Tartufo Regale, nasce il primo tartufo d’Alba al cioccolato dello chef stellato Ugo Alciati. Con il Vermouth di Torino Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore, l’abbinamento perfetto è servito
Redazione
Si chiama Tartufo Regale ed è l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Dall’estro di Ugo Alciati, chef di Guidoristorante al Villaggio Narrante di Fontanafredda e ambasciatore del tartufo nel mondo, nasce una rarità piemontese realizzata con il cioccolato più pregiato al mondo e che riproduce fedelmente un vero tartufo per forma e colore e che può essere lamellato. Una unicità nel settore del cioccolato perfetta da abbinare a un vino aromatizzato altrettanto “regale”: il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore.
Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore, foto da comunicato stampa
È nel cuore delle Langhe Patrimonio Mondiale dell’Unesco, al Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, che nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato. Questa rara creazione artigianale nasce dall’estro dello chef di Guidoristorante, Ugo Alciati, storica stella Michelin del Piemonte e ambasciatore del tartufo nel mondo. Una unicità nel settore del cioccolato che riproduce fedelmente per forma e colore un vero tartufo, tanto che nemmeno i “Trifulau” (ricercatori di tartufo) della zona di Alba sono stati in grado di riconoscerlo. Richiesta la registrazione per marchio, design e idea così da poter esserne gli unici produttori a livello europeo.
Villaggio Narrante in Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore, nasce il Tartufo Regale, l’unico tartufo d’Alba al cioccolato,foto da comunicato stampa
REALIZZAZIONE DEL TARTUFO REGALE
Di produzione limitatissima, il Tartufo Regale è proposto in un cofanetto (che ne contiene cinque, diversi per forma, dimensione e peso) numerato e autografato a mano dallo chef Ugo Alciati.
«Per realizzare il “Tartufo regale” sono necessari oltre 30 passaggi manuali, il primo dei quali è la selezione dei migliori tartufi d’Alba da riprodurre fedelmente con gli ingredienti della mia ricetta» spiega lo Chef Ugo Alciati. «Viene utilizzato il cioccolato più pregiato al mondo – attualmente è solo lo 0,01% del cioccolato presente sul mercato – il Criollo del Venezuela e la nocciola Tonda Gentile I.G.P. Piemonte; al suo interno non vi è aggiunta di coloranti, aromi artificiali o conservanti, e può essere lamellato come un vero e proprio tartufo»
Tartufo Regale in abbinamento al Vermouth Rosso Mirafiore, foto da comunicato stampa
L’ABBINAMENTO
Tartufo Regale dello Chef Ugo Alciati con il Vermouth Casa E. di Mirafiore
Il vino da abbinare per gustare al meglio il Tartufo Regale, è consigliato da Piero Alciati, fratello di Ugo e maître-sommelier di Guidoristorante, ed è il Vermouth Rosso Superiore di Casa E. di Mirafiore. I sensuali profumi del Vermouth, enfatizzati dalla base di vino moscato e caratterizzati dalla verve del nebbiolo, il tutto abbracciato dalla nobile presenza del cardamomo, spezia storicamente abbinata al cioccolato, trovano un connubio ideale con questa delizia artigianale che gioca di equilibri tra dolcezza, aromi e il calore del cioccolato.
Abbinamento di territorio oltreché di sapori, dove Vermouth e nocciole ricreano l’atmosfera Liberty di un tempo in cui il buono e il bello divennero una raffinata esigenza di gusto ed estetica. Nato nel XVIII secolo, apprezzato alla corte reale dei Savoia ma conosciuto in tutto il mondo, il Vermouth di Torino è un vino aromatizzato di cui Casa E. di Mirafiore iniziò la produzione nei primi anni del ‘900.
Oggi è reinterpretato attraverso le storiche ricette a base di 46 elementi tra radici, fiori, frutti e spezie che vengono estratti naturalmente e miscelati al vino base secondo tradizione, con l’aggiunta di zucchero e alcool. Il Vermouth Rosso di Casa E. di Mirafiore è prodotto con vini bianchi piemontesi e uve di Moscato e Nebbiolo.
DOVE TROVARE IL TARTUFO REGALE
La produzione del Tartufo Regale è strettamente limitata. Il cofanetto numerato e autografato a mano da Ugo Alciati contenente i cinque Tartufi Regali è disponibile solo su prenotazione scrivendo a info@tartuforegale.it
Da Comunicato Stampa
Anguilla dello Chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
Collegamenti da sito
Chef Ugo Alciati, erede di una famigloia che ha scritto la storia della cucina italiana, menù di stagione,carta essenziale, altissima qualità delle materie prime e valorizzazione delle eccellenze del territorio sono da sempre i principi della cucina di GuidoRistorante.
Alcuni piatti eseguiti dallo chef e brigata:
Vitello Tonnato dello chef Ugo Alciati GuidoRistorante, foto da sito
Ad Aprile torna Summa: I migliori vini biologici-dinamici-da tutto il mondo si ritrovano a Magrè nella Tenuta Alois Lageder
Redazione
Summa, la rassegna delle eccellenze enologiche biologiche e biodinamiche, torna l’1 e il 2 Aprile 2023 per la sua 24a edizione nella affascinante storica ambientazione di Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta Alois Lageder, a Magrè sulla Strada del Vino (BZ).
Summa 2023 torna ad aprile Tenuta Alois Lageder, locandina manifestazione
“Se la nostra idea di vino poteva sembrare visionaria quando abbiamo lanciato la prima edizione di Summa nel 1997, ora i fatti ci stanno dimostrando che i consumatori sono sempre più consapevoli dei danni che una viticoltura non in armonia con il territorio può fare all’ambiente e alla sua biodiversità. Per questo sempre più spesso rivolgono la loro attenzione ai vini biologici e biodinamici, la cui qualità e valore intrinseco saranno raccontati dagli stessi vignaioli.
È anche questo contatto diretto, questa possibilità di interagire, di creare relazioni, che rende Summa un momento particolarmente apprezzato sia dagli espositori che dai partecipanti, siano essi operatori esperti che semplici consumatori“, spiega Helena Lageder, Chief Marketing Officer dell’Azienda.
La mostra, diventata il punto di incontro qualificato di professionisti, giornalisti specializzati e wine lovers alla ricerca di etichette non solo sostenibili ma caratterizzate da interi progetti in armonia con l’ambiente, propone degustazioni guidate, verticali, prove di botte e walk around tasting con i racconti dei produttori che arricchiscono l’evento.
Tenuta Alois Lageder, articolo: Summa 2023 torna ad aprile Tenuta Alois Lageder
La varietà di vini proposti sarà come sempre ampia, con bottiglie provenienti dai principali Paesi produttori. Nel 2022 sono stati 10 i Paesi rappresentanti per un totale di 99 cantine: Italia, Germania, Austria, Francia, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo e Spagna, con un grande successo di pubblico.
Una delle Barchesse dove si svolge la manifestazione Summa in Tenuta Alois Lageder
Durante l’evento, ideato e organizzato dalla Tenuta Alois Lageder, vengono proposte anche visite – sempre molto partecipate – tra vigneti e in cantina, per far toccare con mano la realizzazione della filosofia aziendale basata sull’economia circolare, che sta alla base della biodinamica.
Tenuta Alois Lageder, manifestazione Summa 2023
Negli anni Summa è cresciuta, diventando sempre più internazionale, con la partecipazione di realtà biologico-dinamiche, spesso certificate Demeter. Le aspettative per la prossima edizione sono per questo molto alte, sostenute dall’entusiasmo di chi organizza un evento con passione e con la consapevolezza di poter fare la differenza tutti insieme, vignaioli e consumatori.
Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023
Redazione
La seconda edizione della fiera dedicata al vino buono, pulito e giusto, organizzata da BolognaFiere e Sana, con la direzione artistica di Slow Food Online da oggi su Slowinefair.slowfood.it la biglietteria e la possibilità di prenotare le prime masterclass in programma Slow Wine Fair, la fiera del vino buono, pulito e giusto, torna per la seconda edizione a BolognaFiere da domenica 26 a martedì 28 febbraio 2023.
Organizzata da BolognaFiere e SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food, Slow Wine Fair è nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.
La fiera gode del supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di FederBio, del patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della partnership con Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia.
Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
I numeri dell’edizione 2022
Al suo debutto, lo scorso marzo, nonostante le difficoltà del periodo, Slow Wine Fair ha attratto nel Quartiere fieristico di Bologna oltre 6.000 appassionati, buyer e professionisti, che hanno potuto degustare più di 2.300 etichette e conoscere ben 542 cantine (la metà delle quali certificate biologiche o biodinamiche), provenienti da 20 Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane.
Nella seconda edizione, Slow Wine Fair continuerà a promuovere i vini frutto di un’agricoltura sostenibile, che hanno come parole d’ordine la biodiversità, la tutela del paesaggio agricolo, l’uso ponderato delle sue risorse, la crescita culturale e sociale delle comunità contadine, oltre a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori.
La sostenibilità protagonista
«Con Slow Wine Fair, BolognaFiere ha arricchito e consolidato la propria offerta di eventi in tema di sostenibilità agroalimentare – afferma Domenico Lunghi, Direttore Manifestazioni Dirette di BolognaFiere –, frutto anche dell’esperienza maturata in ben 35 edizioni di SANA, unico appuntamento fieristico di riferimento per la business community del biologico e del naturale. Per queste ragioni, lo scorso anno abbiamo deciso di impegnarci insieme a Slow Food in questa nuova avventura, coinvolgendo il nostro partner di lunga data FederBio.
