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  • Emozioni dal Mondo 2023, concorso enologico internazionale

    Emozioni dal Mondo 2023, concorso enologico internazionale

    Emozioni dal Mondo 2023 19 anni di Merlot e Cabernet Insieme a Bergamo

    Redazione – Carol Agostini

    Torna a Bergamo, per il 19esimo anno consecutivo, l’unico concorso enologico internazionale al mondo ufficialmente riconosciuto da OIV (Organisation International de la Vigne et du Vin) per i tagli cosiddetti bordolesi (ovvero i vini prodotti con uve Merlot, Cabernet e con loro blend), “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”.

    Emozioni dal Mondo 2023, concorso enologico internazionale, logo concorso da comunicato stampa
    Emozioni dal Mondo 2023, concorso enologico internazionale, logo concorso da comunicato stampa

    La manifestazione, nata nel 2004 da un’idea dell’enologo Sergio Cantoni e supportata negli anni da Vignaioli Bergamaschi e dal Consorzio Tutela Valcalepio richiama ogni anno a Bergamo numerosi giudici internazionali e campioni di vino da tutto il mondo.

    Il format scelto per la kermesse ha sempre avuto un’attenzione particolare al territorio ospite: uno degli obiettivi che da sempre Emozioni dal Mondo si prefigge è quello di comunicare Bergamo e i suoi prodotti nel Mondo. Ogni anno una location diversa ospita le degustazioni ufficiali del Concorso Enologico in cornici che, di volta in volta, comprendono palazzi nobiliari, castelli e strutture particolari e tipiche (musei, fiere, palazzetti…).

    “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” foto di Carol Agostini
    “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” foto di Carol Agostini

    Una manifestazione unica nel suo genere che coniuga in un felice matrimonio territorio, vino, gastronomia, storia e cultura e attrae ogni anno giornalisti e tecnici da tutto il mondo. Una vetrina di grande rilevanza per Bergamo e il suo territorio che diventa, per tre giorni, il palcoscenico internazionale dei vini a base Merlot e Cabernet con il Valcalepio a fare da padrone di casa.

    Per il 2023 è stata scelta l’affascinante cornice di Villa Malliana ad Almenno San Bartolomeo per ospitare, venerdì 13 ottobre 2023, la degustazione che coinvolgerà più di 90 giudici internazionali provenienti da 30 paesi e oltre 200 campioni di vino prodotti in tutto il mondo.

    Il programma comprende anche momenti di scoperta del territorio, degustazioni organizzate dal Consorzio Tutela Valcalepio per promuovere e far conoscere sempre di più la realtà enologica bergamasca e visite alle aziende vitivinicole del territorio.

    Emozioni dal Mondo 2023, concorso enologico internazionale, foto edizione 2022, da comunicato stampa
    Emozioni dal Mondo 2023, concorso enologico internazionale, foto edizione 2022, da comunicato stampa

    INVITO Convegno con scaletta 14.10.2023

    Altro momento di grande rilevanza sarà il Convegno organizzato dal Consorzio Tutela Valcalepio sul tema “Vitigni Resistenti: passato, presente e futuro” in programma per sabato 14 ottobre 2023 alle ore 9 presso il Centro Congressi Papa Giovanni XXIII con interventi nazionali e internazionali.

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  • Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria

    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria

    Emozioni in Malga tra le sfumature e il calore dell’autunno 2023

    Redazione – Carol Agostini

    Ritorna l’evento Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre, alla scoperta di tradizioni e colori dell’autunno nell’area vacanze sci & malghe Rio Pusteria.

    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria, immagine da comunicato stampa
    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria, immagine da comunicato stampa

    Un’esperienza immersiva e autentica quella di Emozioni in Malga, per assaporare il lato più genuino di questo territorio in una stagione ricca di fascino e di cambiamenti. Dal 14 ottobre al 4 novembre l’area vacanze sci & malghe Rio Pusteria propone una vasta gamma di appuntamenti che stimolano i sensi e permettono una connessione profonda con la natura e le tradizioni locali. Il programma si snoda tra diverse località del territorio e si compone di attività variegate e adatte a tutti.

    L’autunno si presenta come la stagione ideale per esplorare le meraviglie che l’area vacanze sci & malghe Rio Pusteria ha da offrire, quando le giornate autunnali regalano panorami e colori inediti per lunghe passeggiate alla scoperta o riscoperta delle malghe locali, mentre il foliage avvolge il paesaggio in una tavolozza di tonalità autunnali. Dal 14 ottobre al 4 novembre viene riproposto Emozioni in Malga, evento con un ricco programma di escursioni e attività dove poter immergersi nelle tradizioni locali, scoprire i punti panoramici mozzafiato della valle ed entrare nelle malghe tipiche, custodi del patrimonio culturale e gastronomico della regione.

    Emozioni in Malga tra le sfumature e il calore dell'autunno 2023, foto da comunicato stampa
    Emozioni in Malga tra le sfumature e il calore dell’autunno 2023, foto da comunicato stampa

    ESCURSIONI, PASSEGGIATE ED EMOZIONI DA VIVERE

    Esplorare a fondo la regione, conoscere la cultura locale e assaporare le tradizioni per arricchire la propria vacanza, questo è l’obiettivo di Emozioni in Malga, progetto che offre una selezione variegata di appuntamenti, organizzati dal lunedì al venerdì. Le attività sono pensate per chi ama le escursioni all’aria aperta, e abbracciare la cultura e i gusti autentici dell’Alto Adige. Si inizia lunedì con un’escursione con una guida esperta, accompagnata da una degustazione di deliziosi formaggi locali, il tutto con un viaggio dalla cabinovia Gitschberg a Maranza e un tragitto di 13,5 chilometri a piedi. Si continua martedì con una passeggiata consapevole sull’Alpe di Rodengo e Luson, nel pomeriggio, con la preparazione di un gustoso strudel di mele nel Maso Walderhof a Naz con la ricetta segreta di Kathrin.

    Mercoledì è la volta di un’escursione a Pino per visitare il Maso di Johanna per carpire i segreti della gastronomia del territorio. Giovedì si parte dalla stazione a valle della funivia Jochtal a Valles per un’escursione all’alba. Venerdì si conclude il programma con un adrenalinico tour guidato in e-bike tra Bressanone e Rio Pusteria, e nel pomeriggio una visita guidata ai meleti di Naz per degustare uno dei simboli dell’Alto Adige, la mela, ma anche per comprendere come viene coltivata. Si può scegliere di partecipare a tutti gli eventi del programma o solamente ad alcuni degli appuntamenti proposti.

    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria, foto da comunicato stampa
    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria, foto da comunicato stampa

    UN PROGRAMMA PIENO DI EMOZIONI

    L’esperienza autunnale nell’area vacanze sci & malghe Rio Pusteria permette di osservare le montagne dell’Alto Adige da un’altra prospettiva, scoprendone le sfumature stagionali attraverso attività che coinvolgono tutta la famiglia: appassionati di montagna, sportivi e amanti delle attività all’aria aperta di tutte le età in un ambiente stimolante e pieno di sfaccettature. A fare da collante tra le proposte in programma sono il contatto con la natura, la scoperta della tradizione e la ricerca dell’autentico che solo un territorio come questo può offrire.

    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria, foto da comunicato stampa
    Emozioni in Malga dal 14 ottobre al 4 novembre Rio Pusteria, foto da comunicato stampa

    Per tutta la durata della manifestazione, le 16 baite e taverne che aderiscono all’iniziativa propongono specialità gastronomiche autunnali quali i canederli al cirmolo, zuppa di fieno e golosi dolci per concludere un ottimo pasto. In più gli ospiti possono contare sull’uso gratuito delle cabinovie Gitschberg a Maranza e Jochtal a Valles, dei mezzi di trasporto pubblico in Alto Adige, l’ingresso gratuito ad oltre 90 musei ed esposizioni e dello shuttle Almbus per l’alpe di Rodengo e Luson. Dal 14 ottobre al 4 novembre Emozioni in Malga invita a conoscere da vicino l’Alto Adige, la sua gente e le sue usanze per vivere una vacanza indimenticabile.

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  • 19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023

    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023

    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento si colora di Rosso

    Redazione – Carol Agostini

    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento categoria Chef e Ristoranti Riservato al Radicchio IGP di Verona Bando di concorso per chef e ristoranti nazionali-internazionali.

    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023, logo da sito
    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023, logo da sito

    Il 15 Ottobre 2023 presso il Castello di Bevilacqua via Roma -50 Bevilacqua VR, ci sarà l’annuale Concorso regionale Radicchio d’Argento giunto quest’anno alla 19^ edizione.
    Manifestazione per la valorizzazione del radicchio rosso IGP Verona ( quello delle nostre valli) l’iniziativa vuole incentivare l’opportunità di crescita in modo attivo a nuove prospettive per un turismo di campagna , forme esperienziali diverse da format di turismo classico gli Chef in
    concorso dovranno creare nuove ricette pur rispettando tradizioni e qualità dei prodotti il concorso coinvolge 4 Chef non solo della Provincia Veronese ma anche di altre provincie e regioni nazionali ed internazionali.

    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023, foto da sito
    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023, foto da sito

    Il programma prevede nella mattinata un convegno a tema, quest’anno a differenza delle edizioni passate il tema sarà “LA CAMPAGNA VENETA STRAORDINARIA RISORSA DEL TURISMO RICETTIVO ESPERIENZIALE” in questo periodo storico, il nostro obbiettivo sarà quello di evidenziare le possibili opportunità che l’agroalimentare potrà dare al turismo esperienziale, dalla terra alla tavola con tutti i passaggi previsti dal mercato.

