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  • Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma

    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma

    Il Re dei Vini torna a Roma: Nebbiolo Nel Cuore, l’evento da non perdere

    di Carol Agostini

    Roma si prepara ad accogliere l’XI edizione di “Nebbiolo Nel Cuore”, l’evento dedicato a uno dei vitigni più prestigiosi d’Italia. L’appuntamento è fissato per domenica 12 e lunedì 13 gennaio 2025 presso il suggestivo Grand Hotel Palatino, situato in via Cavour 213. Due giornate intense di degustazioni, masterclass e scoperte enologiche che celebrano l’eccellenza del Nebbiolo nei suoi territori d’elezione.

    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, locandina da comunicato stampa
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, locandina da comunicato stampa

    Un appuntamento consolidato per appassionati e professionisti

    Dopo anni di successo, “Nebbiolo Nel Cuore” è ormai un punto di riferimento per gli amanti del vino e gli operatori del settore nella Capitale. La manifestazione si distingue non solo per la qualità dei vini presentati, ma anche per l’approccio didattico che la caratterizza. Attraverso banchi di assaggio e masterclass, i partecipanti avranno l’opportunità di scoprire le nuove annate e conoscere cantine emergenti che si affacciano per la prima volta a questo importante palcoscenico.

    L’obiettivo dell’evento non è solo quello di celebrare la qualità del Nebbiolo, ma anche di raccontare le storie e le tradizioni che ne fanno uno dei simboli più rappresentativi dell’enologia italiana. Cultura, sorrisi, volti e racconti si intrecciano per offrire un’esperienza unica e autentica.

    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa

    Novità dell’edizione 2025

    Per questa nuova edizione, l’evento si svolgerà in due giorni consecutivi, posticipando la conclusione a lunedì 13 gennaio. Questa giornata sarà interamente dedicata agli operatori del settore, con una serie di iniziative pensate per favorire il networking e l’approfondimento professionale.

    Modalità di ingresso:

    • Per gli operatori del settore, l’ingresso è gratuito previa registrazione, acquistando il calice da degustazione al costo simbolico di 5€.
    • Per il pubblico generale, l’ingresso è previsto esclusivamente domenica 12 gennaio, con accrediti limitati a causa dell’elevata richiesta di partecipazione.
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa

    Programma dettagliato dell’evento

    Domenica 12 gennaio 2025

    • Ore 12:00: Apertura dei Banchi di Assaggio
    • Ore 11:30: Masterclass “I Coup De Coeur in degustazione”, dedicata ai vini che hanno ottenuto la massima menzione nella guida “Il Nebbiolo”.
    • Ore 14:30: Verticale parallela dei Barbaresco della Cantina Renato Fenocchio di Neive.
    • Ore 17:00: Masterclass “Il Timorasso: la rivoluzione bianca dei Colli Tortonesi”.
    • Ore 20:00: Chiusura dei Banchi di Assaggio.
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa

    Lunedì 13 gennaio 2025

    • Ore 11:00: Apertura dei Banchi di Assaggio.
    • Ore 14:00: Premiazione dei vini selezionati nella guida “Il Nebbiolo”.
    • Ore 18:00: Chiusura dei Banchi di Assaggio.

    Masterclass: un viaggio nella cultura enologica

    Le masterclass, cuore pulsante dell’evento, si svolgeranno nella sala conferenze del Grand Hotel Palatino e saranno curate da esperti del settore. Con approfondimenti sulle diverse espressioni del Nebbiolo e delle sue declinazioni territoriali, ogni sessione offrirà ai partecipanti un’esperienza formativa e sensoriale indimenticabile.

    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa

    Perché partecipare?

    “Nebbiolo Nel Cuore” è un’occasione imperdibile per scoprire le peculiarità di uno dei vitigni più nobili d’Italia e per entrare in contatto con produttori, appassionati e professionisti. Inoltre, rappresenta un momento di celebrazione del legame tra vino e territorio, promuovendo la conoscenza e l’apprezzamento di una cultura enologica ricca e variegata.

    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa
    Nebbiolo Nel Cuore 2025: Esclusivo evento tematico a Roma, foto da comunicato stampa

    Per ulteriori informazioni e prenotazioni delle masterclass, è possibile contattare gli organizzatori via e-mail.

    Non perdete questa straordinaria occasione per celebrare il Nebbiolo, il suo fascino senza tempo e i territori che ne custodiscono il segreto. Vi aspettiamo a Roma per brindare insieme al Re dei Vini!

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento e info:

    Nebbiolo Nel Cuore
    infoline 339.6231232

     

     

     

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  • Merano WineFestival 2024, autentico evento food e Wine

    Merano WineFestival 2024, autentico evento food e Wine

    Il Merano WineFestival, giunto alla sua 33ª edizione dall’8 al 12 novembre 2024

    di Carol Agostini

     

    E’ un evento imperdibile per gli appassionati di vino e del settore enogastronomico. Questo festival, che si svolge nella splendida cornice di Merano, in Alto Adige, rappresenta non solo un’occasione per celebrare le eccellenze del vino a livello internazionale, ma anche un momento di scambio culturale e di riflessione sui futuri sviluppi del mondo vitivinicolo.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, foto da comunicato stampa
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, foto da comunicato stampa

    Il Cuore del Festival: Premiazioni e Eccellenza

    Al centro del festival c’è la guida The WineHunter, curata dal fondatore Helmuth Köcher e dal suo team di esperti, che seleziona ogni anno le migliori etichette di vini e prodotti gastronomici. Nel corso del 2024, sono state degustate oltre 8.000 etichette di vino e 600 prodotti food, spirits e birre. Durante il festival, vengono assegnati diversi premi, tra cui i prestigiosi WineHunter Award Rosso, Gold e, il massimo riconoscimento, Platinum. Quest’anno, si distinguono anche nuovi premi dedicati a diverse categorie, come il WH Food Award e il WH Spirits Award.

