Arriva nella Capitale Bollicine, un viaggio alla scoperta delle eccellenze italiane tra le rovine della Roma Antica.
Questa volta Decanter ha selezionato oltre 20 cantine e le loro bollicine, dai metodi classici, Martinotti ma anche ancestrali e tanti vitigni autoctoni. Un evento consigliato ai curiosi e a chi ha voglia di sperimentare nuovi sapori.
Logo di Decanter Wine Academy di Serena Specchi, da sito, articolo: Bollicine Domus Magnanimi Roma 8 Dicembre 2023
L’evento si svolgerà sull’Appia Antica, nella Domus Magnanimi, di fronte alla Tomba di Cecilia Metella. La location è dotata di parcheggio interno gratuito.
Il tour sarà accompagnato da assaggi di prodotti artigianali natalizi e non solo. Si parte dal panettone di Cantiani, l’olio della cultivar Marina, liquirizie artigianali, formaggi fatti a mano a forma di panettone e torrone, per finire con l’antica Cioccolateria fiorentina.
Insomma tante idee anche per i vostri regali di Natale
Programma
Ore 16.00 Apertura banchi d’assaggio
Ore 18.00 Masterclass “ I vitigni autoctoni del Lazio e la spumantizzazione”
Ore 21.00 Chiusura banchi d’assaggio
INGRESSO GRATUITO con PRENOTAZIONE
accrediti@decanterwineacademy.org
Info: 347-6649100
Le Cantine
Antica Tenuta Palombo, Lazio
Cantina Bacco, Lazio
Cantine Capitani, Lazio
Cantine Murgo 1860, Sicilia
Cantine Strapellum, Basilicata
Casa Setaro, Campania
Casal De Luca, Lazio
Col Miotin, Veneto
Colli Ripani, Marche
Cominium, Lazio
Corte Normanna, Campania
I Pampini, Lazio
La Riballina, Lazio
L’Ovile, Lazio
Luretta, Emilia Romagna
Marco Carpineti, Lazio
Palazzo Tronconi, Lazio
Pietra Pinta, Lazio
Rossi di Medelana, Lazio
Tenuta dei Mori, Toscana
Tolomei, Veneto
Valdonica, Toscana
Villa Gianna, Lazio
Vini Biagi, Abruzzo
Vini Sara Meneguz, Veneto
Formazione, sviluppo, progetti e vita di Carol Agostini
Redazione
Carol Agostini
Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, foto di Carol Agostini
Sommelier, commissario enologico internazionale, cuoca e creativa partita dall’Accademia del Gusto e divenuta, successivamente, Chocolate Tester, degustatore di olio, formaggi e miele.
Ama ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, tecnica e vini ai suoi piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze.
Marketing strategist, titolare dell’agenzia FoodandWineAngels, e, soprattutto, esploratrice appassionata del gusto italiano, sempre alla ricerca di sensazioni organolettiche e della chimica dei componenti sensoriali.
Qualificata come Maestro Sun, insegna e organizza corsi di cucina asiatica.
Selezionatrice food&wine per mercati esteri e e-commerce internazionale, scrive su testate nazionali di settore.
Altro giurato, Carol Agostini a lavoro al Concorso Emozioni dal Mondo
Conduce presso alcuni canali web radio una serie di trasmissioni basate sul format ”Il viaggio degli Umami”.
Carol è curatrice di masterclass e degustazioni guidate in eventi fieristici del settore.
Inoltre, conduce una rubrica dal nome “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, attraverso visite e interviste con i produttori.
Instancabile networker, è sempre alla ricerca di sinergie e opportunità per progetti che uniscono persone e professionisti vincenti.
Autrice del libro “Cena con Fattura D’amore” pubblicato ad ottobre 2021 da Ronca Editore, un libro sulla gastronomia sensoriale ripercorsa sotto forma di romanzo, con una componente di manuale e di crescita introspettiva personale per raggiungere lo scopo di stare bene attraverso la complicità e i sensi.
I sensi, ricette, Cena con Fattura D’Amore di Carol Agostini
Titolare dell’Agenzia FoodandWineAngels che opera nel settore enogastronomico, editore del Magazine Papillae.it
Nadia Toppino scrittrice, e foodwriter in alcune testate di settore svizzere e Blog Storie di Cibo
Ideatore del progetto editoriale che comprende radio web e altre testate di settore con lo scopo di fare squadra editoriale di divulgazione e comunicazione.
Selezionatrice di prodotti per realtà estere con una carriera di molti anni consolidati dagli assaggi di ogni singolo prodotto con una analisi accurata tramite una scheda organolettica sensoriale e commerciale che io stessa ho creato moltissimi anni fa.
Ogni prodotto assaggiato viene fotografato, abbinato, schedato nelle mia attuale anagrafica che contiene ormai 40 mila attività nel settore food&wine, il tutto viene documentato con un report e una micro articolo in regalo alle attività in cambio delle campionature omaggio.
Siamo un magazine online specializzato nel settore Food & Wine con approfondimenti di vario genere: prodotti Made in Italy e il resto del mondo, fine dining, turismo, ospitalità italiana, eventi nazionali e internazionali, ricette e l’internalizzazione dei prodotti nella sua eccezione più ampia.
Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
La nostra redazione è composta da giornalisti, blogger, sommelier ed esperti/ critici enogastronomici con esperienza ultra decennale, capitanati dalla fondatrice Carol Agostini, commissario internazionale enologico, esperta enogastronomica e consulente di settore.
Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
Siamo partner di FoodandWineAngels di Carol Agostini, agenzia di sviluppo progetti di comunicazione e marketing, ufficio stampa ( su richiesta ), creazione e realizzazione di eventi sul territorio e su misura, ricerca di mercati italiani ed esteri con posizionamento e sviluppo di prodotti enogastronomici, consulenze di vario genere tecniche e sensoriali, formazione e docenze di settore.
Davide Zilio consulente, formatore, docente e produttore di vino
Siamo aperti a collaborazioni di vario genere, disponibili a divulgare informazioni sulle vostre attività e notizie.
Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
Vogliamo espandere la nostra presenza fisica in eventi, guide e commissioni con lo scopo di raccontare ai nostri lettori ciò che accade nel panorama enogastronomico italiano.
Michele Nasoni sommelier, autore del libro Wineblogger Wine Not? fondatore del blog sommelier naso dvino
A richiesta siamo disponibili ad accostarvi coi nostri servizi di divulgazione ( articoli lingua italiana e inglese, social media partner) e di agenzia.
Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance“Amo tutto di lui, amo i suoi difetti, la sua brutta abitudine di mordere e urlare. La sua assoluta autenticità, annata dopo annata” di Zombiwine
Vi racconto un po’ il libro
L’amore e la passione travolgono il cuore e la mente e questa è una storia di sensi.
Cornelia è alla ricerca dell’amore, ma soltanto dopo un intenso percorso di confronto e di crescita riuscirà a esprimere la propria personalità anche attraverso ricette e piatti speciali che accendono la passione.
Due uomini entrano nella sua vita, quale sceglierà? Riuscirà poi a conquistarlo seducendolo con la sua cucina? L’intreccio tra cibo e passione è per lei fondamentale, ma è anche una fonte di energia vitale e di comunicazione con il prossimo.
The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini
Infine, le venti semplici ricette proposte in coda al libro serviranno da guida per accendere i sensi e per aprire nuovi orizzonti nel mondo della seduzione.
Questa è la trama che racconta la storia, ma è una storia che racchiuse in forma romanzata la Gastronomia sensoriale, quella dottrina nata molti secoli fa ad opera dei nostri avi, che ha un ruolo molto importante ma spesso non ci facciamo caso, quanto un percorso di crescita introspettiva, dove il rapporto con noi stessi, anima e consapevolezza sono fonte di energia come il cibo e vino, come l’accettazione e l’amore.
Se iniziate a farci caso molti piatti particolarmente elaborati, con ingredienti selezionati creano sensazione di benessere nell’immediato, basta solo guardarli per sentire vibrazioni positive.
Il potere di stimolare ogni nostro senso e sensazione derivante dal cibo e vino diventa molte volte la soluzione a problemi di carattere amoroso, senza rendercene conto a tavola consumando un determinato cibo rispetto ad un altro, la nostra apertura e predisposizione di accoglienza verso i problemi e verso l’altra persona sfumano in gesti più naturali e meno arrabbiati.
Carol Agostini, foodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, libro “Cena con Fattura D’Amore” Ronca Editore di Carol Agostini
Ci sono appunto alimenti che suscitano in noi sentimenti di dolcezza, di tenerezza, di pace, attraverso la produzione di “sostanze amiche” portandoci alla capacità di guardare la persona davanti a noi senza provare odio.
Ecco perché viene definita gastronomia sensoriale, dove la pace dei sensi è uguale alla pace delle emozioni.
In questa pratica si usa maggiormente la frutta, gli ortaggi, le radici, la cioccolata, i prodotti ittici tendenzialmente crudi, le spezie, tutto in piccole porzioni o mono.
Associazioni visive, collegamenti sensoriali, gesti e movenze, le giuste ricette e l’ambiente confortevole aprono il paradiso dell’anima attraverso le vibrazioni dei sensi.
Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023
I viaggi sensoriali di Carol, biografia
La mia gavetta nel mondo enogastronomico parte nel 1997, sono andata alla ricerca di informazioni sul cacao, elemento da me sempre amato.
Proprio dall’esigenza di comprendere la sua composizione e suoi benefici ha avuto inizio il mio viaggio.
Dopo qualche mese mi sono avvicinato al mondo vitivinicolo; mi sono formata e sono diventata un commissario enologico internazionale.
Con il tempo è cresciuto il mio desiderio di conoscere nella propria essenza ogni singolo prodotto gastronomico che potrebbe accompagnare ogni sorso degustato.
Con il passare del tempo sono diventata sommelier, chocholate taste tester, maestro Sun, e ho avuto l’onore di frequentare dei master impegnativi sulle tecniche di cottura degli alimenti, sulla micro-pasticceria, sulla cioccolateria artistica, sui sottovuoto, e tanto altro.
Amo ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, esplorare tecniche di rielaborazione della materia che prima seleziono e scelgo appositamente nei miei piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze.
Carol Agostini con Roberto Cipresso a Vinitaly VeronaFiere
Passano gli anni e la mia curiosità è cresciuta sempre di più. Ho iniziato il mio percorso verso la programmazione neuro linguistica e verso il marketing, acquisendo una qualifica in marketing strategist e approfondendo sempre più il gusto italiano per quello che riguardano le mie competenze enogastronomiche.
Sempre affamata di conoscenze, sempre pronta a ogni sfida, sento l’esigenza di vivere di emozioni, di continue prove tecniche, di assaggi, di viaggi.
Colgo il bello in una pentola bruciata, vissuta da cotture veloci, da quelle lente, dagli ingredienti che spesso dimentico sul fuoco e l’odore di bruciato invade tutta la cucina.
Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini
Ciò nonostante mi sento gratificata, perché ho avuto la possibilità di sperimentare e di sbagliare.
Mi entusiasmo nel cercare soluzioni ai miei errori, ai calcoli sbagliati sulle dosi e ai tempi di cottura non precisi.
Dai miei errori inizio a consolidare la mia abilità di esecuzione e di risoluzione.
Imparo, sbaglio, correggo, insegno e scrivo, un nuovo viaggio, mediante la cucina asiatica che amo, quella sudamericana, la cucina medioevale, quella futurista che mi insegna ad apprezzare ogni consistenza e forma.
A volte penso di compiere un viaggio senza fine, di quelli che hanno senso solo se vissuti direttamente e non attraverso le foto o i racconti altrui.
Mi entusiasma sempre di più condividere i miei errori agli altri affinché questi non vengano ripetuti.
Ed è proprio questo percorso come insegnante che mi porta a frequentare sempre di più ristoratori, chef, cucine.
