Coccole di benessere a EALA per riscaldare l’inverno e vivere la magica atmosfera delle Feste.
Redazione
Nel 5 stelle Lusso di Limone sul Garda il periodo delle festività natalizie è ideale per concedersi un momento di completo relax per il corpo e lo spirito. Durante l’inverno quando la natura riposa e l’atmosfera natalizia avvolge ogni scorcio, EALA si rivela un nido accogliente e confortevole dove vivere esperienze esclusive all’insegna del lusso naturale e in sintonia con l’ambiente e il territorio che lo circonda. “Monte Baldo”, ad esempio, è l’esperienza wellness territoriale che elimina le tossine e dà nuova energia al corpo e alla mente attraverso i prodotti locali che richiamano gli aromi e i profumi della montagna d’inverno.
Dicembre è sinonimo di primi freddi, ma soprattutto di Natale e Festività, peccati di gola e momenti di relax. Quando l’inverno avvolge la natura dormiente è il periodo migliore per rifugiarsi nelle coccole di benessere che una struttura come EALA, 5 stelle Lusso a Limone sul Garda, può regalare. Aperto dal 21 dicembre all’8 gennaio, offre ai suoi ospiti la possibilità di vivere la magica atmosfera delle feste attraverso esperienze esclusive che soddisfano la gola, in un viaggio enogastronomico che conduce dal Garda al resto del mondo, ma anche il corpo e lo spirito grazie a EALA Luxury Spa.
Progettato in sintonia con l’ambiente che lo circonda, dove il lusso naturale permette di riscoprire l’equilibro tra anima e corpo, EALA è un hotel adult friendly e dal cuore green che combina servizi e comfort di altissimo livello all’amore per il territorio. La sua area wellness, EALA Luxury Spa, è un nido di benessere pensato per risvegliare la parte più sensibile della persona attraverso esperienze e rituali che si svolgono nel rispetto e nella valorizzazione delle materie prime del territorio.
Uno spazio di circa 1.500 mq tra piscine outdoor, indoor e sauna con vista, mondo saune, giochi d’acqua e idromassaggio, bagno turco, docce emozionali, percorso kneipp e sale relax: vera e propria oasi wellness dove professionisti del benessere offrono anche trattamenti originali e unici con un approccio olistico e sensoriale in sintonia con la natura e i suoi prodotti.
Sono le “Esperienze Territoriali” ideate dalla Spa Manager Veronika Miotto, speciali rituali ideati a partire dai prodotti locali del Garda e del Trentino per far conoscere il territorio e offrire gli straordinari benefici che la natura riserva. Tra tutti, “Monte Baldo” evoca i sentori tipici della montagna d’inverno: si inizia con un Natural Body Scrub con Farina di Mais macinata a pietra di Storo, Miele del Monte Baldo, Yogurt di Malga, essenza di Timo in foglie, Fiori di fieno e Erbe di Montagna; si prosegue con un impacco di Fango Alpino con azione disintossicante che prepara la muscolatura a un massaggio defaticante specifico con sinergia di Olio e Balsamo all’estratto di Arnica Montana e Iperico, e infusione di Bacche di Ginepro.
Essenze, selezionate personalmente da Veronika, con la collaborazione di piccoli produttori della filiera locale, che custodiscono un’azione balsamica e antiossidante come il timo e le erbe di montagna, antisettiche e antiinfiammatorie come l’arnica e l’iperico, aiutando il corpo a combattere il freddo e donando nuova energia vitale, ideale per l’inverno. “Monte Baldo” è solo una delle 8 Esperienze Territoriali offerte da EALA Luxury Spa: una speciale coccola di benessere per vivere la magia delle festività in modo originale e unico, attraverso un viaggio sensoriale nel territorio del Garda, pur restando fermi, ma in un ambiente di totale comfort e lusso naturale, come quello di EALA, dove tutto è pensato per essere in armonia con la natura, nel rispetto dell’ambiente.
A EALA, il benessere passa anche attraverso il gusto: la cucina degli chef Alfio Ghezzi e Akio Fujita, declinata nelle proposte del Bistrot e del fine dining SENSO Lake Garda, guida infatti l’ospite in un viaggio gourmet, il più possibile a base di prodotti locali e provenienti dalla filiera del Garda, che risveglia tutti i sensi. Piatti e menu degustazione che, in abbinamento a una particolare selezione di vini, completano l’esperienza di uno speciale soggiorno all’insegna dell’eccellenza a stretto contatto con il territorio.
Lo storico gruppo vinicolo presenta i risultati della propria strategia di sviluppo sostenibile e i traguardi previsti per il 2025, tra i quali la completa conversione al biologico delle 9 tenute. Con una dotazione finanziaria ingente, di quasi un terzo degli investimenti annuali, Ruffino mira ad avere un ruolo di traino per la rivoluzione sostenibile del comparto enologico.
Si è svolto ieri mattina a Palazzo Mezzanotte – noto come Palazzo della Borsa – l’evento stampa voluto da Ruffino per fare un punto sulla propria strategia di sviluppo sostenibile, Ruffino Cares. Per l’ampiezza degli obiettivi ambientali e sociali posti, il volume degli investimenti stanziati e il numero di portatori di interesse toccati, Ruffino costituisce oggi uno dei player più ambiziosi nell’intero comparto enologico italiano. Forte di circa 29 milioni di bottiglie annualmente prodotte, 83 paesi del mondo serviti e 123,2 mln di Euro di fatturato (2022), il gruppo vuole imprimere uno stimolo decisivo per tutto il settore.
Il panel dell’evento è stato guidato da Marco Frey, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso la Scuola Superiore Universitaria Sant’Anna di Pisa e presidente della Fondazione Global Compact Italia, organismo delle Nazioni Unite. Sono intervenuti Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato di Ruffino, Thomas Blasi, CSR & Environment Specialist di Ruffino e Lorena Troccoli, Agronoma e Ruffino Estate Manager.
Ruffino Cares, progetto nato nel 2018 come marchio contenitore di iniziative legate alla Responsabilità Sociale d’Impresa, oggi vera e propria strategia, mette al centro lo sviluppo sostenibile come rappresentato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) applicati al comparto vitivinicolo. L’ambiente è solo uno dei quattro pilastri che sorreggono questo percorso, accanto a politiche aziendali orientate alla diversità e all’inclusione, promozione del bere responsabile a vantaggio della società e del comparto, impegno verso gli altri e in particolare verso le comunità locali. L’obiettivo più generale è quello di trasformare il glorioso brand toscano in un brand for purpose, ossia un brand che antepone il benessere delle persone in qualsiasi scelta.
Ruffino ha infatti stanziato un budget senza precedenti di circa 11 milioni di euro, cioè il 28% sugli investimenti annuali del gruppo, distribuito su sette anni (dal 2019 al 2025), per mettere in pratica il processo di conversione delle proprie attività produttive verso ambiziosi quanto necessari standard.
“Casi come quello di Ruffino – sostiene il prof. Marco Frey – mostrano un assunto fondamentale della sostenibilità: è possibile, oltre che necessario, fare meglio con meno. Il volume di vino prodotto negli ultimi decenni in Italia è assai diminuito, ma il comparto è cresciuto perché sono cresciuti il valore della produzione, la qualità e l’export. In questo senso, l’enologia italiana sta compiendo un percorso emblematico che rispecchia il ruolo cruciale delle aziende, accanto alle istituzioni e ai cittadini, nel rendere il cambiamento possibile”.
Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato di Ruffino e vice presidente di Unione Italiana Vini, afferma: “In questa gara non c’è chi arriva primo e chi arriva ultimo, ma bisogna arrivare tutti. Le attività del settore vitivinicolo sono in regime di interdipendenza con la disponibilità di risorse naturali (risorse energetiche, acqua, clima, suolo, aria ed ecosistema) e col tessuto socioeconomico nel quale si collocano”.
Per questo è fondamentale, in un’ottica di sostenibilità complessiva e a lungo termine, che un’impresa vitivinicola che si voglia dire sostenibile adotti sistemi produttivi e condotte che preservino le risorse naturali, ne affinino le modalità di utilizzo e migliori anche le condizioni sociali ed economiche del proprio territorio” conclude Sartor.
È perciò indispensabile che tutti gli stakeholder siano coinvolti in questo progetto, a partire dalle aziende coinvolte nell’intera filiera. Parallelamente alla conversione biologica delle 9 tenute che sarà completata con la vendemmia 2024, gli obiettivi Ruffino 2025 prevedono di rendere la propria filiera al 100% sostenibile, facendo da traino anche per le realtà più piccole del proprio indotto, attraverso un taglio delle emissioni del 15% per arrivare al 50% nel 2030, un aumento del 15% dei rifiuti mandati in riciclo per arrivare a zero rifiuti nel 2050, una riduzione dell’utilizzo dell’acqua integrata a un aumento del 25% delle acque riutilizzate nel processo di produzione.
A questi obiettivi, si aggiungono le molte necessarie certificazione e azioni come quelle sulla valorizzazione della biodiversità, sul sostegno al tessuto sociale locale e sull’inclusione di categorie svantaggiate portando una visione olistica che vuole andare oltre lo stesso concetto di sostenibilità. E l’attiva adesione a tutte le iniziative collettive possibili, tra cui il contributo diretto alla redazione di un “Disciplinare del sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola” che fornisca un quadro normativo condiviso in Italia.
Con l’anno fiscale 2022 Ruffino ha pubblicato il suo quarto bilancio di sostenibilità certificato. Sebbene non esista per legge un modello unico a cui attenersi, le informazioni che Ruffino ha rendicontato seguono le linee guida internazionalmente riconosciute del Global Reporting Initiative. La verifica della solidità dei dati presenti nel bilancio di sostenibilità, c.d. assurance, è stata affidata alla società DNV assicurando il raggiungimento delle linee guida prefissate da Ruffino.
Ad Aprile torna Summa: I migliori vini biologici-dinamici-da tutto il mondo si ritrovano a Magrè nella Tenuta Alois Lageder
Redazione
Summa, la rassegna delle eccellenze enologiche biologiche e biodinamiche, torna l’1 e il 2 Aprile 2023 per la sua 24a edizione nella affascinante storica ambientazione di Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta Alois Lageder, a Magrè sulla Strada del Vino (BZ).
“Se la nostra idea di vino poteva sembrare visionaria quando abbiamo lanciato la prima edizione di Summa nel 1997, ora i fatti ci stanno dimostrando che i consumatori sono sempre più consapevoli dei danni che una viticoltura non in armonia con il territorio può fare all’ambiente e alla sua biodiversità. Per questo sempre più spesso rivolgono la loro attenzione ai vini biologici e biodinamici, la cui qualità e valore intrinseco saranno raccontati dagli stessi vignaioli.
È anche questo contatto diretto, questa possibilità di interagire, di creare relazioni, che rende Summa un momento particolarmente apprezzato sia dagli espositori che dai partecipanti, siano essi operatori esperti che semplici consumatori“, spiega Helena Lageder, Chief Marketing Officer dell’Azienda.
La mostra, diventata il punto di incontro qualificato di professionisti, giornalisti specializzati e wine lovers alla ricerca di etichette non solo sostenibili ma caratterizzate da interi progetti in armonia con l’ambiente, propone degustazioni guidate, verticali, prove di botte e walk around tasting con i racconti dei produttori che arricchiscono l’evento.
La varietà di vini proposti sarà come sempre ampia, con bottiglie provenienti dai principali Paesi produttori. Nel 2022 sono stati 10 i Paesi rappresentanti per un totale di 99 cantine: Italia, Germania, Austria, Francia, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo e Spagna, con un grande successo di pubblico.
Durante l’evento, ideato e organizzato dalla Tenuta Alois Lageder, vengono proposte anche visite – sempre molto partecipate – tra vigneti e in cantina, per far toccare con mano la realizzazione della filosofia aziendale basata sull’economia circolare, che sta alla base della biodinamica.
Negli anni Summa è cresciuta, diventando sempre più internazionale, con la partecipazione di realtà biologico-dinamiche, spesso certificate Demeter. Le aspettative per la prossima edizione sono per questo molto alte, sostenute dall’entusiasmo di chi organizza un evento con passione e con la consapevolezza di poter fare la differenza tutti insieme, vignaioli e consumatori.
Vinitaly China Road Show, si è conclusa la 5° edizione 2022.
VINO E OLIO EVO: VERONAFIERE CON VINITALY E SOL D’ORO È L’UNICA FIERA INTERNAZIONALE AD AVER REALIZZATO INIZIATIVE DI PROMOZIONE IN CINA NEL 2022
Redazione
Dopo l’edizione speciale di Wine To Asia a fine settembre, dal 10 al 14 novembre si è svolto il Vinitaly China Roadshow, l’evento b2b organizzato da Veronafiere con il suo ufficio di Shanghai e in collaborazione con la joint venture cinese Shenzhen Baina International Exhibition, il supporto dell’Ambasciata italiana e della rete ICE in Cina.
Oltre 600 vini di 50 tra cantine e importatori in rappresentanza di 20 regioni italiane che hanno incontrato 1800 buyer professionisti: sono i numeri della 5^ edizione, appena conclusa, del Vinitaly China Roadshow organizzato da Veronafiere con il suo ufficio di Shanghai e in collaborazione con la joint venture cinese Shenzhen Baina International Exhibition, il supporto dell’Ambasciata italiana e della rete ICE in Cina.
L’evento B2B dedicato alle cantine italiane interessate a esplorare e presidiare il mercato cinese si è svolto dal 10 al 14 novembre nelle città di Shanghai, Nanning e Shenzhen e per la prima volta è stato esteso con Sol d’Oro anche alla promozione dell’olio Evo 100% made in Italy, nell’ultima tappa di Shenzhen.
«Seppure in un contesto difficile tra confini chiusi, lockdown e misure covid 0, il roadshow è andato a buon fine e Vinitaly è diventata l’unico evento internazionale dedicato a wine e spirits a Shanghai per l’anno 2022 – sottolinea Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –.
Con Wine to Asia Special Edition a Guangzhou a fine settembre e Vinitaly China Roadshow a Shenzhen, Veronafiere inoltre è l’unica fiera internazionale ad aver realizzato eventi in presenza nella Greater Bay Area, la zona a più marcata crescita per il settore del vino e degli spiriti in Cina, seconda economia al mondo con 17,7 trilioni di dollari e ad oggi primo paese importatore al mondo di vino rosso e sesto consumatore mondiale di vino».
