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  • Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007

    Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007

    Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007

    Di Carol Agostini

    Avete presente quando vedete passare una donna di 50 anni con un profumo intenso, di grande eleganza, curata nei minimi dettagli, oppure quando guardate un quadro di Lorraine Dell Wood che raffigura donne con il cappello, quel misterioso vedo e non vedo che racchiude eleganza ed immaginazione, oppure quando guardate una sfilata di Victoria’s Secret in cui il binomio musica e abiti stupendi indossati da modelle straordinarie sono di pura e folle eleganza???

    Champagne Brut 'Grande Année' Magnum Bollinger 2007
    Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007

    Ecco cosa rappresenta per me la “raffinatezza” e la posso attribuire anche a questa Magum di Bollinger 2007.

    Vitigni

    Cépages: Pinot Nero 60%, Chardonnay 40% , 60 mesi sui lieviti, grande emblema di finezza, struttura ed intensità.
    In questa bottiglia sono racchiuse le uve di un’annata di eccezionale qualità, che rappresentano il territorio, il clima e tutte le caratteristiche dei vitigni assemblati sorso dopo sorso.
    Difficile descrivere questo champagne in poche righe, visto la qualità e persistenza.

    Champagne Brut 'Grande Année' Magnum Bollinger 2007
    Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007

    Organoletticità

    Un gioco di sentori ed aromi conquistano tutti noi che lo abbiamo bevuto in una serata di estrema curiosità e golosità.
    Pesca, frutta esotica come papaia, mango, ananas, inebriano i nostri sensi olfattivi, man mano un crescere di profumi, mandorla, pane, caffè, pepe bianco, noccioline, vaniglia si alternano creando armoniose sfumature.

    Champagne Brut 'Grande Année' Magnum Bollinger 2007
    Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007

    Avvolgente ingresso, fresco, equilibrato, con bolla fine, spazia dalla frutta esotica a note di tostatura, successivamente aromi speziati, note di pietra, fiori gialli; la successione non è gradualmente esatta, c’è un andamento degustativo oscillatorio con picchi organolettici e quando meno te lo aspetti ecco giungere gli agrumi in una suadente sensazione di cremosità, tra alternarsi di freschezza e sapidità.

     

    Villaggio di Aÿ
    Villaggio di Aÿ

    Nel villaggio di Aÿ, patria dello Champagne Bollinger, fondata nel 1829, si possono incontrare alcuni membri del team di vinificazione che fanno rotolare le botti sui ciottoli. Entrando nella casa di Madame Bollinger o nei vicoli delle cantine, passato e presente si fondono in un contesto armonioso e avvolgente.

    Si respira costantemente profumi di vino, mosto, di legno e di essenze che ricordano sentori di frutta, di uva.

    Una storia di unione, di  passione per il mondo vino tra Athanase Louis Emmanuel conte di Villermont, che scelse di unirsi in società con il tedesco Joseph Bollinger e con l’appassionato di vino Paul Ranaudin.

    Anno dopo anno, dopo essere riuscito a imporre con successo le bollicine nei mercati inglese e statunitense, fu proprio Joseph Bollinger a divenire l’uomo-simbolo della Maison.

    Riconosciuta per la grande qualità e vivacità dei suoi vini, la cantina, grazie alla posizione privilegiata dei vigneti di proprietà e alla rigida etica produttiva, sottoscritta e sancita da principi messi su carta, è affermata e stimata a livello internazionale.

    Ay è un paesino tranquillo circondato da dolci colline
    Ay è un paesino tranquillo circondato da dolci colline

    Ay è un paesino tranquillo circondato da dolci colline coltivate a vite.

    In questo luogo incantanto trovate le Maison più conosciute e famose della Champagne:  Veuve-Clicquot, Bollinger e Moët et Chandon, oltre ad altri piccoli produttori.

    Alcune di queste Maison offrono dei tour, c’è inoltre, Cité du Champagne Collet-Cogevi è un museo con centro degustazioni e tour delle cantine. Al centro del paesino, le caratteristiche strade lastricate conducono ai bistrot e alla chiesa in stile gotico di Saint-Brice d’Ay.

