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  • WineCup 2023 RossoRubino TV, le 13 cantine vincitrici

    WineCup 2023 RossoRubino TV, le 13 cantine vincitrici

    WineCup 2023, le 13 cantine vincitrici

    Redazione

    Sono tredici le cantine premiate nel corso del contest WineCup 2023 organizzato dalla redazione di RossoRubino.tv in collaborazione con Thewinelinker.it.

    WineCup 2023 RossoRubino TV, le 13 cantine vincitrici, locandina da comunicato stampa
    WineCup 2023 RossoRubino TV, le 13 cantine vincitrici, icona da comunicato stampa

    Il Chianti Classico, la Vernaccia di San Gimignano ed il Morellino di Scansano sono i tre consorzi di tutela che hanno aderito alla prima edizione del contest.

    E’ giunta al termine la prima edizione del contest WineCup organizzato dalla redazione di RossoRubino.tv e da Thewinelinker.it, le 13 cantine vincitrici sono state premiate al termine dell’ultima edizione di Anteprime di Toscana.

    Milko Chilleri e Sara Cintelli organizzatori del contest WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Milko Chilleri e Sara Cintelli organizzatori del contest WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    Tre i consorzi di tutela coinvolti, il Chianti Classico con la tipologia Gran Selezione 2019, la Vernaccia di San Gimignano con la Riserva 2019 ed il Morellino di Scansano con le versioni annata e riserva 2019. Per ogni tipologia di vino è previsto un vincitore assoluto e tre menzioni speciali: miglior vino rapporto qualità prezzo, migliore etichetta grafica, miglior vino gastronomico.

    Podere Castellinuzza con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Podere Castellinuzza con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    Ogni vino è stato sottoposto a una degustazione alla cieca, seguendo un metodo di valutazione legato alla consistenza, integrità, equilibrio e tipicità del campione stesso, la valutazione dei vini presentati è quindi orientata sulle qualità organolettiche.

    Ecco i vincitori della WineCup edizione 2023:

    Chianti Classico Gran Selezione 2019
    Vincitore assoluto: Castello di Meleto – 97 punti
    Miglior vino rapporto qualità prezzo: Terreno, A Sofia – 96 punti
    Migliore etichetta grafica: Podere Castellinuzza, Vecchie Vigne – 94 punti
    Miglior vino gastronomico: Riecine – 96 punti

    Castello di Meleto con Milko Chilleri e Sara Cintelli WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Castello di Meleto con Milko Chilleri e Sara Cintelli WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2019
    Vincitore assoluto: Palagetto 95 punti
    Miglior vino rapporto qualità prezzo: Guicciardini Strozzi 95 punti
    Miglior vino gastronomico: Fornacelle, Fiora 94 punti
    Migliore etichetta grafica: Il Palagione, Lyra 93 punti
    Migliore etichetta grafica: Teruzzi, Sant’Elena 93 punti

    Palagetto con Milko Chilleri e Sara Cintelli WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Palagetto con Milko Chilleri e Sara Cintelli WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    Morellino di Scansano annata e riserva 2019
    Vincitore assoluto: La Selva, Colli dell’Uccellina 94 punti
    Miglior vino rapporto qualità prezzo: Bruni, Laire con 92 punti
    Miglior vino gastronomico: Conte Guicciardini, Massi di Mandorlaia 91 punti
    Migliore etichetta grafica: Mantellassi 91 punti

    Conte Guicciardini con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Conte Guicciardini con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    “Si tratta di un percorso che punta a valorizzare l’attività delle aziende vitivinicole del nostro territorio” – dichiarano Milko Chilleri e Sara Cintelli, organizzatori del contest – “per noi è stata una grande soddisfazione poterci confrontare con realtà e prodotti che si caratterizzano per clima, territorio e tecniche produttive.

    Dagli assaggi è emersa ancora una volta, un’eccellenza sempre più elevata con grandi diversità di vitigni che si traducono nel bicchiere in vini dai sapori unici. Le schede produttori della WineCup come per la Guida Vini sono consultabili gratuitamente sul sito RossoRubino.tv, due strumenti che permettono di leggere e approfondire le caratteristiche organolettiche di un vino in modo semplice e chiaro.”

    Podere Terreno con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Podere Terreno con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    Tutti i risultati sono fruibili attraverso questi link:

    Chianti Classico Gran Selezione 2019
    Vernaccia di San Gimignano Riserva 2019
    Morellino di Scansano annata e riserva 2019

    gli organizzatori stanno già lavorando all’edizione 2024, che coinvolgerà anche altre importanti denominazioni italiane

    Fornacelle con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa
    Fornacelle con Milko Chilleri e Sara Cintelli, WineCup 2023, foto da comunicato stampa

    Da Comunicato stampa

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  • Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine

    Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine

    Cantina Morichelli 2023, un omaggio al passato e uno sguardo al futuro: le sfide di una piccola azienda in crescita.

    Di Ilaria Castagna e Cristina Santini

    Partners in Wine

    Vigneto Montecardeto, articolo: Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine, foto delle autrici
    Vigneto Montecardeto, articolo: Cantina Morichelli 2023 di Partners in Wine, foto delle autrici

    In una giornata tersa piena di vento, noi Partners in Wine, abbiamo visitato la Cantina Morichelli, dei fratelli Matteo e Pietro, a Trevignano Romano, località Monte Cardeto, nel cuore della Tuscia romana. Un antico borgo medievale situato sulle rive del lago di Bracciano e costruito su una rupe di lava leucitica all’estremità del cratere di un antico vulcano.

    Per raggiungere i vigneti, abbiamo percorso una bellissima strada immersa nel verde, la strada del vino delle Terre Etrusco Romane che corre lungo le sponde del lago, attraversa il Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano, una riserva naturale protetta del Lazio, e giunge fino a Cerveteri e Tolfa. Luogo a lungo vissuto dagli Etruschi e dai Romani che vi costruirono molte ville, alcune ora sott’acqua.

    Incontriamo Matteo, un ragazzo genuino e gentile, in uno dei suoi fazzoletti vitati e rimaniamo per un istante a contemplare questo piccolo angolo di paradiso, rapite dalla bellezza della vigna a riposo in questo periodo.

    Dormiente ma allo stesso tempo così viva. Mentre camminiamo tra i filari, Matteo ci racconta con entusiasmo la sua storia:

    “Abbiamo quattro ettari di vigneto di cui uno in affitto, tutte le nostre colline si affacciano sul Lago di Bracciano, di origine vulcanica, ed alcune delle nostre vigne hanno tra i 20 e i 25 anni di età impiantate dai miei nonni molti anni fa. Quella che vediamo qui ne ha nove ed è la più giovane e molto vigorosa.

    Sono circa 1,5 ettari a 270 metri di altitudine coltivati metà a Violone e metà a Vermentino; abbiamo deciso di tenere divisa la parte bassa per il rosso e quella alta per il bianco perché tra le due colline il terreno cambia tantissimo. In discesa è più argilloso e vulcanico quindi con una terra che drena tanto l’acqua, nel bene e nel male, fino ad arrivare ad un terreno quasi sabbioso. Questa è una zona molto ventosa, tutto l’anno, e questo ci consente di lavorare in biologico perché fa molto bene alle piante e, al contrario di quanto si possa pensare, qui c’è pochissima umidità”.

    La vigna che genera dei vini strepitosi della cantina Morichelli, foto di partners in Wine
    La vigna che genera dei vini strepitosi della cantina Morichelli, foto di partners in Wine

    Notiamo come in questa vigna giovane la vigoria e il fusto delle piante cambi in così pochi metri e nonostante la sua tenera età abbia un diametro piuttosto grande in alcuni punti probabilmente per merito del terreno più ricco di minerali.

    I vigneti sono dislocati su tre colline, più o meno distanti un chilometro l’una dall’altra, caratterizzate tutte da suoli vulcanici e dove sono coltivati Violone, Sangiovese, Incrocio Manzoni, Vermentino e Syrah. L’anno prossimo verrà impiantata la Malvasia Puntinata al posto di una parte improduttiva dell’Incrocio Manzoni e acquistato un fazzoletto limitrofo sul quale verrà messo a dimora un altro vitigno a bacca rossa.

    Pochissimi i trattamenti impiegati, perlopiù rame, zolfo e un prodotto a base di tannino di castagno, il quale è molto funzionale contro peronospora e oidio. Una piccola curiosità ci viene raccontata sulle concimazioni che avvengono solo con il letame delle pecore del vicino.

