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  • Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante

    A Modena il 20 e 21 ottobre 2024 ha avuto luogo la settima edizione dell’appassionante kermesse “Modena Champagne Experience”.

    Di Adriano Guerri

    All’ interno degli ampi spazi di Modenafiere è tornata la più grande manifestazione italiana dedicata esclusivamente ad una delle bollicine più note e apprezzate al mondo. I visitatori, in questa edizione hanno avuto la possibilità di presentarsi al banco d’ assaggio di ben 168 espositori, tra maison e vigneron con oltre 800 etichette in degustazione.

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    L’ evento è stato ben organizzato da Excellence srl SIDI, prestigiosa società che raduna 21 importatori e distributori di vino italiani. Gli espositori sono stati divisi in cinque zone e con colori diversi: Maison Classiche, Montagne de Reims, Côte des Bar, Côte des Blancs e Vallée de la Marne. Molti Champagne da poter assaporare con vari dosaggi, e varie tipologie: Blanc de Noirs, Blanc de Blancs Cuvée e permanenze sui lieviti che vanno dai tre anni sino ed oltre 12 anni. Ce n’erano per soddisfare l’esigenza di ogni palato. Sottopongo alcuni assaggi avvenuti nella zona verde, ossia la Montagne de Reims.

    La Montagne de Reims si trova nella parte settentrionale della regione Champagne, più precisamente tra Reims ed Epernay. Vanta più comuni classificati come Grand Cru di altri distretti. Il vitigno maggiormente allevato è il Pinot Noir, tuttavia vengono coltivati anche il Meunier e lo Chardonnay. Caratterizzata da dolci colline, rilievi montuosi piuttosto bassi e pianure. Ho avuto il piacere di soggiornare a Reims, durante la mia breve permanenza nella regione. Non vedo l’ora di tornarci.

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

     Ecco alcuni assaggi da me effettuati

    Grand Assemblage Extra Brut Jeeper – Chardonnay 60%,Pinot Noir 25% e Meunier 15% – Dosaggio: 0 g/l – 48 mesi sui lieviti –  Bel paglierino brillante, al naso rivela note di pesca, pompelmo, frutti di bosco e pan brioche, il sorso è vibrante, cremoso e armonioso, decisamente duraturo.
    Sito di riferimentowww.champagne-jeeper.com

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    Millesimè  2016 Barons de Rothschild – Chardonnay 51% e Pinot Noir 49% – Dosaggio: 5 g/l – 90 mesi sui lieviti – Giallo dorato luminoso, perlage fine e persistente, al naso svela note di zagara, pera , creme noisettes e pasticceria mignon, il sorso è fresco, setoso, armonioso, dal finale lungo.

    Sito di riferimento: www.champagne-brd.com

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    L’Autre R Grand Cru Extra Brut Jacques Rousseaux– Pinot Noir 100% – Dosaggio: 6,5 g/l – 84 mesi sui lieviti – Giallo dorato luminoso, al naso si percepiscono note rosa canina, ribes, lampone, lime e croissant caldo, al palato è avvolgente, pieno e con una rinfrescante piacevolezza di beva.

    Sito di riferimento: www.champagne-jacquesrousseaux.com

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    Epître Act Blanc de Noirs  Millésimé Premier Cru Extra Brut 2018 Crucifix Pere & Fils – Pinot Noir 100% – Dosaggio: 3,5 g/l – 84 mesi sui lieviti – Giallo dorato brillante, bollicine finissime, al naso sviluppa note di scorza d’agrumi, miele, frutta tropicale e crosta di pane, al gusto è  saporito e la sua freschezza ti invita ad un sorso successivo.

    Sito di riferimento: www.champagne-crucifix.fr

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    L’ Alchime Charles Beaudouin – Chardonnay 100% – Dosaggio: 4,8 g/l – 72 mesi sui lieviti – Paglierino luminoso con riflessi dorati, perlage fine, al naso emana sentori di fiori bianchi, pera, melone, frutta esotica e croissant, il sorso è vibrante, fine, cremoso e delizioso. Rimane in bocca a lungo.

    Sito di riferimento: www.champagne-charles-beaudouin.com

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    Extra Brut Millésimé Le Nid d’Agace Premier Cru Monmarthe – Pinot Noir 60% e Chardonnay 40% – Dosaggio. 5 g/l – 84 mesi sui lieviti – Giallo oro brillante, perlage finissimo, al naso sprigiona note di pesca, pan brioche, mandorla che ben si integrano con sottili nuances agrumate, al gusto è saporito, dinamico ed avvolgente, con finale veramente durevole.

    Sito di riferimento: www.champagne-monmarthe

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    Extra Brut Millesimé 2013 Gardet – Pinot Noir 70% e Chardonnay 30% – Dosaggio: 4 g/l – 60 mesi sui lieviti – Tonalità oro brillante, perlage fine e persistente, al naso dipana sentori di biancospino, frutti di bosco e note di pompelmo rosa, il sorso è ricco, vibrante, cremoso e coerente, dotato e una lunga persistenza aromatica.

    Sito di riferimento: www.champagne-gardet.com

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

    MMIX Cuvée Millésimè  2009 Brimoncourt – Chardonnay 100% – Dosaggio 5 g/l – 144 mesi sui lieviti – Dorato luminoso, bollicine sottili, giungono al naso raffinati sentori di agrumi, mela cotogna, prugna mirabella, creme noisette e pan brioche, al palato è ricco, suadente, saporito e incredibilmente duraturo.

    Sito di riferimento: www.brimoncourt.com

    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell'autore
    Modena Champagne Experience 2024, evento affascinante, foto dell’autore

     

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://www.champagneexperience.it/evento/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it

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  • Modena Champagne 2024: un evento irresistibile

    Modena Champagne 2024: un evento irresistibile

    Modena Champagne 2024 e le sue bollicine, ma non solo

    di Elsa Leandri

    Impossibile non resistere al richiamo delle bollicine d’Oltralpe! Anche quest’anno partecipare all’evento promosso e organizzato, in modo eccelso, da Excellence Srl nei giorni del 20 e 21 ottobre era d’obbligo: Modena Champagne un appuntamento annuale che è giunto alla sua settima edizione! Ben 168 produttori presenti tra grandi e piccole maison e ovviamente non sono mancate delle masterclass per approfondire più da vicino la conoscenza di questo territorio che continua a affascinare sempre più persone.

    Elsa Leandri a Modena Champagne, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell'autrice
    Elsa Leandri a Modena Champagne, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell’autrice

    Solitamente ci dedichiamo alle bollicine (e per dire il vero del tempo lo abbiamo dedicato a questo), ma come è noto a tutti la Champagne racchiude altre 2 AOC: Rosé des Riceys e Coteaux Champenois. Quest’ultima, il cui riconoscimento è del 1974, in realtà rappresenta proprio la prima tipologia di vino che veniva prodotta in questa zona del nord est francese. Nel 1950 si è assistito all’affermazione dello champagne tale da oscurare la produzione di vini bianchi, rosati o rossi fermi. In questo ultimo periodo invece i viticoltori si stanno nuovamente indirizzando verso i Coteaux e Modena Champagne ha fatto lo stesso proponendo una masterclass guidata da Alberto Lupetti sui Coteaux Champenois, a cui abbiamo partecipato con grande interesse.

    Cinque i vini in degustazione:

    • Coteaux Champenois Rouge Cuvée Athenais Rouge 2019 (Champagne Gonet Medeville)
    • Coteaux Champenois Hauts Tourets 2019 (Champagne Rodez)
    • Coteaux Champenois Rouge 2020 ( Champagne Pierre Gerbais)
    • Coteaux Champenois Rouge 2018 (Champagne de Venoge)
    • Coteaux Champenois Rouge En Chanzeux 2020 (Champagne Devaux)
    BICCHIERI MASTERCLASS E VINI DELLA MASTERCLASS COTEAUX CHAMPENOIS, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell'autrice
    BICCHIERI MASTERCLASS E VINI DELLA MASTERCLASS COTEAUX CHAMPENOIS, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell’autrice

    Champagne Gonet Medeville: i terreni di questa maison si trovano nei dintorni di Epernay sia in zone Grand Cru che Premier Cru. La Cuvée Athenais è ottenuta da vigne vecchie di pinot nero della zona di Ambonnay (Grand Cru) allevato in una zona ricca di craie. La malolattica viene effettuata in barrique a cui segue una maturazione di 18 mesi con un utilizzo del 30% di barrique nuove. Frutto di unannata eccezionale si rende interessante per l’impatto di peonia e rosa rossa, cosparso da echi di cenere di camino e di grafite, con in chiusura un richiamo vegetale. Ottimo dinamismo tra acidità e tannino che rende il sorso piacevole.

    Champagne Rodez: rimaniamo ad Ambonnay ma in una zona in cui il terreno diventa più argilloso. La vinificazione è molto simile a quella di Gonet Medeville in quanto la malolattica viene svolta in barrique con una maturazione in legno di 18 mesi. Sentori di matita, di ciliegia in confettura, di ruggine che anticipano un sorso fresco con una trama tannica decisa.

    Champagne Pierre Gerbais: ci spostiamo ora nell’Aube, più precisamente a Celles sur Ource con un’esposizione delle vigne a nord e con l’uso di solo acciaio sia durante la fermentazione che la maturazione. In questo caso si avverte un profilo olfattivo floreale che si intreccia con la marasca e la fragolina di bosco. Un’eleganza che si riflette con una struttura più leggera in cui la freschezza guida il sorso accompagnato da tannini ben levigati.

    Champagne de Venoge: in questo caso il pinot nero proviene sempre dall’Aube, ma dalla zona di Les Riceys, la zona più vitata della regione Champagne e l’unica a accogliere le tre AOC. La fermentazione e la maturazione avviene in barrique e in acciaio. Frutta scura e nota speziata introducono sorprendentemente una freschezza di succo di ribes e un’elevata sapidità.

    Champagne Devaux: altra rappresentante della Côte des Bar sita a Bar-sur-Seine. Anche in questo caso il pinot nero deriva dal villaggio dalle tre chiese da un vigneto con esposizione a sud, le cui viti hanno più di 70 anni. Fermentazione e maturazione in barrique d’Argonne. Delicato e seducente con cenni di rosa rossa e peonia accarezzati da effluvi balsamici d’eucalipto e cosparsi da piccola frutta rossa. Connubio perfetto tra freschezza e tannini.

    Una degustazione che ha toccato principalmente due zone in cui il pinot nero è il vitigno principale e che ci ha permesso di apprezzarne la sua vinificazione come vino fermo, declinato in diverso modo a seconda delle scelte attuate dalle differenti maison.

    Tuttavia per concludere non possiamo non citare alcune maison di Champagne soprattutto della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs, zone su cui ci siamo maggiormente focalizzati: il nostro amore per l’effervescenza è difficile da domare!