    Una delle novità più attese del 2024 è il riconoscimento The WineHunter Stars – I Magnifici Sette, che premierà personalità di spicco nel mondo del vino e del cibo in sette categorie, tra cui miglior enologo, produttore, giornalista enogastronomico e artista del vino.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Bio&Dynamica e Sostenibilità

    Un aspetto fondamentale del festival è l’attenzione alla sostenibilità. Il primo giorno, l’8 novembre, sarà dedicato a bio&dynamica, una sezione che mette in evidenza vini biologici e biodinamici, certificati Equalitas e SQNPI, e vitigni resistenti come i Piwi. Ci saranno anche degustazioni di vini affinati in anfora e underwater, evidenziando l’innovazione nelle tecniche di vinificazione e l’impatto sul terroir.

    La sostenibilità è uno dei temi principali anche del Summit Respiro e Grido della Terra, in cui esperti del settore discuteranno l’impatto dei cambiamenti climatici sulla viticoltura e le possibili soluzioni per un futuro più rispettoso dell’ambiente.

    Merano: Una Tradizione di Eleganza e Cultura

    Merano, con il suo fascino alpino e la lunga tradizione enogastronomica, è il luogo ideale per ospitare un evento di tale prestigio. Questa città, conosciuta per il suo clima mite e per la bellezza paesaggistica, ha una storia antica legata alla produzione vinicola e all’ospitalità di alto livello. Il festival riflette la cultura locale del buon vivere, unendo il mondo del vino alle eccellenze gastronomiche regionali.
    Nuovi Progetti e Focus Internazionale

    Un’importante novità dell’edizione 2024 sarà la tavola rotonda “Quo Vadis?”, un momento di confronto internazionale sulle sfide della viticoltura moderna. Si discuterà di pratiche sostenibili, dell’apertura verso mercati esteri e delle nuove tecnologie che stanno cambiando il volto della viticoltura.

    Inoltre, il 12 novembre sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un viaggio tra le migliori bollicine internazionali, con un focus su Champagne e Metodo Classico, abbinate a prelibatezze gastronomiche.

    Il Merano WineFestival non è solo un evento di degustazione, ma un vero e proprio salotto culturale che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità. Con premi di altissimo prestigio e un programma sempre più internazionale, il festival si conferma un punto di riferimento per tutti coloro che lavorano nel mondo del vino e del food, offrendo una vetrina di eccellenze provenienti da tutto il mondo.

    L’edizione del 2024, con i suoi nuovi progetti, promette di essere un evento indimenticabile, ricco di novità e di riflessioni importanti sul futuro dell’enologia e della gastronomia.

    Helmuth Köcher the WineHunter, foto da comunicato stampa, articolo: Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023
    Helmuth Köcher the WineHunter, foto da comunicato stampa, articolo: Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/wine/

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  • Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024

    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024

    Corte Anna, vini che ispirano poesia, parole e storia

    di Elsa Leandri

     

    Sirmione, perla delle penisole
    E delle isole che appartengono a Nettuno,
    Nel mezzo di laghi cristallini e mare aperto…
    (Cit. Carme XXXI Catullo)

    Così Catullo, quando torna dalla guerra in Bitania, si rivolge a Sirmione, luogo di pace e di serenità, nonché sua città natale e dimora della sua famiglia e nella quale riesce a trovare un confortante rifugio. Questo lembo di terra che si affaccia sul lago di Garda, celebre per il suo clima simile a quello mediterraneo, oltre ad essere meta turistica per la sua bellezza e per le celeberrime Grotte di Catullo, ha il vanto di proporre dei vini bianchi qualitativi, che rientrano nella denominazione Lugana, il cui vitigno protagonista è il Trebbiano di Lugana conosciuto anche come Turbiana.

    Questa Doc che si estende a sud del lago, comprende cinque comuni di cui quattro (Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo) in Lombardia, in provincia di Brescia, e uno in Veneto (Peschiera), in provincia di Verona. La presenza di uva in questo territorio risale all’Età del Bronzo, così come è confermato dalla presenza di vinaccioli di Vitis Silvestris, ritrovati nelle palafitte site nel comune veronese.

    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    Questa terra in origine paludosa e acquitrinosa, grazie all’opera di bonifica iniziata nel Quattrocento ha permesso di offrire le caratteristiche territoriali idonee, grazie alla natura pianeggiante e argillosa, per la coltivazione di questo particolare vitigno.

    Per poter scoprire appieno questa denominazione è possibile seguire il percorso enoturistico che si estende per 45 km e che permette di avere una visione completa sia dei centri abitanti e delle loro opere artistiche, sia di visitare qualche cantina di Lugana Doc.

    Una di queste è la Cantina Corte Anna, di proprietà di Anna Palvarini, che si trova proprio nel paese natio del succitato poeta latino.
    Quest’azienda nasce nel 1978, in seguito all’acquisizione di 12 ettari, di cui 4 vitati. La volontà di questa incredibile donna di concentrare maggiormente le proprie energie verso la viticoltura ha fatto in modo che questa crescesse raggiungendo gli attuali 10 ettari impiantati principalmente con il celebre vitigno autoctono turbiana, anche se sono presenti alcuni ceppi di cabernet sauvignon.

    Al di là delle parole quello che ci permette di scoprire più da vicino questa realtà è l’assaggio del Lugana Doc e della Riserva, così da poter capire appieno le sue caratteristiche.