    I filari del Vigneto Montecardeto, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    I filari del Vigneto Montecardeto, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    I Fratelli Morichelli lavorano insieme in vigna e si avvalgono della collaborazione di Roberto Muccifuori, agronomo e enologo di Orvieto. Certificati biologici, si occupano di tutte le fasi, dalle lavorazioni in campo alla cantina, fino alla vendita. È per questo che dal 2019, l’Azienda è entrata a far parte della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) e da quest’anno, grazie al suo impegno, Matteo ha assunto la carica di Vice Delegato del Lazio.

    Matteo continua:“L’azienda è nata ufficialmente nel 2017, la nostra prima vendemmia è stata quindi nel 2018. La mia famiglia è da sempre stata in vigna. Papà la maggior parte dell’uva la vendeva ai privati o alla Cantina Sociale di Cerveteri e una piccola parte provava a vinificarla; quando ha iniziato a vedere dei risultati positivi, ha lasciato le redini a noi figli. È rimasto ad aiutarci nel punto vendita che abbiamo proprio sul lago dove vendiamo anche il vino sfuso.”

    Le lavorazioni in vigna

    Il Montepulciano, localmente chiamato Violone, è un’uva unica, da sempre coltivata da queste parti. Ha trovato il suo habitat naturale su queste colline lagunari accarezzate da un clima caldo e ventilato. Per le potature, si lascia il ramo più lungo, soprattutto per questa varietà, perché tende a spezzarsi facilmente quando si va in legatura e poi si scorcia.

    Rappresenta un doppio lavoro ma fondamentale. Si esegue una potatura molto ramificata, rasando i rami superiori e non in basso e alternando la lavorazione dei filari di anno in anno. Si raccoglie alle prime ore del mattino, si porta in cantina dove l’uva viene pigiata e pressata. Quest’anno la vendemmia è partita i primi di agosto con la raccolta dell’Incrocio Manzoni, a seguire quella del Vermentino a fine agosto e infine dai primi di settembre fino ad Ottobre con le uve a bacca rossa.

    I capi a frutto e la legatura del Violone, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    I capi a frutto e la legatura del Violone, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Apprezziamo tantissimo il rispetto che questa Azienda ha nei confronti del territorio, dalle lavorazioni manuali in vigna e nella raccolta delle uve fino all’imbottigliamento, non da meno la scelta di utilizzare i tappi Nomacorc, un polimero della canna da zucchero completamente riciclabile e le etichette in fibra di cotone.

    Nella botte piccola c’è il vino buono

    La loro piccola ma funzionale cantina si trova interrata sotto il vigneto e nel passato era la capanna del nonno che poi è stata ristrutturata e adibita alla vinificazione. C’è tutto l’essenziale: la pressa, la pigiatrice, due tonneau e per finire quattro piccole barrique di rovere francese in un angolo, dove affina il Violone.

    La Cantina interrata, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    La Cantina interrata, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Matteo afferma:“Devo dire che io non amo molto il legno ma ammetto che per un vitigno come il Violone è fondamentale altrimenti non sprigionerebbe quei sentori unici che ha. Mentre in acciaio affina il Vermentino, l’Incrocio Manzoni e il blend rosso inizialmente nato da Violone e Syrah, sostituito quest’ultimo con il Sangiovese. Per quanto riguarda il nostro Spumante Metodo Classico è Violone in purezza, vinificato in bianco. Quest’anno ne abbiamo prodotte 850 bottiglie con un affinamento di 12 mesi sui lieviti ma arriverà nei prossimi anni a 24 mesi. In totale produciamo quasi 10.000 bottiglie l’anno”.

    Matteo Morichelli e il suo metodo classico, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Matteo Morichelli e il suo metodo classico, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Dopo aver passeggiato tra le vigne e visitato la cantina, riprendiamo le macchine per dirigerci verso il punto vendita situato nel borgo a due passi dalla riva del Lago di Bracciano, oggi un po’ burrascoso ma pur sempre affascinante.

    Cristina Santini e Ilaria Castagna Partners in Wine con Matteo della Cantina Morichelli, foto delle autrici
    Cristina Santini e Ilaria Castagna Partners in Wine con Matteo della Cantina Morichelli, foto delle autrici

    Appena arrivate al locale ci piace molto curiosare tra le foto di famiglia e dei vigneti che troviamo appese sulle pareti e che ci confermano ancora una volta la passione per questo “mestiere” e la tradizione vitivinicola familiare tramandata alle generazioni.

    Il punto vendita sul Lago di Bracciano, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Il punto vendita sul Lago di Bracciano, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Degustazione vini cantina Morichelli

    Si parte con la degustazione iniziando dal Cardo 2021 Igt – Dal nome della zona Monte Cardeto ricca di cardi, questo Vermentino in purezza segue il processo di pigiatura, pressatura, chiarifica statica per 12 ore sulle fecce pesanti e fermentazione in acciaio per 7/10gg. Dopo la fermentazione riposa circa nove mesi sulle fecce fini prima della bottiglia.

    Cardo Vermentino, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Cardo Vermentino, cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, all’olfatto domina la sua parte minerale preponderante per poi gradualmente aprirsi su sentori di frutta bianca fresca, di macchia mediterranea, uniti a sbuffi balsamici e fiori di camomilla che ricordano i prati in fiore.

    Al sorso mostra tutta la sua gioventù (imbottigliato da circa tre mesi), la sua nervatura e sorprende per acidità e sapidità. Un vino molto piacevole che arriva lungo nella sua complessità.

    Ci piacerebbe assaggiarlo nuovamente tra qualche mese.

    Prato di papaveri nei vigneti e Incrocio Manzoni Antheios cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Prato di papaveri nei vigneti e Incrocio Manzoni Antheios cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    ANTHEiOS 2020 Igt Incrocio Manzoni in purezza da vigne di 24 anni di età, stessa vinificazione del Cardo.

    Il nome deriva dalla parola greca Antheios che significa floreale, com’è il vino e com’è la vigna, costeggiata da papaveri e fiori. Il Manzoni ha un grande difetto quello di fare pochissima uva.

    A maggior ragione degustiamo questo gioiello lentamente apprezzando il suo colore giallo paglierino tendente al dorato, con una bella frutta gialla al naso come la pesca, fieno e leggere note ossidate di mandorla tostata.

    Alla beva è avvolgente, rotondo, bilanciato da una bella sapidità e un finale persistente di canditi. Ha tempo davanti per esprimere la stoffa da vero campione.

    Fenice Blend di Violone e Syrah cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Fenice Blend di Violone e Syrah cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    FENICE 2020 Igt 50% Syrah e 50% Violone, dal 2022 Sangiovese e Violone.

    Succoso e avvolgente nei suoi frutti rossi freschi, dalla ciliegia alla prugna, dove prevalgono più le sfumature ampie e fruttate del Violone rispetto alla speziatura del Syrah con lievi note di pepe nero in chiusura e un bel tannino morbido.

    Apertura organolettica più netta e chiara dopo qualche minuto atteso nel calice.

    Nato come Syrah in purezza, dopo l’incendio del 2019 che devastò più della metà delle piante, è stato sostituito dal Sangiovese.

    Violone in purezza cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Violone in purezza cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    VIOLO 2020 Igt.

    Vino di punta dell’azienda che affina 12 mesi in barriques e tonneaux piccole da 350 litri di secondo passaggio.

    Denso, dal colore impenetrabile e dalla speziatura dolce con richiami finali di cannella e pepe nero.

    La beva, ampia e sostanziosa, termina con una perfetta maturazione del frutto rosso. Persistente e intenso con un’ottima freschezza e un tannino vellutato, mostra il grande potenziale del vitigno. Sembra non finire mai.

    Sabatae Metodo Classico da Violone cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Sabatae Metodo Classico da Violone cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    SABATAE: la leggenda narra che la città di Sabate fu distrutta da un’entità divina facendola sprofondare in fondo al Lago di Bracciano per vendetta nei confronti dei suoi abitanti, risparmiando solo una fanciulla che fuggì sul colle dove oggi sorge la Chiesa della Madonna del Riposo.

    Dal punto di vista geologico, deriverebbe dal complesso vulcanico (quattro crateri) che poi crollando nel tempo ha formato una conca dalla quale si è generato il lago.
    E’ un Violone in purezza vinificato in bianco, pas dosé che affina al momento dodici mesi sui lieviti.

    Non viene pigiato e va diretto nel torchio a mano. Bellissimo colore rosa antico intenso, con un perlage fine ma non molto persistente.

    Un metodo classico con un’ottima struttura di base, pieno e complesso, che evidenzia un tannino levigato e un finale sapido. Non ancora in perfetta armonia e bisognoso di tempo per esprimere le sue meravigliose qualità intrinseche. Un grande destriero.

