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  • SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    SIMEI, indagine Wine Meridian: cosa significa comunicare per le imprese del vino nel 2022?

    Redazione

    Obiettivi, attività, investimenti, organizzazione, valori. L’indagine di Wine Meridian fa emergere una considerazione: “Di fronte ad un mondo del vino che cambia, si continua a comunicare alla stessa maniera”.

     

    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino
    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    Amorim Cork Italia, filiale italiana del Gruppo Amorim, prima azienda al mondo nella produzione di tappi in sughero, ha voluto essere presente con il proprio stand al SIMEI 2022, il Salone Internazionale delle macchine per enologia e imbottigliamento di Unione italiana vini (UIV), organizzato a Fiera Milano (Rho) dal 15 al 18 novembre 2022 e dedicato quest’anno al tema della sostenibilità.

    Lo stand di Amorim Cork Italia ha ospitato quattro interventi con alcune tra le più autorevoli firme del settore vino. La location ideale per un dialogo multidisciplinare sul tema del rispetto del vino in ogni sua accezione e su una visione positiva e sostenibile dell’evoluzione e del progresso.

    Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente Presidente e Direttore responsabile di Wine Meridian, chiamati a partecipare al confronto, hanno contribuito con un intervento dal titolo: “Confronto sulla strategia e la pianificazione necessaria alla narrazione del vino da parte di cantine che sono sempre più brand”.

    Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente Presidente e Direttore responsabile di Wine Meridian
    Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, rispettivamente Presidente e Direttore responsabile di Wine Meridian

    L’intervento si è focalizzato su una indagine condotta da Wine Meridian che ha coinvolto 324 aziende del vino con l’obiettivo di approfondire cosa significa oggi comunicare per le imprese del vino.

    Come le aziende comunicano la propria produzione, quanti investono nella comunicazione?, articolo SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino
    Come le aziende comunicano la propria produzione, quanti investono nella comunicazione?, articolo SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

    Dall’indagine è emerso che la maggioranza (85%) delle aziende investe in comunicazione, il restante 15% non si occupa di questo aspetto ma afferma di avere delle motivazioni ben definite: assenza di budget, tempo, personale formato, consapevolezza reale.

    Far conoscere il proprio brand ed i valori aziendali risulta essere l’obiettivo più condiviso (59%) che le aziende mirano a raggiungere attraverso le attività di comunicazione. Il 29% del campione ritiene che l’obiettivo primario sia trovare nuovi clienti ed aumentare le vendite.

    Le attività di comunicazione più utilizzate negli ultimi 3 anni si sviluppano soprattutto sui social media, ma anche, in misura inferiore, attraverso la partecipazione a fiere/eventi, l’implementazione del sito web ufficiale, lo sviluppo dell’e-mail marketing e di prodotti redazionali.

    Solo il 14% delle imprese del vino ha una figura interna dedicata che si occupa di comunicazione, mentre il 19% del campione non ha nessuna risorsa impiegata su questo fronte. Il 20% delle aziende si affida ad agenzie esterne e la maggioranza (47%) utilizza una risorsa interna trasversale che svolge anche altri ruoli.

    Il 59% delle aziende del settore vino dedica alle attività di comunicazione una percentuale del fatturato che va dall’1% al 5%.

    Il 29% investe una percentuale del fatturato che va dal 6% al 20% ed il 7% del campione supera il 20% del fatturato. Il 5% non dedicata nessun investimento alla comunicazione.

    Il 57% delle imprese dichiarano di pianificare annualmente la comunicazione, il restante 43% non si occupa di questo aspetto.

    I 3 valori identitari maggiormente comunicati dalle aziende del vino fanno riferimento alla qualità dei prodotti, al territorio, alla famiglia. Mentre l’identità, la ricerca e l’originalità rimangono in fondo alla classifica.

    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino
    SIMEI 2022, indagine Wine Meridian sulla comunicazione vino

     

    “Le considerazioni finali che emergono da questa indagine riguardano il fatto che oggi il vino italiano si trova di fronte ad una rivoluzione culturale, ad un approccio da parte dei consumatori molto più laico, con meno pregiudiziali ideologiche” ha evidenziato Piccoli. “Si coltivano molte più tendenze rispetto al passato, però c’è un problema: c’è un mondo che cambia, molto più segmentato, però noi continuiamo a comunicare alla stessa maniera. Investendo poco, con poche competenze spesso delegate e con una difficoltà a selezionare i valori che ti rendono realmente unico e riconoscibile”.

    Comunicato Stampa


    Sito Wine Meridian: https://www.winemeridian.com/

    Partner Redaziona: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • TORNA IL MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI 2022

    TORNA IL MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI 2022

    TORNA ED ESPLODE A PIACENZA IL MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI

    Redazione

    Si aprono oggi le prevendite per la manifestazione targata FIVI e Piacenza Expo, giunta all’11a edizione e ormai fondamentale appuntamento per appassionati e operatori.
    Dal 26 al 28 novembre 2022 a Piacenza Expo oltre 850 Vignaioli Indipendenti, per la prima volta disposti su tutti i tre i padiglioni della fiera.
    Firma d’eccezione, quella del maestro dell’illustrazione Guido Scarabottolo, sul Manifesto di un’edizione che si preannuncia da record.

    TORNA IL MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI FIVI 2022
    TORNA IL MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI FIVI 2022

    L’appuntamento per l’undicesima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti è fissato per i prossimi 26, 27 e 28 novembre 2022 a Piacenza, grazie alla rinnovata collaborazione tra FIVI e Piacenza Expo. Dopo il grande successo ottenuto nel 2021, con 20mila ingressi e più di 670 espositori, quest’anno il Mercato torna ed esplode letteralmente registrando la partecipazione di oltre 850 Vignaioli provenienti da tutte le regioni italiane.

    Per ospitare tutte le aziende iscritte al Mercato e il pubblico che da anni affolla la manifestazione, quest’anno saranno ben tre i padiglioni dedicati al vino, dove si potranno conoscere, assaggiare e acquistare migliaia di vini frutto del lavoro e della
    passione delle Vignaiole e dei Vignaioli FIVI. Una tensostruttura dedicata accoglierà infine l’area della gastronomia, dove gli artigiani del cibo completeranno la rassegna con le loro proposte.

     

    FIVI Torna ed esplode a Piacenza il mercato dei vini dei vignaioli indipendenti 2022, articolo di redazione da comunicato stampa con informazioni
    FIVI Torna ed esplode a Piacenza, il mercato dei vini dei vignaioli indipendenti 2022, immagine edizione 2021

    Dopo il successo delle ultime due edizioni, viene confermata la giornata del lunedì, in aggiunta al tradizionale weekend, con un occhio di riguardo quindi per operatori e professionisti del settore.
    A disegnare il manifesto dell’edizione – ulteriore bella novità grazie alla collaborazione con Corraini Edizioni – il maestro Guido Scarabottolo, illustratore e grafico dalla personalità e dal tratto che ben rispondono alla natura della FIVI, e che ha lavorato per iprincipali editori italiani, collaborato con la RAI, con agenzie di pubblicità e riviste nazionali e internazionali.

    Operatori, stampa, blogger, espositori, winelovers, tutti pronti ai cancelli di partenza
    Operatori, stampa, blogger, espositori, winelovers, tutti pronti ai cancelli di partenza

    Alla domanda sul suo lavoro Scarabottolo, con la flemma e il sorriso che lo contraddistinguono, dice: “Spiegare i disegni è vietato. Sarebbe come spiegare una barzelletta: dopo non c’è più gusto. E poi il bello dei disegni è la loro ambiguità, o meglio, la loro possibilità di piegarsi a letture diverse e anche divergenti. Così chi li guarda, praticamente, ne diventa coautore. Su questo manifesto posso solo dire che facendolo pensavo alle vigne, all’indipendenza, alla convivenza, all’allegria e anche alla pace”.
    “La collaborazione con Guido Scarabottolo è uno dei segni tangibili di cosa sono e di cosa voglio raccontare i Vignaioli indipendenti” dice Lorenzo Cesconi, presidente FIVI.

    “Qualità, originalità, professionalità: e, prima di tutto, amore per il proprio lavoro, amore per le cose fatte bene, eseguite con passione e cura artigiana. Noi nei nostri vigneti e nelle nostre cantine, coi nostri vini; Scarabottolo nel suo studio, con le sue illustrazioni. L’esito è lo stesso: cose belle, fatte bene, che parlano di un’Italia che guarda con gioia al futuro, con i piedi ben saldi nella propria tradizione”.
    Soddisfatta anche Piacenza Expo come dichiarato dal suo Amministratore Unico, Giuseppe Cavalli:Prosegue il percorso di crescita della manifestazione che ci ha visto attori protagonisti già dalle prime fasi condividendo i progetti della Federazione. Per Piacenza e il suo territorio si tratta di un evento consolidato e di grande visibilità”.

