L’Altra Toscana andrà a chiudere la settimana delle Anteprime
Redazione
Appuntamento – per tanti giornalisti nazionali e internazionali e per gli operatori del settore – per il 17 febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze.
Il lavoro di squadra di dodici Consorzi di Tutela e tutte le nuove annate dei rispettivi vini DOP e IGP per raccontare quella Toscana meno conosciuta che va ad arricchire la proposta vinicola della regione.
“L’anno scorso alla prima edizione de L’Altra Toscana eravamo in 10, quest’anno i consorzi sono diventati 12, a testimoniare la grande poliedricità della proposta enologica dei nostri territori e la forza riconosciuta al nostro progetto. Un progetto che da un lato – con l’unione – dà un impatto di immagine ai vini di questi Consorzi e, dall’altro – con un’offerta unica per varietà – va incontro anche alle esigenze di operatori continuamente alla ricerca di novità da proporre a consumatori sempre più curiosi”, spiega Francesco Mazzei alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
L’Altra Toscana chiuderà la settimana dedicata alle Anteprime. Nella giornata del 17 febbraio si terrà – a Palazzo degli Affari a Firenze – la degustazione dei vini delle DOP e IGP Carmignano e Barco Reale, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra. Protagonisti saranno tutti questi territori più “nascosti”, dove la vite si coltiva da secoli e dove, accanto agli storici produttori locali, nomi blasonati dell’enologia italiana portano nei calici qualità e identità.
Oltre 330 etichette con due speciali degustazioni guidate da Gabriele Gorelli Master of Wine che avranno come tema: “Dreaming of a White Tuscany” e “I pilastri del Supertuscan: Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon”. “
Con i dati di consumo che indicano un successo globale dei vini bianchi, l’Altra Toscana si presenta con otto vini da cinque Consorzi che hanno fatto di questo colore il proprio portabandiera. Da varietà simbolo come il Trebbiano, il Vermentino e l’Ansonica al Sauvignon Blanc, in vari stili e declinazioni ma tutti inconfondibilmente toscani”, commenta così la scelta della prima masterclass Gabrielle Gorelli.
“Il Consorzio Vino Toscana si presenta invece come un’entità nuova che abbraccia e codifica quella che è stata, ormai più di cinquant’anni fa, una grande innovazione e che oggi rappresenta un vino iconico soprattutto nella versione Supertuscan; la degustazione sarà con nove vini a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, che dimostreranno come queste varietà così diverse si completino nel creare dei vini che sono ora dei classici inconfondibilmente toscani nonostante, soprattutto due di queste varietà, siano tra le più impiantate in diverse zone di tutto il mondo”, conclude Gorelli a proposito dei Supertuscan.
Per approfondire ulteriormente i Consorzi hanno studiato anche cinque percorsi tematici:
I blend di Sangiovese, un percorso dedicato a tutti i vini rossi e rosati prodotti con un minimo del 10% ad un massimo dell’80% di questo vitigno, in assemblaggio con altre varietà autoctone e/o internazionali.
Gli internazionali, che si snoda tra tutti i vini Rossi e Rosati prodotti con varietà internazionali, sia in purezza che in blend tra loro. I bianchi, con un percorso che apre una vetrina su tutti i vini bianchi de L’Altra Toscana presenti a catalogo, ottenuti sia da vitigni autoctoni che da varietà internazionali, compresi i vini spumanti.
Il Sangiovese, con protagonisti tutti i vini Rossi e Rosati prodotti con almeno l’85% di uve di questo vitigno. Infine Gli Altri Autoctoni, la vetrina che accende i riflettori su tutti i vini rossi prodotti con varietà autoctone diverse dal Sangiovese, sia in purezza che in blend tra loro (Ciliegiolo, Alicante, Pugnitello, Canaiolo, Montepulciano).
La regia de L’Altra Toscana è stata affidata anche quest’anno a Scaramuzzi Team, con sede a Firenze, che vanta una grande esperienza nell’organizzazione di eventi con un focus particolare nel settore del vino.
Come di consueto la Settimana delle “Anteprime di Toscana” verrà inaugurata da PrimAnteprima, l’evento promosso da Regione Toscana insieme alla Camera di Commercio di Firenze e organizzato da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana. PrimAnteprima 2023 è in programma la mattina di sabato 11 febbraio presso il Cinema La Compagnia di Firenze.
Il sentiero Annaweg, in Alto Adige, un percorso da esplorare per cogliere lo spirito più autentico della Valle Aurina, alla ricerca di erbe spontanee, racconti mitologici e piatti genuini del territorio.
Redazione
Un viaggio fisico e spirituale quello del sentiero Annaweg, fatto di leggende antiche e misteriose e di scoperte sorprendenti. L’area vacanze Valle Aurina affascina gli ospiti in ogni suo aspetto, dalle splendide vette, ai pittoreschi paesaggi, dall’accoglienza genuina della sua gente ai gustosi piatti realizzati con le erbe alpine di queste montagne selezionate con amore e sapienza dall’esperta Anneres Ebenkofler.
Il sentiero “Annaweg” offre in questo periodo invernale lo spettacolo seducente della neve, con il suo candido manto e quell’aria di freschezza, in un gioco di sensazioni che rasserena lo spirito.
L’area vacanze Valle Aurina, in Alto Adige, è uno scrigno di tesori da scoprire e vivere in ogni stagione e il sentiero Annaweg è uno di questi. Un percorso immerso nella natura, adatto a tutti, da esplorare lentamente per cogliere ogni dettaglio e abbandonarsi alla vista di panorami mozzafiato, in ogni periodo dell’anno anche in inverno con la neve.
UN SENTIERO MILLE STORIE
Impreziosito da abeti rossi, larici e pini, il sentiero “Annaweg” é un tracciato agevole da percorrere grazie ai suoi gradini torniti, molto facile da individuare grazie ai pannelli in legno che ne indicano la direzione.
Un sentiero incastonato tra l’antica chiesetta del ‘500 della frazione di Acereto a Campo Tures, con la sua architettura gotica e la sua caratteristica torre campanaria e il Moosmair Mooseum, all’interno del Moosmair Farmhotel, dove una visita è d’obbligo per ammirare i suoi cimeli del passato che raccontano perfettamente la vita contadina e della montagna.
Si salgono le scale in legno senza fretta, in uno scenario creato ad arte e intervallato da stazioni artistiche nella selva e muri realizzati a secco che fanno da cornice agli elementi naturali del paesaggio alpino, in un connubio armonico che invita a farsi cullare dalla natura e dallo scorrere del tempo.
Si affronta il sentiero con spirito avventuroso e aperto, alla ricerca di una natura autentica come solo la Valle Aurina può offrire; un territorio carico di storie e di mitologia che si perde nella notte dei tempi come quelle legate alle tre divinità della vegetazione.
Wilbeth è la dea celtica della Luna e rappresenta il percorso della vita con lo scorrere del tempo, Borbeth è la dea del Sole che simboleggia la vita e la morte e infine Ambeth, ultima ma non meno importante, la prima dea della Terra madre e progenitrice, simboleggia il ciclo eterno di vita-morte e rinascita. Storie ancestrali e affascinanti, saperi antichi preservati e tramandati di generazione in generazione attraverso i secoli.
