2024 Quando l’arte incontra il gusto: il Ristorante Bujar e la Kantina Balaj di Valona in un match di abbinamenti cibo vino
di Cristina Santini
Immerso sotto le imponenti palme del lungomare di Valona in Albania, dopo una passeggiata tra la vivace gamma di bar e ristoranti, si trova il Ristorante Bujar, guidato dal fantasioso e innovativo Chef Bujari, il cui appassionato impegno nel mostrare l’espressività e le tradizioni della cucina albanese gli ha fatto guadagnare la reputazione di uno dei talenti culinari più pionieristici della regione.
La scorsa estate, in questo incantevole ristorante, Ais Club Albania, Seb Winery Albania e la Kantina Balaj di Mifol hanno collaborato con il talentuoso Chef per organizzare un evento di abbinamento cibo-vino.
Un appuntamento per esplorare le sfumature aromatiche e i profili gustativi distintivi dei vini albanesi, sapientemente accostati a piatti preparati con cura e creatività dal grande Chef Bujari.
Ogni portata è stata un trionfo di sapori, colori e consistenze, che hanno esaltato e valorizzato le qualità dei vini in degustazione.
Questo raffinato happening ci ha offerto l’occasione di apprezzare pienamente la maestria e la passione che si celano dietro la produzione dei vini naturali, nonché la genialità del padrone di casa nel creare abbinamenti in grado di esaltare al meglio le loro caratteristiche. Un momento indimenticabile, in cui l’arte enologica e culinaria si sono fuse in un connubio perfetto, regalando a noi, fortunati presenti, un viaggio sensoriale speciale attraverso i tesori della tradizione e dell’innovazione gastronomica albanese.
Dopo avervi riportato nella prima parte la degustazione dei vini della Kantina Balaj, in questo spazio racconteremo una storia di successo e reputazione, dietro le quali si cela un’evoluzione personale ricca di sfide, passione e determinazione.
Il suo primo contatto con il mondo della ristorazione è stato come cameriere presso il ristorante Kuzum Baba, situato nel cuore della città. Questo incarico iniziale ha fornito a Bujari una preziosa introduzione al dinamico ambiente del servizio di sala e gli ha permesso di osservare da vicino l’operato degli chef e la gestione di un ristorante. Successivamente, ha intrapreso un viaggio di formazione professionale di ben 15 anni in Italia, un periodo cruciale che gli ha consentito di affinare le sue competenze culinarie.
Lavorare al fianco degli chef italiani, veri maestri della tradizione gastronomica, è stata un’esperienza davvero illuminante per lui. Ha potuto assimilare i segreti e le tecniche delle preparazioni più raffinate, sviluppando un palato estremamente sofisticato grazie anche alla fortuna di crescere in una famiglia dove la nonna e la madre hanno sempre cucinato con dedizione i piatti tipici della sua terra d’origine.
Tornato in vacanza nel suo Paese, è rimasto talmente affascinato dall’atmosfera accogliente e dalle opportunità che gli si presentavano, da decidere di rimanervi per aprire il suo stesso ristorante. La sua lunga esperienza e la passione innata per la buona cucina gli hanno permesso di creare un locale di grande successo, diventando un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina.
Il suo apprendistato è stato un continuo flusso di persone, idee, cibi e ingredienti, che ha portato a una completa rivisitazione della cucina locale, con un’attenzione particolare agli ingredienti di stagione e alle diverse tecniche di cottura. I piatti autentici richiamano in chiave moderna la tradizione albanese: il risultato è un sapore schiettamente mediterraneo.
Le pietanze sono uno spettacolo vibrante di colori e sapori, che evoca l’atmosfera del mare e della terra, in un ambiente accogliente. L’eccellenza culinaria che incontra l’ispirazione artistica, creando un’esperienza gastronomica memorabile, circondati da una bellissima collezione d’arte presente nel ristorante. Arte commestibile con sapori straordinari, qualità e innovazione continua: i piatti raccontano una storia attraverso l’influenza dei loro ingredienti, armonizzando il gusto proprio come l’arredamento del ristorante si armonizza con l’arte all’interno. Questa connessione senza soluzione di continuità tra cucina e arte offre un rendez-vous davvero coinvolgente.
Con precisione e passione, lo Chef Bujari realizza capolavori culinari che portano in tavola tanta freschezza, abbinando ricette vivaci e saporite a piatti deliziosi e piacevoli alla vista come al palato. Le sue creazioni invitano ad assaporare ogni momento, dove un bel piatto, un buon bicchiere di vino e una vista mozzafiato sul mare e al tramonto convergono per fare di Bujar una meta da assaporare nella tranquillità del suo ambiente.
Quando poi si dispone di una vasta ricchezza di prodotti, è importante sfruttarla appieno come anche la carta dei vini rappresenta un elemento chiave, poiché offre l’opportunità di esplorare le eccellenze enologiche del territorio circostante.
In questo contesto si è scelto di valorizzare i produttori locali, come la Kantina Balaj, che negli anni ha dimostrato di raggiungere quella maestria nella creazione di vini di alta qualità, testimonianza di come, con impegno, sperimentazione, duro lavoro, visione, perfezionamento e amore per ciò che si fa, si possano raggiungere vette qualitative e costruire una solida reputazione destinata a durare nel tempo.
Produttori che spesso utilizzano uve autoctone e tecniche di vinificazione tramandate di generazione in generazione, dando vita a etichette uniche e dalle spiccate caratteristiche organolettiche.
Avere l’occasione di scoprire tali realtà ci ha permesso di compiere un vero e proprio percorso sensoriale, assaporando i profumi e i sapori tipici della regione. Questo approccio non solo valorizza il patrimonio enologico locale, ma offre anche l’opportunità di vivere momenti autentici, in cui ogni sorso di vino diventa l’occasione per approfondire la conoscenza di un territorio e delle sue tradizioni.
Sbraciami torna in città come l’evento gourmet più ardente dell’anno!
Lunedì 9 settembre, a partire dalle 19, l’appuntamento si terrà presso l’azienda agricola Casale della Mandria, situata nel pittoresco borgo di Campoleone in via Mediana Bonifica 23. Una squadra di chef di alto livello, tra cui alcuni stellati, darà vita a un vero spettacolo gastronomico, celebrando le tradizioni culinarie tra fuochi e fiamme.
Gustosi sapori si fonderanno con un’atmosfera conviviale, diventata ormai un appuntamento imperdibile per concludere l’estate ad Aprilia. Come ogni anno, l’evento avrà anche una finalità benefica, promuovendo la solidarietà.
Ideato dallo chef apriliano Marco Davi in collaborazione con Giuseppe Verri,titolare de Il Casale della Mandria, l’evento sarà caratterizzato da piatti rigorosamente cucinati al barbecue. Sarà possibile gustare focacce, carni appena grigliate, formaggi e dessert, il tutto accompagnato dai vini delle cantine locali. Le ricette degli chef prenderanno vita all’aperto, tra carboni ardenti e bracieri, nella suggestiva cornice de Il Casale della Mandria.
Il ricavato della serata sarà destinato, come da tradizione, all’associazione Agpha di Aprilia per sostenere le attività del centro diurno della comunità Raggio di Sole. La serata sarà inoltre arricchita da momenti musicali e tante altre sorprese.
Cos’è Agpha di Aprilia
Nel 1987, un gruppo di genitori di persone con disabilità e volontari particolarmente sensibili al tema ha fondato l’associazione A.G.P.H.A. (Associazione Genitori Portatori di Handicap di Aprilia), con l’obiettivo di promuovere iniziative a sostegno delle persone disabili di tutte le età e delle loro famiglie.
Missione
Il centro diurno dell’associazione accoglie persone adulte con disabilità fisiche e mentali. Operativamente, il centro è un luogo in cui, grazie al supporto di personale specializzato, si realizzano interventi volti all’inserimento e all’integrazione sociale. Si favoriscono inoltre relazioni interpersonali e comunicative sempre più complesse, con l’obiettivo di sviluppare l’indipendenza degli ospiti.