    Curiosità

    Il mosto proveniente dalla prima spremitura viene usato per la produzione degli Champagne, mentre tutto quello ottenuto con la seconda pigiatura è venduto ad altre cantine. Attualmente, la maison può contare su un’estensione vitata che arriva a coprire oltre 160 ettari, la maggior parte dei quali si trovano suddivisi tra la montagna di Reims e il territorio di Ay.

    Classificazioni

    Classificati  tra Grand Cru e Premier Cru, tutti gli Champagne maturano dai tre agli otto anni, superando i tempi di richiesta di vinificazione dei disciplinari, sviluppando la vastità di sentori, aromi nel massimo equilibrio e persistenza.

    Abbinamento serale

    le Bèlon caratterizzate da carni bianche, cresciute tra acqua salata di mare e dolce della foce di fiumi
    Le Bèlon caratterizzate da carni bianche, cresciute tra acqua salata di mare e dolce della foce di fiumi

    Questo champagne è stato abbinato a ostriche di varia tipologia, le Bèlon caratterizzate da carni bianche, cresciute tra acqua salata di mare e dolce della foce di fiumi, le De claire sono affinate in bacini di acqua dolce poco profondi e argillosi.

    Oltre alle ostriche è stato abbinato a prodotti caseari di varia stagionatura partendo da 48 mesi, fino all’abbinamento con dello Stilton.

    Blue Stilton
    Blue Stilton

    Il blue stilton è un formaggio erborinato vaccino, da latte intero e pastorizzato, tipico inglese che prende il nome dall’omonimo villaggio in cui, nel XVIII secolo, fu prodotto per la prima volta.

    Invece il White Stilton è un formaggio dalla consistenza friabile, con una tendenza dolce spiccata, spesso usato come base per dolci, inoltre, si possono aggiungere ingredienti freschi o conservati tipo: uva, vari tipi di agrumi, albicocca e zenzero, mirtilli e fichi secchi.

    Champagne Brut 'Grande Année' Magnum Bollinger 2007
    Champagne Brut ‘Grande Année’ Magnum Bollinger 2007
    Conclusione

    Uno champagne che racconta la raffinatezza produttiva di una Maison attenta, capace di sedurre e conquistare ad ogni bolla.

    Di Carol Agostini


    Sito Maison: https://www.champagne-bollinger.com/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • La Deontologia nel produrre vino 2022

    La Deontologia nel produrre vino 2022

    La Deontologia nel produrre vino 2022.

    Di Elsa Leandri

    Avreste mai immaginato di parlare di deontologia nel vino? sarebbe irreale pensare che il senso del dovere sia lontano dal mondo enologico.

    Anche in questa pratica ci vuole un “codice deontologico”, che ogni produttore dovrebbe applicare. Per fortuna esistono già molte realtà che se ne sono dotate, addirittura Donatella Quaroni, proprietaria della Tenuta Borgolano in Oltrepò Pavese, ci crede così tanto che ha dedicato ben due etichette a questo termine: Dhéon Brut e Dhéon Extra Dry.

    Cos’è la deontologia?

    Se apriamo l’enciclopedia Treccani e andiamo sotto la voce Deontologia troviamo la seguente definizione “[comp. del gr. (τό) δέον -οντος «il dovere» e -logia]. – Termine filosofico coniato, nella forma ingl. deontology, da J. Bentham (1748-1832) per designare la sua dottrina utilitaristica dei doveri, passato poi a indicare lo studio (empirico) di determinati doveri in rapporto a particolari situazioni sociali.”

    J. Bentham è stato quindi il primo a coniare questo termine per mettere l’accento su ciò che è giusto e conveniente fare in ogni occasione. Tale pensiero è stato ripreso dal suo contemporaneo I. Kant secondo il quale è necessario seguire una serie di principi stabiliti da un sistema etico che dipenda da una logica inconfutabile volta a stabilire la differenza tra bene e male, non curandosi delle conseguenze delle azioni ma unicamente che l’azione in se stessa sia morale.

