ViniAmo, Sabato 11 maggio a Roma, 70 cantine, oltre 250 etichette e stand gastronomici
Redazione Carol Agostini
Informazioni generali
Dalle ore 11 fino alle ore 14.30 riservato a giornalisti, comunicatori, ristoratori, distributori, agenti ed enotecari, Dalle ore 14 fino alle ore 21 apertura anche al pubblico
Hotel Cristoforo Colombo Via Cristoforo Colombo 710
ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende
Manca poco alla II edizione di ViniAmo, kermesse che sabato 11 maggio porterà nella Capitale 70 cantine italiane – e non solo – e stand gastronomici con prelibatezze nazionali.
Negli ampi e luminosi spazi dell’Hotel Cristoforo Colombo a Roma, zona Eur, si riuniranno 70 produttori dal nord al sud dello Stivale che porteranno in assaggio oltre 250 etichette, offrendo così un quadro ampio e variegato della produzione vinicola italiana. Saranno tante le regioni rappresentate e molte le denominazioni e le indicazioni tipiche che si potranno assaggiare dalle ore 11 (11-14 solo per operatori) fino alle ore 21 passando da spumanti a bianchi, rosati, rossi e vini dolci.
Ospiti di eccezione di questa edizione saranno alcune etichette dalla Francia, zona Champagne, Borgogna e Bordeaux, e dall’Albania.
ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Coorganizzatrice Cristina Santini
Lista cantine e produttori gastronomici (in fase di definizione)
PIEMONTE
Podere Moretti (Langhe, Roero)
Taverna Wines (Barbaresco)
LOMBARDIA
Malavasi Vini (Pozzolengo Pr. Brescia)
Coronea (Franciacorta)
TRENTINO ALTO ADIGE
Maso Furli (Lavis Pr. Trento)
FRIULI VENEZIA GIULIA
Tenuta Stella Collio (Go)
Vini Bortolusso (Ud)
Vini Di Gaspero (Faedis UD)
VENETO
CastellAlta (Conegliano)
Terre di Rizzato (Valpolicella)
LIGURIA
Tenuta Maffone (Imperia)
EMILIA ROMAGNA
Cantina Luretta (Piacenza)
Carnevali Vigne e Cantina (Rubiera RE)
TOSCANA
La Ciarliana (Montepulciano)
Col di Bacche (Maremma)
L’Agona Vini (Colli Pisani PI)
Tiberini (Montepulciano)
Podere Casa al Vento (Montepulciano)
Valdorcia Terre Senesi (Val d’Orcia)
Podere Lecci e Brocchi (Chianti classico)
Poggio degli Ulivi (Montalcino)
LAZIO
Antonella Pacchiarotti (Tuscia)
Vinicio Mita (Roma)
Vini Giovanni Terenzi (Piglio)
Casa Mecocci Winery (Vignanello)
Cantina Gaffino (Ardea)
Terre del Veio (Formellese/Veio)
Papalino (Castiglione in Teverina)
Consorzio ROMA DOC
Tenuta Iacoangeli (Genzano di Roma)
Cantina Le Macchie (Rieti)
Casale del Giglio (Nettuno)
UMBRIA
Cantina Napolini (Montefalco)
Cantina Pomario (Lago Trasimeno)
MARCHE
Cantina Cerbero (AP)
Tenute Urani (PU)
Stefano Mancinelli – Morro d’Alba (AN)
ABRUZZO
Cantine Roveri (Ortona CH)
Fattoria Gaglierano (PE)
Tenuta Ulisse (CH)
Vini Biagi (Colline Teramane)
MOLISE
Enoteca Tintilia Food & Wine (Fiano R./Isernia)
Azienda Agricola L’Arco Antico (Pozzilli Isernia)
CAMPANIA
Azienda Vitivinicola Iovino (Campi Flegrei)
Aroma Winery (Irpinia)
Salvatore Molettieri (Irpinia)
PUGLIA
Giancarlo Ceci (Andria)
Re Dauno (Foggia)
BASILICATA
Cantine De Biase (Pollino PZ)
CALABRIA
Farneto del Principe (CS) / Az.Agricola di Apicoltura Pacienza (CS)
Le Conche (CS)
Cantina Malaspina (RC)
SICILIA
Tenute Cuffaro (Agrigento)
Sciare dell’Alba (Etna)
SARDEGNA
Contini 1898 (Oristano)
Podere 45 (Alghero)
TraMonti (Romangia SS)
DISTRIBUZIONI E RAPPRESENTANZE
Gruppo Ravazzolo:
Tenuta Volpare (Trentino)
Klosterhof (Alto Adige)
Cave Monaja (Valle d’Aosta)
Aurelie Berthod (Borgogna)
Romain Tribaut (Champagne)
Château de Reignac (Bordeaux)
ATWine – Consulenze Enologiche:
Antica Tenuta Palombo (Atina FR)
Casale della Ioria (Anagni FR)
Cantina Bacco (Nettuno RM)
Casal De Luca (Aprilia LT)
Murgo Nettunense (zona Anzio RM)
Palazzo Prossedi (Bassiano LT)
I Pampini (Acciarella LT)
AZIENDE ESTERE
Seb Winery Vlore (Albania)
EXTRA VINO:
FOOD E ALTRO
SOFIE (Pasticceria e Cioccolateria)
AGROMNIA Società Agricola (Ranch)
AGRICOLA NASTI (Olio)
FATTORIA DI ALICE (Tartufi, zuppe)
ROMIZZA (Pizza/Impasto pizza)
GASTRONOMIA
AZIENDA AGRICOLA GIORGIO PRATINI
Sponsor di questa II edizione sono NOVACONNECT, FRIMM, ASSOCIAZIONE STUDIO 121, GRUPPO RESTA/STUDIO ADP121
Chef Laura Marciani: Ambasciatrice del Turismo Enogastronomico con Alessandra Manunza e Anna Rita Matta in “Esse Percorsi Sostenibili”
Di Carol Agostini
Nel panorama culinario italiano emerge con forza la figura di Laura Marciani, capocuoca maglianese nota a livello nazionale, che ha recentemente lanciato un ambizioso progetto di turismo enogastronomico denominato “Esse percorsi sostenibili”. L’evento di presentazione si è svolto il 29 febbraio al Polo Culturale di Nepi, riunendo persone, professionisti e amministrazioni locali con l’obiettivo di creare una sinergia tra economia dei territori e occupazione.
“Per valorizzare un territorio, è essenziale esaltarne le qualità collaborando attivamente con i professionisti, le persone e le amministrazioni locali”, afferma con determinazione Laura Marciani.
Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta, foto di Elisa Moretti
Il progetto “Esse percorsi sostenibili” si basa su quattro pilastri fondamentali: valorizzare gli asset locali prodotti – luoghi – persone creando un legame sociale tra produttori, cittadini e visitatori; creare sinergia tra economia locale e occupazione attraverso progetti di empowerment e formazione per l’inclusione lavorativa nel settore dell’ospitalità; realizzare eventi in chiave sostenibile per potenziare la visibilità e l’attrattività turistica; coinvolgere clienti e ospiti in scelte sostenibili.
All’evento hanno preso parte esperti del settore della ristorazione, dell’ospitalità e del turismo. Tra le innovazioni culinarie proposte, spicca il “piatto che scrocchia”, un piatto 100% biodegradabile e commestibile, che ha suscitato interesse e curiosità per la sua originalità.
Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta, foto di Carol Agostini
Alla Scoperta dell’Hotel Ristorante degli Angeli: Un’oasi enogastronomica tra Magliano Sabina e Nepi
Nel cuore della suggestiva cittadina di Magliano Sabina, circondata da colline verdissime e paesaggi mozzafiato, sorge l’incantevole Hotel Ristorante degli Angeli. Questo gioiello dell’ospitalità, gestito con passione e maestria, rappresenta una vera e propria oasi per gli amanti della buona cucina e del relax.
L’Hotel Ristorante degli Angeli non è solo un luogo dove soggiornare, ma una destinazione culinaria imperdibile. Il ristorante, guidato da chef esperti e creativi, propone piatti raffinati che esaltano i sapori autentici della tradizione locale, utilizzando ingredienti freschi e di alta qualità provenienti dai territori circostanti. Dai piatti di pasta fatta in casa alle prelibatezze della cucina tipica sabina, ogni boccone è un viaggio attraverso le eccellenze enogastronomiche del territorio.
Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, Chef Laura Marciani, Elisa Moretti, Sindaco Giulio Falcetta di Magliano Sabina, foto di Carol Agostini
Ma non è solo la gastronomia a rendere speciale l’esperienza presso l’Hotel Ristorante degli Angeli. L’atmosfera accogliente e l’eleganza delle camere, arredate con gusto e attenzione ai dettagli, regalano momenti di relax e benessere ai suoi ospiti, rendendo il soggiorno un’esperienza indimenticabile.
Magliano Sabina, con le sue antiche vie lastricate e i suoi borghi medievali, è il perfetto scenario per un viaggio nel tempo, alla scoperta delle tradizioni e della cultura enogastronomica sabina. Qui, tra una passeggiata tra gli ulivi e una visita alle cantine locali, è possibile assaporare i prodotti tipici della regione, come l’olio extravergine d’oliva DOP Sabina e i vini pregiati delle colline circostanti.
Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, foto di Carol Agostini
E proprio a pochi chilometri da Magliano Sabina, si trova Nepi, pittoresca cittadina ricca di storia e tradizione, che ha ospitato l’evento di lancio del progetto di turismo enogastronomico “Esse percorsi sostenibili”ideato dalla rinomata chef Laura Marciani. In questo incantevole contesto, tra le mura del Polo Culturale, esperti del settore, professionisti e amministrazioni locali si sono riuniti per promuovere la valorizzazione dei prodotti tipici e dei territori circostanti, attraverso iniziative volte a creare una sinergia tra economia locale e occupazione.
L’Hotel Ristorante degli Angeli, insieme a Magliano Sabina e Nepi, rappresenta dunque un’eccellente destinazione per chi desidera immergersi nell’arte culinaria e nella cultura enogastronomica del territorio sabino, vivendo esperienze uniche e indimenticabili.
Esse Percorsi Sostenibili 2024, Carlo Zucchetti e Francesca Mordacchini Alfani, foto di Carol Agostini
Le E C C E L L E N Z E presenti all’evento che hanno esposto e fatto assaggiare a tutti gli ospiti i loro prodotti artigianali:
Traldi Olio Extra Vergine Oliva -Azienda agricola Litta Ortaggi km zero – Cipolla di Nepi – Ferreli il Pane Tradizionale della Sardegna – Zafaran Cuore Rosso di Nepi – AIF Associazione Italiana Fitoalimurgia – Terre di Faul – La Pizzicheria Brunetti – Opificio 13 -La Spiga d’Oro- Dieci Ristorante di Chef Jordan Giusti – Polo Culturale L’acquedotto di Nepi – Il Casaletto Chef Marco Ceccobelli – Frogga Emozioni in Foto – La Cisterna del Marchionato di Luca Ingegneri – Il Colombario Liquoreria Artigianale Giovese – Apicoltura Monte Soratte- La Tenuta dell’inconcludente
Tenuta Ronci di Nepi – Ristorante a Modo Mio Chef Riccardo Mattoni & Daniele Di Giannantonio – Nepi Consiglio dei Giovani – Istituto Sandro Pertini di Magliano Sabina – Sapore Chef Gabriele Amicucci – Hotel Ristorante degli Angeli – Formaggi Chiodetti – Tenuta il Radichino Fratelli Pira – Vivaio Borgo Verde -Pasta Fanelli -Azienda Agricola Luca Di Piero – La Madeleine Cantina Umbra -Acqua di Nepi – Sapori di ieri Azienda Agricola Bio – Arte Marco Marciani – DJSet Ivan CAP Klubasic
Esse Percorsi Sostenibili 2024, Chef Laura Marciani, Avv. Giovanni Bartoletti, Sindaco Giulio Falcetta, foto di Carol Agostini
Vini da Terre Estreme: Celebrando l’Eccellenza Vitivinicola Eroica a Roma
Redazione – Carol Agostini
Nato con l’obiettivo di promuovere vini straordinari e unici al mondo, il evento “Vini da Terre Estreme” continua a essere un punto d’incontro privilegiato per consumatori evoluti, appassionati enogastronomi e professionisti del settore. Questa tredicesima edizione, la seconda a Roma, si terrà il 25 e 26 Febbraio presso l’Hotel Palatino, posizionato strategicamente nel cuore della città eterna.
