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    Antica Tenuta Palombo 2023 Atina, memorie, radici e assaggi

    Antica Tenuta Palombo, memorie e tradizioni vinicole ad Atina: Radici profonde in una terra nobile

    Di Cristina Santini

    L’universalità della bellezza risiede in un luogo e nel suo trascorso che non può e non deve essere dimenticato e a volte l’unico punto di partenza è riprendere il filo da dove lo si è interrotto. Questa è la storia di Antica Tenuta Palombo di Atina, in provincia di Frosinone, Città dalle origini antichissime, patria di facoltose famiglie patrizie.

    Antica Tenuta Palombo di Atina, foto di Cristina Santini
    Antica Tenuta Palombo di Atina, foto di Cristina Santini

    Con un press tour organizzato dai ragazzi di Vinario4, in collaborazione con l’Azienda ospitante e gli Enologi, Pierpaolo Pirone e Roberto Mazzer, di At Wine Consulenze Enologiche, abbiamo avuto prova di tanta bellezza osservando da vicino la Valle di Comino, circondata dall’Appennino abruzzese, fatta di paesaggi meravigliosi e molto generosa di una vegetazione differente dalle altre zone pedemontane del Lazio.

    Piena di ruscelli, sorgenti, boschi è conservatrice di una lunghissima tradizione vitivinicola, esistente già in età romana, che ebbe inizio dalla coltivazione dei vitigni provenienti dal Medoc francese, impiantati più di 160 anni fa, fino ad arrivare ai nostri giorni alla riscoperta di rarità enologiche locali.

    Il Press Tour all'Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini
    Il Press Tour all’Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini

    Nel 1860 la zona ricadeva nel Regno delle due Sicilie e un tale Pasquale Visocchi, allora Ministro dell’Agricoltura del Regno di Napoli nonché nobile di zona, fu inviato per conto del Regno in missione in Francia. Appassionato di viticoltura, notando delle similitudini con il terreno di Atina, portò con sé varietà, come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Sauvignon Blanc, Sémillon per creare campi sperimentali in questo angolo di natura.

    Giunti poi all’Unità d’Italia, la zona rimase rurale, esclusa dagli investimenti per lungo tempo fino al secondo dopoguerra, diventando terra di emigranti e rimanendo isolata e sconosciuta.
    Anche dopo la morte del Visocchi, il tempo cancellò la memoria e le piante di Cabernet e Merlot furono confuse l’una con l’altra.

    Si dovrà attendere gli anni ‘80 per vedere la ripresa territoriale e la produzione di vini di qualità con Giovanni Palombo, Fondatore dell’Antica Tenuta Palombo.

    La Valle di Comino, articolo: Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini
    La Valle di Comino, articolo: Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini

    L’areale è circondato dalle montagne che lo proteggono dai venti freddi del Nord. Circa 200 milioni di anni fa, l’Appennino era una barriera corallina che si trovava nell’attuale Mar Rosso; oggi troviamo un territorio, originato dal fondo del mare molto friabile, con tre fiumi principali che lo attraversano (il Liri, il Fibreno e il Melfa). Tutti questi corsi d’acqua in milioni di anni hanno eroso tutta la parte centrale dell’Appennino portando all’attuale conformazione caratterizzata da colline di marne calcaree che vanno dai 400 mt ai 700 mt di altitudine.

    Questi rappresentano i terreni più nobili per la coltivazione della vite che regalano vini di grande profumo, di grande eleganza e acidità, con colori poco compatti, molto vivi, mai concentrati sull’estratto e sulla struttura.
    Il suolo è abbastanza uniforme, cambia un pò la dotazione di scheletro con aree più ricche o più povere a seconda di quanto sono distanti dagli originari corsi d’acqua.
    E’ una zona con una buona piovosità, anche durante il periodo estivo, con un clima continentale e precipitazioni nevose che creano disponibilità idrica per tutto l’anno e grandi escursioni termiche che vanno dai 30 gradi di giorno ai 20 nel pomeriggio.

    Questo permette di spostare la maturità di tutte le uve di circa un mese più avanti rispetto a tutta la zona, avendo da una parte una grossa freschezza e dall’altra morbidezza, espressioni peculiari del territorio. L’escursione termica non regala sensazioni di grande corposità al palato ma vini comunque molto eleganti e ancora sconosciuti al grande pubblico.

    I vigneti intorno alla Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice
    I vigneti intorno alla Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

    Tutto inizia nel 1980 quando Giovanni Palombo, in principio per gioco poi per una vera e propria attività, inizia a produrre vino, in particolar modo il Cabernet di Atina. Ottenendo da subito i primi riconoscimenti continua nella sua espansione, aumentando la produzione. Credeva molto in questo progetto e nel 1999 spinse per la realizzazione della Denominazione Atina Dop Cabernet, per il riconoscimento di questa zona considerata di elite per la viticoltura e successivamente per la costituzione del Consorzio di Tutela Atina Dop.

    Sala di degustazione Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini
    Sala di degustazione Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

    Oggi il Consorzio consta di 17 aziende e ogni produttore ha una piccolissima produzione che copre soprattutto il consumo interno con qualche esportazione al di fuori del territorio. E’ una vera e propria nicchia enologica di grande qualità.

    Nel 2000 viene costruita l’attuale struttura, realizzata da Roberto Mazzer, Architetto ed Enologo della Tenuta, inizialmente con fini di produzione, recuperando i vecchi vigneti e impiantandone di nuovi.
    Poi nel 2016 subentrata la nuova proprietà a supporto della quarta generazione del fondatore con Giacomo Palombo e suo fratello che sono ancora parte attiva nell’Azienda e portano avanti il lavoro del nonno. Un ulteriore salto di qualità è dato anche dalla nuova struttura ricettiva e ristorativa che mette a disposizione degli ospiti una cucina gourmet del territorio e sale per le degustazioni e gli aperitivi.

    Oggi insieme ai vitigni internazionali si porta avanti la coltivazione degli autoctoni come Maturano, Capolongo, Lecinaro, Ottonese, impianti sperimentali già messi a dimora da Giovanni Palombo nel 1996, accuratamente selezionati per le microvinificazioni.

    Attorno al corpo aziendale e nei vigneti sono state collocate anche delle splendide opere d’arte, realizzate dall’artista Mario Velocci, che si intrecciano perfettamente con questo meraviglioso paesaggio montano; una collezione permanente di sculture di arte contemporanea che compongono “La Collina Sonora”, un bellissimo connubio tra arte e vino.

    La Collina Sonora, Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice
    La Collina Sonora, Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

    Passeggiando tra i vigneti, Pierpaolo Pirone, l’altro Enologo, ci racconta:

    “Al momento l’Azienda dispone di 10 ettari: durante il periodo di fermo parte dei terreni sono stati dati in affitto e ogni anno che terminano i contratti tornano in proprietà. Il corpo principale dei vigneti si estende intorno alla struttura, verso le montagne c’è un anfiteatro dove sono piantati i vigneti storici di Cabernet e Merlot e proseguendo c’è un’altra terrazza con il Sauvignon dove le lavorazioni vengono fatte a mano per le pendenze accentuate. Di fronte le sale del ristorante invece si trova il vigneto sperimentale con il Maturano.

    Qui nella parte nord est, più adatta per i bianchi, si andranno a piantare gli autoctoni Maturano, Capolongo, ma anche il Lecinaro adatto a comporre la base del nostro metodo classico. Questo è l’obiettivo principale: andare a riequilibrare la produzione che ad oggi è composta per l’80% dal rosso. Il Maturano e il Sauvignon sono produzioni ridotte che nell’ottica dovrebbero crescere nei prossimi anni come anche la parte delle uve impiegate per lo spumante.

    Aperitivo in barricaia, foto di Cristina Santini, Antica tenuta palombo 2023
    Aperitivo in barricaia, foto di Cristina Santini, Antica Tenuta Palombo 2023

    Continua il nostro percorso all’interno della Cantina e giunti alla barricaia dove affinano i rossi, troviamo le pupitre dove riposa il Metodo Classico. Qui ci aspetta un gradito aperitivo di benvenuto con il Metodo Charmat e un piccolo buffet ad accompagnare i nostri calici. Degustiamo con curiosità un extra dry, 13 g/l e permanenza sui lieviti di 4 mesi in autoclave, molto fresco, immediato con una grande acidità. Questo prodotto, ideale per il ristorante e gli aperitivi, nasce per valorizzare quel poco di falanghina esistente.

    Le Pupitre, Antica tenuta palombo, foto di Cristina Santini
    Le Pupitre, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

    La sala è stata disegnata e progettata per produrre circa 150000 bottiglie, ma già dal prossimo anno, con l’aumento degli ettari tornati in proprietà e il Sauvignon già pronto, la produzione aumenterà del 50% e sarà in continua crescita per gli anni a venire.
    L’uva viene raccolta a mano e messa in cassette lasciate un’intera notte all’esterno della Cantina. Tutte le fasi vengono seguite da remoto, dai travasi ai tagli, al controllo delle temperature, alla fermentazione, ai rimontaggi, protocolli impostati al minuto per qualsiasi necessità.

    Le fermentazioni sono lunghe (35 giorni) lente e continue, come anche le macerazioni, fino ad arrivare ad un mosto con la migliore pulizia olfattiva. L’obiettivo è la costanza.
    Si parte con uve portate la mattina in cantina a sette gradi, messe nei serbatoi a fermentazione, innestati i lieviti con temperature che salgono lentamente.
    Non lavorando all’istante le uve, si riesce a sfruttare il picco di maturazione che si ha al momento del distacco dalla pianta in risposta allo stress per la mancata alimentazione che si esaurisce nel giro di 24 ore. Al contrario si perderebbe questa maturazione naturale che rilascia altri aromi varietali.

    Tutti i rossi sono affinati in barriques, come da tradizione, differenti per tostature e doghe di rovere francese provenienti da varie zone.
    Il Cabernet riserva fa sempre legno nuovo per almeno un anno poi dipende dall’annata, e successivamente un anno in bottiglia.

