Italian Taste Summit 2025: L’evento di riferimento per l’internazionalizzazione del vino italiano
di Carol Agostini
Dal 3 al 4 febbraio 2025, il prestigioso Borgo Machetto Country Club & Golf di Desenzano del Garda ospiterà la nona edizione dell’Italian Taste Summit. Questo evento internazionale, ormai consolidato come punto di riferimento per il settore vitivinicolo, rappresenta un’opportunità unica per i produttori italiani che puntano all’export e alla crescita nei mercati esteri.
Esclusivo Italian Taste Summit: 9° edizione sul Lago di Garda, foto edizioni passate
Grazie a un format innovativo e dinamico, il summit si distingue per la sua capacità di creare connessioni strategiche tra aziende, buyer internazionali e stampa specializzata.
Un format innovativo per il business del vino
L’Italian Taste Summit è un evento esclusivo riservato agli operatori del settore, in cui ogni incontro è studiato per massimizzare le opportunità di business. Grazie alla formula del “business speed dating”, i produttori vinicoli hanno la possibilità di interagire direttamente con buyer provenienti da tutto il mondo, in incontri mirati che rispondono alle esigenze specifiche di ogni azienda.
Esclusivo Italian Taste Summit: 9° edizione sul Lago di Garda, foto edizioni passate
I mercati target comprendono paesi emergenti come Messico e Brasile, ma anche mercati consolidati come Stati Uniti, Russia e diversi paesi europei, con un focus particolare sull’Europa orientale. L’obiettivo è aiutare le aziende a trovare sbocchi commerciali adeguati alle loro necessità e strategie di crescita.
Masterclass e degustazioni guidate
Oltre agli incontri business-to-business, l’Italian Taste Summit offre una piattaforma privilegiata per la visibilità e la promozione delle aziende partecipanti. Durante la giornata del 3 febbraio, alcune selezionate cantine avranno l’opportunità di presentare i propri vini in Masterclass riservate alla stampa italiana e internazionale.
Queste sessioni, condotte da esperti del settore, permettono di approfondire la conoscenza dei prodotti, evidenziandone le peculiarità e i punti di forza.
Joanna Miro: la visionaria del settore vinicolo
Alla guida dell’Italian Taste Summit troviamo Joanna Miro, economista, marketer e broker di fama internazionale, nonché CEO del gruppo Wine Global Aspect (WGA). Miro ha rivoluzionato il concetto di internazionalizzazione del vino italiano, sviluppando un modello che combina relazioni interpersonali, strategia di mercato e innovazione.
Joanna Miro, articolo: Esclusivo Italian Taste Summit: 9° edizione sul Lago di Garda, foto da comunicato stampa
Definita la “Elon Musk del vino”, Joanna Miro ha costruito un metodo di successo basato su analisi dei dati, strategie mirate e una capacità unica di intercettare le tendenze del mercato. Il suo approccio si basa su una profonda conoscenza del settore e una visione innovativa che aiuta le aziende a differenziare le loro fonti di reddito.
Esclusivo Italian Taste Summit: 9° edizione sul Lago di Garda, foto edizioni passate
Strategie vincenti per il futuro del vino italiano
Secondo Joanna Miro, il futuro del vino italiano passa attraverso due strategie principali:
Le grandi aziende dovrebbero puntare sui vini dealcolati, approfittando delle nuove normative che regolamentano questa tipologia di prodotto.
Le piccole e medie imprese dovrebbero focalizzarsi su enoturismo e vendita diretta, massimizzando i margini di profitto ed evitando gli intermediari.
Queste strategie non solo permettono di ottimizzare i ricavi, ma anche di intercettare le nuove generazioni di consumatori, sempre più attente alla sostenibilità e all’autenticità del prodotto.
Un evento di successo e un’opportunità unica per le aziende
L’Italian Taste Summit ha già dimostrato il proprio valore nelle precedenti edizioni, generando oltre 4 milioni di euro di fatturato e facilitando più di 220 trattative commerciali dirette e oltre 600 accordi di export.
Il suo successo risiede nella sua capacità di offrire un’esperienza personalizzata, che permette ai produttori di connettersi con interlocutori realmente interessati all’importazione di vino italiano.