Vini da Terre Estreme, eroicamente a Roma a febbraio 2024, locandina evento da comunicato stampa
Il Cuore Eroico della Tradizione Vitivinicola Italiana
L’evento, dedicato alla valorizzazione dei vini eroici, si propone di dare visibilità alle aziende partecipanti, coinvolgendo sia il consumatore evoluto che il settore commerciale. Questo appuntamento è un’occasione imperdibile per i produttori “eroici” interessati a stabilire o consolidare rapporti con operatori del settore come ristoranti, hotel, enoteche, wine-bar e acquirenti.
Gli Oli Eroici debuttano accanto ai Vini Eroici
In una novità di quest’anno, “Vini da Terre Estreme” ospiterà anche gli Oli Eroici selezionati da Jessica Iozza. Una Master Class guidata da Fabrizio De Biasi, Docente AIS, offrirà l’opportunità di esplorare la storia, la cultura e le caratteristiche organolettiche degli Oli Eroici.
Programma di Due Giornate Intense
Le due giornate saranno ricche di eventi, con workshop sui “Vini Eroici” aperti al pubblico professionale e agli appassionati wine lovers. Inoltre, saranno proposte MasterClass riservate a un pubblico selezionato su prenotazione, offrendo momenti di approfondimento sui vini e gli oli “eroici”.
Vini da Terre Estreme, eroicamente a Roma a febbraio 2024, foto da facebook
MasterClass in Evidenza
“Il coraggio di essere unici: paesaggio Chilometrico Consapevole” (25 Febbraio, ore 11:30): Questa MasterClass, condotta da Carlo Catani, presidente dell’Associazione Tempi di Recupero, esplorerà gli scenari di consapevolezza legati al paesaggio vitivinicolo eroico, con una degustazione di otto etichette eroiche delle “Cantine del Recupero”. Si approfondiranno le strategie per il futuro, il recupero dei terreni e dei vitigni abbandonati, promuovendo una viticoltura sostenibile.
“Il coraggio di essere unici: le bolle estreme d’annata” (25 Febbraio, ore 16:00): Andrea Petrini (SlowFood Roma) guiderà la degustazione di dieci etichette di spumanti, metodi classici di vecchie annate, provenienti da dieci aree impervie della Penisola.
MasterClass “OLI EROICI d’ITALIA” (26 Febbraio, ore 18:00): Fabrizio De Biasi illustrerà la storia, la cultura e le caratteristiche organolettiche degli Oli Eroici.
Vini da Terre Estreme, eroicamente a Roma a febbraio 2024, foto da facebook
Biglietti e Informazioni:
Il biglietto giornaliero per la degustazione libera ai banchi d’assaggio è di €25, con riduzioni disponibili per prenotazioni online.
I biglietti per le MasterClass sono disponibili al costo di €35, con l’opzione di accedere anche alla degustazione libera ai banchi d’assaggio.
Operatori del settore Ho.Re.Ca. in possesso di invito hanno accesso gratuito.
Tariffe ridotte sono disponibili per operatori professionali e associati ad alcune associazioni enogastronomiche.
Gli accrediti per la stampa e gli operatori del settore sono disponibili su richiesta tramite email a info@pilotagreen.it.
“Vini da Terre Estreme” continua a essere il luogo dove l’eccellenza vitivinicola eroica incontra l’apprezzamento e la curiosità di un pubblico appassionato, contribuendo a preservare e promuovere la ricchezza di queste produzioni straordinarie.
Vini da Terre Estreme, eroicamente a Roma a febbraio 2024, foto da facebook
Dalla ferrea volontà dello chef Carmelo Carnevale, nasce a Londra ICC – Italian Culinary Consortium, consorzio internazionale di chef professionisti e membri della ristorazione con la passione per l’ospitalità italiana.
ICC ha come obiettivo la valorizzazione della professione in tutti i rami dell’ospitalità promuovendone le attività del comparto nell’interesse di tutti i membri associati e nel riconoscimento della professione dell’alta arte culinaria.
Collabora con vari enti esaminatori e istituti di istruzione professionale nel settore dell’alberghiero.
Oggi annovera delegazioni nelle Isole Canarie, Romania, Georgia, Russia, Austria, Danimarca, Belgio e Canada. Prossime le aperture delle delegazioni di Singapore, Hong Kong, Thailandia, India, Dubai, Serbia e Repubblica Ceca.
In Italia, si sta consolidando con delegazioni ufficiali in varie regioni quali Sicilia, Marche, Lazio e Puglia.
Vini da Terre Estreme, eroicamente a Roma a febbraio 2024, foto da facebook
ICC è partner ufficiale dell’evento Vini da Terre Estreme che si terrà a Roma il 25 e 26 Febbraio prossimi.
Vini da Terre Estreme si riconferma come importante evento di promozione commerciale italiano, e non solo, per la comunicazione e valorizzazione della viticoltura eroica quella prodotta con uve coltivate in zone sconosciute, geograficamente impervie, in minuscoli fazzoletti di terra strappati alla montagna o al mare.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
Dopo il grande successo di pubblico della prima edizione, che ha registrato la partecipazione di oltre mille appassionati, l’evento diVino fa ritorno nella Capitale.
Redazione – Carol Agostini
Le date fissate sono il 3 e 4 Febbraio 2024, mantenendo la stessa location, Villa Piccolomini sull’Aurelia Antica.
La selezione della Decanter Wine Academy porterà quest’anno ben 90 cantine provenienti da tutta Italia, offrendo oltre 230 etichette in degustazione. L’incantevole Villa Piccolomini, situata sull’Aurelia Antica con un giardino che si affaccia sul Cupolone di San Pietro, ospiterà l’evento. La villa dispone di un ampio parcheggio interno, gratuito per gli ospiti della manifestazione.
Protagonisti dell’evento saranno i vignaioli stessi, i quali presenteranno in degustazione le loro etichette più rappresentative ai banchi d’assaggio. Avranno l’opportunità di raccontare direttamente i loro vini a giornalisti, operatori del settore e winelovers.
Un appuntamento imperdibile per gli appassionati del settore, un viaggio emozionale tra le cantine d’Italia, la nazione con il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo.
diVino 2024, 2° edizione sarà un successo come la prima, locandina evento
Programma:
Sabato 3 Febbraio
Ore 16.00: Apertura banchi d’assaggio
Ore 17.30: Masterclass “Viaggio alla scoperta dei territori del Cesanese Docg” con i relatori Pina Terenzi, Presidente Consorzio Cesanese del Piglio Docg, e Pierpaolo Pirone, enologo AtWine consulenze. Prenotazione obbligatoria con posti limitati.
Ore 22.00: Chiusura banchi d’assaggio
Domenica 4 Febbraio
Ore 16.00: Apertura banchi d’assaggio
Ore 17.30: Masterclass “La vie en rosa che attraversa l’Italia” con i relatori Angelo Petracci, Referente Guida Vitae Ais Lazio, e Fabio Mecca, enologo dell’anno 2021. Prenotazione obbligatoria con posti limitati.
Ore 20.00: Chiusura banchi d’assaggio
Costo del biglietto: 30 euro. Il biglietto include la degustazione libera dei vini delle 90 cantine presenti e finger food del catering di Villa Piccolomini, con primi piatti caldi e assortimento di salumi e formaggi. I soci di associazioni come Sommelier Ais, Ars, Assoenologi, Assosommelier, Degustibuss, Fis, Fisar, Onav, Ses, avranno una riduzione del biglietto, al costo di 20 euro, presentando la tessera all’ingresso.
Stampa e Operatori del Settore: Per accredito, è possibile inviare una mail a accrediti@decanterwineacademy.org entro sabato 20 gennaio, specificando testata, numero di tessera e il link di un articolo firmato sull’enogastronomia per i giornalisti, o tipo di attività e partita iva per gli operatori del settore. I blogger possono inviare una mail che verrà valutata dallo staff.
Editoria: Più libri più liberi
L’andamento del mercato italiano e l’intervista alla Casa Editrice Italiana, Armando Editore
Di Cristina Santini
Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria 2023, articolo di Cristina Santini, locandina evento
Dopo avervi parlato nel primo articolo https://www.papillae.it/fiera-nazionale-della-piccola-media-editoria/ del programma e dei numeri della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria 2023 “Più libri più liberi”, in questo spazio affronteremo il tema cruciale dell’import export, dell’internazionalizzazione del mercato italiano chiudendo con un’interessante intervista.
Se guardiamo i dati rilevati dall’AIE, sembra che la situazione sia rosea per l’Editoria italiana anche se potrebbero essere fuorvianti e nascondere fenomeni di carattere episodico.
I numeri comunque sono impressionanti: nel 2001 sono stati venduti 1800 diritti all’estero e acquistati 5400 contro i valori molto più alti del 2022 con un tasso di crescita del 7,3% per le vendite e del 2,7% per gli acquisti.
Editoria: più libri più liberi, Armando Editore 2023, foto dell’autrice
Allora perché si riscontrano mancate vendite per i piccoli Editori?
Le riflessioni sono più che ragionevoli. Innanzitutto l’assenza di titoli vendibili (41%), seguita da uno dei fattori scatenati il problema: non avere trovato un bando funzionale per il proprio catalogo nonostante gli incentivi pubblici o il supporto dell’AIE (19%) e ancora più restrittivo il non avere partecipato alle fiere internazionali (15%).
Ma il dato significativo è quello relativo ai contributi utilizzati per il 24% dagli Editori che sono all’interno della fascia fino a mezzo milione di euro di venduto e il 67% per quelli di fascia superiore dove rientrano anche i grandi gruppi.
In questi ultimi anni sono nati molteplici progetti editoriali dove i piccoli e medi imprenditori sono riusciti a trovare nicchie di mercato scoperte che ne hanno aumentato la capacità attrattiva internazionale.
Questo discorso trova riscontro sui generi ricercati come i libri per bambini e ragazzi che sono il fiore all’occhiello delle esportazioni italiane anche per i piccoli imprenditori come anche la produzione sudamericana, africana e mediorientale.
L’Europa si conferma il nostro principale mercato per l’import ed export dei diritti.
E chissà che, alla Buchmesse di Francoforte, una delle fiere più prestigiose d’Europa, che a ottobre 2024 vedrà l’Italia nel ruolo di Ospite d’onore, dopo 36 anni, non potrà accorciare le distanze per tutti quei piccoli e medi editori che fanno fatica a penetrare i mercati internazionali rendendo oneroso l’impegno in questo settore.
Questa sarà un’occasione preziosa per il nostro Paese che nel lontano 1988 segnò l’apice di un’epoca d’oro per la letteratura italiana determinando un aumento dell’interesse internazionale per gli scrittori contemporanei e la crescita delle traduzioni dall’italiano.
Editoria: più libri più liberi, Armando Editore 2023, foto dell’autrice
Come ogni anno, AIE collabora con ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale alla definizione e organizzazione delle iniziative di promozione dell’editoria italiana attraverso la partecipazione alle più significative fiere all’estero e alla realizzazione di attività connesse.
