Tenuta di Arceno tra storicità, tradizione e sensorialità
Di Adriano Guerri
La Tenuta di Arceno è un gioiello incastonato nelle dolci colline del Chianti Classico, più precisamente nel comune di Castelnuovo Berardenga, il comune più vicino a Siena di tutto l’ areale del Chianti Classico. Con l’arrivo delle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), la sottozona a forma di farfalla è stata divisa in due unità, quella di Castelnuovo Berardenga e la parte sinistra con Vagliagli.
La tenuta è immersa nei 1000 ettari di proprietà, 92 ettari sono destinati alla coltivazione della vite e 50 ettari ad oliveto. Varcando l’arco dell’entrata, intuisci subito che ti trovi in un lembo di paradiso, ove vigneti si alternano a boschi secolari ed oliveti e cipressi disposti in duplice filar. Una Tenuta ben mantenuta, all’interno della quale ci sono antichi casali finemente restaurati. Oggi è di proprietà delle famiglie statunitensi Jackson e Banke , le quali sin dall’ acquisizione risalente al 1994 hanno rinnovato gli impianti in vigna. In passato è appartenuta ad importanti e storiche famiglie senesi, quali i Taja ed i Piccolomini.
Il vitigno maggiormente coltivato è il Sangiovese, ma tra i filari trovano spazio anche gli internazionali Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. I vigneti sono posti ad un’altitudine che varia dai 300 ai 560 metri s.l.m. I terreni sono rocciosi con presenza di sabbia, argilla, arenaria, basalto e scisto. Il microclima, mitigato dai fiumi Ombrone e Ambra è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte ed è ideale per l’allevamento della vite.
La parte enologica è affidata a Lawrence Cronin e Pierre Seillan, quella agronomica a Michele Pezzoli e la direzione generale alla dinamica Sandra Gonzi. Il giorno della visita ad attenderci c’erano sia Sandra sia Federica Pallari dell’Hospitality, le quali erano molto felici che il Chianti Classico Riserva 2020, si è piazzato al 24esimo posto con 94 punti nella Top 100 dell’ autorevole rivista statunitense Wine Spectator.
I vini degustati:
Chianti Classico 2021 – Sangiovese 85%, Merlot 15% – Rosso rubino intenso, al naso sprigiona sentori di ciliegia, violacciocca, sottobosco, tabacco e spezie, al palato è fresco e al contempo avvolgente e persistente.
Chianti Classico Riserva 2020 – Sangiovese 90%, Cabernet Sauvignon 10% – Rosso rubino vivace , emergono sentori di lampone e ciliegia, rosa, menta, cioccolato bianco e note sia speziate sia erbacee, al palato è coerente, rotondo, pieno ed appagante.
Chianti Classico Gran Selezione Strada al Sasso 2020 – Sangiovese in purezza – Rosso rubino trasparente e consistente, emana sentori di violetta, amarena, mora, scorza d’arancia, tabacco e bacche di ginepro, gusto morbido con tannini poderosi ma setosi, il finale è decisamente lungo.
Il Fauno di Arcanum Igt 2021– Merlot 35%, Cabernet Franc 35%, Cabernet Sauvignon 25% e Petit Verdot 5% – Rosso rubino profondo, al naso rivela sentori di fragola, lampone, mora, pepe e nuances mentolate , al palato è ricco, fresco e vibrante con finale duraturo.
Valdorna Igt 2017 – Merlot 60% Cabernet Franc 32%, Cabernet Sauvignon 4% e Petit Verdot 4% – Rosso granato profondo, al naso spiccano note di amarena matura, prugna, vaniglia, nocciole tostate e cacao, al gusto è dinamico, vellutato, sapido e di buona struttura.
Arcanum Igt 2017 – Cabernet Franc 100% – Rosso granato impenetrabile, al naso una cascata di frutta e un pot-pourri floreale anticipano note di menta, origano e spezie orientali, al gusto ti colpisce per la sua elegante e piacevole trama tannica ben amalgamata con freschezza e sapidità che ne fanno un vino espressivo, morbido, suadente, coerente e persistente.
Lo stile della professionalità enogastronomica di qualsiasi genere come dev’essere nel 2023?
Di Carol Agostini
Nell’affascinante universo del food and wine, il dibattito sull’approccio stilistico della professionalità è sempre acceso. Si pone la domanda: dovrebbe adattarsi alla leggerezza dei tempi moderni o mantenere un tono elegante, sobrio e di buon gusto? È un dilemma che si riflette nella cultura gastronomica contemporanea, dove l’evoluzione dei gusti e delle tendenze incontra la tradizione e la raffinatezza.
Il mondo del food and wine è un palcoscenico in continua evoluzione, dove chef, sommelier, critici gastronomici e esperti del settore si muovono con maestria tra creatività, conoscenza e precisione. La professionalità in questo ambito richiede un equilibrio sottile tra innovazione e rispetto per le radici, tra audacia e raffinatezza.
Da un lato, c’è chi sostiene che la modernità esiga una trasformazione nello stile della professionalità nel food and wine. L’era digitale e l’accelerazione del ritmo di vita portano ad una crescente predilezione per la semplicità, l’accessibilità e la leggerezza nelle esperienze gastronomiche. Questo approccio suggerisce che anche la professionalità debba adattarsi a un linguaggio più informale, vicino alle persone, meno formale e più inclusivo.
D’altro canto, vi è un’opinione ben radicata che sostiene la bellezza e il valore intrinseco della sobrietà ed eleganza nell’universo del food and wine. La professionalità è vista come un pilastro intoccabile, un’incarnazione di savoir-faire, dove il rispetto per la storia, l’etichetta e la raffinatezza dei gesti rimane imprescindibile. Quest’approccio sostiene che mantenere uno stile elegante e di buon gusto sia ciò che distingue veramente i professionisti in questo settore e che questo non dovrebbe mai essere sacrificato sull’altare delle tendenze moderne.
La sfida principale risiede nella capacità di trovare un punto d’incontro tra queste due prospettive apparentemente opposte. È possibile integrare l’innovazione e la freschezza dei tempi moderni senza compromettere la qualità e l’eleganza? La risposta potrebbe trovarsi nella flessibilità e nell’adattabilità degli operatori del settore, nell’arte di bilanciare l’antico e il nuovo, il sofisticato e il casual, senza perdere di vista l’essenza dell’esperienza enogastronomica.
Nel mercato globale, l’evoluzione dello stile professionale nel food and wine può influenzare significativamente il successo commerciale. La tendenza verso una comunicazione più accessibile e informale può attrarre una vasta gamma di consumatori, aumentando la visibilità e la popolarità di un brand o di un ristorante. Tuttavia, mantenere un approccio raffinato e di classe può garantire la fedeltà di un pubblico più tradizionale e sofisticato.
Un esempio tangibile di questa sfida è rappresentato dalla presenza sempre più marcata dei social media nel mondo del food and wine. Piattaforme come Instagram e TikTok hanno rivoluzionato il modo in cui la gastronomia viene presentata e consumata. La domanda è: come possono i professionisti del settore adattare il loro stile e la loro professionalità a questi nuovi canali senza compromettere la loro integrità e qualità?
Il mondo del food and wine, con la sua varietà di sapori, aromi e culture, riflette la complessità dei gusti moderni. La professionalità in questo ambito non è solo una questione di competenza culinaria o enologica, ma anche di presentazione, comunicazione e adattabilità.