L’evento è un’opportunità imperdibile per le aziende che vogliono espandere la propria presenza sui mercati internazionali e consolidare la loro posizione nel settore vitivinicolo globale.
Esclusivo Italian Taste Summit: 9° edizione sul Lago di Garda, foto edizioni passate
Programma dell’Italian Taste Summit 2025
Lunedì 3 Febbraio
09:00 – 13:00: One-to-One export meeting
13:00 – 14:00: Pranzo
14:00 – 18:00: One-to-One export meeting
15:00 – 19:00: Masterclass e Vertical Tasting con stampa e buyer
19:30: Party & Galà
Martedì 4 Febbraio
09:00 – 13:00: One-to-One export meeting
13:00 – 14:00: Pranzo
14:00 – 15:30: One-to-One export meeting
Come partecipare all’Italian Taste Summit
L’evento è riservato agli operatori del settore ed è accessibile su invito. Per informazioni e iscrizioni, è possibile contattare l’organizzazione tramite:
L’Italian Taste Summit 2025 si conferma come l’evento di riferimento per l’internazionalizzazione del vino italiano.
Con la sua formula innovativa, la partecipazione di buyer internazionali selezionati e l’expertise di Joanna Miro, rappresenta un’occasione imperdibile per le aziende che vogliono espandere il proprio mercato e posizionarsi strategicamente nel panorama vitivinicolo globale.
Grazie all’approccio scientifico, alla cura nella selezione degli interlocutori e alla visione strategica che lo caratterizza, l’Italian Taste Summit continua a essere un appuntamento chiave per il business del vino italiano, capace di ispirare e guidare il cambiamento nel settore.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
Corte Anna, vini che ispirano poesia, parole e storia
di Elsa Leandri
Sirmione, perla delle penisole
E delle isole che appartengono a Nettuno,
Nel mezzo di laghi cristallini e mare aperto…
(Cit. Carme XXXI Catullo)
Così Catullo, quando torna dalla guerra in Bitania, si rivolge a Sirmione, luogo di pace e di serenità, nonché sua città natale e dimora della sua famiglia e nella quale riesce a trovare un confortante rifugio. Questo lembo di terra che si affaccia sul lago di Garda, celebre per il suo clima simile a quello mediterraneo, oltre ad essere meta turistica per la sua bellezza e per le celeberrime Grotte di Catullo, ha il vanto di proporre dei vini bianchi qualitativi, che rientrano nella denominazione Lugana, il cui vitigno protagonista è il Trebbiano di Lugana conosciuto anche come Turbiana.
Questa Doc che si estende a sud del lago, comprende cinque comuni di cui quattro (Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo) in Lombardia, in provincia di Brescia, e uno in Veneto (Peschiera), in provincia di Verona. La presenza di uva in questo territorio risale all’Età del Bronzo, così come è confermato dalla presenza di vinaccioli di Vitis Silvestris, ritrovati nelle palafitte site nel comune veronese.
Questa terra in origine paludosa e acquitrinosa, grazie all’opera di bonifica iniziata nel Quattrocento ha permesso di offrire le caratteristiche territoriali idonee, grazie alla natura pianeggiante e argillosa, per la coltivazione di questo particolare vitigno.
Per poter scoprire appieno questa denominazione è possibile seguire il percorso enoturistico che si estende per 45 km e che permette di avere una visione completa sia dei centri abitanti e delle loro opere artistiche, sia di visitare qualche cantina di Lugana Doc.
Una di queste è la Cantina Corte Anna, di proprietà di Anna Palvarini, che si trova proprio nel paese natio del succitato poeta latino.
Quest’azienda nasce nel 1978, in seguito all’acquisizione di 12 ettari, di cui 4 vitati. La volontà di questa incredibile donna di concentrare maggiormente le proprie energie verso la viticoltura ha fatto in modo che questa crescesse raggiungendo gli attuali 10 ettari impiantati principalmente con il celebre vitigno autoctono turbiana, anche se sono presenti alcuni ceppi di cabernet sauvignon.