    Le corsie della fiera di Piacenza che man mano si riempiono
    Le corsie della fiera di Piacenza che man mano si riempiono

    I biglietti d’ingresso da oggi sono disponibili in prevendita sul sito www.mercatodeivini.it al costo di 25 euro: acquistare il biglietto online significa non solo risparmiare (il biglietto acquistato direttamente in fiera costerà 30 euro) ma soprattuttogarantirsi l’ingresso per una manifestazione che richiama ogni anno un interesse sempre crescente.

    Informazioni:

    11° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti
    Data: sabato 26, domenica 27 e lunedì 28 novembre 2022
    Luogo: PiacenzaExpo – Via Tirotti, 11 – Piacenza
    Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00, lunedì dalle 11.00 alle
    17.00
    Parcheggio: gratuito

    Acquisto biglietti via Vivaticket: https://bit.ly/3C19BQA
    Ingresso giornaliero: in fiera € 30 (2 gg € 50); online € 25 (2 gg € 40) comprensivo di bicchiere.
    Ingresso ridotto: € 20 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES – ASPI –  ASSOSOMMELIER e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso).
    Info utili: 800 i carrelli disponibili per gli acquisti
    Per info su riduzioni per gruppi: telefonare a 0523/602711 o scrivere a mercatodeivini@fivi.it
    I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.
    Ufficio Stampa FIVI:
    Axelle Brown Videau | 338 7848516 | axelle@origamiconsulting.it
    Mirta Oregna | 338 7000168 | mirta_oregna@yahoo.it
    ______________________
    FIVI – Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti

    La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel 2008,
    che si propone di promuovere e tutelare la figura, il lavoro, gli interessi e le esigenze tecnico-economiche del
    Vignaiolo Indipendente italiano, inteso quale soggetto che attua il completo ciclo produttivo del vino, dalla
    coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento ed alla commercializzazione del prodotto finale.

    Attualmente sono oltre 1400 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 13.000 ettari di vigneto.
    Il Marchio FIVI raffigura “Ampelio”, immagine di un Vignaiolo che porta una cesta d’uva sulle spalle e la cui
    ombra prende la forma di una bottiglia. In questa figura è riassunto tutto quello che per la FIVI significa essere
    Vignaioli, impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, operando
    costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.


    Sito Federazione: https://www.fivi.it/

    Partner Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Masterclass EnoMundus 2022, Acque minerali Academy Aps

    Masterclass EnoMundus 2022, Acque minerali Academy Aps

    Masterclass EnoMundus 2022, Acque minerali Academy Aps

    Redazione

    La giornata di EnoMundus del 14 novembre 2022 inizia con un viaggio “ di vini, bollicine e acque di lusso” con il programma “EnoMundus Masterclass” .
    Una serie di degustazioni guidate dedicate quest’anno a focus ben definiti: La Grecia, le acque e gli champagne.
    Dall’isola di Santorini, alle acque dell’ associazione Acque minerali Academy Aps agli champagne selezionati da MB Bollicine di Francia.
    Appuntamenti accompagnati da banchi di assaggio, affiancati a masterclass e abbinamenti con i formaggi di Le Direzioni del Gusto.

    Un viaggio da percorrere nelle giornate di EnoMundus 2022, che come dalla prima edizione, con una interessante serie di assaggi e degustazioni coinvolge operatori, stampa e tecnici di settore, oltre al pubblico che domenica potrà soddisfare il proprio palato quanto la propria conoscenza.

    Masterclass EnoMundus 2022, Acque minerali Academy Aps
    Masterclass EnoMundus 2022, Acque minerali Academy Aps

    La seconda Masterclass di lunedì 14 ore 14,30 sarà dedicata alla presentazione dell’associazione Acque Minerali Academy Aps, condotta da Emanuele Murone e Carol Agostini.

    L’associazione Acque Minerali Academy Aps nasce da un’idea presso l’università della Calabria in Italia nel 2017, ha come scopo principale quello di favorire la conoscenza di un importante risorsa, quale le acque minerali come parte integrante della nostra alimentazione, sviluppare degli aspetti scientifici, alimentari e nutrizionali correlati a questo “elemento/alimento”.

     

    Gennaro e Emanuele Murone Distributori esclusivi di Acqua Aur'a
    Gennaro e Emanuele Murone Distributori esclusivi di Acqua Aur’a

    Lo studio e la ricerca delle acque internazionali finalizzata alla promozione e al giusto abbinamento acqua-cibo. A tal fine l’associazione svolge incontri per la formazione e corsi per abilitare alla figura professionale dell’hydrosommelier.
    L’associazione è riconosciuta in Italia con l’estensione APS (associazione a promozione sociale) iscritto con il numero identificativo CS 279 registro regionale delle associazioni, fondazioni e istituiti culturali, certificata ISO 9001:2005 . L’associazione essendo regolarmente iscritto può rilasciare diplomi e certificati di qualità.

    Con il diploma rilasciato, si diventa “ hydrosommelier” un esperto qualificato e certificato, capace di consigliare non solo le proprietà dei minerali più adatte all’esigenze del momento o quelle individuali, ma anche il giusto abbinamento cibo/acqua.
    Acque minerali academy è stata fondata dal presidente ed hydrosommelier Daniele Salvatore Valente dove ha scritto un libro guida per la formazione dei corsisti.

    Emanuele Murone, articolo Masterclass EnoMundus, Acque minerali Academy Aps
    Emanuele Murone, articolo Masterclass EnoMundus, Acque minerali Academy Aps

    In questo libro intitolato “ I segreti delle acque minerali” ci sono informazioni che riguardano le acque certificate dall’associazione, esempi di associazioni tra acqua e cibo, conoscenza e approfondimenti per il mondo “ acqua”.
    Questo lavoro che noi stiamo portando avanti è strutturato principalmente per il mondo della ristorazione, rivalutare un elemento indispensabile che fino ad oggi è stato trattato con molta superficialità; nella maggior parte dei casi si pone tanta attenzione al settore food e wine , ma noi crediamo che, anche il settore “ acqua” può fare la differenza in una esperienza gastronomica.

    Scegliere l’acqua adatta può diventare un punto di forza per il settore dell’alta ristorazione e può soddisfare le esigenze del cliente che richiede un trattamento al di sopra della media.
    Il nostro obbiettivo è formare gli operatori di sala e creare una carta delle acque che il ristoratore può scegliere tra le varie etichette presentate. Insomma una consulenza a 360° sul settore, dove crediamo fermamente possa aprire un nuovo panorama per la ristorazione

    In degustazione le seguenti acque:

    ACQUA LOFOTEN ARTIC (Vorvegia) Lofoten Arctic Water è un marchio premium di acqua in bottiglia proveniente dal paradiso della natura, le isole Lofoten nel nord della Norvegia, situate a nord del circolo polare artico tra il 68 ° e il 69 ° parallelo.
    Le Isole Lofoten si trovano tra il 68 ° e il 69 ° parallelo, a nord del Circolo Polare Artico. L’arcipelago costruisce un’alta parete di montagne e scogliere, creando un paesaggio da sogno di aspre cime montuose che si ergono direttamente dal mare.

    Famosa per la loro bellezza naturale, aria fresca, acqua pura, natura incontaminata e paesaggi montani mozzafiato che contrastano con fiordi profondi, insenature riparate e tratti di spiaggia vergine, la terra dell’aurora boreale e il sole di mezzanotte è straordinariamente bella. Acqua leggerissima , solo 24 ml/g di Residuo Fisso

    ACQUA AUR’A – (ROMANIA) Aur’a, unica al mondo per le sue proprietà, un’acqua alcalina naturale con ph 8,3 imbottigliata ai piedi del Cracul de Aur nelle montagne del Banat, in località Ocna de Fier, Caras-Severin in Romania.
    Aur’a è un acqua di lusso che contiene colloidi naturali sia d’oro che d’argento, oltre ad elementi chimici della natura perfettamente dosati. È alcalina: il ph di 8,3 è la prima indicazione che certifica le proprietà dell’acqua AUR’A, l’alcalinità è la garanzia di una corretta idratazione del corpo umano. Viene imbottigliata solo in vetro: l’imballaggio più sicuro per qualsiasi alimento o bevanda.

