Tag: foodporn

  • Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto

    “PERCORSI DI GUSTO” a Roma: i vini di Roberto Sarotto protagonisti al Ristorante Allegrìo

    di Cristina Santini

    Il 26 novembre abbiamo avuto il privilegio di partecipare alla prima di due esclusive cene di degustazione che fanno parte del tour “Percorsi di gusto. Un Viaggio tra Roma e Torino“, un emozionante viaggio culinario immersivo alla scoperta dei sapori e degli abbinamenti di queste due città iconiche.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Questa esperienza enogastronomica è il prodotto di una collaborazione tra il Gambero Rosso e la stimata cantina Roberto Sarotto presente con alcune delle etichette rappresentative, sapientemente abbinate a voci di menu attentamente realizzate e concepite dai talentuosi chef del ristorante di Roma.

    Situato nel cuore di Via Veneto, Allegrìo è un magnifico ristorante realizzato nel periodo più drammatico vissuto da tutti, che porta con sé un’ondata rinfrescante di stile moderno ed elegante, richiamando il passato glamour di quella strada simbolo della Dolce Vita, conosciuta in tutto il mondo.

    Le vivaci sale da pranzo tematiche trasudano un senso di raffinatezza e tranquillità, progettate con un tocco eclettico dalla proprietaria Sabrina Corbo, non senza il contributo di artisti ed artigiani di fama internazionale.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    L’offerta gastronomica si concentra sulla rivisitazione della classica pizza napoletana, infondendola con una serie di sapori audaci e stuzzicanti che fondono perfettamente le amate tradizioni della cucina romana e italiana. Ogni fetta è un’opera d’arte, l’impasto funge da tela per combinazioni creative di condimenti che danzano sul palato, senza trascurare le specialità regionali della cucina tradizionale italiana.

    Dal momento in cui varchi la soglia, sei avvolto in un’atmosfera emozionante, dove ogni elemento di design e ogni piatto servito contribuiscono ad un percorso davvero memorabile.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Il nostro tavolo era in una delle quattro room, la Intrepid Room, ispirata alle esplorazioni dei più famosi e coraggiosi personaggi italiani della nostra storia, come Cristoforo Colombo, Marco Polo, Amerigo Vespucci. Offre un’eleganza senza tempo per un cammino di esplorazione senza limiti attraverso l’arte e l’esperienza della rinomata cucina italiana.

    La prima portata ha dato il tono al banchetto che ci attendeva, risvegliando i nostri sensi con l’interazione delle consistenze e l’armoniosa miscela di ingredienti. Man mano che il pasto procedeva, siamo stati deliziati da una magistrale esibizione di arte culinaria, ogni pietanza raccontava una storia del ricco patrimonio gastronomico della nostra regione. I vini, selezionati dal portfolio di Roberto Sarotto, sono stati l’accompagnamento perfetto, le loro caratteristiche distintive completavano e accentuavano l’espressività dei sapori in una danza senza soluzione di continuità.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Roberto Sarotto, il produttore, e la figlia Elena erano presenti e ci hanno raccontato la storia dell’azienda vinicola di famiglia, che conta oggi 95 ettari di vigneti ripartiti tra le zone più pregiate del Piemonte.

    Giunta ormai alla sesta generazione, la produzione vitivinicola ha avuto origine sulle colline delle Langhe. Per oltre 200 anni, gli antenati della famiglia hanno coltivato queste colline nella zona di Alba, concentrandosi principalmente sulla produzione di Dolcetto e una piccola quantità di uva Moscato.

    Chiaramente l’azienda è cambiata – ci racconta il produttore – sono diventato enologo nel lontano 1984 e da questo momento ho sognato di dare un’espansione all’azienda.

    Però la vedevo molto piccola, limitata ad una certa zona, e ad un certo punto ho cominciato a pensare di allargare la base di produzione, e da quella piccola azienda famigliare che da più di 200 anni produceva vino, abbiamo cominciato a produrre, dai nostri vigneti, prima nell’area del Barolo, poi nell’area del Barbaresco, successivamente nell’area del Monferrato fino ad arrivare a Gavi.”

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Secondo la filosofia di Roberto, un vino deve offrire la massima soddisfazione e un beneficio al bevitore. Il principio guida è quello dell’equilibrio e dell’armonia, dove tutti gli elementi sono in perfetto accordo.

    Attraverso uno studio rigoroso, la sperimentazione e i test, è emersa una linea di pensiero chiara e un’identità collettiva, guidata da un team di giovani collaboratori che eccellono nel dialogo aperto, nella sintesi e nel lavorare verso una visione condivisa.

    La cantina, eccezionalmente ben attrezzata, è tecnologicamente avanzata e attenta all’ambiente nonostante le sue dimensioni. Situata al centro del vigneto, ha un impatto minimo sulle piante e utilizza sistemi di energia solare e un sistema di purificazione dell’acqua per l’irrigazione.

    Senza ulteriori indugi, passiamo al menù che propone piatti realizzati con ingredienti locali e di stagione, abbinati in maniera egregia ai vini che metteremo in evidenza.

    L’uovo nero – La paura

    Uovo biologico fritto con panatura al carbone vegetale su crema di Parmigiano Reggiano 24 mesi nera.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Lo Spumante Metodo Classico Alta Langa Docg Pas Dosé 2018, è prodotto da uve Chardonnay coltivate su terreni calcarei di marna e affina per oltre 50 mesi nelle antiche cantine della tenuta. Vanta un intenso aroma di lievito, crosta di pane e croissant. Regala al sorso una cremosità impeccabile e inaspettata, una freschezza che lascia un’impressione duratura che lo rende perfetto per questo piatto prelibato. È un’esperienza di beva davvero avvolgente. Non ostacolato da zucchero residuo, il suo carattere autentico risplende, rendendolo un compagno ideale.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Piazza zucca, funghi e tartufo

    Crema di zucca, funghi trifolati, crema di Parmigiano Reggiano sul cornicione; all’uscita: tartufo e olio Evo

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice

    Il Langhe Doc Arneis Runcneuv 2023, coltivato attorno alla cantina, è un vero classico: fresco, con un aroma seducente di fiori e frutti delicati, di acacia e agrumi. Alla beva è vigoroso, ben strutturato e piacevolmente acido, lasciando una leggera traccia di nocciola. La sua eleganza floreale e fruttata, insieme alla sua freschezza saporita e morbida, rendono questo vino davvero delizioso.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, vino degustato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, vino degustato

    Rigatoni alla Carbonara

    Guanciale “Reggiani”, Pecorino Romano, Parmigiano Reggiano, uova biologiche e pepe nero

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, piatto abbinato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, piatto abbinato

    Il Gavi Docg Aurora 2023, è un vino, dedicato alla moglie di Roberto, accattivante che si distingue per la sua intensa luminosità, la mineralità salina e le delicate note agrumate, tutti attributi derivati ​​dal terroir unico. Prodotto da uve Cortese provenienti dai vigneti della Tenuta Manenti, incanta il naso con vivaci sentori di ananas, albicocca e pesca. Al palato, è rinfrescante, piacevole, con pronunciati sapori di mela verde che si fondono armoniosamente con le delicate sfumature di frutta tropicale. Fin dal primo sorso, è raffinato, autentico, cattura i sensi, rivela la sua bellezza e tessitura gustativa.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, vino degustato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, vino degustato

    Pizza “La Matta” – La Rabbia

    Ragù Napoletano, Parmigiano Reggiano 24 mesi grattugiato, basilico e germogli

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, piatto abbinato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, piatto abbinato

    Il Barbera d’Alba Doc Elena La Luna 2022 (premio Tre Bicchieri 2025), stavolta dedicato alla figlia, è prodotto da uve meticolosamente selezionate, che danno vita ad un profilo profondo, intenso e aromatico.

    Questo vino offre un’armoniosa miscela di ciliegie scure, perfettamente intrecciate con note di mora matura, prugna rossa e vaniglia. La bocca è esaltata da tannini vellutati e da un impeccabile equilibrio tra acidità e dolcezza, culminando in un finale lungo, accentuato da sentori di liquirizia e anice.

    Contemplativo, inebriante e stimolante.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, vino degustato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, vino degustato

    Il Brasato

    Brasato di manzo al vino rosso su purè di patate al burro di alpeggio.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, piatto abbinato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, piatto abbinato

    Il Barbaresco Riserva Currà 2017, prodotto da uve Nebbiolo coltivate nella limitata area di produzione nota come “Currà”, passa il suo tempo in grandi botti di rovere per circa un anno. Questa particolare annata è stata colpita da una significativa grandinata in quella parte del vigneto, con conseguente produzione utilizzabile per la riserva molto ridotta.

    Nonostante le condizioni difficili, le uve Nebbiolo hanno prodotto un vino fresco, elegante e composto. Nel calice si respirano sentori di rosa e violetta mentre al sorso i suoi tannini sono carezzevoli, offrendo un delizioso carattere speziato, con note di prugna, cioccolato, tabacco e pepe nero. Armonioso e piacevole.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, vino degustato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, vino degustato

    La Fortuna

    Torta Pastiera di grano e ricotta al profumo di arancio, limone e vaniglia, canditi all’arancio.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, piatto abbinato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, piatto abbinato

    Il Moscato d’Asti Solatìo 2023, è uno dei vini rappresentativi della cantina, in quanto prodotto all’interno della denominazione Moscato d’Asti, prevalentemente nel vigneto Neviglie di Sorì Ciabot.

    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell'autrice, vino degustato
    Percorsi di Gusto 2024, trionfo dei vini di Roberto Sarotto, foto dell’autrice, vino degustato

    È dolce e aromatico che evita la pesantezza stucchevole grazie alla sua freschezza rinfrescante. Le invitanti note di frutta matura e miele si fondono in un bouquet eterogeneo e mellifluo, in cui prevalgono le sensazioni balsamiche di salvia.

    Estremamente gradevole, leggero e saporito.

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito di riferimento: https://www.robertosarotto.com/

    Sito di riferimento: https://www.gamberorosso.it/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo

    Vini spumanti secchi italiani 2025 : Le “Cinque Sfere” e le tendenze del settore nella nuova guida SPARKLE

    di Cristina Santini

    Quest’anno, l’atmosfera di festa pervade tutti noi con l’apertura della ventitreesima edizione di Sparkle 2025, evento curato da Francesco d’Agostino, direttore responsabile della Rivista Cucina & Vini, che celebra il 25° anniversario della pubblicazione.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    “Nel 1999, un gruppo di amici sommelier ha lanciato l’idea di creare una rivista nazionale, spinti dalla passione e da uno spirito giocoso. Venticinque anni fa, mia moglie Alessandra Marzolini e io abbiamo fondato questa pubblicazione. Nel tempo, il gruppo è cresciuto, concentrandosi principalmente sul vino, e il numero di sommelier è aumentato sotto la sua guida. A un certo punto, la nostra passione è diventata così forte che abbiamo deciso di rilevare la rivista e farla nostra.”