    Lugana Doc 2023
    (Vinificazione e affinamento in acciaio)

    Paglierino di media fittezza. Impatto olfattivo seducente che verte su richiami floreali di biancospino e caprifoglio, di timo, salvia e lemongrass e del suo tipico sentore di mandorla. Avvolgente inizialmente con cenni di pesca nettarina a cui sussegue un connubio tra freschezza e sapidità prolungandosi lungamente su un finale saporito dal flavor di scorza di pompelmo.

    Lugana Doc 2023, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Lugana Doc 2023, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020
    (Affinamento in acciaio per 18 mesi su fecce fini)

    Vivace dal color paglierino. Il giallo bouquet floreale di ginestra, mimosa si intreccia a ricordi d susina gialla, pesca e ananas. Elegante nei cenni balsamici, di mandorla tostata e di fieno. Spicca per la sua mineralità in bocca che regala una lunga chiusura su echi di scorza di cedro.

    Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020, articolo: Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    Questi due vini racchiudono le tipicità di questi prodotti: la presenza del profumo di mandorla, i richiami agrumati all’olfatto e, nel cavo orale, il dialogo tra la freschezza e la sapidità marcata accompagnato da un’avvolgenza iniziale.
    La base è ideale per accompagnare i piatti della cucina a base di pesce di lago, come un’insalata di lenticchie con trota affumicata, mentre la Riserva la possiamo consigliare anche con formaggi come la toma piemontese o una fontina.

    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell'autrice
    Cantina Corte Anna, autentico viaggio degustativo 2024, foto dell’autrice

    A questo punto non vi rimane che testare gli abbinamenti suggeriti e provarne anche altri!
    Buona degustazione e Buon Appetito!

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://corteanna.com/

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  • BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida

    BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida

    BEREBENE 2024: la guida del Gambero Rosso con i migliori vini italiani entro i 20 euro

    Di Cristina Santini

    Pochi giorni fa si è concluso l’evento di presentazione della guida “Berebene 2024” – I migliori vini italiani entro i 20 euro, redatta dalla squadra del Gambero Rosso, la guida dei cambiamenti, rinnovata e pensata come una carta vini centrata sull’accessibilità del vino italiano. Una soglia di prezzo, per tutte le tasche, più alta rispetto allo scorso anno, che ha consentito l’ingresso a tante etichette, vitigni e stili differenti.

    BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

     Dall’Almanacco del berebene degli anni passati, nel tempo la pubblicazione è cambiata pur mantenendo sempre un’analogia con quegli anni, grazie al lavoro di ricerca, passione e curiosità dei suoi curatori, Lorenzo Ruggeri e William Pregentelli. Insieme a loro, sul palco a condurre e intrattenere la sala, anche Giuseppe Carrus e Marzio Taccetti della Redazione.

    Le splendide sale del Palazzo Brancaccio di Roma hanno ospitato oltre alla premiazione, anche il tour di degustazione ai banchi d’assaggio delle cantine che ha dato la possibilità a tutto il pubblico di assaggiare gli ottimi vini dal prezzo contenuto.

    Le sale di Palazzo Brancaccio, Roma, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Brancaccio, Roma, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Quando assaggiamo vini francesi – afferma Lorenzo Ruggeriil vino base è veramente un vino base, nove volte su dieci. Ecco quando assaggiamo un vino italiano, ci capita spesso che il prodotto d’ingresso superi l’aspettativa, almeno quanto i vini di fascia superiore e questo indica la serietà delle aziende. Quest’anno la guida, l’abbiamo veramente ripensata, siamo partiti immaginando di andare al ristorante, di sederci e di sfogliare le pagine di una carta dei vini.

    E’ suddivisa in categorie (bollicine, bianchi, rosati, rossi, dolci), abbiamo lavorato sul dettaglio e in profondità, aggiungendo una serie di informazioni di servizio per il lettore, dal numero di bottiglie alle specifiche di lavorazione, indicando il biologico e biodinamico solamente quando certificato, con tanto di finestra di consumo, perché tanti di questi vini che abbiamo premiato invecchiano benissimo, invecchiano di più rispetto a quella che è la percezione media.

    Ci sono vini bianchi italiani che possono invecchiare almeno 12 anni e l’abbiamo indicato, anche per le altre categorie. Poi la novità, il punteggio in centesimi: non l’abbiamo mai usato prima su una guida dei vini del Gambero Rosso e l’abbiamo declinato poi su quella che è la nostra visione del bere italiano; per noi un vino che ha 82 centesimi è già un gran bel vino mantenendo quella che è la struttura classica del Berebene, quindi premio qualità prezzo, premio regionale e nazionale”.

    Presentatori Gambero Rosso: da sx Giuseppe Carrus, Marzio Taccetti, William Pregentelli e Lorenzo Ruggeri, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Presentatori Gambero Rosso: da sx Giuseppe Carrus, Marzio Taccetti, William Pregentelli e Lorenzo Ruggeri, articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Giuseppe Carrus chiede: “Sono tanti i vini che hanno preso il premio, possiamo parlare a prescindere dal prezzo che questi vini sono buoni, e per “buono” intendiamo quello che diciamo sempre al Gambero non semplicemente a livello organolettico, ma buoni anche perché sono vini che rispecchiano un territorio, la varietà, la denominazione? Possiamo dirlo questo?”