    È un’acqua pura che viene direttamente imbottigliata dalla sorgente della montagna, non contiene batteri, materie organiche,metalli pesanti e nessuna concentrazione di nitriti e nitrati. Proviene da una zona senza attività industriali o agricole, a centinaia di chilometri di distanza da possibili fonti di inquinamento. È una fonte di energia.
    L’alcalinità naturale comporta l’arricchimento con colloidi d’oro e d’argento, risorse nelle profondità delle montagne della zona, oltre a elementi come magnesio, calcio e potassio. Viene imbottigliato secondo gli standard di qualità e sicurezza imposti dalla certificazione IES Food prodotto dalla società svizzera SGS


    Sito acqua: https://www.auracqua.it/?fbclid=IwAR0v_YxkPimgKEZNn2WCQNzXxXWYQPVGTz4ZK3croARgAZ4OZqzK0-5xCkk

    Sito Accademia: http://acquemineraliacademy.com/

    Sito evento EnoMundus: https://www.vinaviewinetasting.com/

  • Vini da Terre Estreme 10° edizione 2022

    Vini da Terre Estreme 10° edizione 2022

    Vini da terre estreme, Vini unici, Chiusura adesione per le cantine eroiche

    Redazione

    Decima edizioni, il 6/7 novembre a Villa Braida – Mogliano Veneto TV

    Chef Franco Favaretto e l'enologo Gaspare Buscemi alla manifestazione Vini da Terre Estreme
    Chef Franco Favaretto e l’enologo Gaspare Buscemi alla manifestazione Vini da Terre Estreme

    “Vini da Terre Estreme” per la sua decima edizione che avrà luogo il 6 e 7 Novembre 2022 torna a Villa Braida di Mogliano Veneto (Treviso) dimora storica a pochi chilometri da Venezia, in uno dei più importanti crocevia commerciali tra il Nord Est Italia,
    Austria e la Slovenia.

    Dopo la sospensione dovuta alla pandemia e dopo la tappa di Matera, ritorna a Treviso l’appuntamento con “Vini da Terre Estreme”.

    Sia i professionisti (distributori, Ho.Re.Ca., media) che gli appassionati wine lovers, avranno l’opportunità, nei due giorni del workshop, di conoscere e degustare la miglior produzione di etichette eroiche, in un percorso ideale che attraversa l’intero Paese: dal Trentino Alto Adige alla Sardegna, dalla Valle d’Aosta all’Isola di Pantelleria, passando per la Valtellina e la Costiera Amalfitana, le Cinque Terre e le pendici dell’Etna, il Friuli, le isole toscane, il Veneto, toccando l’Istria, la Dalmazia, la Serbia.

    Nella settimana che precede “Vini da Terre Estreme” sono programmati micro-eventi, in ristoranti ed enoteche del territorio, per promuovere i vini e le cantine partecipanti all’evento.

    La chiusura delle adesione da parte delle cantine eroiche è stata prorogata al 14/10/2022

    Se sei una cantina che produce vini in zone impervie, produci vini eroici e interessati a partecipare al nostro evento, richiedi tutte le informazioni:  info@pilotagreen.it 

    Tutti gli aggiornamenti su: www.pilotagreen.it  www.vinidaterrestreme.com


    Sorsi di Paradiso da Terre Estreme dal sito

    L’Italia possiede il più straordinario patrimonio d’arte al mondo ma anche di tradizioni, di feste patronali, di ricette culinarie e, come se non bastasse, il più vasto patrimonio di biodiversità in viticoltura fra tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Chi ha la possibilità (e la sensibilità) di ammirare luoghi, da secoli coltivati a vite, come ad esempio le Cinqueterre, la Valtellina, la Costiera Amalfitana, la Costa Viola, Pantelleria e le isole della Sicilia, le pendici dell’Etna, la Sardegna, fino alle isole dell’Istria e della Dalmazia viene colto da stupore e ammirazione: sono paesaggi praticamente identici a quelli medievali o rinascimentali. Quella italiana non è solo viticoltura ma è anche viticultura.

    Vini da Terre Estreme 2022 10° edizione Carol Agostini in assaggio di un vino estremo Valtellinese
    Vini da Terre Estreme 2022 10° edizione Carol Agostini in assaggio di un vino estremo Valtellinese

    Pilota Green con il progetto “Vini da Terre Estreme” intende rendere omaggio a quest’Italia originalissima e bellissima, alle sue Terre Estreme coltivate a vite, che la rendono unica nel panorama enoico mondiale. Da anni organizza in Italia e da quest’anno anche all’estero, “Vini da Terre Estreme” evento che ha l’obiettivo di valorizzare e far conoscere vini straordinari e unici – prodotti con uve coltivate in zone sconosciute, geograficamente impervie, in minuscoli fazzoletti di terra strappati in condizioni ardue alla montagna o al mare – al mondo dei consumatori evoluti, appassionati enogastronomi e ai professionisti del settore.

    “Vini da Terre Estreme” vuole essere punto d’incontro privilegiato con la migliore tradizione enoica “estrema” italiana e non solo, con un patrimonio di esperienza e radicamento al territorio che non ha eguali altrove. Un patrimonio che, con tenacia, pochi e appassionati vignaioli continuano a salvaguardare regalandoci ancora dei vini straordinari, rari, e soprattutto preziosi per il loro carattere unico.
    E questo esprimono i vini estremi: la sapienza e l’esperienza di vignaioli che con passione e sacrificio lavorano in una continua sfida, che diventa eroica, verso una natura difficile, inospitale, esigente. Da questo incontro-scontro nascono gemme rare, preziose, vini di alto valore, a volte ruvidi ma di forte carattere.


    Sito manifestazione: http://www.vinidaterrestreme.com

    Partner redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/

    https://www.foodandwineangels.com/

  • Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre

    Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre

    Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre

    Di Piergiorgio Ercoli

    Da uve montepulciano in purezza, coltivate sulle colline molisane a Montenero di Bisaccia (CB) ad un’altezza di circa 300 metri slm, terreni argillo-calcarei, dove il clima è caratterizzato dall’influenza delle correnti marittime dall’Adriatico che favoriscono l’arieggiamento del corpo vitato evitando la formazione di muffe e donando una identitaria sapidità.

    Raccolta manuale, diraspatura, pigiatura morbida per mantenere l’integrità degli acini.
    Macerazione di circa 10 ore cui segue una pressatura soffice del mosto, quindi fermentazione in bianco per circa 10 giorni a temperatura controllata di 16°-18°.

    Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre
    Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre

    Degustazione

    Vino rosa della Cantina Terresacre Molise Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre
    Vino rosa Rosavite 2019 Rosato Terre degli Osci IGT Terresacre

    Analisi visiva
    Nel calice rosa corallo, trasparente e limpido. Di consistenza media.

    Analisi olfattiva
    Sufficientemente intenso, di media complessità e finezza. Dominante olfattiva fruttata, ciliegia e fragoline di bosco; toni vegetali di erba appena tagliata, toni minerali di humus e terra bagnata.
    Leggera spezia scura.

    Analisi gusto-olfattiva
    Secco, moderatamente caldo, morbido. Fresco, tannini duri, sapido. Corpo medio, sufficientemente armonico, buona permanenza. Sufficientemente fine e sufficientemente armonico. Pronto.

    Alcuni vini della Cantina Terresacre
    Alcuni vini della Cantina Terresacre arrivati in degustazione in Agenzia FoodandWineAngels

    Ricetta in abbinamento eseguita da Carol Agostini

    In abbinamento un gioco di consistenze e sapori, forme e colori per un abbinamento decisamente intrigante quanto gustoso di formaggi di varie tipologie e stagionature.

    Tagliere in abbinamento al Rosavite di Terresacre
    Tagliere in abbinamento al Rosavite di Terresacre

    Tagliere di formaggi provenienti dall’Altopiano di Asiago da Asiago pressato dolce, a quello saporito, al mezzano di 6 mesi di malga, con fragole, crostini tostati, asparagi in agrodolce, cestino di grana padano con erbette di montagna stufate, caciotta di pecorino di malga alle foglie di olivo.

    Degustazione di Piergiorgio Ercoli

    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu

    Sito Cantina: https://www.terresacre.com/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Clubhouse e le giornate autunnali che vorrei 2022

    Clubhouse e le giornate autunnali che vorrei 2022

    CLUBHOUSE e le giornate autunnali che vorrei 2022

    Di Carol Agostini

    Ho scelto questo titolo per raccontarvi l’evoluzione delle mie giornate autunnali e quelle che oggi desidero partendo dal passato in ottica di costruire un futuro.
    Fin da piccola era un giorno di mix tra cucina araba ed indiana, mescolata con quella veneta e argentina, in un connubio di culture e tradizioni differenti, figlia di etnie diverse, nata in veneto.