    Line Up della cantina Morichelli, foto di Partners in Wine
    Line Up della cantina Morichelli, foto di Partners in Wine

    E’ il secondo anno che esce sul mercato ed è ancora in fase sperimentale. Grande scommessa la bollicina per questa Cantina che, dopo vari esperimenti sul Vermentino, ha deciso di utilizzare il Violone per il metodo classico. I primi a farlo in questa zona e con questa varietà. Riposando ulteriori mesi sui lieviti, siamo convinte che raggiungerà la complessità e quel passo in più verso quella profondità che si acquisisce solo con il tempo.

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito cantina: https://cantinamorichelli.it/
    Siti Partners: https://www.foodandwineangels.com

    https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

    Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

    Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e la sua Albana

    Di Elsa Leandri

    A fine febbraio si è svolta a BolognaFiera la seconda edizione dello Slow Wine Fair, manifestazione diretta da Slow Food alla quale hanno partecipato ben 750 cantine selezionate provenienti da tutte le regioni italiane e da ben 21 paesi internazionali.

    SLOW WINE FAIR 2023 panoramica della manifestazione, foto di Elsa Leandri
    SLOW WINE FAIR 2023 panoramica della manifestazione, foto di Elsa Leandri

    Oltre ai numerosi banchi di assaggio sono state organizzate diverse Masterclass e incontri il cui argomento spaziava dal futuro enoico in termini di sostenibilità al rapporto vino-salute nell’ottica della revisione dell’Ocm.
    Importante la rappresentanza della regione che ospita l’evento, l’Emilia-Romagna, con ben 65 produttori: Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ortrugno, Pignoletto e Lambruschi ne sono i vitigni maggiormente identificativi.
    Non potevamo non tenere di conto di questa opportunità e di conseguenza il nostro Slow Wine Fair si è dedicato a un particolare vitigno romagnolo: l’Albana.

    Elsa Leandri a Slow Wine Fair 2023, foto dell'autrice articolo
    Elsa Leandri a Slow Wine Fair 2023, foto dell’autrice articolo

    L’Albana e il suo territorio

    L’Albana è un vitigno a bacca bianca, già conosciuto nell’antica Roma tanto da essere citato da Plinio il Vecchio e da Catone. La sua diffusione interessa principalmente i Colli che vanno dall’imolese al cesenate, nelle province di Bologna, Forlì/Cesena e Ravenna. Dopo continue affermazioni nei vari secoli viene insignito nel 1987 con lo status di Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, diventando così il primo vino bianco italiano con tale menzione.

    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Dolyus Marta Valpiani
    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Dolyus Marta Valpiani

    In contemporanea a questa ascesa si assiste però anche al suo declino essendo visto come vitigno ad elevata produzione e associato a vino da mescita tale da sminuirne la sua notorietà. Ha attraversato quindi un periodo di oblio, visto come un vino da tutti i giorni, da pasto. Oggi stiamo assistendo finalmente al suo rinascimento grazie all’attività dei viticoltori che si approcciano a questo vitigno con una nuova consapevolezza e con una visione a ampio raggio cercando di darne un’interpretazione a 360 gradi.

    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Codronchio Fattoria Monticino Rosso
    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Codronchio Fattoria Monticino Rosso

    In questo lembo di terra i terreni sono diversi: si passa infatti da zone sabbiose-argillose (basso faentino e imolese) a zone ricche di Spungone romagnolo (tra Forlimpopoli e Cesena) a zone costituite dalla Vena di Gesso (basso imolese e Brisighella).

    Tale morfologia così differente unita alla maestria dei viticoltori permettono di ottenere dei vini la cui identità va ben oltre la classica rappresentazione di un’uva a bacca bianca. Cinque le tipologie previste da disciplinare in cui l’Albana deve essere presente min. al 95%: secco, amabile, dolce, passito e passito riserva.

    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Antiqua Francesconi Paolo
    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Antiqua Francesconi Paolo

    La macerazione o meno sulle bucce, una vendemmia precoce o tardiva (talvolta con lo sviluppo della muffa nobile, Botrytis Cinerea), l’uso di materiali riduttivi come l’acciaio o porosi quali terracotta o anfora permettono di dar luce a vini da una parte con una bevibilità eccezionale e con sentori piuttosto floreali, dall’altra di regalare vini maggiormente fruttati con la tipica espressività dell’albicocca, strutturati e con una lieve tannicità.

    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Albana di Cà di Sopra
    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Albana di Cà di Sopra

    Queste diverse interpretazioni spesso vengono proposte all’interno di una stessa cantina così da far percepire la versatilità di questo vitigno rosso mascherato di bianco.Ultimamente inoltre si assiste anche alla produzione di qualche Albana spumante che rientra nella denominazione Romagna doc Albana Spumante.

    Le aziende che proponevano vinificazioni di Albana allo Slow Wine Fair erano veramente numerose. Di seguito riportiamo i nostri migliori assaggi.

    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Vitalba di Tremonti
    Alcuni assaggi di Elsa Leandri durante la manifestazione, Vitalba di Tremonti

    I migliori assaggi

    Albana 2021 di Ca’ di SopraRomagna Docg Albana Secco

    (100% Albana)
    Giallo paglierino fitto. Sentori floreali di tiglio e camomilla accompagnati da albicocca e pera con effluvi di erbette aromatiche. Il sorso è pieno con una marcata freschezza e sapidità. Si percepisce una lieve tannicità tipica del vitigno che caratterizza la beva. Lenta dissolvenza con richiami fruttati.

    PRODUTTORE CA’ DI SOPRA E FOTO ALBANA CA’DI SOPRA, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana
    PRODUTTORE CA’ DI SOPRA E FOTO ALBANA CA’DI SOPRA, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

    Vitalba 2022 di Tre Monti Romagna Docg Albana Secco
    (100% Albana)
    Giallo dorato. Attraente dai sentori di albicocca disidratata e pot pourri, arricchite da echi balsamici e resinosi e da pepe bianco. Al sorso è pieno e avvolgente impreziosito da una lieve tannicità. Offre un lento epilogo con richiami agrumati.

    PRODUTTORE TRE MONTI E FOTO VITALBA, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana
    PRODUTTORE TRE MONTI E FOTO VITALBA, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

    Codronchio 2020 di Fattoria Monticino RossoRomagna Docg Albana Secco
    ( 100% Albana)
    Giallo dorato e vivace. Impatto olfattivo avvolgente e suadente in cui albicocca, pesca e fiori gialli sono circondati da miele di zagara e da erbe officinali. In bocca si ha corrispondenza con quanto evidenziato al naso. Freschezza e sapidità vivacizzano l’impatto con un lungo finale di scorza di arancia.
    Vino con un’elevato potenziale d’invecchiamento: la fortuna di aver degustato anche la 2016, in cui i sentori si spostano maggiormente su una frutta esotica pur mantenendo freschezza e sapidità, ci permette di affermarlo.

    PRODUTTORE FATTORIA DI MONTICINO E FOTO CODRONCHIO, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana
    PRODUTTORE FATTORIA DI MONTICINO E FOTO CODRONCHIO, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

    Trapunta 2020 di Giovanna MadoniaRomagna Docg Albana Secco Macerato
    (100% Albana)
    Giallo dorato vivace. Sentori tipicamente varietali: albicocca, pesca, ginestra, salvia e timo. Entrata in bocca avvolgente e appagante. Freschezza e una leggera tannicità dinamicizzano il sorso e lasciano il cavo orale con richiami di agrumi e di ananas.

    Trapunta 2020 di Giovanna Madonia, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana, foto di Elsa Leandri
    Trapunta 2020 di Giovanna Madonia, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana, foto di Elsa Leandri

    Antiqua 2021 di Francesconi PaoloVino Bianco
    (100% Albana)
    Giallo dorato con riflessi ambrato. Ricordi di tarassaco, tiglio, pesca e albicocca quasi disidrata cosparsi da note speziate. Pieno l’impatto gustativo caratterizzato da moderata tannicità e da una suadente sapidità. Lungo finale con echi di frutta gialla.

    PRODUTTORE FRANCESCONI PAOLO E FOTO ANTIQUA, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana
    PRODUTTORE FRANCESCONI PAOLO E FOTO ANTIQUA, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

    Delyus 2022 di Marta ValpianiRomagna Docg Albana Secco
    (100% Albana)
    Giallo paglierino fitto. Entrata floreale di fiori bianchi, lemongrass sorretta da frutta a polpa gialla e da delicate note agrumate. Vibrante e saporito, rende il sorso piacevole e immediato. Chiusura di lime.

