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  • Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022

    Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022

    Autoctoni Gourmet, nasce un nuovo format che valorizza i vini delle Marche 2022/2023

    Redazione

    L’Offida Pecorino Docg è stato il primo protagonista di un appuntamento dedicato all’incontro tra vino e cibo, per promuovere e divulgare la biodiversità enoica di questa regione in abbinamento ai piatti della tradizione italiana.

    Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022, foto da comunicato stampa
    Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022, foto da comunicato stampa

    Un format originale e fuori dagli schemi per promuovere e divulgare le peculiarità dei vini delle Marche attraverso la chiave di lettura dell’abbinamento con i piatti della tradizione italiana. È questo il focus di “Autoctoni Gourmet”, evento organizzato dalla Camera di Commercio delle Marche per il Consorzio dei Vini Piceni in collaborazione con l’Azienda Speciale LINFA.  

    Autoctoni Gourmet, nasce un nuovo format che valorizza i vini delle Marche 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Autoctoni Gourmet, nasce un nuovo format che valorizza i vini delle Marche 2022/2023, foto da comunicato stampa

    La prima edizione del format si è svolta nei giorni scorsi a San Benedetto del Tronto e ha visto la partecipazione di giornalisti enogastronomici, influencer e blogger, tutti impegnati ai fornelli dell’Harena Chef Academy a riprodurre un piatto ideato dallo chef Arcangelo Tinari (ristorante Villa Maiella – Una stella Michelin), da abbinare, in questo caso, al vino bianco principe del territorio piceno, l’Offida Pecorino Docg. L’obiettivo, infatti, è stato quello di far emergere le qualità organolettiche e la tipicità di questo bianco attraverso l’accostamento con un piatto d’autore della cucina italiana

    Alcuni protagonisti della giornata, articolo: Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022, foto da comunicato stampa
    Alcuni protagonisti della giornata, articolo: Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022, foto da comunicato stampa

    I protagonisti:

    Chiara Giannotti, Giambattista Marchetto, Giuseppe Garozzo Quirini, Roberta Castrichella, Elisa Dublyanska e Stefano Quaglierni si sono sfidati nella preparazione del Risotto fonduta pecorino e indivia su crema di rape dello chef Tinari. Ad assistere questi “cuochi per un giorno” sei studenti dell’Istituto Alberghiero De Panfilis di Roccaraso che hanno avuto così l’opportunità di approfondire le caratteristiche di eccellenza dei vini marchigiani in qualità di futuri operatori del settore Ho.Re.Ca.

    Tinto, voce della trasmissione Decanter in onda su Rai Radio 2, foto da comunicato stampa
    Tinto, voce della trasmissione Decanter in onda su Rai Radio 2, foto da comunicato stampa

    A segnare i tempi di questa sfida è stato Tinto, voce della trasmissione Decanter in onda su Rai Radio 2, mentre a giudicare le singole preparazioni sono stati Leonardo Romanelli, giornalista e critico enogastronomico, Alberto Cauzzi, direttore del magazine Passione Gourmet, Giorgio Savini, presidente del Consorzio Vini Piceni, e infine lo chef Arcangelo Tinari. Per la cronaca, è stato Giambattista Marchetto, con l’aiuto della studentessa Angela Aniello, a vincere la sfida ai fornelli e a riuscire a esaltare al meglio le peculiarità dell’Offida Pecorino Docg nell’abbinamento con il piatto.

    Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022, foto da comunicato stampa
    Autoctoni Gourmet, nuovo format per le Marche 2022, foto da comunicato stampa

    “Autoctoni Gourmet – dichiara Giorgio Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche è un format nuovo su cui abbiamo scommesso con entusiasmo e fiducia, perché ha portato esperti, divulgatori di settori e creatori di contenuti digitali ad approfondire in maniera divertente una delle tante eccellenze che nascono in questo territorio.

    L’obiettivo è quello di dare una serialità a questo format mettendo in evidenza, edizione dopo edizione, tutti i vini che nascono nella nostra regione. L’attività si inserisce nel solco di quelle che Camera Marche porta avanti per l’agroalimentare, un comparto strategico per le Marche dove conta oltre 26.000 imprese e che contribuisce in modo significativo all’ottima performance dell’export. Nei primi nove mesi del 2022 abbiamo esportato prodotti enogastronomici per un valore di 405,4 mln di euro, il 22% in più rispetto a un anno fa”. 

    Focus Pecorino Offida DOCG, foto da comunicato stampa
    Focus Pecorino Offida DOCG, foto da comunicato stampa

    “Il mio ringraziamento va alla Camera di Commercio delle Marche che ci ha dato una nuova opportunità per valorizzare la DOCG più diffusa delle Marche, l’Offida, nella tipologia Pecorino – dichiara Giorgio Savini, Presidente del Consorzio di Tutela Vini. Autoctoni Gourmet è stata una vetrina che ci ha consentito di mettere in evidenza l’eccellenza di questo nostro vitigno autoctono, che ha confermato il giudizio di molti esperti che lo definiscono come un rosso vestito da bianco”.

    “Autoctoni Gourmet – afferma Simone Mariani Presidente di LINFA, Azienda Speciale dell’agroalimentare della Camera di Commercio delle Marche – è una nuova modalità di promozione e informazione che intendiamo sfruttare per la programmazione delle nostre azioni future. Siamo convinti che attraverso questa tipologia di format, sfruttando soprattutto le potenzialità di tutti i canali di comunicazione possiamo intercettare l’attenzione delle generazioni Z, connettendoli con il nostro territorio d’origine”. 

    Chef Arcangelo Tinari, ristorante Villa Maiella Una stella Michelin, foto da comunicato stampa, Autoctoni Gourmet
    Chef Arcangelo Tinari, ristorante Villa Maiella Una stella Michelin, foto da comunicato stampa, Autoctoni Gourmet

    Focus Pecorino Offida DOCG

    Nel 2021 la produzione di Offida Pecorino Docg è stata di 1 milione e 725 mila bottiglie.

    La zona di produzione si trova nella parte sud delle Marche a cavallo tra le province di Ascoli Piceno e Fermo, nell’area che va dal litorale alla medio-alta collina. L’altitudine dei vigneti coltivati è compresa tra i 50 e 650 m. slm.

    Si deve a Guido Cocci Grifoni, uno dei primi vignaioli dell’areale Piceno, l’intuizione di valorizzare negli anni ‘90 le potenzialità del Pecorino, vitigno in grado di dare origine a un vino bianco di grande personalità, non a caso definito “un rosso vestito di bianco”. Nel 2011, con il passaggio della denominazione Offida a DOCG, il Pecorino e diventato uno dei grandi protagonisti della produzione di vini bianchi presente in Italia.

    Autoctoni Gourmet, nasce un nuovo format che valorizza i vini delle Marche 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Autoctoni Gourmet, nasce un nuovo format che valorizza i vini delle Marche 2022/2023, foto da comunicato stampa

    Nella produzione attuale si riscontra un’ampia differenziazione interpretativa nella quale ogni azienda ha trovato il proprio equilibrio espressivo condensando il meglio delle proprie ricerche sul vitigno. Se l’acidità, che conferisce longevità, e il corpo sono valori comuni, pur in presenza delle ovvie oscillazioni legate alle annate, l’aspetto aromatico è quello su cui si concentra la maggiore diversità stilistica nelle differenti interpretazioni dei produttori di questa denominazione.

