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  • Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D’Abruzzo presenti

    Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D’Abruzzo presenti

    Dal 13 al 15 febbraio i Vini D’Abruzzo al Wine paris & Vinexpo Paris

    Redazione

    Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo sarà per la seconda volta alla fiera francese, porta d’ingresso per il mercato d’oltralpe e verso il nord Europa. Quest’anno focus sul Montepulciano d’Abruzzo, con una masterclass allo stand di Revue du Vin de France

    Logo Consorzio Tutela Vini D'Abruzzo, immagine da comunicato stampa

    Logo Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, immagine da comunicato stampaSarà Parigi, dal 13 al 15 febbraio, la prima vetrina internazionale del 2023 per i vini d’Abruzzo, con la partecipazione di una collettiva guidata dal Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, a Wine Paris & Vinexpo Paris. La fiera del vino e degli alcolici dedicata agli operatori, propone 3 giorni di incontri, approfondimenti e appuntamenti d’affari su misura, e rappresenta una occasione per consolidare l’exploit messo a segno dall’export enologico abruzzese nel 2022 sul mercato francese.

    Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D'Abruzzo presenti, foto da comunicato stampa
    Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D’Abruzzo presenti, foto da comunicato stampa

    “Wine Paris & Vinexpo Paris è una grande opportunità di promozione in Francia, dove nel 2022 le nostre esportazioni sono cresciute del 57% in valore, ma anche verso i mercati del nord Europa grazie alla presenza di operatori di Paesi target, come possono essere Paesi Bassi e Danimarca, dove saremo già la settimana successiva con masterclass e walk around tasting, il 20 febbraio a Rotterdam e il 22 febbraio a Copenaghen”, spiega il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi.

    Lo stand del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo a Parigi sarà organizzato con un’area collettiva formata da 13 aziende e un’area tasting consortile con circa un centinaio etichette di cantine che non saranno presenti fisicamente in fiera.

    Il territorio dei vini d'Abruzzo, foto da comunicato stampa
    Il territorio dei vini d’Abruzzo, foto da comunicato stampa

    A fare da capofila ci sarà sempre il Montepulciano d’Abruzzo, al quale quest’anno è dedicata una speciale masterclass, organizzata in collaborazione e presso lo stand della rivista Revue du Vin de France e guidata da Jérémy Cukierman Master Of Wine, a ulteriore dimostrazione del crescente interesse per un vino in grado di conquistare ampie fasce di consumatori, grazie alla sua complessità unita all’eleganza di aromi a profumi caratteristici delle specifiche zone di origine.

    “La promozione realizzata dal Consorzio all’estero è molto importante per i nostri produttori, che investono sempre più sulla qualità dei propri vini e sui mercati internazionali non solo aumentando i volumi ma anche il valore dell’export, cresciuto del 10% nel 2022 e del 90% dal 2010. Con il riconoscimento dell’Abruzzo come Regione Vinicola dell’Anno da parte della rivista Wine Enthusiast, quest’anno abbiamo un’importante carta in più da giocare a Parigi e nel resto del mondo”, conclude il presidente Nicodemi.

    L’intenso programma 2023 di iniziative promozionali del Consorzio all’estero ha visto già la realizzazione di trasferte negli Usa prima del Wine Paris & Vinexpo Paris: dall’1 al 9 febbraio negli Usa con masterclass e walk around tasting a Las Vegas, Charleston, Miami, Dallas e Houston, mentre è in calendario uno speed tasting il 14 febbraio a Shanghai in Cina.

    Da Comunicato stampa


    Approfondimenti da sito: https://wineparis-vinexpo.vinexposium-connect.com/
    Logo di Wine Paris e Vinexpo paris 2023, immagine da sito
    Logo di Wine Paris e Vinexpo paris 2023, immagine da sito

    3 GIORNI PER TASTARE IL POLSO A UN MONDO CHE CAMBIA E SUPERARE I LIMITI.

    Con il tema centrale “World in Motion“, la fiera Wine Paris & Vinexpo Paris 2023 abbraccia il cambiamento costante e si è data la missione di avventurarsi in territori inesplorati attraverso oltre 100 degustazioni, masterclass e dibattiti multiformi.

    Parliamo di vino, foto da sito
    Parliamo di vino, foto da sito

    PARLIAMO DI VINO!

    Con il patrocinio dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), 16 discussioni stimolanti sui nuovi modi di produrre e bere il vino nel mondo.

    LE MASTERCLASS

    Quasi 40 masterclass di alto livello per immergersi nel cuore di specifiche regioni vinicole con i migliori esperti in materia.

    LE PROSPETTIVE TECNOLOGICHE DEL VINO

    Un’area dedicata all’innovazione e alla digitalizzazione all’interno del settore per fornire supporto a tutti gli stakeholder nella fase di transizione e di risposta alle nuove sfide del mercato.

    Il bar infinito, foto da sito
    Il bar infinito, foto da sito

    IL BAR INFINITO
    Progettato per mostrare lo spirito creativo dei migliori mixologist presenti a Be Spirits, l’Infinite Bar ospiterà quest’anno 5 bar europei, 5 bar delle regioni francesi e 10 bar parigini distribuiti su un enorme bancone lungo 40 metri.

    SPEAKEASY
    L’area Speakeasy, che fa parte di Be Spirits, lo spazio dedicato agli alcolici della mostra, offrirà una serie di masterclass, conferenze ed eventi incentrati sugli alcolici e sulla mixologia.

     

    PROGRAMMA DETTAGLIATO
    Conferenze, masterclass, degustazioni, interviste… Il programma per giorno, per ora e per luogo!

    Il programma, foto da sito
    Il programma, foto da sito

    LE DEGUSTAZIONI LIBERE
    Alcune emozioni possono essere trasmesse solo attraverso le degustazioni. Scoprite 1.500 vini, tra cui la selezione internazionale di Valeria Gamper, 2022 Miglior Sommelier delle Americhe.

    IL VILLAGGIO RVF
    La Revue du Vin de France curerà delle masterclass per un pubblico selezionato, in modo che possiate ampliare le vostre conoscenze con i migliori specialisti del mondo.

     

    Da Redazione, Carol Agostini


    Sito ufficio stampa: https://www.zedcomm.it/
  • PIWI 2023 – sarà una Rivoluzione di Rosaria Benedetti

    PIWI 2023 – sarà una Rivoluzione di Rosaria Benedetti

    Il costante e decisivo incremento della produzione di vini PIWI è stato confermato nel corso della 2° Rassegna dei Vini da uve resistenti organizzata dalla Fondazione Mach.

    Di Rosaria Benedetti

    La Fondazione Edmund Mach, Scuola di Formazione ed Ente privilegiato di Ricerca, con sede nell’antico affascinante monastero agostiniano di San Michele all’Adige, ha organizzato nel novembre scorso la 2° edizione della Rassegna nazionale dei vini PIWI con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le varietà “sostenibili”, nate per offrire resistenza (o meglio tolleranza) alle principali malattie della vite: oidio e peronospora.

    Rassegna dei vini da uve resistenti PIWI 2023 alla La Fondazione Edmund Mach, foto di Rosaria Benedetti
    Rassegna dei vini da uve resistenti PIWI 2023 alla La Fondazione Edmund Mach, foto di Rosaria Benedetti

    L’accresciuto numero dei vini presentati è la prova tangibile dell’interesse crescente con il quale il mondo vitivinicolo guarda alle varietà “pilzwiderstandfaehig” cioè resistenti agli attacchi fungini, nell’acronimo Piwi: 82 campioni per 44 aziende suddivisi in 6 categorie, bianchi, frizzanti, spumanti charmat, spumanti metodo classico, orange e rossi sono stati valutati in due sedute di degustazione alla cieca, il 9 e 10 novembre us.

    La doppia Commissione per totali 30 commissari era così composta: 5 giornalisti, 5 sommelier, 5 comunicatori del vino, 5 ricercatori universitari, 10 enologi-enotecnici.

    Lo stato dell’arte

    Il riscontro normativo, con il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre 2021, nel quale l’Unione Europea ha concesso il suo via libera all’inserimento dei “PIWI” nei vini a Denominazione di Origine, ha dato maggiore solidità a progetti fino ad oggi sorretti quasi unicamente dalla volontà dei singoli, ma purtroppo l’ Italia ancora annaspa tra cavilli formali (se non addirittura meramente linguistici) ed è in grave ritardo nel recepire la disposizione europea.

    Batteria di vini bianchi fermi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Batteria di vini bianchi fermi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

    Nelle scelte legate all’innovazione genetica in viticoltura, la Germania invece, riconosciuto precursore delle ricerche nel campo degli incroci, è la nazione europea più avanzata mentre anche la Francia ha già predisposto e avviato un significativo quanto ambizioso programma di innovazione con l’obiettivo di selezionare, entro il 2030, varietà che siano durevolmente resistenti all’oidio e alla peronospora e che al contempo (cosa non da poco!) riescano a preservare la tipicità dei vini di Champagne.

    La degustazione

    Rosaria Benedetti in commissione di degustazione, immagine dell'autrice
    Rosaria Benedetti in commissione di degustazione, immagine dell’autrice

    Nonostante qualche spigolosità riscontrata nei rossi e nei frizzanti e la freschezza forse estrema di alcuni campioni di vini bianchi, l’impressione all’assaggio è generalmente molto positiva.

    Il livello qualitativo più elevato spetta ancora ai bianchi fermi seguiti dai macerati, grazie probabilmente al fatto che parecchi tra i produttori di queste tipologie hanno alle spalle consolidate esperienze con le varietà Piwi che necessitano sia nella fase agronomica che in vinificazione di estreme cure e attenzioni

    Per i rossi, benché sia ancora difficile misurare la tenuta temporale delle vinificazioni da varietà resistenti, il buon riscontro in termini degustativi dell’annata 2020 lascia immaginare scenari positivi in casi di parziale invecchiamento.

    La raccolta delle valutazioni sui parametri olfattivi ha messo in luce una costante presenza di toni fruttati dagli agrumi alla frutta esotica cui si aggiungono in percentuale significativa i sentori floreali.

    Alla beva, se la presenza di un retrogusto amaricante spesso incide positivamente sulla piacevolezza gustativa perché ne rafforza la percezione della mineralità, in altri, per altro molto pochi, preclude in parte la bevibilità.

    Batteria di orange wine da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Batteria di orange wine da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

    Dal Trentino   Diadema – Frizzante

    Dal Trentino Diadema - Frizzante Az. Agricola Michele Sartori, immagine da sitoSolaris 100% coltivato a 700 mt di altitudine sulle sponde del Lago di Ledro.

    Una bollicina leggera ed elegante che ben si esprime sia versando il vino limpido sia mettendo in sospensione i lieviti lasciati nella bottiglia.

    La loro fragranza unitamente alle note agrumate e a una mineralità ben espressa invita al sorso vivace, fresco e sapido.

    Un frizzante che sorprende, inedito e gustoso.

    Az. Agricola Michele Sartori www.sartoriorganicfarm.com

     

    Dal Veneto   Oltre – Charmat VSQ Extra Brut 2018

    Cantine Umberto Bortolotti Valdobbiadene, immagine da sito
    Oltre

    Johanniter 55% Bronner 45% prodotto nel cuore del prosecco, a Valdobbiadene.

    Il suo nome indica la ferma volontà di andare “oltre” i protocolli e le certificazioni, per interpretare in chiave nuova l’agricoltura e l’enologia.

    Fiori bianchi, mela, cedro, ricordi di erbe aromatiche e di fiori di sambuco arricchiscono una mineralità ben delineata, mentre la tensione acida rinnova la freschezza del sorso.

    Le varietà resistenti vincono in questo spumante la sfida con il più tradizionale prosecco.

    Cantine Umberto Bortolotti Valdobbiadene www.bortolotti.com

    Dal Trentino   NaranMetodo Classico Extra Brut 2018

    Naran, foto da sito
    Naran

    Affinato sui lieviti per almeno 18 mesi, questo metodo classico ha un residuo zuccherino vicino ai 3gr/l ed è prodotto da uve johanniter 100% coltivate a ca 350 mt in Valle dei Laghi.