    Nella Côte des Blancs:

    • Pierre Legras a Chouilly con Monographie Blanc de Blancs Grand Cru in cui lo chardonnay si declina in tutta la sua specificità con scorza di cedro, fiori bianchi e ananas arrostito
    CHAMPAGNE PIERRE LEGRAS, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell'autrice
    CHAMPAGNE PIERRE LEGRAS, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell’autrice
    • Champagne Cazals a Le Mesnil sur Oger con Extra Brut Cuvée Vive Grand Cru in cui il bouquet di caprifoglio e mughetto è da preludio a una vivace freschezza con finale di kumquat
    • André Robert a Le Mesnil sur Oger con Terre du Mesnil 2018 che dai ricordi di mango e papaya sorprende per la sua mineralità.
    ANDRÉ ROBERT TERRE DU MESNIL 2018, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell'autrice
    ANDRÉ ROBERT TERRE DU MESNIL 2018, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell’autrice

    Nella Vallée de la Marne:

    • Henri Giraud a Aÿ Champagne con Esprit in cui i frutti di bosco fragranti ci guidano verso un sorso caratterizzato dalla sapidità.
    • Vincent D’Astrée a Pierry con Collection 1997. Mandorle e noccioline tostate, ananas candito e fiori gialli si proiettano su una seducente ampiezza in bocca con chiusura di mandarino cinese. 
    COLLECTION 1997 Vincent D’Astrée, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell'autrice
    COLLECTION 1997 Vincent D’Astrée, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell’autrice
    • Roulot Fournier a Festigny con la Cuvée Brut Réserve in cui si sente la presenza del meunier con i tipici sentori di albicocca e di fiori gialli. Ottima integrazione delle bollicine e elegante sapidità finale

    Nella Montagne de Reims:

    • Crucifix Père et Fils con Epitre Act Blanc de Noirs Millesimé 2018 Premier Cru Extra Brut il pinot nero invita con i richiami di ciliegia marasca, ribes rosso e fragoline di bosco. Sorso dettato da una dinamicità tra freschezza e sapidità concludendosi su dei richiami agrumati.
    ELSA E CRUCIFIX ET FILS, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell'autrice
    ELSA E CRUCIFIX ET FILS, articolo: Modena Champagne 2024: un evento irresistibile, foto dell’autrice

     

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

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    Sito evento: https://www.champagneexperience.it/evento/ 

  • Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Terza tappa del mio viaggio in Champagne alla maison di Champagne Canard-Duchêne

    Di Elsa Leandri

    Verde e oro sono i due colori, il cui accostamento trasmette immediatamente regalità, che rappresentano questa azienda. Forse non è tra le cantine maggiormente conosciute in Italia ma il suo nome e le sue etichette sono sempre presenti in Francia dai supermercati alle enoteche fino a diventare proprio quest’anno, nel 2024, il fornitore ufficiale dell’Académie des Arts et Techniques du Cinéma: si tratta di Canard-Duchêne.

    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Storia

    La storia di questa cantina nasce, nel 1868, dall’unione di Léonie Duchêne, figlia di viticoltore, e di Victor Canard, fabbricante di botti, nel cuore del parco naturale della Montagne de Reims a Ludes, uno dei 44 villaggi classificati come Premier Cru della Champagne.
    I proprietari particolarmente attenti alle dinamiche del mercato vedono, non a torto, un potenziale cliente nella Russia.

    Lo zar Nicola II diventa, infatti, un grande estimatore dello champagne prodotto da questa Maison e in suo omaggio viene introdotto nello stemma di Canard Duchêne l’aquila bicipite, blasone della famiglia Romanov, accanto alla sciabola che rievoca invece gli ussari di Napoleone i quali avevano l’abitudine di sciabolare le bottiglie di champagne in occasione delle vittorie.

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice in primo piano durante la sua visita.
    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice in primo piano durante la sua visita.

    La nostra guida Isabel, una brasiliana che si è trasferita in Champagne, ci conduce nel dedalo delle cantine sotterranee che sono state scavate a mano nella craie e che si estendono per 6 chilometri ad una profondità che varia da 12 a 38 metri.

    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Durante il percorso riviviamo oltre ai vari step del processo produttivo anche la fastosità del Château de Ludes, il castello che si ergeva anticamente laddove si trova l’attuale proprietà e che è stato distrutto durante le due guerre mondiali. Quello che ne rimane sono unicamente le cantine abbellite oggi da incantevoli vetrate dell’antica cappella che sono state restaurate dall’Atelier dei mastri-vetrai Simon-Marq e che vigilano sui nostri passi.

    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Rimaniamo sempre estasiati e affascinati da quelle stanze in cui vengono custodite le bottiglie sur lattes e quelle più vecchie sur pointe proprio per evitare l’eccessivo contatto tra i lieviti e il volume liquido in modo da custodire quanto più possibile gli aromi imprigionati.

    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Riemergiamo dalle cantine e ci accomodiamo in sala degustazione concentrando la nostra attenzione alle cuvée e ai millesimi che hanno visto fino ad oggi la luce grazie alle sapienti mani dello chef de cave Laurent Fédou, il quale, avendo ormai raggiunto l’età della pensione, lascerà il passo nel 2025 a Cynthia Fossier.

    Degustazione

    Charles VII – Blanc de Blancs– 100% Chardonnay- 30% vins de réserve- 6g/L
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Impatto olfattivo floreale su ricordi di gelsomino e di mughetto accompagnato da sentori di pesca gialla, pera e da un delicato finale agrumato di scorza di pompelmo. L’avvolgenza del cavo orale è dinamicizzata dal formicolio dell’effervescenza e dall’elegante chiusura sapida.

    Charles VII - Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Millésime 2015 – 35% Pinot Nero, 35% Chardonnay, 30% Meunier- 7g/L
    Giallo paglierino vivace con riflessi verdolini. Rimandi di albicocca e di bergamotto si accostano alle note di pasticceria e di burro. Regala al sorso un’ampiezza sublime che si dissolve lentamente su echi di zest di limone.

    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Cuvée Léonie – 50% Pinot Nero, 30% Meunier, 20% Chardonnay- 35% vins de réserve- 7g/L
    Il nome di questo champagne, come è facilmente intuibile, è un omaggio alla co-fondatrice.
    Giallo verdolino vivace con un’effervescenza continua. Si declina su frutti di bosco come lampone e ciliegia arricchiti da mango e da effluvi di anice stellato e di vaniglia anticipando un sorso incentrato sulla gourmandise e dotato di un’elevata lunghezza.

    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Charles VII – Blanc de Noirs – 100% Pinot Nero- 50% vins de réserve di cui 25% metodo solera- 7g/L
    Paglierino con riflessi ramati con treni di bolle numerosi e continui. Kumquat, scorza di arancia e mirabelle sono i protagonisti a livello olfattivo che vengono impreziositi da brezze di tabacco e caffè. Attraente in bocca per l’entrata ampia e fruttata ravvivata dalla freschezza e dalla sapidità su rimandi di liquirizia.

    Charles VII - Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    V Vintage 2012 – Blanc de Noirs – 70% Pinot Nero, 30% Meunier- Pas Dosé
    Il nome di questo Champagne vuole omaggiare, invece, il co-fondatore della cantina Victor Canard.
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Susina gialla, mela cotogna, pesca tabacchiera, eleganti soffi di sottobosco e caffè tostato guidano verso un sorso elegante dettato dalla freschezza e dalla verticalità di bocca sorretta da un’effervescenza delicata. Lungo finale di lampone.

    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

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    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Maison: https://www.canard-duchene.fr/fr/

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  • Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri

    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri

    Wine Paris 2024: Vizi e Virtù della Prima Fiera Enologica dell’Anno in Europa

    Di Marco Maria Marcialis

    Parigi, la città delle luci e dell’eccellenza culinaria, ha ospitato la tre giorni intensa di Wine Paris 2024, un evento che ha affascinato e coinvolto gli amanti del vino provenienti da tutto il mondo. Questa fiera enologica, che si è svolta tra vizi e virtù, ha offerto un’esperienza straordinaria, rappresentando in modo eccellente non solo la Francia, ma anche altre regioni vinicole di prestigio.

    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, logo da internet
    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, logo da internet

    Le novità di quest’anno hanno incluso un padiglione dedicato all’Italia e un altro interamente dedicato agli Spirits, con una grande e accogliente lounge riservata alla stampa e ai VIP. Questo ha aggiunto un tocco di diversità e ricchezza all’evento, ampliando le opportunità di scoperta e degustazione per i partecipanti.

    L’edizione di quest’anno ha segnato un importante traguardo in un 2024 caratterizzato da un ottimismo ancora tiepido e prudente. Con altri eventi di rilievo come il Prowein a Düsseldorf e il Vinitaly a Verona in programma per i mesi successivi, Wine Paris ha avuto il compito di aprire le danze in grande stile, e ciò è stato compiuto con successo.

    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, foto di Marco M. Marcialis
    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, foto di Marco M. Marcialis

    Esaminando da vicino le virtù di questa manifestazione, emergono diversi punti chiave:

    Accessibilità: Parigi, come grande capitale, è facilmente raggiungibile sia per i primi arrivati che per coloro che preferiscono prendersi più tempo. Con aeroporti come Orly e Charles de Gaulle, insieme ad altri servizi di trasporto, l’accesso alla fiera è stato reso estremamente agevole.

    Trasporti: Una volta giunti in città, i partecipanti hanno potuto godere di un’efficiente rete di trasporti pubblici che ha reso semplice spostarsi da un punto all’altro, anche durante le ore notturne grazie ai servizi di mobilità come Uber e Bolt.

    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, foto di Marco M. Marcialis
    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, foto di Marco M. Marcialis

    Hotel: L’ampia selezione di hotel parigini ha garantito una varietà di opzioni di alloggio adatte a tutti i budget, permettendo ai visitatori di trovare sistemazioni convenienti anche durante i periodi di alta stagione turistica.

    Ristoranti e Bistrot: Grazie alla ricchezza dell’offerta gastronomica parigina, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di prenotare ristoranti e bistrot di alto livello per le loro cene d’affari, arricchendo ulteriormente l’esperienza complessiva dell’evento.

    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, foto di Marco M. Marcialis
    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, foto di Marco M. Marcialis

    Mobilità e Servizi: All’interno della fiera, il personale ha gestito con efficienza i flussi di visitatori, garantendo un’esperienza senza intoppi. I punti ristoro e i servizi sono stati sempre all’altezza delle aspettative, assicurando il comfort dei partecipanti.

    Allestimenti e Stand: Con quasi 4000 espositori, Wine Paris ha offerto una vasta gamma di allestimenti e stand esteticamente piacevoli e facilmente navigabili, facilitando la scoperta dei produttori e dei loro vini.

    Qualità dei Vini e dei Partecipanti: In ogni padiglione hanno spiccato sia grandi aziende che piccoli produttori, contribuendo a un livello complessivo molto elevato e accattivante. La presenza di consorzi, commercianti e giornalisti internazionali ha arricchito ulteriormente l’evento, offrendo interessanti opportunità commerciali e di networking.

    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, azienda Ornella Bellia Venezia Wines, foto di Marco M. Marcialis
    Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri, azienda Ornella Bellia Venezia Wines, foto di Marco M. Marcialis

    Tuttavia, nonostante le numerose virtù, alcuni vizi hanno fatto capolino durante l’analisi dell’evento:

    Durata: Data la qualità e l’importanza dell’evento, molti partecipanti avrebbero gradito un giorno in più per esplorare in modo più approfondito tutte le opportunità offerte da Wine Paris.

    Stand Gastronomici: Alcuni visitatori avrebbero apprezzato una presenza più consistente di stand gastronomici e food truck, offrendo così una maggiore varietà di esperienze culinarie in linea con l’eccezionale cucina francese.