Per il momento, questo è l’elenco delle fiere all’estero previste per il 2024 che impegnerà l’Italia, fra le quali spiccano le tre in cui sarà Ospite d’Onore:
● The London Book Fair, Regno Unito (12-14 marzo 2024); ● Tunis International Book Fair, Tunisia (19-28 aprile 2024): Italia Ospite d’Onore; ● Warsaw International Book Fair, Polonia (23-26 maggio 2024): Italia Ospite d’Onore; ● Beijing International Book Fair, Cina (19-23 giugno 2024); ● Frankfurter Buchmesse, Germania (16-20 ottobre 2024): Italia Ospite d’Onore; ● ACTFL, USA (22-24 novembre 2024).
Nei nostri articoli, abbiamo parlato dei temi che durante la Fiera sono stati più volte trattati con gli interventi di una platea esperta presente ai tanti convegni. Noi della Redazione abbiamo voluto anche approfondire alcuni punti attraverso l’intervista ad Andrea Iacometti, Direttore Generale della Casa Editrice Italiana, Armando Editore, che ringraziamo per la disponibilità e il prezioso contributo.
Editoria: più libri più liberi, Armando Editore 2023, foto dell’autrice, stand Armando Editore
2023: mercato trade stabile per la piccola e media editoria rispetto all’anno precedente, qual’è lo scenario della Casa Editrice Armando?
Malgrado la crisi generale che attanaglia il nostro settore, acuita al periodo pandemico che ha portato alla chiusura di molte librerie, per quanto ci riguarda il nostro fatturato è cresciuto del 15%.
Quali sono i vostri canali di vendita e i generi più letti?
L’Armando nasce settacinque anni fa ed il primo volume pubblicato è stato di pedagogia. Da sempre siamo conosciuti per la saggistica, in particolare per le scienze umane, quindi pedagogia, sociologia, psicologia e filosofia che sono tuttora il nostro settore principale unitamente ai libri per e sui bambini. Da una quindicina di anni abbiamo inaugurato una collana di Crime, casi di cronaca, che ci sta dando moltissime soddisfazioni in termini di vendite e di interesse generale. Tutti i nostri volumi sono distribuiti al livello nazionale dal più grande distributore di libri italiano che è Messaggerie Libri.
Editoria: più libri più liberi, Armando Editore 2023, foto dell’autrice, stand Armando Editore
Dalle indagini sembra che il trade tenga ma va di pari passo con la veloce trasformazione del business: intelligenza artificiale, impatto nuove tecnologie, problematiche di distribuzione?
Come dicevo prima, il nostro fatturato è in crescita, grazie alla promozione, alla distribuzione e anche grazie a due uffici stampa che abbiamo, uno a Roma e uno a Milano che divulgano i nostri titoli ed i nostri autori. Un’importante via sono i nuovi metodi di comunicazione: oltre ai Social che da anni utilizziamo come Facebook, Instagram, Linkedin e due canali Tik Tok, abbiamo aperto da un paio di anni un nostro canale Youtube dove vengono presentati i video dei libri.
Attraverso un QR Code posto nella parte posteriore di ogni volume è possibile seguirne i contenuti; i filmati durano poco più di un minuto e spiegano all’utente finale perché acquistare questo tipo di pubblicazione. Oggi purtroppo molte librerie stanno sempre più chiudendo ma anche quelle che sono rimaste aperte sono diventate più che altro dei supermercati dove non c’è più la figura del commesso che indica o spiega il libro. Per cui con questo nuovo metodo di comunicazione offriamo l’opportunità di spiegare, a chi vuole acquistare, il contenuto dell’edizione.
Tutti questi contenuti, oltre ai convegni e alle presentazioni degli autori che organizziamo, sono direttamente inseriti nel nostro canale Youtube.
Invece è di recentissima apertura il nostro canale di Podcast dove inseriamo tutti i nostri volumi, le nuove uscite e dove l’autore del libro attraverso il suo racconto viene intervistato da un giornalista professionista. Sta andando molto bene, tutti gli utenti potranno trovarlo sulla piattaforma Spotify, la più importante al mondo per la diffusione di musica e di podcast.
Come dicevo prima, abbiamo anche due canali Tik Tok, uno dedicato all’Armando generalista e uno dedicato solo ai Podcast. Questo perché contiamo molto su questo tipo di comunicazione, ci avviciniamo sempre di più alle nuove tecnologie.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, abbiamo pubblicato un nuovo volume su questo contesto che ci aiuterà sempre di più nel fare le copertine dei libri, dove impostiamo un concetto e l’IA ci propone differenti soluzioni.
Abbiamo intenzione anche di pubblicare una collana dedicata all’Intelligenza Artificiale quindi siamo attenti alle nuove tecnologie anche perché purtroppo chiudendo sempre più librerie la sfida che l’Editore dovrà affrontare nei prossimi anni è quella appunto della comunicazione. Discorso confermato da un dato importante: il 60% degli acquisti viene fatto online.
Giustamente le persone acquistano libri solo ed esclusivamente se il prodotto lo conoscono, quindi la cosa più importante che l’Editore può fare è far conoscere il proprio prodotto attraverso i mezzi più comodi come Social, Youtube, Podcast.
Editoria: più libri più liberi, Armando Editore 2023, foto dell’autrice
Quando si parla di sostegno alla piccola e media editoria, qual’è la manovra più efficace secondo voi per aiutare il comparto?
Al momento i piccoli e medi imprenditori hanno difficoltà ad accedere al credito delle Banche, quindi serve qualcosa che possa aiutare in tal senso l’imprenditore. Le sovvenzioni sarebbero un primo passo importante per dare la possibilità di accedere al credito bancario. Altra azione importante è continuare, come stanno facendo, a istituire bandi dedicati all’Editoria (libri no giornali) che possano essere utilizzati da tutti.
In ultimo, quello che hanno già fatto i governi precedenti, l’istituzione della carta del Docente o i buoni per i ragazzi fino ad una certa età che possono utilizzare per l’acquisto di libri, tablet per la scuola e cose di questo genere. Queste sono le operazioni che secondo noi possono aiutare o comunque in generale emanare delle leggi che supportino per lo più l’Editoria.
Com’è andata questa edizione 2023, dal punto di vista delle vendite e degli incontri con gli autori?
Questa Edizione, dati alla mano, ha avuto la presenza di 150 mila persone, è stato il record di tutte le edizioni e quindi siamo molto contenti. Per quanto ci riguarda, il buon fine si è espresso anche sul fatturato, infatti è stata anche per noi l’Edizione dei record in quanto abbiamo fatto più vendite (+23%) di tutti gli anni precedenti.
Gli incontri con gli autori sono andati bene, sono stati divisi in due tipologie differenti: o presentazioni di volumi all’interno di sale che hanno ospitato un gran numero di partecipanti oppure incontri con gli Autori (circa 30) all’interno del nostro stand che hanno organizzato dei firmacopie del loro libro appena editato.
Dalle indagini cresce la percentuale degli italiani che leggono ma cala il tempo dedicato alla lettura. Che ne pensi?
Indubbiamente sì, questa situazione si è riscontrata anche sui nostri dati, sui nostri fatturati rispetto al 2022. E’ vero cala il tempo di lettura perché è cambiato il modo in cui la gente affronta la vita, ha sempre meno tempo, e quindi anche lo zoccolo duro dei lettori che rimanere sempre il pezzo più importante per quanto riguarda il nostro fatturato, anche lì ha calato il tempo di lettura per quanto invece gli acquisti registrano una piccola percentuale di aumento.
Editoria: più libri più liberi, Armando Editore 2023, foto dell’autriceCristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
S’Osteria38 Acquapendente: Dalla terra alla tavola, un viaggio nell’enogastronomia della Tuscia
Di Cristina Santini
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Mangiare e bere in compagnia è sempre un’esperienza piacevole, se poi si aggiungono storie alla miscela il momento diventa ancora più memorabile. Come diceva Marco Tullio Cicerone, “Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate (anche se qui ce ne sono state tante) ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi.”
A convincere sempre di più è la Tuscia, una zona del viterbese ricca di arte, storia e natura circondata da borghi veramente affascinanti, tra castagneti, noccioleti e boschi secolari, di tufo rosso nella terra degli Etruschi, nella valle del Fiume Tevere, intorno al suggestivo Lago di Bolsena o vicino la costa tirrenica.
Questo invito è stata l’occasione per partecipare a una cena racconto “dalla terra alla tavola” inclusa in un più ampio progetto finanziato dall’ARSIAL per la promozione di prodotti enogastronomici locali attraverso un Educational tour rivolto alla stampa, con assaggi e incontri con i produttori, organizzata da Carlo Zucchetti, giornalista enogastronomico e appassionato ambasciatore della Tuscia e da Elisa Calanca, Coordinatore Alicenova, Cooperativa Sociale Onlus e Direttore di S’Osteria 38.
Carlo Zucchetti e Elisa Calanca, articolo: S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Siamo la Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali – interviene Elisa Calanca – che da sempre si è occupata di tutt’altro, rispetto all’enogastronomia, soprattutto di servizi riabilitativi e servizi alla persona. Andando avanti ci siamo imbattuti in questa esperienza, dapprima con un’azienda agricola dove abbiamo iniziato a fare agricoltura sociale in biologico per poi piano piano avventurarci nell’attuale ristorante-albergo. Utilizziamo in parte i nostri prodotti e in parte quelli della rete territoriale.
Per noi la rete territoriale è fondamentale perché non solo garantisce la nostra identità quindi un legame stretto con il territorio, le persone, le storie ma ci permette attraverso questo progetto del ristorante di fare formazione, inclusione lavorativa e seguire tutti coloro che vengono da noi per i corsi, gettando un piccolo seme di differente cultura rispetto a quelli sono i contesti lavorativi.
Per me quindi è di vitale importanza avere la conoscenza diretta con le aziende, con i produttori, confrontarci e forse anche co-progettare per una diversa organizzazione sul territorio. Attraverso percorsi di formazione e orientamento al lavoro, creiamo le condizioni perché giovani in condizione di disabilità fisica o psichica, possano partecipare attivamente alla gestione del ristorante – pizzeria, del negozio di prodotti gastronomici e artigianali e dell’albergo.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
S’Osteria 38, gestita dalla Cooperativa Sociale, si trova ad Acquapendente, cittadina dell’Alta Tuscia, sulla Via Francigena, il cui nome evoca un luogo di Sosta per i pellegrini che vi soggiornavano durante il Medioevo. Il numero 38 fa riferimento alla 38ª tappa dello storico itinerario di pellegrinaggio, dove un tempo c’era la Dogana che divideva lo Stato Pontificio dal Granducato di Toscana. La via Francigena è sicuramente un’opportunità da sfruttare per lo sviluppo territoriale soprattutto per chi trova interesse per un turismo che permette di vivere e immergersi completamente nell’ecosistema di un luogo sia dal punto di vista artistico che naturalistico e, perché no, anche enogastronomico.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Il progetto S’Osteria 38,è nato nel 2018 con il fine di promuovere l’inclusione sociale e lavorativa attraverso percorsi formativi in ambito enogastronomico e diffondere una cultura lavorativa sostenibile che sappia accogliere le differenze individuali anche di persone fragili, con diversi livelli di disabilità e vittime di varie dipendenze che incontrano una bassa contrattualità sul mercato del lavoro.
La struttura, accogliente e dai colori così caldi, ospita un ristorante, una pizzeria, sei camere semplici dotate di ogni comfort poste al piano superiore dove abbiamo alloggiato per una notte, un punto vendita con prodotti bio delle Fattorie Solidali e un’enoteca ben fornita con vini di diversi produttori della Tuscia, uno spazio Co-Working per gruppi di studio e lavoro e altri spazi dedicati alla lettura, al disegno e alle opere d’arte di alcuni artisti.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Da questo progetto è nata una bella sinergia tra i produttori che, a vario titolo, contribuiscono a sostenere ed arricchire gli intenti di S’Osteria che sono anche quelli di promuovere il turismo ecosostenibile e lo sviluppo culturale ed economico del territorio.