    Il Cabernet e il Merlot vengono fatti affinare nelle barrique che hanno più di un anno fino ai tre, a seconda di quanto ancora possono regalare ai vini. Una parte viene mantenuta in acciaio, l’altra parte fa legno di secondo o terzo passaggio. Dopo un anno in genere vengono assemblati e imbottigliati oppure continuano l’affinamento in legno o in acciaio fino ad ottenere un prodotto pronto e mai anticipato nei tempi.
    Questa era la filosofia di Giovanni Palombo e lo è ancora tutt’oggi, la stessa che riporta in bottiglia vini in purezza, nonostante il disciplinare permetta un’elasticità del 15%.

    Amantata Charmat Extra Dry Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice
    Amantata Charmat Extra Dry Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

    Anche il Metodo Charmat nasce dal vigneto sperimentale, la falanghina, mentre una parte dell’aglianico insieme ad altre varietà autoctone a bacca bianca e rossa, che non possono essere vinificate in purezza, vengono impiegate per lo spumante Metodo Classico che verrà sboccato in primavera. In futuro sarà il Lecinaro, altro vitigno autoctono che si adatta meglio alla zona, ad essere la parte portante di questo spumante.

    Tra due anni uscirà una nuova referenza, da sempre vino di punta dell’azienda: un taglio bordolese composto per il 50% Merlot e 50% Cabernet. Dal 2018 infatti si è cominciato a metter da parte, in due barrique nuove, una frazione di Merlot destinata alla riserva, e la migliore partita risultante dall’assemblaggio del Cabernet Riserva che viene poi inserita un altro anno in barrique nuove. Quindi l’affinamento dura due anni in legno e tre anni in bottiglia con una produzione limitata a 600 bottiglie. Questo era un prodotto che Giovanni Palombo amava produrre per sé o regalare come omaggio a personaggi illustri.

    Terminata la visita, siamo stati ospitati nella bellissima sala del ristorante con vista sui vigneti dove abbiamo degustato i vini accompagnati da un gustoso pranzo a menù tradizionale curato dallo Chef Dino Notarianni che ci ha proposto e illustrato piatti e prodotti locali rivisitati in chiave moderna.

    Maturano 2020 e la Vellutata di Cannellini di Atina, mousse al Blu di Picinisco e pancetta croccante, Antica tenuta palombo, foto di Cristina Santini
    Maturano 2020 e la Vellutata di Cannellini di Atina, mousse al Blu di Picinisco e pancetta croccante, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

    La degustazione parte dal più atteso degli autoctoni, il Maturano 2020, vitigno poco aromatico, soprattutto nel primo anno di vinificazione, non ha un’estrema complessità, matura molto tardi e già di per sé non riesce a mantenere molto l’acidità. Quindi la raccolta delle uve è anticipata proprio per ottenere un vino fresco, piacevole, con note nette ed espressive del suolo marnoso calcareo. Per avere struttura ed equilibrio gustativo si esegue la stabulazione mantenendo il mosto torbido a bassa temperatura per diversi giorni.

    Dopo la fermentazione di circa 12 giorni, riposa sulle fecce fini per otto mesi e poi viene imbottigliato.
    Le sue note delicate e citriche al naso sono inconfondibili come anche al sorso lo è la sua piacevole acidità, freschezza, apportata da sensazioni salivari tipiche che si presentano né dolci come la sapidità del mare nelle zone costiere, né tendenti all’amaro come nelle zone vulcaniche.

    Grazie agli Enologi che hanno esaudito le nostre curiosità, abbiamo avuto il piacere di assaggiare da vasca il nuovo Maturano 2022 che risulta essere un buon vino profumato, intenso e aromatico con evidenti nuance balsamiche. Una partenza straordinaria!

    Con il Sauvignon Blanc 2021 viene fatta la criomacerazione delle uve, per una maggior estrazione di aromi primari dalla buccia, per circa 8/10 ore a seconda dell’annata. Dopo una leggera pressatura e la decantazione statica a freddo, affina 10 mesi in acciaio sulle fecce fini e poi riposa in bottiglia. Il naso pulito e fresco mostra la sua parte vegetale dominante coadiuvata dagli inconfondibili sentori di frutto della passione e sambuco. Dal sorso intenso e persistente, emerge la sua acidità pronunciata e un leggero finale balsamico piacevolmente gradevole.

    Sauvignon 2021 Antica tenuta palombo, foto di Cristina Santini
    Sauvignon 2021 Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

    Per questo Merlot 2018 i suoi acini interi vengono diraspati e caricati direttamente nel serbatoio dove avvengono entrambe le fermentazioni, alcolica e malolattica. Il 30% affina in legno di secondo/terzo passaggio, la restante parte invece in acciaio per poi essere assemblate. Riposa otto mesi in bottiglia prima della sua uscita sul mercato, altrimenti rimane in vasca per un ulteriore affinamento.

    Inizialmente atteso qualche minuto per essere capito, all’olfatto si è aperto poi su note di fiori appassiti e frutto rosso pieno e maturo. La sua beva morbida dalle sfumature erbacee lascia una sensazione di asciutto con un fondo amarognolo nella parte superiore del palato. Ci piacerebbe degustarlo prima di questa annata.

    Merlot 2018 Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice
    Merlot 2018 Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

    Il Cabernet Sauvignon 2018 segue lo stesso percorso di affinamento del Merlot e impressiona per la sua freschezza. Caratterizzato da un naso intenso e concentrato sulle note vegetali, è un vino morbido ed elegante, frutto del suo territorio e al contempo ben strutturato con una bella acidità che lo rende molto godibile.

    Cabernet 2018 e Cacio e pepe affumicato con riduzione al Cabernet, Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice
    Cabernet 2018 e Cacio e pepe affumicato con riduzione al Cabernet, Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

    Primo anno per il Duca Cantelmo Cabernet Sauvignon Riserva 2017, una referenza che non veniva prodotta dal 2005 che affina in barrique nuove di media tostatura per 12 mesi. Sono i grappoli migliori selezionati per questo vino che macerano per 65 giorni a serbatoio colmo con frequenti rimontaggi.
    Note di marasca matura, erbette che accompagnano il naso in un connubio tra il legno e la frutta scura. Elegante il suo sorso compatto sorretto da tannini prestanti in uno stile raffinato e di grande longevità. Il ragazzo ha carattere da vendere.

    La Riserva e lo Stracotto di manzo al Cabernet Palombo con patate morbide affumicate, Antica tenuta Palombo, foto di Cristina santini
    La Riserva e lo Stracotto di manzo al Cabernet Palombo con patate morbide affumicate, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina santini

    Sboccato per noi in anteprima, il Metodo Classico da Aglianico, Lecinaro, Falanghina, millesimato 2020 è un altro importante nuovo progetto in via di sperimentazione che avrà un dosaggio extra brut e 30 mesi sui lieviti con l’obiettivo di andare avanti per vederne l’evoluzione.
    Ottima base di partenza.

    Anteprima Metodo Classico Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice
    Anteprima Metodo Classico Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

    Nella Valle di Comino si respira un’aria pura e frizzante, c’è una squisita fluidità di movimenti, un intenso ardore e tanta voglia di cogliere i frutti della terra camminando con decisione sulle orme del suo Fondatore.

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito cantina: https://www.anticatenutapalombo.it/it

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Vinitaly 2023, un viaggio tra le bollicine

    Vinitaly 2023, un viaggio tra le bollicine

    VINITALY 2023 …A TUTTE BOLLICINE

    Di Elsa Leandri

    Non vi staremo a tediare sul fatto che quest’anno si è svolta la 55esima edizione del Vinitaly, che Verona dal 2 al 5 aprile ha accolto moltissimi winelovers, operatori del settore, buyers ed espositori, che fossero presenti più di 4000 aziende tra italiane e straniere, che in città ci fosse l’evento fuori salone Vinitaly and the city con mostre, degustazioni e wine talk, che il carnet fosse denso con numerosi eventi e con approfondimenti in ogni stand; non ve lo racconteremo perché pensiamo che ogni appassionato di vino ne sia a conoscenza e che in un modo o nell’altro, direttamente o indirettamente, lo abbia vissuto.

    Se per noi italiani, winelovers e addetti al lavoro, il Vinitaly è la kermesse del vino nazionale ed è il luogo dove avere tutta la penisola rappresentata, per le aziende vitivinicole è soprattutto un importante palcoscenico per proporsi anche a livello internazionale. Un settore in crescita che ad ora ricopre nel settore agro-alimentare il primo posto nell’export e che ha richiamato più del 43% in più di “superacquirenti” esteri di vino tricolore rispetto allo scorso anno.

    Elsa Leandri al Vinitaly 2023, foto autrice articolo
    Elsa Leandri al Vinitaly 2023, foto autrice articolo

    Organizzazione eccezionale che collega i parcheggi gratuiti con navette (anch’esse gratuite) alla fiera e domenica mattina 2 aprile verso le 9 la gente è già pronta per poter passare il proprio codice ed entrare così in questo mondo enologico.

    Impossibile venire in questa “città” senza essere dotati di una mappa e di una classifica di priorità per poter vedere i “monumenti” che più ci interessano, ma talvolta è anche bello fermarsi in uno stand anche “solo” perché attratti dalla cura dei dettagli. Fondamentale per orientarsi la app Vinitaly che ormai ci accompagna da diversi anni e che ci permette di essere letteralmente guidati da uno stand all’altro. 

    Spazio degustazione La Raia, foto di Elsa Leandri, Vinitaly 2023
    Spazio degustazione La Raia, foto di Elsa Leandri, Vinitaly 2023

    Ogni regione occupa un particolar padiglione o più di uno e all’interno di questi ogni cantina ha ricostruito la propria sala di degustazione, biglietto da visita della propria filosofia e della propria territorialità. Elevata la cura dei particolari, grande attenzione e professionalità al top da parte anche dei sommelier Ais e Fisar che presenziavano nei vari consorzi.