    Agrumato e fragrante, con ricordi di mela e di frutta secca, regala un sorso fresco e una tensione gustativa prolungata.

    La nota minerale è rafforzata nel finale dalla delicata presenza del tocco di mandorla della quale ben si percepisce l’elegante aromaticità.

     

    Pravis www.pravis.it

     

    Grafico dei parametri organolettici dei vini frizzanti, foto di Rosaria Benedetti
    Grafico dei parametri organolettici dei vini frizzanti, foto di Rosaria Benedetti

    Dal Friuli   Feltro Bianco 2021 – Vino bianco biologico

    Feltro Bianco, foto da sito
    Feltro Bianco

    Solaris e Bronner in produzione biologica a Villaga (PN) in altitudine compresa tra 10 e 350 m slm. Danno un vino ricco ed espressivo sia all’olfatto che in bocca.

    Le note di frutta fresca e fiori bianchi devono cedere il passo a ricordi di ananas e tocchi speziati.

    Fresco e sapido, sa sorprendere con un sorso elegante dalla mineralità che lo avvicina ai giovani riesling.

    La vinificazione è precisa e accurata come di chi ha ormai acquisito consolidata esperienza con la vinificazione dei Piwi.

    Terre di Ger www.terrediger.it

    Dal Trentino   El Losc 2020 – Vino rosso 13,50% alc

    El Losc, foto da sito
    El Losc

    Da uve termantis 100% coltivate nella valle del Chiese dall’unica cantina esistente nella zona, è un vino di estrema concentrazione.

    Nessuna trasparenza è concessa ad un color porpora vivace; il vino si esprime in tutta la sua succosità, ricco di note fruttate alternate alle spezie, quasi un concentrato di piccoli frutti.

    La tannicità è ardita, ancora non del tutto domata e il sorso si chiude estremamente asciutto.

    Il previsto passaggio in tonneau sarà in grado di ammorbidire le spigolosità di un vino davvero unico.

    Az Agr. Bondaion www.aziendaagricolabondaion.it

    Dalla Lombardia   Rukh 2018 Orange Wine Biologico

    Rusk Nove Lune, foto da sito
    Rusk Nove Lune

    Bronner e johanniter in parti uguali formano il blend di questo bianco macerato prodotto a ca 450 mt in provincia di Bergamo, che fermenta e poi matura in anfora di argilla per molti mesi.

    Vino sottile ed elegante dal tratto agrumato e floreale con ricordi di frutta sciroppata e un inconfondibile tocco di pietra focaia.

    Sapido in bocca, affilato, sfoggia una impercettibile tannicità che prolunga la persistenza.

    Az. Agricola Nove Lune www.nove-lune.com

    Batteria di vini rossi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Batteria di vini rossi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Conclusioni

    La diffusione delle varietà Piwi è aumentata considerevolmente e progressivamente nell’ultimo decennio, soprattutto in alta Italia con nuovi impianti localizzati sia in vicinanza di aree urbane che in altura.

    Due temi rimangono però ancora aperti. In primis quello legislativo: alla Ricerca e alla conoscenza capillare, fondamentali per il consolidamento di un concetto di viticoltura del futuro è indispensabile affiancare normative solide che consentano direttive chiare e adeguate ad una coltivazione della vite ispirata alla sostenibilità. Secondo, quello del rapporto con il consumatore finale: è un dato acquisito per tutti il fatto che l’agricoltura in genere dovrà essere fondata sulla qualità dei prodotti, ma il cliente finale fatica ancora a cambiare la sua percezione nei confronti dell’innovazione genetica.

    Si rende quindi indispensabile rafforzare il rapporto di fiducia tra scienza, agricoltura e consumatori.

    Rosaria Benedetti autrice dell'articolo GIOIA DEL COLLE: GENESI E FUTURO DEL PRIMITIVO 2020 2019, degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Sito fondazione: http://www.piwi-international.de/   www.fmach.it

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023

    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023

    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati.

    Redazione

    Aperte le selezioni per la quarta edizione dell’evento-degustazione che si terrà dal 20 al 22 Maggio 2023 con tante novità e importanti riconferme.

    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati, foto da comunicato stampa, edizione 2022
    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati, foto da comunicato stampa, edizione 2022

    Dopo il successo dello scorso anno, torna la quarta edizione dell’evento-degustazione Best Wine Stars, regalando ancora una volta alla città coinvolgenti occasioni di approfondimento sia per gli esperti che per gli appassionati del settore enogastronomico e dei distillati.

    Per il secondo anno consecutivo, Best Wine Stars avrà luogo presso Palazzo del Ghiaccio, lo splendido edificio in stile Liberty che nel suo inconfondibile parterre di oltre 2400 metri quadrati, ospiterà per tre giorni le oltre 200 aziende selezionate.

    Realizzato da Prodes Italia srl, Best Wine Stars è un progetto annuale che si pone l’obiettivo di proporre un’esperienza esclusiva tra le nuove tendenze, le strategie social e le tecnologie emergenti. La cultura del vino e dei distillati viene, infatti, promossa a 360° grazie alla divulgazione della storia e dell’unicità di ogni singolo prodotto e azienda attraverso vari canali e differenti strategie. L’occasione è quindi un’ottima opportunità per presentarsi al grande pubblico e a tutti gli addetti al settore.

    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023, foto edizione 2022 da comunicato stampa
    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023, foto edizione 2022 da comunicato stampa

    Novità assoluta di quest’edizione, in linea con i trend di mercato che premiano questa categoria, sarà la presenza di un’area bio, interamente dedicata alle aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro mission. Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale e Best Wine Stars vuole rispecchiare le tendenze della nostra contemporaneità e le esigenze del pubblico, proponendo una selezione di eccellenze bio e naturali.

    In seguito all’ottimo riscontro ottenuto nell’edizione precedente, si amplia l’offerta relativa alle aziende internazionali e ai distillati, che rappresentano una nicchia piuttosto forte e molto apprezzata dai consumatori.

    Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale, foto da comunicato stampa edizione 2022
    Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale, foto da comunicato stampa edizione 2022

    Come per le precedenti edizioni, saranno assegnati i Best Wine Stars Awards, importanti riconoscimenti conferiti ai partecipanti al progetto. Quest’anno ci saranno due nuove categorie: Best Spirits e Best Rosè Wine, oltre ai già presenti Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Logo e Best Label.

    I vincitori dei premi Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Spirits e Best Rosè Wine vinceranno la partecipazione gratuita all’edizione 2024, mentre le cantine che si aggiudicheranno Best Logo e Best Label avranno l’opportunità di essere coinvolte come Wine Sponsor in eventi internazionali organizzati da Prodes Italia.

    Le degustazioni guidate durante la manifestazione, edizione 2022, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni guidate durante la manifestazione, edizione 2022, foto da comunicato stampa

    Riconfermato anche per il 2023 il Premio Landini grazie alla partnership tra BWS e il brand italiano appartenente al Gruppo Argo Tractors, che in veste di Main Sponsor, selezionerà la miglior cantina che si aggiudicherà la targa celebrativa e un buono per l’acquisto di un trattore agricolo Landini. Questa collaborazione vuole promuovere l’eccellenza vitivinicola italiana, creando proficue relazioni tra i protagonisti della filiera e incoraggiandone competitività e presenza sul mercato

    “Landini – commenta Mario Danieli, Country Manager Italia di Argo Tractorsè un prestigioso marchio dell’industria italiana, simbolo del Made in Italy e di quella eccellenza riconosciuta anche al di fuori dei confini nazionali, come sinonimo di qualità. Valori che facilmente troviamo nei vini italiani, da sempre apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. Come i produttori coltivano e curano con dedizione, professionalità e passione le uve per creare vini d’eccellenza, allo stesso modo noi investiamo, ricerchiamo e lavoriamo per proporre sul mercato dei prodotti sempre più competitivi, efficienti e tecnologici”.

    “In tal senso – aggiunge Danieliil nostro gruppo abbraccia questa manifestazione e i suoi protagonisti, sottolineando la naturale vicinanza a questo comparto grazie anche alla tecnologia dei nostri trattori specialistici, tecnologia che migliora ed ottimizza il lavoro nei vigneti. Argo Tractors è da anni impegnata nell’innovazione, grazie ai forti investimenti nel settore ricerca e sviluppo e al contempo coltiva la passione per il lavoro in agricoltura con una particolare attenzione al fattore umano”.

    Il pubblico in degustazione dei vini alla manifestazione 2022, foto da comunicato stampa
    Il pubblico in degustazione dei vini alla manifestazione 2022, foto da comunicato stampa

    Best Wine Stars, inoltre, è lieta di annunciare un’altra importante novità: la partnership con Iron 3, azienda specializzata in organizzazione di eventi, gestione di business contacts, realizzazione incontri B2B tra aziende vinicole e buyer esteri.
    In quasi dieci anni di attività, Iron3 ha sviluppato il know-how e le competenze necessarie all’organizzazione di vari tipi di eventi e manifestazioni di promozione del vino italiano all’estero, proponendo un servizio completo d’alta qualità, con personale qualificato, attività informativa e di ricerca, conoscenza del mercato.

    Punto fermo della manifestazione rimangono le masterclass, momenti di approfondimento organizzati in collaborazione con la sommelier e winewriter Adua Villa affiancata da un team di relatori di eccellenza, che nel corso degli anni hanno acquisito sempre più prestigio. Dodici in totale, le masterclass si divideranno tra verticali, incentrate su una singola azienda che verrà raccontata attraverso le degustazioni delle etichette più prestigiose, e di gruppo, che coinvolgeranno diverse aziende su differenti tematiche quali ad esempio il terroir, vinificazione, stile e tendenze.

    A seguito dell’evento le etichette delle aziende partecipanti saranno in vendita sulla piattaforma e-commerce www.bestwinestars.com.

    COMPANY PROFILE

    Best Wine Stars è un’iniziativa del gruppo Prodes Italia, che opera da anni nel settore dell’alta gioielleria, del design e dell’arte. Fondatore dell’evento annuale consolidato ormai negli anni Artistar Jewels, Prodes Italia rispecchia in questo nuovo progetto la medesima unicità e stile. Nel 2019 la società ha realizzato la prima edizione della Milano Jewelry Week, La Week Milanese che celebra la storia, la tradizione e l’innovazione dell’affascinante mondo del gioiello internazionale.

    Per candidarsi inviare una mail a: info@bestwinestars.com

    BEST WINE STARS

    20 / 21 / 22 Maggio 2023 – Palazzo del Ghiaccio – Milano
    info@bestwinestars.com
    www.bestwinestars.com
    Instagram Best Wine Stars: @bestwinestars
    Facebook Best Wine Stars: https://www.facebook.com/BestWineStars/

    Informazioni generali

    ORARI AL PUBBLICO
    Sabato: dalle 12:00 alle 21:00
    Domenica: dalle 12:00 alle 21:00
    Lunedì: dalle 12:00 alle 21:00
    INGRESSO: 25 euro – Open Tasting + Wine Glass

    Da comunicato stampa


    Sito evento: http://www.bestwinestars.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.prodesitalia.com/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023

    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023

    Degustazioni, Consulenza, formazione, innovazione, PARTESA A HOSPITALITY Disegna il futuro del Fuoricasa

    Redazione

    Dal 6 al 9 febbraio Partesa partecipa a Hospitality con due stand e un ricco programma di incontri, masterclass e degustazioni di birra e vino, tra novità ed eccellenze dall’Italia e dal mondo capaci di intercettare nuove abitudini e gusti in continua evoluzione. E dedica due corner per scoprire servizi digitali, consulenza e formazione per costruire business solidi e vincere le nuove sfide del mercato.

    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023, foto da comunicato stampa di Alessandro Rossi
    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023, foto da comunicato stampa di Alessandro Rossi

     Dove e quando?

