Tag: food

  • Falezze di Luca Anselmi a Milano con tante novità 2023

    Falezze di Luca Anselmi a Milano con tante novità 2023

    I VINI DI FALEZZE DI LUCA ANSELMI A MILANO SOTTO IL SEGNO DELL’ARTE

    Redazione – Carol Agostini

    Presso il Ristorante Trussardi by Giancarlo Perbellini, Falezze di Luca Anselmi, azienda vinicola della Valpolicella, ha presentato i suoi vini e il suo esclusivo progetto Amarone Riserva. Special guest, Massimo Zanichelli con Spazio EnoArte.

    Falezze di Luca Anselmi a Milano con tante novità 2023, foto da comunicato stampa
    Falezze di Luca Anselmi a Milano con tante novità 2023, foto da comunicato stampa

    Mille etichette, ognuna diversa dall’altra, con disegni esclusivi di cavalli realizzati dall’artista georgiano Niko Kherkeladze: l’unicità delle eleganti ed equilibrate note sensoriali dell’Amarone della Valpolicella Riserva dell’Azienda Agricola Falezze di Luca Anselmi è sottolineata da questo segno distintivo diventato protagonista di un evento speciale.

    A Milano, nella centrale location del Ristorante Trussardi by Giancarlo Perbellini, il wine writer Massimo Zanichelli, che con Spazio EnoArte dà vita a sorprendenti incontri tra il mondo dell’arte e quello del vino, ha guidato la degustazione della produzione Falezze portando, nel contempo, i presenti lungo un viaggio della rappresentazione equestre nel panorama artistico, dalle grotte di Lascaux e dalla scultura romana fino a Marino Marini attraverso Pisanello, Paolo Uccello, Parmigianino, Caravaggio, Füssli, Géricault, Degas.

    Massimo Zanichelli, articolo: I VINI DI FALEZZE DI LUCA ANSELMI A MILANO SOTTO IL SEGNO DELL’ARTE, foto da comunicato stampa
    Massimo Zanichelli, articolo: I VINI DI FALEZZE DI LUCA ANSELMI A MILANO SOTTO IL SEGNO DELL’ARTE, foto da comunicato stampa

    Il mondo del vino e dell’arte sono molto più vicini di quanto potremmo pensare: ben sappiamo quanta arte, oltre alle specifiche conoscenze tecniche, occorrano per ottenere eccellenze vitivinicole. Il lavoro di Luca Anselmi rappresenta in maniera eccellente l’incontro di questi due aspetti inscindibili con produzioni enologiche di alto livello.

    Ma anche il mondo del vino e i cavalli sono molto più simili di quanto potremmo pensare: entrambi esprimono potenza e sentimento, forza ed eleganza. I cavalli in pose scattanti, in movimenti armoniosi o in primi piani statici e commoventi di Niko Kherkeladze fanno presagire il contenuto emozionante.

    Momenti di degustazione dei vini Falezze di Luca Anselmi, foto da comunicato stampa
    Momenti di degustazione dei vini Falezze di Luca Anselmi, foto da comunicato stampa

    Oltre a Riserva Amarone 2012 e 2013, entrambe apprezzate per il loro equilibrio e la loro impareggiabile aromaticità, nel corso dell’evento sono stati degustati, in apertura, Valpolicella Ripasso Superiore 2016 e a seguire, in accostamento ai piatti studiati da Giancarlo Perbellini, Valpolicella Superiore 2017 (con Risotto al finocchio, pomodoro confit, oliva nera e arancio), Amarone 2017 (con Guancia di vitello brasata e glassata all’oliva taggiasca, scarola brasata, maionese di cannellini). In chiusura, Grappa di Amarone, una delle ultime distillazioni di Amarone fatte dal Maestro Carlo Gobetti, servita con Millefoglie by Giancarlo Perbellini.

    Falezze di Luca Anselmi a Milano con tante novità 2023, logo da comunicato stampa
    Falezze di Luca Anselmi a Milano con tante novità 2023, logo da comunicato stampa

    I vini

    La produzione Falezze si articola tutta sui vini rossi, a partire dal Valpolicella Superiore, prodotto da uve corvina, corvinone, rondinella e oseleta in vigne di oltre 40 anni dopo un breve appassimento naturale, fermentazione in acciaio e maturazione in tonneaux di rovere francese. Un vino ben strutturato e scorrevole, con la mineralità tipica del terroir Falezze e una persistenza in bocca che invita all’assaggio successivo.

    Per il Valpolicella Ripasso i migliori grappoli ottenuti dalla raccolta di fine settembre appassiscono in fruttaio per un mese e mezzo, poi vengono vinificate una prima volta dopo il giorno di San Martino, l’11 di novembre, ottenendo un Valpolicella Superiore destinato a una seconda fermentazione sulle bucce dell’Amarone. Nasce così un Valpolicella Ripasso dal colore rosso rubino con riflessi granati, aranciati.

    Al naso risulta floreale, con evidenze di frutta matura, ancora fresca. Il palato è verticale, gioca sulle note acido-sapide, con un ottimo equilibrio tra mineralità, derivante da un terreno composto in parte da scaglia in parte da terra vulcanica, e una tannicità che consente di chiudere in modo asciutto e persistente.

    L’Amarone della Valpolicella Falezze utilizza esclusivamente uve del terroir Falezze, con ripetute selezioni, in fase di vendemmia e due volte nel corso dell’appassimento, per garantire i migliori grappoli a un vino vinificato con movimentazione lenta delle bucce. Il successivo affinamento in botti di rovere francese dà un esclusivo Amarone dalla trama rosso rubino con riflessi violacei. Al naso è evidente la marcatura del territorio, esaltata da sentori di marasca, prugna e frutti di bosco con note sempre raffinate di cacao e tabacco. La complessità al naso è confermata in bocca regalando grande struttura, un sorso pieno con un grande velluto e rotondità e una chiusura persistente.

    La vera star della collezione di vini Falezze è senza dubbio l’Amarone Riserva, nato con l’annata 2012 in edizione esclusiva e da collezione numerata di soli 400 pezzi, presentati in scatole di antico legno di abete e di pino recuperato da vecchi masi del Trentino, con un soggetto diverso per ogni singola bottiglia: un progetto nato da un’idea di Luca Anselmi e Sofia Kherkeladze, con la partecipazione del maestro Niko Kherkeladze, padre di Sofia e celebrato artista contemporaneo, che ha firmato per l’annata 2013 ben 1000 diverse etichette a tema equestre.

    L’Amarone Riserva ci parla di una grande tradizione e di rispetto: per le origini dell’uvaggio, con la cernita di grappoli provenienti da vigne di oltre 80 anni; ma anche per l’idea di inimitabilità dell’opera artistica, perché ogni bottiglia è un pezzo unico, contraddistinto da un diverso soggetto in etichetta.

    Il vino si presenta con una struttura importante e una pienezza di aromi, dal colore rosso rubino carico, immediatamente riconoscibile per complessità ed eleganza. Un vino adatto ai lunghi affinamenti e ad abbinamenti importanti oltre a momenti più meditativi, magari abbinato a cioccolato fondente.

    La Grappa di Amarone di Falezze è la massima espressione dell’eccellenza dell’artigianato italiano. Per valorizzarla, Luca Anselmi ha realizzato il progetto Grappa di Amarone Le SessantaDue Dogaresse una collezione artistica di sole 62 bottiglie da 500 ml l’anno, ognuna delle quali con un’etichetta diversa, dipinta a mano da Sofia Kherkeladze.

    La grappa di Amarone è ottenuta dalle uve nobili del terroir Falezze appassite per la produzione dell’Amarone della Valpolicella. Dopo delicata pressatura sono inviate al Maestro Carlo Gobetti, distilleria artigiana da cinque generazioni. Dopo tre anni di affinamento in acciaio la Grappa Amarone di Falezze è pronta per essere imbottigliata.

     

    Luca Anselmi di Falezze nella sua cantina, foto da sito
    Luca Anselmi di Falezze nella sua cantina, foto da sito

    La cantina

    La storia di Falezze inizia con il nonno e il padre, coltivatori di uve in Valpolicella, da cui Luca Anselmi apprende la consapevolezza che il primo patrimonio della famiglia è il rispetto e la conservazione della terra. I suoi studi da perito agrario, biologo molecolare, nutrizionista, lo portano a specializzarsi nel ramo della genetica e microbiologia enologica e inizia un percorso di analisi sui terreni di famiglia e sulle uve che qui si producono.

    Luca Anselmi segue personalmente ogni pratica agronomica e da subito emerge chiara l’idea di concentrare la sua ricerca su questo terroir per ricavarne un vino che ne sia l’espressione più autentica ed esclusiva. Le limitate dimensioni del vigneto (4 ettari) lo indirizzano verso la produzione di un vino in quantità limitata, originale in ogni suo aspetto, dalle caratteristiche organolettiche all’immagine con cui proporlo e raccontarlo.

