Un viaggio degustativo nel mondo francese delle bollicine, Route du Champagne en Fête 2023
Di Elsa Leandri
Non potevamo mancare anche quest’anno alla Route du Champagne en Fête, organizzata da Cap’c, associazione di 300 viticoltori il cui scopo è la valorizzazione e la promozione dello champagne specificamente della Côte des Bar, Montgueux e Villenauxe-la-Grande.
Un solo paese è stato coinvolto nel week-end del 29 e 30 luglio, quello di Celles-sur-Ource. Ci troviamo a sud di Bar sur Seine, a 40 km di Troyes, capoluogo dell’Aube che seduce sempre per le sue case “à colombages’’. Il comune di Celles-sur-Ource conta 310 ettari vitati, caratterizzati dal presentare un terreno ricco di kimmeridge e si distingue per avere ben 19 ha (sui 114 di tutta la regione) impiantati a Pinot Bianco, diventando così marchio della zona.
Qui di solito il tempo è ritmato dai lavori in vigna e nei campi, ma non in questo week end. C’è fermento. Sono tutti indaffarati a far sì che questi giorni siano memorabili e che le strade riescano ad accogliere tutti gli appassionati di champagne.
Tutto è pronto! I volontari che danno una mano nelle indicazioni per il parcheggio, nella vendita dei pass, nell’aiutare nelle varie cantine a servire le flûte di champagne, i produttori che hanno aperto le loro porte e che accolgono ristoratori e dj set! Sabato alle 10 si dà inizio alle danze! Francesi, olandesi, belgi, inglesi e italiani, viticoltori e intenditori o semplici curiosi tutti insieme uniti da un unico linguaggio che solo lo Champagne può offrire!
Gli addobbi nel villaggio sono stati volutamente effettuati senza l’uso di plastica ma usando materiali di riciclo così da diminuire l’inquinamento ambientale già alla base. Inoltre fa loro lustro l’aver devoluto i tappi di sughero delle bottiglie aperte in questo week end all’associazione locale « les Étincelles de Loucas » che aiuta i ragazzi diversamente abili.
Il concetto non cambia rispetto all’anno scorso per 30 euro si compra un passaporto che dà diritto a degustare 18 champagne di 19 produttori che hanno aderito, un etilometro, un portacalice e il calice.
Lista dei produttori aderenti
Arnaud de Cheurlin Veuve Cheurlin Lionel Carreau Daniel Deheurles & Filles Cheurlin Dangin Marcel Deheurles & Fils André Fays Philippe Fays Michel Furdyna Gautherot Jean Laurent Didier Langry Éric Legrand Richard Cheurlin Jean Sandrin Marcel Vézien Benoit Tassin Jean-Claude Bouchard & Fils Huguenot Tassin
Oltre alla degustazione non mancano eventi come lo scambio di capsule, mostra di auto d’epoca, soffiaggio del vetro del Museo di Bayel, voli sopra i vigneti della Côte des Bar o passeggiate in vigna in monopattino, serate enogastronomiche e tanto altro così da rispondere alle esigenze di chiunque.
Novità di quest’anno le masterclass che si sono svolte presso il piccolo aeroporto di Celles-sur-Ource. I temi sono stati molteplici: dall’abbinamento cibo-vino con la presenza dello Chef stellato Nicolas Thomas du Château de Courban, al « viaggio dentro una flûte di Champagne » con Gérard Liger-Belair, professore all’Università di Reims, nonché autore dell’omonimo libro, e alla scoperta del Pinot Bianco con Philippe Narcy, consulente enologo nella Côte des Bar da 39 anni.
Purtroppo per noi è stato impossibile seguirle tutte anche perché la voglia di far il giro e approfittare di tutte le attrazioni nelle varie cantine era molto forte! Impossibile però saltare quella di Prof Gérard Liger-Belair che ci ha introdotti in una fisica applicata nello sviluppo delle bollicine, trattando un argomento per niente semplice, così come già avevamo potuto apprezzare leggendo il suo libro, in un modo accessibile e facilmente capibile.
Si è svelato così il perché le bollicine, tanto amate e sinonimo di festività, nascono, come mai tendono a ingrossare man mano che aumenta la distanza da percorrere, come si fanno veicolo di aromi, come mai si attaccano alla plastica mentre nel vetro hanno una naturale attitudine a salire in superficie. Da un punto di vista pratico abbiamo effettuato, in conclusione, la degustazione di due champagne, Cuvée Tradition di Didier Langry e Prestige Brut 1996 di Michel Furdyna, serviti in due bicchieri differenti, una calice e una flûte, proprio per vedere quanto è importante la scelta del giusto calice.
Come ormai vi abbiamo abituato vi riportiamo i nostri 3 favoriti, partendo dal presupposto che la scelta non è stata per niente facile!
Mancano il podio di un soffio la Cuvée Tradition di André Fays e la Cuvée Lumières de l’Aube di Marcel Vézien, degne di nota tutte le altre che non riportiamo.
L’anno prossimo protagonista sarà la Vallée de la Seine e a causa delle Olimpiadi l’appuntamento è anticipato al 20 e 21 luglio. Consiglio spassionato pensate a prenotare il vostro passaporto online! Quest’anno tutti gli 11000 passaporti sono stati venduti nel primo pomeriggio del sabato riportando così un inaspettato sold out, ma per fortuna le cantine hanno fatto in modo di venire incontro ai visitatori che ne erano sprovvisti, offrendo delle degustazioni a un prezzo simbolico e il noleggio di bicchieri.
Reims, Francia – L’eleganza dorata del vino più celebrato al mondo, lo Champagne, continua a far brillare le occasioni speciali in tutto il globo. Questo nettare delle viti, nato tra le dolci colline della regione francese, incanta gli intenditori di tutto il mondo con la sua irripetibile arte effervescente.
E’ un simbolo di gioia, celebrazione e raffinatezza. Ogni sorso trasporta il palato in un’esperienza unica, attraverso le bollicine fini e persistenti che scaturiscono dal cuore stesso della bevanda. Le origini di questo vino raffinato risalgono a secoli fa, quando i monaci benedettini delle abbazie francesi scoprirono i segreti della fermentazione in bottiglia. Da allora, la regione francese dove si produce è diventata l’epicentro di una delle bevande più amate e iconiche del mondo.
La storia e la tradizione si fondono nell’arte di produrre il metodo champenoise. Le uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, coltivate su terreni calcarei, conferiscono un carattere distintivo a questi vini. La pratica laboriosa e meticolosa di assemblaggio delle diverse varietà di uve conferisce a ogni maison (casa di produzione) la sua firma unica, mantenendo intatta la qualità e lo stile che contraddistinguono lo Champagne.
Ma cosa rende davvero speciale lo Champagne? È il processo di doppia fermentazione in bottiglia, noto come metodo champenoise o metodo classico, che dona a questa bevanda la sua caratteristica effervescenza. Dopo la fermentazione primaria, il vino base viene imbottigliato con una miscela di zucchero e lieviti, creando la rifermentazione in bottiglia. Durante questo processo, si sviluppano le preziose bollicine, che conferiscono al vino quel tocco di magia.
Oltre alla sua tecnica di produzione unica, è anche sinonimo di prestigio. Le grandi maison francesi, come Dom Pérignon, Moët & Chandon, Veuve Clicquot e Krug, hanno costruito una reputazione solida nel corso dei secoli, offrendo champagne di alta qualità che hanno accompagnato celebrazioni in tutto il mondo.
Ma non è solo una bevanda per le occasioni speciali. Può essere apprezzato in molti modi, dall’aperitivo al brindisi finale. La sua versatilità culinaria lo rende un compagno ideale per una vasta gamma di piatti, dall’elegante abbinamento con il caviale ai sapori più audaci delle fusion food contemporanee.
Non c’è dubbio che sia un’eccellenza da celebrare. La sua produzione è sostenuta da rigorosi standard qualitativi e da una denominazione di origine controllata, che garantisce che solo i vini prodotti nella regione di Champagne possano fregiarsi di tale nome.
Mentre il mondo evolve, rimane una costante nella vita di molte persone. È una dichiarazione di stile, un simbolo di lusso e un’esperienza sensoriale unica. Ogni bottiglia racconta una storia di passione, dedizione e artigianato, trasportando chi la beve in un viaggio di piacere ed eleganza.