    6 – 9 febbraio 2023 Hospitality – Quartiere Fieristico Riva del Garda Padiglione C3, Stand F01 e F04

    Degustazioni, incontri, consulenza, formazione, servizi digitali: Partesa, azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., inaugura il 2023 aprendo una finestra sul futuro del fuoricasa a Hospitality, la più completa fiera italiana B2B dedicata al settore dell’ospitalità e della ristorazione, in programma dal 6 al 9 febbraio 2023 presso il Quartiere Fieristico di Riva del Garda.

    Partesa sarà presente con due stand, uno dedicato alla birra e uno al vino, due protagonisti assoluti del suo portfolio di oltre 8.000 referenze di qualità (birra, vino e spirits in primis, ma anche acqua, soft drink e snack), variegato e in continua evoluzione per intercettare sempre nuovi gusti, tendenze e abitudini di consumo fuoricasa.

    BIRRA. Riflettori puntati sulla birra allo stand C3 – F01, dotato di un impianto con 18 spine, frigovetrine con le referenze del Gruppo, insieme a un cellar e il Blade firmato Partesa.

    All’assaggio specialità da tutto il mondo (dalla siciliana Messina Cristalli di Sale alle californiane di Lagunitas), le ultime novità, come Heineken Silver, e un’anteprima 2023: Ichnusa Ambra Limpida (5% alc. vol.), lager dal gusto fresco, aroma intenso e una nota di morbidezza data dall’aggiunta di riso coltivato in Sardegna, che, lanciata a fine dicembre solo alla spina nei locali sardi, nelle prossime settimane sbarcherà nel “Continente” anche in bottiglia.

    Non solo, Partesa organizzerà ben sei degustazioni (due al giorno, alle 12.00 e alle 16.00) guidate dai mastri birrai e dagli esperti Partesa, per scoprire storia, caratteristiche, abbinamenti e consigli per un servizio sempre perfetto:

    si inizia lunedì 6 con Ichnusa Ambra Limpida, martedì 7 sarà la volta delle referenze del birrificio brianzolo Hibu, che ha saputo distinguersi per qualità, creatività e una buona dose ironia che anima anche i personaggi che popolano le sue etichette, mentre mercoledì 8 riflettori puntati su Beavertown, il birrificio londinese dallo spirito rock fondato da Logan Plant, figlio del leggendario frontman dei Led Zeppelin.

    VINO

    Anche lo stand dedicato al vino (C3 – F04) propone un vero e proprio viaggio in assaggi tra le eccellenze delle cantine italiane ed europee partner di Partesa, tutte da gustare e condividere sui social, dove Partesa per il Vino è recentemente sbarcata con la nuova pagina Instagram Partesa For Wine. Un focus particolare sarà dedicato al Veneto: ogni pomeriggio, dalle 12.00 alle 16.00, lo stand di Partesa accoglierà infatti i patron di tre diverse cantine del territorio, che stapperanno bottiglie speciali mentre raccontano le loro storie, terre e produzioni.

    Si inizia il 6 con Roeno, storica azienda agricola fondata da Rolando Fugatti negli Anni Sessanta, quindi il 7 con Gorgo, che con il suo stile moderno, eclettico e versatile ha conquistato i palati di Italia, Europa e Stati Uniti, e infine l’8 con Ca’ Rugate, che attraverso quattro generazioni ha firmato un secolo di storia del Vino in Italia.

    Non solo: in programma, presso la Sala Convegni, anche tre masterclass curate da Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa, che offrirà uno sguardo privilegiato sui vini Bianchi (lunedì 6 alle 11.00), sulle Bollicine (lunedì 6 alle 15.00) e sui Rossi (martedì 7 alle 11.00).

    Ichnusa Ambra Limpida della Gamma Partesa, foto da comunicato stampa
    Ichnusa Ambra Limpida della Gamma Partesa, foto da comunicato stampa

    FORMAZIONE & INNOVAZIONE

    Ma non solo degustazioni. Perché, oltre all’ampio portfolio, l’elevata efficienza logistica e la consulenza personalizzata, a distinguere Partesa sono la sua attenzione alla formazione continua e la sua attitudine all’innovazione che i visitatori di Hospitality potranno scoprire e approfondire nei due corner dedicati.

    Il primo ospita Università della Birra, l’innovativo hub di formazione professionale promosso da HEINEKEN Italia, che offre ai dipendenti del Gruppo e ai professionisti del fuoricasa un ricco programma di corsi (in aula e online) per approfondire la cultura di prodotto e per costruire e consolidare le proprie competenze in ambito commerciale, manageriale e digitale.

    Il secondo corner è invece dedicato a Partesa per Te, la piattaforma digitale, disponibile come app per smartphone e tablet, frutto dei costanti investimenti di Partesa in una digitalizzazione al servizio delle persone, che rende più veloci ed efficienti le operazioni di routine e permette di dedicare più tempo di qualità e risorse allo sviluppo della propria attività.

    Tramite l’app Partesa per Te, infatti, i gestori dei locali possono in ogni momento consultare il catalogo prodotti, valutare offerte mensili e promozioni dedicate, fare ordini in pochi click (anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale), consultare e gestire i documenti amministrativi, e, in caso di necessità, contattare il servizio di assistenza via chat, dove a rispondere non è una chatbot, ma il team Sales Support, appositamente formato per fornire un supporto rapido, diretto e personalizzato.

    Massimo Reggiani, AD di Partesa, foto da comunicato stampa
    Massimo Reggiani, AD di Partesa, foto da comunicato stampa

    «Nonostante le criticità degli ultimi mesi, il settore Ho.Re.Ca. inizia il 2023 con una forte volontà di ricominciare a crescere. Il contesto è indubbiamente sfidante e, mai come prima d’ora, richiede ai gestori dei locali di comprendere il nuovo pubblico di consumatori, intercettandone gusti e abitudini, e di confrontarsi con le nuove frontiere aperte dal digitale – spiega Massimo Reggiani, AD di Partesa.

    Un compito difficile, nel quale vogliamo affiancare i professionisti del fuoricasa non solo come distributore, con un ampio portfolio di referenze e un servizio logistico capillare ed efficiente, ma anche e soprattutto come partner, offrendo consulenza personalizzata, formazione continua, servizi e tecnologie innovative. In poche parole: tutti gli strumenti necessari per costruire, insieme, attività più solide e un futuro di crescita».

    Beavertown Gammay Ray di partesa, foto da comunicato stampa
    Beavertown Gammay Ray di partesa, foto da comunicato stampa

    PARTESA è una società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca.
    Attiva da 34 anni, oggi opera in 13 regioni con 40 depositi, impiega circa 1.000 persone e conta oltre 42.000 clienti, a cui offre un ampio portfolio di prodotti di qualità (oltre 8.000 referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food), nonché efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business.

    Partesa è parte del Gruppo HEINEKEN Italia.

    Da comunicato stampa


    Sito Azienda: https://www.partesa.it/

    Sito ufficio stampa: https://www.fruitecom.it/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini

    Lo zafferano, stress e sbalzi d’umore, regoliamo?

    Di Carol Agostini

    Una spezia

    Lo zafferano è una spezia pregiata con un aroma e gusto inconfondibili, utilizzata per colorare e valorizzare varie pietanze. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che lo zafferano, o Crocus sativus, è un vero nutraceutico, ovvero un alimento-farmaco che ha proprietà benefiche per la salute umana.

    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi

    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi, foto da internet
    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi, foto da internet

     Origini

    La pianta è originaria di Iran e Afghanistan e viene coltivata in tutta Italia principalmente in Abruzzo, Marche, Toscana e Sardegna, dove nel 2009 è stata riconosciuta la certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta), non a caso il nome del promontorio sardo Capo Teulada significa “Capo Zafferano“, dove la coltivazione dello Zafferano risale ai tempi dei Fenici ed è attualmente stimata in una superficie coltivata di circa 35 ettari, dei 45 coltivati in totale in tutta Italia.

    Riproduzione pianta

    Riproduzione della pianta, foto da internet
    Riproduzione della pianta, foto da internet

    La pianta si riproduce solo tramite clonazione dei “bulbi-figli” e la droga, ovvero la parte della pianta con proprietà officinali, sono gli stimmi, ovvero la parte femminile del fiore( insieme a ovario e stilo).

    Il nome Zafferano deriva dall’arabo “Za’feràn“, termine che indica il colore giallo-oro che questa spezia conferisce alle pietanze, e già nella tradizione popolare araba lo Zafferano era utilizzato come rimedio per tanti disturbi.

    Gli stimmi, dal colore rosso-arancio acceso, sono raccolti a mano durante la fioritura e successivamente essiccati per essere utilizzati come spezia o per estrarre i principi attivi. Gli stimmi di zafferano contengono crocina, crocetina e safranale, sostanze con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, anti-stress e anti-depressive.

    Zafferano, coltivazione effimera – lo si può coltivare nello stesso campo solo per 4 o 5 anni consecutivi. La rosa dello zafferano esaurisce la terra in cui viene coltivata. Trascorso questo periodo è necessario attendere almeno un decennio per riprogettare lo zafferano. In questo tempo di attesa, gli agricoltori approfittano del terreno per altre colture.

    La raccolta

    La raccolta dei fiori e degli stimmi, foto da internet
    La raccolta dei fiori e degli stimmi, foto da internet

    I bulbo-tuberi cormi, si interrano alla fine di agosto e l’aiuto della pioggia si provvederà a favorire il loro ciclo vitale con lo sviluppo delle radici e delle sottili foglie molto strette e allungate, quasi fossero dei sottili fili di erba, color verde intenso, riunite in ciuffi da una guaina, al centro della quale spuntano i fiori maestosi, solitamente da 3 a 5 per ciascun bulbo, secondo la sua grossezza.

    Ogni bulbo produce anche i bulbi secondari, o bulbilli, piccoli “bulbi-figli” che servono autenticamente alla riproduzione: la pianta è sterile, in quanto la sua struttura genetica la rende incapace di produrre semi.

    La raccolta dei fiori avviene nei mesi di ottobre e novembre a seconda del luogo di produzione, e da ciascun fiore, colto all’alba esclusivamente a mano, con un processo lento e delicato si asportano i tre stimmi.

    Da consuetudine sarda si ungono le dita con olio extravergine di oliva, dopo di che vengono posti a seccare rapidamente vicino a una fonte di calore moderata per evitare processi di fermentazione o di decomposizione ma deve comunque mantenersi elastico.

    Proprio la necessità di utilizzare moltissima manodopera per la sua raccolta rende questa spezia unica e costosa, ma ricordo che il suo uso culinario è reso accessibile a tutti poiché si impiega una minima quantità per una grande resa, grazie all’alta concentrazione delle sue sostanze aromatiche.

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet
    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet

    È con l’essiccazione e il calore che gli stimmi, inodori e insapori da freschi, generano le sostanze organolettiche caratteristiche, utilizzate in campo gastronomico, come eupeptico per stimolare le funzioni digestive, e come fonte di salute e bellezza per l’alto potere antiossidante come accennato poc’anzi, utile come coadiuvante per contrastare alcune malattie.

    Questa pianta ha la necessità di un terreno argilloso e ricco di nutritivi e di un clima piovoso in primavera e secco in estate.

    Studi clinici, attività biologica

    Gli stimmi, foto da internet
    Gli stimmi, foto da internet

    Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo di estratti di zafferano può aiutare a migliorare l’umore e a ridurre i sintomi di depressione e ansia. Inoltre, l’uso di zafferano può anche aiutare a migliorare la qualità del sonno, aumentare la libido e migliorare la funzione cognitiva.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito lo Zafferano fra le monografie delle piante officinali: “Stigma Croci” (cioè gli Stimmi del Croco, in latino) si raccontano le proprietà biologiche e gli usi medicinali.

    E’ importante scegliere solo quello di qualità per avere la certezza di beneficiare delle sue proprietà.

    L’utilizzo di quello contraffatto o di bassa qualità, infatti, può essere dannoso per la salute e non avere gli stessi effetti benefici.