«La rete ITA in Cina è estremamente lieta di aver contribuito al successo della quinta edizione del Roadshow, a riprova della positiva efficacia esercitata dal gioco di squadra, in una fase particolarmente delicata della proiezione delle nostre imprese vitivinicole sul mercato cinese», afferma Gianpaolo Bruno, direttore ICE di Pechino e coordinatore Rete ICE in Cina e in Mongolia.
Grande successo per le masterclass che hanno seguito ogni tappa del Roadshow, in particolare per quelle in collaborazione con Ian d’Agata, tra i maggiori esperti e critici internazionali, che ha tenuto il grand opening a Shanghai. A Nanning si è svolta la prima masterclass dedicata agli spirits italiani, guidata da Roy Huang l’head bartender di uno dei migliori cocktail bar del Sud della Cina, Bar Choice.
A Shenzhen invece è stata presentata una masterclass in cooperazione con Wine Channel sui vini del Consorzio di Tutela dei Vini dell’Abruzzo e, sempre a Shenzhen, è stato proposto il primo evento di degustazione alla cieca di Vinitaly in Cina in collaborazione con i tre più importanti importatori di vino naturale nel Paese del Dragone. Non solo, per la prima volta in Cina, a Shenzhen si sono organizzate due sessioni di assaggi guidati con gli oli evo vincitori della XX edizione del Concorso Internazionale Sol d’Oro, in collaborazione con l’Ufficio ICE di Guangzhou.
«L’olio evo è un prodotto eccezionale che sempre più interessa il pubblico cinese soprattutto per le sue qualità organolettiche e salutari. Ogni regione italiana produce olio di qualità sulla base di una tradizione che ha millenni di storia e che oggi è in grado di offrire un prodotto eccezionale indiscutibilmente ai vertici della produzione mondiale.
L’olio di oliva che è alla base della dieta mediterranea può essere anche perfettamente integrato con molti piatti della cucina cinese e per questo intendiamo far crescere la conoscenza di questo prodotto in Cina attraverso una serie di attività promozionali dedicate ai prodotti alimentari italiani che vengono celebrati in questi giorni, nell’ambito della settimana della cucina italiana nel mondo.
Siamo quindi felici di aver attivato la collaborazione con il Concorso Internazionale Sol d’Oro, che da oltre venti anni è il sicuro riferimento per l’olio evo di qualità, grazie alle sue degustazioni alla cieca, e che ogni anno premia le migliori produzioni oleicole legate al territorio e alla biodiversità italiane», evidenzia Massimiliano Tremiterra, trade commisioner dell’ufficio ICE di Canton.
In contemporanea ad ogni tappa gli uffici ICE di Shanghai e di Guangzhou hanno organizzato, inoltre, una due giorni di formazione sul vino italiano con il corso I love ITAlian wines e oltre 150 professionisti hanno ottenuto l’attestato di partecipazione e si aggiungono alla rete di ambasciatori del vino italiano che ICE ha formato negli ultimi cinque anni in Cina.
Nelle tappe di Shanghai e di Shenzhen, inoltre, De Longhi ha realizzato la coffee cocktail experience lounge, diretta da Hope and Sesame, il gruppo beverage e cocktail più influente nel Sud della Cina.
Ad affiancare il Roadshow, la terza edizione dell’Italian Wine Week. Questa volta a Shanghai e a Shenzhen, con oltre 70 tra wine bar, wine bistro, retail e piattaforme e-commerce e ristoranti, tra cui lo stellato Da Vittorio e il ristorante del neopremiato miglior sommelier di Cina, Walter Liu. A questa iniziativa offline, per la prima volta, si è avviata una campagna digitale con Little Red Book, la piattaforma online con oltre 200 milioni di utenti attivi al mese di cui il 72% millenials.
La settimana dall’8 al 14 novembre ha quindi visto i vini italiani protagonisti all’interno della cornice dei più importanti wine bar, bistrot e ristoranti di Shanghai e di Shenzhen, con un grande obiettivo: farsi portavoce di quel senso di “community culturale” tra i consumatori di vino italiano, importatori, distributori, per offrire opportunità di conoscenza dell’eccellenza gastronomica italiana. Essere protagonisti di tali occasioni, significa rinforzare il proprio business ed essere presenti su un mercato strategico.
DATI CINA
L’epidemia ha fortemente limitato le importazioni di vino dalla Cina, con un calo complessivo in valore nell’ultimo triennio del 31%. Sul pari periodo (2019-2021) però gli ordini di vino tricolore sono cresciuti del 44% tra il 2020 e il 2021 (pari a 165 milioni di dollari) con una quota mercato dell’Italia che è passata dal 6 al 10%, grazie anche al quasi azzeramento delle importazioni dall’Australia, vittima dei superdazi comminati a partire dal fine 2020. Oggi il Belpaese è il terzo fornitore di vino nel Dragone, dietro a Cile (332 milioni di dollari) e Francia (753 milioni di dollari).
Trattamenti benessere 100% naturali nelle Spa dei Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol
Redazione
Una vasta scelta di massaggi, trattamenti viso, bodyforming & peeling con un’attenzione particolare alle materie prime dei prodotti wellness proposti, rigorosamente di origine naturale e certificata; il benessere e la sostenibilità sono le due parole chiave che contraddistinguono le proposte di Amonti&Lunaris Wellnessresort e Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein in Valle Aurina.
Benessere e sostenibilità sono le parole chiave che identificano al meglio la filosofia delle loro Spa in cui è vasta la scelta di massaggi, trattamenti viso e corpo, anche detox, e bodyforming & peeling con un’attenzione particolare alle essenze dei prodotti wellness proposti, rigorosamente provenienti dalla natura e certificati.
L’impegno al rispetto dell’ambiente e della pelle passano anche da scelte come queste. Infatti, le due strutture ricettive fanno loro il concetto di sostenibilità declinata in vari ambiti; da quello ambientale, utilizzando prodotti certificati e privi di sostanza nocive per la salute e per l’ambiente, a quella sociale promuovendo le materie prime delle piccole aziende agricole locali utilizzandole nelle loro creme.
I VINACCIOLI, LA MELA, LA ROSA CANINA TRA LE MATERIE PRIME NEI TRATTAMENTI LIFTING E BENESSERE.
Amonti&Lunaris Wellnessresort, situato al fianco degli impianti sciistici Klausberg, è un nido di pace e benessere dove il design moderno e caldo accoglie gli ospiti per far vivere loro un’esperienza di totale relax. L’area benessere Amonti & Lunaris, con oltre 6 mila mq di area, è un vero e proprio universo dove abbandonarsi piacevolmente scegliendo tra 6 piscine, 5 saune e ben 80 tipi di trattamenti beauty avvolti dal panorama dei fiabeschi paesaggi invernali della Valle Aurina.
Il 5 Stelle invita i propri ospiti a farsi coccolare e sedurre da una vasta scelta di massaggi rilassanti e da percorsi benessere guidati dal suo competente team di professionisti che utilizza esclusivamente linee e prodotti di alta qualità certificata. Si può cominciare da un Trattamento lifting !
QMS, una terapia cosmetica che migliora la struttura dell’epidermide con un effetto che dona alla pelle energia e tonicità dall’interno con un risultato effetto “pesca”, oppure scegliere un Massaggio alpino vinaccioli e olivello spinoso ricco di polifenoli essenziali per la cura delle pelle e la protezione dai radicali liberi; e infine abbondarsi a un massaggio come quello Alpino alla mela e rosa canina, un sensuale abbraccio di bellezza fruttato e ideale per rigenerare la pelle disidratata e stressata.