In un mondo frenetico, questa tipologia produttiva ci ricorda l’importanza di rallentare e celebrare i momenti più speciali. È un omaggio all’arte del vivere, un’effervescenza di emozioni inebrianti. Lasciamoci catturare dalla magia dello Champagne e brindiamo a tutto ciò che rende la vita degna di essere celebrata.
Ci sono diversi aspetti e collegamenti interessanti legati allo Champagne?
Feste e celebrazioni: è spesso associato alle festività e alle celebrazioni speciali. È una bevanda che simboleggia gioia, eleganza e momenti di festa. È tradizione brindare con Champagne durante matrimoni, anniversari, compleanni e altri eventi significativi.
Cultura e arte: ha ispirato molti artisti, scrittori e musicisti nel corso degli anni. È stato protagonista in opere d’arte, romanzi e canzoni, diventando un simbolo di lusso, raffinatezza e stile di vita.
Enoturismo: La regione di Champagne è una delle mete più popolari per gli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Le cantine e le maison aprono le loro porte per visite guidate, degustazioni e tour delle vigne, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella storia e nella produzione di questa bevanda straordinaria.
Flûte di Champagne: La flûte di Champagne è il bicchiere tradizionalmente utilizzato per servire questa bevanda. La sua forma slanciata e allungata aiuta a mantenere le bollicine e a concentrare gli aromi, offrendo un’esperienza sensoriale ottimale.
Mixology: può essere utilizzato come ingrediente in cocktail sofisticati e ricercati. Negli ultimi anni, la mixology ha visto la creazione di drink innovativi che combinano Champagne con altri liquori, succhi di frutta o ingredienti aromatici, ampliando la versatilità di questa bevanda.
Associazione gastronomica: è spesso abbinato a piatti di alta cucina e a specialità gastronomiche. Le sue caratteristiche, come l’acidità e l’effervescenza, lo rendono un accompagnamento ideale per frutti di mare, pesce, formaggi, foie gras e altri cibi pregiati.
Questi sono solo alcuni dei collegamenti e degli aspetti affascinanti che ruotano attorno a queste bollicine. Questa bevanda ha un impatto significativo nella cultura, nella società e nel mondo dell’enogastronomia.
Piatti che spesso si abbinano bene allo Champagne?
Ostriche: Le ostriche sono un classico abbinamento. La freschezza e la salinità delle ostriche si sposano perfettamente con l’acidità e l’effervescenza dello Champagne, creando un equilibrio armonioso di sapori.
Salmone affumicato: Il sapore delicato e affumicato del salmone si sposa bene con la complessità e la struttura di molte bollicine. Si consiglia di abbinarlo con un Blanc de Blancs o uno Brut.
Formaggi cremosi: Formaggi come il Brie, il Camembert o il triple-crème sono ottimi abbinamenti. L’acidità del vino aiuta a bilanciare la cremosità dei formaggi, creando un contrasto gustoso.
Foie gras: Il foie gras, con la sua ricchezza e consistenza burrosa, può essere accompagnato da uno Champagne demi-sec o da uno rosé. L’effervescenza del vino aiuta a pulire il palato dopo ogni boccone.
Caviar: Lo Champagne è spesso considerato l’abbinamento ideale per il caviar. La delicatezza dei grani di caviale si sposa con l’acidità e la sua freschezza, creando una sinfonia di sapori pregiati.
Tartare di manzo: La vivacità e la struttura del metodo classico si sposano bene con il tartare di manzo. L’acidità del vino aiuta a tagliare la ricchezza della carne cruda, creando un abbinamento equilibrato.
Questi sono solo alcuni esempi di piatti che si abbinano tradizionalmente al metodo classico francese. Tuttavia, ricorda che le preferenze personali possono variare, sarà magnifico esplorare e sperimentare per scoprire gli abbinamenti preferiti.
Maison Olivier Herbert
La maison Champagne Olivier Herbert, con sede a Reims, è un’affascinante realtà vinicola che porta avanti la tradizione e l’eccellenza dello Champagne. Sul loro sito web ufficiale, presentano con orgoglio la loro storia familiare e il loro impegno per la produzione di bollicine di alta qualità.
Si distingue per la sua filosofia artigianale e per l’attenzione meticolosa dedicata a ogni fase della produzione del loro metodo champenoise. Con una passione per il territorio di Champagne e le sue uve, si impegnano a coltivare le vigne in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Olivier Herbert si concentri principalmente sull’assemblaggio delle uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, utilizzando il metodo classico per la fermentazione in bottiglia.
La maison Champagne Olivier Herbert potrebbe rappresentare un’eccellente aggiunta all’articolo, sottolineando l’importanza delle piccole realtà produttrici che contribuiscono al fascino e alla diversità del panorama dello Champagne.
Chardonnay: Il Chardonnay è un vitigno a bacca bianca ampiamente coltivato nella regione di Champagne. È noto per conferire freschezza, eleganza e note di frutta bianca ai vini. Spesso utilizzato per creare Blanc de Blancs, che è prodotto esclusivamente con uve Chardonnay.
Pinot Noir: Il Pinot Noir è un vitigno a bacca nera che offre struttura, complessità e aromi fruttati ai vini di Champagne. È spesso utilizzato nelle miscele per apportare corposità, intensità e sentori di frutti rossi.
Pinot Meunier: Il Pinot Meunier è un altro vitigno a bacca nera che si trova ampiamente nella regione di Champagne. Contribuisce alla morbidezza, al fruttato e alla rotondità dei vini. Viene spesso utilizzato per bilanciare l’acidità e fornire una certa pienezza nei blend.
Questi tre vitigni, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, sono noti come “cépages principaux” e sono i principali componenti delle tradizionali miscele di Champagne.
Brut Rosè di Olivier Herbert in abbinamento alla carbonara di tonno con le linguine del Pastificio Ducato D’Amalfi
Questo Champagne si distingue per un attacco vivace, che si caratterizza per la freschezza e l’equilibrio tra la finezza del Pinot Nero e l’eleganza dello Chardonnay, senza mai risultare aggressivo.
Il suo colore rosa intenso e le delicate bollicine vi regaleranno un’esperienza gustativa fresca, arricchita dagli aromi di frutti rossi. Si rivelerà il compagno ideale per le vostre serate romantiche, aggiungendo un tocco di romanticismo a ogni sorso.
Si consiglia di servirlo come aperitivo a una temperatura di 7/8 gradi Celsius e, a tavola, a una temperatura di 10/12 gradi Celsius.
L’uvaggio comprende il 40% di Chardonnay, il 40% di Pinot Nero e il 20% di Pinot Meunier. In particolare, il 18% del vino è ottenuto da Pinot Nero proveniente da vecchie vigne e contribuisce al carattere rosso dell’assemblaggio.
Champagne Experience 2023, la VI°edizione il 15 e 16 ottobre
Redazione
Carol Agostini
L’evento più importante dedicato allo champagne si terrà come sempre a ModenaFiere nel secondo fine settimana di ottobre. La VI edizione di Champagne Experience, organizzata da Società Excellence, riunirà produttori e importatori italiani per due giorni di degustazioni. I partecipanti saranno suddivisi in base alla loro zona di produzione in Champagne.
L’evento è un punto di riferimento per i professionisti del settore in tutta Europa e offre l’opportunità di degustare le ultime novità e avere un’immagine aggiornata del mercato. L’Italia gioca un ruolo importante nell’export dello champagne, con 326 milioni di bottiglie spedite nel 2022.
Champagne Experience™ è il più grande evento italiano dedicato esclusivamente allo champagne. Promosso e organizzato da Società Excellence, riunisce importatori e maison in gran parte rappresentate dagli stessi produttori francesi, presenti durante l’evento. L’evento offre l’opportunità di degustare centinaia di champagne e partecipare a Master Class con vini e relatori di altissimo livello.
Le maison vengono distribuite sui cinquemila metri quadrati del padiglione A di ModenaFiere in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne.
Nel 2023, le maison presenti includeranno Thiénot, Paul Bara, Bruno Paillard, Henri Giraud, Ayala, Marguet, Jacquesson, de Venoge, Pannier, Encry, Louis Roederer, De Sousa, Larmandier-Bernier, Palmer & Co, Paul Clouet, Charles Heidsieck e Leclerc Briant.
Le diverse zone di produzione della Champagne sono Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs e Aube. Durante l’evento Champagne Experience™ a ModenaFiere, le maison vengono distribuite in base alla loro appartenenza geografica a queste zone di produzione.