    Sommelier Martina in servizio alConsorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, foto di Elsa Leandri
    Sommelier Martina in servizio alConsorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, foto di Elsa Leandri

    Il padiglione dedicato al Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste è stato teatro di un incontro e di connubio tra coltura e cultura con l’esposizione di due quadri: il “Bacco” del Caravaggio e il “Bacco Fanciullo” di Guido Reni, che solitamente sono esposti presso le Gallerie degli Uffizi a Firenze

    Opera "Bacco” di Caravaggio, immagine di Elsa Leandri, Vinitaly 2023
    Opera “Bacco” di Caravaggio, immagine di Elsa Leandri, Vinitaly 2023

    Il Made in Italy si manifesta in questo modo a 360 gradi ricordandoci che per nutrire lo spirito è necessario da una parte apprezzare le bellezza che si manifesta attraverso arte, musica, poesia e dall’altra essere consapevoli che questo si può celare ovunque anche, per esempio, in un bicchiere di vino: questo racchiude l’espressione artistica del produttore (il suo savoir faire), la musicalità delle note del vino che viene versato e i versi che vengono composti nella nostra mente, e talvolta vengono declamati, per descrivere il nettare di Bacco che è nel calice.

    “Bacco Fanciullo” di Guido Reni, immagine di Elsa Leandri, Vinitaly 2023
    “Bacco Fanciullo” di Guido Reni, immagine di Elsa Leandri, Vinitaly 2023

    Con questo spirito abbiamo affrontato questo giorno cercando di approfondire alcune realtà spumantistiche italiane come il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, l’Asolo Prosecco DOCG, il Trento DOC e ovviamente, ma purtroppo molto velocemente, il Franciacorta DOCG e l’Oltrepò Pavese Spumante DOCG. Diverse espressioni di bollicine italiane ognuna con un sua caratteristica, ognuna con la sua storia e espressività.

    Consorzio Asolo, bollicine in assaggio al Vinitaly 2023, foto di Elsa Leandri
    Consorzio Asolo, bollicine in assaggio al Vinitaly 2023, foto di Elsa Leandri

    Dalle bollicine Italiane alle bollicine per eccellenza.

    Degustazione di Trentodoc, Vinitaly 2023, foto di Elsa Leandri
    Degustazione di Trentodoc, Vinitaly 2023, foto di Elsa Leandri

    Non abbiamo resistito e abbiamo partecipato alla Masterclass “Champagne nella prospettiva delle annate” condotta da François Gilbert delle edizioni Gilbert&Gaillard nella quale, dopo aver fatto un overview sulla produzione dello Champagne, sono state messe a confronto due annate, la 2012 e la 2015, completamente diverse tra loro: la prima un’annata fresca, che promette un equilibrio abbastanza classico per la Champagne, e quindi con una tensione acida importante; la seconda più calda e quindi con maggior struttura. 

    François Gilbert delle edizioni Gilbert&Gaillard con Elsa Leandri, foto dell'autrice, Vinitaly 2023
    François Gilbert delle edizioni Gilbert&Gaillard con Elsa Leandri, foto dell’autrice, Vinitaly 2023

    Maison degustate

    Champagne Tribaut 2012 Blanc de Blancs Premier Cru Brut

    Champagne Lombard 2015 Grand Cru Cramant Brut Nature

    De Saint-Gall 2012 Grand Cru Blanc de Blancs Brut Avize

    De Saint-Gall 2015. Grand Cru Blanc de Blancs Brut Avize

    Champagne Arnould et Fils Carte d’Or 2012 Brut Nature

    Champagne Arnould et Fils Carte d’Or 2015 Brut Nature

    Georges Vesselle Grand Cru Bouzy 2015 Brut

    Georges Vesselle Grand Cru Bouzy 2015 Brut Nature

    Vignon Père et Fils 2015 Blanc de Noirs Extra Brut

    Champagne TRIBAUT, LOMBARD, VESSELLE, VIGNON, foto di Elsa Leandri, Vinitaly 2023
    Champagne TRIBAUT, LOMBARD, VESSELLE, VIGNON, foto di Elsa Leandri, Vinitaly 2023

    Un percorso tra questi calici provenienti da aziende, da zone e con dosaggi differenti. Il vero e proprio confronto tra le due annate è stato possibile effettuarlo per i prodotti di Champagne De Saint Gall e di Champagne Arnould.

    Champagne De Saint Gall e di Champagne Arnould et Fils, foto di Elsa Leandri, Vinitaly 2023
    Champagne De Saint Gall e di Champagne Arnould et Fils, foto di Elsa Leandri, Vinitaly 2023

    In entrambi i casi la 2012 offre dei sentori di frutta evoluta ma con una freschezza e una verticalità di bocca ancora ben presente, mentre la 2015 regala, pur essendo più giovane, una maggiore ampiezza da un punto di vista gustativo accompagnata da note di frutta a polpa gialla ben matura. 

    Calici degustazione degli champagne al Vinitaly, foto di Elsa Leandri
    Calici degustazione degli champagne al Vinitaly, foto di Elsa Leandri

    La conclusione di questo confronto è che l’andamento dell’annata è di per sé in Champagne uno dei fattori che entrano in gioco, ma non l’unico in quanto il terroir, il dosaggio, gli assemblaggi, la mano del vigneron contribuiscono anch’essi nella personalizzazione di quello che ritroviamo nella bottiglia.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito manifestazione: https://www.vinitaly.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Cantina Girlan al Vinitaly 2023 a VeronaFiere

    Cantina Girlan al Vinitaly 2023 a VeronaFiere

    Vini che sanno di AltoAdige a Vinitaly 2023

    Di Adriano Guerri

    A Verona nell’ occasione della 55esima edizione di Vinitaly, andata in scena dal 2 al 5 aprile, ho visitato lo stand della Cantina Girlan. Conosco i loro vini da anni, tuttavia mi ha fatto molto piacere degustare i loro vini, ma anche avere nozioni sulla cantina altoatesina. Pertanto, prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, propongo alcuni cenni dell’azienda.

    Adriano Guerri al Vinitaly 2023 per la degustazione cantina Girlan, foto dell'autore
    Adriano Guerri al Vinitaly 2023 per la degustazione cantina Girlan, foto dell’autore

    La storica Cantina Girlan si trova a Cornaiano a poca distanza dal Lago di Caldaro e da Bolzano, sulla strada del vino ( Weinstraße ). Nata un secolo fa, nel 1923 per volontà di 23 soci fondatori, che attualmente sono diventati circa 200. Gli ettari vitati sono oltre 220 con appezzamenti posti nelle migliori zone di questo meraviglioso lembo di terra in Alto Adige.

    Adriano Guerri alla degustazione della Cantina Girlan, foto dell'autore
    Adriano Guerri alla degustazione della Cantina Girlan, foto dell’autore

    I vigneti sono posti ad altimetrie che variano dai 220 agli 850 metri s.l.m,. con terreni composti prevalentemente da argilla e marne. Il clima è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra le ore diurne e le ore notturne. I vitigni maggiormente coltivati sono il Pinot Nero, la Schiava, il Merlot, il Lagrein e il Cabernet Sauvignon, e poi ancora di Pinot Bianco, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Gewürztraminer, Chardonnay e Sauvignon Blanc.

    I vini prodotti sono senza ombra di dubbio di elevata qualità. In Alto Adige le Cantine cooperative funzionano molto bene. Tutto è ben monitorato e ben organizzato sia nei vigneti sia in cantina. Un areale altamente vocato per la coltivazione della vite e i vitigni sopra menzionati hanno trovato un habitat ideale per dare origine a vini identitari sia quelli ottenuti con uve provenienti da vitigni autoctoni sia quelle da alloctoni.

    Enoteca Cantina Girlan, articolo di Adriano Guerri, foto da sito cantina
    Enoteca Cantina Girlan, articolo di Adriano Guerri, foto da sito cantina

    Nel 2010 la cantina è stata completamente ristrutturata e munita di attrezzature tecnologiche più moderne. La produzione di vino si attesta per un 55 % di bianchi ed il restante 45 % di rossi per una media totale di circa 1.500.000 bottiglie all’ anno. Nel calice si riscontra grande qualità, dovuta alle rese basse nei vigneti che difficilmente superano i 60 hl/ ha.

    La gamma dei loro vini è ampia e si declina in quattro versioni, Classici, Vigneti, Flora e Solisti al top.

    I vini degustati nel capoluogo venet0

    Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino cristallino, rivela sentori di fiori bianchi, mela, pera e agrumi, al palato è fresco e minerale, leggiadro e di buona persistenza.

    Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022, Cantina Girla, foto di Adriano Guerri
    Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022, Cantina Girla, foto di Adriano Guerri

    Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino brillante, emana sentori di frutta gialla matura, agrumi, ananas, biancospino e mela golden, equilibrato, morbido e piacevolmente fresco.

    Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022, Cantina Girlan foto di Adriano Guerri
    Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022, Cantina Girlan foto di Adriano Guerri

    Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino luminoso, rimanda sentori di pesca bianca, pompelmo e scorza di limone, costa di sedano e note iodate, morbido e vibrante, fresco e sapido, dotato di una lunga persistenza.

    Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 – Giallo dorato brillante, sprigiona sentori di frutta esotica, fiori di campo che ben si integrano con sottili note di cedro e pepe bianco, generoso, armonioso e gustoso.

    Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 – Rosso rubino intenso, trasparente e consistente, dipana sentori di frutti di bosco e ciliegia, rosa e tabacco, vellutato e dotato di una piacevole trama tannica, incredibilmente lungo.

    Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 – Rosso rubino vivace, libera sentori di ciliegia e marasca, accompagnate da sottili note speziate, pieno e soddisfacente, nonché persistente.

    Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 – Rosso granato intenso, percettibili sentori di rosa, frutti di bosco maturi, prugna, nuances tostate e speziate, appagante, elegante e decisamente duraturo.

    Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri

    Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 – Rosso granato intenso, rilascia una cascata di sentori, quali ciliegia e marasca, frutti di bosco, in particolare lampone e una leggera nota di marzapane, note speziate e di tabacco dolce, fine e rotondo, ma che buon vino!.

    Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 Cantina Girlan, foto di Adriano Guerri
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

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  • Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano

    Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano

    Champagne Experience 2023, la VI°edizione il 15 e 16 ottobre

    Redazione

    Carol Agostini

    L’evento più importante dedicato allo champagne si terrà come sempre a ModenaFiere nel secondo fine settimana di ottobre. La VI edizione di Champagne Experience, organizzata da Società Excellence, riunirà produttori e importatori italiani per due giorni di degustazioni. I partecipanti saranno suddivisi in base alla loro zona di produzione in Champagne.