Un fiore all’occhiello dell’area wellness dell’hotel è rappresentato dalla Hamam: il caldo della sauna di contrasto con il freddo delle montagne, 80 minuti di trattamento benefico e terapeutico da fare anche in coppia. Un risveglio dei sensi con il vapore, con i profumi delle essenze orientali e con un massaggio saponato con la spazzola; gesti che nell’insieme danno origine a una complessa opera d’arte e che hanno l’obiettivo di raggiungere il massimo benessere; un viaggio a Oriente, un’esperienza da ricordare.
La Sky pool sulla terrazza del tetto dell’Amonti&Lunaris Wellnessresort è il punto d’arrivo di un rilassante viaggio sensoriale dove il tempo si ferma e le energie si ricaricano, anche in silenzio davanti alle montagne incorniciate dalle ampie vetrate.
I BENEFICI DEL CIOCCOLATO SULL’ANIMA E SUL CORPO E IL RITUALE DI BELLEZZA AL PINO MUGO.
L’Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein, nelle immediate vicinanze delle aree sciistiche di Klausberg e Speikboden, è il rifugio ideale per chi cerca un design dalle forme essenziali e pulite ma con un’anima green e calda, dove gli elementi architettonici dell’hotel si armonizzano in maniera sapiente all’esterno. La Premium Spa dell’Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein si sviluppa in 7.700 mq, con 6 piscine, 9 saune, 8 sale relax con enormi vetrate.
La Beauty Vital Center con le sue 13 stanze per gli oltre 100 trattamenti di bellezza e benessere, la SPA privata per le coppie sono senza dubbio gli highlights di benessere dell’hotel dove anche l’ospite più esigente resta soddisfatto. La scelta di proposte è davvero ampia; si può optare per un trattamento rilassante e “goloso” al cioccolato con il suo inconfondibile profumo e il calore sulla pelle e che va a stimolare gli ormoni della felicità aumentando il buonumore con un potente effetto rassodante, idratante e snellente.
Il Belvita Premium Spa Massage con olio di pino mugo è un rituale di bellezza che riduce lo stress in modo duraturo, ideale per riattivare il corpo dopo un’intensa giornata di sport. Grande rilievo ai trattamenti viso come quello Intensivo biolifting secondo il metodo Team Dr Joseph, un percorso di bellezza per tutto il corpo per un risultato duraturo dagli aspetti immediatamente visibili, ottenuti solo utilizzando materie di prima qualità.
Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022
Di Elsa Leandri
Andiamo in Sicilia, a Butera, in provincia di Caltanissetta. Città medievale che sorge su una collina di circa 400 m s.l.m. In questo territorio scosceso, come ricorda la stessa etimologia araba della città (بوتيرة -Butirah- luogo scosceso), si trova la cantina PietraCava, di proprietà della famiglia Ortoleva.
L’AZIENDA
Nella Contrada di Chiarchiaro ad affiancare Domenico Ortoleva, che dal 2004 si è completamente dedicato alla viticoltura, è entrato da poco in azienda il figlio Antonino, biotecnologo di formazione. Con Antonino si va a ampliare il percorso iniziato dal padre Domenico puntando a un’ulteriore consapevolezza del proprio territorio: studio delle varie parcelle (conformazione del terreno, esposizione, altitudine, etc.) per individuare il giusto habitat per i diversi vitigni.
Sui 20 ettari di proprietà principalmente di natura calcarea si esprimono numerose varietà nazionali (Grillo, Inzolia, Nero d’Avola) e internazionali (Chardonnay, Syrah), vinificate rigorosamente in purezza seguendo i dettami dell’agricoltura biologica.
L’azienda propone 4 linee di vini in produzione: I Camei, ideali per un aperitivo tra amici, i Monili, che offre vini semplici ma al contempo di valore, Le Luci, in cui co-protagonista vuole essere il territorio siciliano sempre baciato dal sole, e infine Le Terrecotte, con vini maturati in ambiente ossidoriduttivo.
LA DEGUSTAZIONE
In degustazione abbiamo avuto modo di assaggiare tre di queste linee produttive.
I CAMEI
SOFALÉ 2020- Moscato 100%
Giallo Paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo vegetale con sentori di timo, salvia e macchia mediterranea accompagnato da cenni agrumati e floreali di gelsomino, fiori d’arancio e biancospino. In bocca è caratterizzato da una decisa sapidità che lascia la bocca, un po’ troppo velocemente, con richiami di pompelmo.
Questo vino è stato degustato nell’annata 2018 da Piergiorgio Ercoli in “Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato PietraCava”.
I MONILI
ÒNEIROS 2018- Syrah 100%
Rubino vivace. Si apre con frutta di bosco quale mora e ciliegia per poi svelare sentori floreali di rosa rossa e un ricco corredo vegetale ( incenso, oliva nera, rosmarino e macchia mediterranea). In chiusura leggera spaziatura. Entra avvolgente con un tannino elegantemente integrato. Finale di confettura di prugna.
SEPTIMO 2019- Nero d’Avola 100%
Rosso carminio impenetrabile. Al naso ci racconta dei frutta scura e in confettura, di pot pourri di
rosa e peonia. Eleganti le note vegetali e speziate di tamarindo, bacche di ginepro e cardamomo. Tannino ancora scalpitante che non offre una completa piacevolezza di beva. Qualche anno in bottiglia sono ancora necessari per poterlo apprezzare appieno.
LE LUCI
MANAAR 2016- Nero d’Avola 100%
Carminio fitto con riflessi rubino. Echi di confettura di mora e di prugna, di rosa e glicine appassiti arricchiti da note speziate di cannella, cardamomo e liquirizia e di tabacco e cuoio. Al sorso è piacevole con un tannino ben sostenuto dalla freschezza che dinamicizza la bocca. Finale con effluvi mentolati.
Le feste 2022? A tutto Sparkling!Dagli Champagne Eric Taillet agli spumanti italiani della nuova linea B-Simple.
Redazione
Partesa porta in Italia il “re del Meunier” Eric Taillet con sei dei suoi inconfondibili champagne e lancia B-Simple, la sua nuova linea private label, con cinque spumanti italianissimi. E le festività si preannunciano più spumeggianti che mai.C’è chi le ama rosè e chi rigorosamente bianche. Chi le preferisce Dry e chi assolutamente a dosaggio zero.
Chi le ordina all’aperitivo e chi le gusta a tutto pasto. Ma su una cosa sono tutti d’accordo: le bollicine sono le regine indiscusse dei brindisi. E sono pronte a conquistare i calici degli italiani per le Feste 2022.
Ben lo sa Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., che quasi 25 anni fa ha dato vita all’innovativo progetto “Partesa per il Vino” costruendo un vasto e variegato portfolio di vini di qualità, con centinaia di referenze da circa 120 cantine italiane ed europee. Un portfolio che si fa sempre più sparkling, portando in Italia gli champagne di Eric Taillet e lanciando, proprio in vista delle Feste 2022, la nuova linea di spumanti Made in Italy, B-Simple.Ecco, quindi, tra Francia e Italia, la wine list di Partesa per le Feste più spumeggianti dell’anno.
CHAMPAGNE ERIC TAILLET
Dopo Drappier e Diebolt-Vallois, Partesa porta in Italia un altro gioiello della Champagne: le produzioni di Eric Taillet, il “re del Meunier”. Alla guida della maison dopo quattro generazioni di vignaioli, negli anni Eric Taillet si è fatto conoscere per il suo perfezionismo e una filosofia radicata nel rapporto tra il terreno e la sua cuvée.