The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Carol Agostini, Attilio Scienza, Nere Pederzolli
Cresce la mia esperienza come selezionatrice, occupandomi di prodotti enogastronomici per mercati esteri e per importanti e-commerce di settore.
Ne parlo ma anche ne scrivo e questo mi porta a collaborare costruttivamente con testate nazionali di settore. Non per ultima arriva la TV con alcune partecipazioni a trasmissioni televisive e, subito dopo, la radio con un mio format dal nome “Il viaggio degli Umami”, nel quale racconto le esperienze degustative in occasione di concorsi nazionali ed internazionali vinicoli.
Ciò mi porta a curare personalmente masterclass e degustazioni guidate in occasioni di eventi fieristici del settore.
Per quello che riguarda le attività audio, porto avanti altri progetti in parallelo, ad esempio la rubrica “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, con le visite e interviste ai produttori.
Renato Rovetta Guida Rosa Rosati Rosè e Carol Agostini dell’Agenzia FoodandWineAngels
In tutto questo strutturo squadre di collaboratori che mi seguono spesso in weekend end impegnativi, finalizzati al network ing fra professionisti del settore.
La mia gavetta continua, non smetto mai di studiare, di aggiornare la mia conoscenza, i miei corsi diventano sempre più frequentati e le diverse Camere di Commercio mi ingaggiano per sviluppare progetti formativi.
Cantine sociali mi chiedono progetti di sviluppo territoriale e di identità produttiva.
Insomma, sfide su sfide, che accrescono la mia voglia di fare parte di questo mondo.
Qualche anno fa sono stata contattata da una casa editrice che mi chiesto di scrivere un ricettario, proposta che si è di fatto trasformata in un libro sulla gastronomia sensoriale, “Cena con Fattura D’amore” pubblicato a fine ottobre 2021 da Ronca Editore si tratta di un libro che ripercorre sotto forma di romanzo la gastronomia sensoriale, dove i sensi la fanno da padrone in ogni nostra azione.
Alessandro Scorsone e Carol Agostini al Merano Winefestival
La caratteristica di questo romanzo è proprio al componente di manuale e di crescita introspettiva personale per raggiungere lo scopo di stare bene attraverso la complicità dei sensi.
Sono passati due mesi e siamo già alla seconda ristampa, un successo inaspettato per me.
Scrivendo queste righe ho potuto guardare indietro il mio percorso con occhi diversi, con una consapevolezza totalmente priva di giudizio, anche se sento ancora il peso dei sacrifici e delle rinunce.
Sono soddisfatta di tutto il mio viaggio?Si, ma non è ancora finito, ci sono tante cose che devo ancora assaggiare, esplorare e conoscere.
La scrittura mi permette di registrare nel mio cervello ogni sensazione, ogni emozione che ho vissuto ad ogni morso e a ogni sorso.
Sono grata anche di questo, perché la ragazzina di vent’anni che approcciava questo mondo ora è una donna.
Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi
FoodandWineAngels
Ho fondato la mia agenzia si chiama “FoodandwineAngels”, unica agenzia in Italia in grado di applicare le più avanzate attività di marketing intelligence al settore dell’enogastronomia.
Ho una squadra di professionisti al mio fianco, facciamo valutazioni tecniche accurate di prodotti agroalimentari ed enologici, indagini di mercato basate sui più avanzati concetti di marketing intelligence, servizi di comunicazioni alle imprese e supporto alla vendita a livello di territorio nazionale e internazionale.
Questi sono solo alcuni dei tanti servizi che espletiamo nel panorama enogastronomico italiano.
Carol Agostini con Iginio Massari
Con lo staff di specialisti dell’agenzia garantiamo valutazioni approfondite organolettiche e degustative di prodotti, basandoci su schede tecniche di analisi che io stessa ho ideato e creato.
Crediamo, così, di dare un grande supporto alla nostra rete vendita, attraverso anche servizi di comunicazione avanzata mediante i canali tradizionale e digitali (giornalistici e social).
Insomma, sono molto orgogliosa di questa agenzia che prepara le basi per strategie commerciali avanzate e mirate, offrendo alle aziende-partner la soluzione dei numerosi problemi di vendita e di brand awareness che costituiscono oggi lo scoglio più arduo da superare nel settore enogastronomico.
Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione con Luca Gardini
Conclusione
In un mondo veramente complesso, fortemente concorrenziale, in cui la qualità e l’unicità dei prodotti deve essere evidenziata e portata alla luce nel modo più efficace.
Il mio obiettivo è quello del mio staff è quello di diventare un punto di riferimento per produttori e distributori, un partner che consenta di massimizzare le vendite e la presenza sul mercato, ma anche e soprattutto offrire a quei produttori che ancora non dispongano di una visibilità accurata e di una presenza capillare sul mercato una soluzione ai loro problemi.
Il mio viaggio, quindi, ancora oggi, non ha una fine, ma solo mete da raggiungere.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
PROGETTO ROMA DOCet 2023, Secondo Tour sul bordo del Vulcano
Di Cristina Santini
Dopo avervi parlato del primo tour itinerante (da leggere) e della storia di alcune cantine situate all’interno dell’areale dei Castelli Romani, un’area di natura vulcanica, a sud est della Capitale, originata dal crollo del Vulcano Laziale centinaia di migliaia di anni fa, è il momento di raccontarvi di un altro complesso, sempre vulcanico ma differente. Dall’area tuscolana che comprende Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora che guarda verso Roma, ci spostiamo nella parte opposta verso la costa ovvero nell’area lanuvina e parte dell’area artemisia.
Cantina sociale GOTTO D’ORO, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
A parlare sono state le aziende del Consorzio di Tutela Vini Roma Doc, promotrici della Denominazione e del patrimonio naturale e vitivinicolo, che ci hanno ospitato e raccontato la storia aziendale e il territorio sul quale abbiamo camminato.
La prima tappa ci porta al GOTTO D’ORO, la Cantina Sociale che da quasi otto decenni, ormai, per il territorio dei Castelli Romani, è stata molto più di una semplice cantina. E ce la racconta Marco Zanibellato.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, questa realtà produttiva ha rappresentato un’autentica scintilla di speranza, un messaggio deciso, nell’unica direzione allora possibile: la rinascita attraverso la resilienza. Una capacità che ha portato in questi anni ad una nuova identità per i vini dei Castelli che da tempo sembrava essersi appannata.
Lo stabilimento di Marino del Gotto d’Oro, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La cooperativa, nata nel 1945 nello stabilimento di Ciampino andato poi distrutto, arrivata a Marino nei primi anni ‘70, si occupa della lavorazione delle uve raccolte dai 200 soci conferitori, situati nelle zone di Roma Sud fino alla provincia di Latina, al confine con Cisterna e Aprilia per un totale di 1000 ettari. Segue tutte le fasi, dalla vinificazione, all’affinamento, all’imbottigliamento, allo stoccaggio di magazzino fino alla distribuzione dei prodotti in tutta Italia e in buona parte del mondo per un totale di sette milioni di bottiglie vendute all’anno.
Le uve, conferite il giorno stesso della raccolta (40 giorni di vendemmia, da fine agosto con le precoci fino al 10/15 di ottobre con le più tardive), giunte in cantina, vengono pesate sulle grandi bilance, nelle postazioni di ricezione, ed eseguite le prime analisi sullo stato di salute, vengono destinate alle differenti Doc.
In questo stabilimento si producono 3 Doc: Marino, Castelli Romani e Roma Doc nella doppia linea, Vinea Domini per la ristorazione e la linea Settantacinque75 per la grande distribuzione. Paolo Peira è il consulente enologo che ha intrapreso il percorso di Vinea Domini.
Cantina di vinificazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
All’interno, osserviamo l’immenso panorama delle 10 presse pneumatiche chiuse, utilizzate per la pressatura soffice, e le grandi vasche di cemento risalenti al 1971, non tutte in uso, che grazie ai finanziamenti europei sono state rinnovate e riutilizzate. Tre livelli di cantina composti, come la vecchia tecnologia enologica prevedeva, da Silos in cemento armato autoportante, utili per una decantazione agevole e uno stoccaggio più lungo del vino poiché neutri e inerti rispetto all’acciaio. Ovviamente ci sono anche le vasche in acciaio e sono adottati entrambi i sistemi.
Il video di Luigi Caporicci, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Riportiamo una breve citazione tratta dalle parole del Presidente Luigi Caporicci, purtroppo scomparso prematuramente quest’anno, mandata in onda nella sala prima della degustazione: “In questi anni abbiamo fatto lavori per migliorare tutta la produzione del calore, caldo-freddo, la produzione di energia elettrica con l’impianto fotovoltaico, la depurazione delle acque anche per l’utilizzo quotidiano con un impianto di osmosi che è all’avanguardia. La Regione Lazio e i fondi europei sono stati un grosso incentivo per gli operatori laziali. Attingere ai fondi del programma di sviluppo rurale della Regione Lazio è una buona opportunità. Nei prossimi 10 anni il nostro obiettivo è quello di valorizzare il prodotto per far si che il Lazio sia una regione apprezzata per quello che è”.
Ma veniamo alla degustazione dei sei vini raccontata da Paolo Peira e Marco Zanibellato.
Il primo calice è un DOC Roma Bianco 2021, Malvasia Puntinata in purezza, della Linea Settantacinque75, un entry level che ricorda i 75 anni di vita della Cantina. Le uve vengono raccolte volutamente più tardi per raggiungere una certa struttura, per arrivare ad un vino che all’olfatto è nel pieno della sua maturità, quindi da una parte ha perso quella freschezza che inizialmente aveva nei primi mesi, per lasciare il posto ad una aromaticità più decisa e più sostenuta che va verso frutti e fiori un po’ più maturi. E’ un vino di facile beva che dopo un anno di bottiglia ha una certa morbidezza e un’acidità che ha ceduto il passo a dei composti più morbidi.
In alcuni casi, alcune partite vengono raccolte prima della perfetta maturazione per avere un serbatoio di acidità naturale, per una certa freschezza atta a garantire il potenziale evolutivo, da poter poi assemblare con il resto della Malvasia.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La Vinea Domini è la nuova linea della Gotto d’Oro, un prodotto non di qualità superiore, ma di qualità diversa, fatto con intenzioni diverse. Il secondo calice è un DOC Roma Bianco Malvasia Puntinata 2022, la varietà autoctona della zona, una malvasia che non è aromatica come quella delle Lipari, non è così neutra come a volte è la Malvasia Istriana, ma è un’uva intermedia che a seconda del momento della raccolta, concede una risposta sensoriale distinta e netta. Raccolta anticipatamente regala un vino molto semplice, beverino, dotato di una pericolosa bevibilità; lasciata maturare come accade per la Doc Roma, raggiunge un carattere più importante e strutturato.
Questi primi due vini sono estremamente didattici: nel primo si ha l’idea della Malvasia raccolta in anticipo, agrumata, dalla spiccata acidità e mineralità; nel secondo quella della frutta più matura, con canditi, ricche note balsamiche e caratteristici accenni mentolati.
In quest’area dei Castelli Romani dove la Denominazione del Frascati rappresenta quasi la metà dei vini “castellani”, non poteva mancare nel nostro panel di degustazione il Frascati Superiore Docg 2022, composto da Malvasia di Candia e Trebbiano Toscano, imbottigliato da poche settimane, ancora molto fresco e delicato. Il disciplinare prevede l’obbligo di produrre, vinificare e affinare i vini di questa Denominazione nel proprio areale di produzione con, come in questo caso, la deroga dell’imbottigliamento nello stabilimento di Marino.
A differenza dei vini di Marino prodotti in un’area esposta all’influenza del mare, Frascati è tutt’altra zona con vigneti coltivati sulle colline di media altitudine, rivolte verso l’Appennino, dove l’influsso marino vien meno e regala vini un po’ più austeri, più verticali, più acidi, vini che sopportano meglio anche l’invecchiamento con una freschezza e una spinta aromatica distinta.
I vigneti, coltivati a filare, hanno superfici molto ridotte, si parla di singole proprietà e non aziende estensive, con un’età media di 30 anni, caratteristica peculiare della zona del Frascati.