    Sito azienda Ornella Bellia Venezia Wines: https://www.ornellabellia.it/

    Marco Maria Marcialis con la cantina Ornella Bellia Venezia Wines, articolo: Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri
    Marco Maria Marcialis con la cantina Ornella Bellia Venezia Wines, articolo: Wine Paris 2024, un incrocio di assaggi, vendite e incontri

    Wine Paris 2024 ha rappresentato un’occasione unica per immergersi nel mondo del vino e dell’enogastronomia, offrendo un’esperienza indimenticabile sia per gli appassionati del settore che per i professionisti. Con la promessa di ritornare l’anno prossimo, questa fiera ha lasciato un’impronta positiva nei cuori e nelle menti di tutti i suoi partecipanti.

    Mon Cher Wine Paris 2024, à l’année prochaine!

    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano
    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano

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  • Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine

    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine

    Il Binomio Perfetto tra Bollicine e Eccellenza

    Di Carol Agostini e P.F.

    Modena, la rinomata città emiliana famosa per i prelibati aceti balsamici e la maestria motoristica della Ferrari, ha dato vita a una manifestazione che combina il lusso delle bollicine francesi con la passione per la gastronomia: la Modena Champagne Experience.

    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini
    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini

    Un Elogio alle Bollicine di Eccellenza

    L’evento, che si tiene annualmente tra le mura della splendida Villa Griffoni, è un’ode alle bollicine francesi, con una particolare enfasi sui pregiati champagne. Questa manifestazione è il luogo in cui produttori, sommelier, intenditori e appassionati si riuniscono per celebrare il vino spumante di qualità superiore e i suoi abbinamenti culinari.

    Non solo bollicine francesi all’evento ma anche la presenza di qualche banco di eccellenza gastronomica italiana come ad esempio l’Antica Offelleria di Verona della Pasticceria artigianale Scarpato con la presenza del titolare Marco Ferrarese che ho rivisto con molto piacere https://www.scarpato.it/

    Antica Offelleria Verona, la casa dell’originale Offella: un capolavoro della pasticceria tradizionale veronese, antenato del Pandoro, che diventa il protagonista indiscusso delle festività dell’anno e di tutti i momenti più speciali. Nell’Antica Offelleria Verona, la regina dei dolci lievitati trova la sua casa, la sua originale fragranza, la sua inconfondibile bontà.

     

    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, Carol Agostini con marco Ferrarese titolare Pasticceria Scarpato
    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, Carol Agostini con Marco Ferrarese titolare Pasticceria Scarpato

    L’Eccellenza del Champagne

    Il fulcro di questo evento è, naturalmente, le bollicine francesi, vini effervescenti provenienti dalla regione francese che è unanimemente riconosciuto come l’emblema del lusso enologico. I partecipanti hanno l’opportunità di degustare una vasta gamma di champagne provenienti dalle case di produzione più prestigiose. Dai cuvée più famosi ai millésimés, si ha l’opportunità di immergersi in una varietà di aromi, sapori e profumi. In questo contesto, esperti e sommelier guidano degustazioni mirate, svelando segreti e curiosità dietro a ciascuna etichetta.

    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini
    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini

    Il Matrimonio tra Champagne e Cibo

    Questo evento non è soltanto una celebrazione del vino, ma anche un omaggio all’arte culinaria. Ecco perché ogni edizione si concentra sull’abbinamento perfetto tra champagne e cibo. Gli chef locali, famosi per la loro creatività e passione, preparano piatti straordinari in grado di esaltare le caratteristiche di ogni vino spumante. Dai sapori intensi del parmigiano reggiano alle prelibatezze dell’aceto balsamico tradizionale, l’offerta gastronomica è un viaggio di sapori emiliani.

    Esperienza e Conoscenza

    E’ anche un’occasione per approfondire la conoscenza delle bollicine. Oltre alle degustazioni, esperti del settore tengono seminari, conferenze e masterclass su argomenti come la storia delle bollicine francesi, le tecniche di produzione e le ultime tendenze del settore.
    Un’Atmosfera di Pura Eleganza
    L’atmosfera che pervade è intrisa di lusso ed eleganza. La cornice offerta dalla Villa Griffoni, con i suoi giardini curati e gli interni affrescati, è il luogo ideale per celebrare questo nettare divino. Ogni dettaglio, dalle cristallerie scintillanti alle mise degli ospiti, contribuisce a creare un’atmosfera unica.

    Un Appuntamento da Non Perdere

    E’ un appuntamento da non perdere per chi ama le bollicine e vuole immergersi nell’essenza dello champagne. Questo evento mette in evidenza come la tradizione del buon cibo e del buon vino sia profondamente radicata nella cultura emiliana, offrendo un’esperienza unica per gli amanti del lusso enogastronomico. La prossima edizione è attesa con trepidazione, pronta a deliziare i sensi e a celebrare la magnificenza delle bollicine francesi in terra italiana.
    Presenti a questa manifestazione da anni come stampa e redazione quest’anno, nei due anni iniziali di evento come co-relatore Carol Agostini a delle masterclass: lambrusco a confronto con lo champagne condotte dal grande esperto di settore Giorgio Melandri.

    Tra le bollicine preferite di questa edizione sono state quelle importate e selezionate da Marco Marini e socio di M.B. Bollicine di Francia, vedi sito: https://www.bollicinedifrancia.com/

     

    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini
    Modena Champagne Experience 2023: omaggio alle bollicine, foto di Carol Agostini con l’importatore Marco Marini di MB Bollicine di Francia

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  • Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi

    Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi

    Per tutti gli appassionati di bollicine oltralpe una manifestazione da non perdere assolutamente è quella organizzata da Società Excellence, associazione che racchiude ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani: Modena Champagne Experience.

    Di Elsa Leandri

    In questa edizione che si è svolta il 15-16 ottobre 2023 erano presenti ben 176 produttori tra grandi maison e piccoli produttori offrendo la possibilità di spaziare dalla Montagne di Reims alla Côte des Bar, dalla Vallée de la Marne alla Côte des Blancs.
    L’ambiente è effervescente, tutti sono stregati dagli champagne e volano da una postazione all’altra come api alla ricerca del nettare. In questa occasione tutti i gusti e tutti i palati vengono soddisfatti: champagne più verticali, altri più orizzontali, monovitigni o uvaggi, millesimati o sans année, nature o brut creano un fascinoso dedalo.

    Modena Champagne Experience 2023 di Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Modena Champagne Experience 2023 di Elsa Leandri, foto dell’autrice

    Di fronte a questa manifestazione non si può farci trovare impreparati soprattutto quando siamo costretti a viverla e a concentrarla in un unico giorno e il nostro obiettivo quest’anno è stato quello di andare alla ricerca di quelle etichette un po’ meno conosciute, della qualità, della chicca e, in effetti, qualcuna ne abbiamo trovata!

    Elsa Leandri all'ingresso della manifestazione Modena Champagne Experience 2023
    Elsa Leandri all’ingresso della manifestazione Modena Champagne Experience 2023

    Vi conduco quindi nel nostro viaggio saltando da una bolla e all’altra!

    Grandi Maison

    Champagne Virginie T.
    Questa Maison è situata ai piedi della Montagne de Reims, più precisamente a Sillery. L’azienda nasce nel 2008 quando Virginie Taittinger decide di distaccarsi dalla celebre maison Taittinger nel quale ha affiancato il padre per diversi anni per poter proporre la propria interpretazione dello champagne. Dal 2015 è entrato nell’organico della cantina anche suo figlio Ferdinand Pougatch- Taittinger a cui dobbiamo un’ulteriore lettura di questo nettare degli dei e che ci ha attratto.

    FERDINAND POUGATCH taittanger E EXTRA BRUT BLANC DE NOIRS 2015, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    FERDINAND POUGATCH taittanger E EXTRA BRUT BLANC DE NOIRS 2015, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    L’Extra Brut Blanc de Noirs 2015 (66% Pinot Noir, 34% Meunier) seduce per la sua verticalità con la piccola frutta rossa e le leggere note di viennoiserie che accompagnano il sorso stuzzicato da un’elegante effervescenza. Promette un elevato potenziale evolutivo.
    Il Brut Nature Vintage 2009 (70% Pinot Noir, 10% Meunier, 20% Chardonnay) con i suoi 120 mesi di affinamento sui lieviti offre un impatto molto complesso con dei sentori di agrume candito e di ananas essiccato su un sottofondo di pasticceria. Ideale per accompagnare un piatto gastronomico.

    Côte des Bar

    Forse la zona che meno attrae ai più perché considerata “meno vocata” ma per noi questa è la nostra zona di “casa” e abbiamo trovato veramente delle piccole pepite.

    Domaine La Borderie
    Quest’azienda, che si trova a Bar Sur Seine, abbiamo avuto modo di conoscerla nella Route du Champagne en Fête del 2019 e oggi si è confermata per il suo elevato standard qualitativo che Simon e Marie Normand attenzionano continuamente.

    SIMON NORMAND E EXTRA BRUT TROIS CONTREES, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    SIMON NORMAND E EXTRA BRUT TROIS CONTREES, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Extra-Brut Trois Contrées (70% Pinot Noir, 23% Chardonnay, 7% Pinot Blanc) ottenuto da uve provenienti da tre parcelle dei tre villaggi Bar sur Seine, Merrey sur Arce e Ville sur Arce subisce un affinamento sui lieviti di 30 mesi. La vendemmia base è quella del 2020 a cui sono stati aggiunti un 20% di vins de réserve. La bocca è tesa con dei sentori di fragoline di bosco e floreali. Effervescenza appagante.
    Le Devoix Coteaux Champenois Rouge 2019 (100% Pinot Noir) Fuori dal coro questa bottiglia che propone il pinot nero vinificato in rosso con una maturazione di 10 mesi in botte. Altamente seducente! La ciliegia polposa e i tannini setosi accarezzano il palato offrendo un pieno sorso dalla lunga persistenza.

    Champagne Erick Schreiber
    Erick è tra i pionieri della biodinamica in questa regione. Già dal 1990 ha sposato questa filosofia per far sì che la pianta possa ottenere beneficio sia dalla terra che dal sole e dagli astri permettendo in questo modo di far raggiungere alla pianta un’armonia con il cosmo.

    GAEL SCHREIBER, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    GAEL SCHREIBER, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Tutta la linea proposta è molto interessante ma quello che ci ha emozionato maggiormente è stato il Blanc de Blancs Extra Brut “Linea Millésime” 2018 (100% Chardonnay) con i suoi sentori di ginestra, di pesca, pompelmo e pasticceria. Effluvi di pepe bianco in chiusura. Ingresso ampio e strutturato con una lunga chiusura fruttata.

    ETICHETTA BLANC DE BLANCS EXTRA BRUT MILLESIME 2018, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    ETICHETTA BLANC DE BLANCS EXTRA BRUT MILLESIME 2018, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Champagne Pierre Gerbais
    Siamo a Celles sur Ource un paese in cui si ha un’elevata produzione di Pinot Bianco che la maison Pierre Gerbais vinifica anche in purezza raggiungendo a nostro avviso il culmine in La Loge in cui le note floreali di gelsomino e mughetto accompagnano i ricordi fruttati di lime e pesca gialla, la leggera speziatura ne completa il profilo. Bella tensione e mineralità in bocca.

    CHAMPAGNE LA LOGE, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    CHAMPAGNE LA LOGE, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Côte des Blancs

    Champagne Albert Lebrun
    Fondata nel 1860 nasce in uno dei più rinomati Grand Cru della Côte des Blancs, Avize. Dal 2003 l’azienda, pur mantenendo il nome storico, è passata sotto la guida della maison Rapeneau. Possiede 200 ettari alcuni dei quali, impiantati a meunier, sono posti nella zona vocata di Vandières nella Vallée de La Marne. Nonostante che la cantina fosse nella zona della Côte des Blancs noi siamo stati sedotti proprio dal Meunier in purezza.