    PRODUTTORE VALPIANI E FOTO DELYUS, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana
    PRODUTTORE VALPIANI E FOTO DELYUS, immagine di Elsa Leandri, articolo: Slow Wine Fair 2023: Focus su la Romagna e Albana

     

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://slowinefair.slowfood.it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Prowein 2023 e il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano

    Prowein 2023 e il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano

    IL CONSORZIO DEL VINO VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO IN TRASFERTA A PROWEIN 2023

    Redazione

    Il Consorzio vino Vernaccia di San Gimignano parteciperà anche quest’anno dal 19 al 21 marzo a PROWEIN 2023 al padiglione 16 Stand A71, per promuovere i vini della denominazione, con uno spazio dedicato a degustazioni ed eventi pensati per gli operatori e la stampa di settore.

    Prowein 2023 e il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, foto da comunicato stampa
    Prowein 2023 e il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, foto da comunicato stampa

    In assaggio 53 vini di 27 aziende consorziate.

    Questo il programma delle masterclass a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili:

    Lunedì 20 marzo – 11.00 hall 13 F80
    Vernaccia di San Gimignano DOCG: Annata e Riserva
    Conduce Markus Del Monego – Master of wine
    Degustazione di 6 vini Vernaccia di San Gimignano
    Modera Ulrich Kohlmann

    Logo del consorzio, articolo: Prowein 2023 e il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, foto da comunicato stampa
    Logo del consorzio, articolo: Prowein 2023 e il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, foto da comunicato stampa

    Martedì 21 marzo – 11.00 hall 13 F80
    Il vino Vernaccia di San Gimignano DOCG:
    il bianco dalla lunga vita.
    Conduce Othmar kiem
    Degustazione di 6 vecchie annate di Vernaccia di San Gimignano
    Modera Ulrich Kohlmann

    Da comunicato stampa

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  • Sol d’Oro 2023 in programma a Veronafiere fino 26 febbraio

    Sol d’Oro 2023 in programma a Veronafiere fino 26 febbraio

    Sol d’Oro 2023 è in programma a Veronafiere fino a domenica 26 febbraio

    OLTRE 400 CAMPIONI DA 11 PAESI AL 21° SOL D’ORO NUOVA SFIDA PER GLI OLI EVOO PIÚ PRESTIGIOSI A LIVELLO INTERNAZIONALE

    Redazione

    Al via domani il Concorso Internazionale riservato agli oli extravergine d’oliva più selettivo al mondo, uno dei più importanti in blind tasting.

    Sol d’Oro 2023 in programma a Veronafiere fino 26 febbraio, Vinitaly, foto da comunicato stampa
    Sol d’Oro 2023 in programma a Veronafiere fino 26 febbraio, Vinitaly, foto da comunicato stampa

    A Veronafiere torna il più importante concorso internazionale dedicato agli oli extravergine di oliva. Da domani e fino al 26 febbraio va in scena la 21ª edizione di Sol d’Oro, con 420 campioni di evoo in gara, provenienti da Italia, Albania, Cile, Croazia, Grecia, Marocco, Perù, Portogallo, Slovenia, Spagna e Tunisia. Grande novità di quest’anno è la partnership con Aipo d’Argento, concorso che rappresenta il meglio della filiera olearia nazionale, organizzato da vent’anni dall’Associazione interregionale produttori olivicoli Verona.

    A valutare gli oli presentati a Verona è un panel internazionale di giurati guidato dal capo-panel Marino Giorgetti, affiancato da Milena Bucar Miklavcic (Slovenia), Anunciacion Carpio (Spagna), Simone De Nicola (Italia), Yara El Ghalayini (Giordania), Selin Ertur (Turchia), Madhi Fendri (Tunisia), Giuseppe Giordano (Italia), Ernest Kante (Slovenia), Alberto Morreale (Italia), Carlotta Pasetto (Italia), Giulio Scatolini (Italia), Piergiorgio Sedda (Italia), Roberta Ruggeri (Italia), Na Xie (Cina), Miciyo Yamada (Giappone) e Antonio Volani (Italia).

    Blind Tasting oli, foto da comunicato stampa, articolo: Sol d’Oro 2023 in programma a Veronafiere fino 26 febbraio
    Blind Tasting oli, foto da comunicato stampa, articolo: Sol d’Oro 2023 in programma a Veronafiere fino 26 febbraio

    Blind tasting – Gli oli in concorso sono sottoposti alla valutazione del panel dopo il lavoro di anonimizzazione delle bottiglie, curato dal legale incaricato da Veronafiere; proprio la degustazione alla cieca è una delle caratteristiche che rende il concorso internazionale Sol d’Oro tra i più conosciuti al mondo. Sei le categorie ammesse al concorso: Extravergine (Fruttato leggero, medio e intenso), Monovarietale, Biologico e DOP.

    Sono ammessi gli oli d’oliva extravergini di aziende e frantoi che dimostrano di produrre un quantitativo minimo di 1.500 litri per ciascun olio in gara. A chi produce e commercializza un olio evo in un quantitativo compreso tra i 500 e i 1.499 litri, è riservata la categoria ‘Absolute Beginners’.

    Sol d’Oro 2023 è in programma a Veronafiere fino a domenica 26 febbraio, degustatori a lavoro, foto da comunicato stampa
    Sol d’Oro 2023 è in programma a Veronafiere fino a domenica 26 febbraio, degustatori a lavoro, foto da comunicato stampa

    Risultati in diretta – Domenica 26 febbraio, alle ore 17, è in programma una diretta Facebook sulla pagina di Sol&Agrifood per annunciare in tempo reale sia i vincitori della 21ª edizione che l’azienda vincitrice del Premio Sol d’Oro Challenge 2023, assegnato a chi ottiene il punteggio più alto con la somma delle valutazioni degli oli presentati in concorso.

    Gli oli vincitori di una medaglia e quelli insigniti di Gran Menzione ricevono i bollini di qualità con la dicitura “Concorso Internazionale Sol d’Oro 2023” con colori e indicazioni diverse a seconda del premio attribuito (Sol d’Oro – Sol d’Argento – Sol di Bronzo – Gran Menzione).

    Blind Tasting Sol D'Oro, Vinitaly, foto da comunicato stampa
    Blind Tasting Sol D’Oro, Vinitaly, foto da comunicato stampa

    La consegna dei diplomi alle aziende vincitrici, invece, è prevista domenica 2 aprile 2023, nel corso della prima giornata di Vinitaly e Sol&Agrifood (Veronafiere 2-5 aprile 2023). In occasione dell’Evo Gala Dinner di martedì 4 aprile, invece, è prevista la consegna dei premi ai vincitori di Sol d’Oro, Sol d’Argento e Sol di Bronzo.


    Informazioni utili

    Servizio Stampa Veronafiere
    Tel.: + 39.045.8298.350 – 210 – 242 – 427 | E-mail: pressoffice@veronafiere.it
    Web: www.solagrifood.com – Twitter: @pressVRfiere

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    Da comunicato stampa

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  • Blauen Blanc de Noirs 2015 Di Carlo e Matteo Moser

    Blauen Blanc de Noirs 2015 Di Carlo e Matteo Moser

    Nasce la nuova etichetta di Moser: Blauen Blanc de Noirs 2015 Carlo e Matteo Moser presentano la nuova punta di diamante dell’azienda: un Trentodoc Extra Brut monovitigno Pinot Nero affinato 72 mesi sui lieviti.

    Redazione

    Prodotto dai migliori vigneti Pinot Nero di Maso Warth, sulle colline di Trento, il Blauen Blanc de Noirs 2015 di Moser è un Trentodoc Extra Brut affinato per 72 mesi sui lieviti in bottiglia. Ultimo nato in azienda, è già stato premiato da alcune delle più importanti guide vini italiane.

    La degustazione di questo nuovo trentodoc Extra Brut Blauen Blanc de Noirs 2015, foto Berton Moser
    La degustazione di questo nuovo trentodoc Extra Brut Blauen Blanc de Noirs 2015, foto Berton Moser
    Blauen Blanc de Noirs 2015 Di Carlo e Matteo Moser, foto da comunicato stampa
    Blauen Blanc de Noirs 2015 Di Carlo e Matteo Moser, foto da comunicato stampa

    “Questo vino racconta la nostra passione vignaiola. – spiega Matteo Moser, enologo e agronomo della cantina – Le Uve Pinot Nero provengono da un unico vigneto, il Dòs dei Cedri, da vigne degli anni ‘80 allevate a pergola trentina.

    È un terreno particolarmente vocato, situato sulle colline di Trento a 350m sul livello del mare, costituito da pietra Dolomia, la quale conferisce al vino grande freschezza e sapidità.