Nel punto più alto del percorso, poco prima della meta, la vista mozzafiato è senza uguali e invoglia a concedersi una breve sosta rigenerante, accarezzati dai rami di un albero di ciliegio. Attraversare il sentiero “Annaweg” innevato è un’esperienza da provare sempre, il bianco brillante della neve sugli alberi e tutt’intorno al percorso trasforma ogni passeggiata in una giornata da ricordare con gli inseparabili ramponcini e bastoni da neve.
LE ERBE SPONTANEE UN PATRIMONIO DELLA VALLE AURINA
Le erbe alpine che crescono nell’area vacanze Valle Aurina sono un vero e proprio tesoro, lo sapevano le antiche popolazioni che hanno per millenni vissuto questi territori, lo sanno anche al giorno d’oggi coloro che vivono questi luoghi incontaminati. Al Ristorante delle erbe Arcana del Moosmair Farmhotel, Rafano, Ortiche e Cerfoglio selvatico (dal gusto delicato che ricorda molto il basilico) sono solo alcune delle erbe spontanee utilizzate per creare pietanze gustose.
Qui, l’esperta di erbe Anneres Ebenkofler seleziona quelle migliori e più adatte da portare in tavola ai propri ospiti, per svelare il segreto e la ricchezza che ogni pianta spontanea porta con sé.
«L’anno passato, un po’ per gioco, ho voluto accompagnare gli ospiti del Moosmair Farmhotel in un piccolo itinerario per il vicino sentiero di Anna, alla scoperta del territorio circostante e delle erbe che crescono rigogliose qua intorno.
Volevo poter condividere le mie conoscenze e le mie esperienze con gli altri e con mio grande stupore ho riscontrato grande interesse in chi mi ascoltava, affascinato dai miei racconti e da quante cose utili e meravigliose si possono fare con le erbe di montagna, ad esempio i nostri distillati e grappe che riscuotono sempre grande successo tra gli ospiti» afferma Anneres.
Con le stesse erbe lo Chef Dominik del Ristorante delle erbe Arcana realizza piatti squisiti come risotti al pino mugo con prosciutto di cervo o tartare di manzo bio con pane di pomodoro all’origano selvatico. In Valle Aurina l’utilizzo delle erbe spontanee in cucina, con le loro proprietà depurative, digestive e antinfiammatorie, è una tradizione consolidata da secoli.
L’area vacanze Valle Aurina è luogo dove gli elementi della natura dialogano all’unisono e toccano l’anima. Un paradiso turistico per tutta la famiglia dove vivere, in ogni stagione, avventure straordinarie e ascoltare storie affascinanti che arricchiscono la vacanza.
DEMETER ITALIA partecipa a Biofach dal 14 al 17 febbraio a Norimberga 2023
Redazione
La produzione biodinamica italiana approda a Norimberga, in Germania, con Demeter Italia a Biofach, la fiera più importante al mondo dedicata agli alimenti biologici, che quest’anno si terrà dal 14 al 17 febbraio.
Demeter Italia è un’associazione privata di produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici, affiliata alla Biodynamic Federation Demeter International (BFDI). Con sede a Parma, Demeter Italia svolge un’attenta azione di controllo sulla produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti, seguendo ogni fase della filiera fino al rilascio della certificazione e all’etichettatura.
L’Associazione comprende oltre 700 aziende di diverse categorie merceologiche diffuse su tutto il territorio nazionale, che applicano il metodo di agricoltura biodinamico ispirato da Rudolf Steiner nel 1924.
La presenza di Demeter Italia a Biofach prevede uno stand di oltre 350 mq, elaborato dallo studio di architettura organica vivente Forma e Flusso di Milano, in linea con i valori dell’associazione per la scelta dei colori e dei materiali utilizzati per gli allestimenti.
All’interno dell’area espositiva, che quest’anno sarà vicina a quella della Biodynamic Federation Demeter International per dare continuità al marchio all’interno della fiera, saranno presenti 16 aziende certificate italiane appartenenti a diversi settori merceologici: ortofrutta, aceto, erbe officinali, vino, uva da tavola, salumi, conserve, pasta, legumi, agrumi e formaggi.
Un paniere completo di prodotti biodinamici rappresentativi della produzione di alta qualità italiana, che sarà presentato nella Hall 6, Stand 6-325 6-219.
Come nelle edizioni passate, un servizio di catering presso lo stand di Demeter Italia consentirà ai visitatori di assaggiare gustosi piatti con gli ingredienti biodinamici dei produttori affiliati.
Fondata nel 1990 e a Norimberga dal 1999, la fiera Biofach è interamente dedicata agli alimenti biologici e si svolge in concomitanza con Vinaness, che riguarda prodotti naturali e biologici per la cura della persona. Quest’anno giunta alla sua 34° edizione, dopo l’edizione digitale del 2021 e la Summer Edition nel 2022, Biofach ritorna nella sua sede naturale di febbraio. La Summer Edition 2022 ha visto oltre 24.000 visitatori professionali provenienti da 137 paesi e 2.276 espositori provenienti da 94 paesi.
Tra i punti di interesse della manifestazione, il Padiglione “Innovation” con varie novità (dolci fatti con legumi, sostitutivi del latte, nuovi imballaggi biodegradabili e molto altro ancora) e i dibattiti su politiche come il commercio equo e solidale, il benessere degli animali, l’uso sostenibile delle risorse naturali e i sistemi alimentari sociali.
Agricoltura biodinamica. Due parole che implicano un modo di lavorare, osservare, di vivere la terra. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo.
Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini.
La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno e allo stesso tempo le qualità tipiche delle specie vegetali e animali.
Il profondo legame con la natura e il completo rispetto dei suoi ritmi portano, con l’agricoltura biodinamica, ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici, e a gestire il terreno seguendo i cicli in cui la natura è immersa.
La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno.
Secondo il metodo biodinamico, la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.
Rendendo vitale la terra ed aumentandone l’attività biologica, le piante crescono in modo naturale, nutrite dall’ecosistema del suolo.
La concimazione e la cura del terreno sono quindi finalizzate all’ottenimento e al mantenimento di questo equilibrio.
Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati.
Redazione
Aperte le selezioni per la quarta edizione dell’evento-degustazione che si terrà dal 20 al 22 Maggio 2023 con tante novità e importanti riconferme.
Dopo il successo dello scorso anno, torna la quarta edizione dell’evento-degustazione Best Wine Stars, regalando ancora una volta alla città coinvolgenti occasioni di approfondimento sia per gli esperti che per gli appassionati del settore enogastronomico e dei distillati.
Per il secondo anno consecutivo, Best Wine Stars avrà luogo presso Palazzo del Ghiaccio, lo splendido edificio in stile Liberty che nel suo inconfondibile parterre di oltre 2400 metri quadrati, ospiterà per tre giorni le oltre 200 aziende selezionate.
Realizzato da Prodes Italia srl, Best Wine Stars è un progetto annuale che si pone l’obiettivo di proporre un’esperienza esclusiva tra le nuove tendenze, le strategie social e le tecnologie emergenti. La cultura del vino e dei distillati viene, infatti, promossa a 360° grazie alla divulgazione della storia e dell’unicità di ogni singolo prodotto e azienda attraverso vari canali e differenti strategie. L’occasione è quindi un’ottima opportunità per presentarsi al grande pubblico e a tutti gli addetti al settore.