    Il grill è un'arte e una vocazione
    Il grill è un’arte e una vocazione, clubhouse e le giornate autunnali che vorrei 2022

    I miei nonni che sono persone tra di loro agli antipodi, in condivisione assoluta in momenti di grande scambio culinario, hanno sempre passato giorni su giorni a decidere il menù pasquale ( del resto come quello natalizio ) e non solo, anche i menù delle giornate autunnali.

    Questi erano composti da ricette come il pollo tandoori cotto nel classico tandoor ( forno tipico dei paesi arabi), la grigliata argentina con le tiritas de asado, ovvero costine di manzo che anziché longitudinalmente, come ad esempio si fa con la rosticciana, vengono tagliate perpendicolari all’osso, così da formare delle strisce di carne da scottare veloci su una brace bella calda, a piatti tipici veneti a base di baccalà vicentino, polenta ecc ecc, il tutto per noi bimbi contornato da cocacola ( che a casa dei miei non deve mai mancare come la cervesa) e vini veneti da uve cabernet e merlot per la stra maggioranza.

    Pollo tandoori cotto nel Tandoor
    Pollo tandoori cotto nel Tandoor

    Ore e ore di cucina, di lavoro ai fornelli e grandi tavolate di amici e parenti in questa cascina in mezzo la campagna veneta a Marostica ( la città degli scacchi viventi, una cittadina scaligera, il centro circondato da mura che unisco i due castelli, quello superiore e quello inferiore, opere che risalgono al 1370 circa ), una meraviglia!

    Marostica e il suo Castello scaligero inferiore in Piazza degli Scacchi durante la Partita a Scacchi vivente che si replica negli anni pari
    Marostica e il suo Castello scaligero inferiore in Piazza degli Scacchi durante la Partita a Scacchi vivente che si replica negli anni pari

    Da quando invece c’è stato il passaggio del testimone ai fornelli, cioè a me, ho deciso di rivoluzionare la situazione partendo da concetti chiave:
    La scelta dei vini, l’ umami, dalla cucina medioevale alla cucina futurista arrivando al mio mito Salvador Dalì.

    La scelta dei vini perché parto dal vino che è una passione che sfrutto per abbinare i piatti, visto che sono io stessa ad eseguirli.

    Umami il quinto gusto
    Umami il quinto gusto nell’articolo Clubhouse e le giornate autunnali che vorrei 2022

    Perché l’umami?

    E’ il quinto gusto, ossia un sapore primario che si unisce agli altri quattro (dolce, salato, amaro, acido) che abbiamo imparato a riconoscere fin da bambini, questo sapore è stato riconosciuto, scoperto ed identificato in laboratorio agli inizi del 1900 in Giappone, appunto come fonte di sapore, negli anni ’80 circa è stato ufficialmente riconosciuto come quinto gusto sulla base della concreta dimostrazione che esistono sulla lingua specifici recettori di questo sapore che ne portano le informazioni al cervello.

    “Umami” in giapponese significa saporito e questo quinto gusto è stato collegato al glutammato monosodico (acido glutammico), anche detto esaltatore di sapidità.
    Vi faccio un esempio Il parmigiano reggiano è l’ingrediente più umami della cucina mediterranea, vi porto una curiosità collegata a questo ingrediente:

    Massimo Bottura descrive uno dei suoi piatti più famoso che è composto da cinque diverse stagionature di parmigiano, in cinque consistenze diverse, come “cinque gradi di umami“ e vi do anche un’altra dritta sappiamo che il parmigiano è popolarissimo in Asia.

    Altri piatti collegati al senso “umami” sono: quasi tutte le zuppe e gli stufati cucinati a lungo: una completa maturazione (al limite della marcitura), una lunga cottura o la fermentazione sono “portatori sani” di amminoacidi che attivano i ricettori dell’umami; una crema di funghi cotta a fuoco lento per ore ed ore, insaporita con del parmigiano, è quintessenzialmente umami.

    La cucina medioevale

    La cucina medioevale invece perché mi affascina in quanto è basata sulla totale condivisione del piatto ed è rimasta la stessa dell’epoca romana, con delle innovazioni culinarie apportate appunto dagli arabi come lo zucchero di canna, le mandorle, il riso, i gelsi, le melanzane. Inoltre tutti sappiamo che molti degli alimenti che utilizziamo nelle nostre ricette oggi derivano dalla scoperta dell’America.

    I ricettari medievali risalgono tutti al periodo rinascimentale e hanno numerose differenze rispetto a quelli che usiamo oggi.
    Nella cucina medievale i ricettari elencavano solo i cibi da utilizzare, senza le quantità e le temperature, mentre i tempi di cottura erano scanditi da preghiere premetto ora non sto a pregare tutto il tempo mentre cucino il pollo……ma è per me è affascinante come la cucina medievale veniva costruita dividendo il corpo in 4 umori, corrispondenti a 4 liquidi che sono contenuti nel nostro corpo.

    In base allo stato di salute veniva costruito un piano alimentare adeguato.
    Gli umori erano 4, come gli elementi:
    • il fuoco → la bile, gialla del fegato, calda e secca;
    • l’aria → come il sangue del cuore, calda e umida;
    • l’acqua → come la flemma del cervello, fredda e umida;
    • la terra → come la bile nera della milza fredda e secca.
    A questi quattro umori corrispondevano quattro stati d’animo: collerico, sanguigno, flemmatico e melanconico.

    La cucina medioevale fatta di pollo, pesce,vitello e tanto altro
    La cucina medioevale fatta di pollo, pesce,vitello e tanto altro

    Già era presente e radicato il collegamento tra pietanze, componenti del corpo ( organi ) e la componente emotiva ( lo stato d’animo con le sue reazioni ).

    Si mangiava seduti, non più coricati come in epoca romana, le posate si usavano solo per tagliare il cibo che quindi veniva servito in portate già porzionate davanti agli invitati, che si servivano da soli riempiendo dei piatti commestibili fatti di pane.

    Si mangiava con le mani e si usavano dei bicchieri in comune, da qui nasce l’abitudine di pulirsi la bocca prima di bere.

    Esempi: zuppe e polente, pollo, maiale, vitello, pesce, inoltre i barbari portarono il sidro, il vino fatto con le mele, e ci fu un revival della birra.

    la Cucina futurista

    La cucina futurista perché fu un tipo di cucina bizzarro che mi affascina per la sua creatività ed egocentrismo particolare e fuori dagli schemi.

    Questo intrigo culinario/culturale nasce con la conoscenza di Filippo Tommaso Marinetti, poeta e scrittore di cui ho letto tanto, fondatore del movimento Futurista che negli anni ’30 pubblicò il Manifesto della Cucina Futurista, con lo scopo dell’adorazione di piatti e ricette che consentissero all’uomo di essere scattante, veloce e al passo coi tempi.

    Il movimento sosteneva l’abolizione delle posate (forchetta e coltello), del peso e del volume degli alimenti e della discussione politica a tavola.
    Una rivoluzione totale insomma che va dalle materie prime, alla loro elaborazione, al modo di presentarle finendo all’approccio con i cibi.

    Le ricette sono bizzarre, eclettiche da cui prendo spunto per comporre piatti diversi.
    Ed ecco il mio secondo amante preferito dopo Giacomo Casanova ( per il cioccolato ) Salvador Dalì, troverete la ristampa del libro Les diners de Gala ( un manuale di cucina dedicato al sodalizio anche culinario con la moglie che appunto si chiamava Gala).

    Vi cito l’introduzione: “Se sei un discepolo delle tabelle caloriche che trasformano la gioia del cibo in una punizione, chiudi subito questo libro: è troppo pieno di vita, troppo aggressivo e davvero troppo impertinente per te”.

    Salvado Dalì Foto di LyraBelacqua-Sally
    Salvado Dalì Foto di LyraBelacqua-Sally

    Un poliedrico genio come piace a me con il suo ricettario surrealista ispirato alle cene offerte dall’artista e consorte, di osservanza francese ma con uno spiccato gusto per l’esotico.
    Dalí proclamava: «La mandibola è il migliore strumento di conoscenza filosofica», come non essere d’accordo…la lussuria e la stravaganza di un mondo artistico ed esotico/afrodisiaco sono per me stimolo, emozione in un’era di polemica, invidia e banalità.

     

    Le giornate autunnali  che sto preparando per vivere di sensi nell’attesa del menù di Natale, partono dalla scelta dei vini:

    Champagne Olivier Herbert Brut Nature
    Champagne Olivier Herbert Brut Nature per l’articolo Clubhouse e le giornate autunnali che vorrei 2022

    Champagne brut nature di Olivier Herbert con vari antipasti a base di pesce, frutta esotica e polenta, tra cui una rivisitazione del baccalà alla vicentina con mandorle e noccioline.