    In cantina vinifichiamo il Pinot Nero in acciaio prima di farlo riposare in bottiglia per un lungo periodo di affinamento.

    Questo ci permette di valorizzare le caratteristiche del territorio e mantenere inalterate le proprietà organolettiche tipiche del vitigno.

    Il Blauen è nato sotto una buona stella; ci sta già dando molte soddisfazioni.”

    Questo Trentodoc Blanc de Noirs 2015 è un vino a cui teniamo molto. È frutto della nostra esperienza di oltre trent’anni nella spumantistica e di una meticolosa ed instancabile dedizione, sia in vigna che nei lunghi anni di affinamento in cantina.

    Abbiamo cercato un nome evocativo che richiamasse istintivamente agli acini di “Blauburgunder” (termine tedesco per Pinot Nero).

    Il contrasto tra i toni blu scuri violacei dell’uva e il giallo paglierino con riflessi bronzei del vino ci ha dato l’ispirazione per la costruzione della nostra etichetta, che simboleggia la luce nel buio, la stella nella notte, il Blanc De Noirs.” spiega Carlo Moser, alla guida dell’azienda accanto a Matteo.

    Le uve Pinot Nero del Dòs dei Cedri, selezionate con cura e vendemmiate a mano, vengono spremute intere con pressatura soffice e selezione del mosto fiore.

    Il mosto viene vinificato senza fermentazione malolattica in vasche d’acciaio Inox fino al momento del tiraggio, per poi proseguire l’affinamento in bottiglia su lieviti selezionati per un periodo di 72 mesi. Il vino riposa un ulteriore anno in bottiglia prima di essere messo in commercio.

    Blauen Blanc de Noirs 2015 Di Carlo e Matteo Moser, foto di famiglia e azienda, foto di Franz Perini
    Blauen Blanc de Noirs 2015 Di Carlo e Matteo Moser, foto di famiglia e azienda, foto di Franz Perini

    Il Blauen è un Trentodoc dal perlage fine, con un colore giallo paglierino intenso. Al naso è fruttato, con note fumé e sfumature di nocciola tostata, dai richiami di note evolutive; mentre al palato si presenta secco e persistente.

    Da comunicato stampa

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  • Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023

    Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023

    Verticale di Dom Pérignon da Bon Wei

    Redazione

    Il 9 marzo, h 19.30 una cena-degustazione in collaborazione con Top Champagne per abbinare all’alta cucina cinese di chef Zhang Guoqing le 7 annate prodotte negli Anni 90 dalla prestigiosa Maison de Champagne.

    Menu degustazione con abbinamento agli champagne su prenotazione nella sola serata del 9 marzo 2023- costo 500 euro.

    Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023, foto da comunicato stampa
    Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023, foto da comunicato stampa

    Il ristorante Bon Wei da sempre attento alla qualità della carta dei vini e agli abbinamenti con le specialità di cucina cinese, il prossimo 9 marzo propone ai suoi ospiti la possibilità di partecipare a un’esperienza esclusiva: una verticale di champagne Dom Pérignon composta dalle 7 annate prodotte negli anni Novanta (1990, 1992, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999), abbinate a 7 piatti dell’alta cucina di chef Zhang Guoqing.

    La speciale cena-degustazione nasce dalla collaborazione di Zhang Le, patron insieme al padre del ristorante Bon Wei, con Andrea Silvello, fondatore di TopChampagne, con l’idea di condividere con gli ospiti la possibilità di vivere l’abbinamento di queste 7 annate di Dom Pérignon alle note esotiche di altrettanti piatti dello chef Zhang Guoquing.

    Le bollicine in degustazione, articolo: Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023, foto da internet
    Le bollicine in degustazione, articolo: Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023, foto da internet

    Dom Pérignon, storica Maison de Champagne, simbolo di lusso e piacere a livello internazionale, vanta uno champagne dal progetto enologico molto chiaro e preciso:

    solo vini in assemblaggio 50% Pinot Noir e 50% Chardonnay, solo millesimati (quindi solo uve della stessa annata) in tre diverse “Plénitude”, ovvero 3 diversi periodi (crescenti) di permanenza sui lieviti dopo la seconda fermentazione in bottiglia: il classico “Vintage” (6/8 anni), il “P2 o Deuxième Plénitude” (12/15 anni) e il “P3 o Troisième Plénitude” (più di 25 anni).

    Negli anni ’90 sono state prodotte 7 diverse annate: 1990, 1992, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999. Queste, in versione “Vintage” (ovvero nella prima “Plénitude”), saranno le protagoniste della speciale degustazione” in verticale” da Bon Wei.
    “Gli anni ’90 sicuramente oggi rappresentano il massimo splendore delle grandi bottiglie delle Maison de Champagne – spiega Andrea Silvello di Top Champagne – la migliore espressione che il vino possa portare nel calice dopo aver trascorso 6/8 anni sui lieviti e ormai più di 15/20 anni in bottiglia. Possiamo aspettarci un colore dorato intenso, un naso ricco di sentori di frutta secca, agrumi canditi, frutta matura.

    Ovviamente, soprattutto dopo così tanti anni, solo l’assaggio della singola bottiglia potrà raccontare la sua storia e ogni annata sarà diversa per definizione. Sulla carta la 1990, 1995, 1996 dovrebbero essere sul podio ma il bello dello Champagne è che ogni volta riesce a stupire”.

    Logo del ristorante, Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023, immagine da comunicato stampa
    Logo del ristorante, Bon Wei crea verticale di Dom Pérignon il 9 marzo 2023, immagine da comunicato stampa

    Gli abbinamenti:

    Gli abbinamenti sono stati studiati con una serie di raffinate ricette di pesce del Guandong-Canton, regione nota per la morbidezza e delicatezza dei suoi sapori: nell’ordine vengono proposti con il 1990 Shao Mai di branzino con cipollotti fritti e salsa allo zenzero; con il 1992 Polpette di Gamberi e Capesante su salsa di peperoni rossi e cetriolo; con il 1993 capesante al forno con trito di verdure e sfumature al whisky, con il 1995 Involtini di pasta all’uovo con gamberi e bambù, con il 1996 Noodle saltati con verdure e frutti di mare, con il 1998 Branzino in crosta con salsa agrodolce e pinoli tostati, con il 1999 Gamberi croccati all’olio di soia.

    “Con questa cena-degustazione la nostra alta cucina cinesespiega Zhang Le di Bon Weiha voluto inchinarsi alla maestosità dello champagne Dom Pérignon, facendo quasi un passo indietro rispetto alle certe pietanze speziate, piccanti o profumate, prediligendo ricette capaci di accompagnare e avvolgere con sapori vellutati queste intese bollicine. Un divertissement del palato che inviterà a sognare”.

    Zhang Guoqing è lo chef executive, mentre il figlio Zhang Le, direttore del ristorante dal 2014, ne diventa socio nel 2017, foto da sito
    Zhang Guoqing è lo chef executive, mentre il figlio Zhang Le, direttore del ristorante dal 2014, ne diventa socio nel 2017, foto da sito

    Il percorso di ricerca sul vino di Bon Wei

    Il ristorante Bon Wei sin dall’apertura si è fatto riconoscere per la qualità della carta dei vini e per l’attenzione negli abbinamenti con le sue specialità di cucina.
    Se la prima carta è stata costruita con la consulenza di un sommelier italiano che ha preferito privilegiare etichette note, con un taglio più commerciale, l’arrivo di Zhang Le (figlio dello chef) nel febbraio 2013, sommelier Fisar e appassionato di vini, ha visto l’ingresso in carta di etichette più ricercate, capaci di reggere i sapori della cucina asiatica (dal dolce all’aspro al piccante), ragionando su abbinamenti non soltanto al singolo piatto ma all’intero pasto.

    L'ambiente del ristorante Bon Wei, foto da sito
    L’ambiente del ristorante Bon Wei, foto da sito

    Uno Chardonnay o un Sauvignon con i loro aromi sposano perfettamente i dim sum fritti di pesce, mentre un bianco minerale come l’Etna o un Pinot Grigio barricato accompagnano anche il gambero piccante alla Kung Pao.

    Se la bollicina, che sia Champagne o Franciacorta, risponde ad ogni quesito, ci sono vitigni che risultano ben versatili con i sapori della Cinaspiega Zhang Leil Pinot nero, che è uno dei miei preferiti e oggi va molto di moda, è polivalente, riesce ad accompagnare un pesce saporito così come una carne speziata”.