    Bio Brut (100% Meunier, 15% di vin de réserve) offre una pura espressione del vitigno con sentori di mirabelle, pesca , nocciola. Al palato si distende in modo elegante e attrattivo.

    CHAMPAGNE BIO BRUT ALBERT LEBRUN, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    CHAMPAGNE BIO BRUT ALBERT LEBRUN, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Champagne Hélène Beaugrand
    La zona di Montgueux è quella forse meno ricordata ma viene pur sempre spesso indicata come la “Montrachet de Champagne”. È qui che Hélène dal 2018 avendo ereditato tre ettari di vigneto ha fondato il suo proprio Domaine nel quale l’unico protagonista è lo chardonnay.

    HéLèNE BEAUGRAND CON CHAMPAGNE DERRIèRE LA CABANE, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    HéLèNE BEAUGRAND CON CHAMPAGNE DERRIèRE LA CABANE, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Derrière la Cabane- Blanc de Blancs extra brut (100% chardonnay) si basa sulla vendemmia 2018 a cui sono stati aggiunti i vini di riserva. I vigneti sono impiantati in collina a piena esposizione sud con un terreno ricco di silex e turoniano. Ne deriva uno champagne con un profilo aromatico ben associabile allo Chardonnay con una freschezza agrumata che sostiene una lunga persistenza in bocca.

    Montagne de Reims

    Champagne Sylvie Moreau
    La storia di questa cantina nasce nel 1962 quando André, il padre di Sylvie, decide di impiantare le prime vigne nel comune di Saint Euphraise sotto gli occhi increduli delle persone più anziane. Questa lungimiranza è stata ripagata nel corso del tempo e ora la cantina, che conta 3 ha di vigneto, è sotto la guida di Sylvie e del marito Olivier. La loro grande attenzione verso il territorio e l’uva gli spinge alla conversione biologica, label di cui sono stati insigniti nel 2023, e all’individuare una selezione di grandi vini prodotti dalla cantina che andranno a costituire delle bottiglie effimere sotto il termine “Edition”.

    SYLVIE MOREAU E ELSA LEANDRI, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    SYLVIE MOREAU E ELSA LEANDRI, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Collection Privée Edition n06 sélection de 1480 bouteilles
    Solo 1480 bottiglie con la vendemmia 2011 costituito da 50% pinot nero e 50% chardonnay e una sosta sui lieviti di 103 mesi. Elegante e ampio al naso con sentori di pasticceria che accompagnano le note fruttate e floreali. Grande struttura in bocca che si espande e si proietta su un’elevata lunghezza di bocca.

    Vallée de la Marne

    Champagne Bourgeois-Diaz
    Attualmente alla gestione della cantina e dei 6,80 ettari ci sono Jerome e sua moglie Charlotte. Siamo a Crouttes Sur Marne in cui il Meunier regna incontrastato. Elevata attenzione nella sia in vigna che in cantina e la conduzione biodinamica permettono di offrire dei prodotti eccellenti.

    Tra tutti è Les Justices 2018 (100% meunier), prodotto per la prima volta nel 2022, che ci ha rapito il cuore. La vinificazione viene effettuata in due uova di cemento orizzontali di 350 litri e in seguito ad un affinamento sui lieviti di 30 mesi otteniamo un vino da una complessità aromatica importante, quasi con echi ossidativi, con ricordi di albicocca in confettura, mirabelle, scorza di pompelmo che si intrecciano a echi di pasticceria. La controllata vivacità si dissolve lentamente in bocca proiettandoci con la mente su abbinamenti gastronomici.

    CHAMPAGNE LES JUSTICES, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    CHAMPAGNE LES JUSTICES, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    Champagne Roulot-Fournier
    Nel cuore della Vallée de la Marne, più precisamente a Festigny, Richard e Nathalie Roulot conducono i loro 8 ettari impiantati principalmente a Meunier, vitigno rappresentativo di tale zona. Come molte cantine si sono fregiati della certificazione HVE (Haute Valeur Environnementale) e di quella VDC (Viticulture Durable en Champagne) indice di un massimo rispetto per il proprio ambiente così da ottenere dell’uva sana.

    RICHARD E NATHALIE ROULOT & CUVEE TRADITION BRUT NATURE, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice
    RICHARD E NATHALIE ROULOT & CUVEE TRADITION BRUT NATURE, articolo: Modena Champagne Experience 2023, racconti e assaggi, foto autrice

    La Cuvée Tradition Brut Nature (100% Meunier) pur essendo il vino d’entrata della maison dischiude già tutti i sentori tipici del vitigno: albicocca, pesca, scorza di agrume, acacia e tiglio. Struttura e lunghezza di bocca fanno di questo prodotto un ottimo entry level.

    Non ci rimane che aspettare impazientemente la prossima edizione nel 2024, ma nel frattempo ricordatevi di festeggiare lo Champagne Day il 27 ottobre 2023!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://www.champagneexperience.it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    Marie-Françoise Ratron-Galet e le sue vigne

    Di Elsa Leandri

    Il fiume Loira, principale via di comunicazione tra l’Oceano Atlantico e il centro della Francia, si muove lentamente tra le sue anse accogliendo silenziosamente i suoi numerosi affluenti e vigilando attentamente sui turisti che affollano questa zona, curiosi di immergersi nelle dimore estive dei reali francesi. I molti castelli regalano uno scorcio di quello che poteva essere la vita al tempo di Francesco I e dei suoi successori con le battute di caccia o con i ricevimenti che vi si tenevano, facendoci pensare all’ambiente raccontato nei romanzi storici.

    Tra tutte le regine e favorite che hanno riempito i corridoi con lo strusciare dei loro maestosi vestiti e con le loro risa e i loro pianti, una simpatia particolare la proviamo per la discussa Caterina de’ Medici, un po’ perché ci parla di Toscana, un po’ perché alla morte del marito Enrico II, si è impegnata con determinazione nel mantenere la sovranità facendo fronte alle rivalità tra cattolici e protestanti, dimostrandosi donna di cultura e di larghe vedute.

    Proprio questa determinazione di Caterina, mi fa pensare a un’altra figura femminile dei nostri tempi: Marie-Françoise Ratron-Galet, proprietaria della cantina Ratron Clos des Cordeliers, a Saumur-Champigny.

    Marie-Françoise ha dedicato più di 10 anni della sua vita alla vendita di dispositivi medici, poi ha voluto conoscere e approfondire quel mondo vitivinicolo che era parte importante della vita di suo marito Sébastien. Per evitare di “tartassarlo di domande” (anche se io credo che sarebbe stato molto contento di risponderle), si rimette in gioco nel 2011 sedendosi nuovamente sui banchi di scuola, e frequenta il liceo viticolo. Inizia così ad entrare attivamente in cantina occupandosi delle vendite, sposando ancora di più quel mondo fatto di sacrifici e anche di soddisfazioni che solo la Terra sa dare e che Sébastien conosce benissimo.

    MARIE-FRANÇOISE RATRON-GALET nelle sue vigne, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina, foto di Elsa Leandri
    MARIE-FRANÇOISE RATRON-GALET nelle sue vigne, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina, foto di Elsa Leandri

    Purtroppo improvvisamente una grave malattia mette a dura prova la tranquillità del nucleo familiare. Sébastien, ormai malato, pensa ai suoi tre amori: sua moglie, sua figlia, Anaïs, e la sua vigna e vuole “lasciare tutto in ordine prima della sua partenza”.

    Vengono effettuati così tutti i passi amministrativi e legali per far sì che la proprietà vitivinicola sia intestata a sua moglie, come lei stessa confida in “Le Vin Ligérien”, in modo da non dover affrontare la successione da vedova. Dopo solo un mese, nel 2017, quel grande vigneron, che le aveva rapito il cuore, muore.

    VIGNA CLOS DE CORDELIERS, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina, foto di Elsa Leandri
    VIGNA CLOS DE CORDELIERS, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina, foto di Elsa Leandri

    Ed è così che nello stesso anno Marie-Françoise prende le redini del suo “chateau” fatto di affetto, di tradizione e di dedizione, sposando il saper fare della famiglia Ratron. Lo studio dei manuali di enologia, gli scritti del marito su ogni singola parcella, su ogni singola fermentazione, su ogni singolo processo diventano pane quotidiano per lei: vuole assolutamente apprendere velocemente i termini tecnici in modo da potersi relazionare alla pari con il nuovo enologo, Paul De Surmont.

    Dal 1932 la cantina Ratron sempre capitanata dagli uomini di famiglia ora vede come condottiero una donna sorridente, determinata, carica d’amore e di passione per questa terra in cui il cabernet franc trova un terreno e un clima ideale.

    CABERNET FRANC INVAIATURA, foto di Elsa Leandri, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina
    CABERNET FRANC INVAIATURA, foto di Elsa Leandri, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    È bene tener presente che quest’attitudine alla coltivazione della vigna in questa zona è riportata negli scritti già nel 1630. Successivamente, come spesso accadeva all’epoca, furono i Cordeliers di Saumur, monaci francescani, che si occuparono della vinificazione e della produzione di vino fino alla Rivoluzione Francese ed è proprio da questo che deriva il nome della cantina. Il primo riconoscimento arriva nel 1830 quando il rosso del Clos des Cordelies rapisce il cuore dell’enologo A. Jullien citandolo nella Classificazione dei Vini del Mondo, quando la cantina era di proprietà della famiglia bordolese Amouroux.

    Ora è Marie-Françoise che vigila su questa terra costituita da 23 ettari, tutti impiantati a cabernet franc, tranne 3,5 ettari in cui lo chenin sta crescendo e di cui vedremo la prima produzione nel 2024.

    Due sono le tipologie di terreno che troviamo: uno ricco di tufo, capace di assorbire l’acqua durante le piogge e di renderla lentamente nei momenti di siccità così come di accogliere il calore durante il giorno e di restituirlo alla vigna nella notte; l’altro, già coltivato dai francescani, accoglie le vigne più vecchie ed è ricco di calcare, un terreno povero che mette la vigna a dura prova e che permette di produrre dei grappoli ricchi di polifenoli.

    Dal primo si ottiene la Cuvée Tradition, dal secondo la Cuvée Prestige, entrambe vinificate in acciaio.

    Passiamo ora alla degustazione di cui riportiamo le nostre vive impressioni

    Cuvée Tradition 2021 frutto rosso fragrante e freschezza in evidenza su tannini in progressione.
    Cuvée Tradition 2020 il frutto diventa maturo ed è accompagnato da gradevoli note floreali. Il tannino e la freschezza lavorano in simbiosi regalando un sorso appagante.

    CUVEE TRADITION in assaggio degustativo di Elsa Leandri, foto dell'autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina
    CUVEE TRADITION in assaggio degustativo di Elsa Leandri, foto dell’autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    Cuvée Prestige 2018 opulento nella frutta croccante! Portando il calice al naso, parte la salivazione di Pavlov, un vino “da mangiare e con cui mangiare”. Dall’entrata intensa evolve con tannini decisi accompagnati da una freschezza elegante abbandonando lentamente il cavo orale.
    Cuvée Prestige 2017, complice l’annata meno calda, spinge maggiormente sulla freschezza che guida e sorregge i tannini. Un vino da saper aspettare ancora.
    Cuvée Prestige 2015 subentrano le note più speziate del vitigno con ricordi di chiodi di garofano, liquirizia e anice stellato che si intrecciano alla frutta rossa e nera in confettura.