La semplicità e la leggerezza dei tempi attuali hanno portato una sorta di democratizzazione nel settore, spingendo molti a cercare esperienze culinarie più accessibili, meno formali ma altrettanto soddisfacenti. Questo ha influenzato non solo il modo in cui i piatti e i vini sono preparati e presentati, ma anche la comunicazione che circonda questi prodotti. L’uso dei social media e delle piattaforme digitali è diventato cruciale per raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato. La capacità di comunicare in modo chiaro, coinvolgente e autentico è diventata una parte essenziale della professionalità nel settore.
D’altro canto, c’è un’ancora solida base di consumatori che apprezzano e cercano l’eleganza, la raffinatezza e il buon gusto nelle loro esperienze gastronomiche. La professionalità per questo pubblico significa preservare la tradizione, rispettare la storia dietro ogni piatto e vino, mantenendo un livello di esclusività e distinzione.
Il punto di incontro tra queste due prospettive potrebbe essere rappresentato da una flessibilità intenzionale. Gli chef, i sommelier e gli esperti del settore del food and wine potrebbero adottare uno stile che abbracci sia l’approccio informale e moderno, sia l’eleganza e la sofisticatezza. Questo non significa compromettere la qualità o l’autenticità, ma piuttosto adattarsi alle esigenze mutevoli di una clientela diversificata.
In effetti, molte personalità di spicco nel mondo gastronomico hanno abbracciato questa idea, cercando di combinare il meglio dei due mondi. La presentazione di piatti prelibati in un contesto informale, la creazione di vini di alta qualità senza però essere eccessivamente elitari nella loro promozione sono solo alcune delle strategie adottate.
In termini di mercato, l’adattamento dello stile professionale sembra portare benefici tangibili. I brand e i ristoranti che hanno saputo adottare questa flessibilità hanno potuto raggiungere una platea più ampia, conquistando sia i consumatori tradizionali che quelli più moderni e giovani. L’importante sembra essere la coerenza nell’offerta di esperienze autentiche e di qualità, indipendentemente dallo stile comunicativo adottato.
Nel settore food and wine sono state osservate alcune tendenze di mercato legate all’evoluzione dello stile e della professionalità. Ad esempio, studi e analisi di mercato hanno evidenziato un aumento della domanda da parte dei consumatori per esperienze gastronomiche più accessibili, autentiche e meno formali, in linea con i cambiamenti sociali e culturali dei tempi moderni.
Questo cambiamento di tendenza ha spinto molti ristoranti, chef e produttori di vino a adottare strategie di marketing e comunicazione più informali e coinvolgenti, spesso attraverso i social media e altre piattaforme digitali. L’approccio informale, la valorizzazione della storia dietro ogni piatto o vino e la trasparenza nel processo di produzione sono diventati elementi chiave per catturare l’attenzione di un pubblico sempre più diversificato e attento alla qualità.
D’altra parte, c’è ancora una forte domanda per esperienze culinarie raffinate, esclusive e di alta classe. Ci sono segmenti di mercato che continuano a cercare la tradizione, l’eleganza e la sofisticatezza nelle loro esperienze enogastronomiche.
Questa dualità nel mercato del food and wine ha spinto molti professionisti del settore a cercare un equilibrio tra questi due estremi, adottando approcci flessibili che possano soddisfare un’ampia gamma di consumatori.
Le strategie di marketing e comunicazione che mescolano elementi di semplicità e leggerezza con raffinatezza ed eleganza sembrano attrarre un pubblico più ampio e diversificato, permettendo ai brand e ai ristoranti di raggiungere una base di clienti più ampia e variegata.
Ricorda che il mercato del food and wine è estremamente dinamico e variegato, con molte sfaccettature e segmenti diversi. Le strategie di successo possono variare in base alla posizione geografica, al target di clientela e alle peculiarità del prodotto o del servizio offerto.
La professionalità nel mondo food and wine non è più unicamente definita da un’unica estetica o stile, ma piuttosto da un insieme di competenze, adattabilità e autenticità. Trovare un equilibrio tra la tradizione e l’innovazione, tra l’eleganza e la semplicità, sembra essere la chiave per un successo duraturo in un panorama culinario sempre in evoluzione, senza abbandonare completamente uno stile a favore dell’altro, ma mescolare entrambi per soddisfare un pubblico sempre più diversificato e esigente.
Il Panettone, un Viaggio Sensoriale tra Storia e Gusto nel mondo di Giancarlo De Rosa
Di Carol Agostini
Il panettone, icona culinaria delle festività, si presenta come un racconto multisensoriale, un’esperienza unica che si dipana attraverso il tempo e lo spazio. Ogni fetta di questo dolce tradizionale è un capitolo della sua storia, una narrazione che varia in base al palato che lo assapora.
Un Viaggio nella Storia
Il panettone, un dolce che affonda le sue radici nella tradizione italiana, è molto più di una semplice prelibatezza natalizia. Ogni panettone è una testimonianza di passato e presente, una storia che si evolve continuamente. La sua mappa sensoriale si disegna con il contributo di ogni assaggiatore, ciascuno portatore di una prospettiva unica sulla sua consistenza e aroma.
Osservazione dettagliata
La degustazione del panettone inizia con una fase di osservazione attenta. Ruotando il piatto, gli estimatori possono esaminare la crosta, valutandone colore, bruciature e omogeneità. La fetta si svela poi sotto diversi angoli, rivelando la complessità della pasta, la distribuzione di canditi e uvetta, e persino l’uso di ingredienti come la vaniglia naturale o l’etilvanillina.
Il Rituale dell’Olfazione
La seconda fase coinvolge l’olfatto, una componente essenziale di questo viaggio sensoriale. Senza toccare il panettone, gli assaggiatori sollevano il piatto per avvicinare il dolce al naso. Con un’inspirazione lenta, memorizzano le note aromatiche e l’intensità, unendo la storia del panettone a un bouquet di profumi unici.
Il Momento della Gustazione
La fase culminante è la gustazione, un rituale dettagliato che coinvolge tutte le sfumature del palato. Con attenzione, gli assaggiatori pizzicano la fetta, esplorando la consistenza, l’untuosità e la solubilità. Ogni morso rivela una sinfonia di sapori dolci, acidi e amari, arricchita dalle frazioni solide di canditi e uvetta. La concentrazione si sposta sugli aromi che si sprigionano durante la masticazione, creando un’esperienza gustativa unica.
Il Panettone Vive e Cambia
Infine, è cruciale ricordare che il panettone è vivo e mutevole. La sua interazione con l’aria lo trasforma continuamente, generando aspetti inediti del suo essere. Allo stesso modo, l’assaggiatore evolve, influenzato dall’esperienza sensoriale e dagli stimoli olfattivi. Il panettone, così, non è solo un dolce, ma un viaggio attraverso il tempo e i sensi, un’esperienza culinaria che si rinnova ad ogni assaggio.
Giancarlo De Rosa: Il Maestro Lievitista Che Unisce Tradizione e Innovazione
Con una carriera lunga tre decenni nel settore dell’Arte Bianca, Giancarlo De Rosa emerge come un maestro lievitista ispirato dai sapori autentici della sua infanzia, quando la nonna lo svegliava ogni mattina con profumi che avrebbero plasmato il suo destino. Sin dalla giovane età di 13 anni, De Rosa ha intrapreso un percorso nei laboratori di panificazione e pasticceria, un viaggio che avrebbe segnato l’inizio di una passione duratura.
Attraverso gli anni, De Rosa ha deciso di immergersi nello studio approfondito del lievito naturale, spingendosi verso i grandi lievitati, tra cui il celebre Panettone.
