ANTEPRIMA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO, 16 febbraio 2023, a San Gimignano
Redazione
Giovedì 16 febbraio si terrà a San Gimignano l’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano DOCG, con la presentazione delle nuove annate alla stampa italiana e internazionale, all’interno del programma delle Anteprime di Toscana.
Protagonisti i vini dell’ultima vendemmia, la 2022, e l’annata 2021 per la tipologia Riserva.
Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa
La degustazione dei 96 vini in anteprima di 41 aziende, verrà ospitata nelle sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, nel centro storico di San Gimignano, che sarà aperto con orario continuato dalle 9.00 alle 18.30.
Alle ore 9.00 si terrà nella Sala Dante del Palazzo Comunale una masterclass – riservata alla stampa e su prenotazione – dal titolo “Timeless Vernaccia di San Gimignano”. Si tratterà di una verticale di annate vintage condotta dal primo Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli, che si concentrerà sulla potenzialità e sulla capacità evolutiva della Vernaccia di San Gimignano con il trascorrere del tempo.
Foto dell’edizione 2022 dell’Anteprima Vernaccia di San Gimignano edizione precedente, foto da comunicato stampa
In assaggio 12 Vernaccia di San Gimignano DOCG da lui stesso selezionate di annate comprese fra il 1997 e il 2018, per raccontare un vino bianco italiano d’eccellenza.
La giornata dell’Anteprima si concluderà con la cena stampa dislocata nei ristoranti della città, presenti i produttori, e con un menu specifico pensato in abbinamento alla Vernaccia di San Gimignano.
Quest’anno ritorna anche la formula tradizionale dell’apertura agli operatori di settore e ai wine lover, che potranno accedere gratuitamente durante tutta la giornata e incontrare i produttori ai banchi di assaggio.
Il territorio toscano in degustazione all’anteprima, foto da comunicato stampa
Anteprima della Vernaccia di San Gimignano 2023:
Abbazia Monteoliveto, Alessandro Tofanari, Cappellasantandrea, Casa alle Vacche, Casa Lucii, Casale Falchini, Cesani, Collemucioli, Collina dei Venti, Fattoria di Fugnano, Fattoria La Torre, Fattoria Poggio Alloro, Fattoria San Donato, Fattorie Melini, Fornacelle, Geografico, Guicciardini Strozzi, Guidi, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Lastra, La Roccaia , Macinatico, Montenidoli, Mormoraia, Palagetto, Panizzi, Pietraserena, Podere Le Volute, Poderi Arcangelo, Poderi del Paradiso, San Benedetto, San Quirico, Signano, Tenuta La Vigna, Tenuta Le Calcinaie, Terre di Sovernaja, Teruzzi, Tollena, Vagnoni.
Nei weekend del 18-19-20 e 25-26-27 febbraio si svolgerà inoltre l’ormai consueto appuntamento alla Rocca di Montestaffoli, Degusta le nuove annate, dove – su prenotazione – sarà possibile per operatori e pubblico assaggiare le nuove annate di Vernaccia di San Gimignano. Ciascuna giornata prevede tre sessioni di tasting della durata di un’ora e mezzo ciascuna, alle 11.30, alle 15.00 e alle 17.30.
Dolci del Forno di Michele Pompucci 2023 nella splendida Valtellina
Di Carol Agostini
Intro
Un ringraziamento speciale a Michele Pompucci per la sua determinazione, impresa e bontà, grazie per il regalo goloso che mi hai fatto, con tanta stima!
Michele Pompucci, foto da internet
L’azienda Dolci del Forno di Michele Pompucci, utilizzando ingredienti locali e tradizionali, crea biscotti di alta qualità che riflettono la storia e la cultura della Valtellina. Inoltre, la Valtellina è una destinazione turistica molto popolare sia per gli sport invernali che per quelli estivi, come escursioni e mountain bike, famosa per le sue specialità gastronomiche come i formaggi, i salumi e i vini, tra cui il famoso Inferno, Sassella e Grumello, entrambi ottenuti dal vitigno Nebbiolo.
Basìn de Sundri
L’azienda è conosciuta per i suoi biscotti Basìn de Sundri, che sono prodotti con ingredienti locali e tradizionali, una specialità gastronomica della Valtellina, originaria dell’800. Inizialmente erano una versione economica della bisciola, un tipico pane dolce valtellinese con fichi secchi e noci, ma con forma e peso ridotti.
Gli ingredienti erano poveri, ma solo dopo la prima guerra mondiale vengono prodotti come biscotti secchi da pasticceria. Non riscontrando successo commerciale i basìn de Sundri sono stati accantonati per decenni.
Basin de Sundri di Michele Pompucci, biscotti valtellinesi, foto da sito
E’ solo negli ultimi anni che la ricetta originale è stata recuperata da Michele Pompucci, un fornaio di Sondrio, che ha arricchito gli ingredienti ai gusti odierni e registrato il prodotto e il marchio. La passione per le preparazioni artigianali e tipiche ha spinto appunto Michele a dedicarsi alla creazione dei famosi Basìn de Sundri, dedicando tempo e selezionando le materie prime per ottenere un prodotto dal sapore unico, tanto da registrarne nome e ingredienti per salvaguardare il più possibile un dolce tradizionale che ormai era andato perduto.
Michele che ho conosciuto personalmente, usa solo ingredienti di alta qualità, come farina di grano tenero, burro di qualità superiore e noci locali, per creare i Basìn de Sundri, fatti a mano, con metodi tradizionali, per garantire che il gusto e la qualità siano sempre eccezionali.
Biscutin al lac de cavra di Michele Pompucci, Valtellina, foto da sito
Storia e tradizione
Il suo forno si dedica alla promozione della cultura e della tradizione valtellinese attraverso i suoi prodotti, per permettere ai consumatori di assaporare un pezzo della storia e della cultura della regione.
Il laboratorio artigianale di pasticceria della Famiglia Pompucci è un’azienda con una lunga tradizione di oltre 3 generazioni, legata alla cultura della Valtellina. La famiglia ha sempre cercato di tramandare e recuperare le ricette tradizionali delle valli, le materie prime locali più impiegate sono: la segale, le noci, i fichi, il miele, la grappa di montagna e il burro d’alpeggio.
Biscotti di solo saraceno della Valtellina, foto da sito
Michele Pompucci, utilizzando moderni macchinari, non rinuncia ad affiancare ad essi utensili più artigianali, per garantire che ogni singolo prodotto di pasticceria sia realizzato con passione e amore. Ciò rende i Basìn de Sundri unici, poiché la manualità nei dosaggi e nella lavorazione fa sì che non ve ne sia uno identico ad un altro, come avverrebbe se venissero utilizzati sistemi di produzione industrializzati.
Prodotti
La Bisciola valtellinese di Michele Pompucci, foto da sito
Altro prodotto tipico prodotto nel forno di Michele è la bisciola valtellinese sempre un dolce della regione, che si può trovare soprattutto durante il periodo natalizio, ma non solo.
La leggenda narra che sia stata creata durante il passaggio di Napoleone in Valtellina, ma in realtà non ci sono prove storiche che lo confermano e si ritiene che sia stata creata in tempi più antichi dalle popolazioni povere del territorio, per creare una pietanza dolce per le feste usando pochi ingredienti che si conservavano durante il periodo invernale.
La bisciola odierna è diventata un dolce da pasticceria a tutti gli effetti e, in particolare, la bisciola del Forno di Michele Pompucci è arricchita con eccellenti materie prime del territorio, come uova, burro e grappa, per garantire un sapore unico e autentico.
Bitto
Carol Agostini in visita al Centro del Bitto Storico Ribelle
Il Bitto è un formaggio tipico della Valtellina, a pasta dura, a stagionatura lunga, che viene prodotto con latte crudo di vacche della razza Valtellina, che pascolano nei pascoli alpini della zona. Il Bitto è conosciuto per la sua lunga stagionatura, che può durare fino a 10 anni, e per il suo gusto intenso e complesso. Il Bitto è stato riconosciuto come prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) dall’Unione Europea.
Centro del Bitto di Gerola Alta, con una Casèra di stagionatura vero e proprio fiore all’occhiello del territorio
Bresaola
La bresaola valtellinese è un prodotto tipico della regione della Valtellina, in Lombardia, Italia. E’ un insaccato crudo di carne di manzo, che viene stagionato per alcune settimane o mesi, in modo da conferirgli un sapore unico e intenso. La bresaola valtellinese è un prodotto di qualità elevata, ottenuta solo con carne di manzo di qualità superiore e stagionato con sale e spezie naturali.
La produzione di Bresaola valtellinese è riservata esclusivamente ai produttori delle valli di Sondrio, Bormio, Morbegno, Sondalo, Tirano e Valchiavenna. La preparazione prevede l’utilizzo solo di carni magre di manzo, l’utilizzo di spezie naturali e l’affumicatura per conferire al prodotto un aroma particolare.