    In questo gli viene in aiuto la moglie georgiana Sofia Kherkeladze, fashion designer e pittrice, figlia a sua volta di artisti e autrice delle immagini che si ammirano sulle etichette dei vini.

    L’azienda, certificata bio dall’annata 2022, può contare su 7 ettari di vigneto, di cui 4 nel cru denominato Falezze, che si sviluppa su un’altitudine compresa tra i 200 e i 250 m s.l.m. con esposizione da sud-ovest a nord-ovest. I filari hanno un’età media di quarant’anni con alcune parcelle di vigne storiche che raggiungono gli ottant’anni.

    I vitigni presenti sono Corvinone, Corvina e Rondinella, che rappresentano la classica produzione della Valpolicella, a cui si aggiungono alcune parcelle dedicate a Oseleta, che entrano nell’uvaggio di alcuni vini.

    Le bottiglie prodotte sono tra le 10.000 e le 15.000 all’anno, destinate in buona parte all’estero, con priorità ai mercati tedesco, francese, svizzero, canadese, UK, USA e Australia.

    Massimo Zanichelli

    Wine writer, degustatore, documentarista del vino, Massimo Zanichelli ha lavorato per 15 anni per il Gruppo Editoriale L’Espresso, firmando la guida I vini d’Italia e la celebre rubrica enologica del settimanale «L’Espresso». Ha scritto il Nuovo Repertorio Veronelli dei vini italiani (2005), I Grandi Cru del Soave (2008), Effervescenze.

    Storie e interpreti di vini vivi (2017), Il grande libro dei vini dolci d’Italia (2018). L’ultimo suo libro è I quattro elementi del vino italiano. La Montagna (2022), primo volume di una serie dedicata all’enologia nazionale. Tra i suoi documentari sul vino: Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo. Oddero Story (2016), Nel nome del Dogliani (2017) e La casa del Pinot Nero (2020). È anche docente e saggista di cinema. Da diversi anni cura i progetti “EnoArte” ed “EnoCinema”, esperienze sensoriali tra film, pittura e vino d’autore.

    Da comunicato stampa

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://www.falezze.it/

    Sito ufficio stampa: https://rossiebianchi.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Vini rosé, o rosati o rosa? cosa sta cambiando nel 2023?

    Vini rosé, o rosati o rosa? cosa sta cambiando nel 2023?

    Vini rosa, la fortuna di apprezzare un vino versatile per tipologia.

    Di Carol Agostini

    In previsione del Concorso enologico nazionale dedicato ai vini rosa che si terrà in più sessioni tra maggio e giugno vi voglio trasmettere alcuni dati su questa tipologia di vino:

    Il consumo di vino rosé, o rosato o rosa nel mondo è aumentato del 20% in meno di vent’anni: Una bottiglia su dieci bevuta sul mercato globale dei vini fermi è un vino rosato (rosa). L’Huffington post ha evidenziato come l’approccio a questo vino sia cambiato con l’hashtag “#roséallyear”.

    Concorso Enologico Nazionale dedicato ai Vini Rosa, foto di Carol Agostini
    Concorso Enologico Nazionale dedicato ai Vini Rosa, foto di Carol Agostini

    Tuttavia, lo scenario è più articolato di quanto sembri, soprattutto per l’Italia dove il consumo è ancora basso ma la richiesta internazionale interessante.

    Rosa Rosati Rosé la Guida al Bere Rosa, copertina della Guida di Renato Rovetta
    Rosa Rosati Rosé la Guida al Bere Rosa, copertina della Guida di Renato Rovetta

    L’Osservatorio mondiale dei vini rosé ha pubblicato la relazione annuale 2021 che analizza i dati pre-pandemia. Nel 2019 il consumo di rosé ha raggiunto i 23,6 milioni di ettolitri, rispetto al 2018 si registra un calo. Tuttavia, rispetto al 2002 i dati evidenziano una crescita del 20%. Il rosé si prende una quota del 10,5% dei consumi sul mercato dei vini fermi. I principali paesi consumatori sono Francia (35%), Stati Uniti (15%) e Germania (7%). L’Italia si piazza al 19° posto.

    Logo, Rosa Rosati Rosè La Guida del Bere Rosa di Renato Rovetta
    Logo, Rosa Rosati Rosè La Guida del Bere Rosa di Renato Rovetta

    Per quanto riguarda la produzione, i dati globali rimangono più o meno stabili dal 2002 al 2019. I principali paesi produttori sono Francia, Stati Uniti, Spagna e Italia. La produzione italiana arriva a 2,2 milioni di ettolitri. Se si considerano i dati dell’export, la situazione cambia ancora. La Spagna guida la classifica per le esportazioni in volume con il 41% del totale. Seguono l’Italia (15%) e la Francia (14%). Se si considera invece il valore delle esportazioni, la Francia si conferma leader di mercato con il 34%, ma l’Italia è al secondo posto con il 21%.

    I vini italiani rosé si stanno imponendo all’attenzione non solo dei consumatori ma anche degli esperti di settore. A testimoniarlo i risultati del Concours Mondial de Bruxelles – Selezione Rosé: tra i premiati spiccano le 64 medaglie conquistate dai vini rosati italiani. I giudici selezionati per valutare le etichette in concorso tratteggiano le tendenze del mercato mondiale dei vini rosé: il fenomeno è in ascesa e i consumatori scelgono i rosati soprattutto per celebrare un evento particolare o per accompagnare momenti conviviali.

    Renato Rovetta ideatore del concorso e della guida assieme ad alcuni giurati: Christine Collins, Carol Agostini, Daniele Raspini, Roberto Mattozzi
    Renato Rovetta ideatore del concorso e della guida assieme ad alcuni giurati: Christine Collins, Carol Agostini, Daniele Raspini, Roberto Mattozzi

    La connotazione territoriale assume un valore specifico anche nel mercato dei vini rosati. Lo sanno bene i promotori di Rosautoctono, l’Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano nato nel 2019 per diffondere la cultura e la conoscenza del rosé italiano a livello nazionale e internazionale. Il progetto riunisce sei consorzi di tutela con l’obiettivo di coordinare iniziative di promozione e risorse.

    In sintesi, i rosé italiani si confermano una scelta apprezzata dai consumatori sul mercato mondiale e il prezzo delle singole bottiglie aumenta di pari passo con il riconoscimento della qualità delle etichette.

    Renato Rovetta durante il concorso, foto di Carol Agostini
    Renato Rovetta durante il concorso, foto di Carol Agostini

    L’Osservatorio Mondiale dei Vini Rosé, ha documentato come nel 2018 una bottiglia di vini su dieci è rosa, già allora questa tipologia ha iniziato la sua ripresa con un aumento del 31% della produzione annuale.

    In testa per consumi ed ettolitri prodotti troviamo la Francia, dove il rosa rappresenta una istituzione, a seguire nella classifica dei Paesi produttori, Italia (4.5 milioni di hl), Usa e Spagna (3.8 milioni ciascuno), che insieme alla Francia fanno il 74% della produzione.

    Ha invece smesso di pensare in rosa il Portogallo, che esce dalla top ten dei produttori di rosa a livello internazionale in favore della Romania. Quest’ultima, insieme ad Austria, Ungheria, Svizzera e Moldavia costituiscono l’avamposto del rosato mitteleuropeo che, solo dagli ultimi dieci anni, ha attestato percentuali in attivo incredibili: dal +60% al +180%.

    Renato Rovetta ideatore concorso e guida con alcuni giurati
    Renato Rovetta ideatore concorso e guida con alcuni giurati

    L’attenzione verso il vino rosa aumenta soprattutto nei poli d’attrazione di fascia alta, come Germania e Regno Unito, da sempre legati al consumo di vitigni a bacca bianca. Paesi che, più di altri, hanno abbracciato l’ingresso sul mercato degli spumanti italiani in modo entusiasta e sono, per questo, lungimiranti verso scoperte di novità vitivinicole.

    Più in generale, per ciò che concerne i Paesi Terzi, il mercato dei rosa è ancora tutto da costruire.Segue il resto del mondo, con Cile e Sud Africa che hanno rispettivamente raddoppiato e quadruplicato i volumi di produzione in pochi anni di vini rosa.Per quanto riguarda i volumi esportativi, il primo Paese è invece l’Ialia (36%), seguita da Spagna (26%), Francia (14%) e Usa (10%).

    Il rosato costituisce da sempre un secondo vino di bandiera in alcuni territori italiani (come nel caso del Chiaretto di Bardolino, Cerasuolo D’Abruzzo o dei vini rosati in Puglia) ma negli ultimi anni altre zone produttive hanno risvegliato l’interesse verso la tipologia.

