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  • Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024

    Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024

    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni

    Di Carol Agostini

    La Val D’Orcia, una delle perle della Toscana, è stata inserita nella prestigiosa World Heritage List nel 2004, grazie al suo paesaggio incantevole che si estende intorno all’entroterra di Siena. Qui, arte e natura si fondono in un connubio magico, testimoniato dai borghi rinascimentali disseminati nella regione. È un luogo che invita alla scoperta e alla contemplazione, dove ogni angolo cela una storia da raccontare.

    Marco Capitoni e le emozioni in Val D'Orcia del 2024, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024, foto di Cristina Santini e Carol Agostini

    Nonostante il clima invernale possa far pensare che non sia il momento ideale per una passeggiata tra i vigneti, molti sono coloro che credono che non esista momento migliore per avventurarsi nella bellezza della Val D’Orcia. E così, durante la programmazione delle giornate dedicate al “Benvenuto Brunello” a Montalcino, molti hanno deciso di concedersi una visita alla Cantina Marco Capitoni, situata proprio nel cuore di questa regione incantevole.

    BENVENUTO BRUNELLO

    LECCIO D’ORO

    Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino assegna ogni anno un premio denominato LECCIO D’ORO.
    Il premio si divide in due sezioni: Sezione Ristoranti (Italia e Estero), Sezione Enoteche (Italia e Estero).

    I premi vengono assegnati ai locali che hanno la Carta dei Vini, ovvero il listino, con una gamma ampia e rappresentativa di vino BRUNELLO DI MONTALCINO e degli altri vini di Montalcino, in relazione sia alle diverse annate che al numero di etichette di aziende produttrici

    I PRODUTTORI

    Una varietà incredibile di cantine in una piccola porzione di territorio, questa è Montalcino. Storie da raccontare, esperienze da condividere e interpretazioni uniche del Brunello di Montalcino e della denominazione.

    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini

    L’accoglienza presso l’Azienda Capitoni è calorosa e genuina, proprio come il sorriso di Marco Capitoni e la moglie Antonella, il cui entusiasmo sembra illuminare la giornata più cupa. Circondati dai vigneti che brillano ancora dei colori dell’autunno, ci si sente immediatamente avvolti da un senso di tranquillità e benessere, tipico della campagna toscana, anche in una giornata uggiosa, tra rari spiragli di sole e pioggia, creando dei meravigliosi arcobaleni.

    Decidiamo di seguire il consiglio di Marco e ci concediamo una degustazione dei suoi vini nel casolare. Qui, nella frescura della cantina, ci immergiamo in un viaggio sensoriale alla scoperta dei vini di Marco Capitoni.

    Marco Capitoni e le emozioni in Val D'Orcia del 2024, le vigne di Marco, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024, le vigne di Marco, foto di Cristina Santini e Carol Agostini

    Tra i vini proposti, spiccano il Troccolone Orcia Sangiovese DOC, il Capitoni Orcia Riserva DOC e il Frasi Orcia DOC Sangiovese Riserva. Ogni nome racchiude una storia unica, come quella del Troccolone, che prende il nome da un personaggio del mondo agricolo della Val D’Orcia e rappresenta un omaggio alla tradizione e alla storia di questa terra.

    La nostra visita prosegue con un pranzo d’eccezione e  con una passeggiata tra i vigneti, dove possiamo toccare con mano la terra sabbiosa e limosa, ricca di fossili e conchiglie, che conferisce ai vini di Marco quel carattere unico e inconfondibile.

    Ma la vera magia di questa esperienza risiede nella generosità e nella passione di Marco, un vignaiolo che ascolta la sua terra, cura le sue viti e trasmette il suo sapere con un rispetto profondo per la tradizione e la storia della Val D’Orcia.

    Perché la Val D’Orcia è molto più di un semplice paesaggio: è un luogo dove il tempo sembra fermarsi e dove ogni sorso di vino racconta una storia millenaria.

    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
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  • Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi

    Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi

    Cà Rovere 2024

    Di Adriano Guerri

    In occasione della 56esima edizione di Vinitaly che ha avuto luogo a Verona all’interno dei padiglioni di Veronafiere dal 14 al 17 aprile, dietro al gentile invito di Alessandra dall’ O, ho visitato lo stand  dell’azienda Cà Rovere. L’ incontro è avvenuto sia con Alessandra sia con Marcella Biasin. Un’azienda a forte vocazione spumantistica. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini,  sottopongo alcuni cenni sull’azienda.

    Bollicine di Cà Rovere, articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi
    Bollicine di Cà Rovere, articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi

    Cà  Rovere si trova sui Colli Berici in provincia di Vicenza nel piccolo borgo di Alonte. Di proprietà della famiglia Biasin, vanta 30 ettari vitati su terreni prevalentemente calcarei, ricchi di minerali e fossili marini, le  cui vigne sono circondate da secolari e spontanei boschi, soprattutto di rovere, dal quale prende il nome e poste ad un’ altimetria di 150 metri s.l.m.. Le prime viti sono state piantate oltre 40 anni fa, laddove milioni di anni fa c’era il mare.  Inizialmente le uve venivano vendute a terzi. Solo all’inizio degli anni novanta iniziarono a produrre spumanti Metodo Classico. L’ esperienza acquisita negli anni e le basse rese per ettaro sono elementi imprescindibili e sinonimi di qualità.

    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell'autore, Marcella Biasin e Alessandra Dell'O
    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell’autore, Marcella Biasin e Alessandra Dell’O

    Le varietà coltivate sono: l’autoctona GarganegaChardonnayPinot Nero, Merlot e Cabernet Sauvignon attuando viticoltura ragionata, attenta alla sostenibilità ambientale.

    Al timone dell’azienda, ci sono oggi i dinamici fratelli Matteo, Marco e Marcella Biasin, la terza generazione. Ognuno dei quali ha ruoli e competenze diverse, Matteo è agronomo, Marco enologo e Marcella si occupa di marketing. Ben sette sono le etichette di bollicine ottenute con rifermentazione in bottiglia e con vari dosaggi.

    Vini molto eleganti, contraddistinti da una spiccata freschezza e una buona sapidità. Durante questa edizione di Vinitaly  è stata presentata la tipologia extra brut, sulla quale campeggia una “M”, acronimo del nome dei tre fratelli. Oltre alle bollicine producono anche un vino bianco,  un rosso ed un passito fermi. Lieto di aver approfondito la conoscenza di questa splendida realtà che avevo incontrato a Bologna, in occasione di Slow Wine Fair.

    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell'autore
    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell’autore

    I vini degustati a Verona nella Hall 8 Fivi:

    Extra Brut Millesimato 2021 – Garganega 100% – 24 mesi di affinamento sui lieviti – Giallo paglierino con perlage fine e persistente, con note di fiori d’acacia, rosa bianca, mela e sottili note agrumate,  il sorso è rinfrescante, invitante e persistente.

    Brut Nature Millesimato 2018 – Chardonnay e Garganega – 48 mesi sui lieviti – Giallo paglierino brillante con perlage sottile e continuo, emana sentori di fiori di biancospino, acacia,  pera, pesca e bergamotto,  al palato è vibrante,  sapido e duraturo.

    Brut Millesimato 2019 – Chardonnay e Garganega – 36 mesi sui lieviti –  Giallo paglierino con sfumature dorate,  perlage fine e brioso, sprigiona note di fiori di ginestra,  ananas, pompelmo e mandorla, la freschezza stimola l’avvolgente sorso che rimane in bocca a lungo.