    CUVEE PRESTIGE in assaggio degustativo di Elsa Leandri, foto dell'autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina
    CUVEE PRESTIGE in assaggio degustativo di Elsa Leandri, foto dell’autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    Oltre a regalarci questa bellissima verticale, Marie-Françoise, proprio mentre ci apprestavamo a lasciare la cantina, ci tiene a farci sentire i due prodotti di cabernet franc vinificati in bianco: Crémant de Loire Blanc di Noir e L’éclat du noir, ovvero il vin claire del crémant, nei quali emerge la freschezza del vitigno che dona un impatto al contempo vibrante e seducente!

    CREMANT DE LOIRE E ÉCLAT DU NOIR in assaggio degustativo di Elsa Leandri, foto dell'autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina
    CREMANT DE LOIRE E ÉCLAT DU NOIR in assaggio degustativo di Elsa Leandri, foto dell’autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    È vero che la proprietaria ha seguito e ha fatto suoi gli insegnamenti e le indicazioni del marito, tra cui la produzione della Cuvée Céleste a base di Cabernet Franc, di cui Sébastien aveva fatto un esperimento nel 2015 e che sta ancora maturando in legno, differenziandosi per questo dalle altre due. Marie-Françoise ha però introdotto alcuni cambiamenti sia in vigna, come l’uso della confusione sessuale rispetto a quello degli insetticidi o l’introduzione di pale eoliche che affiancano i fuochi per far fronte alle gelate primaverili, sia in cantina, come le prolungate macerazioni a freddo.

    ELSA LEANDRI E MARIE-FRANÇOISE, foto dell'autrice
    ELSA LEANDRI E MARIE-FRANÇOISE, foto dell’autrice, articolo: Valle della Loira 2023, tra tanti Re una Regina

    Tutto questo nell’ottica di portare sempre più in alto il nome e la reputazione della cantina Domaine Ratron Clos des Cordeliers, sperando segretamente in cuor suo di passare il testimone a sua figlia Anaïs.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.clos-des-cordeliers.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023

    Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023

    Da champagnista che vive in zona prosecchista

    Di Carol Agostini

    Reims, Francia – L’eleganza dorata del vino più celebrato al mondo, lo Champagne, continua a far brillare le occasioni speciali in tutto il globo. Questo nettare delle viti, nato tra le dolci colline della regione francese, incanta gli intenditori di tutto il mondo con la sua irripetibile arte effervescente.

    Champagne: L'arte effervescente che incanta il mondo nel 2023, foto da internet
    Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo nel 2023, foto da internet

    E’ un simbolo di gioia, celebrazione e raffinatezza. Ogni sorso trasporta il palato in un’esperienza unica, attraverso le bollicine fini e persistenti che scaturiscono dal cuore stesso della bevanda. Le origini di questo vino raffinato risalgono a secoli fa, quando i monaci benedettini delle abbazie francesi scoprirono i segreti della fermentazione in bottiglia. Da allora, la regione francese dove si produce è diventata l’epicentro di una delle bevande più amate e iconiche del mondo.

    La storia e la tradizione si fondono nell’arte di produrre il metodo champenoise. Le uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, coltivate su terreni calcarei, conferiscono un carattere distintivo a questi vini. La pratica laboriosa e meticolosa di assemblaggio delle diverse varietà di uve conferisce a ogni maison (casa di produzione) la sua firma unica, mantenendo intatta la qualità e lo stile che contraddistinguono lo Champagne.

    Un calice di champagne, foto da internet
    Un calice di champagne, foto da internet

    Ma cosa rende davvero speciale lo Champagne? È il processo di doppia fermentazione in bottiglia, noto come metodo champenoise o metodo classico, che dona a questa bevanda la sua caratteristica effervescenza. Dopo la fermentazione primaria, il vino base viene imbottigliato con una miscela di zucchero e lieviti, creando la rifermentazione in bottiglia. Durante questo processo, si sviluppano le preziose bollicine, che conferiscono al vino quel tocco di magia.

    Oltre alla sua tecnica di produzione unica,  è anche sinonimo di prestigio. Le grandi maison francesi, come Dom Pérignon, Moët & Chandon, Veuve Clicquot e Krug, hanno costruito una reputazione solida nel corso dei secoli, offrendo champagne di alta qualità che hanno accompagnato celebrazioni in tutto il mondo.

    Carol Agostini champagnista che vive in zona prosecchista, champagne tutta la vita
    Carol Agostini champagnista che vive in zona prosecchista, champagne tutta la vita

    Ma non è solo una bevanda per le occasioni speciali. Può essere apprezzato in molti modi, dall’aperitivo al brindisi finale. La sua versatilità culinaria lo rende un compagno ideale per una vasta gamma di piatti, dall’elegante abbinamento con il caviale ai sapori più audaci delle fusion food contemporanee.

    Non c’è dubbio che sia un’eccellenza da celebrare. La sua produzione è sostenuta da rigorosi standard qualitativi e da una denominazione di origine controllata, che garantisce che solo i vini prodotti nella regione di Champagne possano fregiarsi di tale nome.

    Mentre il mondo evolve, rimane una costante nella vita di molte persone. È una dichiarazione di stile, un simbolo di lusso e un’esperienza sensoriale unica. Ogni bottiglia racconta una storia di passione, dedizione e artigianato, trasportando chi la beve in un viaggio di piacere ed eleganza.

    In un mondo frenetico, questa tipologia produttiva ci ricorda l’importanza di rallentare e celebrare i momenti più speciali. È un omaggio all’arte del vivere, un’effervescenza di emozioni inebrianti. Lasciamoci catturare dalla magia dello Champagne e brindiamo a tutto ciò che rende la vita degna di essere celebrata.

    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne: L'arte effervescente che incanta il mondo 2023, foto originale
    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne: L’arte effervescente che incanta il mondo 2023, foto originale

    Ci sono diversi aspetti e collegamenti interessanti legati allo Champagne?

    1. Feste e celebrazioni: è spesso associato alle festività e alle celebrazioni speciali. È una bevanda che simboleggia gioia, eleganza e momenti di festa. È tradizione brindare con Champagne durante matrimoni, anniversari, compleanni e altri eventi significativi.
    2. Cultura e arte: ha ispirato molti artisti, scrittori e musicisti nel corso degli anni. È stato protagonista in opere d’arte, romanzi e canzoni, diventando un simbolo di lusso, raffinatezza e stile di vita.
    3. Enoturismo: La regione di Champagne è una delle mete più popolari per gli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Le cantine e le maison aprono le loro porte per visite guidate, degustazioni e tour delle vigne, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia e nella produzione di questa bevanda straordinaria.
    4. Flûte di Champagne: La flûte di Champagne è il bicchiere tradizionalmente utilizzato per servire questa bevanda. La sua forma slanciata e allungata aiuta a mantenere le bollicine e a concentrare gli aromi, offrendo un’esperienza sensoriale ottimale.
    5. Mixology: può essere utilizzato come ingrediente in cocktail sofisticati e ricercati. Negli ultimi anni, la mixology ha visto la creazione di drink innovativi che combinano Champagne con altri liquori, succhi di frutta o ingredienti aromatici, ampliando la versatilità di questa bevanda.
    6. Associazione gastronomica:  è spesso abbinato a piatti di alta cucina e a specialità gastronomiche. Le sue caratteristiche, come l’acidità e l’effervescenza, lo rendono un accompagnamento ideale per frutti di mare, pesce, formaggi, foie gras e altri cibi pregiati.

    Questi sono solo alcuni dei collegamenti e degli aspetti affascinanti che ruotano attorno a queste bollicine. Questa bevanda ha un impatto significativo nella cultura, nella società e nel mondo dell’enogastronomia.

    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonare con le linguine del Pastificio Ducato d'Amalfi
    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d’Amalfi

    Piatti che spesso si abbinano bene allo Champagne?

    Ostriche: Le ostriche sono un classico abbinamento. La freschezza e la salinità delle ostriche si sposano perfettamente con l’acidità e l’effervescenza dello Champagne, creando un equilibrio armonioso di sapori.

    Salmone affumicato: Il sapore delicato e affumicato del salmone si sposa bene con la complessità e la struttura di molte bollicine. Si consiglia di abbinarlo con un Blanc de Blancs o uno Brut.

    Formaggi cremosi: Formaggi come il Brie, il Camembert o il triple-crème sono ottimi abbinamenti. L’acidità del vino aiuta a bilanciare la cremosità dei formaggi, creando un contrasto gustoso.

    Foie gras: Il foie gras, con la sua ricchezza e consistenza burrosa, può essere accompagnato da uno Champagne demi-sec o da uno rosé. L’effervescenza del vino aiuta a pulire il palato dopo ogni boccone.

    Caviar: Lo Champagne è spesso considerato l’abbinamento ideale per il caviar. La delicatezza dei grani di caviale si sposa con l’acidità e la sua freschezza, creando una sinfonia di sapori pregiati.

    Tartare di manzo: La vivacità e la struttura del metodo classico si sposano bene con il tartare di manzo. L’acidità del vino aiuta a tagliare la ricchezza della carne cruda, creando un abbinamento equilibrato.

    Questi sono solo alcuni esempi di piatti che si abbinano tradizionalmente al metodo classico francese. Tuttavia, ricorda che le preferenze personali possono variare, sarà magnifico esplorare e sperimentare per scoprire gli abbinamenti preferiti.

    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d'Amalfi, foto di Carol Agostini
    Maison Olivier Herbert con lo Champagne Brut Rosè in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato d’Amalfi, foto di Carol Agostini

    Maison Olivier Herbert

    La maison Champagne Olivier Herbert, con sede a Reims, è un’affascinante realtà vinicola che porta avanti la tradizione e l’eccellenza dello Champagne. Sul loro sito web ufficiale, presentano con orgoglio la loro storia familiare e il loro impegno per la produzione di bollicine di alta qualità.

    Si distingue per la sua filosofia artigianale e per l’attenzione meticolosa dedicata a ogni fase della produzione del loro metodo champenoise. Con una passione per il territorio di Champagne e le sue uve, si impegnano a coltivare le vigne in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

    Champagne Olivier Herbert Brut Nature
    Champagne Olivier Herbert Brut Nature, foto di Carol Agostini

    Olivier Herbert si concentri principalmente sull’assemblaggio delle uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, utilizzando il metodo classico per la fermentazione in bottiglia.

    La maison Champagne Olivier Herbert potrebbe rappresentare un’eccellente aggiunta all’articolo, sottolineando l’importanza delle piccole realtà produttrici che contribuiscono al fascino e alla diversità del panorama dello Champagne.

    1. Chardonnay: Il Chardonnay è un vitigno a bacca bianca ampiamente coltivato nella regione di Champagne. È noto per conferire freschezza, eleganza e note di frutta bianca ai vini. Spesso utilizzato per creare Blanc de Blancs, che è prodotto esclusivamente con uve Chardonnay.
    2. Pinot Noir: Il Pinot Noir è un vitigno a bacca nera che offre struttura, complessità e aromi fruttati ai vini di Champagne. È spesso utilizzato nelle miscele per apportare corposità, intensità e sentori di frutti rossi.
    3. Pinot Meunier: Il Pinot Meunier è un altro vitigno a bacca nera che si trova ampiamente nella regione di Champagne. Contribuisce alla morbidezza, al fruttato e alla rotondità dei vini. Viene spesso utilizzato per bilanciare l’acidità e fornire una certa pienezza nei blend.