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    “Sparkle” è l’occasione perfetta per esplorare il mondo degli spumanti e discutere del presente e del futuro di un fenomeno che conta oltre un miliardo di bottiglie all’anno. I dati dipingono un quadro positivo: i numeri parlano da soli e le cifre delle esportazioni per questa categoria di vini continuano a crescere in modo incoraggiante. La produzione sta crescendo, superando le vendite, indicando una prospettiva ottimistica tra i produttori.
    Nonostante sia l’unico vino in crescita negli ultimi dieci anni, il consumo rimane stabile nei mercati tradizionali ma è in calo in patria (ne consumiamo meno ogni anno). Tuttavia, ci sono alcuni aspetti critici nel riepilogo di quest’anno.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    Francesco D’Agostino ha continuato, notando due tendenze distinte. Nei distretti spumantistici del nord, la produzione continua a vedere una crescita media sostanziale, in particolare nell’intera regione subalpina e nelle zone principali. D’altro canto, è curioso che la produzione di vini Spumante VS e VSQ stia crescendo anche in tutta Italia, sebbene l’aumento sia più pronunciato nelle aree in cui possono essere utilizzate più denominazioni, il che è un dato interessante.

    Utilizzare prodotti di dubbia qualità senza alcun legame a una denominazione per raccontare il proprio spumante comporta un rischio elevato. Sebbene in questo caso il brand aziendale possa prevalere, ciò non è sufficiente. Oggi è necessario creare gruppi coesi, con membri identificati da nome e cognome, che condividano un legame con il territorio.

    Ci sono preoccupazioni critiche riguardo il prossimo Decreto sui vini dealcolati. Questo mercato in espansione potrebbe portare a un grande business per i vini italiani senza denominazione di origine (come DOCG, DOC e IGT), che rappresentano una grossa fetta del settore. Sebbene sia giusto soddisfare la domanda dei consumatori, è necessario codificare attentamente questi prodotti e, allo stesso tempo, difendere le altre categorie di vini di qualità.

    Il direttore afferma che è una questione estremamente critica il fatto che alcune nazioni, come la Francia, vendano vini spumanti dealcolati a prezzi esorbitanti e che le persone li acquistino effettivamente. Questa situazione richiede che i distretti dello spumante facciano sforzi ancora maggiori per enfatizzare la loro identità unica. Il rischio è che i consumatori non si rendano conto che il prodotto che viene loro venduto ha un profilo basso ma ha un prezzo elevato semplicemente perché porta un marchio forte.
    Inoltre, anche il mercato italiano è pronto a essere inondato da questi prodotti, il che dovrebbe spingere i nostri produttori a impegnarsi in una profonda riflessione.

    È necessaria anche una comunicazione più chiara ed energica, poiché manca una vera cultura del Prosecco, ad esempio. Tutto viene banalizzato e ridotto semplicemente alla parola “Prosecco”, che invece andrebbe identificata con la lettera maiuscola per sottolinearne l’importanza come denominazione di un territorio specifico. È fondamentale far comprendere bene questo aspetto.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    Il 30 novembre è stata presentata al The Westin Excelsior Hotel di Roma la 23a edizione della guida SPARKLE 2025 ai migliori vini spumanti secchi nazionali. Diamo un’occhiata più da vicino ad alcuni dati chiave sulla produzione dei vini italiani presenti in questa guida.
    Gli ultimi dati ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) sulla stagione di produzione vinicola 2023/2024 confermano una produzione stabile e una situazione eccellente sia per i vini Metodo Classico che per quelli Metodo Martinotti, comprese le annate degli ultimi due o tre anni.

    Una statistica curiosa è che il 25,02% della produzione totale è costituito da vini senza nome (Vino Semplice e Vino Spumante di Qualità), con una percentuale ancora più alta nelle regioni del Centro-Sud. Tuttavia, questa tendenza potrebbe giustificare una revisione per considerare l’utilizzo di Indicazioni Geografiche o altre denominazioni.

    In termini di produzione (numero di bottiglie), i dati più notevoli sono i cali per Asti DOCG (-13,96%), Conegliano Valdobbiadene DOCG (-4,84%) e Alta Langa (-3,97%). Sorprendentemente, il Prosecco DOC, il vino più prodotto in Piemonte, ha superato negli ultimi anni l’Asti, rinomato a livello mondiale, registrando un aumento del 2,31%. Nel frattempo, Asolo DOCG continua a crescere costantemente (23,34%), così come Franciacorta DOCG (17,40%), mentre Trento DOC sta vedendo un progresso più graduale del 2,94%.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    I dati ufficiali ISTAT che confrontano le esportazioni 2020/2024 sono incoraggianti. Il valore delle esportazioni è cresciuto in modo significativo in questo periodo, da 1.473 milioni di euro nel 2020 a 2.378 milioni di euro ad agosto 2024. Analogamente, il numero di bottiglie esportate è aumentato da 544 milioni nel 2020 a 741 milioni nel 2024.

    Tuttavia, mentre la crescita del volume delle bottiglie ha superato la crescita del valore delle bottiglie, indicando una leggera diminuzione del valore medio per bottiglia. In altre parole, i volumi di produzione ed esportazione sono in aumento, ma il prezzo medio per bottiglia è diminuito leggermente.
    Nel complesso, i dati indicano una sana crescita delle performance delle esportazioni dell’Italia nel periodo 2020-2024.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    La Guida di quest’anno presenta alcuni numeri interessanti:
    937 i vini selezionati, con 68 etichette in più della passata edizione;
    • ancora una volta la regina indiscussa è la Lombardia (339 vini), seguita da Veneto (260), Trentino (131), Piemonte (86);
    • le Denominazioni che governano questa dinamica sono aumentate rispetto allo scorso anno e sono la Franciacorta con 273 vini, Conegliano Valdobbiadene con 237, Trento con 129 e l’Alta Langa con 68;
    • I premi assegnati quest’anno includono 87 ambitissime sfere d’eccellenza, un traguardo importante e un obiettivo da mantenere nel tempo. La Lombardia è ancora una volta in testa con 33 allori, seguita dal Trentino con 19, dal Veneto con 16, dal Piemonte con 7, dall’Alto Adige e dall’Abruzzo con 3 ciascuno, dalla Puglia con 2 e dal Friuli Venezia Giulia, dalla Toscana, dal Lazio e dalla Sicilia con 1 sfera ciascuno.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    Continua ad essere decretato, per la ventunesima volta, il “vino dell’emozione”, ovvero quel vino che seduce, il più emozionante ma non il super 5 sfere, che segue criteri di giudizio soggettivi e non fisiologici del gusto.
    Premiato a Sparkle 2025 il Franciacorta Riserva Nobile Alessandro Bianchi Rna 15 anni Extra Brut 2007 di Villa Franciacorta.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    La Guida è inoltre arricchita dalla bacheca “Cinque Sfere”, che elenca le migliori aziende vinicole premiate che esemplificano la produzione costante e l’eccellenza delle migliori case spumanti italiane. Inoltre, c’è una sezione “acquisto attento” che presenta i vini con il miglior rapporto tra valutazione della guida e prezzo e una classifica che mostra le aziende che hanno ottenuto il maggior numero di riconoscimenti nel corso della storia di Sparkle.

    La sezione “il tempo del vino” della degustazione “Vintage”, dedicata alle vecchie annate, offre un modo meraviglioso per comprendere l’evoluzione di un vino. Immergendosi completamente nel piacere, nella curiosità e nella scoperta di un mondo sconfinato, si può assaporare il vino senza impantanarsi in troppi tecnicismi. Grazie agli anni di esperienza maturata, Sparkle si è affermato come una guida ricca e affidabile nel variegato mondo degli spumanti italiani. Il suo volume è una lettura imprescindibile e un riferimento essenziale per orientarsi in questo effervescente settore.

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice

    Ecco l’elenco completo delle “5 Sfere” di Sparkle 2025 suddivise per Regione:

    PIEMONTE
    • Alta Langa Bianc ’d Bianc Brut 2018 Giulio Cocchi
    • Alta Langa TotoCorde Brut 2018 Giulio Cocchi
    • Alta Langa Riserva Zero 140 Pas Dosé 2010 Enrico Serafino
    • Alta Langa Riserva Zero Pas Dosé 2018 Enrico Serafino
    • Alta Langa Riserva Cuvée 60 Mesi Brut 2013 Gancia
    • Soldati La Scolca D’Antan Brut 2012 La Scolca
    • Soldati La Scolca D’Antan Rosé Brut 2012 La Scolca

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice, i vini del Piemonte

    LOMBARDIA
    • Franciacorta Satèn Edizione 2020 Barone Pizzini
    • Franciacorta Pas Operé Extra Brut 2018 Bellavista
    • Franciacorta Riserva Palazzo Lana Extrême Extra Brut 2013 Guido Berlucchi
    • Franciacorta Rosé Extra Brut 2020 Bosio
    • Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Dosage Zéro 2015 Ca’ del Bosco
    • Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Rosé Extra Brut 2015 Ca’ del Bosco
    • Franciacorta Riserva Vintage Collection Dosage Zéro Noir 2015 Ca’ del Bosco
    • Franciacorta Nero Zero 2019 Colline della Stella
    • Franciacorta Blau Blanc de Noir Extra Brut 2016 Corte Aura
    • Franciacorta Riserva Raramè Dosaggio Zero 2012 Corte Aura
    • Franciacorta Rosé Brut Corte Fusia
    • Franciacorta Le Millésime Brut 2015 Derbusco Cives
    • Franciacorta Riserva 33 Non Dosato 2016 Ferghettina
    • Franciacorta Riserva Extra Brut 2016 Ferghettina
    • Franciacorta Satèn 2020 Freccianera Fratelli Berlucchi
    • Franciacorta Riserva Capitolo II Dosaggio Zero 2016 Le Vedute
    • Franciacorta Superno Dosaggio Zero 2016 Marzaghe
    • Franciacorta Satèn 2020 Mirabella
    • Franciacorta Satèn 2020 Mosnel
    • Franciacorta Riserva Villa Crespia Millè Brut 2014 Muratori
    • Franciacorta Satèn 2020 Tenuta Ambrosini
    • Franciacorta Ricciolina Satèn Terre d’Aenòr
    • Franciacorta Rosé Extra Brut 2020 Terre d’Aenòr
    • Franciacorta Comarì del Salem Extra Brut 2017 Uberti
    • Franciacorta Dequinque Cuvée 15 Vendemmie Extra Brut Uberti
    • Franciacorta Magnificentia Satèn 2020 Uberti
    • Franciacorta Cuvette Brut 2019 Villa Franciacorta
    • Franciacorta Diamant Pas Dosé 2019 Villa Franciacorta
    • Franciacorta Riserva Nobile Alessandro Bianchi Rna 15 anni Extra Brut 2007 Villa Franciacorta
    • Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Riva Rinetti Pas Dosé 2019 Calatroni
    • Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Dasdòt Pas Dosé 2019 Fradé
    • Lugana Brut Nature 2013 Perla del Garda
    • Mattia Vezzola Grande Annata Brut 2018 Costaripa