L’incontro con i Maestri Zoia e Massari ha rappresentato una svolta fondamentale nel suo percorso professionale, aprendo le porte al vasto mondo dei lievitati.
L’elemento distintivo delle creazioni di Giancarlo De Rosa è la lievitazione, considerata da lui una vera e propria scienza. Il Maestro ha dedicato anni allo studio approfondito di questa disciplina, assimilandola e trasformandola in una competenza artigianale.
Il risultato è un prodotto equilibrato, calibrato e aromatico, dove ogni elemento è attentamente ponderato.
De Rosa utilizza farine provenienti direttamente dai suoi terreni di famiglia, situati tra i Giardini di Ninfa e il Parco Nazionale del Circeo, nella provincia di Latina.
Nei suoi terreni, Giancarlo De Rosa coltiva grani antichi combinati con varietà moderne, rispondendo così alle esigenze della pasticceria contemporanea. Questa combinazione unica di tradizione e innovazione è il cuore delle sue creazioni, portando avanti il ricco patrimonio della panificazione italiana.
Attraverso la sua azienda, Levitus Italia, fondata nel 2010, De Rosa condivide la sua esperienza e la sua passione formando personale qualificato nel settore dell’Arte Bianca.
La collaborazione con scuole di formazione professionali e aziende del settore, sia in Italia che a livello internazionale, evidenzia il suo impegno nel diffondere la conoscenza e l’amore per l’arte della panificazione e della pasticceria.
Giancarlo De Rosa: Un Viaggio Delizioso tra Tradizione e Innovazione
Nell’atelier del gusto di Giancarlo De Rosa prendono vita vere e proprie opere d’arte gastronomiche, dalle spalmabili ai dolci iconici, tutti confezionati con maestria artigianale e ingredienti di prima qualità.
Le Spalmabili: Gusto Senza Confini
Le creme spalmabili firmate Giancarlo De Rosa sono il risultato di un’arte meticolosa, realizzate con materie prime selezionate. Da assaporare con un gesto naturale a cucchiaiate, su pane e lievitati, sulla frutta fresca, sul gelato o come ingrediente per creazioni culinarie e pasticcerie raffinate. Un viaggio del palato attraverso la varietà di sapori e consistenze.
I Babà: Una Rilettura Contemporanea dell’Eccellenza
I babà in vasocottura di Giancarlo De Rosa rappresentano una rilettura moderna di un classico intramontabile. Cotti nei barattoli di vetro per preservare intatte le loro caratteristiche organolettiche, questi babà si distinguono per un impasto elastico e spugnoso, declinato in bagne classiche e insolite. Un’esperienza gustativa irrinunciabile che coniuga innovazione e tradizione.
I Biscotti: Piccoli Gioielli del Gusto
Friabili, gustosi, profumati: i biscotti di Giancarlo De Rosa sono autentici capolavori dell’arte pasticcera. Realizzati con farine da grani coltivati sui terreni di famiglia e ingredienti pregiati, diventano piccoli gioielli da regalare o da concedersi, offrendo momenti di puro godimento.
I GianPan: Il Gusto dei Ricordi
I GianPan di Giancarlo De Rosa sono un viaggio nei ricordi, un’irresistibile leggerezza appena sfornata con solo lievito madre, farine italiane selezionate e ingredienti di alta qualità. Nella tipica forma del bauletto, queste creazioni offrono combinazioni dolci e salate che riportano alla memoria tutto il sapore autentico di un tempo.
La Colomba: Un Simbolo di Lievitazione e Passione
Lievitata per trentasei ore, la Colomba di Giancarlo De Rosa è una vera e propria opera d’arte culinaria. Realizzata con metodo artigianale e ingredienti attentamente selezionati, vanta un’orgogliosa provenienza italiana, a partire dalle farine coltivate nei terreni incontaminati nei pressi dell’oasi naturale “Giardino di Ninfa“. Disponibile nei gusti Classica, Frutti di bosco e cioccolato bianco, e Cioccolato e Gianduia, la Colomba è l’espressione pura di una lievitazione d’eccellenza.
Il Panettone: Gusto Autentico in Formato Mignon
Giancarlo De Rosa presenta il Panettone prêt-à-porter, un concentrato di gusto autentico racchiuso in una forma mignon. Con tutto il buono del lievitato per eccellenza, questa creazione segna il segno di una nuova tradizione nella pasticceria, un piccolo capolavoro da gustare con ogni morso.
Il Pandoro: Dolcezza Elevata a Arte
Il Pandoro di Giancarlo De Rosa offre un’esperienza sensoriale unica, con la dolcezza della vaniglia e la morbidezza del burro, esaltate dalla lievitazione di 36 ore con puro lievito madre. Questa perfetta alchimia di sapori incarna una nuova tradizione nei dolci e un invito irresistibile ai piccoli peccati di gola.
Vista, Seduzione, e Vino: Un’Armonia Perfetta nel Calice
Di Carol Agostini
Nel mondo affascinante della degustazione del vino, l’esperienza coinvolge i sensi in un intrigo avvincente tra vista, seduzione e il nettare degli dei. Ogni sorso diventa un atto rituale, un’occasione per esplorare la connessione tra l’arte visiva, la seduzione sottile e l’essenza stessa del vino. Un’unione perfetta quella tra cibo, vino e l’arte della Seduzione Visiva in cui la degustazione della bevanda raggiunge il suo apice quando si fonde con l’arte culinaria.
C’è un senso che si distingue per la sua capacità di sedurre, intrigare e creare connessioni profonde: la vista. In questa esplorazione sensoriale, ci immergeremo nell’arte di sedurre attraverso la vista, intrecciando il mondo del vino con la pittura, la cultura, la tradizione e il cinema.
Il cibo diventa complice nella danza della seduzione, amplificando i sapori del vino e completando l’esperienza multisensoriale. La vista del cibo, inoltre, armonizza con i colori del nettare degli dei , creando un tableau gustativo che soddisfa tutti i sensi.
Sempre attento il nostro sguardo al futuro dell’enogastronomia che attinge con passione e schemi mentali, emozionali all’unione tra la vista, la seduzione e il vino, nella quale tutto si trasforma in un viaggio senza fine. La connessione tra arte, cultura, tradizione e territorio trova la sua massima espressione in ogni bicchiere di vino.
Il piacere visivo diventa “le fil rouge” di un’esperienza multisensoriale che si rinnova di sorso in sorso, invitando ad alzare il calice a un futuro in cui la bellezza del vino continua a ispirare e sedurre.
Colore e Carattere: Il Linguaggio Visivo del Vino
La vista è la prima compagna di questo viaggio sensoriale. Il colore del vino, intenso rosso rubino o delicato giallo paglierino, anticipa il suo carattere. Un rosso profondo può evocare passioni ardenti, mentre un bianco cristallino promette freschezza e leggerezza. L’osservazione attenta di questa tavolozza visiva diventa il primo capitolo di un’esperienza che coinvolge mente e cuore.
La vista, la seduzione e il vino intrecciano le loro trame in un racconto senza tempo.
Ogni bicchiere è una pagina di questo libro sensoriale, dove l’arte visiva si fonde con la seduzione e la ricchezza del vino. Un invito a esplorare, assaporare e ammirare, perché nel calice si cela un mondo in cui la vista diventa il primo capitolo di un’esperienza eterea e appagante.