Informazioni generiche
Nel 2021 le spedizioni di champagne hanno raggiunto quota 322 milioni di bottiglie, in aumento del 32% rispetto al 2020 (anno in cui le vendite si erano fermate a 245 milioni di bottiglie) ma con numeri più alti anche rispetto al periodo pre-pandemico (nel 2019 le vendite di champagne erano arrivate a 300 milioni di bottiglie). Le esportazioni di Champagne nel 2021 hanno raggiunto un record di quasi 180 milioni di bottiglie con un aumento del 31,8%.
La filiera dello Champagne conta 16200 viticoltori, 130 cooperative e 360 maison, che lavorano su una superficie vitata 34300 ettari in cui ci sono ben 319 cru.
L’area di produzione a denominazione Champagne (AOC) si estende nel nord della Francia per poco più di 34.300 ettari e comprende 319 cru, ossia i villaggi, di cui 17 “grand cru” e 44 classificati come “premier cru”. Il termine cru indica un determinato vigneto con le medesime caratteristiche di terroir, dove i “grand cru” rappresentano il gradino qualitativo più alto e migliore tra tutti.
I 17 Grand Cru della Champagne sono: Louvois, Bouzy, Ambonnay, Verzy, Verzenay, Mailly-Champagne, Beaumont-sur-Vesle, Sillery e Puisieulx nella zona nota come Montagne de Reims; A e Tours-sur-Marne nella Vallée de la Marne; Oiry, Chouilly, Cramant, Avize, Oger e Mesnil-sur-Oger nella Côte des Blancs.
La produzione dello champagne deve attenersi a un disciplinare rigoroso. In Champagne la raccolta dell’uva viene rigorosamente fatta a mano. I grappoli vengono raccolti in ceste larghe e poco profonde per evitare lo schiacciamento. Il disciplinare impone anche un periodo minimo di maturazione che va dai 15 mesi per gli champagne non millesimati, e 3 anni per i millesimati “Vini Prodotti da una sola Annnata”.
Se il vino base è realizzato con vino prodotto con uve raccolte in anni diversi, lo champagne è sans année; quando invece il vino base è prodotto con uve raccolte in un unico anno, allora lo champagne è millésime. Per essere millesimato il vino deve essere 100% di una sola annata.
Lo champagne presenta molte caratteristiche d’originalità fra i grandi vini francesi. La raccolta è manuale poiché è essenziale che le uve giungano in perfetto stato. Generalmente potremmo dire che lo champagne ha un gusto fruttato, floreale, spesso dotato di tonalità speziate, con frammenti di freschezza e vivacità. Lo champagne è uno dei vini perfetti per l’apertivo e si caratterizza per essere un ottimo abbinamento a numerose pietanze.
Il 9 marzo, h 19.30 una cena-degustazione in collaborazione con Top Champagne per abbinare all’alta cucina cinese di chef Zhang Guoqing le 7 annate prodotte negli Anni 90 dalla prestigiosa Maison de Champagne.
Menu degustazione con abbinamento agli champagne su prenotazione nella sola serata del 9 marzo 2023- costo 500 euro.
Il ristorante Bon Wei da sempre attento alla qualità della carta dei vini e agli abbinamenti con le specialità di cucina cinese, il prossimo 9 marzo propone ai suoi ospiti la possibilità di partecipare a un’esperienza esclusiva: una verticale di champagne Dom Pérignon composta dalle 7 annate prodotte negli anni Novanta (1990, 1992, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999), abbinate a 7 piatti dell’alta cucina di chef Zhang Guoqing.
La speciale cena-degustazione nasce dalla collaborazione di Zhang Le, patron insieme al padre del ristorante Bon Wei, con Andrea Silvello, fondatore di TopChampagne, con l’idea di condividere con gli ospiti la possibilità di vivere l’abbinamento di queste 7 annate di Dom Pérignon alle note esotiche di altrettanti piatti dello chef Zhang Guoquing.
Dom Pérignon, storica Maison de Champagne, simbolo di lusso e piacere a livello internazionale, vanta uno champagne dal progetto enologico molto chiaro e preciso:
solo vini in assemblaggio 50% Pinot Noir e 50% Chardonnay, solo millesimati (quindi solo uve della stessa annata) in tre diverse “Plénitude”, ovvero 3 diversi periodi (crescenti) di permanenza sui lieviti dopo la seconda fermentazione in bottiglia: il classico “Vintage” (6/8 anni), il “P2 o Deuxième Plénitude” (12/15 anni) e il “P3 o Troisième Plénitude” (più di 25 anni).
Negli anni ’90 sono state prodotte 7 diverse annate: 1990, 1992, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999. Queste, in versione “Vintage” (ovvero nella prima “Plénitude”), saranno le protagoniste della speciale degustazione” in verticale” da Bon Wei.
“Gli anni ’90 sicuramente oggi rappresentano il massimo splendore delle grandi bottiglie delle Maison de Champagne – spiega Andrea Silvello di Top Champagne – la migliore espressione che il vino possa portare nel calice dopo aver trascorso 6/8 anni sui lieviti e ormai più di 15/20 anni in bottiglia. Possiamo aspettarci un colore dorato intenso, un naso ricco di sentori di frutta secca, agrumi canditi, frutta matura.
Ovviamente, soprattutto dopo così tanti anni, solo l’assaggio della singola bottiglia potrà raccontare la sua storia e ogni annata sarà diversa per definizione. Sulla carta la 1990, 1995, 1996 dovrebbero essere sul podio ma il bello dello Champagne è che ogni volta riesce a stupire”.
Gli abbinamenti:
Gli abbinamenti sono stati studiati con una serie di raffinate ricette di pesce del Guandong-Canton, regione nota per la morbidezza e delicatezza dei suoi sapori: nell’ordine vengono proposti con il 1990 Shao Mai di branzino con cipollotti fritti e salsa allo zenzero; con il 1992 Polpette di Gamberi e Capesante su salsa di peperoni rossi e cetriolo; con il 1993 capesante al forno con trito di verdure e sfumature al whisky, con il 1995 Involtini di pasta all’uovo con gamberi e bambù, con il 1996 Noodle saltati con verdure e frutti di mare, con il 1998 Branzino in crosta con salsa agrodolce e pinoli tostati, con il 1999 Gamberi croccati all’olio di soia.
“Con questa cena-degustazione la nostra alta cucina cinese – spiega Zhang Le di Bon Wei – ha voluto inchinarsi alla maestosità dello champagne Dom Pérignon, facendo quasi un passo indietro rispetto alle certe pietanze speziate, piccanti o profumate, prediligendo ricette capaci di accompagnare e avvolgere con sapori vellutati queste intese bollicine. Un divertissement del palato che inviterà a sognare”.
Il percorso di ricerca sul vino di Bon Wei
Il ristorante Bon Wei sin dall’apertura si è fatto riconoscere per la qualità della carta dei vini e per l’attenzione negli abbinamenti con le sue specialità di cucina.
Se la prima carta è stata costruita con la consulenza di un sommelier italiano che ha preferito privilegiare etichette note, con un taglio più commerciale, l’arrivo di Zhang Le (figlio dello chef) nel febbraio 2013, sommelier Fisar e appassionato di vini, ha visto l’ingresso in carta di etichette più ricercate, capaci di reggere i sapori della cucina asiatica (dal dolce all’aspro al piccante), ragionando su abbinamenti non soltanto al singolo piatto ma all’intero pasto.
Uno Chardonnay o un Sauvignon con i loro aromi sposano perfettamente i dim sum fritti di pesce, mentre un bianco minerale come l’Etna o un Pinot Grigio barricato accompagnano anche il gambero piccante alla Kung Pao.
“Se la bollicina, che sia Champagne o Franciacorta, risponde ad ogni quesito, ci sono vitigni che risultano ben versatili con i sapori della Cina – spiega Zhang Le– il Pinot nero, che è uno dei miei preferiti e oggi va molto di moda, è polivalente, riesce ad accompagnare un pesce saporito così come una carne speziata”.
In effetti Pinot Nero vince sull’Anatra Laccata, mentre per i lamian (noodles tirati a mano) o il riso è il condimento che detta l’abbinamento. Con le zuppe invece difficilmente si accompagna un vino. L’Amarone e lo Sforzato invece possono reggere bene anche lo Shui-Zhu, stufato di manzo del Sichuan, molto piccante e aromatico.
A fine pasto, la cultura cinese – che non è “dolce” – lascia lo spazio alle grappe, al Baijiu e al whisky.