    Questi tre vitigni, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, sono noti come “cépages principaux” e sono i principali componenti delle tradizionali miscele di Champagne.

    Linguine Pastificio Ducato D'Amalfi in abbinamento allo champagne, foto di Carol Agostini
    Linguine Pastificio Ducato D’Amalfi in abbinamento allo champagne, foto di Carol Agostini

    Brut Rosè di Olivier Herbert in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato D’Amalfi

    Questo Champagne si distingue per un attacco vivace, che si caratterizza per la freschezza e l’equilibrio tra la finezza del Pinot Nero e l’eleganza dello Chardonnay, senza mai risultare aggressivo.

    Il suo colore rosa intenso e le delicate bollicine vi regaleranno un’esperienza gustativa fresca, arricchita dagli aromi di frutti rossi. Si rivelerà il compagno ideale per le vostre serate romantiche, aggiungendo un tocco di romanticismo a ogni sorso.

    Si consiglia di servirlo come aperitivo a una temperatura di 7/8 gradi Celsius e, a tavola, a una temperatura di 10/12 gradi Celsius.

    L’uvaggio comprende il 40% di Chardonnay, il 40% di Pinot Nero e il 20% di Pinot Meunier. In particolare, il 18% del vino è ottenuto da Pinot Nero proveniente da vecchie vigne e contribuisce al carattere rosso dell’assemblaggio.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito Maison: https://champagne-olivier-herbert.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    ENOMUNDUS 2022 Champagne, il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Di Cristina Santini e Ilaria Castagna,Partners in Wine

    Max Jacob citava :
    “ Lo champagne, se si ha tempo per ascoltarlo, fa lo stesso rumore, nella sua schiuma e nelle sue bollicine, del mare sulla sabbia”.
    Proprio con questa citazione, noi Partners in Wine vogliamo raccontarvi il meraviglioso viaggio che abbiamo percorso, tra risate in treno da Roma a Firenze, e l’emozione che abbiamo vissuto nel degustare e scoprire vini esteri di piccole e medie produzioni dei 10 Paesi ospiti dell’evento, come Turchia, Spagna, Francia, Romania, Argentina, Cile, Libano, Austria e Paesi Bassi.

    EnoMundus 2022 Hotel Albani Firenze
    EnoMundus 2022 Hotel Albani Firenze

    Insieme ad altri esperti del settore, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla seconda Edizione di “EnoMundus 2022”, la prima Fiera Mercato in Italia dedicata ai vini Internazionali, tenutosi a Firenze nella Sala Michelangelo dell’hotel Albani e ideata ed organizzata da Olfa Haniche di VinavieWineTasting, Export Manager di vini italiani all’estero e Consulente per importatori/distributori nazionali di vini esteri.
    Media Partner dell’evento, FoodandWineAngel.com di Carol Agostini, Titolare dell’Agenzia e Commissario Internazionale Enologico.

    BENVENUTI ALLE MASTERCLASS

    Ci siamo focalizzate su due Masterclass svolte nella giornata di Lunedì 14 Novembre: quella sui vini della Grecia presentati dalla Famiglia “Hatzidakis”di Santorini, che approfondiremo nel nostro prossimo articolo sulla Rubrica Papillae.it, ed una dedicata a sei prestigiosi Champagne di tre piccoli Produttori, non importanti in Italia e quindi poco conosciuti ma che di altissima qualità. Entrambe abbinate, minuziosamente, ad una sorprendente e creativa selezione di formaggi presentati personalmente dall’Azienda “Le Direzioni del Gusto” di Avezzano.

    Sala di Degustazione pronta per la Masterclas Champagne
    Sala di Degustazione pronta per la Masterclas Champagne

    Il focus sugli Champagne è stato condotto da Marco Maini, importatore e titolare, insieme a Stefano Bazzoni, della MB Bollicine Di Francia, con sede a Parma, e guidato da Carol Agostini con il prezioso intervento del critico enologico, Paolo Baracchino.
    Maini ci racconta: “La nostra società è nata 3 anni fa, è un progetto pensato intorno al 2015 quando io e Stefano iniziammo a girare per la Champagne, mossi solo dalla nostra passione. Il nostro intento era quello di trovare dei “vignerons” legati al territorio che producessero in maniera ineccepibile degli Champagne totalmente diversi rispetto a quelli emblematici”.

    La loro scelta è proprio quella di importare alcune delle bollicine più nobili e prestigiose al mondo, Champagne che valorizzano e danno importanza a piccoli produttori, di nicchia, poco conosciuti che con determinazione, un po’ di pazzia e coraggio fanno delle scelte sensazionali con risultati eccellenti.

    Tavolo Relatori con Marco Maini, Carol Agostini e Maurizio Bazzoni
    Tavolo Relatori con Marco Maini, Carol Agostini e Maurizio Bazzoni

    L’INIZIO DI UN VIAGGIO SENSORIALE

    Tra le Maison protagoniste di questa incredibile degustazione troviamo quella di Noël Bazin, di Mangin Et Fils Leuvrigny e quella di Perron Beauvineau.

    Noël Bazin

    Discendenti di viticoltori dello Champagne dal 1999, hanno poco più di tre ettari situati a Villers- Marmery, villaggio classificato come Premier Cru nel “Parco Regionale della Montagne de Reims”. Tipicamente quella è una zona di Pinot Nero e Petit Meunier, ma per scelta aziendale hanno deciso di coltivare esclusivamente “lo Chardonnay della montagna”. I loro vigneti hanno un’età tra i 5 e i 60 anni situati su un suolo formato da gesso mescolato a ghiaia e producono 16.000 bottiglie l’anno.

    Con la degustazione del primo Champagne, abbiamo il piacere di emozionarci con il Blanc de Blancs Millésime 2017 “La Révélation”, Brut Nature, 100% raro Chardonnay della Montagne de Reims, proveniente da un vitigno vecchio di 50 anni “Les Basses Alouettes”, con dosaggio zero e 48 mesi sui lieviti.

    Al calice notiamo subito un colore oro limpido con un perlage elegante e fine. Al naso è fresco e superbo con una bellissima nota di arancia rossa, litchi e di albicocca. La parte agrumata di lime e la nota di ribes risultano molto persistenti. Una bocca vivace con un’effervescenza cremosa e delle sensazioni di purezza che ci rivelano tutta la sua autenticità poiché non dosato. Un sentore di canditi e miele ci lascia ben sperare in un invecchiamento degno di nota.

    Ha una bella spalla acida, ma non fastidiosa con una bollicina ben integrata al liquido; chiude al palato con una buona sapidità asciutta ed un finale citrico. La potenza fruttata, la sapidità e l’acidità arrivano in finale molto bilanciati. Sentiamo al palato quasi una patina di burro. E’ setoso con una nota di lievito nel finale.

    i due calici di Noël Bazin accompagnati da deliziosi formaggi
    I due calici di Noël Bazin accompagnati da deliziosi formaggi, articolo EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Dalle parole di Carol: “Questa degustazione volevo farla un pochino più tecnica, immergendoci dentro alle nostre sensazioni organolettiche, perché lo champagne è un prodotto che va compreso, capendolo bene ci si immerge in tutti i suoi odori e sapori”
    Con il secondo calice ci prepariamo energicamente ad un Millesimato non dichiarato in etichetta, l’Étonnante Brut en fût Blanc de Blancs, 100% Chardonnay di Villers-Marmery, del 2015, affinato in botti di rovere per 12 mesi e per il 10% lavorato con il Metodo Soléra. Le uve provengono solo da una singola parcella denominata “L’Harenne”. Dosaggio: 8 g/l e 48 mesi sui lieviti.

    Ci sorprende un colore giallo oro con maestose perle che regalano un’effervescenza duratura. Ci rendiamo subito conto che, facendo un 10% di Solera, sicuramente ha preso quelle note di caramello e noccioline che riempiono di profumi maggiormente il naso. In bocca si distingue bene l’acidità e la sapidità spiccata. Una nota di canditi più pronunciata rispetto al primo, fragrante e ricco di agrumi e frutta secca.

    Il legno della botte è perfettamente amalgamato, note di banana verde, crema pasticcera e crosta di pane che ci avvolgono il palato. Attendendolo nel calice, sprigiona anche dei sentori vegetali. Ampio e generoso, complesso e in evoluzione, un significativo equilibrio tra freschezza e legnosità con un sentore di clementine candite nel finale. Una delizia al palato.

    Mangin Et Fils Leuvrigny

    Proseguiamo con la Maison Champagne Mangin Et Fils Leuvrigny a Le Chêne-la-Reine, con vigneti situati sulle pendici della “Vallée de la Marne”, nel cuore del vigneto Champenois. I loro terreni, a seconda delle zone, sono composti da argille, marne e vari calcarei. I principali vitigni che compongono il vigneto sono il Pinot Meunier e lo Chardonnay e producono mediamente 20.000 bottiglie l’anno.
    Maini ci spiega: “Ho deciso di proporvi per questa degustazione solo il suo Petit Meunier in purezza poiché è quasi una rarità, non sono in tanti a produrlo, lo usano soltanto per il taglio”.

    Il terzo calice sorprendente: 100% Petit Meunier, Medaglia d’oro al Concorso Mondiale Femminile 2022, non dosato con tre anni minimo sui lieviti. (riposa per 6 mesi dopo la sboccatura).
    Presenta un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati, perlage persistente e fine. Al naso avvertiamo una nota molto particolare di chinotto e vermouth, amalgamata perfettamente ad un bouquet di frutti gialli come la mela cotogna. Note finali di fiori secchi come il caprifoglio.

    In bocca una bella vivacità con sentori di fichi, miele, una nota mentolata di muschio che non dispiace e delle note agrumate sposate benissimo allo zenzero, chiudendo nel finale con un potpourri di fiori secchi.

    Ci vengono proposti tre formaggi in abbinamento a questi primi tre calici raccontati da Tiziana Spera, proprietaria dell’Azienda “Le Direzioni Del Gusto” che ci consentono di immergerci nei vari sapori delicati e forti, speziati e fruttati, tutti diversi e colorati, sperimentando insieme anche l’accostamento più ottimale.
    Con il primo calice abbiamo abbinato un formaggio di mucca con il pistacchio, il secondo, invece, viene lavorato con miele e noci con l’aggiunta di un pizzico di miele sul finale, il terzo infine è con l’arancia. Li abbiamo lavorati in maniera molto più delicata proprio per questa occasione”.

    Carol Agostini e Marco Maini
    Carol Agostini e Marco Maini, articolo EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Subito dopo Carol ci tiene a spiegare:

    “State giocando con i gusti? Lo sapete che i sensi non sono cinque ma sono ben 17. Ho scritto un libro sull’Enogastronomia sensoriale parlandone sotto forma di romanzo. Si parla dei sensi in forma lieve dove, chi ha un occhio più tecnico, riesce a comprendere quale sia il progetto, ovvero quello di unire Enogastronomia, Sensi e Programmazione Neurolinguistica. Chi non non riesce a comprendere questo legame, può leggere un bel romanzo divertendosi.