    A. Schopenhauer, altro filosofo che si occupò del concetto di deontologia, dissente dalla visione kantiana in quanto afferma che il dovere ha senso solo se in relazione a una promessa di premio o alla minaccia di un castigo.

    Se questa è la visione filosofica, passiamo ora a definire che cosa si intende per codice deontologico nella realtà di una professione, qualsiasi essa sia. In questo caso facciamo riferimento all’insieme delle regole comportamentali che devono essere seguite dai professionisti in modo da non ledere la salute o la dignità degli altri. Si pensi per esempio al codice deontologico dei medici, farmacisti, chimici o avvocati. Anche il mondo vitivinicolo è legato a norme e doveri che devono (dovrebbero) essere necessariamente rispettati.

    La Deontologia nel produrre vino 2022 Tenuta Borgolano
    La Deontologia nel produrre vino 2022 Tenuta Borgolano

    Deontologia nel vino

    In passato non sono mancate situazioni in cui questi principi siano venuti meno, basti pensare per esempio al caso del 1986 che determinò la morte di ben 23 persone nonché a situazioni ancora attuali di contraffazione di vino, come nel 2020 la produzione di bottiglie di Sassicaia, Brunello di Montalcino e Bolgheri falsificate e vendute in Cina o al recente episodio che ha visto protagonista la creazione di un fittizio Château bordolese, Château Shunyilifei, che dichiarava in etichetta di aver addirittura ceduto, in seguito a una contesa giudiziaria del 1758, 15 ettari al celeberrimo Château Lafite Rothschild.

    Per fortuna molti viticoltori si demarcano da queste situazioni e affermano con forza il loro rispetto per le regole. Donatella Quaroni, proprietaria della Tenuta Borgolano, ne è un esempio tanto che ha dedicato due delle sue bottiglie proprio alla “deontologia”.

    Donatella Quaroni e Tenuta Borgolano

    Alcuni vini di Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni
    Alcuni vini di Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni

    Donatella è figlia del territorio dell’Oltrepò Pavese. Lei, fiera del soprannome che le è stato dato da Paolo Brera, Donna Bonarda, si definisce come una persona cocciuta, rigorosa e precisa, condizioni necessarie per poter fare un lavoro attento in cantina e per poter ottenere delle soddisfazioni.

    Bollicine di Pinot Nero Metodo Martinotti Tenuta Borgolano
    Bollicine di Pinot Nero Metodo Martinotti Tenuta Borgolano

    Nel 1992 prende le redini dell’azienda di famiglia, nata nel 1903, a Montescano in Provincia di Pavia e la nomina Tenuta Borgolano, il cui nome deriva dal nome del posto, Burlan in dialetto.

    I nonni di Donatella hanno iniziato questa avventura, coltivando la vite e vendendola, ma è stato suo padre che ha iniziato a proporre il loro vino in città importanti quali Milano e Pavia, diventando così da conferitori a imbottigliatori e commerciali.

    Metodo Martinotti Brut e ExtraDry prodotti da Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni
    Metodo Martinotti Brut e ExtraDry prodotti da Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni

    Non è stato facile seguire le orme del padre.

    Donna in un mondo di uomini. La sua tenacia è stata tale da portare l’azienda dai 2,5 ettari ai 30 ettari attuali, con un potenziale di produzione di 100.000 bottiglie.

    Il nome d’ogni sua etichetta, in cui protagoniste indiscusse sono le iniziali del suo nome e di quello di Sara, sua figlia, vogliono in un certo senso essere una rivalsa e un’affermazione del loro essere donne del vino, nonostante tutto e nonostante tutti, perché alla fine sono proprio il rigore e la perseveranza che pagano.

    La degustazione

    Ultimamente c’è voglia di riaffermare il territorio dell’Oltrepò Pavese a livello nazionale e internazionale e nel Pinot Nero è stato individuato la chiave per dare nuovamente credibilità a questo territorio, come si evince dal gruppo “Oltrepò – Terra di Pinot Nero”, composto da 23 viticoltori, che si sono riuniti a Milano nel gennaio 2022 per condividere con Armando Castagno, grande esperto di Borgogna e di Pinot Nero, questa visione.