    Alcuni bottiglie selezionate per il concorso Rosa,Rosati Rosé la Guida al Bere Rosa
    Alcuni bottiglie selezionate per il concorso Rosa,Rosati Rosé la Guida al Bere Rosa

    A tal proposito a Verona è stato costituito il primo gruppo di Consorzi racchiusi nell’ Istituto Rosautoctono, per la valorizzazione del rosato italiano, dopo la coscienza sulle potenzialità di questa tipologia, che rappresenta una buona opportunità economica, ma soprattutto un’occasione per abbattere gli ultimi stereotipi ancora esistenti all’interno di un settore, oggi completamente aperto all’innovazione.

    Ancora adesso si sente dire: “vino da donne”, “vino di avanzo”, “miscuglio di vino bianco e vino rosso di bassa qualità” e tanto altro, invece il vino rosa è capace di stravolgere i pregiudizi, i paradigmi, aprendo al pubblico un modo nuovo di bere, di avvicinarsi al settore vinicolo, alla sperimentazione e all’autenticità di prodotti e territori diversi che credono in questa tipologia, alla sostenibilità che sempre più è vicina alle richieste di mercato.

    E non solo…cinque anni fa in Italia un’altra figura di settore si prende a cuore i vini rosa e decide di creare la Prima Guida italiana tutta dedicata a questa tipologia così versatile. (dati raccolti da diverse fonti online pubbliche risalenti al 2021)

    Programma Concorso Enologico Nazionale dedicato ai vini rosa:

    PROGRAMMA 21 / 22 / 23 Maggio 2023

    Domenica 21 Maggio

    Arrivo dei Membri della Giuria H 17.00 in Località Piazza Mercato Lovere Bg

    I membri della Giuria che già conoscono l’Hotel B&B “Vulcano Village” a Castro Lago d’Iseo

    potranno raggiungerlo direttamente, gli altri saranno accompagnati da un servizio Navetta.

    H 20.00 Ristorante Al Guelfo – Cena della Tradizione Bergamasca

    _________________________

    Lunedì 22 Maggio

    H 9.00 Arrivo Ristorante Al Guelfo

    H 9.30 Inizio Degustazione

    H 11.30 Coffie-Break (15 Minuti )

    H 13.30 Pranzo – Light-Lunch

    Al termine del pranzo i giurati avranno il pomeriggio libero,

    oppure la possibilità di visitare in Franciacorta l’Azienda “La Fiorita”

    Martedì 23 Maggio

    H 9.00 Arrivo Ristorante Al Guelfo

    H 9.30 Inizio Degustazione

    H 11.30 Coffie-Break ( 15 Minuti )

    H 13.30 Pranzo – Light-Lunch

    Buona commissione a tutti i giurati tra cui ci sono anch’io per la mia quarta presenza di seguito, buon lavoro! Carol Agostini

    (altro…)

  • Rosso Morellino: maggio 2023 denominazione storica Maremma

    Rosso Morellino: maggio 2023 denominazione storica Maremma

    Rosso Morellino: il 14 e il 15 maggio si è celebrata la denominazione storica della Maremma.

    Redazione – Carol Agostini

    Anche in caso di maltempo fu confermato il grande banco d’assaggio aperto al pubblico e l’imperdibile concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe, la domenica sera. Il lunedì ci fu un walk around tasting e masterclass di approfondimento per i più esperti.

    Rosso Morellino: maggio 2023 denominazione storica Maremma, foto da comunicato stampa
    Rosso Morellino: maggio 2023 denominazione storica Maremma, foto da comunicato stampa

    Ancora pochi giorni a “Rosso Morellino”, l’evento più prestigioso dedicato alla conoscenza della denominazione che da quest’anno si svolse in due giornate entrambe confermate anche in caso di maltempo.

    Attimi di degustazione, articolo: Rosso Morellino: maggio 2023 denominazione storica Maremma, foto da comunicato stampa
    Attimi di degustazione, articolo: Rosso Morellino: maggio 2023 denominazione storica Maremma, foto da comunicato stampa

    Il Consorzio di Tutela Morellino di Scansano infatti decise di aprirsi al grande pubblico, a cui dedicò la giornata inaugurale del 14 maggio con un appuntamento che vide protagonisti i produttori, in un importante banco d’assaggio, e il concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe. Fu confermata anche la parte dedicata agli operatori del settore, che si svolse lunedì 15 come di consueto presso le ex scuole elementari di Scansano, con approfondimenti e masterclass che misero in risalto le tipicità del Sangiovese della Costa Toscana.

    Atmosfera durante l'evento; Rosso Morellino, foto da comunicato stampa
    Atmosfera durante l’evento; Rosso Morellino, foto da comunicato stampa

    Programma

    Domenica 14 maggio: il grande banco d’assaggio e il concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe

    Fu la novità di “Rosso Morellino” 2023. Il sipario sull’evento che celebrò la denominazione si alzò domenica 14 maggio all’Aeroporto Militare Corrado Beccarini di Grosseto (in Via Provinciale Castiglionese, 70). A partire dalle ore 18.00 il 4° Stormo divenne il luogo d’eccezione della prima giornata dell’evento. Qui fu allestito il Salone a cielo aperto del Morellino di Scansano dove oltre 40 aziende, ognuna con il proprio banco di assaggio, accolsero il pubblico per favorire la conoscenza delle tipicità di questo grande rosso toscano.

    Concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe durante il Rosso Morellino, foto da comunicato stampa
    Concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe durante il Rosso Morellino, foto da comunicato stampa

    Un’occasione unica per conoscere, attraverso le versioni Annata e Riserva, le sfumature del Sangiovese della Costa Toscana. Alle 21.00 spazio alla grande musica dal vivo con Rosso Morellino che ospitò la data di esordio del tour 2023 di Joe Bastianich & La Terza Classe.

    Questo progetto nacque dalla passione sconfinata di Joe Bastianich per la musica rock, blues, soul e folk americana, che lo portò al sodalizio artistico con La Terza Classe, una delle poche realtà musicali italiane che sin dalla sua nascita si occupò di ricercare e di comporre musica ispirandosi al folk americano.

    Bastianich, oltre ad essere uno dei maggiori imprenditori della ristorazione italiana nel mondo, è anche un produttore di Morellino di Scansano: la sua passione per questa zona della Toscana infatti portò la sua famiglia oltre venti anni fa a dar vita al proprio progetto produttivo con l’obiettivo di far scoprire la grandezza enologica di quest’area della Maremma.

    Ci fu anche la possibilità di gustare alcuni prodotti gastronomici grazie alla presenza dei food truck. La serata fu garantita anche in caso di pioggia e avvenne presso l’Hangar dell’Aeroporto Militare.

    L’evento fu gratuito con posti limitati. LaTerzaClasse_BancoAssaggio e fu obbligatorio rispettare le disposizioni dell’Aeronautica Militare indicate.

    Rosso Morellino: il 14 e il 15 maggio si è celebrata la denominazione storica della Maremma, foto da comunicato stampa
    Rosso Morellino: il 14 e il 15 maggio si è celebrata la denominazione storica della Maremma, foto da comunicato stampa

    Lunedì 15 maggio: la giornata dedicata agli operatori del settore

    Il lunedì si svolse la consueta giornata dedicata agli operatori del settore. Il programma iniziò con il Walk Around Tasting. Dalle ore 11 sino alle ore 18 al piano superiore dell’ex Scuole Elementari di Scansano, in via XX Settembre, 30, fu presente un’ampia selezione di Morellino di Scansano in degustazione libera.

    Previsti anche due momenti di approfondimento con una degustazione alla cieca alla scoperta delle differenti espressioni di Morellino condotta da Andrea Gori e Leonardo Romanelli che vide la partecipazione di Joe Bastianich alle ore 10.45 e una masterclass di approfondimento sempre condotta dai due critici e giornalisti enogastronomici alle ore 15.

    Dalle 12.30 alle 14.30 fu inoltre aperto un buffet con assaggi dei prodotti tipici del territorio in abbinamento al Morellino.

    Momenti di degustazione Rosso Morellino, foto da comunicato stampa
    Momenti di degustazione Rosso Morellino, foto da comunicato stampa

    (altro…)

  • Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005

    Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005

    Cresce l’interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona

    Redazione – Carol Agostini

    Walter Massa: “Il Derthona Timorasso è già presente nei migliori ristoranti. Ora dobbiamo fare comunità, promuovendo le peculiarità gastronomiche del territorio”  

    Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, QuoVadis Derthona 2023, foto da comunicato stampa
    Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, QuoVadis Derthona 2023, foto da comunicato stampa

    Si è chiuso tra gli applausi e con un “compito a casa” per tutti gli appassionati di prodotti enogastronomici di qualità l’appuntamento di lunedì scorso “Quo vadis Derthona? – Voci autorevoli da territori di successo”, svoltosi al Teatro Civico di Alessandria.