    Per noi la sua presenza all’apertura del convegno e parte della giuria tecnica darebbe all’evento un valore aggiunto, l’invito è rivolto anche ad un suo accompagnatore.

    Ecco alcune informazioni:

    il 15 Ottobre il convegno inizierà alle ore 10:45 nel Salone convegni con relatori, coordinati da un presentatore e accompagnato da una giornalista moderatrice. Alle ore 12:30 inizierà il concorso di cucina con il servizio ai tavoli, il compito di sarà di creare una nuova ricetta con radicchio di base o aggiunto, le portate in tavola saranno 4 da l’antipasto, un primo, un secondo e un dolce, ogni Chef avrà una brigata di giovani in cucina e un staff di sala. La giuria tecnica sarà composta dai 4 -5 relatori e da esperti operatori del gusto per un totale di 9 componenti, mentre nella giuria popolare faranno parte tutti i commensali ai tavoli

    19° Concorso Gastronomico Radicchio d’Argento 2023, foto da sito

    Programma Riassuntivo

    1. Il Concorso è organizzato dall’Associazione Pro Loco Carpanea Casaleone, in collaborazione Consorzio Radicchio IGP Verona, Confraternita del radicchio IGP Verona con la collaborazione della Regione del Veneto, della Provincia di Verona, della Camera di Commercio di Verona, della Federazione Coldiretti Verona, è aperto a tutti gli operatori del settore alberghiero ed enogastronomico nazionale.
    2. All’Associazione Casaleone Carpanea è affidata la segreteria organizzativa.

    3. Una Conferenza Stampa, che si terrà in Verona nella Sala Rossa – Palazzi Scaligeri con la partecipazione di Autorità ed esperti di gastronomia, anticiperà di una settimana la manifestazione allo scopo di illustrare l’obiettivo che si intende raggiungere, portare a conoscenza degli Chef le eccezionali qualità ed i molteplici utilizzi in cucina del Radicchio di Verona IGP.

    4 La manifestazione si svolgerà il 15 ottobre 2023 nella location di un prestigioso ristorante ( Castello di Bevilacqua ) con il seguente programma: ore 10:00 accoglienza ospiti e presentazione dei giudici che dovranno eleggere il vincitore, concorso) Tavola Rotonda con la partecipazione di giornalisti ed esperti di gastronomia, operatori economici del settore agroalimentare, dopo il convegno segue aperitivo. ore 13:00 pranzo di gala. Il Ristorante ospitante mette a disposizione Cucine locali ed attrezzature per i partecipanti al Concorso.

    Zona di produzione , foto da sito, Concorso gastronomico Radicchio d'Argento
    Zona di produzione , foto da sito, Concorso gastronomico Radicchio d’Argento

    4. Il pranzo del Concorso prevede un piatto innovativo a base del prodotto tipico radicchio IGP Verona con la preparazione di: un antipasto, un primo, un secondo, un dolce.
    5. Ogni concorrente dovrà essere pronto a preparare uno dei piatti previsti dal menu come da ricetta presentata ( solo un Piatto).
    6. Una Commissione, composta da tre membri, uno scelto dal Consorzio delle Pro Loco del Basso Veronese, uno scelto dal Consorzio del Radicchio Rosso di Verona ed uno scelto dal comitato degli agriturismi non in concorso, si sorteggerà i 4 concorrenti che avranno presentato domanda. I risultati del sorteggio saranno immediatamente comunicati agli interessati.

    7. Gli agriturismi che vorranno partecipare dovranno dare la loro adesione entro 15 Settembre 2023, accettando questo Regolamento, tramite domanda di partecipazione, indirizzata alla Pro Loco di Casaleone, Via C. Battisti, n.4, CAP 37052 Casaleone (VR), 3332510947 – Fax 0442339630 – posta elettronica e responsabile progetto -enricaclaudiadefanti@gmail.com.
    8. L’adesione è libera e gratuita.
    9. I concorrenti possono preparare il piatto da loro presentato, che dovrà essere sufficiente per (Assaggio) 150 ospiti, nella cucina del ristorante ospitante. La cucina sarà a disposizione dei concorrenti dalle ore 9:00 del 15 ottobre 2023.

    10. Ad ogni concorrente, saranno rimborsate le spese sostenute (da concordare con l’organizzazione) per la preparazione del piatto presentato.
    11. Ai concorrenti provenienti da località distanti è riservata una quota per spese di viaggio. La Giuria finale è composta da cinque esperti di gastronomia, più un segretario senza diritto di voto, si designerà un unico vincitore per ogni categoria – che riceverà il Trofeo Radicchio d’Argento 2023 tutti gli altri partecipanti riceveranno un artistico attestato di partecipazione. Il vincitore non potrà partecipare alle tre successive edizioni del Concorso.
    12. E’ prevista anche una votazione da parte di tutti gli invitati. Al concorrente, che avrà ricevuto il maggior numero di consensi verrà consegnata una pergamena-targa di riconoscimento + verrà considerato un secondo premio con buoni premio degli sponsor.

    13. All’interno della cucina potranno accedere solamente 2 cuochi 1 Chef in concorso, il servizio ai tavoli sarà svolto dal personale di servizio del Castello Bevilacqua.
    14. A concorso iniziato nessuno dei concorrenti in gara potrà entrare nella sala ristorante.
    15. Ogni concorrente dovrà consegnare la ricetta del piatto presentato tradotta in tre lingue- italiano, tedesco, inglese.

    Giuria Tecnica Primo premio per lo Chef vincitore
    Giuria popolare- saranno corrisposti premi consistenti in prodotti alimentari sponsorizzanti ( Grana Padano- prosciutto Veneto, Vini Veronesi, pasta ecc.)
    Tutti i concorrenti partecipanti saranno parte visiva con il Demo di TV e riviste specializzate nelsettore agroalimentare.

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  • Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023

    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023

    A Milano, le chef Viviana Varese e Ritu Dalmia hanno aperto le porte di POLPO, una vivace bar trattoria dedicata al “Semplicemente pesce”.

    Redazione – Carol Agostini

    Questo nuovo luogo gastronomico si trova nel cuore di Milano, sulla frequentatissima Via Melzo 9, e si distingue per la sua atmosfera popolare e l’attenzione alle materie prime di alta qualità.

    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, foto da comunicato stampa
    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, foto da comunicato stampa

    In una strada animata della città, la chef Viviana Varese si è ispirata agli anni ’80 per creare un locale dinamico, contemporaneo e vivace, dove il pesce è la vera star. POLPO, che trasforma la celebre Via Melzo in un suggestivo lungomare dall’atmosfera retro, offre una doppia esperienza, con una sezione bar, ideale per aperitivi con tapas e assaggi, e una trattoria. Il punto di forza di POLPO è la proposta di pesce di alta qualità che valorizza la materia prima e coinvolge il pubblico in un’esperienza culinaria autentica.

    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, immagine del locale da comunicato stampa
    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, immagine del locale da comunicato stampa

    POLPO è più di un semplice ristorante; è un ritorno alle radici per Viviana Varese, un omaggio alla cucina che condivideva con la sua famiglia mescolato con le esperienze degli ultimi vent’anni. Questo nuovo progetto ha trasformato il precedente ristorante SPICA, situato in uno degli angoli più popolari e democratici di Milano, in un bar trattoria vibrante, diventando un punto di riferimento per la cucina di pesce di alta qualità.

    A Milano, le chef Viviana Varese e Ritu Dalmia hanno aperto le porte di POLPO, una vivace bar trattoria dedicata al "Semplicemente pesce", foto da comunicato stampa
    A Milano, le chef Viviana Varese e Ritu Dalmia hanno aperto le porte di POLPO, una vivace bar trattoria dedicata al “Semplicemente pesce”, foto da comunicato stampa

    Il concept di POLPO è tutto incentrato sul mare e la filosofia “Semplicemente pesce”. Questo spazio informale e dinamico offre una cucina autentica e il piacere della convivialità, suddividendosi tra il bar, perfetto per un aperitivo, e la trattoria, che propone piatti a base di pesce che rispettano e esaltano la materia prima. POLPO si inserisce nell’offerta enogastronomica milanese, offrendo un’esperienza di alta qualità in un ambiente rilassato e democratico, aperto a tutti, con un particolare focus sui giovani desiderosi di gustare ottimo pesce accompagnato da un buon bicchiere di vino.

    Valeria Lorusso, Valentina Gaeta, Martina Guercia, Davide Gianni, Polpo di Viviana Varese e Ritu Dalmia, foto da comunicato stampa
    Valeria Lorusso, Valentina Gaeta, Martina Guercia, Davide Gianni, Polpo di Viviana Varese e Ritu Dalmia, foto da comunicato stampa

    La location di POLPO è stata precedentemente occupata da SPICA, un progetto di cucina fusion avviato da Viviana Varese e Ritu Dalmianel 2019. Oggi, questo spazio si è trasformato in un moderno bar trattoria ben integrato nella vivace Via Melzo di Milano. Il colore dominante è il blu, evocando il mare, con arredi e tessuti che richiamano l’atmosfera degli anni ’80. Immagini vintage adornano le pareti, creando un’atmosfera retro. Il locale dispone anche di un dehors esterno con divanetti e tavoli in piedi per offrire una varietà di ambienti dove la qualità del cibo e delle bevande è al centro dell’esperienza, grazie al restyling curato dallo studio di architettura B-Arch di Sabrina Bignami e Alessandro Capellaro.