Il terreno è quello della valle di Beval, zona settentrionale della Vallè de la Marne, di cui oltre 4 piantati a Meunier, vitigno emblema della maison. Viene coltivato solo da viti molto vecchie (alcune risalgono agli Anni ’50) e con certificazione biologica. Risultato? Champagne con una tipicità e uno stile riconoscibili fin dal primo sorso.
A partire dal Renaissance, champagne Extra Brut frutto di una cuvée di antichissime viti su terra battuta che matura 72 mesi in cantina, dando risalto a un’espressione del Meunier densa, complessa e di infinita eleganza: un vero e proprio Rinascimento, da gustare a tutto pasto, con piatti a base di pesce o carni bianche, oppure con formaggi stagionati.
Altro re della tavola, il Bansionensi – dal nome latino del villaggio di Baslieux-sous-Châtillon – colpisce per la sua freschezza e complessità. Nasce da una rigorosa selezione di vecchie viti e da un invecchiamento di almeno 36 mesi sui lieviti. Naso fresco e intenso, questo champagne Extra Brut è un’esplosione di frutta esotica e agrumi, che si ritrovano al palato tra aromi dolci, morbidi ed eleganti, rendendolo ottimo per gli antipasti, ma anche con piatti più elaborati che esaltano la delicata freschezza del vino.
A riflettere l’alto potenziale del terroir di Baslieux anche il Bansionensi Rosae, Rosè de Meunier Brut Nature (99% Blanc de Meunier, 1% Rouge de Meunier) che esprime l’equilibrio perfetto tra maturità, finezza e delicatezza. Con un elegante colore di rosa bianca.
E sempre da Baslieux-sous-Châtillon provengono il Meunier (90%) e lo Chardonnay (10%) che danno vita al Brut Nature Sur Le Grand Marais, perfetto per un brunch o un aperitivo: i profumi di agrumi e frutti bianchi lasciano spazio a quelli di brioches più delicati e leggeri, che dal naso riecheggiano nel palato in una continuità a cui le bollicine conferiscono freschezza e dinamismo.
Definito “un vino per buongustai”, Le Bois de Binson, Cuvée Blanc de Meunier, Extra Brut, nasce invece da una sola vigna del 1956 nella parcella Lieu-Dit, a Montigly, e si distingue per la sua aromaticità: avvolge il naso con aromi tostati di brioche, nocciole e noci e un tocco di frutta delicata, che si ritrovano in un assaggio che regala pienezza e rotondità, con gusto ricco e finale lungo.
Da abbinare a carni rosse e selvaggina per un’esplosione di sapori, ben accompagna anche pesce e carni bianche. Infine, il Des Grillons Aux Clos, altro 100% Meunier Extra Brut che ben si presta ad abbinamenti gastronomici: al naso è fresco, con note di agrumi, frutta tropicale, tostature e spezie dolci, mentre l’assaggio è netto, in un raffinato equilibrio tra il fruttato e il minerale, sostenuto da un perlage cremoso, fine e persistente, e un finale sapido.
B-SIMPLE.
Sono invece italianissime le bollicine di B-Simple, la nuova linea private label di Partesa che debutta nei locali e nei ristoranti del Belpaese proprio con l’avvicinarsi delle Festività.
Un nome emblematico (“B” come bollicine e “Simple” come il suo carattere schietto) per una collezione di cinque spumanti freschi, giovani, facilmente leggibili, perfetti per accompagnare momenti di convivialità all’insegna dell’essere (e del bere) semplice.
In una parola, appunto: B-Simple.
Prodotto in esclusiva per Partesa da Serena Wines 1881 nel cuore della regione del Prosecco, B-Simple è un full che si compone di due Cuvée e di tre denominazioni.
Agli spumanti metodo Charmat Cuvée Brut e Cuvée Extra Dry, si affiancano il Prosecco Rosé Doc Brut (90% Glera, 10% Pinot Nero), e il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry Millesimato (annata 2020) e il Prosecco Doc Treviso Extra Dry ottenuti da una soffice pressatura delle uve (85% Glera e un 15% di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio), lasciate poi fermentare ad una temperatura compresa tra 20 e 22°C.
Il processo di spumantizzazione avviene secondo il metodo Charmat in autoclavi di acciaio secondo le regole dettate dal disciplinare di produzione.
Perfetti sia da soli sia come base per la miscelazione, questi vini si distinguono per la loro freschezza e per i sentori floreali, che vengono richiamati anche nella grafica delle loro etichette dai colori accesi e brillanti, in un gioco di contrasti con il nome e il carattere.
E che sia con vini francesi o italiani, da provare con abbinamenti gourmet o da gustare da soli, quello del brindisi è un momento di convivialità tutto da condividere.
Anche sui social, dove Partesa per il Vino è da poco sbarcata con la nuova pagina @PartesaForWine, che affianca ed espande il portale Partesa for Wine – la piattaforma dedicata al racconto delle etichette e delle cantine partner -, proponendo novità, aneddoti e approfondimenti, appunti di degustazione, foto e video da produttori partner, esperti di Partesa e protagonisti del vino italiano e mondiale.
PARTESA
E’ una società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca. Attiva da 33 anni, oggi opera in 13 regioni con 40 depositi, impiega circa 1.000 persone e conta oltre 42.000 clienti, a cui offre un ampio portfolio di prodotti di qualità (oltre 8.000 referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food), nonché efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business.
Nasce il nuovo concetto di “Silent Luxury” al GARBERHOF in Alta Val Venosta. Nuova veste architettonica nel rispetto dell’ambiente e che regala il lusso di vivere la vacanza in hotel in ampi spazi.
Redazione
L’Hotel a 4 stelle lusso a conduzione familiare riapre il 25 dicembre 2022 dopo l’intervento di ristrutturazione con l’obiettivo di offrire ai propri ospiti un ambiente all’insegna del lusso silenzioso ossia il “Silent Luxury” che non risiede in aspetti superficiali, ma nella possibilità di potersi esprimere e muoversi in libertà con i propri tempi e spazi durante la vacanza. Tra le attrazioni, il vigneto in giardino a 1.000 metri di altitudine, l’Hamam tra i più grandi d’Italia e la linea di cosmesi a base di albicocca, cultivar dell’Alto Adige.
Smstudio presenta GARBERHOF, hotel 4 stelle in Alta Val Venosta nato alla fine degli anni 70 dall’idea della Famiglia Pobitzer e inaugurato nel 1981. Garberhof è un’esperienza di puro piacere che si declina in una proposta gourmet d’eccellenza, in un’architettura amica dell’ambiente e in spazi benessere progettati per mettere al centro la persona, ispirandosi alla Val Venosta e ai suoi prodotti d’eccezione.
Con la nuova stagione invernale 2022/2023 GARBERHOF riapre le proprie porte dopo un importante intervento di ristrutturazione con l’obiettivo di offrire ai propri ospiti un ambiente all’insegna del “lusso silenzioso” che non risiede in aspetti superficiali, ma nella possibilità di potersi esprimere e muoversi in libertà con i propri tempi e spazi durante la vacanza in Alto Adige, immersi in un’oasi di quiete.
L’HAMAM TRA I PIU’ GRANDI D’ITALIA E LA LINEA DI COSMESI A BASE DI ALBICOCCA, CULTIVAR DELL’ALTO ADIGE.