Novità assoluta di quest’edizione, in linea con i trend di mercato che premiano questa categoria, sarà la presenza di un’area bio, interamente dedicata alle aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro mission. Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale e Best Wine Stars vuole rispecchiare le tendenze della nostra contemporaneità e le esigenze del pubblico, proponendo una selezione di eccellenze bio e naturali.
In seguito all’ottimo riscontro ottenuto nell’edizione precedente, si amplia l’offerta relativa alle aziende internazionali e ai distillati, che rappresentano una nicchia piuttosto forte e molto apprezzata dai consumatori.
Come per le precedenti edizioni, saranno assegnati i Best Wine Stars Awards, importanti riconoscimenti conferiti ai partecipanti al progetto. Quest’anno ci saranno due nuove categorie: Best Spirits e Best Rosè Wine, oltre ai già presenti Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Logo e Best Label.
I vincitori dei premi Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Spirits e Best Rosè Wine vinceranno la partecipazione gratuita all’edizione 2024, mentre le cantine che si aggiudicheranno Best Logo e Best Label avranno l’opportunità di essere coinvolte come Wine Sponsor in eventi internazionali organizzati da Prodes Italia.
Riconfermato anche per il 2023 il Premio Landini grazie alla partnership tra BWS e il brand italiano appartenente al Gruppo Argo Tractors, che in veste di Main Sponsor, selezionerà la miglior cantina che si aggiudicherà la targa celebrativa e un buono per l’acquisto di un trattore agricolo Landini. Questa collaborazione vuole promuovere l’eccellenza vitivinicola italiana, creando proficue relazioni tra i protagonisti della filiera e incoraggiandone competitività e presenza sul mercato
“Landini – commenta Mario Danieli, Country Manager Italia di Argo Tractors – è un prestigioso marchio dell’industria italiana, simbolo del Made in Italy e di quella eccellenza riconosciuta anche al di fuori dei confini nazionali, come sinonimo di qualità. Valori che facilmente troviamo nei vini italiani, da sempre apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. Come i produttori coltivano e curano con dedizione, professionalità e passione le uve per creare vini d’eccellenza, allo stesso modo noi investiamo, ricerchiamo e lavoriamo per proporre sul mercato dei prodotti sempre più competitivi, efficienti e tecnologici”.
“In tal senso – aggiunge Danieli – il nostro gruppo abbraccia questa manifestazione e i suoi protagonisti, sottolineando la naturale vicinanza a questo comparto grazie anche alla tecnologia dei nostri trattori specialistici, tecnologia che migliora ed ottimizza il lavoro nei vigneti. Argo Tractors è da anni impegnata nell’innovazione, grazie ai forti investimenti nel settore ricerca e sviluppo e al contempo coltiva la passione per il lavoro in agricoltura con una particolare attenzione al fattore umano”.
Best Wine Stars, inoltre, è lieta di annunciare un’altra importante novità: la partnership con Iron 3, azienda specializzata in organizzazione di eventi, gestione di business contacts, realizzazione incontri B2B tra aziende vinicole e buyer esteri.
In quasi dieci anni di attività, Iron3 ha sviluppato il know-how e le competenze necessarie all’organizzazione di vari tipi di eventi e manifestazioni di promozione del vino italiano all’estero, proponendo un servizio completo d’alta qualità, con personale qualificato, attività informativa e di ricerca, conoscenza del mercato.
Punto fermo della manifestazione rimangono le masterclass, momenti di approfondimento organizzati in collaborazione con la sommelier e winewriter Adua Villa affiancata da un team di relatori di eccellenza, che nel corso degli anni hanno acquisito sempre più prestigio. Dodici in totale, le masterclass si divideranno tra verticali, incentrate su una singola azienda che verrà raccontata attraverso le degustazioni delle etichette più prestigiose, e di gruppo, che coinvolgeranno diverse aziende su differenti tematiche quali ad esempio il terroir, vinificazione, stile e tendenze.
A seguito dell’evento le etichette delle aziende partecipanti saranno in vendita sulla piattaforma e-commerce www.bestwinestars.com.
COMPANY PROFILE
Best Wine Stars è un’iniziativa del gruppo Prodes Italia, che opera da anni nel settore dell’alta gioielleria, del design e dell’arte. Fondatore dell’evento annuale consolidato ormai negli anni Artistar Jewels, Prodes Italia rispecchia in questo nuovo progetto la medesima unicità e stile. Nel 2019 la società ha realizzato la prima edizione della Milano Jewelry Week, La Week Milanese che celebra la storia, la tradizione e l’innovazione dell’affascinante mondo del gioiello internazionale.
Per candidarsi inviare una mail a: info@bestwinestars.com
BEST WINE STARS
20 / 21 / 22 Maggio 2023 – Palazzo del Ghiaccio – Milano
info@bestwinestars.com
www.bestwinestars.com
Instagram Best Wine Stars: @bestwinestars
Facebook Best Wine Stars: https://www.facebook.com/BestWineStars/
Informazioni generali
ORARI AL PUBBLICO
Sabato: dalle 12:00 alle 21:00
Domenica: dalle 12:00 alle 21:00
Lunedì: dalle 12:00 alle 21:00
INGRESSO: 25 euro – Open Tasting + Wine Glass
Il caffè è stato spesso rappresentato nell’arte, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo, a testimonianza della sua importanza nella cultura e nella società.
Nel periodo Barocco, questa bevanda era spesso rappresentata in dipinti di genere, raffigurando scene di vita quotidiana, come il caffè al caffè, dove le persone si incontravano per discutere e socializzare. Nel Settecento, divenne un soggetto popolare nei dipinti di paesaggio, raffigurando le piantagioni di produzione e le scene di raccolta dei chicchi. Nel XIX secolo, è stato rappresentato in dipinti di genere d’epoca, rappresentando le scene di vita quotidiana e le abitudini degli abitanti delle città.
Alcuni artisti contemporanei hanno utilizzato il caffè come elemento artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere nera come materiale.
E’ stato anche utilizzato come fonte di ispirazione per la creazione di alcune opere letterarie, poesie, musica e film perché rappresenta un’esperienza universale di socializzazione e convivialità.
Curiosità e notizie interessanti sulla polvere nera
E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia:
• Introdotto in Europa dai commercianti veneziani nel XV secolo e si diffuse rapidamente in tutta Europa diventando una delle bevande più popolari.
• Bandito in diversi paesi in diverse epoche storiche. Ad esempio, in Arabia nel 1511, in Venezia nel 1615 e in Cina nel 1740.
• La pianta del caffè è originaria dell’Etiopia, ma oggi è coltivata in tutto il mondo, con Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia che rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.
• Utilizzato come moneta nell’antichità, in alcune culture.
• Utilizzato come mezzo di scambio commerciale, perché era considerato un bene prezioso e di grande importanza economica.
• Utilizzato come medicina nell’antichità, per trattare malattie come la depressione, la gotta e le emicranie.
• Utilizzato come stimolante per gli studenti e per i lavoratori, poiché aumenta la concentrazione e la resistenza.
• Utilizzato come elemento di raffigurazione in molte arti, come la pittura, la scultura, la letteratura e la musica.
• Utilizzato come mezzo per incontrarsi e socializzare in molte culture, come il famoso “caffè al caffè” in Europa.
• E’ uno dei prodotti più esportati al mondo.