    Viviana Varese e Rotu Dalmia, spiedini di calamaretti al pangrattato, immagine da comunicato stampa
    Viviana Varese e Rotu Dalmia, spiedini di calamaretti al pangrattato, immagine da comunicato stampa

    Il menù di POLPO si basa su pochi ingredienti di alta qualità, crudi e preparati con diverse tecniche di cottura. Offre circa 50 piatti che riflettono una cucina semplice e sincera, con un focus su frutti di mare, molluschi e pesce, tra cui gamberi, ostriche, tonno e calamari. Inoltre, sono disponibili diverse opzioni di verdure e assaggi ispirati alle celebri tapas, ideali per l’aperitivo. Il menu include anche una selezione di caffè Nespresso, con una miscela di arabica intensa e un decaffeinato aromatico. I prezzi sono accessibili e in linea con l’approccio democratico del bar trattoria.

    Viviana Varese e Ritu Dalmia bomba fritta con ragù di polpo leggermente piccante e insalatina, foto da comunicato stampa
    Viviana Varese e Ritu Dalmia bomba fritta con ragù di polpo leggermente piccante e insalatina, foto da comunicato stampa

    Per la comunicazione e il branding di POLPO, Viviana Varese ha collaborato con l’agenzia di comunicazione fiorentina almagreal, guidata da Giulia Reali, che aveva già lavorato con la chef per il suo ristorante stellato Viva. Questa sinergia ha dato vita a un progetto che combina semplicità e freschezza con l’atmosfera degli anni ’80, creando un ambiente popolare e accogliente per tutti gli ospiti.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Sito ristorante: https://www.polpopesce.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    Un viaggio nella Loira ricco di territori, vini ed emozioni

    Di Elsa Leandri

    La Valle della Loira seduce con il lento ed incessante avanzare del suo fiume e dei suoi affluenti, con i sorridenti campi di girasole e con i pascoli verdi che si alternano ai numerosi castelli. A noi eno-appassionati parla, però, e soprattutto, di vino.
    Poter dire di conoscere questa zona senza passarci moltissimo tempo, è impossibile. Bisogna infatti pensare che la Loira enologica costeggia tutto l’andamento del medesimo fiume, andando dall’Oceano Atlantico con i suoi terreni ricchi di granito e di gneiss fino al Massiccio Centrale in cui il suolo è di natura vulcanica, passando poi da zone tufacee come Vouvray o con una presenza elevata di Kimmeridge come Sancerre.

    Capirete anche che in questo vasto territorio anche il clima varia: l’influenza oceanica, man mano che ci allontaniamo dalla foce della Loira, diminuisce lasciando spazio a un clima continentale. Non ci stupisce di conseguenza una differenziazione di vitigni: da ovest a est incontriamo melon de bourgogne, cabernet franc, chenin blanc, sauvignon, pinot nero, gamay, citando solo i principali.

    Non è nostra intenzione effettuare un trattato su questo territorio che copre più di 55000 ettari di vigna, ma ci limiteremo a condividere con voi alcuni luoghi che abbiamo toccato nel nostro viaggio, che si è concentrato principalmente nella parte est della Loira vitivinicola.

    Maison de Sancerre – siamo a Sancerre in una zona in cui il vitigno principale è il sauvignon che qui regala una delle sue espressioni migliori. Per scoprirne il motivo siamo andati, in quest’affascinante città medievale, nella Maison Farnault del XVesimo secolo, all’interno del quale è stato costituito dall’Union Viticole Sancerroise un luogo atto a far conoscere al meglio questo vino, offrendo una visita adatta a grandi e piccini, a curiosi e a appassionati attraverso giochi interattivi, film in 4D, giardino degli aromi e infine, per gli adulti, con una degustazione di 3 vini. La parte che personalmente ci ha maggiormente affascinato è la spiegazione della geologia del terreno che come ben sappiamo, insieme al clima e alla maestria dei vigneron, sono elementi caratterizzanti e distintivi.

    Elsa Leandri alla Maison de Sancerre, foto dell'autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri
    Elsa Leandri alla Maison de Sancerre, foto dell’autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    In questo areale si possono distinguere ben 15 diverse formazioni geologiche, che si susseguono, si intrecciano e si fondono, regalando una vastità di peculiarità diverse. Principalmente si può ricondurre il tutto semplificando a 3 tipologie: le terres blanches, costituite principalmente da marne kimmeridgiane separate da strati di calcare, le caillottes, da calcare giallo e bianco e il silex, ricco di argilla, silice e conglomerati silicei, il cui scopo è quello di riscaldare la vigna in modo continuo.

    Terreni Sancerre, foto dell'autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri
    Terreni Sancerre, foto dell’autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    Durante la degustazione noi abbiamo scelto di dedicarci unicamente ai bianchi, che rappresentano l’80% della produzione. Le etichette variano di volta in volta pertanto vi lasciamo il gusto di scoprire da soli quali bottiglie verranno proposte.
    Piccolo grande plus: se viaggiate con il vostro cane, lui è assolutamente ben accetto durante tutto il percorso.

    Vouvray – in questa zona troviamo un altro grande vitigno a bacca bianca: lo Chenin, chiamato localmente anche Pineau de la Loire che qui si svela in tutte le sue forme dalla versione spumantizzata a quella del vino moelleux.
    In questi 2300 ettari di terreno tufaceo della denominazione si incontrano le caratteristiche ideali per favorire la variegata espressività di questo vitigno.

    Monitorando costantemente la maturazione dell’uva si riesce ad ottenere sia vini ricchi di acidità (come i sec) sia più carichi della componente zuccherina (come i demi sec), fino ad arrivare a grappoli che presentano un attacco della muffa nobile (i mœlleux). Dalla versione spumante atta ad accompagnare un aperitivo, si passa quindi a delle versioni più strutturate che riescono a regalare degli ottimi abbinamenti anche con formaggi erborinati.
    A Vouvray non è raro imbattersi nelle cantine troglodite, risalenti al periodo romano, che offrono un posto unico per l’affinamento dei vini favorendo lo sviluppo di aromi e la complessità del vino.

    Cantina Pierre Champion, foto dell'autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri
    Cantina Pierre Champion, foto dell’autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    Vi consiglio di fare come abbiamo fatto noi, andando a bussare proprio alla porta di un vigneron. La nostra scelta è caduta su Pierre Champion, che vanta una tradizione familiare che perdura da tre generazioni e che gestisce 14 ettari tutti impiantati a Chenin blanc. Siamo stati ottimamente ricevuti e abbiamo potuto approfondire e comprendere la versatilità di questo vitigno a bacca bianca che va da sentori di agrumi, acacia e pera nella versione sec per poi svelarsi con sentori più importanti di mirabella, frutti esotici, mela cotogna e mandorla in quelli moelleux. Tocco finale: la visita della cantina scavata nella roccia. Abbiamo adorato!

    Bourgueil – abbandoniamo i bianchi per incontrare l’altro vitigno chiave della Loira: il Cabernet franc. In questo territorio che si estende per 1400 ettari si possono evidenziare la presenza di due tipologie di sottosuolo: uno ricco di graves, ricca di sabbia e ciottoli, mentre l’altro con un’importante componente tufacea e di natura argillo-calcarea. Questo permette di ottenere vini completamenti differenti favorendo da una parte la produzione di vini di pronta beva e dall’altra dei vini maggiormente strutturati e atti all’evoluzione in bottiglia.
    Per avere un’idea di tale denominazione ci siamo recati alla Maison des Vins di Bourgueil in cui sono presenti 180 etichette dei 90 produttori della denominazione spaziando dai bianchi (che attualmente non rientrano nella AOP), ai rosati, ai rossi e in cui viene offerta la possibilità di degustare una selezione di vini.

    Elsa Leandri a Bourgueil, foto dell'autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri
    Elsa Leandri a Bourgueil, foto dell’autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    Il nostro interesse è stato quello di focalizzarci sull’espressione del Cabernet franc vinificati in rosso con il fine di poter apprezzare questa differenza di bevibilità. Effettivamente la fragranza dei vini derivanti dal settore delle graves si contrappone al maggiore complessità data da sentori speziati e più scuri, nonché dalla maggiore tannicità della zona tufacea.
    A nostro parere una maestrale espressione è Haut de la Butte di Jacky Blot, viticoltore, scomparso quest’anno, conosciuto per le eleganti espressioni di Chenin a Montlouis Sur Loire e per la capacità di mettersi in gioco, con ottimi risultati, a Bourgueil nella vinificazione del Cabernet Franc.

    Chinon – nella città medievale oltre il Cabernet franc viene nuovamente affiancato dallo Chenin proponendo quindi sia bianchi, che rosati, che rossi. Anche in questo caso possiamo fare una distinzione tra vini ottenuti dalla parte collinare che regalano vini di struttura o da quella limosa più vicino alla Loira che si esprimono con vini più fragranti e immediati.

    Incuriositi dall’omaggio che ci aveva offerto il proprietario del gite che avevamo affittato siamo andati al domaine Sault au Loup. La cantina precedentemente conosciuta sotto il nome di Dozon è gestita dal 2013 dal viticoltore Eric Santier, il quale ha deciso di rimettere in discussione la sua vita abbandonando il settore di promozione di prodotti alimentari francesi e di “imparare” il mestiere di vigneron.