La Bresaola Valtellinese è un prodotto DOP, il suo gusto intenso e delicato, il suo aroma caratteristico e la sua consistenza morbida e leggermente
Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi
I piatti tipici della Valtellina includono:
• Pizzoccheri, una pasta fatta di farina di grano saraceno e farina bianca, condita con burro fuso, formaggio bitto e verze
• Bresaola, un insaccato di carne di manzo essiccato e stagionato
• Sciatt, frittelle di formaggio bitto o di fontina
• Pizzoccheri (o gnocchetti) di Chiavenna, in alcune zone della Valtellina, con la parola “pizzoccheri” si intendono gli gnocchetti di Chiavenna, preparati con farina di frumento e pane secco ammollato nel latte. Sono accompagnati da patate e cosparsi di formaggio.
• Taroz da purè di patate, fagioli e fagiolini conditi con burro e formaggio locale
• Polenta taragna, una polenta preparata con un misto di farina di mais e di grano saraceno
• Formaggi locali come il bitto, il casera e lo strachitunt.
La felicità di avere la Valtellina in un piatto tipico
La Valtellina e i muretti a secco
I muretti a secco sono una tecnica antica di coltivazione del terreno, tipica della Valtellina, in Lombardia, Italia. Consistono nell’utilizzo di pietre e terra per creare piccoli muretti a secco, senza l’utilizzo di malta o cemento, che servono a delimitare i campi e a contenere i terreni in pendenza.
Questi muretti sono stati utilizzati per secoli nella Valtellina per creare piccoli appezzamenti di terreno in pendenza, che sarebbero altrimenti stati difficili da coltivare. La tecnica è stata tramandata di generazione in generazione, e ancora oggi molti contadini locali continuano a utilizzarla.
Sono stati inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2011, come parte dei Paesaggi vitivinicoli delle Alpi. Questo riconoscimento è stato attribuito perché i muretti a secco rappresentano una parte importante della cultura e della storia della Valtellina, e perché sono stati utilizzati per creare un paesaggio unico e distintivo nella regione.
Il libro scritto da alcuni colleghi sommelier e giornalisti a cui ho partecipato come degustatore durante gli assaggi dei vini della Valtellina, in foto Carol Agostini
Territorio
Livigno è un paese di montagna situato nella Valtellina. È conosciuto per essere una località turistica molto popolare sia per gli sport invernali che per lo shopping, poiché è esente dalle tasse. Livigno è anche famosa per il suo ambiente naturale incontaminato e le sue attività all’aria aperta come escursioni, pesca e ciclismo.
Livigno, foto da internet
Bormio è una cittadina situata nella Valtellina, nota per le sue terme termali e per essere una località turistica molto popolare sia per gli sport invernali che estivi. Le terme di Bormio sono famose per le loro proprietà curative e per la loro posizione unica, con viste sulla catena montuosa delle Alpi.
Trepalle è un comune italiano in Valtellina, in Lombardia, situato nella provincia di Sondrio. È noto per essere una località turistica molto popolare per gli sport invernali, come lo sci e lo snowboard.
Si trova a un’altitudine a 2069-2 172 m sopra il livello del mare, e offre una vista spettacolare sulle montagne circostanti.Località montana molto amata per la bellezza del paesaggio, per le attività all’aria aperta come lo sci e per la sua cultura enogastronomica come a Livigno. Offre una vasta gamma di attrazioni turistiche, come escursioni, pesca, ciclismo, sci e snowboard e alcuni negozi dove poter acquistare i prodotti tipici locali appunto come il Bitto e la Bresaola valtellinese.Oltre a ciò, Trepalle è anche un luogo ideale per vacanze in famiglia o per scappare dalla città e godersi la tranquillità della montagna.
La Valtellina, foto da internet
Per finire…
Per cinque anni ho vissuto la Valtellina personalmente, ho ancora alcuni amici che mi accolgono di tanto in tanto, è una valle di cui ci si innamora per la bellezza panoramica e prodotti, consiglio a tutti di visitarla.
er, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
La Golosa, tradizione, ricerca, regionalità e passione, Maurizio Curi
Di Carol Agostini
La Golosa è un’azienda agricola situata nelle Marche, in Italia, che si dedica alla produzione di frutta di alta qualità per succhi di frutta, composte e marmellate. La loro specialità è la mela rosa, una varietà unica della regione che offre un sapore delicato e un aroma intenso.
La Golosa, Maurizio Curi con la madre, articolo di Carol Agostini
Tenuta Zai is a family-run winery located in Alonte, Italy.
Di Carol Agostini
The winery is situated on a hill called “Colle del Corin” and is surrounded by the natural beauty of the Colli Berici. The grapes used to produce Tenuta Zai’s wines are hand-picked and processed in a winery located close to the vineyards.
Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality
The focus of the winery is on producing high-quality wines that reflect the unique characteristics of the terroir and the authenticity of a small producer. The winery has about 4 hectares of vineyards and an additional hectare of forest, which promotes biodiversity and enhances the environment.
They offer a variety of enotourism activities including vineyard walks, picnics among the olive trees, guided tastings, winery tours, and wellness activities such as yoga and forest bathing. The winery is relatively new, having started its first harvest in 2017, but has already received positive recognition for its wines. The soil is clay and limestone and is well suited for growing red grapes, particularly merlot which makes up the majority of their production.
Tenuta Zai born in 2017 an all-Vicentine reality
In addition to the enotourism activities, Tenuta Zai also hosts events and gatherings such as wine tastings and dinners. They also offer the opportunity to participate in the winemaking process, from grape picking to bottling, for those who want to experience the behind-the-scenes of winemaking.
The winery is committed to sustainable practices and is constantly seeking ways to reduce its environmental impact. This includes using organic methods in the vineyard, recycling materials, and minimizing the use of chemical fertilizers and pesticides.
Tenuta Zai’s wines are available for purchase at the winery, through their website, and at select wine shops and restaurants. They also offer wine club memberships for those who want to receive regular shipments of their wines. Overall, Tenuta Zai offers an authentic and immersive wine-tasting experience, providing visitors with a chance to learn about the winemaking process, the terroir and the culture of the region, and to taste the wines that reflect the passion, genuineness, creativity and sharing of the family.
winery hospitality for guests
In addition to their commitment to sustainable practices, Tenuta Zai also places a strong emphasis on traditional winemaking techniques. This includes using natural fermentation methods, aging the wines in oak barrels, and allowing the wines to rest for a period of time before bottling to enhance their flavor and complexity.
The winery also has a strong focus on research and experimentation, constantly experimenting with new grape varietals and winemaking techniques to improve the quality and uniqueness of their wines. They also actively participate in wine competitions and tastings to gain feedback and recognition for their wines.
Tenuta Zai’s wines are well-regarded by both critics and wine enthusiasts alike for their high quality, unique character and the expression of the terroir. Visitors can expect to taste wines that are well-balanced, full-bodied, and have a good structure. They are a perfect expression of the land and the winery’s passion for winemaking.
The winery seen from above with its vineyards
In conclusion, Tenuta Zai is a winery that offers a unique and authentic experience, combining a deep respect for tradition, a passion for innovation and a commitment to sustainability. The wines are a reflection of the family’s dedication to their craft, and a perfect embodiment of the terroir. Tenuta Zai is a must-visit destination for wine lovers looking to discover the beauty and tradition of the Venetian winemaking.
Bordocolle is a red wine IGT Veneto made from a blend of Merlot and Cabernet grapes. The 2017 vintage of Bordocolle was awarded at the International Wine Challenge in the United Kingdom, and the 2018 vintage received an award for quality-price and received 2 glasses from the Gambero Rosso guide 2022.
Corin is a Merlot DOC Colli Berici. The 2017 vintage was awarded at the International Wine Challenge in the United Kingdom and the 2018 vintage received 2 glasses from the Gambero Rosso guide 2022.
Altura is a Merlot DOC Colli Berici. The 2017 vintage was awarded a silver medal at the Mondo Merlot competition and a bronze medal at the International Wine Challenge in the United Kingdom. Altura is a very limited production, made from a selection of the best grapes in the vineyard, only in the best vintages.
Syrah IGT Veneto is a red wine made from the Syrah grape, a varietal that is not commonly grown in the Veneto region. It represents the winery’s commitment to experimentation and research, and it’s a good expression of the terroir.
Cellar ownership
All wines from Tenuta Zai are highly-regarded by critics and wine enthusiasts for their high quality, unique character, and the expression of the terroir. Visitors can expect to taste well-balanced, full-bodied wines with good structure, that are a perfect expression of the land and the winery’s passion for winemaking.
