale e questo fa pensare che dobbiamo loro la sua diffusione nel territorio agro-pontino.

    La crescita in verticale, che arriva a 15-20m d’altezza, era dettata principalmente per sfruttare al massimo il suolo in modo da non togliere terreno alla coltura di frutta e cereali. Il tutore vivo offre quindi sostegno alla vite, permettendole di arrampicarsi, di salire verso il cielo e di essere irradiata dai raggi solari.

    Spettacolari e magnifici alla vista questi sistemi di allevamento richiedono però molte energie. Gli uomini che si occupano delle potature, della raccolta dell’uva sono chiamati anche “uomini ragno”, perché grazie a delle scale lunghe e strette, gli scalilli, che sono costruite su misura, si muovono con abilità da una parte all’altra dell’alberata.

    L’altezza dello scalillo è di circa 15-20 m tale da coprire tutta la crescita verticale della vite e la distanza tra i pioli è precisamente la lunghezza della gamba in modo da poter inserire all’interno dell’incavo il ginocchio così da avere le mani libere per poter lavorare.

    Usano dei cesti (fascine) appuntiti in cui mettere le uve che raccolgono in modo da poterle calare con la fune senza che questi si rovescino: impensabile infatti salire e scendere di continuo dallo scalillo. Si potrebbe parlare anche in questo caso di viticoltura eroica dal momento che le energie richieste sono molte.

    Tenuta Fontana un momento di raccolta delle uve in vendemmia
    Tenuta Fontana un momento di raccolta delle uve in vendemmia con le “Fascine” Alberata Aversana

    Se quando Mario Soldati fece il suo viaggio in Campania alla scoperta dei vitigni autoctoni i terreni coltivati ad alberata ricoprivano circa 16.000 ettari, oggi se ne contano circa 32 ettari. Le cause dell’abbandono di tale allevamento sono ovviamente legate alla difficoltà di coltivazione, ma soprattutto all’elevata costruzione edilizia che si è verificata in questi ultimi 50 anni.

    Volontà della Regione Campania è quello di salvare l’alberata aversana, già riconosciuta presidio Slow Food e Patrimonio Immateriale della Regione Campania nel 2019: prossimo step, l’essere inserito come Patrimonio Immateriale da parte dell’UNESCO.

    Calice di Alberata Asprinio Tenuta Fontana
    Calice di Alberata Asprinio Tenuta Fontana

    Ma qual è il vitigno protagonista di tale allevamento?

    È unicamente l’Asprinio d’Aversa che secondo le ultime evidenze del Prof. Scienza non differisce geneticamente dal Greco di Tufo. È coltivato a piede franco grazie alla presenza di territori sabbiosi, ostili quindi alla fillossera, e come suggerisce il nome si caratterizza per un’elevata acidità, che lo rende idoneo anche a una spumantizzazione.

    Tenuta Fontana e Alberata, Asprinio d’Aversa DOC 2019

    Bottiglia e calice Tenuta Fontana e Alberata, Asprinio d’Aversa DOC 2019
    Bottiglia e calice Tenuta Fontana e Alberata, Asprinio d’Aversa DOC 2019

    Oggi nel calice abbiamo Alberata, Asprinio d’Aversa DOC 2019 di Tenuta Fontana.
    L’azienda nasce nel 2009 grazie all’intraprendenza di Mariapia e Antonio Fontana con i genitori Teresa Diana e Raffaele. La grande attenzione verso la loro terra e la voglia di dar rivalsa a quei vitigni autoctoni come l’asprinio, lo sciascinoso e la falanghina li hanno portati ad operare in regime biologico.

    Già dal nome dell’etichetta, Alberata, si ha un richiamo al sistema di allevamento di cui abbiamo parlato precedentemente e in questo caso la produzione deriva da viti del 1800. La vinificazione prevede fermentazione in anfore di terracotta e affinamento in anfora e in acciaio per, rispettivamente, 7 mesi e 6 mesi su fecce fini.

    La veste dorata e brillante ci preannuncia sentori intriganti e complessi. È un susseguirsi di note floreali, fruttate che si rincorrono e che si svelano una dopo l’altra: mimosa, camomilla essiccata, ginestra, tarassaco, pesca gialla sciroppata, albicocca secca, cedro candito, ananas. Una spruzzata di anice stellato e un tocco di miele d’acacia, completano il quadro. La freschezza dell’Asprinio è presente e fa fronte alla morbidezza regalando una chiusura molto lunga.

    Conclusioni

    Tenuta Fontana fa parte di quei produttori che hanno scelto di salvaguardare questo tipo di coltivazione, una coltivazione in cui non si parla di resa per ettaro, ma di resa in Kg per metro quadro per filare, una coltivazione che va salvaguardata per motivi storici e di tradizione, un patrimonio ampelografico.

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: https://www.tenutafontana.com/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/