    Brut Blanc de Blancs Millesimato 2018 – Chardonnay 100% – 48 mesi sui lieviti – Giallo paglierino brillante, bollicine fini,  al naso rivela sentori di zagara, cedro, albicocca e pasticceria da forno,  gusto cremoso e saporito, dotato di una lunga persistenza aromatica.

    Brut Rosé Millesimato 2018 – Chardonnay e Garganega, il Pinot Nero viene aggiunto al momento della sboccatura – 48 mesi sui lieviti – Rosa tenue con riflessi ramati, perlage finissimo e continuo,  rimanda sentori di uva spina, fragolina di bosco e agrumi uniti a note di nocciola, sorso dinamico, sapido, coerente e incredibilmente persistente.

    Cuvée del Fondatore Millesimato 2013 – Chardonnay e Garganega – 9 anni sui lieviti è lungo affinamento in bottiglia – Giallo dorato intenso,  perlage finissimo,  dipana eleganti sentori di mela,  mandorla,  eucalipto e crosta di pane,  al palato è cremoso, avvolgente, vibrante e dinamico.

    Demi-Sec Millesimato 2018 – Chardonnay e Garganega – 48 mesi sui lieviti – Il liquer d’expedition e a base di Garganega passito – Giallo paglierino brillante, perlage fine,  al naso libera sentori di frutta esotica,  bergamotto,  miele e crème noisettes, il sorso è avvolgente, cremoso ed armonioso. Chapeau!

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Riferimenti:
    Cà Rovere Società Agricola
    Via Bocara, 5 – 36045 Alonte (VI)
    Sito di riferimento: www.carovere.it

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  • L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024?

    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024?

    Emergenza ambientale, costi alle stelle e consumi in netto ribasso. L’olio d’oliva diventa un prodotto stagionale?

    Di Carol Agostini

    Il settore è stato colpito da un’enorme ondata, che apre nuove prospettive per l’industria, la quale deve riconsiderare profondamente i metodi di produzione e distribuzione.

    Secondo i dati forniti dall’Istituto Piepoli: uno su tre consumatori ha diminuito l’utilizzo di olio. La crisi dell’olio spagnolo ha contribuito a raddoppiare i prezzi sugli scaffali e rischia di allontanare ancora di più i consumatori, che stanno cambiando le loro abitudini alimentari optando per grassi vegetali più convenienti.

    Questo sarà il tema principale del prossimo Cibus Lab (8 marzo, Bitonto, Teatro Traetta), con la partecipazione dei giganti della distribuzione organizzata e dei produttori del settore.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito

    L’Italia è nota per il suo olio, ma negli ultimi tempi il settore sta attraversando una grave crisi di uno dei suoi prodotti più rappresentativi. L’ultima stagione ha visto difficoltà in tutte le fasi della produzione, dalla raccolta alla lavorazione e all’imbottigliamento. Una serie di problemi e fattori che stanno spingendo l’industria verso un cambiamento fino a poco tempo fa impensabile: la trasformazione dell’olio in un prodotto stagionale.

    Questo argomento sarà approfondito nel prossimo Cibus Lab dell’8 marzo, che si terrà al Teatro Traetta di Bitonto (BA), con un seminario dal titolo “Olio di Oliva nell’era del cambiamento: evoluzione delle dinamiche tra produzione, rivenditori e consumatori”. Questa iniziativa, nata dalla collaborazione tra Cibus Parma, TUTTOFOOD Milano e la rivista online specializzata GDONews, coinvolge l’Unione delle Famiglie Olearie (Unifol), con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito

    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito

    A confermare questo nuovo scenario sono gli ultimi dati di una ricerca condotta dall’Istituto Piepoli, secondo la quale molti italiani (un consumatore di olio su tre) hanno modificato le loro abitudini di acquisto e utilizzo a causa dell’aumento dei prezzi dell’olio extravergine di oliva avvenuto nell’ultimo anno. Una crisi dei consumi che si aggiunge alla crisi climatica, i cui effetti si fanno sempre più direttamente sentire per i produttori. Una situazione difficile da affrontare, che sta spingendo l’intera filiera a rivalutare profondamente i suoi metodi e modelli di produzione e distribuzione.

    Questa tempesta perfetta non riguarda solo l’Italia. Tra le cause converge anche la difficile situazione che sta vivendo il settore dell’olio spagnolo, fino a poco tempo fa capace di invadere il mercato con prezzi competitivi, se non addirittura inferiori ai costi di produzione. Ma questa situazione non si è ripetuta nell’annata 2023-24, portando a un raddoppio del costo medio al litro sugli scaffali della grande distribuzione e a una fuga dei consumatori.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Vladimir Gladkov
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Vladimir Gladkov

    Secondo la ricerca Piepoli, l’aumento dei prezzi da 4 a 9 euro a bottiglia ha influenzato le abitudini d’acquisto di circa il 30% dei consumatori: il 47% ha ridotto l’acquisto e il consumo del 30%, mentre il 40% lo ha dimezzato; il 45% ha modificato le proprie abitudini alimentari, preferendo oli vegetali più economici per la cottura e il condimento. La ricerca ha anche evidenziato che quasi il 50% degli intervistati ritiene giusto un prezzo di 7 euro per una buona bottiglia di olio extravergine italiano.

    Questa diminuzione dei consumi potrebbe portare a una riduzione del 40% nel giro di pochi anni, spingendo il settore a considerare la possibilità di trasformare l’olio d’oliva in un prodotto stagionale, come avviene per altri prodotti ortofrutticoli.

    “Cibus Lab – spiega Riccardo Caravita, responsabile del settore Food&Beverage di Fiere di Parma – rappresenta un nuovo modello di sviluppo fieristico, mirato a creare valore per tutti gli attori coinvolti durante tutto l’anno, attraverso iniziative che non siano solo occasioni di business, ma anche di cultura e dibattito, affrontando temi cruciali come quelli trattati nel Cibus Lab di Bitonto.

    Gli operatori del settore chiedono sempre più eventi di questo tipo, che permettano di confrontarsi sulle questioni centrali delle diverse filiere agroalimentari. Ecco perché dopo Bitonto, durante Cibus, affronteremo temi legati a due importanti settori del made in Italy, la pasta e i latticini. E in autunno saremo a Salerno, per continuare a concentrarci su tematiche simili, seguendo quanto già fatto l’anno scorso, dedicato al mondo del pomodoro”.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto da sito
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto da sito

    “L’olio è sempre stato un prodotto ampiamente consumato in Italia e la diminuzione dei consumi da un lato, insieme alla modifica delle abitudini dall’altro, avrà un impatto a lungo termine su un settore che rappresenta una vera eccellenza italiana. Da un lato, i consumatori diventano sempre più attenti: il 47% degli intervistati dichiara di preferire oli italiani o con Indicazione Geografica Protetta (IGP) per il condimento e di utilizzare oli provenienti dalla Comunità Europea per la cottura.