    Champagne Experience 2022, cresce del 16% il numero di maison partecipanti
    Champagne Experience 2022, cresce del 16% il numero di maison partecipanti

    L’evento è un punto di riferimento per i professionisti del settore in tutta Europa e offre l’opportunità di degustare le ultime novità e avere un’immagine aggiornata del mercato. L’Italia gioca un ruolo importante nell’export dello champagne, con 326 milioni di bottiglie spedite nel 2022.

    Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano, foto da internet
    Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano, foto da internet
    Champagne Experience™ è il più grande evento italiano dedicato esclusivamente allo champagne. Promosso e organizzato da Società Excellence, riunisce importatori e maison in gran parte rappresentate dagli stessi produttori francesi, presenti durante l’evento. L’evento offre l’opportunità di degustare centinaia di champagne e partecipare a Master Class con vini e relatori di altissimo livello.
    Le maison vengono distribuite sui cinquemila metri quadrati del padiglione A di ModenaFiere in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne.
    Champagne Ayale presente all'edizione Champagne Experience 2023, foto da internet
    Champagne Ayale presente all’edizione Champagne Experience 2023, foto da internet
    Nel 2023, le maison presenti includeranno Thiénot, Paul Bara, Bruno Paillard, Henri Giraud, Ayala, Marguet, Jacquesson, de Venoge, Pannier, Encry, Louis Roederer, De Sousa, Larmandier-Bernier, Palmer & Co, Paul Clouet, Charles Heidsieck e Leclerc Briant.
    Le diverse zone di produzione della Champagne sono Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs e Aube. Durante l’evento Champagne Experience™ a ModenaFiere, le maison vengono distribuite in base alla loro appartenenza geografica a queste zone di produzione.
    Cena con Fattura d'Amore in consegna ad amici e organizzatori dell'evento Champagne Experience Modena
    Cena con Fattura d’Amore in consegna ad amici e organizzatori dell’evento Champagne Experience Modena

    Informazioni generiche

    Nel 2021 le spedizioni di champagne hanno raggiunto quota 322 milioni di bottiglie, in aumento del 32%  rispetto al 2020 (anno in cui le vendite si erano fermate a 245 milioni di bottiglie) ma con numeri più alti anche rispetto al periodo pre-pandemico (nel 2019 le vendite di champagne erano arrivate a 300 milioni di bottiglie). Le esportazioni di Champagne nel 2021 hanno raggiunto un record di quasi 180 milioni di bottiglie con un aumento del 31,8%.

    La filiera dello Champagne conta 16200 viticoltori, 130 cooperative e 360 maison, che lavorano su una superficie vitata 34300 ettari in cui ci sono ben 319 cru.

    L’area di produzione a denominazione Champagne (AOC) si estende nel nord della Francia per poco più di 34.300 ettari e comprende 319 cru, ossia i villaggi, di cui 17 “grand cru” e 44 classificati come “premier cru”. Il termine cru indica un determinato vigneto con le medesime caratteristiche di terroir, dove i “grand cru” rappresentano il gradino qualitativo più alto e migliore tra tutti.

    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano
    La vendemmia in champagne, articolo: Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano

    I 17 Grand Cru della Champagne sono: Louvois, Bouzy, Ambonnay, Verzy, Verzenay, Mailly-Champagne, Beaumont-sur-Vesle, Sillery e Puisieulx nella zona nota come Montagne de Reims; A e Tours-sur-Marne nella Vallée de la Marne; Oiry, Chouilly, Cramant, Avize, Oger e Mesnil-sur-Oger nella Côte des Blancs.

    La produzione dello champagne deve attenersi a un disciplinare rigoroso. In Champagne la raccolta dell’uva viene rigorosamente fatta a mano. I grappoli vengono raccolti in ceste larghe e poco profonde per evitare lo schiacciamento. Il disciplinare impone anche un periodo minimo di maturazione che va dai 15 mesi per gli champagne non millesimati, e 3 anni per i millesimati “Vini Prodotti da una sola Annnata”.

    Se il vino base è realizzato con vino prodotto con uve raccolte in anni diversi, lo champagne è sans année; quando invece il vino base è prodotto con uve raccolte in un unico anno, allora lo champagne è millésime. Per essere millesimato il vino deve essere 100% di una sola annata.

    Lo champagne presenta molte caratteristiche d’originalità fra i grandi vini francesi. La raccolta è manuale poiché è essenziale che le uve giungano in perfetto stato. Generalmente potremmo dire che lo champagne ha un gusto fruttato, floreale, spesso dotato di tonalità speziate, con frammenti di freschezza e vivacità. Lo champagne è uno dei vini perfetti per l’apertivo e si caratterizza per essere un ottimo abbinamento a numerose pietanze.

    Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano, foto da sito
    Champagne Experience 2023, dove le bollicine regnano, foto da sito

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  • VeronaFiere per Vinitaly politici, premi e buyers 2023

    VeronaFiere per Vinitaly politici, premi e buyers 2023

    VeronaFiere un Vinitaly all’insegna di molte novità

    Di Carol Agostini

    Vinitaly è la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino e dei distillati rivolta agli operatori del business sui mercati internazionali. Vinitaly nasce in Italia, a Verona, ma la sua vocazione è internazionale. Da 55 anni è sinonimo di coinvolgimento dell’intera filiera vinicola globale.

    VeronaFiere per Vinitaly politici, premi e buyers 2023, logo da sito
    VeronaFiere per Vinitaly politici, premi e buyers 2023, logo da sito

    L’edizione 2023 di Vinitaly si è svolta dal 2 al 5 aprile a Veronafiere. Oltre 4mila espositori hanno partecipato all’evento.

    Ecco alcuni dei vini più famosi presentati a Vinitaly 2023 secondo un articolo di Slowine:

    1. Borgo Maragliano – Pad. 10 O4 Federico Galliano Brut Nature Blanc de Blanc 2014
    2. Vicara – Pad 10 Stand H3 Grignolino del Monferrato Casalese .G
    3. Tenuta Mazzolino – Palaexpo Stand B11 Pinot Nero Terrazze Alte
    4. Tenuta Roveglia – Palaexpo Stand A4/A5 Lugana Limne

    Al Vinitaly con la collega Cristina Santini durante uno scambio di opinioni vinicole e letterarie di settore con Cena con Fattura d'Amore di Carol Agostini
    Al Vinitaly con la collega Cristina Santini durante uno scambio di opinioni vinicole e letterarie di settore con Cena con Fattura d’Amore di Carol Agostini, VeronaFiere

    Premi vari

    Inoltre, il premio speciale “Gran Vinitaly 2023” è stato assegnato ad AL-CANTÀRA. Il miglior vino italiano selezionato per l’inserimento nella guida “5StarWines – the Book 2024” è stato COSTA D’AMALFI DOC FURORE BIANCO FIORDUVA 2021 MARISA CUOMO con un punteggio di 97; il premio di miglior vino bianco è stato vinto da un altro vino campano, il Greco di Tufo Docg della cantina Terre D’Aione.

    Angelo Carpenito, proprietario della cantina, si è dichiarato felice e stupito di questa vittoria dopo tanti anni di attività e sacrifici. Ha raccontato la storia della cantina a conduzione familiare, nata nel 2006 come coronamento del sogno di Pellegrino, padre di Angelo.

    Miglior rosé e miglior vino rosso sono rispettivamente un Etna Rosato Doc dell’azienda siciliana Al-Cantàra (citato precedentemente) e un Barolo Docg dei Marchesi di Barolo.

    Le bollicine italiane sono state grandi protagoniste del Vinitaly e rimangono la categoria di vini più venduta all’estero. Il premio di best sparkling wine è stato ottenuto da un Trento Doc Extra Brut Riserva 907 del 2017 della Cantina d’Isera diretta da Massimo Tarter.

    La Cantina d’Isera diretta da Massimo Tarter è una realtà guidata da esperti enologi che mettono al primo posto il rispetto e la valorizzazione delle peculiarità del territorio. Nicola Rasotto, enologo della cantina, ha spiegato come il successo del loro spumante sia dovuto alla qualità estrema che la cantina punta a raggiungere e alla particolarità dei propri vigneti ubicati sulle colline più alte di Isera tra i 500 e i 600 metri slm.

    Tra i vini dolci premiati ci sono il Passito di Pantelleria Doc di Donnafugata e l’Aleatico Passito dell’Elba Docg della Tenuta La Chiusa.

    Durante la kermesse vinicola sono stati lanciati nuovi trend come l‘Orange Wine, una tipologia di vino prodotto da vitigni a bacca bianca ma con una macerazione più lunga del solito. L’affermazione dei vini biologici sul panorama vinicolo italiano e internazionale è stata confermata. Tra le novità in tale ambito si segnala lo Sheep, vino campano prodotto dalla cantina Il Verro, ubicata a Formicola in provincia di Caserta, che si occupa principalmente di vini biologici. Tale vino deve il suo nome al coda di pecora, vitigno a partire dal quale è prodotto.

    Colleghi e amici di Carol Agostini, Vinitaly 2023 a VeronaFiere
    Colleghi e amici di Carol Agostini, Vinitaly 2023 a VeronaFiere

    Altra cantina emersa in questa edizione è lAzienda Vitivinicola Vanzini ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di entrare a far parte di 5StarWine-The Book. Con il suo Pinot Nero Metodo Classico D.O.C.G. Blanc de Noir AIACE, l’azienda è entrata nell’olimpo dei grandi vini e ha portato con sé le terre dell’Oltrepò Pavese.

    In gara c’erano quasi 2300 vini e la giuria era composta da 35 esperti provenienti da tutto il mondo: Canada, Svezia, Italia, Hong Kong, Francia, Australia, USA, Lussemburgo, Giappone, Sud Corea, UK, Brasile, Lettonia, Nigeria e Slovenia. Tra i giudici c’erano anche 15 enologi di Assoenologi Italia e 10 giudici associati. L’Azienda Vitivinicola Vanzini ha conquistato un punteggio di 92/100.

    Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione con Luca Gardini
    Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione con Luca Gardini, VeronaFiere

    Tutti i vini partecipanti sono stati valutati dalla giuria durante tre giorni di degustazioni alla cieca. A ciascun vino è stato assegnato un punteggio da parte di ogni giudice del Panel sulla base di un’analisi visiva e di gusto-olfattiva. I vini che hanno ottenuto un punteggio da 90/100 in su sono passati alla fase successiva: la degustazione del Comitato Scientifico dei General Chair tra cui troviamo Gabriele Gorelli, uno dei più stimati esperti di vino italiani.