    Assolutamente sì – risponde William Pregentelli qui abbiamo recensito 921 vini, frutto di uno scrupoloso assaggio alla cieca nei consorzi e in redazione, una cinquantina in più rispetto allo scorso anno. Abbiamo cercato di fare un lavoro completo, ovviamente recensire tutti i vini dall’ottimo rapporto qualità prezzo che ci sono in Italia sarebbe stato un lavoro tre volte più grande rispetto a questa guida, sarebbe stata un’altra guida dei vini. Quindi abbiamo messo quelli che sono davvero molto buoni, è una selezione della selezione di quelli che sono i vini con il miglior rapporto qualità prezzo in Italia”.

    Ecco allora i magnifici sei, come sono stati appellati, al vertice di ogni categoria che abbiamo degustato al seminario e che vi andiamo a presentare con le nostre considerazioni di rito.

    Premi Nazionali

    Lo spumante:

    Oltrepò Pavese Pinot Nero Metodo Classico Brut ’17 – Ca del Gè, azienda di piccole dimensioni di Montalto Pavese, zona di elezione per i Riesling e i Pinot Nero composta da suoli gessosi. Un metodo classico da 50 mesi sui lieviti che esprime tutta la qualità del pinot nero di alta collina che regala tanta intensità al naso, dalle sensazioni accentuate dei lieviti, di pan di spagna, al frutto rosso come il lampone, alle leggere note di liquirizia. In bocca c’è tanta freschezza: è succoso, pieno, un frutto rosso carnoso, un lampone pieno e maturo, largo, intenso, goloso, veramente gastronomico. Finale leggermente salino, con un residuo zuccherino (6 gr/l), caratterizzato da una ricchezza concentrata (17€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Il bianco:

    Frascati Superiore 2022 – Casale Marchese

    Sono 50 ettari situati all’interno del territorio del Frascati Docg di proprietà da oltre due secoli della Famiglia Carletti. E’ un vino molto mediterraneo, a livello olfattivo ha una grande carica aromatica, sorretto e bilanciato da una bellissima sapidità. Carattere sfumato, delicato, dal tratto aromatico dolce, molto equilibrato con note di mandorla, di rosa, cedro, anice dalle quali emerge e sfuma molto bene la sapidità. Rappresentativo, tipico, con una bella persistenza, complesso, sfaccettato. Bisogna attendere ancora qualche anno per degustarlo nella sua migliore fase di maturità, presentando ora leggere note di lievito soprattutto a livello di profumi ma dal sorso progressivo (9.90€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Il rosato:

    Chiaretto di Bardolino Classico Vigne Alte ’22 – Zeni 1870. Con questo calice siamo sulla sponda sud orientale del Garda, a base di Corvina, Rondinella e Molinara. All’olfatto è ricco di note floreali, frutti rossi, come lampone e fragola; alla bocca, la dolcezza viene un pò equilibrata da una bella acidità, una freschezza vivace con delle note agrumate sul fondo, di mandarino.

    Estremamente piacevole, dalle sensazioni fresche e solari. Essenziale, non alla moda e dai sentori scarni, è un bardolino di integrità, tensione, fragranza, con un grande carattere e una beva tesa, fine, dalla chiusura precisa, netta, con un sprint finale leggermente speziato di pepe bianco, di rafano, zenzero, che da un movimento sul palato, una piccola scossa molto leggiadra ed espressiva. Complessità, equilibrio e precisione ad un prezzo per chi è un appassionato di vino davvero interessante (8.40€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Giuseppe Carrus interviene: “A parte alcune zone che hanno sempre avuto il rosato come vino di riferimento, fortunatamente quel tempo è passato però negli anni ‘90 la qualità del vino rosato in Italia non è che fosse così alta. Veniva visto come completamento di gamma, e alla richiesta da parte di qualche commerciale per alcune zone o soprattutto per l’estero, veniva prodotto con uve rosse non utilizzate assolutamente per produrre un vino rosso.

    Questo ha portato ad un disinnamoramento, dell’Italia in particolare, nei confronti di questa tipologia, per cui tanti appassionati avevano il pregiudizio. Ci è voluto poi del tempo per ricominciare a far capire invece che il rosato può essere un grande vino, se fatto con la stessa concezione dei grandi bianchi e dei grandi rossi. Non a caso, da qualche anno a questa parte, abbiamo introdotto nella guida maestro, Vini d’Italia, il premio Vino Rosato dell’Anno che non c’era fino a qualche anno fa.”

    Il vino rosso:

    Primitivo di Manduria Anima di Primitivo ’21 – Tenute Eméra Claudio Quarta Vignaiolo

    Dalle parole di Alessandra Quarta: “Anima perché vuole essere l’essenziale del vitigno, andare a raccontare il territorio. Questa guida credo che valorizzi i vini più semplici a contatto con il territorio, non puntano ad essere particolarmente lavorati, anche la nostra è un’espressione abbastanza immediata del primitivo. A nome di tutti i pugliesi posso dire che è un grande orgoglio che venga riconosciuta la qualità delle nostre denominazioni, perchè sono stati vini da taglio per tantissimo tempo, c’è stato un forte riavvicinamento dei produttori al proprio territorio.

    Premio per un vino verticale, diretto, bevibile, piacevole, quotidiano. L’alcolicità si avverte ma non disturba il palato, è un vino di grande morbidezza che mantiene un ritmo di beva per nulla seduto, non un vino pesante marmellatoso, ma una grande interpretazione di Primitivo di Manduria.

    Una Puglia – continua Alessandrache non sia opulenta, ma che sia accessibile, piacevole da bere, da continuare a bere. Non è solo un lavoro della nostra azienda, il mercato si sta muovendo in questa direzione per cui abbiamo cercato di stemperare quei caratteri estremi del Primitivo di Manduria. Fa un brevissimo passaggio in legno di due/tre mesi solo di una parte del vino per avere un pò più di struttura perché è una varietà che ha pochissimo tannino.”