La rete territoriale rappresenta un nodo importante del progetto, infatti i prodotti usati provengono in parte dalle produzioni a marchio Sémina della Fattorie di Alice, parte della Cooperativa Alicenova, che fornisce soprattutto ortaggi, olio e confetture. Tutto il resto è frutto di un lavoro di scoperta e di studio che ha portato ad un incontro con i produttori e a conoscere le eccellenze provenienti da allevamenti e agricoltura biologici e sostenibili per poter dare vita a menù che cambiano con il cambiare delle stagioni.
La scelta dei vini è frutto di una ricerca capillare e della conoscenza diretta delle cantine, coerente con l’idea di offrire un’ampia panoramica degustativa dei prodotti della Tuscia viterbese. A tavola un percorso di assaggi ci porta alla scoperta di materie prime locali attraverso il racconto delle tradizioni enogastronomiche e una cucina di territorio con richiami famigliari che parlano di una terra autentica.
Menù e degustazione durante la giornata
La prima portata ad aprire le danze è la pizza gustosa, ricca e croccante al palato nelle due versioni:
Pizza Margherita
Fatta con un impasto indiretto 48-72 ore di lievitazione con farina Petra Unica Molino Quaglia da farine italiane, Pomodoro Azienda Agricola Valentini di Tuscania, Fiordilatte Piccola Formaggeria Artigiana di Viterbo, Olio e basilico Fattorie Solidali – Fattoria di Alice, Viterbo.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Pizza Gricia
Padellino: impasto diretto 24-48 ore di lievitazione con farina Petra Unica Molino Quaglia da farine italiane 80% e farina di Farro macinata a pietra Azienda Villa Sant’Ermanno 20%, Fonduta Pecorino Romano DOP Sini, Guanciale croccante Stefanoni f.lli Viterbo.
In abbinamento all’antipasto: 507 Metodo Ancestrale “Poggio Bbaranello” dell’Azienda Vignaioli Controvento di Montefiascone vendemmia 2021 da uve Procanico; “Matèe” Igt Lazio Bianco 2019 dell’Azienda Agricola Antonella Pacchiarotti da uve Aleatico vinificate in bianco.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Primo piatto:Gnocchi di patate I.G.P. Alto Viterbese Ambra C.C.OR.A.V. conditi con ragù di carni di Bovino maremmano dell’Azienda Agricola Mariotti, Maiale Rosa Valle Perlata, Pomodoro Azienda Agricola Valentini.
In abbinamento: Bianco I.G.P. ‘21 Podere Orto “Trivium” (Procanico ed altre varietà della zona a bacca bianca).
Secondo piatto: Pollo arrosto dell’Azienda Il Pulicaro, con Patate I.G.P. Alto Viterbese Ambra C.C.OR.A.V. di Grotte di Castro.
In abbinamento: Est! Est!! Est!!! Di Montefiascone DOC “Viti Vecchie” 2022 Famiglie S&T (Procanico, Roscetto, Malvasia); “Rosso Sentinella” I.G.T. Lazio S.A. Valle Perlata (sangiovese).
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
A chiudere questo gustoso menù, una deliziosa Mousse di Ricotta di Piccola Formaggeria Artigiana, farcita con Miele dell’Azienda Agricola Rapaccini e Farro soffiato di Villa Sant’Ermanno, accompagnata da “Passirò” I.G.T. Lazio Passito 2020 della Famiglia Cotarella da uve Roscetto.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Sono intervenuti alla serata:
Marco Borgononi, Piccola Formaggeria Artigiana
Mirko Giuliani, C.C.OR.A.V.
Simona De Vecchis, Podere Orto Trivium
Paolo Porroni, Valle Perlata
Patrizia Sensi, Famiglie S&T
Edoardo Rapaccini, Azienda Agricola Rapaccini.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
In conclusione,
passando del tempo in questa meravigliosa terra ricca di tradizioni, abbiamo la possibilità ogni volta di scoprire un angolo della Tuscia così pittoresca e suggestiva, apprezzando sempre di più i prodotti tipici locali, la cucina tradizionale, una vera combinazione di sapori autentici e genuini, vini che rispecchiano l’identità territoriale e una crescita qualitativa non indifferente e strutture come S’Osteria 38 che sorprendono per la passione e la professionalità verso un mondo, quello dell’associazionismo sociale, oggigiorno tutt’altro che trasparente.
Un fine comune, in questo progetto, vero e concreto che diventa un modo per dare una risposta etica alle “cose che non vanno bene”, una sorta di politica minore ma sostanziale, concreta, operativa, immediata, aperta a tutti, senza conflitti ideologici o umani.
S’Osteria38 Acquapendente: viaggio di sensi di Cristina, foto dell’autrice
Informazioni generiche:
S’Osteria38 Via Cesare Battisti, 61c Acquapendente (VT) www.sosteria38.it
RISERVA GRANDE PRESENTA: NEBBIOLO NEL CUORE X EDIZIONE, il 13 e 14 gennaio 2024 presso il GRAND HOTEL PALATINO, in via Cavour 213/M, Roma
Redazione – Cristina Santini e Carol Agostini
Torna a gennaio 2024 l’evento di valorizzazione del regale vitigno Nebbiolo più importante della Capitale: NEBBIOLO NEL CUORE.
La manifestazione quest’anno raggiungerà un traguardo ambito, costruito dall’agenzia RISERVA GRANDE con determinazione e tanto impegno, anno dopo anno: la sua DECIMA EDIZIONE.
Tutti gli appassionati, wine-lovers, eno-addicted ed operatori del settore dell’amato vitigno Nebbiolo saranno accolti il 13 e 14 gennaio 2024 presso il Grand Hotel Palatino di Roma, sito in via Cavour 213/M.
Nebbiolo nel cuore X edizione 2024, Roma Riserva Grande, logo da comunicato stampa
LA MISSION DI NEBBIOLO NEL CUORE
Nebbiolo nel Cuore è un’iniziativa che consente al visitatore non solo di degustare il Nebbiolo espresso nelle sue molteplici e affascinanti tipologie, ma rappresenta anche un impegno culturale nella promozione di questo straordinario vitigno e delle sue terre di elezione.
“Nebbiolo Nel Cuore ritorna a Roma per l’edizione del decennale. Dieci anni di valorizzazione del Nebbiolo attraverso i suoi prestigiosi territori di elezione. Attraverso banchi di assaggio e masterclass dedicate, ancora una volta potremo scoprire il potenziale delle nuove annate che verranno presentate e nuove cantine che parteciperanno all’evento per la prima volta.” – dichiara Marco Cum, titolare di RISERVA GRANDE, ideatore e patron di Nebbiolo nel Cuore, – “Come sempre la didattica sarà prevalente, con masterclass straordinarie volte a raccontare la ricchezza assoluta di queste terre. Cultura, volti, sorrisi, tradizioni, esperienze di vita, racconti, emozioni… questo è Nebbiolo Nel Cuore.
Nebbiolo nel cuore X edizione 2024, Roma Riserva Grande, foto da comunicato stampa edizione passata
PER CONSULTARE LA LISTA AGGIORNATA DELLE AZIENDE ADERENTI DIGITARE:
ESPOSITORI NEBBIOLO NEL CUORE X
LA GUIDA APP “IL NEBBIOLO”
Riserva Grande nel corso di questa decima edizione presenterà la nuova ed innovativa GUIDA SUL NEBBIOLO e sui suoi territori d’eccellenza. Un vero e proprio VADEMECUMper i suoi utenti, realizzato per mezzo di un’APP: “IL NEBBIOLO”.
La guida, il cui progetto è stato presentato nel corso della nona edizione di Nebbiolo nel Cuore, ha richiesto il lavoro di una redazione qualificata e del contributo prezioso di commissari esterni esperti e competenti, che è durato un anno intero.
“La guida rappresenta uno strumento pratico, facilmente consultabile, che ha il fine prioritario e culturale di trasmettere la conoscenza più approfondita delle terre, della produzione e dei produttori di Nebbiolo.” – dichiara Marco Cum riguardo a questo progetto – “Ma sarà anche un’app utile per i viaggiatori appassionati di Nebbiolo, che vogliano visitare i luoghi in cui il grande vitigno viene prodotto”.
Nebbiolo nel cuore X edizione 2024, Roma Riserva Grande, foto da comunicato stampa edizione passata
LA PRESENTAZIONE
La GUIDA VADEMECUM NEBBIOLO NEL CUORE verrà presentata ufficialmente domenica 14.01.23 alle ore 11.30, alla presenza anche della STAMPA ACCREDITATA.
Nel corso della presentazione, verranno consegnati i diplomi ai produttori delle etichette che hanno ottenuto i più importanti riconoscimenti d’eccellenza: IL GRAPPOLO ORO – vini che hanno ottenuto il massimo punteggio (i grappoli assegnati sono stati bronzo, argento o oro); Il COUP DE COEUR – vini che hanno ottenuto il grappolo oro, dotati di qualità uniche ed esclusive, tanto da suscitare un forte impatto emotivo.
Oltre a questi vini d’eccellenza, verranno premiati i vini che rappresentano, al meglio, alcune categorie di valutazione adottate in guida (rappresentate da relative icone), TRE per ogni seguente categoria:
TERRITORIALITA’ – vini che si distinguono per la capacità di esprimere al meglio il loro territorio d’origine, caratteristica che li rende riconoscibili e unici; EVOLUZIONE – vini dalle caratteristiche sensoriali che necessitano di ulteriore affinamento, per esprimere compiutamente tutto il potenziale espressivo, comunque già presente al momento della degustazione; EQUILIBRIO – vini dalla eccellente complessiva piacevolezza di beva, grazie al perfetto bilanciamento tra le sensazioni gustative di durezza e morbidezza; VERSATILITA’ – vini dotati di ottima capacità di essere abbinati ad un’ampia varietà di piatti diversi; RAPPORTO QUALITA’ PREZZO – vini che offrono un eccellente equilibrio tra le loro caratteristiche sensoriali, la loro complessità e il loro prezzo di acquisto.
Per partecipare alla presentazione, è necessario richiedere accredito all’indirizzo mail: accrediti@riservagrande.com ed attendere relativa conferma (con tale accredito sarà possibile anche partecipare al resto della manifestazione, all’apertura dei banchi d’assaggio). È previsto il rilascio di UN SOLO ACCREDITO PER TESTATA/BLOG/PROFILO.
Nebbiolo nel cuore X edizione 2024, Roma Riserva Grande, foto da comunicato stampa edizione passata
A CHI È RIVOLTO NEBBIOLO NEL CUORE?
Lo scopo della manifestazione è quello primario di coinvolgere gli operatori del settore, quali:
1. Stampa specializzata e non (per una massiccia diffusione mediatica dell’evento)
il 13 e 14 Gennaio 2023 presso il Gran Hotel Palatino (Rione Monti) – via Cavour 213/M – Roma
PROGRAMMA
Attenzione: le masterclass sono a posti limitati, si consiglia la prenotazione online
SABATO 13 GENNAIO 2024
– ore 14:00 Apertura Banchi di Assaggio
– ore 15:00 Masterclass. “L’insostenibile leggerezza dell’essere. Il riflesso del Terroir nei vini di Mascarello Mauro”. Info e prenotazioni: QUI
– ore 17:30 Masterclass. “Da un’antica leggenda un vino prodigioso: L’erbaluce”. Info e prenotazioni: QUI
– ore 20:00. Masterclass. “Le zone e i terroirs del Nebbiolo. Ricognizione storica dei grandi territori del Nebbiolo attraverso i suoi protagonisti”. Grandi vini nebbiolo in abbinamento a piatti del territorio. Info e prenotazioni: QUI
– ore 20:00 Chiusura Banchi Di Assaggio
DOMENICA 14 GENNAIO 2024
– ore 11:00 Apertura Banchi di Assaggio
– ore 12:00 Presentazione della guida IL NEBBIOLO e premiazione dei vini.
ore 14:00 Masterclass. ” La viticoltura eroica tra Carema e Donnas e la rinascita di un territorio unico”. Info e prenotazioni: QUI
– ore 17:00 Masterclass. “Il Nebbione. Bollicine VS Nebbiolo. Dallo stesso grappolo grandi vini rossi e spumanti di qualità”. Info e prenotazioni: QUI
– ore 19:00 Chiusura Banchi di Assaggio
Nebbiolo nel cuore X edizione 2024, Roma Riserva Grande, locandina da comunicato stampa
MODALITA’ DI INGRESSO ALLA MANIFESTAZIONE
– Ingresso giornaliero 27€
– Ingresso 2 giorni 40€
– Sconto Sommelier 22€ (Previa dimostrazione tesserino con validità anno in corso)
– Prevendita con sconto on-line QUI
ACCREDITI STAMPA
La richiesta di accredito ONLINE potrà essere effettuata ENTRO MERCOLEDI’ 10 GENNAIO compilando il form QUI
OPERATORI HORECA
La richiesta di accredito ONLINE potrà essere effettuata ENTRO MERCOLEDI’ 10 GENNAIO compilando il form QUI.