Al di là delle parole quello che ci permette di scoprire più da vicino questa realtà è l’assaggio del Lugana Doc e della Riserva, così da poter capire appieno le sue caratteristiche.
Lugana Doc 2023
(Vinificazione e affinamento in acciaio)
Paglierino di media fittezza. Impatto olfattivo seducente che verte su richiami floreali di biancospino e caprifoglio, di timo, salvia e lemongrass e del suo tipico sentore di mandorla. Avvolgente inizialmente con cenni di pesca nettarina a cui sussegue un connubio tra freschezza e sapidità prolungandosi lungamente su un finale saporito dal flavor di scorza di pompelmo.
Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020
(Affinamento in acciaio per 18 mesi su fecce fini)
Vivace dal color paglierino. Il giallo bouquet floreale di ginestra, mimosa si intreccia a ricordi d susina gialla, pesca e ananas. Elegante nei cenni balsamici, di mandorla tostata e di fieno. Spicca per la sua mineralità in bocca che regala una lunga chiusura su echi di scorza di cedro.
Questi due vini racchiudono le tipicità di questi prodotti: la presenza del profumo di mandorla, i richiami agrumati all’olfatto e, nel cavo orale, il dialogo tra la freschezza e la sapidità marcata accompagnato da un’avvolgenza iniziale.
La base è ideale per accompagnare i piatti della cucina a base di pesce di lago, come un’insalata di lenticchie con trota affumicata, mentre la Riserva la possiamo consigliare anche con formaggi come la toma piemontese o una fontina.
I segreti del Lugana: il bianco del Lago di Garda che sfida il tempo LUGANA ON TOUR A ROMA 2023
Di Cristina Santini
Torniamo a parlare delle fondamenta del terroir, rintracciabile e riconoscibile nel vino prodotto in questa area, espressione di un territorio ben distinto caratterizzato da fattori naturali quali chiavi di lettura e connubio perfetto fra clima, posizione, terreno e persone.
Villa Laetitia Fendi Roma, articolo: Lugana On Tour Roma 2023, il Veneto in trasferta nel Lazio, foto di Cristina Santini
Siamo a Roma presso il Giardino d’Inverno di Villa Laetitia Fendi dove il Consorzio continua la sua opera di promozione e lo fa in maniera eccelsa con il suo Presidente, Fabio Zenato che apre l’incontro:
“Oggi per noi è un momento importante perché testimonia un percorso che vuole avvicinare sempre di più il calice del Lugana al mondo della comunicazione, al mondo dei consumatori, dei wine lovers che a me piacciono molto come concetto.
Qualche numero: Il Consorzio è nato nel 1990 ma parliamo di una Doc che è nata nel 1967, una delle prime denominazioni italiane. Una storia molto lunga. In questi ultimi anni ha corso molto, si è portati ad avere quasi 2650 ettari vitati, nel 2022 con 28 milioni di bottiglie prodotte delle quali, e questo è il motivo per cui siamo venuti a Roma con questo percorso che si chiama Lugana on tour nelle principali città italiane, ad avere due terzi delle bottiglie vendute all’estero.
E’ una denominazione che è molto forte all’estero e che in Italia è molto locale, nelle zone di produzione del Veneto e Lombardia. La missione è quella di farla diventare un percorso nazionale e quindi non si poteva non partire dalla Capitale.”
Il Presidente del Consorzio Fabio Zenato, articolo: Lugana On Tour Roma 2023, il Veneto in trasferta nel Lazio, foto di Cristina Santini
“Arrivando qui oggi mi sono chiesto: cos’è che potrei dire per introdurre al meglio una denominazione così particolare – che io amo da tantissimi anni – e la risposta l’avevo davanti agli occhi. La riposta è Roma. Definitiva la città eterna, quindi cos’è che rende eterno un prodotto? Ci sono due elementi fondamentali: il primo è il rispetto della natura, più rispettiamo la natura intesa anche come la storia di una città – quindi riusciamo a preservarla nel tempo, in questo Roma ha fatto un lavoro straordinario – e più gli consegnamo l’eternità.