    Ad oggi si trova a gestire 14 ettari in conversione biologica dal 2020 impiantati a Cabernet franc e a Chenin Blanc. La diversità del territorio permette di ottenere dei vini più da pronta beva o vini più strutturati offrendo così una scelta per ogni occasione e per ogni palato.
    Di grande rilievo “Le Grand Saut” e il “Clos du Saut au Loup” nei quali il cabernet franc offre da una parte un vino che promette una grande capacità evolutiva e dall’altra rivela le caratteristiche varietali del vitigno, in modo elegante e attrattivo.

    Grand Saut e Clos du Saut au Loup, foto dell'autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri
    Grand Saut e Clos du Saut au Loup, foto dell’autrice, articolo: La Loira nel suo splendore 2023, il viaggio di Elsa Leandri

    Il nostro viaggio ci ha permesso di toccare anche la zona di Saumur-champigny, anch’essa terra di elezione per il Cabernet Franc, ma per scoprire questa realtà vi invito a leggere l’articolo dedicato al Clos des Cordeliers.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

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  • TRENTINO e VINO 2022-2023, due libri due racconti da leggere

    TRENTINO e VINO 2022-2023, due libri due racconti da leggere

    TRENTINO e VINO 2022-2023

    Una immersione analitica e circostanziata nella storia della vitienologia trentina.

    Di Rosaria Benedetti

    Non è così frequente in Trentino la presentazione, nello stesso semestre, di ben due libri che portano agli onori della carta patinata, strumento purtroppo in declino, il vino trentino. Uno dei due è addirittura alla sua seconda edizione.

    TRENTINO e VINO 2022-2023Una immersione analitica e circostanziata nella storia della vitienologia trentina, articolo di Rosaria Benedetti
    TRENTINO e VINO 2022-2023, una immersione analitica e circostanziata nella storia della vitienologia trentina, articolo di Rosaria Benedetti

     Formati e contenuti differiscono non poco, ma va dato atto ad entrambi di proporre una immersione analitica e circostanziata nella storia della vitienologia territoriale, pur con stili e prospettive decisamente diversi.

    Tutti gli autori coinvolti sono attualissimi e autorevoli protagonisti del palcoscenico del vino nonché profondi conoscitori sia della sua storia, qualcuno partendo addirittura della preistoria, che delle dinamiche sociopolitiche che l’hanno scandita in tempi più recenti, in particolare dalla seconda metà del secolo scorso fino ad oggi.

    Nèreo Cavazzani Appunti per una biografia critica del vino trentino, articolo di Rosaria Benedetti
    Nèreo Cavazzani Appunti per una biografia critica del vino trentino, articolo di Rosaria Benedetti

    Nèreo Cavazzani Appunti per una biografia critica del vino trentino

    di Tiziano Bianchi e Angelo Rossi – Iskra – territoriocheresiste

    Presentato nella sua prima edizione a Vinitaly 2022 presso Astoria Wines, il volumetto prende spunto da una retrospettiva scritta a più mani sulla figura dell’enologo Nèreo Cavazzani, per percorrere a ritroso fatti e misfatti dai quali sono scaturiti nel tempo gli attuali palinsesti dell’enoviticoltura trentina. Il plurale è d’obbligo poiché molteplici sono le compagnie, gli attori e i protagonisti in scena. La chiave di scrittura/lettura è volutamente politica così come è evidente l’auspicato contributo in termini di dibattito.

    Tiziano Bianchi wine blogger e Angelo Rossi già segretario del Comitato Vitivinicolo, articolo di Rosaria Benedetti: TRENTINO e VINO 2022-2023, due libri due racconti da leggere
    Tiziano Bianchi wine blogger e Angelo Rossi già segretario del Comitato Vitivinicolo, articolo di Rosaria Benedetti: TRENTINO e VINO 2022-2023, due libri due racconti da leggere

    Perché è nato questo libro?

    Insieme ad Angelo Rossi volevamo materializzare un lavoro politico e divulgativo che oltre dieci anni fa avevamo cominciato sul web: articoli, post, polemiche, invettive, pubblicati prima su Trentinowineblog poi su Territoriocheresiste.

    Un lavoro che fin dall’inizio, era il 2011, voleva indagare il vino del Trentino, prima di tutto, come atto politico, come azione economica e sociale dentro il contesto della nostra provincia. Il vino, quindi, come pretesto, o come alibi perfetto, per investigare in chiave sociologica ed economica la relazione fra le classi dirigenti locali, politiche e cooperative, e le classi subalterne delle campagne, i contadini del fondovalle e delle colline. Il libro nasce da questo presupposto e dall’ambizione di superare la dimensione effimera, e usa e getta, della scrittura digitale, per approdare ad una forma materiale, concreta, cartacea.

    Per fare questo avevamo bisogno di un’evocazione forte, suggestionante, penetrante e per questo abbiamo evocato la figura di Nèreo Cavazzani, che fa da filo conduttore e trait d’union fra i numerosi saggi di cui si compone quest’opera che volutamente ha un tono corale e collettivo

    Nella storia di Nèreo Cavazzani, personaggio di elevata statura morale prima ancora che di grande sapienza tecnica, trentino di nascita e veneto di adozione lavorativa, è riflesso un affresco del vino trentino dalle cifre stilistiche eterogenee, dalle pennellate vivaci e nostalgiche, pungenti e provocatorie alternate a documenti di autenticità storicità. Questi ultimi in particolare, benché datati, oltre ad essere tecnicamente ineccepibli anticipano con straordinaria preveggenza evoluzioni e conflitti del panorama del vino Trentino. La figura del grande enologo risplende quindi attualissima acquisendo pagina dopo pagina notevoli doti di preveggenza!

    Al netto di quel pizzico di invidia per l’affetto e la stima che Nèreo Cavazzani è riuscito a conquistarsi fuori dal Trentino, è un libro da leggere e rileggere per capire, discutere e magari anche, alla luce di qualche circostanza documentata, dubitare!

    Raccontare il Trentino del Vino

    di Rosa Roncador, Attilio Scienza e Nereo Pederzolli – Publistampa Edizioni Pergine Valsugana Trento

    Volutamente definito dagli autori “un sussidiario” cui attingere per documentarsi e istruirsi sulla storia e sulla evoluzione della diffusione delle pratiche vitienologiche in Trentino, il volume è una vera e propria “fonte” documentata cui fare riferimento per approfondire a 360 gradi le conoscenze in materia.

    Il contributo dei tre autori si differenzia naturalmente secondo le competenze di ciascuno, ma l’insieme che ne scaturisce è di grande respiro e denota l’obiettivo comune e condiviso di creare finalmente una sorta di piccola Enciclopedia interdisciplinare del vino trentino alla portata di tutti, consumatori, appassionati, tecnici, viticoltori, enologi. Di indubbio spessore le tre voci narranti, archeologica, etnografica e divulgativa, che sanno fondersi in un dialogo versatile e accattivante per dare un condensato “territoriale” di sorprendente efficacia.

    L’idea del libro e del suo “racconto” del Trentino del Vino è scaturita durante il percorso di formazione avviato dal Consorzio Piana Rotaliana Koenigsberg nel 2019. Obiettivo del Corso era quello di suscitare motivazioni forti per una visione condivisa, nello specifico del territorio rotaliano, come mèta turistica. La ricchezza delle informazioni storiche, il positivo impatto con la resistenza delle tradizioni sopravvissute ai passaggi generazionali, l’unicità del territorio trentino da sempre cerniera culturale tra Italianità e tirolo, hanno amplificato obiettivi e progetti: da uno sguardo interno alla piana rotaliana si è passati, con il sostegno del Consorzio vini del Trentino, a un affresco o meglio, a un contenitore esaustivo e ben organizzato di tutto ciò che bisogna conoscere sul vino trentino.

    Una condizione importante, ma anche difficile da realizzare nella narrazione, è la multidisciplinarietà alla quale attingere gli elementi da combinare nella storia. Una storia è affascinante se raccontata dal punto di vista culturale, antropologico, storico, geografico, biologico, enologico ecc.” …………….

    Questo libro è stato un viaggio anche per noi che abbiamo potuto navigare tra queste pagine discutendo, raccontando e potendo godere reciprocamente delle conoscenze e dei punti di vista degli altri. Sono stati giorni che rimarranno nella nostra memoria e speriamo di essere riusciti – un professore, un giornalista e un’archeologa – a restituire un quadro il più possibile completo (e speriamo gradevole) della bellezza del territorio viticolo trentino e delle verità che i suoi suoli spesso celano

    Attilio Scienza, Professore ordinario di Viticoltura presso l’Università degli Studi di Milano - Rosa Roncador, archologa - Nerèo Pederzolli, giornalista, articolo di Rosaria Benedetti: TRENTINO e VINO 2022-2023 Una immersione analitica e circostanziata nella storia della vitienologia trentina.
    Attilio Scienza, Professore ordinario di Viticoltura presso l’Università degli Studi di Milano –
    Rosa Roncador, archologa – Nerèo Pederzolli, giornalista, articolo di Rosaria Benedetti: TRENTINO e VINO 2022-2023
    Una immersione analitica e circostanziata nella storia della vitienologia trentina.