Tenuta Zai may also produce other wines or limited edition wines depending on the vintage and their experimentation. They may also produce wines from other varietals that are grown in the vineyard.
Tenuta Zai also offers wine tastings and tours, which allow visitors to learn about the winemaking process and taste the wines in a relaxed and welcoming atmosphere. Visitors can expect to learn about the history and culture of the region, the terroir, and the unique characteristics of the wines.
The wines of Tenuta Zai are perfect for pairing with traditional Venetian dishes such as pasta with ragù, risotto, grilled meats and fish, and cheeses. The wines are also versatile and can be enjoyed on their own or with a variety of other dishes.
In conclusion, Tenuta Zai is a winery that offers a wide variety of high-quality wines that are a true expression of the terroir. The winery’s commitment to tradition, innovation, and sustainability can be found in each sip of their wines. Whether you’re a wine enthusiast or a casual drinker, Tenuta Zai’s wines are sure to delight and impress.
Il caffè è stato spesso rappresentato nell’arte, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo, a testimonianza della sua importanza nella cultura e nella società.
Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C. Carol Agostini, foto da internet
Nel periodo Barocco, questa bevanda era spesso rappresentata in dipinti di genere, raffigurando scene di vita quotidiana, come il caffè al caffè, dove le persone si incontravano per discutere e socializzare. Nel Settecento, divenne un soggetto popolare nei dipinti di paesaggio, raffigurando le piantagioni di produzione e le scene di raccolta dei chicchi. Nel XIX secolo, è stato rappresentato in dipinti di genere d’epoca, rappresentando le scene di vita quotidiana e le abitudini degli abitanti delle città.
Alcuni artisti contemporanei hanno utilizzato il caffè come elemento artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere nera come materiale.
E’ stato anche utilizzato come fonte di ispirazione per la creazione di alcune opere letterarie, poesie, musica e film perché rappresenta un’esperienza universale di socializzazione e convivialità.
La polvere nera, foto da internet, articolo: Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.
Curiosità e notizie interessanti sulla polvere nera
E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia:
• Introdotto in Europa dai commercianti veneziani nel XV secolo e si diffuse rapidamente in tutta Europa diventando una delle bevande più popolari.
• Bandito in diversi paesi in diverse epoche storiche. Ad esempio, in Arabia nel 1511, in Venezia nel 1615 e in Cina nel 1740.
• La pianta del caffè è originaria dell’Etiopia, ma oggi è coltivata in tutto il mondo, con Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia che rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.
• Utilizzato come moneta nell’antichità, in alcune culture.
• Utilizzato come mezzo di scambio commerciale, perché era considerato un bene prezioso e di grande importanza economica.
E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia, foto da internet
• Utilizzato come medicina nell’antichità, per trattare malattie come la depressione, la gotta e le emicranie.
• Utilizzato come stimolante per gli studenti e per i lavoratori, poiché aumenta la concentrazione e la resistenza.
• Utilizzato come elemento di raffigurazione in molte arti, come la pittura, la scultura, la letteratura e la musica.
• Utilizzato come mezzo per incontrarsi e socializzare in molte culture, come il famoso “caffè al caffè” in Europa.
• E’ uno dei prodotti più esportati al mondo.
Il caffè ha una lunga e complessa storia, che ha visto l’uso di esso in molte culture, in molte forme e per molte ragioni. Queste curiosità e notizie interessanti mostrano come sia stato un elemento importante della cultura umana e come continua ad esserlo ancora oggi, infatti, il caffè e l’arte sono il binomio e la connessione di vissuti e di vizi, di preferenze e desideri.
Gli artisti italiani e il caffè
In Italia ci sono molti artisti e scrittori che hanno utilizzato il caffè come fonte di ispirazione o come elemento artistico nelle loro opere.
Uno dei più famosi scrittori italiani legati alla polvere nera è senza dubbio Italo Calvino, che nella sua opera “Le città invisibili” descrive una città immaginaria chiamata “Eutropia” dove il caffè è un elemento fondamentale della vita quotidiana e sociale dei personaggi.
Le città invisibili di Italo calvino, foto da internet
Questo ingrediente è stato spesso raffigurato nella pittura italiana, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo. Un esempio è il pittore vissuto a Venezia Giovanni Antonio Fasolo del ‘500, conosciuto per i suoi dipinti di scene di caffè. Come lui molti artisti contemporanei italiani hanno lo utilizzano come materiale artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere come materiale, dove il caffè e larte sono i protagonisti assoluti e indiscussi.
In generale, il caffè è stato un elemento importante della cultura italiana e un’espressione della vita quotidiana e sociale, spesso rappresentato nell’arte e nella letteratura come simbolo di convivialità e di un’esperienza universale.
L’atmosfera che può creare il momento di una tazza di caffè, foto da internet
In successione:
• Primo Levi, scrittore e chimico italiano, nel suo libro “Se questo è un uomo” descrive il caffè come una delle poche cose che gli dava conforto e speranza durante la sua prigionia nei campi di concentramento.
• Giuseppe Pontiggia, scrittore e giornalista italiano, nel suo libro “Il caffè del mattino” racconta la sua esperienza personale con il caffè, descrivendo come il caffè gli ha dato la forza e la motivazione per affrontare la vita quotidiana.
• Alessandro Baricco, scrittore e regista italiano, nel suo libro “Caffè” racconta la storia di un caffè dal 1817 al 1997, raccontando la storia e le tradizioni del caffè in Italia. • Luciano De Crescenzo, scrittore e filosofo italiano, nel suo libro “Storia del caffè” racconta la storia e la tradizione del caffè, dalle sue origini in Etiopia fino alla sua diffusione in Europa e in America.
Dario Fo, foto da Wikipedia
• Dario Fo, scrittore, attore e premio Nobel per la letteratura italiano, nel suo libro “Mistero buffo” fa uso del caffè come metafora della vita.
• Antonio Tabucchi, scrittore e docente italiano, nel suo libro “Sostiene Pereira” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita del protagonista, Pereira, rappresentando la sua solitudine e la sua nostalgia per la vita passata.
• Natalia Ginzburg, scrittrice italiana, nel suo libro “Lessico Famigliare” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita quotidiana della famiglia, rappresentando la convivialità e l’intimità.
• Umberto Eco, scrittore e semiotico italiano, nel suo libro “Il nome della rosa” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita monastica, rappresentando la cultura e la conoscenza.
Questi sono solo alcuni esempi di scrittori italiani che hanno scritto di caffè in modo diverso, ci sono molti altri autori che hanno utilizzato il caffè come elemento nella loro scrittura, rappresentando diversi aspetti culturali, sociali e personali.
Le fasi dell’ essicazione e tostatura dei chicchi di caffè, foto da internet, articolo: Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.
Cinema e la polvere nera
Il cinema e il caffè sono due esperienze spesso associate tra loro; è spesso servito nelle sale cinematografiche come una bevanda per accompagnare la visione del film. I coffee Bistrot e i bar che proiettano film dal vivo, sono un’altra forma di intrattenimento popolare.
Spesso compagnato alla cultura del cinema, con molte scene di film che si svolgono in caffetterie o bar.
Fonte di ispirazione per molti registi e sceneggiatori; spesso le caffetterie sono state usate come ambientazione per molte scene di film, poiché rappresentano luoghi di incontro e di socializzazione.
La polvere nera è collegata alla creatività e alla produttività, ed è stata impiegata come metafora per rappresentare il processo creativo della sceneggiatura e della regia, sotto ogni forma di arte.
Ci sono molti film che includono scene in cui i personaggi bevono caffè, alcuni esempi includono:
• “La Dolce Vita” di Federico Fellini, in cui il personaggio principale, interpretato da Marcello Mastroianni, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e osserva la vita intorno a lui.
• “The Godfather” di Francis Ford Coppola (Il padrino), in cui il personaggio di Marlon Brando, Vito Corleone, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre discute affari e pianifica la sua ascesa nella criminalità organizzata.
• “The Third Man” di Carol Reed (Il terzo uomo), in cui il personaggio di Orson Welles, Harry Lime, è spesso visto seduto in una caffetteria di Vienna mentre discute affari e intrattiene i suoi amici.
• “Midnight in Paris” di Woody Allen, in cui il personaggio principale, interpretato da Owen Wilson, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre scrive e incontra alcuni dei più grandi scrittori e artisti del passato.
Lavorazione dei chicchi per creare la polvere nera, foto da internet
Mi vengono in mente altre scene, inquadrature, contesti che riportano a questa bevanda, come traino, strumento e mezzo di condivisione, di vizio, di sfogo oppure semplicemente di gola:
• “The Big Lebowski” di Joel e Ethan Coen ( Il grande lebowski), in cui il personaggio di Jeff Bridges, “The Dude”, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e cerca di risolvere un caso di scambio di persona.