L’altro aspetto è la bellezza che ci rende immortali. Per un vino è fondamentale provare tutti i modi ad essere eterno e per farlo è importante che rimanga sempre contemporaneo. Se c’è un vino che a mio parere è incredibilmente contemporaneo questo è proprio il Lugana.
Tanto si fa la similitudine tra il vino e la moda, in realtà se questo fosse realmente una moda sarebbe la fine perché non può permettersi di modificare il suo ciclo produttivo per la tendenza di consumo di un certo genere. E’ impossibile, tant’è che tutti quei territori che sono costretti a rincorrere le mode sono quelle denominazioni che sono più in difficoltà”.
Fabio Piccoli di Wine Meridian, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
La contemporaneità deve essere insita nel dna di un territorio e il territorio del Lugana ha tutto il codice genetico che lo rende assolutamente contemporaneo nel tempo. Il luogo di produzione ha un printing molto chiaro che è dettato dal Lago di Garda, il più grande Lago italiano, questo bacino d’acqua straordinario frutto del ritiro di un ghiacciaio di 10000 anni fa che ha portato alla nascita di questo bacino che non solo consente una fortissima mitigazione del clima con i due venti:
Il Peler, il vento freddo notturno del Nord che arriva dal Monte Baldo che domina il lago con oltre 2200 mt di altitudine e l’Ora, il vento caldo diurno del Sud che consente una costante ventilazione che determina una salubrità importante per le uve e consente al vitigno di essere unico ed esprimersi al meglio.
La Turbiana, regina bianca del Garda e protagonista della Doc Lugana, lambisce cinque comuni tra due Regioni, Lombardia e Veneto, che regala vini assolutamente riconoscibili, peculiari, anche rispetto a dei Trebbiani come quello di Soave, grazie all’impatto climatico dei suoli di queste colline moreniche determinate da stratificazioni generate nel tempo di argille e calcare, una presenza di sali minerali che è tra i più elevati a livello internazionale.
Il suolo è il vero custode del profilo organolettico che rende questo vino unico, ad altissima bevibilità, con quella sapidità e mineralità che garantisce freschezza nel tempo e che oggi è uno dei fattori determinanti del successo dei vini bianchi.
Ci siamo accorti come esistano delle diversificazioni estremamente interessanti dovute alla plasticità del suolo che a seconda del terroir di appartenenza anche a pochi chilometri di distanza genera vini profondamente diversi.
Altro valore aggiunto è la scelta della Denominazionedi avere cinque diverse interpretazioni, dallo spumante alla vendemmia tardiva, che testimoniano anche in questo caso che non solo il Lugana è contemporaneo ma riesce anche ad intercettare differenti modelli di consumo.
Il tavolo degli ospiti, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Due gli elementi fondamentali: da un lato la possibilità di avere una sua immediatezza nella beva anche nelle annate più giovani ma anche una potenzialità in termini di longevità straordinaria come pochi altri.
Dall’altro lato mi piace sottolineare che i 210 produttori sono quasi tutti piccoli e medi produttori e questa è una caratteristica rara tra le Denominazioni del vino italiano.
Questo non significa che la presenza di grandi imbottigliatori o di grandi cooperative sia un fattore negativo ma indubbiamente influisce sia su quello che potrebbe essere il posizionamento medio del prezzo del prodotto ma anche quella che potrebbe essere l’interpretazione di quella denominazione perché se c’è una caratteristica vitale che hanno i vignaioli è di provare più di tutto ad esaltare ciò che la terra in maniera autentica gli dona.
Calici di Lugana in degustazione, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Si parla di vini complessi e di facile beva, gastronomici e versatili, con una spalla acida importante, croccanti, fragranti, sapidi, minerali, e al tempo stesso con quella rotondità naturale che li rende anche accessibili, democratici ad un pubblico trasversale vastissimo.
Una doppia capacità di essere immediato e longevo dovuta in particolare alla presenza elevata di acido tartarico che consente da una parte di avere tanta freschezza e fragranza che lo rende bevibile, ma anche di essere quel fattore che aumenta fortemente il potenziale di longevità. E’ per questi motivi che il Lugana è un bianco di successo!