Attraverso diverse attività di laboratorio, i partecipanti sperimentano nuove situazioni che contribuiscono a sviluppare le loro abilità fisiche e intellettuali.
Corsi di formazione
I corsi offerti dall’associazione forniscono le competenze necessarie a coloro che, per motivi familiari o professionali, desiderano approfondire la loro conoscenza del mondo della disabilità.
Pedalata per un Raggio di Sole
Ogni anno, solitamente nel mese di maggio, si svolge una passeggiata ciclistica per le strade di Aprilia. Questo evento rappresenta un momento importante di condivisione, in cui i cittadini hanno l’opportunità di conoscere la comunità dell’associazione e i suoi progetti. La manifestazione è organizzata dalla Società Ciclistica Aprilia, che devolve all’associazione tutti i proventi derivanti dalle iscrizioni.
TEMPO e TERRITORIO: dalle antiche origini la storia continua attraverso i 7 vini di Tenimenti Leone.
di Cristina Santini
Capitando per caso ma non a caso, la decisione di tenere la proprietà e farla diventare quello che è oggi, è stata presa più tardi, ed è interessante poi come le scelte consapevoli possano portare a risultati così autentici.
Acquistata nel 2010 per sanare una situazione debitoria dei monaci con l’idea di essere rivenduta, nel 2015 arriva la decisione di non vendere ma di ristrutturare il podere dedicandosi al progetto “Tenimenti Leone”, un progetto nato nel tempo, quasi tenuto in sordina, legato al mondo del vino per tutta una serie di coincidenze che hanno portato a prendere tale decisione: sicuramente la passione di Federico Veronesi, alla guida di Signorvino, e di tutta la famiglia per il vino; il fatto che in quell’anno è venuto a mancare purtroppo il padre di Sandro Veronesi, patron del gruppo Calzedonia (nonno di Federico) che si chiamava guarda caso Leone e aveva le vigne a Bardolino; la voglia di investire per far emergere il potenziale vinicolo ancora poco esplorato del territorio laziale.
La bellissima Tenuta di Tenimenti Leone si trova nel cuore dei Castelli Romani, tra le verdi colline che ospitano i due paesi, Lanuvio e Velletri da un lato, la dorsale dei Monti Lepini dall’altro che ripara dai venti freddi provenienti dall’Appennino, a 15 km dal mare la cui brezza preziosa e fresca spira tra le piante per tutta l’estate e a 30 km dalla città di Roma.
L’azienda è proprio al centro dei cosiddetti Colli Albanitra il mare e la montagna, un’area di natura vulcanica, originata dal collasso del Vulcano Laziale alcune centinaia di migliaia di anni fa. La bocca principale del Vulcano occupava l’intero territorio dei Castelli che collassando diede origine a varie bocche secondarie, di cui la più importante è l’attuale Monte Cavo, alcune delle quali divenute bacini lacustri come il Lago di Albano e di Nemi, gli unici rimasti ad oggi.
Per cui il suolo e più in profondità il sottosuolo sono ricchi di sedimenti vulcanici accumulatisi nelle varie fasi del vulcano, sali minerali come azoto e potassio, pozzolana, peperino, acqua anche se oggi vi è l’irrigazione interrata che permette di intervenire e di salvaguardare sempre la qualità del prodotto.
Il progetto iniziale è stato quello di partire prima dalla produzione, piantando tutte le varietà autoctone e poi internazionali, arrivando nel corso del tempo alla costruzione della cantina di vinificazione e affinamento, e all’opera di ristrutturazione delle grotte scavate nei primi anni del ‘900.
Oggi gli ospiti possono godere anche della ricettività con il Casale degli Ulivi (agriturismo e bed & breakfast) che dispone di stanze dotate di ogni confort e degli ultimi ambienti creati come il negozio con la sala degustazione e la sala multimediale dove abbiamo potuto vedere la proiezione di un bellissimo filmato.
La proprietà dispone di 72 ettari di cui 42 vitati, dove si produce non solo vino ma anche miele e olio con 30 ettari di ulivi, certificati biologici su tutte e tre le filiere, anche con certificazione vegan in dirittura di arrivo.
La tenuta è talmente grande che è divisa tra due comuni: Velletri e Lanuvio. Il boschetto di Presciano che si trova all’interno dei confini, ora laghetto di pesca sportiva, ricco di biodiversità, è una fonte naturale per tutto il territorio. Da qui parte il fosso che gira intorno la tenuta che prima alimentava tutto il podere, e si disperde nelle grotte naturali di pozzolana in cui si incanala naturalmente sotto ad una struttura di roccia all’interno della quale sono state scavate le grotte nelle quali ci troviamo in visita.
Prima dell’attuale proprietà, vi abitavano i Monaci che però non producevano vino ma derrate alimentari, come frutta, verdura, birra. Prima ancora dei monaci, il podere era di proprietà delle Assicurazioni Generali che a suo tempo vinificano ma che poi hanno lasciato in abbandono tutta questa terra, rimanendo ben poco. Le prime barbatelle sono state piantate nel 2015.
Ci incamminiamo verso la splendida torre dell’anno mille e il primo a sinistra che incontriamo è proprio il Moscato di Terracina, mentre a destra c’è Bellone.
In questo spazio agricolo sono state mantenute alcune piante di varietà lampante, per continuare una delle più antiche pratiche impiegate, testimonianza storica del casale che produceva non soltanto il vino ma anche l’olio da ardere. Quest’olio veniva inviato a Roma, per illuminare San Pietro e risale proprio al VII secolo l’incisione a San Pietro che elenca i sette casali più importanti, fornitori di olio da ardere, tra cui il Fondo di “Priscianum”.
La stradina sterrata che divide in due parti le vigne si insinua tra i campi vitati ornati da splendide rose e giunge alla torre: a destra le uve a bacca bianca come Malvasia Puntinata, Greco di Tufo, Verdicchio chiamato in loco Trebbiano Verde e Bellone; a sinistra, allevate su un suolo leggermente più argilloso troviamo le uve a bacca rossa come Syrah, Montepulciano, Cesanese di Affile e Merlot.
Oltre l’uliveto vicino all’agriturismo ci sono il Vermentino e lo Chardonnay.
Giunti sotto l’antica Torre Medioevale di Presciano rimaniamo affascinati dalla sua bellezza intatta dopo secoli di storia (X-XI secolo). La sua funzione era quella di avvistare il pericolo che veniva dal mare, come per esempio i Saraceni, i Persiani o semplicemente pirati che per razzie, saccheggi, venivano e cercavano di stabilirsi in questi territori.
Nella zona c’era una vera e propria rete di torri che comunicavano tra di loro tramite segnali di fumo. Nel 1560 il baluardo fu abbandonato e per questo conservato originale, per la costruzione della nuova torre dove poi si è formata la vita del borgo.Queste strutture di difesa del territorio erano finanziate dallo Stato della Chiesa e le terre adiacenti ricoprivano un ruolo fondamentale per la produzione di olio e vino perché erano le prime terre abitate in antichità.
Tutta la pianura dell’Agro Pontino oggi è una zona ricca, civilizzata e piena di insediamenti, ma una volta era impensabile costruire delle strutture stabili perché paludosa, malarica, dove i fiumi cambiavano corso ogni stagione delle piogge. Dopo le varie bonifiche, i progetti a lungo termine, come la vigna e l’ulivo, furono destinati a durare 40, 50 anni, tant’è vero che l’Appia venne costruita a monte e non a valle.
Anche se probabilmente fare una strada in pianura sarebbe stato più facile, non c’era un substrato stabile su cui ancorarsi, quindi si è preferito realizzare salite, discese e ponti rispetto all’instabilità del terreno paludoso a valle.
IL PANORAMA DEI VIGNETI VISTI DALLA TORRE
Salendo gli ottanta scalini si arriva ad una vista mozzafiato sul nucleo principale dei vigneti che circondano la torre, in fondo l’uliveto e alle sue spalle un altro pò di vigna. In questo luogo magico, da questa postazione si possono ammirare tutte le particelle vitate divise tra uve bianche e rosse, come anche il promontorio del Circeo e si capisce chiaramente che sono le primissime colline che si alzano dalla pianura su cui è arrivata la vigna 3000 anni fa.