    Dall’altro lato, tuttavia, un consumatore su tre ha ridotto l’uso di olio a causa dell’aumento dei prezzi, e di questi, poco più della metà acquista meno del 50% rispetto a prima. L’opportunità di discutere di questo argomento insieme all’industria e alla grande distribuzione nel Cibus Lab di Bitonto sembra essere un ottimo punto di partenza per trovare soluzioni pratiche da mettere in atto”, conclude Sara Merigo, AD dell’Istituto Piepoli.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Gianpiero Ferraro
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Gianpiero Ferraro

    CIBUS LAB Il seminario “Olio di Oliva nell’era del cambiamento: evoluzione delle dinamiche tra produzione, rivenditori e consumatori” è organizzato dalla partnership tra Cibus Parma, TUTTOFOOD Milano e la rivista online GDONews, con la collaborazione di Unifol e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

    Numerosi sono gli ospiti previsti: nella prima parte saranno esaminati i risultati e le ricerche degli istituti di ricerca, tra cui l’Istituto Piepoli, NielsenIQ Italia, NielsenIQ Spagna e Areté – The Agrifood Intelligence. Nella seconda parte, ci sarà una tavola rotonda interattiva con i principali rappresentanti delle maggiori aziende del settore, come Zefferino Monini (Monini Spa), Gianluca Farchioni (Farchioni Spa), Giovanni De Santis (Olearia De Santis) e Nicola Pantaleo (Pantaleo Spa).

    Accanto a loro, parteciperanno manager delle principali imprese della grande distribuzione italiana, come Alessandro Masetti (direttore commerciale grocery di Coop Italia), Edoardo Gamboni (direttore commerciale di VéGé Italia), Gianluca Sgaramella (direttore acquisti di Apulia Distribuzione), Federico Stanghetta (direttore commerciale di Conad Adriatico), Antimo Cefarelli (direttore acquisti di Despar Maiora) e Fabrizio Maggiore (direttore grocery di Megamark).

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: http://Teatro Traetta di Bitonto (BA)

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto

    Chef Laura Marciani: Ambasciatrice del Turismo Enogastronomico con Alessandra Manunza e Anna Rita Matta in “Esse Percorsi Sostenibili”

    Di Carol Agostini

     

    Nel panorama culinario italiano emerge con forza la figura di Laura Marciani, capocuoca maglianese nota a livello nazionale, che ha recentemente lanciato un ambizioso progetto di turismo enogastronomico denominato “Esse percorsi sostenibili”. L’evento di presentazione si è svolto il 29 febbraio al Polo Culturale di Nepi, riunendo persone, professionisti e amministrazioni locali con l’obiettivo di creare una sinergia tra economia dei territori e occupazione.

    “Per valorizzare un territorio, è essenziale esaltarne le qualità collaborando attivamente con i professionisti, le persone e le amministrazioni locali”, afferma con determinazione Laura Marciani.

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta
    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta, foto di Elisa Moretti

    Il progetto “Esse percorsi sostenibili” si basa su quattro pilastri fondamentali: valorizzare gli asset locali prodotti – luoghi – persone creando un legame sociale tra produttori, cittadini e visitatori; creare sinergia tra economia locale e occupazione attraverso progetti di empowerment e formazione per l’inclusione lavorativa nel settore dell’ospitalità; realizzare eventi in chiave sostenibile per potenziare la visibilità e l’attrattività turistica; coinvolgere clienti e ospiti in scelte sostenibili.

    All’evento hanno preso parte esperti del settore della ristorazione, dell’ospitalità e del turismo. Tra le innovazioni culinarie proposte, spicca il “piatto che scrocchia”, un piatto 100% biodegradabile e commestibile, che ha suscitato interesse e curiosità per la sua originalità.

    Al fianco di Laura Marciani hanno collaborato l’Istituto Omnicomprensivo “Sandro Pertini” di Magliano Sabina, l’Hotel Ristorante degli Angeli e l‘artista Marco Marciani, confermando così l’importanza della collaborazione tra settori diversi per il successo di iniziative volte a valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano.

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta, foto di Carol Agostini
    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta, foto di Carol Agostini

    Alla Scoperta dell’Hotel Ristorante degli Angeli: Un’oasi enogastronomica tra Magliano Sabina e Nepi

    Nel cuore della suggestiva cittadina di Magliano Sabina, circondata da colline verdissime e paesaggi mozzafiato, sorge l’incantevole Hotel Ristorante degli Angeli. Questo gioiello dell’ospitalità, gestito con passione e maestria, rappresenta una vera e propria oasi per gli amanti della buona cucina e del relax.

    L’Hotel Ristorante degli Angeli non è solo un luogo dove soggiornare, ma una destinazione culinaria imperdibile. Il ristorante, guidato da chef esperti e creativi, propone piatti raffinati che esaltano i sapori autentici della tradizione locale, utilizzando ingredienti freschi e di alta qualità provenienti dai territori circostanti. Dai piatti di pasta fatta in casa alle prelibatezze della cucina tipica sabina, ogni boccone è un viaggio attraverso le eccellenze enogastronomiche del territorio.

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, Alessandra Manunza e Anna Rita Matta, Elisa Moretti, Sindaco Giulio Falcetta di Magliano Sabina, foto di Carol Agostini
    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto,  Chef Laura Marciani,  Elisa Moretti, Sindaco Giulio Falcetta di Magliano Sabina, foto di Carol Agostini

    Ma non è solo la gastronomia a rendere speciale l’esperienza presso l’Hotel Ristorante degli Angeli. L’atmosfera accogliente e l’eleganza delle camere, arredate con gusto e attenzione ai dettagli, regalano momenti di relax e benessere ai suoi ospiti, rendendo il soggiorno un’esperienza indimenticabile.

    Magliano Sabina, con le sue antiche vie lastricate e i suoi borghi medievali, è il perfetto scenario per un viaggio nel tempo, alla scoperta delle tradizioni e della cultura enogastronomica sabina. Qui, tra una passeggiata tra gli ulivi e una visita alle cantine locali, è possibile assaporare i prodotti tipici della regione, come l’olio extravergine d’oliva DOP Sabina e i vini pregiati delle colline circostanti.

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, foto di Carol Agostini
    Esse Percorsi Sostenibili 2024, le Angels custodi del gusto, le tre Angels Chef Laura Marciani, foto di Carol Agostini

    E proprio a pochi chilometri da Magliano Sabina, si trova Nepi, pittoresca cittadina ricca di storia e tradizione, che ha ospitato l’evento di lancio del progetto di turismo enogastronomico “Esse percorsi sostenibili” ideato dalla rinomata chef Laura Marciani. In questo incantevole contesto, tra le mura del Polo Culturale, esperti del settore, professionisti e amministrazioni locali si sono riuniti per promuovere la valorizzazione dei prodotti tipici e dei territori circostanti, attraverso iniziative volte a creare una sinergia tra economia locale e occupazione.

    L’Hotel Ristorante degli Angeli, insieme a Magliano Sabina e Nepi, rappresenta dunque un’eccellente destinazione per chi desidera immergersi nell’arte culinaria e nella cultura enogastronomica del territorio sabino, vivendo esperienze uniche e indimenticabili.