Nonostante sia una piccola denominazione, ha tanta voglia di farsi conoscere nel miglior modo possibile a partire dal nostro Paese considerato un mercato strategico.
Ci sono Lugana eccellenti fortemente legati alla loro immediatezza, altri come la tipologia superiore che hanno una certa modalità di affinamento, un uso sapiente del legno per delle riserve interessanti o delle vendemmie tardive che regalano un’altra ricca interpretazione.
Il 90% della denominazione è rappresentato dal Lugana nella versione più immediata. Il Lugana Superiore esce con un anno di maturazione dalla vendemmia, la Riserva con almeno 24 mesi di affinamento di cui sei in bottiglia e la versione tardiva con surmaturazioni delle uve vendemmiate fine ottobre inizi novembre concede al vino un aumento della dolcezza, ma con un gusto decisamente fragrante, piacevolmente fresco che non annoia mai, caratteristiche intrinseche nella Turbiana.
Vi presento gli otto produttori oggetto della degustazione con le mie conclusioni di rito:
Azienda Agricola Brunello “Etichetta Nera” 2022, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Azienda Agricola Brunello “Etichetta Nera” 2022
Piccola Azienda storica con 6 Ha a Pozzolengo, sulla sponda bresciana del Garda, fondata nel 1930 dal Nonno Battista – il primo a piantare due ettari di Lugana – fino ai giorni nostri con il il nipote del fondatore che porta avanti la sua opera.
Da un’annata con grande siccità con temperature molte elevate che poi ha sorpreso al tempo stesso per le piogge di fine agosto, il clima è tornato ad avere una grande escursione termica tra il giorno e la notte e questo associato alla terra argillosa che è in grado di trattenere la minima quantità di acqua, ha permesso alle piante di riattivarsi più velocemente rispetto ad altre zone.
Due grandi famiglie olfattive descrivono questo calice, in questa fase più giovanile, ovvero sensazioni agrumate che regalano freschezza alle quali si aggiungono quelle di frutta gialla (pesca, albicocca) e quelle leggere di frutta tropicale (banana, ananas). Il mondo floreale con i suoi fiori selvatici, con le note balsamiche come mentuccia, zafferano, tiglio accompagnano il frutto dominante.
Alla beva sapidità, fragranza e croccantezza sono sempre avvolte da una sensazione di maggior rotondità e da una piacevole voglia di ritornare ad un secondo sorso.
Citari “Conchiglia” 2022, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Citari “Conchiglia” 2022
Avviata nel 1975 da Francesco Gettuli, la Cantina si trova nel Comune di Desenzano del Garda, sotto la torre suggestiva di San Martino della Battaglia, terreni di conflitto della seconda guerra di Indipendenza in parte morenici, magri e più sassosi che scendono verso l’argilla.
Un Vino dal giusto bilanciamento tra i due suoli, dal nome che deriva proprio dalle conchiglie fossili marine sedimentate tra le rocce e le pietre che il ghiacciaio ha portato fin qui.
Vinificato in acciaio con permanenza di sei mesi sulle fecce fini, regala un naso più complesso ove ritornano le note agrumate, floreali, di frutta gialla, come pesca e albicocca, ma che al sorso ritrova questa forte mineralità, sapidità che rimane un marchio di fabbrica così indelebile che caratterizza fortemente questa Denominazione e in alcuni vini come questo può essere più spiccata e di maggior eleganza. Uniforme nella sua bevibilità.
Cascina Le Presceglie, Luagana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Cascina Le Presceglie “ Hamsa” 2021
L’agriturismo, di Cristina Bordignon, è situato a San Martino della Battaglia e costituito da un casale antico del 1805 circondato da 13,5 ha di vigne coltivate sulle argille bianche che hanno circa 35 anni di età.
“Hamsa” è il nome nato dalla passione di Cristina per lo Yoga e per la mitologia indiana raffigurante il cigno bianco riportato in etichetta, simbolo di purezza e di regalità, elementi comuni che ritroviamo gradevolmente nel suo calice di Lugana.