La ricerca da Bon Wei (che, va ricordato, in cucina è filologica e rispettosa della tradizione) è continua, e la carta dei vini sempre in evoluzione così come lo sono i piatti: con la creazione della carta di specialità regionali della Badacaixi (le 8 regioni gastronomiche di Cina) la ricerca delle etichette si è sempre più allontanata da scelte scontate, per privilegiare la nicchia, il territorio e il piccolo produttore da scoprire.
Parallelamente è presente una piccola selezione di vini italiani e stranieri (da Chateau Pétrus al Domaine de la Romanée-Conti, dal Masseto al Grange Penfolds), fatta con quei grandi nomi che non mancherebbero mai in un ristorante di lusso in Cina.
Oggi Bon Wei ha una carta di circa 300 etichette (70% italiane e 30 % estere, dalla Francia a Israele, dall’Australia al Sud Africa al Cile) che include anche un raro vino cinese, con prezzi dai 25 ai 12.000 euro.
Per favorire gli abbinamenti specifici, al calice sono poi sempre disponibili 1 Prosecco, 2 Franciacorta, 2 Champagne, 3 bianchi e 3 rossi.
Le feste 2022? A tutto Sparkling!Dagli Champagne Eric Taillet agli spumanti italiani della nuova linea B-Simple.
Redazione
Partesa porta in Italia il “re del Meunier” Eric Taillet con sei dei suoi inconfondibili champagne e lancia B-Simple, la sua nuova linea private label, con cinque spumanti italianissimi. E le festività si preannunciano più spumeggianti che mai.C’è chi le ama rosè e chi rigorosamente bianche. Chi le preferisce Dry e chi assolutamente a dosaggio zero.
Chi le ordina all’aperitivo e chi le gusta a tutto pasto. Ma su una cosa sono tutti d’accordo: le bollicine sono le regine indiscusse dei brindisi. E sono pronte a conquistare i calici degli italiani per le Feste 2022.
Ben lo sa Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., che quasi 25 anni fa ha dato vita all’innovativo progetto “Partesa per il Vino” costruendo un vasto e variegato portfolio di vini di qualità, con centinaia di referenze da circa 120 cantine italiane ed europee. Un portfolio che si fa sempre più sparkling, portando in Italia gli champagne di Eric Taillet e lanciando, proprio in vista delle Feste 2022, la nuova linea di spumanti Made in Italy, B-Simple.Ecco, quindi, tra Francia e Italia, la wine list di Partesa per le Feste più spumeggianti dell’anno.
CHAMPAGNE ERIC TAILLET
Dopo Drappier e Diebolt-Vallois, Partesa porta in Italia un altro gioiello della Champagne: le produzioni di Eric Taillet, il “re del Meunier”. Alla guida della maison dopo quattro generazioni di vignaioli, negli anni Eric Taillet si è fatto conoscere per il suo perfezionismo e una filosofia radicata nel rapporto tra il terreno e la sua cuvée.
Il terreno è quello della valle di Beval, zona settentrionale della Vallè de la Marne, di cui oltre 4 piantati a Meunier, vitigno emblema della maison. Viene coltivato solo da viti molto vecchie (alcune risalgono agli Anni ’50) e con certificazione biologica. Risultato? Champagne con una tipicità e uno stile riconoscibili fin dal primo sorso.
A partire dal Renaissance, champagne Extra Brut frutto di una cuvée di antichissime viti su terra battuta che matura 72 mesi in cantina, dando risalto a un’espressione del Meunier densa, complessa e di infinita eleganza: un vero e proprio Rinascimento, da gustare a tutto pasto, con piatti a base di pesce o carni bianche, oppure con formaggi stagionati.
Altro re della tavola, il Bansionensi – dal nome latino del villaggio di Baslieux-sous-Châtillon – colpisce per la sua freschezza e complessità. Nasce da una rigorosa selezione di vecchie viti e da un invecchiamento di almeno 36 mesi sui lieviti. Naso fresco e intenso, questo champagne Extra Brut è un’esplosione di frutta esotica e agrumi, che si ritrovano al palato tra aromi dolci, morbidi ed eleganti, rendendolo ottimo per gli antipasti, ma anche con piatti più elaborati che esaltano la delicata freschezza del vino.
A riflettere l’alto potenziale del terroir di Baslieux anche il Bansionensi Rosae, Rosè de Meunier Brut Nature (99% Blanc de Meunier, 1% Rouge de Meunier) che esprime l’equilibrio perfetto tra maturità, finezza e delicatezza. Con un elegante colore di rosa bianca.
E sempre da Baslieux-sous-Châtillon provengono il Meunier (90%) e lo Chardonnay (10%) che danno vita al Brut Nature Sur Le Grand Marais, perfetto per un brunch o un aperitivo: i profumi di agrumi e frutti bianchi lasciano spazio a quelli di brioches più delicati e leggeri, che dal naso riecheggiano nel palato in una continuità a cui le bollicine conferiscono freschezza e dinamismo.
Definito “un vino per buongustai”, Le Bois de Binson, Cuvée Blanc de Meunier, Extra Brut, nasce invece da una sola vigna del 1956 nella parcella Lieu-Dit, a Montigly, e si distingue per la sua aromaticità: avvolge il naso con aromi tostati di brioche, nocciole e noci e un tocco di frutta delicata, che si ritrovano in un assaggio che regala pienezza e rotondità, con gusto ricco e finale lungo.
Da abbinare a carni rosse e selvaggina per un’esplosione di sapori, ben accompagna anche pesce e carni bianche. Infine, il Des Grillons Aux Clos, altro 100% Meunier Extra Brut che ben si presta ad abbinamenti gastronomici: al naso è fresco, con note di agrumi, frutta tropicale, tostature e spezie dolci, mentre l’assaggio è netto, in un raffinato equilibrio tra il fruttato e il minerale, sostenuto da un perlage cremoso, fine e persistente, e un finale sapido.
B-SIMPLE.
Sono invece italianissime le bollicine di B-Simple, la nuova linea private label di Partesa che debutta nei locali e nei ristoranti del Belpaese proprio con l’avvicinarsi delle Festività.
Un nome emblematico (“B” come bollicine e “Simple” come il suo carattere schietto) per una collezione di cinque spumanti freschi, giovani, facilmente leggibili, perfetti per accompagnare momenti di convivialità all’insegna dell’essere (e del bere) semplice.
In una parola, appunto: B-Simple.
Prodotto in esclusiva per Partesa da Serena Wines 1881 nel cuore della regione del Prosecco, B-Simple è un full che si compone di due Cuvée e di tre denominazioni.
Agli spumanti metodo Charmat Cuvée Brut e Cuvée Extra Dry, si affiancano il Prosecco Rosé Doc Brut (90% Glera, 10% Pinot Nero), e il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry Millesimato (annata 2020) e il Prosecco Doc Treviso Extra Dry ottenuti da una soffice pressatura delle uve (85% Glera e un 15% di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio), lasciate poi fermentare ad una temperatura compresa tra 20 e 22°C.
Il processo di spumantizzazione avviene secondo il metodo Charmat in autoclavi di acciaio secondo le regole dettate dal disciplinare di produzione.
Perfetti sia da soli sia come base per la miscelazione, questi vini si distinguono per la loro freschezza e per i sentori floreali, che vengono richiamati anche nella grafica delle loro etichette dai colori accesi e brillanti, in un gioco di contrasti con il nome e il carattere.
E che sia con vini francesi o italiani, da provare con abbinamenti gourmet o da gustare da soli, quello del brindisi è un momento di convivialità tutto da condividere.
Anche sui social, dove Partesa per il Vino è da poco sbarcata con la nuova pagina @PartesaForWine, che affianca ed espande il portale Partesa for Wine – la piattaforma dedicata al racconto delle etichette e delle cantine partner -, proponendo novità, aneddoti e approfondimenti, appunti di degustazione, foto e video da produttori partner, esperti di Partesa e protagonisti del vino italiano e mondiale.
PARTESA
E’ una società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca. Attiva da 33 anni, oggi opera in 13 regioni con 40 depositi, impiega circa 1.000 persone e conta oltre 42.000 clienti, a cui offre un ampio portfolio di prodotti di qualità (oltre 8.000 referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food), nonché efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business.
ENOMUNDUS 2022 Champagne, il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron
Di Cristina Santini e Ilaria Castagna,Partners in Wine
Max Jacob citava : “ Lo champagne, se si ha tempo per ascoltarlo, fa lo stesso rumore, nella sua schiuma e nelle sue bollicine, del mare sulla sabbia”.