    Cresce l'interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, logo del progetto, immagine da comunicato stampa
    Cresce l’interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, logo del progetto, immagine da comunicato stampa

    Una tavola rotonda di ospiti d’eccezione ha infatti dibattuto, davanti a una platea di oltre 300 persone (tutto esaurito a teatro e nei locali collegati all’iniziativa) su come raccontare e rilanciare il territorio tortonese e le sue produzioni tipiche, a partire da peculiarità come il vino Derthona Timorasso. Le conclusioni affidano una responsabilità ben precisa a tutto il “turismo lento”: gli operatori locali devo infatti operare insieme e creare comunità, ma l’ultima parola in termini di promozione del territorio spetta a chi lo visita e soprattutto lo “gusta”.

    QuoVadis Derthona, articolo: Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, foto da comunicato stampa
    QuoVadis Derthona, articolo: Colli Tortonesi, il Timorasso e la filiera Derthona dal 2005, foto da comunicato stampa

    Correva l’anno 2005 quando Walter Massa, presidente e ideatore del marchio “Terre Derthona”, nonché anima del progetto di valorizzazione del territorio Tortonese, lanciò una sfida che allora poteva suonare come una provocazione.

    “Entro 15 anni – disse di un evento pubblico di allora – tutti i ristoranti e le enoteche di livello avranno nelle loro carte un vino dei Colli Tortonesi”. Lunedì scorso, Massa ha ricordato quella sorta di “profezia” fatta in tempi non sospetti e ha introdotto i prossimi passi su cui il territorio dovrà lavorare. “Oggi – ha detto il presidente del marchio “Terre Derthona” – il nostro vino è davvero presente nei migliori ristoranti.

    Ciò deve fungere da traino e da modello per tutto il paniere delle eccellenze del nostro territorio: il formaggio Montebore, il salame nobile del Giarolo, le pesche di Volpedo, le ciliegie di Garbagna, i tartufi dell’Appennino, gli ortaggi della Valle Scrivia”.

    Cresce l'interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, foto da comunicato stampa
    Cresce l’interesse per i Colli Tortonesi grazie al traino del Timorasso e di tutta la filiera Derthona, foto da comunicato stampa

    Infine, Massa ha dettato i prossimi passi per un’autentica ed efficace promozione territoriale. “Come operatori economici locali – ha aggiunto – è importante lavorare insieme, creando condivisione e comunità. Ma i primi ambasciatori dovranno essere proprio i turisti amanti del cibo e del buon vino, che sostando nelle nostre zone potranno raccontare le tante peculiarità che siamo in grado di offrire, dal salame del Giarolo tagliato “obbligatoriamente” a 45 gradi al Tartufo di San Sebastiano Curone, solo per fare due esempi.

    Logo Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, immagine da comunicato stampa
    Logo Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, immagine da comunicato stampa

    In altri termini, l’apporto da parte di chi visita e approfondisce la conoscenza del territorio sarà fondamentale per tagliare con successo il prossimo traguardo. La case history del vino Derthona Timorasso, da parte sua, sta indicando a tutti gli operatori del territorio la giusta strada da percorrere”.

    Oltre a Walter Massa, durante la tavola rotonda di lunedì scorso si sono susseguiti i contributi del fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, dello storico e scrittore Luciano Bertello, del presidente di Banca d’Alba Tino Cornaglia, del direttore artistico di R&P Davide Rampello e del titolare del ristorante 3 stelle Michelin “Dal Pescatore” di Canneto sull’Oglio (Mantova), Antonio Santini. Ai massimi livelli anche la presenza istituzionale, con l’intervento del sindaco di Tortona, Federico Chiodi.

    Da comunicato stampa (altro…)

  • A Spilamberto Vignaioli Contrari 2023, assaggi e notizie

    A Spilamberto Vignaioli Contrari 2023, assaggi e notizie

    Nei giorni 13 e 14 maggio 2023 ha avuto luogo la 7° edizione di Vignaioli Contrari.

    Di Adriano Guerri

    L’ appassionante evento si è svolto all’interno degli ampi spazi della medievale Rocca Rangoni a Spilamberto in provincia di Modena.

    A Spilamberto Vignaioli Contrari 2023, assaggi e notizie, foto di Adriano Guerri
    A Spilamberto Vignaioli Contrari 2023, assaggi e notizie, foto di Adriano Guerri

    Facilmente raggiungibile in auto, localizzata a poca distanza dell’uscita dell’autostrada A1. Oltre sessanta produttori provenienti da ogni regione italiana erano presenti dietro ai loro banchi d’assaggio, ben lieti di farci degustare i loro vini.

    Rocca di Spilamberto, evento Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
    Rocca di Spilamberto, evento Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri

    L’evento è anche mostra mercato, pertanto, vi era la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Gli espositori che hanno preso parte a questa intrigante due giorni sono piccole realtà artigianali e devono possedere alcuni requisiti ben precisi, quali, la valorizzazione dei vitigni autoctoni, coltivare la terra direttamente con principi sostenibili,  biologici, biodinamici e in linea con principi di rispetto per l’ambiente.

    Locandina e manifesto evento Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
    Locandina e manifesto evento Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri

    L’evento aveva in programma anche alcune interessanti masterclass alle quali, mio malgrado non ho partecipato. Ho avuto, comunque il tempo necessario per potermi presentare di fronte al banco d’assaggio di un considerevole numero di produttori, anche se non di tutti. Un evento ben organizzato in una splendida location. Nella retrocopertina del fascicolo ritirato all’ ingresso ci sono le date per la prossima edizione che sarà nei giorni 11 e 12 maggio 2024.

    A seguire note di alcuni assaggi da me effettuati

    Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter – Ottenuto con 80% di Chardonnay e 20% Pinot Nero,  la permanenza sui lieviti è di 72 mesi. Si presenta nella flûte con una bellissima tonalità giallo dorato brillante,  al naso rivela note di mango, ananas e papaya, impreziosite da nuances di pasticceria da forno e pepe bianco, al palato è piacevolmente fresco e coerente,  ricco, suadente e decisamente persistente.
    Sito di riferimento: https://www.balter.it/

    Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
    Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri

    Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati – Ottenuto interamente da uve di Nebbiolo , si veste di un bellissimo colore rosso granato,  al naso sprigiona sentori di rosa, viola,  frutti di bosco e arancia sanguinella, ben integrati con note speziate,  al palato è pieno ed appagante,  tannini poderosi ma setosi,  equilibrato e armonioso dal finale lunghissimo.
    Sito di riferimento: https://www.facebook.com/people/Az-agricola-Andrea-Manfrinati/100062998970844/

    Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
    Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri

    Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono – Ottenuto con uve di Monica, Cannonau e Muristreddu, è di un bellissimo colore rosso rubino intenso e profondo,  al naso rimanda sentori di lavanda, prugna, amarena e lampone che seguono una scia di cacao e note tostate, al palato è generoso con tannini fitti ma ben levigati, avvolgente nonché persistente.
    Sito di riferimento: https://www.garagistidisorgono.com/

    Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
    Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri

    Boca Doc 2019 Le Piane – Ottenuto con 85 Nebbiolo e 15% Vespolina, di un bellissimo colore rosso rubino intenso e trasparente,  al naso dipana sentori di violetta, frutti di bosco,  melograno e scorza d’arancia che ben si fondono con note di tabacco e spezie,  al palato è rotondo,  fine, leggiadro e incredibilmente durevole.
    Sito di riferimento: https://www.bocapiane.it/en/

    Boca Doc 2019 Le Piane, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
    Boca Doc 2019 Le Piane, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri

    Elba Rosso Doc Riserva 2020 Arrighi – Ottenuto con uve di Sangiovese, svela nel calice un colore rosso rubino intenso,  trasparente e consistente,  al naso libera note di frutti di bosco,  rosa, viola e macchia mediterranea,  seguono poi sentori di bacche di ginepro e sottobosco,  al palato è piacevolmente tannico,  fresco e sapido,  nonché morbido, armonioso e dotato di una lunga persistenza aromatica.
    Sito di riferimento: https://www.arrighivigneolivi.it/

    Elba Rosso Doc Riserva 2020 Arrighi, Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
    Elba Rosso Doc Riserva 2020 Arrighi, Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri

    Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof – Ottenuto interamente da uve dell’omonimo vitigno,  è di un colore rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, trasparente e consistente,  al naso si percepiscono netti sentori di frutti di bosco,  ciclamino e note speziate,  al palato è piacevolmente avvolgente,  suadente e decisamente persistente. Chapeau
    Sito di riferimento: https://www.klosterhof.it/it

    Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof, Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri
    Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof, Vignaioli Contrari 2023, foto di Adriano Guerri

    Arete’ Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis – Ottenuto con uve dell’omonimo vitigno,  è di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul verdolino,  al naso svela note di mela, banana, ananas, maracuja e litchi unite a sentori di zagara e lime, al palato è piacevolmente fresco e sapido,  fine ed armonico,  lungo e duraturo.
    Sito di riferimento: https://www.anabasis.it/

    Arete' Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
    Arete’ Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis, Vignaioli Contrari, foto di Adriano Guerri
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://www.vignaiolicontrari.it/

    Sito blog autore: https://cloudwine9.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Un nuovo Barolo per Camparo

    Redazione – Carol Agostini

    Con il Coste di Vergne l’azienda langarola punta su tre etichette per rappresentare le diversi espressioni del territorio.