• “The Graduate” di Mike Nichols (Il laureato), in cui il personaggio principale, interpretato da Dustin Hoffman, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre medita sulla sua vita e sulla sua relazione con una donna più anziana.
• “Groundhog Day” di Harold Ramis (Ricomincio da capo),in cui il personaggio principale, interpretato da Bill Murray, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre ripete lo stesso giorno all’infinito.
• “The Social Network” di David Fincher, in cui il personaggio di Jesse Eisenberg, Mark Zuckerberg, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre sviluppa e lancia il sito di Facebook.
• “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson, in cui il personaggio di Ralph Fiennes, Gustave H, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre intrattiene i suoi amici e ospiti dell’hotel.
• “The Shawshank Redemption” di Frank Darabont (Le ali della libertà), in cui i personaggi principali, interpretati da Tim Robbins e Morgan Freeman, sono spesso visti seduti nella caffetteria della prigione mentre discutono di speranza e riscatto.
• “Goodfellas” di Martin Scorsese ( Quei bravi ragazzi), in cui i personaggi principali, interpretati da Robert De Niro e Ray Liotta, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre pianificano i loro crimini.
• “The Breakfast Club” di John Hughes, in cui i personaggi principali, interpretati da Emilio Estevez, Judd Nelson e Molly Ringwald, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre discutono dei loro problemi e delle loro vite.
Questi sono solo alcuni esempi di film famosi in cui il caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione. Ci sono molti altri film che hanno scene simili, potrei continuare la lista per pagine intere.
Caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione, foto da internet
Considerazioni finali, caffè e l’arte in ogni sua forma e genere
E’ stato a lungo utilizzato come stimolante per aumentare la concentrazione e la resistenza, nonché come mezzo per incontrarsi e socializzare.
In alcune culture, il caffè è stato abbinato all’idea di seduzione e corteggiamento, poiché è stato tradizionalmente consumato in luoghi pubblici come caffè e ristoranti. Tuttavia, questa è un’interpretazione culturale e non ci sono prove scientifiche che dimostrino un legame tra caffè e comportamenti sessuali.
In generale, il caffè è stato tradizionalmente consumato come una bevanda comune e non ha una connotazione sessuale. E’ importante evitare di associare il caffè ad usi non appropriati e rispettare la cultura e le tradizioni di ogni paese.
La polvere nera, caffè e l’arte, profumi,aroma e seduzione, foto da internet
La polvere nera e la seduzione possono essere coinvolti in diversi modi. Il caffè, come bevanda sociale, un pretesto per incontrare qualcuno in un ambiente informale e casuale, impiegato come elemento seduttivo, ad esempio offrendo una tazza di caffè caldo e profumato come gesto di cortesia e generosità verso una persona di interesse.
Il gusto del caffè può anche essere connotato come metafora per la seduzione, poiché può essere forte e deciso, oppure delicato e sottile, a seconda delle preferenze della persona.
Come per la seduzione, il gusto del caffè può essere piacevole o meno a seconda delle preferenze personali.
Inoltre, questa bevanda può essere adoperata come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, come un appuntamento a lume di candela in una caffetteria. In questo senso si può parlare di un gioco di gusti.
Un gioco di complicità, di condivisione, di profumi, caffè e l’arte come forma di intrigo e sintonia foto da internet
In sintesi, il caffè e la seduzione possono essere collegati in diversi modi, sia come pretesto per incontri casuali, come elemento seduttivo, come metafora per la seduzione e come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, in un gioco di percezioni gustative, aggiungo che fare un buon caffè è una gustosa forma d’arte.
Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci?
Di Carol Agostini
Origini
Il caffè è una pianta originaria dell’Etiopia, ma oggi viene coltivata in tutto il mondo, principalmente in America Latina, Asia e Africa. La pianta produce dei chicchi di che vengono raccolti e poi tostati per produrre la polvere che conosciamo, che si trasforma con l’aggiunta di acqua, in una buonissima bevanda.
Pianta, dall’VIII secolo, leggenda e commercializzazione, articolo di Carol Agostini, foto da internet
La leggenda
Altra bevanda degli Dei o solo paragoni goderecci? foto da internet
Come anticipato questo ingrediente è originario dell‘Etiopia, precisamente dalle regioni del Kaffa e del Harar.
La leggenda vuole che un pastore etiope, chiamato Kaldi, abbia scoperto le proprietà stimolanti del caffè intorno all’VIII secolo, quando notò che i suoi capre diventavano più attive dopo aver mangiato i frutti di un certo arbusto.
La storia reale inizia intorno all’IX secolo, quando gli abitanti dell’Etiopia iniziarono a utilizzare i chicchi di caffè tostati e macinati per preparare una bevanda stimolante. Nel corso dei secoli successivi, il caffè si diffuse in Medio Oriente e in Africa, dove divenne una bevanda popolare e un importante bene commerciale.
Nel XV secolo, il caffè iniziò a diffondersi in Europa, e nel XIX secolo divenne una delle bevande più popolari del mondo. Oggi viene coltivato in tutti i continenti, tranne in Antartide, e il commercio del caffè è uno dei più grandi al mondo.
Essicamento, articolo di Carol Agostini, foto da internet
La sua diffusione fu graduale, e iniziò in Medio Oriente. Il primo paese a commerciarlo fu l’Arabia, dove i monaci del monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai utilizzarono i chicchi per preparare una bevanda stimolante per resistere alle lunghe preghiere notturne. Successivamente si estese in Egitto, Turchia e Persia.
Nel XIV secolo, arrivò in India e in Indonesia, e nel 1583, questo alimento era già conosciuto in Venezia. Nel 1615 in Europa, e nel 1645, il primo caffè fu aperto a Venezia. Nel 1683, giunse anche a Vienna, e nel 1689 a Parigi.
Nel 1714, un botanico olandese, Pieter van Reymborgk, portò i semi in Olanda, e da lì iniziò la sua diffusione in America.
Nel 1723, un colono francese, Gabriel Mathieu de Clieu, portò i chicchi in America del Sud, e da lì iniziò la diffusione del caffè in Brasile, che divenne poi il maggiore produttore mondiale.
In generale, è possibile dire che la storia del caffè è lunga e complessa, e ha radici antiche e profonde nella cultura e nella società di molte regioni del mondo.
Composizione chimica
E’ composto principalmente da acqua, caffeina, acido cloro genico e acido trigonellico.
La caffeina è la sostanza psicoattiva più comune ed è responsabile dell’effetto stimolante che il caffè ha sul sistema nervoso centrale. L‘acido cloro genico e l’acido trigonnelico sono due composti antiossidanti presenti in questa bevanda.
Chicchi di caffè pronti per la commercializzazione, foto da internet
Benefici all’assunzione
Ha molti benefici per la salute, tra cui:
• miglioramento della funzione cerebrale
• riduzione del rischio di malattie cardiovascolari
• protezione contro il diabete di tipo 2
• riduzione del rischio di malattie neuro degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson
Svantaggi dell’assunzione in grandi dosi
Tuttavia, questa bevanda può anche avere alcuni svantaggi per la salute se consumato in eccesso. La caffeina può causare insonnia, ansia e nervosismo, e può anche aumentare il rischio di osteoporosi se consumato in grandi quantità. In generale, si consiglia di non consumare più di tre tazze di caffè al giorno per evitare gli effetti negativi.
Commercializzazione
Attualmente, viene commercializzato in tutto il mondo. I principali paesi produttori sono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia. Essi rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.
I paesi che importano maggiormente sono gli Stati Uniti, Germania, Francia, Italia e Giappone. Essi rappresentano oltre il 20% dell’importazione mondiale.
Ancora oggi si usano i sacchi di Juta per il trasporto, foto da internet
Viene commercializzato sia come chicchi verdi, sia come torrefatto e macinato. Viene venduto in diverse forme, come solubile, in grani, macinato, in capsule, in polvere e in tazze monodose. Inoltre, è anche utilizzato in molte bevande, come cappuccino, latte macchiato, caffè americano e espresso.
La via del caffè
La via del caffè è un concetto che si riferisce alle rotte commerciali utilizzate per trasportare i chicchi dalle zone di produzione ai mercati di consumo. E’ stata una delle principali rotte commerciali nella storia, poiché è stato un prodotto di grande importanza economica per molti paesi. E’ stato esportato dalle zone di produzione in Africa, America Latina e Asia verso i mercati di consumo in Europa e poi in America e Asia, attraverso una serie di rotte commerciali come il Mar Mediterraneo, l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano.
Essicazione dei chicchi, foto da internet
Tuttavia, è importante notare che non esiste una singola via del caffè, ma piuttosto una serie di rotte che cambiano a seconda del periodo storico e delle regioni interessate.