In mezzo a questa splendida natura, si intravedono i tetti delle arnie: dal lavoro delle api si ricava un miele biologico monofloreale influenzato dalla vicina cisterna circolare adibita agli scarti organici dell’azienda tra cui le vinacce che nei bianchi sono prefermentative, ricche di zuccheri, di cui le api ne vanno ghiotte. Per questo producono un miele particolarmente scuro, denso da far pensare la prima volta di essere malate, ma in fin dei conti erano semplicemente ubriache.
CANTINA E FASI DI VINIFICAZIONE
Le uve, allevate in regime biologico, raccolte manualmente e giunte in cantine in cassette con i raspi, vengono raffreddate a 7 gradi per 24 ore prima di essere lavorate; questo permette una migliore estrazione degli aromi dalla buccia. Il 50% delle uve bianche fa criomacerazione. Tutti i silos possono essere utilizzati alternativamente sia per i bianchi sia per i rossi, infatti hanno la doppia portella, e sono tutti termocondizionati.
Ogni varietà di uva viene vinificata separatamente; questo lavoro permette di studiare il loro processo di evoluzione e come l’andamento stagionale rispecchi l’annata corrente. Si stanno sperimentando anche i lieviti indigeni, in collaborazione con un’azienda francese che ha selezionato appositamente dei lieviti sui mosti e sulle uve, ottenendo prove interessanti sul Bellone e Vermentino. Tutto questo anche per accostarsi al mondo delle fermentazioni naturali.
In una stanza a vetri ci sono le giare artigianali da 8000 litri prodotte da Artenova con la nobile terracotta pura dell’Impruneta, non rivestite internamente e hanno un impatto a livello olfattivo/gustativo molto più importante. Qui avvengono le fermentazioni per esempio del “De Coccio” che è un Trebbiano Verde 100%, le cui uve riempiono l’anfora per i 3/4 facendo macerazione fino al termine della fermentazione alcolica.
La massa tenuta a contatto con le bucce fino al giusto compromesso evolutivo, viene separata dalle stesse e l’anfora viene colmata con il liquido estratto dalle bucce e dallo stesso verdicchio che è stato fatto fermentare separatamente in acciaio o in legno a seconda dell’annata. Da qui un anno di affinamento. Nelle barrique fermenta invece una parte del bianco destinato alla Roma Doc.
All’interno delle grotte adibite esclusivamente a sala di affinamento, ci sono invece le Tava da 7500 litri, anfore in terracotta lavorata a mano per affinamenti enologi più lunghi e per cessioni organolettiche più leggere. Le barrique e le botti non presentano tostature troppo pesanti e aggressive proprio per non trasmettere al vino la sensazione di legno ma piuttosto per dare struttura. Ogni nicchia è controllata separatamente al livello di umidità, temperatura, con dei rilevatori che da remoto controllano tutti i livelli.
Qui immerso in questo magnifico luogo affina il rosso Roma Doc in botti di rovere francese differenti per tostatura e di diverse aziende, le Clayver sempre destinate alla denominazione e un’anfora di bianco per il De Coccio che da quest’anno affina anche in questo contenitore. Tante le tipologie di contenitori per il vino come le vasche di cemento Tulipe, anch’esse presenti e di recente utilizzo.
Dopo la visita ai vigneti e alla cantina, la nostra giornata prosegue con la prima degustazione di vini rossi abbinati sapientemente ai prodotti locali: salumi, formaggi e pane di Lariano con olio extra vergine di oliva di propria produzione, presso la sala ospitalità che funge anche da negozio per la vendita dei prodotti.
Tutti i vini richiamano nomi legati al dialetto e ai modi di dire della tradizione romanesca proprio per trasmettere questo forte legame, anche storico, con la terra di provenienza.
Pischello Lazio Rosso Igp 2021 è un blend di Syrah 60%, Cesanese 30% e 10% di Merlot. Breve macerazione di 6/7 giorni al massimo, pressatura soffice, fermentazione a temperatura controllata, con frequenti rimontaggi e delestage, non particolarmenti spinti proprio perché si cerca di mantenere più il frutto fresco piuttosto che i tannini particolarmente aggressivi. Affinamento in acciaio, leggera chiarifica prima dell’imbottigliamento che a breve diventerà anche vegana, eliminando tutte le proteine animali dal protocollo operativo aziendale.
E’ un vino facile da bere, vivace, nonostante i suoi 14 gradi maturati con l’annata, di una certa importanza. La sua beva è comunque agevole, con una bella acidità e mineralità e devo dire accomuna un po’ tutti i palati. Si è voluto premiare la croccantezza del frutto rosso, al naso così denso come una conserva, l’immediatezza, la speziatura del Syrah che è molto gradevole. E’ morbido e sostiene piatti importanti bevendosi anche spensieratamente perchè ha un approccio immediato, non gioca sulla complessità. Eclettico e armonico direi.
Tera de Leone Igp Lazio Rosso 2022 Cesanese di Affile affinato per sei mesi in Clayver, gres porcellanato, una via di mezzo tra l’anfora e il legno, con una porosità importante, non come il legno ovviamente. Un’espressione di Cesanese vivo, caratteriale che esalta prevalentemente il frutto, per cui spiccano note di frutti di bosco, di rosa soprattutto. Il sorso ha una grande freschezza che si mantiene per molto tempo e una bella spalla acida. Il gres ha una durata più lunga rispetto al legno, è un simil cemento che dà lunghezza e grassezza al vino rendendolo morbido e rotondo.
Nonostante l’equilibrio del vino, per abbassare un po’ il grado alcolico dovuto alla natura del Cesanese, dall’annata 2022 sono state due le vendemmie provenienti da due appezzamenti differenti, una versione più anticipata e una a maturazione ottimale, poi unite.
Tendenzialmente i gres sono verticali ma ce ne sono due orizzontali, sperimentali, utilizzati per capire meglio come evolve la feccia fine su una superficie rotonda rispetto ad una superficie verticale, aumentando quella di contatto.
Capomunni Roma Doc Rosso 2021 (Montepulciano, Syrah, Merlot), fa affinamento per almeno un anno in botti e barriques di varie tostature. In questo caso si cerca l’evoluzione, anche perchè di base il Montepulciano è una varietà estremamente complicata, porta con sé dei tannini piuttosto ruvidi che hanno bisogno di essere ammorbiditi. Al naso sprigiona profumi marcati di frutta rossa concentrata, anche sotto spirito come la visciola, agrumi essiccati, spezie dolci come cannella e noce moscata, tabacco, note affumicate a ricordo dell’incenso, di sottobosco.
La beva, a lunga durata, è intensa, minerale, astringente con un tannino che pulisce, asciuga e prepara gradevolmente il palato al secondo sorso. Una bevuta immediata ma con un’importante e piacevole struttura.
Il nostro percorso prosegue comodamente seduti nell’accogliente zona esterna del Ristorante Il Focolare di Michael Sciamanna situato in un altro dei paesi dei Castelli Romani, Ariccia, per la degustazione dei vini bianchi dell’Azienda abbinati alle pietanze di pesce preparate con ingredienti gustosi e freschi.
“Sciccheria” Igp Lazio Bianco 2021 è principalmente Bellone (90% e 10% Verdicchio), raccolto non completamente maturo per regalare note verdi di mandorla, ortica, molto fini, eleganti. All’olfatto presenta anche un bouquet di agrumi, cedro, pesca gialla. E’ un calice luminoso, dove la priorità è l’eleganza accompagnata dalla semplicità, come il suo nome, è chic ma non nel senso di raffinato e costoso, chic nel senso di elegante. Il sorso è fresco, leggero, molto minerale, facile da bere e da abbinare.