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d'Alba, foto da sito
    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba, foto da sito

    Camparo completa la collezione “Domani” col Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017.

    L’azienda di Diano d’Alba (CN), esce per la prima volta sul mercato con tre etichette di Barolo: “Domani” Barolo D.O.C.G. 2019 da La Morra e Grinzane Cavour; “Domani” Barolo Boiolo D.O.C.G. 2019 da La Morra; e, infine, l’ultimo nato, “Domani” Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017, da uno dei vigneti più alti del Comune di Barolo.

    Collezione "Domani", foto da sito
    Collezione “Domani”, foto da sito

    Tre espressioni diverse di Barolo e del Nebbiolo che Camparo coltiva in tre diversi areali di questo straordinario e cangiante territorio che sono le Langhe, lavorando da oltre vent’anni secondo un modello di sostenibilità e biodiversità, che ne ha fatto una tra le prime aziende biologiche certificate di queste colline.

    Infatti, l’obiettivo è proprio quello di tradurre la complessità territoriale. Se il Barolo vuole essere un’espressione di bevibilità dell’annata, Boiolo riporta tutta la balsamaticità e la profondità tipiche delle marne di Sant’Agata e dell’esposizione ad est, mentre nel Coste di Vergne prevale il frutto e la rotondità grazie all’altitudine, all’esposizione a sud e alla ricchezza dei terreni.

    Un nuovo tassello va quindi ad arricchire la linea “Domani” che, proprio nel concetto di tempo, trova la propria essenza più vera, in quanto collezione di tre Barolo D.O.C.G. Il vino che più di ogni altro è, per sua stessa natura, proiettato al futuro. All’attesa. A “Domani”, appunto.

    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito
    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito

    Camparo

    L’azienda agricola Camparo si trova a Diano d’Alba (CN), nelle Langhe del Barolo e nasce negli anni ’80, quando Mauro Drocco decide di dedicarsi a tempo pieno ai vigneti di famiglia. Oggi l’azienda è gestita da Mauro con la moglie Mirella, insieme ai figli Sara, Alberto, Alessio e a Debora Bonora, responsabile commerciale export. Camparo è, così, giunta alla quarta generazione.

    L’azienda è certificata biologica dal 2000, una delle prime in Langa, e la gestione di piante e suoli è orientata alla sostenibilità e alla rigenerazione dei suoli. Proprio per valorizzare questi concetti è stato scelto come logo aziendale la farfalla.

    I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari nei comuni di Diano D’Alba – dove si trova il corpo principale -, di La Morra e di Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Arneis e Viognier.

    L'azienda Camparo a Diano d'Alba, foto da sito
    L’azienda Camparo a Diano d’Alba, foto da sito

    Vini prodotti

    “Sempre” Dolcetto di Diano d’Alba D.O.C.G., “Sarà” Barbera d’Alba D.O.C., “Adesso” Langhe Rosso D.O.C., “Qui e ora” Langhe Rosato D.O.C., “Quando” Langhe Bianco D.O.C., “Così” Langhe Nebbiolo D.O.C. , “Domani”Barolo D.O.C.G.. “Domani” Barolo Boiolo Docg, “Domani” Barolo Coste di Vergne Docg

    (altro…)

  • Il Borgo di Stomennano 2023, un viaggio tra storia e realtà

    Il Borgo di Stomennano 2023, un viaggio tra storia e realtà

    IL BORGO DI STOMENNANO: STORIA, PAESSAGGIO E VINO

    Di Elsa Leandri

    La Toscana è una regione ricca di storia, ogni strada che percorriamo ci riporta inevitabilmente a qualche evento dell’antichità. Pensiamo per esempio alla planimetria di molte città che ci catapultano immediatamente all’epoca dei comuni, in cui la presenza di una cinta muraria era fondamentale.

    Borgo Stomennano, foto da sito
    Borgo di Stomennano, foto da sito

    Molti paesi del resto sono stati edificati proprio con lo scopo di difendere l’accesso alle città più importanti, basti pensare per esempio a Monteriggioni, il cui castello fortificato è stato costruito per volontà del podestà Guelfo da Porcari tra il 1214 e il 1219 per poter assicurare alla Repubblica Senese una posizione di controllo sulla via Francigena, arteria importante che collegava la Francia a Roma, e sulle valli dell’Elsa e dello Staggia in direzione Firenze (sua acerrima nemica).

    Ambienti della Villa del Borgo di Stomennano, foto da sito
    Ambienti della Villa del Borgo di Stomennano, foto da sito

    Il Castello di Monteriggioni è davvero imponente con le sue 14 torri quadrate esterne ed è stato più volte teatro di lotte tra Firenze e Siena nel corso dei secoli fino al 1544 anno in cui Giovacchino Zeti lo cedette al Marchese di Marignano, comandante delle truppe imperiali.
    Nel 1555 la Repubblica Senese sarà definitivamente sconfitta dai Medici.

    La struttura del Borgo Stomennano, foto da sito
    La struttura del Borgo di Stomennano, foto da sito

    La costruzione di questa opera difensiva è talmente maestosa che anche lo stesso Dante Alighieri ne rimane folgorato al punto tale da citarlo nel XXXI Canto dell’Inferno proprio quando si imbatte nella figura dei Giganti che Alighieri inizialmente scambia per delle torri:

    “[…] però che come su la cerchia tonda
    Monteriggion di torri si corona,
    così [’n] la proda che ‘l pozzo circonda

    torreggiavano di mezza la persona
    li orribili giganti, cui minaccia
    Giove del cielo ancora quando tuona.” (Inferno, Canto XXXI, vv 40-45)

    Per poter aver questa visione d’insieme su Monteriggioni molto probabilmente Dante si è recato, con il suo tutore Maestro Brunetto Latini nel Borgo di Stomennano. In questa località, il cui nome deriva probabilmente da Strumentum pacis, proprio davanti alla Chiesa medesima è stato firmato il trattato di pace tra Siena e Firenze l’11 giugno del 1254, in cui il maestro dello scrittore toscano era presente come delegato della parte fiorentina.

    Borgo Stomennano calice di Chianti classico 2019, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano calice di Chianti classico 2019, foto di Elsa Leandri

    In seguito alla conquista medicea i proprietari di Monteriggioni e Stomennano sono stati la famiglia Golia, Accarigi e attualmente lo sono i discendenti diretti della famiglia Griccioli, ovvero i Grassi, i quali furono parte attiva nell’amministrazione e nella gestione della Repubblica Senese: in un certo qual modo sia Monteriggioni che Stomennano sono tornati sotto l’influenza senese!

    IL BORGO STOMENNANO

    Attualmente questo borgo che sorge a qualche chilometro da Monteriggioni e da cui ci si può tuttora deliziare con una vista sul Castello risponde e offre la classica immagine di villa toscana, quell’idea che rispecchia le aspettative degli stranieri, soprattutto anglofoni.

    Vi si accede infatti tramite un viale alberato di cipressi che si apre su una corte su cui si affacciano due edifici simmetrici costruiti nel 1700: uno è adibito alla ricezione turistica e l’altro ospita invece le cantine dedicate alla produzione di vino. Vagando per il giardino all’italiana ci si imbatte in case che precedentemente erano abitate dai contadini e che ora sono stati riconvertite in eleganti locazioni turistiche.

    Borgo Stomennano calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri

    Infine tutto intorno al borgo si delineano vigneti, oliveti, boschi e terreni seminativi.
    Inutile dire che questo angolo toscano si presta ad essere la scenografia di eleganti e raffinati matrimoni, tanto che molti stranieri decidono di suggellare qui la loro promessa.

    I VINI STOMENNANO

    Per concludere la panoramica non ci rimane che parlare dei vini che vengono prodotti qui.
    Il vigneto di proprietà è di circa 11 ettari impiantati principalmente a sangiovese con la presenza anche di uve auctone e alloctone da cui Matteo Lupi Grassi ricava tre etichette lo Stomennano Bianco, il Chianti e il Chianti Classico.

    Dal momento che quest’enclave senese è terra di rossi abbiamo deciso di concentrarci unicamente sul Chianti 2022 e Chianti Classico 2019. Il primo è un uvaggio di sangiovese, merlot e colorino che viene sottoposto a una fermentazione in acciaio e un passaggio in cemento per alcuni mesi: se ne ottiene un prodotto dal colore carminio con riflessi purpurei con dei sentori di frutta scura come mora di gelso e prugna accompagnati da note floreali di iris e da una leggera speziatura di cardamomo e liquirizia; in bocca la freschezza accompagna il tannino con un finale di arancia sanguinella.