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice, i vini della Lombardia
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice, i vini della Lombardia

    TRENTINO
    • Trento Riserva Collezione Luciano Lunelli Rosé Brut 2009 Abate Nero
    • Trento Riserva Graal Brut 2017 Altemasi
    • Trento Brut Balter
    • Trento Riserva Pas Dosé 2017 Balter
    • Trento Riserva 907 Extra Brut 2018 Cantina di Isera
    • Trento Riserva Brezza Riva Pas Dosé 2019 Cantina di Riva
    • Trento R Rosé Brut Cantina Rotaliana
    • Trento Riserva R Brut 2016 Cantina Rotaliana
    • Trento Riserva Oro Rosso Dosaggio Zero 2018 Cembra Cantina di Montagna
    • Trento 1673 Rosé Brut 2017 Cesarini Sforza
    • Trento Riserva Lunelli Extra Brut 2016 Ferrari Trento
    • Trento Riserva Masnen-Vignal Blanc de Blancs Extra Brut 2019 Klinger
    • Trento Riserva del Fondatore 976 Brut 2013 Letrari
    • Trento Riserva Dosaggio Zero 2019 Maso Martis
    • Trento Brut Nature 2018 Moser
    • Trento Riserva Tracce Extra Brut 2011 Moser
    • Trento Riserva Flavio Brut 2016 Rotari
    • Trento Maso Nero Dosaggio Zero 2019 Zeni
    • Trento Riserva Maso Nero Blanc de Noir Extra Brut 2017 Zeni

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice, i vini del Trentino
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice, i vini del Trentino

    ALTO ADIGE
    • Alto Adige Riserva Extra Brut 2018 Arunda
    • Alto Adige Riserva 600 Blanc de Blancs Extra Brut 2018 Cantina Kurtatsch
    • Alto Adige Riserva 1919 Extra Brut 2018 Kettmeir

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice, i vini dell'Alto Adige
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice, i vini dell’Alto Adige

    VENETO
    • Asolo Prosecco Superiore Extra Dry 2023 Commendator Pozzobon Rosalio
    • Valdobbiadene Rive di Colbertaldo Vigneto Giardino Asciutto 2023 Adami
    • Valdobbiadene Rive di Santo Stefano Dirupo Nazzareno Pola Etichetta del Fondatore Extra Dry 2023 Andreola
    • Valdobbiadene Rive di Soligo Mas de Fer Extra Dry 2023 Andreola
    • Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry 2023 Andreola
    • Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Soligo Extra Brut 2023 BiancaVigna
    • Valdobbiadene Prosecco Superiore BandaRossa Vigna di Collagù Extra Dry 2023 Bortolomiol
    • Valdobbiadene Prosecco Superiore Ius Naturae Brut 2023 Bortolomiol
    • Valdobbiadene Coste di Mezzodì Dry 2023 Col Vetoraz
    • Valdobbiadene Rive di Vidor Tittoni Dry 2023 La Tordera
    • Valdobbiadene Prosecco Superiore Cruner Dry Le Colture
    • Conegliano Valdobbiadene 20.10 Extra Dry 2023 Le Manzane
    • Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Rebuli
    • Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Farrò Particella 232 Extra Brut 2023 Sorelle Bronca
    • Lessini Durello Riserva Amedeo Évolution Pas Dosé 2012 Ca’ Rugate
    • Lessini Durello Riserva Amedeo Pas Dosé 2018 Ca’ Rugate

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice, i vini del Veneto
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice, i vini del Veneto

    FRIULI VENEZIA GIULIA
    • Dom Jurosa Blanc de Blancs Extra Brut 2018 Lis Neris
    TOSCANA
    • Bolle di Borro Rosé Brut 2018 Il Borro
    LAZIO
    • Alarosa Rosé Brut Vigne del Patrimonio

    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell'autrice, i vini del Lazio
    Sparkle 2025 vini spumanti secchi italiani di successo, foto dell’autrice, i vini del Lazio

    ABRUZZO
    • Nicola Di Sipio Brut Di Sipio
    • Brut Marramiero
    • Rosé Brut Marramiero

    PUGLIA
    • Daunia Bombino Bianco RN Brut 2019 d’Araprì
    • Gianfranco Fino Rosato Dosaggio Zero 2019 Gianfranco Fino

    SICILIA
    • Etna Gaudensius Blanc de Noir Brut Firriato

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito di riferimento: https://www.cucinaevini.it/guida-sparkle/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/

    Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

  • Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo

    Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo

    A Firenze dal 8 al 9 dicembre 2024 ha avuto luogo la terza edizione di “Saranno famosi nel Vino“.

    di Adriano Guerri

    Come consuetudine all’interno degli ampi spazi della Stazione Leopolda. Vi erano circa 100 espositori,  di cui 26 produttori di Gin. Il programma era ricco di masterclass e cooking show. Personalmente ho partecipato alla masterclass dedicata ai vini di Bolgheri, guidata dal giornalista enogastronomico Leonardo Romanelli con servizio effettuato dai Sommelier FISAR (Federazione Italiana Sommelier Alberghi Ristoranti). Alcune informazioni sulla Doc Bolgheri anticipano le note sensoriali degli 8 vini degustati.

    La Stazione Leopolda, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell'autore
    La Stazione Leopolda, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell’autore

    Bolgheri si trova nelle immediate vicinanze del litorale etrusco nel comune di Castagneto Carducci e in provincia di Livorno. Oltre ad essere nota per i suoi vini è nota anche per il suggestivo viale di cipressi disposti in duplice filar. Ai quali il poeta Giosuè Carducci aveva dedicato vari versi.

    La Cappella di San Guido, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell'autore
    La Cappella di San Guido, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell’autore

    Bolgheri è caratterizzata da aspetti pedoclimatici propizi  per la  coltivazione della vite, infatti, viene allevata sin dal tempo degli Etruschi, tuttavia, la svolta arriva con il Marchese Mario Incisa della Rocchetta, piemontese e  grande estimatore dei vini di Bordeaux, quando si  trasferì  nella Tenuta San Guido, dopo aver sposato la Contessa Clarice della Gherardesca. L’intuizione fu di mettere a dimora barbatelle di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc che hanno dato vita ad uno dei vini più iconici italiani, Sassicaia.

    I produttori con Leonardo Romanelli e i Sommelier Fisar, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell'autore
    I produttori con Leonardo Romanelli e i Sommelier Fisar, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell’autore

    Il grande successo del  vino Sassicaia nel mondo, commercializzato grazie ad Antinori con la prima annata 1968, ha aperto le strade anche ad altri produttori per utilizzare vitigni internazionali. I vitigni maggiormente allevati oggi sono, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot, Syrah, Sangiovese, Sauvignon,  Viognier e Vermentino.
    Nella Doc Bolgheri sono contemplate varie tipologie,  tuttavia le più note sono il Bolgheri Rosso Superiore e il Bolgheri Sassicaia, unica etichetta in Italia ad avere la Doc.

    Il viale di cipressi in duplice filar, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell'autore
    Il viale di cipressi in duplice filar, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell’autore

    Un Areale molto suggestivo, immerso nella natura, tra vigneti,  oliveti e cipressi, un oasi ideale per trascorrere una vacanza all’insegna della pace e tranquillità. Oltre alla Sassicaia della Tenuta San Guido, al Masseto, al Guado al Tasso, all’ Ornellaia, ci sono molti vini eccellenti di altri produttori sia noti sia meno noti, davvero molto bravi. Negli assaggi ho riscontrato l’elevata qualità nel calice di questo vocato territorio.

    I vini degustati durante la masterclass, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell'autore
    I vini degustati durante la masterclass, articolo: Saranno Famosi nel Vino 2024, evento vinicolo di successo, foto dell’autore

    Ecco i vini

    Bolgheri Rosso Superiore 2021 Castello di Bolgheri – Cabernet Sauvignon 75%, Cabernet Franc 20% s Merlot 5% – Rosso rubino intenso, emana sentori di ciliegia,  prugna,  rabarbaro,  polvere di caffè e cacao e spezie,  al palato è rotondo,  pieno,  fine e persistente con richiami mentolati.

    Sito di riferimento: www.castellodibolgheri.com

    Volpolo Bolgheri Rosso 2022 Podere Sapaio – Cabernet Sauvignon 70%, Merlot 15% e Petit Verdot 15% – Rosso rubino vivace,  sprigiona sentori di mirtillo,  lampone,  ciliegia,  prugna e spezie, fresco e sapido,  morbido e duraturo.

    Sito di riferimento: www.sapaio.com

    Volante Bolgheri Rosso 2021 Tenuta Campo al Signore – Merlot 100% – Rosso rubino profondo,  sviluppa note di mora, ribes nero, prugna e spezie dolci,  al gusto è vibrante, pieno ed appagante.
    Sito di riferimento: www.tenutacampoalsignore.com

    Sant’Uberto Bolgheri Rosso Superiore 2020 Villanoviana – Merlot 50%, Cabernet Franc 35% e Petit Verdot 15% – Rosso rubino vivace, emergono sentori di ciliegia, prugna, pepe nero, noce moscata e tabacco, attacco tannico setoso, vellutato e persistente.
    Sito di riferimento: www.villanoviana.it
    Bolgheri Rosso Superiore 2021 Donne Fittipaldi – Cabernet Sauvignon 40%, Cabernet Franc 30% e Merlot 30% – Bel rubino intenso, esprime sentori di iris, amarena, prugna, sottobosco e tabacco,  al palato è pieno, appagante e decisamente lungo.
    Sito di riferimento: www.donnefittipaldi.net
    Sondraia Bolgheri Rosso Superiore 2020 Tenuta Poggio al Tesoro – Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 25% e Cabernet Franc 10% – Dal rubino intenso, rivela sentori di mora, mirtillo, marasca, erbe aromatiche e spezie dolci,  il sorso è vibrante,  avvolgente e coerente.
    Sito di riferimento: www.poggioaltesoro.it
    Bolgheri Rosso Superiore 2020 Mulini di Segalari – Cabernet Sauvignon 78%, Syrah 19% e Cabernet Franc 3% –  Tonalità rosso rubino,  sviluppa note di rabarbaro,  ciliegia,  ribes, pepe nero e nuances balsamiche,  al palato è verticale,  dinamico,  tannini poderosi ma setosi.
    Sito di riferimento: www.mulinidisegalari.it
    Gerbido Bolgheri Rosso 2022 Cantine Bonacchi – Merlot,  Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah – Calice rubino profondo,  libera sentori di frutti di bosco, violacciocca, spezie orientali e eucalipto,  al gusto è piacevole,  setoso ed armonioso.
    Sito di riferimento: www.bonacchi.it