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Ha una trama tannica importante, un finale amaricante, e si rimane un pò spaesati da questa complessità che di solito non hanno i Primitivo di Manduria che oltre a dare struttura, ha tanta freschezza dovuta anche alla vicinanza al mare e ad un terreno un tempo sommerso dalle acque, una caratteristica ben diversa dal classico vitigno più grasso dell’entroterra che ha fatto da apripista.

    Nel finale c’è un ritorno di arancia amara, una lieve nota amaricante che contrasta la percezione olfattiva di dolcezza caratteristica del bouquet aromatico che parla di mora, mirtillo maturo, di ciliegia matura poi in bocca è tutt’altro registro. Un sorso che ha una bella dinamica conferita da questo ritmo dato dal tannino e soprattutto dominato da un finale in crescita, in spinta che non è banale, di leggera speziatura scura e che porta a berne ancora.

    E’ l’unione del frutto nero e della scorza di agrumi che dà una sensazione leggermente agrodolce che incentivano la beva e dà movimento al vino. E’ un calice che ha una concentrazione e una complessità da grande vino da abbinare a piatti importanti. Una visione sul Primitivo di Manduria che esprime dove può andare una Denominazione senza andare su un ricorso eccessivo di frutto, di concentrazione, di dolcezza. (12.80€)

    Ogni anno viene assegnato un ulteriore Premio Nazionale per il Miglior Vino sotto i 10 Euro:

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Aglianico del Vulture Baliaggio ’21 della Cantina di Venosa, cooperativa che nasce intorno alla seconda metà degli anni ‘50 a Venosa in Basilicata sul Vulture, un vulcano spento, con i suoi 350 conferitori situati anche in altri comuni per circa 800 ettari vitati.

    Un prezzo fin troppo ragionevole per un vino dalla costanza qualitativa che offre tanto al naso, dal frutto nero, alle note fumé che danno ricchezza; al palato si avverte una bella freschezza, al di là di cosa si possa pensare dell’Aglianico ovvero un vino pesante, ha tanta vivacità, scorrevolezza, piacevolissimo nella sua speziatura finale con un ritorno al frutto intenso che non lascia mai il sorso.

    Due profili diversi: c’è l’idea di non sovrastrutturare l’Aglianico, quindi di non andare sull’eccesso soprattutto in questa annata calda, e dall’altro lato si avverte sul finale, rispetto al precedente rosso a parità d’annata, una coda più calda e matura, più alcolica con un ritorno di tannino scuro, un pochino più chiuso, più cupo, con note di grafite, pepe nero.

    Il vino procede bene, non è contratto nonostante si avvertono picchi di tannini, di calore, di percezione calda molto accentuata, dall’inizio alla fine con continuità. Ampio, scorrevole che arriva in profondità con un tannino piacevole (6.40€).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini, lineup degli assaggi fatti
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini, lineup degli assaggi fatti

    Il dolce:

    Moscato d’Asti Lumine ‘22 – Ca’ d’Gal

    A Valdivilla, frazione di Santo Stefano Belbo (CN), la Famiglia Boido ha saputo rilanciare i vini dolci frizzanti a base moscato. Percezione netta di pepe bianco, di noce moscata, di pesca, amalgamate a tante erbe aromatiche, con una leggera sfumatura di timo, salvia.

    Di grande complessità e carattere, mostra una leggera piccantezza e una bevibilità estrema che lascia un palato fresco dalle note fragranti, agrumate. Tutto molto accennato, molto elegante e fine, dalla dolcezza delicata che si avverte ma non è mai sovradosata. Un vino mosso, dalla bollicina che quasi sparisce nel calice ma riesce a dare quel bellissimo ritmo al sorso. Sicuramente più interessante tra un paio d’anni. (14 €).

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    I sei premi nazionali in degustazione all’incontro, tutti vini di grande bevibilità e di grande carattere, sono stati egregiamente accompagnati dalle due Dop della Sardegna, il Pecorino Sardo, nella versione Dolce e Maturo, e il Fiore Sardo a latte crudo, eccellenze della tradizione casearia dell’isola.

    I formaggi “Filiera Qualità Sepi” rientrano in una nuova partnership tra produttori del latte virtuosi, 15 aziende agricole sarde e un’azienda di trasformazione, Sepi Formaggi. Un bellissimo progetto che coinvolge tutte le fasi e gli attori della filiera, a partire dai pascoli, dalla produzione agricola, fino alla trasformazione e stagionatura, coniugando l’esperienza e i valori millenari della produzione casearia sarda con i migliori standard qualitativi, garantendo la completa tracciabilità dei prodotti.

    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini
    Articolo: BereBene del Gambero Rosso, grandi novità del 2024 in Guida, articolo e foto di Cristina Santini

    Concludiamo con i premi regionali assegnati:

    Valle d’Aosta – VdA Nebbiolo Barmet ‘22 Caves de Donnas

    Piemonte – Verduno Pelaverga ‘22 G.B. Burlotto

    Liguria – Riviera Ligure di Ponente Vermentino ‘22 Deperi

    Lombardia – OP Riesling V. Costa ‘21 Bruno Verdi

    Trentino – Teroldego Rotaliano ‘21 Dorigati

    Alto Adige – A.A. Santa Maddalena Cl. ‘22 Tenuta Ansitz Waldgries

    Veneto – Soave Cl. Otto ‘22 Graziano Prà

    Friuli Venezia Giulia – Collio Pinot Bianco ‘22 Alessio Komjanc

    Emilia Romagna – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Rosato Sbiadì ‘22 Fattoria Moretto