    Per questo motivo è molto tempo che porto avanti dei seminari e dei corsi sui sensi che non sono cinque, come vi spiegavo prima, ma ne sono stati classificati diciassette, tra cui la pressione sanguigna, lo stimolo della fame e lo stimolo del bagno. Sono state inserite anche le Percezioni che sono cinque compreso l’Umami. Ad oggi, ci sono molti studi sulla sensorialità e sulla percezione dei sensi, ve lo lascio come spunto poiché io vivo di sensi come spero lo facciate tutti, chi più e chi meno, ma credo sia una cosa molto interessante su cui fare ricerche”.

    Linup degli champagne in degustazione a EnoMundus 2022
    Linup degli champagne in degustazione a EnoMundus 2022

    Continuiamo, questo viaggio intenso, con il quarto calice della serata, sempre della stessa Maison, il loro “Millésime” 2018.
    Un 100% Meunier, con bottiglie a numero limitato, dosaggio 10 g/l, invecchiato per un minimo di 5 anni sui lieviti.
    Alla visiva notiamo un colore giallo paglierino con lievi riflessi verdi nel calice, un perlage sottile e molto fine. Al naso ci invadono le note di agrumi, soprattutto limone e pompelmo, che ritroviamo anche al palato con una lieve nota di vaniglia.

    La sua parte agrumata così persistente e la grande sapidità ci fanno pensare ad una lunga vita per questo vino. Il tempo passa e noi assaporiamo maggiormente la sua apertura verso note più dolci di castagna bollita sbucciata. Confrontandoci, troviamo all’unisono tutte le componenti in armonia tra loro, perfino gli stessi aromi per via retronasale.

    Perron Beauvineau

    Come ultima Maison, lo Champagne Perron Beauvineau, situata a Meurville, nella “Cote des Bar”, micro regione popolata da soli 180 abitanti. Qui le colline sono ben esposte e caratterizzate da suoli argillosi calcarei. Maina qui ci spiega, sorridendo, come il produttore di questa Maison sia un vero e proprio pazzo, poiché i suoi Champagne, a partire dal suo Entry Level, riposano minimo 6 anni sui lieviti e produce circa 70.000 bottiglie.
    “Produce Millesimati a partire dal 2002, 2004 e 2008 che degusterete oggi. L’anno prossimo uscirà con un millesimato 1996 quindi uno Champagne invecchiato, d’annata”.

    Calici di Champagne in degustazione a EnoMundus 2022
    Calici di Champagne in degustazione a EnoMundus 2022

    Nel quinto calice abbiamo la Cuvèe Prestige “Minor Villa”, annata 2008, prodotta nelle vecchie bottiglie di Champagne, di formato più arrotondato, da uve 40% Chardonnay, 40% Pinot Nero e 20% Pinot Meunier, dosaggio tra i 7-8 g/l.
    È di un colore oro più intenso e lucente, con una bollicina finissima, e qui ci sentiamo una banana matura con una lieve nota agrumata. Al naso troviamo sentori di crosta di pane e una nota minerale molto particolare e spigolosa come il torsolo della mela renetta.

    Al palato si aprono note balsamiche, come menta e muschio, un’acidità notevole che vira sul limone e pompelmo giallo. Lascia in bocca una bella pienezza con sensazioni avvolgenti di miele d’acacia che donano una grande persistenza ed eleganza. Sul finale, in bocca, ha una piacevole nota iodata e di acqua marina. Estrema finezza.

    Per il calice finale, Marco e Carol ci presentano una Cuvée “Abraham”, Vieilles Vignes, Millésime 2004, prodotta da vigneti di età media 46 anni, composta per il 34% da Pinot Nero, 33% da Chardonnay e 33% da Pinot Meunier, fa 12 mesi di affinamento e 8 mesi di riposo in bottiglia. Dosaggio 6 g/l.
    Osserviamo il suo finissimo perlage ed il suo colore giallo paglierino con riflessi perlati. Al naso ha un’espressione aromatica molto delicata con note di ciliegia sotto spirito e pere Williams, una bella freschezza aromatica. Al palato presenta note di minerale, pietra focaia, aromi di frutta bianca come pera, mela, renetta più dolce, susina e melissa. Una spiccata freschezza e una grande persistenza.

    Paolo Baracchino interviene: “E’ un’esplosione di miele accompagnato a questa nota di limone, bergamotto e pompelmo giallo che avvolgono tutta la bocca. Penso che sia positivo sentire la nota agrumata perché ci permette di bere con piacevolezza”.

    Linup degli champagne in degustazione
    Linup degli champagne in degustazione

    Tiziana Spera ci propone, in abbinamento a questi ultimi tre calici, una caciotta semistagionata affinata ai frutti di bosco, un altro formaggio con 100 erbe e mela molto delicato e dolciastro ed infine, un Camembert con arancia, fava di cioccolato e cacao. Sublime.

    I formaggi dell'Azienda "Le Direzioni del Gusto" Avezzano
    I formaggi dell’Azienda “Le Direzioni del Gusto” Avezzano

    Rimaniamo sedute finché la sala si svuota, in riflessione, e prendiamo coscienza che siamo al termine del nostro viaggio sensoriale. È stata una giornata ricca di stimoli e conoscenze, tra conversazioni e degustazioni, un continuo dialogo piacevole ed effervescente durante il quale confrontarsi sulle nostre percezioni godendoci il tempo presente.
    In un calice di vino non ci sono solo profumi, sapori e colori, ma c’è tutto quel mix di esperienze sensoriali strettamente collegate alle persone e al territorio di produzione.

    Carol Agostini, Commissario Internazionale Enologico e Titolare Agenzia Foodandwineangels.com
    Carol Agostini, Commissario Internazionale Enologico e Titolare Agenzia Foodandwineangels.com

    Ci teniamo a ringraziare di cuore Carol Agostini e Olfa Haniche per l’invito e l’accoglienza. Per noi è stato un incontro sorprendente, molto interessante e stimolante con dialoghi e opinioni costruttive.

    Olfa Haniche, Titolare di VinavieWineTasting.com, Export Manager
    Olfa Haniche, Titolare di VinavieWineTasting.com, Export Manager

    Concludiamo con un nostro pensiero:

    Abbiamo vissuto in un solo giorno emozioni pure e contrastanti, emozioni che hanno lasciato in noi ancor di più la voglia di scoprire, degustare ed emozionarsi davanti ad un calice.

    Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Partners in Wine

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito Manifestazione: https://www.vinaviewinetasting.com/enomundus

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    Di Gaetano Cataldo

     

    L’ostrica è un mollusco bivalve presente praticamente in tutti i mari, dove si riproduce e cresce liberamente; molti però sostengono, e a ragion veduta, che le migliori e più saporite ostriche non siano quelle selvatiche ma quelle di allevamento della costa francese che guarda all’Oceano Atlantico, verso il sud della Bretagna e nella regione del Merennes-Oléron anche se in realtà non mancano le eccellenze in diverse aree del Mar Mediterraneo e del mondo.

    L’ostricoltura è diffusissima principalmente in Cina, Corea del Sud e Giappone; si pensi che circa il 70% della produzione annua di ostriche giapponesi proviene dalla Baia di Hiroshima… qui le ostriche sono chiamate “Latte del Mare”, sono molto apprezzate per dimensione, tenerezza e gusto, e sono rinomate soprattutto per le condizioni in cui crescono: i nutrienti di ben sei fiumi discendenti dai monti del Chugoku, che si riversano nella baia, ed il conseguente blend tra acqua dolce ed acqua salata rende questa specie ittica davvero speciale; nella classifica mondiale troviamo la Francia al quarto posto, prima in Europa, poi l’Irlanda e la Spagna.

    Allevamento di Arcachon Basin di ostriche
    Allevamento di Arcachon Basin di ostriche

     

    Ostrica Concava, articolo Il Sake e le Ostriche 2022
    Ostrica Concava, articolo Il Sake e le Ostriche 2022

    L’ostrica concava del Pacifico, la Crassostrea Gigas, è la più coltivata al mondo, proviene dal Giappone ed è presente anche in altre aree di Oriente ed Estremo Oriente.

    L’ostrica concava viene selezionata da molti allevatori europei grazie alla sua crescita rapida ed alla sua adattabilità: infatti a causa della scomparsa dell’ostrica portoghese, la Crassotrea Angulata, verso gli anni ’70 ha trovato vasta diffusione sul Vecchio Continente assieme all’ostrica piatta, detta Ostrea Aedulis.

     

    Ostrica Piatta, articolo Il Sake e le Ostriche 2022
    Ostrica Piatta, articolo Il Sake e le Ostriche 2022

    Le due specie sono entrambe molto apprezzate dai consumatori di tutto il mondo anche se dal punto di vista gastronomico le ostriche piatte vengono ritenute più pregiate grazie alla morbida aromaticità e delicatezza della texture, mentre le ostriche concave o allungate sono generalmente più carnose e posseggono un sapore salmastro spiccato che le rende più persistenti.

     

    Per poter ottenere le larve di ostriche necessarie agli allevamenti, dette anche “naissain”, si provvede alla captazione del novellame in ambiente marino aperto, oppure selezionando gli esemplari adulti per l’avanotteria.

    Dagli stock di allevamento gli esemplari che avranno compiuto in media 18 mesi verranno prelevati per mezzo dei cosiddetti “plates”, piccole imbarcazioni dallo scafo e dalla chiglia piatta, portati fino alle aree adibite ad ostricoltura e disposti a seconda di come si intende allevarli.

    Al giorno d’oggi esistono diverse tecniche di allevamento come ad esempio quella a “poches”, ossia la disposizione delle giovani ostriche in sacche consistenti in piccole reti di plastica, a loro volta disposte su tavole di metallo o a sparse al suolo di modo però che siano esposte alla risacca del mare, sacche che dovranno essere periodicamente rivoltate per garantire la crescita regolare di questi frutti di mare ed assicurare loro buone condizioni di vita ed un’ottimale circolazione dell’acqua di mare.

    Il modello di ostricoltura cambia nella laguna mediterranea, ne sono un esempio lo stagno di Leucate e lo stagno di Thau, dove l’allevamento è verticale vista la scarsa escursione di marea e le ostriche vengono ancorate a corde vegetali a tre legnoli, oppure a corde sintetiche di nylon, piuttosto che a tavole di legno di mangrovia, ma sempre ad immersione permanente e con crescita più rapida rispetto agli esemplari allevati in Nord Europa.

    Allevamento di ostriche, Oyster farm Azienda Agricola Costa Mare
    Allevamento di ostriche, Oyster farm Azienda Agricola Costa Mare

    Dopo la fase di pre-ingrasso ed ingrasso durante l’allevamento le ostriche passano alla rifinitura in apposite vasche o bacini di decantazione perché possano espellere melma e sabbia, dove talvolta degli iniettori di ossigeno aiutano a far affiorare i batteri nocivi in forma di schiuma facilmente eliminabile.

    Caratteristici della Charente Marittima e della Vandea i bacini d’argilla alimentati da una miscela di acqua di mare e d’acqua dolce, detti “claires”, conferiscono alle ostriche un gusto particolare ed il tipico colore da “verdissement”.

    Per quanto si suppone che l’ostricoltura sia stata avviata per prima dal popolo cinese non ci sono tracce evidenti e sufficientemente attendibili a dimostrarlo mentre, come la storia dimostra, questa pratica dell’acquacoltura pare più evidente essere stata inventata dagli Antichi Romani ed avviata persino nell’antica Albione da cui partivano cospicui carichi per Roma, tanto gli antichi latini ne andavano ghiotti e le reputassero indispensabili per la migliore riuscita di un banchetto:

    Vassoio di ostriche
    Vassoio di ostriche articolo Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    fu così che da piatto povero, sotto Nerone, le ostriche divennero un piatto estremamente prelibato ed alla moda, tanto più che quelle provenienti dal Canale della Manica erano decisamente diverse rispetto a quelle che si raccoglievano lungo le coste della penisola italica, dell’Egitto e dell’Antica Grecia, ove il delizioso frutto di mare era considerato sì un cibo prelibato ma alla portata di tutti:

    d’altronde il termine ostracismo, la pratica di votare o meno a favore l’esilio per un cittadino, si compiva proprio trascrivendo tale scelta su di una conchiglia di ostrica.