    In effetti Pinot Nero vince sull’Anatra Laccata, mentre per i lamian (noodles tirati a mano) o il riso è il condimento che detta l’abbinamento. Con le zuppe invece difficilmente si accompagna un vino. L’Amarone e lo Sforzato invece possono reggere bene anche lo Shui-Zhu, stufato di manzo del Sichuan, molto piccante e aromatico.
    A fine pasto, la cultura cinese – che non è “dolce” – lascia lo spazio alle grappe, al Baijiu e al whisky.

    A cena con i piatti tradizionali della “badacaixi”, le 8 regioni gastronomiche della Cina, foto da sito
    A cena con i piatti tradizionali della “badacaixi”, le 8 regioni gastronomiche della Cina, foto da sito

    La ricerca da Bon Wei (che, va ricordato, in cucina è filologica e rispettosa della tradizione) è continua, e la carta dei vini sempre in evoluzione così come lo sono i piatti: con la creazione della carta di specialità regionali della Badacaixi (le 8 regioni gastronomiche di Cina) la ricerca delle etichette si è sempre più allontanata da scelte scontate, per privilegiare la nicchia, il territorio e il piccolo produttore da scoprire.

    Atmosfera luxury che si crea nel ristorante Bon Wei, foto da sito
    Atmosfera luxury che si crea nel ristorante Bon Wei, foto da sito

    Parallelamente è presente una piccola selezione di vini italiani e stranieri (da Chateau Pétrus al Domaine de la Romanée-Conti, dal Masseto al Grange Penfolds), fatta con quei grandi nomi che non mancherebbero mai in un ristorante di lusso in Cina.

    Oggi Bon Wei ha una carta di circa 300 etichette (70% italiane e 30 % estere, dalla Francia a Israele, dall’Australia al Sud Africa al Cile) che include anche un raro vino cinese, con prezzi dai 25 ai 12.000 euro.
    Per favorire gli abbinamenti specifici, al calice sono poi sempre disponibili 1 Prosecco, 2 Franciacorta, 2 Champagne, 3 bianchi e 3 rossi.

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  • Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022

    Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022

    Vino, Vinitaly: Seoul chiude Roadshow Globale, Italian Lifestyle Paradigma per crescita vino italiano in Corea del Sud

    Bricolo (Pres. VeronaFiere): potenziato presidi su principali mercati obiettivo.Campagna Incomung eccezionale anche per investimento.Ora guardiamo a Vinitaly e al suo sviluppo.

    Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022, immagine da sito
    Vino, Vinitaly: Seoul chiude RoadShow Globale 2022, immagine da sito

    Redazione

    “In questo Paese il vino tricolore sta diventando sinonimo di cultura e di italian lifestyle. Un paradigma di eleganza e bellezza e di forte attrattività che già coinvolge altri settori dal posizionamento più maturo come la moda, il design e l’arredamento. Il vino non è un prodotto di consumo abituale. Per questo serve fare leva sul forte richiamo del ‘brand Italia’ e sulla capacità dei nostri vini di adattarsi perfettamente alla dieta locale e non solo in abbinamento ai menù occidentali”.

    Così l’Ambasciatore d’Italia in Corea del Sud, Federico Failla, intervenuto ieri sera alla tappa conclusiva del Roadshow di Vinitaly a Seoul, all’High Street Italia – lo showroom del made Italy di Ice – Agenzia, partner di Veronafiere nella campagna straordinaria di promozione e incoming iniziata il 19 gennaio scorso a Rust (Austria).

    Vinitaly RoadShow Globale 2022, in foto Ferdinando Gueli, Federico Failla, Federico Bricolo, foto da comunicato stampa
    Vinitaly RoadShow Globale 2022, in foto Ferdinando Gueli, Federico Failla, Federico Bricolo, foto da comunicato stampa

    Un mercato, quello della Corea del Sud, ad alto potenziale di crescita, che dopo l’exploit dell’import a volume segnato nel 2021, con i vini fermi – in particolare i rossi – protagonisti di un rimbalzo a +60% sull’anno Covid, registra ora lo scatto degli sparkling tricolori, che anche nel 2022 hanno rilevato un incremento delle importazioni del 25%.

    “La Corea del Sud è la piazza emergente forse più interessante al mondo – ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, in chiusura di evento -, con una domanda sempre più competente e interessata a tutte le tipologie di vini. Un mercato in grande fermento che Veronafiere intende presidiare.

    Chiudiamo un Roadshow eccezionale, anche sotto il profilo dell’investimento, con i primi risultati dell’incoming che saranno già evidenti al prossimo Vinitaly. Il potenziamento delle relazioni con i partner istituzionali della promozione sui diversi mercati ci consentirà di proseguire il piano di sviluppo della manifestazione”.

    Carol Agostini Press al Vinitaly da anni
    Carol Agostini Press al Vinitaly da anni

    Presenti all’incontro una selezione di nuovi top buyer, importatori e stakeholder sudcoreani, oltre a una delegazione di operatori già da tempo in portfolio della manifestazione e che considerano “Vinitaly la piazza fondamentale per conoscere i vini italiani”.

    Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la tipologia di vino italiano più esportata è quella dei vini rossi, che nell’ultimo decennio ha segnato una crescita media annua del 13%, seguita dai bianchi (+8% annuo) e dagli spumanti, che grazie al balzo registrato nel 2021 (+100% netto) – e ora quello del 2022 – sono arrivati a sfiorare la soglia di 3 milioni di litri venduti, il 25% del totale vini made in Italy commercializzati.

    Momenti di degustazione durante il Vinitaly RoadShow Seoul 2022, foto da comunicato stampa
    Momenti di degustazione durante il Vinitaly RoadShow Seoul 2022, foto da comunicato stampa

    Per Ferdinando Gueli, direttore Ice-Agenzia ufficio di Seoul: “Il crescente successo del consumo di vino in Corea ha determinato in questi ultimi anni un andamento molto positivo per il nostro export, come dimostrano i recenti dati che ci indicano un raddoppio sia in valore che in quantità avvenuto in meno di 3 anni.

    Questo trend ci incoraggia ad esplorare modalità innovative di promozione come l’idea di proporre l’abbinamento del vino italiano ai cibi della tradizione culinaria coreana, che abbiamo condiviso con i partner di Vinitaly con l’obiettivo di aprire nuovi ed inesplorati spazi di mercato per i nostri produttori”.

    Nel dettaglio, il valore delle importazioni totali di vino nel 2022 è stato di circa 565 milioni di dollari, di questi 86 milioni di dollari sono di vino italiano, con un’incidenza di oltre il 15% sul totale mercato.

    Vinitaly dal 2 al 5 aprile 2023, foto da internet
    Vinitaly dal 2 al 5 aprile 2023, foto da internet

    Rispetto al 2011, anno dell’accordo di libero scambio con l’Ue, la domanda sudcoreana di vino importato è aumentata in valore del 324%.

    Vinitaly chiude così un Roadshow articolato in 13 tappe nell’ambito delle quali è stata presentata anche la 55ª edizione della rassegna.

    Una campagna di incoming senza precedenti che ha potuto contare sulla collaborazione di Ice e dei delegati Veronafiere in 9 Paesi di 3 Continenti (America, Europa, Asia) ma anche sull’adesione delle Ambasciate e del Sistema camerale all’estero.

     

    I 9 Paesi selezionati da Vinitaly per le missioni promozionali rappresentano i due terzi del valore e del volume di vino tricolore esportato nel 2022.

    Vinitaly la fiera italiana del vino, foto da internet
    Vinitaly la fiera italiana del vino, foto da internet
    Informazioni utili

    Servizio Stampa Veronafiere
    Tel.: + 39.045.829.83.50 – 82.42 – 82.10
    Capo Ufficio Stampa: Carlo Alberto Delaini (delaini@veronafiere.it)

    E-mail: pressoffice@veronafiere.it;
    Twitter: @pressVRfiere | Facebook: @veronafiere
    Web: www.veronafiere.it

    Ispropress
    Benny Lonardi (393.455.5590; direzione@ispropress.it)
    Simone Velasco (327.9131676; simovela@ispropress.it)

    Da comunicato stampa

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  • DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma

    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma

    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023

    Redazione

    Arriva nella Capitale diVino, la selezione Decanter Wine Academy, oltre 80 cantine provenienti da tutta Italia, e non solo, con più di 240 etichette in degustazione.
    L’evento si svolgerà nella suggestiva location di Villa Piccolomini, sull’Aurelia Antica con un giardino che si affaccia sul Cupolone di San Pietro. La villa tra l’altro è dotata di un ampio parcheggio interno, gratuito per gli ospiti della manifestazione.