Il caffè ha una lunga e complessa storia, che ha visto l’uso di esso in molte culture, in molte forme e per molte ragioni. Queste curiosità e notizie interessanti mostrano come sia stato un elemento importante della cultura umana e come continua ad esserlo ancora oggi, infatti, il caffè e l’arte sono il binomio e la connessione di vissuti e di vizi, di preferenze e desideri.
Gli artisti italiani e il caffè
In Italia ci sono molti artisti e scrittori che hanno utilizzato il caffè come fonte di ispirazione o come elemento artistico nelle loro opere.
Uno dei più famosi scrittori italiani legati alla polvere nera è senza dubbio Italo Calvino, che nella sua opera “Le città invisibili” descrive una città immaginaria chiamata “Eutropia” dove il caffè è un elemento fondamentale della vita quotidiana e sociale dei personaggi.
Questo ingrediente è stato spesso raffigurato nella pittura italiana, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo. Un esempio è il pittore vissuto a Venezia Giovanni Antonio Fasolo del ‘500, conosciuto per i suoi dipinti di scene di caffè. Come lui molti artisti contemporanei italiani hanno lo utilizzano come materiale artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere come materiale, dove il caffè e larte sono i protagonisti assoluti e indiscussi.
In generale, il caffè è stato un elemento importante della cultura italiana e un’espressione della vita quotidiana e sociale, spesso rappresentato nell’arte e nella letteratura come simbolo di convivialità e di un’esperienza universale.
In successione:
• Primo Levi, scrittore e chimico italiano, nel suo libro “Se questo è un uomo” descrive il caffè come una delle poche cose che gli dava conforto e speranza durante la sua prigionia nei campi di concentramento.
• Giuseppe Pontiggia, scrittore e giornalista italiano, nel suo libro “Il caffè del mattino” racconta la sua esperienza personale con il caffè, descrivendo come il caffè gli ha dato la forza e la motivazione per affrontare la vita quotidiana.
• Alessandro Baricco, scrittore e regista italiano, nel suo libro “Caffè” racconta la storia di un caffè dal 1817 al 1997, raccontando la storia e le tradizioni del caffè in Italia. • Luciano De Crescenzo, scrittore e filosofo italiano, nel suo libro “Storia del caffè” racconta la storia e la tradizione del caffè, dalle sue origini in Etiopia fino alla sua diffusione in Europa e in America.
• Dario Fo, scrittore, attore e premio Nobel per la letteratura italiano, nel suo libro “Mistero buffo” fa uso del caffè come metafora della vita.
• Antonio Tabucchi, scrittore e docente italiano, nel suo libro “Sostiene Pereira” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita del protagonista, Pereira, rappresentando la sua solitudine e la sua nostalgia per la vita passata.
• Natalia Ginzburg, scrittrice italiana, nel suo libro “Lessico Famigliare” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita quotidiana della famiglia, rappresentando la convivialità e l’intimità.
• Umberto Eco, scrittore e semiotico italiano, nel suo libro “Il nome della rosa” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita monastica, rappresentando la cultura e la conoscenza.
Questi sono solo alcuni esempi di scrittori italiani che hanno scritto di caffè in modo diverso, ci sono molti altri autori che hanno utilizzato il caffè come elemento nella loro scrittura, rappresentando diversi aspetti culturali, sociali e personali.
Cinema e la polvere nera
Il cinema e il caffè sono due esperienze spesso associate tra loro; è spesso servito nelle sale cinematografiche come una bevanda per accompagnare la visione del film. I coffee Bistrot e i bar che proiettano film dal vivo, sono un’altra forma di intrattenimento popolare.
Spesso compagnato alla cultura del cinema, con molte scene di film che si svolgono in caffetterie o bar.
Fonte di ispirazione per molti registi e sceneggiatori; spesso le caffetterie sono state usate come ambientazione per molte scene di film, poiché rappresentano luoghi di incontro e di socializzazione.
La polvere nera è collegata alla creatività e alla produttività, ed è stata impiegata come metafora per rappresentare il processo creativo della sceneggiatura e della regia, sotto ogni forma di arte.
Ci sono molti film che includono scene in cui i personaggi bevono caffè, alcuni esempi includono:
• “La Dolce Vita” di Federico Fellini, in cui il personaggio principale, interpretato da Marcello Mastroianni, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e osserva la vita intorno a lui.
• “The Godfather” di Francis Ford Coppola (Il padrino), in cui il personaggio di Marlon Brando, Vito Corleone, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre discute affari e pianifica la sua ascesa nella criminalità organizzata.
• “The Third Man” di Carol Reed (Il terzo uomo), in cui il personaggio di Orson Welles, Harry Lime, è spesso visto seduto in una caffetteria di Vienna mentre discute affari e intrattiene i suoi amici.
• “Midnight in Paris” di Woody Allen, in cui il personaggio principale, interpretato da Owen Wilson, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre scrive e incontra alcuni dei più grandi scrittori e artisti del passato.
Mi vengono in mente altre scene, inquadrature, contesti che riportano a questa bevanda, come traino, strumento e mezzo di condivisione, di vizio, di sfogo oppure semplicemente di gola:
• “The Big Lebowski” di Joel e Ethan Coen ( Il grande lebowski), in cui il personaggio di Jeff Bridges, “The Dude”, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e cerca di risolvere un caso di scambio di persona.
• “The Graduate” di Mike Nichols (Il laureato), in cui il personaggio principale, interpretato da Dustin Hoffman, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre medita sulla sua vita e sulla sua relazione con una donna più anziana.
• “Groundhog Day” di Harold Ramis (Ricomincio da capo),in cui il personaggio principale, interpretato da Bill Murray, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre ripete lo stesso giorno all’infinito.
• “The Social Network” di David Fincher, in cui il personaggio di Jesse Eisenberg, Mark Zuckerberg, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre sviluppa e lancia il sito di Facebook.
• “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson, in cui il personaggio di Ralph Fiennes, Gustave H, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre intrattiene i suoi amici e ospiti dell’hotel.
• “The Shawshank Redemption” di Frank Darabont (Le ali della libertà), in cui i personaggi principali, interpretati da Tim Robbins e Morgan Freeman, sono spesso visti seduti nella caffetteria della prigione mentre discutono di speranza e riscatto.
• “Goodfellas” di Martin Scorsese ( Quei bravi ragazzi), in cui i personaggi principali, interpretati da Robert De Niro e Ray Liotta, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre pianificano i loro crimini.
• “The Breakfast Club” di John Hughes, in cui i personaggi principali, interpretati da Emilio Estevez, Judd Nelson e Molly Ringwald, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre discutono dei loro problemi e delle loro vite.
Questi sono solo alcuni esempi di film famosi in cui il caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione. Ci sono molti altri film che hanno scene simili, potrei continuare la lista per pagine intere.
Considerazioni finali, caffè e l’arte in ogni sua forma e genere
E’ stato a lungo utilizzato come stimolante per aumentare la concentrazione e la resistenza, nonché come mezzo per incontrarsi e socializzare.
In alcune culture, il caffè è stato abbinato all’idea di seduzione e corteggiamento, poiché è stato tradizionalmente consumato in luoghi pubblici come caffè e ristoranti. Tuttavia, questa è un’interpretazione culturale e non ci sono prove scientifiche che dimostrino un legame tra caffè e comportamenti sessuali.
In generale, il caffè è stato tradizionalmente consumato come una bevanda comune e non ha una connotazione sessuale. E’ importante evitare di associare il caffè ad usi non appropriati e rispettare la cultura e le tradizioni di ogni paese.