Guidata dal proprietario Klaus Pobitzer, con la collaborazione dell’architetto nonché amico di famiglia Thomas Rampp, questa trasformazione ha coinvolto le camere, gli ambienti comuni e l’architettura esterna. Gli spazi abitativi si rinnovano nel look e si ampliano con 23 nuove stanze per una nuova offerta complessiva di 20 camere, 20 suite e 2 chalet. Il giardino esterno si arricchisce di un laghetto balneare naturale trattato in modo completamente biologico.
L’ampia area benessere “Mii: Amo” di 2200 mq si rinnova completamente nell’interior design introducendo materiali naturali quali l’argilla, il larice, il legno di abete rosso e rovere che rispecchiano la natura circostante e donano comfort, calore e benessere, migliora l’isolamento acustico e si arricchisce di una nuova spaziosa sala relax con accesso al giardino.
Vanno ad aggiungersi l’Hamam – tra i più grandi d’Italia e comprensivo di 6 diverse aree per il rituale di purificazione – biosauna, sauna finlandese panoramica, docce emozionali, zona esterna con vasca ad acqua fredda, piscina interna ed esterna riscaldata panoramica, area fitness e zona beauty per massaggi e trattamenti con la linea cosmetica sviluppata in esclusiva per GARBERHOF a base di albicocca PRUNUS ARMENIACA, antica cultivar dell’Alto Adige.
Infine il cuore pulsante del GARBERHOF, il Lounge Bar 1981 che, oltre ad offrire una selezione di 70 etichette di gin – incluso il Felix Luis realizzato in esclusiva per il proprietario Klaus a base di albicocca – si arricchisce di una nuova sala dedicata alle bollicine e una stanza per le degustazioni di vini locali per un’esperienza di piacere del palato che si completa con l’esperienza enogastronomica del Ristorante Pobitzer, guidato dallo chef Christian Lechthaler, che esalta le ricette tradizionali altoatesine, strizzando un occhio alla cucina mediterranea e internazionale, utilizzando prodotti regionali e di stagione e le erbe dell’orto.
IL RISPETTO PER L’AMBIENTE, IL VIGNETO A 1.000 METRI E L’OBIETTIVO DI RAGGIUNGERE IL 90% DI SOSTENIBILITA’ ENERGETICA.
Sin dalla sua nascita, GARBERHOF ha sempre avuto l’amore per la natura circostante tra i suoi principali interessi, da qui l’intuizione di piantare un vigneto di vitigni autoctoni – Souvignier Gris, Solaris e Johanniter – nel giardino della struttura, a oltre 1000 metri di altitudine, che quest’anno è stato vendemmiato per la prima volta con un risultato molto soddisfacente.
Anche nella progettazione della struttura alberghiera l’attenzione all’ambiente è sempre stata alla base della filosofia della famiglia Pobitzer: già nel 1983, solo dopo 2 anni dall’inaugurazione, il riscaldamento di tutti gli ambienti proviene unicamente dall’utilizzo del cippato; GARBERHOF fu tra i primi in Val Venosta a utilizzare questo tipo di riscaldamento naturale. Nel corso degli anni, si è aggiunto l’uso del fotovoltaico da cui oggi proviene il 25% del fabbisogno energetico elettrico ed è già nei progetti della famiglia Pobitzer un nuovo impianto per arrivare al 50%.
L’utilizzo di apparecchiature elettriche e luci a basso consumo e un sistema di programmazione e automatismi in grado di utilizzare in modo intelligente l’energia già attivo all’interno delle camere e in tutta la struttura.
Inoltre, l’hotel utilizza la filtrazione e riciclo dell’acqua delle piscine per il riutilizzo come irrigazione nel giardino. La nuova ristrutturazione ha visto coinvolta anche l’architettura esterna: la facciata esposta a sud viene lavorata con la sabbiatura del legno affinché la struttura possa inserirsi al meglio nel paesaggio alpino circostante; una riqualificazione energetica e un progetto di isolamento della struttura attraverso l’utilizzo del legno sulle facciate esterne crea elementi di ombreggiamento volti a migliorare la termoregolazione e a favorire la riduzione del calore dovuto all’esposizione solare.
L’obiettivo nei prossimi tre anni è quello di ottenere le principali certificazioni ambientali e arrivare ad essere sostenibili energeticamente, fino al 90%.
Immerso in un contesto paesaggistico al confine tra Italia, Svizzera ed Austria, il GARBERHOF regala viste sconfinate sulle ampie distese di prati, oltrepassando i fitti boschi per posarsi sulle cime innevate di otre 3.000 metri di altitudine che si ergono in lontananza. Per la scoperta di questo splendido territorio, la famiglia Pobitzer organizza escursioni guidate con guide alpine e numerose attività outdoor che si possono praticare in ogni stagione, impreziosite da un servizio attento al dettaglio che garantisce all’ospite le soluzioni adeguate ad ogni desiderio.
QUOTA 101 sempre più green: la cantina padovana ottiene la Certificazione CasaClima Wine
Redazione
La cantina padovana riceve l’importante certificazione rilasciata dall’agenzia altoatesina CasaClima: un ulteriore passo verso il percorso di sostenibilità della famiglia Gardina. Premiate le scelte per la costruzione di una nuova cantina in legno certificato con l’innovativo sistema X-lam e per la gestione delle risorse idriche ed energetiche
L’azienda agricola Quota 101 della famiglia Gardina compie un importante passo nella sua strategia di sostenibilità ambientale: è infatti la nona cantina in Italia a ricevere la prestigiosa certificazione CasaClima Wine per avere soddisfatto i criteri di sostenibilità definiti dall’ente certificatore altoatesino. Una certificazione che ha attestato le scelte compiute nella costruzione di una nuova cantina efficiente e attenta al consumo di risorse idriche ed energetiche, con l’adozione di un impianto fotovoltaico e la scelta di un innovativo sistema costruttivo in legno X-Lam.
CasaClima Wine ha tenuto in considerazione anche di tutto il sistema di gestione ambientale dell’azienda. “Fin dai primissimi passi abbiamo sempre avuto l’obiettivo di produrre vino in armonia con la natura e la biodiversità dei Colli Euganei. Un percorso, tutt’ora in essere, fatto di tappe importanti, come quella di oggi”, spiega Roberto Gardina, co-titolare di Quota 101 con le figlie Silvia e Roberta e Presidente della Strada del vino dei Colli Euganei. “
Quota 101 ha da subito posto attenzione alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente in cui opera e della natura ricca e diversificata dei Colli Euganei, parco naturale regionale di recente candidato a Riserva della Biosfera di Unesco. L’azienda pratica un’agricoltura organica in un ambiente ricco di biodiversità, salvaguardando la fertilità dei suoli, gestendo al meglio le risorse idriche, controllando infestanti e parassiti attraverso metodi naturali.
Questo perché un vigneto che fa parte di un mosaico di ambienti diversi, ricco di specie animali e vegetali, è meno soggetto a trattamenti perché già ricco ed equilibrato. Per il consumatore, ciò si traduce nel bere un vino più autentico, salubre e genuino. A partire dalla vendemmia 2018, l’azienda è certificata biologica, sia per le uve che per i vini.