La Malvasia di Candia è una varietà che ha pochi sentori e il Trebbiano Toscano o Procanico anch’esso abbastanza neutro. I profumi che avvertiamo al naso di rosa e banana sono i classici profumi di fermentazione liberati dai lieviti, attraverso lo shock termico grazie al quale vengono esaltate tutte le componenti aromatiche.
I vini di questa zona, siano essi Frascati, Marino o DOC Roma, hanno un carattere in comune che è dato dall’areale di provenienza, ovvero quella mineralità olfattiva che talvolta si traduce anche in una sapidità gustativa.
Oggi se ne parla molto rispetto al passato, si mette l’accento su questa mineralità, su questa sapidità, talvolta sbagliando facendo riferimento ai sali minerali del terreno. Sarebbe molto più facile dire che il vino è salato perchè c’è il sale, in realtà c’è il sale ma non è quello che determina questi caratteri, sono altri composti che derivano comunque da questi suoli vulcanici.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Passando ai rossi delle due linee, abbiamo assaggiato il DOC Roma Rosso 2020 della linea Settantacinque75 (60% Montepulciano e 40% Sangiovese) e il DOC Roma Rosso 2020 della linea Vinea Domini (60% Montepulciano e 40% Cesanese) dove la percentuale del Montepulciano, principale vitigno a bacca rossa, è prevista non meno del 50% come da disciplinare.
Il quarto calice rosso, nonostante sia una 2020, è ancora di un bel rosso rubino, porpora ai bordi, dove prevale il Montepulciano e vengono meno le note di violetta e di speziatura del Sangiovese. Si avverte più la frutta rossa, la marmellata di prugne, di amarene, anche un po’ mature. L’annata è stata splendida, l’escursione termica ha garantito il mantenimento dell’acidità nelle uve e la struttura polifenolica nei rossi. L’uso del legno è presente ma in maniera delicata partecipando alla complessità aromatica con una leggera speziatura sul finale, pur mantenendo le proprietà sensoriali dell’uva. E’ un vino che può stare ancora a lungo in bottiglia senza mostrare segnali di involuzione, con un tannino di grande morbidezza.
Il Montepulciano ha trovato la giusta connotazione sulle pendici dei Castelli Romani, matura tardi e quindi a volte si è costretti a raccoglierlo in anticipo più per ragioni di sanità che per ragioni di maturazione, specie nelle annate in cui l’autunno arriva molto presto. Raccolto troppo presto mostra un tannino un po’ rugoso, astringente.
Nel quinto calice, il Roma Doc Rosso Vinea Domini 2020, che affina sei mesi in barrique non di primo passaggio, ritroviamo la frutta rossa che ancora è percettibile, un ricco mix di note terziarie come la vaniglia, la noce di cocco, le spezie, la nota affumicata di salsa barbecue e descrittori che richiamano la cioccolata, il cacao e il tabacco da sigaro. Con un anno di ritardo sul mercato è un altro vino. Bisogna attenderlo.
Barricaia, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Ultimo ma non per importanza, il Cesanese del Piglio Docg 2021, da 100% Cesanese di Affile, altra DOCG Rossa del Lazio, prodotta veramente in numeri molto limitati. Siamo al Piglio, una zona con un’altitudine più elevata che garantisce la giusta maturazione e una varietà nuovamente tardiva, dalle rese minime, l’alter ego della Malvasia Puntinata.
E’ un vino che ha un impatto cromatico molto denso, profondo e sostenuto, segue un affinamento molto lungo in legno grazie al quale il Cesanese, oltre a mostrare intense note di more selvatiche, fragoline, regala sensazioni di fiori appassiti come la rosa. Etereo, balsamico, con un’impronta decisa di tostatura e una fusione particolare tra il caffè e la cioccolata bianca. Potenza di beva, freschezza acida pungente, ha comunque bisogno di riposare ancora in bottiglia per qualche mese, anche qualche anno. Insomma dà degli ottimi risultati a condizione che lo si lasci maturare.
Line up Gotto d’Oro, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Il nostro tour prosegue nelle Cantine SAN MARCO, una delle più importanti aziende vinicole della provincia di Roma. Un cammino iniziato tanto tempo fa grazie a due uomini, il pugliese Umberto Notarnicola e il piemontese Bruno Violo, originari quindi di Regioni famose per l’ottimo vino rosso che nel territorio dei Castelli Romani hanno dato vita nel 1972 alla Cantina situata sul Colle di San Marco, dal quale prende il nome. Il progetto è portato avanti oggi dai loro figli, Danilo Notarnicola e Pietro Violo che negli anni hanno introdotto nuovi vitigni e, allo stesso tempo, valorizzato le principali varietà autoctone del Lazio.
“Siamo più o meno nel centro della zona di produzione del Frascati – racconta Pietro Violo, Enologo e Responsabile del controllo qualità – come tipologia maggiormente importante, poi ovviamente abbiamo tutti i vini che si porta dietro il Lazio Castelli Romani. Ultima nata la DOC Roma, una denominazione giovane con una crescita lenta ma solida. Innanzitutto partiamo dal nome importante recepito forse più all’estero che non in casa nostra, questo però può essere un buon veicolo. Fortunatamente i quantitativi non sono così tanti, crescono ma impiegano il tempo delle produzioni agricole, piuttosto lentamente, ma è una cosa secondo me positiva”.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Tre linee di vinificazione equivalenti, fondamentalmente per dare la possibilità di lavorare più tipologie di prodotto e per riuscire a fare un maggior numero di selezione possibile sui prodotti stessi. Ovviamente il grosso delle vinificazioni riguarda i vini bianchi.
Le uve, provenienti sia dalle proprietà seguite direttamente sia dai circa 120 piccoli conferitori storici situati tra Frascati e Monteporzio Catone, vengono immediatamente pigiate e diraspate soprattutto le bianche per andare poi o direttamente in pressa oppure in vasca per la macerazione a freddo a 6/8°C. Si tratta di macerazioni che variano dalle 6 alle 8, anche 12 ore a seconda della tipologia di uva. Poi seguono le lavorazioni tradizionali.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La produzione, destinata equamente tra 50% all’estero e 50% in Italia e presente in tutti i mercati, si aggira appena al di sotto dei 3 milioni di bottiglie l’anno di cui Doc Roma intorno alle 70000 bottiglie, in crescita. Il Roma Doc si difende bene, inizia ad essere richiesto e questo è molto importante per la nuova denominazione.
La base del Bianco è Malvasia Puntinata, alla quale vengono aggiunti in blend, a seconda dell’andamento dell’annata e delle caratteristiche, Bellone e Bombino. Nel caso del Rosso, Montepulciano insieme al Sangiovese e parte del Syrah.
Il 50% minimo delle varietà maggiori previsto dal disciplinare è stato un buon inserimento, soprattutto per il Montepulciano, scelta ben calata nel territorio dove matura bene, un territorio tardivo per cui sarebbe stato inutile scegliere come base un vitigno precoce. La scelta di dare delle date minime per far uscire i prodotti, il 15 marzo per i bianchi e i 2 anni per i rossi riserva, ha tolto la possibilità di fare vini da consumo eccessivamente veloce che spesso non hanno un riscontro o un’impronta qualitativa adeguata.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Gradualmente la Cantina è stata ampliata per cui storicamente sono conservate tutte le tipologie di vasche, dal cemento, alla vetroresina, all’acciaio. Articolata su due livelli con una profondità di 10 metri, nei tre lunghi corridoi si svolgono le fermentazioni, le lavorazioni e la conservazione dei vini. Le vasche hanno delle piastre di controllo temperatura, per cui ognuna può essere gestita singolarmente dando la possibilità di lavorare con temperature differenti ma nei medesimi tempi. Le barrique, di norma, non sono mai solo di primo passaggio, perché il legno deve risultare una sensazione riconoscibile ma leggera. La necessità del numero di botti è sempre più ridotta, la Riserva esce almeno con 24 mesi dopo la vendemmia, per cui si ha tutto il tempo di preparare una base che poi andrà assemblata con la parte in acciaio per ottenere un giusto equilibrio.
Il 90% dei controlli viene eseguito internamente attraverso un laboratorio per cui ogni movimentazione, filtrazione, aggiunta che genera un campione viene controllato, registrato nel software gestionale, in modo da garantire la tracciabilità del prodotto, dalla raccolta dell’uva al giorno dell’uscita della bottiglia.
Oltre la parte analitica, c’è l’assaggio dei vari prodotti e quindi ogni mese si ha già un’idea di ciò che si andrà poi ad utilizzare nel mese successivo, fino al post imbottigliamento. Periodicamente vengono prelevate alcune bottiglie per lotto per verificare da lì ai due anni successivi l’evoluzione del prodotto.
Laboratorio analisi, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Dalla Cantina ci spostiamo a fianco, ospiti della Vinoteca San Marco dove abbiamo degustato i vini aziendali legati ai piatti del territorio.
Line up Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
In degustazione: Frascati Doc vino spumante Brut nove mesi a contatto con i lieviti (20/30% Malvasia del Lazio, 40/50% Malvasia di Candia, 5/10% Bombino) abbinato alle gustose bruschette, un tripudio di colori e sapori e al tagliere di porchetta e prosciutto; Roma Doc Bianco 2022 (60% malvasia puntinata, 25% Trebbiano Verde, 15% Greco), macerazione di 12 gg sulle bucce e affinamento in acciaio che ha accompagnato un piatto di rigatoni alla gricia; Roma Doc Rosso 2019 composto dall’80% Montepulciano e 20% Sangiovese vinificati tradizionalmente insieme con ripetuti rimontaggi e affinamento tra il cemento e l’acciaio che è andato ad accostarsi ad un bel piatto di rigatoni all’amatriciana.
A chiudere un Roma Doc rosso riserva 2018 dell’Azienda Villa Cavalletti di Grottaferrata (80% Montepulciano e 20% Cesanese) che affina metà in acciaio e metà in barrique usate rovere di Tronçais.
Piatti della cucina romana, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Il tour prosegue nell’Azienda agricola GABRIELE GAFFINO, un produttore giunto alla terza generazione che nel 2014 ha deciso di lasciare il suo primo lavoro per dedicarsi alla terra acquistata all’inizio degli anni ‘60 dal nonno, nato a Glasgow da una Famiglia di contadini emigrati.
In principio c’era solo il terreno e un casale diroccato che poi è stato completamente ristrutturato e trasformato in un luogo visitabile. Il progetto è ancora in divenire e ospiterà altre sale di vinificazione e il magazzino. Dal vendere inizialmente la sua uva, pian piano Gabriele è giunto a imbottigliare i suoi vini con proprie etichette.
Azienda Agricola Gabriele Gaffino, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La proprietà di 32 ettari, di cui 28 vitati e 2,5 a oliveto, è disposta in un unico blocco intorno all’Azienda, situata nel comune di Ardea, in Provincia di Roma, a 15 km in linea d’aria dal mare. Si tratta di un territorio a metà strada tra la terra vulcanica e il mare, caratterizzato dal suolo vulcanico misto ad argilla, ricco di microelementi e sostanze minerali.
La vendemmia è manuale, con l’utilizzo di cassette, non tutto il quantitativo viene vinificato, poiché una grande parte delle uve viene ancora venduta ma Gabriele ci confida che vorrebbe arrivare ad imbottigliare il 100%.
I vigneti, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Sono stati mantenuti i vigneti più antichi, di Trebbiano Toscano e Malvasia di Candia, che hanno un’età media di 35/40 anni, reimpiantati nel tempo assieme a Montepulciano, Cesanese, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Sangiovese. Le varietà a bacca bianca in produzione, oltre le già citate, sono la Malvasia Puntinata, il Trebbiano Verde e il Viognier. E’ cosa certa che la posizione dei vigneti, così curati, e il vento costante che spira e asciuga perfettamente le uve aiutano nella gestione del biologico come anche il suolo dovuto alla vicinanza del Vulcano di Albano, il più antico del Lazio, quiescente.