Se dovessi raccontare i colori del vino direi che sono delle pennellate di emozioni, ad esempio per me i rossi profondi di un Cabernet Sauvignon richiamano paesaggi autunnali, mentre i toni dorati di uno Chardonnay portano alla mente il calore del sole estivo. Questa connessione tra il colore del vino e l’arte pittorica è stata esplorata da numerosi artisti nei secoli.
Seduzione nel Calice: Danza di Aromi e Sapori
La seduzione inizia con l’approccio al calice. I profumi avvolgenti che si liberano al momento dell’apertura della bottiglia sono la promessa di un incontro sensoriale unico. Note fruttate, floreali o speziate danzano nell’aria, creando una coreografia di aromi che anticipano il primo sorso. La seduzione è qui, nel mistero di ciò che il vino rivelerà nei dettagli dei suoi sapori. Un rituale di degustazione che coinvolge la vista giocando un ruolo centrale.
L’osservazione del colore del vino, la sua limpidezza e la consistenza delle lacrime sulle pareti del calice sono dettagli che arricchiscono l’esperienza. La luce che filtra attraverso un vino rosso può trasformare il bicchiere in una gemma preziosa, mentre un bianco cristallino riflette la purezza del suo sapore.
Il Vino Come Opera d’Arte: Etichette e Presentazione Visiva
La bottiglia stessa è una tela bianca, pronta a raccontare la sua storia attraverso un’etichetta curata. L’arte visiva si fonde con il contenuto, trasmettendo emozioni e raccontando il territorio da cui proviene il vino. La seduzione diventa palpabile quando gli occhi si posano su un’etichetta raffinata, preludio a un viaggio gustativo unico.
Le bottiglie spesso diventano opere d’arte, oltre al contenuto, anche l’involucro del vino può essere una fonte di informazioni, di attrazione e di sogni. Le etichette ricercate e i design accattivanti raccontano storie, evocano emozioni e trasformano ogni bottiglia in una piccola galleria d’arte.
L’arte visiva si fonde così con l’esperienza gustativa, creando un connubio di piacere estetico e sinfonia di gusti e colori.
Molti eventi culturali sono dedicati a questo sodalizio e sono sempre più diffusi. Mostre tematiche, concerti nei vigneti e performance artistiche durante le degustazioni creano un legame tra queste due forme d’arte. Un sorso di vino diventa così una partitura di gusti e colori, con la cornice di un’atmosfera artistica che avvolge i presenti.
Il Territorio Raccontato dal Vino: Una Veduta Panoramica
Ogni sorso è un viaggio attraverso il territorio. La vista si estende oltre il calice, abbracciando i paesaggi che hanno dato vita a quel nettare prezioso. Le vigne baciare dal sole, i vigneti accarezzati dal vento: la seduzione si amplifica attraverso la veduta panoramica di luoghi intrisi di storia e tradizione. I territorio vinicoli diventano paesaggi dipinti dal vino; le regioni vinicole sono veri e propri capolavori della natura.
Dai vigneti collinari della Toscana, che io amo ad esempio, alle vigne che si specchiano nelle acque tranquille della Borgogna, ogni territorio vinicolo è un paesaggio dipinto dalla mano della terra stessa. L’associazione tra territorio e arte si manifesta nei dipinti che ritraggono questi paesaggi unici, catturando l’anima del vino in ogni singolo grappolo d’uva.
Cinematografia e Cultura: Un Racconto Visivo di Storie Vinicole
Il legame tra vino e cultura si nutre anche attraverso il cinema. Film che esplorano le vigne, le cantine e le storie intrecciate al mondo del vino diventano una finestra visiva su un universo ricco di emozioni. La seduzione si evolve in un racconto filmico che trasporta gli spettatori in viaggi sensoriali attraverso campi di vite e bottiglie maturate.
Una proiezione di gusti e visioni che hanno il potere di trasportarci in mondi lontani, di suscitare emozioni profonde e di stimolare i nostri sensi. In molte pellicole, il vino è protagonista, diventando un simbolo di eleganza, passione e connessione umana. Un bicchiere di Merlot in “Sideways” diventa una metafora della vita, mentre una bottiglia di Château Margaux in “Mondovino” rappresenta il conflitto tra tradizione e modernità nelle regioni vinicole.
La Visione del Futuro: Innovazioni Visive nel Mondo del Vino
Oggi, la tecnologia si unisce alla tradizione nel mondo del vino. Applicazioni e realtà virtuale offrono tour virtuali delle cantine, consentendo agli appassionati di esplorare visivamente i luoghi di produzione senza muoversi fisicamente. Le etichette intelligenti forniscono informazioni dettagliate sulla storia del vino, portando l’esperienza visiva oltre il semplice contenuto della bottiglia.
Un quadro in evoluzione quello della tradizione e dell’innovazione nel rapporto tra sensi e vino, in cui l’arte del nettare degli dei è anche un dialogo profondo, con radici storiche e di credenze. Le antiche cantine che custodiscono bottiglie invecchiate sono come musei, conservando la storia in ogni tappo stappato. Allo stesso tempo, le nuove generazioni di vignaioli introducono tecniche innovative, creando opere d’arte enologiche moderne che sfidano le convenzioni.
Vino e Fotografia: Momenti Catturati nel Tempo
La fotografia è un’altra forma d’arte che si intreccia con il mondo del vino. Immortalare un momento durante una cena con un bicchiere di vino in mano diventa un modo per catturare non solo l’istante, ma anche l’atmosfera e le emozioni legate a quella bottiglia. Le foto diventano così una galleria personale di esperienze enologiche.
L’Abbinamento Perfetto: Vino, Cibo e tanto altro…
L’arte di abbinare il vino al cibo è un matrimonio di sapori e aromi che si estende ben oltre il palato. Immaginate di degustare un vibrante Sauvignon Blanc accanto a un piatto di ostriche fresche, mentre un dipinto di Monet cattura la luce riflessa sull’oceano. L’esperienza diventa un quadro vivente, in cui il gusto, la vista e l’arte si fondono armoniosamente.
Cos’è per me questa trilogia che mi ha sedotto dal primo istante?
Ritengo che il vino sia molto più di una bevanda; è un viaggio sensoriale che coinvolge la vista, la mente e l’anima. Da opere d’arte pittoriche a paesaggi vinicoli mozzafiato, da film suggestivi a etichette di design, il mondo del vino è intrinsecamente legato all’arte e alla cultura, alla passione, all’intrigo. In ogni bicchiere, si cela un dipinto vivente che racconta storie millenarie e invita a brindare all’arte di vivere, gioire e godere.
Il Vino e l’Identità: Una Scelta Consapevole delle Cantine nel Mondo Enologico
Di Carol Agostini
Nel vasto universo del vino, le cantine si pongono dinanzi a una cruciale decisione: definire la propria identità. Oltre a produrre pregiati nettari, esse devono delineare la propria personalità commerciale, di produzione e d’immagine. Questa scelta, delicata e strategica, riflette la consapevolezza delle sfide e delle opportunità che il mondo vinicolo offre.
Identità di Produzione
Le cantine, sinuose orchestratrici di gusti e aromi, si confrontano con la definizione del proprio stile enologico. Da qui sorgono le scelte riguardanti il terroir, le varietà di uve coltivate e le tecniche di vinificazione. Alcune si distinguono per la passione per le tradizioni, producendo vini legati al territorio e alle antiche pratiche. Al contrario, altre abbracciano l’innovazione, sperimentando con nuove tecnologie e varietà di uve per creare vini distintivi e contemporanei.