    Inoltre, l’utilizzo di integratori a base dell’oro rosso può interagire con alcuni farmaci, come gli antidepressivi, e pertanto è sempre importante informare il proprio medico prima di utilizzarli.

    La moderna letteratura scientifica riconosce agli stimmi essiccati la presenza di oltre 150 sostanze aromatiche e volatili, fra le quali spicca l’alta percentuale di carotenoidi dall’alto potere antiossidante, come licopene, zeaxantina, crocetina, picrocrocina, crocina, responsabile quest’ultima del colore giallo-oro conferito alle pietanze, e safranale, che conferisce la tipica fragranza olfattiva.

    La bellezza del Safron, foto da internet
    La bellezza del Safron, foto da internet

    Costituenti chimici
    • Glicosidi: crocina, picrocrocina;
    • Olio essenziale;
    • Coloranti;
    • Carotenoidi;
    • Licopene.

    Da tenere a mente che il safranale e la crocina, oltre alle loro peculiari proprietà organolettiche, favoriscono l’incremento dei neurotrasmettitori cerebrali serotonina e dopamina, responsabili del tono dell’umore, e la cui carenza può essere da stati ansiosi e depressivi che possono causare ansietà, angoscia, inquietudine.
    Una maggiore presenza di serotonina e dopamina può favorire un normale tono dell’umore, contrastare l’eccessiva tensione nervosa e i disturbi causati dallo stress, e mitigare i sintomi tipici della sindrome premestruale come sbalzi di umore e irritabilità delle donne affette.

    Sequenza di infusione, foto di Carol Agostini
    Sequenza di infusione, foto di Carol Agostini

    Le proprietà antiossidanti e anti-radicali liberi esercitano un’azione protettiva nei confronti delle cellule, sono vantaggiose per migliorare la circolazione sanguigna, stimolare la memoria e le capacità di apprendimento.
    Ciò viene associata all’azione afrodisiaca dello zafferano, per una probabile migliore irrorazione delle aree genitali, che ne aumenta la sensibilità, azione supportata anche dallo stimolo sulle ghiandole surrenali che producono ormoni, come cortisolo e adrenalina, che regolano e tonificano l’attività sessuale.

    Il licopene e zeaxantina costituiscono un alimento utile per proteggere la vista, in particolare la zona della retina chiamata macula.

    Infusione dell'oro rosso per creare un infuso benefico, foto di carol Agostini
    Infusione dell’oro rosso per creare un infuso benefico, foto di carol Agostini

    L’infuso di Zafferano può lenire le infiammazioni del cavo orale, infatti era utilizzato per strofinare le gengive dolenti e infiammate dei bambini, durante la prima dentizione, spesso miscelato al miele.
    Questa spezia può essere utilizzata anche in cosmesi per migliorare lo stato della pelle, renderla più luminosa e dorata, e in particolare per le pelli acneiche.

    Carol Agostini nell'esecuzione di un dolce a base di zafferano
    Carol Agostini nell’esecuzione di un dolce a base di zafferano

    Dosaggio

    Un’altra cosa importante da considerare è il giusto dosaggio di zafferano, in quanto l’abuso eccessivo può causare effetti collaterali come nausea, vomito, diarrea e irritazione gastrica.
    L’impiego di zafferano durante la gravidanza e l’allattamento deve essere evitato, in quanto non ci sono abbastanza informazioni sulla sicurezza dell’utilizzo di zafferano in questi periodi.

    Da tenere a mente che questa spezia non deve sostituire una terapia medica per la depressione o l’ansia, ma accostata come integratore per migliorare l’effetto del trattamento. Inoltre, non deve essere usato come unico metodo per trattare disturbi dell’umore o problemi di salute. È sempre importante seguire una dieta equilibrata e uno stile di vita sano per ottenere i migliori benefici per la salute.

    E’ sempre importante acquistare zafferano da fonti affidabili e verificare che sia stato coltivato e lavorato in modo sostenibile e che sia stato certificato come DOP. Ciò garantirà che si stia acquistando zafferano di qualità e che si stia sostenendo i coltivatori locali.

    Riprese per alcune ricette a base di zafferano, in video Carol Agostini
    Riprese per alcune ricette a base di zafferano, in video Carol Agostini

    Ci sono altri modi per beneficiare degli effetti positivi della spezia in questione oltre al consumo alimentare. Ad esempio, ci sono creme e lozioni con estratto di zafferano che possono essere utilizzate per trattare la pelle secca o irritata, o per migliorare l’aspetto dei capelli. Anche l’utilizzo di oli essenziali di zafferano è stato dimostrato avere effetti positivi sull’umore e sullo stress.

    La preparazione di tisane e decotti può essere un modo semplice ed efficace per beneficiare delle sue proprietà, resta importante seguire le istruzioni di preparazione per evitare di utilizzare una quantità eccessiva di zafferano e causare effetti collaterali.
    Avvertenze

    La dose massima giornaliera di zafferano che si può assumere è di 1,5 g., le controindicazioni riguardano solo l’abuso di quantità molto elevate: a dosaggi eccessivi lo Zafferano è nocivo in gravidanza, perché può indurre contrazioni uterine, fino a divenire abortivo (10 grammi). Una dose di 20 grammi può essere potenzialmente mortale.

    Effetti collaterali

    Il Sovra-dosaggio comporta sintomi quali: vertigini, torpore e sanguinamento da riduzione del numero di piastrine ( porpora, enterorragia, ematuria), vomito, coliche intestinali di varia gravità, sanguinamento uterino, ingiallimento della cute e delle mucose e paralisi centrale, aborti.
    In alcuni casi è stato curato il sovra-dosaggio con la somministrazione di carbone attivo o lavanda gastrica.

    Il fiore aperto con i tre stimmi, foto da internet
    Il fiore aperto con i tre stimmi, foto da internet

    In Omeopatia

    E’ giunta la notizia delle sua attività dimagrante, esercitata attraverso la riduzione dell’appetito e mediante l’aumento del senso di sazietà, questo ha comportato l’invasione in commercio di molteplici integratori alimentari. Ad ogni modo, per confermare i risultati preliminari ad oggi ottenuti, dovrebbero essere condotti ulteriori e più approfonditi studi clinici.
    Sempre in omeopatia si usa questa spezia come detto prima per i trattamenti di epistassi, dismenorrea, mestruazioni emorragiche e isteria.

    Cenni storici

    Già da tempi remoti le proprietà di questa spezia erano note: si trovano citazioni nei papiri egiziani, nell’Iliade e nel Cantico dei Cantici.

    Nel Medioevo e nel Rinascimento si riteneva che lo Zafferano fosse una toccasana per qualsiasi malanno; ingrediente per preparare unguenti per la salute e la bellezza della pelle, per tingere di giallo-arancio brillante i tessuti più pregiati, consuetudine diffusa anche in India, Cina, Tibet per tingere le tuniche dei monaci Indù e Buddisti, mentre i Persiani, i Greci e i Romani ne individuavano già allora le proprietà afrodisiache, convinti che risvegliasse il desiderio e l’energia sessuale.

    Anche la Medicina Ayurvedica, antica medicina tradizionale indiana, lo espone fra le piante considerate contemporaneamente alimento e farmaco, ritenendolo in grado di curare depressioni, essere uno stimolatore per vari aspetti e situazioni, essere afrodisiaco come abbiamo accennato prima e regolatore antispasmodico del sistema ormonale femminile ed emmenagoghe.

    Nella medicina cinese, invece, è somministrato nelle patologie di menorragia, amenorrea, bronchiti, mal di gola, febbre e vomito.

    Il risotto al nero di seppia con mousse di zafferano ed erba cipollina, piatto eseguito da Carol Agostini
    Il risotto al nero di seppia con mousse di zafferano ed erba cipollina, piatto eseguito da Carol Agostini

    In cucina

    E’ una pianta usata in ambito culinario, con benefici digestivi. Infatti, assunto a piccole dosi è in grado di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, favorendo, in questo modo, la digestione.
    Per quanto riguarda l’impiego in cucina, può essere usato per insaporire risotti, zuppe, carni, pesce e molti altri piatti. Quello in polvere deve essere conservato in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di luce e di calore, mentre gli stimmi essiccati possono essere conservati in un contenitore ermetico per alcuni mesi.

    Curiosità e miti sullo zafferano

    Per la nascita dello zafferano gli antichi greci avevano creato addirittura due miti, tutte e due legati alla figura di Croco (che è diventato il nome tecnico del fiore dello zafferano) e questo la dice lunga sull’importanza che rivestiva anche in passato.

    Il primo riguarda un amore tra lo stesso Croco e una ninfa avversato dagli dei che trasformarono Croco in questo prezioso fiore.

    La seconda vuole che Mercurio per errore colpì Croco con un fulmine e per ricordare l’amico tinse i pistilli del fiore con il suo sangue. Conosciamo le sue origini antiche, è citato anche nell’Antico Testamento ed è presente in alcuni papiri Egizi.

    Un dolce con mousse di zafferano eseguito da Carol Agostini
    Un dolce con mousse di zafferano eseguito da Carol Agostini

    Pare che il fiore proveniente dall’India e sia stato introdotto in Spagna dai conquistatori arabi. Fu un monaco dell’inquisizione a introdurlo in Italia e qui la sua coltura si è sviluppata soprattutto nelle regioni del centro, grazie a viaggiatori e pellegrini e grazie alla tipologia del terreno e clima.

    Attualmente i principali paesi europei produttori sono la Spagna, la Grecia e l’Italia appunto, dove si ottiene l’oro rosso più pregiato.

    Per produrre 1 kg di spezia sono necessari 100.000 fiori, che occupano circa un ettaro di terreno e più di 400 ore di manodopera.

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet
    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet

    Amato in tutto il mondo come spezia trova un grande sostenitore in Enrico VIII d’Inghilterra. Il re in quel momento considerava l’oro rosso una straordinaria rarità e doveva essere curato e rispettato fino all’estremo. Pertanto, proibì alle donne di usarlo per tingere i capelli e gli uomini a fare lo stesso con le loro vesti. Inoltre, ordinò l’esecuzione di cittadini del suo regno che osarono adulterarlo.

    Curcuma e zafferano differenza? – Sono la stessa cosa? Assolutamente no. La riproduzione dello zafferano deriva dal bulbo, come scritto in precedenza non ha semi. La sua coltivazione inizia con l’impianto di una madre bulbo, che genererà nuovi bulbi.

    Mentre, la curcuma, a volte usata come sostituto dello zafferano o adulterato quando presentata come una polvere, viene riprodotta dai semi. Chi vuole piantare questa spezia pregiata dovrà comprare solo i bulbi dello zafferano.

    Un luogo preciso in suo onore – Saffron Walden, una cittadina di oltre 15 mila abitanti della contea dell’Essex, in Inghilterra, prende appunto il nome dalla spezia (in inglese zafferano si dice saffron) in quanto è il centro del commercio inglese di esso.

    Crema allo zafferano eseguita da Carol Agostini
    Crema allo zafferano eseguita da Carol Agostini

    Quanto fa bene? – Il famoso dottore Avicenna lo raccomanda nei suoi libri di medicina. Nei suoi diversi trattati e scritti, appare come un antidoto contro tante malattie. Tra le altre proprietà, Avicenna ha parlato della capacità di migliorare la circolazione sanguigna e la respirazione.

    Alessandro Magno si lavava i capelli nello zafferano per mantenerne il vivace colore arancione lucido e senza badare a spese perché, all’epoca, era raro come i diamanti e più costoso dell’oro.

    Anche la regina Cleopatra lo usava come crema di bellezza, per dare un colore dorato alla sua pelle, per tingere le guance, le unghie e i capelli, aggiungendolo spesso a bagni, ungenti e oli.

    A Roma era un vero status symbol, nelle domus più ricche i commensali sedevano sui cuscini riempiti di petali di zafferano, mentre la polvere di zafferano cadeva sui convitati che sorseggiavano vino mescolato a stimmi di zafferano.