Il suo commercio ha avuto un grande impatto sulla storia e sull’economia di molte regioni e ha contribuito a creare reti commerciali e culturali tra i paesi produttori e i paesi consumatori. Anche oggi il commercio rimane un’attività economica importante e ancora oggi questa bevanda nera è uno dei prodotti più esportati al mondo.
La dieta mediterranea e il caffè
La dieta mediterranea è un modello alimentare tradizionale, tipico dei paesi lungo il Mediterraneo, che si basa su un alto consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva, e un moderato consumo di latticini, carne e vino.
E’ una bevanda tradizionale nella dieta mediterranea, ma non è considerato un alimento principale, ed è stato tradizionalmente consumato in piccole quantità, come accompagnamento ai pasti o come bevanda sociale. Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che il consumo moderato, fino a 3-4 tazze al giorno, può avere benefici per la salute come miglioramento della funzione cerebrale e riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.
In generale, è importante sottolineare che questa bevanda dovrebbe essere consumata come parte di una dieta equilibrata e non dovrebbe essere utilizzata come sostituta dei principali alimenti della dieta mediterranea, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva.
Inoltre, è importante evitare di aggiungere zucchero o latte, perché questo può aumentare l’apporto calorico e vanificare i benefici per la salute. Inoltre, è importante evitare di consumare caffè nelle ore notturne per non interferire con il sonno.
Il caffè, l’alimentazione, lo sport, foto da internet
La caffeina e gli sportivi
La caffeina, una delle principali sostanze presenti, è nota per aumentare la performance fisica negli sportivi. La caffeina agisce a livello centrale e periferico, migliorando la concentrazione, la resistenza e la forza muscolare.
Inoltre, la caffeina è un potente termogenico, che aumenta il metabolismo e quindi aiuta a bruciare i grassi e migliorare l’efficienza nell’utilizzo dei carburanti durante l’esercizio.
Per gli sportivi, è una scelta valida come integratore alimentare perché la caffeina è stata approvata dalla World Anti-Doping Agency (WADA) per uso nello sport. Tuttavia, è importante notare che l’uso di caffeina deve essere monitorato poiché un consumo eccessivo può causare effetti negativi sulla salute e anche aumentare il rischio di squilibri idro-elettrolitici.
In generale, si consiglia di non consumare più di 3-4 tazze di caffè al giorno e di evitare di assumere caffeina nelle ore notturne per non interferire con il sonno. Inoltre, gli sportivi dovrebbero considerare l’utilizzo di caffè solo come parte di una dieta equilibrata e di un programma di allenamento completo.
Indagine di consumo italiano di caffè, articolo di Carol Agostini, foto da internet
Indagine di consumo italiano della polvere nera
L’Italia è nota per essere un paese con una lunga tradizione di consumo. Secondo le statistiche, gli italiani consumano in media circa 4,3 kg di caffè all’anno per persona. E’ la bevanda più diffusa dopo l’acqua e rappresenta una parte importante della cultura alimentare italiana.
Il consumo in Italia è stato in costante crescita negli ultimi anni, con un aumento del 3% nel 2020 rispetto al 2019.
Quello espresso è la forma più diffusa consumata in Italia, seguito da quello macinato e solubile. Inoltre, viene anche utilizzato come ingrediente in molte bevande calde, come cappuccino, latte macchiato, caffè americano e espresso.
Inoltre, il caffè italiano è molto apprezzato all’estero, per la sua qualità e per la sua tradizione. L’Italia è uno dei maggiori esportatori al mondo.
In generale, il consumo in Italia rimane stabile e costante, e rappresenta una parte importante della cultura alimentare e sociale del paese.
Pandemia Covid e consumo nel mondo
Durante la pandemia COVID-19, ci sono state significative variazioni nell’uso a livello mondiale. Secondo le statistiche, il consumo è aumentato in molte parti del mondo a causa del cambiamento nei modelli di consumo e dell’aumento del lavoro da casa e dello studio a distanza.
In Europa, ad esempio, ci sono stati aumenti significativi nel consumo domestico, con molte persone che hanno iniziato a preparare il proprio invece di acquistarlo nei bistrot e nei ristoranti.
Inoltre, il consumo di solubile e in capsule è aumentato poiché le persone cercavano comodità e praticità nella preparazione a casa.
In America, il consumo è stato generalmente stabile durante la pandemia, con un aumento del consumo da asporto e una diminuzione del consumo nei locali bistrot e nei ristoranti a causa della chiusura delle attività commerciali.
In Asia, il consumo di caffè è stato generalmente stabile o leggermente inferiore a causa della chiusura delle attività commerciali e del calo dei consumi legati al turismo e all’intrattenimento.
In generale, è importante notare che le statistiche potrebbero variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che gli effetti della pandemia COVID-19 sull’uso di questo ingrediente possono essere ancora in corso di analisi.
La polvere nera, foto da internet
ICO ( International Coffee Organization)
Ci sono diverse fonti che forniscono statistiche sulla commercializzazione mondiale di questa bevanda.
Secondo l’International Coffee Organization (ICO), nel 2020 il mondo ha prodotto circa 164,2 milioni di sacchi di caffè, di cui la maggior parte è stata prodotta in America Latina e in Africa. La produzione è stata influenzata dalla pandemia COVID-19 e da condizioni climatiche avverse.
Inoltre, secondo le statistiche dell’ICO, nel 2020 le esportazioni mondiali sono state di circa 132,9 milioni di sacchi, con un valore di circa 20 miliardi di dollari. I principali esportatori dsono stati Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia.
Inoltre, le statistiche dell’ICO mostrano che i principali importatori nel 2020 sono stati Stati Uniti, Germania, Italia, Paesi Bassi e Francia.
In generale, è importante notare che le statistiche sulla commercializzazione mondiale possono variare a seconda delle fonti e delle regioni interessate, e che i dati possono essere soggetti a cambiamenti a causa di fattori come la pandemia COVID-19 e le condizioni climatiche.
Bevande a base di caffè più usate in Italia, foto da internet
Bevande a base di polvere nera più usate in Italia
Ci sono molte ricette che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:
• Eespresso: è una delle forme più classiche e tradizionali. Per preparare un espresso, è necessario utilizzare una macchina per espresso, macinare i chicchi freschi e utilizzare acqua calda ad alta pressione per estrarre il caffè.
• Caffè latte: è una delle bevande più popolari al caffè. Per preparare un caffè latte, è necessario preparare un espresso e aggiungere latte caldo e schiumoso.
• Macchiato: è una bevanda composta da espresso e una piccola quantità di latte.
• Cappuccino: è una delle bevande più popolari in Italia, consiste in una tazza di caffè espresso con una quantità uguale di latte caldo e schiumoso.
• Lungo: è una variante dell’espresso, viene preparato utilizzando la stessa quantità di caffè ma più acqua.
Ricette gastronomiche a base di caffè, il tiramisù, immagine da internet
Ricette gastronomiche a base di caffè
Ci sono molte ricette gastronomiche che utilizzano questo ingrediente principale o come componente di accompagnamento. Ecco alcune ricette classiche e popolari:
• Tiramisù classico: è un dolce tradizionale italiano composto da strati di savoiardi imbevuti di espresso e mascarpone.
• Panna cotta al caffè: è un dolce cremoso e delicato a base di panna, latte, zucchero e espresso.
• Cheesecake al caffè: è una variante della classica cheesecake, con una base croccante di biscotti e un ripieno di formaggio cremoso aromatizzato al caffè.
• Caffè affogato: è un dessert semplice ma delizioso, consiste nel versare del caffè caldo su una pallina di gelato alla vaniglia.
• Filetto al caffè: è una ricetta di carne in cui il filetto viene marinato in espresso, spezie e vino rosso prima di essere cotto.
• Tiramisù al caffè: Il tiramisù con biscotti alla polvere nera.
My Lakeside Dream: il concept che esprime il design tra sogno e realtà delle suites di EALA
Redazione
Albus, Nemos, Alisia e Argantos, sono i nomi delle quattro tipologie di suite che compongono il 5 stelle Lusso di Limone sul Garda, più la Royal Suite Awen. 67 camere, dotate di comfort ed eleganza in ogni dettaglio, che si distinguono per colori, materiali e forme e sono state studiate per rappresentare i sogni di ogni ospite, in armonia con il paesaggio circostante. Tutte con vetrate e terrazza vista lago, esprimono un lusso in sintonia con il territorio grazie a un design multisensoriale che esalta visione e panorama.
Il paesaggio del Garda ha affascinato scrittori e poeti di ogni epoca e la bellezza del suo panorama ha ispirato anche il lusso in armonia con la natura che contraddistingue EALA. Le suites del 5 stelle Lusso di Limone sul Garda, infatti, sono state concepite per celebrare un costante dialogo con l’ambiente circostante che esprimono attraverso il linguaggio architettonico di materiali, forme e colori.