L’edizione 2023 di Slow Wine Fair promette bene in termini di grande qualità degli espositori vinicoli. Inoltre, abbiamo voluto dare impulso a un primo ampliamento
delle referenze merceologiche per l’horeca estendendo agli Spirits e agli amari la possibilità di partecipare, mentre un settore della fiera sarà dedicato ai produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità”.
Media partner di Slow Wine Fair è tabUi, un’app che contiene tutte le informazioni utili a turisti, local o curiosi per esplorare il territorio attraverso la realtà aumentata. Grazie a tabUi, i partecipanti alla manifestazione potranno immergersi nelle atmosfere bolognesi e scoprire tutte le curiosità che la città sa regalare.
Sono, inoltre, media partner: BioFiera.it, Horecanews.it, Italy Export, Luxury Food & Beverage Magazine, Premiata Salumeria Italiana.
Enjoy Wine, foto da sito
La viticoltura come strumento per incidere sulla crisi climatica e l’appello alla politica:
«Per frenare il calo di produzione di queste ultime annate legato alla siccità e all’irregolaritàdelle stagioni bisogna contrastare significativamente la crisi climatica e cambiare l’attualemodello agricolo da intensivo in agro-ecologico, ascoltando la natura – sottolinea FedericoVarazi, vicepresidente di Slow Food Italia. Il modello intensivo minaccia l’ambiente, impoverisce i produttori generando la rincorsa sui prezzi, favorisce il caporalato e il lavoro nero.
Per questo è importante essere a Bologna per la seconda edizione della Slow Wine Fair, insieme a centinaia di produttori provenienti da tutte le regioni d’Italia e da tutto il mondo, per confrontarsi sul futuro del vino e per incidere nel futuro della viticoltura, oggi ancora troppo legata all’uso della chimica di sintesi che ha stravolto la biodiversità dei terreni e il paesaggio rurale in cambio del profitto e della produttività».
La prima edizione di Slow Wine Fair ha messo in luce quanto sia importante per i produttori avere spazi per confrontarsi e promuovere un vino buono, pulito e giusto, tutti insieme.
«Necessità, quella di fare fronte comune, che abbiamo potuto toccare con mano anche realizzando la guida Slow Wine: un’annata straordinaria, con condizioni climatiche mai registrate prima, che i produttori hanno affrontato mettendo in campo risposte agronomiche in ordine sparso” – dichiara Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida.
L’edizione 2023 della Fair sarà, invece, l’occasione per discutere e chiedere alla politica un impegno concreto per finanziare la ricerca scientifica, essenziale per dare risposte ai problemi di un ambiente che muta a velocità assurda. La sostenibilità ambientale, tanto cara a Slow Food, va integrata con un virtuoso sistema economico che possa sostenere questo sforzo. E in questa direzione va la Fair, creando le giuste occasioni di promozione per questi vini di grande qualità, prodotti perlopiù con metodi biologici o biodinamici».
Slow Wine Fair del 2022, articolo: Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023
Vino bio, un settore in crescita
«In Italia, la viticoltura bio è aumentata in maniera significativa e incide per il 19% sulla superfice complessiva di vigneto, la percentuale più alta nel mondo, che supera la quota complessiva di superficie bio nazionale del 17,4%”. Secondo uno studio effettuato da Nomisma, Osservatorio SANA e Wine monitor le prospettive di sviluppo del vino bio Made in Italy sono molto interessanti. In questo momento di criticità ritengo importante sottolineare anche l’aspetto sociale e ambientale legato allo sviluppo del vino bio.
Sul piano sociale si determina una concreta opportunità di crescita per le piccole e medie aziende viticole italiane orientate al territorio e alla produzione bio. A livello ambientale, la gestione del suolo del vigneto bio contribuisce a contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, dati scientifici attestano che con una cura sostenibile del suolo e del microbiota migliora notevolmente la qualità del vino. Lo sviluppo della viticoltura bio fornisce un contributo
fondamentale all’affermazione di una sostenibilità economica, sociale e ambientale di cui ritengo ci sia davvero bisogno per il futuro», sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.
Gli eventi in programma
Tra le conferme in calendario, le masterclass, le conferenze, gli appuntamenti in Arena, e ovviamente le degustazioni del banco di assaggio. Ecco le prime anticipazioni del programma della Slow Wine Fair.
Le masterclass
Si riconfermano le masterclass, degustazioni guidate rivolte agli appassionati o ai professionisti del settore e dedicate a esplorare il panorama vinicolo italiano e
internazionale e l’affascinante mondo degli amari.
La prima delle due masterclass già prenotabili online riguarda prestigiose etichette di un’annata che, grazie a un meteo e a un clima ideale, rasenta la perfezione e in cui sono stati creati autentici gioielli che fanno gola ai collezionisti enoici di tutto il mondo.
Nonostante non sia una vendemmia così lontana nel tempo, già oggi, anche a causa dell’enorme successo avuto sul mercato d’oltreoceano, è diventato assai complicato riuscire a reperire bottiglie di questi vini.
In questa masterclass la Banca del Vino di Pollenzo apre il suo scrigno per intraprendere un bellissimo viaggio nel 2010 attraverso tre fra le denominazioni più prestigiose e iconiche in Italia: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino.
La seconda masterclass guarda invece al Caucaso, ossia la culla della viticoltura, attraverso una degustazione di alcuni tra i vini più significativi che raccontano il percorso della Slow Wine Coalition, la rete internazionale che conta oggi oltre 1000 adesioni da parte di produttori e appassionati che si riconoscono in una filosofia comune, ed è diffusa in 37 Paesi del mondo. Il focus sul Caucaso farà conoscere e apprezzare magnifici vini georgiani, azeri e turchi.
Altre masterclass – in via di definizione – prevedono una strepitosa selezione di etichette dal portfolio di Tannico la più grande enoteca online specializzata nella vendita di vini italiani ed esteri, distillati, birre artigianali e champagne e numerose proposte per esplorare il vasto e per molti aspetti ancora poco noto mondo degli amari.
Slow Wine Fair 2023, foto da sito, articolo: Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023
Le conferenze
Organizzate online nelle settimane precedenti la Slow Wine Fair, le conferenze mettono a fuoco i tre principali temi al centro del dibattito della manifestazione consentendo a esperti e appassionati in ogni angolo del mondo di collegarsi e partecipare usufruendo del servizio di interpretariato.
Il vino e la crisi climatica
Il 2022 sarà da molti ricordato come l’anno più caldo e siccitoso mai vissuto fino a ora. E gli effetti del riscaldamento globale sono evidenti, e catastrofici, soprattutto a chi lavora in campagna. Nel 2022, dall’osservatorio privilegiato della guida Slow Wine, con i suoi 300 collaboratori in tutta Italia, abbiamo riscontrato numerosi problemi. I vignaioli, di fronte a un’emergenza così grande, hanno risposto tentando di interpretare i bisogni delle piante e traendone preziose lezioni per il futuro, ragionando in piccolo e in modo ecosistemico.
Hanno percepito da vicino il messaggio che arriva dalla natura. Ora dobbiamo dedicarci al confronto, allo studio, alla ricerca scientifica e a mettere a sistema le esperienze positive e negative di ognuno di loro.
Come si affronta il cambiamento climatico a partire dalla cura del suolo? Quali segnali possono cogliere i viticoltori dalle viti? Quali sono i passaggi utili e fondamentali in vigna, in cantina e fino alla distribuzione per ridurre il proprio impatto sul clima?
Lo abbiamo chiesto ad Adriano Zago, una laurea in Agraria all’Università di Padova e una specializzazione in Viticoltura ed enologia a Montpellier, da una ventina d’anni lavora come consulente agronomico ed enologico. Alla Slow Wine Fair, interverrà insieme all’agronoma Martina Broggio e a Franco Meggio, docente all’Università di Padova, per affrontare il tema della crisi climatica in vigna. «Parleremo di tre ambiti: la pianta, il suolo e l’uomo.
Cercheremo di spiegare che cosa sta succedendo, con la crisi climatica, nel suolo e nella pianta e di come l’uomo sta reagendo, inteso come organizzazione aziendale». Una cosa è certa, aggiunge Zago: «La crisi climatica sta portando all’attenzione il tema della fertilità del suolo. In altre parole, per reagire meglio a qualsiasi cambiamento climatico i suoli devono avere una fertilità molto sviluppata in termini di ciclo di sostanza organica».
Siccità e fenomeni atmosferici estremi sono più frequenti di un tempo e, per non perdere il raccolto, occorrono suoli con specifiche caratteristiche: «In caso di grandi siccità abbiamo bisogno di suoli che sappiamo trattenere l’acqua e che permettano alle radici di andare molto in profondità – continua Zago –, mentre in caso di eccessive piogge abbiamo bisogno di suoli che sappiamo drenare». Le soluzioni esistono, sia per quanto riguarda la cura della fertilità del suolo stesso sia per quanto riguarda i sistemi di landscaping della vigna: «Ad esempio si possono organizzare filari più corti, per permettere agli eccessi di acqua di defluire più facilmente».