    Da Comunicato Stampa

    E' stato Giambattista Marchetto, con l’aiuto della studentessa Angela Aniello, a vincere la sfida ai fornelli e a riuscire a esaltare al meglio le peculiarità dell’Offida Pecorino Docg nell’abbinamento con il piatto, foto da comunicato stampa
    E’ stato Giambattista Marchetto, con l’aiuto della studentessa Angela Aniello, a vincere la sfida ai fornelli e a riuscire a esaltare al meglio le peculiarità dell’Offida Pecorino Docg nell’abbinamento con il piatto, foto da comunicato stampa

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  • Vini d’Abruzzo: la qualità cresce anche in tempi di crisi 2022

    Vini d’Abruzzo: la qualità cresce anche in tempi di crisi 2022

    Vini d’Abruzzo: in tempi di crisi premiata la qualità nei primi nove mesi è a +10% il valore dell’export, + 7,8% il prezzo medio.

    Redazione

    I dati dell’Osservatorio Permanente, attivato dal Consorzio per monitorare i trend dei vini abruzzesi sui mercati, evidenziano per il 2022 un orientamento dei consumatori verso prodotti di maggiore qualità.

    Vini d'Abruzzo: la qualità cresce anche in tempi di crisi 2022, foto da comunicato stampa
    Vini d’Abruzzo: la qualità cresce anche in tempi di crisi 2022, foto da comunicato stampa

    Promozione e marketing territoriale sempre più leve di sviluppo e crescita.

    L’export dei vini abruzzesi va verso un nuovo record in valore mettendo a segno un +10% rispetto al 2021. È quanto emerge dall’analisi dei primi nove mesi del 2022 dell’Osservatorio Permanente Wine Monitor Nomisma, attivato nel 2019 dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo per rilevare in modo puntuale i trend dei vini regionali sui principali mercati e attuare una strategia di promozione e comunicazione sempre più efficace.

    “I primi cinque mercati di destinazione, dove si concentra il 60% di tutto l’esportato, sono per ordine di importanza Germania (+12% il valore delle vendite rispetto al 2021), Stati Uniti, Canada, Svizzera e Regno Unito. Interessante l’exploit di un mercato come quello francese, che mette a segno un +57%, o dell’Austria con il +53%.

    In Asia ottime performance per la Corea del Sud che cresce del 25% e per il Giappone con il +19%, a dimostrazione di un apprezzamento che si evolve parallelamente alla conoscenza di questa regione vinicola. In lieve arretramento la Cina, dove ancora permane l’emergenza coronavirus con un rallentamento economico che condiziona l’import di vino in generale”, sottolinea Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo facendo il consuntivo di un anno che ha presentato molte criticità per i produttori e che ha visto il mondo passare dall’emergenza sanitaria alla crisi dell’invasione russa dell’Ucraina.

    Il panorama di alcune vigne del territorio del Consorzio, foto da comunicato stampa
    Il panorama di alcune vigne del territorio del Consorzio, foto da comunicato stampa

    In Italia il ritorno alla normale socialità, con la ripresa dei consumi fuori casa, ha fatto registrare uno switch tra le vendite nella distribuzione organizzata, cresciute nel 2020 e 2021, e il consumo diretto in ristoranti, bar, locali notturni, enoteche.

    Nonostante il riposizionamento dei canali di vendita, anche nella gdo si registra un incremento del prezzo medio dei vini abruzzesi. Per il Montepulciano d’Abruzzo le vendite in bottiglia (da 0,75 l), che rappresentano due terzi delle vendite in valore e il 40% in volume, sono infatti cresciute del 2,6% a valore e del 2,4% a volume, con un aumento del prezzo medio del 7,8%.

    Buono anche l’andamento per il Pecorino d’Abruzzo, sempre più apprezzato nella gdo, che nei primi 9 mesi del 2022 è cresciuto del 4,6% in valore e del 3,9% in volume (sempre per le bottiglie da 0,75 l), con un leggero incremento del prezzo medio (+0,7%). Interessante l’aumento per le fasce di prezzo più alte, anche se con un peso percentuale in volume ancora ridotto: nella fascia 6-6,99 euro l’incremento è stato dell’84% (per un peso totale del 3,5% sul totale della denominazione) e del 9% nella fascia oltre 7 euro. Anche il Cerasuolo d’Abruzzo registra un aumento del valore nella gdo, seppure più contenuto e pari all’1,6%.

    Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, foto da comunicato stampa
    Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, foto da comunicato stampa

    “Passando a fare un breve bilancio dell’attività promozionale realizzata dal Consorzio in moltissimi Paesi esteri, possiamo dire che è stata intensa e proficua. Ci siamo mossi – in Asia, Stati Uniti, Canada e ovviamente in Italia e in Europa – sia verso gli operatori di settore sia verso il consumatore finale, i wine lovers per intenderci” spiega Nicodemi.

    Vini d'Abruzzo: la qualità cresce anche in tempi di crisi 2022, foto da comunicato stampa
    Vini d’Abruzzo: la qualità cresce anche in tempi di crisi 2022, foto da comunicato stampa

    Le linee di azione dell’ampia attività programmatica portata avanti dal Consorzio sono state infatti due: la prima B2B, con walk around tasting, masterclass, attività di formazione, wine dinner e incoming di stampa e operatori; la seconda orientata al B2C, con restaurant week, in-store promotion ed eventi in tutto il mondo. Il Vini d’Abruzzo on tour, per esempio, ha messo in scena oltre 50 masterclass guidate e 30 diversi eventi in varie città, tra cui New York, San Francisco, Toronto, Seul, Singapore, Tokyo, Osaka e Ho Chi Minh.

    “Il 2022 ha visto finalmente il ritorno delle grandi fiere Vinitaly e Prowein, dove l’annuncio del ‘Modello Abruzzo’, che riordinerà e semplificherà il sistema delle nostre denominazioni dando una più forte identità regionale ai vini e valorizzandone le specificità territoriali, è stato molto apprezzato. Ci prepariamo quindi, dalla vendemmia 2023, ad andare incontro al consumatore con un’offerta più chiara e specifica con l’intento di far crescere ulteriormente i nostri vini sui mercati”, conclude Nicodemi.

    Da Comunicato Stampa


    Sito consorzio: https://www.vinidabruzzo.it/

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  • Consorzio Vini Etna DOC organizza Etna Days 2022

    Con la prima edizione degli Etna Days il Consorzio Vini Etna DOC racconta l’unicità del territorio etneo

    Redazione

    Per quattro giorni una selezionata platea di stampa internazionale ha scoperto i protagonisti e le peculiarità della viticoltura e dei vini del più grande vulcano attivo d’Europa.