Proprio con questa citazione, noi Partners in Wine vogliamo raccontarvi il meraviglioso viaggio che abbiamo percorso, tra risate in treno da Roma a Firenze, e l’emozione che abbiamo vissuto nel degustare e scoprire vini esteri di piccole e medie produzioni dei 10 Paesi ospiti dell’evento, come Turchia, Spagna, Francia, Romania, Argentina, Cile, Libano, Austria e Paesi Bassi.
Insieme ad altri esperti del settore, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla seconda Edizione di “EnoMundus 2022”, la prima Fiera Mercato in Italia dedicata ai vini Internazionali, tenutosi a Firenze nella Sala Michelangelo dell’hotel Albani e ideata ed organizzata da Olfa Haniche di VinavieWineTasting, Export Manager di vini italiani all’estero e Consulente per importatori/distributori nazionali di vini esteri.
Media Partner dell’evento, FoodandWineAngel.com di Carol Agostini, Titolare dell’Agenzia e Commissario Internazionale Enologico.
BENVENUTI ALLE MASTERCLASS
Ci siamo focalizzate su due Masterclass svolte nella giornata di Lunedì 14 Novembre: quella sui vini della Grecia presentati dalla Famiglia “Hatzidakis”di Santorini, che approfondiremo nel nostro prossimo articolo sulla Rubrica Papillae.it, ed una dedicata a sei prestigiosi Champagne di tre piccoli Produttori, non importanti in Italia e quindi poco conosciuti ma che di altissima qualità. Entrambe abbinate, minuziosamente, ad una sorprendente e creativa selezione di formaggi presentati personalmente dall’Azienda “Le Direzioni del Gusto” di Avezzano.
Il focus sugli Champagne è stato condotto da Marco Maini, importatore e titolare, insieme a Stefano Bazzoni, della MB Bollicine Di Francia, con sede a Parma, e guidato da Carol Agostini con il prezioso intervento del critico enologico, Paolo Baracchino.
Maini ci racconta: “La nostra società è nata 3 anni fa, è un progetto pensato intorno al 2015 quando io e Stefano iniziammo a girare per la Champagne, mossi solo dalla nostra passione. Il nostro intento era quello di trovare dei “vignerons” legati al territorio che producessero in maniera ineccepibile degli Champagne totalmente diversi rispetto a quelli emblematici”.
La loro scelta è proprio quella di importare alcune delle bollicine più nobili e prestigiose al mondo, Champagne che valorizzano e danno importanza a piccoli produttori, di nicchia, poco conosciuti che con determinazione, un po’ di pazzia e coraggio fanno delle scelte sensazionali con risultati eccellenti.
L’INIZIO DI UN VIAGGIO SENSORIALE
Tra le Maison protagoniste di questa incredibile degustazione troviamo quella di Noël Bazin, di Mangin Et Fils Leuvrigny e quella di Perron Beauvineau.
Discendenti di viticoltori dello Champagne dal 1999, hanno poco più di tre ettari situati a Villers- Marmery, villaggio classificato come Premier Cru nel “Parco Regionale della Montagne de Reims”. Tipicamente quella è una zona di Pinot Nero e Petit Meunier, ma per scelta aziendale hanno deciso di coltivare esclusivamente “lo Chardonnay della montagna”. I loro vigneti hanno un’età tra i 5 e i 60 anni situati su un suolo formato da gesso mescolato a ghiaia e producono 16.000 bottiglie l’anno.
Con la degustazione del primo Champagne, abbiamo il piacere di emozionarci con il Blanc de Blancs Millésime 2017 “La Révélation”, Brut Nature, 100% raro Chardonnay della Montagne de Reims, proveniente da un vitigno vecchio di 50 anni “Les Basses Alouettes”, con dosaggio zero e 48 mesi sui lieviti.
Al calice notiamo subito un colore oro limpido con un perlage elegante e fine. Al naso è fresco e superbo con una bellissima nota di arancia rossa, litchi e di albicocca. La parte agrumata di lime e la nota di ribes risultano molto persistenti. Una bocca vivace con un’effervescenza cremosa e delle sensazioni di purezza che ci rivelano tutta la sua autenticità poiché non dosato. Un sentore di canditi e miele ci lascia ben sperare in un invecchiamento degno di nota.
Ha una bella spalla acida, ma non fastidiosa con una bollicina ben integrata al liquido; chiude al palato con una buona sapidità asciutta ed un finale citrico. La potenza fruttata, la sapidità e l’acidità arrivano in finale molto bilanciati. Sentiamo al palato quasi una patina di burro. E’ setoso con una nota di lievito nel finale.
Dalle parole di Carol: “Questa degustazione volevo farla un pochino più tecnica, immergendoci dentro alle nostre sensazioni organolettiche, perché lo champagne è un prodotto che va compreso, capendolo bene ci si immerge in tutti i suoi odori e sapori”
Con il secondo calice ci prepariamo energicamente ad un Millesimato non dichiarato in etichetta, l’Étonnante Brut en fût Blanc de Blancs, 100% Chardonnay di Villers-Marmery, del 2015, affinato in botti di rovere per 12 mesi e per il 10% lavorato con il Metodo Soléra. Le uve provengono solo da una singola parcella denominata “L’Harenne”. Dosaggio: 8 g/l e 48 mesi sui lieviti.
Ci sorprende un colore giallo oro con maestose perle che regalano un’effervescenza duratura. Ci rendiamo subito conto che, facendo un 10% di Solera, sicuramente ha preso quelle note di caramello e noccioline che riempiono di profumi maggiormente il naso. In bocca si distingue bene l’acidità e la sapidità spiccata. Una nota di canditi più pronunciata rispetto al primo, fragrante e ricco di agrumi e frutta secca.
Il legno della botte è perfettamente amalgamato, note di banana verde, crema pasticcera e crosta di pane che ci avvolgono il palato. Attendendolo nel calice, sprigiona anche dei sentori vegetali. Ampio e generoso, complesso e in evoluzione, un significativo equilibrio tra freschezza e legnosità con un sentore di clementine candite nel finale. Una delizia al palato.
Proseguiamo con la Maison Champagne Mangin Et Fils Leuvrigny a Le Chêne-la-Reine, con vigneti situati sulle pendici della “Vallée de la Marne”, nel cuore del vigneto Champenois. I loro terreni, a seconda delle zone, sono composti da argille, marne e vari calcarei. I principali vitigni che compongono il vigneto sono il Pinot Meunier e lo Chardonnay e producono mediamente 20.000 bottiglie l’anno. Maini ci spiega: “Ho deciso di proporvi per questa degustazione solo il suo Petit Meunier in purezza poiché è quasi una rarità, non sono in tanti a produrlo, lo usano soltanto per il taglio”.
Il terzo calice sorprendente: 100% Petit Meunier, Medaglia d’oro al Concorso Mondiale Femminile 2022, non dosato con tre anni minimo sui lieviti. (riposa per 6 mesi dopo la sboccatura).
Presenta un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati, perlage persistente e fine. Al naso avvertiamo una nota molto particolare di chinotto e vermouth, amalgamata perfettamente ad un bouquet di frutti gialli come la mela cotogna. Note finali di fiori secchi come il caprifoglio.
In bocca una bella vivacità con sentori di fichi, miele, una nota mentolata di muschio che non dispiace e delle note agrumate sposate benissimo allo zenzero, chiudendo nel finale con un potpourri di fiori secchi.
Ci vengono proposti tre formaggi in abbinamento a questi primi tre calici raccontati da Tiziana Spera, proprietaria dell’Azienda “Le Direzioni Del Gusto” che ci consentono di immergerci nei vari sapori delicati e forti, speziati e fruttati, tutti diversi e colorati, sperimentando insieme anche l’accostamento più ottimale.
“Con il primo calice abbiamo abbinato un formaggio di mucca con il pistacchio, il secondo, invece, viene lavorato con miele e noci con l’aggiunta di un pizzico di miele sul finale, il terzo infine è con l’arancia. Li abbiamo lavorati in maniera molto più delicata proprio per questa occasione”.
Subito dopo Carol ci tiene a spiegare:
“State giocando con i gusti? Lo sapete che i sensi non sono cinque ma sono ben 17. Ho scritto un libro sull’Enogastronomia sensoriale parlandone sotto forma di romanzo. Si parla dei sensi in forma lieve dove, chi ha un occhio più tecnico, riesce a comprendere quale sia il progetto, ovvero quello di unire Enogastronomia, Sensi e Programmazione Neurolinguistica. Chi non non riesce a comprendere questo legame, può leggere un bel romanzo divertendosi.