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, Carlo Zucchetti e Francesca Mordacchini Alfani, foto di Carol Agostini
    Esse Percorsi Sostenibili 2024, Carlo Zucchetti e Francesca Mordacchini Alfani, foto di Carol Agostini

    Le E C C E L L E N Z E presenti all’evento che hanno esposto e fatto assaggiare a tutti gli ospiti i loro prodotti artigianali:

    Traldi Olio Extra Vergine Oliva -Azienda agricola Litta Ortaggi km zero – Cipolla di Nepi – Ferreli il Pane Tradizionale della Sardegna – Zafaran Cuore Rosso di Nepi – AIF Associazione Italiana Fitoalimurgia – Terre di Faul – La Pizzicheria Brunetti – Opificio 13 -La Spiga d’Oro- Dieci Ristorante di Chef Jordan Giusti – Polo Culturale L’acquedotto di Nepi – Il Casaletto Chef Marco Ceccobelli – Frogga Emozioni in Foto – La Cisterna del Marchionato di Luca Ingegneri – Il Colombario Liquoreria Artigianale Giovese – Apicoltura Monte Soratte- La Tenuta dell’inconcludente

    Tenuta Ronci di Nepi – Ristorante a Modo Mio Chef Riccardo Mattoni & Daniele Di Giannantonio – Nepi Consiglio dei Giovani – Istituto Sandro Pertini di Magliano Sabina – Sapore Chef Gabriele Amicucci – Hotel Ristorante degli Angeli – Formaggi Chiodetti – Tenuta il Radichino Fratelli Pira – Vivaio Borgo Verde -Pasta Fanelli -Azienda Agricola Luca Di Piero – La Madeleine Cantina Umbra -Acqua di Nepi – Sapori di ieri Azienda Agricola Bio – Arte Marco Marciani – DJSet Ivan CAP Klubasic

    Esse Percorsi Sostenibili 2024, Chef Laura Marciani, Avv. Giovanni Bartoletti, Sindaco Giulio Falcetta, foto di Carol Agostini
    Esse Percorsi Sostenibili 2024, Chef Laura Marciani, Avv. Giovanni Bartoletti, Sindaco Giulio Falcetta, foto di Carol Agostini

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  • Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024

    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024

    Pitti Taste: nelle bellissima Fortezza Da Basso, edizione straordinaria per location ed aziende

    Di Marco Maria Marcialis

    Tra il 2 e il 5 febbraio, si è tenuta a Firenze presso l’imponente Fortezza Da Basso la 17ª edizione del Pitti Taste. Questo evento ha sempre avuto un allure forte e potente con un interessante mix di partecipanti tra addetti del settore e veri gourmand e food lover. Accoglienza e desk pienamente organizzati hanno aperto le porte a un viaggio che si prospetta davvero gustoso e goloso.

    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis
    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis

    Diversi padiglioni dedicati al TASTE Italia, dove stand organizzati in modo pregevole hanno accolto gli ospiti in modo straordinario. La lista delle pantagrueliche leccornie è davvero lunghissima, con particolare rilievo per i salumi delle regioni più vocate come la Toscana ed l’Emilia Romagna. Ma un grande plauso ed apprezzamento vanno agli affinatori di formaggi, figure vere e proprie di Cheese Maker o Cheese Master che partendo da formaggi artigianali di alto livello danno spazio a gusto e fantasia, ubriacando i formaggi con vini o distillati e poi adornandoli con spezie, foglie e frutta che ne elevano ancora di più il sapore.

    Una bellissima scoperta è stata l‘Italico Caviale di Royal Food, che con i suoi allevamenti di storione crea una selezione di caviale che crea letteralmente scintille in bocca tra sapidità, aromaticità e persistenza. Note di pregio anche per l’abbinamento con i vini di Chiara Soldati di La Scolca, tra cui il metodo classico e la Riserva 100 anni che riescono a stregare in pairing con il caviale.

    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis
    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis

    Ottima la presenza della Sicilia con i distillati di Amara, che raccontano la potenza e il fascino dell’Etna e delle arance rosse coltivate nelle zone pedemontane. Il Tonno, le acciughe e le lavorazioni ittiche della famiglia Testa, partendo dal borgo marinaro di Ognina, hanno conquistato grandi mercati internazionali e molte tavole stellate.

    Per rinfrescare il palato, le birre artigianali di Bruno Ribadi, con un packaging accattivante che non passa inosservato, partendo da Palermo fino ad arrivare a Catania, creano birre che sanno di siciliana meraviglia.

    Un plauso speciale va alla preparazione, passione, entusiasmo e ricchezza di contenuti con cui ogni singolo espositore racconta il suo personale pezzetto di gusto italiano.

    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis
    Pitti Taste: Il Vero Gusto Italiano va in Scena 2024, Foto di Marco M. Marcialis

    Devo proprio ammettere che è stata un’esperienza piena di “Taste”.

    Il Pitti Taste è una delle più prestigiose manifestazioni italiane dedicate al cibo di alta qualità e al settore gastronomico. Si tiene annualmente a Firenze presso la Fortezza da Basso, una delle più importanti strutture storiche della città.

    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano
    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano

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  • Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia

    Il Paestum Wine Festival 2024: Una Celebrazione dell’Arte Enogastronomica Nel Cuore dell’Antica Magna Grecia

    Di Carol Agostini

    Nel suggestivo scenario di Capaccio Paestum, tra le imponenti vestigia dei templi dell’antica città, si è svolta con grande successo la tredicesima edizione del Paestum Wine Festival 2024. Questo evento, che unisce sapientemente cultura, tradizione e gastronomia, ha rappresentato un vero e proprio trionfo dell’arte enogastronomica nel cuore dell’antica Magna Grecia.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa

    Il festival ha offerto ai visitatori l’opportunità unica di immergersi nella ricchezza del patrimonio vitivinicolo locale e nazionale, celebrando le eccellenze della produzione vinicola italiana. Oltre 800 aziende vinicole hanno partecipato, presentando le proprie etichette e offrendo degustazioni guidate che hanno permesso di apprezzare la varietà e la qualità dei vini proposti.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, immagine da comunicato stampa

    Ma il Paestum Wine Festival non è stato solo un’occasione per scoprire pregiati vini, è stato anche un viaggio alla scoperta delle radici culturali e storiche di questo territorio. I templi dorici di Hera e di Nettuno, risalenti al VI secolo a.C., hanno fatto da cornice suggestiva all’evento, ricordando ai partecipanti l’importanza storica di Paestum nell’antica Magna Grecia e la sua ricca tradizione enologica che affonda le radici nei secoli.

    Tempio di Nettuno a Paestum, foto da internet
    Tempio di Nettuno a Paestum, foto da internet

     

    La gastronomia locale ha avuto un ruolo di primo piano durante il festival, offrendo ai visitatori l’opportunità di assaporare i piatti tipici della cucina cilentana e campana, rigorosamente accompagnati dai vini della zona. Dalle mozzarelle di bufala DOP ai salumi, dai formaggi ai piatti a base di pesce fresco del Mediterraneo, ogni pietanza ha raccontato la storia e le tradizioni culinarie di questo territorio ricco di sapori autentici.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini

    Ma il Paestum Wine Festival non è stato solo un’esperienza gastronomica, è stato anche un momento di condivisione e di festa, durante il quale i visitatori hanno potuto partecipare a spettacoli teatrali, concerti di musica tradizionale e mostre d’arte, arricchendo ulteriormente il loro viaggio nel mondo dell’enogastronomia e della cultura.

    L’edizione 2024 del Paestum Wine Festival ha dimostrato ancora una volta di essere un evento imprescindibile per gli amanti del buon vino e della cultura, unendo in modo armonioso tradizione e innovazione, storia e gastronomia. Con la promessa di nuove scoperte e di nuove esperienze, i partecipanti già non vedono l’ora di tornare l’anno prossimo per vivere ancora una volta l’incanto di questo straordinario festival.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini, con Rosa Falluto Cantina Solopaca
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Carol Agostini, con Rosa Falluto Cantina Solopaca

    Da comunicato stampa

    SUCCESSO SENSAZIONALE AL PAESTUM WINE FEST 2024: 24.000 PRESENZE, 7.200 OPERATORI DI SETTORE E 800 AZIENDE

    La tredicesima edizione del Paestum Wine Fest 2024 si è conclusa con un entusiasmo travolgente, con numeri record e partecipazione eccezionale che già proiettano lo sguardo verso il futuro. Con 24.000 visitatori, 7.200 operatori Ho.Re.Ca, 300 espositori e 800 aziende coinvolte, il successo dell’evento è stato celebrato grazie alla collaborazione di figure chiave come Angelo Zarra, Ceo del Paestum Wine Fest, Alessandro Rossi, direttore, e Ottavio Gabriel Sorrentino e Francesco Balbi, co-fondatori.