    Consorzio Vini Etna DOC organizza Etna Days 2022, logo del Consorzio, immagine da comunicato stampa
    Consorzio Vini Etna DOC organizza Etna Days 2022, logo del Consorzio, immagine da comunicato stampa

    Un pubblico internazionale per l’esordio degli “Etna Days – i Vini del vulcano”, il primo evento istituzionale organizzato dal Consorzio di Tutela Vini Etna Doc a ridosso della vendemmia per presentare le differenti sfaccettature della viticoltura etnea.

    Dal 14 al 17 settembre, una platea composta da esperti degustatori e giornalisti, provenienti prevalentemente da Nord America e Nord Europa, ha avuto l’opportunità di scoprire le caratteristiche produttive della denominazione, attraverso un ricco programma di degustazioni, masterclass e visite ai produttori di tutti e quattro i versanti del vulcano, ammirando al contempo la bellezza del paesaggio e le testimonianze di una viticoltura eroica millenaria.

    Francesco Cambria Seby Costanzo Maurizio Lunetta, foto da comunicato stampa
    Francesco Cambria Seby Costanzo Maurizio Lunetta, foto da comunicato stampa

    “Con gli Etna Days – commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzioabbiamo voluto promuovere la nostra denominazione portando la stampa accreditata a scoprire dove nascono i nostri vini e, attraverso le oltre 240 etichette in degustazione ne abbiamo mostrato l’unicità e la particolarità. Ci auguriamo che questo appuntamento annuale consenta al nostro territorio di essere percepito sempre di più come uno dei classici della viticoltura internazionale e non solo come un territorio oggi alla moda”.

    Con la prima edizione degli Etna Days il Consorzio Vini Etna DOC racconta l’unicità del territorio etneo, foto da comunicato stampa
    Con la prima edizione degli Etna Days il Consorzio Vini Etna DOC racconta l’unicità del territorio etneo, foto da comunicato stampa

    Le attività della quattro giorni dedicata alla DOC Etna hanno messo al centro gli elementi che contraddistinguono l’enologia del Vulcano: la natura, la cultura e la storia. A partire dall’Etna, nella sua espressione più radicale, con i versanti e le colate laviche, le esposizioni e le differenti condizioni pedoclimatiche. I muretti a secco, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, simbolo di una viticoltura eroica, che con i suoi contorni caratterizzano il paesaggio della denominazione. Le visite ai palmenti rupestri, che testimoniano come il vino ha caratterizzato da sempre l’economia di questo angolo di Sicilia.

    Vigneti terrazzati, articolo: Consorzio Vini Etna DOC organizza Etna Days 2022, foto da comunicato stampa
    Vigneti terrazzati, articolo: Consorzio Vini Etna DOC organizza Etna Days 2022, foto da comunicato stampa

    La crescita della denominazione degli ultimi anni, in termini qualitativi e quantitativi è sotto gli occhi di tutti. La superficie vitata è passata dai 680 ettari del 2013, rivendicata da 203 produttori, ai 1184 ettari nel 2021 suddivisi in 390 viticultori, per una media di meno di un ettaro ad azienda, e con solo sette realtà che superano i venti ettari: un territorio fortemente parcellizzato, con le differenze pedoclimatiche che cambiano nel raggio di pochi chilometri.

    Il Consiglio di amministrazione della DOC Etna, foto da comunicato stampa
    Il Consiglio di amministrazione della DOC Etna, foto da comunicato stampa

    Per queste ragioni si parla dell’Etna come di “un’isola nell’isola”: le numerose aree con caratteristiche specifiche e diversificanti fa si che lo rendano unico all’interno del territorio siciliano.

    Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio per i vini rossi, rosati e spumanti, Carricante e, in misura minore, Catarratto per i vini bianchi: sono i vitigni locali maggiormente impiegati per i vini Etna DOC. La produzione, cresciuta fortemente negli ultimi anni, evidenzia l’ottimo stato di salute della denominazione, e il costante aumento dei consumatori per questo territorio. Nel 2013 gli ettolitri di vino rivendicati a DOC Etna erano 11.565,80 pari a 1.542.106 bottiglie. Nel 2021 si è toccata quota 33.921,28 ettolitri per oltre 4.522.837 di bottiglie.

    Il CDA del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, foto da comunicato stampa
    Il CDA del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, foto da comunicato stampa

    Dati certi

    Nel primo semestre del 2022, invece, le bottiglie prodotte sono state 3.293.388, pari a 24.700 ettolitri, con un incremento del 30,86%rispetto allo stesso periodo di riferimento dello scorso anno, quando veniva certificata una produzione di 2.516.704 bottiglie, equivalente a 18.875 ettolitri.

    Scendendo nel particolare delle tipologie, L’Etna Rosso ancora oggi è il portabandiera della denominazione con quasi 1.500.000 di bottiglie, con una crescita del 27% rispetto al 2021, segue l’Etna Bianco con circa 1.210.000 pari ad un + 37%, e l’Etna Rosato con 453.500 bottiglie che ha avuto un balzo del +50%.

    La strategia di sviluppo del consorzio nei prossimi anni è quella di regolamentare la crescita su standard di qualità più elevati, bloccando, almeno sino al 2024, le rivendicazioni di nuove superfici di vigneti a Etna Doc. Nel contempo si darà vita ad azioni di promozioni in grado di accrescere la percezione e il valore del brand Etna.

    Alcune vigne centenarie nel territorio del Consorzio Etna DOC, foto da comunicato stampa
    Alcune vigne centenarie nel territorio del Consorzio Etna DOC, foto da comunicato stampa

     La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia.

    Nel 1994 viene istituito il Consorzio di Tutela Etna DOC che per la sua rappresentatività, con il decreto ministeriale del 18 febbraio 2018, ottiene il riconoscimento Erga Omnes. Il Consorzio svolge le funzioni di tutela e valorizzazione del brand Etna Doc, del territorio e delle sue produzioni e vigila sul rispetto delle norme previste dal disciplinare di produzione a garanzia dei consumatori e dei produttori.

    Inoltre promuove la crescita di visibilità e reputazione del marchio e dei vini in Italia e all’estero attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore e l’organizzazione di eventi autoprodotti. Il Consorzio di Tutela Etna DOC con la sua governance partecipa attivamente ai temi di interesse vitivinicolo, favorisce le relazioni tra i produttori e i mercati e lo sviluppo della cultura legata al mondo del vino tra i consumatori.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Consorzio: https://www.consorzioetnadoc.com/

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  • Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia

    Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia

    18-19 OTTOBRE 2022 Tenuta Mazzolino, una verticale unica per inaugurare il restauro della Villa di famiglia e celebrare la quarantesima vendemmia

    Redazione

    Verranno aperte annate storiche della cantina privata di Enrico Braggiotti, fondatore, anima, mente e cuore di Tenuta Mazzolino, oggi guidata dalla nipote Francesca Seralvo

     

    Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia, Francesca Seralvo, foto da comunicato stampa
    Tenuta Mazzolino, una verticale unica per la 40° vendemmia, Francesca Seralvo, foto da comunicato stampa

     

    Sarà anche l’occasione per omaggiare lo storico ristoratore – Oreste Corradi – patron di Locanda Vecchia Pavia al Mulino (una stella Michelin), amico di sempre della cantina

    “Avevamo il desiderio di ricreare l’atmosfera delle cene di un tempo, quelle che organizzava mio nonno, in cui si riunivano personaggi del vino del calibro di Luigi Veronelli e Giacomo Bologna”, spiega Francesca Seralvo, terza generazione alla guida della Tenuta di Corvino San Quirico, 20 ettari dolcemente adagiati sulle colline a denominazione d’origine controllata Oltrepò Pavese, sulla riva destra del fiume Po, lungo il 45° parallelo.