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/vino-sfuso-in-italia-garanzia-vendite-allestero/

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

  • VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    Lanuvio celebra le eccellenze enogastronomiche e culturali: il successo della prima edizione del progetto “VerriGud Morning Lanuvio”

    di Carol Agostini

    Sabato 23, Lanuvio è stata protagonista della prima edizione del progetto “VerriGud Morning Lanuvio”, un evento che ha unito degustazioni, cultura e tradizione grazie alla partecipazione di straordinarie realtà italiane. L’iniziativa ha offerto un viaggio tra sapori autentici e storie di aziende che incarnano l’eccellenza del made in Italy.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell’autrice

    Tenuta Borgolano: biodiversità e sostenibilità nel cuore dell’Oltrepò Pavese

    Con i suoi 30 ettari di terreno nella provincia di Pavia, la Tenuta Borgolano si distingue per la viticoltura sostenibile e l’impegno nella valorizzazione della biodiversità. Fondata da Donatella Quaroni nel 1992, produce circa 100.000 bottiglie all’anno, distribuite in Italia e all’estero. Tra i vini di spicco, uno dei rossi della tenuta simboleggia il legame con il territorio e la qualità produttiva.

    Salumificio Gran Varzi: l’autenticità del Salame di Varzi DOP

    Il Salame di Varzi DOP Gran Varzi si distingue per la complessità sensoriale e il richiamo alla tradizione. Con profumi di carne stagionata e note vegetali, il salumificio celebra il patrimonio gastronomico locale con prodotti artigianali dal carattere unico.

    I Mandriani Carni: tre generazioni di tradizione e qualità

    Con un nuovo stabilimento che unisce tecnologia avanzata e lavorazione artigianale, I Mandriani si impone come eccellenza nella trasformazione delle carni. I prodotti sono naturalmente privi di glutine e lattosio, rappresentando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

    Sughi Vestalia: il sapore del “sugo del nonno” in un barattolo

    Nata nel 2020, durante la pandemia, l’azienda Vestalia si dedica alla produzione di sughi artigianali. Fondata da Roberto Guarino e Luca Chiaese, punta a portare il gusto della tradizione direttamente nelle case, con ricette autentiche e packaging che valorizza la qualità.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo
     VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo

    La Golosa di Maurizio Curi: il trionfo dell’artigianalità

    L’azienda agricola La Golosa si distingue per l’assenza di additivi chimici nei suoi prodotti, lavorati rigorosamente a mano. Tra le eccellenze spiccano le Mele Rosa, recuperate grazie all’impegno della Comunità Montana dei Sibillini, simbolo del legame tra tradizione e innovazione.

    Milletti Funghi: tecnologia e natura nei Castelli Romani

    Dal 1978, l’azienda agricola Milletti Funghi produce funghi naturali e nutrienti. Grazie a impianti tecnologici avanzati, garantisce elevati standard qualitativi, offrendo alimenti ricchi di proteine, vitamine e minerali.

    Mancini Pastificio Agricolo: dalla tradizione agricola alla pasta di qualità

    Nelle Marche, il Pastificio Mancini utilizza esclusivamente il grano dei propri campi per creare una pasta trafilata al bronzo e essiccata a bassa temperatura. Con una storia familiare che inizia nel 1938, rappresenta un esempio di unione tra tradizione e innovazione.

    Pura Crocus: lo zafferano biologico della Val d’Orcia

    Specializzata nella produzione di zafferano biologico, l’azienda Pura Crocus si distingue per la qualità dei suoi prodotti, tra cui miele e tisane aromatizzate, tutti rigorosamente privi di additivi artificiali.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto da pexel
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto da pexel

    La Meridiana Resort: ospitalità tra Roma e il mare

    Il Resort La Meridiana a Lanuvio è una cornice ideale per eventi, cerimonie e soggiorni rilassanti. Tra piscina, ristorante e camere raffinate, offre un’esperienza di charme in sintonia con la natura circostante.

    Tenuta Pantanacci: storia e natura nel cuore del Lazio

    La Tenuta Pantanacci affonda le radici nel passato di Lanuvio, con resti archeologici e tradizioni legate a riti propiziatori. Le visite guidate offrono un’immersione nella storia, tra rovine millenarie e passeggiate a cavallo.

    Petra Marzia Vini: tradizione e passione campana

    Nel Vallo di Lauro, l’azienda vinicola Petra Marzia produce vini che celebrano il territorio campano. Tra i prodotti spiccano il Taurasi DOCG Riserva “Parlami” e il bianco “Ramia” Fiano, frutto di una filosofia artigianale che unisce tradizione e modernità.

    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell'autrice
    VerriGud Morning Lanuvio novembre 2024, giorno esclusivo, foto dell’autrice

    La prima edizione di “VerriGud Morning Lanuvio” ha offerto un’occasione unica per scoprire e valorizzare queste eccellenze, testimoniando il ricco patrimonio enogastronomico e culturale che rende l’Italia unica nel mondo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento: http://www.casaledellamandria.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Sparkle Day 2025 i vini premiati, trionfante giorno

    Sparkle Day 2025 i vini premiati, trionfante giorno

    SABATO 30 NOVEMBRE 2024 LA PRESENTAZIONE E LA GRANDE DEGUSTAZIONE PRESSO THE WESTIN EXCELSIOR HOTEL DI ROMA SPARKLE 2025: 87 I VINI PREMIATI CON LE “5 SFERE” DALLA VENTITREESIMA EDIZIONE DELLA GUIDA AI MIGLIORI VINI SPUMANTI SECCHI ITALIANI LA REGIONE PIÙ PREMIATA È LA LOMBARDIA (33) SEGUONO IL TRENTINO (19) E IL VENETO (16)

    redazione Carol Agostini

    Andrà in scena a Roma, sabato 30 novembre 2024, la presentazione di Sparkle 2025, 23esima edizione della guida ai migliori spumanti secchi italiani, edita dalla storica rivista di enogastronomia
    Cucina & Vini. A partire dalle ore 13.30, presso il The Westin Excelsior Hotel, saranno premiate con le ambite “5 sfere” 87 etichette tra le 936 presenti in guida, prodotte dalle migliori aziende vitivinicole del Bel Paese.

    La regione più rappresentata è la Lombardia, grazie ai 33 riconoscimenti ricevuti, 29 appartenenti alla denominazione Franciacorta DOCG, 2 all’area dell’Oltrepò Pavese; a quota 19 il Trentino, con soli Trento DOC; segue, con 16 premi il Veneto, 13 Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, due Lessini Durello DOC e un Asolo Prosecco Superiore DOCG; quindi Piemonte (7), Alto Adige (3), Abruzzo (3), Puglia (2), Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio e Sicilia con un 5 sfere.

    “Ormai i nostri assaggi sono compressi nel periodo estivo e nella prima parte dell’autunno.Anche questo è un indice dell’incremento di qualità del vino spumante italiano – afferma Francesco D’Agostino, curatore della guida Sparkle – È necessario infatti aspettare un tempo più lungo dall’imbottigliamento (nel caso dei vini realizzati con metodo Charmat) o dalla sboccatura (per il metodo classico) rispetto a quanto accadeva dieci anni fa. Non solo, oggi sono vini capaci di mantenere la loro qualità in bottiglia per anni. Alla fine del nostro lavoro di ricerca e selezione sentiamo l’esigenza di confrontarci con i dati, con le dichiarazioni di spumantizzazione fatte da tutti i produttori italiani e collezionate da Icqrf per ogni annata vitivinicola, dal primo agosto 2023 al 31 luglio 2024 in questo caso.

    I produttori italiani hanno spumantizzato l’equivalente di oltre un miliardo e ottanta milioni di bottiglie segnando un decremento dello 0,5%. È l’indicazione chiara di un settore in ottima salute che trova riscontro nei dati Istat di export da gennaio a luglio del 2024 che registrano un totale di un miliardo e duecentonovantasette milioni di euro, segnando una crescita del 7% sullo stesso periodo del 2023 e del 213% rispetto al 2014 (sempre gennaio-luglio).Unico neo è che quest’anno alla crescita in valore è corrisposta una crescita in volume percentualmente superiore e quindi un piccolo decremento in valore della bottiglia, oggi a 5,69 euro, lo scorso anno 5,87.” Conclude Francesco D’Agostino.

    Si partirà alle 13.30 con la presentazione dell’edizione 2025 della guida Sparkle e la relativa consegna delle ambite 5 sfere (in allegato l’elenco completo). E poi, come di consueto, alle 16 inizia la grande degustazione di bollicine italiane con l’apertura al pubblico. Un’appassionante degustazione con oltre duecento tra i migliori spumanti secchi italiani, tra quelli presenti in guida, tutti da scoprire e degustare attraverso un percorso strutturato in base all’appartenenza territoriale. Anche quest’anno possiamo contare sul supporto di importanti brand nazionali e internazionali che hanno scelto il nostro evento come occasione di comunicazione e promozione.

    Per la parte tecnica, un’importante conferma è la presenza consecutiva da ben 12 anni di Diam, marchio leader nella produzione di tappi tecnici in sughero presente in qualità di sponsor sin dalle prime edizioni del nostro evento. E poi la parte food che registra la quinta partecipazione di una grande famiglia dell’industria alimentare italiana di qualità. Parliamo di Antica Pasticceria Muzzi dal 1795, l’azienda dolciaria umbra leader nella produzione della pasticceria delle ricorrenze e non solo. Quest’anno, si unisce alla squadra di SparkleDay un altro noto marchio del made in Italy, parliamo di Caffè Toraldo, la storica torrefazione di Napoli che dal 1968 porta l’espresso napoletano in tutto il mondo.

    Tutte le info su come partecipare ed elenco delle aziende presenti in aggiornamento su www.cucinaevini.it. La guida Sparkle 2025 è in vendita sul sito www.shop.cucinaevini.it.