Identità Commerciale
La scelta dell’identità commerciale riflette la volontà di posizionarsi sul mercato. Alcune cantine si concentrano sulla produzione di vini di alta gamma, mirando a conquistare il cuore di collezionisti e intenditori. Altre, invece, puntano alla democratizzazione del vino, offrendo opzioni più accessibili al grande pubblico. La diversificazione delle linee di prodotto, l’attenzione alla sostenibilità e la creazione di esperienze uniche contribuiscono a plasmare l’identità commerciale di ogni cantina.
Identità d’Immagine
La percezione visiva e comunicativa di una cantina gioca un ruolo cruciale. L’etichetta di una bottiglia diventa il biglietto da visita, raccontando la storia e i valori del produttore. Le cantine moderne sfruttano il potere del branding per creare un’immagine riconoscibile, attraverso un design elegante o audace. L’apertura al mondo digitale, con la presenza sui social media e la valorizzazione di esperienze turistiche, contribuisce a plasmare l’identità d’immagine delle cantine.
“In un panorama vinicolo in continua evoluzione, la scelta dell’identità rappresenta una mossa strategica. Le cantine che riescono a coniugare tradizione e innovazione, produzione e comunicazione, delineano la propria strada nel mondo del vino, offrendo al consumatore non solo un prodotto, ma un’esperienza completa che si riflette in ogni sorso”, pensiero personale.
Esempi Concreti di Identità nelle Cantine Vinicole
Identità di Produzione
Cantine come Château Margaux in Bordeaux incarnano l’identità di produzione orientata alla tradizione. Con un impegno radicato nel terroir, coltivano rigorosamente varietà di uve autoctone, come il Cabernet Sauvignon, preservando la tipicità del territorio. D’altra parte, la vinicola californiana Ridge Vineyards si distingue per un approccio innovativo. Integra metodologie biodinamiche e biologiche, puntando sull’espressione autentica delle uve in un contesto californiano più sperimentale.
Cantina Letrari, ancor oggi, fonde armoniosamente tradizione e innovazione per creare vini spumanti che hanno diffuso la fama del Trento DOC non solo in Italia, ma anche al di là dei confini nazionali. Un assortimento completo di vini, con la Riserva del Fondatore a incarnare l’etichetta di maggior rilevanza. Mano sapiente e saggia di Lucia Letrari, enologa e proprietaria dell’azienda di famiglia omonima dal 1987, anno in cui si è diplomata presso la Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige.
Fin da giovane, segue le orme di suo padre Leonello sia in vigna che in cantina. Dopo il diploma, diventa responsabile della produzione dei Trentodoc e dei vini marchiati con il nome di famiglia. Appassionata di viticoltura e enologia, trasforma la sua passione in una professione a tutto tondo, contribuendo con la sua esperienza a diverse associazioni di promozione del territorio, sia a livello locale nel Trentino che a livello nazionale.
Identità Commerciale
La Maison Louis Jadot in Borgogna adotta un’identità commerciale orientata verso l’eccellenza. Concentrandosi su vini di alta gamma, posiziona le sue etichette tra le più prestigiose del mercato. In contrasto, la vinicola argentina Trapiche, con la sua linea di vini accessibili, ha conquistato una vasta fetta di consumatori, dimostrando che la qualità può essere accessibile a tutti.
Identità d’Immagine
La cantina spagnola Vega Sicilia ha saputo plasmare un’identità d’immagine iconica. Il suo design classico e l’eleganza delle etichette trasmettono un senso di prestigio e storia. Al contrario, la vinicola australiana Two Hands Wines si è distinta con un’immagine fresca e moderna, utilizzando etichette colorate e uno stile visivo accattivante per catturare l’attenzione dei consumatori più giovani.
“In ogni esempio, la scelta consapevole dell’identità riflette le peculiarità di ogni cantina. La flessibilità nel coniugare tradizione e innovazione, nel posizionarsi sul mercato e nella creazione di un’immagine coerente, contribuisce a determinare il successo e la risonanza nel mondo vinicolo, evidenziando che l’identità è una risorsa preziosa tanto quanto il vino stesso”, pensiero personale.
L’Identità delle Cantine nel Mondo del Vino: Un Viaggio tra Storia e Cultura
Il Richiamo Storico
L’identità delle cantine si intreccia con il patrimonio storico e culturale delle regioni vinicole. Cantina Antinori, fondata nel 1385 in Toscana, rappresenta un anello vitale tra passato e presente. La sua longevità riflette la tradizione toscana di coltivare il vino come arte, con rispetto per la terra e l’eredità familiare. Analogamente, la cantina francese Bollinger, risalente al 1829, incarna l’essenza della Champagne. La sua storia è la storia stessa della regione, segnata da momenti di gioia e di sfide, riflesse nei sorrisi di chi sorseggia il suo celebre Champagne.
Cultura nel Calice
Le cantine, oltre a produrre vino, fungono da custodi di una cultura enologica unica. La cantina italiana Gaja, con radici che si perdono nel XIX secolo, ha contribuito a ridefinire il panorama vinicolo italiano. La loro dedizione a varietà di uve autoctone e metodi innovativi rappresenta una connessione profonda con la ricca tradizione enologica italiana. Un altro esempio è la vinicola spagnola Vega Sicilia, le cui bottiglie raccontano una storia millenaria di coltivazione della vite nella regione di Ribera del Duero.
Espressione Artistica
L’identità delle cantine si manifesta come un’opera d’arte, un’interpretazione artistica della terra e della coltivazione delle uve. La vinicola californiana Opus One, fondata da Robert Mondavi e Baron Philippe de Rothschild, è un esempio di collaborazione tra culture enologiche. La loro missione è creare un vino simbolo di unione tra l’arte vinicola europea e quella americana. In un contesto diverso, la cantina argentina Catena Zapata, con la sua struttura architettonica innovativa, fonde la produzione di vino con l’arte moderna, trasmettendo un senso di estetica e impegno.
Tradizioni Celebrate
Le cantine, spesso, diventano custodi delle tradizioni locali, celebrando eventi e feste che radicano la comunità nella sua storia. Cantina Marchesi di Barolo, nel cuore del Piemonte, organizza eventi legati alle tradizioni locali, come la Festa del Barolo, rafforzando così il legame tra vino, territorio e cultura. Altrettanto, la vinicola neozelandese Cloudy Bay, con il suo Sauvignon Blanc iconico, celebra la cultura del vino in un contesto moderno, legando la sua identità al paesaggio unico della regione di Marlborough.
“In questo viaggio tra storia e cultura, le cantine emergono come narratori di racconti unici, legati indissolubilmente alle terre da cui provengono. La loro identità è una tela tessuta con fili di tradizione, innovazione, arte e celebrazione delle radici culturali, offrendo ai consumatori non solo un vino da gustare ma un capitolo affascinante della storia enologica mondiale”, riflessione tematica personale.
Le Cantine come Custodi di Identità: Una Continuità nel Tempo e nello Spirito
Resilienza e Trasformazione
Le cantine, testimoni del tempo, incarnano la resilienza delle comunità vinicole di fronte a sfide storiche e trasformazioni sociali. La Cantina San Felice in Toscana, risalente al 1200, è un esempio di adattamento alle mutevoli dinamiche storiche. In passato, fungeva da rifugio durante le guerre, oggi è un faro di produzione sostenibile, dimostrando come la storia di una cantina sia un continuum di adattamento e rinascita.