    “Per questo abbiamo deciso di invitare giornalisti e amici, con i quali condividere bottiglie storiche, alcune provenienti dalla cantina privata di mio nonno, per poter celebrare insieme la fine della nostra quarantesima vendemmia, e, al tempo stesso, confrontarsi e discutere di vino nelle stanze della villa storica di famiglia, appena restaurata”.

    18-19 OTTOBRE 2022 Tenuta Mazzolino, una verticale unica per inaugurare il restauro della Villa di famiglia e celebrare la quarantesima vendemmia, foto da comunicato stampa
    18-19 OTTOBRE 2022 Tenuta Mazzolino, una verticale unica per inaugurare il restauro della Villa di famiglia e celebrare la quarantesima vendemmia, foto da comunicato stampa

    Un sapiente restauro conservativo che ha riportato la struttura agli antichi splendori, mantenendo intatto il fascino di un tempo, permettendo di dare risalto ai suoi elementi architettonici, che nel tempo hanno subito pochissime trasformazioni. Dalla struttura sono state ricavate 12 camere, pensate per un’ospitalità esclusiva, riservata ad amanti e cultori del vino.

    L’appuntamento sarà anche l’occasione per un saluto speciale a Oreste Corradi, patron di Locanda Vecchia Pavia al Mulino che ha deciso – dopo tanti anni di attività e una stella Michelin custodita addirittura dal 1988 – di chiudere il ristorante, ma non l’attività. “Sarà al nostro fianco per progetti speciali, come questa cena”, spiega Francesca. “Insieme abbiamo l’obiettivo di esaltare le eccellenze di questo territorio”. E sarà proprio Oreste Corradi con il suo staff a prendersi cura della cena esclusiva del 18 sera, ospitata nelle sale della villa.

    Alcune vigne della Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa
    Alcune vigne della Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa

    L’obiettivo a lungo termine di questa iniziativa, “è di trasformare Tenuta Mazzolino in un vero hub di cultura, arte e confronto sul mondo del vino”, spiega Francesca. “Vogliamo aprire le porte della villa e della cantina ai grandi appassionati di vino come noi per condividere quell’atmosfera unica che qui si è sempre respirata quando ci riuniamo a tavola intorno a grandi bottiglie”. Primo fra tutti il Pinot Noir, enfant terrible dei vitigni, che in bottiglia si trasforma in un rosso di razza. Proprio come il Noir di Tenuta Mazzolino, che sarà possibile degustare – anche in annate storiche – durante l’esclusiva verticale in programma il 19 mattina.

    Oltre ad essere un’occasione di incontro con amici e stampa”, conclude Stefano Malchiodi, enologo della Cantina, “la verticale del 19 ottobre ci darà, come sempre, l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo dall’evoluzione dei nostri vini nel tempo, di apprezzare le sfumature delle diverse annate e di discutere sull’incredibile ecosistema da cui provengono; vecchie vigne su suoli vivi, argillosi, dalle forti pendenze tipicamente oltre padane, in cui la forte presenza di vene calcareo-gessose nelle quali le nostre vigne affondano le radici si riflette nella sorprendente freschezza del calice anche dopo parecchi anni”.

    Logo della cantina Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa
    Logo della cantina Tenuta Mazzolino, foto da comunicato stampa

    Un appuntamento davvero esclusivo in un’atmosfera speciale, per aprire bottiglie uniche che sapranno raccontare la storia della cantina e di un intero territorio.

    Da Comunicato Stampa


    Sito cantina: https://www.tenuta-mazzolino.com/

    Sito ufficio stampa:https://www.zedcomm.it/

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  • Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Francesco Mazzei confermato alla guida di A.VI.TO, l’Associazione Vini Toscani Dop e Igp

    Redazione

    Si è tenuta questa mattina l’Assemblea elettiva di A.VI.TO, Associazione Vini Toscani Dop e Igp, in cui è stato confermato all’unanimità l’attuale presidente Francesco Mazzei, alla guida del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.

    Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi, foto da comunicato stampa
    Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi, foto di marco di Lauro/Getty Images

    “Ringrazio i colleghi per la fiducia, è assolutamente necessario portare avanti la linea intrapresa dall’Associazione e continuare a lavorare in maniera sinergica, non solo per dar voce a quella pluralità di esperienze che è il patrimonio della viticoltura toscana ma anche, in questo particolare momento, per affrontare tematiche delicate che si stanno e si potrebbero riflettere con conseguenze gravi sulla filiera”, ha dichiarato Mazzei mettendo l’accento sulle questioni più imminenti da affrontare e da sottoporre ai tavoli istituzionali.

    “L’Associazione deve schierarsi compatta in difesa della viticoltura di fronte alla guerra all’alcol portata avanti dall’OMS, che non tiene conto della cultura che sta dietro al prodotto vino e dei risvolti che tali provvedimenti avrebbero sull’economia di molti Paesi come l’Italia. Bisogna inoltre agire per difendere le imprese dalla deriva speculativa sui prezzi di produzione, aggravati da quelli del settore energetico; vanno concordate azioni per affrontare il cambiamento climatico che sta mettendo a dura prova le vigne, aggiungendosi alle criticità causate dalla fauna.”

    Cartina dei vini toscani, da sito: http://www.worldwinecentre.com/magazine/news/avito-consorzio-dei-consorzi-dei-vini-di-toscana
    Cartina dei vini toscani, da sito: http://www.worldwinecentre.com/magazine/news/avito-consorzio-dei-consorzi-dei-vini-di-toscana, articolo: Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Questi i temi principali da affrontare per l’Associazione – dove nel Consiglio d’Amministrazione risiedono tutti i presidenti dei Consorzi associati – che rappresenta tutta la Toscana vitivinicola, dalle realtà più grandi a quelle più piccole, delineando un percorso comune tra organizzazioni che per decenni hanno curato interessi legati alle singole denominazioni e ai singoli territori.

    Dobbiamo lavorare per proporre soluzioni condivise, è necessario accelerare anche la sburocratizzazione del comparto se si vuole puntare sull’innovazione per poter competere con successo sui mercati internazionali”, conclude Mazzei.

    Costituita nel 2016, l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP è il primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità. L’Associazione si propone di collaborare con le Istituzioni – a tutti i loro livelli -, le Associazioni di Categoria e le Organizzazioni Professionali per sviluppare programmi di lavoro che puntino al rafforzamento del settore, accrescendone la competitività e migliorandone il posizionamento sui mercati di tutto il mondo.

    Al momento hanno aderito ad A.VI.TO. 24 Consorzi di Tutela in rappresentanza di circa 6.000 imprese, per una produzione annua di circa 285 milioni di bottiglie, un giro di affari stimato in oltre un miliardo di euro e una quota export superiore al 60%.