    Era una spezia talmente tanto esclusiva che nel Medioevo, le adulterazioni dello zafferano erano punite con la morte e chiunque veniva sorpreso a farlo con ingredienti meno pregiati veniva bruciato o sepolto vivo con il suo prodotto illegale.

    Simbolo e auspicio di felicità coniugale,ancora oggi in Oriente si usa regalarlo come augurio di lunga vita poiché evoca calore, energia, benessere.

    Oggi è l’Iran che fornisce il 90% della quantità a livello mondiale, ma in Italia lo troviamo in tutte le regioni, specialmente in Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, Toscana, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Marche, ed è oggi molto conosciuto, apprezzato e utilizzato in mille occasioni anche se, sentendolo nominare, pensiamo immediatamente al Risotto allo zafferano, la cui origine è davvero curiosa.

    Leggende e…

    Secondo la leggenda si narra di un cuoco abruzzese emigrato a Milano dove aveva aperto una piccola osteria ma, costretto a servire solo grandi piatti di riso lesso, in un periodo di carestia, vi aggiunse un po’ di polvere di zafferano ricevuto in pagamento da un pittore spiantato che non aveva soldi per pagare il pasta consumato. I clienti ne furono entusiasti e il cuoco divenne ricco e famoso.

    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Tuttavia, la più accreditata racconta che sempre a Milano, verso la fine del 1300, quando si lavorava alla costruzione del Duomo e un maestro vetraio belga, un certo Valerio di Fiandra, incaricato per la realizzazione di alcune vetrate, aveva portato un giovane di grande bravura, soprannominato Zafferano, che usava aggiungere un pizzico di questa spezia all’impasto preparato dei colori, per renderli più luminosi.

    Il giovane, dopo anni di sopportazione poiché Valerio di Fiandra si divertiva a dirgli che prima o poi avrebbe finito per mettere l’oro rosso anche nel riso, proprio durante i festeggiamenti organizzato per il matrimonio della figlia del maestro vetraio, decide di escogitare uno scherzo e, con la complicità del cuoco, colora il risotto preparato per il pranzo di nozze con la polvere gialla.

    Alla vista dell’eccentrica portata, tutti i commensali assaggiano e consumano di buon gusto: la beffa non era andata a buon fine, ma il giovane Zafferano aveva creato una delle più prelibate ricette gastronomiche italiane.

    Il suo aroma così avvolgente diverta determinante n tante ricette a base di pesce, carni, cereali, verdure, legumi e per la pasticceria e non solo.

    Sua Maestà lo zafferano, un vero toccasana dall’aroma unico ed inebriante, una spezia d’eccellenza, dalle molteplici utilizzazioni della quale ormai non sappiamo più fare a meno.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Valtellina, Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023

    Valtellina, Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023

    Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023 nella splendida Valtellina

    Di Carol Agostini

    Intro

    Un ringraziamento speciale a Michele Pompucci per la sua determinazione, impresa e bontà, grazie per il regalo goloso che mi hai fatto, con tanta stima!

    Michele Pompucci, foto da internet
    Michele Pompucci, foto da internet

    L’azienda Dolci del Forno di Michele Pompucci, utilizzando ingredienti locali e tradizionali, crea biscotti di alta qualità che riflettono la storia e la cultura della Valtellina. Inoltre, la Valtellina è una destinazione turistica molto popolare sia per gli sport invernali che per quelli estivi, come escursioni e mountain bike, famosa per le sue specialità gastronomiche come i formaggi, i salumi e i vini, tra cui il famoso Inferno, Sassella e Grumello, entrambi ottenuti dal vitigno Nebbiolo.

    Basìn de Sundri

    L’azienda è conosciuta per i suoi biscotti Basìn de Sundri, che sono prodotti con ingredienti locali e tradizionali, una specialità gastronomica della Valtellina, originaria dell’800. Inizialmente erano una versione economica della bisciola, un tipico pane dolce valtellinese con fichi secchi e noci, ma con forma e peso ridotti.

    Gli ingredienti erano poveri, ma solo dopo la prima guerra mondiale vengono prodotti come biscotti secchi da pasticceria. Non riscontrando successo commerciale i basìn de Sundri sono stati accantonati per decenni.

    Basin de Sundri di Michele Pompucci, biscotti valtellinesi, foto da sito
    Basin de Sundri di Michele Pompucci, biscotti valtellinesi, foto da sito

    E’ solo negli ultimi anni che la ricetta originale è stata recuperata da Michele Pompucci, un fornaio di Sondrio, che ha arricchito gli ingredienti ai gusti odierni e registrato il prodotto e il marchio. La passione per le preparazioni artigianali e tipiche ha spinto appunto Michele a dedicarsi alla creazione dei famosi Basìn de Sundri, dedicando tempo e selezionando le materie prime per ottenere un prodotto dal sapore unico, tanto da registrarne nome e ingredienti per salvaguardare il più possibile un dolce tradizionale che ormai era andato perduto.

    Michele che ho conosciuto personalmente, usa solo ingredienti di alta qualità, come farina di grano tenero, burro di qualità superiore e noci locali, per creare i Basìn de Sundri, fatti a mano, con metodi tradizionali, per garantire che il gusto e la qualità siano sempre eccezionali.

    Biscutin al lac de cavra di Michele Pompucci, Valtellina, foto da sito
    Biscutin al lac de cavra di Michele Pompucci, Valtellina, foto da sito

    Storia e tradizione

    Il suo forno si dedica alla promozione della cultura e della tradizione valtellinese attraverso i suoi prodotti, per permettere ai consumatori di assaporare un pezzo della storia e della cultura della regione.

    Il laboratorio artigianale di pasticceria della Famiglia Pompucci è un’azienda con una lunga tradizione di oltre 3 generazioni, legata alla cultura della Valtellina. La famiglia ha sempre cercato di tramandare e recuperare le ricette tradizionali delle valli, le materie prime locali più impiegate sono: la segale, le noci, i fichi, il miele, la grappa di montagna e il burro d’alpeggio.

    Biscotti di solo saraceno della Valtellina, foto da sito
    Biscotti di solo saraceno della Valtellina, foto da sito

    Michele Pompucci, utilizzando moderni macchinari, non rinuncia ad affiancare ad essi utensili più artigianali, per garantire che ogni singolo prodotto di pasticceria sia realizzato con passione e amore. Ciò rende i Basìn de Sundri unici, poiché la manualità nei dosaggi e nella lavorazione fa sì che non ve ne sia uno identico ad un altro, come avverrebbe se venissero utilizzati sistemi di produzione industrializzati.

    Prodotti

    La Bisciola valtellinese di Michele Pompucci, foto da sito
    La Bisciola valtellinese di Michele Pompucci, foto da sito

    Altro prodotto tipico prodotto nel forno di Michele è la bisciola valtellinese sempre un dolce della regione, che si può trovare soprattutto durante il periodo natalizio, ma non solo.

    La leggenda narra che sia stata creata durante il passaggio di Napoleone in Valtellina, ma in realtà non ci sono prove storiche che lo confermano e si ritiene che sia stata creata in tempi più antichi dalle popolazioni povere del territorio, per creare una pietanza dolce per le feste usando pochi ingredienti che si conservavano durante il periodo invernale.

    La bisciola odierna è diventata un dolce da pasticceria a tutti gli effetti e, in particolare, la bisciola del Forno di Michele Pompucci è arricchita con eccellenti materie prime del territorio, come uova, burro e grappa, per garantire un sapore unico e autentico.

    Bitto

    Carol Agostini in visita al Centro del Bitto Storico Ribelle
    Carol Agostini in visita al Centro del Bitto Storico Ribelle

    Il Bitto è un formaggio tipico della Valtellina, a pasta dura, a stagionatura lunga, che viene prodotto con latte crudo di vacche della razza Valtellina, che pascolano nei pascoli alpini della zona. Il Bitto è conosciuto per la sua lunga stagionatura, che può durare fino a 10 anni, e per il suo gusto intenso e complesso. Il Bitto è stato riconosciuto come prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) dall’Unione Europea.

    Centro del Bitto di Gerola Alta, con una Casèra di stagionatura vero e proprio fiore all’occhiello del territorio
    Centro del Bitto di Gerola Alta, con una Casèra di stagionatura vero e proprio fiore all’occhiello del territorio

    Bresaola

    La bresaola valtellinese è un prodotto tipico della regione della Valtellina, in Lombardia, Italia. E’ un insaccato crudo di carne di manzo, che viene stagionato per alcune settimane o mesi, in modo da conferirgli un sapore unico e intenso. La bresaola valtellinese è un prodotto di qualità elevata, ottenuta solo con carne di manzo di qualità superiore e stagionato con sale e spezie naturali.

    La produzione di Bresaola valtellinese è riservata esclusivamente ai produttori delle valli di Sondrio, Bormio, Morbegno, Sondalo, Tirano e Valchiavenna. La preparazione prevede l’utilizzo solo di carni magre di manzo, l’utilizzo di spezie naturali e l’affumicatura per conferire al prodotto un aroma particolare.
    La Bresaola Valtellinese è un prodotto DOP, il suo gusto intenso e delicato, il suo aroma caratteristico e la sua consistenza morbida e leggermente

    Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi
    Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi

    I piatti tipici della Valtellina includono:

    • Pizzoccheri, una pasta fatta di farina di grano saraceno e farina bianca, condita con burro fuso, formaggio bitto e verze
    • Bresaola, un insaccato di carne di manzo essiccato e stagionato
    • Sciatt, frittelle di formaggio bitto o di fontina

    • Pizzoccheri (o gnocchetti) di Chiavenna, in alcune zone della Valtellina, con la parola “pizzoccheri” si intendono gli gnocchetti di Chiavenna, preparati con farina di frumento e pane secco ammollato nel latte. Sono accompagnati da patate e cosparsi di formaggio.
    • Taroz da purè di patate, fagioli e fagiolini conditi con burro e formaggio locale
    • Polenta taragna, una polenta preparata con un misto di farina di mais e di grano saraceno
    • Formaggi locali come il bitto, il casera e lo strachitunt.

    La felicità di avere la Valtellina in un piatto tipico
    La felicità di avere la Valtellina in un piatto tipico

    La Valtellina e i muretti a secco

    I muretti a secco sono una tecnica antica di coltivazione del terreno, tipica della Valtellina, in Lombardia, Italia. Consistono nell’utilizzo di pietre e terra per creare piccoli muretti a secco, senza l’utilizzo di malta o cemento, che servono a delimitare i campi e a contenere i terreni in pendenza.
    Questi muretti sono stati utilizzati per secoli nella Valtellina per creare piccoli appezzamenti di terreno in pendenza, che sarebbero altrimenti stati difficili da coltivare. La tecnica è stata tramandata di generazione in generazione, e ancora oggi molti contadini locali continuano a utilizzarla.

    Sono stati inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2011, come parte dei Paesaggi vitivinicoli delle Alpi. Questo riconoscimento è stato attribuito perché i muretti a secco rappresentano una parte importante della cultura e della storia della Valtellina, e perché sono stati utilizzati per creare un paesaggio unico e distintivo nella regione.

    Il libro scritto da alcuni colleghi sommelier e giornalisti a cui ho partecipato come degustatore durante gli assaggi dei vini della Valtellina, in foto Carol Agostini
    Il libro scritto da alcuni colleghi sommelier e giornalisti a cui ho partecipato come degustatore durante gli assaggi dei vini della Valtellina, in foto Carol Agostini

    Territorio

    Livigno è un paese di montagna situato nella Valtellina. È conosciuto per essere una località turistica molto popolare sia per gli sport invernali che per lo shopping, poiché è esente dalle tasse. Livigno è anche famosa per il suo ambiente naturale incontaminato e le sue attività all’aria aperta come escursioni, pesca e ciclismo.

    Livigno, foto da internet
    Livigno, foto da internet

    Bormio è una cittadina situata nella Valtellina, nota per le sue terme termali e per essere una località turistica molto popolare sia per gli sport invernali che estivi. Le terme di Bormio sono famose per le loro proprietà curative e per la loro posizione unica, con viste sulla catena montuosa delle Alpi.