    Vanzini ha presentato questo vino dal gusto secco, vellutato, elegante, sapido e di ottima struttura e persistenza retro-olfattiva. È ottimo come aperitivo e delizioso a tutto pasto in particolar modo con piatti a base di pesce. È anche gradevole con carni bianche e formaggi in genere. Questo vino è stato apprezzato non solo in Italia ma premiato in una competizione che mette in evidenza tutto il sapere e la storia delle cantine presenti.

    Elena Lucchini, assessore alla famiglia della Regione Lombardia; Giovanni Palli presidente della Provincia di Pavia e Giovanni Merlino commissario straordinario della Camera di Commercio di Pavia hanno partecipato al riconoscimento consegnato ad Antonio Vanzini.

    Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione
    Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione, VeronaFiere

    Alcune cifre…

    Vinitaly 2023 è stata un’edizione record per numero di top buyer selezionati. Oltre 4.000 aziende espositrici provenienti da più di 30 nazioni hanno partecipato all’evento. L’area espositiva netta era di 100mila metri quadrati e 17 padiglioni erano occupati.

    L’industria vitivinicola nazionale vale 31,3 miliardi di euro e impegna 530mila aziende con circa 870mila addetti.

    Si è conclusa registrando circa 93.000 presenze. La crescita rispetto all’edizione precedente è stata determinata anche dalla partecipazione di buyer esteri provenienti da tutto il mondo, oltre che di chef famosi, giornalisti e politici italiani. Le piccole realtà che con dedizione e impegno hanno saputo elevare i propri prodotti a livelli di qualità eccellenti hanno riscosso grande successo tra le cantine regionali premiate.

    VeronaFiere Vinitaly, Carol Agostini con Carmine Fusco cantina agricola Il Poggio e Roberto Mattozzi
    VeronaFiere Vinitaly, Carol Agostini con Carmine Fusco cantina agricola Il Poggio e Roberto Mattozzi

    Alcune Masterclass

    Durante Vinitaly 2023 sono state organizzate diverse masterclass. Ad esempio, Assovini Sicilia ha celebrato l’entrata della nuova generazione di imprenditori siciliani nelle aziende con la masterclass “Next generation, il nuovo volto della Sicilia” che si è tenuta il 2 aprile dalle 15.45 alle 16.45 nella Hall meeting del Padiglione 2.

    Masterclass organizzate da Vite in Riviera durante la fiera. Lunedì 3 aprile dalle 13.00 alle 14.00 c’è stata una masterclass sui bianchi del Ponente Ligure e martedì 4 aprile dalle 13.00 alle 14.00 c’è stata una masterclass sui rossi del Ponente Ligure 1.

    Inoltre, c’è stata una masterclass italo-francese di “Rosé Connection” organizzata dal Consorzio Valtènesi e CIVP-Conseil Interprofessionel des Vins de Provence per la promozione della cultura del vino rosé in Europa.

    Mentre,  Confagricoltura ha portato al Vinitaly 2023 un ricco calendario di eventi dedicato alle migliori produzioni italiane e ai confronti tra gli stakeholder.

    Carol Agostini con Andy Luotto a Vinitaly VeronaFiere
    Carol Agostini con Andy Luotto a Vinitaly VeronaFiere

    Politici

    Tra i volti noti che hanno partecipato al Vinitaly 2023 spiccano nomi del panorama politico italiano come il presidente del consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, riuniti nel sostenere l’importanza del Vinitaly come pezzo importante della nostra identità e della nostra cultura.

    Dal mondo della cucina è stata fondamentale la presenza di importanti nomi come Rosanna Marziale, chef del ristorante Le Colonne e San Bartolomeo, che ha presentato i prodotti del territorio casertano in una degustazione e come il vincitore di Masterchef 12 Edoardo Franco.L’ultimo, recentemente impegnato nella promozione del suo libro “Daje! La mia cucina senza confini”, era accompagnato da Mattia Tagetto, Leonardo Colavito, Roberto Resta e Sara Messaoudi, tutti protagonisti di Masterchef 12.

    Carol Agostini con Roberto Cipresso a Vinitaly VeronaFiere
    Carol Agostini con Roberto Cipresso a Vinitaly VeronaFiere

    Alcuni assaggi di Carol Agostini

    Bonzano Vini

    Meridiana 2019 Monferrato Chiaretto DOC BonzanoVini, foto di Carol Agostini
    Meridiana 2019 Monferrato Chiaretto DOC BonzanoVini, foto di Carol Agostini, VeronaFiere

    Il nome si riferisce alla Meridiana presente alla tenuta Mandoletta, residenza della Famiglia Bonzano, a cui si ispira anche il logo di Bonzano
    Vini.
    Si presenta di un rosato tenue e lucente, dai profumi di piccoli frutti rossi e soffi floreali.
    In bocca vince per freschezza ed equilibrio, da uve 80% Barbera, 20% Pinot Nero.

    Nel cuore del Monferratopatrimonio Unesco dal 2014, per volontà dei fratelli EnricoStefano e Massimo Bonzano e Simonetta Ghia, moglie di Enrico, inizia un’avventura enoica che ha come obiettivo quello di far riemergere un territorio estremamente vocato alla viticoltura. A credere fermamente in questa impresa non è altro che l’enologo e “scienziato” di fama internazionale Donato Lanati, con il quale continua una forte amicizia e collaborazione sin dal principio, nel 2011.

    La Tenuta Mandoletta e le dolci colline del Monferrato Casalese sono luoghi vicini al cuore dei Bonzano poiché rappresentano allo stesso tempo le origini della famiglia e la fonte di ispirazione per questo ambizioso progetto imprenditoriale incentrato sulla qualità, senza compromessi.

    Cantina di Tortona 1931

    Selezione Fiumana Derthona Timorasso COLLI TORTONESI DOC Cantina di Tortona, foto di Carol Agostini
    Selezione Fiumana Derthona Timorasso COLLI TORTONESI DOC Cantina di Tortona, foto di Carol Agostini, VeronaFiere

    È stato coltivato in provincia di Alessandria fin dall’antichità: se ne hanno testimonianze già nel XIV secolo, nel Trattato di agronomia di Pietro de’ Crescenzi, e nel Bollettino Ampelografico del Di Rovasenda, del 1885 che segnalava tale vitigno come il maggiormente coltivato nel Tortonese.

    Data la sua scarsa adattabilità a condizioni climatiche diverse da quelle della regione di origine, nel corso dei secoli è stato lentamente abbandonato a favore delle uve a bacca rossa più produttive e meno delicate come barbera e croatina.

    Dopo l’invasione della fillossera, le vigne di timorasso sono state quasi completamente sostituite.

    Negli anni ’80 alcuni vignaioli del tortonese, hanno deciso di riportarlo in vita, scommettendo sulle sue grandi potenzialità. Attualmente viene prodotto nel territorio delle valli del basso Piemonte: val Curone, val Grue, valle Ossona, val Borbera.

    Lineup Azienda Agricola Diego Filippa, foto di Carol Agostini, Vinitaly 2023 VeronaFiere
    Lineup Azienda Agricola Diego Filippa, foto di Carol Agostini, Vinitaly 2023 VeronaFiere

    Dalla passione tramandata da quattro generazioni nasce l’Azienda Agricola Filippa Diego.

    Diego e il padre Arturo, con la sua esperienza, coltivano le viti e producono il loro vino.

    Vinificando le proprie uve nasce la Barbera d’Asti D.O.C.G., il vino bianco “La Valle Bianca”, il mosto parzialmente fermentato “La Goccia d’Oro”, il rosato “DiMi” e il vino rosso “Gagiu”.Vini prodotti

              • Barbera d’Asti D.O.C.G.
              • Vino bianco “La Valle Bianca”
              • “La Goccia d’Oro”, mosto parzialmente fermentato
              • “DiMi”, vino rosato
              • “Gagiu”, vino rosso
              • Moscato d’Asti D.O.C.G.
              • Langhe Bianco
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito manifestazione: https://www.vinitaly.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Romagna Albana alla 55° edizione di Vinitaly, Adriano Guerri

    Romagna Albana alla 55° edizione di Vinitaly, Adriano Guerri

    Romagna Albana alla 55° edizione di Vinitaly

    Di Adriano Guerri

    Nell’ occasione della 55esima edizione del Vinitaly che è andata in scena dal 2 al 5 aprile 2023 nella città di Giulietta e Romeo, tra i tanti padiglioni, i numerosi espositori e migliaia di etichette in degustazione, ho fatto un excursus nella regione Emilia Romagna. Tra gli assaggi che mi hanno suscitato maggiore interesse ci sono quelli di un noto vino bianco, quale Romagna Albana. Prima di passare alle note di degustazione, una piccola descrizione della denominazione.

    Alcuni scatti della manifestazione Vinitaly, foto di Adriano Guerri, articolo: Alcuni scatti della manifestazione Vinitaly, foto di Adriano Guerri
    Alcuni scatti della manifestazione Vinitaly, foto di Adriano Guerri, articolo:Romagna Albana alla 55° edizione di Vinitaly, Adriano Guerri

    La Romagna Albana o Albana di Romagna, così denominato sino al 2011 è stato il primo vino bianco italiano ad ottenere la meritata certificazione Docg nel 1987, già a Doc dal lontano 1967. Reputata a giusto titolo un’icona dell’Emilia Romagna. La coltivazione del vitigno Albana affonda le radici in tempi remoti, introdotto, consumato e valorizzato dai Romani.

    La sua etimologia può essere ricollegata al termine latino “albus”, ossia bianco, ma potrebbe addirittura prendere il nome dai monti Albani nel Lazio. Le province ove viene coltivato questo singolare vitigno sono: Bologna in 7 comuni, Forlì-Cesena in 10 comuni e Ravenna in 5 comuni.

    Romagna Albana alla 55° edizione di Vinitaly, foto di Adriano Guerri
    Romagna Albana alla 55° edizione di Vinitaly, foto di Adriano Guerri

    Tuttavia, a Bertinoro, considerata la culla, l’Albana ha trovato un habitat ideale e capace di dare origine a vini di eccellente qualità. Galla Placidia, imperatrice romana trovatasi di fronte a questo vino servito in un rudimentale calice di coccio, esclamò “vorrei berti in oro”.