Le Icone Culturali
Icone culturali come la cantina francese Château Margaux,citata sopra, sopravvissuta a rivoluzioni e guerre, incarnano l’essenza di una cultura enologica millenaria. La sua architettura sontuosa e i vigneti secolari narrano una storia senza tempo, celebrando l’arte di coltivare la vite. Allo stesso modo, la cantina spagnola Codorníu, fondata nel 1551, è più di una cantina: è un simbolo della cultura catalana. La sua immagine è stata plasmata nel corso dei secoli, diventando un’icona di tradizione e innovazione.
Le Radici Territoriali
L’identità di una cantina è ancorata profondamente alle radici del territorio. Cantina Planeta in Sicilia, con la sua dedizione alle varietà autoctone, rappresenta una testimonianza di come la terra possa ispirare la produzione del vino. La vinicola neozelandese Felton Road, con un focus sul terroir centrale di Otago, crea vini che riflettono il paesaggio unico della Nuova Zelanda, diventando un’ambasciatrice dell’identità territoriale.
Patrimonio e Futuro Intrecciati
La Cantina Antica Tenuta Pietramore nel cuore dell’Abruzzo, con le sue vigne antiche, è una custode del patrimonio viticolo regionale. Tuttavia, la sua adozione di pratiche agricole moderne mostra come il passato e il futuro possano intrecciarsi in un dialogo continuo. Un’altra espressione di questa sinergia è la cantina californiana Tablas Creek Vineyard, che, ispirandosi alle tradizioni del Châteauneuf-du-Pape in Francia, ha piantato le radici del Rinascimento viticolo californiano.
“Le mie riflessioni convertono verso le cantine, con le loro storie e identità, trasmettono un senso di continuità e connessione. La loro capacità di evolversi senza perdere il legame con il passato è ciò che le rende guardiani dell’eredità culturale e vinicola. Ogni sorso di vino diventa un viaggio nel tempo, un’esperienza che collega le generazioni attraverso il filo narrativo delle cantine, scrivendo un nuovo capitolo di storia ogni vendemmia”.
FORST Beer and RONER Distilleries Introduce TER Lignum Whisky
Redazione – Carol Agostini
In a harmonious collaboration, FORST Beer and RONER Distilleries proudly present TER Lignum Whisky, a precious, elegant, and balanced creation paying homage to the memory of the brewing pioneer, Engineer Luis Fuchs, who served as the head brewer at FORST Beer.
The name “TER Lignum” translates to “three woods” in Latin, referring to the barrels where the whisky ages for five years. The cherry wood bottom imparts a slight reddish hue and fruity plum notes to the spirit. The staves, crafted from oak, contribute to the whisky’s robust and complex aromas. The bold choice of larch for the lid introduces hints of dark chocolate with undertones of fresh mint in the aftertaste, ensuring a lasting pleasure.
This new TER Lignum Whisky is the result of a collaboration between two significant traditional Alto Adige (South Tyrol) companies: FORST Beer and RONER Distilleries. This premium whisky, courageously peaty and long-lasting with mature malt notes, perfectly encapsulates the essence of its origin.
Alto Adige’s influence is evident from the raw materials and maturation process to the name and incomparable taste, making it unmistakably unique. Moreover, this fifth-generation whisky pays homage to Engineer Luis Fuchs, who, alongside his wife Margarethe, directed FORST Beer for over 50 years, starting in 1933.
During the 32nd edition of the Merano WineFestival, slated for November 3rd to 7th, Helmuth Köcher, renowned as “The WineHunter” and the event organizer, had the privilege of tasting TER Lignum Whisky.
Collaborating with Cellina von Mannstein of FORST Beer and Karin Roner of RONER Distilleries, he lauded the successful partnership, stating, “Congratulations on this important and successful collaboration between the two traditional companies, FORST Beer and Roner. In combination with the brewery, this high-quality product takes on an entirely new dimension. Who else, if not FORST Beer, can provide such optimal raw materials in Alto Adige? I find the origin of TER Lignum particularly inspiring, aged in barrels of three woods. This element is also reflected in the history of FORST Beer, deeply rooted in the land and its people.“
The South Tyrolean identity is vividly expressed here, and it’s fantastic that this identity can be conveyed in a glass, in the form of whisky. “Back to the roots,” is the motto of our wine festival this year, and TER Lignum fits perfectly.” Finally, the wine expert delved into the whisky’s production and storage, explicitly praising the successful packaging and overall presentation.
As a special event during the WineFestival, TER Lignum Whisky was also savored by participants during the inaugural gala dinner.
TER Lignum Whisky is available at FORST Beer, RONER Distilleries, their respective online shops, the FORST Shop, selected beverage stores, and restaurants, packaged uniquely in 0.7-liter bottles.
Yesterday evening, the names of the winners of The WineHunter Award Platinum 2023 were announced. This year, a new feature includes special awards dedicated to producers.
Di Carol Agostini
The 32nd edition of the Merano WineFestival (November 3-7, 2023) was inaugurated, and during the opening night, Helmuth Köcher, the patron of the Merano event, along with the tasting commission, awarded the Wine and Food – Spirits – Beer producers with the highest recognition in his guide, The WineHunter Award Platinum. A total of 36 awards were given in the Wine category and 28 in the Food – Spirits – Beer section, with 5 special awards recognizing the work behind each production company. Additionally, Dolcissimo Alto Adige and Italy were acknowledged.
The culmination of an entire year dedicated to the pursuit of excellence, Merano WineFestival and The WineHunter Award guide serve as a prestigious showcase for producers selected by Helmuth Köcher. During the Merano WineHunter event, accompanied by experts from his tasting committee, products in the Wine, Food – Spirits – Beer categories that achieved the highest rating (95-100 points) were honored with the Platinum Award. Helmuth Köcher, alongside Andrea Radic, a journalist and a member of The WineHunter tasting committee, decided to recognize the efforts of the companies by introducing 5 awards this year, highlighting elements of Genius, Family, Innovation, Conquest, and Territory.
Genius: Oenologists and agronomists focusing on sustainability and interpreting the land’s offerings were recognized. Dr. Camillo Zulli of Bio Cantina Orsogna received the award.
Family is Wine: Families producing wine for centuries, where all members work together with strength and beauty, were honored. The Colosi Winery received the award.
Innovation: Recognizing the ability to change paradigms while respecting traditions, Emanuele Kottakhs of UnderWaterWines was awarded.
Conquest: Recognizing the Italian brand that achieves international leadership in the wine world, Maurizio Zanella, Founder of Ca’ Del Bosco, was honored.
Territory: Acknowledging the ability to create a consortium and association supporting producers, Vitaliano Maccario, President of the Barbera d’Asti and Wines of Monferrato Consortium, received the award. Merano WineFestival marked the synergy between institutions, producers, and agronomists, confirming its status as a cultural reference point in the wine world with the Summit “Breath and Scream of the Earth.”
During the two days at Teatro Puccini, Merano WineFestival hosted discussions between institutions, wine producers, and the agro-scientific community on the future of gastronomy and wine in the context of sustainability. The presence of Undersecretary Luigi D’Eramo emphasized the government’s concrete collaboration and openness to productive realities, starting with streamlining the approval process for IGP denominations.
The 32nd edition of Merano WineFestival opened with the international sustainability summit “Breath and Scream of the Earth,” attended by Undersecretary to the Ministry of Agriculture, Food Sovereignty, and Forests Luigi D’Eramo. Producers and technicians engaged in dialogue with institutions and the agricultural-scientific world reached a unanimous conclusion at the Puccini Theater in Merano: good agriculture, respectful of the environment and the Earth, leads to excellent wine.