La conferma per l’accredito operatoti sarà inviata per mail. È previsto il rilascio di UN ACCREDITO OPERATORI PER TESTATA/BLOG/ATTIVITA’ e per ciascun operatore UN SOLO ACCOMPAGNATORE a prezzo ridotto (20€ invece di 25€). L’ACCREDITO sul posto sarà possibile presentando TESSERINO o BIGLIETTO DA VISITA all’entrata.
INFO
Saula Giusto
Ufficio Stampa, Comunicazioni e Relazioni Pubbliche di Nebbiolo nel Cuore
Telefono di riferimento:393 2854426
Marco Cum
Organizzatore di Nebbiolo Nel Cuore
eventi@riservagrande.com
info@nebbiolonelcuore.com www.nebbiolonelcuore.it
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/3189380371361166
infoline: 3396231232
PROGETTO ROMA DOCet 2023, Secondo Tour sul bordo del Vulcano
Di Cristina Santini
Dopo avervi parlato del primo tour itinerante (da leggere) e della storia di alcune cantine situate all’interno dell’areale dei Castelli Romani, un’area di natura vulcanica, a sud est della Capitale, originata dal crollo del Vulcano Laziale centinaia di migliaia di anni fa, è il momento di raccontarvi di un altro complesso, sempre vulcanico ma differente. Dall’area tuscolana che comprende Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora che guarda verso Roma, ci spostiamo nella parte opposta verso la costa ovvero nell’area lanuvina e parte dell’area artemisia.
Cantina sociale GOTTO D’ORO, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
A parlare sono state le aziende del Consorzio di Tutela Vini Roma Doc, promotrici della Denominazione e del patrimonio naturale e vitivinicolo, che ci hanno ospitato e raccontato la storia aziendale e il territorio sul quale abbiamo camminato.
La prima tappa ci porta al GOTTO D’ORO, la Cantina Sociale che da quasi otto decenni, ormai, per il territorio dei Castelli Romani, è stata molto più di una semplice cantina. E ce la racconta Marco Zanibellato.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, questa realtà produttiva ha rappresentato un’autentica scintilla di speranza, un messaggio deciso, nell’unica direzione allora possibile: la rinascita attraverso la resilienza. Una capacità che ha portato in questi anni ad una nuova identità per i vini dei Castelli che da tempo sembrava essersi appannata.
Lo stabilimento di Marino del Gotto d’Oro, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La cooperativa, nata nel 1945 nello stabilimento di Ciampino andato poi distrutto, arrivata a Marino nei primi anni ‘70, si occupa della lavorazione delle uve raccolte dai 200 soci conferitori, situati nelle zone di Roma Sud fino alla provincia di Latina, al confine con Cisterna e Aprilia per un totale di 1000 ettari. Segue tutte le fasi, dalla vinificazione, all’affinamento, all’imbottigliamento, allo stoccaggio di magazzino fino alla distribuzione dei prodotti in tutta Italia e in buona parte del mondo per un totale di sette milioni di bottiglie vendute all’anno.
Le uve, conferite il giorno stesso della raccolta (40 giorni di vendemmia, da fine agosto con le precoci fino al 10/15 di ottobre con le più tardive), giunte in cantina, vengono pesate sulle grandi bilance, nelle postazioni di ricezione, ed eseguite le prime analisi sullo stato di salute, vengono destinate alle differenti Doc.
In questo stabilimento si producono 3 Doc: Marino, Castelli Romani e Roma Doc nella doppia linea, Vinea Domini per la ristorazione e la linea Settantacinque75 per la grande distribuzione. Paolo Peira è il consulente enologo che ha intrapreso il percorso di Vinea Domini.
Cantina di vinificazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
All’interno, osserviamo l’immenso panorama delle 10 presse pneumatiche chiuse, utilizzate per la pressatura soffice, e le grandi vasche di cemento risalenti al 1971, non tutte in uso, che grazie ai finanziamenti europei sono state rinnovate e riutilizzate. Tre livelli di cantina composti, come la vecchia tecnologia enologica prevedeva, da Silos in cemento armato autoportante, utili per una decantazione agevole e uno stoccaggio più lungo del vino poiché neutri e inerti rispetto all’acciaio. Ovviamente ci sono anche le vasche in acciaio e sono adottati entrambi i sistemi.
Il video di Luigi Caporicci, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Riportiamo una breve citazione tratta dalle parole del Presidente Luigi Caporicci, purtroppo scomparso prematuramente quest’anno, mandata in onda nella sala prima della degustazione: “In questi anni abbiamo fatto lavori per migliorare tutta la produzione del calore, caldo-freddo, la produzione di energia elettrica con l’impianto fotovoltaico, la depurazione delle acque anche per l’utilizzo quotidiano con un impianto di osmosi che è all’avanguardia. La Regione Lazio e i fondi europei sono stati un grosso incentivo per gli operatori laziali. Attingere ai fondi del programma di sviluppo rurale della Regione Lazio è una buona opportunità. Nei prossimi 10 anni il nostro obiettivo è quello di valorizzare il prodotto per far si che il Lazio sia una regione apprezzata per quello che è”.
Ma veniamo alla degustazione dei sei vini raccontata da Paolo Peira e Marco Zanibellato.
Il primo calice è un DOC Roma Bianco 2021, Malvasia Puntinata in purezza, della Linea Settantacinque75, un entry level che ricorda i 75 anni di vita della Cantina. Le uve vengono raccolte volutamente più tardi per raggiungere una certa struttura, per arrivare ad un vino che all’olfatto è nel pieno della sua maturità, quindi da una parte ha perso quella freschezza che inizialmente aveva nei primi mesi, per lasciare il posto ad una aromaticità più decisa e più sostenuta che va verso frutti e fiori un po’ più maturi. E’ un vino di facile beva che dopo un anno di bottiglia ha una certa morbidezza e un’acidità che ha ceduto il passo a dei composti più morbidi.
In alcuni casi, alcune partite vengono raccolte prima della perfetta maturazione per avere un serbatoio di acidità naturale, per una certa freschezza atta a garantire il potenziale evolutivo, da poter poi assemblare con il resto della Malvasia.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La Vinea Domini è la nuova linea della Gotto d’Oro, un prodotto non di qualità superiore, ma di qualità diversa, fatto con intenzioni diverse. Il secondo calice è un DOC Roma Bianco Malvasia Puntinata 2022, la varietà autoctona della zona, una malvasia che non è aromatica come quella delle Lipari, non è così neutra come a volte è la Malvasia Istriana, ma è un’uva intermedia che a seconda del momento della raccolta, concede una risposta sensoriale distinta e netta. Raccolta anticipatamente regala un vino molto semplice, beverino, dotato di una pericolosa bevibilità; lasciata maturare come accade per la Doc Roma, raggiunge un carattere più importante e strutturato.
Questi primi due vini sono estremamente didattici: nel primo si ha l’idea della Malvasia raccolta in anticipo, agrumata, dalla spiccata acidità e mineralità; nel secondo quella della frutta più matura, con canditi, ricche note balsamiche e caratteristici accenni mentolati.
In quest’area dei Castelli Romani dove la Denominazione del Frascati rappresenta quasi la metà dei vini “castellani”, non poteva mancare nel nostro panel di degustazione il Frascati Superiore Docg 2022, composto da Malvasia di Candia e Trebbiano Toscano, imbottigliato da poche settimane, ancora molto fresco e delicato. Il disciplinare prevede l’obbligo di produrre, vinificare e affinare i vini di questa Denominazione nel proprio areale di produzione con, come in questo caso, la deroga dell’imbottigliamento nello stabilimento di Marino.
A differenza dei vini di Marino prodotti in un’area esposta all’influenza del mare, Frascati è tutt’altra zona con vigneti coltivati sulle colline di media altitudine, rivolte verso l’Appennino, dove l’influsso marino vien meno e regala vini un po’ più austeri, più verticali, più acidi, vini che sopportano meglio anche l’invecchiamento con una freschezza e una spinta aromatica distinta.
I vigneti, coltivati a filare, hanno superfici molto ridotte, si parla di singole proprietà e non aziende estensive, con un’età media di 30 anni, caratteristica peculiare della zona del Frascati.
La Malvasia di Candia è una varietà che ha pochi sentori e il Trebbiano Toscano o Procanico anch’esso abbastanza neutro. I profumi che avvertiamo al naso di rosa e banana sono i classici profumi di fermentazione liberati dai lieviti, attraverso lo shock termico grazie al quale vengono esaltate tutte le componenti aromatiche.
I vini di questa zona, siano essi Frascati, Marino o DOC Roma, hanno un carattere in comune che è dato dall’areale di provenienza, ovvero quella mineralità olfattiva che talvolta si traduce anche in una sapidità gustativa.
Oggi se ne parla molto rispetto al passato, si mette l’accento su questa mineralità, su questa sapidità, talvolta sbagliando facendo riferimento ai sali minerali del terreno. Sarebbe molto più facile dire che il vino è salato perchè c’è il sale, in realtà c’è il sale ma non è quello che determina questi caratteri, sono altri composti che derivano comunque da questi suoli vulcanici.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Passando ai rossi delle due linee, abbiamo assaggiato il DOC Roma Rosso 2020 della linea Settantacinque75 (60% Montepulciano e 40% Sangiovese) e il DOC Roma Rosso 2020 della linea Vinea Domini (60% Montepulciano e 40% Cesanese) dove la percentuale del Montepulciano, principale vitigno a bacca rossa, è prevista non meno del 50% come da disciplinare.
Il quarto calice rosso, nonostante sia una 2020, è ancora di un bel rosso rubino, porpora ai bordi, dove prevale il Montepulciano e vengono meno le note di violetta e di speziatura del Sangiovese. Si avverte più la frutta rossa, la marmellata di prugne, di amarene, anche un po’ mature. L’annata è stata splendida, l’escursione termica ha garantito il mantenimento dell’acidità nelle uve e la struttura polifenolica nei rossi. L’uso del legno è presente ma in maniera delicata partecipando alla complessità aromatica con una leggera speziatura sul finale, pur mantenendo le proprietà sensoriali dell’uva. E’ un vino che può stare ancora a lungo in bottiglia senza mostrare segnali di involuzione, con un tannino di grande morbidezza.
Il Montepulciano ha trovato la giusta connotazione sulle pendici dei Castelli Romani, matura tardi e quindi a volte si è costretti a raccoglierlo in anticipo più per ragioni di sanità che per ragioni di maturazione, specie nelle annate in cui l’autunno arriva molto presto. Raccolto troppo presto mostra un tannino un po’ rugoso, astringente.
Nel quinto calice, il Roma Doc Rosso Vinea Domini 2020, che affina sei mesi in barrique non di primo passaggio, ritroviamo la frutta rossa che ancora è percettibile, un ricco mix di note terziarie come la vaniglia, la noce di cocco, le spezie, la nota affumicata di salsa barbecue e descrittori che richiamano la cioccolata, il cacao e il tabacco da sigaro. Con un anno di ritardo sul mercato è un altro vino. Bisogna attenderlo.