Suolo, pianta e uomo: un’azienda vitivinicola deve investire su tutti e tre questi aspetti.
«Secondo me, la crisi climatica ci dice che la fertilità, il buon funzionamento della pianta e l’organizzazione aziendale sono tre argomenti fondamentali: non basta più fare un vino buono e preoccuparsi di portare a casa un’uva sana, obiettivi divenuti troppo deboli in un tempo storico molto diverso dal passato. Quando parlo di organizzazione aziendale, ad esempio, intendo dire che è opportuno essere in grado di prendere decisioni in tempi più brevi: per farlo, bisogna conoscere ancora meglio la propria azienda». Ecco allora che serve investire sugli elementi che compongono i gruppi di lavoro, formandoli e promuovendone anche l’integrazione all’interno della realtà imprenditoriale stessa.
Le denominazioni, bene comune?
In Italia nel 2022 si contavano 341 Doc e 78 Docg: 419 denominazioni in tutto, con il Piemonte a fare da capofila dal punto di vista numerico. Ma, al di là del dato numerico, quali sono gli elementi positivi delle denominazioni in Italia e nel contesto europeo? E quali gli elementi che necessiterebbero una rilettura? Infine, quali fenomeni dovrebbero farci riflettere con attenzione?
Sul valore delle denominazioni di origine in termini assoluti non abbiamo dubbi. Lì dentro, infatti, c’è un’idea di difesa e di valorizzazione dei territori del vino che ha radici antiche e una ragion d’essere giustificata perlomeno dallo sviluppo tentacolare delle industrie del comparto agroalimentare, che tendono ad appiattire tutto, ad annacquare il valore (anche culturale) dei prodotti e a erodere il margine economico di chi fa agricoltura e trasformazione diretta.
D’altra parte l’elenco delle denominazioni restituisce una visione d’insieme sin troppo frammentaria e incoerente dal punto di vista delle scelte strategiche e politiche adottate nel tempo; certe denominazioni appaiono marginali se non addirittura inconsistenti; e infine si registra la mancanza di una visione unitaria a livello nazionale, e anche di regione in regione.
In un panorama immenso e ricco di sfumature e di criticità – che merita un approfondimento specifico – sta inoltre emergendo in modo sempre più evidente una tendenza che impone una riflessione. Negli ultimi tempi è infatti balzato agli occhi un tema che agita il mondo degli appassionati e dei professionisti del vino sotto diversi punti di vista: si stanno moltiplicando i casi di vignaiole o vignaioli che escono da una DOC o da una DOCG, mentre d’altra parte le commissioni di assaggio dei consorzi bocciano vini che nelle denominazioni dovrebbero rientrare a pieno titolo, e che spesso sono addirittura premiati nelle guide del settore.
Una conferenza dedicata a esplorare i motivi della crescente sfiducia in questo sistema, ma anche a riflettere su come rivederlo e adeguarlo alla situazione presente.
Bio è vita
Benché stiamo attraversando una fase di grandi ed epocali cambiamenti, il bio ha confermato la tendenza di crescita in tutto il 2022. Nell’export si è arrivati sino a un +11%, con alcuni settori, come il vino, arrivati sino al 19%.
Non è difficile intuire il perché di questo successo. I prodotti bio sono percepiti come portatori di qualità, ne viene meglio compresa la provenienza territoriale e ne è premiato il metodo di produzione, sicuramente più sano rispetto all’agricoltura convenzionale.
Sempre più presenti nel settore HoReCa e nei negozi di settore, le etichette bio scontano ancora alcune difficoltà a livello di consumi familiari, una difficoltà dovuta al loro prezzo più alto che, in questa fase economica delicata – per i consumatori e per i produttori – può costituire un problema.
A volte, però, il bio rischia di essere percepito solo come una moda, mentre è necessario fare un passo ulteriore e rendere il pubblico sempre più consapevole dei benefici che questa pratica agricola porta alla fertilità del suolo – grazie all’utilizzo di sola sostanza organica –, alle piante, a un uso più consapevole e parsimonioso delle risorse – in primis le risorse idriche – e anche come forma di contrasto e prevenzione dei cambiamenti climatici.
Grazie alla preziosa partnership con la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica (Federbio) proponiamo un convegno di riflessione sul bio che, a partire dall’analisi della situazione attuale disegni anche gli scenari futuri di questo settore.
Un anno di Slow Wine Coalition
La rete internazionale che riunisce vignaioli e vigneron, professionisti e appassionati del mondo del vino spegne la sua prima candelina. Guidati dal Manifesto per il vino buono, pulito e giusto, che nasce dall’esperienza maturata da Slow Food in tutti questi anni, i protagonisti della rete hanno consolidato alleanze, accolto nuovi partecipanti e scritto importanti progetti per il futuro. Guardando ai numeri, dopo questo primo anno il Manifesto conta già oltre 1100 firmatari da 37 Paesi, che hanno contribuito all’organizzazione di più di 80 eventi sul territorio italiano e di quattro a livello internazionale.
Dopo il successo di Slow Wine Fair 2022, ora la Coalition si prepara alla seconda edizione, per discutere insieme le principali sfide del mondo del vino legate al cambiamento climatico, alla tutela del paesaggio e a quella dei lavoratori del mondo della viticoltura.
Negli ultimi mesi, inoltre, è stata creata la prima comunità parte della rete in Turchia, con l’obiettivo di tutelare e mappare vitigni autoctoni e vigne antiche sul territorio.
In America Latina, invece, si celebra il primo Slow Wine Latam Day il 24 novembre, per promuovere e incoraggiare la produzione di vino buono, pulito e giusto nel continente sudamericano. Inoltre, la guida Slow Wine è stata presentata per la prima volta in cinese e in macedone.
Per saperne di più segui la Slow Wine Coalition.
Gli appuntamenti della Slow Wine Fair Arena
Tutte queste tematiche saranno altresì oggetto degli appuntamenti della Slow Wine Fair Arena, il luogo privilegiato per gli incontri e i dibattiti della Slow Wine Coalition.
Dall’America Latina alla Croazia, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per i preziosi contributi dei partner dell’evento, nella Slow Wine Arena diamo conto del fermento che caratterizza il mondo della viticoltura internazionale.
Ecco un assaggio delle centinaia di realtà vitivinicole che si sono già registrate non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono centinaia gli espositori che hanno già confermato la loro presenza alla seconda edizione che si terrà a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023, per affrontare insieme il dibattito sulla crisi climatica, scambiarsi idee e buone pratiche produttive e per farsi portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra.
Locandina evento di febbraio 2023 BolognaFiere, articolo da comunicato stampa: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e il ruolo culturale e sociale che le aziende vitivinicole possono giocare nei territori in cui operano. Dal nord al sud del Paese, ecco qualche piccola anticipazione sul panorama vitivinicolo italiano che sarà presente alla
Slow Wine Fair.
Trentino-Alto Adige
A San Giuseppe Lago, frazione del comune di Caldaro, nella provincia autonoma di Bolzano, la Tenuta Manincor porta avanti una perfetta simbiosi tra viticoltura biodinamica e fermentazioni spontanee. Sostenibilità e tradizione sono infatti i pilastri che Michael Goëss-Enzenberg tramanda dal 1996, secondo una visione illuminata che ha trovato nell’enologo Helmuth Zozin mani sicure per essere concretizzata al meglio.
Lombardia
Tenuta Mazzolino, foto da sito Slow Wine Fair
Sono trascorsi pochi anni da quando Francesca Seralvo, terza generazione della famiglia proprietaria della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (Pavia), ha deciso di gettarsi a capofitto nella gestione dell’azienda. L’ha fatto con umiltà, visione e voglia di apprendere dai colleghi più virtuosi dell’Oltrepò. Senza dimenticare la determinazione che 40 anni fa ha spinto suo nonno Enrico a sfruttare le potenzialità che la cosiddetta collina del Pinot Nero poteva offrire.
Piemonte
Marco Capra foto da sito di Slow Wine Fair, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Nonostante la giovane età, Marco Capra ha reso l’attività di famiglia una realtà di riferimento per la produzione artigianale di Santo Stefano Belbo (Cuneo), comune troppo spesso associato soltanto all’industria spumantistica. Sulla collina di Seirole, tra Langhe e Monferrato, Marco porta avanti la tradizione familiare dando la giusta spinta innovativa, privilegiando i vini autoctoni, frutto del miglior connubio tra vitigno e territorio, e una produzione limitata che rende a pieno le potenzialità del vigneto.
Un altro giovane produttore è Nicholas Altare che, dopo un decina di anni di lavoro presso la cantina di Ferdinando Principiano (Dogliani, Cuneo), dove afferma di avere imparato tutto quello che sa del mestiere, ha deciso di dedicarsi solo alle vigne di famiglia, piantate in prevalenza a
dolcetto. Il suo stile parla di vini immediati e diretti, prodotti in modo tradizionale, senza filtrazioni e con pochissima solforosa totale.
Toscana
«Gli scarti sono risorse»: questo è il pensiero lungimirante che guida Francesco Galgani e Flavia Del Seta, titolari dell’azienda Cappellasantandrea situata a San Gimignano (Siena).