I nomi delle quattro tipologie di camera Albus, Nemos, Alisia e Argantos, derivano dal celtico e ricordano i toni dominanti al loro interno – bianco, celeste, pietra e argento – e gli elementi presenti nella natura del lago.
Sono 67, inclusa la Royal Suite Awen, e ognuna è progettata con una duplice funzione: la camera interna, finemente arredata, con bagno con doccia, vasca e bagno separato, guardaroba, sommier, scrittoio, tavolo e divano, insieme a un esteso loggiato esterno con vista lago, dotato di sedute o lettini e di vasca idromassaggio o sauna nelle categorie superiori.
Un progetto eseguito dallo Studio GESIA in sintonia con il desiderio della famiglia Risatti di realizzare una struttura di lusso ma sostenibile e strettamente legata al territorio in cui si trova.
JUNIOR SUITE ALBUS
JUNIOR SUITE ALBUS, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Con una metratura di circa 50 mq, Albus deve il suo nome al colore dominante della suite: il bianco. Nuance e quadri richiamano in particolare il piumaggio del cigno e l’habitat in cui vive, evocando il significato originale di EALA (cigno in lingua celtica). Arredi in legno conferiscono un risultato naturale e al contempo elegante; il bagno in gres con effetto pietra ricorda i sassi del lago. Un accostamento di toni e materiali che vogliono cullare l’ospite in un ambiente accogliente e intimamente connesso al paesaggio, come se i confini tra interno ed esterno non avessero limiti.
JUNIOR SUITE NEMOS
JUNIOR SUITE NEMOS, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Sinonimo di tranquillità e pace, è il celeste il colore principale delle suite Nemos. Pavimento in gres arabescato a ricordare le nuvole, pareti blu e lampade che richiamo le sfere celesti:
così cielo e lago si fondono in questa stanza di circa 60 mq con bagno open space e letto a baldacchino. Il plus: una vasca Airpool privata in terrazza, per una coccola di benessere vista lago immersa nel silenzio.
SUITE ALISIA
SUITE ALISIA, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
È la pietra la vera protagonista di questa suite, materia che le conferisce il nome Alisia. Un elegante parquet contraddistingue la zona living dove una parete sfoggia una raffinata
composizione di pietre, mentre lastre di gres effetto marmo ricoprono il bagno, per un effetto finale che trasmette la suggestione di ritrovarsi tra rocce raffinate. Toni caldi accolgono un letto super king size, incorniciato da una parete dipinta che ricorda la bellezza di un tramonto autunnale, lo stesso che si può ammirare dalle grandi vetrate vista lago. Una vasca Airpool privata sul balcone completa un rifugio di benessere di circa 75 mq.
SPA SUITE ARGANTOS
SPA SUITE ARGANTOS, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Ispirata all’acqua, questa suite di circa 85 mq è impreziosita dal color argento, Argantos appunto. Toni nature di parquet e pareti si abbinano al gres del
bagno open space, mentre una lamina color argento al centro del soffitto, grazie a un particolare gioco di luci, ricrea riverberi analoghi a quelli dell’acqua e trasporta in un’altra dimensione. Letto super king size, bagno turco, Airpool e sauna panoramica sul balcone rappresentano il vero lusso di questa spa suite, disponibile in numero limitato (solo 4 stanze).
ROYAL SUITE AWEN
ROYAL SUITE AWEN, articolo: Eala 2023, my Lakeside Dream proposte da favola, foto da comunicato stampa
Reale e maestosa, Awen è, come la massima ispirazione poetica, la suite più lussuosa di EALA. Il suo spazio interno è di 107 mq e include un’area living e il bagno turco in camera,
mentre all’esterno si compone di terrazza di 58 mq con vasca Airpool e sauna panoramica, nonché un giardino di 185 mq con piscina privata.
La figura del degustatore è quella di un professionista esperto nell’analisi sensoriale dei prodotti alimentari e delle bevande. Un degustatore utilizza metodi scientifici e tecniche di degustazione per determinare le caratteristiche organolettiche dei prodotti, come ad esempio il colore, l’odore, il gusto e la consistenza.
Chi è il degustatore nel 2023? Pregi e difetti, foto da internet
I pregi di un degustatore sono la conoscenza approfondita del prodotto, l’abilità nell’utilizzo delle tecniche di degustazione e la capacità di descrivere precisamente le caratteristiche organolettiche dei prodotti.
Tra i difetti si può considerare la soggettività nella valutazione del prodotto e la possibilità di essere influenzati dalle preferenze personali.
Da un degustatore ci si aspetta che sia in grado di fornire un giudizio obiettivo e preciso su un prodotto alimentare o bevanda, basato sull’utilizzo di metodi scientifici e tecniche di degustazione. Inoltre, un degustatore dovrebbe essere in grado di comunicare efficacemente le proprie valutazioni e di spiegare le ragioni delle sue decisioni.
I giudizi sono pareri oggettivi o soggettivi a seconda del degustatore? articolo: Chi è il degustatore nel 2023? Pregi e difetti, in foto Carol Agostini e una collega
I metodi scientifici utilizzati da un degustatore di food comprendono:
1. Analisi sensoriale: è un metodo utilizzato per valutare le caratteristiche organolettiche di un prodotto, come il colore, l’odore, il gusto e la consistenza.
2. Valutazione descrittiva: consiste nella descrizione delle caratteristiche sensoriali di un prodotto utilizzando termini standardizzati.
3. Valutazione comparativa: consiste nella valutazione di un prodotto rispetto a un campione di riferimento o a una serie di campioni.
4. Triangolazione: consiste nel confronto di due o più campioni per determinare se sono simili o diversi.
5. Analisi chimica: consiste nell’analisi dei componenti chimici di un prodotto, come gli zuccheri, gli acidi, i grassi e le proteine.
6. Analisi sensoriale statistica: utilizzando tecniche statistiche, permette di identificare le differenze tra i prodotti, la rilevazione di preferenze dei consumatori e l’analisi dei dati sensoriali.
Questi metodi sono utilizzati per raccogliere dati oggettivi e soggettivi su un prodotto alimentare e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
I metodi scientifici utilizzati da un degustatore di food anche nei formaggi, foto da internet, articolo di Carol Agostini
Le tecniche di degustazione utilizzate dai degustatori di food comprendono:
1. Degustazione alla cieca: consiste nel degustare un prodotto senza conoscere l’identità del prodotto, per evitare di essere influenzati dalle aspettative o dalle preferenze personali.
2. Degustazione guidata: consiste nell’utilizzo di un campione di riferimento per guidare la valutazione del prodotto in degustazione.
3. Degustazione in abbinamento: consiste nel degustare un prodotto insieme ad altri prodotti, come cibi o bevande, per valutare come si adattano tra loro.
4. Degustazione dinamica: consiste nel valutare come un prodotto cambia nel tempo, ad esempio come il vino cambia mentre si apre e si espande.
5. Degustazione a cronologia: consiste nel degustare una serie di prodotti in ordine cronologico, per valutare come si evolvono nel tempo.
6. Degustazione con il naso coperto: consiste nell’utilizzare un naso coperto per isolare l’olfatto e valutare come influisce sulla percezione del gusto.
Queste tecniche sono utilizzate per raccogliere informazioni precise e complete sul prodotto in degustazione, e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
I metodi scientifici di degustazione del vino, in foto Carol Agostini che degusta mosto
I metodi scientifici di degustazione del vino comprendono:
1. Analisi sensoriale: consiste nell’utilizzo di metodi standardizzati per valutare le caratteristiche organolettiche del vino, come il colore, l’odore, il gusto e la consistenza.
2. Valutazione descrittiva: consiste nella descrizione delle caratteristiche sensoriali del vino utilizzando termini standardizzati.
3. Valutazione comparativa: consiste nella valutazione di un vino rispetto a un campione di riferimento o a una serie di campioni.
4. Triangolazione: consiste nel confronto di due o più campioni per determinare se sono simili o diversi.
5. Analisi chimica: consiste nell’analisi dei componenti chimici del vino, come gli zuccheri, gli acidi, i tannini e l’alcol.
6. Analisi sensoriale statistica: utilizzando tecniche statistiche, permette di identificare le differenze tra i vini, la rilevazione di preferenze dei consumatori e l’analisi dei dati sensoriali.
7. Valutazione del vino con il naso coperto: consiste nel utilizzare un naso coperto per isolare l’olfatto e valutare come influisce sulla percezione del gusto e dell’aroma.
8. Valutazione dinamica: consiste nel valutare come il vino cambia nel tempo, ad esempio come il vino cambia mentre si apre e si espande.