Barricaia, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Ultimo ma non per importanza, il Cesanese del Piglio Docg 2021, da 100% Cesanese di Affile, altra DOCG Rossa del Lazio, prodotta veramente in numeri molto limitati. Siamo al Piglio, una zona con un’altitudine più elevata che garantisce la giusta maturazione e una varietà nuovamente tardiva, dalle rese minime, l’alter ego della Malvasia Puntinata.
E’ un vino che ha un impatto cromatico molto denso, profondo e sostenuto, segue un affinamento molto lungo in legno grazie al quale il Cesanese, oltre a mostrare intense note di more selvatiche, fragoline, regala sensazioni di fiori appassiti come la rosa. Etereo, balsamico, con un’impronta decisa di tostatura e una fusione particolare tra il caffè e la cioccolata bianca. Potenza di beva, freschezza acida pungente, ha comunque bisogno di riposare ancora in bottiglia per qualche mese, anche qualche anno. Insomma dà degli ottimi risultati a condizione che lo si lasci maturare.
Line up Gotto d’Oro, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Il nostro tour prosegue nelle Cantine SAN MARCO, una delle più importanti aziende vinicole della provincia di Roma. Un cammino iniziato tanto tempo fa grazie a due uomini, il pugliese Umberto Notarnicola e il piemontese Bruno Violo, originari quindi di Regioni famose per l’ottimo vino rosso che nel territorio dei Castelli Romani hanno dato vita nel 1972 alla Cantina situata sul Colle di San Marco, dal quale prende il nome. Il progetto è portato avanti oggi dai loro figli, Danilo Notarnicola e Pietro Violo che negli anni hanno introdotto nuovi vitigni e, allo stesso tempo, valorizzato le principali varietà autoctone del Lazio.
“Siamo più o meno nel centro della zona di produzione del Frascati – racconta Pietro Violo, Enologo e Responsabile del controllo qualità – come tipologia maggiormente importante, poi ovviamente abbiamo tutti i vini che si porta dietro il Lazio Castelli Romani. Ultima nata la DOC Roma, una denominazione giovane con una crescita lenta ma solida. Innanzitutto partiamo dal nome importante recepito forse più all’estero che non in casa nostra, questo però può essere un buon veicolo. Fortunatamente i quantitativi non sono così tanti, crescono ma impiegano il tempo delle produzioni agricole, piuttosto lentamente, ma è una cosa secondo me positiva”.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Tre linee di vinificazione equivalenti, fondamentalmente per dare la possibilità di lavorare più tipologie di prodotto e per riuscire a fare un maggior numero di selezione possibile sui prodotti stessi. Ovviamente il grosso delle vinificazioni riguarda i vini bianchi.
Le uve, provenienti sia dalle proprietà seguite direttamente sia dai circa 120 piccoli conferitori storici situati tra Frascati e Monteporzio Catone, vengono immediatamente pigiate e diraspate soprattutto le bianche per andare poi o direttamente in pressa oppure in vasca per la macerazione a freddo a 6/8°C. Si tratta di macerazioni che variano dalle 6 alle 8, anche 12 ore a seconda della tipologia di uva. Poi seguono le lavorazioni tradizionali.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La produzione, destinata equamente tra 50% all’estero e 50% in Italia e presente in tutti i mercati, si aggira appena al di sotto dei 3 milioni di bottiglie l’anno di cui Doc Roma intorno alle 70000 bottiglie, in crescita. Il Roma Doc si difende bene, inizia ad essere richiesto e questo è molto importante per la nuova denominazione.
La base del Bianco è Malvasia Puntinata, alla quale vengono aggiunti in blend, a seconda dell’andamento dell’annata e delle caratteristiche, Bellone e Bombino. Nel caso del Rosso, Montepulciano insieme al Sangiovese e parte del Syrah.
Il 50% minimo delle varietà maggiori previsto dal disciplinare è stato un buon inserimento, soprattutto per il Montepulciano, scelta ben calata nel territorio dove matura bene, un territorio tardivo per cui sarebbe stato inutile scegliere come base un vitigno precoce. La scelta di dare delle date minime per far uscire i prodotti, il 15 marzo per i bianchi e i 2 anni per i rossi riserva, ha tolto la possibilità di fare vini da consumo eccessivamente veloce che spesso non hanno un riscontro o un’impronta qualitativa adeguata.
Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Gradualmente la Cantina è stata ampliata per cui storicamente sono conservate tutte le tipologie di vasche, dal cemento, alla vetroresina, all’acciaio. Articolata su due livelli con una profondità di 10 metri, nei tre lunghi corridoi si svolgono le fermentazioni, le lavorazioni e la conservazione dei vini. Le vasche hanno delle piastre di controllo temperatura, per cui ognuna può essere gestita singolarmente dando la possibilità di lavorare con temperature differenti ma nei medesimi tempi. Le barrique, di norma, non sono mai solo di primo passaggio, perché il legno deve risultare una sensazione riconoscibile ma leggera. La necessità del numero di botti è sempre più ridotta, la Riserva esce almeno con 24 mesi dopo la vendemmia, per cui si ha tutto il tempo di preparare una base che poi andrà assemblata con la parte in acciaio per ottenere un giusto equilibrio.
Il 90% dei controlli viene eseguito internamente attraverso un laboratorio per cui ogni movimentazione, filtrazione, aggiunta che genera un campione viene controllato, registrato nel software gestionale, in modo da garantire la tracciabilità del prodotto, dalla raccolta dell’uva al giorno dell’uscita della bottiglia.
Oltre la parte analitica, c’è l’assaggio dei vari prodotti e quindi ogni mese si ha già un’idea di ciò che si andrà poi ad utilizzare nel mese successivo, fino al post imbottigliamento. Periodicamente vengono prelevate alcune bottiglie per lotto per verificare da lì ai due anni successivi l’evoluzione del prodotto.
Laboratorio analisi, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Dalla Cantina ci spostiamo a fianco, ospiti della Vinoteca San Marco dove abbiamo degustato i vini aziendali legati ai piatti del territorio.
Line up Cantine San Marco, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
In degustazione: Frascati Doc vino spumante Brut nove mesi a contatto con i lieviti (20/30% Malvasia del Lazio, 40/50% Malvasia di Candia, 5/10% Bombino) abbinato alle gustose bruschette, un tripudio di colori e sapori e al tagliere di porchetta e prosciutto; Roma Doc Bianco 2022 (60% malvasia puntinata, 25% Trebbiano Verde, 15% Greco), macerazione di 12 gg sulle bucce e affinamento in acciaio che ha accompagnato un piatto di rigatoni alla gricia; Roma Doc Rosso 2019 composto dall’80% Montepulciano e 20% Sangiovese vinificati tradizionalmente insieme con ripetuti rimontaggi e affinamento tra il cemento e l’acciaio che è andato ad accostarsi ad un bel piatto di rigatoni all’amatriciana.
A chiudere un Roma Doc rosso riserva 2018 dell’Azienda Villa Cavalletti di Grottaferrata (80% Montepulciano e 20% Cesanese) che affina metà in acciaio e metà in barrique usate rovere di Tronçais.
Piatti della cucina romana, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Il tour prosegue nell’Azienda agricola GABRIELE GAFFINO, un produttore giunto alla terza generazione che nel 2014 ha deciso di lasciare il suo primo lavoro per dedicarsi alla terra acquistata all’inizio degli anni ‘60 dal nonno, nato a Glasgow da una Famiglia di contadini emigrati.
In principio c’era solo il terreno e un casale diroccato che poi è stato completamente ristrutturato e trasformato in un luogo visitabile. Il progetto è ancora in divenire e ospiterà altre sale di vinificazione e il magazzino. Dal vendere inizialmente la sua uva, pian piano Gabriele è giunto a imbottigliare i suoi vini con proprie etichette.
Azienda Agricola Gabriele Gaffino, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
La proprietà di 32 ettari, di cui 28 vitati e 2,5 a oliveto, è disposta in un unico blocco intorno all’Azienda, situata nel comune di Ardea, in Provincia di Roma, a 15 km in linea d’aria dal mare. Si tratta di un territorio a metà strada tra la terra vulcanica e il mare, caratterizzato dal suolo vulcanico misto ad argilla, ricco di microelementi e sostanze minerali.
La vendemmia è manuale, con l’utilizzo di cassette, non tutto il quantitativo viene vinificato, poiché una grande parte delle uve viene ancora venduta ma Gabriele ci confida che vorrebbe arrivare ad imbottigliare il 100%.
I vigneti, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Sono stati mantenuti i vigneti più antichi, di Trebbiano Toscano e Malvasia di Candia, che hanno un’età media di 35/40 anni, reimpiantati nel tempo assieme a Montepulciano, Cesanese, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Sangiovese. Le varietà a bacca bianca in produzione, oltre le già citate, sono la Malvasia Puntinata, il Trebbiano Verde e il Viognier. E’ cosa certa che la posizione dei vigneti, così curati, e il vento costante che spira e asciuga perfettamente le uve aiutano nella gestione del biologico come anche il suolo dovuto alla vicinanza del Vulcano di Albano, il più antico del Lazio, quiescente.
L’azienda, ancora di piccole dimensioni, è cresciuta molto in questi anni, con una produzione di 75.000 bottiglie al momento, con l’intento di arrivare ad un numero maggiore. Per ora viene prodotto solo il Roma Doc rosso anche se nel piano di sviluppo è prevista la realizzazione del Roma Doc Bianco da Malvasia Puntinata in purezza.
Anche in questa realtà vige un rigido controllo in tutte le fasi e, avvalendosi del laboratorio interno, vengono eseguite tutte le analisi con l’enologo di cantina che permettono di avere una sorveglianza costante su quello che è l’andamento del vino e intervenire solamente al bisogno.
La Barricaia, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Piccoli vani nelle tre cantine ospitano i silos, molti dei quali di dimensioni considerevoli all’esterno, e la barricaia che un tempo era una cisterna dell’acqua piovana che veniva incanalata e utilizzata per i servizi del casale. Oggi chiusa, bonificata e resa una barricaia dove affinano i rossi.
Veniamo alla entusiasmante e concludente mini verticale del Roma Doc rosso, nelle annate 2018, 2019 e 2020, composto da uve provenienti dallo stesso appezzamento.
Line up cantina, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
Risultato del blend 60% Montepulciano e 40% Sangiovese è un vino da lungo affinamento, 10/12 mesi in barrique di rovere francese di primo passaggio. Non tutta la massa matura in legno, a seconda delle annate si cerca di capire quanto utilizzarne per trovare il giusto equilibrio. In questo caso, il 40% della massa totale affina in barrique, poi segue il blend con la parte in acciaio. Dopo l’imbottigliamento, riposa quanto il tempo rimasto nella botte.
2020
Questa annata si distingue al naso per la sua intensità di frutta matura, anche sotto spirito e per la parte balsamica. Minerale, sapido e fresco il palato attorniato dalle note speziate decise di chiodi di garofano e meno di pepe nero, dalla viola leggermente appassita a chiudere in un finale pronunciato di liquirizia dopo qualche minuto. Un cavallo rampante giovane dal sorso ricco e copioso.
2019
Olfatto più evoluto per questo calice rispetto al precedente che inizialmente si è mostrato il più chiuso della batteria. Si riscontra al naso una consistenza golosa di marmellata di frutta rossa e tabacco che ritroviamo in bocca con un tannino integrato e una dolcezza invidiabile. Beverino e piacevole, è un vino che richiama alla beva senza annoiare.
2018
Il profumo della frutta nel tempo trascorso si trasforma in una sensazione balsamica vincente, combinata ad una leggera nota di anice. Il sorso ha una similitudine con la 2020, caratterizzato da una spalla acida importante e un velo tannico vivo ma carezzevole accompagnato dal cioccolato nero. Longevità, struttura, grinta, forza sono le peculiarità designate.