L’azienda, ancora di piccole dimensioni, è cresciuta molto in questi anni, con una produzione di 75.000 bottiglie al momento, con l’intento di arrivare ad un numero maggiore. Per ora viene prodotto solo il Roma Doc rosso anche se nel piano di sviluppo è prevista la realizzazione del Roma Doc Bianco da Malvasia Puntinata in purezza.
Anche in questa realtà vige un rigido controllo in tutte le fasi e, avvalendosi del laboratorio interno, vengono eseguite tutte le analisi con l’enologo di cantina che permettono di avere una sorveglianza costante su quello che è l’andamento del vino e intervenire solamente al bisogno.
La Barricaia, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Piccoli vani nelle tre cantine ospitano i silos, molti dei quali di dimensioni considerevoli all’esterno, e la barricaia che un tempo era una cisterna dell’acqua piovana che veniva incanalata e utilizzata per i servizi del casale. Oggi chiusa, bonificata e resa una barricaia dove affinano i rossi.
Veniamo alla entusiasmante e concludente mini verticale del Roma Doc rosso, nelle annate 2018, 2019 e 2020, composto da uve provenienti dallo stesso appezzamento.
Line up cantina, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Risultato del blend 60% Montepulciano e 40% Sangiovese è un vino da lungo affinamento, 10/12 mesi in barrique di rovere francese di primo passaggio. Non tutta la massa matura in legno, a seconda delle annate si cerca di capire quanto utilizzarne per trovare il giusto equilibrio. In questo caso, il 40% della massa totale affina in barrique, poi segue il blend con la parte in acciaio. Dopo l’imbottigliamento, riposa quanto il tempo rimasto nella botte.
2020
Questa annata si distingue al naso per la sua intensità di frutta matura, anche sotto spirito e per la parte balsamica. Minerale, sapido e fresco il palato attorniato dalle note speziate decise di chiodi di garofano e meno di pepe nero, dalla viola leggermente appassita a chiudere in un finale pronunciato di liquirizia dopo qualche minuto. Un cavallo rampante giovane dal sorso ricco e copioso.
2019
Olfatto più evoluto per questo calice rispetto al precedente che inizialmente si è mostrato il più chiuso della batteria. Si riscontra al naso una consistenza golosa di marmellata di frutta rossa e tabacco che ritroviamo in bocca con un tannino integrato e una dolcezza invidiabile. Beverino e piacevole, è un vino che richiama alla beva senza annoiare.
2018
Il profumo della frutta nel tempo trascorso si trasforma in una sensazione balsamica vincente, combinata ad una leggera nota di anice. Il sorso ha una similitudine con la 2020, caratterizzato da una spalla acida importante e un velo tannico vivo ma carezzevole accompagnato dal cioccolato nero. Longevità, struttura, grinta, forza sono le peculiarità designate.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
A questo punto della giornata, ascoltiamo insieme al gruppo di degustazione i dubbi ancora presenti sulla direzione intrapresa dalla Denominazione Roma. Dopo aver assaggiato tutti vini differenti, viene spontaneo domandare, al Presidente del Consorzio Tullio Galassini e al Produttore Gabriele Gaffino, cosa voglia comunicare o far capire la Doc Roma.
Gabriele risponde: “Come produttore e come parte del Consorzio posso dire che vogliamo sicuramente produrre vini rappresentativi del territorio, da qui il problema principale di avere differenti suoli vulcanici a poca distanza gli uni dagli altri e dover comunicare questa diversità, quasi a parlare di zonazioni. Si stava ragionando giorni fa su questo argomento durante il CdA, sul fare delle zonazioni per avere la zona più vulcanica, la zona più sabbiosa in maniera tale da indirizzare il consumatore o il giornalista ad una migliore interpretazione dello stile di ogni produttore, della bevibilità e della differenza di un vino più semplice nella beva da quello più importante.
Stiamo cercando di capire anche noi in che direzione andare tutti insieme, chiaramente siamo nati nel 2018 come Consorzio, quindi siamo veramente giovani però la volontà c’è ed è quella di trasmettere il senso di innovazione, è quella di fare vini moderni, qualitativi e di essere qualcosa di nuovo rispetto al passato.”
Purtroppo, ci sembra di comprendere che la confusione si abbia sui blend, soprattutto sulla tipologia rosso. Forse utilizzare esclusivamente i vitigni maggiori potrebbe costituire un punto di partenza per avere quella differenziazione, avendo una base riconoscibile a tutti, tra i vari produttori, e rendere più importanti le diverse sfaccettature degli stessi vitigni.
Tullio Galassini interviene: “Se oggi devi creare una DOC nel 2023, il Ministero, la Comunità Europea dicono: devi individuare un gruppo A dal 50/65% e noi abbiamo messo Montepulciano per i rossi e Malvasia del Lazio per i bianchi; un gruppo B da minimo il 35% e massimo il 50%; un gruppo C eventuale che può arrivare fino al 15%. Quindi qualsiasi DOC che nasce dalla legge 238 del 2016 in poi – Testo unico vite e vino – è formata in questo modo. Questo vale per tutte le DOCG di nuova generazione, però tale confusione viene imputata solo a noi. Quello che vogliamo comunicare sono sicuramente tre vitigni, la Malvasia del Lazio, il Bellone e il Montepulciano che è un autoctono anche laziale e su suolo vulcanico esiste solo qui da noi, come la Malvasia del Lazio e il Bellone.”
Concludiamo affermando che grazie al Consorzio che sta puntando tantissimo sul discorso vulcano, c’è più coesione al suo interno, considerando che le aziende fino a un anno fa erano completamente distaccate. Adesso si percepisce un lavoro comune e far parte di un gruppo vuol dire agire insieme per un unico obiettivo. Stiamo assistendo comunque a qualcosa di importante, a prescindere se si tratti di un’azienda piccola o un’azienda più grande come quelle visitate in questo tour.
Entrambe le realtà devono puntare alla qualità e non basta avere solo un brand fortissimo in comune se poi nel calice non hai nulla da mostrare, sarebbe come distruggere il lavoro sapientemente fatto finora da ogni singolo produttore. Bisogna raggiungere quel pensiero, quella comunicazione che non generi più perplessità per poter affermare questo è il blend di Roma come il più famoso taglio bordolese, chiaro a tutti.
Tenuta di Arceno tra storicità, tradizione e sensorialità
Di Adriano Guerri
La Tenuta di Arceno è un gioiello incastonato nelle dolci colline del Chianti Classico, più precisamente nel comune di Castelnuovo Berardenga, il comune più vicino a Siena di tutto l’ areale del Chianti Classico. Con l’arrivo delle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), la sottozona a forma di farfalla è stata divisa in due unità, quella di Castelnuovo Berardenga e la parte sinistra con Vagliagli.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri all’ingresso della Tenuta
La tenuta è immersa nei 1000 ettari di proprietà, 92 ettari sono destinati alla coltivazione della vite e 50 ettari ad oliveto. Varcando l’arco dell’entrata, intuisci subito che ti trovi in un lembo di paradiso, ove vigneti si alternano a boschi secolari ed oliveti e cipressi disposti in duplice filar. Una Tenuta ben mantenuta, all’interno della quale ci sono antichi casali finemente restaurati. Oggi è di proprietà delle famiglie statunitensi Jackson e Banke , le quali sin dall’ acquisizione risalente al 1994 hanno rinnovato gli impianti in vigna. In passato è appartenuta ad importanti e storiche famiglie senesi, quali i Taja ed i Piccolomini.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, la mappa della Tenuta
Il vitigno maggiormente coltivato è il Sangiovese, ma tra i filari trovano spazio anche gli internazionali Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. I vigneti sono posti ad un’altitudine che varia dai 300 ai 560 metri s.l.m. I terreni sono rocciosi con presenza di sabbia, argilla, arenaria, basalto e scisto. Il microclima, mitigato dai fiumi Ombrone e Ambra è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte ed è ideale per l’allevamento della vite.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Vigneto di fronte alla Cantina
La parte enologica è affidata a Lawrence Cronin e Pierre Seillan, quella agronomica a Michele Pezzoli e la direzione generale alla dinamica Sandra Gonzi. Il giorno della visita ad attenderci c’erano sia Sandra sia Federica Pallari dell’Hospitality, le quali erano molto felici che il Chianti Classico Riserva 2020, si è piazzato al 24esimo posto con 94 punti nella Top 100 dell’ autorevole rivista statunitense Wine Spectator.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Chianti Classico 2021, Chianti Classico Riserva 2020, Chianti Classico Gran Selezione 2020
I vini degustati:
Chianti Classico 2021 – Sangiovese 85%, Merlot 15% – Rosso rubino intenso, al naso sprigiona sentori di ciliegia, violacciocca, sottobosco, tabacco e spezie, al palato è fresco e al contempo avvolgente e persistente.
Chianti Classico Riserva 2020 – Sangiovese 90%, Cabernet Sauvignon 10% – Rosso rubino vivace , emergono sentori di lampone e ciliegia, rosa, menta, cioccolato bianco e note sia speziate sia erbacee, al palato è coerente, rotondo, pieno ed appagante.
Chianti Classico Gran Selezione Strada al Sasso 2020 – Sangiovese in purezza – Rosso rubino trasparente e consistente, emana sentori di violetta, amarena, mora, scorza d’arancia, tabacco e bacche di ginepro, gusto morbido con tannini poderosi ma setosi, il finale è decisamente lungo.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Il Fauno di Arcanum Igt 2021, Valdorna Igt 2017, Arcanum Igt 2017
Il Fauno di Arcanum Igt 2021– Merlot 35%, Cabernet Franc 35%, Cabernet Sauvignon 25% e Petit Verdot 5% – Rosso rubino profondo, al naso rivela sentori di fragola, lampone, mora, pepe e nuances mentolate , al palato è ricco, fresco e vibrante con finale duraturo.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, il Fauno
Valdorna Igt 2017 – Merlot 60% Cabernet Franc 32%, Cabernet Sauvignon 4% e Petit Verdot 4% – Rosso granato profondo, al naso spiccano note di amarena matura, prugna, vaniglia, nocciole tostate e cacao, al gusto è dinamico, vellutato, sapido e di buona struttura.
Arcanum Igt 2017 – Cabernet Franc 100% – Rosso granato impenetrabile, al naso una cascata di frutta e un pot-pourri floreale anticipano note di menta, origano e spezie orientali, al gusto ti colpisce per la sua elegante e piacevole trama tannica ben amalgamata con freschezza e sapidità che ne fanno un vino espressivo, morbido, suadente, coerente e persistente.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Il viale di Cipressi ingresso Tenuta
Trionfo di Eccellenza al Merano WineFestival: Annunciati i Vincitori del The WineHunter Award Platinum 2023
Di Carol Agostini e F.P.
Nell’ambito della 32^ edizione del prestigioso Merano WineFestival, il patron della rassegna Helmuth Köcher ha svelato ieri sera i nomi dei vincitori del rinomato The WineHunter Award Platinum 2023. Un’atmosfera carica di emozione ha caratterizzato la serata di apertura, dove Köcher, affiancato dalla sua commissione d’assaggio, ha conferito il massimo riconoscimento, il Platinum Award, a 36 produttori nella categoria Wine e a 28 eccellenze culinarie, distillati e birre nella sezione Food – Spirits – Beer.
Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, foto da comunicato stampa
In un’iniziativa che ha sorpreso gli appassionati del settore, quest’anno sono stati introdotti 5 premi speciali dedicati ai produttori, un tocco inedito per celebrare l’arte e la dedizione dietro ogni azienda produttiva. Questi premi, ispirati agli elementi di Genialità, Famiglia, Innovazione, Conquista e Territorio, hanno aggiunto un ulteriore livello di prestigio alla già rinomata manifestazione.