“Core” Malvasia Puntinata Igp Lazio 2022 è 85% Malvasia Puntinata, 15% Greco. Anche se in minore percentuale, il Greco bilancia con la sua acidità importante la Malvasia che tende nel tempo ad essere un po’ troppo morbida. Ciò che spicca al naso è una fragranza piccante di muschio, albicocca, acacia, e mela gialla. Presenta una struttura diversa dal precedente calice con più frutto, più grado alcolico, più acidità ma comunque tanta freschezza che rappresenta il denominatore comune di tutti vini di questa Azienda e questo finale che persiste su note saline, minerali.
“De Coccio” Bianco Igp Lazio 2021 è un Trebbiano Verde in purezza il cui affinamento ve ne abbiamo già parlato, dal colore dorato dovuto alla macerazione sulle bucce. Ci regala bellissime note di tè, menta, rosmarino, liquirizia bianca. Entra verticale al sorso, con carattere ma con un equilibrato impressionante. Salino. Carismatico.
“Capoccia”Roma DOC Bianco 2021 è composto dal 50% di Malvasia raccolta leggermente tardiva, restante Bellone, Trebbiano Verde e Chardonnay che vinificano tutti separatamente, affinano in acciaio e solo una piccola parte riposa in barrique di rovere francese. Il profumo dei fiori bianchi e degli agrumi accompagna inesorabilmente la componente delicatamente speziata. E’ un vino identitario che ha stile e per differenziarlo dagli altri prodotti, è stato introdotto il legno che in quest’unico caso regala lunghezza di beva, struttura al sorso, esaltando la mineralità dei suoli vulcanici.
Mi è doveroso dedicare questo spazio del mio articolo alle persone che hanno contribuito alla realizzazione di questa fantastica giornata di gruppo. Ringrazio di cuore per l’ospitalità Francesco Fratticci di Calice & Gusto, Azienda selezionatrice di prodotti enogastronomici di alta qualità; Simone Clazzer dell’Enoteca La Rosa dei Venti di Aprilia (LT); l’Azienda Tenimenti Leone per l’accoglienza e il tour.
Cogliamo anche l’occasione per rinnovare gli auguri per gli anni di collaborazione tra Francesco e Simone che ci hanno ospitato e reso partecipi dei loro grandi risultati.
Il Fascino di un Press Tour: Esperienze, Curiosità ed Emozioni, Chef Laura Marciani
di Carol Agostini
Immagina di essere invitato a partecipare a un press tour, un viaggio pensato per giornalisti e blogger, volto a scoprire e raccontare le meraviglie di un territorio. Il sole splende alto nel cielo mentre il gruppo di partecipanti si riunisce, pronto per un’avventura che promette di essere ricca di emozioni, sapori e storie.
L’Arrivo e la Prima Impressione
Il viaggio inizia con l’arrivo in una pittoresca cittadina, nascosta tra colline verdeggianti e vigneti dorati. L’aria è fresca e profuma di erba appena tagliata e fiori selvatici. La prima tappa è spesso un luogo di accoglienza, come una storica villa o un moderno agriturismo, dove i partecipanti possono lasciare i bagagli e rilassarsi prima di iniziare l’itinerario.
Il cuore del press tour è la scoperta del territorio. Le giornate sono scandite da visite guidate a luoghi di interesse storico e culturale. Ogni angolo racconta una storia: dalle antiche rovine romane ai castelli medievali, dalle chiese barocche ai piccoli borghi che sembrano essersi fermati nel tempo. Ogni tappa offre l’opportunità di conoscere la storia locale, arricchendo il viaggio con aneddoti e curiosità che solo una guida esperta può raccontare.
Uno dei momenti più attesi è la degustazione di vini e prodotti tipici. Il gruppo si ritrova in un’accogliente cantina, dove il proprietario, con passione e competenza, illustra le caratteristiche dei vini locali. Si assaggiano bianchi fruttati, rossi corposi e spumanti raffinati, accompagnati da formaggi, salumi e pane casereccio. Ogni sorso è un’esplosione di sapori, un viaggio sensoriale che permette di apprezzare la complessità e la ricchezza della produzione enologica locale.
Le serate spesso culminano in esperienze culinarie indimenticabili. Le lezioni di cucina con chef locali permettono ai partecipanti di mettere le mani in pasta e imparare i segreti delle ricette tradizionali. Si preparano piatti come la pasta fatta in casa, i ragù a lunga cottura e i dolci tipici, seguendo le indicazioni di maestri che conoscono ogni trucco del mestiere.
Le cene gourmet sono l’apice della giornata. Ristoranti di rinomati chef aprono le loro porte per offrire menu degustazione che esaltano i prodotti del territorio. Ogni piatto è un’opera d’arte, un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, capace di stupire e deliziare anche i palati più esigenti. La cura dei dettagli, la presentazione impeccabile e la qualità degli ingredienti rendono ogni cena un’esperienza memorabile.
Partecipare a un press tour non significa solo visitare luoghi e assaggiare cibi prelibati, ma anche entrare in contatto con le persone che rendono speciale quel territorio. Gli incontri con produttori, artigiani, cuochi e abitanti locali arricchiscono l’esperienza di umanità e autenticità. Ascoltare le loro storie, condividere passioni e scoprire tradizioni secolari crea un legame unico e indissolubile con il luogo visitato.
Il Ritorno e la Condivisione
Al termine del press tour, i partecipanti tornano a casa con un bagaglio carico di emozioni, esperienze e nuove conoscenze. Le foto scattate, i taccuini pieni di appunti e le ricette raccolte saranno la base per articoli, reportage e post sui blog, permettendo di condividere con il proprio pubblico la bellezza e l’unicità del viaggio appena vissuto.
Un press tour è più di un semplice viaggio; è un’opportunità per esplorare, imparare e raccontare. Ogni esperienza vissuta, ogni sapore assaggiato e ogni storia ascoltata diventano parte di un racconto più grande, che trasforma il viaggiatore in un ambasciatore del territorio scoperto.
Vi racconto attraverso le foto di questo articolo la stima che provo per questa Mamma Chef, zia di ognuno di noi, di tutti coloro che si avvicinano alla sua cucina, vi voglio portare alla lussuria gustativa più profonda in un percorso di immagini che trasmettono gola e emozioni.
Franco Maria Ricci, Presidente della Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda Editrice
È in programma lunedì 1° luglio a Roma, all’Hotel Rome Cavalieri a partire dalle 11.30, il 42° Forum della Cultura del Vino, curato dalla Fondazione Italiana Sommelier con il contributo di Regione Lazio e Arsial.
Il “Forum” è un evento annuale di particolare rilevanza nel panorama enologico nazionale, dedicato alla celebrazione della cultura del vino. Riunisce sommelier, produttori, esperti del settore, appassionati e operatori dell’enogastronomia con l’obiettivo di esplorare tematiche cruciali come la degustazione, la produzione vinicola, le nuove tendenze del mercato, la sostenibilità e l’educazione enologica.
L’edizione del 1° luglio è interamente dedicata al Lazio, alla sua crescita qualitativa e al fatto che, nonostante la presenza di aziende e produzioni di livello altissimo, i vini della nostra regione non abbiano ancora ottenuto il riconoscimento che meritano, a causa di pregiudizi radicati che ne hanno storicamente limitato l’apprezzamento. ll “Forum” rappresenta, quindi, un’importante piattaforma di dialogo, per discutere di strategie e soluzioni, finalizzate a promuovere una valorizzazione più equa e consapevole, rapportata alla grande qualità dei vini laziali.
Al “Forum” prenderanno parte, in qualità di relatori, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, l’Assessore con deleghe a Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare della Regione Lazio Giancarlo Righini, il Commissario Straordinario di Arsial Massimiliano Raffa e il Presidente della Fondazione Italiana Sommelier e di Bibenda Editrice Franco Maria Ricci, coadiuvati da un parterre importante, composto da esperti e operatori del settore.