    Il clima di fervore tra gli organizzatori anticipa già l’edizione 2025, con l’annuncio imminente delle prossime date, mentre il direttore Rossi esprime fiducia nel futuro, proiettando il festival verso un’ambizione ancora maggiore di internazionalizzazione e focus sul business.
    La cerimonia di premiazione ha visto l’assegnazione di numerosi riconoscimenti ai protagonisti dell’evento, tra cui Paolo Lauciani, Charlie Arturaola, Luciano Ferraro, Alessandra Moneti e Elsa Mazzolini, seguiti da altri illustri personaggi del mondo del vino.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis

    La partecipazione di esperti del settore, tra cui Luciano Pignataro, Riccardo Cotarella e Federico Gordini, ha confermato il prestigio del Paestum Wine Fest come punto di riferimento nel panorama enogastronomico.
    Il fondatore Angelo Zarra ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’evento, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra e il supporto delle aziende e dei partecipanti.

    Tra le novità di quest’anno, l’annuncio della collaborazione con Poste Italiane per la realizzazione dell’annullo filatelico dedicato all’evento, e la creazione del primo Wine Club “Paestum Wine Fest”.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis

    Un gruppo selezionato di sommelier è stato coinvolto nel programma “Paestum Wine Fest Limited Edition”, mentre la giornata si è conclusa con la consegna dell’esclusivo cavatappi personalizzato e della bottiglia magnum Gillo Dorfles dell’azienda San Salvatore 19.88 ai membri del Wine Club.
    Matteo Zappile, Official Brand Ambassador del Paestum Wine Fest, ha espresso soddisfazione per l’edizione di quest’anno, proiettando il focus verso una maggiore valorizzazione del territorio e dei sommelier.

    L’evento ha visto la partecipazione di nomi di spicco del mondo dell’enologia, della comunicazione e dell’imprenditoria, consolidando il successo del Paestum Wine Fest 2024 e aprendo le porte a una nuova edizione ancora più entusiasmante.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis con Carol Agostini, Cristina Santini e Andrea Moscariello
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis con Carol Agostini, Cristina Santini e Andrea Moscariello

    Curiosità

    La Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia: Due Eccellenze Casearie Campane

    La Campania è rinomata in tutto il mondo per le sue prelibatezze gastronomiche, tra cui spiccano la Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia, due eccellenze casearie che rappresentano il meglio della tradizione lattiero-casearia della regione.

    La Mozzarella di Bufala di Paestum è un formaggio DOP (Denominazione di Origine Protetta) prodotto principalmente nei comuni della pianura del Sele, tra cui appunto Paestum. Ottenuta esclusivamente dal latte di bufala allevata in quest’area, questa mozzarella si contraddistingue per la sua consistenza cremosa e il suo sapore delicato, che la rendono un vero e proprio tesoro della gastronomia campana. Il latte fresco viene cagliato e lavorato artigianalmente secondo antiche tradizioni, dando vita a un formaggio dal gusto unico e inconfondibile.

    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell'antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis, Carol Agostini con Charlie Arturaola
    Paestum Wine Festival 2024, ritorno nell’antica Magna Grecia, foto di Marco Marcialis, Carol Agostini con Charlie Arturaola

    Diversa è la Zizzona di Battipaglia, un’altra eccellenza casearia della provincia di Salerno. Si tratta di una mozzarella di bufala di dimensioni eccezionali, che può arrivare anche a pesare diversi chilogrammi. La particolarità di questo formaggio sta nella sua lavorazione: la Zizzona viene prodotta utilizzando solo il latte proveniente da bufale di razza mediterranea, che conferisce al prodotto finale un sapore intenso e deciso, accompagnato da una consistenza morbida e filante.

    Nonostante entrambe le mozzarelle siano ottenute da latte di bufala, presentano alcune differenze significative. Innanzitutto, la Mozzarella di Bufala di Paestum è più piccola e ha una consistenza più cremosa, mentre la Zizzona di Battipaglia è caratterizzata dalle sue dimensioni imponenti e dal sapore più deciso. Inoltre, la zona di produzione delle due mozzarelle è diversa: Paestum per la prima e Battipaglia per la seconda.

    Entrambe le mozzarelle rappresentano un’eccellenza enogastronomica della Campania e sono amate sia a livello locale che internazionale. Sono ingredienti fondamentali in molte ricette della cucina campana e vengono spesso apprezzate da sole, magari accompagnate da un filo d’olio extravergine d’oliva e pomodorini freschi. La Mozzarella di Bufala di Paestum e la Zizzona di Battipaglia sono due autentiche gemme della tradizione culinaria campana, da gustare e apprezzare in tutta la loro bontà e genuinità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.paestumwinefest.it/

  • Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése

    Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése

    Eccellenze nel Bicchiere a Terre di Toscana 2024 in Versilia

    Di Adriano Guerri

     

    Nei giorni 24 e 25 marzo 2024 a Lido di Camaiore, all’interno degli splendidi saloni dell’Hotel Versilia Lido I Una Esperienze si è svolta con grande soddisfazione sia per i produttori sia per i visitatori la 16°edizione di Terre di ToscanaEccellenze nel Bicchiere “.

    Vela all' ingresso della Kermesse, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vela all’ ingresso della Kermesse, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vi erano presenti oltre 140 espositori provenienti da ogni angolo di Toscana con oltre 700 etichette in degustazione. Questa fantastica kermesse viene ben organizzata da AcquaBuona.it. Come suggerisce il nome l’evento è dedicato totalmente a tutte le denominazioni della regione Toscana. I vini in degustazione erano tutti di eccellente qualità, proporrei un focus sui vini della denominazione “Vernaccia di San Gimignano“, dei 5 produttori presenti. Alcuni cenni su l’enclave, anticipano l’analisi sensoriale dei vini degustati a Lido di Camaiore.

    La Vernaccia di San Gimignano è una gemma enologica italiana nella terra dei vini rossi, è stato il primo vino italiano ad ottenere la denominazione di origine controllata nel 1966, seguentemente nasce il Consorzio della Vernaccia che contribuirà fortemente a dare nuovo entusiasmo per la produzione di qualità, conseguendo nel 1993 la meritatissima Docg. San Gimignano è una ridente cittadina che si trova nella parte nord-ovest della provincia di Siena.

    Dichiarata dall’ Unesco World Heritage, nota in tutto il globo per le sue torri medievali, che le hanno valso l’epiteto di Manhattan del Medioevo. In questo meraviglioso lembo di Toscana si producono anche ottimi vini rossi, ma la produzione maggiore è riservata alla Vernaccia che da disciplinare si deve realizzare rigorosamente con almeno un 85% dell’ omonimo vitigno. Ciò nonostante, molti produttori optano per l’ ottenimento in purezza. Un vino bianco italiano dotato di una apprezzabile capacità d’ invecchiamento, incentivo convincente per essere prodotto anche nella tipologia ” Riserva “. Un vino che gode di fama planetaria, dovuto alla sempre più crescente riscontro qualitativo.

    San Gimignano e le sue Torri medievali, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    San Gimignano e le sue Torri medievali, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Ecco i vini:

    Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione – Colore giallo paglierino brillante, al naso arrivano sentori di fiori di campo, pesca, susina, cedro e mandorla, al palato è avvolgente ed appagante.