Genialità: Il Dott. Camillo Zulli della Bio Cantina Orsogna è stato premiato per la sua particolare attenzione alla sostenibilità e alla capacità di interpretare e coniugare gli elementi naturali per produrre vini di qualità.
Famiglia è vino: La Cantina Colosi è stata premiata per la sua tradizione secolare nella produzione vinicola, dove ogni membro della famiglia contribuisce con forza e bellezza.
Innovazione: Emanuele Kottakhs di UnderWaterWines è stato riconosciuto per la sua capacità di cambiare i paradigmi nel rispetto delle tradizioni.
Conquista: Maurizio Zanella, Fondatore di Ca’ Del Bosco, è stato premiato per il successo internazionale del marchio italiano nel mondo del vino.
Territorio: Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è stato premiato per la sua abilità nel creare un sistema consortile e associativo che sostiene i produttori e promuove la massima qualità nella produzione, contribuendo così al territorio.
Il Merano WineFestival e The WineHunter Award continuano a essere una vetrina senza eguali per celebrare l’eccellenza nel mondo del vino e dell’enogastronomia.
Carol Agostini al primo giorno del Merano WineFestival 2023
ECCO L’ELENCO COMPLETO DEI PREMIATI CON THE WINEHUNTER AWARD PLATINUM:
CATEGORIA WINE
Abruzzo
La Valentina
2021 Docheio Montepulciano D’Abruzzo DOC
Modena, la rinomata città emiliana famosa per i prelibati aceti balsamici e la maestria motoristica della Ferrari, ha dato vita a una manifestazione che combina il lusso delle bollicine francesi con la passione per la gastronomia: la Modena Champagne Experience.
Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini
Un Elogio alle Bollicine di Eccellenza
L’evento, che si tiene annualmente tra le mura della splendida Villa Griffoni, è un’ode alle bollicine francesi, con una particolare enfasi sui pregiati champagne. Questa manifestazione è il luogo in cui produttori, sommelier, intenditori e appassionati si riuniscono per celebrare il vino spumante di qualità superiore e i suoi abbinamenti culinari.
Non solo bollicine francesi all’evento ma anche la presenza di qualche banco di eccellenza gastronomica italiana come ad esempio l’Antica Offelleria di Verona della Pasticceria artigianale Scarpato con la presenza del titolare Marco Ferrarese che ho rivisto con molto piacere https://www.scarpato.it/
Antica Offelleria Verona, la casa dell’originale Offella: un capolavoro della pasticceria tradizionale veronese, antenato del Pandoro, che diventa il protagonista indiscusso delle festività dell’anno e di tutti i momenti più speciali. Nell’Antica Offelleria Verona, la regina dei dolci lievitati trova la sua casa, la sua originale fragranza, la sua inconfondibile bontà.
Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, Carol Agostini con Marco Ferrarese titolare Pasticceria Scarpato
L’Eccellenza del Champagne
Il fulcro di questo evento è, naturalmente, le bollicine francesi, vini effervescenti provenienti dalla regione francese che è unanimemente riconosciuto come l’emblema del lusso enologico. I partecipanti hanno l’opportunità di degustare una vasta gamma di champagne provenienti dalle case di produzione più prestigiose. Dai cuvée più famosi ai millésimés, si ha l’opportunità di immergersi in una varietà di aromi, sapori e profumi. In questo contesto, esperti e sommelier guidano degustazioni mirate, svelando segreti e curiosità dietro a ciascuna etichetta.
Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini
Il Matrimonio tra Champagne e Cibo
Questo evento non è soltanto una celebrazione del vino, ma anche un omaggio all’arte culinaria. Ecco perché ogni edizione si concentra sull’abbinamento perfetto tra champagne e cibo. Gli chef locali, famosi per la loro creatività e passione, preparano piatti straordinari in grado di esaltare le caratteristiche di ogni vino spumante. Dai sapori intensi del parmigiano reggiano alle prelibatezze dell’aceto balsamico tradizionale, l’offerta gastronomica è un viaggio di sapori emiliani.
Esperienza e Conoscenza
E’ anche un’occasione per approfondire la conoscenza delle bollicine. Oltre alle degustazioni, esperti del settore tengono seminari, conferenze e masterclass su argomenti come la storia delle bollicine francesi, le tecniche di produzione e le ultime tendenze del settore.
Un’Atmosfera di Pura Eleganza
L’atmosfera che pervade è intrisa di lusso ed eleganza. La cornice offerta dalla Villa Griffoni, con i suoi giardini curati e gli interni affrescati, è il luogo ideale per celebrare questo nettare divino. Ogni dettaglio, dalle cristallerie scintillanti alle mise degli ospiti, contribuisce a creare un’atmosfera unica.
Un Appuntamento da Non Perdere
E’ un appuntamento da non perdere per chi ama le bollicine e vuole immergersi nell’essenza dello champagne. Questo evento mette in evidenza come la tradizione del buon cibo e del buon vino sia profondamente radicata nella cultura emiliana, offrendo un’esperienza unica per gli amanti del lusso enogastronomico. La prossima edizione è attesa con trepidazione, pronta a deliziare i sensi e a celebrare la magnificenza delle bollicine francesi in terra italiana.
Presenti a questa manifestazione da anni come stampa e redazione quest’anno, nei due anni iniziali di evento come co-relatore Carol Agostini a delle masterclass: lambrusco a confronto con lo champagne condotte dal grande esperto di settore Giorgio Melandri.
Tra le bollicine preferite di questa edizione sono state quelle importate e selezionate da Marco Marini e socio di M.B. Bollicine di Francia, vedi sito:https://www.bollicinedifrancia.com/
Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini con l’importatore Marco Marini di MB Bollicine di Francia
Merano WineFestival: dalle origini al futuro dell’enogastronomia passando per la sostenibilità.
Redazione – Carol Agostini e F.P.
La 32^ edizione della nota rassegna internazionale supera il concetto di eccellenza con le nuove menzioni: Iconic, Unique, Platinum e Next Platinum. E alla Terra, preda di sconvolgimenti climatici, dedica il summit “Respiro e Grido della Terra” che mette al centro il tema della sostenibilità.
Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023, foto da comunicato stampa
Nella “Città delle Palme” più a nord d’Europa è in programma dal 3 al 7 novembre Merano WineFestival. L’appuntamento con gli amanti della qualità enogastronomica quest’anno segna anche il ritorno al format lanciato dal patron Helmuth Köcher: bio&dynamica e GourmetArena in apertura, seguita dalle giornate centrali di The Festival, con espositori presenti per tutte le giornate di sabato, domenica e lunedì.
Un ritorno alla tradizione che guarda, però, al futuro. Le nuove menzioni speciali che certificano una selezione oltre ogni aspettativa (ICONIC, UNIQUE, PLATINUM e NEXT PLATINUM), più spazio per gli espositori internazionali, super Masterclass nella cornice del Castello Principesco, un’area dedicata a Luca D’Attoma “Luca D’Attoma: percorrendo l’Italia” ma anche il Summit internazionale sulla Sostenibilità “Respiro e Grido della Terra”, oltre al The WH Buyers’ Club che andrà a completare il programma della manifestazione.
«La ricerca dell’eccellenza nel mondo dell’enogastronomia non ha mai fine, perché l’evoluzione stessa delle tecnologie e delle tecniche agricole non ha limiti definiti. Eccellenza è un concetto che deve andare di pari passo con il rispetto per la fertilità del nostro pianeta. Dove l’uomo non accarezza il territorio nel quale vive, la Terra risponde con tutta quella serie di stravolgimenti che sempre più osserviamo», sono le parole con le quali Helmuth Köcher inaugura la 32^ edizione del Merano WineFestival, dal 3 al 7 novembre 2023.
Sostenibilità è la parola chiave, perché solo in questa direzione è possibile perseguire eccellenza, fino a superarla, come certificato dalle nuove menzioni: ICONIC, UNIQUE, PLATINUM e NEXT PLATINUM. La 32^ edizione del Merano WineFestival rinnova l’appuntamento con il Summit sulla sostenibilità a 360°: “Respiro e Grido della Terra” dove si fa il punto della situazione dopo un anno di eventi targati The WineHunter legati al cambiamento climatico che questa estate, nella siccità e nelle inondazioni, ha mostrato segnali inequivocabili.
Sempre più internazionale, unico nel suo genere per via del perfetto connubio tra eventi riferibili al mondo dell’enologia e quelli relativi alla gastronomia oltre a una serie di eventi collaterali, Merano WineFestival 2023 spinge ancora di più in alto l’asticella della qualità tra eleganza, cultura e business.
Merano Winefestival, foto da comunicato stampa edizione 2022
32^ EDIZIONE ALL’INSEGNA DELLE NOVITÀ
Ritorno alla tradizione ormai decennale, per la 32^ edizione del Merano WineFestival con venerdì 3 novembre dedicato alla rassegna bio&dynamica che suggella l’importanza del focus sul biologico, biodinamico, organico e orange.
Quindi, da sabato 4 a lunedì 6 novembre la scena è per le selezioni del The WineHunter nella cornice liberty del Kurhaus che dal 1874 ospita eventi di respiro internazionale. Da quest’anno, ancora più ricca la sezione International con selezioni provenienti dai cinque continenti. Come da tradizione, il martedì è targato Catwalk Champagne per gli amanti delle bollicine d’oltralpe, ma anche nazionali.
Wine ma anche Food al festival meranese, con la Gourmet Arena capace di sprigionare i sapori della tradizione gastronomica italiana del Food – Spirits and Beer. Merano WineFestival è anche sinonimo di show cooking, che partiranno già venerdì alla Gourmet Arena negli spazi dedicati alla Campania e all’Abruzzo, così molti eventi collaterali e Masterclass tra il Fuori Salone e l’Hotel Therme Merano.
OLTRE L’ECCELLENZA CI SONO “ICONIC”, “UNIQUE”, “PLATINUM” e “NEXT PLATINUM”
La sezione “The Festival” è come al solito dedicata alle menzioni speciali del The WineHunter Helmuth Köcher con uno sguardo che dalla tradizione guarda a 360 gradi al futuro. Quest’anno Helmuth Köcher ha voluto spingersi oltre l’eccellenza, già raggiunta con la menzione PLATINUM, per quei prodotti che nel 2023 hanno raggiunto un punteggio superiore a 95/100, e NEXT PLATINUM dove sono racchiuse le promesse del futuro già insignite del The WineHunter Award Gold nelle diverse categorie.
«Eccellenza significa rappresentatività iconica del territorio ma anche unicità di prodotti che nascono solo in condizioni particolarissime e non riproducibili in altri contesti. Un patrimonio che deve essere tanto protetto quanto valorizzato al punto che abbiamo immaginato nuove e specifiche menzioni: ICONIC, UNIQUE, PLATINUM E NEXT PLATINUM», spiega The WineHunter.
Presentante anche le due nuove menzioni: ICONIC, attribuita a quei vini che rappresentano un riferimento di eccellenza nazionale ed internazionale per un territorio, insigniti del The WineHunter Award Gold; presenti sul mercato da almeno 25 anni, vengono prodotti da aziende storiche, con almeno 50 anni di attività. UNIQUE, invece, è la menzione che certifica i prodotti unici per tipologia di vinificazione e/o affinamento, così come per vitigno unico oppure per condizioni pedo-climatiche estreme se non eroiche, anche questi già riconosciuti dal The WineHunter Award Gold.
Alcune degustazioni al Merano Winefestival edizione 2022
HIGHLIGHTS, I CONSIGLI DEL WINEHUNTER. GLI EVENTI DA NON PERDERE.
Il Merano WineFestival è come un menu dalle mille portate capace di solleticare qualsiasi tipo di palato. Difficile se non impossibile fare una selezione tra eventi nel e fuori dal Festival. Partendo da venerdì, imperdibile la super Masterclass al Kurhaus con Luca D’Attoma, enologo sperimentatore della viticoltura biologica in Italia capace di innovare fino alle eccellenze biodinamiche della sua cantina senese.