     

    Naturalmente, per quanto le notizie scarseggino o non vengano valutate alcune fonti, le ostriche hanno costituito per millenni un cibo fondamentale per l’alimentazione umana grazie alla loro reperibilità e semplicità di consumo, tanto nell’area mediterranea quanto in Cina ed in Giappone: l’allevamento delle ostriche risale ad epoche remote e la singolarità dell’ostricoltura nel Sol Levante consisteva nell’impiegare rocce e canne di bambù a cui i bivalvi si attaccavano molto agevolmente.

    Ostrica Pied de Cheval di Aquitania è tra le più care sul mercato
    Ostrica Pied de Cheval di Aquitania è tra le più care sul mercato, articolo Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    Tra le ostriche piatte più famose vanno menzionate le Ostriche Belon, dalla tipica forma tondeggiante e dal gusto delicato, chiamate così perché un tempo venivano affinate esclusivamente sulle rive del fiume Belon in Bretagna, e le Ostriche Marenne, dal tipicissimo color verde acqua dovuto ad un’alga chiamata navicula blu che ne rilascia il colore… assieme all’Ostrica Pied de Cheval di Aquitania è tra le più care sul mercato.

    Il recipiente più antico per bere il sake è la sakazuki, una coppa dall’apertura molto ampia fatta in terracotta o porcellana, finemente laccata e decorata, oggi disponibile sia in vetro che in oro o argento, in realtà però ne esisteva un altro ancora più vetusto e fornito dalla natura stessa: le conchiglie di ostrica.

    In realtà la sintonia tra questi frutti di mare ed il nihonshu non si limita soltanto all’antica consuetudine di sfruttare la concavità dei loro gusci per favorirne la mescita: se è vero che il sake non litiga mai col cibo addirittura con le ostriche ci fa l’amore!

    Ostriche Belon
    Ostriche Belon

    Le ostriche consumate crude ed il sake artigianale giapponese vivono un rapporto simbiotico che nessuna altra bevanda riesce a vantare, i due elementi hanno infatti delle caratteristiche simili che derivano dalla salinità, dalla tendenza dolce, dalla texture setosa e dalla cremosità che rendono entrambi compagni per la vita e per la gioia a tavola, ma c’è di più: l’umami!

    L’umami è la quintessenza del pairing tra ostriche e nihonshu

    Costituisce il quinto gusto, quello che aiuta a bilanciare e migliorare gli altri quattro, ossia il salato, l’acido, l’amaro ed il dolce, traducendo appieno il sapore degli aminoacidi e nello specifico di glutammato, inosinato e guanilato… e guarda caso l’ostrica è tra i cibi più ricchi in natura di glutammato e di inosinato.

    Ecco dunque spiegato attraverso queste straordinarie affinità elettive, di cui Madre Natura ha voluto dotare entrambi gli elementi, il perché bere sake e mangiare ostriche costituisce un abbinamento armonico perfetto. Si noti che, rispetto alla birra o al vino, il sake contiene mediamente una quantità di acido glutammico anche 20 volte superiore.

    Ostriche e Sake di vario tipo e provenienza 2022
    Ostriche e Sake di vario tipo e provenienza 2022

    Ovviamente esistono delle prerogative che nell’abbinamento già congeniale tra ostrica e sake di per sé possono rendere il matrimonio ancora più felice…

    Per quanto riguarda il frutto di mare terremo in considerazione quindi non soltanto la tipologia ma anche la provenienza, il rapporto tra acqua dolce ed acqua salata, la rifinitura, la modalità di apertura, il profumo, la consistenza e le caratteristiche gusto-olfattive.

     

    Per quanto attiene al sake occorrerà fare invece attenzione all’umami, alla sapidità ed alla tendenza dolce: che il primo non superi quello dell’ostrica e che la seconda non sia particolarmente presente quando è già contenuta nel bivalve che, al contrario, se avesse una spiccata tendenza dolce potrà in questo caso giovarsi della sapidità di un otoko-zake.

    Dunque la percezione di quanto queste caratteristiche comuni siano intense è fondamentale tanto quanto la persistenza aromatica dei due elementi in abbinamento ed il nihonshudo del fermentato giapponese: infatti un’ostrica dalle carni sode e dal gusto deciso vorrà un sake dal sapore più deciso e con una struttura più consistente, mentre un frutto di mare più delicato avrà bisogno di un sake satinato e gentile.

     

    Ostriche di vario tipo e provenienza
    Ostriche di vario tipo e provenienza, articolo Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    Alcuni esempi?Abbinamenti

    L’Ostra Regal viene direttamente dall’Irlanda: trascorre i primi due anni di vita nella parte nord dell’isola, dove si nutre di fitoplancton, poi viene trasferita al sud presso la foce del fiume Snaney, dove le acque dolci ne completano l’affinamento. Un’ostrica dalla spiccata tendenza dolce con una consistenza tattile cremosa ed un finale di raffinata sapidità.

    Un Junmai delicato ma con un carattere salino per tener testa alla prevalente tendenza dolce del bivalve. Si potrebbe persino azzardare con un cremoso e raffinato Junmai Daiginjo, stravolgendo le regole per un’esperienza sensoriale intrigante ed in sintonia con la texture dell’ostrica.

    L’Ostrica Tsarskaya viene allevate a Cancale nella Bretagna Settentrionale, precisamente nelle aree di Park St. Kerber e della Baia di Mont St. Michel. Il gusto di questa varietà dal profumo iodato è ricco ed equilibrato al tempo stesso, il frutto è setoso e consistente con un gusto salino, una lieve nota di nocciola ed una bilanciata tendenza dolce.

    Si abbina con piacevolmente con un Junmai Ginjo con una sbramatura del chicco attorno al 50% che conservi una buona nota cerealicola e che sia di grande equilibrio tra morbidezza, freschezza, sapidità ed umami. Ed uno sparkling sake? Perché no?

    Ostrica Tarbouriech del Delta del Fiume Po
    Ostrica Tarbouriech del Delta del Fiume Po

    L’Ostrica Tarbouriech, di quelle proveniente dall’Emilia Romagna però e precisamente dalla Sacca degli Scandinavi, presso il delta del fiume Po:

    è raffinata a partire già dall’aspetto, con quelle sue nuances rosa, si presenta all’olfatto con note salmastre e vegetali, mentre all’assaggio è consistente, succulenta e con una persistenza che orbita attorno a note vegetali sia marine che di sottobosco.

     

    Un Junmai Ginjo affilato ed asciutto, capace di arginare la succulenza del frutto di mare e che ne raggiunga in persistenza le stesse vette.

     

    Ostrica del Calvados
    Ostrica del Calvados

    L’Ostrica del Calvados è praticamente l’ostrica allevata più a Nord di tutta la Francia ed è stata premiata diverse volte nella categoria ostriche normanne.

    Essa cresce proprio nella patria del famoso distillato di mele, ossia nel dipartimento di Calvados, precisamente nella Côte de Nacre, nei paesi di Asnelles e Meuvaines. È un’ostrica molto singolare in quanto riconoscibilissima grazie al suo guscio estremamente bianco, grazie alla limpidezza delle acque da cui proviene, e soprattutto per il suo sapore tendente all’aglio.

    Le durezze e la nota iodata di questo frutto di mare, assieme al alla nota agliata, vorrebbero un sake morbido, persistente e con una buona nota umami.

    Un Koshu Sake, prodotto con metodo Kimoto e magari invecchiato in grotta, sarebbe un abbinamento davvero piacevole.

    L’Ostrica Special San Teodoro è un’eccellenza dell'ostricoltura in Sardegna
    L’Ostrica Special San Teodoro è un’eccellenza dell’ostricoltura in Sardegna

    L’Ostrica Special San Teodoro è un’eccellenza dell’ostricoltura in Sardegna: viene allevata a ciclo completo, ossia a partire dal seme, nella laguna di San Teodoro in provincia di Nuoro.

    La conchiglia è tendenzialmente omogenea ed a forma di goccia, mentre il frutto è copioso e croccante, con note gusto-olfattive iodate ma con tendenza dolce, sentori vegetali e di frutta secca.

    Un Tokubetsu Junmai fragrante, dai toni sia fruttati che erbacei magari.

     

    L’Ostrica della Baia Hiroshima: immaginate questi esemplari di gran calibro arrivare alla vostra tavola direttamente dal kakifune, letteralmente barca delle ostriche. Preparate con la caratteristica ricetta kaki nabe, con porri, funghi e tofu, meritano certamente un Genshu Junmai, ma anche un Tokubetsu Junmai ci starebbe alla grande. Ci sono tra i Junmai dei veri e propri fuoriclasse che con le loro note burrose e boschive creerebbero comunque un match ad alto impatto emotivo e gustativo però.

    Ostriche classiche di allevamento del tipo concavo sono classificate rispetto al calibro 5
    Ostriche classiche di allevamento del tipo concavo sono classificate rispetto al calibro 5

    Le ostriche, diversamente da quelle allevate che sono state modificate geneticamente e rese sterili, vedono il miglior consumo nel mese di gennaio ed anche in altri periodo dell’anno, eccetto che da maggio ad agosto, epoca di riproduzione, poiché in questa fase diventano più molli, lattiginose, meno saporite e soprattutto più deperibili.

    Le ostriche di allevamento del tipo concavo sono classificate rispetto al calibro: dal 5 allo 0, rispettivamente dalle più piccole e dal peso di 30-45 fino alle più grosse che arrivano a superare i 150 grammi.

     

    Inoltre, in base all’affinamento, si suddividono così come segue:

    Fines: affinate in mare aperto per almeno 1 mese con densità di 20 ostriche per metro quadro.
    Speciales: affinate per almeno 2 mesi in mare aperto con densità di 10 ostriche per metro quadro.
    Pousse: se affinate per 4-8 mesi in mare aperto con densità di 5 ostriche per metro quadro.
    De Claires: affinate in bacini di acqua dolce poco profondi e argillosi, i claires appunto.
    Vert: affinate in presenza della microalga navicula blu, come menzionato in precedenza.

    Ostriche e Sake un abbinamento intrigante
    Ostriche e Sake un abbinamento intrigante, articolo Il Sake e le Ostriche di vario tipo e provenienza 2022

    Composizione

    Le ostriche sono composte d’acqua per l’85% circa, apportano 40 kilocalorie di proteine, 21 di carboidrati ed 8 di grassi per ogni etto e costituiscono una miniera ricchissima di sali minerali quali ferro, fosforo, potassio, rame, sodio e zinco, oltre che di vitamina B12, e sono considerate un alimento afrodisiaco per una ragione specifica: favoriscono lo sviluppo degli spermatozoi, fanno bene all’amore e pertanto è meglio tenere sempre una bottiglia di sake a portata di mano in camera da letto, assieme alle ostriche e ad una sana inventiva perché, afrodisiaco o non afrodisiaco, è il pensiero quello che conta.

    Di Gaetano Cataldo


    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/