La degustazione, articolo: Progetto ROMA DOCet 2023, II° Tour sul bordo del Vulcano, foto di Cristina Santini
A questo punto della giornata, ascoltiamo insieme al gruppo di degustazione i dubbi ancora presenti sulla direzione intrapresa dalla Denominazione Roma. Dopo aver assaggiato tutti vini differenti, viene spontaneo domandare, al Presidente del Consorzio Tullio Galassini e al Produttore Gabriele Gaffino, cosa voglia comunicare o far capire la Doc Roma.
Gabriele risponde: “Come produttore e come parte del Consorzio posso dire che vogliamo sicuramente produrre vini rappresentativi del territorio, da qui il problema principale di avere differenti suoli vulcanici a poca distanza gli uni dagli altri e dover comunicare questa diversità, quasi a parlare di zonazioni. Si stava ragionando giorni fa su questo argomento durante il CdA, sul fare delle zonazioni per avere la zona più vulcanica, la zona più sabbiosa in maniera tale da indirizzare il consumatore o il giornalista ad una migliore interpretazione dello stile di ogni produttore, della bevibilità e della differenza di un vino più semplice nella beva da quello più importante.
Stiamo cercando di capire anche noi in che direzione andare tutti insieme, chiaramente siamo nati nel 2018 come Consorzio, quindi siamo veramente giovani però la volontà c’è ed è quella di trasmettere il senso di innovazione, è quella di fare vini moderni, qualitativi e di essere qualcosa di nuovo rispetto al passato.”
Purtroppo, ci sembra di comprendere che la confusione si abbia sui blend, soprattutto sulla tipologia rosso. Forse utilizzare esclusivamente i vitigni maggiori potrebbe costituire un punto di partenza per avere quella differenziazione, avendo una base riconoscibile a tutti, tra i vari produttori, e rendere più importanti le diverse sfaccettature degli stessi vitigni.
Tullio Galassini interviene: “Se oggi devi creare una DOC nel 2023, il Ministero, la Comunità Europea dicono: devi individuare un gruppo A dal 50/65% e noi abbiamo messo Montepulciano per i rossi e Malvasia del Lazio per i bianchi; un gruppo B da minimo il 35% e massimo il 50%; un gruppo C eventuale che può arrivare fino al 15%. Quindi qualsiasi DOC che nasce dalla legge 238 del 2016 in poi – Testo unico vite e vino – è formata in questo modo. Questo vale per tutte le DOCG di nuova generazione, però tale confusione viene imputata solo a noi. Quello che vogliamo comunicare sono sicuramente tre vitigni, la Malvasia del Lazio, il Bellone e il Montepulciano che è un autoctono anche laziale e su suolo vulcanico esiste solo qui da noi, come la Malvasia del Lazio e il Bellone.”
Concludiamo affermando che grazie al Consorzio che sta puntando tantissimo sul discorso vulcano, c’è più coesione al suo interno, considerando che le aziende fino a un anno fa erano completamente distaccate. Adesso si percepisce un lavoro comune e far parte di un gruppo vuol dire agire insieme per un unico obiettivo. Stiamo assistendo comunque a qualcosa di importante, a prescindere se si tratti di un’azienda piccola o un’azienda più grande come quelle visitate in questo tour.
Entrambe le realtà devono puntare alla qualità e non basta avere solo un brand fortissimo in comune se poi nel calice non hai nulla da mostrare, sarebbe come distruggere il lavoro sapientemente fatto finora da ogni singolo produttore. Bisogna raggiungere quel pensiero, quella comunicazione che non generi più perplessità per poter affermare questo è il blend di Roma come il più famoso taglio bordolese, chiaro a tutti.
I segreti del Lugana: il bianco del Lago di Garda che sfida il tempo LUGANA ON TOUR A ROMA 2023
Di Cristina Santini
Torniamo a parlare delle fondamenta del terroir, rintracciabile e riconoscibile nel vino prodotto in questa area, espressione di un territorio ben distinto caratterizzato da fattori naturali quali chiavi di lettura e connubio perfetto fra clima, posizione, terreno e persone.
Villa Laetitia Fendi Roma, articolo: Lugana On Tour Roma 2023, il Veneto in trasferta nel Lazio, foto di Cristina Santini
Siamo a Roma presso il Giardino d’Inverno di Villa Laetitia Fendi dove il Consorzio continua la sua opera di promozione e lo fa in maniera eccelsa con il suo Presidente, Fabio Zenato che apre l’incontro:
“Oggi per noi è un momento importante perché testimonia un percorso che vuole avvicinare sempre di più il calice del Lugana al mondo della comunicazione, al mondo dei consumatori, dei wine lovers che a me piacciono molto come concetto.
Qualche numero: Il Consorzio è nato nel 1990 ma parliamo di una Doc che è nata nel 1967, una delle prime denominazioni italiane. Una storia molto lunga. In questi ultimi anni ha corso molto, si è portati ad avere quasi 2650 ettari vitati, nel 2022 con 28 milioni di bottiglie prodotte delle quali, e questo è il motivo per cui siamo venuti a Roma con questo percorso che si chiama Lugana on tour nelle principali città italiane, ad avere due terzi delle bottiglie vendute all’estero.
E’ una denominazione che è molto forte all’estero e che in Italia è molto locale, nelle zone di produzione del Veneto e Lombardia. La missione è quella di farla diventare un percorso nazionale e quindi non si poteva non partire dalla Capitale.”
Il Presidente del Consorzio Fabio Zenato, articolo: Lugana On Tour Roma 2023, il Veneto in trasferta nel Lazio, foto di Cristina Santini
“Arrivando qui oggi mi sono chiesto: cos’è che potrei dire per introdurre al meglio una denominazione così particolare – che io amo da tantissimi anni – e la risposta l’avevo davanti agli occhi. La riposta è Roma. Definitiva la città eterna, quindi cos’è che rende eterno un prodotto? Ci sono due elementi fondamentali: il primo è il rispetto della natura, più rispettiamo la natura intesa anche come la storia di una città – quindi riusciamo a preservarla nel tempo, in questo Roma ha fatto un lavoro straordinario – e più gli consegnamo l’eternità.
L’altro aspetto è la bellezza che ci rende immortali. Per un vino è fondamentale provare tutti i modi ad essere eterno e per farlo è importante che rimanga sempre contemporaneo. Se c’è un vino che a mio parere è incredibilmente contemporaneo questo è proprio il Lugana.
Tanto si fa la similitudine tra il vino e la moda, in realtà se questo fosse realmente una moda sarebbe la fine perché non può permettersi di modificare il suo ciclo produttivo per la tendenza di consumo di un certo genere. E’ impossibile, tant’è che tutti quei territori che sono costretti a rincorrere le mode sono quelle denominazioni che sono più in difficoltà”.
Fabio Piccoli di Wine Meridian, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
La contemporaneità deve essere insita nel dna di un territorio e il territorio del Lugana ha tutto il codice genetico che lo rende assolutamente contemporaneo nel tempo. Il luogo di produzione ha un printing molto chiaro che è dettato dal Lago di Garda, il più grande Lago italiano, questo bacino d’acqua straordinario frutto del ritiro di un ghiacciaio di 10000 anni fa che ha portato alla nascita di questo bacino che non solo consente una fortissima mitigazione del clima con i due venti:
Il Peler, il vento freddo notturno del Nord che arriva dal Monte Baldo che domina il lago con oltre 2200 mt di altitudine e l’Ora, il vento caldo diurno del Sud che consente una costante ventilazione che determina una salubrità importante per le uve e consente al vitigno di essere unico ed esprimersi al meglio.
La Turbiana, regina bianca del Garda e protagonista della Doc Lugana, lambisce cinque comuni tra due Regioni, Lombardia e Veneto, che regala vini assolutamente riconoscibili, peculiari, anche rispetto a dei Trebbiani come quello di Soave, grazie all’impatto climatico dei suoli di queste colline moreniche determinate da stratificazioni generate nel tempo di argille e calcare, una presenza di sali minerali che è tra i più elevati a livello internazionale.
Il suolo è il vero custode del profilo organolettico che rende questo vino unico, ad altissima bevibilità, con quella sapidità e mineralità che garantisce freschezza nel tempo e che oggi è uno dei fattori determinanti del successo dei vini bianchi.
Ci siamo accorti come esistano delle diversificazioni estremamente interessanti dovute alla plasticità del suolo che a seconda del terroir di appartenenza anche a pochi chilometri di distanza genera vini profondamente diversi.
Altro valore aggiunto è la scelta della Denominazionedi avere cinque diverse interpretazioni, dallo spumante alla vendemmia tardiva, che testimoniano anche in questo caso che non solo il Lugana è contemporaneo ma riesce anche ad intercettare differenti modelli di consumo.
Il tavolo degli ospiti, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Due gli elementi fondamentali: da un lato la possibilità di avere una sua immediatezza nella beva anche nelle annate più giovani ma anche una potenzialità in termini di longevità straordinaria come pochi altri.
Dall’altro lato mi piace sottolineare che i 210 produttori sono quasi tutti piccoli e medi produttori e questa è una caratteristica rara tra le Denominazioni del vino italiano.
Questo non significa che la presenza di grandi imbottigliatori o di grandi cooperative sia un fattore negativo ma indubbiamente influisce sia su quello che potrebbe essere il posizionamento medio del prezzo del prodotto ma anche quella che potrebbe essere l’interpretazione di quella denominazione perché se c’è una caratteristica vitale che hanno i vignaioli è di provare più di tutto ad esaltare ciò che la terra in maniera autentica gli dona.
Calici di Lugana in degustazione, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Si parla di vini complessi e di facile beva, gastronomici e versatili, con una spalla acida importante, croccanti, fragranti, sapidi, minerali, e al tempo stesso con quella rotondità naturale che li rende anche accessibili, democratici ad un pubblico trasversale vastissimo.
Una doppia capacità di essere immediato e longevo dovuta in particolare alla presenza elevata di acido tartarico che consente da una parte di avere tanta freschezza e fragranza che lo rende bevibile, ma anche di essere quel fattore che aumenta fortemente il potenziale di longevità. E’ per questi motivi che il Lugana è un bianco di successo!
Nonostante sia una piccola denominazione, ha tanta voglia di farsi conoscere nel miglior modo possibile a partire dal nostro Paese considerato un mercato strategico.
Ci sono Lugana eccellenti fortemente legati alla loro immediatezza, altri come la tipologia superiore che hanno una certa modalità di affinamento, un uso sapiente del legno per delle riserve interessanti o delle vendemmie tardive che regalano un’altra ricca interpretazione.
Il 90% della denominazione è rappresentato dal Lugana nella versione più immediata. Il Lugana Superiore esce con un anno di maturazione dalla vendemmia, la Riserva con almeno 24 mesi di affinamento di cui sei in bottiglia e la versione tardiva con surmaturazioni delle uve vendemmiate fine ottobre inizi novembre concede al vino un aumento della dolcezza, ma con un gusto decisamente fragrante, piacevolmente fresco che non annoia mai, caratteristiche intrinseche nella Turbiana.
Vi presento gli otto produttori oggetto della degustazione con le mie conclusioni di rito:
Azienda Agricola Brunello “Etichetta Nera” 2022, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Azienda Agricola Brunello “Etichetta Nera” 2022
Piccola Azienda storica con 6 Ha a Pozzolengo, sulla sponda bresciana del Garda, fondata nel 1930 dal Nonno Battista – il primo a piantare due ettari di Lugana – fino ai giorni nostri con il il nipote del fondatore che porta avanti la sua opera.
Da un’annata con grande siccità con temperature molte elevate che poi ha sorpreso al tempo stesso per le piogge di fine agosto, il clima è tornato ad avere una grande escursione termica tra il giorno e la notte e questo associato alla terra argillosa che è in grado di trattenere la minima quantità di acqua, ha permesso alle piante di riattivarsi più velocemente rispetto ad altre zone.