Venerdì è anche la giornata del DNA Vernatsch, ovvero la schiava gentile caratteristica dell’Alto Adige in presenza di nove produttori locali nelle sale del Kurhaus.
Venerdì pomeriggio appuntamento alla Palm Lounge dell’Hotel Therme Merano con la presentazione del libro “Terradivina” di Riccardo Corazza. Nell’ambito di bio&dynamica, inoltre, dalle ore 14:30 alle 16:00, la Masterclass “Resistenti Nicola Biasi – I vini del futuro” con Helmuth Köcher, Attilio Scienza e Nicola Biasi.
Sabato mattina è in programma dalle ore 10:00 in Piazza della Rena, il “Mercato della Terra” a cura di Slow Food Alto Adige. Alle ore 13:00, nella cornice del Teatro Puccini il Summit “Respiro e Grido della Terra” con esperti che si confronteranno sul tema della sostenibilità. Alle ore 15.00 alla Palm Lounge presentazione del libro “”Intrepide, Storie di donne, vino e libertà” firmato da Laura Donadoni. Dalle 16:00 alle 17:00 la Masterclass “Eccellenza dall’Albania” by Cobo Winery con il wine critic Luca Gardini. Alle ore 20:00 presso la GourmetArena Campania showcooking con Antonio Tubelli e Umberto Mazza.
Domenica la presentazione della Guida Vini Buoni d’Italia al Teatro Puccini, dalle ore 10:30 e dalle dalle ore 11:00 alle ore 13:00 nella Sala dei 30 presso l’Hotel Therme Merano Tavolo Rotondo e Masterclass “La nuova filosofia del calice sensoriale secondo Italesse L’importanza della cultura del calice per esaltare l’unicità di ogni singolo vino” organizzato in collaborazione con Italesse e, a seguire, alle ore 14:00 Masterclass Georgia con i “Vini Qvevri – I vini in anfora”.
Dalle ore 17:00 alle ore 19:00 presso il Castello Principesco: “La Storia di Masseto”, degustazione di 3 annate in una tavola rotonda a cura di Roberto Camuto Wine Storyteller con la presenza di Lamberto Frescobaldi. Imperdibile il lunedì, dalle 10:00 alle 12:00 al Castello Principesco assieme a Oscar Farinetti, Albiera Antinori e Priscilla Incisa della Rocchetta l’evento “Le Vite Parallele di Tignanello & Sassicaia” delle annate 1990/2008/2018.
Alle ore 16:00, invece, Premio Godio meets Premio Zierock che celebra la cucina genuina e vicina al territorio nonché una visione olistica della produzione del vino e alle ore 19.30 presentazione della Guida “Osterie D’Italia” by Slow Wine alla Cantina di Merano. Quindi, martedì dalle ore 15.30 al Kursaal premiazione del concorso “Emergente Sala 2023”.
SOSTENIBILITA’: MERANO WINEFESTIVAL RACCOGLIE IL “GRIDO DELLA TERRA”
«La scorsa è stata una estate che dal punto di vista climatico ha mostrato una serie di eventi naturali come siccità e inondazioni di una intensità che non si era mai vista prima d’ora» sottolinea Helmuth Köcher. «Dalle terrazze del Kurhaus dal quale storicamente si snoda il Merano WineFestival è quasi possibile intravedere le cime orientali dei ghiacciai del Similaun che di anno in anno si ritirano sempre di più. È del 2017 la notizia che dopo 7000 anni di inerzia anche il ghiacciaio sul monte Ortles ha iniziato a ritirarsi.
Allo stesso tempo, la viticoltura sale di quota ben oltre i 1000 m e nel fondovalle il caldo torrido e la siccità rendono sempre più complessa l’agricoltura». Non c’è da meravigliarsi quindi che al patron del festival Helmuth Köcher stia particolarmente a cuore l’appuntamento con il Summit “Respiro e Grido della Terra”: momento riflessivo caratterizzante il venerdì pomeriggio al Merano Wine Festival.
Quali sono le proposte di soluzione alle conseguenze del cambiamento climatico in corso, in particolare quando si parla di viticoltura e agricoltura? Una domanda sulla quale, dalle ore 13:00 alle ore 15:00 di venerdì 3 e sabato 4 novembre presso il Teatro Puccini, un panel di esperti internazionali si confronteranno, sistematizzando il materiale raccolto dal WineHunter e dai suoi collaboratori nel corso dell’ultimo anno.
I NUMERI DEL MERANO WINEFESTIVAL
Le giornate di festival, 10.000 visitatori attesi, più di 600 espositori, oltre 1.500 vini in degustazione, 350 etichette nella WineHunter Area, più di 1750 WineHunter Awards, 26 masterclass, 22 showcooking, 2 presentazioni di libri e 6 talk al Summit “Respiro e Grido della Terra”.
LA PRESENZA DELLE ISTITUZIONI
Numerose le istituzioni presenti durante le giornate del festival, coinvolti anche in cerimonie, tavole rotonde e talk in programma nel Summit e non solo. Tra i nomi spiccano: il Sottosegretario di stato Luigi D’Eramo, il Vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, l’Assessore alle politiche agricole Calabria Gianluca Gallo, l’Assessore alle politiche agricole Piemonte Marco Protopapa, l’Assessore alle politiche agricole Campania Nicola Caputo, l’Assessore alle politiche agricole Molise Nicola Cavaliere, il Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, il Presidente Slow Food Italia Barbara Nappini, il Console della Nuova Zelanda Austin Brik.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
L’amore e il cibo sono due elementi strettamente legati, vero o falso?
Di Carol Agostini
L’amore è un’emozione così complessa e profonda che poche parole possono catturare appieno la sua essenza. È stato cantato, descritto e analizzato da poeti, filosofi e studiosi per secoli. Lasciate che ci addentriamo in questo vasto oceano di emozioni, esplorando il suo significato attraverso poesie, citazioni, aforismi e riflessioni.
L’amore e il cibo dall’ Antica Grecia ai giorni nostri 2023, foto di Edward Eyer
E’ stato un tema centrale in molte culture e periodi storici antichi. Ecco un’occhiata a come l’amore è stato affrontato in alcuni di questi contesti:
Antica Grecia: Nell’antica Grecia, l’amore era un tema importante ed è stato esplorato in varie forme. I Greci avevano diversi termini per descrivere diversi tipi di amore, tra cui l’eros (l’amore romantico e passionale), il philia (l’amore fraterno o platonico), e l’agape (l’amore universale e altruistico). Opere come il “Simposio” di Platone discutono l’idea di amore e desiderio.
Antica Roma: Anche nella Roma antica, l’amore era un tema diffuso. L’epica romana “Eneide” di Virgilio narra la storia d’amore tra Enea e Didone, mentre le poesie di Catullo contengono espressioni intense di amore e desiderio.
Antico Egitto: L’amore era importante nell’antico Egitto e si può vedere nei miti, nelle leggende e nelle iscrizioni trovate su papiri. Il “Cantico dei Cantici” dell’Antico Testamento, sebbene di origine ebraica, è stato influenzato dalla cultura egiziana ed è un inno all’amore e alla passione.
India Antica: L’India antica ha una ricca tradizione di esplorare l’amore attraverso la poesia, la filosofia e l’arte. Opere come il “Kama Sutra” discutono l’arte dell’amore e dell’intimità, mentre i poemi epici come il “Mahabharata” e il “Ramayana“ contengono storie d’amore e desiderio.
Cina Antica: L’antica Cina ha trattato l’amore in opere come “Il canto dei tre uccelli“, una raccolta di poesie classiche cinesi, alcune delle quali esplorano i sentimenti amorosi e le relazioni.
Antichi Testi Religiosi: Molte religioni antiche includono aspetti dell’amore, sia divino che umano. Ad esempio, i Salmi dell’Antico Testamento contengono espressioni di amore e devozione verso Dio, mentre l’antico testo indù“Bhagavad Gita” discute l’amore, il dovere e la spiritualità.
Questi sono solo alcuni esempi di come l’amore sia stato un tema importante in periodi storici antichi in tutto il mondo. L’arte, la letteratura e la filosofia di queste culture riflettono la complessità delle emozioni e dei concetti legati all’amore in quei contesti.
L’Amore nell’Arte e nella Poesia
L’amore è stato l’ispirazione per alcune delle più belle opere d’arte e delle poesie più struggenti. William Shakespeare, uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi, ci ha regalato queste parole:“L’amore non guarda con gli occhi, ma con l’anima.”
Le parole del poeta rumi sono una celebrazione dell’amore in tutte le sue forme: “Ama. Perché attraverso l’amore, tutte le amarezze diventeranno dolci. Ama. Perché attraverso l’amore, tutte le pietre diventeranno gioielli.”
Cummings ci invita a esplorare l’amore in tutta la sua complessità: “L’amore è l’unico miracolo degno di una meraviglia.”
L’Amore e la Scienza
La scienza ha cercato di svelare i segreti dell’amore attraverso ricerche e studi. La neuroscienza ha dimostrato che l’amore attiva le stesse zone del cervello coinvolte nella dipendenza da droghe. Quando si è innamorati, il cervello rilascia ossitocina, l’ormone dell’amore, che crea un legame profondo tra le persone.
Amore e Filosofia
Platone, filosofo dell’antica Grecia, ci ha lasciato la sua visione dell’amore nell’opera “Il Simposio“. Egli descrive l’amore come la ricerca dell’unione spirituale, l’aspirazione a diventare uno con l’oggetto del nostro affetto.
Amore e Relazioni
Le relazioni amorose sono un terreno fertile per la crescita personale. Helen Keller, una donna che ha superato incredibili sfide, ha condiviso una saggezza straordinaria sull’amore: “La migliore e più bella cosa in questo mondo non può essere vista né toccata, ma si sente nel cuore.”
L’Amore nell’Attualità
Oggi, le relazioni possono essere complesse e sfidanti, ma le parole di Maya Angelou ci ricordano l’importanza di amare incondizionatamente: “L’amore riuscirà a sconfiggere l’odio a ogni passo.”
Amore e Speranza
Le parole di Martin Luther King Jr. ci incoraggiano a coltivare l’amore e la speranza: “L’oscurità non può scacciare l’oscurità; solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio; solo l’amore può farlo.”
Amore e Letteratura
La letteratura è stata un veicolo potente per esplorare l’amore in tutte le sue sfaccettature. Jane Austen, nell’orgoglio e nel pregiudizio, ci ha insegnato che l’amore può superare le barriere sociali e i pregiudizi, mentre Emily Brontë, in “Cime tempestose“, ha rivelato l’aspetto oscuro e passionale dell’amore.
Nel “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, l’amore è ritratto come un legame unico e profondo tra il piccolo principe e la sua rosa, una metafora della cura e dell’attenzione che dobbiamo dedicare alle persone a cui teniamo.
Amore e Musica
La musica è un altro mezzo attraverso il quale possiamo esprimere e comprendere l’amore. Le canzoni ci fanno ballare, piangere e riflettere sulle gioie e le sfide dell’amore. La leggendaria cantante Nina Simone canta: “Sentire che ami qualcuno, che ti ama, questo è il motivo per cui siamo qui.”
Molti compositori classici, come Ludwig van Beethoven, hanno dedicato alcune delle loro opere più celebri all’amore, dimostrando come la musica possa trasmettere emozioni profonde senza parole.
L’amore e il cibo dall’ Antica Grecia ai giorni nostri 2023, foto di Alexander Grey
Amore e Psicologia
La psicologia dell’amore è un campo di studio in costante evoluzione. Gli psicologi hanno esplorato il concetto di amore romantico, sottolineando l’importanza della comunicazione, della fiducia e della condivisione. Il famoso psicologo Carl Jung parlava “dell’anima gemella” come una persona che ci completa e ci aiuta a crescere.
L’amore può anche portare alla guarigione. Il famoso terapeuta Carl Rogers sosteneva che l’amore e l’accettazione incondizionata da parte di un’altra persona possono contribuire alla crescita personale e al benessere.