La polvere nera e la seduzione possono essere coinvolti in diversi modi. Il caffè, come bevanda sociale, un pretesto per incontrare qualcuno in un ambiente informale e casuale, impiegato come elemento seduttivo, ad esempio offrendo una tazza di caffè caldo e profumato come gesto di cortesia e generosità verso una persona di interesse.
Il gusto del caffè può anche essere connotato come metafora per la seduzione, poiché può essere forte e deciso, oppure delicato e sottile, a seconda delle preferenze della persona.
Come per la seduzione, il gusto del caffè può essere piacevole o meno a seconda delle preferenze personali.
Inoltre, questa bevanda può essere adoperata come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, come un appuntamento a lume di candela in una caffetteria. In questo senso si può parlare di un gioco di gusti.
In sintesi, il caffè e la seduzione possono essere collegati in diversi modi, sia come pretesto per incontri casuali, come elemento seduttivo, come metafora per la seduzione e come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, in un gioco di percezioni gustative, aggiungo che fare un buon caffè è una gustosa forma d’arte.
Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci?
Di Carol Agostini
Origini
Il caffè è una pianta originaria dell’Etiopia, ma oggi viene coltivata in tutto il mondo, principalmente in America Latina, Asia e Africa. La pianta produce dei chicchi di che vengono raccolti e poi tostati per produrre la polvere che conosciamo, che si trasforma con l’aggiunta di acqua, in una buonissima bevanda.
La leggenda
Come anticipato questo ingrediente è originario dell‘Etiopia, precisamente dalle regioni del Kaffa e del Harar.
La leggenda vuole che un pastore etiope, chiamato Kaldi, abbia scoperto le proprietà stimolanti del caffè intorno all’VIII secolo, quando notò che i suoi capre diventavano più attive dopo aver mangiato i frutti di un certo arbusto.
La storia reale inizia intorno all’IX secolo, quando gli abitanti dell’Etiopia iniziarono a utilizzare i chicchi di caffè tostati e macinati per preparare una bevanda stimolante. Nel corso dei secoli successivi, il caffè si diffuse in Medio Oriente e in Africa, dove divenne una bevanda popolare e un importante bene commerciale.
Nel XV secolo, il caffè iniziò a diffondersi in Europa, e nel XIX secolo divenne una delle bevande più popolari del mondo. Oggi viene coltivato in tutti i continenti, tranne in Antartide, e il commercio del caffè è uno dei più grandi al mondo.
La sua diffusione fu graduale, e iniziò in Medio Oriente. Il primo paese a commerciarlo fu l’Arabia, dove i monaci del monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai utilizzarono i chicchi per preparare una bevanda stimolante per resistere alle lunghe preghiere notturne. Successivamente si estese in Egitto, Turchia e Persia.
Nel XIV secolo, arrivò in India e in Indonesia, e nel 1583, questo alimento era già conosciuto in Venezia. Nel 1615 in Europa, e nel 1645, il primo caffè fu aperto a Venezia. Nel 1683, giunse anche a Vienna, e nel 1689 a Parigi.
Nel 1714, un botanico olandese, Pieter van Reymborgk, portò i semi in Olanda, e da lì iniziò la sua diffusione in America.
Nel 1723, un colono francese, Gabriel Mathieu de Clieu, portò i chicchi in America del Sud, e da lì iniziò la diffusione del caffè in Brasile, che divenne poi il maggiore produttore mondiale.
In generale, è possibile dire che la storia del caffè è lunga e complessa, e ha radici antiche e profonde nella cultura e nella società di molte regioni del mondo.
Composizione chimica
E’ composto principalmente da acqua, caffeina, acido cloro genico e acido trigonellico.
La caffeina è la sostanza psicoattiva più comune ed è responsabile dell’effetto stimolante che il caffè ha sul sistema nervoso centrale. L‘acido cloro genico e l’acido trigonnelico sono due composti antiossidanti presenti in questa bevanda.
Benefici all’assunzione
Ha molti benefici per la salute, tra cui:
• miglioramento della funzione cerebrale
• riduzione del rischio di malattie cardiovascolari
• protezione contro il diabete di tipo 2
• riduzione del rischio di malattie neuro degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson
Svantaggi dell’assunzione in grandi dosi
Tuttavia, questa bevanda può anche avere alcuni svantaggi per la salute se consumato in eccesso. La caffeina può causare insonnia, ansia e nervosismo, e può anche aumentare il rischio di osteoporosi se consumato in grandi quantità. In generale, si consiglia di non consumare più di tre tazze di caffè al giorno per evitare gli effetti negativi.
Commercializzazione
Attualmente, viene commercializzato in tutto il mondo. I principali paesi produttori sono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia. Essi rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.
I paesi che importano maggiormente sono gli Stati Uniti, Germania, Francia, Italia e Giappone. Essi rappresentano oltre il 20% dell’importazione mondiale.
Viene commercializzato sia come chicchi verdi, sia come torrefatto e macinato. Viene venduto in diverse forme, come solubile, in grani, macinato, in capsule, in polvere e in tazze monodose. Inoltre, è anche utilizzato in molte bevande, come cappuccino, latte macchiato, caffè americano e espresso.
La via del caffè
La via del caffè è un concetto che si riferisce alle rotte commerciali utilizzate per trasportare i chicchi dalle zone di produzione ai mercati di consumo. E’ stata una delle principali rotte commerciali nella storia, poiché è stato un prodotto di grande importanza economica per molti paesi. E’ stato esportato dalle zone di produzione in Africa, America Latina e Asia verso i mercati di consumo in Europa e poi in America e Asia, attraverso una serie di rotte commerciali come il Mar Mediterraneo, l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano.
Tuttavia, è importante notare che non esiste una singola via del caffè, ma piuttosto una serie di rotte che cambiano a seconda del periodo storico e delle regioni interessate.
Il suo commercio ha avuto un grande impatto sulla storia e sull’economia di molte regioni e ha contribuito a creare reti commerciali e culturali tra i paesi produttori e i paesi consumatori. Anche oggi il commercio rimane un’attività economica importante e ancora oggi questa bevanda nera è uno dei prodotti più esportati al mondo.
La dieta mediterranea e il caffè
La dieta mediterranea è un modello alimentare tradizionale, tipico dei paesi lungo il Mediterraneo, che si basa su un alto consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva, e un moderato consumo di latticini, carne e vino.
E’ una bevanda tradizionale nella dieta mediterranea, ma non è considerato un alimento principale, ed è stato tradizionalmente consumato in piccole quantità, come accompagnamento ai pasti o come bevanda sociale. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che il consumo moderato, fino a 3-4 tazze al giorno, può avere benefici per la salute come miglioramento della funzione cerebrale e riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.
In generale, è importante sottolineare che questa bevanda dovrebbe essere consumata come parte di una dieta equilibrata e non dovrebbe essere utilizzata come sostituta dei principali alimenti della dieta mediterranea, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva.
Inoltre, è importante evitare di aggiungere zucchero o latte, perché questo può aumentare l’apporto calorico e vanificare i benefici per la salute. Inoltre, è importante evitare di consumare caffè nelle ore notturne per non interferire con il sonno.