Due grandi famiglie olfattive descrivono questo calice, in questa fase più giovanile, ovvero sensazioni agrumate che regalano freschezza alle quali si aggiungono quelle di frutta gialla (pesca, albicocca) e quelle leggere di frutta tropicale (banana, ananas). Il mondo floreale con i suoi fiori selvatici, con le note balsamiche come mentuccia, zafferano, tiglio accompagnano il frutto dominante.
Alla beva sapidità, fragranza e croccantezza sono sempre avvolte da una sensazione di maggior rotondità e da una piacevole voglia di ritornare ad un secondo sorso.
Citari “Conchiglia” 2022, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Citari “Conchiglia” 2022
Avviata nel 1975 da Francesco Gettuli, la Cantina si trova nel Comune di Desenzano del Garda, sotto la torre suggestiva di San Martino della Battaglia, terreni di conflitto della seconda guerra di Indipendenza in parte morenici, magri e più sassosi che scendono verso l’argilla.
Un Vino dal giusto bilanciamento tra i due suoli, dal nome che deriva proprio dalle conchiglie fossili marine sedimentate tra le rocce e le pietre che il ghiacciaio ha portato fin qui.
Vinificato in acciaio con permanenza di sei mesi sulle fecce fini, regala un naso più complesso ove ritornano le note agrumate, floreali, di frutta gialla, come pesca e albicocca, ma che al sorso ritrova questa forte mineralità, sapidità che rimane un marchio di fabbrica così indelebile che caratterizza fortemente questa Denominazione e in alcuni vini come questo può essere più spiccata e di maggior eleganza. Uniforme nella sua bevibilità.
Cascina Le Presceglie, Luagana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Cascina Le Presceglie “ Hamsa” 2021
L’agriturismo, di Cristina Bordignon, è situato a San Martino della Battaglia e costituito da un casale antico del 1805 circondato da 13,5 ha di vigne coltivate sulle argille bianche che hanno circa 35 anni di età.
“Hamsa” è il nome nato dalla passione di Cristina per lo Yoga e per la mitologia indiana raffigurante il cigno bianco riportato in etichetta, simbolo di purezza e di regalità, elementi comuni che ritroviamo gradevolmente nel suo calice di Lugana.
Uve frutto di una vendemmia bella, sana, di grande soddisfazione processate con una fase inusuale ovvero con il lavaggio e la disinfezione che ha permesso, dopo tante sperimentazioni e investimenti, di arrivare ad ottenere un vino più salubre. Una parziale criomacerazione permette di mantenere inalterata più possibile la freschezza ove torreggiano profumi di lime intenso, frutto della passione e a polpa bianca come pera, pesca. Uno spettro olfattivo aromatico ampissimo. Grande sapidità e rotondità che lo rendono speciale al palato, bevibile e replicante.
Cà Maiol “Molin” 2021, Lugana On Toru Roma, foto di Cristina Santini
Cà Maiol “Molin” 2021
Azienda agricola di Desenzano del Garda che ha fatto la storia della Denominazione, fa parte del Gruppo Vitivinicolo Santa Margherita, nata nel 1967 dal sogno di un imprenditore milanese, Walter Contato, fino al 2018 con il passaggio di consegne alla Famiglia Marzotto. 110 ha vitati situati intorno alla struttura su un terreno di natura calcarea, variamente stratificato ad argilla compatta.
Il Molin prende il nome dal vigneto posizionato accanto alla tenuta di 13 ha, con elevata presenza di viti molto vecchie, di circa 40 anni. Il raffreddamento in cella di parte delle uve prima della spremitura soffice, l’attenta vinificazione in acciaio e il prolungato affinamento sulla feccia fine, con in più una piccola parte fermentata e maturata in legno (di piccole dimensioni e non di primo passaggio) permettono di ottenere un vino fresco, elegantemente aromatico e dal giusto equilibrio tra morbidezza e sapidità.
Non un vino di stile ma territoriale, legato alla mano dell’uomo, dove ritroviamo i classici sentori di agrumi, frutta gialla e tropicale, ma anche una leggera nuance balsamica e una spiccata acidità che rende lungo e godibile il suo sorso. Dinamico e longevo gioca su una chiusura di frutta croccante e una vivacità di sapore a dettare il ritmo gustativo.
Montonale, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Montonale “Orestilla” 2021
Tre fratelli alla conduzione della Cantina, giunti alla quarta generazione, Roberto Girelli enologo e Valentino Girelli agronomo si dividono i ruoli seguendo tutti i passaggi che dalla potatura portano il vino alla bottiglia finale.
Il termine Montonale deriva dal borgo dove è situata la struttura delimitata dai 35 ha di vigneto in un blocco unico considerato un Cru all’interno del panorama Lugana. L’obiettivo è interpretare al meglio, attraverso i vini, questo piccolo lembo di terra costituito da argille molte calcaree e minerali, elementi distintivi di questo territorio.
Orestilla, appellativo che deriva dal ritrovamento di un sarcofago dedicato all’omonima nobildonna romana, è il Cru all’interno del Cru: due ettari che affondano le proprie radici nell’argilla particolarmente minerale che conferisce al vino una mineralità ancora più spiccata, addomesticata da un affinamento più lungo di 2 anni, di cui il 30% avviene in botte grande di rovere piegata a vapore e 12 mesi in bottiglia.
Tonalità olfattive gustative più accese per questo calice che colpisce per la sua elegante complessità in un connubio di frutta tropicale e polpa gialla matura. Non porta mai a sensazioni eccessive che rischiano di annoiare e di indebolire la beva. E’ un’esplosione sapidamente morbida che stupisce.
Ca’ Lojera, Luagana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Ca’ Lojera “Riserva del Lupo” 2019
Ci troviamo a Sirmione per questa realtà di Ambra e Franco Tiraboschi nata nel 1992 dalla scelta o meglio dalla sfida in un momento difficile in cui l’uva destinata a Lugana non era richiesta o scarsamente pagata. I 18 ettari di Turbiana sono dislocati intorno al corpo su argille bianche e due ettari in collina morenica dedicati a Chardonnay, Merlot e Cabernet.
Nel calice questa volta abbiamo un’interpretazione che introduce un’annata più lontana ottenuta attraverso una vendemmia tardiva con botrytis nobile che ha portato ad una surmaturazione delle uve. Aspettativa confermata da una bellissima evoluzione e una specifica identità che si presenta al naso con nette sensazioni tropicali mature, frutta sotto spirito, una freschezza invidiabile e una beva che gli dà una immediatezza straordinaria.
Dalla texture unica, di forte personalità si allunga nella sua morbidezza e fragranza di frutto che emoziona.
Perla del Garda, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Perla del Garda “Riserva Madre Perla” 2018
Situata in collina morenica con vista su Sirmione, la cosiddetta Perla del Garda, l’azienda nasce nel 2006 da una famiglia che ha sempre venduto le uve fino al giorno in cui Giovanna Prandini e il fratello hanno scelto di fondare una propria cantina rendendosi conto del grande potenziale produttivo a disposizione, ad altitudini più elevate e coltivato per di più su un terreno più sassoso calcareo rispetto alle zone pianeggianti.
Il Madre Perla nasce da un esperimento felice e premiato, affinato 24 mesi sui lieviti con lavoro di batonnage in vasca di acciaio sin dal primo anno. Nel corso del tempo si è cercato di capire questa permanenza sui lieviti quale complessità potesse esprimere nel vino a differenza dell’affinamento in legno.
Una singola vigna situata nella parte bassa della collina molto sassosa viene dedicata a questo vino, lavorato in riduzione, che non ha il colore del tempo e l’espressione classica del frutto ma esprime verticalità e una sfumatura tenue nonostante l’annata.
Certamente piacevole ma che indubbiamente possa arrivare ad un’armonia ancora maggiore. Cinque anni che dimostrano la sua grande longevità.
Cantina Bulgarini, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Cantina Bulgarini “Superiore Cà Vaibò” 2016
Fausto e Virginia Bulgarini si trovano a Pozzolengo e rappresentano un’importante realtà del territorio nata nel 1930, un esempio di generazioni che convivono bene tra di loro.
Nei suoi 50 ha di vigneti, con la vendemmia manuale, la selezione dei grappoli migliori, l’appassimento. l’invecchiamento e l’affinamento in legno, valorizzano l’Oro della Lugana.
Qui viene usata la tecnica dell’appassimento in cassetta per andare a generare quella leggera surmaturazione con l’utilizzo sapiente del legno. Una parte del vino infatti viene realizzata in botte di rovere francese per circa dodici mesi dove avviene anche la fermentazione malolattica.
Siamo su sensazioni più evolute al naso sia fruttate sia floreali, con una beva armoniosa, rotonda, morbida, che evidenzia note di vaniglia, frutta tropicale matura, tabacco fresco da pipa e un’acidità ad ampio spettro su tutto il palato.
I Vini in degustazione Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Una delle chiavi di successo del Lugana, forse la più importante, è data proprio dalle diverse interpretazioni di un vino che, pur rispettando quella che è la natura, la matrice del proprio territorio, sfruttando tutte le sfaccettature di una terra unica, portano ad un concetto fondamentale che per comprenderne il valore dobbiamo necessariamente conoscere la sua genesi, i legami con la sua terra e quello che può essere lo stile produttivo.
La nostra inviata e redattrice Cristina Santini a Lugana On Tour Roma
La denominazione gardesana si è dimostrata in continua crescita negli ultimi anni, soprattutto dal 2021, anno che entrerà
negli annali per la crescita del Lugana da sempre vocato all’export, a dimostrazione del prezioso lavoro compiuto dal Consorzio e dalle Aziende che continuano a farsi conoscere, a farsi promotori del territorio e pronti per un’accoglienza autentica.
Assaggi è un evento imperdibile, dedicato alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico del Lazio, dove professionisti di settore e appassionati del buon cibo potranno scoprire i migliori prodotti agroalimentari della nostra regione.
Assaggi salone dell’enogastronomia Laziale 2023
Il salone enogastronomico si svolgerà nella splendida location del Palazzo dei Papi, nel cuore del suggestivo quartiere medievale di Viterbo.
Un vivace calendario di eventi animerà le piazze più belle della città per permettere a tutti gli appassionati del settore di esplorare, degustare e conoscere il made in Italy enogastronomico.
Vittorio Sgarbi presente all’edizione 2022, Assaggi salone dell’enogastronomia Laziale 2023, foto da sito
GLI ESPOSITORI
Un Salone dedicato alle imprese che si impegnano per dare valore alla cultura enogastronomica del proprio territorio, realizzando prodotti artigianali e autentici.
l buon cibo di scoprire e apprezzare la ricchezza di sapori, profumi e tradizioni del nostro territorio.
Carlo Zucchetti presente all’edizione 2022, Assaggi salone dell’enogastronomia Laziale 2023, foto da sito
PARTNER
Assaggi è l’evento organizzato da Camera di Commercio di Rieti Viterbo per valorizzare e promuovere le imprese enogastronomiche del Lazio a un pubblico di professionisti che non ha ancora avuto modo di apprezzare appieno l’alta qualità e la ricchezza dell’offerta della nostra regione.
Assaggi salone dell’enogastronomia Laziale 2023, foto da sito
SALONE ENOGASTRONOMICO
Palazzo dei Papi – Piazza San Lorenzo, Viterbo Inaugurazione: venerdì 19 maggio ore 17:00
ORARIO
Venerdì 19 maggio 17:00-20:00 – ingresso aperto agli operatori e al pubblico
Sabato 20 maggio 10:30-20:00 – ingresso aperto agli operatori e al pubblico
Domenica 21 maggio 10:30-20:00 – ingresso aperto agli operatori e al pubblico
Lunedì 22 maggio 10:00-16:00 – ingresso riservato agli operatori
Ingresso gratuito per i professionisti del settore
Al Vinitaly con la collega Cristina Santini durante uno scambio di opinioni vinicole e letterarie di settore con Cena con Fattura d’Amore di Carol Agostini