Amore e Filantropia
L’amore non è limitato alle relazioni romantiche. L’amore per l’umanità è alla base della filantropia e dell’azione sociale. Mahatma Gandhi ci ha insegnato che“L’amore è la forza più umile, ma la più potente che l’umanità possiede.”Questo amore ci spinge a lottare per un mondo migliore e a estendere una mano amica a coloro che ne hanno bisogno.
Amore e Tempo
L’amore è anche una questione di tempo. Nel suo libro “L’amore dura tre anni”, Frédéric Beigbeder mette in discussione la durata delle relazioni amorose, suggerendo che la passione iniziale può sbiadire, ma che l’amore vero può evolversi nel tempo.
Tutto questo per sostenere che l’amore è una forza universale che attraversa le barriere culturali, temporali e disciplinari. Ci insegna la compassione, la generosità e la bellezza della connessione umana. Può apparire diverso per ognuno di noi, ma la sua importanza nella nostra vita non può essere sottovalutata. Alla fine, come disse il poeta John Keats, “Un’amicizia che nasce da una parola gentile è l’emblema di un amore eterno.“
Che l’amore guidi il nostro cammino e arricchisca le nostre vite
“L’amore è un atto di infinita perdita di sé, un atto d’infinita dedizione.” – Rainer Maria Rilke
“L’amore non è mai scontato. Bisogna lavorarci ogni giorno.” – Nicholas Sparks
“L’amore non consiste nel guardarsi a vicenda, ma nell’insieme nello stesso direzione.” – Antoine de Saint-Exupéry
“L’amore è una forza più formidabile di qualsiasi altra. Si tratta di una forza invisibile, ma molto reale.” – Mahatma Gandhi
“Nel mezzo dell’inverno, ho scoperto che c’era in me un invincibile estate.” – Albert Camus
“Ama profondamente e sarai amato profondamente.” – Kurt Vonnegut
“Nessuno ha mai misurato, nemmeno i poeti, quanto il cuore possa contenere.” – Zelda Fitzgerald
“L’amore è l’arte di creare qualcosa insieme che nessuno di voi da solo avrebbe potuto creare.” – Antoine de Saint-Exupéry
“L’amore è composto da un’anima che abita in due corpi.” – Aristotele
“Queste frasi ispirano a riflettere sull’importanza e la bellezza dell’amore nella vita umana”, perchè l’amore è un’esperienza umana universale, un’emozione che attraversa il tempo e lo spazio, un mistero che affascina e ispira. Attraverso le parole di poeti, filosofi, scienziati e leader, possiamo cominciare a comprendere la sua natura complessa e a celebrare la sua bellezza. Come scriveva Victor Hugo, “La vita è un fiore, l’amore ne è il miele.” Quindi, lasciate che l’amore sia la luce che guida il vostro cammino, che vi ispiri e vi riempia di gioia.
L’amore e il cibo sono due elementi strettamente legati, vero o falso?, foto di Ilkin Safterov
Amore e cibo
L’amore e il cibo sono due elementi strettamente legati nella storia dell’umanità, e questa connessione è stata celebrata e sottolineata in molte opere d’arte e letterarie nel corso dei secoli. Ciò riflette la centralità del cibo nelle relazioni umane, nella cultura e nella nostra esperienza quotidiana. Dopo varie ricerce vi allego alcune espressioni notevoli di questa connessione, da autori, poeti, pittori e altri:
Aforismi e Frasi Celebri:
“L’amore passa attraverso lo stomaco.” – Proverbio popolare
“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha mangiato bene.” – Virginia Woolf
“Come acqua per il cioccolato” di Laura Esquivel è un romanzo molto bello che vi consiglio, che esplora la relazione tra cibo e amore attraverso la storia di Tita, una cuoca appassionata.
“La golosa” di Colette è un racconto che esplora l’amore e la lussuria attraverso il piacere culinario.
Pittura:
“Natura morta con frutta” di Caravaggio è un esempio di come i pittori abbiano spesso rappresentato cibi deliziosi come simbolo di abbondanza e lusso, e come oggetti di desiderio.
Caravaggio John T. Spike a Denver Art Museum, Denver, immagine da internet, articolo: L’amore e il cibo dall’ Antica Grecia ai giorni nostri 2023
Nella Cultura Popolare Moderna:
Film come “Julie & Julia” esplorano l’amore per la cucina come una forma di auto-espressione e realizzazione personale.
Chef celebri come Julia Child hanno sottolineato come il cibo possa essere un’opportunità per esprimere amore e cura per gli altri attraverso il cibo.
Julia Child, la donna che ha inventato la cucina in TV interpretata da Meryl Streep e Amy Adams nel film Julie Julia, articolo: L’amore e il cibo dall’ Antica Grecia ai giorni nostri 2023
L’amore e il cibo sono intrinsecamente legati, e questa connessione è stata celebrata e sottolineata in molte opere d’arte e letterarie nel corso dei secoli. Ciò riflette la centralità del cibo nelle relazioni umane, nella cultura e nella nostra esperienza quotidiana.
L’arte visiva ha spesso catturato il legame tra cibo e amore attraverso immagini suggestive e toccanti. Ecco alcune opere d’arte che raccontano il cibo in relazione all’amore:
“Il Bacio” di Hayez– Questo celebre dipinto rappresenta una coppia che si bacia appassionatamente, mentre una mano tiene un melograno aperto, simbolo di fertilità e desiderio.
“L’Amante” di Marc Chagall– Questa opera esprime l’amore in modo surreale e romantico, con un uomo che offre un fiore a una donna, mentre il cibo sul tavolo simboleggia la condivisione e la passione.
“La Cena a Emmaus” di Caravaggio – Questo dipinto rappresenta un momento di condivisione del pane, uno dei gesti più intimi e simbolici, in una scena biblica che evoca il divino e il terreno.
“Il Banchetto Nuziale” di Jan Steen– Questa opera ritrae un banchetto di nozze olandese, in cui la gioia, la festa e l’amore sono celebrati attraverso il cibo e il vino
Fotografia di engagement o matrimoni – Molte fotografie di matrimonio o di fidanzamenti catturano momenti in cui gli sposi si scambiano cibo, come la torta nuziale, come simbolo di amore e condivisione.
Fotografie di momenti familiari – Immagini di famiglie che si riuniscono a tavola, condividendo pasti e storie, rappresentano l’amore attraverso il cibo.
Queste opere d’arte e immagini catturano la bellezza, la passione e la connessione tra cibo e amore in modi diversi, offrendo una gamma di emozioni e significati, notando come le emozioni appunto, legate al cibo e all’amore, possono variare notevolmente da persona a persona e da situazione a situazione. Tuttavia, il cibo ha il potere di connettere le persone attraverso sensazioni e unioni che spaziano da momenti di felicità e gioia a quelli di comfort e sostegno.
Come del resto:
La Gioia: La preparazione e la condivisione di un pasto con persone amate possono portare gioia e felicità. Il cibo può essere fonte di piacere e soddisfazione, e condividerlo con chi ami può amplificare questa gioia.
L’Affetto: Preparare un pasto per qualcuno è spesso un atto di affetto. Questo gesto può esprimere amore, cura e attenzione verso gli altri, creando un legame emotivo.
La componente Sensuale: Alcuni cibi, come il cioccolato, le fragole e il vino, sono considerati afrodisiaci e possono contribuire a creare una connessione sensuale tra partner. La sensualità del cibo può accendere la passione e l’intimità.
La Nostalgia: I cibi possono portare ricordi e nostalgia. La preparazione di piatti tradizionali o condividere cibi associati a momenti speciali può evocare sentimenti di nostalgia e amore per il passato.
La Gratitudine: Ricevere un pasto preparato con amore può suscitare un forte sentimento di gratitudine. Chi lo riceve può sentirsi apprezzato e riconoscente per l’attenzione e la cura.
Il Conforto: Il cibo può offrire conforto in momenti di tristezza o difficoltà. Un pasto preparato con affetto può essere un modo per alleviare il dolore emotivo e sentirsi amati.
La Condivisione: La condivisione del cibo con gli altri può rafforzare i legami familiari e sociali. Questo può portare sentimenti di appartenenza e amore per la comunità.
La Complicità: Cucinare insieme o condividere un pasto può creare un senso di complicità e connessione. Questa collaborazione può rafforzare i legami affettivi.
L’Apprezzamento per la bellezza: L’arte culinaria può essere una forma d’espressione creativa. L’apprezzamento per la presentazione e l’estetica del cibo può evocare un senso di bellezza e amore per i dettagli.
La Tranquillità: La preparazione di un pasto può essere un momento di tranquillità e riflessione. La semplicità di cucinare può portare a una sensazione di pace interiore e amore per la quiete.
Nella mia testa la conclusione finale è questa: l’amore e il cibo sono elementi interconnessi che arricchiscono la nostra esperienza umana. Il cibo non è solo una necessità fisica, ma anche un veicolo per esprimere emozioni, relazioni e tradizioni. La connessione tra di essi ci ricorda che la nostra relazione con il food può essere molto più profonda e significativa di quanto possiamo immaginare.
Come l’Atto di Nutrire e Condividere: L’atto di preparare e condividere un pasto è un modo di esprimere amore, cura e attenzione verso gli altri. La condivisione di cibo può creare legami profondi tra le persone, indipendentemente che si tratti di una cena romantica tra partner, una riunione familiare o un pasto con amici. In questo senso, il cibo diventa un linguaggio universale dell’amore.
Come la Nostalgia e la Tradizione: Il cibo spesso ci connette alle nostre radici e alla nostra storia. La preparazione di piatti tradizionali può evocare ricordi e un senso di appartenenza. Il cibo ci offre un collegamento tangibile con il passato, contribuendo a preservare e onorare le tradizioni familiari e culturali.
Come la Sensualità e Passione: Alcuni cibi sono considerati afrodisiaci e possono stimolare la passione e la sensualità. La loro condivisione in un contesto romantico può accendere la scintilla dell’intimità e dell’amore. Il cibo può essere una forma di espressione sensuale e di connessione tra i partner.
Come il Benessere e Salute: La scelta di cibi sani e nutrizionali può essere vista come un atto di amore verso se stessi. Prendersi cura del proprio corpo attraverso una dieta equilibrata può riflettere l’amore per la propria salute e il proprio benessere.
Come la Cura e Conforto: Il cibo può offrire conforto in momenti di tristezza o stress. Un pasto preparato con cura può essere un gesto di amore e sostegno verso chi lo riceve. Il cibo ha il potere di lenire l’anima e offrire un rifugio di tranquillità.
Come la Condivisione e Comunità: La condivisione del cibo è spesso al centro delle celebrazioni e delle feste. Questi momenti di comunità riflettono l’amore e l’unità tra le persone, e il cibo diventa un veicolo per connettersi e celebrare insieme.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
Un viaggio degustativo nel mondo francese delle bollicine, Route du Champagne en Fête 2023
Di Elsa Leandri
Non potevamo mancare anche quest’anno alla Route du Champagne en Fête, organizzata da Cap’c, associazione di 300 viticoltori il cui scopo è la valorizzazione e la promozione dello champagne specificamente della Côte des Bar, Montgueux e Villenauxe-la-Grande.
Route du Champagne en Fête, organizzata da Cap’c, associazione di 300 viticoltori, foto di Elsa Leandri
Un solo paese è stato coinvolto nel week-end del 29 e 30 luglio, quello di Celles-sur-Ource. Ci troviamo a sud di Bar sur Seine, a 40 km di Troyes, capoluogo dell’Aube che seduce sempre per le sue case “à colombages’’. Il comune di Celles-sur-Ource conta 310 ettari vitati, caratterizzati dal presentare un terreno ricco di kimmeridge e si distingue per avere ben 19 ha (sui 114 di tutta la regione) impiantati a Pinot Bianco, diventando così marchio della zona.