    Vernaccia di San Gimignano Riserva Ori 2021 Il Palagione – Di un bel colore giallo giallo dorato luminoso, al naso libera sentori di nettarina, zafferano, mango, papaya, ananas e mandarino, sorso avvolgente, fresco, saporito, armonioso e lunghissimo.

    Sito di riferimento: https://www.ilpalagione.com/

    Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Lyra 2021 Il Palagione, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi – Bellissima tonalità giallo dorato, al naso sprigiona sentori di banana, melone, ananas, lime, e vaniglia, gusto saporito e dinamico, rinfrescante ed ammaliante.

    Sito di riferimento: https://www.panizzi.it/it/

    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2021 Panizzi, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani – Colore Giallo paglierino con riflessi dorati , emana note di fiori di montagna, mela golden, pompelmo e pietra focaia, la freschezza stimola il sapido sorso e rimane in bocca a lungo.

    Sito di riferimento: https://www.cesani.it/it/

    Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Clamys 2022 Cesani, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara – Color giallo paglierino con sfumature oro, rivela sentori di pera, mela, pesca con nuances agrumate e speziate, al gusto è piacevolmente fresco, coerente, pieno e duraturo.

    Sito di riferimento: https://colombaiosantachiara.it/

    Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2022 Il Colombaio di Santa Chiara, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea – Colore giallo paglierino luminoso, al naso rimanda note di, pera, melone erbe aromatiche e una piacevole scia agrumata, il sorso è vibrante, sapido e decisamente persistente.

    Sito di riferimento: https://www.cappellasantandrea.it/

    Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell'autore
    Vernaccia di San Gimignano Rialto 2021 Cappellasantandrea, articolo: Terre di Toscana 16°edizione 2024, un trionfo versiliése, foto dell’autore

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/romagna-albana-alla-55-edizione-di-vinitaly/

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

    Sito evento: https://terreditoscana.info/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine

    Terza tappa del mio viaggio in Champagne alla maison di Champagne Canard-Duchêne

    Di Elsa Leandri

    Verde e oro sono i due colori, il cui accostamento trasmette immediatamente regalità, che rappresentano questa azienda. Forse non è tra le cantine maggiormente conosciute in Italia ma il suo nome e le sue etichette sono sempre presenti in Francia dai supermercati alle enoteche fino a diventare proprio quest’anno, nel 2024, il fornitore ufficiale dell’Académie des Arts et Techniques du Cinéma: si tratta di Canard-Duchêne.

    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Salotto di accoglienza Maison Canard-Duchêne, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Storia

    La storia di questa cantina nasce, nel 1868, dall’unione di Léonie Duchêne, figlia di viticoltore, e di Victor Canard, fabbricante di botti, nel cuore del parco naturale della Montagne de Reims a Ludes, uno dei 44 villaggi classificati come Premier Cru della Champagne.
    I proprietari particolarmente attenti alle dinamiche del mercato vedono, non a torto, un potenziale cliente nella Russia.

    Lo zar Nicola II diventa, infatti, un grande estimatore dello champagne prodotto da questa Maison e in suo omaggio viene introdotto nello stemma di Canard Duchêne l’aquila bicipite, blasone della famiglia Romanov, accanto alla sciabola che rievoca invece gli ussari di Napoleone i quali avevano l’abitudine di sciabolare le bottiglie di champagne in occasione delle vittorie.

    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice in primo piano durante la sua visita.
    Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice in primo piano durante la sua visita.

    La nostra guida Isabel, una brasiliana che si è trasferita in Champagne, ci conduce nel dedalo delle cantine sotterranee che sono state scavate a mano nella craie e che si estendono per 6 chilometri ad una profondità che varia da 12 a 38 metri.

    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Discesa nelle cantine della Maison, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Durante il percorso riviviamo oltre ai vari step del processo produttivo anche la fastosità del Château de Ludes, il castello che si ergeva anticamente laddove si trova l’attuale proprietà e che è stato distrutto durante le due guerre mondiali. Quello che ne rimane sono unicamente le cantine abbellite oggi da incantevoli vetrate dell’antica cappella che sono state restaurate dall’Atelier dei mastri-vetrai Simon-Marq e che vigilano sui nostri passi.

    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Vetrate Atelier Simon-Marq, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Rimaniamo sempre estasiati e affascinati da quelle stanze in cui vengono custodite le bottiglie sur lattes e quelle più vecchie sur pointe proprio per evitare l’eccessivo contatto tra i lieviti e il volume liquido in modo da custodire quanto più possibile gli aromi imprigionati.

    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Bottiglie sur pointe e sur lattes, articolo: Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Riemergiamo dalle cantine e ci accomodiamo in sala degustazione concentrando la nostra attenzione alle cuvée e ai millesimi che hanno visto fino ad oggi la luce grazie alle sapienti mani dello chef de cave Laurent Fédou, il quale, avendo ormai raggiunto l’età della pensione, lascerà il passo nel 2025 a Cynthia Fossier.

    Degustazione

    Charles VII – Blanc de Blancs– 100% Chardonnay- 30% vins de réserve- 6g/L
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Impatto olfattivo floreale su ricordi di gelsomino e di mughetto accompagnato da sentori di pesca gialla, pera e da un delicato finale agrumato di scorza di pompelmo. L’avvolgenza del cavo orale è dinamicizzata dal formicolio dell’effervescenza e dall’elegante chiusura sapida.

    Charles VII - Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Blancs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Millésime 2015 – 35% Pinot Nero, 35% Chardonnay, 30% Meunier- 7g/L
    Giallo paglierino vivace con riflessi verdolini. Rimandi di albicocca e di bergamotto si accostano alle note di pasticceria e di burro. Regala al sorso un’ampiezza sublime che si dissolve lentamente su echi di zest di limone.

    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Millesime 2015, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Cuvée Léonie – 50% Pinot Nero, 30% Meunier, 20% Chardonnay- 35% vins de réserve- 7g/L
    Il nome di questo champagne, come è facilmente intuibile, è un omaggio alla co-fondatrice.
    Giallo verdolino vivace con un’effervescenza continua. Si declina su frutti di bosco come lampone e ciliegia arricchiti da mango e da effluvi di anice stellato e di vaniglia anticipando un sorso incentrato sulla gourmandise e dotato di un’elevata lunghezza.

    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Cuvée Léonie, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    Charles VII – Blanc de Noirs – 100% Pinot Nero- 50% vins de réserve di cui 25% metodo solera- 7g/L
    Paglierino con riflessi ramati con treni di bolle numerosi e continui. Kumquat, scorza di arancia e mirabelle sono i protagonisti a livello olfattivo che vengono impreziositi da brezze di tabacco e caffè. Attraente in bocca per l’entrata ampia e fruttata ravvivata dalla freschezza e dalla sapidità su rimandi di liquirizia.

    Charles VII - Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    Charles VII – Blanc de Noirs, Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

    V Vintage 2012 – Blanc de Noirs – 70% Pinot Nero, 30% Meunier- Pas Dosé
    Il nome di questo Champagne vuole omaggiare, invece, il co-fondatore della cantina Victor Canard.
    Giallo paglierino con bollicine fini e persistenti. Susina gialla, mela cotogna, pesca tabacchiera, eleganti soffi di sottobosco e caffè tostato guidano verso un sorso elegante dettato dalla freschezza e dalla verticalità di bocca sorretta da un’effervescenza delicata. Lungo finale di lampone.