    Chi di noi non conserva un indelebile ricordo del proprio sussidiario! Il testo complementare per antonomasia, integrativo delle conoscenze di base che il maestro era tenuto a trasmettere. “Raccontare il Trentino del Vino” è proprio questo, un manuale complementare, finora mancante, per una conoscenza profonda e divulgabile del patrimonio vitivinicolo del Trentino.

    https://www.publistampa.com/edizioni/prodotto/raccontare-il-trentino-del-vino/

    https://vinideltrentino.com/

    https://www.pianarotaliana.it/

     

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Informazioni acquisto

    https://www.amazon.it/N%C3%A8reo-Cavazzani-Appunti-biografia-trentino/dp/B09TN492MQ

    https://www.territoriocheresiste.it/

  • Calici nel Borgo 2023: la 2° edizione di grandi scoperte

    Calici nel Borgo 2023: la 2° edizione di grandi scoperte

    Sabato 8 luglio ha avuto luogo la seconda edizione di Calici nel Borgo. Il luogo scelto per questa kermesse  è stato lo stesso della prima edizione, ossia il suggestivo Borgo di Vertine. Un Borgo abitato da poche anime, situato a poca distanza da Gaiole in Chianti in provincia di Siena.

    Calici nel Borgo, articolo e foto di Adriano Guerri
    Calici nel Borgo, articolo e foto di Adriano Guerri

    Vi era la possibilità di degustare i vini di circa 30 aziende del comprensorio di Gaiole. In degustazione Chianti Classico: annata, riserva e gran selezione, ma anche alcuni Igt sia bianchi sia rossi, qualche rosato e alcune bollicine.

    L’evento è stato promosso dall’associazione viticoltori di Gaiole in Chianti con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Un appuntamento appassionante, in un Borgo di rara bellezza. Degustare  vini di elevata qualità in una location come questa è stato davvero emozionante.

    Visto le temperature torride di questi giorni,  l’evento ha aperto i battenti alle ore 18:30 e chiusi alle 23:00. I produttori hanno garantito temperature di servizio dei vini consone.

    Calici nel Borgo 2023: la 2° edizione di grandi scoperte
    Calici nel Borgo 2023: la 2° edizione di grandi scoperte

    Alcuni assaggi

    Piallungo Ciliegiolo Igt 2022 Az.La Montanina – Ottenuto interamente con l’omonimo vitigno – Rosso rubino trasparente, al naso sprigiona sentori di ciliegia,  pervinca, lampone e pepe nero,  al palato è fresco e lungo.
    Sito di Riferimento: www.lamontaninaaziendaagricola.it

    Piallungo Ciliegiolo Igt 2022 Az.La Montanina, Calici nel Borgo 2023, foto di Adriano Guerri
    Piallungo Ciliegiolo Igt 2022 Az.La Montanina, Calici nel Borgo 2023, foto di Adriano Guerri

    Molino delle Balze 2021 Chardonnay Igt Az. Rocca di Castagnoli – Giallo paglierino luminoso, al naso sprigiona sentori di ananas, al palato è piacevolmente fresco e decisamente persistente.
    Sito di riferimento: https://www.roccadicastagnoli.com/

    Molino delle Balze 2021 Chardonnay Igt Az. Rocca di Castagnoli, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Molino delle Balze 2021 Chardonnay Igt Az. Rocca di Castagnoli, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo

    Chianti Classico Vaggiolata 2020 Az. Monterotondo – Rosso rubino trasparente, rivela sentori di mora, prugna, rosa, rabarbaro e bacche di ginepro,  al palato è avvolgente, pieno ed appagante.
    Sito di riferimento: https://www.aziendamonterotondo.it/

    Chianti Classico Vaggiolata 2020 Az. Monterotondo, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Chianti Classico Vaggiolata 2020 Az. Monterotondo, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo

    Solare Toscana Igt  2018 Az.Capannelle – Ottenuto con 80% Sangiovese e 20% Malvasia Nera – Rosso rubino con riflessi che virano sul granato, emana note di marasca, lampone, tabacco e polvere di cacao,  al palato è piacevolmente tannico,  fine ed equilibrato.
    Sito di riferimento: https://web.capannelle.it/

    Solare Toscana Igt  2018 Az.Capannelle, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Solare Toscana Igt  2018 Az.Capannelle, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo

    Sangioveto Igt 2018 Az. Badia a Coltibuono – Rosso rubino con sfumature granata,  al naso rimanda note di frutta rossa matura, prugna, spezie e accenni balsamici,  al palato è avvolgente, leggiadro e incredibilmente persistente.
    Sito di riferimento: https://www.coltibuono.com/

    Sangioveto Igt 2018 Az. Badia a Coltibuono, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Sangioveto Igt 2018 Az. Badia a Coltibuono, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo

    Chianti Classico Riserva 2019 Az. Castello di Cacchiano – Rosso rubino trasparente,  dipana sentori di vaniglia, frutti di bosco, susina, ciliegia e tabacco,  al palato è pieno ed avvolgente,  armonioso e fine.
    Sito di riferimento: http://www.castellodicacchiano.it/

    Chianti Classico Riserva 2019 Az. Castello di Cacchiano, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Chianti Classico Riserva 2019 Az. Castello di Cacchiano, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo

    Chianti Classico Gran Selezione 2016 Az. Casanova di Bricciano – Rosso granato trasparente,  sprigionante sentori di zenzero, frutti di bosco, anice, susina, e tabacco,  al palato è succoso e setoso,  generoso ed elegante.
    Sito di riferimento: https://www.casanovadibricciano.it/

    Chianti Classico Gran Selezione 2016 Az. Casanova di Bricciano, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Chianti Classico Gran Selezione 2016 Az. Casanova di Bricciano, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo

    Primero Toscana Igt 2015 Az Rietine – Ottenuto con uve di Merlot ed un piccolo saldo di Ancellotta – Rosso rubino intenso, emergono sentori di erbe di campo, mirtillo,  mora e note boisé,  al palato è fresco e sapido con chiusura lunga e coerente.
    Sito di riferimento: https://www.rietine.com/

    Primero Toscana Igt 2015 Az Rietine, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Primero Toscana Igt 2015 Az Rietine, articolo e foto di Adriano Guerri, Calici nel Borgo
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

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  • Progetto Roma DOCet 2023, attività e il grande lavoro del Consorzio

    Progetto Roma DOCet 2023, attività e il grande lavoro del Consorzio

    Progetto Roma DOCet 2023, le attività e il grande lavoro del Consorzio

    Di Cristina Santini

    Progetto Roma DOCet 2023, attività e lavoro del Consorzio, La Roma Doc, foto di Cristina Santini
    Progetto Roma DOCet 2023, attività e lavoro del Consorzio, La Roma Doc, foto di Cristina Santini

    Roma DOCet è un progetto ad ampio respiro che segue percorsi paralleli e fortemente collegati tra loro, azioni che non si esauriranno nei prossimi mesi ma che proseguiranno mettendo al centro dell’attenzione temi come promozione, turismo, business, ma anche formazione, attenzione per la sostenibilità, rapporti con i media attraverso iniziative culturali, promozionali e b2b, avendo come punto di riferimento la Capitale.

    La cena con la Stampa presso il Palazzo delle Esposizioni, Roma DOCet, foto di Cristina Santini
    La cena con la Stampa presso il Palazzo delle Esposizioni, Roma DOCet, foto di Cristina Santini

    Presentato il 27 aprile alla Stampa e agli Addetti del settore alla presenza dei numerosi Produttori del Lazio nella bellissima cornice del ristorante all’interno del Palazzo Esposizioni, il progetto mette al centro delle operazioni Roma, una città che offre tante opportunità, eccellenze e una ristorazione in continua crescita e questo è un vantaggio che va sfruttato al meglio.

    Da sx il Presidente del Consorzio Tullio Galassini, Stefano Carboni dell’Agenzia Mg Logos Roma, Rossella Macchia General Manager di Poggio Le Volpi e Vice Presidente del Consorzio, Alessandro Onorato Assessore al Turismo di Roma, Roma DOCet, foto di Cristina Santini
    Da sx il Presidente del Consorzio Tullio Galassini, Stefano Carboni dell’Agenzia Mg Logos Roma, Rossella Macchia General Manager di Poggio Le Volpi e Vice Presidente del Consorzio, Alessandro Onorato Assessore al Turismo di Roma, Roma DOCet, foto di Cristina Santini

    Diversi appuntamenti caratterizzano il 2023, messi a punto dal Consorzio di Tutela Vini Roma DOC, a cominciare dal primo incontro accademico con gli studenti avvenuto in una sede prestigiosa come l’Aula Moscati dell’Università di Roma Tor Vergata, Macroarea di Lettere e Filosofia. Nella tavola rotonda “Dalla Roma Caput Vini alla Roma DOC”, un viaggio attraverso i millenni, è emerso il ruolo fondamentale che il vino ha sempre avuto nella storia di Roma.

    In questa occasione, il Consorzio ha provato a raccontare il vino ai giovani approfondendo tematiche storiche, sociali e culturali allo scopo di promuovere un consumo basato sulla conoscenza.

    “La missione principale di un Consorzio – ha sottolineato Tullio Galassini, Presidente Consorzio Roma DOCè quella di promuovere le etichette del proprio territorio, effettuare dei controlli, operare nella comunicazione. Ma quando si porta in giro un nome come Roma, viene spontaneo muoversi anche su altri sentieri.

    Quello dell’educazione e della narrazione del vino come trait d’union tra storia, cultura e sociale, rappresenta per tutti noi un quid plus irrinunciabile. La partnership con Tor Vergata ci consente di avere un contatto diretto con i giovani, cosa che riteniamo fondamentale per il nostro progetto Roma DOCet. Un progetto che si svilupperà nei prossimi anni e per il quale sappiamo di poter contare sulla necessaria collaborazione delle istituzioni”.