La caffeina e gli sportivi
La caffeina, una delle principali sostanze presenti, è nota per aumentare la performance fisica negli sportivi. La caffeina agisce a livello centrale e periferico, migliorando la concentrazione, la resistenza e la forza muscolare.
Inoltre, la caffeina è un potente termogenico, che aumenta il metabolismo e quindi aiuta a bruciare i grassi e migliorare l’efficienza nell’utilizzo dei carburanti durante l’esercizio.
Per gli sportivi, è una scelta valida come integratore alimentare perché la caffeina è stata approvata dalla World Anti-Doping Agency (WADA) per uso nello sport. Tuttavia, è importante notare che l’uso di caffeina deve essere monitorato poiché un consumo eccessivo può causare effetti negativi sulla salute e anche aumentare il rischio di squilibri idro-elettrolitici.
In generale, si consiglia di non consumare più di 3-4 tazze di caffè al giorno e di evitare di assumere caffeina nelle ore notturne per non interferire con il sonno. Inoltre, gli sportivi dovrebbero considerare l’utilizzo di caffè solo come parte di una dieta equilibrata e di un programma di allenamento completo.
Indagine di consumo italiano della polvere nera
L’Italia è nota per essere un paese con una lunga tradizione di consumo. Secondo le statistiche, gli italiani consumano in media circa 4,3 kg di caffè all’anno per persona. E’ la bevanda più diffusa dopo l’acqua e rappresenta una parte importante della cultura alimentare italiana.
Il consumo in Italia è stato in costante crescita negli ultimi anni, con un aumento del 3% nel 2020 rispetto al 2019.
Quello espresso è la forma più diffusa consumata in Italia, seguito da quello macinato e solubile. Inoltre, viene anche utilizzato come ingrediente in molte bevande calde, come cappuccino, latte macchiato, caffè americano e espresso.
Inoltre, il caffè italiano è molto apprezzato all’estero, per la sua qualità e per la sua tradizione. L’Italia è uno dei maggiori esportatori al mondo.
In generale, il consumo in Italia rimane stabile e costante, e rappresenta una parte importante della cultura alimentare e sociale del paese.
Pandemia Covid e consumo nel mondo
Durante la pandemia COVID-19, ci sono state significative variazioni nell’uso a livello mondiale. Secondo le statistiche, il consumo è aumentato in molte parti del mondo a causa del cambiamento nei modelli di consumo e dell’aumento del lavoro da casa e dello studio a distanza.
In Europa, ad esempio, ci sono stati aumenti significativi nel consumo domestico, con molte persone che hanno iniziato a preparare il proprio invece di acquistarlo nei bistrot e nei ristoranti.
Inoltre, il consumo di solubile e in capsule è aumentato poiché le persone cercavano comodità e praticità nella preparazione a casa.
In America, il consumo è stato generalmente stabile durante la pandemia, con un aumento del consumo da asporto e una diminuzione del consumo nei locali bistrot e nei ristoranti a causa della chiusura delle attività commerciali.
In Asia, il consumo di caffè è stato generalmente stabile o leggermente inferiore a causa della chiusura delle attività commerciali e del calo dei consumi legati al turismo e all’intrattenimento.
In generale, è importante notare che le statistiche potrebbero variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che gli effetti della pandemia COVID-19 sull’uso di questo ingrediente possono essere ancora in corso di analisi.
ICO ( International Coffee Organization)
Ci sono diverse fonti che forniscono statistiche sulla commercializzazione mondiale di questa bevanda.
Secondo l’International Coffee Organization (ICO), nel 2020 il mondo ha prodotto circa 164,2 milioni di sacchi di caffè, di cui la maggior parte è stata prodotta in America Latina e in Africa. La produzione è stata influenzata dalla pandemia COVID-19 e da condizioni climatiche avverse.
Inoltre, secondo le statistiche dell’ICO, nel 2020 le esportazioni mondiali sono state di circa 132,9 milioni di sacchi, con un valore di circa 20 miliardi di dollari. I principali esportatori dsono stati Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia.
Inoltre, le statistiche dell’ICO mostrano che i principali importatori nel 2020 sono stati Stati Uniti, Germania, Italia, Paesi Bassi e Francia.
In generale, è importante notare che le statistiche sulla commercializzazione mondiale possono variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che i dati possono essere soggetti a cambiamenti a causa di fattori come la pandemia COVID-19 e le condizioni climatiche.
Bevande a base di polvere nera più usate in Italia
Ci sono molte ricette che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:
• Eespresso: è una delle forme più classiche e tradizionali. Per preparare un espresso, è necessario utilizzare una macchina per espresso, macinare i chicchi freschi e utilizzare acqua calda ad alta pressione per estrarre il caffè.
• Caffè latte: è una delle bevande più popolari al caffè. Per preparare un caffè latte, è necessario preparare un espresso e aggiungere latte caldo e schiumoso.
• Macchiato: è una bevanda composta da espresso e una piccola quantità di latte.
• Cappuccino: è una delle bevande più popolari in Italia, consiste in una tazza di caffè espresso con una quantità uguale di latte caldo e schiumoso.
• Lungo: è una variante dell’espresso, viene preparato utilizzando la stessa quantità di caffè ma più acqua.
Ricette gastronomiche a base di caffè
Ci sono molte ricette gastronomiche che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:
• Tiramisù classico: è un dolce tradizionale italiano composto da strati di savoiardi imbevuti di espresso e mascarpone.
• Panna cotta al caffè: è un dolce cremoso e delicato a base di panna, latte, zucchero e espresso.
• Cheesecake al caffè: è una variante della classica cheesecake, con una base croccante di biscotti e un ripieno di formaggio cremoso aromatizzato al caffè.
• Caffè affogato: è un dessert semplice ma delizioso, consiste nel versare del caffè caldo su una pallina di gelato alla vaniglia.
• Filetto al caffè: è una ricetta di carne in cui il filetto viene marinato in espresso, spezie e vino rosso prima di essere cotto.
• Tiramisù al caffè: Il tiramisù con biscotti alla polvere nera.
La figura del degustatore è quella di un professionista esperto nell’analisi sensoriale dei prodotti alimentari e delle bevande. Un degustatore utilizza metodi scientifici e tecniche di degustazione per determinare le caratteristiche organolettiche dei prodotti, come ad esempio il colore, l’odore, il gusto e la consistenza.
I pregi di un degustatore sono la conoscenza approfondita del prodotto, l’abilità nell’utilizzo delle tecniche di degustazione e la capacità di descrivere precisamente le caratteristiche organolettiche dei prodotti.
Tra i difetti si può considerare la soggettività nella valutazione del prodotto e la possibilità di essere influenzati dalle preferenze personali.
Da un degustatore ci si aspetta che sia in grado di fornire un giudizio obiettivo e preciso su un prodotto alimentare o bevanda, basato sull’utilizzo di metodi scientifici e tecniche di degustazione. Inoltre, un degustatore dovrebbe essere in grado di comunicare efficacemente le proprie valutazioni e di spiegare le ragioni delle sue decisioni.
I metodi scientifici utilizzati da un degustatore di food comprendono:
1. Analisi sensoriale: è un metodo utilizzato per valutare le caratteristiche organolettiche di un prodotto, come il colore, l’odore, il gusto e la consistenza.
2. Valutazione descrittiva: consiste nella descrizione delle caratteristiche sensoriali di un prodotto utilizzando termini standardizzati.