    Donatella, pur non rientrando attivamente in questo movimento, ha comunque scelto di proporci un focus su questo vitigno chiave che declina sia nella versione novello che spumante metodo Martinotti.

    Sarai vino di Tenuta Borgolano
    Calice di Sarài, vino rosso di Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni

    Sarài 2021 Vino Novello IGT Provincia di Pavia- 100% Pinot Nero
    Le uve provenienti da viti giovani, impiantate nel 2018, si trovano nel comune di Montescano proprio in posizione attigua alla cantina, laddove vi era un vigneto di uve miste che è stato eradicato a causa di frane che minacciavano la struttura.

    I lavori di drenaggio e di re-impianto di nuove viti con cloni di Pinot Nero ambivalenti per la vinificazione in bianco e in rosso danno luce per la prima volta nel novembre del 2021 a questo vino, dedicato alla figlia Sara, in cui il 40% delle uve hanno subito macerazione carbonica.

    Foto calice vino rosso Sarài, esame visivo
    Foto calice vino rosso Sarài, esame visivo

    Rosso carminio vivace con riflessi purpurei. L’impatto olfattivo è molto elegante e offre note di rosa fresca, fragoline di bosco e arancia sanguinella con echi di nepitella e menta.

    In bocca la decisa freschezza regala un sorso appagante ideale per accompagnare un tagliere di salumi e schita , tipica “frittella” dell’Oltrepò Pavese.

    Dhéon Brut di Tenuta Borgolano Metodo Martinotti
    Dhéon Brut di Tenuta Borgolano Metodo Martinotti

    Dhéon Brut -Metodo Martinotti- 100% Pinot Nero

    Le uve della vendemmia del 2020 provengono dal comune di Santa Maria della Versa, in cui si ha un terreno argilloso calcareo con affioramenti di roccia madre. La permanenza sulle fecce in autoclave è di 3 mesi.

    Paglierino vivace con riflessi dorati in cui i treni di bolle, che si susseguono, regalando un ottimo impatto visivo,

    Calice Dhéon Brut Bollicina italiana dell'Oltrepò Pavese
    Calice Dhéon Brut Bollicina italiana dell’Oltrepò Pavese

    permettono al mughetto e al gelsomino di emergere.

    La frutta fragrante spazia dalla più comune pesca fino ad arrivare ad agrumi come lime e a frutta esotica come il mango.

    Freschezza e sapidità sorreggono il dosaggio zuccherino e la bocca viene avvolta da un richiamo di zenzero. Ideale come aperitivo ma anche per accompagnare un pesce San Pietro all’i-

    Dhéon ExtraDry di Tenuta Borgolano Donatella Quaroni, Metodo Martinotti
    Dhéon ExtraDry di Tenuta Borgolano Donatella Quaroni, Metodo Martinotti

    solana.

    Dhéon Extra Dry- Metodo Martinotti- 100% Pinot Nero

    Protagonista di questo spumante è il Pinot Nero della vendemmia 2015 proveniente sempre dal comune di Santa Maria La Versa.

    In questo caso siamo di fronte a un metodo Charmat lungo con 9 mesi di permanenza sulle fecce in autoclave.

    Calice di Dhéon ExtraDry, numerose bollicine dorate
    Calice di Dhéon ExtraDry, numerose bollicine dorate

    Le bollicine numerose e fini riempiono il calice dorato, da cui fuoriescono delicati sentori di pera e mela, kumquat, fiori di campo, noce moscata e cannella.

    Bell’impatto in bocca con una decisa sapidità e con un finale di mandorla tostata da provare con canapè di salmone affumicato.

     

     

    La Donna Bonarda si starà forse tramutando in Donna Pinot Nero, regalandoci in un futuro anche un metodo classico?

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: https://www.tenutaborgolano.com/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/