Questi metodi sono utilizzati per raccogliere dati oggettivi e soggettivi su un vino e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
Le tecniche di degustazione del vino utilizzate dai degustatori professionisti, articolo di Carol Agostini, foto da internet
Le tecniche di degustazione del vino utilizzate dai degustatori professionisti comprendono:
1. Degustazione alla cieca: consiste nel degustare un vino senza conoscere l’identità del vino, per evitare di essere influenzati dalle aspettative o dalle preferenze personali.
2. Degustazione guidata: consiste nell’utilizzo di un campione di riferimento per guidare la valutazione del vino in degustazione.
3. Degustazione in abbinamento: consiste nel degustare un vino insieme ad altri cibi o bevande, per valutare come si adattano tra loro.
4. Degustazione dinamica: consiste nel valutare come un vino cambia nel tempo, ad esempio come il vino cambia mentre si apre e si espande.
5. Degustazione a cronologia: consiste nel degustare una serie di vini in ordine cronologico, per valutare come si evolvono nel tempo.
6. Degustazione con il naso coperto: consiste nel utilizzare un naso coperto per isolare l’olfatto e valutare come influisce sulla percezione del gusto e dell’aroma.
7. Degustazione in sorsi: consiste nel valutare il vino assaporando piccoli sorsi, per valutare come il vino si evolve in bocca.
8. Degustazione a grandezza naturale: consiste nell’assaporare il vino a grandezza naturale, per valutare la qualità dell’esperienza complessiva.
Queste tecniche sono utilizzate per raccogliere informazioni precise e complete sul vino in degustazione, e per fornire un giudizio preciso e affidabile su di esso.
Quali sono le differenze nella degustazione di un prodotto gastronomico rispetto a quello vitivinicolo? foto di Carol Agostini
Quali sono le differenze nella degustazione di un prodotto gastronomico rispetto a quello vitivinicolo?
Ci sono alcune differenze tra degustare un prodotto gastronomico e un vino:
1. Caratteristiche organolettiche: i prodotti gastronomici hanno una maggiore varietà di caratteristiche organolettiche rispetto ai vini, come il colore, la consistenza, il sapore e l’odore, i vini invece hanno una maggiore attenzione sull’olfatto e il gusto.
2. Complessità: i prodotti gastronomici possono essere più complessi rispetto ai vini, poiché possono contenere una combinazione di ingredienti e sapori diversi.
3. Abbinamenti: i vini sono spesso degustati in abbinamento con cibi specifici, mentre i prodotti gastronomici possono essere gustati da soli o con accompagnamenti diversi.
4. Tempo di degustazione: i vini possono richiedere più tempo per essere degustati rispetto ai prodotti gastronomici, poiché possono cambiare nel tempo e richiedere una maggiore attenzione per le sfumature.
5. Valutazione: i criteri per la valutazione dei prodotti gastronomici e dei vini possono essere diversi, anche se entrambi possono essere valutati utilizzando metodi descrittivi e comparativi.
6. Tecniche di degustazione: le tecniche di degustazione utilizzate per i prodotti gastronomici e i vini possono essere diverse, ad esempio la degustazione a cronologia è utilizzata più spesso per i vini.
Caratteristiche organolettiche, sensi, temperature, obiettività, conoscenza del territorio, del terroir, vitigni, food, articolo: Chi è il degustatore nel 2023? Pregi e difetti di Carol Agostini, foto da internet
In generale, entrambe le degustazioni richiedono una formazione specifica e una conoscenza approfondita del prodotto per fornire un giudizio preciso e affidabile.
Per analisi sensoriale si intende la metodologia scientifica usata per evocare, misurare, analizzare ed interpretare le reazioni a quelle caratteristiche dei cibi e dei materiali così come vengono percepite tramite i sensi della vista, odorato, tatto e udito (IFT, 1981), foto da internet
A mio parere il giudizio finale è una combinazione di analisi tecniche e percezioni personali, e i degustatori, pur essendo insostituibili, non sono perfetti e lavorano sempre con l’intento di raggiungere la massima correttezza.
Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Editore di Papillae Magazine
Il trend dello Street Food sta crescendo in tutto il mondo, compresa l’Italia.
Di Carol Agostini
Uno dei suoi aspetti positivi è che è possibile ricreare facilmente questi cibi a casa, utilizzando gli stessi strumenti e ingredienti utilizzati dai venditori ambulanti.
Ci sono molte ricette e tutorial disponibili online che possono aiutare a creare panini al maiale sfilacciato, spiedini di manzo e crepe, proprio come quelli che si possono trovare nelle strade. Inoltre, con l’aumento della popolarità dello Street Food, anche i produttori di attrezzature per la cottura stanno offrendo più opzioni per replicare questi cibi a casa.
Street food a Londra incontrando Richard Johnson 2022, articolo di Carol Agostini, foto da internet
Esattamente, le bancarelle truck e non solo stanno diventando sempre più diffuse in tutto il mondo, offrendo una vasta gamma di opzioni alimentari diverse rispetto al solito hamburger e patatine. Queste bancarelle servono piatti tradizionali provenienti da diverse culture e regioni del mondo, ognuno con una propria storia e significato.
Inoltre, l’esperienza dello Street Food va oltre il semplice nutrimento del corpo, ma diventa un’esperienza sensoriale e culturale. Permette di scoprire nuovi sapori, culture e storie attraverso il cibo, e di apprezzare l’arte e l’abilità degli chef ambulanti.
Il trend dello Street Food sta crescendo in tutto il mondo, compresa l’Italia, foto da internet, articolo di Carol Agostini
Essendo cibo preparato con ingredienti freschi e di qualità, il cibo da strada rappresenta una valida alternativa per una alimentazione sana e gustosa. Richard Johnson, fondatore degli European Street Food Annual Awards e autore del best-seller Street Food revolution, sostiene che l’universalità del movimento street food sia dovuta alla sua natura accessibile e democratica, che lo rende appetibile per una vasta gamma di persone.
Richard Johnson sostiene che “l’esperienza sia tutto quando si tratta di street food”. Secondo lui, “vedere uno chef che cucina da zero, utilizzando ingredienti semplici e comuni, è molto emozionante e contribuisce a creare un’esperienza unica e coinvolgente per i clienti, è così appagante che spesso basta solo un pasto per far nascere una vera passione per questo tipo di cucina e il desiderio di replicare i piatti a casa, utilizzando il proprio barbecue o altri mezzi di cottura”.
La semplicità degli ingredienti e la bellezza della preparazione “dal vivo”, articolo di Carol Agostini, foto da internet
La semplicità degli ingredienti e la bellezza della preparazione “dal vivo” fanno sì che le persone si appassionino a questo stile di cucina e vogliano riprodurlo a casa.
Altra affermzione del nostro protagonista: che “la cucina di street food si basa su tre principi”: deve essere economica, stagionale e fresca. Con ingredienti di alta qualità come carne o altri alimenti, verdure fresche e frutta, è possibile creare esperienze di street food a casa. Utilizzando strumenti come barbecue e accessori adeguati, è possibile aggiungere ulteriori elementi di cottura come affumicatura, caramellizzazione e alte temperature, che aiutano a creare sapori unici e ricchi.
La cucina di street food si basa su tre principi”, articolo di Carol Agostini, foto da internet
Richard Johnson conclude dicendoci che “lo street food è stato progettato per essere accessibile a tutti, indipendentemente dal genere, dall’età o dalla razza. E’ stato pensato per unire le persone e creare un’esperienza sociale in cui condividere un pasto e una bevanda fresca. L’idea di portare l’atmosfera dello street food a casa propria è una ricerca di condivisione e complicità, per creare momenti indimenticabili con amici e familiari”.
Ci sono molti premi e competizioni per street food in tutto il mondo, articolo di Carol Agostini, foto da internet
Ci sono molti premi e competizioni per street food in tutto il mondo che celebrano l’eccezionale cibo venduto per strada e premiano i migliori venditori e operatori. Questi premi spesso includono categorie come il miglior cibo, il miglior design del carretto, il miglior servizio al cliente e il miglior uso di ingredienti locali.
Street food a Londra incontrando Richard Johnson 2022, articolo di Carol Agostini, foto da internet
I requisiti per il miglior carretto possono variare a seconda della competizione o del premio, ma in generale, i giudici cercano carretti che soddisfino i seguenti criteri:
1. Design accattivante e originale: Il carretto deve avere un design unico e attraente che attiri l’attenzione dei clienti.
2. Funzionalità: Il carretto deve essere ben progettato e attrezzato per preparare e servire cibo in modo efficace.
3. Sicurezza alimentare: Il carretto deve essere pulito e mantenere standard elevati di igiene per garantire la sicurezza del cibo.