Uve frutto di una vendemmia bella, sana, di grande soddisfazione processate con una fase inusuale ovvero con il lavaggio e la disinfezione che ha permesso, dopo tante sperimentazioni e investimenti, di arrivare ad ottenere un vino più salubre. Una parziale criomacerazione permette di mantenere inalterata più possibile la freschezza ove torreggiano profumi di lime intenso, frutto della passione e a polpa bianca come pera, pesca. Uno spettro olfattivo aromatico ampissimo. Grande sapidità e rotondità che lo rendono speciale al palato, bevibile e replicante.
Cà Maiol “Molin” 2021, Lugana On Toru Roma, foto di Cristina Santini
Cà Maiol “Molin” 2021
Azienda agricola di Desenzano del Garda che ha fatto la storia della Denominazione, fa parte del Gruppo Vitivinicolo Santa Margherita, nata nel 1967 dal sogno di un imprenditore milanese, Walter Contato, fino al 2018 con il passaggio di consegne alla Famiglia Marzotto. 110 ha vitati situati intorno alla struttura su un terreno di natura calcarea, variamente stratificato ad argilla compatta.
Il Molin prende il nome dal vigneto posizionato accanto alla tenuta di 13 ha, con elevata presenza di viti molto vecchie, di circa 40 anni. Il raffreddamento in cella di parte delle uve prima della spremitura soffice, l’attenta vinificazione in acciaio e il prolungato affinamento sulla feccia fine, con in più una piccola parte fermentata e maturata in legno (di piccole dimensioni e non di primo passaggio) permettono di ottenere un vino fresco, elegantemente aromatico e dal giusto equilibrio tra morbidezza e sapidità.
Non un vino di stile ma territoriale, legato alla mano dell’uomo, dove ritroviamo i classici sentori di agrumi, frutta gialla e tropicale, ma anche una leggera nuance balsamica e una spiccata acidità che rende lungo e godibile il suo sorso. Dinamico e longevo gioca su una chiusura di frutta croccante e una vivacità di sapore a dettare il ritmo gustativo.
Montonale, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Montonale “Orestilla” 2021
Tre fratelli alla conduzione della Cantina, giunti alla quarta generazione, Roberto Girelli enologo e Valentino Girelli agronomo si dividono i ruoli seguendo tutti i passaggi che dalla potatura portano il vino alla bottiglia finale.
Il termine Montonale deriva dal borgo dove è situata la struttura delimitata dai 35 ha di vigneto in un blocco unico considerato un Cru all’interno del panorama Lugana. L’obiettivo è interpretare al meglio, attraverso i vini, questo piccolo lembo di terra costituito da argille molte calcaree e minerali, elementi distintivi di questo territorio.
Orestilla, appellativo che deriva dal ritrovamento di un sarcofago dedicato all’omonima nobildonna romana, è il Cru all’interno del Cru: due ettari che affondano le proprie radici nell’argilla particolarmente minerale che conferisce al vino una mineralità ancora più spiccata, addomesticata da un affinamento più lungo di 2 anni, di cui il 30% avviene in botte grande di rovere piegata a vapore e 12 mesi in bottiglia.
Tonalità olfattive gustative più accese per questo calice che colpisce per la sua elegante complessità in un connubio di frutta tropicale e polpa gialla matura. Non porta mai a sensazioni eccessive che rischiano di annoiare e di indebolire la beva. E’ un’esplosione sapidamente morbida che stupisce.
Ca’ Lojera, Luagana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Ca’ Lojera “Riserva del Lupo” 2019
Ci troviamo a Sirmione per questa realtà di Ambra e Franco Tiraboschi nata nel 1992 dalla scelta o meglio dalla sfida in un momento difficile in cui l’uva destinata a Lugana non era richiesta o scarsamente pagata. I 18 ettari di Turbiana sono dislocati intorno al corpo su argille bianche e due ettari in collina morenica dedicati a Chardonnay, Merlot e Cabernet.
Nel calice questa volta abbiamo un’interpretazione che introduce un’annata più lontana ottenuta attraverso una vendemmia tardiva con botrytis nobile che ha portato ad una surmaturazione delle uve. Aspettativa confermata da una bellissima evoluzione e una specifica identità che si presenta al naso con nette sensazioni tropicali mature, frutta sotto spirito, una freschezza invidiabile e una beva che gli dà una immediatezza straordinaria.