“With the ‘Breath and Scream of the Earth’ summit, we wanted to address the issue of climate change, its effects on viticulture, and possible solutions, considering new scenarios,” explained Helmuth Köcher, founder and soul of the Merano WineFestival. “The warning signs are there and cannot be ignored; the climate crisis demands evolution. That’s why we wanted to open a dialogue among producers, agronomists, and institutions, looking to the future.”
The two days of November 3 and 4 featured the Sustainability Summit, an opportunity to assess the situation after a year of events focused on climate change. Merano WineFestival 2023 raised the bar, establishing itself as an international cultural salon for the wine industry. Two days of talks and meetings, starting from the experience of producers and advanced agronomic studies in sustainable viticulture, provided insight into environmentally friendly techniques and technologies for both industry professionals and conscious consumers.
The first part of scientific conferences, organized by the International Viticulture and Enology Society (IVES), saw professors and university researchers present the latest studies on organic viticulture techniques and issues related to climatic variability. They highlighted how a vine management approach respectful of the territory and the environment translates into excellent quality organic and biodynamic wines.
Following this, the focus shifted to the Abruzzo region, an avant-garde in biodiversity, featuring the example of Bio Cantina Orsogna presented by oenologist Camillo Zulli. The New Zealand experience, a pioneer in sustainable cultivation techniques, was also showcased. Both testimonies shared a common belief: treating the planet with respect helps produce high-quality wines.
The debate was enriched by the presence of notable institutional figures such as Undersecretary Luigi D’Eramo, with ministerial executives Pietro Gasparri and Roberta Cafiero, Vice President of the Abruzzo Region Emanuele Imprudente, President of the Pescara Chamber of Commerce Gennaro Strever, Director of the Agriculture Department for the Abruzzo Region Elena Sico, Dr. Michele Scognamiglio, specialist in Food Science, Biochemistry, and Clinical Pathology, as well as the Consul General of New Zealand Austin Brick. This marked a sort of “twinning” between New Zealand Sauvignons and Abruzzo whites.
Merano WineFestival, therefore, embraced the “Scream of the Earth” with reflections on possible solutions to the effects of climate change on viticulture and agriculture. This materialized from the findings collected by The WineHunter Helmuth Köcher and his collaborators over the past year.
6,500 attendees at the 32nd Merano WineFestival during the five days of the event celebrating the enogastronomic excellences selected by The WineHunter Helmuth Köcher and his tasting commissions. A dialogue among producers, the public, the agro-scientific world, institutions, and an increasing number of national and international industry operators thanks to the introduction of The WineHunter Buyers’ Club.
“Back to the roots” was the theme of the event, marking a return to the scent of the earth with a shift toward a future of full sustainability, introducing the new concept of “Sosteconomicità” coined by visionary patron Helmuth Köcher: “In terms of respecting and caring for the land handed down to future generations, it’s a no to the half-full glass and a yes to the full traceability of the entire supply chain.” Save the date for the 33rd edition from November 8 to 12, 2024.
A turnaround for the entire sector was set by the 32nd Merano WineFestival, with a growing focus on industry operators for whom the event will be increasingly tailored. With a deliberate total attendance of 6,500, patron Helmuth Köcher confirmed his goal to make spaces more accessible for visitors and industry operators.
The new term “Sosteconomicità,” coined by The WineHunter Helmuth Köcher, indicates the container within which the parameters of “sustainability” must be interpreted. “The precious concept of sustainability must be placed within a broader context where those who produce respect the land in every sector of the supply chain. At the same time, not giving up on doing business, they imagine the future of their company in these terms,” Köcher summarized.
Therefore, a turning point for Merano WineFestival, which with its 32nd edition, conceived by Helmuth Köcher in 1992 and held from November 3 to 7, takes a leap into the future of gastronomy and viticulture, delivering a clear message to the new generations. “When we talk about the Earth that hosts us, the guest’s task is to respect the host capable of providing so much wealth and variety,” Köcher began.
Numerous events characterized the festival, including debates conducted by Andrea Radic within the framework of the “Breath and Scream of the Earth” Summits, various workshops with the participation of important stakeholders who choose Merano as the venue to discuss the future of viticulture in a rapidly evolving geopolitical and environmental context.
Renowned figures such as Attilio Scienza, Luca D’Attoma, Nicola Biasi, Julien Dumercq, and representatives of Coldiretti participated. As usual, Merano WineFestival was a perfect occasion for the awarding of important recognitions in the enogastronomic sector, such as The WineHunter Award Platinum, the “Nel Segno di Zierock” Award given to Silvano Clementi, the Godio Award conferred to Martino Longo, and the Emerging Room competition, which named the four finalists participating in the final stage of EmergingRoom scheduled for mid-May 2024 at Villa Reale in Monza: Gianluca Grossi of Glam in Venice, Andrea D’Alonzo of Il Fenicottero Rosa Gourmet inside Villa Abbondanzi in Faenza (RA), Alessandro Scarsi of Trattoria Contemporanea in Lomazzo (CO), and Alessia Rivano of Hostaria Ducale in Genoa.
For this edition, many media were present, including national private networks such as Mediaset and Rai, with live coverage every day on RaiNews24 and the Austrian TV ORF, along with some official media partners such as Radio Monte Carlo and wine influencers, totaling over 300 accredited journalists. Simultaneously, the official social media channels of Merano WineFestival resonated widely, reaching over 650,000 accounts during the five days of the event and 200,000 website visits.
FOR MERANO WINEFESTIVAL, EXCELLENCE AS A BEACON SINCE 1992
In this edition, the “The Festival” section was dedicated to the special mentions of The WineHunter Helmuth Köcher, who decided to go beyond. In addition to the PLATINUM mention – for products that achieved a score above 95/100 in 2023 – and NEXT PLATINUM – where the promises of the future already awarded The WineHunter Award Gold in different categories are encapsulated – the festival’s patron also introduced two new mentions: ICONIC is the special mention given to wines representing a reference of national and international excellence for a territory.
They have already been awarded The WineHunter Award Gold, have been on the market for at least 25 years, and are produced by historic companies with at least 50 years of activity. UNIQUE, on the other hand, is the mention certifying products already recognized by The WineHunter Award Gold, considered unique for vinification and/or aging, as well as for grape variety or extreme if not heroic pedo-climatic conditions.
Furthermore, Helmuth Köcher, along with journalist and WineHunter tasting committee member Andrea Radic, decided to recognize the work of individuals by introducing 5 awards in this edition, honoring those who distinguished themselves in the elements of Genius, Family, Innovation, Conquest, and Territory, respectively awarded to Dr. Camillo Zulli, Bio Cantina Orsogna, Colosi Winery, Emanuele Kottakhs of UnderWaterWines, Maurizio Zanella, Founder of Ca’ Del Bosco, and Vitaliano Maccario, President of the Barbera d’Asti and Wines of Monferrato Consortium.
THE UNFORGETTABLE OF MERANO WINEFESTIVAL
Among the many unforgettable moments of the 32nd Merano WineFestival, the opening with the bio&dynamic exhibition featuring organic, biodynamic, natural, orange, PIWI, and integrated agriculture wines stood out. Helmuth Köcher is a true pioneer in this regard, and these products are increasingly carving out a significant space in the festival, especially for their ability to express the genuineness of the territories. This year, Merano WineFestival showcased 160 exhibitors and more than 300 bio&dynamic labels.