L’evento si accompagna alla Festa del Sommelier, durante la quale saranno nominati 350 sommelier del vino e dell’olio, oltre alla consegna degli attestati d’onore per i 10, 15, 20, 25 e 30 anni di appartenenza alla Fondazione Italiana Sommelier. In questa cornice, , a partire dalle 16.00, sarà allestito un grande banco di assaggio con la partecipazione di oltre 50 aziende del Lazio, che proporranno in degustazione più di 300 etichette di vini bianchi, rosati e spumanti di loro produzione.
“Dichiarazione dell’Assessore Righini – da inserire”
“Regione Lazio e Arsial hanno scelto di sostenere la 42° edizione del forum della cultura del vino che per quest’anno è dedicato ai vini e alle cantine della nostra regione. È una grande opportunità per tutto il nostro settore vitivinicolo, che si colloca nel solco della strategia di promozione che stiamo portando avanti da un anno in sinergia con l’Assessorato, mirata al racconto del Lazio come regione di eccellenza enologica, con elevati standard qualitativi e un proprio modello di sviluppo, che abbiamo chiamato appunto ‘Modello Lazio’. Crediamo nella qualità e siamo convinti, sulla scia dei risultati che stiamo raccogliendo, che i territori del Lazio siano pronti per competere con le regioni più blasonate, senza temere confronti, né sul mercato interno, né nei contesti internazionali”.
Nel complesso, il “42° Forum della Cultura del Vino” e la “Festa dei Sommelier”, rappresentano un’occasione di confronto e crescita per il settore enologico, finalizzata alla promozione del patrimonio vitivinicolo del Lazio e alla sua valorizzazione, anche oltre i confini nazionali. Maggiori informazioni sull’iniziativa, incluso il programma della giornata, sono disponibili sui siti della Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda (www.bibenda.it) e Arsial (www.arsial.it).
Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura in Condizioni Estreme
Di Carol Agostini
L’evento “Terre Estreme” si è confermato uno degli appuntamenti più significativi del 2024 nel panorama enogastronomico italiano. Questa manifestazione ha celebrato i vini prodotti in condizioni estreme, mettendo in risalto le sfide e le peculiarità della viticoltura in territori difficili e promuovendo una profonda connessione tra il vino e il territorio, sottolineando l’importanza della biodiversità e della sostenibilità.
Il Concept di Terre Estreme
“Terre Estreme” si è focalizzato sui vini che nascono in aree con condizioni ambientali particolarmente impegnative, come terreni ripidi, altitudini elevate, climi severi o suoli poveri. Questi vini rappresentano il risultato di una viticoltura eroica, dove il lavoro dei vignaioli si fonde con la natura in un rapporto di rispetto e valorizzazione del territorio.
Collegamenti con il Territorio
La manifestazione si è svolta in diverse località italiane note per la loro viticoltura eroica, come la Valtellina, le Cinque Terre, il Trentino e la Sicilia. Questi territori offrono un panorama variegato di tradizioni vitivinicole che rispecchiano la diversità del paesaggio italiano. La scelta delle location non è stata casuale: ogni area ha rappresentato un esempio di come la viticoltura possa adattarsi e prosperare in condizioni estreme, creando vini unici e di alta qualità.
Attività e Programma
L’edizione 2024 di “Terre Estreme” ha offerto una serie di attività pensate per coinvolgere sia gli appassionati di vino che i professionisti del settore. Tra gli eventi principali ci sono stati:
Degustazioni Guidate: Masterclass con esperti sommelier e produttori che hanno guidato i partecipanti alla scoperta delle caratteristiche uniche dei vini estremi. Queste sessioni hanno offerto una panoramica sui metodi di produzione, le varietà di uve utilizzate e le peculiarità organolettiche di questi vini.
Conferenze e Workshop: Seminari tematici su argomenti come la sostenibilità, la biodiversità e le tecniche innovative di viticoltura. Questi incontri hanno visto la partecipazione di ricercatori, agronomi e viticoltori che hanno condiviso le loro esperienze e conoscenze.
Visite ai Vigneti: Tour guidati nei vigneti delle regioni ospitanti, permettendo ai visitatori di vedere da vicino le condizioni estreme in cui queste vigne crescono e di incontrare i produttori locali.
Abbinamenti Enogastronomici: Esperienze culinarie con chef rinomati che hanno creato menu abbinati ai vini estremi, esaltando le caratteristiche di ogni vino attraverso piatti preparati con ingredienti locali.
Presenze e Partecipazione
L’edizione 2024 è stata ricca di partecipazioni, con la presenza di oltre 100 produttori provenienti da diverse regioni d’Italia e dall’estero. Tra questi, ci sono state cantine famose per la loro produzione in condizioni estreme, come le aziende vinicole delle Cinque Terre, note per i loro terrazzamenti sul mare, e quelle della Valtellina, con i loro vigneti situati su pendii ripidissimi.
L’evento ha attirato numerosi appassionati di vino, giornalisti, enologi e operatori del settore, rendendo “Terre Estreme” un’occasione imperdibile per networking e scambio di idee. Inoltre, la manifestazione è stata aperta al pubblico, offrendo a tutti la possibilità di scoprire e apprezzare i vini estremi attraverso degustazioni e attività didattiche.
Sostenibilità e Innovazione
Un tema centrale di “Terre Estreme” è stata la sostenibilità. Molti dei produttori partecipanti adottano pratiche di agricoltura biologica e biodinamica, cercando di ridurre l’impatto ambientale e preservare la biodiversità del territorio. Durante l’evento, sono stati presentati progetti innovativi volti a migliorare la resilienza delle vigne e a promuovere una viticoltura sostenibile.
Conclusione
“Terre Estreme 2024” è stato un evento di grande importanza per il mondo del vino, mettendo in luce la passione e la dedizione dei viticoltori che lavorano in condizioni difficili. Questo appuntamento non ha solo celebrato i vini estremi e i territori da cui provengono, ma ha rappresentato anche un’opportunità per riflettere su temi cruciali come la sostenibilità e la biodiversità. Per chi ama il vino e la natura, “Terre Estreme” è stata un’occasione unica per scoprire e degustare vini straordinari e per approfondire la conoscenza di un settore in continua evoluzione.
Chef Laura Marciani e il nostro viaggio tra sensi e territorio
Di Carol Agostini
Una carriera dedicata non solo alle pentole, ma anche a soddisfare le esigenze della clientela, tra un impasto e l’altro, tra cotture, infornate, dolci e primi piatti. La chef Marciani, patrona della ristorazione di Magliano Sabina, accompagna i fratelli Mauro “il principe“, con la sua eleganza e la sua vasta conoscenza della sala e dei vini, e Marco “l’artista“, il fratello dotato di straordinarie capacità creative che, oltre ad aiutare nell’impresa di famiglia, arricchisce tutti gli ambienti dell’hotel e del ristorante.
Ci hanno accolto per un weekend di scambio culturale, enogastronomico e per discutere del futuro gemellaggio dei territori e della formazione nel settore.
Sono stati giorni intensi con diverse visite, accompagnate dal Sindaco Giulio Falcetta, tra cui l’Istituto Omnicomprensivo “Sandro Pertini”con la Vicaria Roberta Stentella e alcuni docenti dell’I.P.S.S.E.O.A. e gli assessori della Giunta Comunale.
Il territorio
Magliano Sabina: Un Tesoro Enogastronomico tra Storia e Sapori
Magliano Sabina, incastonata tra le colline della Sabina in provincia di Rieti, è un gioiello nascosto che attrae gli amanti della cultura, della storia e soprattutto della buona tavola. Questo pittoresco paese, con le sue chiese secolari, la suggestiva piazza e le sue eccellenze enogastronomiche, offre un viaggio indimenticabile tra tradizione e gusto.
Storia e Cultura
Le radici di Magliano Sabina affondano nella storia antica dell’Italia centrale. Fondata dagli antichi Sabini, ha visto il passaggio di popoli etruschi e romani, che hanno lasciato tracce tangibili nella sua architettura e nel suo tessuto sociale. Il centro storico è un vero e proprio museo a cielo aperto, con le sue stradine strette, i palazzi rinascimentali e le torri medievali che raccontano storie di epoche passate.