    Vinitaly 2023, Roma DOCet, foto di Cristina Santini
    Vinitaly 2023, Roma DOCet, foto di Cristina Santini

    Il progetto si muove su più fronti e finora ha visto la partecipazione del Consorzio e delle aziende consortili alle più importanti manifestazioni di settore, anche fuori dai confini regionali, in Italia e all’Estero. Dopo il successo del Merano Wine Festival è stata la volta del Prowein di Dusseldorf con risultati importanti da parte della stampa estera che prima non si avevano, ma anche del Vinitaly dove c’è stata molta attenzione al territorio e del Vitignoitalia a Napoli.

    Vitignoitalia Napoli 2023, Roma DOCet, foto di Cristina Santini
    Vitignoitalia Napoli 2023, Roma DOCet, foto di Cristina Santini

    Il 5 giugno si è tenuto un incontro fondamentale con il Trade romano ospitato sulla terrazza all’ultimo piano del Rome Marriott Grand Hotel Flora di Via Veneto con una vista unica sulla Città Eterna. Anche qui risultati ottimali che hanno visto la presenza di 78 esercizi commerciali registrati tra ristoranti ed enoteche.

    Roma Marriot Grand Hotel Flora, Roma DOCet, foto di Cristina Santini
    Roma Marriot Grand Hotel Flora, Roma DOCet, foto di Cristina Santini

    Ma indispensabile è stata anche la presenza su Roma. Infatti si sono appena conclusi il Vinòforum e Hortus Vini di Roma, due eventi che hanno avuto consenso di pubblico e fatto conoscere le tante cantine appartenenti al progetto con etichette esemplari legate alla storia di Roma tra bianchi, rosati e rossi.

    Hortus Vini di Luca Maroni, foto di Cristina Santini
    Hortus Vini di Luca Maroni, foto di Cristina Santini

    Sempre durante i mesi di maggio e giugno il Consorzio ha organizzato una serie di press tour permettendo alla stampa di settore di approfondire la conoscenza sulle diverse aree che caratterizzano il territorio della denominazione, un grande areale fatto di terra vulcanica che a seconda delle colate laviche più recenti o più antiche, delle altitudini o della distanza dal grande cratere dona ai vini la specificità e peculiarità territoriale.

    La Denominazione Roma Doc (2011) e il suo Consorzio (2018) sono molto giovani, un impegno partito con un gruppo di dieci aziende giunto ad oggi ad una realtà associativa di 54 viticoltori, con le migliori intenzioni, la forza e la volontà di portare avanti programmi ben distinti intenti a promuovere e valorizzare il territorio, al riconoscimento della qualità, alla comunicazione e all’internazionalizzazione.

    I vini che si fregiano di tale Denominazione nascono all’interno dell’area geografica della Regione Lazio che si estende su una superficie di circa 28.000 ettari e comprende i territori litoranei, la Sabina romana, i Colli Albani, i Colli Prenestini e parte della Campagna romana in Provincia di Roma.

    I confini della Roma Doc, immagine da sito
    I confini della Roma Doc, immagine da sito

    La ricchezza è nel suo suolo che risale al Quaternario, il periodo geologico più recente, quello in cui viviamo ancora oggi, caratterizzato da due principali unità geologiche: la prima, quella delle aree pianeggianti della valle del Tevere e dell’Aniene dove si trovano sedimenti marini costituiti da un substrato di sedimenti alluvionali; la seconda, quella interna determinata dalle eruzioni del Vulcano laziale, dove i terreni sono composti da vari tipi di tufo a cui si sono sovrapposti ceneri e lapilli depositati in strati di notevole spessore e cementati in misura diversa.

    L’area dei Castelli Romani si estende in forma circolare attorno all’antico apparato vulcanico dei Colli Albani, attivo fino a diecimila anni fa. La zona ha interessato tre diverse fasi intervallate da periodi di calma generando la formazione di laghi che oggi occupano il fondo dei crateri offrendo paesaggi sorprendenti. Ad esempio nella prima fase l’accumulo delle lave arrivate fino alle future porte di Roma e la successiva sedimentazione di scorie formò un cono largo 60 km. Nelle fasi successive l’attività intensa generò altre bocche laterali culminando in forti e numerose esplosioni freatiche.

    Il Lago di Albano, foto di Cristina Santini
    Il Lago di Albano, foto di Cristina Santini

    Per cui la scelta del versante del vulcano, la distanza da esso e l’altitudine che può arrivare a 600 metri slm., costituiscono fattori importanti che influenzano ogni tipologia di etichetta e per tale motivo un unico vitigno, come ad esempio la Malvasia del Lazio detta Puntinata, genera diversi vini e tutti peculiari a suo modo.

    Ma gli autoctoni laziali che sono idonei alla produzione dei bianchi sono anche Bellone, Bombino bianco, Trebbiano Verde, Trebbiano Giallo e il Greco bianco. Sia la Malvasia che il Bellone nascono anche in purezza ma da disciplinare la prima è obbligatoria per almeno il 50% e il secondo in uvaggio per il 35%.
    Per i rossi abbiamo il Montepulciano che viene utilizzato in blend minimo al 50% con Cesanese comune, Cesanese di Affile, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah da soli o congiuntamente per almeno il 35%.

    Sei Tour con la Stampa italiana ed estera, Roma DOCet, immagine locandina
    Sei Tour con la Stampa italiana ed estera, Roma DOCet, immagine locandina

    “Roma ha un cuore divino” rappresenta la mappa dei 6 itinerari organizzati per la stampa italiana ed estera che ha coinvolto parte delle aziende appartenenti al Consorzio che hanno saputo raccontare con tanta energia la propria storia, dando ospitalità, aprendo le porte della propria cantina e concedendoci il privilegio di assaggiare non solo le etichette della Roma Doc ma anche qualche altra referenza a dimostrazione della qualità raggiunta in questi ultimi anni con impegno e dedizione.

    Attimi di degustazione di Roma DOCet, foto di Cristina Santini
    Attimi di degustazione di Roma DOCet, foto di Cristina Santini

    Vi racconteremo, in maniera più dettagliata, nei prossimi articoli i quattro Tour ai quali abbiamo partecipato: il primo TOUR DA FRASCATI AI MONTI PRENESTINI con Fontana Candida, Poggio Le Volpi, Principe Pallavicini e Vinicola Federici; il secondo TOUR SUL BORDO DEL VULCANO con il Gotto D’Oro, Cantine San Marco e Cantina Gaffino; il terzo TOUR CISTERNENSENETTUNO con Cantina Amena, Tenimenti Leone, La Giannettola e Casa Divina Provvidenza; il quarto TOUR MARINOAGRO ROMANO con Terre del Veio e Cantina Castello Torreinpietra.

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

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    Sito Consorzio: http://www.vinidocroma.it/

  • Beviamoci Sud 2023 tra recupero e valorizzazioni autoctoni

    Beviamoci Sud 2023 tra recupero e valorizzazioni autoctoni

    BEVIAMOCI SUD 2023 Consorzi: il recupero e la valorizzazione dei vitigni autoctoni

    Di Cristina Santini

    Il Grand Hotel Palatino di Roma ha ospitato con grande successo a maggio la quinta edizione di Beviamoci Sud 2023, organizzata da Marco Cum di Riserva Grande, in collaborazione con Andrea Petrini di Percorsi di Vino e con il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, dedicata da sempre alla promozione delle aziende vitivinicole del Meridione e con la partecipazione di una piccola delegazione di vignaioli del territorio laziale.

    Beviamoci Sud 2023 tra recupero e valorizzazioni autoctoni, foto di Cristina Santini
    Beviamoci Sud 2023 tra recupero e valorizzazioni autoctoni, foto di Cristina Santini

    Manifestazione quest’anno non solo rivolta al consueto pubblico di appassionati, ma volta a consolidare ed incrementare la presenza dei professionisti della stampa, dell’Horeca e dei mediatori commerciali di settore.

    Alcuni visitatori in degustazione all'evento Beviamoci Sud Roma, foto di Cristina Santini
    Alcuni visitatori in degustazione all’evento Beviamoci Sud Roma, foto di Cristina Santini

    Il grande vantaggio per noi in quel periodo è stata la novità rispetto all’edizione precedente della giornata di lunedì 8 maggio dedicata esclusivamente alla stampa e agli operatori di settore permettendoci di approfondire meglio le referenze esposte ai Consorzi e di partecipare a due fasi importanti dell’evento: la prima riservata alla consegna del premio per “Eccellenze di Beviamoci Sud 2023” per le etichette di maggior pregio selezionate da una giuria tecnica di livello; la seconda riservata all’assegnazione del riconoscimento “Ambasciatori di Beviamoci Sud 2023” agli esercizi che maggiormente valorizzano il tessuto vitivinicolo del Sud Italia.

    Sono stati premiati ben 50 esercizi provenienti dalle più importanti regioni del Meridione e del Lazio (Elenchi completi delle Eccellenze e degli Ambasciatori designati per l’edizione 2023 ai link:

    LE ECCELLENZE https://www.beviamocisudroma.it/le-eccellenze-di-beviamoci-sud/
    GLI AMBASCIATORI https://www.beviamocisudroma.it/gli-ambasciatori-di-beviamoci-sud/

    Premitati all'evento Beviamoci Sud Roma 2023, foto di Cristina Santini
    Premitati all’evento Beviamoci Sud Roma 2023, foto di Cristina Santini

    Ma torniamo a parlare di alcuni degli assaggi della giornata che ci ha visto impegnati con i Consorzi e con gli amici Produttori del Lazio presenti, Vigna – Vignaioli Gajardi nel Lazio, un progetto di unione pensato e ideato lo scorso anno che coinvolge un gruppo di sei giovani vignaioli, alcuni forieri di un passato vitivinicolo già esistente, altri con nuove idee nate da pochi anni, sicuramente uniti per far emergere un territorio che ha tanto da dire a livello enologico.