    Trepalle è un comune italiano in Valtellina, in Lombardia, situato nella provincia di Sondrio. È noto per essere una località turistica molto popolare per gli sport invernali, come lo sci e lo snowboard.

    Si trova a un’altitudine a 2069-2 172 m  sopra il livello del mare, e offre una vista spettacolare sulle montagne circostanti.Località montana molto amata per la bellezza del paesaggio, per le attività all’aria aperta come lo sci e per la sua cultura enogastronomica come a Livigno. Offre una vasta gamma di attrazioni turistiche, come escursioni, pesca, ciclismo, sci e snowboard e alcuni negozi dove poter acquistare i prodotti tipici locali appunto come il Bitto e la Bresaola valtellinese.Oltre a ciò, Trepalle è anche un luogo ideale per vacanze in famiglia o per scappare dalla città e godersi la tranquillità della montagna.

    La Valtellina, foto da internet
    La Valtellina, foto da internet
    Per finire…

    Per cinque anni ho vissuto la Valtellina personalmente, ho ancora alcuni amici che mi accolgono di tanto in tanto, è una valle di cui ci si innamora per la bellezza panoramica e prodotti, consiglio a tutti di visitarla.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    er, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Sito forno: https://basindesundri.com

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

    sito libro Valtellina: https://www.amazon.it/I-luoghi-del-vino-Valtellina/dp/8886916337/ref=asc_df_8886916337/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=459571049443&hvpos=&hvnetw=g&hvrand=15091875109399012069&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=20619&hvtargid=pla-945592491515&psc=1

  • Il caffè dal 701 d.C. tra leggenda e commercializzazione

    Il caffè dal 701 d.C. tra leggenda e commercializzazione

    Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci?

    Di Carol Agostini

    Origini

    Il caffè è una pianta originaria dell’Etiopia, ma oggi viene coltivata in tutto il mondo, principalmente in America Latina, Asia e Africa. La pianta produce dei chicchi di che vengono raccolti e poi tostati per produrre la polvere che conosciamo, che si trasforma con l’aggiunta di acqua, in una buonissima bevanda.

    Il caffè dall'VIII secolo, leggenda e commercializzazione, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Pianta, dall’VIII secolo, leggenda e commercializzazione, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    La leggenda

    Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci? foto da internet
    Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci? foto da internet

    Come anticipato questo ingrediente è originario dell‘Etiopia, precisamente dalle regioni del Kaffa e del Harar.

    La leggenda vuole che un pastore etiope, chiamato Kaldi, abbia scoperto le proprietà stimolanti del caffè intorno all’VIII secolo, quando notò che i suoi capre diventavano più attive dopo aver mangiato i frutti di un certo arbusto.

    La storia reale  inizia intorno all’IX secolo, quando gli abitanti dell’Etiopia iniziarono a utilizzare i chicchi di caffè tostati e macinati per preparare una bevanda stimolante. Nel corso dei secoli successivi, il caffè si diffuse in Medio Oriente e in Africa, dove divenne una bevanda popolare e un importante bene commerciale.

    Nel XV secolo, il caffè iniziò a diffondersi in Europa, e nel XIX secolo divenne una delle bevande più popolari del mondo. Oggi viene coltivato in tutti i continenti, tranne in Antartide, e il commercio del caffè è uno dei più grandi al mondo.

     

    Chicchi di caffè pre essicamento, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Essicamento, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    La sua diffusione fu graduale, e iniziò in Medio Oriente. Il primo paese a commerciarlo fu l’Arabia, dove i monaci del monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai utilizzarono i chicchi per preparare una bevanda stimolante per resistere alle lunghe preghiere notturne. Successivamente si estese in Egitto, Turchia e Persia.

    Nel XIV secolo,  arrivò in India e in Indonesia, e nel 1583, questo alimento era già conosciuto in Venezia. Nel 1615 in Europa, e nel 1645, il primo caffè fu aperto a Venezia. Nel 1683, giunse anche a Vienna, e nel 1689 a Parigi.

    Nel 1714, un botanico olandese, Pieter van Reymborgk, portò i semi in Olanda, e da lì iniziò la sua diffusione in America.

    Nel 1723, un colono francese, Gabriel Mathieu de Clieu, portò i chicchi in America del Sud, e da lì iniziò la diffusione del caffè in Brasile, che divenne poi il maggiore produttore mondiale.

    In generale, è possibile dire che la storia del caffè è lunga e complessa, e ha radici antiche e profonde nella cultura e nella società di molte regioni del mondo.

    Composizione chimica

    E’ composto principalmente da acqua, caffeina, acido cloro genico e acido trigonellico.

    La caffeina è la sostanza psicoattiva più comune ed è responsabile dell’effetto stimolante che il caffè ha sul sistema nervoso centrale. Lacido cloro genico e l’acido trigonnelico sono due composti antiossidanti presenti in questa bevanda.

    Chicchi di caffè pronti per la commercializzazione, foto da internet
    Chicchi di caffè pronti per la commercializzazione, foto da internet

    Benefici all’assunzione

    Ha molti benefici per la salute, tra cui:

    • miglioramento della funzione cerebrale
    • riduzione del rischio di malattie cardiovascolari
    • protezione contro il diabete di tipo 2
    • riduzione del rischio di malattie neuro degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson

    Svantaggi dell’assunzione in grandi dosi

    Tuttavia, questa bevanda può anche avere alcuni svantaggi per la salute se consumato in eccesso. La caffeina può causare insonnia, ansia e nervosismo, e può anche aumentare il rischio di osteoporosi se consumato in grandi quantità. In generale, si consiglia di non consumare più di tre tazze di caffè al giorno per evitare gli effetti negativi.

    Commercializzazione

    Attualmente, viene commercializzato in tutto il mondo. I principali paesi produttori sono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia. Essi rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.
    I paesi che importano maggiormente sono gli Stati Uniti, Germania, Francia, Italia e Giappone. Essi rappresentano oltre il 20% dell’importazione mondiale.

    Ancora oggi si usano i sacchi di Juta per il trasporto dei chicchi di caffè, foto da internet
    Ancora oggi si usano i sacchi di Juta per il trasporto, foto da internet

    Viene commercializzato sia come chicchi verdi, sia come torrefatto e macinato. Viene venduto in diverse forme, come solubile,  in grani, macinato,  in capsule,  in polvere e in tazze monodose. Inoltre, è anche utilizzato in molte bevande, come cappuccino, latte macchiato, caffè americano e espresso.

    La via del caffè

    La via del caffè è un concetto che si riferisce alle rotte commerciali utilizzate per trasportare i chicchi dalle zone di produzione ai mercati di consumo. E’ stata una delle principali rotte commerciali nella storia, poiché è stato un prodotto di grande importanza economica per molti paesi. E’ stato esportato dalle zone di produzione in Africa, America Latina e Asia verso i mercati di consumo in Europa e poi in America e Asia, attraverso una serie di rotte commerciali come il Mar Mediterraneo, l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano.

    Essicazione dei chicchi di caffè, foto da internet
    Essicazione dei chicchi, foto da internet

    Tuttavia, è importante notare che non esiste una singola via del caffè, ma piuttosto una serie di rotte che cambiano a seconda del periodo storico e delle regioni interessate.
    Il suo commercio ha avuto un grande impatto sulla storia e sull’economia di molte regioni e ha contribuito a creare reti commerciali e culturali tra i paesi produttori e i paesi consumatori. Anche oggi il commercio rimane un’attività economica importante e ancora oggi questa bevanda nera è uno dei prodotti più esportati al mondo.

    La dieta mediterranea e il caffè

    La dieta mediterranea è un modello alimentare tradizionale, tipico dei paesi lungo il Mediterraneo, che si basa su un alto consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva, e un moderato consumo di latticini, carne e vino.

    E’ una bevanda tradizionale nella dieta mediterranea, ma non è considerato un alimento principale, ed è  stato tradizionalmente consumato in piccole quantità, come accompagnamento ai pasti o come bevanda sociale. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che il consumo moderato, fino a 3-4 tazze al giorno, può avere benefici per la salute come miglioramento della funzione cerebrale e riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

    In generale, è importante sottolineare che questa bevanda dovrebbe essere consumata come parte di una dieta equilibrata e non dovrebbe essere utilizzata come sostituta dei principali alimenti della dieta mediterranea, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva.
    Inoltre, è importante evitare di aggiungere zucchero o latte, perché questo può aumentare l’apporto calorico e vanificare i benefici per la salute. Inoltre, è importante evitare di consumare caffè nelle ore notturne per non interferire con il sonno.

    Il caffè, l'alimentazione, lo sport, foto da internet
    Il caffè, l’alimentazione, lo sport, foto da internet

    La caffeina e gli sportivi

    La caffeina, una delle principali sostanze presenti, è nota per aumentare la performance fisica negli sportivi. La caffeina agisce a livello centrale e periferico, migliorando la concentrazione, la resistenza e la forza muscolare.
    Inoltre, la caffeina è un potente termogenico, che aumenta il metabolismo e quindi aiuta a bruciare i grassi e migliorare l’efficienza nell’utilizzo dei carburanti durante l’esercizio.

    Per gli sportivi, è una scelta valida come integratore alimentare perché la caffeina è stata approvata dalla World Anti-Doping Agency (WADA) per uso nello sport. Tuttavia, è importante notare che l’uso di caffeina deve essere monitorato poiché un consumo eccessivo può causare effetti negativi sulla salute e anche aumentare il rischio di squilibri idro-elettrolitici.

    In generale, si consiglia di non consumare più di 3-4 tazze di caffè al giorno e di evitare di assumere caffeina nelle ore notturne per non interferire con il sonno. Inoltre, gli sportivi dovrebbero considerare l’utilizzo di caffè solo come parte di una dieta equilibrata e di un programma di allenamento completo.

    Indagine di consumo italiano di caffè, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Indagine di consumo italiano di caffè, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    Indagine di consumo italiano della polvere nera

    L’Italia è nota per essere un paese con una lunga tradizione di consumo. Secondo le statistiche, gli italiani consumano in media circa 4,3 kg di caffè all’anno per persona. E’ la bevanda più diffusa dopo l’acqua e rappresenta una parte importante della cultura alimentare italiana.
    Il consumo in Italia è stato in costante crescita negli ultimi anni, con un aumento del 3% nel 2020 rispetto al 2019.

    Quello espresso è la forma più diffusa consumata in Italia, seguito da quello macinato e solubile. Inoltre, viene anche utilizzato come ingrediente in molte bevande calde, come cappuccino, latte macchiato,  caffè americano e espresso.
    Inoltre, il caffè italiano è molto apprezzato all’estero, per la sua qualità e per la sua tradizione. L’Italia è uno dei maggiori esportatori al mondo.
    In generale, il consumo in Italia rimane stabile e costante, e rappresenta una parte importante della cultura alimentare e sociale del paese.

    Pandemia Covid e consumo nel mondo

    Durante la pandemia COVID-19, ci sono state significative variazioni nell’uso a livello mondiale. Secondo le statistiche, il consumo  è aumentato in molte parti del mondo a causa del cambiamento nei modelli di consumo e dell’aumento del lavoro da casa e dello studio a distanza.
    In Europa, ad esempio, ci sono stati aumenti significativi nel consumo domestico, con molte persone che hanno iniziato a preparare il proprio  invece di acquistarlo nei bistrot e nei ristoranti.

    Inoltre, il consumo di solubile e in capsule è aumentato poiché le persone cercavano comodità e praticità nella preparazione a casa.
    In America, il consumo è stato generalmente stabile durante la pandemia, con un aumento del consumo da asporto e una diminuzione del consumo nei locali bistrot e nei ristoranti a causa della chiusura delle attività commerciali.
    In Asia, il consumo di caffè è stato generalmente stabile o leggermente inferiore a causa della chiusura delle attività commerciali e del calo dei consumi legati al turismo e all’intrattenimento.