    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell'autrice
    V Vintage 2012 Champagne Canard-Duchêne, 3° tappa francese di bollicine, foto dell’autrice

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    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Maison: https://www.canard-duchene.fr/fr/

    Siti Partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Podere Casa Al Vento, novità della cantina in un calice 2024

    Podere Casa Al Vento, novità della cantina in un calice 2024

    Montepulciano – Podere Casa al Vento: le sfide enologiche per il futuro tra territorialità e diversità

    Di Cristina Santini

     

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice

    In occasione dell’anteprima del Vino Nobile, la nostra redazione ha visitato Podere Casa al Vento, Azienda agricola vitivinicola e olearia a conduzione familiare, situata a Sant’Albino, a soli 5 km da Montepulciano, immersa tra le verdi colline della Val di Chiana e della Val D’Orcia.
    Qui, tra vigneti e uliveti, gli ospiti possono godere anche di sistemazioni a ristorazione indipendente, arredate in stile rustico e dotate di ogni confort.

    La visione è ben definita: radici profonde nel passato, ma uno sguardo fiducioso verso il futuro che bilancia tradizione e innovazione, creando un terreno fertile per la crescita, obiettivo fondamentale per questa realtà che punta ad aumentare la produzione nei prossimi cinque anni, con il conseguente investimento sulla cantina, per un mercato non solo territoriale.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice

    Dei sette ettari vitati complessivi condotti in regime biologico, cinque sono attualmente in produzione, mentre due sono stati acquisiti nel 2021 ed entreranno in produzione l’anno prossimo. Un passo positivo per un nuovo traguardo.
    Nel 2023, sono stati piantati mille ulivi tra le varietà Leccino e Frantoio, che si affiancano ai 250 ulivi più vecchi, inclusi quelli di Pendolino e Moraiolo. Questo ampliamento contribuirà a una produzione di olio più grande.

    Il Vino Nobile di Montepulciano ha rappresentato una ricca ed emozionante esperienza gustativa, racchiusa nel territorio, nella cultura e nella passione di questa terra ed è indubbiamente il re di queste zone. E’ nato su questi colli che circondano la patria del poeta Poliziano, ma non è il solo e unico elemento in gioco.

    Su un terreno prevalentemente argilloso limoso, fertile e ricco di humus, accanto ai cinque cloni di Sangiovese e Canaiolo Nero che coprono quattro ettari totali, negli ultimi anni sono state messe a dimora varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Syrah, Pinot Nero che hanno trovato il loro habitat ideale.
    Questa diversità ha consentito e consente di sperimentare e creare vini unici, uscendo anche dal classicismo, a patto che non si corra per arrivare sul mercato, altrimenti si rischierebbe di perdere quell’essenza speciale. L’unicità richiede tempo.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice, le Vigne
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice, le Vigne

    Il Cabernet Sauvignon che ha dato vita a Brutus dal 2017 è sicuramente una vittoria degna di nota. Tuttavia essendo piantato da pochi anni, il Pinot Nero richiederà ancora un po’ di pazienza prima di poterlo assaporare.

    La cura e l’attenzione dedicate alla vigna si ripagano nella qualità del vino che abbiamo degustato. La raccolta manuale delle uve è un processo laborioso ma essenziale. Dopo la vinificazione, il mosto viene fatto affinare in botti di rovere di grande capacità raggiungendo complessità e carattere durante il periodo di invecchiamento. L’uso del metodo biologico e di lotta integrata, come per esempio il sistema della confusione sessuale, contribuiscono non solo al rispetto della natura, tema fondamentale, ma anche a produrre uve sane e a creare vini molto apprezzati.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice, i vini degustati
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice, i vini degustati

    La produzione attuale si aggira intorno alle 10000 bottiglie a fronte di un potenziale di circa 20000, limitata oggi a 4 etichette:

    Rosso di Montepulciano Doc 2019, Sangiovese in purezza affinato in acciaio.
    Il Rosso di Montepulciano, in questi ultimi anni, sorprende e continua a guadagnare popolarità affiancando con devozione il Nobile. Il suo colore rosso rubino trasparente con iniziali riflessi granati ai bordi è affascinante, e la verticalità delle spezie con un tocco di peperoncino dolce suona intrigante.

    Nonostante i 14,9 gradi, morbidezza e alcolicità sono ben bilanciate, rendendolo un piacere da bere anche come aperitivo. I tannini setosi e la lunghezza persistente suggeriscono che sia un vino da invecchiare. Inoltre, il palato pulito e ampio con note di tabacco, cacao e liquirizia leggera lo rendono ancora più interessante.
    E’ come un racconto avvincente, che si svela a ogni sorso, regalando emozioni e nuovi piaceri sensoriali.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice

    Nobile di Montepulciano Docg 2018, Sangiovese in purezza che esce quest’anno sul mercato, 24 mesi di affinamento in botti di rovere francese da 20 hl.
    La freschezza dell’anguria si fonde con la nota balsamica mentolata, le ciliegie, immerse nel loro liquore, rilasciano una dolcezza intensa e fruttata, come la sensazione ferrosa conferisce profondità e persistenza. Un tocco di asprezza e rugosità dovuta ai tannini non permette ancora la sua massima esternazione.

    Il sorso è godibile, nonostante la giovane età e una sinfonia di sapori danzano al gusto come l’essenzialità del cacao. L’acidità vivace si sposa con la freschezza fruttata, creando un equilibrio armonioso. Il sapore spedito, centrale, persiste a lungo nella bocca poi così ampia come un viaggio senza fine.
    E’ un giovane guerriero, pronto a conquistare il mondo.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice

    Nobile di Montepulciano Riserva Docg 2016, 100% Sangiovese affinato per 36 mesi in botti di rovere francese e 6 mesi in bottiglia. Imbottigliato nel 2020 e ancora non in commercio.
    Intenso e limpido il suo colore rosso rubino dai riflessi granati che evoca calore, profondità e maturità. Il profumo è raffinato e piacevole, ricco di frutto rosso maturo, con sentori leggermente speziati e delicati sbuffi erbacei. Freschezza e piacevolezza di beva sono le sue caratteristiche che assieme ad una struttura tannica sono come un poema in sospeso, un quadro incompleto che attende ancora il suo ultimo pennello. Un vino coinvolgente che deve trovare la sua pienezza e invecchiare ulteriormente. In generale, sembra abbia potenziale e stia evolvendo nella giusta direzione.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice, vino degustato
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice, vino degustato

    Nobile di Montepulciano Riserva Docg 2015
    Completamente diverso dall’annata precedente, questa ottima Riserva offre una ciliegia sotto spirito, una speziatura dolce, sfumature più evolute di cuoio e cioccolato nero. L’equilibrio è notevole, con tannini integrati e una persistenza significativa e duratura. L’acidità è ben bilanciata, rendendo questo vino molto elegante, maturo e pronto per essere gustato. Questo calice ci ricorda Caravaggio quando nel suo “Bacco” cattura l’intensità e la sensualità del momento, rendendo il vino parte integrante dell’opera.