    Vino rosso toscano, vino che racconti territori
    Vino rosso toscano, vino che racconti territori, articolo: Francesco Mazzei alla guida di A.VI.TO costituita da 24 Consorzi

    Elenco Consorzi aderenti a A.VI.TO.:

    Bianco di Pitigliano e Sovana Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Brunello di Montalcino Vino Chianti Classico Chianti Colli Fiorentini Chianti Colli Senesi Vino Chianti Chianti Rùfina Vini delle Colline Lucchesi Morellino di Scansano Vino Nobile di Montepulciano Vini di Carmignano Vini Cortona Vini Montecucco Vino Orcia Valdarno di Sopra DOC Vino Vernaccia di San Gimignano Vini della Maremma Toscana Vino Toscana Vini Valdichiana Vini Terre di Pisa Suvereto Wine Vini Terre di Casole Vino Pomino.

    Da Comunicato Stampa

    Collegamenti da siti:

    Un progetto non banale, nella Toscana celebre anche per i suoi tanti “campanili”, nella presentazione ufficiale, che ha messo le radici nel 2014, quanto i consorzi del vino di Toscana si compattarono, con successo, contro il Piano di Indirizzo Territoriale proposto all’epoca dalla Regione, in qui, in sintesi, si sosteneva che ci fosse troppa vigna e si proponeva, in alcuni casi, addirittura di espiantarla e riconvertire il terreno a bosco, pascolo o seminativo.

    Una collaborazione che è proseguita anche su altri temi di interesse generale delle imprese vitivinicole, a partire dalla questione degli ungulati che ha portato alla recente approvazione di una specifica Legge Obiettivo da parte del Consiglio Regionale, e che ora si formalizza con la costituzione del “primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità.

    Un avvenimento storico per il nostro settore e la nostra Regione – si legge in una nota – perché sancisce formalmente l’avvio di un percorso comune tra organizzazioni che per decenni hanno prevalentemente curato interessi legati alle singole denominazioni ed ai singoli territori”.

    Obiettivo di A.Vi.To., sarà quello di fare “lobby” a livello politico in maniera ancora più efficace, visto che l’associazione “dovrà rappresentare gli interessi unitari di tutto il comparto, dei Consorzi più grandi come di quelli più piccoli, dando voce a quella pluralità di esperienze che costituisce il vero patrimonio della viticultura toscana, nonché uno dei fattori di successo che l’hanno portata ad affermarsi come uno dei principali attori del mercato internazionale. L’Associazione si propone di collaborare con le istituzioni, le associazioni di categoria e le organizzazioni professionali, per sviluppare programmi di lavoro che puntino al rafforzamento del settore, accrescendone la competitività ed il posizionamento sui mercati di tutto il mondo”.

    Carol Agostini titolare Agenzia FoodandWineAngels mentre degusta un vino rosso toscano
    Carol Agostini titolare Agenzia FoodandWineAngels mentre degusta un vino rosso toscano

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  • Reboro. Territorio & passione 2022

    Reboro. Territorio & passione 2022

    Reboro. Territorio & passione 2022

    Redazione

    Venerdì 21 e sabato 22 ottobre la Valle dei Laghi (TN) ospita la quinta edizione dell’appuntamento dedicato al grande rosso da appassimento trentino, in due giorni di convegni, degustazioni guidate e tour tra le cantine del territorio.

    Reboro. Territorio & passione 2022, foto da comunicato stampa
    Reboro. Territorio & passione 2022, foto da comunicato stampa

    Ottobre 2022, Valle dei Laghi (TN)_Venerdì 21 e sabato 22 ottobre torna nella Valle dei Laghi (TN) l’appuntamento con “Reboro. Territorio e Passione”. Organizzato dall’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino DOC, l’evento sarà l’occasione per conoscere e approfondire questo vino da appassimento trentino che si sta facendo apprezzare sempre di più per le sue peculiarità e il grande potenziale di invecchiamento: un rosso morbido e intenso e allo stesso tempo un vino di montagna, con sentori donati dai venti e dall’influenza del lago.

    le degustazioni durante la giornata, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni durante la giornata, foto da comunicato stampa

    Per questa quinta edizione, come da tradizione, il Reboro ospiterà un altro grande vino come il Buttafuoco Storico dell’Oltrepò Pavese, in un gemellaggio che permetterà di apprezzare similitudini e differenze tra i due territori e le loro etichette.

    Logo Assoziazione Vignaioli Vino Santo Trentino, foto di luca Riviera da comunicato stampa
    Logo Assoziazione Vignaioli Vino Santo Trentino, foto di luca Riviera da comunicato stampa

    Ad aprire l’evento venerdì 21 ottobre alle ore 10.00 sarà il convegno scientifico “Qualità e certificazioni. Il vino tra disciplinari e produttori”, tenuto da Alessandro Torcoli nell’Antica Distilleria da Lorenzin a Santa Massenza. Un momento di approfondimento dedicato a storia e potenzialità del vitigno Rebo ma anche al tema del marchio collettivo, nato dal lavoro di squadra dei vignaioli del Vino Santo per la valorizzazione di un progetto comune e di nicchia come quello del Reboro.

    Evento Reboro. Territorio & passione 2022, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Evento Reboro. Territorio & passione 2022, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    “Il grande vino nasce da vari stimoli, talvolta individuali, altre volte collettivi, come nel caso del Reboro”, ha dichiarato Alessandro Torcoli in preparazione dell’evento. “Riconosciamo a questa associazione di piccoli produttori d’aver pensato a un approccio originale, ma non casuale o forzato: la consuetudine locale con il Vino Santo, quindi dell’appassimento, è messa al servizio di un nuovo vino dall’animo antico”.

    A seguire, l’appuntamento è all’Azienda Agricola Francesco Poli con la degustazione guidata “Reboro e Buttafuoco Storico – Assaggi a confronto”, degustazione di 8 calici di vino con la presenza dei Vignaioli della Valle dei Laghi e dell’Oltrepò Pavese.

    Al termine della degustazione sarà offerto a tutti i partecipanti un piatto autunnale a cura del Cuoco dell’Alleanza Slow Food Matteo Zanoni, chef dell’Osteria Le Servite di Arco, accompagnato da dolci della tradizione del panificio pasticceria Tecchiolli di Cavedine.

    Le degustazioni di Reboro fatte durante l'evento, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni di Reboro fatte durante l’evento, foto da comunicato stampa

    Si prosegue sabato 22 ottobre dalle 10.00 alle 18.00 con un tour nelle cantine della Valle dei Laghi. Un viaggio alla scoperta del Reboro, del Vino Santo Trentino e del Buttafuoco Storico. Ogni vignaiolo trentino ospiterà nella propria cantina un collega lombardo, dando la possibilità a tutti gli ospiti di degustare entrambe le etichette.

    I tour per piccoli gruppi e su prenotazione partiranno dalla Casa Caveau Vino Santo di Padergnone per continuare poi nelle cantine, con abbinamenti di finger food del territorio. Nel tour sono comprese le cantine Francesco Poli che ospiterà Poggio Rebasti, Maxentia con l’azienda Giorgi Franco, Giovanni Poli con i vini di Massimo Piovani, Gino Pedrotti con l’azienda Piccolo Bacco dei Quaroni, Pisoni con l’azienda agricola Quaquarini e Pravis i vini del Club del Buttafuoco Storico.