    Da allora il piccolo Borgo dell’entroterra ha preso il suo attuale nome. Con questo vitigno vengono ottenute varie tipologie di vino e sono: Romagna Albana secco, dolce, passito, passito riserva e la versione spumante che attualmente è classificata Doc. Un vino bianco unico nel suo genere, grazie alla presenza di tannini e dotato di una notevole capacità d’invecchiamento.

    Degustato alla cieca e a una temperatura intorno ai 18°C.,non si ipotizzerebbe mai che sia un vino bianco, ma bensì, potrebbe essere scambiato tranquillamente per un vino rosso.
    A tavola, in funzione della tipologia trova abbinamento con molte preparazioni culinarie; la versione secco si sposa bene con salumi, zuppe di pesce e pasta con verdure, la versione amabile con pasticceria secca, mentre il passito con formaggi erborinati e dolci complessi, ma è ideale anche come vino da meditazione. I produttori di questa enclave sono oltre 60.

    Alcuni assaggi a Verona

    Arlus Romagna Albana secco Docg 2021 Az. Trerè. Si presenta nel calice con un bellissimo colore giallo paglierino brillante, al naso sprigiona eleganti note di gelsomino, albicocca e agrumi, al palato è sapido e fresco, dotato di una buona piacevolezza di beva.

    Arlus Romagna Albana secco Docg 2021 Az. Trerè, foto di Adriano Guerri
    Arlus Romagna Albana secco Docg 2021 Az. Trerè, foto di Adriano Guerri

    Amar-Cord d’un Bianc Romagna Albana secco Docg 2019 Az.Trerè. giallo dorato, al naso note di camomilla, zagara, pesca, albicocca e cannella, al palato è pieno ed avvolgente, decisamente lungo e persistente.

    Amar-Cord d’un Bianc Romagna Albana secco Docg 2019 Az.Trerè, foto di Adriano Guerri
    Romagna Albana secco Docg 2019 Az.Trerè, foto di Adriano Guerri

    Sito di riferimento: www.trere.com

    Frangipane Romagna Albana Secco Docg 2022 Ten. La Viola. Giallo paglierino luminoso, dipana sentori di mimosa, mela golden, pera ed albicocca, piacevolmente fresco, sapido e leggiadro.

    Frangipane Romagna Albana Secco Docg 2022 Ten. La Viola, e Interra Bianco Romagna Albana Secco Docg 2021 Ten. foto di Adriano Guerri
    Frangipane Romagna Albana Secco Docg 2022 Ten. La Viola, e Interra Bianco Romagna Albana Secco Docg 2021 Ten. foto di Adriano Guerri

    Interra Bianco Romagna Albana Secco Docg 2021 Ten. La Viola. Giallo paglierino con sfumature dorate, libera sentori di fiori di campo, tè verde, mela, pesca, melone e spezie dolci, è giustamente sapido con piacevole trama tannica, vibrante e duraturo.

    Sito di riferimento: www.tenutalaviola.it

    I Croppi Romagna Albana Secco Docg 2022 Az Celli. Veste color giallo paglierino con leggeri riflessi dorati, fiori di genziana, zagara, melone ed albicocca, palato contraddistinto da una buona sapidità e una lunga persistenza aromatica.

    I Croppi Romagna Albana Secco Docg 2022 Az Celli, foto di Adriano Guerri
    I Croppi Romagna Albana Secco Docg 2022 Az Celli, foto di Adriano Guerri

    Sol Ara Romagna Albana Passito Docg 2021 Az.Celli. Bellissima tonalità giallo dorato, emana nuances di frutta candita, albicocca, miele e scorza di arancia, sorso piacevolmente amabile e armonioso, un vino di stoffa. Molto fine.

    Sol Ara Romagna Albana Passito Docg 2021 Az.Celli, foto di Adriano Guerri
    Sol Ara Romagna Albana Passito Docg 2021 Az.Celli, foto di Adriano Guerri

    Sito di riferimento: www.celli-vini.com

    La Signora Romagna Albana Secco Docg 2021 Az. Maria Galassi. Colore giallo dorato, complesso e ricco di note agrumate, albicocca, frutta esotica e zagara , buona freschezza accompagnata da un tocco di tannicità tipica del vitigno e spiccata mineralità e sapidità. Lunga persistenza.

    La Signora Romagna Albana 2021 Maria Galassi, foto di Adriano Guerri
    La Signora Romagna Albana 2021 Maria Galassi, foto di Adriano Guerri

    Sito di riferimento: www.galassimaria.it

    Bissoni Romagna Albana passito Docg 2020 Az.Bissoni. Giallo dorato intenso, rivela sentori di confettura di pesche, dattero, albicocca, miele, fichi secchi, vaniglia e zafferano, coerente, suadente e persistente. Ottenuto con appassimento su pianta e attaccato da botrytis cinerea.

    Bissoni Romagna Albana passito Docg 2020 Az.Bissoni, foto di Adriano Guerri
    Bissoni Romagna Albana passito Docg 2020 Az.Bissoni, foto di Adriano Guerri

    Sito di rifetimento: www.vinibissoni.com

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito manifestazione: https://www.vinitaly.com/

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012

    Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012

    Dalla Trinacria a Terre Sikane

    Di Elsa Leandri

    Trinacria. Così veniva chiamata anticamente la Sicilia, racchiudendo nel nome stesso i “tre promontori” che identificano i tre vertici di questa magnifica isola.

    Trinacria. È anche il nome che viene dato al simbolo che la rappresenta: gli elementi che possiamo riconoscere sono la testa della Gorgone, figura mitologica nota per avere al posto dei capelli dei serpenti tali da pietrificare chiunque la guardasse, le spighe di grano e le tre gambe piegate all’altezza del ginocchio, ovvero i tre capi dell’isola, Capo Boeo, Capo Peloro e Capo Passero.

    Simbolo Trinacria, articolo: Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012, immagine da internet
    Simbolo Trinacria, articolo: Dalla Trinacria a Terre Sikane, azienda nata nel 2012, immagine da internet

    Trinacria. È un’icona altresì carica di significati: la testa di Medusa grazie alla sua capacità di paralizzare ci mette al riparo del male, le spighe di grano richiamano la fertilità, i serpenti che effettuano la muta la rinascita e le tre gambe il cambiamento della vita o il tempo che scorre (passato, presente e futuro).

    Terre Sikane

    Sarà per tutto questo che Terre Sikane ha scelto come “marchio” una figura che richiama molto la Trinacria: sono infatti raffigurate tre S che rimandano alle iniziali della propria terra, la Sicilia, del popolo che abitava Butera e le zone limitrofe in periodo pre-ellenico, i Sicani, e della propria famiglia, i Sciacchitano.

    Terre Sikane di Francesco Sciacchitano, logo da sito
    Terre Sikane di Francesco Sciacchitano, logo da sito

    Terre Sikane è un’azienda di Riesi, fondata nel 2012 e che conta 58 ettari di terreno di cui 23 impiantati a vigneto siti nel comune di Butera, nelle contrade di Turchiotto-Gurgazzi.

    Fin dai primi passi in viticoltura Francesco e Rosy, affiancati dal savoir faire dell’enologo Francesco Paolo Urone, hanno investito moltissimo in questa terra sita a un’altezza di circa 400m s.l.m. dove arrivano le brezze marine a accarezzare le vigne.

    La famiglia Sciacchitano, con i prodotti ottenuti da questo areale, ha affermato fin da subito sia la propria filosofia, in cui tradizione abbraccia innovazione, che la propria qualità nel mercato internazionale riportando moltissimi e prestigiosi premi.

    Vitigni autoctoni e vitigni internazionali sono le varietà coltivate in questo lembo sicano che vengono vinificati come monovitigno o in uvaggio e che andremo a scoprire con grande curiosità.

    Porta Reale Gran Galà Vino Spumante (Grillo e Chardonnay)
    Questo metodo Martinotti ci regala delle bollicine fini che ravvivano il calice paglierino con riflessi verdolini. Si esprime con accattivanti sentori di gelsomino e di fiori di zagara freschi, abbracciati da note agrumate, di frutta tropicale (ananas, melone bianco) e di lemongrass e salvia. La bolla solletica piacevolmente il cavo orale offrendo un finale che evoca il mandarino.

    Calice e bottiglia di Porto Reale Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia di Porto Reale Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Turchiotto Grillo Sicilia Doc 2021 (100% Grillo)
    Paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo che evoca erbe officinali come timo e salvia. Biancospino, frutto della passione e una leggera speziatura di noce moscata ne completano il profilo. Vibrante e saporito persiste a lungo lasciando richiami ammandorlati.

    Calice e bottiglia di Turchiotto Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia di Turchiotto Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Il Sikano Sicilia Doc 2021 (60% Merlot- 40% Nero d’Avola)
    Rubino impenetrabile. Si apre con ricordi di ciliegia e prugna accarezzati da effluvi di lavanda e di macchia mediterranea. In chiusura paté d’oliva. Il sorso è appagante con tannini e freschezza che vanno a braccetto. Prolungato epilogo con cenni di pepe nero.

    Calice e bottiglia Il Sikano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia Il Sikano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Turchiotto Rosato Nero D’Avola Sicilia Doc 2021 (100% Nero D’Avola)
    Veste salmone con riflessi ramato. Si declina con echi di lavanda, peonia e garrigue; attraenti richiami di ciliegia, ribes rosso e fragolina di bosco. La beva è piacevole grazie al connubio di freschezza e sapidità. Il sorso si allunga su cenni di buccia di mandarino.

    Calice e bottiglia Turchiotto Rosato Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia Turchiotto Rosato Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Turchiotto Syrah e Merlot Sicilia Doc 2021 (60% Syrah- 40%Merlot)
    Rubino fitto. Si avvertono immediatamente i sentori di ciliegia matura e mora di gelso cosparsi da pepe nero e cacao. Tannini vigorosi sovrastano il palato. Finale leggermente amaricante.