    In generale, è importante notare che le statistiche potrebbero variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che gli effetti della pandemia COVID-19 sull’uso di questo ingrediente possono essere ancora in corso di analisi.

    La polvere nera, foto da internet
    La polvere nera, foto da internet

    ICO ( International Coffee Organization)

    Ci sono diverse fonti che forniscono statistiche sulla commercializzazione mondiale di questa bevanda.
    Secondo l’International Coffee Organization (ICO), nel 2020 il mondo ha prodotto circa 164,2 milioni di sacchi di caffè, di cui la maggior parte è stata prodotta in America Latina e in Africa. La produzione è stata influenzata dalla pandemia COVID-19 e da condizioni climatiche avverse.

    Inoltre, secondo le statistiche dell’ICO, nel 2020 le esportazioni mondiali sono state di circa 132,9 milioni di sacchi, con un valore di circa 20 miliardi di dollari. I principali esportatori dsono stati Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia.

    Inoltre, le statistiche dell’ICO mostrano che i principali importatori nel 2020 sono stati Stati Uniti, Germania, Italia, Paesi Bassi e Francia.
    In generale, è importante notare che le statistiche sulla commercializzazione mondiale possono variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che i dati possono essere soggetti a cambiamenti a causa di fattori come la pandemia COVID-19 e le condizioni climatiche.

    Bevande a base di caffè più usate in Italia, foto da internet
    Bevande a base di caffè più usate in Italia, foto da internet

    Bevande a base di polvere nera più usate in Italia

    Ci sono molte ricette che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:

    • Eespresso: è una delle forme più classiche e tradizionali. Per preparare un espresso, è necessario utilizzare una macchina per espresso, macinare i chicchi freschi e utilizzare acqua calda ad alta pressione per estrarre il caffè.
    • Caffè latte: è una delle bevande più popolari al caffè. Per preparare un caffè latte, è necessario preparare un espresso e aggiungere latte caldo e schiumoso.

    • Macchiato: è una bevanda composta da espresso e una piccola quantità di latte.
    • Cappuccino: è una delle bevande più popolari in Italia, consiste in una tazza di caffè espresso con una quantità uguale di latte caldo e schiumoso.
    • Lungo: è una variante dell’espresso, viene preparato utilizzando la stessa quantità di caffè ma più acqua.

    Ricette gastronomiche a base di caffè, il tiramisù, immagine da internet
    Ricette gastronomiche a base di caffè, il tiramisù, immagine da internet

    Ricette gastronomiche a base di caffè

    Ci sono molte ricette gastronomiche che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:

    • Tiramisù classico: è un dolce tradizionale italiano composto da strati di savoiardi imbevuti di espresso e mascarpone.
    • Panna cotta al caffè: è un dolce cremoso e delicato a base di panna, latte, zucchero e espresso.
    • Cheesecake al caffè: è una variante della classica cheesecake, con una base croccante di biscotti e un ripieno di formaggio cremoso aromatizzato al caffè.

    • Caffè affogato: è un dessert semplice ma delizioso, consiste nel versare del caffè caldo su una pallina di gelato alla vaniglia.
    • Filetto al caffè:  è una ricetta di carne in cui il filetto viene marinato in espresso, spezie e vino rosso prima di essere cotto.
    • Tiramisù al caffè: Il tiramisù con biscotti alla polvere nera.

     

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Street Food a Londra incontrando Richard Johnson 2022

    Street Food a Londra incontrando Richard Johnson 2022

    Il trend dello Street Food sta crescendo in tutto il mondo, compresa l’Italia.

    Di Carol Agostini

    Uno dei suoi aspetti positivi è che è possibile ricreare facilmente questi cibi a casa, utilizzando gli stessi strumenti e ingredienti utilizzati dai venditori ambulanti.
    Ci sono molte ricette e tutorial disponibili online che possono aiutare a creare panini al maiale sfilacciato, spiedini di manzo e crepe, proprio come quelli che si possono trovare nelle strade. Inoltre, con l’aumento della popolarità dello Street Food, anche i produttori di attrezzature per la cottura stanno offrendo più opzioni per replicare questi cibi a casa.

    Street food a Londra incontrando Richard Johnson 2022, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Street food a Londra incontrando Richard Johnson 2022, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    Esattamente, le bancarelle truck e non solo stanno diventando sempre più diffuse in tutto il mondo, offrendo una vasta gamma di opzioni alimentari diverse rispetto al solito hamburger e patatine. Queste bancarelle servono piatti tradizionali provenienti da diverse culture e regioni del mondo, ognuno con una propria storia e significato.
    Inoltre, l’esperienza dello Street Food va oltre il semplice nutrimento del corpo, ma diventa un’esperienza sensoriale e culturale. Permette di scoprire nuovi sapori, culture e storie attraverso il cibo, e di apprezzare l’arte e l’abilità degli chef ambulanti.

    Il trend dello Street Food sta crescendo in tutto il mondo, compresa l'Italia, foto da internet, articolo di Carol Agostini
    Il trend dello Street Food sta crescendo in tutto il mondo, compresa l’Italia, foto da internet, articolo di Carol Agostini

    Essendo cibo preparato con ingredienti freschi e di qualità, il cibo da strada rappresenta una valida alternativa per una alimentazione sana e gustosa.
    Richard Johnson, fondatore degli European Street Food Annual Awards e autore del best-seller Street Food revolution, sostiene che l’universalità del movimento street food sia dovuta alla sua natura accessibile e democratica, che lo rende appetibile per una vasta gamma di persone.

    Richard Johnson sostiene che “l’esperienza sia tutto quando si tratta di street food”. Secondo lui, “vedere uno chef che cucina da zero, utilizzando ingredienti semplici e comuni, è molto emozionante e contribuisce a creare un’esperienza unica e coinvolgente per i clienti, è così appagante che spesso basta solo un pasto per far nascere una vera passione per questo tipo di cucina e il desiderio di replicare i piatti a casa, utilizzando il proprio barbecue o altri mezzi di cottura”.

    La semplicità degli ingredienti e la bellezza della preparazione "dal vivo", articolo di Carol Agostini, foto da internet
    La semplicità degli ingredienti e la bellezza della preparazione “dal vivo”, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    La semplicità degli ingredienti e la bellezza della preparazione “dal vivo” fanno sì che le persone si appassionino a questo stile di cucina e vogliano riprodurlo a casa.

    Altra affermzione del nostro protagonista: che “la cucina di street food si basa su tre principi”: deve essere economica, stagionale e fresca. Con ingredienti di alta qualità come carne o altri alimenti, verdure fresche e frutta, è possibile creare esperienze di street food a casa. Utilizzando strumenti come barbecue e accessori adeguati, è possibile aggiungere ulteriori elementi di cottura come affumicatura, caramellizzazione e alte temperature, che aiutano a creare sapori unici e ricchi.

    la cucina di street food si basa su tre principi”, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    La cucina di street food si basa su tre principi”, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    Richard Johnson conclude dicendoci che “lo street food è stato progettato per essere accessibile a tutti, indipendentemente dal genere, dall’età o dalla razza. E’ stato pensato per unire le persone e creare un’esperienza sociale in cui condividere un pasto e una bevanda fresca. L’idea di portare l’atmosfera dello street food a casa propria è una ricerca di condivisione e complicità, per creare momenti indimenticabili con amici e familiari”.

    Ci sono molti premi e competizioni per street food in tutto il mondo, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Ci sono molti premi e competizioni per street food in tutto il mondo, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    Ci sono molti premi e competizioni per street food in tutto il mondo che celebrano l’eccezionale cibo venduto per strada e premiano i migliori venditori e operatori. Questi premi spesso includono categorie come il miglior cibo, il miglior design del carretto, il miglior servizio al cliente e il miglior uso di ingredienti locali.

    Street food a Londra incontrando Richard Johnson 2022, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Street food a Londra incontrando Richard Johnson 2022, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    I requisiti per il miglior carretto possono variare a seconda della competizione o del premio, ma in generale, i giudici cercano carretti che soddisfino i seguenti criteri:

    1. Design accattivante e originale: Il carretto deve avere un design unico e attraente che attiri l’attenzione dei clienti.
    2. Funzionalità: Il carretto deve essere ben progettato e attrezzato per preparare e servire cibo in modo efficace.
    3. Sicurezza alimentare: Il carretto deve essere pulito e mantenere standard elevati di igiene per garantire la sicurezza del cibo.
    4. Sostenibilità: Il carretto deve essere progettato e gestito in modo sostenibile, utilizzando fonti rinnovabili e riducendo gli sprechi.

    5. Presentazione del cibo: Il carretto deve presentare il cibo in modo attraente e invitante, utilizzando ingredienti freschi e di qualità.
    6. Servizio al cliente: Il carretto deve fornire un servizio cordiale e attento ai clienti.
    7. Originalità del cibo: Il cibo offerto deve essere originale e innovativo, con una forte identità culturale.
    8. Qualità del cibo: Il cibo offerto deve essere di alta qualità e gustoso.

    Le bancarelle in tutto il mondo per il cibo da strada, articolo di Carol Agostini, foto da internet
    Le bancarelle in tutto il mondo per il cibo da strada, articolo di Carol Agostini, foto da internet

    I requisiti per vincere le competizioni di migliore venditore di cibo da strada possono variare a seconda della competizione o del premio, ma in generale, i giudici cercano venditori che soddisfino i seguenti criteri:

    1. Qualità del cibo: Il cibo offerto deve essere di alta qualità e gustoso.
    2. Originalità del cibo: Il cibo offerto deve essere originale e innovativo, con una forte identità culturale.
    3. Presentazione del cibo: Il cibo deve essere presentato in modo attraente e invitante.
    4. Servizio al cliente: Il venditore deve fornire un servizio cordiale e attento ai clienti.
    5. Conoscenza del prodotto: Il venditore deve avere una conoscenza approfondita del proprio cibo e saper rispondere alle domande dei clienti.

    6. Professionalità: Il venditore deve avere un’ottima igiene personale e presentarsi in modo professionale.
    7. Marketing: Il venditore deve saper promuovere il proprio cibo e attirare i clienti.
    8. Business acumen: Il venditore deve avere una buona comprensione del proprio business e saper gestirlo in modo efficace.
    9. Sostenibilità: Il venditore deve essere progettato e gestito in modo sostenibile, utilizzando fonti rinnovabili e riducendo gli sprechi.
    10. Qualità del carretto: Il carretto del venditore deve essere di alta qualità e soddisfare i requisiti di sicurezza alimentare e di igiene.

    European Street Food Annual Awards, foto da internet
    European Street Food Annual Awards, foto da internet

    Vuoi diventare il miglior venditore di cibo da strada?

    Sappi che in generale, i giudici delle competizioni cercano venditori che offrono cibo di alta qualità, originale e innovativo, con una forte identità culturale, presentato in modo attraente e invitante, fornendo un servizio cordiale e attento ai clienti, con una conoscenza approfondita del proprio cibo e saper rispondere alle domande dei clienti, professionalità, marketing, business acumen, sostenibilità e qualità del carretto.

    Recensioni pubbliche

    Ci sono moltissime testimonianze di persone che apprezzano lo street food su Internet. Ci sono siti web e blog dedicati alla recensione di street food, forum in cui le persone discutono dei loro posti preferiti per mangiare street food, e molti utenti sui social media condividono le loro esperienze di street food.
    Tendenzialmente, le persone tendono a apprezzare lo street food per la sua varietà, l’accessibilità, il prezzo conveniente e il gusto delizioso. Molte persone anche apprezzano il fatto che lo street food spesso rappresenta la cucina tradizionale e locale di una determinata regione o paese.

    Alcuni siti testimonianza tra i maggiori usati:

    • Yelp: un sito web in cui gli utenti possono lasciare recensioni sui loro posti preferiti per mangiare street food
    • TripAdvisor: un sito web in cui gli utenti possono lasciare recensioni sui loro posti preferiti per mangiare street food, insieme a consigli su cosa mangiare e dove trovarlo
    • Food blog: molti blog di cucina offrono recensioni di street food e informazioni sui posti migliori per trovarlo
    • Social Media: molte persone condividono le loro esperienze di street food sui social media, come Instagram o Facebook, con foto e commenti sui loro piatti preferiti.