    GUIDA SPARKLE 2025
    Presentazione riservata alla stampa e agli addetti ai lavori
    Sabato 30 novembre 2024, ore 13.30
    The Westin Excelsior Hotel (Via Vittorio Veneto, 125), Roma
    In vendita su www.shop.cucinaevini.it.
    SPARKLEDAY
    Sabato 30 novembre 2024, dalle ore 16.00 alle 22.00
    The Westin Excelsior Hotel (Via Vittorio Veneto, 125), Roma
    Costo ingresso € 30,00 (sono inclusi calice e sacca porta bicchiere)
    info@cucinaevini.it, 0698872584
    Biglietteria on line: www.shop.cucinaevini.it
    Riduzione sommelier: € 20 presentando la tessera associativa in biglietteria il giorno dell’evento.
    Operatori: richiedere accredito scrivendo a: eventi@cucinaevini.it

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti di riferimento: http://www.cucinaevini.it

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare

    Gambero Rosso e il Consorzio Vini Toscana uniti in un evento di territorio

    Di Cristina Santini

     

    Nel mese di ottobre, il Gambero Rosso e il Consorzio Vino Toscana hanno ospitato un evento per celebrare i vini IGT Toscana, i Supertuscan, una categoria di cui si parla molto da oltre 30 anni, ma che aveva già segnato il rinnovamento del vino italiano nei primi anni ’70.
    Durante la degustazione tenutosi presso l’Academy di Roma, Marco Sabellico del Gambero Rosso ha presentato e discusso 23 etichette di vino. Al suo fianco Stefano Campatelli, Direttore di uno dei più grandi consorzi vitivinicoli italiani, ha condiviso la visione del consorzio per il futuro e le sue importanti potenzialità di crescita.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    “Il Consorzio Vino Toscano IGT ha una lunga storia, ma è un’impresa relativamente giovane”, afferma il Direttore. “Se la denominazione IGT Toscana è nata oltre 30 anni fa, poco è stato fatto per promuoverla e non c’era praticamente nessun consorzio attivo a rappresentare i produttori. Tuttavia, negli ultimi tre anni, abbiamo lavorato duramente per riunire tutti i produttori e capitalizzare davvero questa indicazione geografica, poiché crediamo fermamente che il nome Toscana meriti di essere celebrato al meglio”.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina SantiniToscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    La denominazione Indicazione Geografica offre una flessibilità significativamente maggiore rispetto alla classificazione di Denominazione di Origine Controllata (DOC). I produttori possono lavorare con uno qualsiasi dei 97 vitigni autorizzati nella regione, ad eccezione dei vini spumanti. Ciò nondimeno, è stata presentata al Ministero una modifica al disciplinare di produzione e si spera che entro l’annata 2025 saranno consentiti sia il metodo Martinotti che quello Classico.

    Il Consorzio Vino Toscano ha ricevuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e delle Foreste con Decreto n. 423141 del 21 agosto 2023. Questo importante traguardo segna il completamento con successo del progetto di rinnovamento avviato nel 2019, in concomitanza con l’inizio della presidenza di Cesare Cecchi.
    Se tutto ciò che è stato raggiunto finora è un punto di partenza, di pari importanza è la realizzazione di iniziative promozionali per aumentare ulteriormente la conoscenza e l’apprezzamento dei vini Toscana IGT sia a livello nazionale che globale. Si tratta di un nuovo ruolo per il Consorzio, che andrà ad integrare le già consistenti responsabilità di gestione, tutela e promozione dei vini Toscana IGT.

    Facciamo chiarezza. Per essere riconosciuto dal MASAF, un Consorzio deve rappresentare almeno il 35% dei produttori e il 51% della produzione della Denominazione o Indicazione Geografica Protetta che intende tutelare. Il Consorzio Vino Toscana supera significativamente questi requisiti, rappresentando oltre il 39,5% dei produttori e più del 58% della produzione.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    La Toscana IGT comprende l’intera Regione, con oltre 1.500 aziende imbottigliatrici, un numero molto significativo. Una realtà, con oltre 13.000 ettari vitati e una produzione media annua di quasi 100 milioni di bottiglie ripartita in vini rossi 77%, vini bianchi 18%, vini rosati 5%. Per cui è quasi diventato obbligatorio considerare seriamente le strategie di crescita. Il rendimento degli Igt supera i 495 milioni di euro, con una ripartizione del 31% sul mercato italiano e il 69% verso l’export. Sensibile l’evoluzione delle vendite estere negli ultimi 10 anni, con un +126%. I principali mercati esteri sono l’Europa (46%), gli Stati Uniti (33%) e l’Asia (6%). Il restante 15% è distribuito su tutte le altre aree geografiche.

    Nel 1992 è stato istituito il sistema dei vini IGT, che ha finalmente previsto una denominazione formale. Tuttavia, molti di questi vini iconici sono stati creati prima di questa data. Ad esempio, il Sassicaia di Incisa della Rocchetta, così come la lunga serie di vini “Supertuscan” di produttori come Antinori, si erano già distinti utilizzando vitigni internazionali come Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Syrah. Questi erano gli unici vitigni dell’epoca in grado di attrarre costantemente il mercato internazionale e di godere di un prestigio diffuso. Di conseguenza, le cantine di tutta Italia hanno iniziato a piantare queste stesse varietà nello stesso periodo, anche prima che entrasse in vigore la classificazione formale IGT.

    Comunque, qualcuno non si rassegnava a vedere il declino del vero Sangiovese di Montalcino – quello con la buccia spessa e i grappoli piccoli. La ricostruzione viticola e la nascita dei vari cloni di Sangiovese è una storia recente; negli anni ’70, nessuno sapeva cosa significasse. Solo negli anni successivi si è cominciato a lavorare seriamente sul Sangiovese, ma ci sono voluti più di dieci anni per produrre vini di rilievo.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    Degustazione 23 Etichette Igt Toscana
    Questa masterclass è una delle prime del suo genere nelle attività di promozione regionale e i vini presentati questa serata rappresentano la diversità e il potenziale di questa denominazione: diversi vitigni, stili diversi e abbondanti possibilità.

    Data la qualità costantemente elevata dell’intera gamma, condividerò solo le mie impressioni più significative. Poiché non mi piace assegnare punteggi e non esiste una classifica personale, le note di degustazione saranno presentate in ordine numerico di servizio. Complessivamente, i vini mostrano una gamma di sapori espressivi, alcuni dei quali sono più tenui e meno impattanti di altri. In alcuni casi, il frutto è messo in ombra dall’uso del legno, mentre in altri i vini sono vere gemme vitivinicole, dei capolavori.

    1. Quattro chiacchiere a oltrepoggio, Chardonnay 2022, Colognole in Pontassieve. Azienda della famiglia dei Conti Spalletti Trivelli, proprietaria da oltre 150 anni della moltitudine di case coloniche al suo interno che oggi prende il nome di Country Wine Estate Colognole. Il vigneto si trova a 330 metri di altitudine a La Rufina, una zona situata nei pressi di Firenze.
    Fermentazione malolattica svolta, maturazione per un quarto in acciaio e il resto in barrique. Dopo un lungo periodo di invecchiamento in bottiglia, il vino mostra un bouquet di frutta a polpa bianca, acidità tonificante, tannini setosi, freschezza, mineralità e note di nocciole e pepe bianco. Al palato, offre un’esperienza di beva lunga, ampia ed espansiva.

    2. Acciaiolo 2020 Cabernet Sauvignon, Castello di Albola in Radda in Chianti, appartenuta alle più nobili famiglie della Toscana, oggi di proprietà della Famiglia Zonin.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    3. Farnito 2019 Cabernet Sauvignon, Carpineto.
    Acclamata a livello internazionale, la Cantina è stata fondata da due enologi concentrati sulla produzione di vini per l’esportazione. Giunta alla seconda generazione di viticoltori, attualmente possiede 220 ettari di vigneti nelle zone più prestigiose della Toscana, tra cui Montalcino, Montepulciano e Chianti e produce 3,5 milioni di bottiglie all’anno.
    Il vino presenta un’intensa ricerca di austerità, con un importante carattere tannico che contribuisce a una struttura piena, ricca e verticale. Il colore è nitido e molto pulito, con sfumature viola decise e note erbacee tipiche del vitigno, oltre a sentori di sottobosco. La complessità aromatica è data dall’utilizzo di botti di diverse dimensioni, tra cui grandi botti, tonneau e piccole botti di secondo passaggio.

    4. Olmaia 2018, Cabernet Sauvignon, Tenuta Col d’Orcia in Montalcino, un’oasi biologica ed ora biodinamica appartenente alla Famiglia Marone Cinzano.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    5. Arcanum 2019, Cabernet Franc, Tenuta di Arceno.
    Situata nella parte meridionale del Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga, la tenuta, di proprietà di un’influente famiglia americana, oggi produce vini eccellenti. Questo grazie al coinvolgimento di giovani enologi italiani che lavorano a fianco della consulente francese Pierre Seillan, su terreni argillosi.
    Il vino mostra note di liquirizia, erba tagliata e prugna, mantenendo una tensione piacevolmente acida e una grande eleganza. Sebbene manchi del carattere vegetale tipico dell’uva, l’uso sapiente del legno, dell’invecchiamento e della macerazione da parte dell’enologo ha prodotto un vino di impressionante profondità, morbidezza e raffinatezza. La qualità sapida è ben integrata, mai prepotente, e la freschezza è splendidamente bilanciata in tutto.

    6. Vas 2019 Merlot, Villa a Sesta in Castelnuovo Berardenga.

    7. Guardiavigna 2019 Cabernet Franc biologico e biodinamico, Podere Forte, nella regione della Val d’Orcia, a Castiglione d’Orcia.
    500 ettari allevati su un terreno scistoso vitale con una presenza di argilla, di proprietà dell’imprenditore milanese Pasquale Forte dove uomini, piante e animali coesistono armoniosamente, rendendo il tutto autosufficiente e sostenibile. I vini maturano in legni nuovi, soprattutto in tonneaux al posto delle barrique.
    Questo vino offre un intenso aroma di ciliegia e frutti rossi, con un carattere fresco e raffinato e un colore non troppo forte. L’espressione complessiva è di eleganza e finezza, con un risultato eccellente. I tannini sono fini e setosi, con note di cacao. Succoso e carnoso al palato, dona una sensazione morbida e avvolgente, raffinata.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    8. Auritea 2018 Cabernet Franc in biologico, Tenuta Podernovo appartenente alla Famiglia Lunelli, nel comune di Terricciola, all’interno della pregiata ed emergente zona vinicola delle colline pisane, a pochi km dalla costa toscana.