    Calice e bottiglia Turchiotto Syrah e Merlot Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottiglia Turchiotto Syrah e Merlot Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Frasciano Rosso Nero D’Avola Sicilia Doc 2020 (100% Nero d’Avola)
    Carminio vivace. Al naso è una scoperta continua: ciliegia, prugna, mirtillo si rincorrono su un sottofondo di macchia mediterranea, menta ed eucalipto. Speziatura di cannella e chiodi di garofano, note empireumatiche di tabacco dolce e cacao ne completano il profilo. Ottima piacevolezza in bocca in cui il tannino è ben integrato. Chiusura su echi balsamici.

    Calice e bottigllia Frasciano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Calice e bottigllia Frasciano Terre Sikane, foto di Elsa Leandri

    Oltre alla produzione di varie tipologie di vini, una parte degli ettari della proprietà trovano dimora degli oliveti che accolgono le cultivar locali come la Tonda Iblea, la Nocellara Messinese e la Nocellara Etnea da cui si ottiene l’autentico olio extravergine d’oliva.

    Bottiglia Orofino Sikano, Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Bottiglia Orofino Sikano, Terre Sikane, foto di Elsa Leandri
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.terresikane.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli

    Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli

    BENTU LUNA Economia Agricola Circolare 2023

    Di Rosaria Benedetti

    Tra il Mandrolisai e il Bergadu, sulla soglia di confine tra le province di Oristano e Nuoro, l’Azienda Bentu Luna investe in un progetto agricolo che unisce antiche forme di identità territoriale a una attuale e proficua efficacia economica.

    Rosaria Benedetti, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli
    Rosaria Benedetti, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli

    Un amico sardo mi ha spiegato che se sulla carta geografica punti il dito indice nel centro della Sardegna, hai trovato Neoneli!Da questa posizione centrale in provincia di Oristano si è sviluppato il progetto dell’azienda Bentu Luna a cavallo tra il Mandrolisai e il Barigadu, al confine con la provincia di Nuoro.

    La zona, dal fascino ancestrale, è iscritta al Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico, per la sua perseveranza nel mantenere invariata da almeno duecento anni la destinazione dei suoi suoli. La proprietà appartiene a Gabriele Moratti che ha investito in Sardegna in un progetto innovativo nel segno della sostenibilità.

    Viti centenarie, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito
    Viti centenarie, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito

    Raggruppando sotto un unico ombrello piccole particelle agricole gestite secondo tradizione da contadini ormai anziani, l’Azienda ha stipulato con loro contratti di affitto agrario, senza alterare l’effettiva proprietà. Chiamando poi in opera i nipoti dei vecchi contadini un tempo conferenti alle cantine della zona, ha consentito sia il recupero di terreni destinati inesorabilmente al declino agricolo, sia occasioni di lavoro in loco per le generazioni successive.

    In questa efficiente economia agricola circolare i redditi sono di conseguenza garantiti per tutti i livelli: per coloro che hanno lavorato nei decenni passati con costanza e fatica questa terra ed ora sono fonte irrinunciabile di saggezza contadina, per chi la lavora attualmente garantendo dignità e continuità occupazionali, per l’azienda stessa che si è costituita nel 2019.

    Parcella di vigneto storico, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito
    Parcella di vigneto storico, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito

    LA CANTINA

    La Cantina, aperta ufficialmente nel 2019, ha sede a Neoneli ed è stata costruita secondo una progettualità ecosostenibile, con l’impiego di ditte e materiali di reperibilità locale.
    La pietra di trachite delinea le murature esterne e contribuisce a celare l’edificio in una naturale sintesi paesaggistica.

    Torchi di legno in cantina, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito
    Torchi di legno in cantina, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito

    Al suo interno è determinante l’uso del legno sia nella struttura che negli arredi e perfino nella strumentazione tecnica.

    L’Enologa Emanuela Flore, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito
    L’Enologa Emanuela Flore, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito

    I vigneti di proprietà, ca 25 ettari, sono allocati sostanzialmente in due zone: quelli centrali, rivolti a sud-est, protetti dalle montagne, direttamente vicini seppur parcellizzati, alla sede Aziendale, sono dedicati alle uve rosse; a ridosso del mare, del quale godono la costante ventilazione, rivolti ad ovest, quelli dedicati ai bianchi.
    Terreni friabili con sabbia e scisti.

    Bianchi, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito
    Bianchi, articolo: Bentu Luna Economia Agricola Circolare 2023, Neoneli, foto da sito

    L’altipiano centrale, che nella composizione dei terreni alterna sabbie, nelle zone più basse, a scisti in quelle più alte, si stende su una altitudine che va dai 350 ai 700 m s.l.m, e gode di un microclima che garantisce temperature ideali per la coltivazione della vite grazie a barriere naturali e presenza costante di una mite ventilazione, più intensa nei versanti marini, con una escursione termica annuale attestata mediamente tra i 10° gradi invernali e i 30° estivi.

    La vocazionalità della zona, incontestabile, è testimoniata dall’età dei vigneti che vantano “anzianità” estreme, con viti produttive che hanno oggi 115 anni.

    Line up degustata da Rosaria Benedetti cantina Bentu Luna, foto dell'autrice
    Line up degustata da Rosaria Benedetti cantina Bentu Luna, foto dell’autrice

    LA DEGUSTAZIONE

    UNDA 2021 – Vermentino di Sardegna Doc – Vermentino 100%

    UNDA 2021 – Vermentino di Sardegna Doc - Vermentino 100% Bentu Luna, immagine da sito
    UNDA 2021 – Vermentino di Sardegna Doc – Vermentino 100% Bentu Luna, immagine da sito

    Prodotte in un vigneto rivolto verso il mare caratterizzato dalla presenza di sabbia e argilla e da un clima mediterraneo con costante ventilazione, le uve vermentino 100% fermentano spontaneamente in cemento e anfora.

    Il calice riflette un giallo paglierino luminoso e brillante.

    L’olfatto è fine, leggermente aromatico, con evidenti tocchi floreali e fruttati di pera e frutta secca.

    Entra alla beva fresco e si esprime in centro bocca con buona struttura; la chiusura sapida ricorda le brezze marine e contribuisce a prolungare le sensazioni gustative.

    V VERNACCIA – Isola dei Nuraghi Igt 2021 – Vernaccia di Oristano 100%

    V VERNACCIA - Isola dei Nuraghi Igt 2021 - Vernaccia di Oristano 100% Bentu Luna, immagine da sito
    V VERNACCIA – Isola dei Nuraghi Igt 2021 – Vernaccia di Oristano 100% Bentu Luna, immagine da sito

    Il piccolo vigneto si estende sulla costa dell’Oristanese e si presenta su un terreno sciolto e sabbioso dove si alternano falde più argillose.

    Le uve fermentano in anfore di terracotta.

    Il manto è paglierino intenso e le note olfattive di fiori gialli, bucce e mela macerate introducono tocchi resinati e complessità di spezie.

    Il vino è ancora giovane ma promette longevità grazie alla freschezza, alla struttura di bocca e alla persistenza che chiude ben sapida.

     

    MARI – Mandrolisai Rosso Doc 2020 – Bovale Sardo (bovaleddu) 35%, Cannonau 30%, Monica 30%, altre varietà 5% secondo l’annata
    Dai vigneti nel centro dell’Isola, la tipica “formazione” del Mandrolisai con prevalenza di bovale sardo fermenta in vasche di cemento e affina poi per otto mesi in barrique di secondo passaggio.
    Rosso rubino con ventaglio olfattivo ampio.

    Le note di frutta scura, prugna, mora e ciliegia cedono il passo ad una fine speziatura e a slanci di timo e di mirto. In bocca il vino è in evoluzione con ingresso fresco, una piacevole trama tannica e il ritorno del frutto e delle spezie nel finale.

    SUSU – Cannonau di Sardegna Doc 2020 – Canonau 100%

    SUSU – Cannonau di Sardegna Doc 2020 – Canonau 100% Bentu Luna, immagine da sito
    SUSU – Cannonau di Sardegna Doc 2020 – Canonau 100% Bentu Luna, immagine da sito

    Le uve provengono da un cru dedicato al cannonau nel comune di Neoneli, dove si alternano frange scistose a prevalenze di sabbie.

    Alla fermentazione spontanea in vasche di cemento per circa 3 settimane segue un affinamento per otto mesi in barrique di secondo passaggio.

    Il colore rubino introduce una tavolozza olfattiva segnata dalla frutta scura e dalla nota varietale di pepe.

    Il gusto è importante, ma la bocca è equilibrata e piacevole, bilanciata tra presenza alcolica e trama tannica ben integrata.

    SOBI – Isola dei Nuraghi Igt 2020 – Bovale 30%, Cannonau 35%, Monica 20%, altre varietà 15%
    Dai vigneti nel comune di Neoneli, questo blend di uve rosse locali fermenta in cemento e affina per otto mesi in barrique di secondo passaggio.

    Il manto è rubino e il naso si rivela immediatamente complesso: un bouquet di note speziate e floreali in alternanza con profumi mediterranei e tocchi di ribes e lampone. La bocca subito fresca e verticale evolve poi con maggiore avvolgenza e rotondità per sorprendere con un finale più stretto ma molto intrigante.

    Be Luna – Vino Rosso 2020 – Bovale sardo 35%, Cannonau 35%, Monica 30%

    Be Luna – Vino Rosso 2020 – Bovale sardo 35%, Cannonau 35%, Monica 30% Bentu Luna, immagine da sito
    Be Luna – Vino Rosso 2020 – Bovale sardo 35%, Cannonau 35%, Monica 30% Bentu Luna, immagine da sito

    Minuscola e preziosa produzione di ca 1500 bottiglie secondo l’annata, da un unico vigneto cru del 1905 nel Comune di Atzara.

    Fermentato spontaneamente in cemento, affina in botti di rovere di secondo passaggio.

    Complessità e intrigante piacevolezza nel colore, rubino intenso tendente al granato, nel naso e nel sorso.

    L’olfatto è ampio: subito fruttato di ciliegia si apre poi alla macchia mediterranea con slanci di alloro e salvia per evolvere ancora grazie ai tocchi di carruba e tabacco. Beva raffinata, senza eccedere nel volume, che resta coerente con le note del frutto ed evolve setosa e piacevole fino alla sorprendente balsamicità finale.