    Alcuni produttori protagonisti della giornata dedicata al Reboro, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Alcuni produttori protagonisti della giornata dedicata al Reboro, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    In occasione di Reboro. Territorio e Passione, sabato 22 ottobre dalle ore 19.00 lo chef Peter Brunel, da sempre fortemente legato al territorio della Valle dei Laghi, proporrà nel suo ristorante una stella Michelin ad Arco (TN) uno speciale menu a 130 euro con piatti creati appositamente per l’evento, a cui saranno abbinati Reboro e Buttafuoco Storico.

    Michele Purin durante la selezione delle uve di Reboro, foto da comunicato stampa
    Michele Purin durante la selezione delle uve di Reboro, foto da comunicato stampa

    Il Reboro.

    Il Reboro è un vino frutto di una lunga avventura enologica e nato dall’amicizia dei Vignaioli della Valle dei Laghi, piccola vallata appena sopra Riva del Garda dove ci si immerge tra floridi vigneti e brillanti specchi d’acqua, come il Lago di Toblino e di Santa Massenza.

    In questo territorio incontaminato a fine ‘800 nasce Rebo Rigotti (dal tedesco Rebe, vite), che diventerà agronomo e genetista. Negli anni ’50, da un errore durante l’incrocio di vitigni nell’Istituto di San Michele all’Adige, Rigotti dà vita a un incrocio tra il Merlot e una delle varietà principi del Trentino come il Teroldego: ne nasce un’uva resistente, dai sentori intensi e verticali, perfetta per essere appassita sulle arele utilizzate per la Nosiola.

    Per anni dimenticato, il Rebo viene recuperato negli anni Duemila e dà vita al Reboro: vino rosso ottenuto dai vigneti migliori, i cui grappoli sono lasciati appassire fino a novembre inoltrato e che dopo la vinificazione matura per tre anni in botti di rovere. Un processo lento, che dona un vino morbido ed elegante, ma scattante e dal grande potenziale di invecchiamento.

    Momenti di dialogo e confronto sul Reboro e sui territori, foto di Luca Riviera da comunicato stampa
    Momenti di dialogo e confronto sul Reboro e sui territori, foto di Luca Riviera da comunicato stampa

    Il Buttafuoco Storico.

    Il 7 febbraio del 1996 nasce il club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi.

    Oggi i produttori di Buttafuoco Storico sono 17 e l’intento è quello di collaborare nella produzione, tutela e valorizzazione di un vino di alto livello, le cui regole di produzione sono più severe della DOC Buttafuoco. Le uve provengono da una zona storica e vocata, con pratiche colturali attente e l’utilizzo di sole varietà autoctone del territorio, oltre ad un affinamento di minimo 12 mesi in botti di rovere e poi in bottiglia storica almeno 6 mesi.

    Il vino che ne nasce è caldo e perfettamente equilibrato, dai profumi di fiori freschi a cui si aggiungono note speziate e piacevoli note di cioccolato, amaretto e vaniglia.

     

    L’evento è realizzato da Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, in collaborazione con Garda Dolomiti e la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali (#trentinowinefest).

    Da Comunicato Stampa


    Sito Associazione: https://www.facebook.com/vinosantotrentino/

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  • Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020

    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020

    Venti anni di Ficiligno, lo storico blend bianco di Baglio di Pianetto che sfida il tempo

    Redazione

    Nato da un’intuizione del Conte Paolo Marzotto è uno dei vini bianchi più apprezzati dell’azienda siciliana.

    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, logo cantina da comunicato stampa
    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, logo cantina da comunicato stampa

    Da una parte l’Insolia, una delle varietà autoctone siciliane più diffusa nell’isola e che in Sicilia trova la sua massima espressione in alta collina, dall’altra il Viognier, vitigno che ha da secoli la sua culla d’elezione nella Valle del Rodano in Francia ma che anch’esso straordinariamente si esprime ad alti livelli nei vigneti della Tenuta Pianetto.

    Venti anni di Ficiligno, lo storico blend bianco di Baglio di Pianetto che sfida il tempo, le vigne SCristina Gela, foto da comunicato stampa
    Venti anni di Ficiligno, lo storico blend bianco di Baglio di Pianetto che sfida il tempo, le vigne SCristina Gela, foto da comunicato stampa

    Coltivati entrambi nelle alte colline, a Santa Cristina Gela, a pochi chilometri da Palermo, danno origine in blend al Ficiligno, uno dei vini bianchi più iconici di Baglio di Pianetto, longevo nel tempo e che ben rappresenta quello stile ricercato del Conte Paolo Marzotto, voluto anche per la sua azienda siciliana nata nel 1997 e totalmente a regime biologico.

    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, foto da comunicato stampa
    Ficiligno di Baglio di Pianetto che sfida il tempo 2020, foto da comunicato stampa

    “Il Ficiligno è un po’ l’emblema dei nostri vini di Alta Collina – spiega Francesco Tiralongo, amministratore delegato di Baglio di Pianettofrutto di un’intuizione del Conte Paolo Marzotto, che voleva esprimere in un unico vino, l’eleganza francese ed il carattere degli autoctoni di Sicilia, dimostrando, ed il tempo gli è stato testimone, che in Sicilia è possibile produrre vini bianchi molto longevi. L’annata 2001 del Ficiligno per esempio, a vent’anni dalla sua uscita, ancora oggi esprime una freschezza sorprendente”.  

    È un vino che non teme la sfida del tempo, con sfumature che lo rendono adatto sia ai winelovers meno esperti sia ai palati più esigenti. Ficiligno, un vino biologico dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, con il passare del tempo sfuma su tonalità sempre più intense; in prima uscita esprime grande esuberanza e ricchezza fruttata, mai con note eccessive. Nel corso della sua evoluzione, questi sentori virano su sfumature più mature che lo rendono un vino complesso e avvolgente che sorprende per la sua freschezza inaspettata.

    Quercia Vigneti SCristina Gela, Cantina Baglio di Pianetto, foto da comunicato stampa
    Quercia Vigneti SCristina Gela, Cantina Baglio di Pianetto, foto da comunicato stampa

    Dotato di una grande personalità, il Ficiligno è un ottimo alleato a tavola in grado di esprimere il suo carattere al meglio se abbinato a risotti a base di crostacei o a molte tipologie di formaggi non stagionati nei primi anni dalla sua uscita, saprà però, nel tempo, dare soddisfazione anche con preparazioni più ricche di sapori e ingredienti, tipicamente quelle delle tavole natalizie.

    Insieme al Ramione infatti, sapiente blend rosso di Nero d’Avola e Merlot, è proposto in una confezione speciale dedicata alle prime due storiche etichette di Baglio di Pianetto “Le Origini”, sicuramente un regalo ricercato; in edizione limitata per il ventennale del Ficiligno, da regalare in vista del Natale.