    9. Fsm 2019 Merlot, Castello Vicchiomaggio di John e Paola Matta in Greve in Chianti.

    10. Oreno 2022 45% Merlot, 40% Cab. Sauvignon, 10% Cab. Franc, 5% Petit Verdot, Tenuta Sette Ponti in Castiglion Fibocchi, Arezzo. Una storia antica: dalla Casa Reale Savoia-Aosta alla Famiglia Moretti Cuseri.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    11. Prima Pietra 2021 50% Merlot, 35% Cab. Sauvignon, 15% Cab. Franc, Tenuta Prima Pietra.
    Situato a nord di Bolgheri a Riparbella, questo resort di prim’ordine si estende su ben 200 ettari, di cui 11 dedicati ai vigneti e il resto ricoperto di foresta. Ciò che distingue Prima Pietra è il suo vigneto elevato, situato a un’altitudine di 450 metri, il più alto lungo la costa toscana.
    Cecilia Leoneschi, rinomata enologa, ha creato questo vino ben bilanciato e raffinato. Esalta il frutto del Merlot, la speziatura del Cabernet Franc e sfumature di cioccolato, erba appena tagliata e bacche rosse. Il vino è prodotto con un uso giudizioso di rovere di qualità, parte del quale è nuovo. Nel complesso, questo è un vino delizioso e armonioso da gustare.

    12. Ghiaie della Furba 2020, 40% Cab. Sauvignon, 25% Merlot, 35% Syrah, Tenuta di Capezzana in Carmignano della Famiglia Contini Bonacossi.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    13. Monteti 2019, 55% Petit Verdot, 25% Cab. Sauvignon, 20% Cab. Franc, Tenuta Monteti della Famiglia Baratta.
    Questa storica dimora, adagiata sulle colline della Maremma meridionale nei pressi di Capalbio, custodisce 30 ettari circondati da vasti boschi e accarezzati dalle dolci brezze che lambiscono l’intera valle.
    Naso accattivante in un mix di fresche note mediterranee, sentori di erbe selvatiche, muschio e un sottile carattere salino che riflette la sua posizione vicina al mare. Un delicato carattere speziato e la maturazione in un mix di botti di rovere francese nuove e usate conferiscono complessità. I ​​tannini sono maturi e vellutati, sostenendo un finale lungo e generoso che smentisce il suo contenuto alcolico del 14,5%. Un vino straordinariamente profondo e ricco.

    14. Banditaccia 2023, Ciliegiolo, Le Rogaie in Magliano in Toscana.

    15. Il Poderone 2021, Ciliegiolo di anfora, Terre dell’Etruria.
    Questa è una cooperativa di 3.660 aziende agricole associate, rappresentando la più importante realtà imprenditoriale del settore agricolo in Toscana. Per quanto riguarda il settore vitivinicolo, conta 70 soci con circa 100 ettari vitati che conferiscono tutta la loro uva all’unica cantina della cooperativa, situata a Magliano (GR) e nota come Poderone.
    L’esperienza è estremamente gradevole e intensa, con un bouquet che si avvicina a sottili note affumicate e a una speziatura emergente, piuttosto che al caratteristico aroma di ciliegia. Entra nel palato in modo fluido e aggraziato, con un carattere fresco e un piacevole contrasto saporito prolunga il sorso sottolineando la bevibilità disarmantemente facile del vino. Energia gustativa da vendere.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    16. Il Legato 2020, Mammolo, Azienda Agricola Cincinelli posizionata nel territorio del Chianti, sulle colline che sovrastano la città di Capolona, piccolo paese a poca distanza da Arezzo.

    Questa varietà storica e tradizionale di uva, un tempo utilizzata come componente complementare nei blend di Montepulciano, è ora vinificata da sola, producendo un vino di notevole freschezza. Ha un livello moderato di antociani, che forniscono colore, ed è fermentato in vasche di acciaio prima di invecchiare per un anno in grandi botti di rovere francese.
    Presenta note di frutto, spezie ed erbe aromatiche, con un piacevole bilanciamento di dolcezza e acidità data dal balsamico. Al palato è ampio, elegante e delicato, con sentori di more, mirtilli neri e uvetta. Un’interessante interpretazione del vitigno.

    17. Giramonte 2021, Merlot, Sangiovese, Marchesi Frescobaldi in Castiglioni.

    18. Concerto 2021, 80% Sangiovese, 20% Cab. Sauvignon, Castello di Fonterutoli in Castellina in Chianti della Famiglia Mazzei.

    19. Modus 2020 55% Merlot, 20% Sangiovese, 25% Cab. Sauvignon, Ruffino 1877 prodotto nella Tenuta di Poggio Casciano, cuore pulsante dell’Azienda. Della Famiglia Folonari in partnership con Icon Estates, nota realtà californiana di proprietà dell’azienda statunitense Constellation Brands.

    20. Balifico 2020 65% Sangiovese, 35% Cab. Sauvignon, Castello di Volpaia in Radda in Chianti.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    21. Isacco 2020 50% Teroldego, 50% Merlot, Tenuta Matteraia in Vicchio, nel cuore delle campagne del Mugello.

    22. Badesco 2019, 60% Sangiovese, 20% Merlot, 20% Cab. Sauvignon, Bonacchi in Quarrata vicino Pistoia.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    23. Solengo 2019, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Merlot e Sangiovese, Tenuta di Argiano, all’epoca della Famiglia Marone Cinzano, oggi nelle mani dell’imprenditore Bernardino Sani.

    Il grande Supertuscan, l’eredità di G. Tachis per Montalcino, è un vino di potenza e longevità. Il legno è perfettamente integrato con il frutto, dando vita a un carattere fresco e vibrante. Note di confettura di amarene e foglie di peperone si mescolano a sentori di tabacco. Al palato, i tannini saporiti regalano una struttura potente ma elegante. Il naso è sorprendentemente ricco, raffinato e armonioso: non un singolo elemento è fuori posto. I tannini setosi creano un equilibrio meraviglioso e un’esperienza straordinariamente bevibile.

    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi:

    Uovo morbido, Cavolo nero e Alici
    Funghi, Topinambur e Castagne
    Trippa, Fegatini, Cannellini e Olive
    Ravioli di Cinghiale, salsa verde e fonduta di Pecorino

    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi, articolo: Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini
    Abbinamenti con i meravigliosi piatti colorati dello Chef Marco Brioschi, articolo: Toscana IGT 2024: un patrimonio da preservare e valorizzare, foto di Cristina Santini

     

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti di riferimento: http://www.consorziovinotoscana.it/

  • Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico

    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico

    Raffaele D’Angelo e la sua accademia enogastronomica

    di Carol Agostini

    Raffaele D’Angelo è il fondatore e direttore della Wine&Food Academy di Parma, un’organizzazione che promuove la cultura enogastronomica locale ed è strettamente legata alla tradizione della Food Valley, la zona nota per le eccellenze alimentari italiane come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Parma, riconosciuta come Città Creativa per la Gastronomia dall’UNESCO, è il contesto perfetto per la sua iniziativa, che riunisce esperti del settore enogastronomico, imprenditori, accademici e appassionati del buon cibo e vino.

    La Wine&Food Academy organizza una serie di incontri e degustazioni che coinvolgono personalità di rilievo del mondo del vino e della gastronomia. L’obiettivo principale è creare un luogo di scambio di idee e promuovere le eccellenze del territorio, coinvolgendo non solo i professionisti del settore, ma anche il pubblico attraverso eventi gratuiti e aperti a tutti.

    Questi appuntamenti hanno un forte taglio culturale e didattico, puntando a sensibilizzare sui temi della qualità e della sostenibilità dei prodotti alimentari, sia a livello locale che nazionale.

    D’Angelo è noto per il suo impegno nella diffusione della cultura enogastronomica e per il suo lavoro con professionisti di rilievo, tra cui sommelier, giornalisti e accademici. La Wine&Food Academy non è solo una piattaforma per la promozione del buon cibo, ma un vero e proprio punto di incontro per discutere del futuro dell’enogastronomia italiana e del suo ruolo in un contesto globale

    Raffaele D'Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da comunicato stampa
    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da comunicato stampa

     

    Wine&Food Academy: un nuovo anno di sapori e di cultura enogastronomica

    Wine&Food Academy, nata a Parma nel 2016 come centro di promozione della cultura del buon cibo e del buon vino, annuncia il programma 2024-2025, ricco di eventi che esplorano l’universo enogastronomico in profondità. L’associazione, recentemente trasformata in APS, rinnova il suo impegno con una serie di incontri che vedranno protagonisti produttori, viticoltori, giornalisti e artigiani del gusto.

    Gli eventi della stagione

    La stagione 2024-2025 si apre con una serie di incontri che spaziano dal cibo al vino, toccando temi culturali, storici e scientifici. Tra gli appuntamenti principali:

    26 settembre 2024: “Il ruolo del pediatra nell’educazione alimentare del bambino”, un incontro dedicato alla prevenzione dell’obesità infantile, in collaborazione con il Circolo ARCI Golese. (già svolto)

    27 ottobre 2024: l’evento a San Giorgio in Piano (BO) vedrà protagonisti i vitigni resistenti della Toscana con la partecipazione del produttore Roberto Droandi e della presidente di Federbio Maria Grazia Mammuccini.

    22 Novembre 2024: degustazione dedicata alla Barbera, con un confronto tra i territori del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, guidato da sommelier esperti.
    7 Febbraio 2025: “I grandi maestri del vino” ha garantito la partecipazione Walter Massa, pioniere del Timorasso, uno dei vitigni autoctoni più pregiati dei colli tortonesi.

    Marzo 2025: anteprima della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025 presentata da Daniele Cernilli, in arte Doctor Wine, con degustazione di bollicine regionali.
    1 Giugno 2025: evento conclusivo “Le perle dell’Emilia”, una mostra mercato all’aperto con i migliori vini emiliani, accompagnata da una masterclass e un concerto jazz.

    Raffaele D'Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da facebook di Raffaele D'Angelo
    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da facebook di Raffaele D’Angelo

    La maggior parte degli eventi si terrà presso la Trattoria Gatto Gambarone a Noceto (PR).
    Patrocini: Consorzio del Parmigiano Reggiano, FenImprese Bologna e Circolo ARCI Golese.
    In collaborazione con: Osteria Gatto Gambarone, Sant’Ilario Rappresentanze, Arte & Gusto Suites, SALCAL (Salumi di Calabria), Amaro Milone, SA MURTA e Rotary Club San Giorgio di Piano Giulietta Masina

    Il programma completo è presente sul seguente link: https://www.wineandfoodacademy.it/iniziative/

    Wine&Food Academy, APS dal 2024, Strada Baganzola, 189/A 43126 Baganzola (PR) si propone di diffondere la cultura enogastronomica attraverso eventi che combinano il sapere e il sapore, nel cuore pulsante dell’Emilia, Parma – Città creativa UNESCO per la gastronomia.