     

    Vitigni 30% da Pinot Nero che dona struttura e aromi, 30% da Pinot Meunier che dona sentori fruttati e rotondità e per il restante 40% da Chardonnay che dona al prodotto freschezza e finezza.

     

     

    Vino rosato da uve nocera e nerello calabrese dell' az. agr. Zagarella
    Clubhouse e le giornate autunnali che vorrei 2022 vino rosa Cantina Zagarella

     Vino rosato da uve nocera e nerello calabrese dell’ az. agr. Zagarella abbinato a pescato alla brace, che diventerà piccole porzioni da accompagnare il risotto mantecato all’umami ovvero al parmigiano con una salsa di peperoni.

    Quore Brut Riserva TrentoDoc Letrari millesimato da Chardonnay
    Quore Brut Riserva TrentoDoc Letrari millesimato da Chardonnay

    Quore Brut Riserva TrentoDoc Letrari millesimato da Chardonnay raccolte esclusivamente a mano, con permanenza sui lieviti di almeno 40 mesi per esaltarne la morbida eleganza abbinato al mio pollo con aspargi verdi ed ananas cotto nel tandoor di casa.

     

    Il Botticello Toscana IGT rosso biologico Cantina San Quirico San Gimignano selezione di uve 70% Sangiovese e 30% Merlot e Syrah in abbinamento alla grigliata mista con tiritas de asado, pancetta, bistecche di coppa.

     

    Per finire alla torta colomba farcita di cioccolato con pan di Spagna e crema pasticcera ci abbino Pensiero passito vendemmia tardiva Cantina Il Poggio da uve di malvasia di candia aromatica e trecuori passito bianco di Carlo Nerozzi Le vigne di San Pietro Moscato Giallo Passito che arriva dalle terre di Verona, per ricordarci come l’area del veronese sia, tra tutte, quella in cui è più forte, più sentita e più antica la tradizione dell’appassimento, tecnica impiegata per l’ Amarone e non solo.

    Queste in parte saranno le mie giornate autunnali con un mix tra passato origini e legami.

    Di Carol Agostini

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

     


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  • Delite, vini di territorio a Montemarano 2022

    Delite, vini di territorio a Montemarano 2022

    Delite, vini di territorio a Montemarano 2022

    Di Gaetano Cataldo

    Nel piccolo borgo di Montemarano vivono meno di 3000 abitanti e la cittadina sorge alle pendici del Massiccio del Tuoro, a sinistra del fiume Calore e molto vicino al torrente Chionzano.

    Si tramanda che la città sia stata fondata dal generale sannita Mario Egnazio il quale, stando allo storico Appiano d’Alessandria, sconfisse l’esercito romano nei pressi del monte Toro, facendoli tornare a casa carichi di meraviglie. Sulla sommità del colle dove oggi sorge la cattedrale di Santa Maria Assunta, dove una volta si ergeva il tempio di Giove ed oggi si conservano le reliquie di San Giovanni.

    Sede vescovile dal 1059 e successivamente contea nel 1082, con a capo Riccardo Caracciolo detto il Rosso, Montemarano vide un lungo periodo di declino a causa della peste tra il 1600 ed il 1700.

    Restano però le testimonianze di un glorioso passato: tra gli episodi della vita di San Francesco, raccontati nel ciclo di affreschi di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi, ce n’è uno dedicato alla morta di Montemarano, raffigurante il miracolo che vide una donna del paese resuscitata per mano del santo, fatto tramandato nel “Trattato dei Miracoli” ed “La Leggenda Maggiore di San Bonaventura di Bagnoreggio” di Tommaso Celano.

    I Montemaranesi

    Persone fiere i montemaranesi… scacciarono bizantini e longobardi per quanto male armati, sono molto legati alla loro terra da sempre e, nonostante i rovesci di fortuna, da secoli continuano a festeggiare il miracolo dell’esistenza col rito gioioso della tarantella montemaranese: tradizione millenaria estatica di grande coinvolgimento e panacea contro gli spiriti maligni.

    Visitare Montemarano

    Visitare Montemarano, specialmente durante la Sagra del Vino, il Carnevale Montemaranese e la Festa del Bosco, è un must per il visitatore che voglia avere una chiave di lettura profonda del contesto storico culturale irpino, ma anche semplicemente per fare una passeggiata nel romanticissimo nell’area medievale posta al centro della città.

    È qui che prende forma il sogno di Emanuele Coscia, titolare della cantina Delite, formatosi attraverso gli studi di viticultura ed enologia presso l’Istituto Enologico “Francesco De Sanctis di Avellino, un sogno che gli fa battere forte il cuore mentre si occupa amorevolmente della vigna e che lo fa battere a chi beve i suoi vini.

    Cantina Delite

    Cantina Delite
    Cantina Delite

     

    Il nome della Cantina Delite nasce dall’acronimo composto dal cognome di suo nonno, Generoso De Lisio, dal nome di sua nonna Italia ed appunto da Emanuele: un nome che diventa arco temporale che lega passato e tradizione con presente ed innovazione, tutto però nel pieno rispetto di ciò che è stato fatto in precedenza e tramandato al giovane vignaiolo.

    Di tutto il “Taurasi-shire”, terroir che esprime poliedriche sfumature organolettiche ed espressività, Montemarano è il comune che conferisce in media caratteristiche più austere al vino destinato alla docg: infatti la viticultura montemaranese è tipicamente pedemontana poiché si pratica ad un’altitudine media di 640 metri sul livello del mare e che, grazie alla vicinanza dei monti Picentini, viene influenzata da un clima continentale con importanti escursioni termiche; queste rallentano la maturazione delle uve, favoriscono lo sviluppo di una grande carica sia tannica che acida, ed imprimono meglio le profumazioni.

    Delite, vini di territorio a Montemarano 2022
    Delite, vini di territorio a Montemarano 2022

    Questo territorio ha origine in epoche geologiche molto remote, epoche in cui tutto era ricoperto dal mare, come testimoniano le sabbie di natura fossile ivi che, assieme al pietrisco calcareo ed ai lapilli, frutto delle eruzioni vulcaniche del Vesuvio, rende la tessitura dei suoli in cui le viti affondano le loro radici, suoli a prevalenza argillosa, molto complessi e disomogenei passo dopo passo.

    Emanuele si prende cura di sei ettari di terreno, ripartiti in tre lotti in prossimità della cantina: questa distribuzione, per suolo ed esposizione costituisce per le uve Aglianico e la stessa cantina una fonte di grande ricchezza e diversificazione in quanto, grazie ad un’agricoltura di precisione e la gestione della chioma ad esempio, si possono ottenere non solo risultati tali da poter meglio interpretare la vendemmia ma persino prevenire i disagi del riscaldamento globale sia rispetto al ciclo vegetativo della pianta che riguardo alla vinificazione.

    I Vini

    Alcune etichette della cantina Delite
    Alcune etichette della cantina Delite

    Il risultato prodotto da tutto questo lavoro, anche grazie all’aiuto dell’enologo ed agronomo Arturo Erbaggio, uomo virtuoso della viticultura campana ed interprete della sostenibilità e dell’enologia coerente, si misura il appena 2500 bottiglie, un condensato di lavoro genuino e tipicità, ripartito in tre referenze:

    Aglianico Irpinia Doc “Generoso
    Aglianico Irpinia Doc “Generoso Cantina Delite

    Aglianico Irpinia Doc “Generoso”, vino molto ancorato all’identità del luogo, rustico ed appagante

    Campi Taurasini Doc “Nonna Seppa
    Campi Taurasini Doc “Nonna Seppa Cantine Delite

    Campi Taurasini Doc “Nonna Seppa”, dedicato alla madre di Generoso e che ne onora la memoria, frutto della selezione migliore delle uve e con una elegante mineralità, molto espressivo dell’andamento vendemmiale

    Taurasi Docg “Pentamerone
    Taurasi Docg “Pentamerone Cantina Delite

    Taurasi Docg “Pentamerone, ispirato all’omonimo libro di Giambattista Basile, dal vivido e complesso bouquet, equilibrato nel corpo e destinato ad una grande longevità.

     

    Conclusione

    Praticamente scoperta da Fabio Oppo, professionista del settore enologico e specialista in marketing del vino, la Cantina Delite convince per piacere anzitutto ai montemaranesi e poi per essersi fatta valere in alcuni contest internazionali ove, grazie al suo carattere affatto internazionalizzato, i suoi vini hanno ottenuto degli importanti risultati. Emanuele Coscia è decisamente una giovane promessa nel panorama vitivinicolo irpino e non si può che augurargli Buon Vento ed Ottime Annate.