4. Sostenibilità: Il carretto deve essere progettato e gestito in modo sostenibile, utilizzando fonti rinnovabili e riducendo gli sprechi.
5. Presentazione del cibo: Il carretto deve presentare il cibo in modo attraente e invitante, utilizzando ingredienti freschi e di qualità.
6. Servizio al cliente: Il carretto deve fornire un servizio cordiale e attento ai clienti.
7. Originalità del cibo: Il cibo offerto deve essere originale e innovativo, con una forte identità culturale.
8. Qualità del cibo: Il cibo offerto deve essere di alta qualità e gustoso.
Le bancarelle in tutto il mondo per il cibo da strada, articolo di Carol Agostini, foto da internet
I requisiti per vincere le competizioni di migliore venditore di cibo da strada possono variare a seconda della competizione o del premio, ma in generale, i giudici cercano venditori che soddisfino i seguenti criteri:
1. Qualità del cibo: Il cibo offerto deve essere di alta qualità e gustoso.
2. Originalità del cibo: Il cibo offerto deve essere originale e innovativo, con una forte identità culturale.
3. Presentazione del cibo: Il cibo deve essere presentato in modo attraente e invitante.
4. Servizio al cliente: Il venditore deve fornire un servizio cordiale e attento ai clienti.
5. Conoscenza del prodotto: Il venditore deve avere una conoscenza approfondita del proprio cibo e saper rispondere alle domande dei clienti.
6. Professionalità: Il venditore deve avere un’ottima igiene personale e presentarsi in modo professionale.
7. Marketing: Il venditore deve saper promuovere il proprio cibo e attirare i clienti.
8. Business acumen: Il venditore deve avere una buona comprensione del proprio business e saper gestirlo in modo efficace.
9. Sostenibilità: Il venditore deve essere progettato e gestito in modo sostenibile, utilizzando fonti rinnovabili e riducendo gli sprechi.
10. Qualità del carretto: Il carretto del venditore deve essere di alta qualità e soddisfare i requisiti di sicurezza alimentare e di igiene.
European Street Food Annual Awards, foto da internet
Vuoi diventare il miglior venditore di cibo da strada?
Sappi che in generale, i giudici delle competizioni cercano venditori che offrono cibo di alta qualità, originale e innovativo, con una forte identità culturale, presentato in modo attraente e invitante, fornendo un servizio cordiale e attento ai clienti, con una conoscenza approfondita del proprio cibo e saper rispondere alle domande dei clienti, professionalità, marketing, business acumen, sostenibilità e qualità del carretto.
Recensioni pubbliche
Ci sono moltissime testimonianze di persone che apprezzano lo street food su Internet. Ci sono siti web e blog dedicati alla recensione di street food, forum in cui le persone discutono dei loro posti preferiti per mangiare street food, e molti utenti sui social media condividono le loro esperienze di street food.
Tendenzialmente, le persone tendono a apprezzare lo street food per la sua varietà, l’accessibilità, il prezzo conveniente e il gusto delizioso. Molte persone anche apprezzano il fatto che lo street food spesso rappresenta la cucina tradizionale e locale di una determinata regione o paese.
Alcuni siti testimonianza tra i maggiori usati:
• Yelp: un sito web in cui gli utenti possono lasciare recensioni sui loro posti preferiti per mangiare street food
• TripAdvisor: un sito web in cui gli utenti possono lasciare recensioni sui loro posti preferiti per mangiare street food, insieme a consigli su cosa mangiare e dove trovarlo
• Food blog: molti blog di cucina offrono recensioni di street food e informazioni sui posti migliori per trovarlo
• Social Media: molte persone condividono le loro esperienze di street food sui social media, come Instagram o Facebook, con foto e commenti sui loro piatti preferiti.
Le recensioni di street food includono informazioni sui piatti consigliati, il prezzo, la qualità del cibo, la presentazione, il servizio al cliente e l’ambiente generale dell’area street food.
CALENDARIO EVENTI PRIMO SEMESTRE 2023 e adesso, ripartiamo, Alvaro De Anna
Redazione
Ripartiamo alla grande, inanellando eventi su eventi. Perché i nostri vini, e i nostri vignaioli, hanno bisogno di guardare in faccia il mercato, di capire quali sono le tendenze e le nuove prospettive di vendita. Il 2023 si annuncia come l’anno della ripartenza, e noi vogliamo cogliere appieno questa opportunità.
Alvaro De Anna Pilota Green, foto da sito
Noi, come Vini da Terre Estreme, non siamo mai stati veramente fermi, abbiamo continuato a tessere rapporti e a esplorare situazioni, cercando ogni volta di “portare a casa” piccoli e grandi risultati. Lo facciamo perché crediamo fortemente nel valore delle cantine eroiche, nella carica positiva che questi grandi vini esprimono. Certo, lo abbiamo fatto spesso via Zoom e sulle altre piattaforme on line, ma ci siamo anche recati in loco per degustare di persona il sapore unico che solo questi vini sanno donarci.
Alvaro De Anna. “portare a casa” il motto, foto da sito, Vini da Terre estreme, Pilota Green
Ed eccoci qui, pronti a partire per un giro che ci porterà a Tokyo, a Matera, a Verona, a Monaco di Baviera, a Londra. Queste sono le date, segnatele sulla vostra agenda per questo primo semestre.
Collegamenti da sito:
Sorsi di Paradiso da Terre Estreme, logo da comunicato stampa
L’Italia possiede il più straordinario patrimonio d’arte al mondo ma anche di tradizioni, di feste patronali, di ricette culinarie e, come se non bastasse, il più vasto patrimonio di biodiversità in viticoltura fra tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Chi ha la possibilità (e la sensibilità) di ammirare luoghi, da secoli coltivati a vite, come ad esempio le Cinqueterre, la Valtellina, la Costiera Amalfitana, la Costa Viola, Pantelleria e le isole della Sicilia, le pendici dell’Etna, la Sardegna, fino alle isole dell’Istria e della Dalmazia viene colto da stupore e ammirazione: sono paesaggi praticamente identici a quelli medievali o rinascimentali. Quella italiana non è solo viticoltura ma è anche viticultura.
Alcuni vini delle manifestazioni organizzate da Alvaro De Anna, Pilota Green, foto da sito
Pilota Green con il progetto “Vini da Terre Estreme” intende rendere omaggio a quest’Italia originalissima e bellissima, alle sue Terre Estreme coltivate a vite, che la rendono unica nel panorama enoico mondiale.
Da anni organizza in Italia e da quest’anno anche all’estero, “Vini da Terre Estreme” evento che ha l’obiettivo di valorizzare e far conoscere vini straordinari e unici – prodotti con uve coltivate in zone sconosciute, geograficamente impervie, in minuscoli fazzoletti di terra strappati in condizioni ardue alla montagna o al mare – al mondo dei consumatori evoluti, appassionati enogastronomi e ai professionisti del settore.
Pitota Green con progetto “Vini da terre estreme” 2023, foto da comunicato stampa
“Vini da Terre Estreme” vuole essere punto d’incontro privilegiato con la migliore tradizione enoica “estrema” italiana e non solo, con un patrimonio di esperienza e radicamento al territorio che non ha eguali altrove. Un patrimonio che, con tenacia, pochi e appassionati vignaioli continuano a salvaguardare regalandoci ancora dei vini straordinari, rari, e soprattutto preziosi per il loro carattere unico.
E questo esprimono i vini estremi: la sapienza e l’esperienza di vignaioli che con passione e sacrificio lavorano in una continua sfida, che diventa eroica, verso una natura difficile, inospitale, esigente. Da questo incontro-scontro nascono gemme rare, preziose, vini di alto valore, a volte ruvidi ma di forte carattere.
Chi è Pilota Green, informazioni da sito
Logo di Pilota Green da sito
Pilota Green nasce nel 1980 come agenzia di marketing e comunicazione.
Puntando sull’innovazione, negli anni si è sempre evoluta in sintonia con i cambiamenti della società e delle tecniche comunicazionali. Oggi è una realtà professionale dal consistente know-how, duttile e sempre tesa al nuovo, che è andata via via specializzandosi nel marketing e nella comunicazione per il wine&food di qualità.
Opera per la commercializzazione e la promozione di tali prodotti e per la valorizzazione dei territori cui appartengono, organizzando opportunità di business e di promozione per le aziende che intendano implementare la propria attività commerciale sia in Italia che all’estero.
Dal 2003 si è specializzata nel settore dell’editoria e nell’organizzazione di eventi mirati alla promozione dei prodotti eno-gastronomici. Dal 2013, ha lanciato il progetto “Vini da Terre Estreme” con attività che prevedono l’edizione di Guide multimediali e workshop commerciali rivolti agli operatori di settore nel mercato domestico e internazionale.