“Quando poi nell’autunno del 2019 – prosegue Gardina – abbiamo iniziato la costruzione di una nuova cantina in uno spazio già esistente, per noi era chiaro che questa non doveva essere solo una scelta estetica o operativa, ma era fondamentale farlo nel modo più rispettoso possibile nei confronti della natura in cui crescono le nostre uve e dell’ambiente ricco di storia e ad alto valore naturalistico in cui siamo inseriti.
Ci siamo affidati ad un ente competente e abbiamo curato ogni minino dettaglio per dare forma ad una nuova idea di design della cantina, dove non esiste solo il bello e funzionale, ma anche il green è un valore fondamentale”.
Il percorso per raggiungere la certificazione è iniziato con la costruzione della nuova cantina, che oltre ad essere un edificio di design in un contesto di natura, ha scelto di rispettare i parametri e i criteri stabiliti da CasaClima Wine in termini di efficienza energetica e consumo di risorse, con un impianto fotovoltaico da 50 KW, una gestione idrica con un sistema di vasche di raccolta che consente il recupero dell’acqua piovana e garantisce l’invarianza idraulica, cioè di mantenere le stesse condizioni idriche esistenti prima della costruzione.
Alle radici del progetto della cantina c’è un lavoro condiviso, rappresentato dall’Architetto progettista Fiorenza Degli Esposti, che si è occupata del progetto della cantina, e dall’Architetto Mariadonata Bancher dell’Agenzia CasaClima, che insieme alla sua squadra ha seguito la parte relativa la certificazione.
Dal punto di vista progettuale la priorità è stata di costruire un edificio rispettoso dell’ambiente, moderno, ma capace di integrarsi all’ambiente circostante. L’azienda si trova infatti dentro un Parco Regionale, in una zona agricola ad alto valore naturalistico e a pochi passi da due monumenti di interesse storico fondamentale come l’Abbazia di Praglia e la Villa dei Vescovi.
“Insieme al committente, – spiega l’Architetto Fiorenza Degli Esposti – abbiamo scelto di rivestire le pareti esterne con delle tavole di larice naturale creando così una parete ventilata che, sfruttando le naturali caratteristiche del legno permettesse di mantenere nel tempo un dialogo con l’ambiente circostante, mentre una quinta di alberi preesistente, è stata mantenuta e salvaguardata durante la costruzione per fare da filtro tra il manufatto moderno e l’ambiente esterno alla proprietà.
L’edificio, al piano superiore, è dotato di uno spazio che ha come prima funzione quella di essere luogo di appassimento delle uve, ma nel resto dei mesi è lo spazio destinato agli eventi e alle degustazioni dotato di grandi vetrate per dare alla natura intorno la possibilità di mostrarsi.
Qui le pareti sono rivestite da uno speciale pannello fono assorbente che elimina il riverbero acustico, rendendo confortevole la conversazione e, attraverso l’ampia superficie vetrata, dialogano con il rigoglioso panorama circostante dove è possibile intravvedere la vicina Villa dei Vescovi”.
L’Agenzia CasaClima ha quindi analizzato le scelte dell’azienda, e ha dato indicazioni dettagliate verso la sostenibilità, a supporto dei criteri di valutazione per ottenere la certificazione.
“Come ente certificatore – spiega Mariadonata Bancher Architetto di CasaClima Wine – non valutiamo solo l’efficienza energetica, ma ci preoccupiamo di considerare anche altri aspetti, come il riciclo dell’acqua, il comfort degli ambienti, la qualità dell’aria, oltre a focalizzarci anche su requisiti specifici, come il packaging, l’impronta di CO2 delle bottiglie o la valorizzazione degli scarti di lavorazione.
Per quanto riguarda Quota 101 l’aspetto fondamentale è stato quello di costruire una cantina in legno con la tecnologia X-Lam. L’azienda si è preoccupata di curare l’isolamento termico e gli aspetti di fono-assorbimento nel locale di accoglienza, utilizzando fonti rinnovabili attraverso un impianto fotovoltaico e preferendo illuminazione ad alta efficienza. Quota 101 ha scelto di adottare delle bottiglie più leggere per il mercato di vendita. La sostenibilità è fatta di tante scelte e Quota 101 ha scelto di dare un segnale forte guardando verso il futuro”.
QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura
Redazione
“Fare vini buoni, significa prima di ogni cosa essere responsabili e rispettosi del luogo in cui i vini nascono. Solo così il concetto di buono può assumere un valore più profondo, che ha le sue radici nella natura incontaminata e protetta dei nostri Colli Euganei.” Famiglia Gardina
Quota 101 è il progetto della famiglia Gardina che ha scelto di intraprendere un percorso legato alla tutela del luogo in cui nasce. L’azienda si trova a Torreglia, all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, e tutte le scelte sono state fatte nel pieno rispetto della natura e della bellezza di questi luoghi. I vini sono certificati biologici e prodotti nel rispetto dell’ambiente, e sebbene produrre abbia sempre un impatto, la sfida è quella di ridurlo al minimo, migliorando continuamente la sostenibilità delle proprie azioni.
Con questa ambizione l’azienda si è certificata CasaClima Wine nel 2022, una certificazione che oltre ad assicurare una costruzione della cantina secondo termini rigorosi, si assicura che la cantina si impegni ad utilizzare imballaggi leggeri e riciclabili ed essere attentissima nella gestione dei rifiuti. Quota 101 è anche un’azienda Fivi, la federazione italiana vignaioli indipendenti, per difendere e dare voce alla figura del vignaiolo impegnato a seguire ogni fase del suo vino, dalla vigna alla vendita.
L’AZIENDA, LA FAMIGLIA GARDINA
Quota 101 è un’azienda vitivinicola a conduzione familiare immersa nei Colli Euganei, area D.O.C. di origine vulcanica. Prende il proprio nome dall’altitudine, perché è situata a 101 m. s.l.m. sulla cima di una collina, nel mezzo del Parco Regionale dei Colli Euganei, lontano da strade trafficate e con una vista mozzafiato che arriva fino a Venezia.
La famiglia Gardina ha scelto la strada della viticoltura, una strada che non era segnata dalle generazioni precedenti. Oggi questa sfida è diventata uno stile di vita e vede tutti impegnati nella produzione del vino, in particolare papà Roberto Gardina con le figlie Silvia e Roberta.
IL TERRITORIO, i Colli Euganei
I Colli Euganei sono l’incredibile risultato geologico di fenomeni vulcanici risalenti a oltre 40 milioni di anni fa. Molte colline hanno perciò un cuore vulcanico, ma non assomigliano ad una tipica catena montuosa. Ciascun colle è il risultato di uno specifico spostamento della crosta terrestre e di conseguenza possiede una forma unica e una particolare composizione del suolo e minerale. Questo spiega l’esistenza di colline solitarie, dal fascino insolito ed evocativo, circondate dalla pianura.
Dalla cantina, allungando un po’ l’occhio è facile vedere Villa dei Vescovi, meravigliosa opera del Cinquecento italiano e sede dell’enoteca della Strada dei vini dei Colli Euganei. Nelle vicinanze, inoltre, sorgono numerosi borghi storici come Arquà Petrarca, Teolo o Monselice. I Colli Euganei sono anche famosi per essere rimasti luoghi ben preservati e selvaggi dove ritrovare la natura, tra filari di vigne, olivi secolari e boschi di castagno e querce.