    Borgo Stomennano bottiglia e calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano bottiglia e calice di Chianti 2022, foto di Elsa Leandri

    Il Chianti Classico 2019 è costituito invece da sangiovese e colorino e subisce, oltre alla fermentazione in acciaio, una maturazione di un anno in barrique francesi di vari passaggi: di colore carminio vivace si apre con cenni di ciliegia marasca, arancia, iris e viola impreziositi da echi empireumatici di tabacco biondo e cacao. Il sorso pieno è ravvivato dalla freschezza con tannini ben integrati e da una chiusura avvolgente su ricordi fruttati.

    Borgo Stomennano bottiglia e calice di Chianti Classico 2019, foto di Elsa Leandri
    Borgo di Stomennano bottiglia e calice di Chianti Classico 2019, foto di Elsa Leandri

    Con questa location e con questi vini i turisti italiani e stranieri avranno un fantastico scorcio toscano di cui poter approfittare durante il loro soggiorno!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito borgo: https://stomennano.it/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Città di Castello ospita l’evento Only Wine Festival 2023

    Città di Castello ospita l’evento Only Wine Festival 2023

    Only Wine Festival 2023 un viaggio negli assaggi

    Di Adriano Guerri

    Only Wine è un appassionante evento enoico che va in scena ogni anno a Città di Castello in provincia di Perugia ed è giunto alla decima edizione. I giorni scelti per l’anno 2023 sono stati il 22 e 23 aprile. La location attuale è negli ampi spazi esterni di Palazzo Vitelli.

    Città di Castello ospita l'evento Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Città di Castello ospita l’evento Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    I produttori presenti dietro ai loro banchi d’assaggio erano ben 118 e provenienti da ogni regione italiana. Sono coinvolte aziende vitivinicole che hanno almeno uno di questi tre requisiti: under 40, meno di 15 anni di storia e al di sotto di 7 ettari vitati.

    Atmosfera durante la manifestazione Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Atmosfera durante la manifestazione Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    L’evento è stato ideato da Andrea Castellani e organizzato sin dai suoi albori da A.I.S. Umbria con il patrocinio del Comune di Città di Castello.  Only Wine è una Mostra Mercato, pertanto, vi è la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Nel programma erano previste masterclass. Il percorso con il calice in mano iniziava con le bollicine più famose al mondo,  4 maisons di champagne provenienti da differenti zone della Champagne e di varie tipologie e dosaggi, proseguiva con le regioni del nord Italia,  per passare al centro, e terminare con il sud dello Stivale.

    Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Molti visitatori in questa edizione hanno varcato le logge di Palazzo Vitelli.
    Kermesse ideale per coloro che amano scoprire nuove e giovani realtà, senza dover rinunciare  alla qualità. Un format avvincente con aziende partecipanti, selezionate secondo standard qualitativi elevati.

    Alcuni assaggi a Città di Castello:

    Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, ottenuto da uve di Chardonnay e Pinot Nero,  la permanenza sui lieviti va dai 7 agli 8 anni. Si presenta nel flûte con un bellissimo colore giallo dorato, perlage fine e persistente, al naso sprigiona sentori di pane fresco, crème noisettes, scorza d’arancia, frutta tropicale,  al palato è piacevolmente avvolgente e decisamente persistente.
    Sito di riferimento: https://www.champagne-lecompte.fr/fr/  

    Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, Only Wine Festival, foto di Adriano Guerri
    Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, Only Wine Festival, foto di Adriano Guerri

    Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, si veste di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul dorato,  al naso emana sentori di fiori di campo,  camomilla,  pesca gialla,  papaya, mango, al palato è piacevolmente fresco e dotato di una buona piacevolezza di beva,  il sorso è duraturo.
    Sito di riferimento: http://tenutalapazzaglia.it/

     Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, ottenuto interamente con uve di Aleatico, è di un bellissimo color rame, dal quale prende il nome, al naso rivela note di rosa canina,  gelsomino,  albicocca e pesca gialla,  al palato è pieno ed appagante, fresco e armonioso.
    Sito di riferimento: http://www.vinipacchiarotti.it/azienda/

    Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, Only Wine festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore  Bianca  2020 Az. Socci. Colore giallo paglierino brillante, leggere sfumature oro, al naso libera note di camomilla,  tiglio, melone,  susina, mandorla e richiami agrumate, al palato è vibrante e sapido con chiusura lunga e retro-olfattiva di mandorla.
    Sito di riferimento: http://verdicchio.it/it/

    Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore  Bianca  2020 Az. Socci, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore  Bianca  2020 Az. Socci, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate. Rosso rubino molto intenso e impenetrabile, al naso rimanda sentori di prugna, mora, amarena,  mirtillo e violetta accompagnate da nuances di spezie e cacao,  al palato rivela una copiosa ma setosa trama tannica, rotondo e lunghissimo.
    Sito di riferimento: http://www.lecimate.it/

    Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe. Rosso rubino molto intenso, trasparente e consistente, all’olfatto si percepiscono sentori di ciliegia, ribes e mirtillo che seguono una scia di chiodi di garofano e pepe, al gusto è piacevolmente tannico, fine e equilibrato.
    Sito di riferimento: https://solagnadelprincipe.com/

    Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

    Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda. Ottenuto interamente con uve di Aglianico da vite franca di piede, rosso rubino profondo, al naso rilascia note di frutta rossa, fiori di campo, tabacco, pepe e liquirizia, al gusto è avvolgente, pieno e leggiadro. Un vino espressivo.
    Sito di riferimento: http://www.cantineaddimandataurasi.it/

    Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri
    Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda, Only Wine Festival 2023, foto di Adriano Guerri

     

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento: https://onlywinefestival.it/

    Siti partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

     

  • Fattoria Montellori, le terre del Chianti nel calice 2023

    Fattoria Montellori, le terre del Chianti nel calice 2023

    FATTORIA MONTELLORI, un viaggio immaginario attraverso le terre del Chianti

    Di Cristina Santini

    Ogni vino ci racconta una storia che parte da molto lontano, dalle sue origini, dai luoghi in cui è nato, dalle terre che lo hanno generato e dagli uomini che lo hanno prodotto.

    Fattoria Montellori nelle terre del Chianti, foto da sito
    Fattoria Montellori nelle terre del Chianti, foto da sito

    Acquistata nel 1895 dalla Famiglia Nieri di Fucecchio, in prov. di Firenze, la Fattoria Montellori, circondata da un bellissimo giardino ottocentesco vittoriano, ha da pochi anni compiuto il suo 120° Anniversario.
    Una tradizione vitivinicola lunghissima che ha avuto inizio grazie agli ingenti investimenti provenienti dal commercio di pelle di Giuseppe Nieri.

    Dall’uso domestico, il vino divenne il principale protagonista con l’entrata in scena del figlio di Giuseppe, Mario Nieri che acquistò ulteriori terreni impiantando soprattutto Sangiovese e Trebbiano.
    Con le 4 generazioni a succedersi, molte cose sono migliorate, cambiate, rinnovate: le botti sono state sostituite dalle vasche di cemento vetrificato fino all’introduzione dei serbatoi di acciaio inox e delle barrique di rovere per ottenere vini di maggior complessità e finezza.
    L’imbottigliamento del vino con il proprio nome e la propria etichetta iniziò nel 1950.

    I vigneti di Fattoria Montellori, articolo di Cristina Santini
    I vigneti di Fattoria Montellori, articolo di Cristina Santini

    Oggi l’azienda, guidata da Alessandro Nieri dal 1998, ha una superficie vitata di 55 ettari coltivati soprattutto a Sangiovese impiegato per le grandi etichette del Chianti. Ma vengono allevate anche varietà internazionali come Chardonnay, Sauvignon, Viognier, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Merlot.
    Il cuore pulsante di Montellori è il Sangiovese impiantato in due aree differenti: Cerreto Guidi e San Miniato.
    I poderi, il Moro e Montauto, di Cerreto Guidi sono piantati su un suolo argilloso calcareo a circa 150 mt slm. Il Podere Le Caselle di San Miniato è un areale situato a 200 mt slm su terreni argillosi ma ricchi di fossili e conchiglie.

    I vigneti di Chardonnay impianti nel 1985 sono più alti, a circa 475 mt slm e godono di un clima appenninico, con un’importante escursione termica tra il giorno e la notte. Il progetto dello Chardonnay ha richiesto tempo, dedizione, ricerca del territorio perfetto e tanti esperimenti prima di arrivare al prodotto finale per ottenere quella acidità importante necessaria a creare uno spumante degno di qualità e lunga vita. Per cui furono piantate 10000 barbatelle di vari cloni di Chardonnay su un altopiano ricco di arenarie e roccia, terreno ideale per il rifermentato in bottiglia.