    Di Gaetano Cataldo


    Sito Cantina: https://www.cantinedelite.it/

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  • Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022

    Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022

    Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022

    Di Gaetano Cataldo

    Ômina significa “buoni presagi”, termine ispirato dalla consuetudine degli Antichi Romani di ricavare i vaticini dalle osservazioni della meteorologia, dei pianeti e degli asterismi per comprendere l’andamento del raccolto.

    Le vigne di cantina Ômina Romana
    Le vigne di cantina Ômina Romana
    Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022
    Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022

    Ômina Romana, cantina fondata nel 2007, si ispira proprio agli auspici che le terre romane rivolgono a chi è dotto nella conduzione dei campi ed alla rinascita dei vini laziali, riprendendo antiche tradizioni mediante un modello innovativo e di controllo di tutti i processi favorevoli alla viticultura ed all’enologia, allo scopo di elevare, fino alla loro massima espressività, prodotti enologi mono varietali da cultivar come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Viognier, Chardonnay e Cesanese, selezionati da anni di studi incrociati sul clima e sulla vocazionalità dei terreni.

    Fondatore di questa realtà enologica è il dott. Anton F. Börner, capitano d’industria e uomo poliedrico che riunisce nella sua forma mentis tratti analitici ed umanistici al tempo stesso: infatti, di origini bavaresi, di cui conserva la grande affabilità, è teutonica mente statuario e metodico, ma persino appassionatamente mediterraneo, è nato ad Ingolstadt nel ’54, ed il motto “credo ut intellegam” definisce perfettamente la sua maniera di essere e di agire, ossia quello di un imprenditore scafato che deve poter sempre credere fermamente al suo progetto, averne la visione e praticarla con la ragione.

    Dapprima diplomato al liceo classico, si è poi laureato in economia e commercio nel 1979, ha occupato ruoli al vertice degli asset strategici dell’economia tedesca ed è tutt’oggi presidente onorario della Associazione Federale Tedesca del Mercato all’Ingrosso, del Commercio Estero e dei Servizi. Studi di psicologia, filosofia e teologia sono parte del suo background culturale, assieme alla passione per il mondo classico greco e latino e per l’archeologia.

    La vinificazione in purezza di varietà nobili e complesse come quelle dei nostri monovarietali ci permette di cogliere ed apprezzare le caratteriste intrinseche di ciascuna varietà. Il nostro “saper fare” trova nei monovarietali l’opportunità di massima espressione per celebrare la ricchezza aromatica che si cela in ogni acino dei nostri vitigni Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Viognier, Chardonnay e Cesanese. Le Cuvée
    La vinificazione in purezza di varietà nobili e complesse come quelle dei nostri monovarietali ci permette di cogliere ed apprezzare le caratteriste intrinseche di ciascuna varietà. Il nostro “saper fare” trova nei monovarietali l’opportunità di massima espressione per celebrare la ricchezza aromatica che si cela in ogni acino dei nostri vitigni Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Viognier, Chardonnay e Cesanese. Le Cuvée dal sito

    Con una solida esperienza internazionale parla fluentemente inglese, francese, italiano e spagnolo, possedendo inoltre una buona conoscenza base di arabo, giapponese, greco moderno e portoghese.

    A livello europeo il dott. Börner ha ricoperto ruoli strategici ed infatti è stato membro della Fédération Européenne des Grossistes en Appareils Sanitaires et de Chauffage, inoltre dal 2000 al 2004 è stato vicepresidente di EuroCommerce a Bruxelles che, all’interno dell’Unione Europea, è un’associazione che rappresenta le federazioni nazionali del commercio di 31 Paesi e le maggiori aziende di vendita al dettaglio e all’ingrosso di tutta Europa.

    Ama i cani, ne possiede ben 4 tra cui un labrador, e gli piace moltissimo il trekking.

    È un vero gourmet, conosce perfettamente la gastronomia italiana, predilige il pescato e la cacciagione e si diletta a cucinare a cucinare, anche se ammette che sua moglie Anna Maria, lo fa decisamente meglio ed è la sua costante fonte di ispirazione.

    Ha quattro figli ma è con Katharina Börner, managing director, che gestisce Ômina Romana, cantina la cui conduzione enologica è affidata a Simone Sarnà.

     

     

    Qual è il primissimo ricordo che ha del vino dottor Börner?Ero con i miei genitori ed avevo appena 5 anni, ci trovavamo in vacanza proprio in Italia sul lago di Garda. Ricordo che un simpaticissimo cameriere mi portò un poco di vino rosso mischiato con dell’acqua, rassicurando tutti che era buona consuetudine e dicendo, molto sorridente, che mi avrebbe fatto bene. Aveva proprio ragione!

    E quand’è stata la prima volta che le è venuta l’idea di fare vino?L’idea mi sfiorò precisamente nel ’92 anche se non se ne fece nulla: era il periodo del crollo della lira e furono tantissime le offerte pervenutemi da cantine piemontesi, chiedendomi di acquisirle.

    Cosa l’ha spinta ad investire in una cantina e perché in Italia?
    Ho sempre avuto una grandissima passione rispetto al mondo dell’agricoltura ed ho sempre creduto che l’unico segmento di questa attività, dove una persona possa esprimere una visione, sia la viticultura.

    Infatti del vino si può narrare l’origine, la storia prima ancora che esso diventi tale e questo perché il vino ha la sua individualità. Il vino consente lo sviluppo di un progetto imprenditoriale complesso ed appagante sotto ogni punto di vista, poiché esso riesce ad esprimere la bellezza di diverse attività umane, indispensabili alla sua piena realizzazione, tutte assieme. L’Italia è il Paese del Vino e ciò è motivo ulteriore di fiero appagamento.

    Ci racconterebbe della sua passione per l’archeologia, creando magari un parallelo tra questa scienza ed il vino stesso?
    L’archeologia ha il fascino di riscoprire cose nascoste e che risalgono ad epoche remote. Questa grande scienza riesce a svelarci ciò che è stato il mondo antico, un’attività determinante per che aiuta a comprendere meglio la società odierna tramite le consuetudini del passato. Attraverso lo studio del vino possiamo vedere il passato, il presente ed il futuro, oltre che una sintesi spirituale tra le forze della terra, il genius loci quindi, e la mano dell’uomo.

    Non occorre pertanto che citi le innumerevoli scoperte durante gli scavi, tanto sulla terraferma che sott’acqua, di reperti, come ad esempio le anfore, che ci aiutano a ricordare le origini del vino e che creano appunto un ponte tra archeologia e viticoltura.

    In Italia, da Nord a Sud, ci sono moltissimi siti archeologici: Paestum, Pompei, Agrigento e tantissime aree sull’isola di Sardegna, giusto per citarne alcune. Come mai Velletri?
    Come dicevo in precedenza, l’Italia è il Paese del Vino e ogni sua località, come quelle che ha citato nella domanda, hanno una straordinaria vocazione in quanto a suoli, climi e cultura, quindi estremamente prestazionali dal punto di vista della coltura della vite e della vinificazione. Non tutti però possono giovarsi di tutte le condizioni favorevoli possibili, non certo tutte assieme.

    Velletri era già abitata nel 1400 a.C. ma la sua scelta non attiene soltanto a ragioni storico-archeologiche, per quanto lavorare le uve in un’area già rinomata per il vino nell’antichità abbia il suo fascino. Infatti i terreni in cui le viti affondano le loro radici sono stati generati da un’esplosione vulcanica che ha dato vita ad una tessitura fatta da quattro distinti suoli, condizione che ci consente di non fare trattamenti; siamo al di un’ideale circonferenza: da una parte proviene l’influenza marittima e dall’altra siamo ridossati dai bastioni dei Monti Lepini, con buona canalizzazione eolica; infine siamo vicinissimi al massiccio del Gran Sasso che nel contesto generale ci assicura ottime escursioni termiche, mediamente di 16 e talvolta anche 20 gradi.

    Cosa conferisce carattere ai vini di Ômina Romana, qual è la sua filosofia produttiva?
    La nostra filosofia consiste nel motto latino “mens et manus”, consapevoli che senza la tecnica la manodopera non basta. Il nostro modello produttivo esige fare vini di grandissima qualità e struttura, eleganza ed armonia, insomma vini che sappiano essere territoriali ed edonistici al tempo stesso. Nella nostra linea Ars Magna, tutto deve essere perfetto in sé e conferire una complessità gusto-olfattiva che soddisfi la poliedricità dell’assaggiatore che desideri concedersi calici intellettuali, rigeneranti ed appaganti.