    Per maggiori informazioni e per eventuali chiarimenti:
    Email: info@wineandfoodacademy.it cell. 3281275933 Raffaele D’Angelo

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento:  www.consulentedelgusto.it

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • 2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale

    Cibo e vino,  le radici antiche: vitale l’inizio della civilizzazione alimentare

    di Carol Agostini

    Il mondo del cibo e vino, così centrale nella cultura e nelle dinamiche sociali di ogni epoca, ha subito profondi cambiamenti nel corso della storia. Le abitudini alimentari, i gusti e i modi in cui il cibo e il vino vengono prodotti, consumati e percepiti si sono evoluti in risposta a fattori sociali, economici e culturali. Dalle antiche civiltà fino ai giorni nostri, questo settore ha influenzato e, allo stesso tempo, è stato influenzato dai cambiamenti della società.

    Il cibo e vino hanno avuto un ruolo fondamentale fin dall’antichità, quando l’agricoltura iniziò a svilupparsi e le comunità umane abbandonarono il nomadismo per stabilirsi in insediamenti stabili. Le civiltà della Mesopotamia, dell’Egitto e della Grecia antica hanno lasciato testimonianze evidenti della loro attenzione verso la coltivazione e la produzione alimentare.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Nella Mesopotamia, la coltivazione del grano e dell’orzo ha dato vita a una delle prime culture agricole, mentre l’introduzione della fermentazione ha portato alla produzione delle prime birre e vini. La birra, più che il vino, era considerata una bevanda per le masse, e il suo consumo era strettamente legato a celebrazioni religiose e occasioni comunitarie.

    Gli antichi Egizi, d’altro canto, sono noti per il loro sofisticato sistema agricolo lungo il Nilo, che permetteva la produzione di alimenti come pane, verdure, carne, e soprattutto vino, una bevanda riservata principalmente alla nobiltà e ai rituali religiosi. I banchetti e le feste egiziane riflettevano una gerarchia sociale ben definita: il cibo e il vino erano simboli di potere, prosperità e divinità.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    In Grecia e Roma, la viticoltura e l’olio d’oliva diventarono pilastri dell’economia e della cultura. Il vino, in particolare, aveva un ruolo sacrale e sociale. Nell’antica Grecia, ad esempio, il vino era centrale nel simposio, un incontro conviviale dove il consumo di vino era accompagnato da conversazioni filosofiche, musica e intrattenimento. Questo tipo di consumo rafforzava le gerarchie sociali e la cultura della condivisione.

    Anche a Roma, il vino era onnipresente e consumato da tutti i ceti sociali, sebbene con qualità diverse: mentre i ricchi si dedicavano ai vini più pregiati, le classi popolari dovevano accontentarsi di prodotti di qualità inferiore. Il cibo e il vino rappresentavano in modo evidente il benessere sociale, ma erano anche strumenti di coesione e integrazione culturale, come dimostra l’introduzione di nuovi ingredienti e vini provenienti dalle province dell’impero.

    Con il crollo dell’Impero Romano, l’Europa attraversò un periodo di grandi trasformazioni economiche e sociali. Durante il Medioevo, la Chiesa ebbe un ruolo predominante nel plasmare il rapporto della società con il cibo e il vino. I monasteri divennero importanti centri di produzione vinicola, con i monaci che affinavano le tecniche di vinificazione e introducevano nuove varietà di vitigni. I vigneti dei monasteri, in particolare in Francia e Germania, divennero i precursori delle moderne regioni vinicole europee.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Dal punto di vista sociale, il consumo di cibo e vino era influenzato dai precetti religiosi e dalle festività. Il digiuno e l’astinenza erano pratiche comuni imposte dalla Chiesa, ma durante i giorni festivi o le celebrazioni religiose, i banchetti erano momenti di abbondanza. Il vino, usato anche per la celebrazione della messa, manteneva un ruolo sacro, oltre che conviviale.

    Le dinamiche alimentari durante il Medioevo riflettevano forti disuguaglianze sociali. I banchetti dei signori e dei re erano fastosi e includevano carni, pesci, spezie e vini pregiati, mentre i contadini e le classi più povere si nutrivano di zuppe di verdure, pane scuro e birra. Tuttavia, proprio durante questo periodo iniziò a emergere una cultura culinaria più ricca e complessa, grazie anche agli scambi commerciali con l’Oriente che portarono nuove spezie e prodotti, come lo zucchero e il riso.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Rinascimento: il cibo come status simbol

    Con il Rinascimento e l’avvento del commercio internazionale, soprattutto attraverso le rotte marittime verso le Americhe e l’Asia, l’Europa vide un cambiamento significativo nelle abitudini alimentari. Ingredienti esotici come il cacao, il pomodoro, le patate e il caffè iniziarono a essere integrati nella cucina europea, dando origine a nuove preparazioni culinarie.

    In questo periodo, il cibo divenne sempre più un status symbol. La cucina delle corti rinascimentali, come quella dei Medici a Firenze o dei duchi di Borgogna, era raffinata e opulenta. I banchetti diventavano una vetrina del potere e della ricchezza, con tavole imbandite che rappresentavano non solo la capacità di procurarsi ingredienti rari, ma anche la competenza degli chef nel creare piatti sofisticati. Anche il vino, in particolare nelle regioni del sud della Francia e in Italia, iniziò a essere prodotto con tecniche migliorate, e il suo consumo si diffuse tra le classi più agiate.

    Con la Rivoluzione Industriale nel XIX secolo, la produzione e il consumo di cibo e vino subirono trasformazioni epocali. Le innovazioni tecnologiche permisero la produzione su larga scala di alimenti e la conservazione di prodotti deperibili grazie a invenzioni come la refrigerazione e la conservazione in scatola. Questo periodo vide anche la nascita di una nuova cultura alimentare urbana, in cui il cibo divenne più accessibile alle masse grazie all’industrializzazione.

    Il vino, da parte sua, cominciò a essere prodotto in quantità maggiori e a prezzi più accessibili, anche grazie all’introduzione di tecniche agricole e vitivinicole avanzate. Tuttavia, il consumo di alcol subì un’attenzione negativa in alcune parti del mondo, come dimostra il movimento proibizionista negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo.

    Nel XX secolo, le dinamiche alimentari furono profondamente influenzate dalla globalizzazione. Il commercio internazionale rese disponibili in tutto il mondo prodotti che una volta erano considerati locali o stagionali. L’industria alimentare divenne sempre più globalizzata, con grandi multinazionali che influenzavano le abitudini alimentari su scala mondiale.

    Tuttavia, verso la fine del secolo, ci fu anche un movimento di ritorno alle origini, una riscoperta del locale e dell’artigianale. Movimenti come lo Slow Food, fondato in Italia negli anni ‘80, cercavano di contrastare la standardizzazione alimentare, promuovendo prodotti locali, tecniche di produzione tradizionali e una cultura del cibo più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/pasta-mancini-splendido-grano-duro-semola-marche/

    Anche il mondo del vino ha vissuto un’evoluzione simile: da una produzione dominata dalle grandi aziende vitivinicole, si è tornati a valorizzare le produzioni locali e i vini artigianali. Le denominazioni di origine controllata (DOC) e le certificazioni di qualità hanno contribuito a tutelare i vini prodotti secondo tecniche tradizionali e con una forte connessione al territorio.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Il presente: sostenibilità e identità culturale

    Nel XXI secolo, le dinamiche sociali e culturali nel mondo del cibo e vino sono sempre più orientate verso la sostenibilità e la ricerca di identità culturale. I consumatori sono diventati più consapevoli riguardo alle implicazioni ambientali delle loro scelte alimentari, e c’è una crescente attenzione verso la produzione biologica, la riduzione degli sprechi alimentari e il rispetto delle risorse naturali.

    Il cibo e  vino sono sempre più visti non solo come beni di consumo, ma come esperienze culturali. Vi è una crescente domanda di trasparenza nella filiera produttiva, con consumatori che cercano prodotti che rispecchino i valori etici e le tradizioni locali. Le degustazioni, le visite in cantina e le esperienze gastronomiche immersive sono diventate strumenti per esplorare le culture locali e le identità regionali.

    In questo contesto, il cibo e vino non sono solo alimenti o bevande, ma raccontano storie, tradizioni e relazioni umane, influenzando profondamente le dinamiche sociali, culturali ed economiche del nostro tempo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024

    Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024

    Scoperta sensoriale e tradizione gastronomica al Casale della Mandria: un’esperienza multisensoriale con Carol Agostini e Giuseppe Verri

    redazione

    Situato tra le pittoresche colline di Lanuvio, nel cuore del Lazio, il Casale della Mandria rappresenta un’oasi di tranquillità e bellezza naturale, ma anche un punto di riferimento per chi desidera immergersi in un’esperienza autentica, che mescola arte, agricoltura e cucina di alta qualità. Con una lunga tradizione alle spalle e un legame profondo con il territorio circostante, il Casale incarna alla perfezione come la cultura rurale italiana possa intrecciarsi con l’innovazione nel campo delle esperienze sensoriali. In questo contesto incantevole, il 25 ottobre si terrà un evento imperdibile, che esplorerà l’universo dei sensi, guidato da due figure eccezionali: Giuseppe Verri e Carol Agostini.

    Carol Agostini esperta sensoriale e Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini esperta sensoriale e Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

    Giuseppe Verri: tra arte scultorea e gastronomia

    Giuseppe Verri, originario di Lanuvio, è una figura emblematica sia nel panorama artistico che in quello enogastronomico. Con oltre trent’anni di esperienza, Verri è rinomato per la sua abilità di unire due discipline apparentemente lontane: la scultura e la cucina. Queste arti, nelle mani di Verri, si fondono armoniosamente, dando vita a creazioni che stimolano non solo la vista ma anche il palato.

    Verri ha esposto le sue opere in tutto il mondo, sia come chef che come scultore, lasciando un segno profondo nel panorama internazionale grazie al suo approccio multidisciplinare. La sua carriera artistica si ispira alla natura e alla materia, con sculture che celebrano la terra e le forme organiche, esplorando la relazione tra corpo umano e ambiente naturale.

    Anche la sua cucina riflette questa passione per la materia e l’estetica. Ogni piatto è concepito come una piccola opera d’arte, dove gli ingredienti locali e stagionali sono trattati con grande cura e rispetto, creando esperienze gustative che sfidano i sensi. Per Verri, la cucina è la forma più alta di espressione creativa, capace, proprio come la scultura, di toccare i cuori delle persone. Al Casale della Mandria, Verri riesce a realizzare una visione olistica che unisce le sue passioni: l’arte, la gastronomia e l’agricoltura.

    Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

     

    Carol Agostini: un’esperta del mondo sensoriale

    Accanto a Giuseppe Verri, nell’organizzazione di questo straordinario evento, c’è Carol Agostini, una professionista versatile e appassionata. Carol Agostini ha una carriera consolidata nell’ambito dell’enogastronomia e delle esperienze sensoriali. Oltre ad essere sommelier internazionale, Agostini è fondatrice di FoodandWineAngels, un’agenzia che offre consulenza alle aziende del settore alimentare. È anche direttrice del magazine Papillae.it, un portale dedicato alla scoperta e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano.