    Toscana – Rosé Scuro ‘22 Val delle Corti

    Marche – Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. San Michele ‘22 Campanelli

    Umbria – Ciliegiolo ‘21 Marchesi Ruffo della Scaletta

    Lazio – Castore Bellone ‘22 Cincinnato

    Abruzzo – Cerasuolo d’Abruzzo Fonte Cupa ‘22 Camillo Montori

    Molise – Molise Tintilia 200 metri ‘22 Tenimenti Grieco

    Campania – Campi Flegrei Falanghina ‘22 La Sibilla

    Basilicata – Aglianico del Vulture Serra del prete ‘20 Musto Carmelitano

    Puglia – Castel del Monte Bombino Nero Pungirosa ‘22 Rivera

    Calabria – Cirò Bianco ‘22 Vigneti Vumbaca

    Sicilia – Rosse del Soprano ‘19 Palari

    Sardegna – Vermentino di Sardegna Tuvaoes ‘22 Giovanna Maria Cherchi

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito Guida: https://www.gamberorosso.it/

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  • Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine?

    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine?

    Il Vino e l’Identità: Una Scelta Consapevole delle Cantine nel Mondo Enologico

    Di Carol Agostini

    Nel vasto universo del vino, le cantine si pongono dinanzi a una cruciale decisione: definire la propria identità. Oltre a produrre pregiati nettari, esse devono delineare la propria personalità commerciale, di produzione e d’immagine. Questa scelta, delicata e strategica, riflette la consapevolezza delle sfide e delle opportunità che il mondo vinicolo offre.

    Il Vino e l'Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto da internet
    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto da internet

    Identità di Produzione

    Le cantine, sinuose orchestratrici di gusti e aromi, si confrontano con la definizione del proprio stile enologico. Da qui sorgono le scelte riguardanti il terroir, le varietà di uve coltivate e le tecniche di vinificazione. Alcune si distinguono per la passione per le tradizioni, producendo vini legati al territorio e alle antiche pratiche. Al contrario, altre abbracciano l’innovazione, sperimentando con nuove tecnologie e varietà di uve per creare vini distintivi e contemporanei.

    Identità Commerciale

    La scelta dell’identità commerciale riflette la volontà di posizionarsi sul mercato. Alcune cantine si concentrano sulla produzione di vini di alta gamma, mirando a conquistare il cuore di collezionisti e intenditori. Altre, invece, puntano alla democratizzazione del vino, offrendo opzioni più accessibili al grande pubblico. La diversificazione delle linee di prodotto, l’attenzione alla sostenibilità e la creazione di esperienze uniche contribuiscono a plasmare l’identità commerciale di ogni cantina.

    Identità d’Immagine

    La percezione visiva e comunicativa di una cantina gioca un ruolo cruciale. L’etichetta di una bottiglia diventa il biglietto da visita, raccontando la storia e i valori del produttore. Le cantine moderne sfruttano il potere del branding per creare un’immagine riconoscibile, attraverso un design elegante o audace. L’apertura al mondo digitale, con la presenza sui social media e la valorizzazione di esperienze turistiche, contribuisce a plasmare l’identità d’immagine delle cantine.

    “In un panorama vinicolo in continua evoluzione, la scelta dell’identità rappresenta una mossa strategica. Le cantine che riescono a coniugare tradizione e innovazione, produzione e comunicazione, delineano la propria strada nel mondo del vino, offrendo al consumatore non solo un prodotto, ma un’esperienza completa che si riflette in ogni sorso”, pensiero personale.

    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall'azienda
    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall’azienda, articolo: Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine?

    Esempi Concreti di Identità nelle Cantine Vinicole

    Identità di Produzione

    Cantine come Château Margaux in Bordeaux incarnano l’identità di produzione orientata alla tradizione. Con un impegno radicato nel terroir, coltivano rigorosamente varietà di uve autoctone, come il Cabernet Sauvignon, preservando la tipicità del territorio. D’altra parte, la vinicola californiana Ridge Vineyards si distingue per un approccio innovativo. Integra metodologie biodinamiche e biologiche, puntando sull’espressione autentica delle uve in un contesto californiano più sperimentale.

    Cantina Letrari, ancor oggi, fonde armoniosamente tradizione e innovazione per creare vini spumanti che hanno diffuso la fama del Trento DOC non solo in Italia, ma anche al di là dei confini nazionali. Un assortimento completo di vini, con la Riserva del Fondatore a incarnare l’etichetta di maggior rilevanza. Mano sapiente e saggia di Lucia Letrari, enologa e proprietaria dell’azienda di famiglia omonima dal 1987, anno in cui si è diplomata presso la Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige.

    Fin da giovane, segue le orme di suo padre Leonello sia in vigna che in cantina. Dopo il diploma, diventa responsabile della produzione dei Trentodoc e dei vini marchiati con il nome di famiglia. Appassionata di viticoltura e enologia, trasforma la sua passione in una professione a tutto tondo, contribuendo con la sua esperienza a diverse associazioni di promozione del territorio, sia a livello locale nel Trentino che a livello nazionale.

    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall'azienda
    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall’azienda

    Identità Commerciale

    La Maison Louis Jadot in Borgogna adotta un’identità commerciale orientata verso l’eccellenza. Concentrandosi su vini di alta gamma, posiziona le sue etichette tra le più prestigiose del mercato. In contrasto, la vinicola argentina Trapiche, con la sua linea di vini accessibili, ha conquistato una vasta fetta di consumatori, dimostrando che la qualità può essere accessibile a tutti.