    Un’unica grande forza per garantire qualità e unicità di vini prodotti attraverso vitigni, interpretazioni, terroir differenti. Parliamo di Cantina Raparelli e Vin Viandante di Lanuvio, Cantine il Moro di San Vito Romano, Gianmarco Iachetti di Cisterna di Latina, Tenuta Iacoangeli di Genzano di Roma e il Quadrifoglio di Doganella di Ninfa (LT).

    Vigna - Vignaioli Gajardi nel Lazio, evento Beviamoci Sud Roma 2023, foto di Cristina Santini
    Vigna – Vignaioli Gajardi nel Lazio, evento Beviamoci Sud Roma 2023, foto di Cristina Santini

    Vitica – Il Consorzio di Tutela dei vini di Caserta ,nato nel 2004, è stato il primo consorzio ad essere riconosciuto in Campania e le denominazioni che ne fanno parte sono Falerno del Massico, Aversa e Galluccio Doc, Roccamonfina e Terre del Volturno Igt.

    Al banco d’assaggio ci ha accolto Maria Ida Avallone, una grande Donna del Vino alla guida della cantina Villa Matilde Avallone che ci ha raccontato l’Azienda e il suo vino, il Falerno del Massico Dop Collecastrese 2021, una Falanghina dalla spiccata personalità e finezza, proveniente da un terreno ai piedi dell’antico vulcano di Roccamonfina, ricco di cenere e pomice scura, che fermenta e sosta sui lieviti sia in anfora sia in acciaio.

    Maria Ida Avallone della Cantina Villa Matilde Avallone, foto di Cristina Santini a Beviamoci Sud Roma 2023
    Maria Ida Avallone della Cantina Villa Matilde Avallone, foto di Cristina Santini a Beviamoci Sud Roma 2023

    Il percorso prosegue su un altro vitigno autoctono molto raro, la coda di pecora “Sheep Terre del Volturno Igt” (non coda di volpe e in fase di riconoscimento ufficiale dal Ministero), che solo Il Verro coltiva, recuperato dalla sua certa estinzione, dalle origini antichissime risalenti alla Magna Grecia. Vinificato in purezza è un trionfo di profumi di primavera e una gioia per il palato.

    Per non parlare dell’Asprinio di Aversa de I Borboni, nome dato al popolo meridionale che visse l’epoca d’oro del sud Italia, sia spumantizzato sia fermo che non delude mai. Viti di età compresa tra i 50 e i 350 anni, maritate agli olmi o ai pioppi che superano i 20 metri di altezza (si dice che i Borboni usassero queste barriere di viti per difendersi dai nemici) coltivate su un terreno di genesi vulcanica e salvate dall’estinzione grazie alla Famiglia Numeroso con il riconoscimento prima della Igt e poi nel 1993 della Doc Asprinio di Aversa.

    Non per ultimo il Falerno del Massico Dop Mille880 bio 2021, un vino sapido che si lascia bere con eleganza, proveniente dalle aree vitate dell’Ager Falernus dell’Azienda Bianchini Rossetti, che in epoca romana veniva trasportato in anfore di terracotta sigillate e certificate per riconoscere la provenienza autentica e inviate via mare in tutte le località del mondo conosciuto fino a quale momento.

    Alcuni vini degustati da Cristina Santini all'evento Beviamoci Sud
    Alcuni vini degustati da Cristina Santini all’evento Beviamoci Sud

    Vesuvio – Consorzio di Tutela Vini Vesuvio Dop e Pompeiano Igp
    Territorio dalle antiche tradizioni vitivinicole attraversato da storie millenarie di popoli colonizzatori e miti leggendari tant’è che si narra che un pezzo di Paradiso precipitò nel Golfo di Napoli quando Lucifero fu cacciato. Cristo, addolorato per la perdita di colui che era stato l’angelo più buono, pianse. Là dove caddero le sue lacrime, nacquero delle viti il cui vino si chiamò appunto Lacryma Christi.

    La degustazione parte proprio dal Lacryma Christi bianco superiore Doc 2021 (100% Caprettone) della Cantina del Vesuvio Russo Family dal 1930, un vino morbido, piacevole, dalla potente sapidità le cui uve sono allevate in biologico sulle falde del vulcano su un suolo lavico, scuro e poroso. In passato ha rischiato l’estinzione ed è stato confuso spesso con la Coda di Volpe, ma dopo il censimento del dopoguerra e con le nuove generazioni è stata data molta più attenzione ai vitigni autoctoni. Successivamente con gli studi effettuati dall’Università Federico II di Napoli in raccordo con la Regione Campania si è dimostrata la differente genetica delle due varietà.

    Come anche il secondo calice di Caprettone Doc 2021 Aryete di Casa Setaro che fermenta e affina in anfora e tonneaux di rovere offrendo un’esplosione di note di ginestra e cedro legate a nuance balsamiche accompagnate da una perfetta vena acida che regala un sorso ampio e lungo.

    Altri vini degustati da Cristina Santini evento Beviamoci Sud 2023
    Altri vini degustati da Cristina Santini evento Beviamoci Sud 2023

    Senza tralasciare il Lacryma Christi bianco superiore Doc 2021 di Cantine Villa Regina, un vino armonico dai profumi delicati di mimosa e pesca e dalla beva fresca e piena di vitalità e il Pompeiano bianco Igt 2022 di Bosco de’ Medici POMPEII da Caprettone macerato e fermentano in anfora che sprigiona al naso sentori di frutta a polpa bianca e flora vesuviana che si accompagnano a note iodate. Ottimo equilibrio tra acidità e sapidità.
    Per concludere con il Lacrima Nero Doc 2021 di Cantine Olivella prodotto da uve Piedirosso, Aglianico ed Olivella, ricco di frutta rossa come ciliegia e frutti di bosco, dal sorso ampio di spiccata freschezza e mineralità, ricco di energia e dai tannini sottili.

    Lacrima Nero Doc 2021 di Cantine Olivella, foto di Cristina Santini evento Beviamoci Sud
    Cantine Olivella, foto di Cristina Santini evento Beviamoci Sud

    Consorzio di Tutela Vini ETNA DOC
    Nel 2022 si è concluso il lungo e minuzioso lavoro – che andrà a modificare poi il Disciplinare – di identificazione dei confini e della posizione esatta delle 133 Contrade, legalmente equiparate a Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), presenti all’interno del territorio di produzione dell’Etna DOC, riportandole all’interno di una vera e propria mappa predisposta dal Consorzio.
    L’identificazione delle contrade sino ad oggi si basava sull’interpretazione di vecchie carte catastali, mai aggiornate e limiti territoriali che oggi non esistono più, anche a causa della continua attività eruttiva dell’Etna.

    Questo rappresenta il primo tassello di un progetto di studio ancor più articolato del territorio etneo con tante differenze che si esprimono non solo all’interno dei diversi versanti del vulcano ma anche nelle tante Contrade a partire dalle diverse stratificazioni delle colate laviche e dall’esposizione dei vigneti. Tutti fattori che rendono ogni Contrada peculiare all’interno dell’areale etneo in grado di donare sfumature differenti ai vini.

    Un ulteriore passaggio sarà il futuro lavoro di zonazione che il Consorzio sta predisponendo insieme all’Università di Catania e all’Università degli Studi di Milano-Bicocca che permetterà di interpretare tutte le variabili presenti all’interno delle Contrade in modo dettagliato, sulla base delle differenze che ci sono tra suoli, altitudini, microclimi.

    Consorzio Tutela Vini Etna Doc, alcune cantine presenti all'evento Beviamoci Sud, foto di Cristina Santini
    Consorzio Tutela Vini Etna Doc, alcune cantine presenti all’evento Beviamoci Sud, foto di Cristina Santini

    La prima ad accoglierci al banco consortile è Michela Luca dell’Azienda Agricola Fischetti di Castiglione di Sicilia CT che ci fa emozionare con una verticale di “Muscamento” Etna Rosso Doc 2015-2014-2012 , blend di uve a piede franco di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio prodotte da alberelli centenari a 650 mt. slm. e affinato in botti grandi di rovere.

    La 2015 di grande eleganza, figlia di un’identità vulcanica importante, sposa la frutta rossa, i fiori secchi avvolti da note balsamiche fresche per un palato memorabile.
    La 2014 si apre su toni più profondi, speziati, di frutta rossa matura con una struttura imponente, tannini scalpitanti e una beva lunga e vigorosa.
    Infine la 2012, dalla profonda seduzione, è il ricordo di tante cose, coinvolge come le parole del film Troy “E tu non sarai mai più bella di quanto sei ora, questo momento non tornerà…”

    Cantine di Nessuno
    Viti centenarie tra conetti vulcanici spenti che contemplano un grande sforzo, quello eroico, del versante etneo sud est dove si trova la Contrada Monte Ilice con pendenze che superano il 60%, senza muretti, ad un’altitudine che varia dai 700 ai 900 mt slm. Una produzione “fuori dall’ordinario”, limitata, preziosa, autentica che regala percezioni sensoriali straordinarie.

    Assaggiamo due rossi sorprendenti come il “Milice Doc 2017 Etna Rosso”, il Cru le cui uve di Nerello Mascalese provengono dal Monte Ilice, affinato in tonneau di rovere.
    La sensazione ammaliante di fragoline, ribes, prugna matura accompagna il delicato manto di foglie fresche unite a percezioni balsamiche d’eucalipto, cuoio, tabacco e vaniglia. Un palato dinamico, dai tannini nobili, avvolto da una ricca mineralità vulcanica.