Dalla texture unica, di forte personalità si allunga nella sua morbidezza e fragranza di frutto che emoziona.
Perla del Garda, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Perla del Garda “Riserva Madre Perla” 2018
Situata in collina morenica con vista su Sirmione, la cosiddetta Perla del Garda, l’azienda nasce nel 2006 da una famiglia che ha sempre venduto le uve fino al giorno in cui Giovanna Prandini e il fratello hanno scelto di fondare una propria cantina rendendosi conto del grande potenziale produttivo a disposizione, ad altitudini più elevate e coltivato per di più su un terreno più sassoso calcareo rispetto alle zone pianeggianti.
Il Madre Perla nasce da un esperimento felice e premiato, affinato 24 mesi sui lieviti con lavoro di batonnage in vasca di acciaio sin dal primo anno. Nel corso del tempo si è cercato di capire questa permanenza sui lieviti quale complessità potesse esprimere nel vino a differenza dell’affinamento in legno.
Una singola vigna situata nella parte bassa della collina molto sassosa viene dedicata a questo vino, lavorato in riduzione, che non ha il colore del tempo e l’espressione classica del frutto ma esprime verticalità e una sfumatura tenue nonostante l’annata.
Certamente piacevole ma che indubbiamente possa arrivare ad un’armonia ancora maggiore. Cinque anni che dimostrano la sua grande longevità.
Cantina Bulgarini, Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Cantina Bulgarini “Superiore Cà Vaibò” 2016
Fausto e Virginia Bulgarini si trovano a Pozzolengo e rappresentano un’importante realtà del territorio nata nel 1930, un esempio di generazioni che convivono bene tra di loro.
Nei suoi 50 ha di vigneti, con la vendemmia manuale, la selezione dei grappoli migliori, l’appassimento. l’invecchiamento e l’affinamento in legno, valorizzano l’Oro della Lugana.
Qui viene usata la tecnica dell’appassimento in cassetta per andare a generare quella leggera surmaturazione con l’utilizzo sapiente del legno. Una parte del vino infatti viene realizzata in botte di rovere francese per circa dodici mesi dove avviene anche la fermentazione malolattica.
Siamo su sensazioni più evolute al naso sia fruttate sia floreali, con una beva armoniosa, rotonda, morbida, che evidenzia note di vaniglia, frutta tropicale matura, tabacco fresco da pipa e un’acidità ad ampio spettro su tutto il palato.
I Vini in degustazione Lugana On Tour Roma, foto di Cristina Santini
Una delle chiavi di successo del Lugana, forse la più importante, è data proprio dalle diverse interpretazioni di un vino che, pur rispettando quella che è la natura, la matrice del proprio territorio, sfruttando tutte le sfaccettature di una terra unica, portano ad un concetto fondamentale che per comprenderne il valore dobbiamo necessariamente conoscere la sua genesi, i legami con la sua terra e quello che può essere lo stile produttivo.
La nostra inviata e redattrice Cristina Santini a Lugana On Tour Roma
La denominazione gardesana si è dimostrata in continua crescita negli ultimi anni, soprattutto dal 2021, anno che entrerà
negli annali per la crescita del Lugana da sempre vocato all’export, a dimostrazione del prezioso lavoro compiuto dal Consorzio e dalle Aziende che continuano a farsi conoscere, a farsi promotori del territorio e pronti per un’accoglienza autentica.
My Lakeside Dream: il concept che esprime il design tra sogno e realtà delle suites di EALA
Redazione
Albus, Nemos, Alisia e Argantos, sono i nomi delle quattro tipologie di suite che compongono il 5 stelle Lusso di Limone sul Garda, più la Royal Suite Awen. 67 camere, dotate di comfort ed eleganza in ogni dettaglio, che si distinguono per colori, materiali e forme e sono state studiate per rappresentare i sogni di ogni ospite, in armonia con il paesaggio circostante. Tutte con vetrate e terrazza vista lago, esprimono un lusso in sintonia con il territorio grazie a un design multisensoriale che esalta visione e panorama.