    Identità d’Immagine

    La cantina spagnola Vega Sicilia ha saputo plasmare un’identità d’immagine iconica. Il suo design classico e l’eleganza delle etichette trasmettono un senso di prestigio e storia. Al contrario, la vinicola australiana Two Hands Wines si è distinta con un’immagine fresca e moderna, utilizzando etichette colorate e uno stile visivo accattivante per catturare l’attenzione dei consumatori più giovani.

    “In ogni esempio, la scelta consapevole dell’identità riflette le peculiarità di ogni cantina. La flessibilità nel coniugare tradizione e innovazione, nel posizionarsi sul mercato e nella creazione di un’immagine coerente, contribuisce a determinare il successo e la risonanza nel mondo vinicolo, evidenziando che l’identità è una risorsa preziosa tanto quanto il vino stesso”, pensiero personale.

    Il Vino e l'Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Elina Sazonova
    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Elina Sazonova

    L’Identità delle Cantine nel Mondo del Vino: Un Viaggio tra Storia e Cultura

    Il Richiamo Storico

    L’identità delle cantine si intreccia con il patrimonio storico e culturale delle regioni vinicole. Cantina Antinori, fondata nel 1385 in Toscana, rappresenta un anello vitale tra passato e presente. La sua longevità riflette la tradizione toscana di coltivare il vino come arte, con rispetto per la terra e l’eredità familiare. Analogamente, la cantina francese Bollinger, risalente al 1829, incarna l’essenza della Champagne. La sua storia è la storia stessa della regione, segnata da momenti di gioia e di sfide, riflesse nei sorrisi di chi sorseggia il suo celebre Champagne.

    Cultura nel Calice

    Le cantine, oltre a produrre vino, fungono da custodi di una cultura enologica unica. La cantina italiana Gaja, con radici che si perdono nel XIX secolo, ha contribuito a ridefinire il panorama vinicolo italiano. La loro dedizione a varietà di uve autoctone e metodi innovativi rappresenta una connessione profonda con la ricca tradizione enologica italiana. Un altro esempio è la vinicola spagnola Vega Sicilia, le cui bottiglie raccontano una storia millenaria di coltivazione della vite nella regione di Ribera del Duero.

    Espressione Artistica

    L’identità delle cantine si manifesta come un’opera d’arte, un’interpretazione artistica della terra e della coltivazione delle uve. La vinicola californiana Opus One, fondata da Robert Mondavi e Baron Philippe de Rothschild, è un esempio di collaborazione tra culture enologiche. La loro missione è creare un vino simbolo di unione tra l’arte vinicola europea e quella americana. In un contesto diverso, la cantina argentina Catena Zapata, con la sua struttura architettonica innovativa, fonde la produzione di vino con l’arte moderna, trasmettendo un senso di estetica e impegno.

    Tradizioni Celebrate

    Le cantine, spesso, diventano custodi delle tradizioni locali, celebrando eventi e feste che radicano la comunità nella sua storia. Cantina Marchesi di Barolo, nel cuore del Piemonte, organizza eventi legati alle tradizioni locali, come la Festa del Barolo, rafforzando così il legame tra vino, territorio e cultura. Altrettanto, la vinicola neozelandese Cloudy Bay, con il suo Sauvignon Blanc iconico, celebra la cultura del vino in un contesto moderno, legando la sua identità al paesaggio unico della regione di Marlborough.

    “In questo viaggio tra storia e cultura, le cantine emergono come narratori di racconti unici, legati indissolubilmente alle terre da cui provengono. La loro identità è una tela tessuta con fili di tradizione, innovazione, arte e celebrazione delle radici culturali, offrendo ai consumatori non solo un vino da gustare ma un capitolo affascinante della storia enologica mondiale”, riflessione tematica personale.

    Il Vino e l'Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Math
    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Math

    Le Cantine come Custodi di Identità: Una Continuità nel Tempo e nello Spirito

    Resilienza e Trasformazione

    Le cantine, testimoni del tempo, incarnano la resilienza delle comunità vinicole di fronte a sfide storiche e trasformazioni sociali. La Cantina San Felice in Toscana, risalente al 1200, è un esempio di adattamento alle mutevoli dinamiche storiche. In passato, fungeva da rifugio durante le guerre, oggi è un faro di produzione sostenibile, dimostrando come la storia di una cantina sia un continuum di adattamento e rinascita.

    Le Icone Culturali

    Icone culturali come la cantina francese Château Margaux,citata sopra, sopravvissuta a rivoluzioni e guerre, incarnano l’essenza di una cultura enologica millenaria. La sua architettura sontuosa e i vigneti secolari narrano una storia senza tempo, celebrando l’arte di coltivare la vite. Allo stesso modo, la cantina spagnola Codorníu, fondata nel 1551, è più di una cantina: è un simbolo della cultura catalana. La sua immagine è stata plasmata nel corso dei secoli, diventando un’icona di tradizione e innovazione.

    Le Radici Territoriali

    L’identità di una cantina è ancorata profondamente alle radici del territorio. Cantina Planeta in Sicilia, con la sua dedizione alle varietà autoctone, rappresenta una testimonianza di come la terra possa ispirare la produzione del vino. La vinicola neozelandese Felton Road, con un focus sul terroir centrale di Otago, crea vini che riflettono il paesaggio unico della Nuova Zelanda, diventando un’ambasciatrice dell’identità territoriale.