    Il “Nuddu Doc 2017 Etna Rosso” da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, affinato in botti in castagno, mostra la sua eleganza in tutte le fibre, piacevole per i suoi aromi di frutta rossa, spezie e goudron, dal sorso pieno e possente dal tannino dolce e vellutato. Invita alla seconda beva.

    Cantine di Nessuno, foto di Cristina Santini evento Beviamoci Sud 2023
    Cantine di Nessuno, foto di Cristina Santini evento Beviamoci Sud 2023

    Consorzio di Tutela Tintilia del Molise
    Di recente costituzione è il risultato di una sinergia volta alla promozione di uno dei simboli identitari della viticoltura molisana, la Tintilia, vitigno presente in questi luoghi già dal 1700, parente di nessuno, ma che dopo il 1960, ha avuto un drastico arresto in ragione di una politica di espansione della produzione vitivinicola locale che ne ha finanziato l’espianto perchè geneticamente poco produttivo, a favore di varietà internazionali più produttive. Grazie poi ad agronomi, produttori e al Dipartimento di Scienze Forestali dell’UNIMOL, gli è stata riconosciuta la sua originaria dignità di grande autoctono salvandolo dall’estinzione.

    Ecco alcune delle cantine presenti che abbiamo degustato:

    Consorzio di Tutela Tintilia del Molise, foto di Cristina Santini evento beviamoci Sud 2023
    Consorzio di Tutela Tintilia del Molise, foto di Cristina Santini evento beviamoci Sud 2023

    Tenimenti Grieco “200 metri Doc 2021” un vino affinato in acciaio dall’identità salmastra coltivato sull’alta collina baciata dal sole che guarda il mare, ricco di profumi fragranti di ciliegia, prugna ed erbe aromatiche e dal sorso morbido e fresco con un gradevole ritorno di speziatura.

    La Cantina di Remo “Uvanera Doc 2020”
    Nell’entroterra, a Ferrazzano, c’è un borgo in pietra bianca arroccato che sovrasta Campobasso e da questa collina a 600 mt di altitudine si coltiva la Tintilia Uvanera, lavorata con lunghi affinamenti tra acciaio e bottiglia. La forza di un vino ammaliato dalla frutta rossa e dalla liquirizia, dalla beva vibrante, dinamica che lascia spazio ad un tannino leggero e setoso.

    La Cantina di Remo “Uvanera Doc 2020”, foto di Cristina Santini Beviamoci Sud Roma 2023
    La Cantina di Remo “Uvanera Doc 2020”, foto di Cristina Santini Beviamoci Sud Roma 2023

    Cantine Salvatore “Rutilia Doc 2018
    Sulle rigogliose colline del Basso Molise, a Ururi, nasce il Rutilia su un terreno ricco di scheletro e un clima tipicamente mediterraneto. Il calice offre una fragranza complessa e avvolgente di frutti rossi come la ciliegia e la marasca ma anche quella leggera nota speziata di noce moscata e pepe nero, che poi ritroviamo ampiamente al palato. Ricco e coinvolgente.

    Per chiudere l’intensa giornata abbiamo conosciuto il Gran Fornaio 2020 di Genzano di Roma, grande punto di riferimento per la panificazione di tutto il Lazio.
    Il pane, come ogni altro alimento, è estremamente leggero grazie alle farine di ottima qualità. Lui è Marco Bocchini, fornaio di quarta generazione, sempre alla costante ricerca della giusta lavorazione per la qualità e la salute.

    Gran Fornaio 2020 di Genzano di Roma, foto di Cristina Santini
    Gran Fornaio 2020 di Genzano di Roma, foto di Cristina Santini

    La scelta del grano è alla base del suo lavoro ed è tutto un equilibrio tra spezie e farine quasi tutte macinate a pietra. Presso il suo forno si possono trovare una molteplicità di materie prime d’eccellenza: dal pane di Genzano Igp a quello integrale, semintengrale, pane nero, pani speziati come alla curcuma e pepe nero, pani proteici per diete vegane e vegetariane, pizze, dolci e biscotti di tutti i tipi.
    Il profumo del pane appena sfornato non si scorda mai ed è parte integrante della tavolozza dei profumi della nostra vita.

    Attimi degustativi culinari, foto di Cristina Santini
    Attimi degustativi culinari, foto di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito evento: https://www.beviamocisudroma.it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione

    Di Elsa Leandri

    La storia della cantina affonda le sue radici all’inizio del ‘900 con il bisnonno Giuseppe. Il nonno Clario e i figli Giorgio e Arturo pongono le basi di un’azienda agricola in cui non solo si coltiva vite ma ci si dedica anche all’allevamento della razza piemontese. Siamo in periodo di migrazione dalle campagne e molti dei cugini Filippa si spostano nella città delle Mole Antonelliana portando con sé dei prodotti tipici della loro terra: immancabile il vino, il dolcetto, che diventa in questo modo conosciuto e apprezzato dai torinesi.

    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, logo cantina, articolo di Elsa Leandri
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, logo cantina, articolo di Elsa Leandri

    Ed è così che l’azienda inizia ad affermarsi nella capitale sabauda, con il passaparola: la gestione attenta del nonno è tale che a primavera prendeva carta e calamaio e scriveva ai suoi clienti spiegando come era stata l’annata e quali erano le caratteristiche del vino che aveva a disposizione dando la possibilità di ordinarlo e di ritirarlo direttamente alla stazione di Porta Nuova: l’era delle prime newsletter e delle prime spedizioni che viaggiavano su rotaie!

    Una volta finito l’istituto professionale nel 2015, Diego entra attivamente in cantina rinnovandola e dando vita nel 2018 all’attuale cantina Diego Filippa. È con emozione e con fierezza che racconta che tra i suoi più fedeli acquirenti annovera ancora i discendenti dei primi clienti che Clario aveva fidelizzato all’inizio della sua attività.

    Passato e futuro. Diego sa bene che quello che ha e che sa lo deve proprio al suo bisnonno, a suo nonno e a suo padre. Tutto questo è racchiuso nel simbolo che rappresenta l’azienda agricola ovvero l’albero della vita stilizzato. È un modo per sottolineare la rinascita di una cantina storica con un’impronta più giovanile, ovvero una nuova era per questa realtà che si fonda su basi solide. E le basi solide sono la conoscenza e la vicinanza del padre Arturo e del fratello Mirco, l’enologo di famiglia che segue la parte più tecnica.

    La gestione dei 13 ettari vitati che si trovano tra Castiglione Tinella e Agliano Terme sono gestiti da Diego, che supervisiona e segue ogni sua barbatella. I terreni a Castiglione Tinella, che sono calcareo arenacei, sono maggiormente vocati alla produzione di uve a bacca bianca, mentre in quelli calcareo-argillosi di Agliano Terme sono i vitigni a bacca nera a esprimersi. Inutile dire che la produzione maggiore è rappresentata dal moscato bianco fiore all’occhiello della cantina e vitigno che occupa un posto di privilegio nel cuore di Diego.

    “Perché il moscato è quella cosa che offri quando ti arriva qualcuno a casa all’improvviso, è convivialità”. Il vino al centro della convivialità o forse meglio dire la convivialità che ruota attorno al calice, Diego lo trasmette nelle etichette di tutte le sue bottiglie in cui è raffigurato un bicchiere rovesciato che delinea anche due volti di profilo.

    La degustazione

    In degustazione tre dei vini prodotti dall’azienda, il Langhe Bianco, la Barbera d’Asti e il Moscato d’Asti.

    Langhe Bianco DOC 2022 (85% chardonnay, 15% cortese). Qui il vitigno autoctono incontra l’internazionale offrendo sentori di ginestra e acacia, di pesca nettarina e di scorza di agrumi con in chiusura rimandi di erba tagliata, maggiorana e lemongrass. Fresco e sapido al sorso tale da accompagnare un carpaccio di tonno.

    Langhe Bianco DOC 2022, calice e bottiglia, Diego Filippa, foto di Elsa Leandri
    Langhe Bianco DOC 2022, calice e bottiglia, Diego Filippa, foto di Elsa Leandri

    Nel Barbera d’Asti DOCG 2022 spiccano i sentori varietali: rosa, lampone e sottobosco. Al sorso la freschezza della barbera è accompagnata da un tannino non perfettamente integrato con un finale speziato.

    Barbera d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Barbera d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri

    E per concludere il Moscato d’Asti DOCG 2022. L’aromaticità del vitigno si esprime con le tipiche note di salvia che si intrecciano a effluvi di mughetto, amamelide e pesca bianca. La delicata dolcezza è ravvivata dalla viva freschezza e dalle leggere bollicine che solleticano il palato risultando molto piacevole. Finale di cedro candito.

    Moscato d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Moscato d’Asti DOCG 2022 Diego Filippa, calice e bottiglia foto di Elsa Leandri
    Abbinamento dell’autrice
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, foto di Elsa Leandri
    Alle origini di Diego Filippa 2018 vino, bollicine, passione, foto di Elsa Leandri, crostino di burro e acciughe del Cantabrico con il calice di Moscato d’Asti

    Su suggerimento di Diego l’ho abbinato, anziché a un dolce, a un crostino con burro e acciughe del Cantabrico, un accostamento che personalmente non avrei mai osato e che invece mi ha sorpreso e sedotto!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.facebook.com/filippaazagrfilippadiego/?locale=it_IT

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/