3. Valutazione comparativa: consiste nella valutazione di un prodotto rispetto a un campione di riferimento o a una serie di campioni.
4. Triangolazione: consiste nel confronto di due o più campioni per determinare se sono simili o diversi.
5. Analisi chimica: consiste nell’analisi dei componenti chimici di un prodotto, come gli zuccheri, gli acidi, i grassi e le proteine.
6. Analisi sensoriale statistica: utilizzando tecniche statistiche, permette di identificare le differenze tra i prodotti, la rilevazione di preferenze dei consumatori e l’analisi dei dati sensoriali.
Questi metodi sono utilizzati per raccogliere dati oggettivi e soggettivi su un prodotto alimentare e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
Le tecniche di degustazione utilizzate dai degustatori di food comprendono:
1. Degustazione alla cieca: consiste nel degustare un prodotto senza conoscere l’identità del prodotto, per evitare di essere influenzati dalle aspettative o dalle preferenze personali.
2. Degustazione guidata: consiste nell’utilizzo di un campione di riferimento per guidare la valutazione del prodotto in degustazione.
3. Degustazione in abbinamento: consiste nel degustare un prodotto insieme ad altri prodotti, come cibi o bevande, per valutare come si adattano tra loro.
4. Degustazione dinamica: consiste nel valutare come un prodotto cambia nel tempo, ad esempio come il vino cambia mentre si apre e si espande.
5. Degustazione a cronologia: consiste nel degustare una serie di prodotti in ordine cronologico, per valutare come si evolvono nel tempo.
6. Degustazione con il naso coperto: consiste nell’utilizzare un naso coperto per isolare l’olfatto e valutare come influisce sulla percezione del gusto.
Queste tecniche sono utilizzate per raccogliere informazioni precise e complete sul prodotto in degustazione, e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
I metodi scientifici di degustazione del vino comprendono:
1. Analisi sensoriale: consiste nell’utilizzo di metodi standardizzati per valutare le caratteristiche organolettiche del vino, come il colore, l’odore, il gusto e la consistenza.
2. Valutazione descrittiva: consiste nella descrizione delle caratteristiche sensoriali del vino utilizzando termini standardizzati.
3. Valutazione comparativa: consiste nella valutazione di un vino rispetto a un campione di riferimento o a una serie di campioni.
4. Triangolazione: consiste nel confronto di due o più campioni per determinare se sono simili o diversi.
5. Analisi chimica: consiste nell’analisi dei componenti chimici del vino, come gli zuccheri, gli acidi, i tannini e l’alcol.
6. Analisi sensoriale statistica: utilizzando tecniche statistiche, permette di identificare le differenze tra i vini, la rilevazione di preferenze dei consumatori e l’analisi dei dati sensoriali.
7. Valutazione del vino con il naso coperto: consiste nel utilizzare un naso coperto per isolare l’olfatto e valutare come influisce sulla percezione del gusto e dell’aroma.
8. Valutazione dinamica: consiste nel valutare come il vino cambia nel tempo, ad esempio come il vino cambia mentre si apre e si espande.
Questi metodi sono utilizzati per raccogliere dati oggettivi e soggettivi su un vino e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
Le tecniche di degustazione del vino utilizzate dai degustatori professionisti comprendono:
1. Degustazione alla cieca: consiste nel degustare un vino senza conoscere l’identità del vino, per evitare di essere influenzati dalle aspettative o dalle preferenze personali.
2. Degustazione guidata: consiste nell’utilizzo di un campione di riferimento per guidare la valutazione del vino in degustazione.
3. Degustazione in abbinamento: consiste nel degustare un vino insieme ad altri cibi o bevande, per valutare come si adattano tra loro.
4. Degustazione dinamica: consiste nel valutare come un vino cambia nel tempo, ad esempio come il vino cambia mentre si apre e si espande.
5. Degustazione a cronologia: consiste nel degustare una serie di vini in ordine cronologico, per valutare come si evolvono nel tempo.
6. Degustazione con il naso coperto: consiste nel utilizzare un naso coperto per isolare l’olfatto e valutare come influisce sulla percezione del gusto e dell’aroma.
7. Degustazione in sorsi: consiste nel valutare il vino assaporando piccoli sorsi, per valutare come il vino si evolve in bocca.
8. Degustazione a grandezza naturale: consiste nell’assaporare il vino a grandezza naturale, per valutare la qualità dell’esperienza complessiva.
Queste tecniche sono utilizzate per raccogliere informazioni precise e complete sul vino in degustazione, e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
Quali sono le differenze nella degustazione di un prodotto gastronomico rispetto a quello vitivinicolo?
Ci sono alcune differenze tra degustare un prodotto gastronomico e un vino:
1. Caratteristiche organolettiche: i prodotti gastronomici hanno una maggiore varietà di caratteristiche organolettiche rispetto ai vini, come il colore, la consistenza, il sapore e l’odore, i vini invece hanno una maggiore attenzione sull’olfatto e il gusto.
2. Complessità: i prodotti gastronomici possono essere più complessi rispetto ai vini, poiché possono contenere una combinazione di ingredienti e sapori diversi.
3. Abbinamenti: i vini sono spesso degustati in abbinamento con cibi specifici, mentre i prodotti gastronomici possono essere gustati da soli o con accompagnamenti diversi.
4. Tempo di degustazione: i vini possono richiedere più tempo per essere degustati rispetto ai prodotti gastronomici, poiché possono cambiare nel tempo e richiedere una maggiore attenzione per le sfumature.
5. Valutazione: i criteri per la valutazione dei prodotti gastronomici e dei vini possono essere diversi, anche se entrambi possono essere valutati utilizzando metodi descrittivi e comparativi.
6. Tecniche di degustazione: le tecniche di degustazione utilizzate per i prodotti gastronomici e i vini possono essere diverse, ad esempio la degustazione a cronologia è utilizzata più spesso per i vini.
In generale, entrambe le degustazioni richiedono una formazione specifica e una conoscenza approfondita del prodotto per fornire un giudizio preciso e affidabile.
A mio parere il giudizio finale è una combinazione di analisi tecniche e percezioni personali, e i degustatori, pur essendo insostituibili, non sono perfetti e lavorano sempre con l’intento di raggiungere la massima correttezza.
Le vette oltre i 3.000 metri in Valle Aurina: una palestra naturale per gli amanti dello sport e contemporaneamente cornice da favola per chi vive la vallata a bassa quota.
Redazione
L’area vacanze Valle Aurina, in Alto Adige, è la meta ideale per trascorrere settimane bianche e soggiorni invernali in un ambiente autentico che fa sognare con le sue vette, i suoi paesaggi e la sua natura.
Un territorio di 630 chilometri quadrati, coronato da 83 vette oltre i 3.000 metri di quota, 75 chilometri di piste, 8 fantastiche piste da slittino, 50 chilometri di piacere fondistico e tantissimi sentieri da percorrere a piedi, con le ciaspole o magari su di una slitta trainata dai cavalli: sono questi i numeri che raccontano l’area vacanze Valle Aurina, la valle laterale più a nord dell’Alto Adige.
Immersa in un paesaggio di rara bellezza, dove vette maestose suscitano emozioni indescrivibili, l’area vacanze Valle Aurina è la meta ideale per i viaggiatori di tutte le età che amano la natura e le attività all’aria aperta: dalle più semplici escursioni a valle, adatte anche alle famiglie, alle salite scialpinistiche che permettono di raggiungere oltre 3.000 m di quota, tra pendii innevati e panorami sconfinati, sulle tracce di alpinisti che hanno fatto la storia, accessibili per tutto l’inverno e fino a maggio inoltrato.