    Patrimonio e Futuro Intrecciati

    La Cantina Antica Tenuta Pietramore nel cuore dell’Abruzzo, con le sue vigne antiche, è una custode del patrimonio viticolo regionale. Tuttavia, la sua adozione di pratiche agricole moderne mostra come il passato e il futuro possano intrecciarsi in un dialogo continuo. Un’altra espressione di questa sinergia è la cantina californiana Tablas Creek Vineyard, che, ispirandosi alle tradizioni del Châteauneuf-du-Pape in Francia, ha piantato le radici del Rinascimento viticolo californiano.

    “Le mie riflessioni convertono verso le cantine, con le loro storie e identità, trasmettono un senso di continuità e connessione. La loro capacità di evolversi senza perdere il legame con il passato è ciò che le rende guardiani dell’eredità culturale e vinicola. Ogni sorso di vino diventa un viaggio nel tempo, un’esperienza che collega le generazioni attraverso il filo narrativo delle cantine, scrivendo un nuovo capitolo di storia ogni vendemmia”.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022

    Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022

    Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022

    Di Gaetano Cataldo

     

    La bevanda più civilizzata al mondo è di moda e la moda dice che fa anche bene. Era già in voga berla con erbe aromatiche nel 3150 a. C. per fini terapeutici; testimoni le tracce assorbite in anfore rinvenute da archeologi americani in terra egizia. D’altronde i benefici di questo liquido erano noti a Plinio il Vecchio, Galeno ed Ippocrate.

     

    Gaius Plinius Secundus meglio noto come Plinio il Vecchio (Plinius Maior) che fu uomo dotto, storico e naturalista. Nato il 23 d.c. a Como, visse soprattutto a Roma, ricoprendo cariche civili e militari, e viaggiando molto; visitò la Germania, la Spagna, l’Africa, il Belgio.
    Gaius Plinius Secundus meglio noto come Plinio il Vecchio (Plinius Maior) che fu uomo dotto, storico e naturalista. Nato il 23 d.c. a Como, visse soprattutto a Roma, ricoprendo cariche civili e militari, e viaggiando molto; visitò la Germania, la Spagna, l’Africa, il Belgio.

    La Scuola Medica Salernitana ne citava le proprietà farmacologiche dal 984 d. C. quando l’Istituto Superiore di Ricerche di Parigi, la Facoltà di farmacia di Bordeaux e la Minnesota University semplicemente non esistevano.

    Intanto l’osannato elisir, il vino, fa parlare di sé dai tempi del cuneiforme quantomeno.

    Però sono gli epidemiologi d’oltralpe a spiegare il perché giovi in risposta al french paradox, ossia all’incidenza di malattie cardiovascolari in Francia, nonostante la dieta ricca in grassi saturi, sia pressoché pari a quella dei popoli dediti alla più salubre dieta mediterranea, imputandolo al suo consumo; ad avallarlo anche i dietologi americani che lo includono nella piramide alimentare a due bicchieri per volta, anzi, al giorno (300 ml per l’uomo e 150 ml per la donna, rispettivamente 40 e 20 gr di alcool).

    Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022
    Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022

    Ma che sia rosso per piacere!

    Infatti il limitarsi della formazione di coaguli e trombi è dovuta all’alcol con l’interazione di alcune sostanze contenute in gran quantità nei vini rossi e dagli effetti antiossidanti. Un nome per tutti: il resveratrolo; si tratta di un fenolo non flavonoide contenuto solo nel rosso, che si trova anche nella buccia di uve prodotte da viti attaccate prevalentemente da botrytis cinerea, stress idrici e virus.

    Ci sono piante che ne producono quantità superiori alla vite ed è per ciò che questa fitoalexina oggi è un integratore dietetico, per quanto non se ne conoscano ancora gli effetti collaterali.

    Per quanto stimoli la produzione di colesterolo buono (HDL) e diminuisca l’ossidazione del colesterolo cattivo (LDL) non ce n’è abbastanza nelle quantità di vino raccomandate (bisognerebbe berne molto di più) e l’organismo tende a non trattenerlo.

    Insomma il vino fa bene soggettivamente e farebbe bene assumerlo nelle suddette quantità assieme a frutta e verdura.

    Ricerche

     

    Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022
    Del bere responsabilmente e della clamorosa balla del french paradox 2022

    Sono in corso comunque delle ricerche per stabilire se alcune sostanze contenute nei vini bianchi, agendo in modo combinato, diano risultati migliori dal punto di vista della salute sul sistema cardiovascolare.

    Però la salute non è solo un bene da ritrovare attraverso la scelta soggettiva di migliorare le proprie abitudini alimentari, non solo; essa un diritto che deve essere concesso al nascituro sin dalla gravidanza.

    Bere vino…

    Bere vino perché il resveratrolo è anche antiteratogeno è una contraddizione in termini perché contiene alcol, causa di aborto, malformazioni e della sindrome alcolica fetale. Il vino e l’alcol sono un’ingiuria alla vita nascente e al delicato concetto di essere madre.

    Bere vino rosso
    Bere vino rosso

    Il vino nuoce alla gravidanza e all’allattamento e non bisogna sottovalutarne gli effetti solo perché il bambino abbia avuto la fortuna di nascere senza danni apparenti: turbe comportamentali, difficoltà di concentrazione e apprendimento non vengono respinte dalla placenta né disciolte dal latte materno.

    Di Gaetano Cataldo

    Ricordiamoci che…

    non bisogna abusare del vino e dell’alcol, se assunti  in quantità eccessive e in maniera permanente, l’alcol compromette lo stato nutrizionale, favorendo i deficit vitaminici, inoltre, determina un cambiamento della composizione corporea, con diminuzione della massa muscolare con conseguenza di  aumento del deposito adiposo viscerale.

    Carol Agostini

     


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