Per questo motivo è molto tempo che porto avanti dei seminari e dei corsi sui sensi che non sono cinque, come vi spiegavo prima, ma ne sono stati classificati diciassette, tra cui la pressione sanguigna, lo stimolo della fame e lo stimolo del bagno. Sono state inserite anche le Percezioni che sono cinque compreso l’Umami. Ad oggi, ci sono molti studi sulla sensorialità e sulla percezione dei sensi, ve lo lascio come spunto poiché io vivo di sensi come spero lo facciate tutti, chi più e chi meno, ma credo sia una cosa molto interessante su cui fare ricerche”.
Continuiamo, questo viaggio intenso, con il quarto calice della serata, sempre della stessa Maison, il loro “Millésime” 2018.
Un 100% Meunier, con bottiglie a numero limitato, dosaggio 10 g/l, invecchiato per un minimo di 5 anni sui lieviti.
Alla visiva notiamo un colore giallo paglierino con lievi riflessi verdi nel calice, un perlage sottile e molto fine. Al naso ci invadono le note di agrumi, soprattutto limone e pompelmo, che ritroviamo anche al palato con una lieve nota di vaniglia.
La sua parte agrumata così persistente e la grande sapidità ci fanno pensare ad una lunga vita per questo vino. Il tempo passa e noi assaporiamo maggiormente la sua apertura verso note più dolci di castagna bollita sbucciata. Confrontandoci, troviamo all’unisono tutte le componenti in armonia tra loro, perfino gli stessi aromi per via retronasale.
Come ultima Maison, lo Champagne Perron Beauvineau, situata a Meurville, nella “Cote des Bar”, micro regione popolata da soli 180 abitanti. Qui le colline sono ben esposte e caratterizzate da suoli argillosi calcarei. Maina qui ci spiega, sorridendo, come il produttore di questa Maison sia un vero e proprio pazzo, poiché i suoi Champagne, a partire dal suo Entry Level, riposano minimo 6 anni sui lieviti e produce circa 70.000 bottiglie. “Produce Millesimati a partire dal 2002, 2004 e 2008 che degusterete oggi. L’anno prossimo uscirà con un millesimato 1996 quindi uno Champagne invecchiato, d’annata”.
Nel quinto calice abbiamo la Cuvèe Prestige “Minor Villa”, annata 2008, prodotta nelle vecchie bottiglie di Champagne, di formato più arrotondato, da uve 40% Chardonnay, 40% Pinot Nero e 20% Pinot Meunier, dosaggio tra i 7-8 g/l.
È di un colore oro più intenso e lucente, con una bollicina finissima, e qui ci sentiamo una banana matura con una lieve nota agrumata. Al naso troviamo sentori di crosta di pane e una nota minerale molto particolare e spigolosa come il torsolo della mela renetta.
Al palato si aprono note balsamiche, come menta e muschio, un’acidità notevole che vira sul limone e pompelmo giallo. Lascia in bocca una bella pienezza con sensazioni avvolgenti di miele d’acacia che donano una grande persistenza ed eleganza. Sul finale, in bocca, ha una piacevole nota iodata e di acqua marina. Estrema finezza.
Per il calice finale, Marco e Carol ci presentano una Cuvée “Abraham”, Vieilles Vignes, Millésime 2004, prodotta da vigneti di età media 46 anni, composta per il 34% da Pinot Nero, 33% da Chardonnay e 33% da Pinot Meunier, fa 12 mesi di affinamento e 8 mesi di riposo in bottiglia. Dosaggio 6 g/l.
Osserviamo il suo finissimo perlage ed il suo colore giallo paglierino con riflessi perlati. Al naso ha un’espressione aromatica molto delicata con note di ciliegia sotto spirito e pere Williams, una bella freschezza aromatica. Al palato presenta note di minerale, pietra focaia, aromi di frutta bianca come pera, mela, renetta più dolce, susina e melissa. Una spiccata freschezza e una grande persistenza.
Paolo Baracchino interviene: “E’ un’esplosione di miele accompagnato a questa nota di limone, bergamotto e pompelmo giallo che avvolgono tutta la bocca. Penso che sia positivo sentire la nota agrumata perché ci permette di bere con piacevolezza”.
Tiziana Spera ci propone, in abbinamento a questi ultimi tre calici, una caciotta semistagionata affinata ai frutti di bosco, un altro formaggio con 100 erbe e mela molto delicato e dolciastro ed infine, un Camembert con arancia, fava di cioccolato e cacao. Sublime.
Rimaniamo sedute finché la sala si svuota, in riflessione, e prendiamo coscienza che siamo al termine del nostro viaggio sensoriale. È stata una giornata ricca di stimoli e conoscenze, tra conversazioni e degustazioni, un continuo dialogo piacevole ed effervescente durante il quale confrontarsi sulle nostre percezioni godendoci il tempo presente.
In un calice di vino non ci sono solo profumi, sapori e colori, ma c’è tutto quel mix di esperienze sensoriali strettamente collegate alle persone e al territorio di produzione.
Ci teniamo a ringraziare di cuore Carol Agostini e Olfa Haniche per l’invito e l’accoglienza. Per noi è stato un incontro sorprendente, molto interessante e stimolante con dialoghi e opinioni costruttive.
Concludiamo con un nostro pensiero:
Abbiamo vissuto in un solo giorno emozioni pure e contrastanti, emozioni che hanno lasciato in noi ancor di più la voglia di scoprire, degustare ed emozionarsi davanti ad un calice.
Ilaria Castagna e Cristina Santini Partners in Wine
MB Bollicine di Francia Marco Maini e Stefano Bazzoni
EnoMundus Masterclass, gli champagne di MB Bollicine di Francia
Redazione
La giornata di EnoMundus del 14 novembre 2022 inizia con un viaggio “ di vini, bollicine e acque di lusso” con il programma “EnoMundus Masterclass” .
Una serie di degustazioni guidate dedicate quest’anno a focus ben definiti: La Grecia, le acque e gli champagne.
Dall’isola di Santorini, alle acque dell’ associazione Acque minerali Academy Aps agli champagne selezionati da MB Bollicine di Francia.
Appuntamenti accompagnati da banchi di assaggio, affiancati a masterclass e abbinamenti con i formaggi di Le Direzioni del Gusto.
Un viaggio da percorrere nelle giornate di EnoMundus 2022, che come dalla prima edizione, con una interessante serie di assaggi e degustazioni coinvolge operatori, stampa e tecnici di settore, oltre al pubblico che domenica potrà soddisfare il proprio palato quanto la propria conoscenza.
L’ultima masterclass della giornata alle ore 16,00 vede protagoniste le bollicine francesi di MB Bollicine di Francia, condotta da Marco Maini e Stefano Bazzoni con Carol Agostini, commissario internazionale enologico, titolare dell’Agenzia FoodandWineAngels.
Gli Champagne in assaggio sono:
Champagne NOËL Bazin
• Brut Nature Blanc de Blancs Millésime 2017 La Révélation 100% raro Chardonnay della Montagne de Reims, 100% vendemmia 2017, da un vigneto di 50 anni “Les Basses Alouettes”, dosaggio zero.
• Brut en fût Blanc de Blancs l’Étonnante 100% Chardonnay di Villers-Marmery, raccolto nel 2015 e affinato in botti di rovere per 12 mesi, dosaggio: 8g/l.
Champagne Mangin Et Fils Leuvrigny
• Brut nature 100% Meunier Medaglia d’oro al Concorso Mondiale Femminile 2022, non dosato, 3 anni minimo sui lieviti.
• Millésime bottiglie a numero limitato, vendemmia 2018, 100% Meunier, dosaggio 10g/l, invecchiato per un minimo di 5 anni sui lieviti in cantina.
Champagne Perron Beauvineau
• Cuvée Haubette 100% Blanc de Noirs, 100% Pinot Nero, dosaggio zero, invecchiamento 6 anni sui lieviti.
• Cuvée Abraham Vieilles Vignes, Millésime 2004, Prodotta da Vieilles Vignes, con un’età media di 46 anni e mezzo, la cuvée Abraham è vendemmiata al 100% nel 2004, è composto per il 34% da Pinot Nero, per il 33% da Chardonnay e per il 33% da Pinot Meunier.