Protagonisti di una rinascita contadina rimasta fedele ai profumi e ai sapori di una volta, Francesco e Flavia portano avanti questa realtà biodinamica in cui viti, alberi da frutto e animali convivono in perfetta sinergia, secondo un’ottica di azienda a ciclo chiuso orientata a preservare la biodiversità. Un valore fondamentale anche per l’Erta di Radda, il progetto di Diego Fenocchi nato nel 2006 dalle forti pendenze dei vigneti situati a pochi passi dal centro storico di Radda in Chianti (Siena). L’azienda è il frutto del legame di Diego con il territorio, che viene lavorato secondo i princìpi della produzione biologica, nel rispetto dell’ambiente e del suolo.
Veneto
Incastonata sulle sponde del fiume Adige, tra il Monte Baldo e l’Altopiano della Lessinia, l’azienda agricola Roeno di Brentino Belluno (Verona) sorge nella cosiddetta Terra dei Forti, avamposto di confine in cui la famiglia Fugatti custodisce oltre 200 anni di storia, fortemente influenzata dalla convivenza con queste valli aspre e dure scavate dal secondo corso d’acqua più lungo d’Italia.
La curiosità e lo studio ininterrotto delle potenzialità del territorio hanno reso l’azienda, condotta dai fratelli Giuseppe, Cristina e Roberta, uno tra i più espressivi testimoni e interpreti dei vini della zona. Merito anche di un patrimonio di
vigne centenarie invidiabile, tra le quali spicca il vigneto a piede franco di enantio, da quest’anno Presidio Slow Food.
Emilia Romagna
A Imola (Bologna), l’azienda Tre Monti custodisce il lavoro di due generazioni: quella dei fondatori, Sergio Navacchia e la moglie Thea, e quella dei loro figli David e Vittorio, che hanno saputo far crescere l’azienda senza mai fermarsi nel campo della ricerca e della sperimentazione, arrivando anche a cambiare lo stile dei propri vini. Ne sono un esempio i rossi, sempre coerenti con le zone d’origine, resi più leggeri grazie a un minore impatto del legno.
Lazio
L’azienda agricola Damiano Ciolli si trova a Olevano Romano, borgo medievale a circa 600 metri slm, ai piedi del Monte Celeste, 45 chilometri a est della Capitale. In questo areale vocato alla viticoltura, Damiano inizia la sua attività nel 2001, forte di una tradizione familiare dedita alla vendita dello sfuso. Fin da subito si concentra sulla produzione di qualità, convinto che dal Cesanese si possano ottenere vini pregiati. Oggi, insieme alla compagna Letizia Rocchi, cerca di esprimere al meglio l’interazione tra suolo, microclima e vitigno attraverso un lavoro in campo sempre più curato e una grande conoscenza del territorio.
Marche
A pochi chilometri da Ascoli Piceno, nella frazione di Colonnata Alta, Federica e Francesca dell’azienda Pantaleone portano avanti la coraggiosa scelta del padre Nazzareno Pantaloni, che aveva visto in quei terreni scoscesi e inframezzati da boschi il giusto potenziale per dare vita a uve speciali. Equilibrio, natura e territorio sono le parole chiave di questa realtà biologica, dove la valorizzazione delle viti autoctone si unisce al desiderio di lasciare alla future generazioni terre e vigne migliori.
Umbria
Filippo Antonelli è l’anima dinamica di Antonelli San Marco, impresa di famiglia di Montefalco, in provincia di Perugia, che negli anni ha saputo scrivere pagine memorabili del vino umbro. Dal 2009 l’azienda ha effettuato la conversione integrale all’agricoltura biologica, mentre è in fase di ampliamento la cantina: si sta realizzando un percorso sotterraneo che comprenda tutte le fasi della produzione, da quando il grappolo raccolto entra in pressa fino all’imbottigliamento.
Abruzzo
I vini concettuali dell’azienda Cataldi Madonna, immersa nel Forno d’Abruzzo, l’altopiano che giace sotto l’unico ghiacciaio degli Appennini, il Calderone, sono espressione del territorio di Ofena (Aquila) e della filosofia del titolare Luigi:«Per fare bisogna prima pensare, e senza pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura». Vinificati in purezza e in riduzione, ovvero in assenza di ossigeno, tutti i vini provengono da uve certificate biologiche dal 2016 e rispecchiano l’esclusività e l’autenticità della zona di produzione.
Campania
Espressione dell’eroica viticoltura di Tramonti (Salerno), nel cuore verde della Costa d’Amalfi, Tenuta San Francesco è l’ambiziosa avventura intrapresa nel 2004 da Gaetano Bove assieme ai soci Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano. L’azienda agricola, che si estende su 14 ettari, produce vini provenienti da viti ultracentenarie prefillossera, tra cui spiccano i vitigni autoctoni del territorio: tintore, piedirosso e aglianico per i rossi, falanghina, biancolella, biancazita, biancatenera, pepella e ginestra per quanto riguarda i bianchi.
Puglia
Circondata da circa 100 ettari di vigneti e gli uliveti, a Cutrofiano (Lecce) nel cuore del tacco d’Italia a metà strada tra Gallipoli e Otranto, la Masseria L’Astore è il luogo ideale per immergersi nella cultura e nella tradizione del Salento. Il progetto di fare vino dai vigneti intorno alla masseria di famiglia e al suo antico frantoio ipogeo è nato negli anni Novanta, ma la dedizione e la consapevolezza di Paolo Benegiamo, medico contadino, lo hanno poi radicalmente trasformato: i vitigni internazionali hanno ceduto il posto agli autoctoni, e la volontà di espressione del terroir si è fatta stella polare.
Sardegna
I Garagisti della Sardegna, foto da sito Slow Wine Fair
A Sorgono (Nuoro), piccolo comune nel centro della Sardegna, Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru si definiscono Garagisti. Se in Francia questo termine viene utilizzato per i vini di nicchia dai prezzi poco accessibili, qui si riferisce al fatto che le uve coltivate vengono poi lavorate proprio in un garage del paese, con attrezzature elementari ma efficaci. Il resto lo fanno il territorio, la storia, la vocazione e la passione dei produttori uniti da un sogno: valorizzare gli antichi vitigni impiantati dai nonni e genitori per fare della regione delMandrolisai la nuova frontiera dei vini sardi.
Sicilia
Dalla vendemmia alla cantina, dalla commercializzazione alla distribuzione: nell’azienda agricola Possente di Salaparuta (Trapani), nella Valle del Belice, ogni fase viene seguita con la massima attenzione. I fratelli Stefania, Maria e Antonio condividono l’esperienza trasmessa dal padre e continuano a lavorare in vigna rispettando il terreno e valorizzando le varietà autoctone, come il Catarratto, il Grillo e lo Zibibbo, che negli ultimi anni hanno acquisito maggiore definizione varietale e territoriale.
La commissione di assaggio
Per Slow Wine, il vino che vorremmo si definisce attraverso tre aggettivi: buono, pulito e giusto. Gli elementi del pulito e del giusto sono garantiti dall’adesione delle aziende al Manifesto, che durante la Slow Wine Fair sarà presentato nella sua forma aggiornata e arricchita dai contributi della Slow Wine Coalition. Una delle novità dell’edizione 2023, importante per certificare ulteriormente l’elemento del buono è la presenza di una commissione internazionale di assaggio composta da membri della redazione Slow Wine e da altri degustatori professionisti:
Antonio Boco, Paolo De Cristofaro e Giampaolo Gravina, per quanto riguarda l’Italia; Juan Gualdoni e Deborah Parker Wong, per quanto riguarda i vini internazionali. La commissione costituisce un importante elemento distintivo rispetto alle altre fiere del settore.
È uno dei più apprezzati wine writer italiani, con esperienza ventennale e collaborazioni di pregio con riviste e guide di settore. Curiosità, sensibilità e molte esperienze sul campo gli hanno permesso di accumulare un’enorme conoscenza dei più importanti territori del vino internazionale. Nel 2009, con il collega Paolo De Cristofaro, fonda il magazine online Tipicamente, spazio narrativo indipendente che di recente ha realizzato il podcast Vino al vino 50 anni dopo, sulle orme dei viaggi d’assaggio di Mario Soldati.
Nell’aprile 2010 l’Associazione Grandi Cru d’Italia gli conferisce il titolo di Miglior giovane giornalista del vino italiano.
Paolo De Cristofaro è giornalista, assaggiatore, divulgatore e autore radio-televisivo. Da circa 20 anni collabora con alcune fra le più importanti testate del settore, tra cui Enogea di Alessandro Masnaghetti, che ha coadiuvato nella realizzazione del libro Chianti Classico.
L’Atlante dei Vigneti e delle UGA (2022). Con l’amico e collega Antonio Boco ha fondato nel 2009 il magazine multimediale indipendente Tipicamente, per il quale ha ideato e curato la serie di podcast Vino al vino 50 anni dopo.