More, lamponi, melagrani, giuggiole, corbezzoli, nocciole, nespole e mandorle sono alcune delle più apprezzate delizie di queste colline, dove il consiglio è di perdersi tra i sentieri a piedi, a cavallo o in bicicletta. La fauna è ancora intatta e si possono riconoscere più di cento specie di uccelli. Dall’upupa al pettirosso, dal gufo all’allodola. Mentre tra i boschi si possono incontrare anche cervi, lepri, volpi, tassi, faine e donnole.
I VIGNETI, Torreglia e Baone
I vigneti aziendali sono localizzati in due dei terroir più vocati dei Colli Euganei. Il più vecchio, di 7,5 ha, si trova a Luvigliano di Torreglia, nella parte nord-orientale dell’area, dove il suolo è principalmente argilloso e marnoso. Ideale per l’equilibrio aromatico delle uve bianche che qui per la maggior parte dimorano.
I filari di vigna più recenti, invece, si estendono per 9 ha a Baone, nella parte meridionale dei Colli. Qui il suolo è calcareo e ricco di scaglie rocciose, un terroir vocato per le uve rosse. La vinificazione avviene esclusivamente con uve di proprietà e tutte le fasi produttive sono gestite direttamente dall’azienda come richiesto dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
L’attenzione e il rispetto per l’ambiente hanno portato ad ottenere la certificazione biologica a partire dalla vendemmia 2018. Praticare un’agricoltura organica, in un ambiente ricco di biodiversità, significa salvaguardare la fertilità dei suoli, gestire al meglio le risorse idriche, controllare infestanti e parassiti attraverso metodi naturali. La biodiversità è la ricchezza di specie animali e vegetali che vivono in un ecosistema, la base della vita del pianeta.
Un vigneto che fa parte di un mosaico di ambienti diversi è, infatti, meno soggetto a trattamenti perché già ricco ed equilibrato. Per il consumatore, tutto ciò significa bere un vino più autentico, salubre e genuino.
Dopo il restauro della vecchia cantina, oggi diventata bottaia per l’affinamento dei vini, nell’autunno del 2019 la famiglia Gardina ha dato inizio alla costruzione di una nuova cantina completamente rivestita in legno di larice naturale. Nel farla ha scelto di essere più rispettosa possibile nei confronti di quello in cui crede di più: la natura.
La cantina è stata progettata in un’ottica di efficienza energetica e sostenibilità dell’edificio, oltre ad una grande attenzione al rispetto di un ciclo produttivo attento all’ambiente ed efficiente in termini di risorse. Questo permetterà di ottenere la prestigiosa certificazione Casa Clima Wine, una certificazione che hanno in pochissimi in Italia. Oltre ad una costruzione secondo termini rigorosi, le cantine certificate devono impegnarsi ad utilizzare imballaggi leggeri e riciclabili ed essere attentissimi nella gestione dei rifiuti.
Negli spazi di lavoro e di accoglienza sono garantiti un elevato comfort microclimatico e acustico per la salute e il benessere di lavoratori e visitatori e particolare attenzione è stata posta alla eliminazione delle barriere architettoniche per garantire la massima fruibilità a tutti i visitatori.
I NUMERI, BOTTIGLIE E VIGNETI
Quota 101 produce attualmente circa 60.000 bottiglie all’anno, con la previsione di attestarsi nel prossimo futuro a ca. 100.000, quando saranno a regime tutti i vigneti.
Una produzione limitata per numero di bottiglie, ma grande nella cura e nell’attenzione.
I vini (quasi tutti DOC o DOCG) sono:
Serprino, La Gobbetta (frizzante sur lie) Tai, Manzoni bianco, Garganega, Sauvignon, Chardonnay, Malterreno (blend di vini bianchi), Poggio Ameno (blend Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon), Silvano (Merlot) Ortone (blend di Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon), Fior d’Arancio secco (Moscato giallo), Fior d’Arancio spumante dolce (Moscato giallo) e Il Gelso di Lapo Fior d’Arancio passito (Moscato giallo) prodotti con le uve che nascono in questo territorio. Quota 101 li presenta in etichetta abbinati ad una canzone, un film, a una ricetta insolita.
ACCOGLIENZA, BIO WINE EXPERIENCE
L’accoglienza è un aspetto caratterizzante dell’attività di Quota 101. L’obiettivo quello di raccontare la bellezza e la natura del luogo, dove sembra di essere in una cartolina. Fare un giro tra i vigneti, entrare in cantina e assaggiare i vini guardando villa dei Vescovi è un’emozione che non sin può replicare, se non invitando il pubblico a venire direttamente in cantina.
E l’accoglienza fa da filo conduttore della comunicazione dell’azienda: un tour in cantina che si chiama “Postcard Quota 101” e un Bed&Wine per l’ospitalità, dove la colazione diventa una degustazione in cantina.
VISITE IN CANTINA PERSONALIZZATE
Si organizzino su prenotazione visite guidate e degustazioni nella sala attrezzata o nel grande porticato. Le visite e le degustazioni sono il più possibile su misura per assecondare le reali esigenze e aspettative dell’ospite.
VISITA IN CANTINA “POSTCARD QUOTA 101”
Un percorso a piedi nei luoghi della tenuta, durante il quale sembrerà di fare un viaggio dentro una cartolina.
Il giro comprende la visita ai vigneti e alla cantina, la degustazione guidata dei vini e l’assaggio dell’olio extravergine oliva.
Il tutto accompagnato da un piccolo spuntino con prodotti della tradizione gastronomica del territorio.
SHOPS
La cantina dispone di tre punti vendita. Si trovano tutti in Veneto: uno è proprio a Luvigliano di Torreglia dove c’è anche la cantina, uno è ad Arquà Petrarca dove c’è anche il Bed&Wine, il terzo è a Rovigo dove ha origine la famiglia.
BED&WINE
Bed & Wine è l’idea di ospitalità di Quota 101, dove al pernottamento viene unita l’esperienza di una visita e una degustazione dei vini biologici in cantina.
La famiglia Gardina ha ristrutturato e rivalorizzato quattro appartamenti, mantenendo intatto tutto il fascino di un vecchio edificio del ‘400 in uno dei borghi medievali più belli d’Italia e dei colli Euganei, Arquà Petrarca. Le stanze sono proprio al centro del paese e in quindici minuti si può raggiungere la cantina per una degustazione immersa nei colli.
MANIFESTO | UN DECALOGO DEL VINO
Quota 101 ha scelto di presentare il suo modo di intendere il vino attraverso un manifesto. In 10 punti si racconta il concetto di avanguardia bucolica, che semplicemente significa vivere la natura nel segno di una convivialità creativa.
Noi di Quota 101 crediamo:
1 – Nel vino come esperienza, quando viene degustato ascoltando una canzone o perdendosi in un film.
2 – Nel bicchiere mezzo pieno, come mezzo di riconnessione culturale.
3 – Nella forza del vino di saper veicolare idee, incontri, persone.
4 – Nell’emozione di incrociare e lasciarsi coinvolgere dalle storie.
5 – Nelle persone che con un bicchiere di vino in mano si sciolgono in chiacchiere infinite.
6 – Nella bellezza della fatica, come quella di una salita in bicicletta e di un vino ristoratore.
7 – Nella responsabilità di sensibilizzare al rispetto della natura.
8 – Nella ricerca di luoghi silenziosi per ritrovarsi, come l’ombra di un albero di ulivo.
9 – Nell’impegno e nella costante ricerca di crescita e maggiore qualità, senza risparmi di energia.
10 – Nel rispetto della terra che coltiviamo come prestito per il domani.