Le Chiese, alcune visitate
Magliano Sabina è punteggiata da numerose chiese, ognuna con la propria storia e bellezza unica. La Chiesa di San Michele Arcangelo, con la sua facciata romanica e gli affreschi medievali, è un esempio perfetto dell’arte sacra della regione. La Chiesa di Santa Maria Assunta, con la sua imponente architettura gotica, incanta i visitatori con i suoi dettagli scolpiti e le vetrate colorate.
Piazza e Comune, tra aperitivo e istituzioni del territorio
Il cuore pulsante di Magliano Sabina è la sua piazza principale, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Circondata da eleganti edifici storici e caffè accoglienti, la piazza è il luogo ideale per passeggiare e immergersi nell’atmosfera autentica del paese. Il Palazzo Comunale, con la sua imponenza, testimonia il ruolo centrale che il municipio ha avuto nella storia e nella vita quotidiana della comunità.
Eccellenze Enogastronomiche, molte assaggiate personalmente
Ma ciò che rende Magliano Sabina veramente speciale è la sua ricchezza enogastronomica. Il territorio circostante è famoso per la produzione di eccellenti prodotti caseari e salumi artigianali. I caseifici locali offrono formaggi prelibati, dal pecorino al parmigiano, mentre i salumifici producono salumi tradizionali, come prosciutto, salame e coppa, che deliziano i palati più esigenti.
Realtà Gastronomiche approfondite tra risate e consapevolezza
Le attività enogastronomiche di Magliano Sabina non si limitano alla produzione di formaggi e salumi. Numerosi ristoranti e trattorie nel paese e nelle vicinanze offrono un’ampia selezione di piatti tradizionali sabini, preparati con ingredienti freschi e di alta qualità. Dalle paste fatte in casa alle zuppe rustiche, dai piatti di cacciagione alla cucina di pesce di fiume, c’è qualcosa per soddisfare tutti i gusti.
Abbiamo visitato anche il Museo della cittadina, istituito dalla Regione Lazio nel 1989 e ospitato a Palazzo Gori, si dispone su tre piani, dove i reperti sono esposti secondo la loro provenienza e presentati in ordine cronologico, permettendo così di tracciare le linee fondamentali della civiltà sabina.
Al piano terra, il visitatore può ammirare una serie di reperti risalenti al Paleolitico medio e superiore, un aspetto particolarmente interessante considerando la rarità dei siti di tale antichità lungo il corso del Tevere.
Il primo piano del museo ospita le sezioni Protostorica e Arcaica, dove le ricerche e gli studi hanno individuato l’occupazione del territorio durante l’Età del Bronzo recente e finale, nonché nella fase finale dell’Età del Ferro. Le necropoli hanno restituito diversi vasi a impasto bruno e a vernice nera, insieme a una collezione di armi in ferro. Il secondo piano, invece, si focalizza sulla fase ellenistica, la romanizzazione e il medioevo nelle terre sabine.
Il Museo di Magliano Sabina rappresenta una vera e propria finestra sul passato di questa affascinante regione. Le sue collezioni comprendono reperti archeologici, manufatti artigianali, opere d’arte e oggetti di vita quotidiana, testimonianze tangibili della ricchezza e della diversità della cultura sabina nel corso dei secoli.
I visitatori hanno l’opportunità di intraprendere un affascinante viaggio attraverso le varie sezioni del museo, esplorando le testimonianze dell’insediamento umano, i reperti romani e medievali, le opere d’arte rinascimentali e tanto altro ancora.
Inoltre, il museo non si limita alla conservazione, ma svolge anche un ruolo attivo nella promozione della cultura e dell’educazione. Organizza regolarmente eventi, conferenze, laboratori e visite guidate per coinvolgere il pubblico di tutte le età e diffondere la conoscenza e l’interesse per la storia e la cultura della Sabina.
Luogo che rappresenta una tappa imperdibile per coloro che desiderano esplorare le ricchezze storiche e culturali di questa affascinante regione. La sua esposizione eclettica, le attività coinvolgenti e l’atmosfera suggestiva lasciano un’impronta duratura nella mente e nel cuore di chi lo visita.
La cripta protoromanica del santuario di Santa Maria delle Grazie, a Magliano Sabina, offre un’esperienza di bellezza e spiritualità. Situato presso Porta Romana, sui resti di una rocca medievale che domina la valle del Tevere, il santuario è un simbolo di storia e devozione.
Costruito nel XV secolo insieme al convento annesso, il santuario incorpora un antico oratorio del XII secolo dedicato al SS. Salvatore, che era la sede della Compagnia dei disciplinati. L’aspetto esterno attuale risale a un intervento successivo al terremoto del 1898.
Il nostro viaggio non finisce così, oltre alle emozioni già vissute, vi dobbiamo assolutamente raccontare l’energia respirata e vissuta al nostro ingresso nella cripta protoromanica del santuario di Santa Maria delle Grazie.
Avvolti da energia e spiritualità si siamo immersi in un mondo mistico che vi racconto:
La cripta, accessibile dal transetto della chiesa, colpisce per la sua eleganza e delicatezza. Le colonne leggermente sfalsate che separano l’ingresso dall’abside creano un’atmosfera suggestiva. Sebbene la datazione sia difficile, si ritiene che la cripta sia stata costruita dopo il millennio.
All’interno, affreschi suggestivi decorano le pareti, tra cui un San Francesco, considerato una delle più antiche rappresentazioni del Santo, e un Sant’Antonio, parzialmente rovinato da un graffito: una firma di Alfonso d’Aragona, che volle lasciare il suo segno nella cripta.
Durante le giornate del Fai, una parte del Baldacchino donato alla cattedrale di Magliano dal cardinale Albani sarà esposta nella chiesa. Quest’opera riflette l’amore per l’esotismo tipico del Settecento, con le sue stoffe pregiate, le sete e i fili d’oro e d’argento. Magliano Sabinaè un tesoro nascosto che merita di essere scoperto da tutti coloro che apprezzano la bellezza, la storia e, soprattutto, i sapori autentici. Con le sue chiese millenarie, la sua incantevole piazza, le sue eccellenze enogastronomiche e la sua vibrante cultura, questo affascinante paese della Sabina è una destinazione imperdibile per chiunque voglia vivere un’esperienza autentica nel cuore dell’Italia.
Passo dopo passo, guidati da una mano materna, forte e genuina, come quella della Chef Laura Marciani, i nostri cuori sono stati travolti dalla sua bravura e, soprattutto, dal suo calore. Un calore materno, di chi ha sofferto ma ha ancora voglia di prendersi cura degli altri.
Piatti, menù, sensazioni organolettiche, bontà e qualità degli ingredienti non fanno di una donna una chef. È la forza, la tenacia, la passione e la tecnica che la rendono tale, e noi lo abbiamo visto di persona.
Con la grinta e la generosità di un cuore amorevole e di un’anima altruista, Laura Marciani riesce ad entrare nel cuore delle persone, così come ha fatto con noi.
Siamo unite da un grave lutto che ha segnato profondamente le nostre vite. Per questo, desidero concludere con un dono per Laura, in segno di vicinanza e affetto che provo nei suoi confronti:
“Vivere per me è continuo divenire, è un buon libro da leggere vicino al fuoco di un camino mentre fuori piove e i cipressi lungo il viale si genuflettono all’impeto del vento.” “Se scrivo qualcosa temo che accada, se amo troppo qualcuno temo di perderlo; eppure non posso smettere né di scrivere né di amare…”.Dal libro A Paula di Isabel Allende
ViniAmo, Sabato 11 maggio a Roma, 70 cantine, oltre 250 etichette e stand gastronomici
Redazione Carol Agostini
Informazioni generali
Dalle ore 11 fino alle ore 14.30 riservato a giornalisti, comunicatori, ristoratori, distributori, agenti ed enotecari, Dalle ore 14 fino alle ore 21 apertura anche al pubblico
Hotel Cristoforo Colombo Via Cristoforo Colombo 710
Manca poco alla II edizione di ViniAmo, kermesse che sabato 11 maggio porterà nella Capitale 70 cantine italiane – e non solo – e stand gastronomici con prelibatezze nazionali.