Già collaboratore delle riviste Enogea e Pietre Colorate, è stato coordinatore nazionale della guida I Vini d’Italia dell’Espresso dalla prima edizione del 2002 fino al 2015. Dal 2015 è docente a contratto presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nel master in Wine culture and communication, e presso l’Università San Raffaele di Milano, nel master in Filosofia del cibo e del vino. Tra i suoi libri più recenti, Vini e terre di Borgogna (con Camillo Favaro, Edizioni Artevino); Vini da scoprire – La riscossa dei vini leggeri (Giunti, 2016-17) e Vini artigianali italiani (Paolo Buongiorno Editore, 2018), tutti e tre scritti insieme ad
Deborah Parker Wong è una giornalista californiana specializzata in vini e distillati. Scrive da anni sulle prestigiose pubblicazioni The SOMM Journal e The Tasting Panel magazine. È insegnante ai corsi WSET ed è membro della California Teachers’ Association. Giudice nei principali concorsi mondiali e curatrice dal 2020 della guida Slow Wine USA, che recensisce 300 cantine di California, Oregon, Washington State e New York State.
I 15 anni di L’assemblea della FIVI e l’Assemblea nazionale dei soci
Tra gli espositori, molti fanno parte della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli indipendenti, che conta 1300 vignaioli iscritti e che si batte per difendere gli interessi di tutti i vignaioli che in Italia hanno lo stesso approccio alla vigna e alla produzione di vino.
Lorenzo Cesconi, presidente nazionale FIVI, racconta così il coinvolgimento della Federazione nella prossima edizione di Slow Wine Fair:
«Nel 2023 FIVI festeggerà i suoi primi 15 anni. È un’associazione ancora giovane, ma che in poco tempo si è ritagliata un ruolo centrale nella rappresentanza e nella valorizzazione del ruolo dei vignaioli e delle vignaiole italiane.
Questo successo lo dobbiamo a chi, nel 2008, vide lontano e mise le basi per costruire un’associazione basata su responsabilità e spirito di servizio, ma senza scordare mai il calore umano e il piacere dello stare assieme. Slow Food ebbe un ruolo importante, nella nascita di FIVI, e quindi è stato naturale per noi decidere di festeggiare questo compleanno nel contesto della Slow Wine Fair.
Domenica 26 febbraio ci sarà una piccola cerimonia, coi protagonisti di allora e di oggi, alla quale seguirà l’Assemblea nazionale dei soci»
Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
Vino e non solo…
Numerose, poi, le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico, che comprende vignaioli e vigneron, professionisti (importatori, distributori, osti, ristoratori, sommelier, enotecari e giornalisti) e winelover che frequentano il mondo del vino in modo consapevole.
Laprimaconsistenell’allargamentodellaplateadeglioperatoricoinvolti,che comprenderannoancheiproduttoridisoluzionitecnologicheinnovative,impianti, attrezzature e servizi connessialla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro. Slow Wine Fair proporrà, dunque, un’esperienza unica e completa,che va dall’aperitivo al dopo pasto.
La Fiera dell’Amaro d’Italia ospite di Slow Wine Fair
Tra le novità di questa edizione, Slow Wine Fair ospita la terza edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove produttori d’eccellenza potranno esporre i loro amari. Alcuni fra questi, selezionati daAmarotecae dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, potranno organizzare masterclass esclusive per raccontare la propria produzione.
Un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore, gli appassionati e potenziali acquirenti per scoprire una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera dell’Amaro d’Italia.
Nessuna carta dedicata al ristorante, nessun sommelier, nessuna denominazione d’origine controllata, nessun consorzio. Eppure l’amaro è un prodotto tipico italiano per eccellenza: con una lunga tradizione, legata a ingredienti e ricette del territorio, un prodotto che all’estero non si trova quasi da nessuna parte.
Frale presenze confermate, l’azienda siciliana Paesano che presenterà l’Amaro al carciofo Paesano, realizzato con un ingrediente chiave davvero unico: ilcarciofo nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food. E ancora l’azienda abruzzese Scuppoz, l’unica in Italia con una sua produzione di Genziana Lutea.
Un evento a misura di buyer
Nord Europa, con prevalenza di Germania e Danimarca, e Stati Uniti sono stati i Paesi con la maggiore presenza di buyer a Slow Wine Fair 2022, i quali hanno espresso grande soddisfazione per l’altissima selezione delle cantine, con prevalenza di aziende biologiche e biodinamiche, per la salubrità dei vini naturali proposti e per l’attenzione alconsumo consapevole.
Tutti elementi che hanno fatto di Slow Wine Fair un nuovo punto di riferimento nel panorama fieristico internazionale per chi vuole soddisfare le esigenze di un mercato che va oltre alle caratteristiche del vino nel bicchiere e cercail buono a 360 gradi.
Nel 2023 la proposta dedicata ai professionisti del settore, forte anche della partnership con laItalian Trade Agency(ICE) e delMinistero degli affariesteri e della cooperazione internazionale(MAECI)si arricchisce, poiché la qualità dei vini esposti sarà ulteriormente certificata dal lavoro delle commissioni di assaggio italiana e internazionale e da incontri appositamente progettati per loro. Inoltre, la piattaformaB2Matchsvolgerà una funzione fondamentale nell’ambito di un evento fortemente connotato sul B2B.
Grazie a questo strumento, infatti, i buyer potranno profilare nella maniera più dettagliata possibile le aziende e le etichette che corrispondono ai loro interessi, individuando facilmente annate, terroir, tipologie di vini, ma anche dettagli relativi al terroir (ad esempio tutti i vini provenienti da un suolo argilloso, marnoso, sabbioso eccetera), all’affinamento, e alla commercializzazionedeivinistessi.Potranno inoltrecrearsiuna propria agendadi appuntamenti, in modo da rendere l’esperienza di visita il più proficua possibile.
Il premio alle migliori Carte dei vini
Appassionati e professionisti del settore sono chiamati a dar vita a una delle principali iniziative–e novità–di Slow Wine Fair 2023: il Premio alle migliori Carte dei vini. Si tratta di un ulteriore tassello per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, e per rafforzare il legame tra locali che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo e winelovers.
I premi, territoriali e tematici, saranno conferiti a 12 diverse categorie. Fra i premi territoriali italiani, migliore selezione di Barolo e di Chianti Classico (per le denominazioni più affermate)emiglioreselezionediviniirpiniediTrebbianod’Abruzzo(perle denominazioni emergenti). Per i premi territoriali internazionali i focus sono invece la Loira e la Mosella e, per quanto riguarda i territori emergenti l’Austria e la Slovenia.
Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Non solo i terroir!
Alla Slow Wine Fair diamo spazio anche ad alcune categorie tematiche, che rendono protagonisti i vitigni, le certificazioni, o l’idea stessa di vino buono, pulito e giusto.
•Migliore selezione di vini provenienti da vitigni autoctoni •Migliore selezione di vini certificati (biologici e/o biodinamici) •Migliore selezione di vini con un buon rapporto qualità/prezzo •Migliore selezione di vini italiani buoni, puliti egiusti all’estero
Per tutto dicembre, il pubblico potrà candidare i propri locali del cuore sul sito dell’evento e, dopo una prima scrematura, affidata sempre al voto degli appassionati, subentrerà il lavoro della giuria internazionale di esperti, che decreterà i tre indirizzi premiati per ogni categoria.
Federica Randazzo è vice curatrice nazionale della guidaSlow Wine. Metà altoatesina e metà siciliana, dopo una laurea in giurisprudenza e una diploma da sommelier inizia a occuparsi di vino. Oltre al lavoro di critica, scrive articoli, idea e cura progetti ed eventi, conduce degustazioni e corsi e crea contenuti per la comunicazione online ed offline.
Giancarlo Gariglio nel 2001 entra nelle commissioni regionali di degustazione della guida Vini d’Italia(Gambero Rosso e Slow Food), per poi entrare a far parte in pianta stabile delle commissioni finali che assegnano i Tre Bicchieri. È il curatore dell’edizione 2008 dellaGuida al vino quotidianodi Slow Food Editore. Nel 2007 organizza l’evento Vignerons d’Europe a Montpellier in Francia.
È tra i fondatori, il 29 luglio del 2008, della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti(FIVI). Il Consiglio Direttivo della FIVI lo sceglie come primo Segretario generale dell’associazione. Nel 2010 partecipa all’ideazione della guidaSlow Wine e dall’edizione 2011 diventa co–curatore della stessa. Dal 2021 è coordinatore della rete tematica internazionale dedicata al vino Slow Wine Coalition
31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022, Radici, arte e sostenibilità le tematiche dell’edizione“Respiro e grido della terra”.
Redazione
Un summit sulla sostenibilità, il consueto appuntamento con Naturae et Purae e uno speciale focus sui vini sostenibili con Georgia, Campania e Abruzzo a confronto: la rassegna ideata da The WineHunter Helmuth Köcher, prestigioso palcoscenico delle eccellenze wine & food italiane e internazionali, valorizza e sostiene sempre più il tema green, in un ricco programma che include anche talk, masterclass e showcooking che vede coinvolti celebri nomi in campo enogastronomico e istituzionale.
The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022
Tra gli appuntamenti in rilievo, la premiazione dei Platinum Award durante la cerimonia di apertura del festival e il cortometraggio di Carlo Guttadauro che narra le origini della manifestazione meranese. Tanti gli ospiti d’eccezione del mondo wine&food, istituzionale e di cultura come Franco Pepe, Peppe Aversa, Luca Gardini, Luca d’Attoma, Luigi Moio, Paolo De Castro, Herbert Dorfmann, Andrea Prete, Attilio Scienza e Gerry Scotti.