    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma, foto da comunicato stampa
    DiVino a Villa Piccolomini 25-26 febbraio 2023 Roma, foto da comunicato stampa

    Protagonisti saranno gli stessi vignaioli che offriranno in degustazione ai banchi d’assaggio le loro etichette più rappresentative, raccontando direttamente i loro vini ai giornalisti, agli operatori del settore e ai winelovers.
    Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del settore, un tour emozionale tra le cantine d’Italia, la nazione con più vitigni autoctoni al mondo.

    Logo DiVino, immagine da comunicato stampa
    Logo DiVino, immagine da comunicato stampa

    Programma

    Sabato 25 Febbraio ore 16.00 apertura banchi d’assaggio
    Ore 22.00 chiusura banchi d’assaggio
    Domenica 26 febbraio Ore 13.00 pranzo con i produttori a Villa Piccolomini
    Ore 16.00 apertura banchi d’assaggio

    Ore 17.30 Masterclass “Viaggio alla riscoperta dei territori della Regione Lazio attraverso i suoi vitigni autoctoni e biodiversi” Relatori: Pierpaolo Pirone e Roberto Mazzer enologi ATWine, Angelo Petracci Referente Guida Vitae Ais Lazio
    Ore 20.00 chiusura banchi d’assaggio

    Villa Piccolomini, foto da comunicato stampa, evento DiVino 2023
    Villa Piccolomini, foto da comunicato stampa, evento DiVino 2023
    Informazioni utili:

    Costo del biglietto 25 euro

    Il biglietto comprende la degustazione dei vini delle 70 cantine presenti e finger food del catering di Villa Piccolomini, primi piatti caldi e salumi e formaggi.
    Sommelier Ais, Ars, Assoenologi, Degustibuss, Fis, Fisar, Onav, Ses riduzione del biglietto, costo 20 euro presentando all’ingresso la tessera dell’associazione.

    Stampa e operatori del settore possono mandare una mail a accrediti@decanterwineacademy.org entro giovedì 23 febbraio

    Info: 347-6649100 392-2401451
    info@decanterwineacademy.org
    collegati alla nostra pagina diVino per info e acquisto del biglietto online

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  • Chianti Classico Collection 2023 Stazione Leopolda, Firenze

    Chianti Classico Collection 2023 Stazione Leopolda, Firenze

    Chianti Classico Collection 2023, considerazioni generali sulle ultime Annate, Riserva e Gran Selezione

    Cristina Santini

    Chianti Classico Collection 2023 Stazione Leopolda, Firenze, foto di Cristina Santini
    Chianti Classico Collection 2023 Stazione Leopolda, Firenze, foto di Cristina Santini

    Un cammino costruttivo quello dell’anteprima del Chianti Classico che debutta nel 1993 e giunge oggi alla XXX edizione a dimostrazione in questo lungo tempo dell’investimento sulla qualità, sulle potenzialità del vitigno principe di questi confini, il Sangiovese, e sull’impegno, da parte del Consorzio e di tutti gli Associati, nel valorizzare l’importanza di un marchio conosciuto in tutto il mondo.

    Presenti più di duecento Produttori, divisi per zone di produzione, che hanno raccontato il loro territorio e i loro vini presentando alla stampa e agli operatori di settore le anteprime del Chianti Classico annata, della Riserva e della Gran Selezione ancora non in commercio e appena imbottigliate.

    È stato importante il focus sulle tre tipologie prodotte in aree differenti, per capire il potenziale e le differenti caratteristiche organolettiche dovute anche agli andamenti climatici.
    A otto anni dalla sua introduzione, la Gran Selezione ha raggiunto in questi ultimi anni una crescita costante in termini produttivi e di fatturato confermando il grande interesse da parte dei mercati.

    Il progetto consortile si arricchisce ulteriormente con l’inserimento nel disciplinare delle UGA, Unità Geografiche Aggiuntive, ovvero undici aree all’interno degli otto comuni che già delimitano l’area del Gallo Nero che andranno a definire maggiormente l’identità e il territorio di provenienza delle uve.

    Tengo a precisare che le UGA che verranno menzionate in etichetta, al momento solo per la tipologia Gran Selezione, non saranno sinonimo di una qualità superiore ma identificheranno, secondo fattori naturali e umani, una specifica area di provenienza. Inoltre in base alla normativa vigente, non essendoci restrizioni dovute a parametri fisico-chimici e organolettici, una UGA potrà contenere fino al 15% di un’altra UGA.

    La UGA, foto di Cristina Santini
    La UGA, foto di Cristina Santini

    Partendo dall’annata 2021, il Consorzio ha classificato buona la vendemmia con un andamento climatico abbastanza regolare con qualche sbalzo in primavera. Nei miei assaggi ho trovato l’annata goduriosa con una freschezza di frutto succoso, in alcuni casi più maturo, un’acidità bilanciata, con una trama tannica dominante, sicuramente per la sua gioventù e, in sporadici casi, con alcolicità sopra la media. Nel complesso vini di grande bevibilità e scalpitanti di energia.
    Aspetteremo che raggiungano la giusta maturazione per valutare al meglio il pieno potenziale.

    Invece, a mio avviso, l’annata 2020 ci regalerà vini molto espressivi e longevi. A detta del Consorzio il territorio del Gallo Nero sembra non abbia risentito degli eventi climatici estremi come nel resto del Paese. Tranne in rari casi in cui l’acidità e i tannini sono evidenti ma se vogliamo, mascherati dalla frutta più matura, ho assaggiato vini completi di elementi aromatici, con una texture elegante, di ottima struttura. Mi riservo di assaggiare e valutare il prossimo anno.

    Ho constatato invece una differenza sostanziale tra la tipologia Riserva e la Gran Selezione a parità di annate.
    Come sappiamo il Chianti Classico Riserva ha un affinamento minimo di 24 mesi e il Chianti Classico Gran Selezione è prodotto in genere da uve coltivate nei vigneti più vocati con un affinamento di 30 mesi.

    Momenti di degustazione all'evento: Chianti Classico Collection 2023 Stazione Leopolda, Firenze, foto di Cristina Santini
    Momenti di degustazione all’evento: Chianti Classico Collection 2023 Stazione Leopolda, Firenze, foto di Cristina Santini

    Non ho avuto modo di comparare tutte le annate di tutti i Produttori – anche perché ci vuole un impegno credo impossibile per valutarli tutti – ma l’impressione in generale non è stata esaustiva per la Riserva 2020 e 2019 e mi ha lasciato, in alcuni casi, perplessa. Qualcuno si è distinto per eleganza, non ci sono dubbi, soprattutto il 2019 e il 2018, ma pochi dei miei assaggi. In linea di massima, l’atteso 2020 è sicuramente nella sua piena gioventù, dal 2019 mi sarei aspettata di più e il 2018 l’ho trovato meno profondo e coinvolgente.

    Invece la Gran Selezione (2020, 2019, 2018) ha mostrato di distinguersi per l’equilibrio costante ad ogni sorso, marcando principalmente le note fruttate e balsamiche sempre lunghe e con una tannicità che si ammorbidisce di anno in anno. Premio però la 2019 per la sua splendida forma e l’energia dei suoi tannini e la 2018 per la sua pronta maturità.

    Anche molti IGT sono degni di nota e che riporto nelle mie considerazioni.

    A seguire vi racconto alcune aziende, non tutte purtroppo per mancanza di spazio, e i miei migliori assaggi, senza un ordine di preferenza, soltanto divisi per territori:

    1. GAIOLE

    Badia a Coltibuono
    Ex Abbazia antichissima che dispone di vigneti a circa 300 mt di altitudine su suolo discretamente argilloso, molto sassoso e calcareo.

    Chianti Classico 2020
    90% Sangiovese di cui metà da selezione massale, 10% Ciliegiolo-Canaiolo-Colorino, dodici mesi di affinamento in botte grande di Rovere francese e austriaco.
    Naso e palato freschi con un tannino di grande pulizia, acidità marcata che non dispiace.

    Chianti Classico Riserva Cultus 2018 (80% Sangiovese, 20% altri vitigni, diciotto mesi di barrique di più passaggi)
    Complessità ed eleganza sono i suoi elementi distintivi accompagnati da un frutto generoso e maturo. Un vino profondo e longevo.