Se chi visita la vallata e percorre i suoi sentieri a bassa quota è accolto come in un abbraccio da vette altissime che disegnano un panorama montano, colorandosi dall’alba al tramonto con sempre nuove sfumature, gli amanti dello scialpinismo possono conquistarne la cima attraverso innumerevoli vie. Henne, Faden e Achsel (letteralmente “gallina”, “filo” e “ascella”), sono alcuni dei nomi delle vette più apprezzate, o ancora Sasso Nero, Monte Lovello, Punta del Conio, da dove la vista spazia davvero lontano, anche oltre confine trovandosi proprio a contatto con l’Austria.
Un paradiso di relax e divertimento, per l’anima e il corpo, da vivere e assaporare in ogni dettaglio. Un territorio che lascia il segno e dove è facile sentirsi a casa, avvolti dalla quiete della natura, rigenerati da un’aria pura e sorpresi dalla bellezza che ogni autentico scorcio di questa valle può regalare.
Castello di Spessa vi augura un felice Natale con una ricetta per le feste
Redazione
Fettucce al pomodoro, cime di rapa e tartare di scampi abbinate ad Amadeus Brut 2017, una sinfonia di sapori.
Il Friuli è una regione sospesa tra terra e mare, e la sua cucina segue perfettamente questa unione di sapori e materie prime.
Castello di Spessa, azienda vinicola e residenza storica a Capriva del Friuli nel Collio Goriziano, è da sempre attenta a valorizzare le eccellenze della regione, sia con una produzione viticola di alta qualità, sia con l’offerta di ospitalità nel wine resort, tra cui spicca la La Tavernetta al Castello, ristorante gourmet che propone una cucina centrata sugli ingredienti del territorio, attraverso tecnica e sperimentazione.
In vista delle feste natalizie proponiamo una ricetta dello chef de La tavernetta Antonino Venica: Fettucce al pomodoro cime di rapa e tartara di scampi.
Per questa ricetta proponiamo l’abbinamento curato dalla sommelier del ristorante, Franca Stiffan, con Amadeus Brut 2017.
Questo metodo classico ottenuto da Chardonnay con una piccola percentuale di Pinot Nero, dopo la prima fermentazione, in parte in acciaio e parte in barrique di rovere francese per enfatizzarne la complessità, sosta sui lieviti per oltre 40 mesi, acquisendo un perlage di grande finezza.
Con la sua pienezza gustativa, sostenuta da un gradevole nerbo acido, è in grado di esaltare la tartare di scampi senza sovrastare gli altri elementi del piatto, basato su elementi vegetali.
Fettucce al pomodoro, cime di rapa e tartara di scampi
Per la crema alle cime di rapa, sbollentate le cime di rapa e lasciatele una notte in marinatura con olio, acciuga e aglio cotto delicatamente a lungo. Passate la polpa con l’estrattore.
Fate la pasta all’uovo con triplo concentrato di pomodoro.
Lasciate le code di scampi crude e fate una tartare tagliandole al coltello. Con i carapaci create una bisque molto ristretta con l’aggiunta di paprica rossa.
Lessate la pasta con l’aggiunta delle foglie e delle cimette di rapa. Una volta cotta scolatela e mantecate con olio evo e la colatura di alici.
Impiattate con uno specchio di crema di cime di rapa, gocce di bisque, adagiate le fettucce al centro e per ultimo la tartara sopra la pasta.
Parte Vinitaly on tour, il progetto on the road alla scoperta di cantine e territori, un viaggio lungo lo stivale con Volkswagen veicoli commerciali mobility partner 2023
Redazione
Un viaggio lungo lo Stivale a bordo del Multivan eHybrid alla scoperta delle realtà vitivinicole italiane, dalle loro storie ai loro territori. Prende il via Vinitaly on Tour, il progetto “on the road” targato Vinitaly in collaborazione con Volkswagen Veicoli Commerciali – in veste di mobility partner – pensato per raccontare le aziende e i protagonisti del mondo del vino attraverso un itinerario che si concluderà a marzo 2023, alla vigilia della 55ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati (Veronafiere, 2-5 aprile 2023).
Tra i temi che saranno affrontati strada facendo – che sono i focus dell’edizione 2023 di Vinitaly – ci sono il vino biologico e biodinamico e le produzioni di nicchia; i vitigni rari, PIWI e resistenti; il vino dealcolato e a bassa gradazione alcolica; la viticoltura eroica e la produzione sostenibile fino agli anniversari e ai progetti speciali delle cantine coinvolte nell’iniziativa.
I contenuti realizzati – video, interviste, post – saranno pubblicati sui canali social ufficiali di Vinitaly e disponibili su Vinitaly Plus.
Ecco i primi appuntamenti in programma: si parte sulle quattro ruote del van ibrido della casa automobilistica tedesca brandizzato Vinitaly da Monte Zovo, l’azienda di Caprino Veronese (VR) – quasi un secolo di storia alle spalle -, con la vendemmia tardiva atta a valorizzare l’identità del terroir. Si resta nel veronese con la visita a Zýmē (San Pietro in Cariano – VR), realtà che ha affiancato alla cura e al rispetto dei vini storici della Valpolicella la sperimentazione di nuove produzioni che rappresentano e rinnovano il territorio.
Dal Veneto si passa al Friuli-Venezia Giulia con Vivai Rauscedo, l’azienda che ha saputo trasformare una terra povera nel primo distretto al mondo per produzione di barbatelle, con oltre 80 milioni di esemplari innestati l’anno. Sarà la volta poi di Ca’ Rugate (Montecchia di Crosara – VR), che dalla vendemmia 2020 riporta sulle proprie etichette la certificazione biologica della Comunità Europea. Il tour proseguirà nel 2023 con nuove date e regioni.
Ancora una volta Volkswagen Veicoli Commerciali è a fianco del mondo vitivinicolo e questa volta lo fa con il nuovo Multivan eHybrid. Il van che coniuga l’ingegnoso utilizzo dello spazio e soluzioni di dettaglio intelligenti con l’iconico e accattivante DNA di design del Bulli.
Il nuovo Multivan è largo 1.941mm, lungo 4.973 e alto fino a 1.907. La capacità del vano di carico varia dai 469 litri dietro la terza fila di sedili fino ad arrivare a 3.672. Il veicolo ideale per chi cerca spazio, comfort e tecnologia. Un esempio è il tavolino multifunzionale che può essere utilizzato come consolle centrale tra i sedili del conducente e del passeggero oppure come tavolo ribaltabile completo di porta bevande e vani portaoggetti nella seconda e terza fila di sedili. E ancora il sistema shift-by-wire, che consente la trasmissione elettronica del segnale di cambio marcia.
Con un clic. Il sistema shift-by-wire offre un comfort di cambio marcia molto elevato.
Il Nuovo Multivan eHybrid diventa un veicolo a zero emissioni per la città capace di affrontare le sfide quotidiane anche con la sola energia elettrica e, allo stesso tempo, il motore 1.4 TSI da 160 kW padroneggia tranquillamente le lunghe percorrenze. Il partner ideale per Vinitaly on Tour 2023.