Fino a 6.500 i visitatori attesi, oltre 700 produttori presenti tra Wine, Food – Spirits – Beer, più di 330 etichette nella The Winehunter Area, oltre 50 eventi tra 16 materclass, 1 summit suddiviso in 6 presentazioni, 7 talks, 2 presentazioni di libri e 18 chef ospiti per numerosi shoowcooking e special dinner: tra radici, arte e sostenibilità, ecco i numeri del 31° Merano WineFestival.
31 Sciabolatori scelti per l’inaugurazione di apertura della manifestazione, 31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022
Da una storia che disegna le sue origini, a un importante summit sulla sostenibilità che si fa portavoce di uno dei temi attuali più urgenti: Merano WineFestival apre i battenti della 31^ edizione unendo passato, presente e futuro all’insegna dell’eccellenza tra radici, arte e – tema centrale di quest’anno – sostenibilità. La kermesse meranese, in programma da domani venerdì 4 novembre a martedì 8 novembre, si conferma autorevole palcoscenico del panorama wine & food, con un programma ricco di novità e ospiti d’eccezione.
Apertura iniziale con il Sindaco di Merano, Dott. Dario Dal Medico del 31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022
Dagli opinion leader e stakeholders coinvolti nel summit “Respiro e grido della terra”, artisti e nomi illustri del mondo dello spettacolo che sostengono il mondo del vino, difendendone qualità e cultura in Italia e nel mondo. Dal panorama wine & food: gli chef stellati Franco Pepe e Peppe Aversa, l’enologo Luca D’Attoma, il wine critic Luca Gardini.
Dal mondo delle istituzioni: Luigi Moio, presidente OIV e Paolo De Castro, Commissione Agricoltura UE, in diretta streaming; Herbert Dorfmann, Deputato Parlamento Europeo e membro commissione Agricoltura UE. Dal mondo della cultura e dello spettacolo: il ricercatore, professore, visionario Attilio Scienza e il conduttore, nonché produttore di vino, Gerry Scotti.
Merano Winefestival 2022 Gerry Scotti
Dal 4 all’8 novembre, i migliori prodotti vino e culinaria selezionati durante l’anno da The WineHunter entrano in scena tra le sale del Kurhaus e la Gourmet Arena, oltre 700 in totale, suddivisi in due sessioni espositive. Trovano inoltre spazio 7 talks, 16 masterclass, showcooking, 2 presentazioni di libri e un “Red Wave”, il fuorisalone che anima Merano nelle giornate del festival, ancor più coinvolgente, per non dimenticare le oltre 330 etichette presenti nella The WineHunter Area.
Degustazioni durante il Merano Winefestival 2022
SOSTENIBILITÀ.
Alcune degustazioni al Merano Winefestival 2022
Ad aprire il 31° Merano WineFestival è il summit “Respiro e grido della terra”, il 4 e 5 novembre:
sei incontri, gruppi di analisi e approfondimento che affrontano il problema dell’acqua, in quanto risorsa primaria e fondamentale per la vita, l’innovazione, la sicurezza alimentare e la sostenibilità delle filiere enologiche, le certificazioni in viticoltura, nonché alcuni case history come il modello “Abruzzo sostenibile”.
Summit che avrà come scopo finale la redazione di un MANIFESTO che verrà sottoscritto da tutti gli opinion leader e stakeholders e verrà consegnato al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Focus sulla sostenibilità anche attraverso i modelli messi in pratica da Campania e Georgia a confronto, tra talk, degustazioni e showcooking.
Per finire con l’ormai consolidato appuntamento Naturae et Purae (dal 4 al 7 novembre), convegno ideato da Helmuth Köcher e dal giornalista Angelo Carrillo, quest’anno dedicato al tema “Wine Resilience – Spiriti Estremi” – Dalle isole del mediterraneo a quelle dello spirito.
Molti gli argomenti, le tematiche, le attività e i protagonisti di questa edizione del Merano Winefestival 2022
RADICI.
Calici di vino in degustazioni varie
Ieri, oggi, domani: Merano WineFestival affonda le sue radici nel passato e guarda al futuro.
La storia che simbolicamente disegna le sue origini riporta al 1830 quando l’Arciduca Giovanni d’Austria, pioniere della nuova viticoltura, introduce nel territorio nuove varietà come il Riesling e contribuisce allo sviluppo della gamma di vini che oggi l’Alto Adige può vantare.
È la prima volta che si parla di ricerca dell’eccellenza, della selezione della migliore qualità: la stessa che Helmuth Köcher eredita e valorizza quando mette in scena una delle kermesse del panorama wine & food più importanti in Italia e in Europa.
Un passaggio di testimone simbolicamente ritratto nel cortometraggio del regista Carlo Guttadauro che narra le origini di Merano WineFestival attraverso un breve docu-film in presentazione a Teatro Puccini venerdì 4 novembre alle 18.30.
Una delle aziende presenti a Merano Winefestival da qualche anno FriulTrota
ARTE.
A partire dalle location meranesi che la ospitano, dalle affascinanti sale del Kurhaus al Teatro Puccini, la rassegna meranese di The WineHunter è da sempre un inno all’arte e alle sue innumerevoli espressioni. In questa 31^ edizione sono tante le iniziative legate al mondo della creatività: la partnership con Merano Arte, presente tra i The WineHunter Talks presso l’Hotel Therme, la presentazione di due libri quali “Il Bicchiere d’Argento” a cura di Cucchiaio d’Argento e in collaborazione con Luca Gardini.
E ancora una panoramica sulle anfore Georgiane “Terracruda” (domenica 6) e l’arte della mixology con Itinerari Miscelati (martedì 8) quando nella Sala Rotunde al 2° piano del Kurhaus 8 bartender provenienti da tutta Italia si sfideranno con la mistery box dei prodotti selezionati da The WineHunter per il The WineHunter Globe Platinum, i titoli di miglior Bartender Cocktail, miglior Bartender Drink d’Italia e miglior locale d’Italia.
Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni
Durante il festival, come di consueto, la selezione Wine Italia, The WineHunter Selection Area, Wine internazionale e Catwalk Champagne sono ospitate all’interno del Kurahus, mentre la GourmetArena rimane location prediletta per “Food – Spirits – Beer”, con l’area riservata a Territorium & Consortium Campania tra eccellenze e showcooking e, novità di quest’anno, un format simile dedicato alla regione Abruzzo.
Nel prolungamento della Gourmet Arena, invece, viene inaugurata la Buyer & Financial Area che, nata da una partnership tra Merano WineFestival e 5 Hats, è luogo d’incontro tra le aziende italiane premiate da The WineHunter e i buyers provenienti da tutto il mondo individuati dai The WineHunter Ambassador.
Uno spazio espositivo a cui si aggiunge una Buyers Room, presso l’Hotel Terme Merano, dove sono programmati 150 appuntamenti durante le giornate del festival. The WineHunter Talks Naturae et Purae, il focus targato Merano WineFestival sui vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI di agricoltura integrata, si svolgerà all’interno dell’Accademia degli Studi Italo Tedeschi, mentre all’Hotel Terme Merano si svolgono tutte le masterclass della 31^ edizione.
Carol Agostini per Papillae al Merano Winefestival 2022
Spazio d’eccezione anche quest’anno per la Georgia, presente con 10 produttori, 2 showcooking con la partecipazione di chef georgiani e un “Exclusive Dinner Georgia & Campania”. E nello storico Teatro Puccini ritorna l’appuntamento con il concorso “Emergente Sala” (sabato 5) che coinvolge e premia giovani talenti emergenti nel settore sala. A fare da prestigiosa cornice alla rassegna, il Red Wave: il tappeto rosso del Fuori Salone.
La cerimonia di apertura del Festival, sabato 5 novembre dalle 19.00, è anche occasione per la premiazione dei Platinum Award 2022, massimo riconoscimento assegnato dal The WineHunter Helmuth Köcher. Tra gli ospiti della serata, anche Gerry Scotti che che ha ottenuto la Corona dei Vinibuoni d’Italia 2023 per il suo Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Extra Brut e riceverà dalla guida del Touring Club Italiano un premio speciale in qualità di ambasciatore del vino italiano.
LA TRATTORIA AL CACCIATORE DE LA SUBIDA PREMIATA FRA LE MIGLIORI 10 CARTE DEI VINI ALLA MILANO WINE WEEK
Redazione
Si è tenuta ieri sera alla Milano Wine Week la seconda edizione degli Awards dedicati alle Carte dei vini della ristorazione, che ha coinvolto locali da tutta la penisola, divisi per categoria di appartenenza e durante la quale La Subida della famiglia Sirk è stata premiata nella selezione delle migliori carte dei vini dei ristoranti presenti sulla guida Michelin con una stella.
Al Cacciatore de la Subida premiata alla Milano Wine Week 2022
La carta del ristorante comprende una fetta rappresentativa della produzione vinicola regionale – sia per numero di produttori che per profondità di annate – e fu pensata, ai tempi in cui la Subida era ancora una locanda, da Josko Sirk, pioniere della valorizzazione dei prodotti del suo territorio, con un’attenzione a quell’epoca nuova alle storie di chi il vino lo produceva.
Sirk family in the livingroom of La Subida Country Resort in Cormons, Al Cacciatore de la Subida
Negli anni Mitja Sirk ha preso in mano la carta dei vini aggiungendo la sua selezione di nuovi progetti friulani, d’oltre confine e vini dal resto d’Italia e dal mondo, in abbinamento al menu di quello che nel frattempo è diventato il ristorante stellato Trattoria al Cacciatore de La Subida, di cui gestisce la sala insieme alla sorella Tanja e alla mamma Loredana.