Negli ampi e luminosi spazi dell’Hotel Cristoforo Colombo a Roma, zona Eur, si riuniranno 70 produttori dal nord al sud dello Stivale che porteranno in assaggio oltre 250 etichette, offrendo così un quadro ampio e variegato della produzione vinicola italiana. Saranno tante le regioni rappresentate e molte le denominazioni e le indicazioni tipiche che si potranno assaggiare dalle ore 11 (11-14 solo per operatori) fino alle ore 21 passando da spumanti a bianchi, rosati, rossi e vini dolci.
Ospiti di eccezione di questa edizione saranno alcune etichette dalla Francia, zona Champagne, Borgogna e Bordeaux, e dall’Albania.
Lista cantine e produttori gastronomici (in fase di definizione)
PIEMONTE
Podere Moretti (Langhe, Roero)
Taverna Wines (Barbaresco)
LOMBARDIA
Malavasi Vini (Pozzolengo Pr. Brescia)
Coronea (Franciacorta)
TRENTINO ALTO ADIGE
Maso Furli (Lavis Pr. Trento)
FRIULI VENEZIA GIULIA
Tenuta Stella Collio (Go)
Vini Bortolusso (Ud)
Vini Di Gaspero (Faedis UD)
VENETO
CastellAlta (Conegliano)
Terre di Rizzato (Valpolicella)
LIGURIA
Tenuta Maffone (Imperia)
EMILIA ROMAGNA
Cantina Luretta (Piacenza)
Carnevali Vigne e Cantina (Rubiera RE)
TOSCANA
La Ciarliana (Montepulciano)
Col di Bacche (Maremma)
L’Agona Vini (Colli Pisani PI)
Tiberini (Montepulciano)
Podere Casa al Vento (Montepulciano)
Valdorcia Terre Senesi (Val d’Orcia)
Podere Lecci e Brocchi (Chianti classico)
Poggio degli Ulivi (Montalcino)
LAZIO
Antonella Pacchiarotti (Tuscia)
Vinicio Mita (Roma)
Vini Giovanni Terenzi (Piglio)
Casa Mecocci Winery (Vignanello)
Cantina Gaffino (Ardea)
Terre del Veio (Formellese/Veio)
Papalino (Castiglione in Teverina)
Consorzio ROMA DOC
Tenuta Iacoangeli (Genzano di Roma)
Cantina Le Macchie (Rieti)
Casale del Giglio (Nettuno)
UMBRIA
Cantina Napolini (Montefalco)
Cantina Pomario (Lago Trasimeno)
MARCHE
Cantina Cerbero (AP)
Tenute Urani (PU)
Stefano Mancinelli – Morro d’Alba (AN)
ABRUZZO
Cantine Roveri (Ortona CH)
Fattoria Gaglierano (PE)
Tenuta Ulisse (CH)
Vini Biagi (Colline Teramane)
MOLISE
Enoteca Tintilia Food & Wine (Fiano R./Isernia)
Azienda Agricola L’Arco Antico (Pozzilli Isernia)
CAMPANIA
Azienda Vitivinicola Iovino (Campi Flegrei)
Aroma Winery (Irpinia)
Salvatore Molettieri (Irpinia)
PUGLIA
Giancarlo Ceci (Andria)
Re Dauno (Foggia)
BASILICATA
Cantine De Biase (Pollino PZ)
CALABRIA
Farneto del Principe (CS) / Az.Agricola di Apicoltura Pacienza (CS)
Le Conche (CS)
Cantina Malaspina (RC)
SICILIA
Tenute Cuffaro (Agrigento)
Sciare dell’Alba (Etna)
SARDEGNA
Contini 1898 (Oristano)
Podere 45 (Alghero)
TraMonti (Romangia SS)
DISTRIBUZIONI E RAPPRESENTANZE
Gruppo Ravazzolo:
Tenuta Volpare (Trentino)
Klosterhof (Alto Adige)
Cave Monaja (Valle d’Aosta)
Aurelie Berthod (Borgogna)
Romain Tribaut (Champagne)
Château de Reignac (Bordeaux)
ATWine – Consulenze Enologiche:
Antica Tenuta Palombo (Atina FR)
Casale della Ioria (Anagni FR)
Cantina Bacco (Nettuno RM)
Casal De Luca (Aprilia LT)
Murgo Nettunense (zona Anzio RM)
Palazzo Prossedi (Bassiano LT)
I Pampini (Acciarella LT)
AZIENDE ESTERE
Seb Winery Vlore (Albania)
EXTRA VINO:
FOOD E ALTRO
SOFIE (Pasticceria e Cioccolateria)
AGROMNIA Società Agricola (Ranch)
AGRICOLA NASTI (Olio)
FATTORIA DI ALICE (Tartufi, zuppe)
ROMIZZA (Pizza/Impasto pizza)
GASTRONOMIA
AZIENDA AGRICOLA GIORGIO PRATINI
Sponsor di questa II edizione sono NOVACONNECT, FRIMM, ASSOCIAZIONE STUDIO 121, GRUPPO RESTA/STUDIO ADP121
Chef Laura Marciani: Ambasciatrice del Turismo Enogastronomico con Alessandra Manunza e Anna Rita Matta in “Esse Percorsi Sostenibili”
Di Carol Agostini
Nel panorama culinario italiano emerge con forza la figura di Laura Marciani, capocuoca maglianese nota a livello nazionale, che ha recentemente lanciato un ambizioso progetto di turismo enogastronomico denominato “Esse percorsi sostenibili”. L’evento di presentazione si è svolto il 29 febbraio al Polo Culturale di Nepi, riunendo persone, professionisti e amministrazioni locali con l’obiettivo di creare una sinergia tra economia dei territori e occupazione.
“Per valorizzare un territorio, è essenziale esaltarne le qualità collaborando attivamente con i professionisti, le persone e le amministrazioni locali”, afferma con determinazione Laura Marciani.
Il progetto “Esse percorsi sostenibili” si basa su quattro pilastri fondamentali: valorizzare gli asset locali prodotti – luoghi – persone creando un legame sociale tra produttori, cittadini e visitatori; creare sinergia tra economia locale e occupazione attraverso progetti di empowerment e formazione per l’inclusione lavorativa nel settore dell’ospitalità; realizzare eventi in chiave sostenibile per potenziare la visibilità e l’attrattività turistica; coinvolgere clienti e ospiti in scelte sostenibili.
All’evento hanno preso parte esperti del settore della ristorazione, dell’ospitalità e del turismo. Tra le innovazioni culinarie proposte, spicca il “piatto che scrocchia”, un piatto 100% biodegradabile e commestibile, che ha suscitato interesse e curiosità per la sua originalità.
Alla Scoperta dell’Hotel Ristorante degli Angeli: Un’oasi enogastronomica tra Magliano Sabina e Nepi
Nel cuore della suggestiva cittadina di Magliano Sabina, circondata da colline verdissime e paesaggi mozzafiato, sorge l’incantevole Hotel Ristorante degli Angeli. Questo gioiello dell’ospitalità, gestito con passione e maestria, rappresenta una vera e propria oasi per gli amanti della buona cucina e del relax.
L’Hotel Ristorante degli Angeli non è solo un luogo dove soggiornare, ma una destinazione culinaria imperdibile. Il ristorante, guidato da chef esperti e creativi, propone piatti raffinati che esaltano i sapori autentici della tradizione locale, utilizzando ingredienti freschi e di alta qualità provenienti dai territori circostanti. Dai piatti di pasta fatta in casa alle prelibatezze della cucina tipica sabina, ogni boccone è un viaggio attraverso le eccellenze enogastronomiche del territorio.
Ma non è solo la gastronomia a rendere speciale l’esperienza presso l’Hotel Ristorante degli Angeli. L’atmosfera accogliente e l’eleganza delle camere, arredate con gusto e attenzione ai dettagli, regalano momenti di relax e benessere ai suoi ospiti, rendendo il soggiorno un’esperienza indimenticabile.