    Da Comunicato Stampa

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    Sostenibilità…L’AMORE PER IL VINO È AMORE PER LA NATURA

    Nel 2017 Baglio di Pianetto ha raggiunto il traguardo della sua ventesima vendemmia. Numeri che non sono soltanto simbolici, perché contestualizzano un processo che, al suo culmine, ha raggiunto la piena maturità produttiva. Un risultato frutto di scelte precise e virtuose, soprattutto in materia di ecosostenibilità.
    BAGLIO DI PIANETTO, PATRIMONIO BIO, immagine da sito
    BAGLIO DI PIANETTO, PATRIMONIO BIO, immagine da sito

    BAGLIO DI PIANETTO, PATRIMONIO BIO

    Baglio di Pianetto lavora nel pieno rispetto della legislazione europea in materia di ecosostenibilità: la conduzione in biologico di vigneti e uliveti, l’istallazione di un impianto fotovoltaico di terza generazione (256,6 Kwp)  per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’abbattimento delle emissioni di CO2 (184.488 kg all’anno) costituiscono, insieme ad una gestione razionale delle risorse idriche in agricoltura, il profilo green di un’azienda impegnata a coniugare qualità in bottiglia col rispetto per l’ambiente.


    Sito Cantina: https://bagliodipianetto.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.fruitecom.it/

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  • Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020. Un’edizione limitata, dedicata a Franco Ziliani

    Redazione

    Un prezioso e unico Metodo Classico, cuvée di Syrah e Merlot, prodotto in sole 7.000 bottiglie distribuite esclusivamente in Toscana.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020, foto da comunicato stampa
    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020, foto da comunicato stampa

    Un’assoluta novità, una vera e propria eccezione sia per il territorio di Bolgheri che per Caccia al Piano. Si chiama CaP Rosé il primo Metodo Classico che la famiglia Ziliani ha deciso di produrre nella sua tenuta di Castagneto Carducci in Toscana.

    “Il desiderio di volerci confrontare anche all’interno di questo meraviglioso territorio con il Metodo Classico rappresentava per noi una sfida, ma soprattutto un sogno, lo stesso che animò mio padre più di 60 anni fa” spiega Paolo Ziliani al timone di Caccia al Piano e, insieme ai fratelli Cristina e Arturo, alla guida dell’azienda Berlucchi creata dal padre, pioniere della nascita del Franciacorta, Franco Ziliani.

    “CaP Rosé non è solo uno spumante, ma un modo di assaporare la vita, cercando di cogliere l’essenza di un territorio, quello bolgherese, con vitigni che qui hanno trovato luoghi e posizioni perfette per dare il meglio di sé, anche al servizio di un vino spumante”.

    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020. Un’edizione limitata, dedicata a Franco Ziliani, foto da comunicato stampa
    Caccia al Piano presenta le bollicine CaP Rosé 2020. Un’edizione limitata, dedicata a Franco Ziliani, foto da comunicato stampa

    CaP Rosé 2020 nasce dall’unione in parti uguali di Syrah e Merlot allevati in due specifici cru di Caccia al Piano, San Biagio e Le Grottine. Il primo, il più importante e grande dell’azienda con i suoi 12 ettari di estensione, si trova nella frazione di Castiglioncello a circa 180 metri di altitudine: qui il Syrah riesce a esprimere la sua spiccata aromaticità varietale e acidità.

    Caccia Al Piano le bottiglie in catasta per il metodo classico, foto da comunicato stampa
    Caccia Al Piano le bottiglie in catasta per il metodo classico, foto da comunicato stampa

    Le Grottine, che ha un’estensione di 5 ettari e un orientamento Est-Ovest, è da sempre “la casa” del Merlot di Caccia al Piano: grazie alla presenza di terreni ricchi di limo, argilla e scheletro, conferisce note fruttate, fini ed eleganti ed un’ottima struttura.

    Dopo la vendemmia, a fine agosto, le uve vengono vinificate separatamente in tini di acciaio inox con una pressatura molto soffice delle uve intere al fine di preservare gli aromi primari del succo. In primavera avviene il cosiddetto tiraggio, vale a dire l’imbottigliamento, e la seconda fermentazione con la successiva sosta a contatto con i propri lieviti per circa 10 mesi.

    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa
    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa

    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut – il dosaggio di liqueur è di soli 3 g/l – si presenta con un color rosa cipria e un perlage di grande finezza e persistenza. Note di frutti rossi freschi che ricordano il ribes e l’uva spina si fondono con quelli più decisi e intensi di polpa di fico d’India. Una buona struttura, sostenuta da una calibrata acidità e un finale leggermente tannico, caratterizzano questo Rosé che riesce ad armonizzare la potenza del Merlot bolgherese insieme all’eleganza del Syrah.

    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa
    Il CaP Rosé 2020 Vino Spumante di Qualità Extra Brut Caccia Al Piano, foto da comunicato stampa

    La prima edizione di CaP Rosé di Caccia al Piano è prodotta in un’edizione limitata di sole 7.000 bottiglie ed è dedicata a Franco Ziliani. Verrà distribuita esclusivamente in Toscana per dare la possibilità di godere delle caretteristiche qualitative di questo vino nella magica atmosfera della sua terra di origine.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://cacciaalpiano.it/

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  • Le Riserve di Fonzone per le feste 2022 dall’Irpinia

    Le Riserve di Fonzone per le feste 2022 dall’Irpinia

    DALL’IRPINIA, LE RISERVE DI FONZONE PER RENDERE SPECIALI I MENU’ DELLE FESTE 2022

    Redazione

    Dicembre 2022 – Menù di carne o di pesce? Ogni regione, ogni città, ogni famiglia ha le sue tradizioni per festeggiare a tavola il Natale. Guai a non rispettarle. Qualunque siano le vostre pietanze del cuore, quello che conta è valorizzarle abbinando il vino giusto.

    Le Riserve di Fonzone per le feste 2022 dall'Irpinia, logo della cantina da comunicato stampa
    Le Riserve di Fonzone per le feste 2022 dall’Irpinia, logo della cantina da comunicato stampa

    Dall’Irpinia, terra di grandi vitigni come l’Aglianico, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo, l’azienda Fonzone Caccese propone le sue Riserve, il top della produzione:

    Alcune delle Riserve della Cantina Fonzoe Paternopoli, foto da comunicato stampa
    Alcune delle Riserve della Cantina Fonzoe Paternopoli, foto da comunicato stampa

    Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva 2015, 100% Aglianico proveniente dalla sezione più alta del vigneto della Tenuta di Paternopoli (AV), Sequoia Fiano d’Avellino DOCG Riserva 2020, 100% Fiano ottenuto da una selezione di uve provenienti da Parolise, una delle zone più vocate dell’Areale, e Oikois Greco di Tufo DOCG Riserva 2020, 100% Greco proveniente da una vigna di Greco Antico di oltre 40 anni composta da un clone rarissimo, caratterizzato da un acino più piccolo e dunque da un succo molto più concentrato.
    Un vino rosso e due bianchi di grande carattere, complessità e armonia, ideali per valorizzare qualsiasi portata, di terra o di mare, e per brindare alle feste.