L’attenzione alla proposta dei vini ha portato i Sirk ad aprire all’interno dell’Osteria la Preda de La Subida, ad aprile 2022, un altro luogo dedicato ai vini: la bottiglieria, con oltre 150 etichette disponibili per l’assaggio in Osteria o per l’acquisto.
PIÙ DI 2.000 VISITATORI, 1.000 BOTTIGLIE STAPPATE, OLTRE 350 ETICHETTE DA 60 CANTINE ITALIANE ED EUROPEE, 61 VINI DEGUSTATI IN 8 MASTERCLASS ESCLUSIVE.
Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022
Più di 2.000 visitatori, 1.000 bottiglie stappate, oltre 350 etichette di 60 produttori italiani ed europei, 50 vini degustati in 6 masterclass esclusive, e decine di post, hashtag e condivisioni sulla nuova pagina PartesaForWine: questi i numeri di “Wine Cube – A Great Experience”.
L’evento ideato da Partesa, azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., che il 10 e 11 ottobre allo Spazio Antologico di Milano ha proposto ai professionisti del fuoricasa tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino, tra Degustazione, Formazione e Comunicazione.
Alessandro Rossi Wine Manager di Partesa per il vino, intenditore di vino e bon vivant. Vanta numerose pubblicazioni e libri all’interno del mondo del vino e del cibo. Collaboratore della Madia Travelfood e ideatore del format audio “Deep Red Stories”.
Un format che ha permesso di creare vere occasioni di condivisione, dialogo, incontro e di business tra operatori, esperti e produttori vinicoli, e un successo che ha segnato il ritorno di Partesa ai grandi eventi in presenza, il primo a Milano, nella cornice della Milano Wine Week, con cui ha confermato la partnership per il terzo anno consecutivo.
Cantine espositrici di questo progetto all’opera
È stata infatti la settimana meneghina ad ospitare poi, il 13 e il 14 ottobre, la presentazione di WunderGlass – la nuova linea Premium di calici di Partesa, tra i più leggeri al mondo (solo 100 grammi a bicchiere), pensati appositamente per l’alta ristorazione, progettati in collaborazione con il Best Sommelier of the World WSA 2018 Eros Teboni e realizzati da Sophienwald in esclusiva per Partesa – e le masterclass dedicate a due fuoriclasse del vino francese:
i rossi di Bordeaux con Olivier Cuvelier, titolare di H. Cuvelier & Fils, che ha guidato i partecipanti alla scoperta di 6 pregiati vini della rinomata azienda familiare nata a Lille nel 1804, e gli Champagne con Eric Taillet, che ha condotto la degustazione di 5 tra le sue produzioni più raffinate, nate da oltre 4 ettari piantati a Meunier nella valle di Beval, zona settentrionale della Vallè de la Marne.
Comunicato Stampa
Pubblico partecipante molto interessanto, attento, articolo Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022
Al Sensoria Dolomites, parte una nuova sperimentazione per un perfetto wellness psicofisico. Le essenze diventano profumazioni funzionali che portano a vivere esperienze rilassanti e rigeneranti, riducendo gli stati d’ansia, conciliando il sonno, donando buon umore e offrendo una sferzata di energia.
Al Sensoria Dolomites un percorso di sensi 2022
L’olfatto gioca un ruolo centrale della vacanza e Lea Oberhofer propone dei percorsi personalizzati. Dalla Stanza Essence che diffonde fragranze fruttate, dolci, agrumate ed esplodono nelle fioriture mediterranee, si va alla Suite Grande che gioca il suo ruolo tra le inebrianti sfumature dei profumi di montagna con ambrati, speziati, note di pepe rosa e bergamotto, fino alla Stanza Bliss fresca, libertina con una testa di bergamotto, ribes, ananas, mela, uva rossa. Alla Zona Wellness con note muschiate, di vaniglia e lavanda.
Zona Wellness all’ Alpe di Siusi nel meraviglioso Sensoria Dolomites
Fragranze e memorie olfattive per un’esperienza immersiva che facilitano il riequilibrio psico fisico. Il Sensoria Dolomites, il quattro stelle all’Alpe di Siusi, lancia un nuovo progetto olfattivo, un giusto compromesso per un soggiorno che unisce una giornata outdoor a momenti di calore e di coccole. I profumi intimi, le fragranze funzionali, quelle più evocative sono alla base della proposta, un mix tra massaggi e sedute terapeutiche di rilassamento, di meditazione e di yoga, percorsi personalizzati che puntano sull’arte olfattiva.
Al Sensoria Dolomites un percorso di sensi 2022
Programmi Skin scent per esaltare naturalmente la propria pelle attraverso le fragranze proposte dalla SPA Manager. Profumi per riconciliare corpo, mente e anima e da combinare a massaggi che vengono eseguiti con movimenti circolari per trasformare le tensioni in piacevoli momenti di rilassamento. E, così, se è vero che un aroma può evocare ricordi, suscitare emozioni, richiamare esperienze, il Sensoria Dolomites ha fatto di questo principio una personale filosofia di vita proposta agli ospiti.
Programmi Skin scent per esaltare naturalmente la propria pelle attraverso le fragranze proposte dalla SPA
«Il profumo ha una forza di persuasione forte e determina l’umore e la personalità delle persone» spiega la proprietaria del Sensoria Dolomites, Lea Oberhofer. «Molto spesso ha un ruolo ancora più forte delle parole e, proprio per questo motivo, il nostro progetto è articolato e punta sulla condivisione di emozioni passando attraverso l’olfatto. Puntiamo sui profumi, le essenze naturali per un percorso che va a lavorare su un concetto profondo che riconcilia l’anima.
Un programma complessivo che, dai sensi va a lavorare sui chakra della medicina olistica. È un percorso naturale alla riscoperta del corpo, della pelle e del suo calore, chi sceglie di farsi coccolare deve prima comprendere le proprie esigenze. Nella nostra SPA gli ambienti ricreati incontrano i fabbisogni degli ospiti e, prima di iniziare qualsiasi trattamento, le operatrici si confrontano e suggeriscono essenze in grado di contaminare i pensieri».
La stanza Essence è uno degli spazi più frizzanti all’interno della quale si diffonde nell’ambiente una fragranza fruttata, dolce, muschiata con note di testa di pompelmo e di rabarbaro abbinate a gelsomino, bacche rosse, ciclamino e ginepro per terminare con legno di cedro e muschio bianco. La Suite Grande è un’evoluzione dell’esperienza outdoor quelle vissute in quota, in mezzo alla neve. Caratterizzata da sensazioni rigeneranti con un profumo ambrato, speziato, caldo dalle note di pepe rosa e bergamotto, che si combinano con l’artemisia, labdano, zafferano, vaniglia, legno di cedro, resina di mirra, ambra e benzoino.
Stanze e Suite del Sensoria Dolomites
Il vero piacere che abbraccia e avvolge animando tutti i sensi, alla Stanza Bliss con un profumo fresco, fruttato, agrumato, muschiato, ambrato. Questa fragranza presenta note di testa di bergamotto, ribes, ananas, mela, uva rossa abbinate a legni di rosa, fico, ulivo per terminare con muschi, vaniglia, ambra e patchouli. Un’immersione di piacevoli essenze che si alternano e permettono un volo sensoriale profondo.
Per i più dinamici, quelli più attivi, la Zona Wellness si caratterizza con una fragranza dolce declinata ai profumi del riso tostato. Qui si respira un’aria fresca fiorita, muschiata e vanigliata con note di testa di lavanda e bergamotto abbinate a ciclamino, gelsomino e foglie di viola per concludere il sogno abbracciati dai muschi, legno di cedro, ambra e vaniglia.
Al Sensoria Dolomites, parte una nuova sperimentazione con formule innovative che lavorano per il riequilibrio e un perfetto wellness psicofisico. Le essenze diventano delle profumazioni funzionali, non solo ideali per piacersi, ma in grado di condizionare e indurre a comportamenti più rilassanti e detox, miscele che rilassano, riducono gli stati d’ansia, conciliano il sonno, donano buon umore e offrono una sferzata di energia.
Comunicato stampa
Una vacanza gourmet al Sensoria Dolomites: assaggiare, assaporare, gustare. Prodotti selezionati, creazioni eccellenti e un pizzico di passione.
Autunno di stelle a COMO Castello Del Nero: il 22 novembre chef Gaetano Trovato ospite de La Torre
Appuntamento all’insegna della grande cucina toscana a COMO Castello del Nero. La proprietà di COMO Hotels and Resorts, nel cuore del Chianti ospita il 22 novembre 2022 una speciale cena a 4 mani all’interno del ristorante La Torre, 1 Stella Michelin. Accanto all’Executive Chef Giovanni Luca Di Pirro sarà presente chef Gaetano Trovato del ristorante Arnolfo, 2 Stelle Michelin a Colle Val D’Elsa.
La serata è aperta su prenotazione anche agli ospiti esterni (a fine pezzo si trovano le indicazioni per partecipare alla cena).