Marco e Stefano dopo anni di esperienza e passione hanno selezionato i loro “vignerons” e si sono specializzati nell’importazione e distribuzione di champagne di altissimo pregio. La loro filosofia aziendale si incentra sulla ricerca di piccole aziende familiari che producono con estrema qualità, serietà e continuità nel corso del tempo.
Si tratta di un approccio molto rigoroso, che rifiuta le mode e che li ha portati verso l’importazione di prodotti a volte molto rari e prestigiosi spesso di piccolissimo mercato ricercati da coloro che aspirano a prodotti d’eccellenza.
“Era una BOTTE buia e tempestosa…ops notte volevo dire notte, cominciamo bene con i lapsus freudiani …dunque dicevo era una notte buia e tempestosa….mi pare si dica così… ogni storia con un pizzico di suspense inizia cosi…riprendiamo… io ed un amico, anzi più di un amico, ci trovavamo a cena a casa di un altro amico, un carissimo amico che come noi è un grande estimatore del nettare del Dio BACCO, ecco eravamo a cena quando tra un lampo, un tuono ed il fragor della pioggia, il nostro amico appunto ci annuncia con il tono trionfale delle trombe dell’Aida..
Ragazzi vi faccio assaggiare uno champagne di un piccolo produttore che è una meraviglia e che non viene importato in Italia, assaggiate e ditemi cosa ne pensate”
Noi quello champagne lo abbiamo assaggiato anzi ad onor del vero ce ne saremmo bevuto una bacinella tanto era buono, diciamo uno champagne stupefacente nel senso della parola perché non appena bevuto abbiamo avuto visioni mistiche.
Da quel momento il danno fu fatto e furono creati due inguaribili appassionati del re dei vini o se preferite del vino dei Re, da quel momento è iniziato un amore che ci ha condotto a studiare seriamente e tanto ed a viaggiare in lungo ed in largo per quella terra baciata da Dio (BACCO) che è la champagne andando a conoscere di persona i vignerons che ti ricevono, dopo aver lavorato in vigna, con le scarpe sporche di terra orgogliosissimi del loro lavoro e delle meraviglie che producono.
Ed è a questo punto che abbiamo deciso di iniziare la nostra avventura per condividere la nostra passione per lo champagne” Marco Maini e Stefano Bazzoni.
Gli Champagne saranno accompagnati dalla selezione di formaggi di: Le Direzioni del Gusto.
Champagne Experience 2022, cresce del 16% il numero di maison partecipanti
Redazione
Saranno 141 le maison partecipanti alla più importante manifestazione dedicata allo champagne in Italia in programma a Modena il 16 e 17 ottobre. Più di 800 vini in degustazione e un ricco calendario di appuntamenti di approfondimento. Una tavola rotonda punterà i riflettori sull’imprenditoria femminile in Champagne.
Modena, 04 ottobre 2022 – Manca poco al via della V° edizione di Champagne Experience, l’ormai tradizionale appuntamento modenese dedicato alle nobili bollicine francesi in programma domenica 16 e lunedì 17 ottobre.
La kermesse è organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza.
Per due giorni i padiglioni di ModenaFiere diventeranno, per l’occasione, il teatro che vedrà affiancati i produttori e i loro importatori in Italia:
un grande grande banco di assaggio con più di 800 vini di 141 aziende di champagne tra storiche Maison e piccoli vigneron, è pronto ad accogliere professionisti del mondo Horeca e appassionati di champagne provenienti da tutta Italia.
Le anime del mondo dello champagne saranno suddivise in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne – Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube – oltre alle “maison classiche” riunite in una specifica area.
“Siamo davvero entusiasti del riscontro che abbiamo ricevuto dalla regione Champagne” rivela Lorenzo Righi, direttore di Società Excellence, nonché ideatore e organizzatore di Champagne Experience. “Sono 20 le nuove aziende aderenti, con più di 800 vini in degustazione. Le abbiamo selezionate tramite un preciso criterio: la manifestazione, organizzata da professionisti che operano a livello nazionale, consente di dare visibilità a maison che hanno una struttura commerciale ben organizzata sul territorio italiano. Gli operatori in visita a Modena si aspettano infatti di trovare etichette che possono proporre alla loro clientela nei rispettivi locali, dall’Alto Adige alla Sicilia”.
Champagne Experience conta anche quest’anno sul supporto della Camera di Commercio di Modena e si avvale del patrocinio del Comune di Modena che ha trovato in questa manifestazione un alleato per far convergere sulla città il meglio della distribuzione nazionale di fine wine insieme a ristoratori, enotecari e operatori interessati a tenere alta la proposta delle loro carte dei vini.
L’appuntamento non proporrà soltanto incontri con i produttori e per accogliere al meglio gli oltre seimila visitatori attesi in Emilia, sono stati previsti anche momenti di formazione, confronto, approfondimento e dibattito con l’obiettivo di offrire al visitatore un’esperienza sensoriale coinvolgente insieme a un supporto culturale di grande livello.
Il programma di master class sarà condotto da due professionisti e profondi conoscitori del mondo dello champagne del calibro di Alberto Lupetti, giornalista professionista, e Alessandro Scorsone, Miglior Sommelier d’Italia nel 2008.
Tra i diversi eventi in programma, molti dei quali valorizzeranno anche i prodotti d’eccellenza e i tesori enogastronomici del territorio emiliano, anche una tavola rotonda dedicata all’impegno femminile presente in Champagne, con la presenza di alcune delle nove dirigenti e proprietarie che hanno fondato l’associazione La Transmission – Femmes en Champagne. A moderare la «table ronde» sarà la giornalista Maddalena Fossati, direttore de La Cucina Italiana e Condé Nast Traveller.
“L’obiettivo di queste imprenditrici è quello trasmettere l’incredibile tesoro di conoscenze, storie e tradizioni, presenti in Champagne” afferma Luca Cuzziol, presidente di Società Excellence. “Rappresentano una voce diversa, consapevole e innovativa. Si sono unite, nonostante siano tutti i giorni concorrenti sul mercato, per rendere ancora più forte il loro territorio e il loro lavoro. È la stessa filosofia che anima i membri di Società Excellence sin dalla sua nascita 10 anni fa”.
Tutte le informazioni sulla manifestazione e sulle master class sul sito di Modena Champagne Experience: www.champagneexperience.it
Uno champagne dal color oro intenso, colore del grano animato da esili e luminose bolle, ancora vivaci pur essendo un vintage.
Degustazione
Al naso è ampio e maturo, appena stappato emana aromi di brioche, di lievito e burro fuso, su uno sfondo leggermente “affumicato”. Dopo si evolve con eleganza verso note speziate e di bosco, dai funghi al sentore di tartufo, terriccio, pepe nero e ginepro, leggero aroma di caffè, frutta esotica matura, albicocca, bergamotto e caramello. Aromatico con accenni di timo, pasta di mele cotogne, frangipane e miele, mandorla tostata in chiusura. È un naso complesso e molto elegante.
Al palato è ampio e di corpo, consistente e pieno, rotondo ma vivace allo stesso tempo con una spiccata acidità ancora viva e presente. La consistenza del vino suggerisce la seta rendendolo raffinato con un’esplosione di sapori in continuo movimento, con un tannno morbido, aroma di mango, papaya, albicocca, ananas matura, sempre di degustare del tartufo bianco fresco, dei chicchi di caffè mescolati a delle spezie dolci e leggermente piccanti. In chiusura ritorna la mandorla sentita al naso. Il finale è franco, lungo, cremoso e fresco con note saline e gessose.
Abbinamento
Lo si potrebbe pensare in compagnia di pollame in camicia, risotto allo zafferano, ravioli farciti da selvaggina, da fegato di vitello e formaggi con delle stagionature importanti.
Si abbina bene anche a poularde di Bresse in camicia con salsa di panna e funghi, quenelle di tartufo, animelle, brasato di vitello, châteaubriand con salsa di foie gras.
(Trovate ricetta del risotto allo zafferano a fine articolo)
Mission e terroir
Le vigne si trovano sulla riva destra della Valle della Marna, dove regna il sole, donando calore e luce alla vite, curate nel massimo rispetto del territorio, una delle mission della Maison, fare di tutto per ottenre un raccolto di qualità perchè la seconda mission è quella di rispettare i clienti offrendo loro un vino seguito in tutte le sue fasi produttive.
“Lo Champagne è segnato dal suo terroir ma anche dal suo viticoltore” citazione da sito della Maison Caillez Lemaire.