    Agostini ha fatto dell’educazione sensoriale la sua missione principale, insegnando come cibo e vino possano essere apprezzati come vere e proprie opere d’arte. Secondo lei, ogni ingrediente e ogni sapore devono essere vissuti attraverso un’esperienza sensoriale completa che coinvolga tutti i sensi. Agostini si dedica a potenziare la percezione sensoriale, aiutando le persone a migliorare il proprio modo di vivere il cibo e il vino e, in generale, il mondo che le circonda.

    Carol Agostini, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

    I sensi: il canale attraverso cui comprendiamo la realtà

    I cinque sensi – vista, udito, olfatto, tatto e gusto – sono le finestre attraverso cui esploriamo il mondo. Tuttavia, oltre a questi sensi ben noti, esistono altre modalità di percezione meno conosciute, come il senso dell’equilibrio (vestibolare) e la propriocezione, che ci consente di essere consapevoli della posizione del nostro corpo nello spazio. Attraverso questi canali sensoriali, possiamo cogliere la complessità e la ricchezza del mondo, in particolare del cibo.

    Uno dei sensi più potenti e affascinanti è senza dubbio l’olfatto, strettamente legato alle emozioni e ai ricordi. La memoria olfattiva ha un potere evocativo straordinario, capace di riportare alla mente ricordi vividi e lontani con una precisione sorprendente. Un semplice profumo può richiamare alla mente esperienze passate, grazie alla connessione diretta tra il sistema olfattivo e le aree cerebrali che regolano la memoria e le emozioni, come il sistema limbico.

    Anche il gusto ha una capacità evocativa simile. La memoria gustativa risveglia sensazioni profonde, legate non solo a ciò che si mangia, ma anche al contesto in cui quel sapore è stato sperimentato. Durante l’evento al Casale della Mandria, Giuseppe Verri sfrutterà queste connessioni per creare piatti che non solo deliziano il palato, ma stimolano ricordi ed emozioni, offrendo un’esperienza culinaria unica.
    L’evento del 25 ottobre: una serata dedicata ai sensi.

    Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

    L’evento del 25 ottobre, intitolato “I sensi a tavola”, offrirà un’opportunità straordinaria di immergersi in un’esperienza multisensoriale innovativa. Sotto la guida di Carol Agostini, i partecipanti esploreranno non solo i sensi più tradizionali, ma anche quelli meno conosciuti come la propriocezione e il senso dell’equilibrio.

    Il programma prevede una parte introduttiva sui vari sensi, seguita da attività pratiche che dimostreranno come i sensi possono essere ingannati o interagire tra loro. Per esempio, esperimenti gustativi e olfattivi mostreranno come il sapore di un alimento possa essere percepito diversamente in base agli stimoli visivi o olfattivi che lo accompagnano. La serata si concluderà con un’esperienza sensoriale completa, in cui i partecipanti saranno immersi in una combinazione di stimoli visivi, acustici, olfattivi e gustativi. Al termine, ci sarà spazio per una riflessione collettiva, in cui i partecipanti potranno condividere le proprie sensazioni e scoperte.

    Il territorio e la sua influenza

    Lanuvio, incastonata nel cuore dei Castelli Romani, è una terra ricca di storia e tradizione enogastronomica. Il clima mite e la fertilità del suolo rendono questo territorio un luogo ideale per la produzione di eccellenti prodotti tipici. Il Casale della Mandria rispetta appieno questa tradizione, utilizzando ingredienti locali e stagionali per offrire un’esperienza gastronomica autentica. La filosofia di Giuseppe Verri è quella di valorizzare al massimo le risorse del territorio, proponendo piatti che seguono il ritmo delle stagioni e che rispettano la natura circostante.
    Una serata da non perdere

    Il costo dell’evento è di 50 euro a persona e include l’intero percorso sensoriale, insieme a una cena che promette di essere un vero viaggio nel mondo dei sapori, grazie alla creatività e alla maestria di Giuseppe Verri. L’evento è pensato anche per i più piccoli, con attività sensoriali e un menù dedicato ai bambini, per stimolare la loro curiosità verso il cibo e i sensi.

    Locandina evento, Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024
    Locandina evento, Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024

    Per partecipare, è necessario prenotare effettuando il pagamento tramite bonifico bancario, i cui dettagli verranno forniti dall’organizzazione.

    Questa serata rappresenta un’occasione unica per chi desidera vivere un’esperienza diversa, in cui mente e corpo vengono coinvolti in un percorso di scoperta sensoriale. Il 25 ottobre, al Casale della Mandria, preparatevi a vivere un evento che cambierà il vostro modo di percepire il mondo, grazie alla straordinaria sinergia tra l’arte culinaria di Giuseppe Verri e la profonda conoscenza sensoriale di Carol Agostini. Non lasciatevi sfuggire questa imperdibile avventura multisensoriale!

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio

    2024 Quando l’arte incontra il gusto: il Ristorante Bujar e la Kantina Balaj di Valona in un match di abbinamenti cibo vino

    di Cristina Santini

     

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice

    Immerso sotto le imponenti palme del lungomare di Valona in Albania, dopo una passeggiata tra la vivace gamma di bar e ristoranti, si trova il Ristorante Bujar, guidato dal fantasioso e innovativo Chef Bujari, il cui appassionato impegno nel mostrare l’espressività e le tradizioni della cucina albanese gli ha fatto guadagnare la reputazione di uno dei talenti culinari più pionieristici della regione.

    La scorsa estate, in questo incantevole ristorante, Ais Club Albania, Seb Winery Albania e la Kantina Balaj di Mifol hanno collaborato con il talentuoso Chef per organizzare un evento di abbinamento cibo-vino.
    Un appuntamento per esplorare le sfumature aromatiche e i profili gustativi distintivi dei vini albanesi, sapientemente accostati a piatti preparati con cura e creatività dal grande Chef Bujari.
    Ogni portata è stata un trionfo di sapori, colori e consistenze, che hanno esaltato e valorizzato le qualità dei vini in degustazione.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Questo raffinato happening ci ha offerto l’occasione di apprezzare pienamente la maestria e la passione che si celano dietro la produzione dei vini naturali, nonché la genialità del padrone di casa nel creare abbinamenti in grado di esaltare al meglio le loro caratteristiche. Un momento indimenticabile, in cui l’arte enologica e culinaria si sono fuse in un connubio perfetto, regalando a noi, fortunati presenti, un viaggio sensoriale speciale attraverso i tesori della tradizione e dell’innovazione gastronomica albanese.

    Dopo avervi riportato nella prima parte la degustazione dei vini della Kantina Balaj, in questo spazio racconteremo una storia di successo e reputazione, dietro le quali si cela un’evoluzione personale ricca di sfide, passione e determinazione.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/la-kantina-balaj-di-mifol-nel-distretto-di-valone/

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Il suo primo contatto con il mondo della ristorazione è stato come cameriere presso il ristorante Kuzum Baba, situato nel cuore della città. Questo incarico iniziale ha fornito a Bujari una preziosa introduzione al dinamico ambiente del servizio di sala e gli ha permesso di osservare da vicino l’operato degli chef e la gestione di un ristorante. Successivamente, ha intrapreso un viaggio di formazione professionale di ben 15 anni in Italia, un periodo cruciale che gli ha consentito di affinare le sue competenze culinarie.

    Lavorare al fianco degli chef italiani, veri maestri della tradizione gastronomica, è stata un’esperienza davvero illuminante per lui. Ha potuto assimilare i segreti e le tecniche delle preparazioni più raffinate, sviluppando un palato estremamente sofisticato grazie anche alla fortuna di crescere in una famiglia dove la nonna e la madre hanno sempre cucinato con dedizione i piatti tipici della sua terra d’origine.

    Tornato in vacanza nel suo Paese, è rimasto talmente affascinato dall’atmosfera accogliente e dalle opportunità che gli si presentavano, da decidere di rimanervi per aprire il suo stesso ristorante. La sua lunga esperienza e la passione innata per la buona cucina gli hanno permesso di creare un locale di grande successo, diventando un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Il suo apprendistato è stato un continuo flusso di persone, idee, cibi e ingredienti, che ha portato a una completa rivisitazione della cucina locale, con un’attenzione particolare agli ingredienti di stagione e alle diverse tecniche di cottura. I piatti autentici richiamano in chiave moderna la tradizione albanese: il risultato è un sapore schiettamente mediterraneo.

    Le pietanze sono uno spettacolo vibrante di colori e sapori, che evoca l’atmosfera del mare e della terra, in un ambiente accogliente.
    L’eccellenza culinaria che incontra l’ispirazione artistica, creando un’esperienza gastronomica memorabile, circondati da una bellissima collezione d’arte presente nel ristorante. Arte commestibile con sapori straordinari, qualità e innovazione continua: i piatti raccontano una storia attraverso l’influenza dei loro ingredienti, armonizzando il gusto proprio come l’arredamento del ristorante si armonizza con l’arte all’interno. Questa connessione senza soluzione di continuità tra cucina e arte offre un rendez-vous davvero coinvolgente.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Con precisione e passione, lo Chef Bujari realizza capolavori culinari che portano in tavola tanta freschezza, abbinando ricette vivaci e saporite a piatti deliziosi e piacevoli alla vista come al palato. Le sue creazioni invitano ad assaporare ogni momento, dove un bel piatto, un buon bicchiere di vino e una vista mozzafiato sul mare e al tramonto convergono per fare di Bujar una meta da assaporare nella tranquillità del suo ambiente.

    Quando poi si dispone di una vasta ricchezza di prodotti, è importante sfruttarla appieno come anche la carta dei vini rappresenta un elemento chiave, poiché offre l’opportunità di esplorare le eccellenze enologiche del territorio circostante.

    In questo contesto si è scelto di valorizzare i produttori locali, come la Kantina Balaj, che negli anni ha dimostrato di raggiungere quella maestria nella creazione di vini di alta qualità, testimonianza di come, con impegno, sperimentazione, duro lavoro, visione, perfezionamento e amore per ciò che si fa, si possano raggiungere vette qualitative e costruire una solida reputazione destinata a durare nel tempo.
    Produttori che spesso utilizzano uve autoctone e tecniche di vinificazione tramandate di generazione in generazione, dando vita a etichette uniche e dalle spiccate caratteristiche organolettiche.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, paesaggio
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, paesaggio

    Avere l’occasione di scoprire tali realtà ci ha permesso di compiere un vero e proprio percorso sensoriale, assaporando i profumi e i sapori tipici della regione. Questo approccio non solo valorizza il patrimonio enologico locale, ma offre anche l’opportunità di vivere momenti autentici, in cui ogni sorso di vino diventa l’occasione per approfondire la conoscenza di un territorio e delle sue tradizioni.

    (altro…)