    Il vigneto di Trebbiano situato intorno alla Tenuta ha più di 60 anni, è l’unico in pianura e permette di produrre il Vin Santo e un vino bianco di qualità.

    I vigneti di Fattoria Montellori, foto da sito, articolo di Cristina Santini
    I vigneti di Fattoria Montellori, foto da sito, articolo di Cristina Santini

    Vi presento due vini destinati al mercato estero che ho avuto il piacere di degustare, prodotti interamente con uve Sangiovese provenienti dalle colline di Cerreto Guidi, con le mie impressioni di rito:

    I due vini degustati della Fattoria Montellori per la selezione agenzia FoodandWineAngels di Carol Agostini, foto di Cristina Santini
    I due vini degustati della Fattoria Montellori per la selezione agenzia FoodandWineAngels di Carol Agostini, foto di Cristina Santini

    Chianti Docg 2018, le uve fermentano con macerazione di 20 giorni in acciaio e il mosto affina per dodici mesi parte in acciaio e parte in cemento. Di colore rosso rubino intenso tendente all’arancio, si mostra vigoroso all’olfatto con un bouquet fruttato di ciliegia e amarena, alla beva prevalgono sapidità e acidità in un connubio di erbe selvatiche e toni speziati. Lungo e persistente regala un palato piacevolmente integrato da tannini ben strutturati.

    Chianti Docg 2018 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini
    Chianti Docg 2018 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini

    Poggio alla luna Chianti Docg 2020 (acciaio) Il suo bellissimo colore rosso intenso e trasparente accompagna il naso delicato con profumi di violetta leggermente appassita e di marasca. Fresco e godibile, il suo sorso poco strutturato si allunga su sentori lievemente erbacei.

    Chianti Docg Poggio alla luna 2020 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini
    Chianti Docg Poggio alla luna 2020 Fattoria Montellori, foto di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito azienda: http://www.fattoriamontellori.it/it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Wine Cube 2023 seminari e degustazioni di Partesa

    Wine Cube 2023 seminari e degustazioni di Partesa

    WINE CUBE 2023 Seminario “Lettura della Vinificazione in bianco” L’Autolisi dei lieviti A cura di Daniele Cernilli

    Di Cristina Santini

    Salone delle Fontane Eur Roma, foto di Cristina Santini
    Salone delle Fontane Eur Roma, foto di Cristina Santini

    Grande successo per la prima edizione romana di “Wine Cube – A Great Experience”, l’evento di Partesa, Azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., ospitata a marzo nel Salone delle Fontane all’EUR che ha portato tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino: Degustazione, Formazione e Comunicazione.Numeri impressionanti a Roma per il 25° anniversario del progetto di ”Partesa per il vino” con più di 1500 visitatori, oltre 400 etichette delle 67 Cantine Italiane ed Europee che hanno proposto i loro migliori assaggi.

    Salone delle Fontane Roma, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Salone delle Fontane Roma, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Un format nuovo, pensato per creare vere occasioni di condivisione, dialogo, business, orientato all’innovazione che mette al centro approccio digitale, fattore umano e presenza sul territorio, offrendo specializzazione, servizi su misura per essere un vero partner di tutti i professionisti del settore.
    Così abbiamo vissuto una delle due giornate intense, degustando molte delle referenze presenti ai banchi d’assaggio e partecipando ad una delle sei masterclass esclusive.

    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Il Seminario, di cui vi vogliamo raccontare, “Lettura della vinificazione in bianco” è stato condotto da Daniele Cernilli, Giornalista enogastronomico e ideatore della rivista online DoctorWine, alla presenza di Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa.

    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Vini in degustazione ai Banchi d’Assaggio, Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Se vogliamo capire in realtà il significato della vinificazione in bianco dobbiamo partire da concetti pur sempre tecnici ma molto semplici: parliamo di Terpeni, Fenoli, Tioli e dove trovarli.
    In questo processo la parte essenziale è cercare di mantenere ed estrapolare queste sostanze, prodotte da uve quasi sempre a bacca bianca ma anche, in alcuni casi, da uve a bacca rossa vinificate in bianco come con il pinot nero, e negli ultimi tempi anche con il Sangiovese e il Nebbiolo.
    Intanto partiamo dal presupposto che non tutte le uve hanno le stesse componenti e ce ne sono alcune molto fenoliche.

    Masterclass tenuta da Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, Foto di Cristina Santini
    Masterclass tenuta da Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, Foto di Cristina Santini

    Cosa sono i Fenoli? Sono tannini, antociani, sostanze presenti nei vinaccioli che anche se si vinifica in bianco in senza di bucce qualcosa ne esce sempre fuori. Abbiamo vitigni che sono fenolici come se fossero delle uve rosse tipo l’Albana o l’Ansonica; vitigni catechici che invece hanno picchi aromatici prefermentativi (i terpeni) come il Riesling o il Traminer, i Moscati, alcune Malvasie che si accumulano nell’acino durante la maturazione.

    I Tioli invece sono composti organici che si originano durante la fermentazione, rappresentano i precursori degli aromi che donano espressioni diverse e sono molto importanti e sensibili alle ossidazioni. Quindi le uve tioliche, come per esempio Sauvignon, Vermentino, Verdicchio, sono uve che se vogliamo ottenere queste espressioni varietali olfattive devono essere vinificate in riduzione, ovvero senza troppo ossigeno, altrimenti si determina la scomposizione delle sostanze tioliche, non si percepiscono più (anche se in alcuni casi può essere una scelta).
    Infine abbiamo gli Esteri che rappresentano l’unione di acidi e alcoli in fermentazione che danno luogo a profumi sostanzialmente fruttati.

    Da sx Alessandro Rossi e Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, foto di Cristina Santini
    Da sx Alessandro Rossi e Daniele Cernilli, Wine Cube, partesa, foto di Cristina Santini

    Come dice il Prof. Luigi Moio, Ordinario di Enologia all’Università Federico II di Napoli e Presidente OIV – Organisation Internationale du Vin – i vitigni italiani sono quasi tutti neutri, non hanno terpeni tranne piccole eccezioni, non hanno una grandissima capacità di creare in fermentazione proprietà tioliche, hanno spesso note di carattere fenolico, non hanno pirazine (sostanze aromatiche) che concorrono al bouquet varietale dei vitigni come ce l’hanno invece i Sauvignon, Cabernet, Merlot.

    Per cui spesso in degustazione questi vini non sono riconoscibili, è molto difficile distinguere un Albana da un Trebbiano, un Verdicchio da un Vermentino, non ci sono elementi determinanti che permettono di distinguerli come invece è facile distinguere un Sauvignon Blanc da un Riesling.
    Nel caso dei vitigni neutri l’origine dell’uva, ovvero il luogo dove viene coltivata, è più importante della varietà. Quindi sicuramente potremmo fare la distinzione dei vini prodotti nel Garda da quelli prodotti in Sicilia rispetto al riconoscimento del vitigno.

    C’è un sistema che fa sì che in alcuni casi si crei una serie di sostanze che amplificano, che danno più volume all’aspetto olfattivo: l’autolisi dei lieviti ovvero i saccaromiceti muoiono, non sono più in grado di riprodursi e si depositano sotto forma di una sostanza farinosa che è la feccia sottile.

    Le fecce sottili sono ricche di mannoproteine che in fase di stabilizzazione, in situazione riducente, determinano la formazione di particolari molecole odorose come per esempio quella che sa di pietra focaia, di combustione che troviamo spesso nei vini della Borgogna.
    I particolari sentori di queste molecole incontrandosi con gli odori fruttati degli esteri e con qualche nota fenolica che diventa un pochino più volatile sotto l’effetto dell’alcool che si è formato, donano ampiezza al vino che altrimenti non avrebbe.

    Batteria in degustazione alla Masterclass, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini
    Batteria in degustazione alla Masterclass, Partesa Wine Cube 2023, foto di Cristina Santini

    Daniele Cernilli ci suggerisce di assaggiare i vini serviti in questa degustazione con un’idea in testa: capire dall’analisi come il vitigno incrocia lo stile di vinificazione attraverso l’autolisi dei lieviti.
    Dalle sue parole: “Recuperare le fecce sottili non è un artificio enologico perchè fanno parte del vino, non è qualcosa di aggiunto, sono i residui della fermentazione che è del tutto naturale.”

    Ma veniamo alla descrizione nel dettaglio dei vini assaggiati con le nostre impressioni di rito:

    Tenuta La Chiusa Elba Ansonica Doc 2021
    Vino giovane affinato in acciaio con un colore tendente al dorato dovuto esclusivamente all’uva piuttosto fenolica.
    La sua intensità al naso sprigiona note agrumate (lime), sentori di nespola, mandorla fresca, frutti freschi che non hanno grande polpa. Il sorso ampio e minerale mostra una bella sapidità dovuta alla presenza dell’acido tartarico, una lieve e delicata nota tannica e una leggera ampiezza determinata dall’autolisi dei lieviti. Profilo di un vino dove il mare si tocca con caratteristiche quasi da vino rosso.