L’etichetta del prodotto ha subito un rinnovamento, un nuovo look grafico, mantenendo il colore nero che la caratterizza.
La Belle Époque
E’ uno champagne che riporta a “La Belle Époque” a quel periodo storico, culturale e artistico che inizia dalla fine dell’Ottocento e si conclude con lo scoppio della prima guerra mondiale (1970-1914), che significa “bei tempi”, o “l’epoca bella“, termine coniato in Francia che rievocava una vera e propria realtà storica ricordandola con nostalgia.
E’ l’epoca delle grandi scoperte come la radio, il cinema, l’illuminazione elettrica, le grandi comodità che garantirono alla persone il miglioramento della vita quotidiana, esplosione di correnti di tipo artistico-letterario e nelle capitali europee si viveva in modo intenso e brillante.
In questo periodo le persone affrontavano la vita in modo spensierato, vivendo di ogni tipo di lusso, di scoperte enogastronomiche, del bello e dell’eccitante, proprio come questo champagne, intrigante a tal punto di ricondurre la mente a collegamenti storici e figurativi.
Ricetta Risotto allo zafferano
Ingredienti per 4 porzioni:
2 l acqua circa1 coste di sedano
1 carote
1.5 cipolle una per il brodo e mezza per il risotto
prezzemolo q.b.
rosmarino q.b.
salvia q.b.
sale fino q.b.
320 g riso per risotti
0,125 g zafferano, 8 stimmi circa
40 g formaggio grattugiato tipo grana o parmigiano
30 g burro due noci
olio extravergine di oliva q.b.
100 ml vino bianco mezzo bicchiere
pepe q.b.
Esecuzione: mettere subito a macerare gli stimmi in un bicchiere a temperatura ambiente di acqua e latte intero
preparate il brodo. Riempite una pentola di acqua (circa 2 litri), immergete una cipolla, una costa di sedano, una carota e il mazzetto aromatico. Salate secondo i vostri gusti.
Spostate la pentola sul fuoco e cuocete il brodo contando almeno mezz’ora dal momento del bollore.
In una pentola capiente sciogliete una noce di burro insieme a un filo d’olio d’oliva, fate imbiondire la cipolla tritata finemente.
Versate il riso e tostatelo un paio di minuti mescolandolo in continuazione. Sfumate col vino bianco.
Evaporata la parte alcolica del vino, aggiungete lo zafferano precedentemente infuso in 200ml di acqua e 50ml di latte intero e cominciate a cuocere il riso a fiamma media, mescolando in continuazione e aggiungendo un mestolo di brodo per volta (quando il brodo sarà assorbito, aggiungetene un altro fino a terminare la cottura del riso).
Cotto il riso tenendolo al dente, spegnete il fuoco, aggiungete il formaggio grattugiato e un’altra noce di burro e mantecare energicamente con un mescolo di legno (Fate riposare il riso in pentola per un paio di minuti prima di servirlo in tavola, chiudendo con un coperchio).
A piacere spolverate il riso impiattato con una manciata di pepe nero.
OTTIMO ABBINAMENTO CON IL NOSTRO CHAMPAGNE, GOLOSO, LUSSURIOSO E DI SENSI.
Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007
Di Carol Agostini
Avete presente quando vedete passare una donna di 50 anni con un profumo intenso, di grande eleganza, curata nei minimi dettagli, oppure quando guardate un quadro di Lorraine Dell Wood che raffigura donne con il cappello, quel misterioso vedo e non vedo che racchiude eleganza ed immaginazione, oppure quando guardate una sfilata di Victoria’s Secret in cui il binomio musica e abiti stupendi indossati da modelle straordinarie sono di pura e folle eleganza???
Ecco cosa rappresenta per me la “raffinatezza” e la posso attribuire anche a questa Magum di Bollinger 2007.
Vitigni
Cépages: Pinot Nero 60%, Chardonnay 40% , 60 mesi sui lieviti, grande emblema di finezza, struttura ed intensità.
In questa bottiglia sono racchiuse le uve di un’annata di eccezionale qualità, che rappresentano il territorio, il clima e tutte le caratteristiche dei vitigni assemblati sorso dopo sorso.
Difficile descrivere questo champagne in poche righe, visto la qualità e persistenza.
Organoletticità
Un gioco di sentori ed aromi conquistano tutti noi che lo abbiamo bevuto in una serata di estrema curiosità e golosità.
Pesca, frutta esotica come papaia, mango, ananas, inebriano i nostri sensi olfattivi, man mano un crescere di profumi, mandorla, pane, caffè, pepe bianco, noccioline, vaniglia si alternano creando armoniose sfumature.
Avvolgente ingresso, fresco, equilibrato, con bolla fine, spazia dalla frutta esotica a note di tostatura, successivamente aromi speziati, note di pietra, fiori gialli; la successione non è gradualmente esatta, c’è un andamento degustativo oscillatorio con picchi organolettici e quando meno te lo aspetti ecco giungere gli agrumi in una suadente sensazione di cremosità, tra alternarsi di freschezza e sapidità.
Nel villaggio di Aÿ, patria dello Champagne Bollinger, fondata nel 1829, si possono incontrare alcuni membri del team di vinificazione che fanno rotolare le botti sui ciottoli. Entrando nella casa di Madame Bollinger o nei vicoli delle cantine, passato e presente si fondono in un contesto armonioso e avvolgente.
Si respira costantemente profumi di vino, mosto, di legno e di essenze che ricordano sentori di frutta, di uva.
Una storia di unione, di passione per il mondo vino tra Athanase Louis Emmanuel conte di Villermont, che scelse di unirsi in società con il tedesco Joseph Bollinger e con l’appassionato di vino Paul Ranaudin.
Anno dopo anno, dopo essere riuscito a imporre con successo le bollicine nei mercati inglese e statunitense, fu proprio Joseph Bollinger a divenire l’uomo-simbolo della Maison.
Riconosciuta per la grande qualità e vivacità dei suoi vini, la cantina, grazie alla posizione privilegiata dei vigneti di proprietà e alla rigida etica produttiva, sottoscritta e sancita da principi messi su carta, è affermata e stimata a livello internazionale.
Ay è un paesino tranquillo circondato da dolci colline coltivate a vite.
In questo luogo incantanto trovate le Maison più conosciute e famose della Champagne: Veuve-Clicquot, Bollinger e Moët et Chandon, oltre ad altri piccoli produttori.
Alcune di queste Maison offrono dei tour, c’è inoltre, Cité du Champagne Collet-Cogevi è un museo con centro degustazioni e tour delle cantine. Al centro del paesino, le caratteristiche strade lastricate conducono ai bistrot e alla chiesa in stile gotico di Saint-Brice d’Ay.
Curiosità
Il mosto proveniente dalla prima spremitura viene usato per la produzione degli Champagne, mentre tutto quello ottenuto con la seconda pigiatura è venduto ad altre cantine. Attualmente, la maison può contare su un’estensione vitata che arriva a coprire oltre 160 ettari, la maggior parte dei quali si trovano suddivisi tra la montagna di Reims e il territorio di Ay.
Classificazioni
Classificati tra Grand Cru e Premier Cru, tutti gli Champagne maturano dai tre agli otto anni, superando i tempi di richiesta di vinificazione dei disciplinari, sviluppando la vastità di sentori, aromi nel massimo equilibrio e persistenza.
Abbinamento serale
Questo champagne è stato abbinato a ostriche di varia tipologia, le Bèlon caratterizzate da carni bianche, cresciute tra acqua salata di mare e dolce della foce di fiumi, le De claire sono affinate in bacini di acqua dolce poco profondi e argillosi.
Oltre alle ostriche è stato abbinato a prodotti caseari di varia stagionatura partendo da 48 mesi, fino all’abbinamento con dello Stilton.
Il blue stilton è un formaggio erborinato vaccino, da latte intero e pastorizzato, tipico inglese che prende il nome dall’omonimo villaggio in cui, nel XVIII secolo, fu prodotto per la prima volta.
Invece il White Stilton è un formaggio dalla consistenza friabile, con una tendenza dolce spiccata, spesso usato come base per dolci, inoltre, si possono aggiungere ingredienti freschi o conservati tipo: uva, vari tipi di agrumi, albicocca e zenzero, mirtilli e fichi secchi.
Conclusione
Uno champagne che racconta la raffinatezza produttiva di una Maison attenta, capace di sedurre e conquistare ad ogni bolla.