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Sito Cantina: https://www.bentuluna.it
    Sito di riferimento settore: https://www.sardegnaagricoltura.it

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Vignaioli Contrari, a maggio con banchi e masterclass 2023

    Vignaioli Contrari, a maggio con banchi e masterclass 2023

    Sabato 13 e Domenica 14 Maggio all’interno della splendida cornice della Rocca Rangoni di Spilamberto torna l’appuntamento con Vignaioli Contrari.

    Redazione

    La manifestazione, giunta alla settima edizione, si presenta come un punto di riferimento per il mondo dei vini artigianali, prodotti da vitigni autoctoni, con straordinari momenti dedicati alla conoscenza e alla degustazione, grazie a oltre sessanta produttori provenienti da tutta Italia e da diversi paesi Europei.

    Vignaioli Contrari, a maggio con banchi e masterclass 2023 , foto da comunicato stampa
    Vignaioli Contrari, a maggio con banchi e masterclass 2023 , foto da comunicato stampa

    I produttori inviatati a prendere parte a Vignaioli Contrari hanno come obiettivo primario la valorizzazione delle varietà di vite autoctone e tradizionali del territorio di appartenenza e coltivano direttamente la terra secondo criteri sostenibili, biologici, biodinamici, in linea con un criterio di rispetto ambientale.

    Durante la manifestazione sarà possibile degustare più di trecento etichette, tra cui quelle di un nutrito numero di produttori artigianali locali, ognuna delle quali verrà raccontata direttamente dal vignaiolo che ne ha curato tutta la produzione. La scelta di selezionare accuratamente le cantine partecipanti ha da sempre contraddistinto il tenore della manifestazione, elevando sempre di più la qualità dei vini che si potranno degustare.

    Luoghi della manifestazione edizione 2022, Vignaioli Contrari, foto da comunicato stampa
    Luoghi della manifestazione edizione 2022, Vignaioli Contrari, foto da comunicato stampa

    Torneranno anche i laboratori A tavola col produttore, divenuti negli anni un vero e proprio segno distintivo dell’evento: quattro tavoli, quattro produttori, quattro terroir, quattro storie da raccontare. Una Roulette de Vin dove ogni Vignaiolo ha a disposizione venti minuti per dialogare con i partecipanti e proporre due vini, prima di passare a un nuovo tavolo e lasciare il posto a un nuovo produttore.

    Apprezzatissimo dal pubblico e dai produttori, i laboratori A tavola col produttore hanno in particolare il merito di aver in ogni edizione messo in luce annate storiche o produzioni limitate di grande valore.
    Inoltre Vignaioli Contrari rinnova e consolida il proprio legame con la Condotta Slow Food “Vignola e Valle del Panaro” che, per l’occasione, propone ai partecipanti l’opportunità di degustare i piatti ed i prodotti provenienti dai contadini ed artigiani del territorio.

    Luoghi evento, Vignaioli Contrari 2022, foto da comunicato stampa
    Luoghi evento, Vignaioli Contrari 2022, foto da comunicato stampa

    Infatti una grande novità di questa edizione sarà lo Slow Food Park, un’area all’interno del parco di Rocca Rangoni interamente dedicata al cibo ed ai prodotti tipici artigianali provenienti non solo dal nostro territorio. Saranno presenti banchetti allestiti per la vendita di prodotti (formaggi, salumi, latticini, liquori, ecc.) nonché punti degustazione per poter soddisfare tutte le esigenze e le curiosità degli ospiti. Slow Food Park sarà ad accesso libero da parte di tutti i visitatori e curiosi, quindi non riservato a chi avrà acquistato il biglietto d’ingresso a Vignaioli Contrari.

    Esterno evento, Vignaioli Contrari, foto da comunicato stampa
    Esterno evento, Vignaioli Contrari, foto da comunicato stampa

    Vignaioli Contrari e Condotta Slow Food “Vignola e Valle del Panaro” vogliono così mettere ancora una volta al centro il territorio, che dalla pianura alle colline, fino ad arrivare all’Appennino Modenese è ricchissimo di una biodiversità che è necessario preservare, tutelare, ma soprattutto far conoscere.

    L’evento è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, Comune di Spilamberto, Unione Terre di Castelli, e vede la partecipazione dell’Ordine del Nocino Modenese e della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.

    A causa del limite alla capienza dell’evento si consiglia l’acquisto dei biglietti in prevendita. Sarà possibile acquistare i vini direttamente dai banchi dei produttori

    Programma

    Sabato 13 Maggio
    Ore 10.45 – Inaugurazione: Saluto delle autorità
    Ore 11.00 – Apertura dei banchi di assaggio
    Ore 15 – Laboratorio “A tavola col produttore” – LE ANIME DEL TREBBIANO
    Ore 19 – Chiusura primo giorno di manifestazione

    Domenica 14 Maggio
    Ore 10 – Apertura: apertura dei banchi di assaggio
    Ore 16 – Laboratorio “A tavola col produttore” – tema in fase di definizione
    Ore 19 – Chiusura manifestazione

    Locandina evento da sito Vignaioli Contrari
    Locandina evento da sito Vignaioli Contrari

    Modalità di ingresso

    Ingresso Giornaliero: 25€ – ridotto per soci Slow Food, AIS, AIES, FIS, FISAR, ONAV, ASSOSOMMELIER 20€
    Abbonamento 2 giorni: 40€ – ridotto per soci Slow Food, AIS, AIES, FIS, FISAR, ONAV, ASSOSOMMELIER 35€
    Partecipazione a laboratori “A tavola col produttore”: 20€
    Cauzione calice: 5€
    L’ingresso include: omaggio enologico professionale con logo Vignaioli Contrari, tasca porta-bicchiere, catalogo della manifestazione, assaggio libero dei vini presenti

    Link biglietti: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-vignaioli-contrari-7a-edizione-545322583527

    Chi sono i vignaioli contrari

    I Vignaioli Contrari sono coloro che fanno comprendere il territorio di appartenenza e raccontano la loro storia mediante i vini che producono, con metodi artigianali ed autentici. Sono i responsabili del lavoro in vigna ed in cantina, nel pieno rispetto dell’ambiente e sono Contrari all’omologazione del gusto e alla standardizzazione dei vini.

    Piccole realtà artigiane che cercano di valorizzare al meglio il vino prodotto da vitigni autoctoni, preservando la tradizione del terroir a cui appartengono.
    Persone che danno continuità alla storia enologica del nostro Paese, impegnandosi a mantenere in vita le varietà di cultivar in via di estinzione, producendo vini di Terroir.

    Da comunicato stampa (altro…)

  • Summa 2023 pronta ai tornelli di inizio a Alois Lageder

    Summa 2023 pronta ai tornelli di inizio a Alois Lageder

    Tutto pronto per Summa 2023: in degustazione i vini biologico-dinamici di un centinaio di cantine di otto paesi

    Redazione

    Appuntamento a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang di Tenuta Alois Lageder.Evento aperto a professionisti, giornalisti e wine lover.

    La rassegna delle eccellenze enologiche biologiche e biodinamiche dal mondo, torna l’1 e il 2 Aprile 2023 con la sua 24a edizione. Come da tradizione, l’evento si svolgerà a Magrè sulla Strada del Vino (BZ), a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta Alois Lageder, organizzatrice dell’evento.

    Alla mostra, aperta al pubblico, saranno presenti un centinaio di cantine selezionate per l’altissima qualità dei vini prodotti in armonia con l’ambiente. Grazie ai tanti luoghi di origine rappresentati, la varietà proposta è come ogni anno molto ampia, con etichette provenienti, oltre che dall’Italia, per la prima volta dalla Grecia e poi ancora da Germania, Nuova Zelanda, Austria, Portogallo, Svizzera e Francia, con la partecipazione, in rappresentanza di quest’ultimo Paese, di nuove aziende dalla Champagne.

    L’offerta italiana si arricchisce per questa edizione dei vini di prestigiose e storiche cantine, pioniere di una scelta produttiva naturale, a cominciare da Gravner, Federico Graziani, Giulia Negri – Serradenari, Occhipinti, Passopisciaro Andrea Franchetti, Braida.

    Summa 2023 pronta ai tornelli di inizio a Alois Lageder, foto da comunicato stampa
    Summa 2023 pronta ai tornelli di inizio a Alois Lageder, foto da comunicato stampa

    “Quando si parla di vitivinicoltura biologica e biodinamica qualcuno ancora pensa che si tratti di qualcosa di semplice perché legato al passato o alla sola produzione del vino.

    Per chi partecipa a Summa, invece, si tratta di uno stile di vita globale, che richiede capacità di osservare il proprio ambiente, di fare progetti, sperimentare e adottare soluzioni di economia circolare seguendo il ritmo della natura, affinché il vino, che è pur sempre un prodotto dell’uomo, sia espressione di un territorio incontaminato.

    Oltre all’altissima qualità, i vini di Summa portano un messaggio di rispetto e fusione con il nostro pianeta”, spiega Helena Lageder, Chief Marketing Officer dell’Azienda.

    Per questi motivi la mostra è diventata il punto di riferimento per un numero sempre crescente di operatori e wine lover che desiderano fare scelte di acquisto e consumo consapevoli. A loro Summapropone degustazioni guidate, verticali, prove di botte e walk around tasting, con la presenza dei produttori che raccontano come nascono i propri vini.

    Summa 2022, foto di Carol Agostini
    Summa 2022, foto di Carol Agostini

    Durante l’evento, vengono proposte anche visite tra vigneti e in cantina, per far toccare con mano la filosofia biodinamica di Tenuta Alois Lageder, basata sull’economia circolare.

    Inoltre, il Paradeis, ristorante della Tenuta, proporrà piatti preparati con prodotti a km zero di produzione propria e di altri partner.

    Summa 2023 non è solo vino e mercato. L’organizzazione ha deciso di devolvere parte del ricavato dalla vendita dei biglietti d’ingresso al Progetto Dormizil – dormitorio per persone senzatetto. Basato sul concetto dell’”Housing first“, il progetto intende realizzare una struttura a lungo termine per i senzatetto, con 9 piccoli appartamenti, uno spazio per l’accoglienza di emergenza, docce e lavatoi.

    Per informazioni e ticket: www.summa-al.eu

    Da comunicato stampa

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