    Le referenze di Badia a Coltibuono, Chianti Classico Collection 2023, foto di Cristina Santini
    Le referenze di Badia a Coltibuono, Chianti Classico Collection 2023, foto di Cristina Santini

    Castello di Ama
    Chianti Classico Ama 2021 Gran Selezione Castello di Ama San Lorenzo 2019 (Top) IGT Haiku 2019

    Castello di Ama, Chinati Classico Collection 2023, foto di cristina Santini
    Castello di Ama, Chinati Classico Collection 2023, foto di cristina Santini

    2. CASTELNUOVO BERARDENGA

    Villa di Geggiano
    Bellissima Cantina che si trova nella parte meridionale del Chianti Classico, in prov di Siena, a 320 mt di altitudine, con un clima caldo, terreni, molto generosi, composto di argilla, limo, tufo, scheletro, sassoso, galestro e alberese. In biologico dal 2006, è un’Azienda storica di proprietà della Famiglia Bianchi Bandinelli dal 1527 con sette ettari vitati.

    IGT Bandinello 2021 con il 60% Sangiovese, 20% Syrah e 20% Ciliegiolo. Matura solo in acciaio.
    Ho apprezzato tantissimo questo Blend molto fruttato e fresco, note balsamiche, ricco e armonioso al naso. Sorso gradevole e lungo con un tannino setoso. Versatile negli abbinamenti.

    Chianti Classico 2019 100% Sangiovese. Macerazione a freddo per una migliore estrazione di colore e profumi, affina diciotto mesi in Tonneaux di cui il 10% in legno nuovo.
    Un colore più intenso e scuro per questo Sangiovese che presenta una profonda speziatura dolce, sentori balsamici e di marasca, tannini abbastanza morbidi, capacità di invecchiamento notevole, spalla acida alta.

    Villa di Geggiano, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Villa di Geggiano, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Podere Lecci e Brocchi
    Mi riservo di raccontarvi in un altro articolo la storia e il lavoro di questa bellissima realtà che mi ha stupito su tutta la batteria portata in degustazione.

    I Produttori di Podere Lecci e Brocchi, Chianti Classico Collection, foto di cristina Santini
    I Produttori di Podere Lecci e Brocchi, Chianti Classico Collection, foto di cristina Santini

    Vi segnalo alcuni vini che mi hanno sorpreso per intensità:

    IGT Sangiò Rinascimento 2020 (Sangiovese vinificato in bianco)
    Chianti Classico Ragonaia 2020 (anteprima)
    Chianti Classico Lecci e Brocchi 2019
    Riserva Il Chiorba 2019 (Top)
    Gran Selezione Celerarium 2015

    Podere Lecci e Brocchi, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Podere Lecci e Brocchi, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Tolaini
    Gran Selezione Vigna Montebello sette 2019 (Top)

    Tolaini, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Tolaini, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    3. SAN CASCIANO

    Cantina Poggio Borgoni
    Ascolto con grande piacere le parole di Roberto Mercurio che mi illustra la Cantina con i suoi meravigliosi vini biologici. Azienda dislocata nel comune più a nord del Chianti Classico, alle porte di Firenze, con circa dieci ettari piantati a Sangiovese e Merlot a 350 mt slm su terreno di argilla e ciottoli di alberese.

    Qui il Merlot si esprime bene, non è “cicciotto” ma ha una verticalità che insieme al Sangiovese è eccezionale. Per volontà aziendale tutte le etichette passano molto tempo in bottiglia perché si vuole uscire sul mercato con un vino già armonico ed equilibrato.

    Cantina Poggio Borgoni, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Cantina Poggio Borgoni, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Riserva Borromeo 2018 90% Sangiovese e 10% Merlot, affina 24 mesi in barrique di I e II passaggio e 12 mesi di bottiglia. Fermentazioni in cemento.
    Leggera surmaturazione del Merlot che regala una bella concentrazione di frutto, evidente e piacevole sfumatura balsamica, un’elegante complessità al sorso così ampio che mostra la sua spalla acidità alta ben centrata. Note tostate di caffè e tabacco sul lungo finale. Fantastica la Riserva 2016, un viaggio evolutivo profondo e complesso da farti innamorare al primo assaggio.

    Villa Mangiacane
    Riserva Villa Mangiacane 2018 (Top)

    Villa Mangiacane, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Villa Mangiacane, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    4. CASTELLINA in Chianti

    Castagnoli
    Dieci ettari parcellizzati di cui 4,5 dislocati in terrazzamenti a secco con esposizione a sud-ovest, dove il Sangiovese è allevato ad alberello e i restanti a guyot lungo il bosco.

    Riserva Terrazze 2020 100% Sangiovese, fermentazione in acciaio, affinamento 24 mesi per metà della massa in botte grande e l’altra metà in Tonneaux, 12 mesi di bottiglia.
    Ottimo naso di ciliegia matura e sentori di corteccia di cannella, struttura che supporta freschezza e acidità portando ad una bella pulizia di bocca, tannini decisi e finemente costruiti. Molto lungo ed energico.

    I terrazzamenti di Castagnoli, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    I terrazzamenti di Castagnoli, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Castello La Leccia
    170 ettari ubicati a 500 mt slm di cui 17 vitati in bio dal 2010 su suolo tufaceo-alberese.

    Riserva Castello La Leccia 2019
    Dodici mesi di affinamento tra botte grande e barrique usate e 12 mesi di riposo in cemento. Opulento ed elegantemente strutturato. Conquista per il suo mix fresco di frutto e spezie e per i suoi tannini levigati.

    Gran Selezione Bruciagna 2020, da uve Sangiovese provenienti da un vigneto singolo, che affina 18 mesi in barriques, segue stabilizzazione in cemento. Lo menziono ugualmente anche se imbottigliato da poche settimane e ancora leggermente chiuso al naso, ma la struttura di partenza e la trama fitta dei suoi tannini sono ottimi, ha solo bisogno di più tempo in bottiglia per armonizzarsi.

    Castello La Leccia, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Castello La Leccia, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    5. PANZANO in Chianti

    Il Palagio di Panzano
    13 ettari in biologico a conduzione familiare di cui 4 vitati a Sangiovese, cloni tutti diversi e parcellizzati che regalano espressioni differenti per ogni etichetta. Nove terreni differenti in un così piccolo areale.
    Complimenti a questa piccola azienda che fa dei propri vini un capolavoro.

    Non potendoli citare tutti (perché meriterebbero), vi anticipo l’anteprima dell’annata 2020 che racchiude in sé tutto l’amore per il territorio, le Riserve 2019 e 2017 provenienti da un terreno ricco di ferro, che presentano, la prima un sorso morbido ma di carattere accompagnato da un’acidità alta, la seconda una complessità di note fruttate più evolute orientate verso quelle erbacee e tostate.

    Innamorata dell’anteprima Gran Selezione La Vigna delle Bambole 2016 (progetto nato nel 2009 e dedicato alla quarta generazione) proviene dalla vigna più prestigiosa di un ettaro esposto a sud ovest, affina trenta mesi in tonneaux e riposa almeno due anni in bottiglia. Regala un ottimo concentrato di frutti rossi scuri, mineralità, un’acidità contenuta e un filo teso ed equilibrato dove tutto è al suo posto. Longeva.

    Le Produttrici de Il Palagio di Panzano, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Le Produttrici de Il Palagio di Panzano, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Monte Berardi
    Chianti Classico Retromarcia 2021

    Monte Bernardi, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Monte Bernardi, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Vallone di Cecione
    Chianti Classico Vallone di Cecione 2020

    Vallone di Cecione, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santina
    Vallone di Cecione, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    6. GREVE IN CHIANTI – MONTEFIORALLE

    Castello di Verrazzano
    Riserva Castello di Verrazzano 2018
    Gran Selezione Sassello 2017

    Castello di Verrazzano, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Castello di Verrazzano, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    7. LAMOLE

    Lamole di Lamole
    Chianti Classico Maggiolo 2020
    Gran Selezione Vigna Grospoli 2019
    Gran Selezione Vigneto di Campolungo 2018

    Lamole di Lamole, Chinati Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Lamole di Lamole, Chinati Classico Collection, foto di Cristina Santini

    8. RADDA in Chianti

    Poci
    Azienda biologica di 3,5 ettari vitati coltivati a Sangiovese e Alicante con pendenze importanti e su terreni ricchi di galestro e argilla, recuperata nel 2018 da vigneti dati in affitto, prima annata 2019.
    Bellissime le etichette, da impatto e ben colorate, che hanno richiamato la mia attenzione su quest’Azienda a me sconosciuta, confermando l’importanza dell’immagine aziendale sulle bottiglie.

    Chianti Classico Poci 2020
    Riserva Poci 2019

    Azienda Poci, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Azienda Poci, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini

    Podere Capaccia
    Chianti Classico Podere Capaccio 2020
    IGT Colli della Toscana Centrale Querciagrande 2019

    Podere Capaccia, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Podere Capaccia, Chianti Classico Collection, foto di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito Consorzio: https://www.chianticlassico.com/

    Siti Partners:  https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/