    Brutus Toscana Igt 2019, Cabernet Sauvignon invecchiato 24 mesi in botti di rovere francese da 20 hl.
    Il suo colore rubino profondo promette una ricchezza sensoriale che si rivela nel bouquet aromatico. Le note di violetta e garofano danzano insieme ai frutti rossi maturi, come il ribes nero e le prugne. L’affinamento in legno dona un leggero tocco di vaniglia, mentre il pepe nero e le erbe speziate aggiungono complessità.
    In bocca, i sapori della frutta rossa si fondono con accenni di cioccolato fondente e tabacco, creando un’esperienza gustativa avvolgente e persistente. Tuttavia, i tannini ancora verdi suggeriscono che questo vino non è ancora pronto per la sua massima espressione. Il tempo è galantuomo e rivelerà tutta la sua bellezza.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice, vino degustato
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice, vino degustato

    Brutus Tuscany Igt 2018, Cabernet Sauvignon affinato 12 mesi in botti di rovere francese da 20 hl.
    La descrizione di questo vino evoca un quadro sensoriale intrigante e sofisticato che intreccia profumi fruttati di prugna, combinata ad un dattero succoso avvolto in una brezza fresca di menta. Sensazioni più evolute di tabacco e una nota eterea di goudron chiudono il sorso in un finale memorabile. L’annata 2018 sembra essere un vero capolavoro, con acidità elevata, complessità e un carattere avvolgente, superando addirittura la grande annata 2019. La sua struttura tannica potente e la sensazione di pulizia al palato la rendono davvero ammaliante e poliedrica.

    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice, foto dell'autrice, vini degustati
    Podere Casa Al Vento, le novità della cantina in un calice 2024, foto dell’autrice, vini degustati

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/anteprima-vino-nobile-di-montepulciano-2023/

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito cantina: https://www.poderecasalvento.it/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024

    Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024

    Focus su Suvereto all’anteprima del vino “L’Altra Toscana

    Di Adriano Guerri

    Lo scorso 19 febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze è andata in scena l’Anteprima dei vini di Toscana provenienti da areali e consorzi più piccoli riuniti in un’unica Kermesse.

    Vigneto a Suvereto, foto dell'autore, articolo: Suvereto in prima linea all'Anteprima L'Altra Toscana 2024
    Vigneto a Suvereto, foto dell’autore, articolo: Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024

    La degustazione era rivolta alla stampa nazionale ed internazionale, dalle ore 9:00 alle 14:00  e dalle 14:00 alle 19:00 anche a operatori del settore e winelover, vi erano vini delle DOP e IGP:

    Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana.

    È dell’enclave di Suvereto che vogliamo condividere le nostre impressioni sui vini degustati, alcuni cenni della denominazione anticipano le note di degustazione.

    Suvereto foto dell'autore, articolo: Suvereto in prima linea all'Anteprima L'Altra Toscana 2024
    Suvereto foto dell’autore, articolo: Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024, foto dell’autore

    L’areale della denominazione Suvereto si trova in Val di Cornia in provincia di Livorno,  contermine con la provincia di Grosseto a sud,  a poca distanza dal mare. Siamo sulla Costa degli Etruschi ed in Maremma Toscana.

    Ingresso Palazzo degli Affari di Firenze, articolo: Suvereto in prima linea all'Anteprima L'Altra Toscana 2024, foto dell'autore
    Ingresso Palazzo degli Affari di Firenze, articolo: Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024, foto dell’autore

    La produzione di vini è  estesa a tutto il comune di Suvereto. La docg è  nata nel 2011 dalla sottozona Val di Cornia Doc, da allora è possibile produrre vini con etichetta Docg Suvereto.

    Quattro sono le tipologie: Suvereto, Suvereto Sangiovese, Suvereto Merlot e  Suvereto Cabernet Sauvignon. I vitigni che danno origine a questo singolare vino sono il Cabernet Sauvignon, il Merlot ed il Sangiovese,  tuttavia, tra i filari si trovano anche altri vitigni autoctoni e alloctoni sia bianchi che rossi. I terreni sono in prevalenza argillosi e sabbiosi ed anche ricchi di limo.

    In questo meraviglioso lembo di Toscana, a due passi dal Mar Tirreno e a poca distanza dalle colline Metallifere con una vicinanza all’Isola d’ Elba, beneficia di buona  ventilazione,  un toccasana per le piante e di buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, la vite ha trovato un habitat ideale ed è capace di dare origine a vini di elevata qualità. Le rese per ettaro nei vigneti sono molto basse. Il suggestivo Borgo é di origine medievale e nel punto più alto ci sono i ruderi dell’antica Rocca Aldobrandesca.
    La Rocca porta il nome dell’antica famiglia comitale degli Aldobrandeschi. Suvereto, inoltre, fa parte del circuito de ”I Borghi più belli d’Italia”.  Ma, ora passiamo all’analisi sensoriale di alcuni vini che mi hanno maggiormente colpito.
    Scaffale vini con servizio Sommelier per la stampa, articolo: Suvereto in prima linea all'Anteprima L'Altra Toscana 2024, foto dell'autore
    Scaffale vini con servizio Sommelier per la stampa, articolo: Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024, foto dell’autore

     

    Bulichella Suvereto Docg Coldipietrrosse 2018 – Cabernet Sauvignon 70%, Merlot 20 % e Petit Verdot 10% – Rosso rubino vivace,  rilascia note di ribes, mirtillo, fragola, tabacco e polvere di cacao,  buona e setosa la trama tannica e la lunga persistenza aromatica.
    Sito di riferimento: www.bulichella.it
    Macchion dei Lupi Costa Toscana Merlot Igt 2016 – Merlot 100% – Rosso rubino profondo, si percepiscono netti sentori di confettura di frutti di bosco, resina, spezie orientali e eucalipto, sorso articolato, ricco e di buona struttura.
    Sito di riferimento: www.info@macchiondeilupi.it
    Petra Toscana Merlot Igt Quercegobbe 2021 – Merlot 100% – Rosso rubino scuro, libera sentori di amarena, cassis, erbe aromatiche,  e macchia mediterranea,  sorso fresco ed appagante con finale duraturo.
    Sito di riferimento: www.petrawine.it
    Petricci Del Pianta Suvereto Sangiovese Docg Buca di Cleonte 2020 – Sangiovese 100% – Rosso rubino trasparente e consistente, rimanda note di rosa, ciliegia,  prugna,  bacche di ginepro e tabacco,  gusto avvolgente e generoso.
    Sito di riferimento: www.petriccidelpianta.it

    Sala degustazione per la Stampa a Palazzo degli Affari, articolo: Suvereto in prima linea all'Anteprima L'Altra Toscana 2024, foto dell'autore
    Sala degustazione per la Stampa a Palazzo degli Affari, articolo: Suvereto in prima linea all’Anteprima L’Altra Toscana 2024, foto dell’autore

    Renis Toscana Rosso Igt Renis 2021 – Syrah 100% – Rosso rubino impenetrabile,  sprigiona note di mora,  mirtillo, prugna e liquirizia,  sorso fresco, accattivante e durevole.
    Sito di riferimento: www.renis.it

    San Rocco Costa Toscana Syrah Igt San Rocco 19 2021 – Syrah 100% – Rosso rubino profondo, dipana sentori di violetta,  amarena, ribes e pepe nero,  al palato è setoso e armonioso,  lungo e duraturo.
    Sito di riferimento: www.agriturismosanrocco.it

    Tenuta La Batistina Costa Toscana Rosso Igt Nero Galestro 2021 – Merlot 60%, Cabernet Franc 30% e Malbech 10% – Rosso rubino vivace, rivela note di marasca, frutti di bosco, tamarindo e macchia mediterranea,  sorso sapido, leggiadro e decisamente lungo.
    Sito di riferimento: www.tenutalabatistina.it

    Tua Rita Toscana Sangiovese Igt Perlato del Bosco Rosso 2021 – Sangiovese 100% – Rosso rubino intenso, emana sentori di violacciocca, una cascata di frutta rossa, sottobosco e ginepro, sorso vibrante, avvolgente e durevole.

    Sito di riferimento: www.tuarita.it

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/