    Durin Pigato Riv. Ligure di Ponente Doc 2022
    Parliamo di un vino mediterraneo, parente stretto del vermentino, ma più fenolico. Molto profumato l’olfatto concentrato sul frutto della passione, pesca matura, muschio che si dipanano su note sulfuree, di combustione. La beva calda, ampia, di buon corpo regala un’acidità e una sapidità ben evidenti ma eleganti con un finale persistente di mandorla dolce. Un vino pieno, equilibrato, di grande carattere.

    Degustazione dei vini delle cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa
    Degustazione dei vini delle cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa

    La Lastra Vernaccia San Gimignano Docg Bio 2021
    Siamo un pò più distanti dal mare ma pur sempre in una Toscana Mediterranea, dove il mare si sente, con un vitigno che fino a qualche tempo fa veniva chiamato Greco per la sua somiglianza.
    Ciò che colpisce in questo calice non è tanto la frutta fresca ma la parte vegetale, con un sottofondo di autolisi che fa sì che non sia solo il frutto a dominare. Un vino che si distingue non tanto dal punto di vista varietale, ma territoriale con un aspetto gustativo tartarico, salato, profondo che lo rende molto identitario.

    Cà Rugate Soave Classico “Monte Fiorentine” Doc 2021
    La Garganega è una varietà che può esprimere sostanze tioliche con più facilità rispetto ad altre per cui escono al naso note sulfuree più accentuate, ma anche delicati profumi di frutta a polpa gialla tropicale seguiti da note di camomilla e nitidi richiami agrumati.
    Ha un gusto fresco, meno fenolico, con una bella spalla acida e una sapidità che la fanno da padrone grazie all’altitudine e al suolo vulcanico ricco di minerali. Anche qui c’è autolisi dei lieviti che amplifica la parte dei profumi, non si avvertono soltanto gli aromi primari, ma secondari di vinificazione e qualcosa in più dovuta all’evoluzione del vino stesso.

    Tenuta Roveglia Lugana Riserva “Vigne di Catullo” Doc 2019
    Il Turbiana detto anche Trebbiano di Lugana è di fatto un Verdicchio che vive nella zona pianeggiante meridionale del Lago di Garda in un clima mediterraneo su suolo molto calcareo.
    Si passa dalle fragranti note di acacia, lime e mele cotogne ad una mandorla tostata grazie al suo lungo affinamento di 24 mesi in botti di acciaio. La beva energica, complessa, fenolica, robusta e al tempo stesso vellutata regala dolcezza alcolica, acidità bassa che fa esaltare gli aspetti di morbidezza e quella sfaccettatura minerale dovuta ai suoi terreni argillosi calcarei. Un cavallo di razza.

    Degustazione dei vini cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa
    Degustazione dei vini cantine citate, foto di Cristina Santini al Wine Cube di Partesa

    Umani Ronchi Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Bio “Vecchie Vigne” Doc 2020
    Da vecchie vigne impiantate negli anni ‘70 ad un’altitudine di circa 400 mt slm., figlio di una vinificazione a contatto con i lieviti in serbatoi di cemento, ha un’incredibile stoffa e profondità.
    Presenta un ampio bouquet di ginestra, camomilla, amaretto, con piacevoli sentori di erbe di campo, mandorla fresca con riverberi di mela verde.
    Il sorso succoso colpisce per la sua eleganza, freschezza con un’acidità vibrante bilanciata perfettamente con la morbidezza dell’alcool.
    Altro esempio che conferma che non è il vitigno a dominare ma il territorio, considerando che sembra più nordico questo verdicchio piuttosto che il precedente calice.

    Monchiero Carbone Roero Arneis Riserva “Vigna Renesio” Docg 2018
    Vigna Renesio è un Cru non solo di bianchi ma anche da uve Nebbiolo e questo Arneis così elegante rappresenta la nuova interpretazione che regala sensazioni agrumate che si fondono sinuosamente con quelle erbacee, una nota sulfurea evidentissima dovuta all’autolisi che è portata alle estreme conseguenze grazie a uve e mosti sani. La beva è potente e profonda con un’acidità vigorosa e un grande potenziale di evoluzione per un vino che affina sia in legno sia in acciaio.
    La cifra stilistica è inconfondibile, vince il terroir e lo stile di vinificazione, mostrando un aspetto nordico con un pizzico di mediterraneità.

    Ronco dei Tassi Bianco Collio “Fosarin” Doc 2020
    Si tratta dei vigneti più elevati nel cuore del Collio Goriziano coltivati su terrazzamenti ben esposti chiamati “Ronchi”. Il Fosarin nasce dall’assemblaggio di Friulano, Malvasia, Sauvignon Vert e Pinot bianco e affina circa sei mesi in barrique.
    Il suo bouquet ampio con sentori di frutta bianca matura, mallo della noce, scorza di limone accompagnano il sorso così pieno, agile e ricco.
    Un vino piacevole e di gran corpo dagli abbinamenti sostanziosi.

    Vini degustati durante l'evento Wine Cube da Cristina Santini
    Vini degustati durante l’evento Wine Cube da Cristina Santini

    Poggio della Dogana Romagna Albana “Belladama” Doc 2021
    Essendo uno dei vitigni più fenolici, i migliori Albana vengono prodotti nella versione passiti proprio perché nell’appassimento si perde acqua e si concentrano fenoli, zuccheri e acidità. Questi ultimi mitigano l’azione astringente dei polifenoli.
    Affascinante il suo colore giallo oro carico, al naso richiama la frutta gialla di grande profondità con bellissimi tocchi di fiori di ginestra. Al sorso è un’esplosione, grande espansione di palato, acidità elevata, caratteristica peculiare di questo vitigno. Finale lungo e persistente che regala emozioni come il nome che porta, un omaggio a uno dei campioni di scuderia del nonno di Aldo e Paolo Rametta.

    Roeno Riesling Renano “Collezione di Famiglia” Igt 2017
    I vigneti di questa meravigliosa azienda, che si trova a due passi dal confine con il Trentino, sono riparati dal sole dal Monte Baldo che determina una grande escursione termica.
    La vinificazione in autolisi dei lieviti è molto importante perchè è un vitigno semi aromatico quindi ha terpeni prefermentativi, già nell’uva, quindi bisogna in qualche modo conservarli. ll Riesling Collezione di Famiglia è una delle punte di diamante della famiglia Roeno ed è prodotto da una lenta vinificazione in acciaio e con affinamento di 18 mesi in botti di rovere.

    E’ uno dei pochissimi vitigni che riesce a sviluppare un particolare sentore in ambito terziario, l’idrocarburo, ovvero il sentore di cherosene che si forma in riduzione. E’ una complessità in riduzione. E’ ancora un vino giovane dove poco si intuisce l’idrocarburo, ora si percepiscono più che altro i profumi di pompelmo, cedro, agrumi classici premonitori del cherosene che arriverà successivamente con gli anni. Bella acidità e sapidità in assenza di tannini.

    Vini degustati da Cristina Santini al Wine Cube 2023
    Vini degustati da Cristina Santini al Wine Cube 2023

    Merotto Valdobbiadene Prosecco Superiore “Cuvée del Fondatore Graziano Merotto” Docg 2021
    E’ un fuoriclasse, qui c’è proprio il senso dell’autolisi dei lieviti che si esprime in tutta la sua precisione.
    Un millesimato le cui uve Glera provengono dalle Rive di Col San Martino a 230 mt slm. Ha una permanenza sui lieviti di 120 giorni che lo rende setoso, intenso, con note di frutta bianca e agrumi, accompagnate da una verve minerale. Un grande prosecco.

    Alessandro Rossi con Daniele Cernilli, foto di Cristina Santini al Wine Cube 2023
    Alessandro Rossi con Daniele Cernilli, foto di Cristina Santini al Wine Cube 2023

    Alessandro Rossi chiude: “Non smetterò mai di dire che questa lezione dovrebbe essere ripresa e proiettata alle Università perché è una delle più belle, perchè Daniele oltre ad essere il padre putativo della maggior parte delle generazioni che oggi portano avanti tra guide e master più importanti in assoluto, è una delle poche persone che ha la stessa conoscenza che potrebbe avere un enologo, sa spiegare tante cose in una maniera così semplice, è veramente da applausi.”

    Evento Wine Cube 2023 di partesa, foto di Cristina Santini
    Evento Wine Cube 2023 di partesa, foto di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito evento: https://www.partesa.it/partesaforwine-evento

    Sito distribuzione: https://www.partesa.it/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/