CÔTE DES BAR, foto di Elsa Leandri
Qui di solito il tempo è ritmato dai lavori in vigna e nei campi, ma non in questo week end. C’è fermento. Sono tutti indaffarati a far sì che questi giorni siano memorabili e che le strade riescano ad accogliere tutti gli appassionati di champagne.
ROUTE DU CHAMPAGNE EN FÊTE, foto di Elsa Leandri
Tutto è pronto! I volontari che danno una mano nelle indicazioni per il parcheggio, nella vendita dei pass, nell’aiutare nelle varie cantine a servire le flûte di champagne, i produttori che hanno aperto le loro porte e che accolgono ristoratori e dj set! Sabato alle 10 si dà inizio alle danze! Francesi, olandesi, belgi, inglesi e italiani, viticoltori e intenditori o semplici curiosi tutti insieme uniti da un unico linguaggio che solo lo Champagne può offrire!
CALICI ROUTE DU CHAMPAGNE, foto di Elsa Leandri
Gli addobbi nel villaggio sono stati volutamente effettuati senza l’uso di plastica ma usando materiali di riciclo così da diminuire l’inquinamento ambientale già alla base. Inoltre fa loro lustro l’aver devoluto i tappi di sughero delle bottiglie aperte in questo week end all’associazione locale « les Étincelles de Loucas » che aiuta i ragazzi diversamente abili.
Decorazioni varie usate nella manifestazione francese, foto di Elsa Leandri
Il concetto non cambia rispetto all’anno scorso per 30 euro si compra un passaporto che dà diritto a degustare 18 champagne di 19 produttori che hanno aderito, un etilometro, un portacalice e il calice.
Lista dei produttori aderenti
Arnaud de Cheurlin Veuve Cheurlin Lionel Carreau Daniel Deheurles & Filles Cheurlin Dangin Marcel Deheurles & Fils André Fays Philippe Fays Michel Furdyna Gautherot Jean Laurent Didier Langry Éric Legrand Richard Cheurlin Jean Sandrin Marcel Vézien Benoit Tassin Jean-Claude Bouchard & Fils Huguenot Tassin
Celles sur Ource 2023, foto di Elsa Leandri
Oltre alla degustazione non mancano eventi come lo scambio di capsule, mostra di auto d’epoca, soffiaggio del vetro del Museo di Bayel, voli sopra i vigneti della Côte des Bar o passeggiate in vigna in monopattino, serate enogastronomiche e tanto altro così da rispondere alle esigenze di chiunque.
ESCARGOT E OSTRICHE, foto di Elsa Leandri, articolo: Route du Champagne en Fête 2023 a Celles sur Ource
Novità di quest’anno le masterclass che si sono svolte presso il piccolo aeroporto di Celles-sur-Ource. I temi sono stati molteplici: dall’abbinamento cibo-vino con la presenza dello Chef stellato Nicolas Thomas du Château de Courban, al « viaggio dentro una flûte di Champagne » con Gérard Liger-Belair, professore all’Università di Reims, nonché autore dell’omonimo libro, e alla scoperta del Pinot Bianco con Philippe Narcy, consulente enologo nella Côte des Bar da 39 anni.
Purtroppo per noi è stato impossibile seguirle tutte anche perché la voglia di far il giro e approfittare di tutte le attrazioni nelle varie cantine era molto forte! Impossibile però saltare quella di Prof Gérard Liger-Belair che ci ha introdotti in una fisica applicata nello sviluppo delle bollicine, trattando un argomento per niente semplice, così come già avevamo potuto apprezzare leggendo il suo libro, in un modo accessibile e facilmente capibile.
Gérard Liger-Belair con Elsa Leandri, articolo: Route du Champagne en Fête 2023 a Celles sur Ource
Si è svelato così il perché le bollicine, tanto amate e sinonimo di festività, nascono, come mai tendono a ingrossare man mano che aumenta la distanza da percorrere, come si fanno veicolo di aromi, come mai si attaccano alla plastica mentre nel vetro hanno una naturale attitudine a salire in superficie. Da un punto di vista pratico abbiamo effettuato, in conclusione, la degustazione di due champagne, Cuvée Tradition di Didier Langry e Prestige Brut 1996 di Michel Furdyna, serviti in due bicchieri differenti, una calice e una flûte, proprio per vedere quanto è importante la scelta del giusto calice.
Calici di champagne durante una masterclass, foto di Elsa Leandri, articolo: Route du Champagne en Fête 2023 a Celles sur Ource
Come ormai vi abbiamo abituato vi riportiamo i nostri 3 favoriti, partendo dal presupposto che la scelta non è stata per niente facile!
Podio degli champagne premiati, articolo: Route du Champagne en Fête 2023 a Celles sur Ource
Mancano il podio di un soffio la Cuvée Tradition di André Fays e la Cuvée Lumières de l’Aube di Marcel Vézien, degne di nota tutte le altre che non riportiamo.
Masterclass Champagne Liger Belair, foto di Elsa Leandri, articolo: Route du Champagne en Fête 2023 a Celles sur Ource
L’anno prossimo protagonista sarà la Vallée de la Seine e a causa delle Olimpiadi l’appuntamento è anticipato al 20 e 21 luglio. Consiglio spassionato pensate a prenotare il vostro passaporto online! Quest’anno tutti gli 11000 passaporti sono stati venduti nel primo pomeriggio del sabato riportando così un inaspettato sold out, ma per fortuna le cantine hanno fatto in modo di venire incontro ai visitatori che ne erano sprovvisti, offrendo delle degustazioni a un prezzo simbolico e il noleggio di bicchieri.
Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
Lo scorso weekend, il 20 e 21 maggio 2023 nel ridente Borgo medievale di Radda in Chianti è andata in scena la 26esima edizione di Radda nel bicchiere.
Di Adriano Guerri
Evento organizzato dalla Proloco di Radda in Chianti con il patrocinio del Consorzio del Chianti Classico. Durante i 2 giorni vi era la possibilità di degustare i migliori vini di 32 aziende del Comune chiantigiano. Il Borgo ha messo a disposizione dei suoi visitatori ed enoturisti, banchi d’ assaggio, lungo il viale Matteotti, attorno alle mura, dal quale l’occhio beneficia di un panorama unico, digradante verso le dolci colline del Chianti, il cui baricentro è il Castello di Volpaia.
Adriano Guerri all’evento: Radda bel bicchiere 2023 a Radda in Chianti Toscana
In degustazione oltre 100 etichette, con varie tipologie di Chianti Classico, quali, annata, riserva, gran selezione, vini bianchi, rosa, supertuscan e qualche vin santo.
L’atmosfera è ammaliante, oltre a trovare vini in degustazione e parlare con i produttori, si incontrano anche molti turisti di ogni parte del mondo, i quali in questo periodo animano il Chianti soggiornando in molte strutture d’accoglienza in zone limitrofe.
Scatti vari durante l’evento Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
All’ingresso del Borgo si ritira il calice per cimentarsi in un percorso sensoriale, semplicemente presentandosi ai banchi d’assaggio. In questo evento si possono acquistare i vini direttamente dai produttori. Il sabato e la domenica mattina hanno avuto luogo due seminari che ahimè mi sono perso.
In questa edizione il tempo meteorologico non è stato troppo clemente, tuttavia, mi ha consentito di avvicinarmi al banco d’assaggio di svariati produttori.
Radda in Chianti evento Radda nel Bicchiere 2023 panorama, foto di Adriano Guerri
Radda in Chianti si trova in provincia di Siena e ai confini con quella di Firenze, posta a 535 metri s.l.m, il dislivello altimetrico comunale va da un minimo di 280 metri s.l.m. ad un massimo di 854 metri s.l.m. Si può produrre Chianti Classico in tutto il territorio. Il Borgo è immerso tra splendidi vigneti, oliveti, secolari boschi e da pievi, ville, poderi e castelli. Il Sangiovese, vitigno principe, mediamente va in maturazione più tardi rispetto ad altre zone dell’ intero areale, anche i vini ivi prodotti vanno attesi per qualche mese in più e ne vale davvero la pena.
Scatti vari allevento: Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Le tipologie di Chianti Classico:
Chianti Classico Gran Selezione, vino prodotto da vigna singola o da selezione delle migliori uve esclusivamente di proprietà aziendale, l’invecchiamento minimo è di 30 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia.
Chianti Classico Riserva, l’invecchiamento minimo è di 24 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia
Chianti Classico Annata, l’invecchiamento minimo: 12 mesi
Alcuni assaggi da me effettuati
Chianti Classico 2019 Az. Caparsa– Sangiovese in purezza, colore rosso rubino intenso, al naso sprigiona sentori di violetta, marasca, bacche di ginepro ben uniti a note di sottobosco, al palato è fresco e leggiadro, dotato di una straordinaria piacevolezza di beva.
Chianti Classico Caparsino Riserva 2018 Az. Caparsa– Sangiovese in purezza, rosso rubino con sfumature granata, al naso rivela note di violacciocca, ribes, mirtillo rosso e amarena che ben si integrano con spezie, al palato è dinamico e piacevolmente tannico, avvolgente e persistente.
Chianti Classico Caparsino Riserva 2017 Az. Caparsa– Sangiovese in purezza, colore rosso granato intenso, al naso svela note di frutta rossa matura, prugna, rosa appassita e nuances tostate, al palato è piacevolmente morbido, pieno e appagante, contraddistinto da una interminabile persistenza aromatica. Sito di riferimento: https://caparsa.it
Chianti Classico 2019 – Chianti Classico Caparsino Riserva 2018 e 2017, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Chianti Classico Marangole Gran Selezione 2015 Castello d’Albola – Sangiovese 100%, rosso rubino vivace e trasparente, con sfumature granata, sprigionante sentori di viola appassita, ciliegia e mora mature, sottobosco ed erbe aromatiche, al palato è vellutato e sapido con chiusura lunga, un vino decisamente armonico.
Chianti Classico Marangole Gran Selezione 2015 Castello d’Albola, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Chianti Classico Riserva 2020 Castello di Volpaia– Sangiovese 100% , rosso rubino profondo, al naso libera sentori di frutti di bosco, petali di rosa, liquirizia e spezie dolci, al palato è succoso, rotondo e coerente, rimane in bocca a lungo.
Chianti Classico Riserva 2020 Castello di Volpaia, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Merlot 550 2019 Az. Istine – Ottenuto con l’omonimo vitigno in purezza, di un bellissimo colore rosso rubino intenso, al naso dipana note di mirtillo, mora, ribes nero, erbe aromatiche e effluvi balsamici, al palato è vibrante, fresco e di buona corrispondenza gusto-olfattiva.
Merlot 550 2019 Az. Istine, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Chianti Classico Riserva 2017 Podere Capaccia– Sangiovese in purezza, rubino vivace, al naso emana sentori di amarena, tè nero, vaniglia e tabacco al palato è avvolgente, aggraziato e fine. Lungo e duraturo.
Chianti Classico Riserva 2017 Podere Capaccia, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Chianti Classico Riserva 2020 Podere Terreno – Sangiovese 100%, rosso rubino intenso, al naso si percepiscono sentori di susina, ciliegia, lampone e tabacco, arrivano poi note di pepe, cannella e un sottofondo balsamico, al palato è deciso, preciso e piacevolmente tannico. Finale lunghissimo.
Chianti Classico Riserva 2020 Podere Terreno, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Chianti Classico 2020 Tenuta Carleone– Sangiovese in purezza, rubino vivace, emana sentori di visciola, cassis, lampone e arancia sanguinella accompagnate da note di cumino e ginepro, al palato è dinamico e generoso con fitta trama tannica al contempo setosa. Un gran bel sorso.
Chianti Classico 2020 Tenuta Carleone, Radda nel Bicchiere 2023, foto di Adriano Guerri
Chianti Classico Riserva Bugialla 2020 Az. Poggerino – Sangiovese 100%, rosso rubino intenso, all’olfatto emana sentori di ciliegia, frutti di bosco, tabacco, cuoio e grafite che seguono una scia speziata, al palato è ben strutturato e il sorso risulta piacevole e assolutamente lungo.