    Il team dell'azienda, articolo Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022
    Il team dell’azienda, articolo Intervista Anton F. Börner delle cantine Ômina Romana 2022

    Come ha convinto Heinz Beck a diventare suo testimonial?
    Lo contattammo molto tempo fa e, malgrado la condivisione della lingua e della nazionalità, sulle prime non era disposto a venire, semplicemente perché non amava avere rapporti con le cantine. Un giorno si decise a farci visita, anticipando che aveva solo 20 minuti a disposizione. Feci del mio meglio per rispettare i tempi, lui restò stupito dalla tenuta e dai vigneti, si disse felice e compiaciuto ed a me non restò altro da fare che portarlo in cantina ad assaggiare i nostri vini, poiché mancavano ancora circa 10 minuti. Heinz è rimasto con noi altre 4 ore.

    E cosa beve il dott. Börner quando non beve i vini di Ômina Romana?
    Tè verde.

    Quali sono le principali differenze di metodo tra l’imprenditoria del vino tedesca e quella italiana? Cosa esporterebbe del concetto italiano in Germania e cosa importerebbe del modello teutonico in Italia?
    In Germania l’imprenditoria è più analitica, in Italia le persone sono intuitive ed hanno più creatività, cavandosela piuttosto bene senza aver necessariamente organizzato tutto, cosa alquanto improbabile per un tedesco. Preferisco non parlare di esportazione o scambio, piuttosto credo che tedeschi ed italiani possano lavorare perfettamente bene insieme, creando sinergie inedite e modelli d’impresa straordinari.

    A suo avviso come si dovrà difendere la viticultura dal cambiamento climatico? E quali strategie i produttori europei dovranno adottare per essere competitivi rispetto ai vini del Nuovo Mondo?
    Dal mio punto di vista bisogna lavorare con metodi di coltivazione scientifici e favorire il progresso, d’altronde sono favorevole ai “pilzwiderstandsfähig”, quindi alle viti resistenti di nuova generazione. Dal punto di vista delle strategie di marketing, sostengo che il Vecchio Mondo possegga elementi unici e irripetibili: il fattore terroir, lavorare secondo natura ove si può e l’autenticità non replicabile delle varie regioni vitivinicole europee. Il Nuovo Mondo è semplicemente un’area geografica più vasta e diversa con altri tipi di attrattori per il consumatore.

    Anche i più grandi imprenditori hanno sogni e progetti. Ci parlerebbe dei suoi?
    Il mio sogno è di sviluppare un’azienda che possa essere riconosciuta per fare tra i vini più rinomati al mondo.

    Di Gaetano Cataldo


    Sito Cantina: https://ominaromana.com/

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  • Esce Vino, il Romanzo Segreto di Roberto Cipresso e Alessandro Zaltron 2021

    Esce Vino, il Romanzo Segreto di Roberto Cipresso e Alessandro Zaltron 2021

     

    Esce Vino, il Romanzo Segreto di Roberto Cipresso e Alessandro Zaltron 2021

    Di Gaetano Cataldo

    Vino il romanzo segreto di Roberto Cipresso e Alessandro Zaltron
    Vino il romanzo segreto di Roberto Cipresso e Alessandro Zaltron

    Fragoroso, dirompente, schietto e di grande umanità.
    La comunicazione enologica lasciata in mano ai turisti del vino è meno peggio di quella artefatta di quei grandi viaggiatori che hanno smarrito la strada ed il romanticismo insito nel cammino, accecati dal dio denaro e dalla semplicità di percorso.

    Roberto Cipresso enologo winemaker
    Roberto Cipresso enologo winemaker

    La capacità di emozionare un navigante non è facile da parte di un enologo, neanche quando quel navigante è anche un sommelier.

    Il fatto è che l’enologo non è un enologo qualsiasi ma Roberto Cipresso, compassato winemaker e scrittore cult di fama internazionale, ed in questo suo ultimo libro ha la capacità di un capitano di lungo corso di portare per mano in un viaggio che di pianificato non ha nulla persino i più scafati naviganti, di vigne o di oceani, facendo ritrovare al lettore la gioia di perdersi tra le sue pagine, come ci si perde volontariamente tra vicoli e vicoletti per ritrovarsi in una emozione univoca ed in uno stato di grazia: quello di solcare il mare dal colore del vino come nei vecchi simposi, scandagliandone le profondità, mai lineari.

    Alessandro Zaltron scrittore
    Alessandro Zaltron scrittore

    Troverete che vi perderete e nel perdervi imparerete nuove vie.

    È il romanzo dove in ogni capitolo c’è qualcosa che ci tocca sul personale forse o sfiora comune passioni: Corto Maltese, il Mare, il Radar…. Nel terzo capitolo si afferma che dalla Vitis Vinifera si può tornare alla Vitis Silvetris, già questo ti destabilizza e ti fa saltare dalla gioia, specie quando temi quella fillossera silenziosa che è l’introgressione genetica e ti si illumina il viso dalla speranza.

    “Vino, il Romanzo Segreto” è il luogo di incontro dove ogni citazione di un suo vino diventa la scusa per narrare storie di persone e non già che le storie di persone vengano usate come scusante per citare i suoi vini.

    “Le conoscenze enologiche applicate retroattivamente salvano il bello delle storie antiche. Soltanto a questo modo un’uva senza pedigree, di bellezza imperfetta, torna a parlarci con voce intellegibile”.

    Geografia del tempo del vino…

    I libri, il viaggio, la consapevolezza che ci sono persone che si leggono altrettanto tra le pagine e le pieghe dei loro anni, dei loro pensieri e delle loro esperienze. Questo libro, e non capita spesso, è diventato da subito molto personale, hai presente quando si ha come l’impressione che un piccolo frammento di scrittura sembra che parli di te o di cose tue o come di una canzone che sembra proprio ce l’abbia con te?

    Insomma è chiaro che il libro parli di altro, sono i nostri filtri, legittimo ognuno abbia il suo, però questa lettura la sto proprio accarezzando e da diverse sere, persino dopo averlo già letto, e mi culla proprio come al tempo in cui leggevo certi romanzi quando ero in mezzo al Mare e la nave rollava dolcemente con i venti e le correnti al traverso.

    Di Gaetano Cataldo


    Carol Agostini e Roberto Cipresso Vinitaly 2022
    Carol Agostini e Roberto Cipresso Vinitaly 2022

     

    Felice di conoscere entrambe i due protagonisti di questa recensione e di aver letto il libro, anch’io come Alessandro e Roberto sono nata e cresciuta vicino a Bassano del Grappa, dove il Ponte Vecchio, Oh bella ciao e la cultura del buon vino ci hanno fatto diventare grandi e apprezzare la nostra cittadina e regione.

    Roberto un esempio enologico di successo e di grande intuizione, Alessandro un dolce e emozionante scrittore con la sua penna delicata.

    Carol Agostini e Roberto Cipresso Vinitaly 2022
    Carol Agostini e Roberto Cipresso Vinitaly 2022

    E’ per noi un onore potervi presentare questo libro in tutta la sua essenza, vi consigliamo di leggerlo, vi porterà in un viaggio intrigante.

    Di Carol Agostini


    Sito da visitare: https://robertocipresso.it/poggio-al-sole-agriturismo-toscana/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

  • Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro

    Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro

    Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro

    Di Elsa Leandri

    Wine&Siena 2022 con Helmuth Köcher e Massimo Pastura
    Wine&Siena 2022 con Helmuth Köcher e Massimo Pastura della Cantina Cascina La Ghersa

    Siena tra il 12 e il 14 marzo 2022 ha accolto all’interno del suo centro storico per la settima volta il Wine & Siena. La location scelta per le degustazioni enogastronomiche da Helmuth Köcher, patron del Merano WineFestival, e da Stefano Bernardini, presidente della Confcommercio Siena, è stata, come nel 2020, il celeberrimo Palazzo Squarcialupi al Santa Maria della Scala, in cui 129 produttori hanno avuto l’occasione di presentare i loro prodotti ad appassionati e a operatori del settore.

    Attività parallele ai banchi di assaggio sono state da una parte i WineHunter Talks e dall’altra le Masterclass.

    Derthona Timian 2014 calice Wine&Siena 2022
    Derthona Timian 2014 calice Wine&Siena 2022

    I WineHunter Talks

    I WineHunter Talks hanno toccato molti argomenti come, per esempio, l’abbinamento “Distillati e Cioccolato” condotto dall’ANAG (Assaggiatori Grappe e Acquaviti), la presentazione della guida “I sentieri del Gusto” o ancora il convegno tenuto in collaborazione con l’Università di Siena su “Nutriceutica e Integratori”

    Non sono mancate Masterclass, che si sono svolte all’interno del sontuoso Grand Hotel Continental Siena- Starhotels Collezione, curate da Ais, Fisar, Onav e Slowine in cui sono state toccate molte realtà, come i “Supertuscan” o i “Vini in anfora- La sfida Italia-Georgia: le origini”.