    Le recensioni di street food includono informazioni sui piatti consigliati, il prezzo, la qualità del cibo, la presentazione, il servizio al cliente e l’ambiente generale dell’area street food.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

    Sito concorso: https://europeanstreetfood.com/2022-awards/

    Sito partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Pilota Green con progetto “Vini da terre estreme” 2023

    Pilota Green con progetto “Vini da terre estreme” 2023

    CALENDARIO EVENTI PRIMO SEMESTRE 2023 e adesso, ripartiamo, Alvaro De Anna

    Redazione

    Ripartiamo alla grande, inanellando eventi su eventi. Perché i nostri vini, e i nostri vignaioli, hanno bisogno di guardare in faccia il mercato, di capire quali sono le tendenze e le nuove prospettive di vendita. Il 2023 si annuncia come l’anno della ripartenza, e noi vogliamo cogliere appieno questa opportunità.

    Alvaro De Anna Pilota Green, foto da sito
    Alvaro De Anna Pilota Green, foto da sito

    Noi, come Vini da Terre Estreme, non siamo mai stati veramente fermi, abbiamo continuato a tessere rapporti e a esplorare situazioni, cercando ogni volta di “portare a casa” piccoli e grandi risultati. Lo facciamo perché crediamo fortemente nel valore delle cantine eroiche, nella carica positiva che questi grandi vini esprimono. Certo, lo abbiamo fatto spesso via Zoom e sulle altre piattaforme on line, ma ci siamo anche recati in loco per degustare di persona il sapore unico che solo questi vini sanno donarci.

    Alvaro De Anna. "portare a casa" il motto, foto da sito
    Alvaro De Anna. “portare a casa” il motto, foto da sito, Vini da Terre estreme, Pilota Green

    Ed eccoci qui, pronti a partire per un giro che ci porterà a Tokyo, a Matera, a Verona, a Monaco di Baviera, a Londra. Queste sono le date, segnatele sulla vostra agenda per questo primo semestre.

     

    Collegamenti da sito:

    Sorsi di Paradiso da Terre Estreme, logo da comunicato stampa
    Sorsi di Paradiso da Terre Estreme, logo da comunicato stampa

     

    L’Italia possiede il più straordinario patrimonio d’arte al mondo ma anche di tradizioni, di feste patronali, di ricette culinarie e, come se non bastasse, il più vasto patrimonio di biodiversità in viticoltura fra tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

    Chi ha la possibilità (e la sensibilità) di ammirare luoghi, da secoli coltivati a vite, come ad esempio le Cinqueterre, la Valtellina, la Costiera Amalfitana, la Costa Viola, Pantelleria e le isole della Sicilia, le pendici dell’Etna, la Sardegna, fino alle isole dell’Istria e della Dalmazia viene colto da stupore e ammirazione: sono paesaggi praticamente identici a quelli medievali o rinascimentali. Quella italiana non è solo viticoltura ma è anche viticultura.

    Alcuni vini delle manifestazioni organizzate da Alvaro De Anna, Pilota Green, foto da sito
    Alcuni vini delle manifestazioni organizzate da Alvaro De Anna, Pilota Green, foto da sito

    Pilota Green con il progetto “Vini da Terre Estreme” intende rendere omaggio a quest’Italia originalissima e bellissima, alle sue Terre Estreme coltivate a vite, che la rendono unica nel panorama enoico mondiale.

    Da anni organizza in Italia e da quest’anno anche all’estero, “Vini da Terre Estreme” evento che ha l’obiettivo di valorizzare e far conoscere vini straordinari e unici – prodotti con uve coltivate in zone sconosciute, geograficamente impervie, in minuscoli fazzoletti di terra strappati in condizioni ardue alla montagna o al mare – al mondo dei consumatori evoluti, appassionati enogastronomi e ai professionisti del settore.

    Pitota Green con progetto "Vini da terre estreme" 2023, foto da comunicato stampa
    Pitota Green con progetto “Vini da terre estreme” 2023, foto da comunicato stampa

    “Vini da Terre Estreme” vuole essere punto d’incontro privilegiato con la migliore tradizione enoica “estrema” italiana e non solo, con un patrimonio di esperienza e radicamento al territorio che non ha eguali altrove. Un patrimonio che, con tenacia, pochi e appassionati vignaioli continuano a salvaguardare regalandoci ancora dei vini straordinari, rari, e soprattutto preziosi per il loro carattere unico.

    E questo esprimono i vini estremi: la sapienza e l’esperienza di vignaioli che con passione e sacrificio lavorano in una continua sfida, che diventa eroica, verso una natura difficile, inospitale, esigente. Da questo incontro-scontro nascono gemme rare, preziose, vini di alto valore, a volte ruvidi ma di forte carattere.

    Chi è Pilota Green, informazioni da sito

    Logo di Pilota Green da sito
    Logo di Pilota Green da sito

    Pilota Green nasce nel 1980 come agenzia di marketing e comunicazione.

    Puntando sull’innovazione, negli anni si è sempre evoluta in sintonia con i cambiamenti della società e delle tecniche comunicazionali. Oggi è una realtà professionale dal consistente know-how, duttile e sempre tesa al nuovo, che è andata via via specializzandosi nel marketing e nella comunicazione per il wine&food di qualità.
    Opera per la commercializzazione e la promozione di tali prodotti e per la valorizzazione dei territori cui appartengono, organizzando opportunità di business e di promozione per le aziende che intendano implementare la propria attività commerciale sia in Italia che all’estero.

    Dal 2003 si è specializzata nel settore dell’editoria e nell’organizzazione di eventi mirati alla promozione dei prodotti eno-gastronomici.
    Dal 2013, ha lanciato il progetto “Vini da Terre Estreme” con attività che prevedono l’edizione di Guide multimediali e workshop commerciali rivolti agli operatori di settore nel mercato domestico e internazionale.

    Da comunicato stampa


    Sito ufficiale: https://www.vinidaterrestreme.com/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023

    Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023

    Vallepicciola lancia la “nuova” linea Grandi Cru e va alla conquista del mondo.

    Redazione

    Nel cuore del Chianti Classico, Vallepicciola va alla conquista del mondo con la nuova linea “Grandi Cru”. Tre vini: Vallepicciola 2021 IGT Toscana Bianco Chardonnay 100%, Vallepicciola 2020 IGT Toscana Rosso Sangiovese 100%, Migliore’ 2019 IGT Toscana Rosso fondono l’amore per la tradizione, il desiderio di modernità, l’attenta cura e selezione delle uve in vigna.

    Vallepicciola lancia la “nuova” linea Grandi Cru e va alla conquista del mondo, alcuni giornalisti ospiti, foto da comunicato stampa
    Vallepicciola lancia la “nuova” linea Grandi Cru e va alla conquista del mondo, alcuni giornalisti ospiti, foto da comunicato stampa

    Oasi d’eccellenza nel cuore della Toscana, Vallepicciola è una delle realtà vitivinicole più rappresentative del territorio senese con i suoi 107 ettari di vigneto che racchiudono tutta l’essenza di una regione abituata a stupire per arte, storia, cultura e tradizioni.

    E a conquistare il mondo con l’infinita gamma di aromi e sapori che solo la ricchezza enologica della Toscana è capace di sprigionare. Da questo inestimabile patrimonio, Vallepicciola ha selezionato i suoi tre Grandi Cru con l’obiettivo di posizionarsi tra i primi a produrre vino di alta qualità nel mondo.

    Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023, foto da comunicato stampa
    Nuova linea Grandi Cru di Vallepicciola 2023, foto da comunicato stampa

    Le Tre Eccellenze di Vallepicciola rispondono ai nomi di il Vallepicciola 2021 IGT Toscana Bianco Chardonnay 100%, uno Chardonnay in purezza e di grande struttura, il Vallepicciola 2020 IGT Toscana Rosso Sangiovese 100%, un Sangiovese in purezza, vitigno principe della zona, combina alla perfezione struttura ed eleganza.

    «Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida» spiega l'enologo e direttore generale Alessandro Cellai, foto da comunicato stampa
    «Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida» spiega l’enologo e direttore generale Alessandro Cellai, foto da comunicato stampa

    Infine, ma non ultimo, che completa la gamma dei Grandi Cru della cantina di Castelnuovo Berardenga il Migliore’ 2019 IGT Toscana Rosso, taglio bordolese, vendemmia 2019, tiratura molto limitata e fiore all’occhiello della cantina fondata da Bruno Bolfo e dalla sorella Giuseppina nel 1999 quando un ex convento di suore abbandonato venne trasformato in hotel di lusso.

    «Vallepicciola è la mia entusiasmante sfida» spiega l’enologo e direttore generale Alessandro Cellai.
    «Qui risiede il mio modo di concepire il vino e nella linea dei Grandi Cru sono racchiusi quegli elementi che raccontano il territorio, il vitigno e l’anima di chi lo produce».

    Gli assaggi da parte dei giornalisti ed esperti ospiti di Vallepicciola, foto da comunicato stampa
    Gli assaggi da parte dei giornalisti ed esperti ospiti di Vallepicciola, foto da comunicato stampa

    Vallepicciola 2021 IG

    T Toscana Bianco Chardonnay 100% è uno Chardonnay in purezza forte di una interessante e loquace struttura. Invecchiato in barriques per 12 mesi con batonnage una volta al mese, il Vallepicciola Bianco Toscana 2021 si presenta di colore giallo paglierino a gradazione intensa, prima di concedere le sue note di albicocca, pesca e qualche sentore di ananas. Per Vallepicciola questo Chardonnay rappresenta il connubio perfetto tra ricchezza, eleganza e sapidità.

    Gli ospiti della degustazione in azienda, foto da comunicato stampa
    Gli ospiti della degustazione in azienda, foto da comunicato stampa

    Colore rosso rubino intenso, note di ciliegia al naso, ma anche ribes e viola con sfumature di cioccolato fondente per il Vallepicciola 2020 IGT Toscana Rosso Sangiovese 100% ottenuto da uve Sangiovese 100%. 20 i mesi di invecchiamento e 4 di affinamento in bottiglia per la terza eccellenza di Vallepicciola capace di esprimere tutta la sua eleganza al palato grazie anche a una trama tannica perfettamente integrata. Lungo il finale con inaspettato retrogusto di note balsamiche.

    La presentazione della giornata di degustazione a Vallepicciola, foto da comunicato stampa
    La presentazione della giornata di degustazione, foto da comunicato stampa

    Migliore’ 2019 IGT Toscana Rosso nasce tra i 370/430 metri di altitudine su un terreno calcareo con presenza di argilla, galestro e alberese. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot sono le uve che lo compongono in eguale proporzione, in prevalenza provenienti dai vigneti Montrepoli, Poggione e Mordese.

    Dopo la fermentazione in vasche di cemento a temperatura controllata, il vino prosegue l’invecchiamento per 24 mesi e completa il suo affinamento in bottiglia per altri 8. Rubino intenso, il suo colore e tra il ribes e l’amarena le tipiche note di degustazione, arricchite da tiepidi sentori di vaniglia. Morbido al palato e grande la struttura capace di sposare l’eleganza del Merlot con l’acidità dei Cabernet.

    La degustazione con ospitalità nei locali della cantina di Vallepicciola, foto da comunicato stampa
    La degustazione con ospitalità nei locali della cantina, foto da comunicato stampa

    C’è tutto il cuore della Toscana; il verde delle colline e l’azzurro del cielo, ma anche il sapore intenso della tradizione che si stringe all’arte della innovazione in questi tre Grandi Cru di Vallepicciola con i quali l’azienda lancia la sua sfida: dalle terre del Chianti Classico alla conquista del mondo in termini di produttori di grandi vini di qualità.

    Da Comunicato stampa


    Sito di riferimento: https://www.vallepicciola.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/