    Oikos Greco di Tufo DOCG Riserva

    Cantina Fonzone Paternopoli, Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva, foto da sito
    Cantina Fonzone Paternopoli, Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva, foto da sito

    Oikos è un Greco di Tufo in purezza che sin da subito esprime le sue caratteristiche evolutive di immediata piacevolezza. Al naso rivela profumi di grande intensità e complessità: note iodate leggere, sentori di mela gialla matura e una speziatura leggermente dolce con lievi accenni di noce moscata. Al retropalato emerge il fiore di lavanda. L’acidità importante, non secca, si amalgama col vino creando un equilibrio unico. Ideale con primi e secondi di pesce, coquillages, cruditè, crostacei, ma anche formaggi di media stagionatura.

    Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva

    Cantina Fonzone Paternopoli, Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva, foto da sito
    Cantina Fonzone Paternopoli, Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva, foto da sito

    Sequoia è un Fiano di Avellino in purezza con un corpo ben strutturato e una grande sapidità che lo rende verticale. Riflessi verde intenso, al naso si presenta con un bouquet raffinato e complesso: note di gelsomino, nocciola non tostata, mandorla pelata, buccia di mandarino e una nota dolce che richiama la vaniglia insieme a sentori di frutta tropicale fresca. La spiccata acidità, oltre a rendere il vino piacevole sin da subito, gli consente di avere un’evoluzione importante nel tempo. Si sposa bene con piatti a base di pesce, cruditè, crostacei, frutti di mare, ma anche formaggi di media stagionatura.

    Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva

    Cantina Fonzone Paternopoli, Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva 2015, 100% Aglianico, foto da comunicato stampa
    Cantina Fonzone Paternopoli, Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva 2015, 100% Aglianico, foto da comunicato stampa

    Scorzagalline è un 100% Aglianico di grande struttura e di coinvolgente complessità aromatica, destinato a raccontarsi nel tempo. Rosso rubino brillante, al naso si presenta di grande finezza, con intense note di frutta a bacca nera e fiori secchi, alle quali si accompagnano sentori terziari quali tabacco, cuoio, liquirizia e sandalo. Al palato si presenta avvolgente, intenso e persistente, di elegante struttura. Si sposa bene con primi piatti strutturati, carni arrosto e selvaggina.

    Fonzone Caccese: una storia di famiglia

    Fondata nel 2005, l’azienda agricola Fonzone Caccese si trova nelle campagne di Paternopoli, uno dei diciassette comuni della DOCG Taurasi, in provincia di Avellino, nel cuore dell’Irpinia. Su un colle situato nella sottozona “Campi Taurasini”, sorge una cantina moderna di 2000 mq circondata da vigneti la cui altitudine varia dai 360 ai 430 m/slm.

    Fonzone produce in tutto 8 etichette con un approccio sostenibile, valorizzando al massimo le varietà autoctone Aglianico, Falanghina, Fiano d’Avellino e Greco di Tufo e puntando su vini sartoriali, piuttosto che sui grandi numeri. A supportare questa grande famiglia che ha fatto del vino la sua passione, l’enologo consulente di riconosciuta fama Luca D’Attoma.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: http://www.fonzone.it

    Sito Ufficio Stampa: https://www.zedcomm.it/

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  • Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018

    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018

    APPIUS 2018, la danza aromatica nel calice dei più preziosi vitigni a bacca bianca di San Michele Appiano. Svelata la nona Cuvée da sogno del winemaker Hans Terzer in occasione di Merano WineFestival

    Redazione

    La Cantina San Michele Appiano ha presentato la nona edizione del vino da sogno di Hans Terzer, in occasione del 31° Merano WineFestival, oggi al via ufficiale. La cuvée di vini bianchi, creata con selezioni personalmente individuate dal winemaker dell’azienda vitivinicola leader in Alto Adige, rappresenta il meglio dell’annata 2018, climaticamente caratterizzata da un buon andamento e da un ciclo vegetativo leggermente anticipato. Un vino stilisticamente in linea con le edizioni precedenti, dritto e preciso, votato alla longevità.

    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018 tra le vigne, foto da comunicato stampa
    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018 tra le vigne, foto da comunicato stampa

    Si è svolta ieri alla Cantina San Michele Appiano la presentazione ufficiale della nona edizione di APPIUS, il vino da sogno del winemaker Hans Terzer. A un passo dal decennale, il massimo capolavoro della Cantina leader in Alto Adige svela il meglio dell’annata 2018, annata caratterizzata da un buon andamento climatico, con un ciclo vegetativo leggermente anticipato.

    APPIUS 2018 Alto Adige DOC Bianco, Chardonnay (52%), il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%), foto da comunicato stampa
    APPIUS 2018 Alto Adige DOC Bianco, Chardonnay (52%), il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%), foto da comunicato stampa

    Frutto del meticoloso lavoro di selezione, in fase di raccolta delle uve e di assemblaggio, APPIUS 2018 dimostra un profilo lineare, dritto e preciso, con una composizione in cui predomina la varietà dello Chardonnay (52%) a cui si aggiungono il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%).

    Dal colore luminoso, giallo-verdognolo con riflessi verde malachite, APPIUS 2018 al naso ha un impatto energico ed eloquente: dapprima frutta esotica matura (banana, melone, mango), riconducibile allo Chardonnay, poi frutti a polpa bianca (pera Williams, pesca, mela renetta, ribes bianco, uva spina) che palesano i ruoli di Pinot Bianco e Grigio.

    Presente il versante agrumato, riconducibile al pomelo, con la sua caratteristica nota piccantina ed una nota di legno di cedro che lascia spazio sul finale a sentori di miele di acacia e lavanda.

    Al palato la considerevole acidità, tratto essenziale e distintivo che dona freschezza e bevibilità al vino APPIUS e la modulazione sapida, altra peculiarità gustativa, incontrano il sostegno di un’ottima alcolicità.

    Il retrogusto rivela una nota di clorofilla, rivelatrice del quarto vitigno della cuvée, il Sauvignon e gli aromi terziari del legno: cioccolata bianca e un po’ di vaniglia, che si fondono con un fruttato di bacche di sambuco.

    APPIUS 2018 racconta la mano e lo stile delle annate precedenti, con la ricerca puntigliosa dell’eleganza e dell’armonia delle proporzioni, un vino votato alla longevità, dal profilo lineare, diretto e preciso.

     

    APPIUS, il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano, è nato nove anni fa con l’annata 2010, a cui sono seguite la 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017. Il progetto vuole realizzare anno dopo anno un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la creatività e la sensibilità del suo autore, Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta sono reinterpretati.

    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa
    Winemaker Hans Terzer e la nona Cuvée Appius 2018, Cantina San Michele Appiano, foto da comunicato stampa

    Lo scopo è di concepire una “wine collection” capace di appassionare gli amanti del vino di tutto il mondo. L’etichetta della nona edizione di APPIUS rappresenta il millesimo 2018 con un’armonica danza senza tempo tra i vitigni a bacca bianca più preziosi della Cantina San Michele Appiano, che, unendosi nel calice, diventano oro da assaporare.

    L’immagine permette sempre una libera interpretazione, affinché ogni wine lovers possa averne un’intima ispirazione. Come per le altre annate, anche questa edizione di APPIUS è limitata.

    Da Comunicato Stampa


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