    Assaggiando…

    Il passeggiare tra un banco di assaggio e l’altro ha regalato delle belle conferme e delle grandi soddisfazioni, come quella di riconoscere il vino alla cieca che era stato proposto da Idealwine, unico banco che presentava realtà internazionali.

    Molto interessanti anche le Masterclass di sabato pomeriggio a cui non siamo mancati: “Timorasso” e “Verticale con il Borro”.

    Masterclass di Timorasso Wine&Siena 2022 con Helmuth Köcher Patron del Merano Wine Festival
    Masterclass di Timorasso Wine&Siena 2022 con Helmuth Köcher Patron del Merano Wine Festival

    Masterclass “Timorasso”

    Se sono tante le uve che possono essere definite dei “rossi vestiti di bianco” Massimo Pastura di Cascina La Ghersa non ha esitato a raccontarcene il suo concetto durante la Masterclass “Timorasso”.

    Massimo, amante dei vitigni autoctoni piemontesi, ha dedicato tutta la sua attività in azienda a valorizzare l’identità della sua regione. Non poteva mancare accanto al Barbera anche un’attenzione a uno dei vitigni più rappresentativi della zona come il Timorasso ed è nel 2006 che inizia, sotto la guida del collega-amico Walter Massa, la sua attività con quest’uva quando solo 13 produttori e 26 ettari ne erano i protagonisti.

    Masterclass di Massimo Pastura Wine&Siena 2022 Cascina La Ghersa
    Masterclass di Massimo Pastura Wine&Siena 2022 Cascina La Ghersa

    Un vitigno che in epoca prefilosserica si contendeva con il cortese la nomea di vitigno più coltivato nella zona di confine tra Piemonte e Lombardia, si è trovato completamente abbandonato negli anni ’50-’60 in cui le richieste d’elevata produzione e di grandi volumi lo avevano praticamente emarginato, favorendo invece la coltivazione di vitigni più produttivi.

    Ora, per fortuna, sta incominciando ad avere la sua rivalsa, tanto da contare su 200 ettari impiantati e da vantare anche il nome di “Barolo bianco”.

    I vigneti di Massimo Pastura sono in provincia d’Alessandria a pochi chilometri da Tortona con un dislivello che oscilla tra i 300m s.l.m e i 550m s.l.m in cui si ha l’influenza di tre climi completamente differenti: il clima mediterraneo, che spinge da Sud lungo il fiume Scrivia, venti freddi che scendono dall’Appennino Ligure, che difende al contempo l’areale, e l’influenza della Pianura Padana, con il suo clima continentale offrono una peculiarità a questo territorio, tanto che, per assurdo andando verso sud, quindi verso l’Appennino, il clima si irrigidisce.

    La presenza di elevate escursioni termiche giorno/notte sono tali da favorire un nobile accrescimento del patrimonio olfattivo delle uve.

    In degustazione erano proposte cinque diverse annate: tre annate per Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy e due annate per Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian. Il primo viene coltivato a 300m s.l.m laddove si hanno delle marne arenarie di epoca tortoniana ed il suo affinamento è di 10 mesi, il secondo rappresenta un cru ed è coltivato a circa 500m s.l.m con un terreno misto argillo-limoso con presenza di calcare ed è sottoposto a 21 mesi di affinamento, come previsto dal disciplinare.

    Derthona Colli Tortonesi Timorasso DOC Sivoy 2018 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa
    Derthona Colli Tortonesi Timorasso DOC Sivoy 2018 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi Timorasso DOC Sivoy 2018

    L’intensità cromatica dorata ci parla di agrumi, di scorza di pompelmo giallo e di fiori gialli come la ginestra e la mimosa con una nota minerale di pietra bagnata.

    In bocca ottima acidità che ci promette una lunga longevità.

    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy 2015
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy 2015 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy 2015

    Il dorato diventa già più caldo, il naso è inizialmente più “timido” sui terziari (cera d’api) e si apre su un fruttato agrumato e floreale. Si percepiscono infine dei sentori che rimandano al fieno e alla pietra focaia.

    Annata calda che ha richiesto una vendemmia anticipata così da avere una percezione alcolica più impattante che maschera l’acidità.

    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy 2014 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy 2014 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Sivoy 2014

    Ventaglio olfattivo elegantemente ampio: cedro candito, kumquat, buccia d’arancia, carruba, erbe officinali si susseguono e il tutto è arricchito da sentori di miele e di idrocarburi.

    Ottima freschezza e sapidità. 

     

    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian 2010 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian 2010 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian 2010

    Mentre il colore diventa di un dorato brillante il naso si sposta su una frutta a polpa gialla e dolce, pesca sciroppata, nespola, mirabella, condite da miele e da echi di pasticceria.

    Acidità ancora viva ed elevata sapidità.

     

    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian 2006 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian 2006 Wine&Siena 2022 Cantina Cascina La Ghersa Massimo Pastura
    Derthona Colli Tortonesi DOC Timorasso Riserva Timian 2006

    Ultimo vino degustato che ci porta agli esordi di Massimo con questo vitigno.

    Il naso viene accarezzato dal miele d’acacia che diventano, insieme agli idrocarburi, i protagonisti principali su un bouquet fruttato. Seppur l’acidità e la sapidità continuino ad essere presenti vi si percepisce una lieve tannicità che completa e appaga elegantemente il sorso.

    Masterclass “Verticale con Il Borro”

    A presenziare la degustazione Salvatore Ferragamo in persona.

    E pensare che il Borro era la zona del Valdarno in cui la famiglia Ferragamo andava a cacciare e poi.. Sbam.. Colpo di fulmine!

    Nel 1993 la tenuta viene comprata da Ferruccio Ferragamo e dopo attenti studi del terreno viene deciso di impiantare delle viti. Nel contempo il borgo viene completamente ristrutturato così da proporre anche una struttura ricettiva molto elegante oltre che la produzione di olio, vino e ortaggi che dal 2015 sposano un regime biologico.

    Tra le varie etichette che l’azienda produce, la degustazione verteva proprio sulla bottiglia emblema della tenuta, ovvero “Il Borro” Toscana IGT la cui prima produzione risale al 1999, quando era costituito da un blend di Merlot, Cabernet, Syrah e Petit Verdot, quest’ultimo rimasto in uvaggio fino al 2010.

    Cinque le annate in degustazione di Il Borro Toscana IGT : 2018, 2017, 2008, 2004 e 1999.

    Il Borro Toscana IGT 2018
    Degustazione Il Borro al Wine&Siena 2022
    Degustazione Il Borro al Wine&Siena 2022

    Rosso rubino. Ciliegia, prugna, pepe nero, peperone arrostito e leggere note empireumatiche sono i protagonisti di questo sorso con bella freschezza e tannicità.

    Il Borro Toscana IGT 2017

    Rosso rubino vivace. La frutta si trasforma in confettura e la parte vegetale diventa più delicata, note dolci di vaniglia.

    L’impatto in bocca è più morbido, il tannino levigato. Lunga persistenza con richiami di cipria.

    Il Borro Toscana IGT 2008

    Rosso rubino carico. L’incipit di confettura di prugna lascia lo spazio a un’albicocca disidratata. Finale di cioccolato. Ottima freschezza sorretta da una nota tannica pulita e ben integrata.

    Il Borro Toscana IGT 2004

    (Il nostro personale coup de cœur !) Pot pourri floreale, frutta rossa matura e note terziarie che si svelano a mano a mano: chiodi di garofano, cannella, cioccolato con nota balsamica, quasi a ricordare un after eight. Attraenza continua. 

    Tannino elegante e vellutato con una freschezza che permane. Persistenza elevata con retrogusto aranciato.

    Il Borro Toscana IGT 1999

    Prima annata prodotta.

    Color rubino con riflessi aranciati. Il naso diventa più scuro, offrendo suggestive note di sottobosco, humus, fungo, cacao, cannella, vaniglia. Bocca setosa che accarezza il palato regalando un finale mentolato.

    Calici degustazione Il Borro Ferragamo Wine&Siena 2022
    Calici degustazione Il Borro Ferragamo Wine&Siena 2022

    Bellissime verticali in una sala eccezionale che rimarranno impresse nel nostro cuore, pronte ad accogliere quelle del prossimo Wine and Siena.

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola
    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Evento: https://wineandsiena.com/

    Sito Cantine:

    http://www.laghersa.it/

    https://www.ilborro.it

    Versione Inglese:https://thesensesoffoodandwine.blogspot.com/2022/07/our-wine-2022-between-timorasso-and-il.html

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/