Magliano Sabina, con le sue antiche vie lastricate e i suoi borghi medievali, è il perfetto scenario per un viaggio nel tempo, alla scoperta delle tradizioni e della cultura enogastronomica sabina. Qui, tra una passeggiata tra gli ulivi e una visita alle cantine locali, è possibile assaporare i prodotti tipici della regione, come l’olio extravergine d’oliva DOP Sabina e i vini pregiati delle colline circostanti.
E proprio a pochi chilometri da Magliano Sabina, si trova Nepi, pittoresca cittadina ricca di storia e tradizione, che ha ospitato l’evento di lancio del progetto di turismo enogastronomico “Esse percorsi sostenibili”ideato dalla rinomata chef Laura Marciani. In questo incantevole contesto, tra le mura del Polo Culturale, esperti del settore, professionisti e amministrazioni locali si sono riuniti per promuovere la valorizzazione dei prodotti tipici e dei territori circostanti, attraverso iniziative volte a creare una sinergia tra economia locale e occupazione.
L’Hotel Ristorante degli Angeli, insieme a Magliano Sabina e Nepi, rappresenta dunque un’eccellente destinazione per chi desidera immergersi nell’arte culinaria e nella cultura enogastronomica del territorio sabino, vivendo esperienze uniche e indimenticabili.
Le E C C E L L E N Z E presenti all’evento che hanno esposto e fatto assaggiare a tutti gli ospiti i loro prodotti artigianali:
Traldi Olio Extra Vergine Oliva -Azienda agricola Litta Ortaggi km zero – Cipolla di Nepi – Ferreli il Pane Tradizionale della Sardegna – Zafaran Cuore Rosso di Nepi – AIF Associazione Italiana Fitoalimurgia – Terre di Faul – La Pizzicheria Brunetti – Opificio 13 -La Spiga d’Oro- Dieci Ristorante di Chef Jordan Giusti – Polo Culturale L’acquedotto di Nepi – Il Casaletto Chef Marco Ceccobelli – Frogga Emozioni in Foto – La Cisterna del Marchionato di Luca Ingegneri – Il Colombario Liquoreria Artigianale Giovese – Apicoltura Monte Soratte- La Tenuta dell’inconcludente
Tenuta Ronci di Nepi – Ristorante a Modo Mio Chef Riccardo Mattoni & Daniele Di Giannantonio – Nepi Consiglio dei Giovani – Istituto Sandro Pertini di Magliano Sabina – Sapore Chef Gabriele Amicucci – Hotel Ristorante degli Angeli – Formaggi Chiodetti – Tenuta il Radichino Fratelli Pira – Vivaio Borgo Verde -Pasta Fanelli -Azienda Agricola Luca Di Piero – La Madeleine Cantina Umbra -Acqua di Nepi – Sapori di ieri Azienda Agricola Bio – Arte Marco Marciani – DJSet Ivan CAP Klubasic
Vini da Terre Estreme: Celebrando l’Eccellenza Vitivinicola Eroica a Roma
Redazione – Carol Agostini
Nato con l’obiettivo di promuovere vini straordinari e unici al mondo, il evento “Vini da Terre Estreme” continua a essere un punto d’incontro privilegiato per consumatori evoluti, appassionati enogastronomi e professionisti del settore. Questa tredicesima edizione, la seconda a Roma, si terrà il 25 e 26 Febbraio presso l’Hotel Palatino, posizionato strategicamente nel cuore della città eterna.
Il Cuore Eroico della Tradizione Vitivinicola Italiana
L’evento, dedicato alla valorizzazione dei vini eroici, si propone di dare visibilità alle aziende partecipanti, coinvolgendo sia il consumatore evoluto che il settore commerciale. Questo appuntamento è un’occasione imperdibile per i produttori “eroici” interessati a stabilire o consolidare rapporti con operatori del settore come ristoranti, hotel, enoteche, wine-bar e acquirenti.
Gli Oli Eroici debuttano accanto ai Vini Eroici
In una novità di quest’anno, “Vini da Terre Estreme” ospiterà anche gli Oli Eroici selezionati da Jessica Iozza. Una Master Class guidata da Fabrizio De Biasi, Docente AIS, offrirà l’opportunità di esplorare la storia, la cultura e le caratteristiche organolettiche degli Oli Eroici.
Programma di Due Giornate Intense
Le due giornate saranno ricche di eventi, con workshop sui “Vini Eroici” aperti al pubblico professionale e agli appassionati wine lovers. Inoltre, saranno proposte MasterClass riservate a un pubblico selezionato su prenotazione, offrendo momenti di approfondimento sui vini e gli oli “eroici”.
MasterClass in Evidenza
“Il coraggio di essere unici: paesaggio Chilometrico Consapevole” (25 Febbraio, ore 11:30): Questa MasterClass, condotta da Carlo Catani, presidente dell’Associazione Tempi di Recupero, esplorerà gli scenari di consapevolezza legati al paesaggio vitivinicolo eroico, con una degustazione di otto etichette eroiche delle “Cantine del Recupero”. Si approfondiranno le strategie per il futuro, il recupero dei terreni e dei vitigni abbandonati, promuovendo una viticoltura sostenibile.
“Il coraggio di essere unici: le bolle estreme d’annata” (25 Febbraio, ore 16:00): Andrea Petrini (SlowFood Roma) guiderà la degustazione di dieci etichette di spumanti, metodi classici di vecchie annate, provenienti da dieci aree impervie della Penisola.
MasterClass “OLI EROICI d’ITALIA” (26 Febbraio, ore 18:00): Fabrizio De Biasi illustrerà la storia, la cultura e le caratteristiche organolettiche degli Oli Eroici.
Biglietti e Informazioni:
Il biglietto giornaliero per la degustazione libera ai banchi d’assaggio è di €25, con riduzioni disponibili per prenotazioni online.
I biglietti per le MasterClass sono disponibili al costo di €35, con l’opzione di accedere anche alla degustazione libera ai banchi d’assaggio.
Operatori del settore Ho.Re.Ca. in possesso di invito hanno accesso gratuito.
Tariffe ridotte sono disponibili per operatori professionali e associati ad alcune associazioni enogastronomiche.
Gli accrediti per la stampa e gli operatori del settore sono disponibili su richiesta tramite email a info@pilotagreen.it.
“Vini da Terre Estreme” continua a essere il luogo dove l’eccellenza vitivinicola eroica incontra l’apprezzamento e la curiosità di un pubblico appassionato, contribuendo a preservare e promuovere la ricchezza di queste produzioni straordinarie.
Dalla ferrea volontà dello chef Carmelo Carnevale, nasce a Londra ICC – Italian Culinary Consortium, consorzio internazionale di chef professionisti e membri della ristorazione con la passione per l’ospitalità italiana.
ICC ha come obiettivo la valorizzazione della professione in tutti i rami dell’ospitalità promuovendone le attività del comparto nell’interesse di tutti i membri associati e nel riconoscimento della professione dell’alta arte culinaria.
Collabora con vari enti esaminatori e istituti di istruzione professionale nel settore dell’alberghiero.
Oggi annovera delegazioni nelle Isole Canarie, Romania, Georgia, Russia, Austria, Danimarca, Belgio e Canada. Prossime le aperture delle delegazioni di Singapore, Hong Kong, Thailandia, India, Dubai, Serbia e Repubblica Ceca.
In Italia, si sta consolidando con delegazioni ufficiali in varie regioni quali Sicilia, Marche, Lazio e Puglia.
ICC è partner ufficiale dell’evento Vini da Terre Estreme che si terrà a Roma il 25 e 26 Febbraio prossimi.
Vini da Terre Estreme si riconferma come importante evento di promozione commerciale italiano, e non solo, per la comunicazione e valorizzazione della viticoltura eroica quella prodotta con uve coltivate in zone sconosciute, geograficamente impervie, in minuscoli fazzoletti di terra strappati alla montagna o al mare.