Cena a quattro mani 22 Novembre 2022 Como Castello Del Nero
Nato in Sicilia ma toscano di adozione, Gaetano Trovato ha cominciato il suo percorso da uno dei più poveri ma simbolici cibi di sempre: il pane. Seguono alcuni anni di viaggi, a Rimini, Torino, Svizzera, fino ad arrivare in Francia, dove ha avuto la possibilità di lavorare con grandi maestri, come giovannilucadipirro. Ha inoltre lavorato per Angelo Paracucchi. Nel 1982 inizia l’avventura di Arnolfo che proprio quest’anno ha cambiato casa con una nuova struttura costruita ex novo.
Chef Gaetano Trovato Ristorante Arnolfo in Colle Val d’Elsa
“Questa è solo la prima di una serie di iniziative che lanceremo da aprile 2023. COMO Hotels and Resorts ha sempre messo al centro della sua proposta gastronomica per gli ospiti, la qualità dei prodotti, delle materie prime e il rapporto con il territorio. Siamo nel Chianti, cuore della Toscana, ed è quindi naturale raccontarne le eccellenze attraverso il cibo”, ha detto Edvaldo Brito, General Manager di COMO Castello del Nero.
Piatto dello Chef Gaetano Trovato Ristorante Arnolfo in Colle Val d’Elsa
“La serata vuole essere un omaggio ai prodotti e alla cucina del nostro territorio in chiave contemporanea. Un’occasione per confrontarsi tra stimati colleghi divertendosi tra vecchi amici” ha commentato Giovanni Luca Di Pirro, Executive Chef di COMO Castello del Nero, alla guida de La Torre. Tra i piatti che i due chef e amici proporranno in menù ci sono l’Astice blu con cime di rapa, crocchetta di ricotta del Mugello e caviale Asetra, firmato da Giovanni Luca di Pirro e Scampo, foies gras, passion fruit, firmato da Gaetano Trovato.
Info e prenotazioni: 200 € a persona, inclusi abbinamenti vino Tel. 0550981946; latorre.castellodelnero@comohotels.com
Executive Chef Giovanni Luca Di Pirro
Executive Chef Giovanni Luca Di Pirro
Passione, semplicità e raffinatezza. E’ questa la cifra dello stile in cucina di Giovanni Luca Di Pirro, Executive Chef diCOMO Castello del Nero, la nuova proprietà firmata dal gruppo di Singapore COMO Hotels and Resorts, nel cuore del Chianti. Di Pirro ha tre anime:
romagnolo di nascita, abruzzese di origini e toscano di adozione. Figlio di cuoco, intraprende la sua carriera da giovane facendo molte esperienze lavorative anche a livello internazionale. Sono anni importanti per la sua carriera, in cui conferma la sua passione per le diverse culture e tradizioni legate al cibo e ai prodotti locali. Durante tutti questi anni ha avuto il privilegio e il piacere di lavorare a fianco di chef prestigiosi, in particolare in Francia.
Ristorante La Torre, 1 Stella Michelin Executive Chef Giovanni Luca Di Pirro, uno dei suoi piatti in foto
Ha poi lavorato in strutture 5 stelle lusso come Executive Chef sia all’estero che in Italia e nel 1999 è approdato in Toscana e precisamente a Montalcino dove per un breve periodo ha gestito un piccolo ristorante ottenendo ottimi risultati. Sempre a Montalcino, ha lavorato per un hotel 5 stelle. Nel marzo 2012 arriva a Castello del Nero come Executive Chef. Da novembre 2014 ha una stella Michelin per il ristorante La Torre all’interno della proprietà. Oltre al ristorante gourmet La Torre, gestisce il tipico La Taverna e The Pavilion in estate.
La sua filosofia di cucina è ispirata al territorio, basata su materie prime locali e toscane con attenzione ai prodotti italiani ed europei. L’accento è sulla purezza, la qualità, la freschezza dei sapori e la stagionalità, sempre con un tocco di contemporaneità e modernità nele sue
creazioni.
COMO Castello Del Nero
COMO Castello Del Nero in Toscana, è una tenuta storica di 3 ettari nella famosa regione vinicola del Chianti in Italia, e la prima proprietà di COMO nell’Europa continentale. Le città rinascimentali di Firenze e Siena sono entrambe raggiungibili in 30 minuti di auto. Al centro della struttura sorge un Castello del XII secolo con 50 camere e suite e interni curati dalla designer milanese Paola Navone. Navone ha affiancato un’estetica “COMO” leggera moderna all’architettura d’epoca del Castello, che si trova nel classico paesaggio toscano.
Interni curati dalla designer milanese Paola Navone, Como Castello Del Nero.
Il ristorante stellato Michelin La Torre propone cucina italiana gourmet, utilizzando i migliori prodotti toscani, in gran parte provenienti dall’orto, dal vigneto, dagli alveari e dagli uliveti della nostra tenuta. Ci sono due ristoranti informali, La Taverna e il Pavilion, oltre a una
cantina. Inoltre, ci sono campi da tennis e una piscina esterna riscaldata. La Spa COMO Shambhala Retreat offre ogni giorno lezioni di yoga ai residenti, massaggi terapeutici, pilates, e una guida esperta nel benessere olistico.
La Spa COMO Shambhala Retreat offre ogni giorno lezioni di yoga ai residenti, massaggi terapeutici, pilates, e una guida esperta nel benessere olistico
COMO Group e COMO Hotels and Resorts
Basato a Singapore, il gruppo COMO rappresenta la visione unica sullo stile contemporaneo della proprietaria Christina Ong. Del gruppo fanno parte la collezione di hotel conosciuta come COMO Hotels and Resorts, che offre esperienze personalizzate di viaggi lusso, grazie a un servizio individuale, un impegno sul benessere olistico e una cucina pluripremiata. Ogni hotel è pensato e progettato in armonia con la destinazione in cui si trova. Il gruppo inoltre include il fashion retailer di lusso Club 21, il brand benessere COMO Shambhala e l’organizzazione filantropica COMO Foundation.
Contatti per la stampa in Italia COMO Hotels and Resorts:
AG Studio-Alessandra Gesuelli
m. + 39 347 6623358
alegesuelli@gmail.co
Per informazioni e prenotazioni:
COMO Castello Del Nero, Strada Spicciano 7,
50028 Barberino Tavarnelle, Toscana, Italia
T. +39 055 80647704
E. latorre.castellodelnero@comohotels.com
Masterclass EnoMundus 2022: Hatzidakis Winery di Konstantina Chryssou
Redazione
La giornata di EnoMundus del 14 novembre 2022 inizia con un viaggio “ di vini, bollicine e acque di lusso” con il programma “EnoMundus Masterclass” .
Una serie di degustazioni guidate dedicate quest’anno a focus ben definiti: La Grecia, le acque e gli champagne.
Dall’isola di Santorini, alle acque dell’ associazione Acque minerali Academy Aps agli champagne selezionati da MB Bollicine di Francia.
Appuntamenti accompagnati da banchi di assaggio, affiancati a masterclass e abbinamenti con i formaggi di Le Direzioni del Gusto.
Un viaggio da percorrere nelle giornate di EnoMundus 2022, che come dalla prima edizione, con una interessante serie di assaggi e degustazioni coinvolge operatori, stampa e tecnici di settore, oltre al pubblico che domenica potrà soddisfare il proprio palato quanto la propria conoscenza.
Cantina e Collezione privata, Hatzidakis Winery di Konstantina Chryssou con Olfa Haniche
La prima masterclass delle ore 13 condotta da Haris Papandreou, Segretario del Consolato Onorario della Grecia a Firenze, è sui vini dell’azienda Hatzidakis Winery di Konstantina Chryssou con i seguenti vini:
Santorini Familia Pdo Santorini Assyrtiko 100% Aidani Pgi Cyclades Aidani 100% Mavrotragano Pgi Cyclades Mavrotragano 100% Vinsanto 16 anni invecchiato in botti di rovere Dop Santorini Vino Bianco naturalmente dolce Assyrtiko 80% Aidani 20%.
vino rosso Mavrotragano Hatzidakis Winery
La degustazione avrà in abbinamento i formaggi scelti appositamente da Le Direzioni del Gusto.
EnoMundus Masterclass, gli champagne di MB Bollicine di Francia in abbinamento i formaggi di Le Direzioni del Gusto
un’azienda nata da Carletto Donzelli con l’unico obiettivo di intraprendere un viaggio alla scoperta dei sapori, colori ed emozioni uniche abbinando tradizione e innovazione che solo la passione del proprio lavoro può creare.
Masterclass EnoMundus 2022: Hatzidakis Winery di Konstantina Chryssou i formaggi di Le Direzioni del Gusto
La gamma vanta una lavorazione uniche e particolari, che nasce dalle tecniche del casaro e del norcino, dello chef e del pasticciere, unendo il tutto in un’unica e appassionante arte.
I formaggi di Le Direzioni del Gusto di Carletto Donzelli
Le materie prime selezionate sono lavorate esclusivamente a mano; tutto questo li rende Prodotti innovativi gastronomici di pasticceria salata, creati con un nuovo concetto di “forme del gusto”, che si possono consumare sia freddi che riscaldati o come la “linea prospettive di gusto”, cucinandoli; sono pratici e moderni, sia nella presentazione che nel sapore.
Praline di formaggio di vario tipo, le Direzioni del Gusto a EnoMundus 2022