Il paesaggio del Garda ha affascinato scrittori e poeti di ogni epoca e la bellezza del suo panorama ha ispirato anche il lusso in armonia con la natura che contraddistingue EALA. Le suites del 5 stelle Lusso di Limone sul Garda, infatti, sono state concepite per celebrare un costante dialogo con l’ambiente circostante che esprimono attraverso il linguaggio architettonico di materiali, forme e colori.
I nomi delle quattro tipologie di camera Albus, Nemos, Alisia e Argantos, derivano dal celtico e ricordano i toni dominanti al loro interno – bianco, celeste, pietra e argento – e gli elementi presenti nella natura del lago.
Sono 67, inclusa la Royal Suite Awen, e ognuna è progettata con una duplice funzione: la camera interna, finemente arredata, con bagno con doccia, vasca e bagno separato, guardaroba, sommier, scrittoio, tavolo e divano, insieme a un esteso loggiato esterno con vista lago, dotato di sedute o lettini e di vasca idromassaggio o sauna nelle categorie superiori.
Un progetto eseguito dallo Studio GESIA in sintonia con il desiderio della famiglia Risatti di realizzare una struttura di lusso ma sostenibile e strettamente legata al territorio in cui si trova.
JUNIOR SUITE ALBUS
JUNIOR SUITE ALBUS, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Con una metratura di circa 50 mq, Albus deve il suo nome al colore dominante della suite: il bianco. Nuance e quadri richiamano in particolare il piumaggio del cigno e l’habitat in cui vive, evocando il significato originale di EALA (cigno in lingua celtica). Arredi in legno conferiscono un risultato naturale e al contempo elegante; il bagno in gres con effetto pietra ricorda i sassi del lago. Un accostamento di toni e materiali che vogliono cullare l’ospite in un ambiente accogliente e intimamente connesso al paesaggio, come se i confini tra interno ed esterno non avessero limiti.
JUNIOR SUITE NEMOS
JUNIOR SUITE NEMOS, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Sinonimo di tranquillità e pace, è il celeste il colore principale delle suite Nemos. Pavimento in gres arabescato a ricordare le nuvole, pareti blu e lampade che richiamo le sfere celesti:
così cielo e lago si fondono in questa stanza di circa 60 mq con bagno open space e letto a baldacchino. Il plus: una vasca Airpool privata in terrazza, per una coccola di benessere vista lago immersa nel silenzio.
SUITE ALISIA
SUITE ALISIA, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
È la pietra la vera protagonista di questa suite, materia che le conferisce il nome Alisia. Un elegante parquet contraddistingue la zona living dove una parete sfoggia una raffinata
composizione di pietre, mentre lastre di gres effetto marmo ricoprono il bagno, per un effetto finale che trasmette la suggestione di ritrovarsi tra rocce raffinate. Toni caldi accolgono un letto super king size, incorniciato da una parete dipinta che ricorda la bellezza di un tramonto autunnale, lo stesso che si può ammirare dalle grandi vetrate vista lago. Una vasca Airpool privata sul balcone completa un rifugio di benessere di circa 75 mq.
SPA SUITE ARGANTOS
SPA SUITE ARGANTOS, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Ispirata all’acqua, questa suite di circa 85 mq è impreziosita dal color argento, Argantos appunto. Toni nature di parquet e pareti si abbinano al gres del
bagno open space, mentre una lamina color argento al centro del soffitto, grazie a un particolare gioco di luci, ricrea riverberi analoghi a quelli dell’acqua e trasporta in un’altra dimensione. Letto super king size, bagno turco, Airpool e sauna panoramica sul balcone rappresentano il vero lusso di questa spa suite, disponibile in numero limitato (solo 4 stanze).
ROYAL SUITE AWEN
ROYAL SUITE AWEN, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Reale e maestosa, Awen è, come la massima ispirazione poetica, la suite più lussuosa di EALA. Il suo spazio interno è di 107 mq e include un’area living e il bagno turco in camera,
mentre all’esterno si compone di terrazza di 58 mq con vasca Airpool e sauna panoramica, nonché un giardino di 185 mq con piscina privata.