The much-appreciated Masterclass signed by oenologist Luca D’Attoma focused on territoriality. Then, the “Market of the Earth,” curated by Slow Food Alto Adige, was dedicated to Agitu Ideo Gudeta, the shepherd of Ethiopian origin but a Trentino adoptee, who was tragically murdered. Barbara Nappini, national president of Slow Food, participated in the naming ceremony. In the large hall of the Kurhaus, the Gala evening, attended by 450 people, featured many important guests who had the opportunity to taste the “Freedom Blend 2014.
Brunello a Palazzo, il percorso enogastronomico dedicato al Brunello di Montalcino e alla gastronomia pontina torna a Fondi (LT) venerdì 1 dicembre 2023 per la sua 7° edizione.
Redazione – Carol Agostini
L’evento che porta a Fondi (LT) il Brunello di Montalcino, uno dei più prestigiosi vini rossi italiani prodotto in Toscana da uva sangiovese, per accostarlo alle eccellenze gastronomiche del territorio pontino giunge alla sua 7a edizione.
Il percorso enogastronomico si svolgerà nelle prestigiose sale di Palazzo Caetani, nel cuore della Città di Fondi, e vedrà coinvolte più di 20 cantine produttrici di questo meraviglioso vino e 13 gastronomie pontine. Gli ospiti avranno modo di degustare i calici di Brunello in abbinamento a piatti appositamente preparati da chef e operatori della gastronomia.
In apertura di serata ci sarà una Masterclass dedicata a “Brunello…10 anni” tenuta da Davide Bonucci, presidente di EnoClub Siena.
La gastronomia a Palazzo Caetani sarà curata da Caseificio l’Angolo della Mozzarella, Chosen Restaurant, Co.Co Cookery Cocktail, Come una Volta-Salumeria Alcolica, Da Fausto Eventi, Forneria Macchiusi di Vallemarina, F.lli Tazio, Gregorio De Gregoris, Laghetto Living, LO.GO local gourmet, Norcineria Petrillo, RED’S Cibarie & Miscele, Ristorante Riso Amaro.
L’evento è organizzato da Associazione Decant Fondi in collaborazione con EnoClub Siena e vede il patrocinio dell’Ente Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi e del Comune di Fondi.
I banchi d’assaggio saranno aperti al pubblico venerdì 1 dicembre dalle ore 19.30 alle ore 24.00 e la Masterclass si svolgerà dalle 18.00 alle 19.30
I posti sono limitati ed è necessaria la prenotazione. I biglietti sono acquistabili online al link http://www.associazionedecant.it/index.php/brunello-a-palazzo/ticket-onlineoppure a Fondi (LT) presso: Futurgrafica, LO.GO local gourmet, Co.Co Cookery Cocktail, Come una Volta-Salumeria Alcolica, RED’S Cibarie & Miscele; a Formia (LT) presso: Green Cafè; a Latina presso: Globaltel
Giunto ormai alla IX edizione, tale emozionante celebrazione del gusto e della cultura enogastronomica sarà un’occasione d’incontro per produttori grandi e piccoli del comparto vitivinicolo nazionale e per importanti realtà agroalimentari. Il successo di questa iniziativa può essere rintracciato nei numeri dello scorso anno: 2500 visitatori, 163 le cantine provenienti da tutta Italia, 62 le aziende food partecipanti. Un richiamo per più di 65 giornalisti e food blogger accreditati e 109 operatori del settore Horeca.
L’obiettivo che la manifestazione Giro d’Italia Rieti 2023 si propone di realizzare è la promozione della cultura enogastronomica locale, l’aggregazione delle eccellenze italiane e l’incontro tra le varie professionalità legate al comparto con gli addetti ai lavori e i visitatori.
Gli ospiti potranno partecipare a una vasta gamma di attività che includono dibattiti, seminari, premiazioni e degustazioni in un’ atmosfera vivace e coinvolgente che si svolgeranno durante tutta la giornata.
Vino, birra, olio, miele, lenticchie, salumi, formaggi, confetture, pane, marroni, dolci tradizionali e caffè si alterneranno in un coinvolgente percorso sensoriale di assaggi.
Un particolare focus sarà dedicato alle aziende laziali in cui qualità, tradizione e innovazione si fondono. Tra i protagonisti di quest’anno ci sarà anche l’Associazione provinciale cuochi Rieti della Federazione italiana cuochi.
Giro d’Italia Rieti 2023, il programma:
ore 11,00 – Inaugurazione della manifestazione
ore 12,00 – Seminario degustazione del caffè
ore 13,00 – Seminario sulle malvasie d’Italia
ore 14,00 –Seminario sui vini Rosati d’Italia
ore 15,30 – Premiazioni Migliori produttori della Manifestazione suddivise per diverse categorie
ore 16,30 –Seminario sui vini da dessert
ore 17.30 – Momento Le vecchie annate i produttori che lo vorranno apriranno nel loro banco d’assaggio una bottiglia di una vecchia annata a piacere della loro cantina
ore 18 – Seminario sui vini spumanti di uve Rosse
Per maggiori informazioni: www.giroditaliarieti.it info@giroditaliarieti.it -tel.0746 220455
Per giornalisti: https://www.giroditaliarieti.it/press-area/
Trionfo di Eccellenza al Merano WineFestival: Annunciati i Vincitori del The WineHunter Award Platinum 2023
Di Carol Agostini e F.P.
Nell’ambito della 32^ edizione del prestigioso Merano WineFestival, il patron della rassegna Helmuth Köcher ha svelato ieri sera i nomi dei vincitori del rinomato The WineHunter Award Platinum 2023. Un’atmosfera carica di emozione ha caratterizzato la serata di apertura, dove Köcher, affiancato dalla sua commissione d’assaggio, ha conferito il massimo riconoscimento, il Platinum Award, a 36 produttori nella categoria Wine e a 28 eccellenze culinarie, distillati e birre nella sezione Food – Spirits – Beer.
In un’iniziativa che ha sorpreso gli appassionati del settore, quest’anno sono stati introdotti 5 premi speciali dedicati ai produttori, un tocco inedito per celebrare l’arte e la dedizione dietro ogni azienda produttiva. Questi premi, ispirati agli elementi di Genialità, Famiglia, Innovazione, Conquista e Territorio, hanno aggiunto un ulteriore livello di prestigio alla già rinomata manifestazione.
Genialità: Il Dott. Camillo Zulli della Bio Cantina Orsogna è stato premiato per la sua particolare attenzione alla sostenibilità e alla capacità di interpretare e coniugare gli elementi naturali per produrre vini di qualità.
Famiglia è vino: La Cantina Colosi è stata premiata per la sua tradizione secolare nella produzione vinicola, dove ogni membro della famiglia contribuisce con forza e bellezza.
Innovazione: Emanuele Kottakhs di UnderWaterWines è stato riconosciuto per la sua capacità di cambiare i paradigmi nel rispetto delle tradizioni.
Conquista: Maurizio Zanella, Fondatore di Ca’ Del Bosco, è stato premiato per il successo internazionale del marchio italiano nel mondo del vino.
Territorio: Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è stato premiato per la sua abilità nel creare un sistema consortile e associativo che sostiene i produttori e promuove la massima qualità nella produzione, contribuendo così al territorio.
Il Merano WineFestival e The WineHunter Award continuano a essere una vetrina senza eguali per celebrare l’eccellenza nel mondo del vino e dell’enogastronomia.
ECCO L’ELENCO COMPLETO DEI PREMIATI CON THE WINEHUNTER AWARD PLATINUM:
CATEGORIA WINE
Abruzzo
La Valentina
2021 Docheio Montepulciano D’Abruzzo DOC